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Autore: Oggetto: Doping, le nostre proposte

Livello Marco Pantani




Posts: 1409
Registrato: Nov 2004

  postato il 30/08/2006 alle 11:23
Liberalizzare il doping? Eccellente idea!

Fra l'altro avrebbe il vantaggio di permettere l'istituzione di una Coppa del Mondo per costruttori, da attribuirsi a quel medico i cui atleti hanno totalizzato il maggior numero di punti in gare Pro-Tour.

In un tale ciclismo il ruolo del pilota spetterebbe indubbiamente ai DS, visto che tutti corrono con l'auricolare e obbebiscono come cagnolini a quanto viene loro comandato.

Al ciclista rimarrebbe il ruolo della macchina, di cui viene testata l'aerodinamica nella galleria del vento, a cui si ritocca e si modifica il motore, su cui si lavora in officina con pazienza e dedizione per arrivare finalmente ad una bella maturazione tardiva prevedibilmente intorno ai 27-28 anni.

Il "pieno" non c'é alcun dubbio che lo faranno, magari prevedendo qualche pit-stop durante la stagione. Ma - e questo sarebbe un indubbio progresso - si potrebbe pure fare il pieno in corsa.

Mi sfugge per il momento cosa ne sarebbe del cambio gomme (forature a parte). Ma probabilmente qualcun altro avrà delle idee in proposito...

In Formula 1, se non sbaglio, dopo la corsa le macchine vengono smontate. In pratica vengono buttate via. Ecco, probabilmente é pure quello che accadrebbe agli atleti a fine carriera in un mondo con il doping libero...

 

____________________
E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 30/08/2006 alle 11:41
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Attenzione, quello che descrivi non è disinteresse verso il doping, quanto piuttosto un possibile cambiamento nel modo di percepire il doping.
Tu avverti questo cambiamento? Io no, ho sempre la sensazione che sia percepito come truffa.
L'assuefazione al fenomeno doping porta al rifiuto dello sport (ma sottolineo la parola assuefazione, differente da "ignoranza").



Giusto il tuo rilievo sul "disinteresse per il doping". Mi era rimasto nelle dita "e per tutto il corollario di problemi etici che comporta". Io definitivamente avverto questo cambiamento: è nell'aria Davide. I giornali cominciano timidamente a parlare di legalizzazione e poi basta passare dal bar la mattina per il cappuccino. Tieni presente che ancora non è sceso in campo il partito della guerra ai valori etici e del trionfo della "libertà dell'individuo" dalle catene imposte dalla "società bigotta e illiberale". Quando cominceranno a tuonare le corazzate dell'informazione politicamente corretta non so, francamente cosa, rimarrà della lotta al doping.

Per quanto attiene all'assuefazione, questa copre egregiamente l'ignoranza ed è forse per questo che le due cose vanno sempre di conserva. Ci si è assuefatti a ben di peggio, mio caro Davide e non dico a che cosa perchè ho fatto il fioretto di non parlare piu' di certi argomenti "scandalosi" che possono turbare le coscienze di coloro che, ben forniti di prosciutto davanti agli occhi, si rifiutano di capire che il problema etico che pone il doping va visto nel quadro della progressiva abdicazione della civiltà occidentale di fronte ai propri valori fondanti. E' passato di tutto, passerà anche il doping, che in fondo è solo un argomento minore...



Io non credo che il rollerball sarà ciò di cui sentirà bisogno l'Europa negli anni a venire. Sia per lo schifo che suscitano doping e corruzione, nella vita politica come nello sport, sia per quanto sta accadendo nel panorama politico-economico internazionale, ma soprattutto per le sue ripercussioni sul sentire popolare.



La corruzione ha diverse gradazioni, valenze e percezioni: se si rimane nel campo della corruzione politica ed economica, queste sono sempre fungibili e cio' che è corruzione per un colore, puo' non esserlo per un altro e viceversa. Si danno, per solito, "momenti storici diversi" per dirla con l'uomo di Treviri. E' la corruzione morale, il tradimento dei valori etici fondanti la nostra civiltà che è senza ritorno: che vuoi che sia la legalizzazione del doping a fronte di quanto è già stata perpetrato contro noi stessi ?



le proposte di Cicloweb sono un gesto d'amore verso il ciclismo



Certo, e, permettimi, è anche un gesto d'amore verso la vita e contro
la progressiva deumanizzazione del nostro essere.


Sulla legalizzazione del doping: non vale nemmeno la pena discuterne, non tanto per le ripercussioni che potrebbe avere sulla salute (alcol e tabacco sono problemi assai più concreti), quanto per il principio che ci spinge a rifiutare il voto clientelare, i concorsi truccati, le caste ereditarie nella pubblica amministrazione etc etc.
Sono truffe diffuse, ma per principio non possono essere accettate, la sete innata di giustizia ed equità non lo permette.
Il doping rientra in questo discorso.



Non solo, Davide, non solo. Se ci limitiamo a considerarlo soltanto una truffa, stai tranquillo che la sua legalizzazione è già dietro la porta. E' un delitto contro l'uomo, cosi' come lo è la cocaina e cosi' come lo sono altre cose "innominabili" (sempre per via del fioretto...).



Nessuna coalizione politica potrebbe accettare una sua legalizzazione o anche solo proporre un referendum, perderebbero elettori.
Per fortuna, direi, ma questa è solo la mia opinione.
Ciao



Sei ottimista. Ti ripeto, aspetta che entrino in funzione le corazzate mediatiche del correttismo ideologico.

Ciao Davide, è sempre un piacere.
Alberto

Occhio al quote. By Andrea_Web

 

[Modificato il 30/08/2006 alle 11:43 by Andrea_Web]


 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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Registrato: Apr 2005

  postato il 30/08/2006 alle 11:59
Originariamente inviato da Felice

Liberalizzare il doping? Eccellente idea!

Fra l'altro avrebbe il vantaggio di permettere l'istituzione di una Coppa del Mondo per costruttori, da attribuirsi a quel medico i cui atleti hanno totalizzato il maggior numero di punti in gare Pro-Tour.

In un tale ciclismo il ruolo del pilota spetterebbe indubbiamente ai DS, visto che tutti corrono con l'auricolare e obbebiscono come cagnolini a quanto viene loro comandato.

Al ciclista rimarrebbe il ruolo della macchina, di cui viene testata l'aerodinamica nella galleria del vento, a cui si ritocca e si modifica il motore, su cui si lavora in officina con pazienza e dedizione per arrivare finalmente ad una bella maturazione tardiva prevedibilmente intorno ai 27-28 anni.

Il "pieno" non c'é alcun dubbio che lo faranno, magari prevedendo qualche pit-stop durante la stagione. Ma - e questo sarebbe un indubbio progresso - si potrebbe pure fare il pieno in corsa.

Mi sfugge per il momento cosa ne sarebbe del cambio gomme (forature a parte). Ma probabilmente qualcun altro avrà delle idee in proposito...

In Formula 1, se non sbaglio, dopo la corsa le macchine vengono smontate. In pratica vengono buttate via. Ecco, probabilmente é pure quello che accadrebbe agli atleti a fine carriera in un mondo con il doping libero...

ahahah spassosissima proiezione.

Aggiungo la mia: anche l'elettronica a bordo potrebbe essere
incrementata passando dagli odierni auricolari a degli
elettro stimolatori muscolari telecomandati direttamente dalle ammiraglie.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 30/08/2006 alle 12:16
Grazie Andrea, devo avere fatto qualche cavolata: non so bene dove ma devo averla fatta. Grazie ancora e ciao.

Alberto

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Ottobre 2009




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  postato il 30/08/2006 alle 12:24
Originariamente inviato da Felice

Liberalizzare il doping? Eccellente idea!

Fra l'altro avrebbe il vantaggio di permettere l'istituzione di una Coppa del Mondo per costruttori, da attribuirsi a quel medico i cui atleti hanno totalizzato il maggior numero di punti in gare Pro-Tour.

In un tale ciclismo il ruolo del pilota spetterebbe indubbiamente ai DS, visto che tutti corrono con l'auricolare e obbebiscono come cagnolini a quanto viene loro comandato.

Al ciclista rimarrebbe il ruolo della macchina, di cui viene testata l'aerodinamica nella galleria del vento, a cui si ritocca e si modifica il motore, su cui si lavora in officina con pazienza e dedizione per arrivare finalmente ad una bella maturazione tardiva prevedibilmente intorno ai 27-28 anni.

Il "pieno" non c'é alcun dubbio che lo faranno, magari prevedendo qualche pit-stop durante la stagione. Ma - e questo sarebbe un indubbio progresso - si potrebbe pure fare il pieno in corsa.

Mi sfugge per il momento cosa ne sarebbe del cambio gomme (forature a parte). Ma probabilmente qualcun altro avrà delle idee in proposito...

In Formula 1, se non sbaglio, dopo la corsa le macchine vengono smontate. In pratica vengono buttate via. Ecco, probabilmente é pure quello che accadrebbe agli atleti a fine carriera in un mondo con il doping libero...


Mitico Felice, che bello rivederti scrivere.

 

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Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




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Registrato: Jun 2006

  postato il 30/08/2006 alle 13:10
Felice la tua visione è divertente e triste allo stesso modo. Bravo perchè fai sorridere e riflettere.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/08/2006 alle 13:20
Originariamente inviato da prof
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Attenzione, quello che descrivi non è disinteresse verso il doping, quanto piuttosto un possibile cambiamento nel modo di percepire il doping.
Tu avverti questo cambiamento? Io no, ho sempre la sensazione che sia percepito come truffa.
L'assuefazione al fenomeno doping porta al rifiuto dello sport (ma sottolineo la parola assuefazione, differente da "ignoranza").



Io definitivamente avverto questo cambiamento: è nell'aria Davide. I giornali cominciano timidamente a parlare di legalizzazione e poi basta passare dal bar la mattina per il cappuccino.


Può essere, però quando parlo con i miei cugini e parenti della Marca Trevigiana, percepisco il netto disgusto verso il doping.
I termini ricorrenti sono "imbroglio" "baro" "slealtà".
L'aspetto singolare è che fanno fatica ad associare la mancanza di credibilità che il ciclismo vive attualmente, al ciclismo del passato.
I tempi di Indurain e Bugno sono "dorati", segno che il cambiamento di percezione c'è eccome, è montante.
Sugli sviluppi di questo mutamento ho una mia idea precisa, ma poco importa, tieni piuttosto presente che uno strumento di assuefazione delle masse come il calcio, in una società che esercita la critica, sarà funzionale allo scopo solo se il fenomeno doping verrà minimizzato, al limite sottovalutato o ignorato, non se verrà legalizzato.
Altro dettaglio: il rollerball, l'arena dei gladiatori, sono tanto più importanti come sedativo quanto più è diffusa la violenza nella società, e quanto più essa è accentuata dalla televisione.
Questo sarà il campo nel quale si giocherà la partita.

Per quanto attiene all'assuefazione, questa copre egregiamente l'ignoranza ed è forse per questo che le due cose vanno sempre di conserva.


Sostenevo un altro concetto: l'ignoranza è funzionale allo spettacolo dopato, come dimostrano gli anni '90.
L'assuefazione parte dalla premesse che è necessaria una presa di coscienza: subiamo un'asseufazione al modo nel quale ci vengono raccontate in televisione le storie di stupri, di rapine, di quartieri ghetto dello spaccio.
Forse per questo verranno legalizzati?

E' la corruzione morale, il tradimento dei valori etici fondanti la nostra civiltà che è senza ritorno: che vuoi che sia la legalizzazione del doping a fronte di quanto è già stata perpetrato contro noi stessi ?


Quale decadimento dei valori morali? Attenzione, non commettiamo l'errore di reputare il nostro "cortile" alla stregua del "mondo".
E nemmeno è mai esistita un'età dell'oro dei valori etici, Alberto, piuttosto la storia dell'umanità ha vissuto inferni di dissoluzione morale fin dai suoi albori.
Non diamo troppo valore all'oggi, si finisce per dare poco peso ai fatti di ieri, e nessuna importanza a quelli di domani.
Ciao

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 30/08/2006 alle 16:52
No, non è giusto che , per un fioretto, un pensiero luminoso venga non espresso, non è giusto che , ancora una volta, prevalga la censura e la costrizione a tacere ( sempre a senso unico, verso coloro che si pongono fuori dall’egemonia culturale di chi sappiamo noi).
Sia pure in modo indegno e mai pari all’altezza morale e intellettuale di questo pensiero sempre conculcato nei secoli, con i miei umili mezzi, cerco di capire di cosa ci ha privati quel fioretto inconsulto.

No, Aranciata Bottecchia, non mi consolare, la battaglia è perduta, l’idea ( se tale si può chiamare) espressa da Donchisciotte sulla liberalizzazione del doping, è la pietra tombale sugli eccelsi valori morali della civiltà occidentale ( Prof, scusi, ma il doping è un prodotto della tecnica occidentale e pure la liberalizzazione non ci sembra un valore non occidentale……. Zitti, ragazzi, basta, non dite sciocchezze, ignoranti!).
Ne abbiamo viste tante, vedremo anche questa, la nostra civiltà e i suoi valori morali moriranno presto, , è nell’aria, anche la casa matta dell’egemonia culturale comunista in Itala , una delle tante corazzate del politicamente corretto ( Repubblica, per esempio) aderirà a questa bieca campagna . Manderanno Capodacqua insieme alla Melandri, beato lui!, in un gulag ( non li hanno mai chiusi, non ci illudiamo, noi) e ci imporranno anche questo scempio morale frutto dell’ignoranza e della compiacenza verso il volgo ripugnante ( Scusi ,Prof, ma la legge sul doping e la punibilità dell’atleta, in Italia, l’hanno promulgata i comunisti nel 2000…….. Basta, ragazzi, vi butto fuori a calci).
Già le toghe rosse ( quel PM Spinosa nemico della civiltà occidentale) hanno fatto propria l’idea, è solo l’inizio, non abbiamo saputo difendere quei sacri valori morali che da sempre ispirano la nostra civiltà e la fondano ( Scusi, Prof, ma il colonialismo, Bhopal, la tratta degli schiavi, il genocidio dei nativi americani, il nazismo, e pure il cosiddetto socialismo reale , non sono frutto della nostra civiltà occidentale?.... Bastaaaaaa! Una classe di comunisti devo avere).
E’ finita, qua sul ponte del Titanic, metafora di questa gloriosa civiltà, attendo l’inabissamento mentre il volgo continua a ballare. E’ finita Ha vinto la barbarie. L’uomo di Treviri, la cultura della morte e della deumanizzazione da lui ispirata sta trionfando, il volgo ripugnante, nei suoi bar popolari, mentre beve, sporcandosi di schiuma, il cappuccino prima del lavoro, con la faccia ancora gonfia di sonno, non ha che un argomento di cui parlare: la liberalizzazione del doping e ,con essa, l’abdicazione ai valori della vita ( Scusi, Prof, ma che bar frequenta lei?........)
E tu, Aranciata Bottecchia, non mi consolare………


 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 30/08/2006 alle 16:56
Originariamente inviato da undertaker

X BHJ, doping VOLONTARIO o no , intendevo dire che a volte l'atleta assume alcune sostanze vietate involontariamente, es . Merckx 69, Simoni 2002, l'ottocentista Longo, il pesista norvegese Grimseth, il portiere del Bari Gillet 5-6 anni fa ecc. ecc.


si ma prendere involontariamente epo e Gh la vedo dura e comunque se ad es si parla di integratori taroccati (mi pare fosse questo il caso di Longo) e si dimostra che la tal ditta altera i suoi prodotti mischiandoci porcate io sono per l'assoluzione dell'atleta (però gli si annulla il risultato della gara) e si prende a legnate la ditta in questione. Ma dev'essere appunto provato che tal ditta ha alterato i suoi prodotti.
Se possibile vorrei una risposta alle mie obiezioni. 1)impossibilità di fare del mondo prof un mondo a se stante (non scendono dalla luna e non nascono prof, ci arrivano dalle categorie inferiori) 2) ulteriore diminuzione dell'efficacia dei controlli (che sono il tallone d'achille della mia proposta ma che nella tua rimane tale perchè di fatto proponi una semiliberalizzazione da controllare proprio tramite nuovi controlli pure loro aggirabili dagli imbroglioni) che mentre ora agiscono sulla presenza di sostanze vietate oltre che su limiti da rispettare nella soluzione che proponi agirebbero solo sui limiti e non sulla presenza di sostanze 3)sport che diventa spettacolo con la prestazione umana sempre + relegata a mezzo d'espressione della prestazione della tal ditta farmaceutica produttrice del tal prodotto. 4)sfiorare il ridicolo nel fare le facce tristi se qualcuno resterà secco per uso di prodotto dopante dato che lo abbiamo autorizzato ad usarlo 5) gli atleti di grido saranno testimonial di sostanze mirabolanti (magari ci fanno veri e propri spot sopra) non consentite alle categorie inferiori, come dire :"col prodotto xyz volereste ma è vietato , però se avete buoni amici......"

 
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Livello Tour




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  postato il 30/08/2006 alle 18:36
X Bhj, allora cosa facciamo ? Il proibizionismo toglie dalle gare tutti i campioni, il doping libero fa morire gli atleti. Allora l'unica soluzione è quella che ho già detto, limiti numerici per ogni valore di sangue e urine, chi sta sotto gareggia , chi va oltre sta fuori 1-2 mesi. Poi è ovvio che se uno viene preso molte volte la squalifica puo' anche aumentare, tipo patente a punti. guarda che oggi è l'unica soluzione realizzabile immediatamente a costi bassi , non c'e' altra possibilità.
 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 30/08/2006 alle 19:02
Originariamente inviato da undertaker

X Bhj, allora cosa facciamo ? Il proibizionismo toglie dalle gare tutti i campioni, il doping libero fa morire gli atleti. Allora l'unica soluzione è quella che ho già detto, limiti numerici per ogni valore di sangue e urine, chi sta sotto gareggia , chi va oltre sta fuori 1-2 mesi. Poi è ovvio che se uno viene preso molte volte la squalifica puo' anche aumentare, tipo patente a punti. guarda che oggi è l'unica soluzione realizzabile immediatamente a costi bassi , non c'e' altra possibilità.


che il proibizionismo faccia star fuori i campioni è FALSO. Che chi oggi gestisca la baracca sia fuori come un cancello è altro discorso. Per me se uno è preso positivo o ci sono PROVE che ha giri loschi deve essere squalificato se no no. Un fax con scritto il mio nome non è una prova. Se però trovano un mio pagamento ad un santone che ho giurato di non conoscere diventa una prova. La tua risposta comunque evita di rispondere alle mie obiezioni e fino ad ora nessuno di chi propone doping libero le ha affrontate. Comunque non è che la tua soluzione sia impraticabile anche se non la condivido ma oltre alle obiezioni ribadisco che la tua non è una liberalizzazione effettiva del doping ma è solo una liberalizzazione parziale. Doping libero vuol dire che se tu prendi tot dosi di epo e io voglio prenderne 10 volte tanto a mio rischio e pericolo nessuno può impedirmelo. La tua soluzione poi non è affatto a costi bassi perchè è a costi superiori che quella proibizionista dato che non solo devi continuare a fare i controlli ma pretendi che esami che non trovano il GH siano in grado non solo di trovarlo ma di trovarne la quantità esatta per stabilire se s'è superato o no un limite. Oppure per limiti numerici numerici di valori sangue e urine intendi altre cose assurde tipo ematocrito a 50???? (ossia un pagliativo di comodo che di fatto ha sancito l'incapacità di beccare chi bara)
Va a finire che uno che a pane e acqua ha ematocrito a 50 sta fermo e uno pieno come un uovo ma con ematocrito a 49,9 corre. In ogni caso gli imbroglioni non smetteranno di esistere e dovranno solo cambiare i dati da taroccare.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 30/08/2006 alle 19:50
Originariamente inviato da Donchisciotte

E’ finita, qua sul ponte del Titanic, metafora di questa gloriosa civiltà, attendo l’inabissamento mentre il volgo continua a ballare.



Mi discpiace cara Donchisciotte, ma purtroppo nessuno ti verrà a salvare. Poco male se anneghi tanto sei interscambiabile... sarai presto sostituita da un borghese benpensante... Anzi pensandoci bene si potrebbero proprio liberalizzare sti naufragi... ma sempre sotto il controllo medico s'intende, eh...

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

www.dopingfree.org

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 30/08/2006 alle 22:12
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Tagliamo la testa al toro, dài.
Più che una pulita (sia questa dall'alto o dal basso, sia con la scopa che con l'aspirapolvere), serve una bella lavata.


"Istruzioni per evitare che si formi il ghiaccio sulle scale esterne:
Portare ad ebollizione dell'acqua. Aggiungere sale all'acqua finchè la soluzione non debba essere considerata satura. Lasciar raffreddare l'acqua per evitare rotture da shock termico. Allagare il pianerottolo a monte. Favorire il deflusso della soluzione lungo le scale. Raccogliere l'acqua nel pianerottolo a valle. Lasciar asciugare naturalmente."

Traduzione da un libro di economia domestica americano.

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

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Livello Tour




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  postato il 31/08/2006 alle 02:31
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da prof
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Attenzione, quello che descrivi non è disinteresse verso il doping, quanto piuttosto un possibile cambiamento nel modo di percepire il doping.
Tu avverti questo cambiamento? Io no, ho sempre la sensazione che sia percepito come truffa.
L'assuefazione al fenomeno doping porta al rifiuto dello sport (ma sottolineo la parola assuefazione, differente da "ignoranza").



Io definitivamente avverto questo cambiamento: è nell'aria Davide. I giornali cominciano timidamente a parlare di legalizzazione e poi basta passare dal bar la mattina per il cappuccino.


Può essere, però quando parlo con i miei cugini e parenti della Marca Trevigiana, percepisco il netto disgusto verso il doping.
I termini ricorrenti sono "imbroglio" "baro" "slealtà".
L'aspetto singolare è che fanno fatica ad associare la mancanza di credibilità che il ciclismo vive attualmente, al ciclismo del passato.
I tempi di Indurain e Bugno sono "dorati", segno che il cambiamento di percezione c'è eccome, è montante.
Sugli sviluppi di questo mutamento ho una mia idea precisa, ma poco importa, tieni piuttosto presente che uno strumento di assuefazione delle masse come il calcio, in una società che esercita la critica, sarà funzionale allo scopo solo se il fenomeno doping verrà minimizzato, al limite sottovalutato o ignorato, non se verrà legalizzato.
Altro dettaglio: il rollerball, l'arena dei gladiatori, sono tanto più importanti come sedativo quanto più è diffusa la violenza nella società, e quanto più essa è accentuata dalla televisione.
Questo sarà il campo nel quale si giocherà la partita.

Per quanto attiene all'assuefazione, questa copre egregiamente l'ignoranza ed è forse per questo che le due cose vanno sempre di conserva.


Sostenevo un altro concetto: l'ignoranza è funzionale allo spettacolo dopato, come dimostrano gli anni '90.
L'assuefazione parte dalla premesse che è necessaria una presa di coscienza: subiamo un'asseufazione al modo nel quale ci vengono raccontate in televisione le storie di stupri, di rapine, di quartieri ghetto dello spaccio.
Forse per questo verranno legalizzati?

E' la corruzione morale, il tradimento dei valori etici fondanti la nostra civiltà che è senza ritorno: che vuoi che sia la legalizzazione del doping a fronte di quanto è già stata perpetrato contro noi stessi ?


Quale decadimento dei valori morali? Attenzione, non commettiamo l'errore di reputare il nostro "cortile" alla stregua del "mondo".
E nemmeno è mai esistita un'età dell'oro dei valori etici, Alberto, piuttosto la storia dell'umanità ha vissuto inferni di dissoluzione morale fin dai suoi albori.
Non diamo troppo valore all'oggi, si finisce per dare poco peso ai fatti di ieri, e nessuna importanza a quelli di domani.
Ciao


Hai ragione. Quale decadimento dei valore morali.
Bisogna essere i primi a crederci perchè essi vengano rispettati.
Ti saluto
Ianni

 
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Livello Tour




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  postato il 31/08/2006 alle 11:29
x Bjh , la storia del 50 di ematocrito te l'ho già spiegata, io sono miope e mi sento in diritto di usare le lenti a contatto per vedere uguale a chi ci vede BENE IN MODO NATURALE . Per l'ematocrito è uguale.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2006 alle 12:27
Originariamente inviato da undertaker

x Bjh , la storia del 50 di ematocrito te l'ho già spiegata, io sono miope e mi sento in diritto di usare le lenti a contatto per vedere uguale a chi ci vede BENE IN MODO NATURALE . Per l'ematocrito è uguale.


Pardon, faccio notare che un ematocrito a 44 è NORMALISSIMO IN MODO NATURALE e non necessita di alcuna lente a contatto.
Cambierei i termini del paragone, perchè così non regge.

 

____________________
Davide

 
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  postato il 31/08/2006 alle 12:56
Soprattutto perchè gli occhiali non mi danno alcun vantaggio. Al massimo posso arrivare come tutti gli altri a 10/10. Non si può vedere "di più".

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2006 alle 13:06
Il discorso di Moser sulla liberalizzazione è vergognoso, a me ha raccontato che andava forte perchè mangiava i cibi della sua terra, che erano più naturali di quello che si mangia oggi!!!
Dà voce probabilmente a medici e sponsor che vorrebbero che lo spettacolo non si fermasse davanti a niente.
Credo che la prima cosa da fare, semplicemente, sia la riduzione delle squalifiche per i ciclisti, non 2 anni ma escluderli per 2 mesi, toglierli dalle corse per troppo tempo penalizza l'intero sistema, altrettanto per il DS e multa per la società, che contribuirà così economicamente alla lotta antidoping.
Inoltre creare una sede fisica della società, dove raccogliere la documentazione medica e amministrativa, con visite periodiche dei corridori e controlli regolari federali.
Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.
Gli sponsor avrebbero la scritta su abbigliamento e automezzi, come adesso, ma la storia della società non ricomincerebbe da capo come adesso e ogni sponsor si sentirebbe maggiormente stimolato a seguire il ciclismo perchè avrebbe l'orgoglio di investire in una società blasonata.
Dividerei le corse su più livelli, con la possibilità di salire e scendere questi livelli, la positività al doping e la condanna a pratiche dopanti derivante da un processo (sportivo o penale che sia) costringe il corridore e il DS al passaggio al livello inferiore per il resto della stagione, dopo aver scontato la pena.
Penalizzazione della società di un tot di punti che se sommati ad altri punti di penalizzazione la costringono all'esclusione dal pro-tour, che comunque deve essere modificato, quindi dovrebbe valorizzare anche la correttezza dei propri atleti e dei propri dirigenti.

A me non sembra impossibile da realizzare, da solo come progetto non basta ma un po' di efficacia dovrebbe averla. O no?

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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  postato il 31/08/2006 alle 13:14
Originariamente inviato da miky70
Il discorso di Moser sulla liberalizzazione è vergognoso, a me ha raccontato che andava forte perchè mangiava i cibi della sua terra, che erano più naturali di quello che si mangia oggi!!!

Allora potrebbe darsi alla bio-agricoltura e tirar su fior di campioni..


...
Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.
Gli sponsor avrebbero la scritta su abbigliamento e automezzi, come adesso, ma la storia della società non ricomincerebbe da capo come adesso e ogni sponsor si sentirebbe maggiormente stimolato a seguire il ciclismo perchè avrebbe l'orgoglio di investire in una società blasonata.

Ottima idea. Sopratutto se ottimizzata con la proposta del post
seguente di Monsieur


Dividerei le corse su più livelli, con la possibilità di salire e scendere questi livelli, la positività al doping e la condanna a pratiche dopanti derivante da un processo (sportivo o penale che sia) costringe il corridore e il DS al passaggio al livello inferiore per il resto della stagione, dopo aver scontato la pena.
Penalizzazione della società di un tot di punti che se sommati ad altri punti di penalizzazione la costringono all'esclusione dal pro-tour, che comunque deve essere modificato, quindi dovrebbe valorizzare anche la correttezza dei propri atleti e dei propri dirigenti.

Altra buona idea ma non dimentichiamo che il Pro-Tour ha volutamente
escluso la possibilita' di promozioni e/o retrocessioni;
chi ha tirato fuori il grano c'e'.

 

[Modificato il 31/08/2006 alle 13:22 by pedalando]

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
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  postato il 31/08/2006 alle 13:15
Originariamente inviato da miky70

Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.


Credo che si perderebbero molti "dineri" che fan sempre comodo.

Credo che un compromesso stile pallavolo-rugby-baseball possa andare bene: una "Milram Bergamo" sarebbe ottimo, così come una "Csc Copenhagen" o una "Discovery Channel Austin", tanto per dirne tre.

In questo modo si avrebbero anche vantaggi (magari sulle tasse comunali sugli immobili) dal Comune in cui si costruisce la sede della società, visto che questa squadra porterà - presumibilmente - molta pubblicità e fidelizzazione degli autoctoni, in primis.

Ci sarebbero anche più entrate dagli enti locali, così.
Sempre secondo il mio parere.

 

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  postato il 31/08/2006 alle 20:47
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da miky70

Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.


Credo che si perderebbero molti "dineri" che fan sempre comodo.

Credo che un compromesso stile pallavolo-rugby-baseball possa andare bene: una "Milram Bergamo" sarebbe ottimo, così come una "Csc Copenhagen" o una "Discovery Channel Austin", tanto per dirne tre.

In questo modo si avrebbero anche vantaggi (magari sulle tasse comunali sugli immobili) dal Comune in cui si costruisce la sede della società, visto che questa squadra porterà - presumibilmente - molta pubblicità e fidelizzazione degli autoctoni, in primis.

Ci sarebbero anche più entrate dagli enti locali, così.
Sempre secondo il mio parere.


Quoto.

Del resto e' quello che gia' succede nelle categorie giovanili, anche se di tanto in tanto qualche sponsor "si sgancia" e crea la sua squadra e spesso e' solo per qualche anno (quando e' stufo il "patron", si sfascia tutto). Quindi si anch'io sono favorevole: dietro ad una squadra dovrebbe esserci un gruppo sportivo che da il nome (magari insieme allo sponsor principale) alla squadra.

Ciao

 

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  postato il 01/09/2006 alle 13:49
La mia proposta per regolamentare il discorso Doping, è quella di effettuare controlli a sorpresa durante tutto l'anno anche se non si gareggia, oltre ai controlli che già fanno, e squalificare a vita chi viene trovato positivo.

Prima di fare ciò, si deve stabilire esattamente i limiti da non superare tenedo in considerazione tutte le ipotesi, per non trovarsi poi di fronte alle solite dicerie che dicono che quello di per se ha valori alti, l'altro li puo avere perchè malto ecc...

Poi la medicina sportiva antidoping deve avere più investimenti per cercare di essere vicini alle scoperte dei nuovi doping.

Inoltre basta queste cose che se uno è presunto colpevole viene fermato, lo si radierà per sempre quando i controlli ovvero prove diranno la verità.

Poi se la magistratura vuole indagare i medici facciano pure, ma lascino fuori i loro assistiti, se quelli fanno cose fuori legge che penalizzino loro, ma non gli assistiti.

Ciclismo è una cosa, e segue le regole dello sport e sono quelle che mi riferisco io che devono cambiare, mentre la giustizia ordinaria seguirà per loro conto la sua strada.

Poi qualcuno che si drogherà e che non viene scoperto ci sarà sempre, ma per lo meno non si fermerà chi non è colpevole!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/09/2006 alle 14:55
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da miky70

Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.


Credo che si perderebbero molti "dineri" che fan sempre comodo.

Credo che un compromesso stile pallavolo-rugby-baseball possa andare bene: una "Milram Bergamo" sarebbe ottimo, così come una "Csc Copenhagen" o una "Discovery Channel Austin", tanto per dirne tre.

In questo modo si avrebbero anche vantaggi (magari sulle tasse comunali sugli immobili) dal Comune in cui si costruisce la sede della società, visto che questa squadra porterà - presumibilmente - molta pubblicità e fidelizzazione degli autoctoni, in primis.

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Dai, io già mi immagino le radio romane dei tifosi della Ceramiche Flaminia, con chiamate del tipo:

sarebbe troppo divertente

p.s. questo non è un post leghista che sfotte i romani, io sono dei castelli e la radio di tifosi buzzurri ogni tanto le ascolto

 
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  postato il 01/09/2006 alle 19:02
Lopi, da (quasi)romano, "...me so' 'mmazzato da'e risate..."

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/09/2006 alle 19:03
Io da veneto, non leghista, pure!!!

 

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  postato il 01/09/2006 alle 19:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da miky70

Aggiungerei che la società dovrebbe avere un nome proprio, come le squadre di calcio e non il nome dello sponsor.
Ad esempio la CSC potrebbe avere sede in Danimarca oppure in Toscana, non chiamarsi più CSC ma RIIS CYCLING che per 4 anni sarà sponsorizzata dalla CSC, terminato il periodo se lo sponsor non rinnova, essere sponsorizzata dalla MOTOROLA.


Credo che si perderebbero molti "dineri" che fan sempre comodo.

Credo che un compromesso stile pallavolo-rugby-baseball possa andare bene: una "Milram Bergamo" sarebbe ottimo, così come una "Csc Copenhagen" o una "Discovery Channel Austin", tanto per dirne tre.

In questo modo si avrebbero anche vantaggi (magari sulle tasse comunali sugli immobili) dal Comune in cui si costruisce la sede della società, visto che questa squadra porterà - presumibilmente - molta pubblicità e fidelizzazione degli autoctoni, in primis.

Ci sarebbero anche più entrate dagli enti locali, così.
Sempre secondo il mio parere.


Ma dubito che si possa indurre la fidelizzazione di una città intorno a una squadra di ciclismo. Nel calcio, nel rugby, nel basket... le squadre giocano metà delle proprie partite nello stesso stadio, lì la gente si affeziona perchè ha la possibilità di vedere spesso la propria squadra. Nel ciclismo la squadra gira per tutto il mondo e poi, nella percezione della gente, le corse le vince uno solo, non la squadra.
A livelli bassi può pure funzionare, ma nel professionismo mi pare una cosa inutile.
Mi sa che poi le squadre neanche dovrebbero pagarla l'Ici sulla sede. Dovrebbero rientrare tra gli immobili esenti.
Qualcuno sa, giuridicamente, che roba sono le squadre di ciclismo?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/09/2006 alle 01:15
Originariamente inviato da miky70
Credo che la prima cosa da fare, semplicemente, sia la riduzione delle squalifiche per i ciclisti, non 2 anni ma escluderli per 2 mesi,


Suvvia, il doping è un plagio, chi vi ricorre una volta non potrà più farne a meno, specialmente se nel suo caso il doping procurava un effettivo miglioramento delle prestazioni.
Oltretutto nel tuo intervento si legge il ricordo romantico della "bomba" di Coppi, quella che si teneva nel taschino e si prendeva alla bisogna.
Per molti corridori il doping è una conditio sine qua non, senza di esso farebbero un altro mestiere.
Il doping è uno stravolgimento totale dei valori, nulla è più come prima.
Due mesi...sì, magari con soggiorno al mare pagato.
Io sono per la radiazione alla prima infrazione quando la colpa è inequivocabile, come nel caso di trasfusioni o epo.

 

[Modificato il 03/09/2006 alle 02:32 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 03/09/2006 alle 01:31
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Io sono per la radiazione alla prima infrazione quando la colpa è inequivocabile, come nel caso di trasfusioni o epo.


Oh... finalmente hai detto una cosa giusta!

Però hai sbagliato la citazione latina: si dice "condicio", "conditio" è tipo il condimento o la fondazione.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/09/2006 alle 01:37
Originariamente inviato da Claudio82
Però hai sbagliato la citazione latina: si dice "condicio", "conditio" è tipo il condimento o la fondazione.


No, va bene anche conditio, espressione entrata nell'uso corrente.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/09/2006 alle 01:39
Originariamente inviato da Claudio82
Oh... finalmente hai detto una cosa giusta!


Guarda, mi viene il sospetto di avere scritto finalmente una cosa sbagliata.

 

[Modificato il 03/09/2006 alle 13:28 by Monsieur 40%]

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  postato il 03/09/2006 alle 01:40
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da miky70
Credo che la prima cosa da fare, semplicemente, sia la riduzione delle squalifiche per i ciclisti, non 2 anni ma escluderli per 2 mesi,


Suvvia, il doping è un plagio, chi vi ricorre una volta non potrà più farne a meno, specialmente se nel suo caso il doping procurava un effettivo miglioramento delle prestazioni.
Oltretutto nel tuo intervento si legge il ricordo romantico della "bomba" di Coppi, quella che si teneva nel taschino e si prendeva alla bisogna.
Per molti corridori il doping è una conditio sine qua non, senza di esso farebbero una altro mestiere.
Il doping è uno stravolgimento totale dei valori, nulla è più come prima.
Due mesi...sì, magari con soggiorno al mare pagato.
Io sono per la radiazione alla prima infrazione quando la colpa è inequivocabile, come nel caso di trasfusioni o epo.


Il doping ci sarà sempre, se a pagare e a pagar caro saranno solo i ciclisti, a correre dovranno andarci i dirigenti, perchè di ciclisti ce ne saranno sempre meno.
Se il prossimo vincitore del Giro d'Italia sarà negativo ai test anti-doping ma sarà continuamente sospettato dalla gente di essere dopato, non sarà un personaggio ammirato come un calciatore o un tennista o altro...
Oppure i giornali faranno di tutto pur di trovargli qualche amicizia con un medico sospetto.
Che gusto c'è ad essere un campione del ciclismo in quest'epoca?
Nessuno.
Ecco perchè il ciclismo morirà se si continua ad uccidere i suoi campioni e a salvare tutto il resto, compreso il doping.
Quindi non potendo lasciar fare come ai tempi di Indurain, bisogna comunque fermare i corridori, ma non squalificarli a lungo e fermare anche i loro dirigenti.

 

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  postato il 03/09/2006 alle 01:46
Originariamente inviato da miky70
Quindi non potendo lasciar fare come ai tempi di Indurain, bisogna comunque fermare i corridori, ma non squalificarli a lungo e fermare anche i loro dirigenti.


Distinguerei gli aspetti della vicenda: è doveroso porre rimedio alla sciagurata e pornografica impunità di squadre e direttori sportivi, i veri sporcaccioni del ciclismo assieme ai Fuentes del caso.
Ma rendere le squalifiche una barzelletta non capisco a cosa servirebbe, ai fini del recupero dell'immagine del ciclismo.
Ciao

 

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  postato il 03/09/2006 alle 01:54
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da Claudio82
Però hai sbagliato la citazione latina: si dice "condicio", "conditio" è tipo il condimento o la fondazione.


No, va bene anche conditio, espressione entrata nell'uso corrente.


Ho controllato, "conditio" col significato di "condizione" è parola usata anche da Svetonio, non è solo una corruzione del latino entrata nell'uso corrente in tempi moderni.
La tua è evidentemente una deformazione pseudoprofessionale.

 

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  postato il 03/09/2006 alle 03:08
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da Claudio82
Però hai sbagliato la citazione latina: si dice "condicio", "conditio" è tipo il condimento o la fondazione.


No, va bene anche conditio, espressione entrata nell'uso corrente.


Ho controllato, "conditio" col significato di "condizione" è parola usata anche da Svetonio, non è solo una corruzione del latino entrata nell'uso corrente in tempi moderni.
La tua è evidentemente una deformazione pseudoprofessionale.


Non vorrei andare O.T., comunque, il termine singolare "conditio" può anche essere usato nel senso di "condizione", anche se "conditio" nel latino classico era usato come derivato da "conděre" o da "condīre", come in Cicerone, quindi con altri significati.
Se usi però l'espressione "condicio sine qua non" devi scriverlo con la "c" perchè è un'espressione del latino giuridico che si rifà al contenuto del Codice giustinianeo, dove compariva con "c". Cosa confermata anche dal fatto che il Codice di Giustiniano è di epoca tarda e nel latino di epoca tarda si usava la versione con la "c".

 

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  postato il 03/09/2006 alle 10:57
Originariamente inviato da Claudio82
Se usi però l'espressione "condicio sine qua non" devi scriverlo con la "c" perchè è un'espressione del latino giuridico che si rifà al contenuto del Codice giustinianeo, dove compariva con "c". Cosa confermata anche dal fatto che il Codice di Giustiniano è di epoca tarda e nel latino di epoca tarda si usava la versione con la "c".


Non ha importanza, io non ho alcuna conoscenza dei codici di don abbondio, se uso questa espressione è perchè essa è divenuta di uso corrente, rassegnati.
La lingua è in costante evoluzione, va accettato, ed anche quelli che all'alba dei tempi erano considerati errori grammaticali vengono nel tempo integrati ed accettati.
Così oggi si continua a scrivere "gli pneumatici", ma non può più essere considerato errore grammaticale scrivere "i pneumatici".
Il linguaggio è come la vita, non si cristallizza mai.
Rassegnati.

 

[Modificato il 03/09/2006 alle 11:01 by aranciata_bottecchia]

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Livello Miguel Poblet




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  postato il 18/09/2006 alle 15:36
La frase di Morris quotata proviene da un'altra discussione, il mio post inizialmente era una breve osservazione su quanto quotato, poi dato che oggi avevo un po di tempo per scrivere e' divenuto un piccolo riassunto sulle mie impressioni(non oso nemmeno chiamarle opinioni) sul doping e sulle proposte di cicloweb,un po come se di tanti possibili interventi ne abbia fatto uno solo, percio' ho inserito qua. Sono sicuramente ripetiture di concetti gia' largamente dibattuti, con maggiore cognizione di causa, ma mi andava comunque di esporre come la penso, visto che non lo avevo mai fatto. Sicuramente do un po di lavoro ai moderatori che dovranno leggersi tutto il post per controllare che non vi siano insulti e simili!


Ora qualcuno potrà dire che in fondo il famoso controllo sul 50% conta poco, oggi, ma non è così. Se, veramente la nuova Epo tedesca, non lascia tracce nelle urine, quel pur non perfetto esame, per chi è trattato a chimica (praticamente tutti per il sottoscritto, diversi per i più buonisti) rappresenta uno scoglio non proprio facile da superare. Il fatto UCI-Astana s’è consumato in Spagna, un paese che con “l’Operazione Puerto” (che non voglio qui giudicare), ha aperto un terreno nuovo in una terra dove prima si poteva “pranzare” col doping. Ciò ha sicuramente diminuito di molto il corredo del doping che le squadre si portavano presso, trasformando completamente le abitudini.


Molti tra coloro che seguono il ciclismo a quanto pare non la pensano cosi', tra le tante "correnti di pensiero" diffusesi tra gli appassionati dopo la valanga di scandali abbattutasi ultimamente c'e' quella della liberalizzazione totale del doping, spesso basata su affermazioni del tipo: tanto i controlli non servono a niente, non permettono di scovare tutti i colpevoli, sono pilotati etc... quindi tantovale liberalizzare tutto.
A me sembra un po come dire: in Italia la giustizia funziona in una maniera al cui confronto l'antidoping si erge ad esempio di rigorosita' ed equita', e allora legalizziamo gli omicidi, tanto normalmente quasi nessuno viene beccato e se viene beccato spesso sconta pene ridicole.
Mi chiedo quale sarebbe il risultato, personalmente suppongo diverrebbe realmente pericoloso uscire di casa, allo stesso modo mi chiedo in assenza totale di controlli dove arriverebbe la "scienza" del doping, non ho conoscienze specifiche ma ho il dubbio che il limite di quanto si possa riprogammare il fisico umano, in assenza di restrizioni, sia molto piu' elevato di quello attuale.
Anche se i controlli antidoping sono un colabrodo, se gli scandali non si capisce che matrice abbiano(almeno io non lo capisco), se siano la vittoria degli interessi di qualcuno su qualcun'altro o l'interesse di orientare l'opinione publica in una certa direzione o non so che altro, comunque un qualcosa di parziale e piuttosto iniquo, in ogni caso un certo valore bisogna pur darglielo, penso io, qualche vincolo dovranno pur imporlo a preparatori ed istrioni vari, vi sono parametri da rispettare almeno in certi momenti, sostanze che non si possono assumere.
Se ogni controllo venisse a mancare posso io ipotizzare di creature con muscolature inumane, con cuori grossi come quello di un cavallo pompanti sangue denso come la calce?
Non e' che i corridori che oggi corrono ai limiti dei controlli antidoping verrebbero fatti correre ai limiti della morte, che su di loro si farebbero esprimenti del tipo:"oh, mi e' morto un corridore,chissa' cosa ho sbagliato, vabbe', la prossima volta proviamo cosi' e vediamo cosa capita",non e' che la dote distintiva del campione diverrebbe lo sprezzo della propria salute,la disponibilita' a divenire una cavia? Probabilmente la mia e' una forzatura ma in mancanza di controprove preferirei che certe teorie non venissero professate da chi segue questo sport, cosi' come tante altre del tipo: il doping introduce solo un fattore moltiplicativo delle prestazioni, uguale per tutti, quindi non cambia i valori in campo, vi sono sostanze che in certi quantitativi sono integratori ma se si esagera sono doping quindi non si puo' stabilire cosa e' sostanza dopante e cosa no, il lamentarsi che il doping e' prassi in tutti gli sport dove puo' dare benefici pero' solo il ciclismo soffre di scandali(ma meno male! penso io) etc...
Mi piacerebbe che vi fosse un pensiero comune di rifiuto del doping, prima di tutto perche' si gioca con la salute degli atleti, che tutti questi scandali che hanno veramente "rotto il giocattolo" essendo divenuti decisivi per l'esito delle corse, abbiano almeno avuto la valenza di spostare la direzione degli strali dell'opinione publica dai singoli (tra i quali se ne distingue particolarmente uno, gettato in pasto alle fiere che in alcuni casi,nonostante tutto, tuttora ne dilaniano anche la memoria) al sistema, ma che da cio' non derivi arrendevole accettazione. Del resto il mondo del ciclismo non penso sia fatto di persone che vivono su qualche satellite lontano, suppongo sia permeato dal modo di sentire le cose all'esterno, immagino che a inizio anni 90 chi dopava e chi si dopava teneva atteggiamenti bullistici nei confronti degli altri, considerati dei fessi, ora spero che almeno questo atteggiamento sia attenuato che almeno un piccolo mattoncino di "battaglia culturale" sia stato posato.E' proprio la battaglia culturale l'unica che puo' essere combattuta dalla massa degli appassionati, se nemmeno tra noi c'e' la volonta' di desiderare uno sport senza doping figuriamoci "nell'ambiente".
Comunque la mia avversione al doping e' anche teorica, ritengo che lo sport debba essere competizione tra atleti che ottimizzano le loro prestazioni con l'allenamento e che fanno uso solo di integratori, cioe' di sostanze volte a recuperare in maniera piu' efficiente dopo lo sforzo e riconducibili ad un gesto naturale come alimentarsi, non del risultato di modificazioni dovute a sostanze che aumentano le capacita' del fisico umano oltre il suo limite naturale.
Personalmente sin da quando ho iniziato a seguire regolermente il ciclismo(94), ho sempre avuto la sensazione che il doping fosse pratica diffusa, opinione ottenuta mutuando i difetti evidenti della nostra societa' nel mondo del ciclismo, che non vedevo perche' considerare a se stante. L'uragano degli ultimi anni mi ha pero' tolto il cinismo(in realta' buona parte se ne era gia' andato con madonna di campiglio), la speranza che comunque lo spettacolo continuasse,ora invece spererei, senza quasi alcuna fiducia che possa avvenire, che un bulldozer passi e spazzi via tutto se e' il caso. Per annullare veramente il doping occorrerebbero alcuni anni di "poverta'",di fuga di sponsor e di direttori sportivi, di corse solo nazionali simili a quelle amatoriali? Va bene, lo accetterei nella speranza di una rinascita futura. Purtroppo attualmente mi pare non siano ancora tempi di rivoluzioni, bisogna ancora assistere al vomitevole spettacolo di direttori sportivi e sponsor che si dicono delusi e prendono le distanze dagli atleti che finiscono nella melma.
Sino a quando non vedro' direttori sportivi e medici subire squalifiche piu' dure di quelle inflitte agli atleti, a prescindere, senza porsi il problema che sapessero o meno, ritenendo che non potevano non sapere, e se cosi' fosse allora hanno sbagliato lavoro, sino a quando, soprattutto, non vedro' le squadre subire multe gigantesche per ogni caso riguardante un proprio atleta,a costo di provocare una fuga di sponsor,allora per me la mancanza di tali provvidimenti sara' la cartina tornasole del marciume persistente. Invece l'unica proposta che ho sentito e' quella,a mio avviso deleteria, di ridurre la durata delle corse a tappe, in maniera da snaturare completamente il senso stesso di questo sport.
Vedo negli sponsor la radice del problema, essi fanno pressione sui direttori sportivi, i quali fanno pressioni sugli atleti, che attualmente pagano per tutti, ma che considero i meno colpevoli. Spesso vengono considerati come delinquenti, io la vedo diversamente, immagino vengano iniziati al doping in eta' adolescenziale spesso anche dai genitori stessi, quando gli si impone che "se non si dopano non possono reggere il confronto", che "cosi' fanno tutti", quando smettere vuol dire buttar via anni di attivita' gia' alle spalle e i propri sogni che a quindici anni magari appaiono particolarmente realizzabili,e allora si accettano le prime sostanze, da li non si smette piu', si e' entrati nel giro, subentrano meccanismi autoassolutorii e doparsi diventa il quotidiano come allenarsi. Tutte mie supposizioni, ma sono queste che non mi fanno demonizzare l'atleta quanto chi gli sta sopra, che mi fanno ritenere eccessive le squalifiche a vita per il corridore ma non per i direttori sportivi.Con questo non li voglio assolvere, ragionando cosi' e portando all'estremo allora si potrebbe assolvere chiunque da qualsiasi reato perche' il suo comportamente e' frutto di condizionamenti ambientali, ma affermare che manterrei le squalifiche di qualche anno senza essere piu' drastico, con gli atleti.

Detto questo, dico la mia sulle proposte di cicloweb, premetto che non ho riletto i 200 e passa post della discussione:

La proposta e'
Certificazione NO DOPING: le squadre, se vogliono, possono richiedere la certificazione NO DOPING ad un organismo esterno all'Uci e indipendente.
La certificazione (almeno all'inizio) non è obbligatoria.
Per avere la certificazione bisogna ovviamente rispettare dei parametri, che andiamo ad elencare.

Il fatto che sia esterno all'UCI e' fondamentale, questo non mette al riparo da combine, ma un passo avanti lo penso lo sia certamente.

I cui punti sono:

- Un calcio in culo ai preparatori personali, che devono sparire dall'orizzonte delle squadre NO DOPING.
- Niente spazio a direttori sportivi, team manager, medici che siano risultati positivi da corridori, o che abbiano avuto almeno 3 positività tra i corridori delle squadre precedentemente gestite.

Per quanto scritto sopra, sono pienamente d'accordo, ma mettendo un 1 o al massimo un 2 al posto del 3.
Ci aggiungerei che le squadre no doping dovrebbero accettare multe salatissime per ogni caso di positivita', con tutto che questo e' un boomerang nel senso che potrebbe provocare la fuga generalizzata degli sponsor, ma proprio questo penso sia il punto di svolta.


- Istituzione di una sede societaria dove ci si allena, si fanno i raduni, c'è tutto quello che riguarda la squadra.

Anche qua sono d'accordo, non mi sembra nemmeno cosi' stringente, si tratta di una sede di lavoro, come hanno quasi tutti, e a cui sono vincolati.


- Bilancio controllato per valutare le spese mediche, che siano nella norma (e per verificare che gli stipendi vengano pagati per intero).
- Invito obbligatorio di tutte le squadre NO DOPING a tutte le corse più importanti.
- Vietati gli stage di allenamento in paesi dove la legge antidoping non è armonizzata a quelle - severe - di Italia, Francia o Belgio.

ok.


- Suivi medical per tutti i corridori, a disposizione della commissione e dei medici delle altre squadre NO DOPING.
- Abolizione dei controlli antidoping per le squadre NO DOPING. Se una squadra accetta il protocollo NO DOPING, non ci sarà più motivo di test polizieschi sui corridori. Tali esami saranno sostituiti da analisi cicliche i cui risultati verranno trattati dalla commissione medica, che prenderà eventuali provvedimenti sanzionatori nei confronti del management e dei corridori: il tutto nella massima discrezione.

Ecco il primo concetto con cui non sono d'accordo, quello dell'abolizione dei controlli antidoping,sostituiti da controlli periodici, temo nasconda la periodicizzazione dei cicli di doping programmata e "sicura", cioe' con la garanzia che se si rispettano i limiti imposti dai controlli si puo' stare tranquilli. Secondo me, che sia vero o no, bisogna partire dal presupposto che ai corridori viene somministrato tutto il somministrabile, eliminare i controlli non previsti lascia spiragli aperti e sicuri.
Sono a favore dei controlli periodici e del suivi medical, sempre che abbia capito bene che cos'e', ma come integrazione ai controlli antidoping, non come sostituzione.


- I medici e i preparatori ufficiali delle squadre NO DOPING devono rendere pubbliche le tabelle di allenamento, segnalare le previsioni dei picchi dei singoli corridori, giustificare eventuali crolli o exploit.
- Tali dati vengono gestiti da una commissione comprendente i medici e i preparatori di tutte le squadre NO DOPING, alla presenza di commissari Uci che vigilano e che si aggregano alle singole squadre (a rotazione, per evitare casi di corruzione). In questo modo tutti sanno tutto di tutti, tutto è pubblico, e non sarà più possibile che un Landis estragga dal cilindro un'impresa sovrumana, perché se una cosa del genere avviene, la commissione ha gli strumenti necessari per intervenire. Ma in questo modo i medici, che ovviamente devono avere a cuore la salute dei corridori, potranno anche - di comune accordo e senza che l'Uci contesti - prescrivere dei farmaci che oggi sono a restrizione d'uso: visto che tutti sanno che "una certa quota di doping" è inevitabile nello sport moderno, facciamo in modo di istituzionalizzare questa cosa, senza scandalizzarci come verginelle.
- Redazione di una tabella dei limiti di allenamento: la commissione dovrà stilare tale tabella, e nelle squadre NO DOPING non si potrà andare oltre. Il delegato Uci presso le squadre NO DOPING dovrà vigilare: il suo compito sarà facilitato dal fatto che i corridori saranno tutti in sede, dovranno scomparire gli allenamenti personali, si andrà avanti collegialmente.

La parte che meno approvo, in pratica mi pare che questi sono i vincoli che dovrebbero legare il piu' possibile le mani a chi vuole barare, questo punto e' cardine delle riforme proposte e giustifica la scelta di eliminare l'antidoping.
Io trovo che sia la via piu' sbagliata da percorrere perche' implica il controllo sugli allenamenti, ma con tutte le deformazioni a cui puo' portare, non saro' mai d'accordo con imposizioni sulla quantita' e qualita' dell'allenamento, ne tantomeno la pubblicazione delle tabelle di allenamento e dei programmi di rendimento dei corridori, che in linea teorica dovrebbe essere l'"arte" del preparatore che ha tutto il diritto di non divulgare le proprie conoscienze al mondo intero. La liberta' di allenamento secondo me e' diritto intoccabile dell'atleta, sempre e comunque.
Mi pare anche che giustificare picchi e crolli sarebbe abbastanza facile e "fumoso", che sarebbe difficile mettere dei paletti, che si potrebbero spesso ricondurre a particolari condizioni psicologiche dell'atleta, mi sembra che ci si muova su un terreno piu' malsicuro rispetto ai risultati di controlli ed esami, ancor piu' fertile per imboscate e agguati al singolo.



- Pressione sui governi per arrivare alla depenalizzazione del doping tra gli atleti. I magistrati in cerca di facile pubblicità sono purtroppo sempre in azione.

Istintivamente,da Pantaniano, mi viene da dire si,pero' posta cosi',piu' che un discorso sulla giustezza o meno della persecuzione penale del doping, mi sembra un discorso del tipo: purtroppo la magistratura fa schifo,quindi meglio lasciarla fuori dai giochi.

Giusto o sbagliato,l'ultimo punto mi pare ad un livello di realismo superiore agli altri.
Perche', in generale,e' apprezzabile, anzi apprezzabilissimo, il tentativo di fare proposte e non solo di gridare contro tutti come si vede fare spesso,ad esempio dai nostri politici,ma la sensazione e' che tutto cio' sia lungi dal realizzabile attualmente,anche perche' non so da chi possa arrivare lo scossone vero,chi abbia forza e volonta' per cambiare tutto.
Sperando di sbagliarmi nella mia ultima previsione,e di non aver offeso nessuno, vi saluto.


 
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  postato il 28/09/2006 alle 16:14
Ho spostato il post dell'utente massimino qui: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=4266&page=3 - evidentemente dev'essere entrato nel forum tramite il link dalla home-page, che rimanda a questo thread...

 

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