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Autore: Oggetto: Doping, le nostre proposte

Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 27/08/2006 alle 20:44
Come al solito ho sbagliato a fare "quote" e è successo un casino. Moderaori, aiuto!
Tra i semianalfabeti tecnologici ci sono io.

 

____________________
Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Hugo Koblet




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Registrato: May 2008

  postato il 27/08/2006 alle 23:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da Claudio82

Quest'ultime che dici tu non di certo. Però a questo punto non ho capito se il ciclista dal proprio medico di fiducia non può proprio andarci pena la violazione di una norma posta dall'Uci o può andarci, ma poi deve subire i controlli della propria squadra e le eventuali sanzioni previste nel contratto?
Nel primo caso la riterrei un'indebita ingerenza dell'Uci nella vita degli atleti, nel secondo caso solo il frutto di una negoziazione libera tra 2 parti che possono decidere autonomamente come regolarsi e quindi sarei d'accordo.


L'Uci dovrebbe solamente agevolare (soprattutto con regolamenti opportuni, e magari anche finanziariamente) le squadre che avessero intenzione di costruirsi la propria sede ciclistica.
Stop.
Le cose che poi dovrebbe fare l'Uci sono:
1- avere un libretto medico per ogni tesserato (con una copia alla società di appartenenza, un'altra al sindacato corridori professionisti);
2- avere tot. commissari da inviare (a turno ed alternati tra le varie squadre, così si limita al massimo la corruzione) nei quartier generali dei team;
3- lasciare piena autonomia ed indipendenza agli istituti anti-doping (l'ideale sarebbero 2) che fanno i controlli alle corse;
4- avere una commissione medica (deve averla anche il sindacato corridori professionisti) che possa stabilire se il "fermo" della squadra (in caso di valori sballati del suivi medical) sia legittimo o meno;
5- dare pene pesanti (per mancato monitoraggio o incapacità manageriale: responsabilità oggettiva) o pesantissime (per concorso di colpa nel dopaggio: responsabilità diretta) a ciclista, medico sociale, direttori sportivi e team-manager (nulla ci proibisce di squalificare anche il commissario Uci per responsabilità oggettiva, visto il mancato - a quel punto - monitoraggio) trovati positivi all'anti-doping durante (o dopo) le corse.

Credo che più chiaro di così non possa essere.


Se è così non ho nulla in contrario, anzi. E' che nell'articolo si parla di requisiti obbligatori per avere la certificazione e poi si dice che la certificazione almeno all'inizio non è obbligatoria. Da quest'ultima affermazione avevo dedotto che poi la certificazione diventasse obbligatoria e quindi diventasse obbligatorio tutto il pacchetto (sede, divieto del preparatore...).

 

____________________
"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

www.dopingfree.org

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 28/08/2006 alle 00:19
Originariamente inviato da Donchisciotte

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da Claudio82
Prima si dopavano con l'Epo perchè non risultava ai controlli, quando hanno trovato il metodo per individuarlo si è subito passato ad altro e Fuentes faceva le trasfusioni. Quando troveranno anche il metodo per scoprire le trasfusioni si passerà ad altro ancora.


Ti sbagli, si accorciano i tempi per ogni era ciclica del doping, e nonostante il paradosso di Zenone, la durata dei cicli tenderà progressivamente a zero.


Per questo ,anche,dico che non si capisce il doping se non lo si vede come EPIFENOMENO del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica.
Considerarlo isolatamente come colpa morale dei dopati allontana la comprensione...

Si sa che lo sviluppo della tecnica allarga la forbice delle classi ( non solo sociali, anche ciclistiche).
Sono, in parte , d'accordo con undertaker, per i professionisti sarei per la liberalizzazione, mi pare sia anche la posizione maggioritaria nei vari sondaggi che, altri siti, hanno fatto sull'argomento.


Guarda Donchisciotte, sono più o meno in disaccordo su tutta la linea. Dopotutto, se ho capito bene, mi citi Karl Marx... Io parto da posizioni totalmente opposte alle tue. Io credo nell'individuo, nel diritto di ciascuno di realizzare se stesso e di costruirsi con le proprie mani il futuro. Proprio perchè credo nella persona, non reputo un ciclista incapace di scegliere. E' troppo comodo dare la colpa al sistema e "al declinare della scienza e della tecnica".
Un cicista può dire tranquillamente di no al doping. Casomai guadagnerà meno, alzerà qualche trofeo in meno, sarà meno famoso, ma nessuno lo costringe. Se si dopa se ne deve assumere la responsabilità, anche se il doping non se lo è andato a cercare, ma ha detto solamente sì a una proposta. La "colpa morale" dei dopati c'è tutta e se la devono assumere, senza scaricarla sul sistema. C'è anche chi non si dopa, segno che si può benissimo dire di no, nonostante le moderne società capitalistiche.

 

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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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Registrato: Sep 2004

  postato il 28/08/2006 alle 00:52
Claudio82, ma c'hai pure la fissa dei comunisti?
Dove sarebbe citato Carlo marx in quanto ho detto?
Epifenomeno è parola del linguagio comune, non di quello marxista.
Che c'entra l'individuo o la massa in questo discorso?
A parte che l'individuo non è una monade che si autogenera e si audetermina nemmeno per i filosofi liberali.
Mi stupisco sempre del potere che hanno i media di plasmare le opinioni e le mentalità della gente.

 

[Modificato il 28/08/2006 alle 14:43 by Monsieur 40%]

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Livello Tour




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Registrato: Jun 2006

  postato il 28/08/2006 alle 02:40
Ragazzi prendo atto di tutte le vostre proposte anche se a volte parlare di comunismo e di classi sociali non centra nientre.
Lasciamo ai salotti degli Epicurei certi argomenti e teniamo i piedi per terra coscienti che la terra(il mondo) continuerà a girare sempre nello stesso modo e guai se non fosse così. Non per questo non dobbiamo rispettarla e salvagurdarla per i nostri figli.
Non per questo non dobbiamo vigilare sul doping e imporre dei limiti.
Possono andare le proposte....ma a chi sono rivolte...al vento?
Un bellissimo proverbio Indiano dice che le parole vengono portate via dal vento. Ci vogliono i fatti.
Inutile proporre quando nelle gare dei dilettanti e degli Juniores non viene quasi mai fatto un controllo antidoping.
Ma vi rendete conto di questo? A questi livelli c'è carta bianca e chi vuole può giocare il Jolli quando vuole.
Lo sapete questo?
Figurarsi con queste basi di educazione dove si va.
La nostra federazione non fa nulla o quasi e non mi si venga a dire che i controlli costano troppo.
Cominciamo ad educare ed ad indirizzare i giovani in una determinata maniera. Questo deve essere il primo passo.
Per secondo intensifichiamo i controlli. E' evidente, da quello che sta succedendo, che se si fanno controlli qualcosa cambia.
Per terzo chi sbaglia di grosso deve pagare.
Per quarto lasciamo tranquilli coloro che vogliono fare lo sport in maniera sana ed onesta.
Evitiamo caserme e similari.
Amaramente qualcosa scapperà sempre del resto il mondo continuerà a girare alla stessa maniera.
Vi saluto
Ianni


 
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Moderatore




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  postato il 28/08/2006 alle 03:01
Ciao Ianni, condivido gran parte del tuo post, ma questo è semplicemente un thread che sarà utilizzato in maniera più pratica (in che modo? ti basta cliccare in uno degli articoli presenti nella mia firma...) tra qualche tempo.

Originariamente inviato da ianni

Per quarto lasciamo tranquilli coloro che vogliono fare lo sport in maniera sana ed onesta.
Evitiamo caserme e similari.


Quoto questo passaggio perché veramente non riesco a capire come si possa intendere una sede sociale per una "caserma".
Chi di voi va a lavorare in ufficio si sente casermizzato? Io potrei scrivere che sarebbe opportuno che chi vuole lavorare e chi ha seriamente voglia di farlo può farlo benissimo da casa, via internet, via telefono, godendo della fiducia del proprio datore di lavoro, giusto?

È così difficile ipotizzare un "gruppo" ciclistico, "un'azienda che pedala", un gruppo di lavoratori professionisti che, pagati dalla stessa società/persona, possano vivere per un anno (o due, o tre) lavorativamente insieme (con degli orari, lo ricordo)?

 

[Modificato il 28/08/2006 alle 14:36 by Monsieur 40%]

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Si sta come
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Livello Tour




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  postato il 28/08/2006 alle 07:20
Caro Mario ho usato il termine" caserma", visto che è già stato usato.
Non mi riferivo affatto al mondo e al modo di vivere in una caserma.
Ad ogni buon conto penso che sia molto difficile, se non impossibile cercare di far vivere nelle vicinanze( è quello che intendi tu?) i corridori per uno, due o tre anni.
A una certa età qualcuno si fa anche la famiglia.
Metti il caso che un prof.Italiano ottenga un contratto con una squadra tedesca con sede in Germania.
Trasferiamo la famiglia? Ok.
E se dopo un anno il contratto salta?
Trasferiamo la famiglia ancora?
... No! Parliamo di uomini, di madri, di figli con i loro sentimenti e i loro affetti.
Se parlassimo di mercenari si potrebbe fare, ma mi auguro che il ciclismo non faccia questa fine, perchè si allora si potrebbe dire addio alla lotta al doping.

Ti saluto
Ianni

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/08/2006 alle 08:09
Io non sono d'accordo sul trasferimento dei ciclisti.
Hanno sempre corso nelle loro strade, fin da giovanissimi, non devono fare i bagagli come i calciatori, quando vengono acquistati da un'altra squadra.
Ma è necessario che la società abbia una sede vera e non fittizia.
Quindi ci deve essere una specie di "Milan lab", dove regolarmente i ciclisti, i medici, i meccanici ed i dirigenti si incontrano, dove stanno le cartelle cliniche ed i documenti fiscali.
Non credo sia difficile per un ciclista frequentare la propria società 3 volte al mese, a parte quando partecipa con la squadra ad un grande giro oppure quando vanno in ritiro.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 28/08/2006 alle 13:21
Le mie idee su Basso e Rijs le ho ripetute un sacco di volte. Dico solo di evitare il solito tira e molla della bassa politica, quando siamo qui a mettere le nostre idee per migliorare l'ambiente delle società del ciclismo. Tutto qui.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
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  postato il 28/08/2006 alle 14:42
Titolo del thread: Doping, le nostre proposte

Originariamente inviato da Admin

Ecco qui: http://www.cicloweb.it/art651.html

Aspettiamo con ansia i pareri di tutti su un programma di questo tipo.


P.S.: Ho quotato l'Admin per i "distratti".

 

[Modificato il 28/08/2006 alle 14:45 by Monsieur 40%]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/08/2006 alle 14:48
ho letto diverse proposte interessanti; altre suggestive ma forse impraticabili (tipo una vera sede sociale per raduni etc.); altre veramente fuori della realtà.

Una proposta la vorrei fare io. Si tratta di chiedere ad ogni società affiliata FCI o enti della Consulta (quindi ci metto dentro anche il ciclismo amatoriale) un contributo di scopo per i test antidoping.
Il contributo sarebbe commisurato al livello della società (gli amatori pagheranno meno di una squadra continental che pagherà a sua volta meno di una squadra Pro-Tour ma più di una squadra con attività giovanili). Il contributo sarà anche commisurato al numero di atleti tesserati.

Con il gettito (e ovviamente con fondi propri) la federazione finanzierà i controlli antidoping delle varie categorie organizzando accurati controlli a sorpresa per u23 e prof., controlli a tutte le gare delle suddette categorie e di juniores e allievi, controlli a un campione di gare amatoriali e granfondistiche.

In tal modo si eviterebbe, come fatto in passato, di legare la lotta al doping ai fondi federali, un'ottima scusa per non fare nulla.

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Tour




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Registrato: Jul 2006

  postato il 28/08/2006 alle 14:57
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Titolo del thread: Doping, le nostre proposte

Originariamente inviato da Admin

Ecco qui: http://www.cicloweb.it/art651.html

Aspettiamo con ansia i pareri di tutti su un programma di questo tipo.


P.S.: Ho quotato l'Admin per i "distratti".


peccato la discussione politica era esilarante...

riguardo all'articolo francamente e senza polemica, lo dico per quello che so per esperienza il certificato non serve a nulla, abolire i controlli antidoping e sostituirli con quelli ciclici agevola in modo incredibile la programmazione dei cicli di doping.

Il fatto di farli allenare unit è francamente inutile, gli atleti fanno già molta parte dell'anno correndo insieme, molte cure ad esempio vengono fatte con le gare a tappe in corso e non mi sembra che fino ad oggi si stato un deterrente.

ah e in merito alla continuità un doping ben fatto migliora la costanza deol rendimento durante l'anno e non viceversa.


insomma poi altre cose e non ho voglia di tediare nessuno, a me il tutto lascia MOLTO perplesso

 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 28/08/2006 alle 15:10
Originariamente inviato da Donchisciotte


Certo che si accorciano i tempi delle ere del doping, come si accorciano i tempi di durata di qualsiasi prodotto tecnico ( un telefonino di un mese fa, mi dicono, è già obsoleto).
L'accelerazione è, ovviamente, aumentata a dismisura negli ultimi anni.
Per questo ,anche,dico che non si capisce il doping se non lo si vede come EPIFENOMENO del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica.
Considerarlo isolatamente come colpa morale dei dopati allontana la comprensione.
Non è vero che l'epo dal 2001 non venga usata , viene usata diversamente, si sono trovati anche altri tipi, ci sono altre sostanze non rintracciabili.
I poveracci del gruppo continuano con l'epo taroccata ( come i poveracci nella vita o i semianalfabeti tecnologici continuano con i vecchi telefonini o usano il nuovissimo al 10% delle sue possibilità), i primi 50 del gruppo usano un doping costosissimo.
Ha ragione chi ha scritto che nei primi anni 90 i preparatori e l'epo erano "democratici", oggi per avere un preparatore di quelli che contano ci vogliono parecchi soldi, quelli che non arrivano oltre il cinquantesimo posto al Tour proseguono con l'epo non originale.
Si sa che lo sviluppo della tecnica allarga la forbice delle classi ( non solo sociali, anche ciclistiche).
Sono, in parte , d'accordo con undertaker, per i professionisti sarei per la liberalizzazione, mi pare sia anche la posizione maggioritaria nei vari sondaggi che, altri siti, hanno fatto sull'argomento.
Anche se diceva Pasolini, la maggioranza è spregevole, ha sempre torto......In questo caso, però, magari, eccezione alla regola, ha ragione.....



a me non sembra che qualcuno veda il doping isolatamente come colpa morale dei dopati. Personalmente poi non è questione di moralità. Semplicemente non voglio lasciar starda libera agli imbroglioni e non è la stessa cosa.
Sul doping libero oltre a non essere d'accordo come metodo ancora non avete spiegato come fareste in tal caso ad arginare il doping nelle categorie inferiori quando basterà conoscere un prof per rimpinzarsi a dovere e quando sul lato controlli probabilmente si farà un ulteriore passo indietro mentre ne servirebebro + d'uno in avanti.
Sui sondaggi non ho capito dove sono stati fatti e mi piacerebbe verificarli soprattutto per capire cosa è stato chiesto. A volte il come è posto il quesito conta + della risposta stessa.

 
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Livello Tour




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  postato il 28/08/2006 alle 15:50
Originariamente inviato da Donchisciotte

Sono, in parte , d'accordo con undertaker, per i professionisti sarei per la liberalizzazione, .


volevo chiedere a voi che siete favorevoli alla liberalizzazione cosa intendete con questo termine?

l'accettazione dell'uso di determinati prodotti senza limiti di dosi?

 
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Moderatore




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  postato il 28/08/2006 alle 16:04
Originariamente inviato da ianni

Ad ogni buon conto penso che sia molto difficile, se non impossibile cercare di far vivere nelle vicinanze( è quello che intendi tu?) i corridori per uno, due o tre anni.
A una certa età qualcuno si fa anche la famiglia.
Metti il caso che un prof.Italiano ottenga un contratto con una squadra tedesca con sede in Germania.
Trasferiamo la famiglia? Ok.
E se dopo un anno il contratto salta?
Trasferiamo la famiglia ancora?
... No! Parliamo di uomini, di madri, di figli con i loro sentimenti e i loro affetti.


Ciao Ianni,
sarò duro di comprendonio, ma mi riesce francamente difficile cercare di capire ciò che ho quotato (che è il pensiero anche di altri, per carità) dal tuo post, proprio perché il "trasferimento" e la "vicinanza" di abitazione al luogo dove si lavora è prerogativa non solo del "malato" calcio (a cui credo si riferisse l'aggettivo "mercenari"), ma anche della pallavolo, del rugby (presenti gli italiani in Francia?), del baseball (Casolari, uno dei più forti giocatori italiani, ha fatto per qualche anno il girovago tra Nettuno, Anzio, Grosseto e Caserta). Ecco, proprio dalla pallavolo e da sport simili, come quelli citati, si potrebbe "rubare" l'idea dell'abbinamento nome-sponsor+nome-città.

Invece di Liquigas, un bel "Liquigas Venezia" (ipotetico, ricordo). Potrà cambiare lo sponsor, dunque, ma comunque il "ceppo" renderà riconoscibile la squadra.

In tutti gli sport professionistici gli atleti vivono vicino al quartier generale, sia se questo "vicino" significhi 4 km, sia 80 km. Insomma, non si pretende che abitino tutti e 30 nello stesso condominio, ma semplicemente c'è una "sede" che è lo snodo principale di allenamenti, riunioni, visite ed altre cose del lavoro che questi professionisti fanno.

Per il discorso "famiglia", si dovrebbe allargare certamente il cordone del minimo sindacale, che ora è francamente irrisorio.

Un saluto!

 

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  postato il 28/08/2006 alle 16:15
Originariamente inviato da Monsieur 40%


Ciao Ianni,
sarò duro di comprendonio, ma mi riesce francamente difficile cercare di capire ciò che ho quotato (che è il pensiero anche di altri, per carità) dal tuo post, proprio perché il "trasferimento" e la "vicinanza" di abitazione al luogo dove si lavora è prerogativa non solo del "malato" calcio (a cui credo si riferisse l'aggettivo "mercenari"), ma anche della pallavolo, del rugby (presenti gli italiani in Francia?), del baseball (Casolari, uno dei più forti giocatori italiani, ha fatto per qualche anno il girovago tra Nettuno, Anzio, Grosseto e Caserta). Ecco, proprio dalla pallavolo e da sport simili, come quelli citati, si potrebbe "rubare" l'idea dell'abbinamento nome-sponsor+nome-città.

Invece di Liquigas, un bel "Liquigas Venezia" (ipotetico, ricordo). Potrà cambiare lo sponsor, dunque, ma comunque il "ceppo" renderà riconoscibile la squadra.

In tutti gli sport professionistici gli atleti vivono vicino al quartier generale, sia se questo "vicino" significhi 4 km, sia 80 km. Insomma, non si pretende che abitino tutti e 30 nello stesso condominio, ma semplicemente c'è una "sede" che è lo snodo principale di allenamenti, riunioni, visite ed altre cose del lavoro che questi professionisti fanno.

Per il discorso "famiglia", si dovrebbe allargare certamente il cordone del minimo sindacale, che ora è francamente irrisorio.

Un saluto!



mah a parte che il farli stare insieme genera problemi economici e tecnici, mica tutti desiderano allenarsi nello stesso modo, in base alle loro caratteristiche e obiettivi scelgono percorsi, climi e altitudini diverse... non solo sarò duro di comprendonio ma questo con la lotta al doping che vantaggi da?

i consulti con un mio preparatore "ufficioso" li posso avere comunque, i protocolli di cure li fai comunque... insomma cos'è viene a casa uno a controllare se la sera ti pungi il sedere?

 
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  postato il 28/08/2006 alle 16:23
Originariamente inviato da yakuza

mah a parte che il farli stare insieme genera problemi economici e tecnici, mica tutti desiderano allenarsi nello stesso modo, in base alle loro caratteristiche e obiettivi scelgono percorsi, climi e altitudini diverse... non solo sarò duro di comprendonio ma questo con la lotta al doping che vantaggi da?


Yakuza, per favore, però, non costringermi a ripetere 100 volte cose già dette: non si dovrebbero allenare tutti insieme, anche nel calcio il portiere fa allenamenti diversi dagli attaccanti. I ciclisti potrebbero recarsi anche verso "altri climi", però dovrebbero essere seguiti da uno staff societario, non da un ds e appoggi logistici esterni.

La lotta al doping? Dà il vantaggio che sarebbero costrette a pagare anche le dirigenze delle società; e io dico che se i regolamenti prevedessero questo, e le sanzioni seguissero i regolamenti, un team-manager prima di "barare" (o non controllare per bene chi bara), e quindi rischiare di essere squalificato per molto tempo la prima volta ed essere radiato la seconda volta, ci penserebbe molto, ma molto bene.

i consulti con un mio preparatore "ufficioso" li posso avere comunque, i protocolli di cure li fai comunque... insomma cos'è viene a casa uno a controllare se la sera ti pungi il sedere?


No.
In sede ho il tuo libretto medico. Se il mio medico sociale scopre che i tuoi valori sono sballati o che si comportano in maniera strana, dispone la verifica degli apparati medici Uci e del sindacato corridori professionisti.
Il risultato? Che se tu ti dopi col tuo preparatore, i tre enti (mio medico, medici Uci, medici sindacato) se ne accorgono, e tu vieni licenziato (e squalificato per tot. anni). Dici che ti conviene farlo?

(ricordo che se il medico sociale non se ne accorge, e poi tu vieni beccato in una corsa dall'oraganismo - meglio due - anti-doping indipendente dall'Uci, sia io medico, che il ciclista, che il team-manager, verranno squalificati o radiati).

Dici che tutto ciò non serve alla lotta al doping?

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 28/08/2006 alle 16:23
Originariamente inviato da Monsieur 40%

In tutti gli sport professionistici gli atleti vivono vicino al quartier generale, sia se questo "vicino" significhi 4 km, sia 80 km. Insomma, non si pretende che abitino tutti e 30 nello stesso condominio, ma semplicemente c'è una "sede" che è lo snodo principale di allenamenti, riunioni, visite ed altre cose del lavoro che questi professionisti fanno.

Un saluto!


Tra l'altro è cio' che succede abitualmente per i maggiori team u23 anche se, scusami la cattiveria, a volte viene da pensare che li' avvenga per fini diametralmente opposti. Mi pare semplice, se io lavoro per la ditta A che sta a Milano, sarà opportuno che mi trasferisca a Milano, o no ?
Vedo solo vantaggi e nessuno svantaggio, almeno per il momento: a beneficiarne, tra l'altro, sarà anche tutta la provincia su cui sorge il team che diventa cosi', di per sè un catalizzatore formidabile per le attiività ciclistiche della zona, soprattutto quelle giovanili.

Ciao,
Alberto

 
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Livello Tour




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  postato il 28/08/2006 alle 16:47
Dell'articolo di Marco posso condividere qualche passo.
Il tutto però mi sembra difficile da gestire incasito al massimo.
Scusami ma io la vedo così.
A mio avviso tutti gli stati devono adeguarsi a una legge antidoping tutelata da un unico organo internazionale.
Che senso ha che un Italiano debba fare i controlli e un Russo no per esempio.
Propongo il divieto di partecipazione alle gare organizzate nei paesi che non vogliono aderire a questo organo . Lasciamoli soli con i loro atleti.
Sono d'accordo di lasciar perdere la magistratura e i magistrati in cerca di gloria, che vadano altrove a trovarla.
Intensificazione dei controlli e non abolizione dei controlli.
Non mi si venga a dire che mancano i soldi.
Se veramente il mondo del ciclismo vuole bene al ciclismo, può autotassarsi.
I metodi per risparmiare ci sono.
A mio avviso i controlli sono ancora il miglior deterrente.
Se vivete da parecchio nel mondo del ciclismo certamente vi sarete accorti che ultimamente qualcosa è cambiato. Perchè?
Se date solo ascolto ai media e alla spettacolorizzazione che fanno intorno a un caso di doping questa è un'altra cosa.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare indietro.
Non capisco poi il dare la colpa a Toni o a Bortolo.
Cari signori i ciclisti e tutti gli atleti in genere, sono uomini con le palle e come tali responsabili delle loro azioni.
Se io lavoro in banca e il mio direttore mi spinge a frodare il cliente, la colpa è mia che lo faccio.
Se il mio direttore sportivo mi spinge in una determinata strada, il responsabile sono io.
Basta con il dare la colpa agli altri.Gli atleti devono essere responsabili delle loro azioni.
Per questo come detto ancora bisogna insistere sull'educazione, forse il codice etico non sarebbe male, il guaio è che è rimasto solo sulla carta.
E ricordiamoci soprattutto di una cosa.
Io sento quasi solamente parlare dei professionisti.
Ragazzi per creare dei seri professionisti, bisogna portare avanti un vivaio serio.
Creare cultura a livello giovanile fino ai dilettanti.
L'ho detto e ripetuto che a livello dilettanti si fanno pochissimi controlli.
Ma cosa farà un dilettante abituato a prendere anfetamine e antidolorifici e via dicendo, quando passerà al mondo professionistico?
Dio mio apriamo gli occhi e non giochiamo a fare i politici.
Non elogiamo il Di Rocco. Prima si facevano più controlli, adesso all'arrivo non c'è più neanche il cartello antidoping.
Qui stiamo scherzando.
Lo ripeto i controlli devono essere intensificati e innalzati a seconda delle categorie e fatti indistintamente a tutti i corridori.
Un' altra cosa che mi preme dire riguarda i "fenomeni".
Se avete corso in bici o se correte sapete sicuramente la fatica che si fa e quanto costa raggiungere un piazzamento o una vittoria.
Basta con le tre vittorie settimanali e le esaltazioni che ne seguono
Basta con i 19enni che mettono in fila tutti e le esaltazioni che ne seguono.
Basta con i numeri da circo e le esaltazioni che ne seguono.
Perchè non si vanno a controllare questi fenomeni invece di esaltarli.
Smorziamo sul nascere certe cose se possibile.
Quanti di questi esaltati riescono poi a continuare tra i prof.?
Forse coloro che ancora non hanno fuso il motore.
Questo modo di esaltare forse è un modo di elogiare certe pratiche.
Io insisto a dire che i controlli vanno intensificati e senza fare tanto casino e chi sbaglia deve pagare.
Sarei più cattivo forse con le categorie giovanili, fino ai dilettanti dove ancora si consumano pratiche abbastanza semplici.
Una te la posso perdonare ma la recidività no!!!!
Si cancella il diritto civile di avere la tessera, me la ritorni e non corri più( e che Claudio non tiri in ballo i comunisti).
Qui si parla di un diritto di tutti di fare sport onestamente e qualcuno non può infrangerlo.
E' chiaro, come detto, che certe regole devono essere chiare per tutti gli stati che vogliono unirsi per combattere il doping.
Concludo con una provocazione a Marco... che potrebbe essere una domanda che mi pongo continuamente.
Ma chi non corre alla Zalf o alla Trevigiani sono tutti brocchi?
In queste due squadre vincono tutti.
Vi saluto
Ianni




 
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  postato il 28/08/2006 alle 16:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%


Yakuza, per favore, però, non costringermi a ripetere 100 volte cose già dette:


se te le chiedono 100 volte non ti sorge il dubbio che non sei stato chiaro? un pizzico di autocritica no? sei sicuro è colpa di tutti i 100? tua no?

Originariamente inviato da Monsieur 40%
non si dovrebbero allenare tutti insieme, anche nel calcio il portiere fa allenamenti diversi dagli attaccanti. I ciclisti potrebbero recarsi anche verso "altri climi", però dovrebbero essere seguiti da uno staff societario, non da un ds e appoggi logistici esterni.


e allora vedi che non c'entra lo stare tutti insieme, lo sono già gran parte dell'anno se consideri gare e stage, tu parli di farli seguire da uno staff medico che se ne assuma la responsabilità, il punto centrale è questo, non il resto, perchè la cosa può tranquillamente prescindere dal tenerli tutti insieme... allarghi lo staff medico che li va a trovare nei periodi che sono lontani dalla squadra, ti costerà sicuramente meno del trasferire le famiglie

L'unica cosa che c'entra col doping è l'assunzione di responsabilità e la condivisione da parte delle società dei suoi danni.

Fino ad oggi i vantaggi erano a carico di entrambi squadra e corridore e gli svantaggi salute e squalifiche a carico de ciclista

questo riequilibra le cose ed è l'unica cosa che condivido anche se giuridicamente è utopico


 
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  postato il 28/08/2006 alle 16:54
Originariamente inviato da ianni

Non capisco poi il dare la colpa a Toni o a Bortolo.
Cari signori i ciclisti e tutti gli atleti in genere, sono uomini con le palle e come tali responsabili delle loro azioni.
Se io lavoro in banca e il mio direttore mi spinge a frodare il cliente, la colpa è mia che lo faccio.
Se il mio direttore sportivo mi spinge in una determinata strada, il responsabile sono io.
Basta con il dare la colpa agli altri.Gli atleti devono essere responsabili delle loro azioni.


Ianni,
direi che la colpa è "anche" tua. Non tua e basta.

Se tu "cedi" alle spinte del tuo direttore (di banca o sportivo, non importa), sei sicuramente colpevole, ma lo è ancora di più lui, il tuo direttore, che è quello che ti paga e quello che può ricattarti dicendoti: "Se non lo fai, ti licenzio". O anche - il cosidetto "mobbing" -: "Se non lo fai, ti passo a controllare la veridicità delle banconote, o a pulire i gabinetti".

Gli atleti devono essere reponsabili delle loro azioni. Giustissimo.
Ma lo devono essere anche i medici sociali, i team-manager e i direttori sportivi. Anche il "ponziopilatismo" è una pecca; l'ignavia non paga.

 

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  postato il 28/08/2006 alle 16:57
Originariamente inviato da yakuza

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Yakuza, per favore, però, non costringermi a ripetere 100 volte cose già dette:


se te le chiedono 100 volte non ti sorge il dubbio che non sei stato chiaro? un pizzico di autocritica no? sei sicuro è colpa di tutti i 100? tua no?


Finché me lo chiedono in due, posso pensare di non essere stato chiaro. Quando cominciano ad essere tanti, sono pressoché sicuro che si risollevino argomenti già trattati perché non si è letta tutta la discussione sviluppata finora.

P.S.: Alle famiglie degli staff medici non ci pensate, allora?

 

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  postato il 28/08/2006 alle 17:00
Sono d'accordo con te tutti devono essere responsabili.Chi ha delle colpe deve pagare.
Ma se la paura di pulire i gabinetti ci attanaglia è finita.
Ti saluto
Ianni


Ci sentiamo domani. Ti scrivo da molto lontano e per me è ora di chiudere gli occhi e riposare.

 
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  postato il 28/08/2006 alle 17:03
Originariamente inviato da Monsieur 40%

P.S.: Alle famiglie degli staff medici non ci pensate, allora?


per nulla gli tocca, prendono il loro bel contenitore delle urine se lo mettono sottobraccio e partono...

pensa quelli che fanno i controlli a sorpresa che vita che fanno

e poi cos'è trasferiamo l'intero ambiente del ciclismo per non fare andare in giro questi? no eh

 
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  postato il 28/08/2006 alle 17:11
Il mio P.S. era chiaramente una battuta/provocazione, lo preciso.

 

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  postato il 28/08/2006 alle 18:48
PULIRE I GABINETTI ? Allora avevo ragione io a dire che è in arrivo la NAJA per i ciclisti.
 
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  postato il 28/08/2006 alle 19:01
X Monsieur 40 : ho capito cosa intendi per sede unica, tipo milanello o trigoria, però c'è una differenza, che le squadre di calcio sono da circa 100 anni sempre nella stessa sede e piu' o meno le più importanti sono le stesse.Nel ciclismo c'è una alternanza più frequente, quindi il rischio è spendere molto per una struttura che dopo alcuni anni non serve più, quando lo sponsor chiude bottega cosa facciamo della sede unica, un centro sociale o un CPT per extracomunitari ? Ma c'è di peggio , il vero obbiettivo è stabilire una respons. oggett. delle società se i corridori risultano dopati. GUAI a una cosa simile, basterebbero 40 intercettazioni attaccate con il copia-incolla per far chiudere una società. In più qualunque ciclista o DS potrebbe ricattare la propria società, se viene scoperto che imbroglia può dire: sono dopato e me ne vanto, se mi denunciate peggio per voi.
 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 28/08/2006 alle 19:12
A chi chiede cosa intende chi, come me, è per la liberalizzazione del doping fra i professionisti, purtroppo non posso rispondere.
Perché è un discorso che comprende quello che penso dele leggi come deterrente ai fatti criminosi e di tante altre cose che scatenerebbero la solita gazzarra politica tipo rissa televisiva.
E, francamente, oggi ( e credo per sempre) sono già abbastanza scogl..... per un altro fatto sempre inerente alla vicenda pantani per imbarcarmi in gazzarre.
Liberalzzzione per i professionisti: tanto è già libero, di fatto.
i sondaggi erano ( non so se ci sono ancora) su gazzeta.it e su tuttobiciweb. Se non ricordo male proponevano alcune soluzioni fra cui liberalizzare per i professionisti.
Qualche giorno fa ( tipo 10) erano maggioritarie le risposte per la liberalizzazione. poi non ho più visto.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/08/2006 alle 19:18
Originariamente inviato da Donchisciotte

i sondaggi erano ( non so se ci sono ancora) su gazzeta.it e su tuttobiciweb. Se non ricordo male proponevano alcune soluzioni fra cui liberalizzare per i professionisti.
Qualche giorno fa ( tipo 10) erano maggioritarie le risposte per la liberalizzazione. poi non ho più visto.

Il sondaggio di Gazzetta.it proponeva la seguente domanda:

Provocatoria proposta del Financial Times: per i big dello sport doping libero e sotto controllo medico. Che cosa ne pensate?

E, ad oggi, il risultato è il seguente:

60.7% Mai, si violerebbe l'etica dello sport: occorre invece incrementare i controlli e le sanzioni

39.2% Sono d'accordo, la pratica ormai è troppo diffusa, almeno si ridurrebbero i rischi per la salute


Numero votanti: 7268

 

[Modificato il 28/08/2006 alle 19:20 by marco83]

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  postato il 28/08/2006 alle 19:40
Donchisciotte invece a me interesserebbe sapere cosa intendi tu o chi propone doping libero e non per scatenare un putiferio ma per capire un punto di vista totalmente opposto al mio. Non solo, ma mi interessa capire come verrebbe gestito il mondo non Pro perchè credo che da un lato si ammazzerebbe lo sport (pro) e dall'altro ci ritroveremmo col solito problema di arginare i furbi (mondo non pro)
Per il sondaggio mi fa piacere vedere che la maggioranza è contro anche se mi stupisce l'alta percentuale di consenso della proposta o meglio mi preoccupa ma a mio parere dipende molto dal tipo di domanda troppo stringata visto l'argomento. Innanzitutto c'è la solita aggiunta di "sotto controllo medico" che non vuol dire nulla o quasi. Poi bisogna capire se i "Sì" (doping libero) sono tali perchè fanno riferimento alla situazione attuale in cui di fatto chi bara ha ottime chance di farla franca per cui è un "Sì" di rassegnazione o se è un "Sì" convinto ossia anche nel caso che i controlli fossero puntuali e infallibili il "Sì" verrebbe confermato perchè si ritiene che quella è la direzione da seguire in ogni caso.

 
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  postato il 28/08/2006 alle 19:49
Originariamente inviato da undertaker

Ma c'è di peggio , il vero obbiettivo è stabilire una respons. oggett. delle società se i corridori risultano dopati. GUAI a una cosa simile, basterebbero 40 intercettazioni attaccate con il copia-incolla per far chiudere una società. In più qualunque ciclista o DS potrebbe ricattare la propria società, se viene scoperto che imbroglia può dire: sono dopato e me ne vanto, se mi denunciate peggio per voi.


No, se a denunciarlo all'Uci è il medico sociale (cioè: la società si "costituisce" parte lesa).
Ricordo che così neanche l'atleta è ostaggio del medico sociale, perché l'ente medica dell'Uci e l'ente medica dell'Associazione Corridori Professionisti dovrebbe avallare la sospensione del medico sociale (tramie lo stesso suivi medical che hanno tutti e tre gli enti) e confermare o disapprovare il licenziamento/squalifica/denuncia del corridore stesso.

 

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  postato il 28/08/2006 alle 20:02
Originariamente inviato da Andrea_Web

Rade magari no, inefficaci si.
Secondo me l'antidoping spara con gli archibugi, mentre i "preparatori" sono armati di fucili a canna rigata...quindi i colpi della WADA cadono nel mucchio e sono imprecisi, mentre quelli dei preparatori penetrano bene nelle menti assuefatte di chi cerca il risultato a tutti i costi.


Non porrei la situazione in questi termini, o meglio, il limite non sta nella ricerca contro il doping, il vero limite sta nel codice delle leggi sportive, il limite sta nella differenza di libertà d'azione.

 

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Davide

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:03
Originariamente inviato da BJH*

l'alta percentuale di consenso della proposta o meglio mi preoccupa ma a mio parere dipende molto dal tipo di domanda troppo stringata visto l'argomento. Innanzitutto c'è la solita aggiunta di "sotto controllo medico" che non vuol dire nulla o quasi..



si il punto centrale è che la domanda è troppo stringata e non argomentata uno per "ignoranza" (buona s'intende) pensa che alla fine la rassegnazione di fronte all'inevitabile sia il male minore.

Il problema è che liberalizzare il doping non risolve assolutamente nulla fa ritornare il tutto al punto di partenza

faccio un esempio per spiegare, supponiamo che si decida di liberalizzare il testosterone, ma a quali dosi?

250 mg sett 500 mg sett??? ma siccome se ne prendi 1500 vai più forte cosa fai? l'antidoping per scoprire se questo va oltre ai limiti?

si e allora lui cercherà di mascherarlo e allora sei esattamente al punto di partenza

in alternativa non metti limiti e dici prendete quello che volete, ma a questo punto il ciclismo si trasformerebbe in uno sport estremo dove chi più è disposto a rischiare la vita più ha successo

sono sicuro che se fai questa premessa e poi rifai la domanda le proporzioni cambiano totalmente

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:05
Originariamente inviato da miky70

Un medico che lavora all'interno di un team, mi risulta sia tesserato con la Federazione e sia tenuto ad inviare alla Federazione stessa le tabelle mediche dei corridori della sua società.
La Federazione è al corrente dei dati medici e dei progressi dei corridori, anno per anno, penso possa pretendere di controllare periodicamente e da altri medici, quei corridori che hanno tabelle fuori norma.


Evidentemente nel sistema c'è una falla, mi pare ovvio.

 

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  postato il 28/08/2006 alle 20:21
Originariamente inviato da Claudio82
Vorrei tanto essere Moggi per chiuderti a chiave dentro questa stanza del forum e non farti uscire più... scrivi cose troppo divertenti


Accidenti, proprio l'altro giorno avevo maturato l'idea che tu fossi sulla buona strada per diventare un procuratore.
Ci ho preso!

Dai Davide, lo sai che mi da fastidio quando mi saluti, te l'ho detto tante volte. Non per altro, ma non vorrei che poi chi legge crede che siamo amici...


Sai, io ho ricevuto una certa educazione.
Amici? Sarebbe offensivo nei miei confronti! Ma correrò il rischio.
Ciao

 

[Modificato il 29/08/2006 alle 01:46 by Monsieur 40%]

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  postato il 28/08/2006 alle 20:22
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da miky70

Un medico che lavora all'interno di un team, mi risulta sia tesserato con la Federazione e sia tenuto ad inviare alla Federazione stessa le tabelle mediche dei corridori della sua società.
La Federazione è al corrente dei dati medici e dei progressi dei corridori, anno per anno, penso possa pretendere di controllare periodicamente e da altri medici, quei corridori che hanno tabelle fuori norma.


Evidentemente nel sistema c'è una falla, mi pare ovvio.

Spesso una volta individuati e arrestati, gli hackers cominciano a lavorare per i "buoni", potrebbe essere la strada giusta per corridori, medici e DS.
Basterebbe evitare questi finti scandali e lavorare seriamente dietro le quinte.
Ma probabilmente il mondo dello sport si ritroverebbe a dover finalmente fare la cosa giusta, senza più scuse. Ne sarebbero capaci?

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:26
Originariamente inviato da miky70


Spesso una volta individuati e arrestati, gli hackers cominciano a lavorare per i "buoni", potrebbe essere la strada giusta per corridori, medici e DS.


c'è una sostanziale differenza, nell'informatica i buoni hanno molti più soldi degli hackers e non viceversa

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:35
Originariamente inviato da yakuza

Originariamente inviato da miky70


Spesso una volta individuati e arrestati, gli hackers cominciano a lavorare per i "buoni", potrebbe essere la strada giusta per corridori, medici e DS.


c'è una sostanziale differenza, nell'informatica i buoni hanno molti più soldi degli hackers e non viceversa

Effettivamente è un dato che non avevo considerato.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:40
Originariamente inviato da miky70
Spesso una volta individuati e arrestati, gli hackers cominciano a lavorare per i "buoni", potrebbe essere la strada giusta per corridori, medici e DS.
Basterebbe evitare questi finti scandali e lavorare seriamente dietro le quinte.
Ma probabilmente il mondo dello sport si ritroverebbe a dover finalmente fare la cosa giusta, senza più scuse. Ne sarebbero capaci?


Forse sì, forse no. Una cosa è sicura: si prevedeva che lo sport divenisse un rollerball, ed oggi è un rollerball.
L'incognita futura sta nella richiesta della società; domani andrà ancora bene un rollerball? Sarà sempre ciò di cui ha bisogno la vasta platea?
É possibile tornare agli anni novanta, quando il ciclismo era una patacca ma la gente non ne aveva sentore?

 

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Davide

 
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  postato il 28/08/2006 alle 20:56
Davide, alla gente, compresa la sottoscritta, piace guardare l'Isola dei famosi, dove personaggi famosi, caduti in disgrazia, fingono di piangere, di soffrire la fame, di lavorare, di litigare.
Io so che è tutto finto, ma una volta alla settimana mi diverto.

I ciclisti mi appassionano mille volte di più, anche se so che probabilmente il vincitore ha avuto bisogno di un aiuto esterno per vincere, ma la sua corsa, la sua vittoria, mi emoziona talmente che non vedo l'ora di rivederne un'altra. E penso che se lui è arrivato primo è perchè è stato il più forte.
Mi auguro che non mi abbiate insultato per il paragone, anche se l'istinto vi ordinava di farlo!!!!

Penso che il doping scandalizza perchè viene proposto dai media nel modo ipocrita appunto detto da Grassi.
Avvoltoi che si arricchiscono sulla pelle dei ciclisti, ogni giornalista quando avvista il campione di turno lo osanna per le sue vittorie ma sempre in attesa di scrivere della sua sconfitta più grave, quella del dopato.
E' come guardare Studio Aperto, il Tg shockante, dove la notizia deve essere resa maggiormente agghiacciante e schifosa, anche dicendo cose che non sono vere, perchè le informazioni sono scarse ma bisogna riempire gli spazi.

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 28/08/2006 alle 21:14
Originariamente inviato da miky70
Davide, alla gente, compresa la sottoscritta, piace guardare l'Isola dei famosi, dove personaggi famosi, caduti in disgrazia, fingono di piangere, di soffrire la fame, di lavorare, di litigare.
Io so che è tutto finto, ma una volta alla settimana mi diverto.


Ho sentito che ci sarà il mitico Aceto, chissà, magari gli presterò maggiore attenzione.
Tuttavia l'isola dei famosi appartiene alla medesima categoria del wrestling. Continuerà ad interessare alla platea un ciclismo recitato secondo copione? Forse sì, forse hai ragione tu, piacerà comunque, o forse no, io ho solo posto il dubbio.

Penso che il doping scandalizza perchè viene proposto dai media nel modo ipocrita appunto detto da Grassi.


Sei sicura? Finchè la gente ha avuto l'illusione che l'anti-doping fosse efficace, i fatti di doping hanno suscitato scandalo. Anche il pubblico più distratto sta ora percependo che nel ciclismo il doping è sistemico (lo è? Forse sì, forse no, poco importa, la percezione che ne ha il pubblico è quella), allo stupore seguirà l'indifferenza, l'assuefazione, ed assieme all'indifferenza verso il doping potrebbe arrivare il disinteresse per il ciclismo. É solo un'ipotesi, sia chiaro.
Ed i media (tranne le riviste specializzate) stanno impietosamente affermando che nel ciclismo il doping è sistema. Non sono ipocriti, sono opportunisti, è diverso.

Avvoltoi che si arricchiscono sulla pelle dei ciclisti


Così come ci sono ciclisti che si arricchiscono sulla pelle di altri ciclisti. Non credo che ci siano "avvoltoi" miliardari, è una guerra tra poveri.

E' come guardare Studio Aperto, il Tg shockante, dove la notizia deve essere resa maggiormente agghiacciante e schifosa, anche dicendo cose che non sono vere, perchè le informazioni sono scarse ma bisogna riempire gli spazi.


Beh, hai scelto il peggior tg dell'etere, per bacco!

 

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Davide

 
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  postato il 29/08/2006 alle 02:13
DOPING - Positivo al Pantalica minorenne del Team Giorgi Sicilia
Roma - lunedì 28 agosto 2006 - La Federazione Medico sportiva Italiana ha ricevuto e trasmesso al Centro Corodinamento Antdoping del Coni, un caso di registrata positività.
Si tratta di S.M. (atleta minorenne) tesserato della Federazione Ciclistica Italiana con la società Team Giorgi Sicilia.
Il laboratorio di Roma ha rilevato, nel primo campione sottoposto ad analisi, la presenza di Norandrosterone e Noreticolanolone, dopo un controllo Coni-Nado senza preavviso, disposto su richiesta Fci, il 9 luglio 2006 a Canicattini Bagni (Siracusa) in occasione del 4. Trofeo Pantalica.

PER FAVORE AVETE UNA PROPOSTA PER QUANTO SOPRA!!!.

Io mi auguro che non sia vero!?!?!

Saluti
Ianni

 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 29/08/2006 alle 07:50
Originariamente inviato da yakuza

Originariamente inviato da BJH*

l'alta percentuale di consenso della proposta o meglio mi preoccupa ma a mio parere dipende molto dal tipo di domanda troppo stringata visto l'argomento. Innanzitutto c'è la solita aggiunta di "sotto controllo medico" che non vuol dire nulla o quasi..



si il punto centrale è che la domanda è troppo stringata e non argomentata uno per "ignoranza" (buona s'intende) pensa che alla fine la rassegnazione di fronte all'inevitabile sia il male minore.

Il problema è che liberalizzare il doping non risolve assolutamente nulla fa ritornare il tutto al punto di partenza

faccio un esempio per spiegare, supponiamo che si decida di liberalizzare il testosterone, ma a quali dosi?

250 mg sett 500 mg sett??? ma siccome se ne prendi 1500 vai più forte cosa fai? l'antidoping per scoprire se questo va oltre ai limiti?

si e allora lui cercherà di mascherarlo e allora sei esattamente al punto di partenza

in alternativa non metti limiti e dici prendete quello che volete, ma a questo punto il ciclismo si trasformerebbe in uno sport estremo dove chi più è disposto a rischiare la vita più ha successo

sono sicuro che se fai questa premessa e poi rifai la domanda le proporzioni cambiano totalmente


concordo come del resto ho scritto in altri post ed è per quello che mi interessa capire la proposta di chi, anche qui, vuole liberalizzare il doping e deve avere un'idea di fondo precisa che però a me o sfugge o sembra errata sia come approccio sia soprattutto come aspettativa verso i risultati dato che ritengo tale "cura" peggiore del male che vorrebbe curare.

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 29/08/2006 alle 10:55
Secondo me, l'errore piu grosso che sta facendo l'UCI al momento, è usare valori "assoluti" per definire cosa è doping e cosa no. Mi spiego: è considerata positività avere l'ematocrito oltre il 50%. Cunego ce l'ha sempre piu o meno li, altri, non lo raggiungeranno nemmeno inghiottendo EPO tutto l'anno. Si può considerare un parametro corretto?

La mia proposta, da questo punto di vista, è che ogni ciclista venga sottoposto (oltre che ai controlli a sorpresa ed in gara che già vengono fatti) a controlli costanti (non so, ogni 2 settimane? ogni 3?) con relativa verifica di TUTTI i valori, che verranno raffrontati con quelli precedenti. Risultato? Se un corridore che normalmente ha l'ematocrito al 43%, se lo trova improvvisamente al 49,9%...

 

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  postato il 29/08/2006 alle 11:32
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Sei sicura? Finchè la gente ha avuto l'illusione che l'anti-doping fosse efficace, i fatti di doping hanno suscitato scandalo. Anche il pubblico più distratto sta ora percependo che nel ciclismo il doping è sistemico (lo è? Forse sì, forse no, poco importa, la percezione che ne ha il pubblico è quella), allo stupore seguirà l'indifferenza, l'assuefazione, ed assieme all'indifferenza verso il doping potrebbe arrivare il disinteresse per il ciclismo.



Ciao Davide,

Si' certamente potrebbe arrivare il disinteresse per il ciclismo, ma il primo è piu' importante effetto potrebbe essere il disinteresse per il doping. Lo si sente nell'aria già da tempo: se non lo si puo' combattere allora legalizziamolo. Questa è di gran lunga la via di minore resistenza; non richiede grosse mediazioni culturali ed il gran pubblico (quello che a me piace chiamare volgo vociferante), già abituato a fare pasto per porci dei valori etici, non tarderà a reclamarlo. In fondo altri non è se non l'odioso ennesimo retaggio di una società bigotta e proibizionista: l'uomo è maturo e la scienza puo' tutto.

Io credo che il vero nocciolo della intera disputa sia questo: o si ha orrore di uno sport fatto di robocop e mutanti e allora non occorrono grandi dibattiti sul "law enforcement", le proposte fatte vanno tutte piu' che bene perchè alla base vi è una vera condivisione di valori e di fini, oppure... Oppure ci si guardi bene nelle palle degli occhi e ci si dica con chiarezza dove si vuole andare.

La vera ipocrisia è questa: si invocano castighi biblici sui rei o anche solo sospetti di doping, reclamando una odiosa violazione al totem dell'infranto egualitarismo. In fondo l'unico argomento usato è proprio questo della frode ai danni del non dopato ed è evidente come, una volta rimosso questo ostacolo, non possano che dispiegarsi davanti a noi e ancora una volta, le vaste praterie celesti della società giusta ed equa, nonchè solidale. La rimozione di questo ostacolo è molto semplice: legalizzazione del doping.

Come sempre si usano argomenti deboli per abbattere principi forti: l'esigenza di contrastare una banalissima frode è sufficiente ad abbattere uno delle eredità piu' importanti lasciataci da circa 3000 anni di storia della civiltà occidentale: la sacralità del corpo dell'uomo.

Toccherà vedere anche questa...sotto il sole del conformismo imperante.
Speriamo che presto non ci tocchi di vedere anche "i grandi cimiteri sotto la luna"...

Ciao grande Davide.
Alberto



 
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