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Autore: Oggetto: Senza via d'uscita: Basso, il Coni, una squallida farsa

Livello Giro di Svizzera




Posts: 94
Registrato: Jul 2006

  postato il 16/06/2007 alle 00:52

Originariamente inviato da stress
Stai confondendo l'opinione personale (condivisibile o meno) con il diritto.
Questa è una condanna al massimo della pena senza neanche le famose attenuanti generiche.


Quindi mi stai dicendo che se Mr. X ammette di avere ucciso Mr. Y in una conversazione telefonica con Mr. Z - con utenza di Mr. Z intercettata dai carabinieri - Mr. X è innocente? Lo è per il diritto, non lo è di fatto, non lo è eticamente né moralmente. Poi se vuoi utilizzare il diritto come scudo pigliatutto fai pure, ma a me questo binario di discussione non piace affatto. Andiamo a vedere effettivamente questi 236 giorni decurtati da cosa sono composti? E, soprattutto, vogliamo andare a vedere come sono stati messi insieme? A mio parere in maniera bislacca. Basso è stato scaricato dalla Csc a metà ottobre, mentre nella sentenza il periodo Csc viene esteso fino al 31 dicembre. Oltre all'estensione curiosa, bisogna anche far notare che Basso avrebbe potuto benissimo firmare per una squadra non inserita nel Pro Tour (che poi alla fine, volendo, una Pro Tour con un paio di carte bollate l'avrebbe trovata, codice etico o meno). A Basso poi sono stati anche tolti credo venti giorni del dopo-Discovery: anche qui la disciplinare ha chiacchierato di sospensione, ma Basso in verità è stato sospeso solamente 5 giorni (che poi non era una sospensione, ma una richiesta di non correre) e poi ha rescisso un contratto. Bisogna ricordare anche che il giorno in cui gli venne imputata una violazione con conseguente convocazione quelli del Giro dissero che una sua partecipazione alla corsa si faceva "difficile". Visto che usi il diritto come parafulmine io mi diverto con il vocabolario: difficile non vuol dire impossibile, ergo Basso teoricamente avrebbe potuto firmare a fine aprile per un'altra squadra e farsi il Giro d'Italia, quello di Varese o l'Epo Tour. A questi dati, che possono essere letti in un modo o nell'altro, bisogna aggiungere il fatto determinante che l'80% del mitico presofferto rientra nel periodo in cui lui giurava di essere innocente e minacciava pure querele. Alé, almeno poi è uscito dalla banalità e ha si è contrito con un bel tentato doping mentre Torri gli sventolava davanti le sacche pronte ad essere analizzate. Poi c'è la questione etica e morale. E qui mi ripeto: questa sentenza (proprio in virtù di questa sproporzione tra il presofferto e il periodo di effettiva autocondanna) suggerisce ai ciclisti di stare zitti finché non sono costretti a parlare, insegna ai ciclisti a parlare il meno possibile. Per questo dicevo che è una sentenza disgustosa, perché fa felici tutti. Fa felice Basso che sul 2008 ci aveva già fatto una croce sopra e lo rilancia giusto in tempo per farsi novembre e dicembre di sgambate in Australia e ripartire a gennaio 2009 come nuovo (e come merita chiunque che sconta le proprie responsabilità, sociali o sportive che siano). Fa felice i pagliacci del Coni che ci fanno la loro porca figura con chi li ha riempiti di forchettate sulle chiappe chiedendo due anni. I due anni a Basso glieli hanno dati, lo dice il dispositivo...e forse fa felice anche l'Uci, che non credo si metterà mai a rompere i "gemelli sferici solitamente molto fragili" andando a cavillare su presofferti e questioni etiche. Quelli sì che sono tizi seri, sul comodino hanno l'immagine di San Diritto (e qualcuno di San Dritto).

Originariamente inviato da stress
Poi se vogliamo parlare di tifo, simpatie e/o antipatie è tutto un'altro discorso.


Non faccio il tifo per nessuno nel ciclismo, mi sono simpatici Bettini e Simoni e non ho antipatie per alcun corridore tranne che per Armstrong (che detesto ancora oggi). Ti prego di non inserirmi in contesti di tifo, correnti di pensiero, complotti anti-Basso, congiure della stupidità lesiva per il magico mondo dei pedali ecc ecc.. Grassie

Originariamente inviato da stress
Comunque se per te è giusto che su 200 (DUECENTO) atleti solo 3 paghino e gli altri (parole di tuttobiciweb) sorridono permettimi di non essere daccordo.
La giustizia è quella UGUALE PER TUTTI non quella del attenti altrimenti fate la stessa fine.


Scusa ma non mi pare di avere detto qualcosa di neanche lontanamente simile. Quindi rinnovo ed espando l'invito di cui sopra. Io non vorrei che qui chi esprime determinate idee (opinabili per natura) venga automaticamente fatto confluire in una corrente di pensiero di scenditori-dalla-montagna-del-sapone (ovvero di imbecilli patentati che disturbano il simposio, sparano banalità o - urca! - si iscrivono ad un forum per parlare di qualcosa che loro interessa...che caduta di stile Monsieur40%, non me l'aspettavo). Perché questo modo di fare forse porta a leggere con scarsa attenzione alcuni post, e così magari ti senti dire che sei caduto dal pero e ti si liquida con una certa sufficienza da chi magari ti legge distrattamente per poi capire (e rispondere) fischi per fiaschi. Insomma qui non si insulta, però nelle rare volte che leggo il forum colgo sempre questo modo di fare del tipo 'ma-dai-anche-tu-non-hai-capito-una-cippa-di-mogano-e-non-guardi-al-bene-del-ciclismo-forse-perché-leggi-la-gazza. Tornando alla tua osservazione. Io non trovo giusto che su 200 atleti paghino solo in 3, trovo giusto che 3 colpevoli su 200 paghino. E' differente, la questione. Se mi condannano per evasione fiscale io non posso dirmi vittima del sistema perché annualmente centinaia di migliaia di persone evadono le tasse impunemente. Sono vittima della mia inciviltà che mi ha portato a compiere un reato. Intavolare un discorso generale sui problemi dell'evasione fiscale, invece, è ben altra cosa.

 
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Moderatore




Posts: 21608
Registrato: Oct 2004

  postato il 16/06/2007 alle 03:07
Caduta di stile? Possibilissimo, sono fallibile in quanto umano.
Ma più che "caduta di stile" la chiamerei "stanchezza".

Il rispetto per chi ha pochi post c'è sempre stato (e vi sfido a dimostrare il contrario), anche perché non è la quantità che conta (il 50% dei miei post è speso in polemiche come questa, tanto per dire), bensì la qualità.

Permettimi, però, dall'esperienza che ho del forum, di dubitare di chi entra in un forum di ciclismo e scrive il suo primo post in un thread sul doping.

Meglio una caduta di stile che l'eccessivo buonismo. Secondo me, ovvio.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jan 2007

  postato il 16/06/2007 alle 03:35
Originariamente inviato da Donchisciotte

L'insegnamento morale che traggo da questa sentenza è che chi confesSa è un fesso.
24 mesi gli avrebbe avuti anche senza confessione, adesso ha anche tre procure sul collo ( e non da testimone ma da indagato: ha confessato).
Se poi parlava beccava una raffica di querele e magari anche minacce e ostracismi pesanti. Oltre al fatto che all'Uci non avrebbero accettato lo sconto di pena.
Per fortuna si è fermato in tempo.
Questa è la lotta al doping?
Naturalmente oltre lui non pagherà il medico della squadra, non pagherà il preparatore, non pagherà il team manager, non pagherà Fuentes ( che mi pare sia stato già assolto visto che in Spagna il doping non è reato).
Ecco, Mestatore, non è che a uno piaccia il doping ( chiaro che no) ma questa finta lotta serve a qualcosa? O non è che la conferma continua del sistema che si autorigenera ATTRAVERSO gli scandali?
Comunque, cari ciclisti, ricordate: non parlate, nessuno vuole che parliate, CHI CONFESSA E' UN FESSO.
Penso anch'io che Basso non correrà più ( non ci sono anche i due anni di allontanamento dal Pro Tour?).
Si faccia finta di godersi il ciclismo pulito senza Basso.
Piccoli Gattopardi senza la grandezza della storia, solo seppelliti nel loro potere oscuro e marcio. Avallato da una parte dei media che millantano questa m..... per lotta al doping.
NON PARLATE, CICLISTI, NON FATE I FESSSI!!!!!


quoto tutto.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 4674
Registrato: Jun 2006

  postato il 16/06/2007 alle 08:18
"Basso è stato punito dalla FCI per aver negato inizialmente di essere coinvolto. Se avesse subito detto che era Birillo, lo avrebbero sospeso per un anno e ora faceva il Tour."
Gli avrebbero scontato un intero anno, cosa che non hanno fatto questa volta, perchè la confessione è arrivata difronte alla necessità di risolvere la questione nel modo meno pesante possibile.
Sentendosi presi in giro da mesi, quando la scorsa estate facendogli visita si sentivano dire "non c'entro niente, sono sereno, la verità verrà fuori" e non accettando una confessione per convenienza, la federazione gli ha dato il massimo.
C'è da dire che la federazione ha spinto perchè l'indagine si risolvesse con l'individuazione del proprietario delle sacche targate Birillo e che venisse fatto entro l'inizio del Giro 2007, non è tutta responsabilità del CONI.
Sia ben chiaro che questo non significa che la federazione abbia iniziato un'efficace lotta al doping, ma solo la chiusura dell'indagine su Ivan, perchè decisamente imbarazzante ed umiliante.
Pensate che la maggioranza dei ciclisti professionisti non conosce neppure il nome del Presidente FCI, perchè riconosce come nr. 1 del ciclismo italiano Zomegnan e la RCS, è quindi chiaro che la federazione non ha nessun potere sul ciclismo professionistico in Italia. Forse tenta di acquisirlo dimostrandosi severa ed implacabile. Ma se questa sia la linea di Di Rocco o della dirigenza rimasta dopo Ceruti, non lo so. Perchè Di Rocco non mi era sembrato tanto categorico difronte ai mass media, forse però, in quel momento teneva un profilo accomodante.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Tour




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  postato il 16/06/2007 alle 08:27
ahhh...adesso il ciclismo e'pulito...tutti a pane + integratori..dicono che quello al gusto di polline faccia andare di +....
basso esprime la pochezza dell'ambiente..certo, di suo ce ne mette..poi qualcuno che ancora gli scalda le scarpe lo trovera'sempre...pure qui..
se, se, allenati...che passa lo tempo...e continua a sorrisini..

 
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Livello Tour




Posts: 176
Registrato: Dec 2005

  postato il 16/06/2007 alle 08:31
Originariamente inviato da miky70

"Basso è stato punito dalla FCI per aver negato inizialmente di essere coinvolto. Se avesse subito detto che era Birillo, lo avrebbero sospeso per un anno e ora faceva il Tour."
Gli avrebbero scontato un intero anno, cosa che non hanno fatto questa volta, perchè la confessione è arrivata difronte alla necessità di risolvere la questione nel modo meno pesante possibile.
Sentendosi presi in giro da mesi, quando la scorsa estate facendogli visita si sentivano dire "non c'entro niente, sono sereno, la verità verrà fuori" e non accettando una confessione per convenienza, la federazione gli ha dato il massimo.

...

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: May 2007

  postato il 16/06/2007 alle 09:50
Scusate la mia ignoranza: ma è automatica l'ulteriore esclusione per due anni dal circuito Pro-Tour?
 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 16/06/2007 alle 10:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Fortuna loro, la Spagna (intesa come Stato) ha una visione molto più laicista dell'Italia su tante cose. Doping compreso.


Mario, lascia perdere il laicismo per cortesia e, soprattutto, lascia perdere lo zapaterismo, vah. Non occorre essere "laicisti" per dire che si tratta di una sentenza ottusa, priva di senso, nociva e financo surreale. Io sono cattolico (integralista, ascoltatore incallito ed impenitente di Radio Maria) e non sono tifoso di Basso; purtuttavia provo sempre un grande senso di disgusto ogniqualvolta assisto a manifestazioni cosi' patenti di miseria morale ed intellettuale quale quella offertaci dalla cosca ciclistico/mediatico/giudiziaria/sportiva.
Nonchè da quella offerta dalla miserabile tribu' dei "tifosi contro" del forum.
No, lascia perdere, il laicismo non conta proprio nulla e se ti sembra un valore, beh... peggio per te...Che altro ti posso dire ?

 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 16/06/2007 alle 11:19
Originariamente inviato da Arizona


Io non trovo giusto che su 200 atleti paghino solo in 3, trovo giusto che 3 colpevoli su 200 paghino. E' differente, la questione. Se mi condannano per evasione fiscale io non posso dirmi vittima del sistema perché annualmente centinaia di migliaia di persone evadono le tasse impunemente. Sono vittima della mia inciviltà che mi ha portato a compiere un reato. Intavolare un discorso generale sui problemi dell'evasione fiscale, invece, è ben altra cosa.


Un consiglio, Arizona, fermati alla prima riga e lascia perdere il resto: non stiamo parlando di civiltà giuridica, nè di etica fiscale, nè tampoco della tua dirittura morale.
Stiamo parlando di un problema di cosiddetta "giustizia sportiva" e, ancora peggio, di "codice etico" del ciclismo: per intenderci, stiamo parlando di CONI, Torri, UCI, McQuaid , Lefevere e via via tutta la corte dei miracoli che ha creato ed amministra queste regole. Nulla a che fare con i massimi sistemi dello stato di diritto che vai citando.
Se non capisci questo, anche qui, non so proprio che farci.

 

[Modificato il 16/06/2007 alle 11:37 by prof]

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Livello Learco Guerra




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  postato il 16/06/2007 alle 13:43
La sentenza di squalifica di Basso lascia l'amaro in bocca per diversi motivi ed in principal modo perché non si vede, dato il contesto, che contributo porti a un più generale contrasto al doping. Si parla di sentenza "esemplare" ma non c'è nessuna categoria alla quale applicare ed estendere l'esempio, visto che a pagare è e sarà solo Basso (mi dipiace per Ivan, al quale esprimo tutta la mia solidarietà).

Detto questo, tutto sommato la squalifica avrebbe potuto essere tutto sommato peggiore. E' vero che non gli è stato atteibuito lo sconto previsto dalla Wada i collaboratori, ma è vero anche che Basso non ha, a quanto se ne sa, portato alla procura elementi utili ad allargare l'indagine ma limitato a sé stesso tutta la responsabilità del suo "tentato doping". Quindi in questo senso la sentenza è corretta.
In secondo luogo, non sono un esperto di diritto ma non mi sembra che la sottrazione alla squalifica futura del periodo in cui Basso è già stato fermo fosse un fatto dovuto: qualcuno qui lo ha assimilato alla carcerazione preventiva, ma si tratta di due cose diverse. In quel caso si tratta di diritto Penale, e si applica solo in determinati casi previsti dalla legge. In questo caso Basso è stato fermato dalla sua squadra in base ad un regolamento interno al Pro-tour, la legge non c'entra nulla, e la sentenza poteva benissimo non tenerne conto.

 

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2005

  postato il 16/06/2007 alle 14:27
Originariamente inviato da Leone delle Fiandre

Scusate la mia ignoranza: ma è automatica l'ulteriore esclusione per due anni dal circuito Pro-Tour?

Si.
Per due anni niente squadre pro tour.
Deve sperare di avere un contratto con qualche squadra tipo acqua e sapone o tinkoff o selle Italia o quella che vuoi e che questa riceva inviti e/o wild card per le gare pro tour.

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 16/06/2007 alle 14:45
Originariamente inviato da stress

Originariamente inviato da Leone delle Fiandre

Scusate la mia ignoranza: ma è automatica l'ulteriore esclusione per due anni dal circuito Pro-Tour?

Si.
Per due anni niente squadre pro tour.
Deve sperare di avere un contratto con qualche squadra tipo acqua e sapone o tinkoff o selle Italia o quella che vuoi e che questa riceva inviti e/o wild card per le gare pro tour.


Te lo dico io Mauro: la speranza è Davide Boifava.
...anche se purtroppo, e lo dico da appassionato e tifoso, le speranze di rivedere Ivan [e inbtendo il vero Ivan] sono al lumicino...è stata un'esecusione mediatica!

 
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Livello Tour




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  postato il 16/06/2007 alle 15:25
mah...adesso basso e'la vittima..solo lui paga..io non capisco queste reiterate e pelose tifoserie. e'vero: lui paga. altri no. ma e'amche vero che lui era tra i numeri uno. sia come prestazioni sportive che come ritorno di immagine x una disciplina sempre + agoizzante, a livello professionistico.
la gogna sara'anche mediatica, ma la gogna se l'e'cercata. a me non e'mai stato simpatico, mi e'sempre puzzato. ma quello che ha fatto, invero, non viene mai menzionato. allora cosa si deve fare? fci sbaglia, l 'uci e'un manipolo di manigoldi, basso una innocente vittima, il doping gira sempre come prima, e solo chi e'furbo non si fa scoprire.anzi, cio'diviene,agli occhi dei cazziati e delle loro tifoserie, anche una virtu'. a questo punto, siccome non se ne verra'mai fuori, legalizziamo il doping.molto + coerente. tanto tra verdetti ed analisi non se ne uscira'mai.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2006

  postato il 16/06/2007 alle 15:48
Originariamente inviato da cikki

mah...adesso basso e'la vittima..solo lui paga..io non capisco queste reiterate e pelose tifoserie. e'vero: lui paga. altri no. ma e'amche vero che lui era tra i numeri uno. sia come prestazioni sportive che come ritorno di immagine x una disciplina sempre + agoizzante, a livello professionistico.
la gogna sara'anche mediatica, ma la gogna se l'e'cercata. a me non e'mai stato simpatico, mi e'sempre puzzato. ma quello che ha fatto, invero, non viene mai menzionato. allora cosa si deve fare? fci sbaglia, l 'uci e'un manipolo di manigoldi, basso una innocente vittima, il doping gira sempre come prima, e solo chi e'furbo non si fa scoprire.anzi, cio'diviene,agli occhi dei cazziati e delle loro tifoserie, anche una virtu'. a questo punto, siccome non se ne verra'mai fuori, legalizziamo il doping.molto + coerente. tanto tra verdetti ed analisi non se ne uscira'mai.

Ecco perchè lo critichi: Perchè non ti sta simpatico e vuoi pure avere ragione!!!

Contesti chi lo difende e pretendi di essere nel giusto condannandolo.
Ti lamenti per cosa, scusa??! Ha avuto due anni + due fuori pro-tour e tu continui a lamentarti!!!
Ma dovrai, se pretendi veramente che si rispetti la regola "chi sbaglia paga", cominciare a urlare per quelli che sono nella sua stessa situazione e non hanno fatto neppure 1 giorno di sospensione e corrono e vincono protetti da tutto e tutti.
Invece continui a parlare di Ivan che stai sicuro la sua "puzza" per 4 anni non la sentirai nemmeno.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2007 alle 15:48
Qui di tifose peloserie non ce ne sono.
Io non ha mai tifato Basso.
Però constato che quando c'è un italiano in grado di vincere il Tour (o che ha appena vinto il Tour) si mette immediatamente in azione l'artiglieria pesante ( da fuoco amico e nemico ).
Perchè ?

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2007 alle 15:54
Ventiquattro mesi di squalifica sono 2 anni tondi tondi, e sono quelli che la Commissione Disciplinare della Federciclo ha inflitto al corridore di Cassano Magnago. Reo di infanticidio, o di lesa maestà, o di avvelenamento delle falde? No, reo dello stesso reato del 95% degli sportivi professionisti, ma si sa che la ruota quando gira colpisce un po' chi capita (preferibilmente nel campo di quelli che pedalano), e stavolta è toccato a lui. Ahi quanto gli costò l'Operación Puerto. Un anno fa Basso era il più forte e amato ciclista italiano, fresco reduce da un Giro vinto quasi in carrozza, e pronto ad aggredire il Tour, in cui sarebbe partito come il più logico dei favoriti. Ma la magistratura spagnola fece i nomi dei corridori coinvolti in un'indagine da cui emergevano alcuni nickname legati al ginecologo Eufemiano Fuentes, che nel tempo libero abbandonava il forcipe e si dedicava a praticare autoemotrasfusioni e ad ossigenare il sangue di un gran numero di sportivi. 250, o forse 350, tutto molto nebuloso. Molto nebuloso quel che riguardava i 200 atleti provenienti dal calcio, dal tennis, dall'automobilismo, dall'atletica leggera, dalla boxe e via discorrendo. Molto spiattellato invece tutto quello che concerneva i 60 ciclisti. Tra questi, un Birillo: nome in codice che da subito è stato associato a Basso (così si chiamerebbe il cane di Ivan). Associazione poi confermata da una serie di intercettazioni telefoniche, e da un passaggio di denaro su conti svizzeri. Il corridore negò tutto. Saltò lo stesso il Tour 2006 (fermato dal suo team manager, Mister Moralità Bjarne Riis, sì, proprio lui che poche settimane fa ha ammesso di aver usato Epo per vincere il Tour 1996). Poi, tirando e mollando, e in assenza di prove così certe, la Procura del Coni lo assolse, in ottobre. La rinascita, un nuovo contratto con la Discovery Channel, il progetto per la nuova stagione da dominatore, gli allenamenti, le prime corse. Ma sempre l'alone del sospetto. Nel frattempo, proprio la Procura Antidoping del Coni continuava ad indagare in silenzio, venendo in possesso di nuovi elementi messi a disposizione dalla magistratura spagnola che aveva condotto l'inchiesta Operación Puerto. La puzza di bruciato si sentiva da lontano, quindi poco prima del Giro la Discovery ha nuovamente sospeso il corridore. Il quale, messo alle strette, ha fatto una confessione a metà (in pratica: «Ho solo cercato di doparmi, ma non l'ho fatto»), ha promesso di collaborare con gli inquirenti, ma non lo ha fatto. E così, in queste condizioni, lo sconto della pena se lo sognava. E infatti se l'è sognato: la Procura aveva chiesto 21 mesi, la Disciplinare ci è andata ancora più pesante, 24, di cui alcuni già scontati nell'ultimo anno di stop e ripartenze. Risultato: Basso tornerà a correre il 24 ottobre 2008. Quando la prossima stagione sarà finita; quindi spostiamo le lancette alla primavera del 2009: Basso maturo 31enne potrà trovare ingaggio in una formazione non Pro Tour (dal novero delle quali sarà bandito fino a tutto il 2010), e sperare in un invito al Giro d'Italia, che diverrà quindi l'ultimo dei suoi obiettivi, visto che al Tour difficilmente lo riaccoglieranno. Fine della festa. Il ciclismo, con lo stop di Basso, è dunque più pulito? Magari lo fosse. Lo sport tutto ha fatto un passo in avanti nella lotta al doping? Beato chi ci crede. Il doping genetico è qui dietro l'angolo (forse è già qui, le avanguardie potrebbero avere al collo già qualche medaglia), e quello non si trova con nessun esame. Già alcune sostanze che vanno per la maggiore (il GH di sciatori e nuotatori e tennisti) non vengono riscontrate dai test antidoping. Il ciclismo continua ad essere l'avanguardia di una battaglia che non sarà mai vinta, e nella quale nessun'altra disciplina lotta come i pedalatori. Così è se vi pare, Basso è il reietto, ma il gioco continua.

di Marco grassi fonte: iltempo

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Mi mette una tristezza quest'articolo!

 

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Michela
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2007 alle 16:15
Originariamente inviato da miky70

Ventiquattro mesi di squalifica sono 2 anni tondi tondi, e sono quelli che la Commissione Disciplinare della Federciclo ha inflitto al corridore di Cassano Magnago. Reo di infanticidio, o di lesa maestà, o di avvelenamento delle falde? No, reo dello stesso reato del 95% degli sportivi professionisti, ma si sa che la ruota quando gira colpisce un po' chi capita (preferibilmente nel campo di quelli che pedalano), e stavolta è toccato a lui. Ahi quanto gli costò l'Operación Puerto. Un anno fa Basso era il più forte e amato ciclista italiano, fresco reduce da un Giro vinto quasi in carrozza, e pronto ad aggredire il Tour, in cui sarebbe partito come il più logico dei favoriti. Ma la magistratura spagnola fece i nomi dei corridori coinvolti in un'indagine da cui emergevano alcuni nickname legati al ginecologo Eufemiano Fuentes, che nel tempo libero abbandonava il forcipe e si dedicava a praticare autoemotrasfusioni e ad ossigenare il sangue di un gran numero di sportivi. 250, o forse 350, tutto molto nebuloso. Molto nebuloso quel che riguardava i 200 atleti provenienti dal calcio, dal tennis, dall'automobilismo, dall'atletica leggera, dalla boxe e via discorrendo. Molto spiattellato invece tutto quello che concerneva i 60 ciclisti. Tra questi, un Birillo: nome in codice che da subito è stato associato a Basso (così si chiamerebbe il cane di Ivan). Associazione poi confermata da una serie di intercettazioni telefoniche, e da un passaggio di denaro su conti svizzeri. Il corridore negò tutto. Saltò lo stesso il Tour 2006 (fermato dal suo team manager, Mister Moralità Bjarne Riis, sì, proprio lui che poche settimane fa ha ammesso di aver usato Epo per vincere il Tour 1996). Poi, tirando e mollando, e in assenza di prove così certe, la Procura del Coni lo assolse, in ottobre. La rinascita, un nuovo contratto con la Discovery Channel, il progetto per la nuova stagione da dominatore, gli allenamenti, le prime corse. Ma sempre l'alone del sospetto. Nel frattempo, proprio la Procura Antidoping del Coni continuava ad indagare in silenzio, venendo in possesso di nuovi elementi messi a disposizione dalla magistratura spagnola che aveva condotto l'inchiesta Operación Puerto. La puzza di bruciato si sentiva da lontano, quindi poco prima del Giro la Discovery ha nuovamente sospeso il corridore. Il quale, messo alle strette, ha fatto una confessione a metà (in pratica: «Ho solo cercato di doparmi, ma non l'ho fatto»), ha promesso di collaborare con gli inquirenti, ma non lo ha fatto. E così, in queste condizioni, lo sconto della pena se lo sognava. E infatti se l'è sognato: la Procura aveva chiesto 21 mesi, la Disciplinare ci è andata ancora più pesante, 24, di cui alcuni già scontati nell'ultimo anno di stop e ripartenze. Risultato: Basso tornerà a correre il 24 ottobre 2008. Quando la prossima stagione sarà finita; quindi spostiamo le lancette alla primavera del 2009: Basso maturo 31enne potrà trovare ingaggio in una formazione non Pro Tour (dal novero delle quali sarà bandito fino a tutto il 2010), e sperare in un invito al Giro d'Italia, che diverrà quindi l'ultimo dei suoi obiettivi, visto che al Tour difficilmente lo riaccoglieranno. Fine della festa. Il ciclismo, con lo stop di Basso, è dunque più pulito? Magari lo fosse. Lo sport tutto ha fatto un passo in avanti nella lotta al doping? Beato chi ci crede. Il doping genetico è qui dietro l'angolo (forse è già qui, le avanguardie potrebbero avere al collo già qualche medaglia), e quello non si trova con nessun esame. Già alcune sostanze che vanno per la maggiore (il GH di sciatori e nuotatori e tennisti) non vengono riscontrate dai test antidoping. Il ciclismo continua ad essere l'avanguardia di una battaglia che non sarà mai vinta, e nella quale nessun'altra disciplina lotta come i pedalatori. Così è se vi pare, Basso è il reietto, ma il gioco continua.

di Marco grassi fonte: iltempo

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Mi mette una tristezza quest'articolo!


Ti credo, è un articolo di Grassi...

skerzi a parte, mi è venuta in mente una buona idea, oggi utopistica, domani chissà, per lottare pesantemente contro il doping...va bè, ma non è questo il topic più adatto.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 16/06/2007 alle 19:21
Originariamente inviato da miky70

Originariamente inviato da cikki

mah...adesso basso e'la vittima..solo lui paga..io non capisco queste reiterate e pelose tifoserie. e'vero: lui paga. altri no. ma e'amche vero che lui era tra i numeri uno. sia come prestazioni sportive che come ritorno di immagine x una disciplina sempre + agoizzante, a livello professionistico.
la gogna sara'anche mediatica, ma la gogna se l'e'cercata. a me non e'mai stato simpatico, mi e'sempre puzzato. ma quello che ha fatto, invero, non viene mai menzionato. allora cosa si deve fare? fci sbaglia, l 'uci e'un manipolo di manigoldi, basso una innocente vittima, il doping gira sempre come prima, e solo chi e'furbo non si fa scoprire.anzi, cio'diviene,agli occhi dei cazziati e delle loro tifoserie, anche una virtu'. a questo punto, siccome non se ne verra'mai fuori, legalizziamo il doping.molto + coerente. tanto tra verdetti ed analisi non se ne uscira'mai.

Ecco perchè lo critichi: Perchè non ti sta simpatico e vuoi pure avere ragione!!!

Contesti chi lo difende e pretendi di essere nel giusto condannandolo.
Ti lamenti per cosa, scusa??! Ha avuto due anni + due fuori pro-tour e tu continui a lamentarti!!!
Ma dovrai, se pretendi veramente che si rispetti la regola "chi sbaglia paga", cominciare a urlare per quelli che sono nella sua stessa situazione e non hanno fatto neppure 1 giorno di sospensione e corrono e vincono protetti da tutto e tutti.
Invece continui a parlare di Ivan che stai sicuro la sua "puzza" per 4 anni non la sentirai nemmeno.

a parte antipatie mie personali..critico chi lo difende x via del suo atteggiamento. io, da suo tifoso, mi sentirei perlomeno ingannato. ma come? stai 1 anno a dire che non e'vero niente, con la faccia da santarellino..e'l'intenzionalita' che disturba. molto + dignitoso ullrich. messo alle strette, o, cmq, vista terra bruciata intorno, si e'ritirato.ma questo e'un discorso da estendere + in generale, a mio avviso, un po a tutto l'ambiente. vedi mr.60% ed affini..poi, che sia stato sacrificato sulla griglia facente parte di un sistema sballato, ingiusto etc, questo ci puo'stare.non x cio',il ruolo sacrificale, puo'immolarsi di vittimismo.
trovo che il lui in questione, alla fine, sia solo un ragazzotto goffo ed impacciato. totalmente succube di chi gli e'intorno.mi pare, tra le righe, che lui stesso lo abbia ammesso.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2007 alle 19:32
ennesima figuraccia del CONI che aveva eletto Ivan a paladino, ma il paladino è rimasto attaccato al suo pessimo ambiente l'Audisio oggi lo scrive su repubblica Brava criticando Petrucci e company....

 

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  postato il 16/06/2007 alle 21:31
Originariamente inviato da prof

Originariamente inviato da Arizona


Io non trovo giusto che su 200 atleti paghino solo in 3, trovo giusto che 3 colpevoli su 200 paghino. E' differente, la questione. Se mi condannano per evasione fiscale io non posso dirmi vittima del sistema perché annualmente centinaia di migliaia di persone evadono le tasse impunemente. Sono vittima della mia inciviltà che mi ha portato a compiere un reato. Intavolare un discorso generale sui problemi dell'evasione fiscale, invece, è ben altra cosa.


Un consiglio, Arizona, fermati alla prima riga e lascia perdere il resto: non stiamo parlando di civiltà giuridica, nè di etica fiscale, nè tampoco della tua dirittura morale.
Stiamo parlando di un problema di cosiddetta "giustizia sportiva" e, ancora peggio, di "codice etico" del ciclismo: per intenderci, stiamo parlando di CONI, Torri, UCI, McQuaid , Lefevere e via via tutta la corte dei miracoli che ha creato ed amministra queste regole. Nulla a che fare con i massimi sistemi dello stato di diritto che vai citando.
Se non capisci questo, anche qui, non so proprio che farci.


Prof, io ho delle mie convinzioni. Che probabilmente nessuno sposa, ma che comunque mi tengo strette. Io sono fermamente convinto che in momenti di grave crisi non ci sia spazio per mediazioni, distinzioni accurate e tentativi di salvare il salvabile. Quando il marcio dilaga - e dilaga ovunque, altrove come e più rispetto al ciclismo - a mio parere c'è bisogno di qualcosa in più del rigore massimo che qui, non capisco ancora perché, passa per luogo comune. Per come la vedo io, e forse anche perché lo insegna la storia, le rivoluzioni con il bilancino e le pinzette non si fanno. Le rivoluzioni si fanno dando tagli netti. Basso secondo me meritava 2 anni secchi a partire dal 14 maggio 2007. Ci avrebbe rimesso la carriera? Pazienza, in fin dei conti è un cialtrone. Pardon, un "tentato" cialtrone. Basso paga e altri no? Questo è un altro paio di maniche ed è qui che io separo i due discorsi. E, per inciso, sposo il concetto che sta alla base del pezzo amaro e molto sentito di Grassi sul Tempo. Secondo me, scusa se ti annoio, bisogna cercare di separare l'attaccamento alla figura dell'atleta (che paga, che non paga, che mente sapendo di mentire ecc ecc) dalla considerazione generale del problema. Basso era colpevole? Sì. E' stato condannato? Sì. A me sta bene, ma - e lo sottolineo trecento volte - non mi accontento né tantomeno mi faccio infinocchiare da chi lo ha condannato. Perché chi lo ha condannato fa capo allo stesso universo che lo ha portato a farsi condannare.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2007 alle 21:57
15 giugno - LA STANGATA DELLA DISCIPLINARE: DUE ANNI A IVAN BASSO

ROMA – Due anni, invece dei 21 mesi chiesti dalla Procura antidoping del Coni. Una pena superiore a quella ipotizzata alla vigilia. Niente sconti. La Commissione Disciplinare della Federciclismo non crede neppure un po’ alla collaborazione di Ivan Basso e applica il massimo della pena. Più dura dell’accusa, precisa: "Nel comminare la sanzione all'atleta non si ritiene possa aver rilievo in suo favore l'istituto della collaborazione. Tale istituto non è connesso con l'atteggiamento di correttezza tenuto da Basso nell'accertare le proprie responsabilità, ma è riferito precisamente ad un'ipotesi in cui l'atleta stesso fornisca alla procura antidoping un contributo fattivo nell'accertare violazioni di regolamento da parte di altre persone e in questo caso non se ne ravvisano gli estremi". Finisce così, momentaneamente il capitolo che lega il vincitore del Giro d’Italia 2006 alle tristi vicende dell’emodoping organizzato in quel di Madrid dal dottor Fuentes e dai suoi accoliti. Basso potrà tornare in corsa non prima del 24 ottobre del prossimo anno, 2008. In realtà, più o meno 16 mesi da questa sentenza, perché gli è stato applicato, come da regolamento, la riduzione dei periodi di sospensione (236 giorni in tutto) già scontati quando è stato estromesso dal Tour de France dalla sua ex squadra (la Csc) e ad aprile dalla Discovery Channel, presso la quale era approdato nell’ultima stagione. Una chiusura amara se raffrontata alle speranze che la vicenda negli ultimi suoi sviluppi sembrava aver dato. Basso che confessa e collabora. Basso che può diventare con la sua notorietà e la sua visibilità l’atleta chiave per il ribaltamento di un “modus operandi” nello sport e nel ciclismo in particolare. Solo utopie. Il ciclismo è uno sport condannato miseramente a restare nel fango se neppure un’occasione così chiara, grande e praticabile è stata sufficiente a rompere il muro delle omertà e del silenzio. Perché ha un bel dire il varesino che ha detto tutto alla Procura del Coni, ma se perfino uno così ben disposto come Ettore Torri, numero uno dell’organismo inquirente, alla fine ha perso la pazienza e ha chiesto quasi il massimo della pena vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Il codice Wada avrebbe consentito addirittura il dimezzamento della sospensione se ci fosse stata collaborazione vera: un solo anno a cui si sarebbero dovuti sottrarre i quasi 8 mesi di stop già scontati. Vale a dire quattro mesi di fermo e la possibilità di riprendere tranquillamente all’inizio della prossima stagione. Ci sarebbero stati ricorsi, è vero. L’Uci e forse anche il Coni si sarebbero opposti. Ma si sarebbe comunque andati ad una discussione e valeva la pena provarci, se si voleva voltare davvero pagina. Ivan, però, ha ritenuto di non andare oltre certi atteggiamenti. Possibile che abbia vissuto e convissuto con un discusso e chiacchieratissimo general manager, quello stesso Biarne Rijs che ha recentemente confessato che da corridore ha vinto il Tour del 1996 grazie all’epo, senza che lui sapesse nulla di quello che Ivan andava facendo con Fuentes e senza che Ivan sapesse nulla dei comportamenti passati e presenti di Biarne?

Cosa lo ha trattenuto e perché? Le stesse logiche di mercato che spingono i corridori a doparsi spesso con la complicità degli stessi dirigenti sportivi? E ancora: quanto ha pesato nella fretta di trovare il “portabandiera della lotta al doping” da parte del Coni la necessità di “salvare” Ivan, “il più forte corridore al mondo nelle corse a tappe, ora che non c’è più Armstrong”, emersa fin dalle prime battute in seno alla stessa federazione che adesso gli commina due anni? Che fine ha fatto la lotta al doping del presidente Di Rocco (ieri splendido assente da Roma) capace di dichiarare che le accuse su Basso, prima delle tempesta scatenata da Torri erano “tutta una bufala”?
Basso ora accetta mite; piega il capo e riconosce: “Ho sbagliato ed è giusto che paghi”. Ma dovrà faticare per ritrovare credibilità. E forse non ne avrà più. Così come dovrà faticare per tornare ad emergere sportivamente. Due anni di lontananza dalle gare: due Giri d’Italia e tre Tour persi vogliono dire qualcosa nella carriera e negli equilibri di un atleta di quasi 30 anni. L’agonismo esasperato non consente “buchi” così ampi. Ma questo sarà il discorso del dopo. “Io ho sempre continuato ad allenarmi e continuerò”, dice il varesino, cocciuto e determinatissimo. “Ora ho un solo obbiettivo: pensare al momento del ritorno in gara, spero a ottobre prossimo”. Si vedrà. Resta l’amarezza per un sistema che non trova la forza di fare pulizia dal suo interno. Questa la grande occasione persa da Basso. La delusione per non aver potuto segnare un cammino nuovo che pure era lì, davanti, largo e scorrevole come un’autostrada. Un minimo di collaborazione; qualche nome; qualche circostanza e le cose sarebbero cambiate. Avrebbe avuto dalla sua il ciclismo e tutto lo sport italiano pulito. Ma collaborare per davvero avrebbe voluto dire rompere con il passato. E questo Basso non ha avuto il coraggio di farlo. O ha avuto paura. Oppure ancora interessi particolari lo hanno portato a chiudersi a riccio. La sensazione di essere stati traditi è forte, dopo i proclami di Petrucci, Torri e compagnia. Si resta con un’amarezza disperata.

Si è venduta la pelle dell’orso prima di averlo ucciso da parte del Coni e della Procura? Oppure da parte di Ivan e del suo avvocato si è lasciato intendere cose che poi non si sono mantenute? Forse un po’ l’una e un po’ l’altra cosa. In tutti i casi il bilancio è uno solo e desolante: l’impressione che questo ciclismo sia eternamente nel fango e senza speranza.
Sul verdetto ha certamente pesato la lettera inviata dall’Uci la vigilia, in cui - con toni che l’avvocato Martelli, difensore di Basso, ha definito “intimidatori” – la federazione internazionale minaccia il ricorso al Tas qualora la pena sia inferiore ai due anni. In tutto il mondo e a tutte le latitudini si favorisce il pentitismo (quando c'è), qui, invece si professa il rigore (spesso solo a parole). Ma è un rigore "peloso". E qui si apre un altro doloroso e incredibile capitolo. Sembra di assistere ad un deja vu. Colpire duro in alto per rifarsi la verginità perduta e poi lasciare le cose come stanno. Ricordate Ben Johnson nell’atletica? In un momento in cui il doping la stava facendo da padrone nello sport di piste e pedane la sua punizione è servita a ridare la faccia a tutto il movimento. Siamo bravi, vedete? Puniamo anche i più grandi campioni. Ma cosa è cambiato, dopo? Nulla, lo dicono i fatti e la cronaca: abbiamo continuato a vivere di scandali e scaldaletti. Lo stesso sta succedendo con il ciclismo. Si picchia su Basso (giustamente perché Basso è colpevole; ma dove sono i suoi colleghi spagnoli invischiati come lui e più di lui nell’affaire “Puerto”?) per non affrontare organicamente il problema doping. E perchè non affrontarlo? Elementare Watson, perchè il doping e il finto-antidoping finiscono per essere funzionali - eccezionalmente funzionali - al mantenimento del potere. Strumento in parte di business e in parte di ricatto e di pressione ("posso trovarti un positivo quando voglio, attento!"); mezzo per organizzare il consenso e conservare posizioni di privilegio.

Meglio una sorta di plastica facciale che permetta a dirigenti (alcuni dei quali non limpidissimi) di dire: “Ma noi siamo bravi nella lotta al doping perché abbiamo punito il corridore più in vista”. La federazione internazionale ha tutte le carte dell’inchiesta spagnola, potrebbe fare chiarezza passo passo, mettendo alle corde i corridori coinvolti. Ma non si muove. Lascia la patata bollente in mano agli organizzatori e agli stessi direttori sportivi (codice etico) che fino a ieri (oggi?) conoscevano soltanto la farmacia. Quanto tempo ci vorrà mai per leggere tutto l’incartamento con lo stuolo di avvocati e portaborse che ha l’Uci? E soprattutto, quanto ci vorrà per decidere qualcosa? Così si resta nel limbo: corridori che non hanno procedure aperte possono correre. Gli altri, no. Anche se andavano a braccetto con il famigerato “dottor sangue”. E’ questa la giustizia del ciclismo?

Sportpro.it

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 17/06/2007 alle 02:43
io sono pessimista. credo che le cose funzionino in un certo modo, tutto alla fine è deciso da pochi, noi poveracci dobbiamo solo accettarlo e punto, è inutile star qui a farsi le seghe in un forum (per quanto luogo meraviglioso possa essere ciccioweb)
Alla fine è vero che il ciclismo è metafora di vita, la vita di quelli che lo prendono sempre in cu.lo..

 

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IL CINGHIALE DEL PEDALE

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/06/2007 alle 11:10
Ho letto, da più parti, che questa condanna segnerà la fine della carriera di Basso.
Non sono, per niente, d'accordo.
Credo che Basso, con la sua determinazione, la sua costanza, la sua meticolosità, la sua voglia, tornerà ancora grande.
Perchè non scordiamoci, doping o non doping, Basso, attualmente, è, di gran lunga, il corridore da corse a tappe più forte in circolazione ed in gruppo i suoi colleghi lo sanno e lo affermano.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 12:30
24 Mesi di squalifica , a torto o a ragione sono quelli stabiliti dal regolamento
Non si puo' cambiar idea quando viene toccato il corridore italiano o il proprio campione ( vero il tifo fa proprio male)
Quando i vari Hamilton o Perez sono stati beccati , nessuno che ha criticato la loro squalifica (tra l'altro per emotrasfusione..)
Se si vuole esser coerenti si criticava anche la loro squalifica ma invece niente.. ( a loro niente sconto ?)
Molto bella l'intervista di Basso oggi sulla Gazzetta ( da adesso diverrà uno dei miei corridori preferiti), ha passato e passerà brutti momenti ma si vede la voglia di riscatto (altro che pseudo complotti)
A fine Luglio 2008 (lo sconto ci sarà) sarà piu' forte di prima (magari con l'oro mondiale a crono nella sua Varese)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 13:38
La Spagna nasconde, l'Uci è rispettosa, l'Italia e la Germania..
Per Ullrich, gloria nazionale tedesca, un futuro di agricoltura e pastorizia. Per Basso, gloria nazionale italiana, due stagioni in quarantena, che alla soglia dei trent’anni è come prendere un vagone di petto. Sono i risultati acquisiti della tristemente famosa “Operacion Puerto”, la madre di tutte le inchieste, che ha rivelato i traffici sanguinari del ginecologo maschile Eufemiano Fuentes.
Adesso che italiani e tedeschi possono serenamente guardare in faccia il mondo, consapevoli d’essere andati velocemente fino in fondo, cioè fino al punto di distruggere i campioni più forti e più popolari, questo stesso mondo è però scosso da uno scandalo che grida vendetta: in Spagna, teatro dei turpi trafici ematici, niente succede. Mentre noi e gli amici teutonici mestamente giustiziamo campioni, i loro colleghi spagnoli – colleghi di lavoro e di sacche ematiche – tranquillamente stanno correndo in giro per l’Europa. Non solo: presto, qualcuno di loro rischia seriamente di vincere pure il Tour. Leggi Valverde, già dipinto come l’Indurain di domani. Su di lui più di un sospetto: c’è una sacca definita “Valv”, con l’aggiunta di “Piti”. Domandina d’esame: sapendo che Valverde ha un cane di nome “Piti”, è realisticamente pensabile che il titolare della sacca incriminata sia Zandegù?
L’intera vicenda non sta né in cielo né in terra, ma ineffabilmente sta nel ciclismo d’oggi. Com’è possibile? I motivi sono tanti e vari, tutto sommato neppure così complicati. Il punto si partenza sta nell’inchiesta della polizia spagnola: dopo aver scoperto tutto, s’è dovuto archiviare perché al momento del reato (anni 2004 e 2005) non esisteva nel Paese una legge che considerasse il doping un reato (c’è solo da tre mesi). Dunque, per la giustizia ordinaria di Spagna, nulla era imputabile ai clienti del ginecologo Fuentes.
Peccato però che nel frattempo i nomi coinvolti siano usciti. Tanto che il Tour dell’anno scorso ha deciso di lasciare fuori i maggiori sospettati. Da lì in poi, però, la storia è nota: i tedeschi si sono comunque mossi, incastrando Ullrich con la prova del Dna, nonché allargando le indagini al doping di squadra praticato nella Telekom durante gli anni d’oro di Riis. Quanto a noi, appena orecchiata la faccenda Fuentes, il procuratore antidoping del Coni s’è scatenato e nel breve volgere di pochi mesi ha affondato la coppia Basso-Scarponi. Ma sempre, in questo periodo terribile, ovunque è riecheggiata la domandona da un milione di dollari: e gli spagnoli? Perché proprio dove lo scandalo è esploso, e dove più numerosa è la clientela di Fuentes, niente si muove?
La riposta dovrebbe darla il Coni iberico. Al governo sportivo, dopo l’archiviazione della magistratura ordinaria, toccherebbe comunque fare luce sulla faccenda. Se il doping allora non era reato penale, è da sempre comunque reato sportivo. Invece niente. Zero. Silenzio totale. Di fronte a una simile, sfacciata, colossale insabbiatura, spetterebbe allora alla Federazione internazionale (Uci) spingere una sua affiliata a muoversi di pari passo con le federazioni italiana e tedesca. Invece, anche l’Uci è terra di imperturbabili azzeccagarbugli: se non si muove la federazione nazionale, spiegano, noi non possiamo fare nulla. Sono molto rispettosi, loro: non vogliono invadere le autonomie nazionali. Non fa nulla se per un anno intero non hanno fatto altro che minacciare l’Italia di ricorsi e rappresaglie, se solo questo Paese si fosse azzardato ad alleggerire la pena di Basso….
No, non è una cosa seria. Mentre Italia e Germania spalano le macerie, i ciclisti spagnoli sono in giro per gare, preparando un grande Tour. A un anno dallo tsunami dell’Operacion Puerto, sarebbe bello parlare di trionfo della giustizia. Ma la sensazione, qui e in Germania, è un’altra: da com’è andata, non si capisce bene se siamo i più corretti o i più idioti.

Fonte Il Giornale.it
Come dargli torto.


Ps: ri-dico una sosa che forse è sfuggita.
Ivan ha sbagliato ed è giusto che paghi e che paghi il giusto.
L'ingiustizia è che per lo stesso reato ci sono tre condannati e tantissimi altri che invece continuano come nulla fosse.
L'ingiustizia non è la condanna a Basso.
L'ingiustizia è che non si condanni tutti quelli di cui si è accertata (ripeto accertata e non presunta) la colpevolezza.

 

[Modificato il 17/06/2007 alle 14:21 by Admin]

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 17:53
Cmq ogni tanto saltano nomi come se niente fosse come Piepoli, Mayo, Petacchi, in passato Valverde, tutti nomi illustri (salvo forse Mayo) e il ciclismo va avanti come se niente fosse accaduto, complimenti davvero continuare è la soluzione migliore....
Guardate io divento cornuto, ma ogni volta ad esempio che vedo Boonen ho in testa una sola parola: doping, mi ci giocherei quello che volete, chiaramente non ho le prove, ma purtroppo non posso far altro! Tutti corridori con le sue stesse caratteristiche, Museew e Zabel tra gli altri sono stati implicati in vicende di doping, volete che lui ne sia estraneo? Lui che è della Quick step con tutte le voci che ne sono girate?
Vogliamo parlare di un altro fenomeno del momento? Vino? Tutte le sue masse muscolari, tutta la sua forza a crono, cioè ragazzi apriamo un pò gli occhi! Per me Vino è + dopato di Armstrong e Riis messi assieme, poi fra qualche anno qualcuno farà il suo nome se non lui stesso preso da un profondo senso di colpa (del tutto fasullo) e entrerà in ballo la vicenda del doping...
Possiamo anche parlare di Cancellara e tanti come lui...
Insomma secondo me andare avanti così ma a che pro?
La gente col tempo si disaffeziona al ciclismo (compreso me che oramai seguo solo Giro, tour e mondiale e qualche classica come la Sanremo o la Liegi ma sempre se non ho di meglio da fare) e non sono io che lo dico, sono i dati di ascolto che parlano chiaro (parlo a livello mondiale, dove il tour lo scorso anno ha subito un calo di ascolti non indifferente, ma non ci vuole uno scenziato per capire l'origine)!

p.s. leggendo il post sul giro di Svizzera, giusto per ribadire il concetto di quanto sia aggiornato, ho notato che Zabel gareggia ancora, la cosa mi lascia alquanto perplesso onestamente!

 

[Modificato il 17/06/2007 alle 17:56 by riddler]

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 17/06/2007 alle 20:05
http://www.ivanbasso.it/news.htm
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/06/2007 alle 20:11
Consulenza Chimico-Tossicologica
http://www.ivanbasso.it/consulenza.pdf

Geniale a dir poco.

Dopo il certificato dell'anagrafe canina, mettiamo in bacheca pure questa.

 

[Modificato il 17/06/2007 alle 20:18 by faxnico]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 20:12
Vedi forzainter, da interista ti dico:
Hamilton e Perez sono risultati positivi, Pantani e Basso mai.
Nonostante ciò ....
E adesso, siccome Di Luca ha vinto il Giro e Mazzoleni è arrivato terzo, si tirano fuori intercettazioni di quattro anni fa.
Rispondimi, è normale ?
Il masochismo non è una virtù, è una perversione.

 

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nino58

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 17/06/2007 alle 20:18
Ho letto l'articolo di Capodacqua su sportpro.it e gli ho inviato questa lettera:

Leggo l'articolo pubblicato da Capodacqua su www.sportpro.it, la parte ( che
non c'è sullo stesso articolo pubblicato su Repubblica) in cui fa un breve
elenco di esempi di atleti usati , per la loro popolarità, per “ridare
verginità” al sistema del doping,
Capodacqua,in questo breve elenco , come sai benissimo, manca un nome.
E’ il primo nome che tu, come giornalista di ciclismo, che hai vissuto quella
storia dall’inizio alla fine, avresti dovuto fare:quello di Marco Pantani,
ovviamente.
Ma quel nome non c’è. Sarebbe piuttosto arduo, per te, dimostrare che Pantani
abbia fatto, nell’ambito di un sistema professionistico in cui il doping ha
diffusione totale, qualcosa di più di Ben Johnson o di Basso.
Allora la mancanza di quel nome ha un altro motivo.
Quando ci si accanisce duramente contro un atleta non ci si può esporre ,
mai, alla ragione dell’altro, alla sofferenza dell’altro, alla disperazione
dell’altro.
Perché il riconoscimento della sofferenza dell’altro impedirebbe di continuare
ad attaccarlo o di dirsi che si aveva interamente ragione nell’accanimento.
Per questo la sofferenza va attribuita solo alla vittima: è lui, in questo
caso, che era fragile e predisposto agli eccessi, il doping causa depressione
( troppi depressi ci dovrebbero essere e troppi depressi ci sono, in
esponenziale aumento, fra categorie che di doping non hanno mai fatto uso).
La vicenda di Pantani, ti è rimasta dentro. E lo si capisce dal cambiamento
nel trattare casi come quello di Basso.
Garantismo, giusta critica alla sentenza di squalifica, riconoscimento di un
finto antidoping, rispetto per l’uomo.
Un cambiamento che non puoi negare visto che lo notano tutti ( si parla di un
Capodacqua 2007), che avrà anche mille motivi legati ai rapporti di potere
all’interno del mondo del ciclismo e dello sport ( che non so e che, dopo la
morte di Pantani, non mi interessano) ma uno di quei motivi è la vicenda di
Pantani.
Perché tutti sappiamo che se non ci fosse stato Campiglio e, soprattutto, IL
DOPO CAMPIGLIO, Marco oggi sarebbe vivo.
Il suo futuro dopo il ciclismo non lo conosciamo, purtroppo.
Magari sarebbe prevalso il suo aspetto conformista ( che c’era), si sarebbe
sposato e avrebbe avuto dei figli, oppure avrebbe prevalso la sua inquietudine
esistenziale. Non lo sappiamo.
Sappiamo che fino al 4 giugno 1999, la sua inquietudine,la sua complessità
psicologica, la sua voglia di eccessi ( assolutamente circoscritta nei tempi e
nei modi, tanto da permettere una brillante attività agonistica) davano vita a
un equilibrio complicato ma vero. Dopo quella data nulla è stato più lo
stesso.
Oggi, dopo la testimonianza del Prof. Fortuni al processo di Rimini, sappiamo
di cosa sia morto Marco: di disperazione, di demolizione con ridondanza
mediatica universale, della sua “persona “ pubblica.
E di questo una parte di responsabilità morale va a chi lo ha perseguitato (
ottimo articolo quello di D’Avanzo su Repubblica quando parlava, a proposito
di corruzione, di “ una cultura della magistratura tentata
dall'autorappresentazione di "custode" in lotta per la salus rei pubblicae e
quindi dall'esito comunque ottenuto e non da un modello ideologicamente
neutro, dove un esito vale l'altro, purché ottenuto attraverso un fair trial,
un processo leale”.) e a chi si è accanito su di lui.
Il resto della responsabilità va alle persone che lo circondavano, alla sua
complessità psicologica, al suo orgoglio smisurato, a quel mistero che ogni
anima umana rappresenta.
Ma quando ci si accanisce su un capro espiatorio ( perché questo sono stati,
in modi e misure differenti, Ben Johnson, Basso o Pantani) non puoi sapere
prima chi è davvero l’altro su cui ci si accanisce. Se ce la farà o meno a
sopportare la demolizione della “persona” pubblica ( cosa che per Basso non
c’è stata: ha avuto buona stampa e, fino all’altro giorno, una Federazione che
non lo ha massacrato).
Ecco perché quel nome in quel breve elenco non c’è. Ma l’assenza di quel nome
è più assordante della presenza.
Aggiungo che io capisco “la ragione che sta dietro il tuo torto” ( per usare
le parole di Don Milani) e apprezzo il cambiamento palese ( certo, la laicità
è ancora lontana in questo campo), che so benissimo che un articolo della
Gazzetta devastava Marco molto più di altri articoli su giornali che,
ovviamente, non leggeva, capisco questo e mi illudo che la sofferenza
dell’altro, anche quando la rimuoviamo dalla nostra vita, non ci lascia
indifferenti.
Maria Rita Don Chisciotte

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

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Livello Marco Pantani
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  postato il 17/06/2007 alle 20:19
Devo dire che mi è molto piaciuta l’intervista a Basso che ho letto su Repubblica..
Io non credo che Basso tornerà a correre ai livelli di un tempo ( quasi tre anni di lontananza dalle corse peseranno e peserà l’età , che nella primavera del 2009, quando, di fatto, tornerà, sarà di 32 anni).
Credo, però, che ce la farà psicologicamente. Perché è determinato a farcela. Non concede nulla. Ha capito ( o gli hanno fatto capire) che parlare sarebbe stato peggio e da quel momento è proiettato al futuro. Ed è secco e feroce anche quando gli si fa notare la differenza di trattamento fra lui e gli altri: chi ha cervello per capire, capisce, dice senza fronzoli.
Per il resto , conta solo il futuro. Pensa al Giro ( ovvio che sa che al Tour non potrà andarci per la sospensione dovuta al Pro Tour) e si allenerà , si sta già allenando per questo.
Colpisce la secchezza delle parole, di chi ha capito come stanno le cose, di chi ha misurato tutti, di chi sa che è solo e cerca di non aver paura. Una bella maturità. Beato lui.

 

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Livello Tour




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  postato il 17/06/2007 alle 20:59
Originariamente inviato da cyclingteam2001

http://www.ivanbasso.it/news.htm


Originale; mai visto quattro pagine di nulla del genere.. silenzio assordante..

 
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  postato il 17/06/2007 alle 21:59
Ho letto con attenzione l'analisi chimico-tossicologica in questione.

Non la accoglierei con il sussiego che mi pare di intuire in qualche commento.

Perché questa analisi, che viene da un organo certo indipendente, si presta a due possibili interpretazioni:
- O è vero che Basso è sempre stato estraneo all'assunzione di sostanze dopanti
- Oppure è vero che i controlli antidoping, pur nella loro pervasiva insistenza, non servono a un tubo.

Ricordo anche che Basso è stato portato per anni ad esempio, da Uci e Fci, come atleta virtuoso ed estraneo ad eccessi farmacologici.

Quindi, che cosa scegliamo?
Abbiamo un condannato a 2 anni (più 2) che non si è mai dopato?
Oppure abbiamo un dopato che, se non fosse stato coinvolto in OP, l'avrebbe sempre fatta franca, in barba ai controlli dell'Uci?

A me pare una questione di una gravità assoluta.
Perché mette in discussione praticamente tutto: Basso è stato effettivamente pulito? O questa è la conferma della totale, assoluta inutilità dei controlli che si fanno?

Se è vera la prima ipotesi, siamo di fronte allo sciacallaggio più totale (sì, lo so, l'articolo 2.2, fatto sta che chi paga è chi non si è dopato).
Se è vera la seconda, siamo di fronte al crollo di ogni certezza che regola l'antidoping, e quindi ogni discussione fatta qui in questi anni su questo argomento perde ulteriormente senso, venendo a mancare anche i minimi requisiti di oggettività, ovvero: quale corridore può mai essere considerato non dopato, se l'antidoping si lascia sfuggire casi così clamorosi?

In generale, gran languore.
Vale sempre la mia firma.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 22:12
Originariamente inviato da faxnico
Consulenza Chimico-Tossicologica
http://www.ivanbasso.it/consulenza.pdf

Geniale a dir poco.

Dopo il certificato dell'anagrafe canina, mettiamo in bacheca pure questa.


Originariamente inviato da Nanard
Originale; mai visto quattro pagine di nulla del genere.. silenzio assordante..


Originariamente inviato da Admin

Ho letto con attenzione l'analisi chimico-tossicologica in questione.

Non la accoglierei con il sussiego che mi pare di intuire in qualche commento.

Perché questa analisi, che viene da un organo certo indipendente, si presta a due possibili interpretazioni:
- O è vero che Basso è sempre stato estraneo all'assunzione di sostanze dopanti
- Oppure è vero che i controlli antidoping, pur nella loro pervasiva insistenza, non servono a un tubo.

Ricordo anche che Basso è stato portato per anni ad esempio, da Uci e Fci, come atleta virtuoso ed estraneo ad eccessi farmacologici.

Quindi, che cosa scegliamo?
Abbiamo un condannato a 2 anni (più 2) che non si è mai dopato?
Oppure abbiamo un dopato che, se non fosse stato coinvolto in OP, l'avrebbe sempre fatta franca, in barba ai controlli dell'Uci?

A me pare una questione di una gravità assoluta.
Perché mette in discussione praticamente tutto: Basso è stato effettivamente pulito? O questa è la conferma della totale, assoluta inutilità dei controlli che si fanno?

Se è vera la prima ipotesi, siamo di fronte allo sciacallaggio più totale (sì, lo so, l'articolo 2.2, fatto sta che chi paga è chi non si è dopato).
Se è vera la seconda, siamo di fronte al crollo di ogni certezza che regola l'antidoping, e quindi ogni discussione fatta qui in questi anni su questo argomento perde ulteriormente senso, venendo a mancare anche i minimi requisiti di oggettività, ovvero: quale corridore può mai essere considerato non dopato, se l'antidoping si lascia sfuggire casi così clamorosi?

In generale, gran languore.
Vale sempre la mia firma.


Ma anche a voi si apre solo il .pdf con la sintesi (e non c'è traccia dell'allegato che a un certo punto viene menzionato)?

Lo chiedo perchè, in assenza di qualche dato empirico su cui almeno chi se intende potrebbe discutere, di che cosa stiamo parlando se non di una mossa mediatica?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 22:12
Originariamente inviato da faxnico

Consulenza Chimico-Tossicologica
http://www.ivanbasso.it/consulenza.pdf

Geniale a dir poco.

Dopo il certificato dell'anagrafe canina, mettiamo in bacheca pure questa.


più che altro, non ha senso: non presenta dati, ma semplici deduzioni che avrebbe tranquillamente potuto redigere un praticante avvocato.
Un pò infelice come scelta....

 
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Livello Tirreno-Adriatico




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  postato il 17/06/2007 alle 22:20

Perché questa analisi, che viene da un organo certo indipendente, si presta a due possibili interpretazioni:
- O è vero che Basso è sempre stato estraneo all'assunzione di sostanze dopanti
- Oppure è vero che i controlli antidoping, pur nella loro pervasiva insistenza, non servono a un tubo.

io leverei "oppure", a mio avviso sono vere entrambe.

non capisco con questa trovata basso dove voglia andare a parare.
vuole insistere sulla sua innocenza in nome di un "presunto approccio al doping"? ma il signor basso vuole farci ridere?

a me interessano poco i cavilli legali, le parole contrattate con gli avvocati, la prassi giuridica ecc.

basso si è nascosto per un anno, ha mentito, poi le prove erano schiaccianti e a quel punto ha confessato. quel volto che veniva osannato per essere un volto pulito è diventato il volto di un tredicenne sgamato a fumare la prima sigaretta, imbarazzato, finto-furbo, e permettetemi di dirlo, ridicolo.

posso capire il veleno di chi si ostina ancora oggi a difenderlo e stimarlo, ivan sta subendo anche tanti torti, ma ai miei occhi trovate come consulenza.pdf non fanno che rendermelo ancora più patetico.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 22:42
No! Volendo portare a conoscenza tutta la parte di tempo che ha riguardato solo le questioni giudiziarie, l'ha fatto nel modo più veloce e semplice possibile, quello di pubblicare la sua difesa sul suo sito.
Così chi la vuole conoscere che fino ad oggi si è domandato qualcosa, ha la possibilità di conoscerla, valutarla e dare la propria opinione.
E' un modo per restare legato ai suoi tifosi e per offrire sempre aggiornamenti anche ora che sono esclusivamente extra ciclistici, per non finire nel dimenticatoio.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/06/2007 alle 22:46
Admin, hai posto un quesito inquietante.
Io sono per la seconda, perchè mi sembrerebbe da pazzi credere nella prima. Quindi mi domando: l'antidoping è tutto finto oppure i controlli sono pilotati e/o telefonati e/o intercettati??? E da chi????
Non solo nel ciclismo ma in tutti gli sport!

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 17/06/2007 alle 23:09
Se leggete le intercettazioni telefoniche e ambientali che www.sportpro.it pubblica, quelle che riguardano mazzoleni, Di Luca e altri, si capisce abbastanza.
I Nas ipotizzano che il preparatore sia informato dei controlli " a sorpresa".
Dalle parole di Santuccione ( il medico) ci si chiede come si faccia ad affidarsi a persone così, si vede come i nomi di altri vengano fatti dal medico stesso, si vede la schifezza e il degrado che questo sistema doping comporta per l'atleta, ci si accorge che se un gregario prende un tale armamentario di roba, i primi della classe ne prendono allo stesso modo, altrimenti sarebbero staccati.
Dopo aver letto cose simili ( che, ovviamente, non riguardano mai i calciatori, non a caso) è difficile stare ancora a guardare le tappe.
Ovviamente Gibilisco, altro coinvolto, dice che andava da santuccione per altri motivi.
ma la domanda , giustamente, è: ma perché vai da uno chiacchierato in quel modo? non pare un luminare.
Penso sia quasi da rimpiangere l'epoca di Conconi . Siamo a livelli MOLTO peggiori che negli anni novanta.

 

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Livello Tour




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  postato il 18/06/2007 alle 00:16
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

più che altro, non ha senso: non presenta dati, ma semplici deduzioni che avrebbe tranquillamente potuto redigere un praticante avvocato.
Un pò infelice come scelta....


Ma quali dati, ma quali prove! come se vedendo dei numeri allora possiamo giudicare se quello che è scritto è vero o falso. Va bene dare contro a un corridore ma qui si cade nel patetico a fingere di essere tutti scienziati. Senza contare che stiamo parlando di un professionista (che certamente non firma a vanvera visto che ha una reputazione) e della pubblicazione di dati medici sui quali esiste il diritto alla privacy.

Magari qui c'è davvero gente che quei dati li saprebbe anche interpretare, ma leggendo queste cose ne dubito visto che un professioniste serio non liquiderebbe una perizia di un collega come "deduzioni da praticante avvocato".

 

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Come si dice a Varese, questo è il momento in cui o si caga o si lascia libero il gabinetto.
Ivan Basso (ciclismo)

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 18/06/2007 alle 00:39
Penso che per la carriera di Basso sarebbero fondamentali 3 mesi di sconto. In un Paese che presenta un sistema giudiziario-sportivo in grado di regalare una Champion's League al Milan ed un serie A alla Juve, cosa volete che sia. Basso potrebbe così prepararsi alla grande (preoccupandosi solo del corretto uso del telefono) per la crono olimpica. Solo così potrebbe, a mio avviso, rilanciare la sua carriera.
 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 18/06/2007 alle 00:39
Visto che ho pubblicato la lettera aperta a Capodacqua , ecco anche la risposta:

Oggetto: Re: Perché non c'è Pantani?
Data: Dom, 17 Giu 2007 23:44:49




Cara Maria Rita,

ci mancherebbe altro che il tempo e le vicende non tocchino e mutino gli
uomini. Figuriamoci, poi, quando si vive di persona una storia aspra e
toccante come
quella di Pantani. Non mi vergogno mica di dire che la sua storia mi ha
colpito e forse anche segnato. Anche se resto della mia idea (che tu ben
conosci perchè abbiamo avuto un lunghissimo e dettagliato scambio epistolare
in merito, via e-mail, tempo addietro. E non ci voglio tornare per una
questione di rispetto). Osservo solo che una precisa come te, che spacca il
capello in quattro per alcuni fatti, alla fine perde lucidità. Ti fa
ombra il tuo enorme amore per Pantani (sentimento che rispetto, bada bene).
Dico solo una cosa: possibile che in una vicenda così complessa,
travagliata, sofferta, in cui entrano in gioco mille tessere diverse di uno
stesso mosaico, responsabile di tutto sia solo la 'gogna mediatica', come tu
la definisci? Oppure il 'sistema' che ha bisogno di un capro espiatorio?
Via! Troppo facile, non credi? Mi fermo qui.
La risposta al tuo quesito è semplice e duplice: una di natura tecnica,
l'altra di sostanza. La prima è che un articolo di giornale non è un elenco
del telefono e di solito si citano gli estremi: il primo (Ben Johnson) e
l'ultimo (Basso). La seconda è che entrambi questi casi si scostano da
quello di Pantani per una sostanziale differenza: sia Ben Johnson che Basso
hanno confessato (uno costretto dai giudici, l'altro costretto da Torri).
Pantani non ha mai confessato, pur avendo avuto la stessa chance di Basso -
me presente - a fine giugno del '99. Ma così come si può dire che Basso 'si
è cercato' i due anni di squalifica, collaborando per modo di dire, così si
può dire che Pantani è andato incontro al suo destino perfettamente
cosciente.
Quanto alle ragioni dell'altro... Cosa ne sai di quante volte è stato
cercato
il colloquio (non dimenticare che io, in più occasioni, sono stato molto
vicino a Marco, mi sono allenato
con lui, ho fatto la doccia nella sua camera, ecc.) e cosa ne sai di quante
volte c'è stato in risposta
solo il silenzio? Via, non ti innamorare delle belle definizioni. Sono
belle, ma poco adatte alla realtà, che è molto, ma molto più complessa delle
definizioni.
Farne una vittima significa fare torto all'intelligenza di Pantani. Non era
uno stupido e neppure uno sbandato all'epoca (1999). Poi le cose sono
precipitate. Fra le tante cause della sua
rovina c'è anche il fatto che non ha voluto lui salvarsi, un po' per
orgoglio, ma, molto, credo, per il fatto che - per carattere - non sentiva
nessuno e, quelli che sentiva, raramente lo consigliavano per il
suo bene. Non era un santo e una parte di responsabilità le aveva anche lui.
Quanto alle responsabilità morali, in una vicenda come quella di Marco le
abbiamo tutti. Ripeto: tutti. Nessuno escluso. E non si tratta di
trasformare i tifosi in farfalloni trasognati
e neppure Torquemada in agnello. E' semplicemente ovvio.

Eugenio (sempre 'Torque')

p.s. se vuoi puoi pubblicare sul forum



Replica:
Sì, sono una che spacca il capello in quattro e che sta dalla parte di Pantani.
Allora:
- non ho detto che l'unica colpa è della gogna mediatica, l'ho indicata fra le varie cause.
- Il sistema sì, è colpevole in assoluto, incoraggia, finanzia, protegge il doping e, quando serve, produce capri espiatori.
- Non è vero che Pantani non abbia parlato chiaro sul doping, visto che ha scritto: ho fatto quello che tutti si faceva secondo le leggi dell'uguagliamza.
Certo non credeva all'inutile scena del tapino che si batte il petto, credeva nella unione dei ciclisti, sapeva che o si salvano tutti o non si salva nessuno.
- Infatti Marco era persona intelligente e sul doping si interrogava da sempre cercando l'unione con i corridori ( ricordo un'intervista televisva del 1997 con Minà).
- Certo la responsabilità morale è di tutti ( in parti diverse, ovvio). Anche dei tifosi che, ostacolati anche dalle persone che lo isolavano, non sono riusciti a fargli capire che nessuno ha mai confuso il doping con il talento incommensurabile di Marco.
Infine, non è vero che sei Torque come prima. A me piace credere perché dopo Marco niente è più lo stesso.



 

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Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/06/2007 alle 00:48
Originariamente inviato da Donchisciotte

Se leggete le intercettazioni telefoniche e ambientali che www.sportpro.it pubblica, quelle che riguardano mazzoleni, Di Luca e altri, si capisce abbastanza.
I Nas ipotizzano che il preparatore sia informato dei controlli " a sorpresa".
Dalle parole di Santuccione ( il medico) ci si chiede come si faccia ad affidarsi a persone così, si vede come i nomi di altri vengano fatti dal medico stesso, si vede la schifezza e il degrado che questo sistema doping comporta per l'atleta, ci si accorge che se un gregario prende un tale armamentario di roba, i primi della classe ne prendono allo stesso modo, altrimenti sarebbero staccati.
Dopo aver letto cose simili ( che, ovviamente, non riguardano mai i calciatori, non a caso) è difficile stare ancora a guardare le tappe.
Ovviamente Gibilisco, altro coinvolto, dice che andava da santuccione per altri motivi.
ma la domanda , giustamente, è: ma perché vai da uno chiacchierato in quel modo? non pare un luminare.
Penso sia quasi da rimpiangere l'epoca di Conconi . Siamo a livelli MOLTO peggiori che negli anni novanta.


Cara Donchi, i Nas ipotizzano bene....ma anche questa è acqua calda....
Non è solo questa inchiesta a far emergere il fatuo di certi controlli a sorpresa. In un'altra, si scoprì anche chi informava....ma poi, visti i tempi straordinariamente lunghi della giustizia, non s'è saputo più nulla... Comunque uno di questi informatori, dopo il "bubbone", fu tranquillamente intervistato, nel pieno delle sue funzioni che "contemplavano un ornamento", in occasione di un mondiale.....

Altro aspetto importante, ma anch'esso stra-conosciuto: il doping è sempre più pericoloso per la salute, in quanto la crescita per così dire onesta dell'antidoping, impone maggiori balzelli e, di conseguenza, maggiori sostanze da ingerire. Certo, l'emo-doping classico, era paradossalmente meno grave.

Dal riporto sulle intercettazioni di Sportpro, poi, si ha una riprova di quanto sostengo da tempo sul Coni..... Dovrebbe far riflettere Capodacqua....ma dubito che vada contro...."il potere".

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/06/2007 alle 00:59
Stavo rispondendo ad un pvt e mi stavo dimenticando un aspetto importantissimo.
Le intercettazioni e la pressoché certa inattendibilità del fattore sorpresa nei controlli, visti gli informatori (ed il teatrino della ricattabilità aggiungo io...), danno un' altra dimostrazione di quanto Madonna di Campiglio fosse facile, straordinariamente facile.
Alla faccia di coloro che han sempre considerato chi, come noi, pensa ad un complotto, come un ammasso di visionari o peggio.

 

[Modificato il 18/06/2007 alle 01:02 by Morris]

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  postato il 18/06/2007 alle 02:14
Originariamente inviato da Admin

Ho letto con attenzione l'analisi chimico-tossicologica in questione.


Ma solo io ho notato che han confuso Verona con Plouay (2000) e Valkenburg con Verona (1998)?
Veramente fanno esordire Basso nel 2000 al Giro (e non nel '99), e gli fanno vincere il Mondiale Under nel '99?

Bravi, bella "premessa".

P.S.: Ovviamente il tutto dimostra che l'antidoping è una burletta. E, presumibilmente, questa potrebbe essere proprio una sibillina stilettata nei confronti dell'Uci, in primis.

 

[Modificato il 18/06/2007 alle 02:50 by Monsieur 40%]

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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