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Autore: Oggetto: Doping e Antidoping 2008

Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 13:15
Originariamente inviato da plata

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Lore_88

Grazie plata! Davvero interessante.
Riporto dei pezzetti che dovrebbero far riflettere un pò di gente qua dentro...


mi sembra quantomeno azzardato prendere per oro colato le dichiarazioni di un tizio di cui non si conosce nemmeno il nome.
In questi casi è buona norma fare la radice quadrata alle suddette dichiarazioni, se non addirittura la radice cubica.


Non scorderò mai quando Millar disse "Non esiste professionismo senza epo"


questo significa che Millar continua a far uso di epo?

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 13:16
Forse no, ma chi gli da 10 minuti su una salita cosa si potrebbe pensare?

 

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Fabio

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 29/11/2008 alle 13:20
Originariamente inviato da antonello64

mi sembra quantomeno azzardato prendere per oro colato le dichiarazioni di un tizio di cui non si conosce nemmeno il nome.
In questi casi è buona norma fare la radice quadrata alle suddette dichiarazioni, se non addirittura la radice cubica.


Me l'aspettavo che qualcuno facesse questa acutissima osservazione. Eh già, non dice il suo nome, chissà perchè... proprio non ci arrivo...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 13:22
Intanto
http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/05/Zuelle_preso_Epo_non_droga_co_0_9808057211.shtml

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 13:28
Originariamente inviato da Lore_88

Originariamente inviato da antonello64

mi sembra quantomeno azzardato prendere per oro colato le dichiarazioni di un tizio di cui non si conosce nemmeno il nome.
In questi casi è buona norma fare la radice quadrata alle suddette dichiarazioni, se non addirittura la radice cubica.


Me l'aspettavo che qualcuno facesse questa acutissima osservazione. Eh già, non dice il suo nome, chissà perchè... proprio non ci arrivo...


non ci arrivo nemmeno io, e penso che a spararle grosse dietro un tranquillo anonimato son capaci tutti.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 13:41
Sembra facile parlare apertamente e fare nomi e cognomi.... pensate un po' a quanta gente perderebbe il lavoro se qualcuno cominciasse a parlare. Io non sarei in grado di prendermi certe responsabilità

 

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  postato il 02/12/2008 alle 14:44
Il Garante ordina: modificate il protocollo antidoping

Il Garante della Privacy ha ufficializzato una decisione che avevamo già anticipato su queste pagine: i controlli antidoping sono leciti, ma l'informativa del Coni sui controlli effettuati al di fuori delle competizioni dovra' essere modificata. Lo ha stabilito il Garante, accogliendo alcuni dei rilievi segnalati dall'Accpi (Associazione corridori ciclisti professionisti italiani) riguardo al nuovo protocollo antidoping, basato sugli standard stabiliti dalla Wada, l'Agenzia mondiale antidoping. In particolare, l'Accpi aveva chiesto al Garante una valutazione sulle modalita' individuate per il reperimento degli atleti e sull'assenza di limiti di orario e di luogo per l'espletamento dei controlli. In base alla nuova disciplina, infatti, gli atleti professionisti devono fornire al Comitato controlli antidoping alcune informazioni personali compilando un apposito modulo , detto 'whereabouts'. Gli standard definiti dalla Wada individuano le informazioni minime che gli atleti professionisti devono fornire, ovvero nome, disciplina sportiva, indirizzo di casa, numeri telefonici, orari e sedi degli allenamenti, itinerari dei viaggi compiuti, programmi delle gare cui partecipano. La disciplina italiana adottata in applicazione di tali standard internazionali non specifica esattamente, secondo l'Accpi, fino a che punto queste informazioni debbano entrare nel dettaglio. Ad aggravare la situazione secondo l'Associazione vi e', inoltre, il fatto che la raccolta dei dati personali viene svolta dal Coni sulla base di un'informativa inadeguata : in essa, infatti, non viene specificato se sia facoltativo o obbligatorio fornire i dati, quali potrebbero essere le conseguenze derivanti dal loro mancato rilascio, a chi questi dati possano essere comunicati. Un ulteriore aspetto della disciplina criticato dall'Accpi riguarda i luoghi di esecuzione dei controlli: essi possono infatti svolgersi presso il domicilio dell'atleta, consentendo cosi' all'ispettore di raccogliere informazioni potenzialmente sensibili sulla sua vita privata o dei suoi familiari eventualmente presenti al momento del test.
Il provvedimento adottato dal Garante (relatore Giuseppe Fortunato) impone al Coni di riformulare l'informativa, specificando le informazioni personali sulla localizzazione e reperibilita' giornaliera che gli atleti devono conferire, in modo tale da evitare la raccolta di informazioni che possono comportare indebite interferenze sulla vita privata o rivelare dati sensibili o giudiziari degli atleti o di soggetti terzi, come i familiari. Dovranno inoltre essere indicate la natura obbligatoria o facoltativa dei dati da fornire, le conseguenze derivanti dal loro mancato conferimento ed il loro ambito di comunicazione, in particolare i destinatari e la circostanza che vengano trasmessi all'estero. Riguardo ai luoghi di esecuzione, il Garante ha invece preso atto degli impegni che il Coni si e' assunto essendo in procinto di introdurre nuove istruzioni operative per gli ispettori, finalizzate a far si' che venga prestata la massima attenzione al rispetto della riservatezza dell'atleta e dei terzi eventualmente presenti nel domicilio al momento del test.

(fonte: tuttobiciweb.it)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2008 alle 14:55
Su Bicisport ho letto che Torri ha interpellato Fanini in seguito alle sue accuse.
Beh!!!! A quanto pare il povero Fanini non ha potuto dare informazioni in merito a quanto affermato quest'estate, perchè lui ha riferito solo "per sentito dire".

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 02/12/2008 alle 18:25
Il ciclismo e il Coni lanciano l'allarme: disastro doping

E’ stato Gianni Petrucci stesso a lanciare l’allarme. Il presidente del Coni è stato lapidario. «Con eventuali, ulteriori tagli di bilancio, il ciclismo italiano rischia di non poter partecipare alle qualificazioni e alle prove di coppa del mondo». Lo sport italiano in generale non naviga nell’oro, e se il Governo ridurrà i finanziamenti al Coni, le prime vittime saranno proprio le federazioni più importanti, e quella ciclistica è una di queste,con tagli che inciderebbero dal 25 al 35 per cento. «Attualmente il contributo annuale Coni dichiarato è di 5 milioni, 619 mila euro - spiega la signora Cristina Gabriotti, segretaria generale della federciclistica, validissima collaboratrice del presidente Di Rocco - ma in realtà in questa somma sono incluse anche le spese per le risorse umane (il personale: 70 dipendenti tra Roma e Milano- ndr) che ammontano a 576 mila euro e vi sono compresi 70 mila euro che il Coni deve ancora darci».
La sopravvivenza. E’ un problema quasi di sopravvivenza per il ciclismo, già alle prese con una seria crisi di immagine e di comunicazione per le storiacce di doping che lo tormentano. Già, il doping. E’ uno dei costi che incide sensibilmente sul bilancio. La prevenzione e i controlli hanno un costo altissimo per una federazione che vuole mantenere alto il livello di guardia. Quest’anno sonostati spesi 500 mila euro per i controlli antidoping effettuati: 450 più 100 a sorpresa decisi da Coni e Uci.
Il presidente. Renato Di Rocco, romano, 62 anni è da una vita nel ciclismo e nello sport in generale. E’ stato uno dei migliori maestri dello sport laureati nel’71 dalla grande scuola Coni, ideata dal mitico presidente Giulio Onesti. Di Rocco è nato con la bici, si può dire, la sua famiglia costruiva le “Bici Romeo”, quelle con cui Vittorio Adorni, Livio Trapé e tanti altri cominciarono a la carriera. «Nel 2005, quando sono stato eletto, ho trovato una situazione disastrosa - ricorda Di Rocco - c’era un deficit che superava i quattro milioni di euro, 4200 per la precisione, in questi anni l’abbiamo praticamente abbattuto, siamo fuori di circa un milione e mezzo circa. Abbiamo abbattuto circa tre milioni riducendo o annullando moltissimi costi e aumentato il bilancio, portandolo da nove milioni e mezzo a circa dodici. Abbiamo avuto dal Coni un prestito di 800 mila euro da estinguere nel 2009, in due anni. Per partecipare alla coppa del mondo su pista - spiega Di Rocco - bisogna partecipare a tutte le prove di qualificazione, sparse in tutto il globo, americhe comprese, e queste hanno un costo altissimo. Basti pensare che i campionati del mondo ci costano oltre un milione e mezzo di euro». Un supporto di circa 2 milioni arriva dai main sponsor, Skoda e Aams, le scommesse di stato. A marzo ci saranno le elezioni, all’orizzonte non ci sono avversari in grado di scalfire la solida posizione dell’attuale presidente.
Il problema maggiore. E’ il doping. «Ho deciso a suo tempo di affidare i controlli al Coni, proprio per una maggior efficacia e serietà. Ma questi controlli - spiega Di Rocco - incidono parecchio nel nostro bilancio». La signora Gabriotti esemplifica: «Ogni singolo controllo urina ci costa 280 euro, quelli del sangue 220 e per trovare l’Epo 380. Nel 2008 abbiamo fatto 550 controlli: 450 più i 100 a sorpresa. Fate un pò i conti. Più di 500 mila euro spesi. E per contenere le spese molti li facciamo fare al laboratorio di Atene, molto meno caro di quello del Coni all’Acquaacetosa». «E purtroppo la trasparenza non paga - sottolinea Di Rocco - ci procura anzi gravi danni di immagine».
I risultati sportivi. Il bilancio tecnico è ottimo. «Nel 2007 abbiamo vinto 25 medaglie e questo è stato l’anno record in 123 anni di vita della federazione - dice il presidente Di Rocco - ben 26 medaglie, sarebbero state 27 senza la squalifica della Bastianelli». In quattro anni sono aumentati i tesserati: ben 8.462 atleti in più dal 2005 a oggi e sono nate altre 138 società. Il futuro, dal punto di vista tecnico, è assicurato.
Voterà Petrucci. Prossime elezioni Coni: Di Rocco voterà Petrucci. «Non si discute. Gianni ha lavorato bene, benissimo nelle attuali difficoltà. Petrucci è una garanzia per lo sport italiano».

da Il Messsaggero
a firma di Walter Gallone

(fonte: tuttobiciweb.it)

 

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  postato il 03/12/2008 alle 14:23
Il Garante pubblica on line il provvedimento a tutela della privacy

“I controlli antidoping sono leciti, ma l’informativa del Coni sui controlli effettuati al di fuori delle competizioni dovrà essere modificata”.

Così apre la sezione dedicata al tema “antidoping e privacy dei ciclisti” nel sito del Garante per la protezione dei dati personali, che pubblica il provvedimento successivo alla segnalazione presentata lo scorso maggio dall’avvocato Federico Scaglia per conto di ACCPI riguardo agli “eccessi” dei protocolli WADA e CONI e accolta dall’autorità Garante lo scorso novembre, come da noi ufficializzato.

Il provvedimento è visionabile ai link http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1571099 e http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1563970

(fonte: Ufficio stampa Accpi)

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 07/12/2008 alle 11:28
Originariamente inviato da babeuf

Originariamente inviato da Felice

......

Posso anche dirti di più: anche il “si son sempre dopati tutti dall’inizio dei tempi fino ad oggi” e il “lo sport pulito non è mai esistito” fa parte ormai dell’ideologia corrente. Io ho cercato tempo fa di battermi contro queste idee, avevo scritto un lungo post nel quale spiegavo perché, a mio parere, fosse opportuno e giusto fare dei distinguo e non fare di tutta l’erba un fascio. Avevo chiesto esplicitamente alla Redazione di opporsi alla pratica che consiste nello spargere cacca sul ciclismo che fu allo scopo (vano) di rivalutare quello di oggi. Ebbene, ricevetti un secco no da parte di Mario/Monsieur. Ecco, quel no che non lasciava spazio a discussioni, fu forse l’amarezza più grande da quando ho cominciato a scrivere in questo forum.



non so quanto io abbia realmente compreso della linea tenuta della redazione di cicloweb sull'argomento doping, ma l'impressione che ho quasi sempre avuto è che le idee di MOnsieur e Admin fossero parecchio simili alle mie, appoggio in pieno la loro contestazione a questo sistema antidoping che palesemente non funziona. Se poi questa avversione al sistema antidoping implichi una linea di pensiero secondo la quale sono tutti dopati questo non l'ho ben capito se devo essere sincero, per quanto mi riguarda non è la mia idea, secondo me ci sono molti ciclisti puliti in gruppo anche se quasi tutti, pur non assumendo doping, si aiutano con farmaci leciti, integratori, vitamine, ma non potrebbe proprio essere diversamente purtroppo.

Comunque Felice se mi vuoi indicare dove posso trovare il tuo "lungo post" su quest'argomento sarò ben lieto di leggerlo


Sai babeuf, essere d'accordo sul fatto che "i controlli non funzionano" non é che significhi poi molto. Se fai la domanda a me, anch'io ti rispondo che no, non funzionano come dovrebbero. Le ragioni per le quali si dice la stessa cosa però non é detto che siano le stesse. Se le chiedi a me, ti rispondo che il fatto che i controlli non funzionino lo si é visto ad esempio al Giro, ove ha corso gente palesemente dopata senza che accadesse nulla. Nota che non é stato trovato nulla non perché i controlli fossero incapaci di trovare le sostanze dopanti, ma piuttosto perché c'era la volontà "politica" di non trovare niente.
Che ci fosse questa volontà politica era stato annunciato da Marco Grassi sulle pagine di questo forum: in risposta a chi si preoccupava che la presenza dell'Astana al Giro scatenasse la caccia al dopato, Marco aveva scritto qualcosa del tipo "un uccellino mi ha detto che é stata sussurrata una parolina nell'orecchio a chi di dovere...", cosa che, in parole povere, voleva dire: al Giro che comincerà tutto filerà liscio.

Quanto al mio vecchio post a difesa del ciclismo di una volta e contro la politica del fare di tutta l'erba un fascio, puoi guardare qui:

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?fid=4&tid=6832&page=1

e leggere la parte in corsivo di un post indirizzato a subsonico.

Ciao

 

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Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 07/12/2008 alle 12:15
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Mi spiace per l'amarezza causata, sicuramente non in maniera volontaria, ma anche qui ribadisco la mia idea: non si tratta di gettare cacca sul passato per rivalutare (vanamente) il presente. Si tratta di avere una considerazione, che può essere diversa da persona a persona: per me, in ogni epoca, e in ogni sport, ci si è sempre dopato col meglio (o con ciò che si pensava fosse il meglio) che si aveva a disposizione.


Il mio pensiero su questo punto é spiegato nel post indicato poco sopra a babeuf. Se aggiungessi altro, non farei che ripetermi. Ribadisco solo che ritengo che, se adottaste una linea di difesa della soria del ciclismo, per il ciclismo sarebbe meglio. E penso che una cosa del genere si possa fare in maniera onesta e rimanendo coerenti con sé stessi.

Originariamente inviato da Monsieur 40%
* Ricordo che l'amen in questione è dettato soprattutto dalle storture e dalle brutture dell'antidoping attuale. Se si riformasse l'antidoping partendo dagli Stati, per finire ai Comitati Olimpici Nazionali, e si facessero controlli uguali (per numero e qualità) in ogni sport professionistico, allora forse sarei un incrementalista anch'io.


E invece é proprio perché le cose non stanno come tu auspichi che dovresti essere incrementalista. Le cose non cambiano per un tocco di bacchetta magica dal "tutto male" al "tutto bene". Possono solo essere modificate per gradi, ovvero in modo incrementale. Applicazione dell'antidoping uguale in tutti i paesi? Giusto. E allora comincia a chiedere che in un grande paese di ciclismo come la Spagna comincino ad essere seri su questo tema, invece di costituire una specie di doping-free land. Oppure chiedi che si faccia qualcosa per impedire che si possa sfuggire ad una squalifica andando ad affiliarsi alla federazione di Monaco. In fondo il ciclismo che conta si svolge in un numero piuttosto limitato di paesi. E se questi si accordano per seguire una politica seria e coerente in materia di doping non é che ci sarebbe poi questo così grande problema.
Quanto agli altri sport, che tu tiri incessantemente in ballo, hai certamente ragione. Però a chi segue il ciclismo interessa che le competizioni di ciclismo siano credibili. Se le altre non lo sono, pazienza. Prendi, ad esempio, la pallanuoto. Si dopano? Non lo so, ma é probabile, almeno a partire da un certo livello. Cosa ne penso? Che non dovrebbero farlo, in nome della loro salute. E che si dovrebbe fare il possibile per limitare e ostacolare una tale pratica. Se però mi chiedi cosa penso del fatto che i risultati delle gare possono risultarne falsati, ti rispondo che non me ne importa nulla. Non seguo la pallanuoto, non conosco né giocatori, né squadre. Cosa me ne può importare?

Ciao

 

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  postato il 07/12/2008 alle 13:32
Originariamente inviato da Felice

Quanto agli altri sport, che tu tiri incessantemente in ballo, hai certamente ragione. Però a chi segue il ciclismo interessa che le competizioni di ciclismo siano credibili. Se le altre non lo sono, pazienza. Prendi, ad esempio, la pallanuoto. Si dopano? Non lo so, ma é probabile, almeno a partire da un certo livello. Cosa ne penso? Che non dovrebbero farlo, in nome della loro salute. E che si dovrebbe fare il possibile per limitare e ostacolare una tale pratica. Se però mi chiedi cosa penso del fatto che i risultati delle gare possono risultarne falsati, ti rispondo che non me ne importa nulla. Non seguo la pallanuoto, non conosco né giocatori, né squadre. Cosa me ne può importare?


Ciao Felice,

a te può benissimo non importare della pallanuoto, come a me non interessa del tennis tavolo, ma uno Stato, un Comitato Olimpico, non può e non deve pensarla come te e me.
Non ci vogliono solo decisioni verticali, ma orizzontali.

Essere incrementalisti nel ciclismo e menefreghisti negli altri sport può essere indice di interesse per il solo ciclismo, nel caso di appassionati; ma nel caso di Stati e Comitati Olimpici è indice di grande ignoranza, senza voler puntare il dito per forza sulla malafede (con le diseguaglianze, si favorisce o si sfavorisce l'ingresso di sponsor in uno sport piuttosto che in un altro, si può aumentare o diminuire l'interesse per quello sport, etc).

Essere incrementalisti solo nel ciclismo e menefreghisti nei confronti degli altri sport, vuol dire appoggiare l'ignoranza di Stati e Comitati Olimpici. Essere perfezionisti - nel mio caso - vuol dire essere sì incrementalista (sono o non sono il nuovo Trotsky?), ma partendo dalla punta per arrivare alla base. Anzi, a tutte le basi.

 

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  postato il 07/12/2008 alle 17:29
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Ciao Felice,

a te può benissimo non importare della pallanuoto, come a me non interessa del tennis tavolo, ma uno Stato, un Comitato Olimpico, non può e non deve pensarla come te e me.
Non ci vogliono solo decisioni verticali, ma orizzontali.


Sono d'accordo con te. Infatti non ti ho detto che gli organismi sportivi se ne devono/possono lavare le mani.

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Essere incrementalisti solo nel ciclismo e menefreghisti nei confronti degli altri sport, vuol dire appoggiare l'ignoranza di Stati e Comitati Olimpici. Essere perfezionisti - nel mio caso - vuol dire essere sì incrementalista (sono o non sono il nuovo Trotsky?), ma partendo dalla punta per arrivare alla base. Anzi, a tutte le basi.


E infatti non ti critico se tu chiedi un antidoping serio in tutti gli sport. Anzi, ti appoggio in questa richiesta. Ti critico invece se fai uso della convinzione che negli altri sport l'antidoping non sia serio per sostenere che nel ciclismo si deve fare uguale. Personalmente non credo che prendere una tale posizione sia fare il bene del ciclismo.

Quanto a quello che ho scritto nel post precedente, può essere ulteriormente esplicitato così: in uno sport che non seguo mi é indifferente se le prestazioni sono credibili oppure o no, tanto più che, non seguendolo, non sono nemmeno in misura di esprimere giudizi in merito.
Al contrario, il susseguirsi di prestazioni poco o per niente credibili possono indurmi a smettere di seguire uno sport che seguo.
Una posizione che mi pare legittima per chi non fa dello sport praticato e/o amministrato e/o parlato un mestiere. Spero che sia chiaro.

Ciao

PS e a scanso di equivoci: la pallanuoto é uno sport bellissimo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2008 alle 21:31
Originariamente inviato da Felice

......

E infatti non ti critico se tu chiedi un antidoping serio in tutti gli sport. Anzi, ti appoggio in questa richiesta. Ti critico invece se fai uso della convinzione che negli altri sport l'antidoping non sia serio per sostenere che nel ciclismo si deve fare uguale. Personalmente non credo che prendere una tale posizione sia fare il bene del ciclismo.

Quanto a quello che ho scritto nel post precedente, può essere ulteriormente esplicitato così: in uno sport che non seguo mi é indifferente se le prestazioni sono credibili oppure o no, tanto più che, non seguendolo, non sono nemmeno in misura di esprimere giudizi in merito.
Al contrario, il susseguirsi di prestazioni poco o per niente credibili possono indurmi a smettere di seguire uno sport che seguo.
Una posizione che mi pare legittima per chi non fa dello sport praticato e/o amministrato e/o parlato un mestiere. Spero che sia chiaro.

Ciao

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un abbraccio a tutti e uno grandissimo a felice

mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2008 alle 22:06
Originariamente inviato da mestatore

Originariamente inviato da Felice

......

E infatti non ti critico se tu chiedi un antidoping serio in tutti gli sport. Anzi, ti appoggio in questa richiesta. Ti critico invece se fai uso della convinzione che negli altri sport l'antidoping non sia serio per sostenere che nel ciclismo si deve fare uguale. Personalmente non credo che prendere una tale posizione sia fare il bene del ciclismo.

Quanto a quello che ho scritto nel post precedente, può essere ulteriormente esplicitato così: in uno sport che non seguo mi é indifferente se le prestazioni sono credibili oppure o no, tanto più che, non seguendolo, non sono nemmeno in misura di esprimere giudizi in merito.
Al contrario, il susseguirsi di prestazioni poco o per niente credibili possono indurmi a smettere di seguire uno sport che seguo.
Una posizione che mi pare legittima per chi non fa dello sport praticato e/o amministrato e/o parlato un mestiere. Spero che sia chiaro.

Ciao

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Anche io riconosco essenziale il manifesto di Felice.

PS ma il doping è ancora un reato? l'anti-doping non dovrebbe essere la via per fare uscire il ciclismo dalle procure? non ci sta riuscendo, ma hanno un fine pratico ed utile le critiche demolitorie di stampo perfezionista?

 

[Modificato il 07/12/2008 alle 22:14 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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  postato il 07/12/2008 alle 23:15
Io continuo a ripetere la storiella del dito e della luna. Il problema del doping è che a)esiste, b)gli sportivi ne fanno uso, c)c'è tutto un sistema(catena) dietro al fenomeno e d)spesso le politiche antidoping sono sbagliate, o miopi, o affrettate, o quant'altro.
Detto questo, non si può trasformare un dopato in un eroe. Non si DEVE, nemmeno. Possiamo anche dire 'questo ha pagato, gli altri no', ma non cambierà la situazione. Quasi che la disonestà degli altri significhi onestà del pizzicato. No. Se su 25 persone uno ruba e viene arrestato, e altri 20 rubano e sono a piede libero...allora l'arrestato non è innocente. Piuttosto c'è un numero preoccupante di ladri nella stanza.
Vogliamo un esempio più cretino? Il classico bambino che dice alla mamma che è stato punito perchè la maestra lo odia, ha detto che aveva fatto male a Giorgio mentre lui gli aveva APPENA crepato la lavagna in testa, e l'altro faceva anche FINTA di sanguinare..
Ancora più cretino? In una stanza abbiamo 5 persone. Se una scoreggia e ANCHE le altre, non vuol dire che la prima non abbia fatto nulla e che l'aria sarà quindi soavemente respirabile. Tutt'altro.

Il doping esiste prima di tutto perchè c'è una mentalità che lo permette. E allora finiamola di fare le vittime, e nel calcio bla bla, e Torri bla bla, e chiediamoci prima di tutto se è vero che nel ciclismo ci si dopa. Quando avremo chiarito- ma soprattutto INTERIORIZZATO- le cose potremo anche parlare da adulti, e parlare di medici, ds, farmacisti, stregoni, politiche-spot, catene, fantocci e quant'altro. Il primo passo però è riconoscere che abbiamo un problema, senza trincerarci dietro a un vittimismo- alla fine- puerile. E senza chiudere gli occhi o chiedere sconti di pena, amnistie o beatificazioni varie.
(Cosa che ormai avviene ad ogni nuovo caso di doping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/12/2008 alle 12:04
Originariamente inviato da desmoblu

Il doping esiste prima di tutto perchè c'è una mentalità che lo permette.


e qual è la causa di questa mentalità errata? del singolo atleta che si dopa? io non credo, secondo me la scarsa propensione alla fatica è una caratteristica umana, così come il non saper resistere alle tentazioni e la volontà di primeggiare con meno sforzo. è difficile combattere questo fenomeno, proprio perchè naturale. ma in questo senso non si sta facendo nulla, invece di arroccarsi dietro posizioni giustizialiste le federazioni e i comitati olimpici dovrebbero fare battaglie culturali per far capire ai giovani che ce la possono fare anche solo con le proprie forze, e dovrebbero battersi affinchè venga vietata la vendita libera in farmacia di vitamine, integratori e sostanze dopanti a chiunque. Senza queste misure la mentalità sbagliata ce la teniamo a vita, e non c'è radiazione che possa cambiarla. Per cambiare una mentalità l'inasprimento delle pene non serve a nulla, quello che ci vuole è una battaglia culturale. Battaglia che non si sta assolutamente facendo, perchè ormai pure in televisione si vedono le pubblicità degli integratori che ti fanno faticare meno. L'unica battaglia che si sta facendo è quella di distruggere la reputazione degli atleti. ok, hanno sbagliato, ma questa è una misura efficace di lotta al doping? io non credo proprio.


E allora finiamola di fare le vittime, e nel calcio bla bla, e Torri bla bla, e chiediamoci prima di tutto se è vero che nel ciclismo ci si dopa.


per essere più precisi: nello sport.


Quando avremo chiarito- ma soprattutto INTERIORIZZATO- le cose potremo anche parlare da adulti, e parlare di medici, ds, farmacisti, stregoni, politiche-spot, catene, fantocci e quant'altro. Il primo passo però è riconoscere che abbiamo un problema, senza trincerarci dietro a un vittimismo- alla fine- puerile. E senza chiudere gli occhi o chiedere sconti di pena, amnistie o beatificazioni varie.
(Cosa che ormai avviene ad ogni nuovo caso di doping)


se si richiedono sconti di pena evidentemente è perchè ci si rende conto che l'individuo ha meno responsabilità riguardo alla questione doping rispetto a chi queste pene le decide, ossia quei vari tribunali sportivi che per risolvere casi come quelli di Landis o di Rasmussen ci mettono gli anni. quei capi dell'antidoping che si accaniscono su un atleta e che, dopo la dimostrazione scientifica dei loro errori, non ammettono pubblicamente l'errore, e intanto hanno squalificato un innocente e gli hanno rovinato la faccia. quei capi dell'antidoping che squalificano per un anno un corridore pulito solo perchè, in una giornata particolarmente piovosa, ha abusato di un farmaco per l'asma, onde evitare di sentirsi male.

nessuno dice che gli atleti non debbano essere puniti, ma in un sistema antidoping che funziona male, che non tutela assolutamente i diritti dello sportivo, ma che ha come unico obiettivo la risonanza mediatica per far vedere al mondo che funziona, non si può essere drastici.

 

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  postato il 08/12/2008 alle 12:25
E intanto il link della sentenza a Riccò:

http://www.sportpro.it/doping/sentenze/RICCO'%20Sentenza.doc

dal quale si notano le prescrizioni mediche di farmaci su farmaci... ora tutto ciò è colpa solo dell'atleta? si può arginare il fenomeno doping semplicemente inasprendo le pene, quando ci sono medici, che magari agiscono pure nella legalità, che prescrivono tutte queste porcherie di medicinali?

---------------------------------------------------------------------------
La seconda violazione contestata a Riccò è quella di avere frequentato e di essersi avvalso della consulenza e delle prestazioni del dr. Carlo Santuccione, già inibito, dapprima per cinque anni, successivamente a vita per avere prescritto e fornito sostanze dopanti a vari ciclisti. Il Santuccione era notissimo nell’ambiente dei corridori ciclisti per la sua indubbia e approfondita conoscenza dei vari metodi di doping nonché per la piena disponibilità ad insegnare il modo migliore di eludere i controlli antidoping. Il rapporto di Riccò con Santuccione è iniziato per precisa volontà dell’atleta, è proseguito nonostante i suoi procuratori gli avessero consigliato di troncarlo per la ben nota pericolosità (chiaramente riferita ai metodi di Santuccione), è durato per circa due anni e mezzo, con notevole frequenza e intensità (10-12 incontri ammessi dall’atleta).
(fonte: link segnalato sopra)

i corridori quindi non sono circondati solo da criminali, ci sono anche persone intelligenti intorno a loro (in questo caso, i procuratori di Riccardo). Per questo i corridori devono ascoltare i consigli di chi conoscono da anni e che quindi sono persone di cui si possono fidare. Solo così possono evitare di finire in cattive mani.

Speriamo che Riccardo tragga insegnamento da questa vicenda, ma ne sono praticamente sicuro.

 

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  postato il 08/12/2008 alle 13:04
mi piace la seconda perte del tuo ultimo intervento dove,
pur mantenendo la tua ammirazione per Ricco', riconosci
che nel caso della requentazione di Santuccione la
responsabilita' e' tutta del ciclista che, addirittura,
ha ignorato i consigli del procuratore.

Non credo che questo sia stato l'unico caso (come non credo
che sia sempre cosi') ma e' chiaro che ci sono casi in cui
e' proprio l'atleta ad essere mariuolo e per esserlo va anche
contro a chi lo dovrebbe consigliare, altro che dover sottostare
ai ricatti delle squadre.... anzi questi atteggiamenti sono proprio
quelli che offrono alle squadre un appiglio per convincere
gli atleti contrari (o dubbiosi) adeseguire queste pratiche:
"vedi che lui lo fa? e guarda che risultati!"

Una riduzione di pena non ci sta proprio...

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 08/12/2008 alle 21:12
Originariamente inviato da babeuf

Originariamente inviato da desmoblu

Il doping esiste prima di tutto perchè c'è una mentalità che lo permette.


e qual è la causa di questa mentalità errata? del singolo atleta che si dopa? io non credo, secondo me la scarsa propensione alla fatica è una caratteristica umana, così come il non saper resistere alle tentazioni e la volontà di primeggiare con meno sforzo. è difficile combattere questo fenomeno, proprio perchè naturale. ma in questo senso non si sta facendo nulla, invece di arroccarsi dietro posizioni giustizialiste le federazioni e i comitati olimpici dovrebbero fare battaglie culturali per far capire ai giovani che ce la possono fare anche solo con le proprie forze, e dovrebbero battersi affinchè venga vietata la vendita libera in farmacia di vitamine, integratori e sostanze dopanti a chiunque. Senza queste misure la mentalità sbagliata ce la teniamo a vita, e non c'è radiazione che possa cambiarla. Per cambiare una mentalità l'inasprimento delle pene non serve a nulla, quello che ci vuole è una battaglia culturale. Battaglia che non si sta assolutamente facendo, perchè ormai pure in televisione si vedono le pubblicità degli integratori che ti fanno faticare meno. L'unica battaglia che si sta facendo è quella di distruggere la reputazione degli atleti. ok, hanno sbagliato, ma questa è una misura efficace di lotta al doping? io non credo proprio.

Beh, se parli di campagna culturale contro il doping e poi mi dici che certi corridori sono vittime, perseguitati, martiri e quindi quasi quasi eroi..
(è anche questa una di quelle mentalità che scusano il doping..)



E allora finiamola di fare le vittime, e nel calcio bla bla, e Torri bla bla, e chiediamoci prima di tutto se è vero che nel ciclismo ci si dopa.


per essere più precisi: nello sport.

Si parlava di ciclismo, no? Siamo sempre al calcio bla bla: prima di far le pulci agli altri, diamo una bella ripulita in casa nostra. Altrimenti non avremo né la caratura morale né la 'facciata' per poter predicare in giro.



Quando avremo chiarito- ma soprattutto INTERIORIZZATO- le cose potremo anche parlare da adulti, e parlare di medici, ds, farmacisti, stregoni, politiche-spot, catene, fantocci e quant'altro. Il primo passo però è riconoscere che abbiamo un problema, senza trincerarci dietro a un vittimismo- alla fine- puerile. E senza chiudere gli occhi o chiedere sconti di pena, amnistie o beatificazioni varie.
(Cosa che ormai avviene ad ogni nuovo caso di doping)


se si richiedono sconti di pena evidentemente è perchè ci si rende conto che l'individuo ha meno responsabilità riguardo alla questione doping rispetto a chi queste pene le decide, ossia quei vari tribunali sportivi che per risolvere casi come quelli di Landis o di Rasmussen ci mettono gli anni. quei capi dell'antidoping che si accaniscono su un atleta e che, dopo la dimostrazione scientifica dei loro errori, non ammettono pubblicamente l'errore, e intanto hanno squalificato un innocente e gli hanno rovinato la faccia. quei capi dell'antidoping che squalificano per un anno un corridore pulito solo perchè, in una giornata particolarmente piovosa, ha abusato di un farmaco per l'asma, onde evitare di sentirsi male.

Quindi ad esempio in Italia la colpa della mafia è dell'antimafia che funziona male, e ci sono tanti ladri perchè la giustizia è lenta. Curioso..

nessuno dice che gli atleti non debbano essere puniti, ma in un sistema antidoping che funziona male, che non tutela assolutamente i diritti dello sportivo, ma che ha come unico obiettivo la risonanza mediatica per far vedere al mondo che funziona, non si può essere drastici.

Risonanza mediatica? L'unica cosa che ne ha avuta ultimamente è stata la 'trovata' dell'ASO, non a caso NON integrata al circuito antidoping uci-olimpico.. e non a caso (o stranamente, fai tu) eravamo tutti qui a dire 'ma come fanno le cose bene al tour, stacchiamo i laboratori dalla politica etc etc'. Per il resto, la 'risonanza' è stata quella delle positività, ma credo che tutti, a partire dagli organizzatori, ne avrebbero VOLENTIERI fatto a meno..

 

[Modificato il 08/12/2008 alle 21:15 by desmoblu]


 
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  postato il 09/12/2008 alle 17:45
Pista: positivo lo specialista belga Ilio Keisse

Iljo Keisse è risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato durante la Sei giorni di Gand: lo ha anticipato il sito del quotidiano Het Nieuwsblad affermando che il corridore ha confermato la notizia.
«Il prodotto non è stato rivelato ma non si tratterebbe di Epo né della sua variante, la CERA. Keisse si proclama innocente, ma la sua squadra, la Topsport Vlaanderen, lo ha provvisoriamente sospeso» scrive il sito belga.
Keisse aveva vinto la Sei Giorni di Gand in coppia con Robert Bartko ed è risultato positivo proprio al termine della serata finale. Il corridore belga ha già annunciato di voler chiedere le controanalisi. Keisse non sarà quindi al via della Sei Giorni di Zurigo che scatta giovedì.

fonte: tuttobiciweb

Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


P.S. Per le ragazze che non hanno presente chi sia...


(fonte: portfolio.lesoir.be)

 

[Modificato il 10/12/2008 alle 12:27 by Monsieur 40%]

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  postato il 10/12/2008 alle 09:42
L'ho appena saputo, bruttissima notizia, Laura, adesso come farai???

 

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  postato il 10/12/2008 alle 11:56
Mi consolo col fatto che non ci sarà alcuna procedura contro Frankie. Un pò di giustizia per i belli!

 

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  postato il 10/12/2008 alle 13:58
Caspita questo Ilio!!!! Ci siamo perse uno spettacolo!

 

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  postato il 10/12/2008 alle 17:05
Mettiamo anche le notizie quando vengono prosciolti, sennò facciamo il gioco di chi critichiamo:

***************

F. Schleck prosciolto da accuse su 'Operacion Puerto'

Frank Schleck e' stato prosciolto dalle autorita' antidoping spagnole dalle accuse di un possibile coinvolgimento nello scandalo Operacion Puerto, in cui il lussemburghese avrebbe avuto contatti con Eufemiano Fuentes, il medico al centro della vicenda. "Sono contento di aver potuto provare la mia innocenza - ha spiegato il ciclista della Csc -, ora mi concentrero' sul mio lavoro e sulla stagione che sta per iniziare". (Agr)

(fonte: gazzetta.it)

 

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  postato il 10/12/2008 alle 17:42
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Mettiamo anche le notizie quando vengono prosciolti, sennò facciamo il gioco di chi critichiamo:

***************

F. Schleck prosciolto da accuse su 'Operacion Puerto'

Frank Schleck e' stato prosciolto dalle autorita' antidoping spagnole dalle accuse di un possibile coinvolgimento nello scandalo Operacion Puerto, in cui il lussemburghese avrebbe avuto contatti con Eufemiano Fuentes, il medico al centro della vicenda. "Sono contento di aver potuto provare la mia innocenza - ha spiegato il ciclista della Csc -, ora mi concentrero' sul mio lavoro e sulla stagione che sta per iniziare". (Agr)

(fonte: gazzetta.it)


 

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  postato il 10/12/2008 alle 18:38
Le prime indiscrezioni sul proscioglimento di F. Schleck

Fonti riservate ci comunicano che alla base del proscioglimento del corridore lussemburghese, vi sarebbe la testimonianza di una ragazza italiana di cui conosciamo solo il nome, Laura Idril, chiaramente falso, che avrebbe sostenuto che F.Schleck, nei giorni in cui avrebbe avuto contatti con il Dott. Fuentes, si trovasse in realtà in sua compagnia. Richiesta sulla natura di tali incontri, arrossiva e pronunciava la seguente sibillina frase: "soli leggevamo Bicisport senza alcun sospetto, galeotta fu la rivista e chi la scrisse, quel giorno più non vi leggemmo avante". Che avrà voluto dire?
(fonte la gazzotta.it)

 
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  postato il 10/12/2008 alle 19:19
ahahahahahahahahahah Ottavio che mito!

 

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  postato il 10/12/2008 alle 19:38
Ma nella foto sopra sembra David Millar!

 

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Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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  postato il 11/12/2008 alle 06:33
Gli spagnoli l'hanno assolto..... Ma l'indagine chi l'aveva aperta?

 

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  postato il 11/12/2008 alle 07:38
Spagnoli?!? Miky guarda che Frankie è lussemburghese. Il tribunale dell'antidoping lussemburghese ha assolto Frank. L'indagine l'aveva aperta sempre il Lussemburgo.

 

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  postato il 11/12/2008 alle 13:19
Laura, ho letto l'articolo riportato da Mario poco sopra. Parla di autorità spagnole. Ho fatto riferimento a quel pezzo nel scrivere il mio post.

 

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  postato il 11/12/2008 alle 13:53
Hanno sbagliato a scrivere, sono autorità lussemburghesi

 

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  postato il 11/12/2008 alle 13:57
Ahhhhh!! Allora è roba seria!

 

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  postato il 11/12/2008 alle 14:20
Il Tg2 laurea la Parafarmacia Manara a “buona pratica” nazionale anti doping
Il servizio va in onda venerdì 12 dicembre, alle 13,30, nella rubrica Costume e Società

La scelta di AGESP Holding S.p.A. di aprire una parafarmacia nella piscina Manara fa tendenza e diventa “case history” citata ad esempio nazionale nella lotta contro il doping e a favore della pratica sportiva.
Venerdì 12 dicembre, alle 13,30, infatti, la rubrica “Costume e Società” del Tg2 manderà in onda un servizio registrato proprio alla Manara di Busto Arsizio e centrato sul problema doping.
Le telecamere del Tg2 sono venute a Busto Arsizio sabato 29 novembre. E la troupe, guidata dalla giornalista Monica Sorrentino, che ha firmato il servizio, hanno ripreso la struttura e si sono soffermate sulle motivazioni che hanno spinto AGESP Holding ad istituire il servizio della parafarmacia.
Intervistati Franco Castiglioni, Presidente AGESP Holding Spa; Mara Fardelli, la farmacista della Parafarmacia Manara; Gianluca Castiglioni, medico sportivo. E, poi, gli atleti Barbara Bonzanini e Jarno Limido, l’allenatore Federico Caccia e la mamma Susanna Martignoni, tutti chiamati a commentare questa scelta che, prima in Italia, AGESP Holding ha fatto. E che ha fatto scuola.
“Abbiamo voluto creare un importante baluardo anti-doping, a cui i nostri ragazzi possano rivolgersi con fiducia -spiega Franco Castiglioni, presidente di AGESP Holding-. Perché la "ricetta" giusta per i nostri giovani è un allenamento duro e metodico, sostenuto da una dieta bilanciata e salutare".
"Con questa iniziativa, intendiamo fornire un contributo concreto nel cercare di orientare gli sportivi nell'individuazione dei loro fabbisogni in termini di integrazioni professionali - prosegue Gianfranco Carraro, direttore generale di AGESP Holding-. Il ruolo della formazione diretta è fondamentale nella prevenzione al grave fenomeno del doping".
Risultato centrato. E non tanto perché il Tg2 laurea la parafarmacia Manara a “buona pratica” di rilevanza nazionale, quanto per l’accoglienza positiva che gli utenti hanno riservato all’iniziativa.

(fonte: Ufficio stampa Eo Ipso)

 

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  postato il 12/12/2008 alle 00:16
(dal thread Fan Club Riccardo Riccò...)

Originariamente inviato da Donchisciotte

Ho letto solo oggi le motivazioni della sentenza di squalifica di Riccò.
A stento ho trattenuto il pianto pensando alla grama vita dei dirigenti delle squadre, dei procuratori, di chi gestisce questi ragazzi degni di ogni ignominia.
Leggo che Riccò frequentava Santuccione da due anni e mezzo ( oggi ha 24 anni, quindi da quando ne aveva 21 e mezzo,circa), eppure nessuno è riuscito a impedirgli di continuare. Due anni e mezzo sono tantini.
Nonostante Santuccione sia squalificato e il solo frequentarlo esponga il ciclista alla squalifica, nonostante codici etici, diritti inquisitori di tutti sui ciclisti.... nessuno è riuscito a impedirgli, a quel ragazzo veramente perfido,di frequentarlo.
Anzi,la squadra è caduta dal pero e l'ha investito di insulti.
veramente, una storia da lacrime, solo qualche perfido perfezionista può pensare che stesse bene a tutti..... finché va bene e finché dura.
Perciò, caro Aranciata Bottecchia, non è il fallimento dell'antidoping che smuove quei perfidi perfezionisti, è che proprio non ce la fanno a non vedere che forse il fallimento non è proprio casuale, ecco.
Pure quando sentono che su 100 che rubano, ne prendono 30 e quei trenta mica si possono lamentare.
Quei perfidi perfezionisti non ce la fanno a non dire che è un esempio ad mentula canis: nella società a rubare non è neanche il 10% dei cittadini e non è che tutto il sistema dica: andate a fare una rapina, né le pene hanno mai fatto diminuire le rapine, appunto.
Tornando a Riccò mi sa che non si commuove al gramo destino della sua squadra perché qualche conto non gli torna, conta, conta eppure......


Originariamente inviato da Donchisciotte

Non so se si è capito ma considero la sentenza assolutamente " di regime", colpisce l'atleta ( diciamo giusto,cioè previsto dalla normativa) e sorvola alla grandissima su quello che sta attorno.
Sì, lo so,è il discorso che tutti amano, quelllo che odia le domande ed è ansioso di risposte, anche le più sbrigative, che inorridisce davanti alla complessità e pensa che vada bene colpire i ciclisti e amen, che si mette le mani nei capelli quando dico che il discorso sul doping o è discorso filosofico o non ha senso.
D'altronde Socrate che faceva domande e diceva di non sapere le risposte è stato costretto alla cicuta (pharmacon, appunto). Non scampa, fra chi veste da parata.......
Però, ribadisco, sentenza di regime assolutamente innocua per il doping. Contenti voi.....

 

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  postato il 12/12/2008 alle 01:40
No, no, ma il ciclismo e i ciclisti non sono gli zimbelli di tutto lo sport.
Dal 1° gennaio la reperibilità dovrebbe essere per tutti gli sport? Gli atleti europei non ci pensano minimamente.

**************

Gli atleti europei contro la Wada

Si alza la voce degli atleti ed è una protesta importante, mossa nei confronti della Wada. La European Elite Athlete Association, che riunisce alcuni tra i migliori atleti del continente, ha diffuso oggi un comunicato nel quale si scaglia duramente contro il nuovo sistema di localizzazione per i controlli antidoping Wada, che entrerà in vigore dal prossimo 1 gennaio. "Di fatto gli atleti più importanti vengono messi agli arresti domiciliari per un'ora al giorno, 365 giorni all'anno - afferma nella nota il presidente dell'associazione, Yves Kummer - Come tutti, i professionisti sportivi sono protetti dalle leggi europee sul lavoro e da quelle sui diritti umani e non c'è alcun dubbio che alcuni aspetti del codice Wada violino queste norme". Secondo quanto stablisce il codice Wada gli atleti sono tenuti a fornire alle autorità antidoping una 'finestra' di un'ora durante la giornata, nel corso della quale rendersi disponibili per eventuali controlli.

(fonte: tuttobiciweb.it)

 

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  postato il 12/12/2008 alle 10:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Gli atleti europei contro la Wada

"Di fatto gli atleti più importanti vengono messi agli arresti domiciliari per un'ora al giorno, 365 giorni all'anno - afferma nella nota il presidente dell'associazione, Yves Kummer - Come tutti, i professionisti sportivi sono protetti dalle leggi europee sul lavoro e da quelle sui diritti umani e non c'è alcun dubbio che alcuni aspetti del codice Wada violino queste norme". Secondo quanto stablisce il codice Wada gli atleti sono tenuti a fornire alle autorità antidoping una 'finestra' di un'ora durante la giornata, nel corso della quale rendersi disponibili per eventuali controlli.

(fonte: tuttobiciweb.it)


Già. E quindi ogni impiegato che ha l'obbligo di passare 8 ore in ufficio e ogni operaio che deve passarle in fabbrica, si deve considerare agli arresti per 8 ore al giorno e vittima di una flagrante violazione del codice del lavoro e della carta dei diritti dell'uomo.

 

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E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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  postato il 12/12/2008 alle 10:54
Si ma non 365 giorni l'anno.
E poi sono lavori diversi, non si può sempre fare il contro con l'operaio o l'impiegato. Io quando torno a casa dal lavoro non devo dare reperibilità a nessuno, nemmeno mezz'ora.
Gli atleti fanno un lavoro che li fa stare sul luogo di lavoro meno di me (gare, incontri e così via), hanno solo più tempo libero.
Qui non si tratta di reperibilità sul luogo di lavoro, ma fuori.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 12/12/2008 alle 11:03
Eppure pare semplice. Anche gli esempi dovrebbero avere un senso.Se io ( l’impiegato dell’esempio) lavoro 36 ore settimanali, è ovvio che non posso essere considerata tecnicamente agli arresti in queste 36 ore ( lo sono moralmente, culturalmente e umanamente come tutti quelli che fanno un lavoro burocratico, ma non tecnicamente agli arresti).
Se, invece, OLTRE le 36 ore io dovessi essere a disposizione di qualche autorità anche per un minuto, quello sarebbe una cosa diversa.
Se dovessi informare un’autorità di ogni spostamento ( come, mi pare, debbano fare i ciclisti), quella è una cosa diversa.
Il principio generale è che sul posto di lavoro possano esserci dei controlli ( su orari, rendimento ecc.), oltre l’orario di lavoro c’è il diritto alla privacy.
Perciò, per giustificarlo, non si possono fare gli esempi degli impiegati, al massimo si può dire che, data l’enormità, l’importanza, la devastazione che il doping provoca, si deve giustificare una violazione delle norme che tutelano il cittadino.
Come fanno le democrazie occidentali per giustificare Guantanamo, le misure di sicurezza demenziali o le torture ai prigionieri.
Poi ognuno ne pensa quello che vuole.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

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IO NON L'HO VOTATO.

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Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/12/2008 alle 11:34
Originariamente inviato da Laura Idril
Qui non si tratta di reperibilità sul luogo di lavoro, ma fuori.


si ma il luogo di lavoro dei ciclisti, dov'è? l'orario di lavoro qual'è?
I calciatori ogni giorno si presentano al campo di allenamento e vi restano per un determinato numero di ore: e i ciclisti?

 

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  postato il 12/12/2008 alle 12:09
Antonello... qui non si parlava di ciclisti però... a non accettare le regole sono tutti gli atleti europei quindi anche calciatori, cestiti, pallavolisti etc. che ogni giorno si presentano ai loro allenamenti. Per una volta non mi sono concentrata sul ciclismo ma sullo sport in generale.

 

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Livello Giro di Lombardia




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  postato il 12/12/2008 alle 13:12
Sono usciti i primi 3 nomi degli atleti positivi all'antidoping a pechino..poca roba..praticamente sconosciuti nonostante uno abbia preso la medaglia d'argento nella specialita'del lancio del martello


Cio: tre squalifiche, una a vita


(ANSA)-LOSANNA (SVIZZERA), 11 DIC- Il Cio ha squalificato per doping due lanciatori di martello, Ivan Tsikhan e Vadim Devyatovskiy, e il kayakista Adam Seroczynski.I primi due bielorussi, il terzo polacco, sono risultati positivi alle Olimpiadi di Pechino. Devyatovskiy, medaglia d'argento, andra' incontro a una squalifica a vita perche' gia' positivo in passato. Tsijhan, medaglia di bronzo, sara' escluso dalle competizioni per due anni, cosi' come il kayakista Seroczynski quarto sui 1.000 metri.

 

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Indovinello:"E' Composto da 6 lettere..inizia con C..finisce con O e non ha problemi di doping.."

ALEXANDRE VINOKOUROV:"Sbatto la porta e me ne vado. Il ciclismo - ha detto - e' un'ottima orchestra con un pessimo direttore'.'Quando e' stata creata l'Astana ci e' stato detto che non ci volevano in Europa'..Il ciclismo NON E' PIU' SPORCO di altri sport.Il TENNIS e il CALCIO?.. E' stato detto che non vanNo toccati.."
Con VinoKoUrOv fino alla FINE..o TUTTI o NESSUNO!

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 12/12/2008 alle 14:34
Originariamente inviato da Monsieur 40%

"Di fatto gli atleti più importanti vengono messi agli arresti domiciliari per un'ora al giorno, 365 giorni all'anno - afferma nella nota il presidente dell'associazione,


Rileggete con più attenzione la parte in grassetto e poi se ne riparla. E ricordatevi magari che chi ha un luogo di lavoro ben stabilito, non ha alcun bisogno di doversi rendere reperibile, visto che é reperebile automaticamente durante l'intera giornata lavorativa.

 

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E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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