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Autore: Oggetto: Gazzetta dello Sport

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Posts: 18
Registrato: May 2006

  postato il 20/02/2009 alle 19:35
Se posso, vorrei postare il capitolo del libro di Cannavò dedicato a quello che lui definisce "il tradimento di Pantani"

Mi ero svegliato presto, quell'infausta mattina. La luce di una bella giornata dolomitica inondava la stanza. Veniva voglia di correre, di respirare a pieni polmoni. Stavo spalancando una finestra quando picchiarono con violenza alla mia porta: "Candido, Candido, apri...". Era Carmine Castellano, il direttore del Giro. Pensai ad una disgrazia, a un incidente. Di sciagura si trattava, ma di un genere diverso: "Pantani è fuori regola col suo sangue. Va fuori dal Giro". In casi del genere uno pensa: sto sognando, Marco aveva strabiliato il mondo con i suoi scatti, con le sue cavalcate solitarie, era una delle maglie rosa più rosa che il Giro avesse mai avuto.[...] Voleva fare l'ultimo colpo: stravincere il Mortirolo che si scalava quel giorno.[...] Me lo aveva detto la sera prima. Penso che questo eccesso l'abbia tradito, portandolo alla perdizione.
[...]
E mentre Pantani, il re della sera prima, laciava l'albergo scortato da due carabinieri, per me cominciava un giorno di tortura, chiamato da tutte le parti, sballottato da un microfono all'altro, con il peso di una enorme, soffocante tristezza addosso. La mia vita non è stata facile ma nessuno si scandalizzi se nella memoria quel 6 Giugno figura come uno dei più brutti. Mi salva la peina convinzione di averlo affrontato a testa alta. Questo articolo, trasmesso quella sera, lo dimostra.
Ed io, in tutta modestia, lo rileggo e ne vado fiero. Qui si chiude, spero, la mia espiazione.

Attorno a lui, il tradimento
Erano passate le otto della sera, Campiglio restava ancora avvolta nella pagina piu' bella della favola rosa. Ore di delizia da centellinare, iperboli fantasiose, voli pindarici attorno al messia della montagna. "Perche' non andiamo a trovare Marco nel suo covo?": Pier Bergonzi mi invitava in quella che, da Agrigento in poi, era stata la sua seconda casa. Pantani sedeva a tavola, dinanzi a una bistecca quasi intatta. Mi ha fatto spazio al suo fianco e abbiamo parlato, per oltre un' ora, come due amici di generazioni diverse che hanno trovato un' identica sintonia umana. Il trionfale Giro era solo un sottofondo. Marco non aveva nulla del Pirata: mi chiedeva consigli per iniziative di solidarieta' , i bambini poveri, il Kosovo e soprattutto Emergency che lotta contro la barbarie delle mine anti-uomo. Faceva riflessioni sulla vita, su certe cattiverie umane, sulle coppie giovani che si separano perche' c' e' troppa sete di liberta' , non c' e' piu' pazienza. E il mio istintivo affetto per lui cresceva dinanzi a tanta sensibilita' , a tanta saggezza. Quel delizioso ragazzo, che si apprestava a raccogliere gli onori di un trionfo, dieci ore dopo sarebbe stato un uomo distrutto, un essere smarrito, un campione svuotato, un esule senza rotta. Penso sia inutile descrivere lo stato d' animo di chi sta scrivendo uno degli articoli piu' tristi della sua lunga carriera. Ma tra i tanti aspetti deleteri che emergono da questa vicenda, quello che mi ferisce di piu' e' il senso feroce del tradimento: umano e sportivo. Non so da quale fonte provenga, non so quale sia il grado di colpa di Pantani o quanto lui sia vittima di una spudorata provocazione del suo stesso ambiente. Ma, comunque sia, di tradimento si tratta. Io me lo sento addosso. L' ho letto nel volto della gente incredula, sgomenta, calpestata nei suoi sentimenti, alla fine anche civilissima. Credo che neanche i piu' beceri tifosi possano tenere in piedi la tesi di un complotto. Illogica, irreale, profondamente stupida. Nell' orribile mattino in cui e' affiorata la notizia, le facce dei medici, dei giurati, dello stesso presidente Verbruggen esprimevano il nostro stesso doloroso scoramento. Analisi clinica clamorosamente sbagliata? Ne sarei paradossalmente felice, anche se il trauma si appesantirebbe di un' ingiustizia. Ma non e' possibile crederlo, vista la tecnica approfondita, le prove e le riprove, che sorreggono questi esami della federazione internazionale: elementari, ma affidabili. Il 52 per cento di ematocrito (densita' del sangue) e' peraltro un dato spaventoso e profondamente a rischio per l' atleta. Gli stessi corridori, due anni fa, intuirono il gravissimo pericolo e proposero i controlli volontari. E in piu' : Pantani ha difeso apertamente questa scelta. "I prelievi dell' Uci - ha ripetuto piu' volte - sono indiscutibili. Non accettiamo le sovrapposizioni di enti estranei". Ora si parla di risultati difformi di analisi effettuate su Pantani nel pomeriggio. I carabinieri hanno inoltre sequestrato i documenti dell' Uci. Noi seguiamo tutto, ma il fatto, quello che conta, resta concentrato nella squallida mattinata che ci perseguita come un incubo. La' e' finito il sogno. E allora, con tutte le cautele del caso, emergono i contorni del misfatto. Nel ciclismo regnano connivenza e ipocrisia. Bravo chi fa il furbo, chi riesce a sgattaiolare. Non esiste una reale volonta' di liberarsi dai veleni e di scacciare i mestatori. I sorrisini di ieri, le solidarieta' di facciata, il falso dispiacere di taluni direttori sportivi ci sono apparsi brandelli penosi del dramma. Penso, poi, al clan di Pantani, al suo squadrone, al clima di grande famiglia della Mercatone. Le lodi si sono sprecate. Ebbene, questo ambiente, questo gruppo esemplare, con i suoi dirigenti, i suoi medici, i suoi invidiatissimi tecnici, non e' riuscito a proteggere da uno sporco errore, da una malefica tentazione, da una debolezza collettiva il piu' grande patrimonio dello sport italiano. Qui siamo proprio nel cuore del misfatto. Disastroso e inutile: Pantani il Giro lo aveva stravinto. E credo proprio con le sue gambe. Trent' anni fa avvenne la stessa cosa con Merckx. Nel 1988 Ben Johnson venne cacciato dall' Olimpiade di Seul, all' indomani del record del mondo. Il demonio del doping cambia faccia, ma non s' arrende. Non credo che Pantani si ritiri, ma ne' il ciclismo, ne' il suo messia potranno piu' essere quelli di prima. Aiutare Marco a ricostruire se stesso adesso diventa per noi una missione. Ma e' lui, col suo carisma, il suo fascino, la sua saggezza, il suo dolore, che deve guidare la rivolta: non contro poteri occulti, ma contro le ipocrisie, le falsita' e gli inganni di un ambiente che l' ha trascinato in un inferno.


Il seguito di quel drammone è purtroppo un tinerario di squallore. Pantani è rimasto a galleggiare nel suo inferno. Pur conscio del suo peccato, ha pensato che il suo favoloso passato dovesse garantirgli una sorte di "impunità al merito". "Io ho fatto rinascere il ciclismo" - diceva - "l'ho riportato ai tempi di Coppi, Bartali e Magni". Mentalmente una situazione disastrosa, senza sbocchi. Fosse tornato in bicicletta dopo due settimane, come poteva, forse avrebbe risalito piano piano la china. Invece ha sadicamente alimentato il gusto della perdizione, immaginando che magari non ci potesse essere ciclismo senza di lui.
Sei procure lo hanno indagato, in qualche altra inchiesta giudiziaria si è cacciato con le sue gambe. Dal suo drammatico incidente del 1997 nel Giro del Piemonte sono emersi ad anni di distanza dati agghiaccianti: il suo sangue era una marmellata. Umanamente, ma non solo umanamente, la mia solidarietà non gli è mai mancata. Un trauma di quel genere, da eroe a traditore da espellere nel giro di una notte, avrebbe stroncato chiunque. "Confessa, liberati da questo rospo: ti sentirai più leggero." Parole a vuoto. Era difficile farlo: Marco avrebbe scatenato un processone al ciclismo con tre anni di anticipo. E invece preferiva recitare la parte del perseguitato.
Pantani è riaffiorato un paio di volte nella controfigura di se stesso. Ma sono stati lampi ingannevoli, non c'era più l'anima del campione. E neanche il cuore. E nemmeno le gambe. Si è trascinato cercando invano di ritrovare, senza convinzione, l'antica capacità di soffrire.
L'ho seguito con comprensione sino al blitz di Sanremo che devastò in una notte il Giro del 2001. I corridori avevano già firmato un documento: "Non andiamo avanti, la corsa si ferma qui". Io arrivai all'ultimo momento e mi impegnai nel tentativo disperato di far stracciare quel pezzo di carta. Parlavo col cuore, prefiguravo il vuoto e la solitudine in cui i "ribelli" si sarebbero ritrovati l'indomani. Il fronte dell'intransigenza cominciò a incrinarsi. Ebbi un aiuto prezioso da Mario Cipollini. Non me lo dimenticherò mai. A insistere sul "No" fu proprio lui, Marco Pantani, che si era già ritirato dalla corsa. Voleva confondere il suo fallimento con il disastro generale. Mi passò accanto e mi disse: "Nulla di personale". Ne rimasi ferito. Ma se Pantani, un giorno uscisse piano piano, onestamente, dal suo ormai cronico anonimato, se tornasse a essere un corridore capace di non scivolare all'indietro dinanzi ad una montagna, ma di scalarla con dignità, il primo a gioire sarei ancora io.

Il libro risale al 2002, Pantani era ancora vivo, Pantani viveva uno dei momenti peggiori. Non so cosa ha poi scritto e detto Cannavò in seguito, se abbia forse cambiato idea davanti alla morte, davanti a tante rivelazioni. Io leggendolo ero rimasto esterrefatto: mi pare che la tragedia di Pantani sia per Cannavò la tragedia di avergli reso la sua vita giornalistica pesante. Egoistico. Comunque non gli augurerei del male a nessuno, tantomeno a Cannavò, che in quello che scrisse, nel modo di comportarsi, ha dimostrato di essere non meno fragile nei confronti del mondo di quanto lo sia stato Pantani.

 
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Livello Alfredo Binda




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  postato il 20/02/2009 alle 20:22
Diciamo che e' stato uno dei peggiori compagni di viaggio.
Anzi, l'abbiamo sempre detto.

 
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Livello Rik Van Looy




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Registrato: May 2005

  postato il 20/02/2009 alle 20:38
Originariamente inviato da Subsonico

Originariamente inviato da cunego

Credo che Mario si riferisse a chi detta i titoli della Gazzetta...


Nono, si riferiva proprio a lui...
Cunego, ultimamente ci prendi quanto il tuo omonimo


Lo vedremo sub,lo vedremo!

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jan 2008

  postato il 20/02/2009 alle 20:45
Non capisco come un giornalista come Cannavò abbia potuto credere alle favole. Uno che girava l'ambiente da così tanto tempo doveva sapere bene come funzionano certe cose... Sono convinto che ci siano troppe ombre dietro al 5 Giugno, Marco non ne avrebbe avuto alcun bisogno di ricaricarsi a 2 giorni dalla fine del giro, ma se cannavò credeva che il sistema funzionasse a pane e acqua è stato veramente senza occhi, ne orecchi.

 

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Fabio

I walk these streets, a loaded six string on my back...

"L'unico sport che pratico è seguire, camminando, i funerali dei miei amici che avevano praticato sport" Bertrand Russell

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/02/2009 alle 21:00
Originariamente inviato da rizz23

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da rizz23

Ma uno sarà libero di reagire come gli pare davanti a determinate cose o deve trovarsi di fronte mille bacchettoni che gli impongono di reagire come dicono loro?


è uno sarà libero di dire che è rimasto deluso da determinati atteggiamenti?


E uno sarà libero di dire che detesta certi moralismi?


ecco bravo, noi siamo moralisti perchè di fronte a determinate frasi ci rimaniamo male, soprattutto se vengono da persone verso cui si nutre una certa stima.
A te non fanno nè caldo nè freddo? pazienza.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/02/2009 alle 21:26
Originariamente inviato da cunego

Originariamente inviato da Subsonico

Originariamente inviato da cunego

Credo che Mario si riferisse a chi detta i titoli della Gazzetta...


Nono, si riferiva proprio a lui...
Cunego, ultimamente ci prendi quanto il tuo omonimo


Lo vedremo sub,lo vedremo!


su te o sull'omonimo?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Oct 2005

  postato il 20/02/2009 alle 22:07
Ragazzi cerchiamo di evitare che questo 3D finisca col diventare l'ennesimo scontro ideologico, fatto di batti e ribatti, tra diversi modi di interpretare le circostanze della vita.
Prima di lapidare una persona, aspettiamo almeno la sua replica.
Conosco Mario e siamo buoni amici, insieme ci siamo fatti delle grasse risate anche su eventi non proprio lieti, il fatto che si faccia del sarcasmo (per molti malsano) non vuol dire che ci si diverta sulle sciagure della gente, può essere anche un modo per esorcizzarle.
Magari più tardi Mario replicherà alle critiche e allora spiegherà il senso della sua battuta, ma potrà anche non ritenerlo opportuno, del resto, non ha nulla di che giustificarsi.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2006

  postato il 20/02/2009 alle 23:40
Non capisco perchè rimaniate stupiti dal mio commento.
Il fatto che mi esponga sempre con equilibrio non fa di me una persona senza rancori o sentimenti violenti.
Il ciclismo per me è passione allo stato puro e Cannavò mi sta sulle paxxe.
Non gliel'ho augurato io di finire in queste condizioni, ma non mi vergogno di dire che non ne sentirò la mancanza.

Cosa c'entra il rispetto per i familiari? Queste situazioni generano disorientamento, danno un nuovo senso alle cose, provocano dolore. Ma parliamo di un uomo di 78 anni e non di un giovane. Lui non ha avuto problemi ad accrescere la sciagura di Pantani da Campiglio in poi, pur sapendo che Marco non era in grado di difendersi, pur sapendo che ogni articolo lo faceva piombare ancora di più nel fondo (potrebbe anche aver concorso a creare tutto il castello di bugie, per quanto ne so) e io dovrei provare pena per lui che è arrivato a 78 anni in quel letto d'ospedale in modo naturale, senza tragedie e depressioni?
Mio nonno mi ha insegnato che alla fine avrai ciò che hai seminato. Per lui non ho belle parole, se ne voleva ricevere di sincere, doveva pensarci prima.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2009 alle 00:36
Io rinnovo l'invito... c'è un uomo che sta morendo.. L'emorragia Cerebrale è qualcosa di drammatico... Vi prego... non è il momento di tirare in ballo discussioni passate..almeno non ora...

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Moreno Argentin




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Registrato: May 2007

  postato il 21/02/2009 alle 09:23
Sono in totale sintonia con Miky70.
Il disprezzo non svanisce e non svanirà mai.

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 21/02/2009 alle 16:58
Originariamente inviato da Cascata del Toce

Io rinnovo l'invito... c'è un uomo che sta morendo.. L'emorragia Cerebrale è qualcosa di drammatico... Vi prego... non è il momento di tirare in ballo discussioni passate..almeno non ora...

Quoto
La morte è l'unica cosa sulla quale non si possono accettare certe cose
Se uno deve infamare un personaggio sul letto di morte piuttosto non intervenga

 

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http://cicloblog.splinder.com/

 
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Professionista




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Registrato: Feb 2009

  postato il 21/02/2009 alle 18:30
ho da tempo maturato una convinzione che davanti al dolore e malattia ci voglia umano rispetto e doveroso silenzio.
nello specifico volevo esentarmi, ma son di parte e stavolta e' il nemico in difficolta'.
ribadendo quanto detto sopra, era ed e' ancora mio desiderio che Candido Cannavo' viva e sopravviva ai giorni in cui spero di cuore sia fatta vera luce su Marco Pantani, e che potesse vedere la maglia rosa, che Ivan Gotti ha impropiamente a casa , torni nelle mani del legittimo propietario che ora e' Paolo Pantani. Da tifoso del Pirata auguro e auspico questo, solo per il male che ha fatto a Marco ed alla sua famiglia.
Alla persona di 78 anni che soffre malata, non auguro nulla di male,che Dio disponga della sua anima.

 
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Moderatore
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  postato il 21/02/2009 alle 18:48
Chiedo per favore di moderare i toni, sebbene alcuni interventi possa anche capirli (anche se non li accetto).
Grazie...

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2009 alle 19:42
Originariamente inviato da marcobecks
Da tifoso del Pirata auguro e auspico questo, solo per il male che ha fatto a Marco ed alla sua famiglia.


giusto per puntualizzare: Cannavò ha scritto anche diversi articoli nei quali difendeva Pantani, stigmatizzando in maniera abbastanza cruda l'operato dei vari giudici e delle varie procure che in quel momento stavano indagando sul povero Marco (ricordo almeno 5 o 6 articoli in questo senso).
Vogliamo dire che era puro opportunismo? possiamo anche dirlo: ha tenuto un atteggiamento opportunista, più o meno come ha sempre fatto la Gazzetta dello Sport in tutte le questioni.
Ma da qui a considerarlo addirittura un "nemico" ce ne corre.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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  postato il 21/02/2009 alle 20:11
Antonello, credo che in discussione non ci siano tanto gli articoli scritti dopo, ma il ruolo di Cannavò quel 5 giugno. Quel che sappiamo noi appassionati non è che una parte di quel che sanno la famiglia e le persone più vicine a Pantani, che però per vari motivi non possono rendere tutto pubblico. Per questo alcuni invocano tanto la verità su quella vicenda, e altri la temono come la peste.

Precisato ciò, mi unisco al coro di chi chiede quantomeno silenzio: non credo che tacere in questo momento sia sintomo di ipocrisia, visto che abbiamo avuto (e avremo comunque) tanto tempo per mettere in discussione l'operato di questa persona che, in queste ore, è su un letto di morte.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 11:33
Originariamente inviato da Bartoli

Originariamente inviato da Cascata del Toce

Io rinnovo l'invito... c'è un uomo che sta morendo.. L'emorragia Cerebrale è qualcosa di drammatico... Vi prego... non è il momento di tirare in ballo discussioni passate..almeno non ora...

Quoto
La morte è l'unica cosa sulla quale non si possono accettare certe cose
Se uno deve infamare un personaggio sul letto di morte piuttosto non intervenga


beh, per infamare Cannavò basta parlarne oggettivamente.
Per carità, posso giusto evitare oggi, domani, poi tornerò, nel caso, a esprimermi su di lui come ritengo doveroso.
Però, infamie...verso Cannavò, e come poterlo infamare?

 

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Anti-Zerbinegnan Club- Founder
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Aumento delle cubature. Dei cimiteri

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 22/02/2009 alle 12:27
Fai buon viaggio Direttore.
Fabio Panchetti

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 12:43
mi permetto di dissentire totalmente dalla chiusura del 3d..inglobare la morte di una persona che nel bene o nel male scriveva di ciclismo in un 3d generico sul giornale lo trovo inopportuno, e trovo eccessivo ed incomprensibile lo zelo di Lore e dei moderatori.
Obbedisco ma non capisco.
senza alcuna polemica
Massimo..

 

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non li senti?...questo e' il mio mondo..devo andare.

M.Rourke.THE WRESTLER.

 
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  postato il 22/02/2009 alle 13:11
Lo so che sembra inopportuno, probabilmente andava aperto un 3D specifico subito, ma se lasciavo aperto quando c'era già un filone se ne sarebbero aperti due uguali. Qui se ne parlava già e non abbiamo cominciato noi a farlo...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 13:12
Sono perfettamente d'accordo con meriadoc e miki70.
Il silenzio e la pietà verso un morto non devono far passare in secondo piano i disastri che ha combinato con la penna in mano, disastri che in questi momenti si cerca addirittura di far passare per grandi prove di giornalismo.

Se ne va una brutta persona e un pessimo giornalista.

 

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Gaudium magnum. E'tornato! (cit. Frank VDB)

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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 22/02/2009 alle 13:25
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

Sono perfettamente d'accordo con meriadoc e miki70.
Il silenzio e la pietà verso un morto non devono far passare in secondo piano i disastri che ha combinato con la penna in mano, disastri che in questi momenti si cerca addirittura di far passare per grandi prove di giornalismo.

Se ne va una brutta persona e un pessimo giornalista.



QUOTO AL 100%

 

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Credo di essere uscito di testa quando sono nato.
D'altronde, quando si nasce ci sono solo due possibilità: o si esce di testa, o si esce di piedi (se si esce, ovvio).

 
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Livello Campionato di Zurigo




Posts: 66
Registrato: Feb 2005

  postato il 22/02/2009 alle 14:03
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da marcobecks
Da tifoso del Pirata auguro e auspico questo, solo per il male che ha fatto a Marco ed alla sua famiglia.


giusto per puntualizzare: Cannavò ha scritto anche diversi articoli nei quali difendeva Pantani, stigmatizzando in maniera abbastanza cruda l'operato dei vari giudici e delle varie procure che in quel momento stavano indagando sul povero Marco (ricordo almeno 5 o 6 articoli in questo senso).
Vogliamo dire che era puro opportunismo? possiamo anche dirlo: ha tenuto un atteggiamento opportunista, più o meno come ha sempre fatto la Gazzetta dello Sport in tutte le questioni.
Ma da qui a considerarlo addirittura un "nemico" ce ne corre.


Per favore Antonello, non scherziamo.
Se tu ricordi 5 o 6 articoli in tal senso, io ne ricordo 50 o 60 disgustosi, e irrispetosi della mote di Pantani: vatti a rileggere cosa scrissero lui e quel vile di zomegnan nei giorni succesivi al 14 febbraio 2004...se la presero con Merckx perchè difendeva marco e puntava il dito contro l'ambiente (grande Eddy), parlarono di carriera falsata dal doping x marco, che non è mai stato positivo a un controllo, dissero che il suo sangie era "avvelenato", dettero corpo alle ombre e sbanderavano caccia alle streghe alzando volutamente un polverone su cose che evidentemente temevano come la peste.....sputarono su Pantani irrispettosi al massimo della sua fresca morte.

E io dovrei rispettare un essere di tale ripugnante spessore? Dovrei rispettare uno che non ripettava, da vivo, la morte altrui? (parandosi il culo, oltretutto).....

Passano due anni, e il 14 febbraio 2006 cannavo' scrive un editoriale per ricordare Pantani, lo leggo e penso: beh, le tensioni si saranno stemperate, rimane il ricordo del Campione e dell'Uomo, speriamo che stavolta si limiti a ricordarlo in tal senso e lasci andare gli attacchi ofensivi degli anni passati...NIENTE! Di nuovo incurante del dolore di Marco, del dolore dei suoi genitori, scrisse accuse infamanti e non provate, di nuovo fumo negli occhi dei lettori e ingiurie pesanti per Pantani: parlò di "CONNIVENZA DELL'AMBIENTE", parlò DI NUOVO DI QUELLA STORIA RIDICOLA RIPETUTA FINO ALLA NAUSEA - POSTATA ANCHE IN QUESTO THREAD - DEL PANTANI CHE HA PRESO EPO PER VINCERE AL MORTIROLO UN GIRO GIA' STRAVINTO, una falsita' vergongosa sia sul piano medico (basta forse una notte per elevare i globuli rossi di un atleta con l'epo? he he he...), sia sul piano logico, sia sul piano storico (Zaina doveva vincere la tappa, Maco avrebbe controllato Gotti e Savoldelli). I genitori di MArco scrissero una lettera di dolce protesta per quell'ingiurioso editoriale, fin troppo tenera...

E non voglio nemmeno parlare della trasmissione di Porta a Porta, di mille altre trasmissioni dove ha ripetuto fino alla nausea la storiella dell'epo prima del Mortirolo '99, e che era lui stesso il "padre" di Pantani (diglielo ora Candido, ora che ce l'hai davanti...pagherei oro per vedere la tua faccia in questo momento, ora che Marco ti sta guardando dritto dritto negli occhi).

Concludo però con un bel ricordo di Cannavò: il finale de "La storia siamo noi" di Gianni Minoli, in cui Minoli chiede a Cannavò "dov'è ora Marco?" e Cannavò risponde "...spero sia felice, in un bel posto...tranquillo..." e scoppia in lacrime.

A QUELLE LACRIME MI APPOGGIO CANDIDO, A QUELLE LACRIME VOGLIO CREDERE.

Voglio credere che siano state sincere, che in quelle lacrime ci sia la colpa ma anche il pentimento, la consapevolezza della sofferenza provocata a Pantani ma non solo, anche al ciclismo intero, come ricordava Vicennati nell'editoriale di Maria Rita Ferrara qua su cicloweb lo scorso 14 febbraio.
Ma non perdono, nessuno può, lo può perdonare solo Marco Pantani. Spetta a lui e solo a lui.

Un ultimo pensiero: come sarebbe morto Cannavò se la verità su Campiglio fosse venuta fuori prima? Male vero? Beh, Candido, continua a piangere, perchè quel tipo orribile di morte è toccato proprio a Pantani, mentre a te è stato (immeritatamente) risparmiato.

Saluti a tutti, e, cara Laura Idril, non arrabbiarti per questo post, a volte la sincerità e gli sfoghi sono meglio dell'ipocrisia e del silenzio che hanno fatto molto più male al ciclismo di qualsiasi altra cosa.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 14:13
Addio all'ultimo grande direttore della Gazzetta

 
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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 22/02/2009 alle 14:19
Originariamente inviato da Admin

Antonello, credo che in discussione non ci siano tanto gli articoli scritti dopo, ma il ruolo di Cannavò quel 5 giugno. Quel che sappiamo noi appassionati non è che una parte di quel che sanno la famiglia e le persone più vicine a Pantani, che però per vari motivi non possono rendere tutto pubblico. Per questo alcuni invocano tanto la verità su quella vicenda, e altri la temono come la peste.

Precisato ciò, mi unisco al coro di chi chiede quantomeno silenzio: non credo che tacere in questo momento sia sintomo di ipocrisia, visto che abbiamo avuto (e avremo comunque) tanto tempo per mettere in discussione l'operato di questa persona che, in queste ore, è su un letto di morte.



Admin, ti faccio due domande, mettendo da parte la vicenda pantani:

1- sei d'accordo che proprio attraverso la conoscenza di quella scomoda verità su campiglio passi obbligatoriamente la rinascita del cilcismo come sport?

2- cosa avrebbe postato oggi JanJanissen? (mi mancano tanto i suoi post...)

grazie, ciao.

ciao.

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 22/02/2009 alle 14:26
Originariamente inviato da forzainter

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Con lui la Gazzetta era ancora un giornale decente
Muore una grande penna del giornalismo italiano
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  postato il 22/02/2009 alle 14:53
Ragazzi, anche durante la guerra di trincea, a un certo punto il fuoco cessava e si dava la possibilità ai nemici di raccogliere i loro cadaveri e soccorrere i feriti. Poi si riprendeva a sparare.

Abbiate pazienza, evitiamo la gazzarra per un paio di giorni, se non altro per delicatezza nei confronti di quelle persone che riconoscono e rispettano il lutto.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
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  postato il 22/02/2009 alle 15:05
Io penso al povero Marco... appena cinque anni di tregua... e già se lo deve ritrovare..
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 15:18
Originariamente inviato da pier70



2- cosa avrebbe postato oggi JanJanissen? (mi mancano tanto i suoi post...)





Non ho avuto purtroppo il piacere di conoscerlo di persona, ma Ilic Fabregoli dava l'idea di essere una di quelle rare persone che riescono a dire ciò che pensano senza aver mai cattive parole per nessuno. Di persone così ne ho conosciuta solo una nella mia vita, e guardacaso è frate e psicologo.
Credo che in un forum, se uno proprio non vuol far la figura del 'cuore di mamma' parlando bene di chi detestava e adesso è morto, ma non vuole nemmeno passare per avvoltoio, risolvere il problema stando zitto.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 15:59
Originariamente inviato da Laura Idril

Lo so che sembra inopportuno, probabilmente andava aperto un 3D specifico subito, ma se lasciavo aperto quando c'era già un filone se ne sarebbero aperti due uguali. Qui se ne parlava già e non abbiamo cominciato noi a farlo...


ok Laura, non c'e' problema.capisco.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 22/02/2009 alle 16:37
Mi pare che i piani su cui si può parlare di Cannavò, oggi,siano due.
Il primo è quello dell'uomo che muore, che passa in quel grande tritacarne insensato che è la vita per tutti, buoni, cattivi, giusti, ingiusti e ignavi. E l'uomo di fronte alla sua "gettatezza",all'insensatezza dell'esistenza, al dolore feroce, alla morte, merita rispetto, sempre, chiunque egli sia.
Però è già cominciato il momento della ricostruzione di chi era, giornali e televisione sono pieni di una santificazione già cominciata, non c'è il silenzio, Admin, è iniziata un'altra cosa, tipica di quando si muore: la costruzione del santino.
Allora, partecipo anch'io al ricostruire chi è stato Cannavò, io odio i santini, sono finti e fanno sembrare i morti ancora più morti,i vivi non sono mai santini.
Come giornalista è stato pessimo, retorico e ampolloso.
Come uomo di potere è stato un uomo di potere e l'ha gestito da uomo di potere. Non solo nel ciclismo, basta ricordare come "previde" le sentenze sportive su calciopoli.I due pesi e due misure sull'orrore morale del doping nel ciclismo e quello dei campionati truccati da tutto, compreso il doping.
Irritante il suo cadere perennemente dal pero, come fosse Alice nel paese delle meraviglie, quello che fino al 5 giugno 1999, esaltando Pantani e godendo di quanto Pantani portava al ciclismo e ai mass media, nulla sapeva.
Irritante il titolo della sua rubrica di finale di partita: Fatemi capire. Che cosa deve capire un uomo dentro al potere sportivo come pochi altri?
Vicennati, nell'intervista del 14 febbraio, dice che Campiglio fece capire a un certo mondo che il ciclismo non si sarebbe difeso.
Ecco, io aggiungo il ruolo di Cannavò dopo il blitz di Sanremo 2001, quando Pantani lottava perché il ciclismo si difendesse, le sue parole citate dal suo libro in un post precedente: che Marco stesse cercando di nascondere il suo fallimento agonistico tentando di montare lo sciopero dei ciclisti. Questa offesa che proietta negli altri la propria mentalità è imperdonabile.
Il tasto doloroso è, naturalmente, per me, Pantani.
Pantani che piangeva ai suoi articoli ( continuati ben oltre la morte di Marco), Pantani che citava quei suoi articoli fino alla morte, Marco che lo citava ossessivamente nei suoi biglietti.
Quello che non perdono è aver continuato anche quando tutti sapevano come stesse Marco, anzi lui, da quanto dice il padre, lo sapeva da fine del 1999, glielo fece capire lo stesso Paolo Pantani ( è anche riportato in qualche intervista a Paolo). Lì ti devi fermare, qualsiasi sia la colpa che tu attribuisci a un uomo ( e Cannavò sapeva benissimo che Pantani non era la mela marcia. E' tutto alla conoscenza di tutti, diceva Marco).
Di fronte al dolore devastante che provochi in un altro ti devi fermare.
Alcuni giornalisti, e Cannavò fra questi, non si sono fermati e la responsabilità morale della deriva esistenziale di Marco è anche la loro, magari come ultimissima concausa.
Continuare a demolirlo anche dopo la morte è dovuto al fatto di non sopportere il peso di riconoscere il male che si è fatto.
Antonello 64 parla di articoli " a favore". Certo, quando la corte d'appello di Bologna annullò la sentenza di condanna a Pantani, la gazzetta di cannavò scrisse che quella di Forlì era una sentenza esagerata,da annullare, appunto, ma lo scrisse DOPO l'annullamento, non prima.
E se la gazzetta l'avesse scritto DURANTE il processo, quando Travaglio sparava m... su Pantani da Repubblica con una ferocia da far paura, forse Marco,che magari non leggeva Repubblica, ma della Gazzetta sapeva tutto, ne avrebbe tratto un conforto, non dopo, dopo non serve più.
Io dico solo questo: Pantani è morto e nella vita ha fatto male solo a se stesso, Cannavò ha fatto molto male a una persona come Marco.
Perdonarlo potrebbe solo Pantani e poi Cannavò non ha mai chiesto scusa, ha reiterato sempre quanto scrisse il 5 giugno 1999, persino immediatamente dopo la morte di Marco ( lui e Zomegnan e altri che facevano paginoni sui morti per doping). Non mi pare ci sia stato rispetto, allora,della morte di Marco, a parte la retorica e l'ampollosità dello stile di chi dice di amarlo e l'ha pesantemente attaccato.
Quanto alle lacrime di quella trasmissione televisiva, le giudicai insufficienti e irritanti allora e il mio giudizio non è cambiato, come ha detto Marco: devono parlare.
Io rispetto l'uomo Cannavò che muore dolorosamente come vuole quel tritacarne implacabile che è la vita, il giudizio su quanto ha fatto è, invece, pesante e non ho alcun titolo per perdonare.
Io mi fermo all'uomo,al rispetto per chi muore, al giudizio negativo per quello che ha fatto, oltre , una non credente come me, non dice nulla e tace.

 

[Modificato il 22/02/2009 alle 16:44 by Donchisciotte]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 16:46
vorrei tanto leggerlo quell'articolo di giugno 2009..
non me lo ricordo.
l'unica cosa che ricordo distintamente e' che qualcuno sulla rosea,non rammento se Cannavo' o Zomegnan,scrisse che Pantani e' stato l'unico ad esser colpito ma e' colpevole quanto lo erano Savoldelli,Gotti e tutti coloro i quali avevano a fine Giro un ematocrito superiore a quello misurato ad Agrigento. ad inizio Giro.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 22/02/2009 alle 17:50
Gli articoli di Cannavò si possono leggere su internet, anche quello con cui celebrò il primo anniversario della morte, parlando di sangue inquinato, gli scrissero perino i genitori di Marco, per la prima volta, indignatissimi.
Articoli che almeno cercassero di capire se marco non poteva avere una qualche ragione, articoli che cercassero di farlo parlare senza dare per scontato che fosse un mostro, sulla gazzetta non ne ricordo, ma Pier Bergonzi ( Su Bicisport, però) pubblicò questo bellissimo articolo:

PANTANI, CHI SEI ? La storia di un campione giudicato dalle leggi e raccontato dal cuore
Appunti di un giornalista che lo conosce molto bene.
di Pier Bergonzi

Quegli occhi. Quegli occhi di Marco che scende le scale, sono ancora lì che guardano e si chiedono perché. Quegli occhi gonfi di pianto, ma ancora così rapaci vorrebbero dire qualcosa che non riescono, non possono dire.
Dalla bocca escono parole messe in fila, che Marco non vorrebbe nemmeno dire: “Sono soltanto frasi in più”. Che deve dire, perché deve.
Il Pirata deve uscire a testa alta.


E invece sarebbe meglio che raccontasse il suo pianto disperato, sarebbe importante che parlasse col cuore. Potesse veramente parlare, potesse veramente dire tutto, Marco Pantani potrebbe prendere per mano il ciclismo e traghettarlo oltre questa parentesi buia.
Il Pirata che lascia Madonna di Campiglio e torna al suo Porto Canale è un leone ferito.
Il pugnale è entrato fino in fondo. Più che l'orgoglio dell'atleta è quello dell'uomo che si sente ferito mortalmente.


Giuseppe Martinelli racconta di non averlo mai visto piangere così. In quella stanza 27 dell' Hotel Touring, Marco ha lasciato più lacrime di quelle versate in tutta la sua vita spavalda. Marco ha picchiato un cazzotto contro il vetro di una finestra. Marco ha gridato che non tornerà mai più in bicicletta. Parole che servono a buttare fuori la rabbia.Parole che spaventano.


L'uomo è ferito perche assiste al crollo di un edificio che ha costruito in tanti anni di sacrifici, di rinunce, di prove di carattere. Pantani si sente tradito perché lui è sempre stato un passo avanti a tutti, perché il ricorso ad aiuti esterni è il nemico numero uno di chi ha talento. E Dio solo sa quanto talento abbia il Pirata di Cesenatico.
Lui che da junior si faceva sfilare in fondo al gruppo prima della salita per provare quel piacere ludico e cinico della rimonta. Li recuperava tutti, ad uno ad uno, e vinceva per distacco facendo saltare le tattiche convenzionali, frastornando di emozioni Vittorio Savini, che era il suo direttore sportivo ed ora è il capo dei suoi tifosi.


Savini, come tutti quelli che hanno visto da vicino l'anima del Pirata, sanno cosa c'è dietro quell'uomo che si è rialzato dopo tutti i trabocchetti della vita. C'è un carattere blindato che si fonda su un cuore tenero. Quando morì Casartelli, Marco fu l'unico a non piangere, ma quel giorno disputò una delle peggiori tappe della sua carriera e il ricordo di Fabio è sempre presente in lui. Come quello di Luciano Pezzi, Che Marco si ricorda di ricordare quando meno te lo aspetti, quando nessuno se ne ricorda. Duro fino al limite del cinismo, Marco si commuove per nulla e sa cosa vuol dire stare con i più deboli.
Un uomo così non può stare dalla parte dell'imbroglio, non può accettare la logica della scorciatoia. E semmai lo avesse fatto ha il dovere di ribellarsi: subito.


Pantani lo farebbe anche, ma non ha gli spazi per farlo. Perchè la lotta al doping E' DIVENTATA ANCHE UNA PASSERELLA POLITICA , perchè la lotta al doping si fa ancora con i bastoni. “Se ci fosse un controllo giusto, che trovasse veramente le sostanze peggiori e fosse uguale per tutti io mi batterei fino alla morte per adottarlo”, ha rivelato Pantani.

Marco viene da una famiglia semplice, ha imparato la vita guardandola in faccia e sa benissimo che un ciclismo pulito gli porterebbe soltanto dei vantaggi.
I corridori di talento come Pantani, Bartoli, Cipollini, Figueras, Di Luca e Basso sarebbero ancora più leader del movimento se venisse finalmente azzerata la variabile farmacologica.
E possiamo spingerci ancora più in là. Forse Pantani è riuscito a vincere Giro e Tour nello stesso anno proprio perchè l'Uci ha introdotto i controlli preventivi sul sangue. Con il limite del 50 per cento di ematocrito sono scomparse le esagerazioni nell'uso di Epo e gli scalatori puri sono tornati a fare la differenza in montagna. Pantani lo sa benissimo e non avrebbe certo avuto bisogno di scorciatoie per mettere il sigillo ad un Giro che stava stradominando.


Marco ha sempre saputo che un leader ha il dovere dell'onestà. Marco si è sempre sentito un lupo a capo del branco, tanto è vero che ha sempre difeso la logica degli interessi del branco. Lo ha fatto lo scorso anno al Tour, quando c'era da stoppare i primi inattesi controllo incrociati sangue e urina dell'Uci e lo ha fatto al Giro, al limite dell'impopolarità, per sbarrare la strada alla campagna 'Io non risschio la salute' del Coni.


Qualcuno, che aveva interesse a farlo, ha cercato di far passare la sua come una guerra di retroguardia, ha cercato di dipingerlo come l'ultimo baluardo in difesa del doping. E invece Pantani si era soltanto preso sulle spalle la responsabilità del gruppo, criticava i metodi, non il merito dei controlli Coni. Tanto è vero che stava lavorando nell'ombra con l'associazione corridori perchè quei test incrociati sangue-urina venissero adottati con la garanzia del massimo rispetto per l'atleta.


E questo è il paradosso di questo ciclismo senza un centro di gravità. L'atleta che forse più di ogni altro sarebbe avvantaggiato da uno sport pulito, finisce per pagare il prezzo più salato.


C'è qualcosa di ingiusto, in questa giustizia sportiva che, comunque, deve andare avanti senza compromessi. C'è qualcosa che Pantani potrebbe-dovrebbe dire perché la gente che si è innamorata dei voli del Pirata non può svegliarsi e scoprire che il sogno è evaporato, come una bolla di sapone una mattina d'inizio giugno.
Il ciclismo è uno sport bellissimo, fatto di gente e di storie che nessun altro sport ha saputo raccontare. Non può diventare una faccenda di centrifughe e di percentuale di ematocrito. Questo, siamo sicuri, lo sa anche Pantani.


Un campione che non ha mai ceduto al ciclismo del cardiofrequenzimetro, che si allena a sensazioni e si allena, da solo, per otto ore, sotto il caldo della Romagna mangiando solo due fette di cocomero non può accettare quella logica così meschina. No, quello dell'over 50 per cento non è il ciclismo di Pantani, non è ciclismo da Pantani.

Pier Bergonzi, speciale di Bicisport sul Giro 1999, giugno 1999.

 

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  postato il 22/02/2009 alle 18:04
Originariamente inviato da Subsonico

Originariamente inviato da pier70



2- cosa avrebbe postato oggi JanJanissen? (mi mancano tanto i suoi post...)





Non ho avuto purtroppo il piacere di conoscerlo di persona, ma Ilic Fabregoli dava l'idea di essere una di quelle rare persone che riescono a dire ciò che pensano senza aver mai cattive parole per nessuno. Di persone così ne ho conosciuta solo una nella mia vita, e guardacaso è frate e psicologo.
Credo che in un forum, se uno proprio non vuol far la figura del 'cuore di mamma' parlando bene di chi detestava e adesso è morto, ma non vuole nemmeno passare per avvoltoio, risolvere il problema stando zitto.



Sarà come dici tu, ma io invece credo che Ilic avrebbe scritto due righe. Non per attaccare duramente, come ho fatto io, nè per fare il cuore di mamma, come hanno fatto altri.
Proprio per questo ti dico che manca un suo post.
E ti dirò di più: anche tu sei convinto che due righe le avrebbe scritte, alla sua maniera.
Ciao Sub

 

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  postato il 22/02/2009 alle 18:28
se posso,su Pantani se ne sentirono molte anche sui tornanti della Marmolada alle notiie poco confortanti sulle sue prestazioni deludenti.premetto che io non sono mai stato d'accordo,ma il tenore di quelle battutine,sorrisini ecc.ecc. era:ecco ora che ti hanno beccato non fai piu' quei voli..
non voglio fare l'avvocato di nessuno,ma non credo che la Gazzetta,peraltro molto lucida nell'articolo che ho ricordato prima,c'entrasse molto con l'immaginario collettivo di quel tempo..

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 19:25
Originariamente inviato da pier70




Sarà come dici tu, ma io invece credo che Ilic avrebbe scritto due righe. Non per attaccare duramente, come ho fatto io, nè per fare il cuore di mamma, come hanno fatto altri.
Proprio per questo ti dico che manca un suo post.
E ti dirò di più: anche tu sei convinto che due righe le avrebbe scritte, alla sua maniera.
Ciao Sub


Si Pier, scusa la mia scrittura ignobile.
La seconda parte del post era per noi altri 'terrestri'.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 22/02/2009 alle 19:42
Quanto contino i media nella formazione delle opinioni della gente non lo devo certo dire io, è cosa molto nota.
Se i giornali ( tipo gazzetta e repubblica, i più letti) e le televisioni non hanno dubbi sul doping di pantani, sui controlli di campiglio, se nessuno si mette almeno all'ascolto dei suoi dubbi, se si comincia a scrivere "traditore" quando la sera prima si era a tavola con lui, è facile che la gente lo identifichi con il dopato d'Italia.
penso che se uno ha un amico che fa un reato, prima di metterlo in croce, magari lo ascolta. Si chiede se, una percentuale su un milione, non abbia ragione lui.
E del resto il diverso trattamento che viene dedicato al calcio dimostra che i media lo sanno benissimo che se si spara su qualcuno in un certo modo, il giocattolo si rompe.
Se pantani veniva insultato da qualcuno per strada o in corsa, i media hanno le loro responsabilità. poi, nella considerazione della gente, ha vinto Marco, ma lui non ha fatto in tempo a vederlo.

 

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  postato il 22/02/2009 alle 20:00
Oltre a rinnovare l'invito fatto da Admin, vi prego di non andare OT parlando di argomenti non inerenti a questa discussione.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 20:05
Quel che io mi sento di dire.. a tutti e ai tifosi del grande Pirata che hanno riaperto vecchie questioni.. è che un uomo è morto.. e che se c'è un cielo i due avranno modo di chiarisri e riabbracciarsi.. Un uomo è morto..e non servono adesso certe cose.. Di certo leggere la parola..infamare (dico a caso, senza manco sapere chi l'ha messa)in una situazione del genere lo ritengo brutto..anzi...mi schifa..

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 20:13
Originariamente inviato da Donchisciotte

Quanto contino i media nella formazione delle opinioni della gente non lo devo certo dire io, è cosa molto nota.
Se i giornali ( tipo gazzetta e repubblica, i più letti) e le televisioni non hanno dubbi sul doping di pantani, sui controlli di campiglio, se nessuno si mette almeno all'ascolto dei suoi dubbi, se si comincia a scrivere "traditore" quando la sera prima si era a tavola con lui, è facile che la gente lo identifichi con il dopato d'Italia.
penso che se uno ha un amico che fa un reato, prima di metterlo in croce, magari lo ascolta. Si chiede se, una percentuale su un milione, non abbia ragione lui.
E del resto il diverso trattamento che viene dedicato al calcio dimostra che i media lo sanno benissimo che se si spara su qualcuno in un certo modo, il giocattolo si rompe.
Se pantani veniva insultato da qualcuno per strada o in corsa, i media hanno le loro responsabilità. poi, nella considerazione della gente, ha vinto Marco, ma lui non ha fatto in tempo a vederlo.




sui media sono completamente d'accordo.ma il distinguo sul caso Pantani c'e.
intanto c'e' una bella differenza tra la Gazzetta che si augurava il ritorno in auge del Pirata(anche per convenienza)e un giornale generalista qual'e'repubblica,che Pantani o meno le sue copie le vendeva lo stesso.
e poi c'e' un discorso da fare che in pochi qui fanno..che nella nostra bellissima Nazione, si sale molto presto sul carro del vincente,e lo si abbandona in modo altrettanto veloce quando esso perde qualche ruota.
in piu',parlando con qualche tifoso in quel periodo,a piu' di qualcuno dava fastidio l'atteggiamento avuto dal Pirata in qualche occasione.non chiedermi in quale e perche'..
non credo che su questo caso c'entri molto la Gazzetta,che, opinione personale,tra le righe le sue belle analisi approfondite le faceva,quanto l'Italico vizio del tanto meglio tanto peggio,radicato nella nostra societa'.piu' che nel giornalismo,che secondo me altro non e' che la cassa di risonanza di questo nostro malcostume.
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  postato il 22/02/2009 alle 20:18
Scusatemi ma Franz scrive a caso?!?
Cerchiamo di non divagare in argomenti che non sono inerenti al 3D

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 20:21
Originariamente inviato da Cascata del Toce

Quel che io mi sento di dire.. a tutti e ai tifosi del grande Pirata che hanno riaperto vecchie questioni.. è che un uomo è morto.. e che se c'è un cielo i due avranno modo di chiarisri e riabbracciarsi.. Un uomo è morto..e non servono adesso certe cose.. Di certo leggere la parola..infamare (dico a caso, senza manco sapere chi l'ha messa)in una situazione del genere lo ritengo brutto..anzi...mi schifa..



 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 22/02/2009 alle 21:04
Scusa Laura,ovunque oggi si sta parlando di cannavò santificandolo e parlando di quello che ha fatto, detto, deciso ecc.
Non è che ci si limita al minuto di silenzio, si argomenta per santificarlo.
Anche noi qua diciamo quello che pensiamo di quello che Cannavò ha fatto, detto, deciso ecc.
Se si voleva un thread di tutti che esprimevano il loro dolore e basta se ne faceva uno intitolato: Condoglianze alla famiglia Cannavò.
Se il thread è generico si espime quello che si pensa, come stanno facendo tutti, come si è fatto con Pantani, con Zanette, con Fois, con Oreste Lionello, con chiunque, l'espressione pura e semplice delle condoglianze si fa nei biglietti da condoglianza, non nei giornali, sui forum o in televisione.
Se a qualcuno non sta bene che si pensino certe cose di un collega, si guardi la televisione, là è in corso la beatificazione, anche là parlando e valutando quello che ha fatto. A me quello che ha fatto non piace per niente, non mi piaceva prima e neanche adesso.

 

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IO NON L'HO VOTATO.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 22:06
Il thread si chiama "Gazzetta dello Sport" quand'è che diventato il thread "silenzio e condoglianze per Cannavò" e soprattutto quand'è che, eventualmente, smette di esserlo, così mi regolo un pò

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 23:33
Quello che dice Meriadoc sopra è giusto, questo 3d tratta gli argomenti generici che riguardano la Gazzetta dello Sport. Di conseguenza vengono inseriti i commenti su quanto pubblica e sui suoi protagonisti.
Visto il numero degli interventi su Cannavò dopo le notizie ufficiali, sarebbe stato più semplice proseguire su un 3d specifico, restando qui le argomentazioni si fanno varie e si avvicendano tra loro, dando la sensazione di andare OT con facilità.

Al di là delle mie opinioni personali, Cannavò è stato un direttore che ha fatto molto bene gli interessi del suo giornale, perchè sembrava l'anima stessa della Gazzetta, una sorta di incarnazione dello spirito rosa, in quanto associavi la sua faccia direttamente al suo giornale. Cosa che a me capita di avvertire oltre che con lui, solo con Scalfari e Belpietro. E' stato lui che l'ha fatto diventare il quotidiano sportivo più importante? Oppure ne ha solo beneficiato senza averne un'effettiva responsabilità? O è Cannavò che è diventato importante, proprio per essere il suo direttore? Quanto la Gazzetta abbia perso dopo le sue dimissioni, non saprei dirlo, sembra esserci più gossip e meno cronaca, ma forse è solo per la lettura smaliziata dei tempi moderni che il giornale ha cambiato il suo stile?

@ Donchisciotte:
per ogni personaggio noto ogni testata giornalistica ha un coccodrillo pronto per essere pubblicato al momento della morte, si tratta solo di aggiornarlo con i particolari sugli ultimi istanti di vita.
Quando i giornalisti devono parlare di un collega, chissà perchè hanno sempre solo belle parole ed i primi a fare del moralismo sono proprio loro.
Hai ragione, è facile tramite i media imporre il pensiero unico, quello che sancisce se sei un amico o un nemico. In questo modo se la pensi diversamente sei pregato di non esporre la tua idea.
Ho letto una volta che Cannavò non ha mai capito perchè i tifosi di Pantani ce l'avessero tanto con lui. Penso abbia solo capito quanto Pantani manchi al ciclismo.
Come scritto su CP, se vuoi veramente conoscere le opinioni della gente, devi per forza confrontarti con un forum.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2009 alle 23:42
Originariamente inviato da pier70
Per favore Antonello, non scherziamo.
Se tu ricordi 5 o 6 articoli in tal senso, io ne ricordo 50 o 60 disgustosi, e irrispetosi della mote di Pantani:


complimenti per la memoria.
A parte questo, ho riletti gli articoli che tu dici e posso capire che, se alcuni articoli visti con occhi neutrali sembrano del tutto normali, visti con gli occhi del tifoso assumono invece tutt'altro aspetto.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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