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Autore: Oggetto: Doping e Antidoping 2009

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  postato il 06/10/2009 alle 18:21
Esatto Plata, esatto. Questo è il mio pensiero.
Il doping cura i mali dell'attività sportiva ad alto livello che non si dovrebbe più nemmeno chiamare sport perchè a tutti gli effetti non lo è più.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:26
Originariamente inviato da pony
un ciclismo pulito? si può: giro di 7 tappe da 70 km con un riposo e poca salita... paladini della pulizia, lo guardereste ancora?

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori
Magari le salite si farebbero a 18 di media , il Poggio non con il 53x15..
Ma si farebbero ugualmente. La differenza fra campioni e brocchi aumenterebbe
7 Tappe da 70 km le faccio io con 800 km d'allenamento..

 
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  postato il 06/10/2009 alle 18:28
Però Forzainter ammetti che le medie dovrebbero abbassarsi, i rapporti cambiare insomma... non lo sport che c'è adesso, un altro.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/10/2009 alle 18:31
Originariamente inviato da forzainter

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori


Ma chi l'ha detto? Queste son le balle che raccontano i Bulbarelli, Cassani e co.

 

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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 06/10/2009 alle 18:32
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da pony
un ciclismo pulito? si può: giro di 7 tappe da 70 km con un riposo e poca salita... paladini della pulizia, lo guardereste ancora?

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori
Magari le salite si farebbero a 18 di media , il Poggio non con il 53x15..
Ma si farebbero ugualmente. La differenza fra campioni e brocchi aumenterebbe
7 Tappe da 70 km le faccio io con 800 km d'allenamento..

bisogna vedere a chi si crede...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:32
il ciclismo di 20 anni fa
C'era il doping anche allora ma non incideva come adesso
Era un ciclismo con meno soldi ma piu' vero , i campioni si affontavano da Febbraio a Ottobre
Non c'erano gli stage di preparazione (chissa' poi a cosa..) c'erano le corse
Se leggi il Thread di Lemond su Fignon noti che non era cosi' male

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:36
Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori


Ma chi l'ha detto? Queste son le balle che raccontano i Bulbarelli, Cassani e co.

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:45
Originariamente inviato da forzainter

il ciclismo di 20 anni fa


... era tutta un'altra cosa. Non focalizzare tutto il problema su 4 fiale e su 9 mesi d'attività.
Venti anni fa, più o meno, la ricerca sul'allenamento ha fatto passi da gigante che si sono poi ovviamente ripercossi su tutto. Prima un programma d'allenamento con "20' 53x16-18 al medio, 2 serie sfr di 800m 53x15 a 30-40 rpm" non esistevano. Esisteva l'allenarsi a tutta o andare piano. E non è che loro corressero ininterrottamente da marzo a ottobre perchè erano più bravi è, semplicemente perchè loro non sapevano tutti i vantaggi (resi possibili dal progresso delle tecniche d'allenamento) della "preparazione mirata" a un obbiettivo.

 

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Fabio

I walk these streets, a loaded six string on my back...

"L'unico sport che pratico è seguire, camminando, i funerali dei miei amici che avevano praticato sport" Bertrand Russell

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Livello Octave Lapize




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  postato il 06/10/2009 alle 18:50
Originariamente inviato da plata

Questa macchina ha per forza bisogno di aiuti dall'esterno, aiuti che non mettono a repentaglio la sua vita, ma forse la salvano, o almeno la preservano dall'usura.




Il discorso di Plata è interessante da un punto di vista meramente retorico. Però manca sostanza: non esiste in letteratura medica una sola prova degli effetti benefici del doping, mentre al contrario non mancano evidenze di effetti collaterali, a volte letali.
Tanto per restare nell'attualità, l'Epo sintetica uccide con varie modalità, dalla trombosi alla leucemia, senza considerare le possibili modificazioni ai danni della sostanza bianca cerebrale.
Plata dice che il doping ha effetti benefici sull'organismo, infatti come è noto gli atleti della Germania dell'Est oggi sono tutti in gran forma, cambi di sesso compresi.
Per carità, con ogni probabilità il doping è un male inestirpabile, parte integrante dello sport professionistico inteso come show. Ma da qui a sostenere che sia una panacea per l'organismo dello sportivo ce ne vuole. Attendo conferme da gente che conosce il mondo dello sport e le sue storture (vedi Morris).

 

[Modificato il 06/10/2009 alle 18:53 by albe89]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:55
Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori


Ma chi l'ha detto? Queste son le balle che raccontano i Bulbarelli, Cassani e co.


caro forzainter queste sono le cavolate che ti fa credere Cunego.....e gli ipocriti della televisione....

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 18:59
Originariamente inviato da albe89

Originariamente inviato da plata

Questa macchina ha per forza bisogno di aiuti dall'esterno, aiuti che non mettono a repentaglio la sua vita, ma forse la salvano, o almeno la preservano dall'usura.




Il discorso di Plata è interessante da un punto di vista meramente retorico. Però manca sostanza: non esiste in letteratura medica una sola prova degli effetti benefici del doping, mentre al contrario non mancano evidenze di effetti collaterali, a volte letali.
Tanto per restare nell'attualità, l'Epo sintetica uccide con varie modalità, dalla trombosi alla leucemia, senza considerare le possibili modificazioni ai danni della sostanza bianca cerebrale.
Plata dice che il doping ha effetti benefici sull'organismo, infatti come è noto gli atleti della Germania dell'Est oggi sono tutti in gran forma, cambi di sesso compresi.
Per carità, con ogni probabilità il doping è un male inestirpabile, parte integrante dello sport professionistico inteso come show. Ma da qui a sostenere che sia una panacea per l'organismo dello sportivo ce ne vuole. Attendo conferme da gente che conosce il mondo dello sport e le sue storture (vedi Morris).



Hai amplificato quello che volevo dire. Tra l'altro lesempio della germania est non calza, prima cosa perchè è è datato, poi perchè non è uguale. I cambi di sesso sono determinati dall'assunzione di enormni dosi di ormoni, che danno giovamenti si nel ciclismo, ma trattandosi di sport aerobico di resistenza, non potranno mai avere un uso così discriminato. Nell'atletica invece è un altra cosa. E cmq in germania dell'est non facevano troppi complimenti. Cn le dovute distanze, affiancherei la germania est all'esempio dell'amatore che ho portato io.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/10/2009 alle 19:07
Originariamente inviato da forzainter

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


DeMatteis ad alto livello? Bassons ad alto livello?
Zimmermann chi? Il corridore degli anni '80? Che c'entra? Quello era un altro ciclismo.

Delion è l'esempio migliore che potevi fare per darmi ragione. Fino al '90 era un corridore di primissima fascia, poi è sparito. Posso anche credere che fosse pulito, o che quantomeno non facesse uso di Epo. Ma questo dimostra che mentre prima (fino agli anni '80) era possibile fare ciclismo ad alti livelli senza l'uso di certe sostanze, poi è diventato impossibile.
E c'è da considerare che ora siamo nel 2009 e il doping in questi anni è progredito ulteriormente.

Quel ciclismo è morto e sepolto. Da due decenni si è aperta una nuova epoca. Capisco che per gli appassionati più adulti che hanno vissuto gli anni 70-80 sia difficile da digerire. Però rincorrere un passato che non tornerà mai, non mi pare sano.

 

____________________

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 19:08
Originariamente inviato da danilodiluca87

Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori


Ma chi l'ha detto? Queste son le balle che raccontano i Bulbarelli, Cassani e co.


caro forzainter queste sono le cavolate che ti fa credere Cunego.....e gli ipocriti della televisione....

Su Cunego la mano sul fuoco non la metto
Sugli esempi che ti ho fatto si
Voi credete pure a Ferrari , Santuccione , Fuentes , Cecchini ecc

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 19:24
Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


DeMatteis ad alto livello? Bassons ad alto livello?
Zimmermann chi? Il corridore degli anni '80? Che c'entra? Quello era un altro ciclismo.

Delion è l'esempio migliore che potevi fare per darmi ragione. Fino al '90 era un corridore di primissima fascia, poi è sparito. Posso anche credere che fosse pulito, o che quantomeno non facesse uso di Epo. Ma questo dimostra che mentre prima (fino agli anni '80) era possibile fare ciclismo ad alti livelli senza l'uso di certe sostanze, poi è diventato impossibile.
E c'è da considerare che ora siamo nel 2009 e il doping in questi anni è progredito ulteriormente.

Quel ciclismo è morto e sepolto. Da due decenni si è aperta una nuova epoca. Capisco che per gli appassionati più adulti che hanno vissuto gli anni 70-80 sia difficile da digerire. Però rincorrere un passato che non tornerà mai, non mi pare sano.

Be si saro' nostalgico pero' preferivo quel ciclismo (piu' 80.. nel 70 non ero ancora nato)
Lo vedo dalle risposte nei vari Thread che siamo ormai una minoranza
Quello che interessa è il risultato , come lo si ottenga è relativo
Poi di tanto in tanto qualche corridore muore ma chissenefrega
Mica è morto per quello..
Il bello è che chi corre pulito , viene pure preso per il c... dagli altri
Vedi la vittoria di tappa di Bassons sul Dauphine.. o altri episodi
Tanto anche chi viene beccato si fa i suoi due anni (quasi sempre ridotti..) e poi torna a correre come prima
Contenti voi

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 06/10/2009 alle 19:28
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


DeMatteis ad alto livello? Bassons ad alto livello?
Zimmermann chi? Il corridore degli anni '80? Che c'entra? Quello era un altro ciclismo.

Delion è l'esempio migliore che potevi fare per darmi ragione. Fino al '90 era un corridore di primissima fascia, poi è sparito. Posso anche credere che fosse pulito, o che quantomeno non facesse uso di Epo. Ma questo dimostra che mentre prima (fino agli anni '80) era possibile fare ciclismo ad alti livelli senza l'uso di certe sostanze, poi è diventato impossibile.
E c'è da considerare che ora siamo nel 2009 e il doping in questi anni è progredito ulteriormente.

Quel ciclismo è morto e sepolto. Da due decenni si è aperta una nuova epoca. Capisco che per gli appassionati più adulti che hanno vissuto gli anni 70-80 sia difficile da digerire. Però rincorrere un passato che non tornerà mai, non mi pare sano.

Be si saro' nostalgico pero' preferivo quel ciclismo (piu' 80.. nel 70 non ero ancora nato)
Lo vedo dalle risposte nei vari Thread che siamo ormai una minoranza
Quello che interessa è il risultato , come lo si ottenga è relativo
Poi di tanto in tanto qualche corridore muore ma chissenefrega
Mica è morto per quello..
Il bello è che chi corre pulito , viene pure preso per il c... dagli altri
Vedi la vittoria di tappa di Bassons sul Dauphine.. o altri episodi
Tanto anche chi viene beccato si fa i suoi due anni (quasi sempre ridotti..) e poi torna a correre come prima
Contenti voi

contentissimi! a me riccò manca da morire!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 19:28
Originariamente inviato da plata

Originariamente inviato da forzainter

il ciclismo di 20 anni fa


... era tutta un'altra cosa. Non focalizzare tutto il problema su 4 fiale e su 9 mesi d'attività.
Venti anni fa, più o meno, la ricerca sul'allenamento ha fatto passi da gigante che si sono poi ovviamente ripercossi su tutto. Prima un programma d'allenamento con "20' 53x16-18 al medio, 2 serie sfr di 800m 53x15 a 30-40 rpm" non esistevano. Esisteva l'allenarsi a tutta o andare piano. E non è che loro corressero ininterrottamente da marzo a ottobre perchè erano più bravi è, semplicemente perchè loro non sapevano tutti i vantaggi (resi possibili dal progresso delle tecniche d'allenamento) della "preparazione mirata" a un obbiettivo.

Quello sicuramente
Ma determinati stages di una settimana con 240 km e 7-8 colli senza aiuti te li scordi
Poi vero non facevano ripetute ne cardio ne srm pero' conoscevano molto bene il proprio corpo. A volte andavano oltre con la forza di volonta'

 
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  postato il 06/10/2009 alle 19:39
Purtroppo non mi meraviglio più di niente,per anni guardando il ciclismo da appassionato ho voluto credere alle favolette del ciclismo pulito e delle poche mele marce,ero sempre pronto ad schierarmi contro il dopato di turno,un giorno però dopo aver scoperto che anche il ciclista per cui ho sempre tifato era in fondo come tutti gli altri ho capito che il doping probabilmente non è la piaga maggiore del ciclismo alrimenti non mi spiego perche un corridore di 38 anni che di nome fa rebellin dopo un onorata carriera si sia fatto di cera e un altro di nome diluca si sia fatto beccare a 33 anni.quando avrò queste risposte forse tornerò a meravigliarmi
 
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  postato il 06/10/2009 alle 19:43
Originariamente inviato da forzainter

Poi vero non facevano ripetute ne cardio ne srm pero' conoscevano molto bene il proprio corpo. A volte andavano oltre con la forza di volonta'


Beh forzainter, non è che oggi la forza di volontà sia merce rara. Non può certo essere soppiantata da un'EPO qualsiasi, e a parità di EPO, vincerà sempre l'atleta con più forza di volontà.

Tempo fa Bulba lanciò un servizio d'epoca relativo al Giro 1984 in cui si magnificavano gli interventi di Conconi sul motore di Moser, e si diceva che ormai il ciclismo era entrato in una nuova epoca, e che era giusto così, che da lì in poi il corridore e le sue gambe non sarebbero bastati, ma entrava in scena la figura del preparatore-medico pronto a migliorare il rendimento e ad aumentare la cilindrata.
Insomma, il senso era questo. Era un servizio della Domenica Sportiva.

Non è che nel 1984 si facesse un elogio del doping alla DS, semplicemente la faccenda era inquadrata da una prospettiva diversa, una prospettiva seppellita da oltre un decennio di demonizzazione dei dopati sui media.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
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(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 19:45
Pitoro ha accenato ai morti.

Ecco, i morti: quali e quanti morti? Tralsciando un attimo quella 30ina di atleti morti 20 anni fa quando l'epo era ancora in fase sperimentale, quanti atleti sono morti di doping? Dal 2000 ad oggi sono morti 38 atleti, la maggior parte per incidente ciclistici e stradali. Altri son morti in diverse circostanze legate a situazioni di depressione (Pantani, Jimenez, Fois, Dupouey). Le morti che sono a tutt'oggi misteriose e dunque per le quali non si può escludere la componente doping sono: Galletti, Cox, Nolf,Rusconi, Salanson, Sulkers, Waalard. Escludiamo Zanette, per il quale la componente familiare è fin troppo preponderante. Sono 7 atleti, un po' poco per parlare di emergenza salute nel ciclismo. Decisamente dati parvi se confrontati con quelli del calcio e sopratutto dell'NFL, dove c'è gente che muore anche per un colpo di sole.

Un'altra domanda: a parte Zimmermann, che non prendeva nemmeno le vitamine, i vari atleti citati da Forzainter, pur meritevoli per essersi distinti dal luogo comune, non hanno comunque preso medicinali per 365 giorni all'anno, alterando così una serie di equilibri nel loro fisico, per tutta la durata della loro carriera sportiva? Non hanno dunque fatto del male alla loro salute, come i loro colleghi dopati, seppur (forse) in tono minore?

Io credo di aver capito ciò che dice Laura, e non mi sento affatto di biasimarla per la sua opinione. Ma ritengo il doping libero un utopia (del resto Laura non ha parlato di doping libero), perchè se è vero che non esiste sport professionistico libero dal doping, non esiste neanche sport senza antidoping. Troppo pericoloso: immaginate quanti atleti mitomani rischierebbero la loro vita come e peggio Giannetti verso Lugano per un successo importante, quanti poveracci tenterebbero miscugli impossibili e magari tossici per battere i colleghi che possono permettersi cose all'avanguardia.
No, non sono d'accordo con Gianni Clerici, la 3° via tra doping libero e dilettantismo c'è ed è esattamente quello che stiamo vivendo oggi, ma senza le strumentalizzazioni, i trattamenti di favore e le ripicche che avvengono oggi nella gestione dell'antidoping. Basterebbe un'antidoping il più omogeneo possibile tra paese e paese, un antidoping per il quale un atleta sa che prenderà una tale sostanza al 99% per cento verrà beccato al tour de france come al palio del recioto, invece di attendere le soffiate del giudice o dell'amico di turno . Nell'omogeneità e nell'equilibrio c'è il corretto funzionamento di un sistema, e in nient'altro.

Mi rendo conto che tale sistema continuerebbe a favorire chi va dal miglior preparatore, ma, ahimè, trovatemi un sistema per rendere tutti gli atleti uguali e vi coprirò d'oro.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 06/10/2009 alle 19:46
Intanto vi segnalo questo bel servizio che ci propone il nostro Vivian.
Lo segnalo (anche) qui visto che si parla di rientri post-squalifiche.



L'eterno ritorno - Tra Nietzsche e rientri eccellenti

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  postato il 06/10/2009 alle 19:47
Originariamente inviato da plata

Originariamente inviato da albe89

Originariamente inviato da plata

Questa macchina ha per forza bisogno di aiuti dall'esterno, aiuti che non mettono a repentaglio la sua vita, ma forse la salvano, o almeno la preservano dall'usura.




Il discorso di Plata è interessante da un punto di vista meramente retorico. Però manca sostanza: non esiste in letteratura medica una sola prova degli effetti benefici del doping, mentre al contrario non mancano evidenze di effetti collaterali, a volte letali.
Tanto per restare nell'attualità, l'Epo sintetica uccide con varie modalità, dalla trombosi alla leucemia, senza considerare le possibili modificazioni ai danni della sostanza bianca cerebrale.
Plata dice che il doping ha effetti benefici sull'organismo, infatti come è noto gli atleti della Germania dell'Est oggi sono tutti in gran forma, cambi di sesso compresi.
Per carità, con ogni probabilità il doping è un male inestirpabile, parte integrante dello sport professionistico inteso come show. Ma da qui a sostenere che sia una panacea per l'organismo dello sportivo ce ne vuole. Attendo conferme da gente che conosce il mondo dello sport e le sue storture (vedi Morris).



Hai amplificato quello che volevo dire. Tra l'altro lesempio della germania est non calza, prima cosa perchè è è datato, poi perchè non è uguale. I cambi di sesso sono determinati dall'assunzione di enormni dosi di ormoni, che danno giovamenti si nel ciclismo, ma trattandosi di sport aerobico di resistenza, non potranno mai avere un uso così discriminato. Nell'atletica invece è un altra cosa. E cmq in germania dell'est non facevano troppi complimenti. Cn le dovute distanze, affiancherei la germania est all'esempio dell'amatore che ho portato io.


Io non ho amplificato nulla. Sostieni che il doping salva vite o almeno preserva dall'usura, ti sfido a portare prove scientifiche a sostegno della tua tesi. Lo sport degli ultimi vent'anni non manca certo di effetti collaterali devastanti e di morti causate dal doping.
Chi lo dice che gli ormoni non si usano nel ciclismo? Ti ricordo che solo qualche anno fa il vincitore del Tour de France è stato detronizzato per positività al testosterone esogeno.
Su temi quali giustizia dell'antidoping, pulizia dei vari corridori e cerchiobottismo e perfezionismo ognuno di noi ha opinioni diverse, quindi è lecito discutere. Ma scoprire che il doping non solo non fa male ma addirittura dà incomparabili effetti benefici è francamente aberrante.
Mi metto nei panni del dilettante ingenuo e magari un po' ignorantello che fino a oggi ha rifiutato la bomba. Stasera legge il post di Plata e forse cambia idea.

 

[Modificato il 06/10/2009 alle 19:50 by albe89]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 20:02
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Originariamente inviato da forzainter

Poi vero non facevano ripetute ne cardio ne srm pero' conoscevano molto bene il proprio corpo. A volte andavano oltre con la forza di volonta'


Beh forzainter, non è che oggi la forza di volontà sia merce rara. Non può certo essere soppiantata da un'EPO qualsiasi, e a parità di EPO, vincerà sempre l'atleta con più forza di volontà.

Tempo fa Bulba lanciò un servizio d'epoca relativo al Giro 1984 in cui si magnificavano gli interventi di Conconi sul motore di Moser, e si diceva che ormai il ciclismo era entrato in una nuova epoca, e che era giusto così, che da lì in poi il corridore e le sue gambe non sarebbero bastati, ma entrava in scena la figura del preparatore-medico pronto a migliorare il rendimento e ad aumentare la cilindrata.
Insomma, il senso era questo. Era un servizio della Domenica Sportiva.

Non è che nel 1984 si facesse un elogio del doping alla DS, semplicemente la faccenda era inquadrata da una prospettiva diversa, una prospettiva seppellita da oltre un decennio di demonizzazione dei dopati sui media.

Demonizzazione ? Tolto Pantani (che subi di tutto), gli altri son tutti tornati a correre con il loro bei contrattoni , alcuni piu' forti di prima
La sospensione per doping viene vista come un infortunio , fa parte del gioco. Si perde un anno pazienza..
Si la forza di volonta' oggi è merce rara. Lo si vede in tutti i campi
I lavori duri si preferisce farli fare agli stranieri , piuttosto non si lavora. Servono ingegneri o dottori ? Si preferiscono lauree piu' semplici dove c'e' meno da studiare
Per raggiungere un determinato livello (non parlo del top) , un corridore puo' arrivarci con enormi sacrifici e fatiche da pulito o faticando di meno con aiuti ? io preferisco Bassons
Sul record dell'ora
Merckx per battere il record ando' oltre il suo limite , Moser lo batte e poi lo distrusse 2 o 3 giorni dopo..
Chi preferisci ? Io il record di Merckx
Meno aiuti ci sono meglio è



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 20:13
Originariamente inviato da Subsonico

Pitoro ha accenato ai morti.

Ecco, i morti: quali e quanti morti? Tralsciando un attimo quella 30ina di atleti morti 20 anni fa quando l'epo era ancora in fase sperimentale, quanti atleti sono morti di doping? Dal 2000 ad oggi sono morti 38 atleti, la maggior parte per incidente ciclistici e stradali. Altri son morti in diverse circostanze legate a situazioni di depressione (Pantani, Jimenez, Fois, Dupouey). Le morti che sono a tutt'oggi misteriose e dunque per le quali non si può escludere la componente doping sono: Galletti, Cox, Nolf,Rusconi, Salanson, Sulkers, Waalard. Escludiamo Zanette, per il quale la componente familiare è fin troppo preponderante. Sono 7 atleti, un po' poco per parlare di emergenza salute nel ciclismo. Decisamente dati parvi se confrontati con quelli del calcio e sopratutto dell'NFL, dove c'è gente che muore anche per un colpo di sole.


Sul Nfl hai ragione
Sul calcio no
Basta confrontare il peloton pro (circa 1000 corridori) con le rose della Serie A e B delle varie stagioni, nel ciclismo c'e' piu' di un morto all'anno nel calcio no (sempre escludendo gli incidenti stradali)
O confrontare il ciclismo anni 90-00 con quello precedente
Una volta si moriva in corsa per incidente adesso perche' il cuore smette di funzionare

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 06/10/2009 alle 20:20
Originariamente inviato da Subsonico

Basterebbe un'antidoping il più omogeneo possibile tra paese e paese, un antidoping per il quale un atleta sa che prenderà una tale sostanza al 99% per cento verrà beccato al tour de france come al palio del recioto, invece di attendere le soffiate del giudice o dell'amico di turno.


Aggiungerei:
-Omogeneità dei test tra sport e sport
-Divieto di test su campioni a distanze superiori di 6 mesi dall'evento (sorta di prescrizione)

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 06/10/2009 alle 20:27
Originariamente inviato da pitoro

Originariamente inviato da Laura Idril




Concordo che è difficile parlare qui di questo tema, troppe sfumature, tempi morti, parole che possono essere lette in vari modi e fanno attorcigliare la discussione. Ma probabilmente sono io che non so scrivere. Quindi non approfondisco.




Nicolino!
Mi sa che sei ancora sotto effetto delle sostanze trangugiate ieri per il tuo compleanno.

Io NON ho parlato di atleti morti. Come leggi nel quote, ho solo indicato i "tempi morti" tra un intervento e l'altro tra i motivi che rendono più problematico uno scambio di idee sul forum e su un argomento così delicato.

Una roba un po' meno cruenta, non ti pare?

 
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  postato il 06/10/2009 alle 20:36
Originariamente inviato da forzainter
Sul record dell'ora
Merckx per battere il record ando' oltre il suo limite , Moser lo batte e poi lo distrusse 2 o 3 giorni dopo..
Chi preferisci ? Io il record di Merckx
Meno aiuti ci sono meglio è


Però nel record dell'ora proprio a partire da Moser si incominciarono a vedere le cosiddette "biciclette spaziali", che difatti diedero benefici notevoli.
Faccio però notare il caso di Chris Boardman: lui con le biciclette speciali fece dei record dell'ora spaventosi, l'ultimo dei quali superando i 56 orari se ben mi ricordo. Poi quando le abolirono volle ritentare a pari condizioni di Merckx, con l'ausilio di una bicicletta tradizionale, e seppur di poco riuscì a far meglio del "Cannibale" e da quel che mi pare di ricordare dalle immagini che vidi Boardman concluse la fatica completamente sfatto (se non sbaglio con quel record dell'ora ci concluse anche la carriera). Quindi come consideriamo questo fatto: anche l'inglese ha saputo spingersi oltre i suoi limiti, dimostrando una volta di più di essere il passista formidabile che ha vinto mondiali e medaglie olimpiche oppure giustifichiamo quella performance con l'epoca in cui Boardman si è trovato a competere (gli anni Novanta)?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 20:49
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Ma chi l'ha detto ? queste son le balle che raccontano i Ferrari , Santuccione e co
Si puo' far ciclismo ad alto livello anche senza aiuti , basta veder il palmares di certi corridori


Ma chi l'ha detto? Queste son le balle che raccontano i Bulbarelli, Cassani e co.

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


io su alcuni di quei nomi 'ste grandi certezze non le ho.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 21:00
Originariamente inviato da dietzen

Originariamente inviato da forzainter

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


io su alcuni di quei nomi 'ste grandi certezze non le ho.


IO SU DI UNO SI!

 

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  postato il 06/10/2009 alle 21:08
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 21:19
Originariamente inviato da albe89


Io non ho amplificato nulla. Sostieni che il doping salva vite o almeno preserva dall'usura, ti sfido a portare prove scientifiche a sostegno della tua tesi. Lo sport degli ultimi vent'anni non manca certo di effetti collaterali devastanti e di morti causate dal doping.
Chi lo dice che gli ormoni non si usano nel ciclismo? Ti ricordo che solo qualche anno fa il vincitore del Tour de France è stato detronizzato per positività al testosterone esogeno.
Su temi quali giustizia dell'antidoping, pulizia dei vari corridori e cerchiobottismo e perfezionismo ognuno di noi ha opinioni diverse, quindi è lecito discutere. Ma scoprire che il doping non solo non fa male ma addirittura dà incomparabili effetti benefici è francamente aberrante.
Mi metto nei panni del dilettante ingenuo e magari un po' ignorantello che fino a oggi ha rifiutato la bomba. Stasera legge il post di Plata e forse cambia idea.


Prima cosa, davanti a salvare c'è un forse.
Le prove non te le posso portare di certo, la mia è un'opionine, non una tesi di laurea.
Tutte queste morti negli ultimi venti anni, che poi sono gli ultimi 7-8 quelli che contano, non me le ricordo.
Io non ho detto che gli ormoni non si usano nel ciclismo, ho detto che non si usano come in altri sport.
Dopo aver letto il mio post, credo che nessuno perderà la verginità.

Impara un attimo a pesare le parole

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 06/10/2009 alle 21:24


No, non sono d'accordo con Gianni Clerici, la 3° via tra doping libero e dilettantismo c'è ed è esattamente quello che stiamo vivendo oggi, ma senza le strumentalizzazioni, i trattamenti di favore e le ripicche che avvengono oggi nella gestione dell'antidoping. Basterebbe un'antidoping il più omogeneo possibile tra paese e paese, un antidoping per il quale un atleta sa che prenderà una tale sostanza al 99% per cento verrà beccato al tour de france come al palio del recioto, invece di attendere le soffiate del giudice o dell'amico di turno . Nell'omogeneità e nell'equilibrio c'è il corretto funzionamento di un sistema, e in nient'altro.


Straquoto. L'omogeneità è il punto. E ora non c'è. L'ho già scritto altrove, credo a proposito di Valverde, ma lo riscrivo.

Se si prende questo come riferimento, allora cambia anche l'antidoping. Ora i livelli limite di riferimento sono presi "a partire da quando una sostanza incide sulla prestazione", non a partire da quando è pericolosa. Perché si fa questo? Ciò dipende da una concezione religiosa-assoluta dello sport, che deve essere puro, la pura prestazione, il puro confronto. (tra l'altro, se uno crede in Dio perché dovrebbe adorare la pura prestazione? E se uno non crede in Dio, perché dovrebbe adorare la pura prestazione?)

Si arriva al paradosso che uno lo squalifichi perché si fa di tonnellate di merda, ma siccome non avverte il dottore che usa lo Rinazina lo beccano per Efedrina (gli anni 90 son pieni di ste situazioni).

L'antidoping deve tornare omogeneo, innanzitutto, e deve cambiare il target dell'antidoping: ricercare quanto è pericoloso, alle dosi pericolose, e non quanto "altera": tutte le energie così sarebbero investite in una direzione giusta, e per qualcosa che serve. Il doping, comunque, resterà più avanti, e ci sarà la corsa al Santone di turno. Ma si eviterebbero morti giustiziali, e molteplici morti da farmaci in stile Nfl.

(PS Sull'omogeneità come categoria della giustizia ricordo che Parmalat in 20 anni subì un paio di controlli della magistratura, mentre Fininvest diverse centinaia; il concetto di magistratura per il potere, ossia l'antidoping di McQuaid, per noi italiani è un'arma politica già vista...).

 
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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 06/10/2009 alle 21:29
Che Dematteis fosse pulito ci metterei la firma anch'io, che Dematteis sia un buon corridore ci metterei la firma che Dematteis sia un cammpione oppure un grande talento, non credo.

Ancora una volta di più sono favorevole alla radiazione. Mali estremi, estremi rimedi.

 

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Pap

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 23:40
Originariamente inviato da pitoro

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Originariamente inviato da Laura Idril




Concordo che è difficile parlare qui di questo tema, troppe sfumature, tempi morti, parole che possono essere lette in vari modi e fanno attorcigliare la discussione. Ma probabilmente sono io che non so scrivere. Quindi non approfondisco.




Nicolino!
Mi sa che sei ancora sotto effetto delle sostanze trangugiate ieri per il tuo compleanno.

Io NON ho parlato di atleti morti. Come leggi nel quote, ho solo indicato i "tempi morti" tra un intervento e l'altro tra i motivi che rendono più problematico uno scambio di idee sul forum e su un argomento così delicato.

Una roba un po' meno cruenta, non ti pare?


scusami ettore, è uno di quegli errori che in un forum non si dovrebbe fare assoloutamente. Scusa ancora.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2009 alle 23:55
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da Subsonico

Pitoro ha accenato ai morti.

Ecco, i morti: quali e quanti morti? Tralsciando un attimo quella 30ina di atleti morti 20 anni fa quando l'epo era ancora in fase sperimentale, quanti atleti sono morti di doping? Dal 2000 ad oggi sono morti 38 atleti, la maggior parte per incidente ciclistici e stradali. Altri son morti in diverse circostanze legate a situazioni di depressione (Pantani, Jimenez, Fois, Dupouey). Le morti che sono a tutt'oggi misteriose e dunque per le quali non si può escludere la componente doping sono: Galletti, Cox, Nolf,Rusconi, Salanson, Sulkers, Waalard. Escludiamo Zanette, per il quale la componente familiare è fin troppo preponderante. Sono 7 atleti, un po' poco per parlare di emergenza salute nel ciclismo. Decisamente dati parvi se confrontati con quelli del calcio e sopratutto dell'NFL, dove c'è gente che muore anche per un colpo di sole.


Sul Nfl hai ragione
Sul calcio no
Basta confrontare il peloton pro (circa 1000 corridori) con le rose della Serie A e B delle varie stagioni, nel ciclismo c'e' piu' di un morto all'anno nel calcio no (sempre escludendo gli incidenti stradali)
O confrontare il ciclismo anni 90-00 con quello precedente
Una volta si moriva in corsa per incidente adesso perche' il cuore smette di funzionare


Purtroppo c'è una lista solo per il ciclismo, che io sappia, però prendo in considerazione il calcio internazionale, mica solo la serie A...io ricordo Baicu (Romania, ex cremonese), Jarque, Puerta, Foè, Fehrer, Vrabioru, Ikoroma, Serginho (Sao Caetano), David Di Tommaso dal 1999 oggi. Più o meno pareggiamo i conti (vabbè, Ikoroma e Foè son due casi a parte). Ma sicuramente ne dimentico qualcuno.

Quando le mie conoscienze statistiche saranno complete, cercherò di fare un indagine sull'età media dei vari sportivi, con analisi delle cause dei decessi, in modo tale da tagliare una volta per tutte la testa al toro.

 

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  postato il 07/10/2009 alle 00:50
Un'intervista che fa eco al nostro primo piano di oggi.

L'ha rilasciata Michael Rasmussen in Messico: tanta amarezza e disillusione nelle sue parole. Non la traduco, è abbastanza comprensibile (tratta da Deia.com)

Michael Rasmussen, ciclista del Tecos-Trek
"No odio el ciclismo, sino a sus políticos y su hipocresía"
Después de su reingreso en el ciclismo en la Vuelta a Puebla, que ganó con más de nueve minutos de diferencia, el danés disputa la Vuelta a Chihuahua, donde se reencuentra con Mancebo o Sevilla, ciclistas a los que se enfrentó en otra época en el Tour de Francia

Alain Laiseka

chihuahua (México). "¡Vamos pollito!", jalean a Michael Rasmussen (Holbaek, Dinamarca, 1974) por los pasillos del hotel Palacio del Sol de Chihuahua. "¡Vamos pollito que ganas seguro!", espolean al danés la víspera de que arranque la Vuelta a Chihuahua, su segunda prueba tras cumplir la sanción por dopaje que le impuso la UCI y que finalizó el 27 de julio pasado, el mismo día de hace dos años en el que fue apeado del Tour que había sentenciado en el Aubisque. Y Rasmussen, que sigue siendo patas de pollo, blanco y magro, se ruboriza, se le sube el color a las mejillas demacradas y parece querer hundir su fino cuello en los huesudos hombros. Es una señal de humildad. Se siente complacido. "Para ellos soy mexicano. Me quieren como a uno de ellos y me tienen más estima que en Dinamarca", dice el que fuera el mejor escalador del mundo, que ha encontrado en México el dorsal que se le negaba en Europa, donde anuncia que correrá en 2010: "Tengo dos o tres ofertas y en poco tiempo firmaré por un equipo europeo".

Hace una década ganó el Campeonato del Mundo de mountain bike.

Ha pasado mucho tiempo de aquello y entretanto me han ocurrido muchas cosas buenas y muchas malas. Sobre todo los últimos tres años han sido muy difíciles para mí. Pero si repaso mi trayectoria desde aquel Mundial, en general, sin entrar en detalles, tengo que estar contento. Guardo buenos recuerdos de mi primera etapa como ciclista. Gané el Mundial de 1999 y un año después, en Sierra Nevada, conocí a la que ahora es mi mujer, que corría entonces con la selección mexicana. Ahora, en México me consideran uno de ellos. Me siento querido aquí. Me tienen más estima que en Dinamarca.

Fue usted de los primeros en dejar el mountain bike y pasarse a la carretera. ¿Por ambición?

Sí, en cierto modo. El nivel del ciclismo en ruta siempre ha sido mejor y yo quería correr con los mejores. Si uno gana el Mundial de mountain bike, es que es un buen ciclista, pero no el mejor del mundo. Si, en cambio, ganas el Tour o el Mundial de ruta, no hay duda sobre ello.

Usted llegó a ser el mejor escalador del mundo.

Sí, pero no fue una sorpresa para mí. Quiero decir que sospechaba que podía alcanzar ese nivel en ruta porque cuando en 1998 y 1999 entrenaba en Italia con los profesionales ya veía que subiendo iba muy bien. Por eso tuve siempre mucha confianza en que podía ser un buen escalador.

Lo fue en el Tour de Francia, el más grande de los escenarios.

Ganar una etapa en el Tour, ser el mejor escalador allí, no tiene parangón. No se puede equiparar a nada que hayas logrado antes. Brillar en Francia fue una enorme satisfacción para mí, el premio a tantos sacrificios. El Tour me dio mucho.

También se lo quitó: todo.

Sí. Fue una de las decepciones… No, fue la decepción más grande de toda mi vida.

Todo ocurrió en una noche, en Pau, después de sentenciar el Tour en el Aubisque. ¿Recuerda aquello?

Claro. Aquella noche estuve muy cerca del suicidio. Me sacaron del hotel del equipo en Pau y me llevaron a otro no sé ni donde en el que me dejaron solo. Estuve allí hasta la mañana siguiente. Fue la noche más larga de mi vida. Una experiencia terrible. Lloré como nunca. Pensaba en que tres horas antes de que sucediera todo aquello había tocado el cielo, había ganado el Tour, en el Aubisque. El sufrimiento de aquella noche es indescriptible.

¿Cómo se repuso?

No lo sé muy bien. Pienso que si uno es capaz de ganar el Tour de Francia significa que no es una persona normal, que tiene algo más, un poder mental superior. Seguramente, eso me ayudó y lo sigue haciendo. En estos dos años, el ciclismo ha sido una terapia para mí. A veces he tenido temporadas con depresiones en las que estaba muy mal, pero al día siguiente lograba encontrarme mejor forzándome a entrenar y pensando en el regreso.

¿Se considera ganador de ese Tour?

No lo sé, es un asunto complicado. Sólo digo que si el ciclismo puede aceptar que el mejor no ganó aquel Tour, entonces es cierto que yo no gané.

¿Llegó a odiar el ciclismo?

¿Al ciclismo? no; a sus políticos y su hipocresía, sí.

¿Los políticos, la hipocresía?

Hay muchos políticos en el ciclismo para quienes los ciclistas no son más que números. Para ellos sólo vale el dinero, el business. Si no fuese así, jamás entenderé que el Rabobank, mi equipo, no fuese castigado como yo lo fui. Claro, ¿alguien se imagina el ciclismo en Holanda sin el Rabobank? Moriría.

Siendo consciente de ello, de la hipocresía que menciona, nunca cejó en su idea de regresar pese a tener 35 años y poco que ganar en el ciclismo.

Es que la pasión siempre ha sido la misma. En este punto, el dinero no es una razón para volver a correr. Hay otra explicación más profunda. Yo tengo una historia que comienza en 1983, hace 26 años, cuando me monto en una bicicleta, y no puede terminar así. No puede. Soy yo quien decide cuando debe acabarse mi carrera, no los políticos.

Cumplida su sanción, ha estado buscando equipo en Europa.

Sí, pero me cerraron muchas puertas. Llegué a tener un precontrato con un equipo italiano, pero la UCI intervino para advertir a los responsables que no era bueno firmar a Rasmussen.

¿En el ciclismo no existe el perdón ni el olvido?

No. Al menos para mí. Creo que la UCI está muy rabiosa conmigo. Sólo así logró explicar lo que me ha sucedido.

Explíquese.

La UCI no podía robarme un Tour y no hacer nada más. Siguiendo las reglas de 2007 no podían darme un castigo de dos años y lo que hicieron fue aplicar la normativa de 2009 dándole carácter retroactivo. No logro entenderlo. Tampoco que ahora no me permita fichar por un equipo. Yo he cumplido los dos años de sanción que me impusieron. Son sus reglas. Y las he seguido. Si ellos mismos no las aceptan, que las cambien y pongan castigos a perpetuidad. Entonces, al menos, todo sería más claro.

Ha tenido que emigrar a México.

Sí, aunque estuve muy muy cerca de hacer la Vuelta con el Contetpolis-Ampo.

¿Qué ocurrió?

Que una regla estúpida lo impidió. No estaba preinscrito y Unipublic no aceptó que yo corriese cuando, al mismo tiempo, sí permitió que lo hiciesen tres corredores del Silence-Lotto que tampoco estaban preinscritos. También dijeron que no tenía el pasaporte biológico, cuando eso no es verdad, porque me han hecho más controles que a la mitad de los corredores que están aquí en la Vuelta a Chihuahua.

Ha estado dos años sin correr pero debutó en la Vuelta a Puebla ganando con más de nueve minutos de ventaja y no pesa usted un gramo más que en 2007.

He entrenado mucho, me he sacrificado y me siento bien. Si hubiese corrido la Vuelta, estoy seguro de que habría acabado entre los diez mejores. Lo de la Vuelta a Puebla me vino bien psicológicamente. Lo necesitaba, porque ahora noto que entrenando y corriendo sufro mucho más que antes de la sanción.

¿En 2010 correrá en Europa?

Tengo dos o tres ofertas de equipos europeos y en poco tiempo firmaré por uno de ellos. Volveré a correr en Europa, a disputar una grande; la Vuelta, lo más seguro, o el Giro, quizás. ¿El Tour? No creo que los franceses me quieran mucho.

Tiene 35 años. Alguien podría pensar que su regreso es más reivindicativo que otra cosa.

Armstrong quiere ganar el Tour del año que viene y tiene 38 años… Físicamente me siento joven y aunque a veces la cabeza me diga que soy viejo, me motiva entrenar con profesionales como Kreuziger o Fuglsang y comprobar que subiendo sigo siendo mejor que ellos (ríe).

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 07/10/2009 alle 05:34
Parlare chiaro ha parlato chiaro, il Pollo.

Comunque certe cose mi fanno venire in mente fatti passati, dove la capacità deduttiva di TUTTI anticipava di gran lunga gli eventi giudiziari.
Moggi era già condannato da tutti nel 1998,
http://www.youtube.com/watch?v=V2UQu2EZFqg
e la giustizia arrivò MOLTO dopo.

McQuaid vorremmo tutti facesse la stessa fine, e il patto che lo tiene lì speriamo venga presto smascherato.

Intanto la stessa logica corporativa anglosassone ha ucciso la F1, ridicolizzata dallo scandalo McLaren, dal modo in cui fu gestito, e dalla ritorsione Mosleiana contro Briatore. Le domande poste da Terruzzi sul Corriere ancora aspettano risposta.

Il primo che mi dice "Italia-Mafia", oppure che "da noi ci vorrebbe quel senso delle regole anglosassoni" lo ammazzo.

Ladri, e fanno i puri. Ci denigrano, e fanno di peggio. La condanna coram populo non manda in galera nessuno, ma almeno una cosa la fa, testimonia un senso comune che è anni, ma anni, ma anni annissimi luce più avanti della "ragione", della "legge".

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 07/10/2009 alle 06:26
Originariamente inviato da forzainter

il ciclismo di 20 anni fa
C'era il doping anche allora ma non incideva come adesso
Era un ciclismo con meno soldi ma piu' vero , i campioni si affontavano da Febbraio a Ottobre
Non c'erano gli stage di preparazione (chissa' poi a cosa..) c'erano le corse
Se leggi il Thread di Lemond su Fignon noti che non era cosi' male


Giusto, ma la scienza va "avanti" e ormai non ci potrà più essere quel ciclismo lì e l'alternativa è una sola (secondo me):

a)si smette con il controllo antidoping
b)si smette con il ciclismo (e gli altri c.d. sport continuano, perché con l'antidoping non hanno mai cominciato)

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 07/10/2009 alle 06:29
Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da forzainter

Zimmermann , Delion , Moncoutie' , Bassons , DeMatteis ecc
Non li raccontano Bulbarelli e Cassani


DeMatteis ad alto livello? Bassons ad alto livello?
Zimmermann chi? Il corridore degli anni '80? Che c'entra? Quello era un altro ciclismo.

Delion è l'esempio migliore che potevi fare per darmi ragione. Fino al '90 era un corridore di primissima fascia, poi è sparito. Posso anche credere che fosse pulito, o che quantomeno non facesse uso di Epo. Ma questo dimostra che mentre prima (fino agli anni '80) era possibile fare ciclismo ad alti livelli senza l'uso di certe sostanze, poi è diventato impossibile.
E c'è da considerare che ora siamo nel 2009 e il doping in questi anni è progredito ulteriormente.

Quel ciclismo è morto e sepolto. Da due decenni si è aperta una nuova epoca. Capisco che per gli appassionati più adulti che hanno vissuto gli anni 70-80 sia difficile da digerire. Però rincorrere un passato che non tornerà mai, non mi pare sano.


Scusa Lore, ma, nell'intervento precedente, ti ho copiato (senza saperlo)

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/10/2009 alle 08:22
Originariamente inviato da Donchisciotte

Veramente una notizia sensazionale, è incredibile! La squadra dell'Amerikano ha avuto qualche aiutino!!!!
E da cosa dipenderà? Senza dubbio da questo immondo mondo del ciclismo, infatti in alcun altro campo accade che il potere economico, politico, culturale ecc.degli USA determini trattamenti particolari... di favore.
Visto che si tratta di un fatto che si verifica solo nel ciclismo sarà senza dubbio possibile mettere fine, solo ed esclusivamente nel mondo del ciclismo, a questa orribile ingiustizia.


Sottoscrivo

Comunque, tante pagine più indietro mi beccavo gli strali degli "antidopisti" quando affermavo che l'antidoping favorisce le squadre più ricche. Ora invece sono gli "antidopisti" stessi a sottolineare che ci sono favoritismi...

Originariamente inviato da Subsonico

O Son di coccio i mediterranei, o è in atto un complotto anti-italiano/spagnolo. Perchè spiegazioni più razionali non ce ne sono.


Io immagino un concorso di cause, dato da:
- bilanci delle squadre (quelle con più mezzi sono più forti dell'antidoping, mentre chi si fa curare artigianalmente da Santuccione rischia tantissimo);
- "patriottismo" delle federazioni nazionali (la tutela o meno delle federazioni sui propri atleti incide moltissimo sul numero di positività);
- orientamenti delle federazioni internazionali (il fatto che UCI e WADA siano egemonizzate dagli anglosassoni non aiuta, soprattutto se poi hanno idee di suprematismo razziale come McQuaid).

Originariamente inviato da Laura Idril

Guarda Nicola ti darò una notizia bomba: io sono a favore del doping, davvero, non scherzo, non mi piace parlarne sul forum perchè non riesco a esprimere bene quello che vorrei dire.
Ma sono anche perchè chi si dopi lo faccia con intelligenza, uno che piglia ancora EPO ricombinante io lo prenderei solo a capocciate...


L'unica spiegazione che mi viene mente, è che non fosse in grado di procurarsi nient'altro ma volesse comunque essere competitivo.

Originariamente inviato da tour de france

per fortuna che (spero) sono in pochi a pensarla cosi'...


Sì, fortuna che siamo in pochi...

Originariamente inviato da albe89

Però manca sostanza: non esiste in letteratura medica una sola prova degli effetti benefici del doping, mentre al contrario non mancano evidenze di effetti collaterali, a volte letali.


Certo, ma la letteratura medica manca anche di casi concreti in cui il doping nel ciclismo abbia influito in maniera gravemente negativa sulla salute degli atleti, se si esclude il caso di Simpson. Come ha spiegato Subsonico, non c'è altro che una manciata di casi "sospetti".
Qualsiasi medicinale ha effetti collaterali negativi, basta leggere i prospetti informativi. Però la gente li usa abitualmente per curarsi, salvo poi biasimare il ciclista, senza capire - e penso che Plata volesse arrivare qui - che il ciclista ha delle esigenze diverse dalla persona sedentaria. La persona sedenteria assume tutti i medicinali richiesti dalle sue esigenze, e spesso anche di più (l'abuso di medicinali oggi è molto diffuso). Il ciclista assume i medicinali che servono alle sue di esigenze. Non siamo tutti uguali. Il coltivatore andino mastica coca per sopportare la fatica o il bambino delle favelas sniffa colla per non sentire la fame. Sarebbe giusto biasimarli per questo?
Vorrei aggiungere una cosa molto antipatica. Sono un po' stufo di sentire sempre beatificare questi pochi "corridori puliti" ed affermare che, in nome loro, è giusto distruggere quello spettacolo che si chiama ciclismo. Nessuno è costretto dalla nascita a fare proprio il ciclista. Ci sono un sacco di altri lavori disponibili. Se decidi di fare il ciclista stai alle regole del gioco. E' brutto ma è così. Ci sono in Italia milioni di persone che fanno lavori usuranti che li portano a soffrire di mal di schiena o altri disturbi fisici (quando non a morire sul luogo di lavoro), e questo per stipendi assai inferiori a quelli dei ciclisti e senza prospettive di fama e affermazione sociale. Per non citare i clandestini sfruttati nei cantieri edili... Nessun giovane oggi può dire di aver cominciato a fare il ciclista senza sapere dell'esistenza del doping.
Se in una società 99 sono malfattori ed 1 onesto, è certo che sarebbe giusto cercare di tutelare l'onesto e far redimere i malfattori - ma nella realtà, regolarmente è l'onesto a dover cambiare aria.
Ma se in un gioco 99 barano ed 1 rispettano le regole, o si trova un modo per farle rispettare a tutti senza causare grossi sconvolgimenti (e non è il caso del ciclismo, perché è stato umiliato in ogni modo ma ancora il doping c'è) oppure si cambiano le regole. Il ciclismo è uno sport, ossia un grande circo dove degli atleti si guadagnano da vivere facendo divertire la gente. Sono d'accordo con Maino sull'assurdità della visione "sacrale" che molti oggi danno alla "regolarità della prestazione". Ci si batta per la Giustizia nella società, anziché perdere tempo con uno sport, la cui finalità sociale è puramente ludica.

 

[Modificato il 07/10/2009 alle 09:13 by Lupo]


 
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Livello Tour




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  postato il 07/10/2009 alle 11:11
Mah.... io qualche dubbio ce l'avrei su questi ultimi casi di positività.
Non credo che i "beccati" siano stati così imbecilli da assumere EPO ricombinante dopo tutti i casi di positività a tale sostanza. Ad esempio Bosisio è risultato positivo ad un controllo del 2 Settembre e non credo avesse l'acqua alla gola, non doveva fare per forza dei risultati ed aveva anche buone prospettive di mercato non vedo il motivo per cui avrebbe rischiato così tanto prendendo una sostanza evidentemente rilevabile. A questo punto il mio dubbio è che la sostanza non sia EPO


 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/10/2009 alle 11:36
mi sto allontanando sempre più da sto sport, basta ogni volta che leggo un corridore pizzicato è come se mi dessero una pugnalata...basta veramente sarò stupido, sarò buonista, sarò allocco, ma per me lo sport deve essere onesto e sincero, non riesco ad accettare come in molti ormai fanno qui atleti che vincono non con le loro forze...poi il doping così come noi (che crediamo che esista qualcuno pulito) non abbiamo la certezza che fa male voi (che lo volete legalizzare) non avete la cerrtezza del contrario. Con il ritiro di Simoni mi scemerà ancora di più l'interesse che non scomparirà, credo che mi limiterò alle corse importanti forse..

 

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

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Il mio nome è Roberto che fa rima (guarda un pò che caso) con Gilberto

30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2009 alle 13:23
x Maino: generalmente chi va troppo oltre si fa tanti nemici e finisce per distruggersi con le sue mani...vedi Moggi e Briatore, appunto. McQuaid è un burattino di Verbrugghen, magari sarà lui un giorno a fare una brutta fine. Magari.

x Lupo: ti dò una notizia, le anfetamine non sono la causa principale della morte di Tommy Simpson. Da qualche parte c'è un thread di Morris sullo sfortunato corridore britannico, cercalo se vuoi saperne di più.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 07/10/2009 alle 13:52
Ecco il 3D a cui faceva riferimento sub.

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=6589

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 07/10/2009 alle 16:32
Originariamente inviato da Abruzzese

Originariamente inviato da forzainter
Sul record dell'ora
Merckx per battere il record ando' oltre il suo limite , Moser lo batte e poi lo distrusse 2 o 3 giorni dopo..
Chi preferisci ? Io il record di Merckx
Meno aiuti ci sono meglio è perchè le bici


Però nel record dell'ora proprio a partire da Moser si incominciarono a vedere le cosiddette "biciclette spaziali", che difatti diedero benefici notevoli.
Faccio però notare il caso di Chris Boardman: lui con le biciclette speciali fece dei record dell'ora spaventosi, l'ultimo dei quali superando i 56 orari se ben mi ricordo. Poi quando le abolirono volle ritentare a pari condizioni di Merckx, con l'ausilio di una bicicletta tradizionale, e seppur di poco riuscì a far meglio del "Cannibale" e da quel che mi pare di ricordare dalle immagini che vidi Boardman concluse la fatica completamente sfatto (se non sbaglio con quel record dell'ora ci concluse anche la carriera). Quindi come consideriamo questo fatto: anche l'inglese ha saputo spingersi oltre i suoi limiti, dimostrando una volta di più di essere il passista formidabile che ha vinto mondiali e medaglie olimpiche oppure giustifichiamo quella performance con l'epoca in cui Boardman si è trovato a competere (gli anni Novanta)?


Mi dai la possibilità di chiarire una cosa che dovrebbe essere fondamentale capire, prima di avventurarsi in discorsi su di un presunto progresso delle tecniche di allenamento e su di un'altrettanto presunta differenza tra ciclismo pre anni 90 e post anni 90. Generalmente, chi dice queste cose, le dice perchè non conosce quel ciclismo nè come ci si allenava. Ma non vuole essere questo il punto.

Piuttosto, è vero che Boardman riattaccò quel record (nel 2000, peraltro) perchè l'UCI aveva annullato i precedenti record fatti con le bici non-bici ("spaziali", come dici tu). Va però detto che il dettato dell'UCI riguardava solo l'architettura delle biciclette, che doveva essere di tipo tradizionale e non del tipo con ruote lenticolari nè di diametro diverso. Pure il manubrio doveva essere di tipo tradizionale e, per di piu', senza appendici.

In realtà, la bici di Boardman aveva ruote che, rispetto a quelle di Merckx, pesavano probabilmente la metà. Ed è proprio li' che sta tutta quanta la differenza. Con ruote piu' leggere lo scenario cambia già in maniera stellare. E' difficile che il profano possa capirlo ma si può ntranquillamente affermare (e calcolare) che, riportato alla bici usata da Merckx, il record di Boardman vale, ad essere generosi, da 1 a 2 km in meno. Un abisso incommensurabile tra la prestazione di Boardman e quella di Merckx. Va poi infine detto che la prestazione di Merckx fu ottenuta dopo uno dei suoi anni piu' massacranti, nel corso del quale aveva primeggiato in Giro e Tour ed in un sacco di altre gare.

Se non si analizzano bene queste cose, è poi facile sproloquiare di ciclismo ante anni 90 come ciclismo dei nonnetti. Era un ciclismo in cui la gente andava molto forte. Molto forte.

 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2009 alle 16:55
Un altro caso.... Francesco De Bonis

Ancora un italiano del ciclismo professionistico positivo all'antidoping: si tratta di Francesco De Bonis, che è risultato non in regola con i valori ad un controllo dell'Uci il 7 maggio 2009, giorno di inizio del Giro d'Italia a Venezia. De Bonis, che corre per la Diquigiovanni Androni, è risultato positivo all'Epo di ultima generazione, il Cera.

Intano la Lpr Farnese di Fabio Bordonali ha sospeso Gabriele Bosisio, positivo all'Epo dopo un controllo risalente al 2 settembre. "Premessa la totale estraneità della nostra squadra - si legge in una nota del team - dalla presunta positività dell’atleta Gabriele Bosisio ma coerenti con la linea di assoluto rigore contro il doping, adottiamo nei confronti dell’atleta il provvedimento di momentanea sospensione in attesa delle controanalisi. Sconcertati e increduli, speriamo che le controanalisi possano dare ragione al corridore che si dichiara innocente. Ce lo auguriamo veramente perché in sei anni di lavoro abbiamo avuto modo di apprezzare l’atleta e l’uomo".

www.gazzetta.it

 

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Mauro Facoltosi
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