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Autore: Oggetto: Intervista al Piccolo Principe

Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/09/2006 alle 18:42
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

I valori sono un altro discorso.


Cioè?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 01/10/2006 alle 13:23
Originariamente inviato da janjanssen

Smettiamola di chiedere ai corridori di andare oltre ai loro limiti di sopportazione fisica, e poi lamentarci se si dopano.


nOn sono d'accordo. Una volta si correva molto di più, non meno. Guardati una stagione di V.Looy. O di Hinault. O di Gimondi.
Piuttosto chiediamoci come è andata.
3 alla liegi. Benino. Adorni lo è stato 3 volte (anzi una secondo)
4 a 18 minuti al giro. Senza neanche una tappa. Il giro più duro degli ultimi 20 anni.
Ah fatto il tour. Neanche una tappa vinta, maglia bianca per pochi secondi contro un certo tedesco famosissimo. Fine della stroria.
La maglia bianca? Quando la vincevano altri era snobbata, naturalmente...
Stagione accettabile? Per Nibali sarebbe stata buona. Per uno che è stato numero uno UCI è stata disastrosa. Non scherzo. Disastrosa.
Non ha vinto niente di importante. Neanche di poco importante. Solo cosine di terza categoria.
Quando scelsce di fare il tour, io l'ho criticato, perchè era evidente che finiva così. Stagione da buttare. Per un campione.
Valede, per fare un paragone, si è portato a casa classiche . Una clavicola rotta, un podio alla Vuelta e al mondiale bisognerà fare i conti con lui.
No. Cunego non ha avuto una stagione da campione. Speriamo cambi strada. Basta puntare solo sulla gare a tappe...............


Van Looy, Hinault e co. correvano in un'altra epoca. Van Looy, poi, se non sbaglio era un velocista (chiedo venia, ho solo 22 anni e quando correva dovevo ancora nascere), e i velocisti corrono di più perchè obbiettivamente la loro specialità è meno logorante (un conto è lottare per vincere una tappa di montagna o una crono, è un conto è farla per arrivare nel tempo massimo).
Hinault è stato l'ultimo grande campione a fare così, 2 corse a tappe più tutto il resto come se fosse una cosa normale.

Cunego non ha fatto una stagione da 8, ma neanche da 5. Diamogli un 7, un 6 e mezzo, fate voi.
Non è da 8 perchè non è un pivellino al primo anno, non è da 5 perchè ha 25 anni e deve ancora imparare qualcosa per essere al top (e questo lo ha capito, mentre forse dopo l'accoppiata Giro+Lombardia nel 2004 pensava di essere già arrivato).
E' arrivato 4° al Giro, lontanissimo dal podio e non ha mai dato l'impressione di mettere in difficoltà Basso.
Ha fatto delle caxxate a livello tattico, mettendo sempre la squadra a tirare per poi non combinare nulla (cosa che può minare la fiducia dei tuoi compagni).
A crono deve migliorare tantissimo.

Al Tour ci è andato sapendo di non fare classifica. Era il suo primo Tour, è andato un po' di volte in fuga, è arrivato secondo sull'Alpe, tutte buone cose ma è mancato l'acuto.
La maglia bianca, al di là della soddisfazione di aver battuto i coetanei, Cunego farebbe meglio a usarla per quando deve far l'orto o pulirsi la bici. Lo dico per il suo bene.

Capitolo Liegi: inspiegabile. Mi chiedo come fa uno ad arrivare terzo alla Liegi facendo prima il Giro del Trentino e arrivando in Belgio all'ultimo momento.
Bravissimo, per carità, ma il prossimo anno lasci il Trentino (che pure è una corsa bellissima, anche se conta poco) ad altri.
Faccia Amstel, Freccia e Liegi.
Prima del Giro si è tirato un po' il collo, andando a correre di qua e di là e spesso in corsette di secondo piano (ti piace vincere facile?).
Non farlo, Damiano, se Simoni ti sta tanto antipatico comincia a non copiare le cavolate che faceva (fa) lui!

Insomma: per Cunego non è una stagione da buttare, ma nemmeno da 8. Parola di un non tifoso.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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  postato il 01/10/2006 alle 14:21
Originariamente inviato da cassius

Van Looy, poi, se non sbaglio era un velocista (chiedo venia, ho solo 22 anni e quando correva dovevo ancora nascere), e i velocisti corrono di più perchè obbiettivamente la loro specialità è meno logorante (un conto è lottare per vincere una tappa di montagna o una crono, è un conto è farla per arrivare nel tempo massimo).


Era veloce, vero, ma si piazzava nei 10 a Giro e Tour: http://www.memoire-du-cyclisme.net/palmares/van_looy_rik.php

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 01/10/2006 alle 14:36
Originariamente inviato da cassius

Bravissimo, per carità, ma il prossimo anno lasci il Trentino (che pure è una corsa bellissima, anche se conta poco) ad altri.
Faccia Amstel, Freccia e Liegi.
Prima del Giro si è tirato un po' il collo, andando a correre di qua e di là e spesso in corsette di secondo piano (ti piace vincere facile?).


Secondo me, se l'anno prossimo il suo obbiettivo principale rimane quello di vincere il Giro, farebbe bene a fare ancora il trentino e altre brevi corse a tappe. Sono sicuramente un allenamento migliore, rispetto a Amstel, Freccia e Liegi, in vista del Giro.

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 01/10/2006 alle 20:11
Da parecchi anni i ciclisti che affrontano il Giro si dividono tra chi va a fare le classiche valloni e chi fa le corse pre-Giro in Italia (Trentino, Appennino, Giro della Toscana, Larciano ecc.).
Cunego ha sbagliato a cercare di fare entrambe le cose, tutto qui.
Un corridore che aspira a diventare grande deve andare a fare le grandi corse e soprattutto andare all'estero (come diceva Luciano Pezzi: "i bravi corridori si vedono all'estero").
Misurandosi con i migliori si cresce e si acquisiscono nuovi stimoli; continuando a "vincere facile" no.
Cunego deve fare un calendario mirato e prestigioso: classiche valloni + Giro + Mondiale è un'ottima programmazione, meglio di quella dissennata degli ultimi anni.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/10/2006 alle 22:36
Originariamente inviato da Claudio82

Secondo me, se l'anno prossimo il suo obbiettivo principale rimane quello di vincere il Giro, farebbe bene a fare ancora il trentino e altre brevi corse a tappe. Sono sicuramente un allenamento migliore, rispetto a Amstel, Freccia e Liegi, in vista del Giro.


Il punto è che le classiche delle Ardenne non devono essere un allenamento ma un obiettivo di primissima importanza.
Perchè sprecare il talento che questo ragazzo si ritrova? E' uno dei più forti interpreti delle corse di un giorno ma puntualmente le snobba. Sembra gli faccia schifo vincere una Freccia Vallone!

Ah, comunque che il Trentino sia un allenamento migliore lo dici te, Di Luca nel 2005 ha dominato in Belgio e pochi giorni dopo ha fatto la sua migliore prestazione di sempre in un GT.
Vuol fare una corsa a tappe prima del Giro? Esiste il Romandia, diecimila volte più nobile del Trentino.
Cunego è uno dei corridori più forti in circolazione al momento eppure all'estero hanno cominciato a conoscerlo un pò meglio grazie a questo Tour, ci sarà un motivo per questo? Che sia forse perchè non mette quasi mai il naso fuori dall'Italia? Perchè preferire la provincialità quando si può essere competitivi a livello internazionale?

 

[Modificato il 01/10/2006 alle 22:40 by Lore_88]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 00:22
bella domanda Lore.
Perchè?
Il Dio grande Giro. A lui, Cunego, un campione, sacrifica corse che sarebbero nelle sue corde. Imita i corridori limitati. Lui che limiti tecnici in linea può averli solo alla Roubaix. Non vuole stare nella storia. Starà nei desideri........
Che se ne fa della volata? la riserva al trofeo Melinda?
Cassius. Se è un prospect come Fothen, ha fatto un anno duro e discreto. Se è un ex numero uno, ha fatto sorridere di sarcasmo. 42 tappe senza vincerne una. Saronni si sarebbe sparato. A 25 anni..... (Damiano e Beppe).
che volte. sono severo?
Se stimi un corridore devi pretendere. Voi che lo tifate, vi accontentate della mediocritas di una stagione transitoria, senza UNA vittoria di prestigio, dopo una stagione Horribilis anche causa malattia.
Accontentatevi pure...ma godreste vederlo lottare per la S.Remo? Vi ricordo che provò anche il Pirata, corridore non certo da corse veloci....
Invece neanche la fa.
Godreste vederlo scattare sul muro di Huy? Difficile. Non ci va.
Si comporta bene sulla redoute, aumentando semmai i rimpianti. Cunego....5 classiche monumento ed il mondiale più 3 grandi giri. Se non si porta a casa 1 classica monumento, è un anno tristo. Se vince un gt o se é competitivo in un gt, può accomodare la stagione, ma non a 20minuti.
Vuole saltare Fiandre e Roubaix? storco un pò il naso (saronni faceva uguale, non era forbo..Bettini le corre e non è superiore a Saronni.....), ma le altre tre le deve fare. Per vincerne almeno 1....che cribbio. I campioni, sono campioni perchè vincono, non perchè VINCEVANO.
Ah, Baronchelli ha vinto 89 gare. fra le quali 2 lombardia. Cunego ha la volata in più. Pretendete poco? credo vi accontenterà facilmente.
Su, oltre all'amore, bisogna saperlo stimolare. Il tour se deve venire, verrà. Giro e classiche monumento. Poi si faranno i conti. Ah...se non vince 10 corse in un anno , c'è da ridere..... Maertens ne vinceva 52.......

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 02/10/2006 alle 00:52
Originariamente inviato da Lore_88

Il punto è che le classiche delle Ardenne non devono essere un allenamento ma un obiettivo di primissima importanza.



Appunto. Se il suo obbiettivo principale è il Giro, si concentrasse su quello e facesse le corse che meglio lo preparano al Giro.
Quando, nel 2008, non farà il Giro potrà dedicarsi alle Ardenne e prepararle come si deve.

Originariamente inviato da Lore_88

Perchè sprecare il talento che questo ragazzo si ritrova? E' uno dei più forti interpreti delle corse di un giorno ma puntualmente le snobba. Sembra gli faccia schifo vincere una Freccia Vallone!


Mi sembra che sia anche uno dei più forti interpreti dei grandi Giri. Ha deciso, per il momento, di puntare su quelli. Io farei lo stesso. Il Giro d'Italia è la seconda corsa più importante del mondo e la prima del suo paese. Fa bene se punta a vincerla.

Originariamente inviato da Lore_88

Vuol fare una corsa a tappe prima del Giro? Esiste il Romandia, diecimila volte più nobile del Trentino.


Mi pare che l'anno scorso l'abbia fatto il Romandia. Se ci saranno le condizioni, credo lo farà anche quest'anno.

Originariamente inviato da Lore_88

Cunego è uno dei corridori più forti in circolazione al momento eppure all'estero hanno cominciato a conoscerlo un pò meglio grazie a questo Tour, ci sarà un motivo per questo? Che sia forse perchè non mette quasi mai il naso fuori dall'Italia? Perchè preferire la provincialità quando si può essere competitivi a livello internazionale?


Parafrasandovi... ma che vi fa schifo se vince il Giro d'Italia?

 

[Modificato il 02/10/2006 alle 00:55 by ]

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  postato il 02/10/2006 alle 08:43
era proprio vero che con Pantani é morto il ciclismo vero.
il ciclismo del Panta e quell di oggi separano anni luce, anzi sembrano due sport separati.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 13:37
Originariamente inviato da furslide

era proprio vero che con Pantani é morto il ciclismo vero.
il ciclismo del Panta e quell di oggi separano anni luce, anzi sembrano due sport separati.

beh non esageriamo.anch'io penso che pantani sia stato il piu' grande scalatore che abbia mai avuto modo di ammirare e mi sono commosso alla notizia della sua morte.pero' anche lui aldila' dei grandi giri non e' che abbia poi vinto molto.e' immortale per l'imprese che ha fatto piu' che per le sue vittorie,ma il ciclismo va avanti anche senza di lui,magari con un po' di malinconia in piu'.ma il ciclismo e' sempre uno sport capace di regalare emozioni.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 13:53
Parafrasandovi... ma che vi fa schifo se vince il Giro d'Italia?

no... mi fa schifo se non vince nulla, come quest'anno. Poi si da un otto tondo.....
ma va laaaaaaaaaaa!!!!!

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 02/10/2006 alle 14:04
Originariamente inviato da janjanssen

no... mi fa schifo se non vince nulla, come quest'anno.


Se ti fa schifo solo perchè non vince, credo che Damiano faccia bene a non dar retta alle persone che la pensano come te.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 14:15
Originariamente inviato da barrylyndon

beh non esageriamo.anch'io penso che pantani sia stato il piu' grande scalatore che abbia mai avuto modo di ammirare e mi sono commosso alla notizia della sua morte.pero' anche lui aldila' dei grandi giri non e' che abbia poi vinto molto.e' immortale per l'imprese che ha fatto piu' che per le sue vittorie,ma il ciclismo va avanti anche senza di lui,magari con un po' di malinconia in piu'.ma il ciclismo e' sempre uno sport capace di regalare emozioni.


è certo che il ciclismo va avanti senza di lui, é stata proprio questa la scelta del ciclismo: farlo fuori e andare avanti senza quel folletto tanto scomodo per tutti.

e poi permettimi a dire una cosa: Pantani nella sua carriera ha corso solamente due stagioni intere da professionista: il 1994 e 1998 (considerando il periodo Pre-Campiglio), gli altri anni era un continuo stop and go, tra infortuni, sfighe e alla fine pure squalifiche.
e quando ha corso ha vinto anche tanto, considerando che era uno scalatore e non un velocista o cronoman.

 

[Modificato il 02/10/2006 alle 15:26 by Monsieur 40%]

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
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Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 02/10/2006 alle 14:53
Jan, facciamo un giochino? Sono curioso di conoscere i tuoi parametri di valutazione della stagione 2006 degli altri ciclisti. Guarda, funziona tipo Passaparola (il preserale di Gerry Scotti con le letterine), un ciclista per ogni lettera dell’alfabeto, tu scrivici affianco un numero da 1 a 10, se non sai/vuoi esprimerti dì ”passaparola”.

AZEVEDO
BETTINI
CUNEGO
DI LUCA
EVANS
FLOYD LANDIS
GIBO SIMONI
HINCAPIE
IVAN BASSO
LEIPEIMER
MENCHOV
NOCENTINI
OSCAR PEREIRO SIO
PETACCHI
Q- POPOVICH
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ULLRICH
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/10/2006 alle 15:04
Originariamente inviato da Claudio82

Appunto. Se il suo obbiettivo principale è il Giro, si concentrasse su quello e facesse le corse che meglio lo preparano al Giro.
Quando, nel 2008, non farà il Giro potrà dedicarsi alle Ardenne e prepararle come si deve.


Si parte da due presupposti diversi: te dai per scontato che per essere competitivi al Giro bisogna saltare le Ardenne, per me no. Damiano può benissimo correre sia le classiche che il Giro ad alto livello.

Originariamente inviato da Claudio82

Mi sembra che sia anche uno dei più forti interpreti dei grandi Giri. Ha deciso, per il momento, di puntare su quelli. Io farei lo stesso. Il Giro d'Italia è la seconda corsa più importante del mondo e la prima del suo paese. Fa bene se punta a vincerla.


Io non ho detto che non deve correre il Giro. Io ho detto che dovrebbe correre sia il Giro che le classiche. E comunque, per me, in questo momento è più forte come corridore da classiche che come corridore da Grandi Giri: l'handicap che ha a cronometro non si sente se ha di fronte Simoni ma se deve gareggiare contro Basso (o altri passisti scalatori) devi mettere in preventivo di recuperare sulle montagne minimo 5 o 6 minuti. Non è facile a farsi, tutt'altro.

Originariamente inviato da Claudio82
Mi pare che l'anno scorso l'abbia fatto il Romandia. Se ci saranno le condizioni, credo lo farà anche quest'anno.


Che condizioni? Cosa gli ha impedito quest'anno di fare il Romandia? Nulla. Ha preferito fare il Trentino.

Originariamente inviato da Claudio82

Parafrasandovi... ma che vi fa schifo se vince il Giro d'Italia?


Si rifinisce sul solito discorso, ripeto: per te deve puntare alle classiche o al Giro; per me deve puntare alle classiche e al Giro.

 

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  postato il 02/10/2006 alle 15:28
Originariamente inviato da Claudio82

Giocate pure.


Claudio, fai esprimere questi voti a Cunego, prima, e poi tu limitati ad essere d'accordo con lui.
Facciamo una cosa? Scrivi finalmente un post di ciclismo, e dacci le tue valutazioni sui suscritti ciclisti nell'arco della stagione 2006.

P.S.: Vinokourov è con la "V"; avresti dovuto usare l'accortezza usata per Popovych.

 

[Modificato il 02/10/2006 alle 15:30 by Monsieur 40%]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 15:35
avevo messo i voti, ma poi sono rimasto schifato di "Winokurov"...ed ho cancellato tutto.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 16:05
Originariamente inviato da Claudio82

Jan, facciamo un giochino? Sono curioso di conoscere i tuoi parametri di valutazione della stagione 2006 degli altri ciclisti. Guarda, funziona tipo Passaparola (il preserale di Gerry Scotti con le letterine), un ciclista per ogni lettera dell’alfabeto, tu scrivici affianco un numero da 1 a 10, se non sai/vuoi esprimerti dì ”passaparola”.

Giocate pure.


io li dò i voti: beninteso solo a quelli che, a mio parere, sono della stessa categoria di Cunego

BETTINI: 8+ (mezzo punto in più se vince il Lombardia)
CUNEGO: 6 - 6 e mezzo
DI LUCA: 4 - 4 e mezzo (sufficienza se vince il Lombardia)
GIBO SIMONI: 6
IVAN BASSO: 8 (sub judice)
TOM BOONEN: 7 - 7 e mezzo (mezzo punto in più se vince la Parigi-Tours)
ULLRICH: 6 (vedi Basso)
VALVERDE: 9 (mezzo punto in più se vince il Lombardia)
VINOKOUROV: 7




 
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  postato il 02/10/2006 alle 16:15
AZEVEDO 5
BETTINI 8
CUNEGO 6
DI LUCA 5
EVANS 5
FLOYD LANDIS 0
GIBO SIMONI 8
HINCAPIE 5
IVAN BASSO 6
LEIPEIMER 4
MENCHOV 4
NOCENTINI 6
OSCAR PEREIRO SIO 6,5
PETACCHI 5
Q- POPOVICH 4
ROGERS 7
SAVOLDELLI 5
TOM BOONEN 7
ULLRICH 6
VALVERDE 8
VINOKOUROV 8
ZABRISKIE 5

 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 02/10/2006 alle 16:46
A giugno ho scritto che Cunego aveva fatto bene a correre il Tour. Mantengo la stessa opinione ora e aggiungo che ha disputato un ottimo Tour, sia pure senza vittorie di tappa.
Detto questo, il ragazzo si deve decidere. Ha già anticipato che il prossimo anno non farà la Grande Boucle. Non sono molto d'accordo, ma allora deve dare battaglia nelle Ardenne, deve far vedere quanto vale almeno alla Liegi e alla Freccia. Almeno in queste due corse, deve lottare per la vittoria. La vittoria sua. Non la sconfitta di altri, come probabilmente ha pensato di fare nel 2006. E se non correrà il Tour, allora dovrà correre il Lombardia per vincerlo di nuovo, soprattutto se la campagna delle Ardenne non sarà andata come da programma. Uno come lui, uno con le sue doti, non può stare ben tre stagioni senza vittorie di peso (ossia: una delle cinque grandi classiche o uno dei tre grandi giri). Puntare tutte le carte solo sul Giro è rischioso se non ti chiami Indurain o se non sei Abarthstrong.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 18:43
Originariamente inviato da Claudio82

Originariamente inviato da janjanssen

no... mi fa schifo se non vince nulla, come quest'anno.


Se ti fa schifo solo perchè non vince, credo che Damiano faccia bene a non dar retta alle persone che la pensano come te.

Eddai!
bisognerebbe non incorrere in incomprensioni simili.
SE TU un pelino mi conscessi, SAPRESTI che non mi fa schifo nessun corridore, ci mancherebbe lo facesse Cunego.
Il mio scritto era in risposta al tuo, quotato, fatto ad evidente mo di battuta.
se cerchi sterile polemica, fra l'altro sgradevole, fammi un favore, ignorami.
Detesto una sola cosa in un qualunque forum....fare sterile polemica. se leggi un solo insulto in mille e sbrisga post che ho fatto, ti offro da bere.
Finiamola qui. Esplicito solo che al "mi fa solo schifo" era con tutta evidenza sottinteso "la situazione di non vincere nulla". Intendendo come schifo non il concetto letterale, ma, appunto, la semplice rima con "ma ti fa schifo se vince il giro".
Chiedo quindi venia e ti prego, d'ora in poi, di ignorarmi, cosa che io farò con te, ovviamente.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 19:07
Post scritto da Morris in un altro thread.

Cunego, Basso, stregoni, doping e altro....

Questo intervento non è stato cancellato nella riconversione totale che il mio computer, purtroppo, ha dovuto subire. Ho perso tanto materiale e sono ancora pieno d’angosce.
Lo riporto, anche se probabilmente sorpassato dalla discussione ulteriore (che non ho potuto leggere) sul thread dove, inizialmente, si riferiva. Tra l’altro, dalla battuta iniziale di Gabri59, sulla quale avevo iniziato a scrivere, come al solito ho divagato, anche per rispondere a taluni interventi sparsi sul forum e di cui ho perso traccia. Per questi motivi, lo posto come nuovo intervento. Saranno poi i moderatori a riportarlo, se lo ritengono, sul thread originario.
Di quello che segue, da considerarsi pure uno sfogo, non ho riletto nulla, quindi chiedo scusa anticipatamente, per eventuali strafalcioni.


Originariamente inviato da gabri59
Davvero, a volte penso che Damiano dovrebbe cambiare nazionalità.


No, basterebbe che facesse fruttare i suoi 25 anni e cominciasse a ragionare un po' da par suo, anziché seguire dettami e programmi perlomeno (eufemismo) contestabili. Ha un quarto di secolo, non ha il ciuccio e...santa benedetta virtù, un po' d'istinto, di fronte alla fortuna che ha ereditato per essere arrivato al ciclismo dopo la pratica di altri sport, gli farebbe solo bene. Potrebbe riprendersi una parte di quelle qualità che ha gettato al macero nel 2005 e 2006, attraverso trasformazioni fisiche degne di una preparazione che non ci ha capito una mazza di come sia fatto. Fare i robot dei santoni, che spesso lavorano su degli stampi costruiti su fisici da passistoni alti oltre 1,80 metri, non è proprio quello che gli serviva. Sei proprio sicura che nel 2006, sia andato più forte del 2004? Sei proprio convinta che la per te travolgente terza settimana al Tour di Damiano, non abbia fatto vedere delle pecche preoccupanti? Secondo te, il Cunego del 2004, si sarebbe fatto riprendere e staccare in salita da un paracarro come Moreau?
Damiano Cunego mi piaceva perché rappresentava la concretizzazione di quello che vorrei nell'avviamento al ciclismo e di cui ho parlato anche qui: era un mio cavallo di battaglia da divulgatore, ma ha buttato al vento gran parte di quelle specificità, per svendersi alle assurde teorie zambottinesce dei "caterpillar" dello sport in camice bianco.
Hai mai visto un brevilineo seguito da un santone, diventare un vincente nelle corse a tappe? Non ti sembra strano che un corridore dal fisico tendenzialmente tozzo, coi suoi bei muscolini, diventi l'anno seguente un ramoscello d'ulivo e due anni dopo, un piccolo "uomo michelin"? Non ti sembrano segni di confusione? E poi dove sono questi risultati? Ti sei forse dimenticata che a fine 2004, era il primo del ranking mondiale? In questi due anni, per seguire le corse a tappe, attraverso preparazioni e costruzioni sballate, ha gettato alle ortiche quelle classiche dove era naturalmente un evidente, per non dire il possibile numero uno per anni, e cosa ha raccolto? Neanche una tappa! Hai scritto che al Giro per te è arrivato secondo. Bèh sarebbe meglio che iniziassi a considerare come variabile possibile il quarto posto, anche se i primi due dovessero risultare "totalmente infognati nell’Affare Puerto”, perché non potranno mai essere dimostrate le trasfusioni come avvenute e pur con la giusta squalifica dei due, rimarrebbe sempre la constatazione (se non si possiedono paraocchi) che “dolci euchessine” fra gli sportivi di vertice (quindi non ciclisti solamente), non ne esistono e pare finita, perlomeno mi auguro, la concentrazione su una persona di una storia da fumetti. Comunque, anche escludendo i per te extraterrestri Basso e Gutierrez, resta sempre quel pugno di minuti subiti dal 35enne Simoni: un uomo, mi risulta, battuto da Damiano due anni prima. Una sconfitta grave se si urlano “crescite e grandi prestazioni”, perché il Gilberto, nel frattempo, non è passato dai 27 ai 29 anni, ma dai 33 ai 35! Ed i miglioramenti tattici, o quei segni che un capitano deve dare ai compagni, dove sono stati? Quante volte al Giro ha messo in testa la squadra, per poi non attaccare o non fare nemmeno lo sprint? Sai che botta è questa per un gregario? E che mi dici di quella azione "nella terra di nessuno", durante l'ultima tappa pirenaica (se non ricordo male), per poi andare in crisi e beccarsi 10 minuti? C’è chi dice che sia stato consigliato a lasciarsi andare per non sprecare energie ed uscire dalla classifica, così avrebbe potuto godere di minori controlli per vincere una tappa. Quel che è avvenuto dopo, allora, è ancor più grave, visto che è rimasto al palo di vittorie! Poca esperienza? Può essere, ma questa si fa correndo con una certa continuità anche all’estero, aspetto che Cunego cura troppo poco e, soprattutto, imparando a vedere nelle radioline una variabile poco pertinente col ciclismo di gente con le palle. Un campione si vede anche in questo. Il ciclismo non è solo watt o teoremi, guarda caso prodotti dai santoni per imprimere più forza al loro dominio assoluto sulla disciplina. Fortunatamente è molto di più e, spesso, si dimostra nelle cose a cui meno si da importanza, o non si vedono proprio.
Te lo dico bonariamente: Cunego non ha fatto nessun passo in avanti dal 2004, né sul piano della maturazione tecnico tattica, né su quello prettamente atletico, né su quello comportamentale. Nel 2007, sarà al quinto anno di professionismo, ed un potenziale campione, non un fuoriclasse (categoria rara in assoluto, ed inesistente nel ciclismo maschile odierno), è ora che cominci a ragionare, appunto, da campione. Nell'intervista oggetto di questo thread, si mostra un paggio di corte, ed ha perfettamente ragione Davide quando sostiene che si tratta del Cecchini pensiero al 100%.
Certo, i picchi di forma sono due in una stagione, ma si parla di picchi, non di media. Quando uno ha doti naturali evidenti, un buon preparatore-allenatore sa come tenere a livelli degni anche i punti bassi, soprattutto sa come insegnare al corridore, correndo, il miglior modo di spendere con intelligenza. In questo frangente l’allenamento è come un pettine, non una prova da sforzo. In sostanza, si deve lasciare il raggiungimento dei picchi ad un’espressione di razionalità, non disdegnando le corse anche come fattore d'allenamento, senza tirarsi indietro di fronte alle possibilità di emergere, proprio anche nelle gare fuori programma, o meglio, senza velleità a monte. Un tempo si correva di più e si giungeva agli inizi di stagione con molti chilometri in meno, le manifestazioni d'inizio anno erano corse a duplice ruolo. Merckx vinceva la Sanremo, altre classiche, il Giro, il Tour e il Lombardia. D’accordo era il più forte corridore d’ogni tempo, ma se sfogliamo gli ordini d’arrivo, dietro di lui si piazzavano certo gli specialisti delle classiche, ma anche i suoi più forti avversari nelle grandi corse a tappe. Insomma, tutta gente che ha avuto la sfortuna di incontrare quel mostro, ma campioni, alcuni addirittura fuoriclasse, in grado di prendere per i fondelli i migliori di oggi. Se conosci la storia del ciclismo e prendi, visto che siamo nel 2006, un’annata distante e col medesimo sei finale, come il 1966, vedrai che nei primi venti di ogni ordine d’arrivo importante, le presenze di corridori, con caratteristiche non pronosticabili come idonee alla gara in esame, sono comunque massive. Vedrai corridori che han vinto Giro o Tour, giungere a piazzamenti o vittorie anche in grandi classiche, all’apparenza impossibili per loro e vedrai dei cacciatori delle importanti gare di un giorno, vincere tappe nei grandi tour e con piazzamenti finali dignitosi, compreso il Van Looy che non era solo un velocista e che ha dato tutto pur di vincere un grande Tour. Anche per questi atleti, esistevano i due picchi di forma annuale, una realtà non certo scoperta dai medici preparatori (la cui vera novità l’hanno portata solamente a livello chimico), eppure andavano forte tutto l’anno per diverse stagioni. Erano corridori superiori a quelli di oggi, per il solo e semplicissimo fatto che il proselitismo al ciclismo di quei tempi, sapeva raccogliere numeri consistenti nell’universo dei migliori percentili, ma è pur vero che, senza il consiglio interessato del loro intorno, sapevano raccogliere tanto di più, onorando le corse, ed allenandosi per le gare, non per modificare prima di tutto i motori. Poi, è arrivata la tragedia: sono apparsi i santoni dall’unico distinguo di darsi compiutamente alla trasformazione delle individualità, per imboccare la massificazione chimica e la necessità di svolgere prove su prove come se i ciclisti fossero delle Ferrari o delle Renault, delle Honda o delle Yamaha, da mettere a punto. Gli zambottini in camice bianco hanno stravolto tutto, soprattutto hanno fatto, appunto, dell'allenamento, l'oggetto ed il fuori oggetto, per preparare gli appuntamenti, ma anche per cambiare i motori umani col nuovo e rivoluzionario doping, nonché evitare i rischi di una positività dell'atleta. Se anziché fare i controlli antidoping durante il Giro o il Tour ecc., li facessero a sorpresa in certe zone del mondo, in periodi d'inattività, o citata preparazione per l'appuntamento "x", sai quanti pizzicati? Decine e decine! L’UCI e le Federazioni lo sanno bene!
Okay, i tempi sono cambiati, i santoni continuano a dominare coi loro credi tendenzialmente delinquenziali, creando nei corridori, spesso, i cromosomi dei robot e della siamese fesseria, quindi accettiamo, tortocollo, le "preparazioni scientifiche" degli appuntamenti, ma non diamo a queste “nuove metodologie”, come ho letto qui, la patente di un migliore rapporto integrità fisica-risultanze, perché questa scientificità, è solo un chiasma con il doping così riassumibile: l’allenamento scientifico del doping e il doping dell’allenamento scientifico. Detto questo, è possibile uscire da questa idrovora che ha strozzato il ciclismo, ed un corridore può stravolgere il sistema del correre poco e del doparsi tanto? Il sistema politico (mancanza di leggi uguali in ogni latitudine e reale volontà di combattere il fenomeno) e sportivo (regole ed atteggiamenti comportamentali e repressive uguali in tutti gli sport), così come si impongono oggi, rendono impossibile la permanenza ai vertici di uno sportivo completamente privo di aiuti chimici, ma è possibile farlo limitando le presenze di additivi ergogenici al minimo. Per riuscirci servono atleti che ragionino col loro cervello prima di tutto, indi allenatori non medici (se si ha senso della vita prima ancora che della società e dello stato, i camici bianchi che hanno ben altri doveri deontologici, vanno allontanati dallo sport coi metodi anche repressivi), capaci di allenare nelle medesime misure dei colleghi di altre discipline (nel ciclismo odierno sono figure dai numeri rarefatti, perlomeno fra quelli che vengono definiti tali, purtroppo), ed un atteggiamento dei corridori che sia di rispetto verso la storia del ciclismo. Non essendoci ancora gli allenatori veri, vista la semi-inesistenza della categoria, all’atleta restano comunque due delle tre condizioni citate e la possibilità di scoprire assistenti ed insegnamenti utili, fra i tanti che si sono laureati o diplomati a Scienze Motorie o alla vecchia Isef, molti dei quali aventi, pur senza esperienze dirette sulla bicicletta, conoscenze e criteri di un universo superiori a direttori sportivi che stanno sulle bocche dell’osservatorio. All’atleta, dunque, anche in un’epoca come quella di oggi, resta un minimo margine per consultare ciò che presenta il ciclismo, ma alla fine, soprattutto se sa di possedere talento già emerso con l’oggettività di talune risultanze, deve essere lui a decidere le coordinate della sua vita atletica. E’ il miglior modo per preservarsi ed incidere, dimostrando personalità sui numeri due della caduta del ciclismo: i diesse ed i team-manager. Certo, questi ultimi proveranno a sbottare, mostreranno insofferenza, ma alla fine si adegueranno alle posizioni dell’atleta forte, perché è lui che fa immagine, non certamente loro. Cunego è uno di quelli che potrebbe incidere e godere di spazi per azionare personalità, se non lo fa, significa che non la possiede, oppure condivide, sbagliando, il tran tran che gli passano e che sta al di fuori di quello che serve ad un campione. Sono altri, i gregari o i medi corridori, purtroppo (perché stragrande maggioranza), ad aver meno armi per difendersi in questo ambiente vergognoso.
In questi anni però, la crescita delle conoscenze che ogni corridore non cretino ha ereditato, sarebbe sufficiente per far cambiare rotta al gruppo e cominciare ad urlare a livelli ampi, che razza di mortorio robotico si sia installato in questo sport. Ed è anche da loro, che deve venire una voce forte affinché si cambi rotta, si caccino certi modesti e corti di QI collocati a vari livelli e si dia un segno chiaro alla dirigenza vergognosa del ciclismo. Godere degli “infortuni” degli altri, o rimanere indifferenti, è deleterio, perché certe pratiche portatrici di vittorie e qualche soldo, sono niente di fronte alla vita. Credere inoltre che tanti medici a loro vicini, abbiano interessi a tutelare corpi e menti è solamente esercizio di ingenuità colossale, potremmo dire da stupidi. In gruppo sono in molti, come ho scritto sopra, ad averne dimensione, ma nessuno si muove e questo è un dramma che urla quanto il ciclismo abbia bisogno di figure sindacali, tecniche e dirigenziali, che non siano stati corridori. Non c’è uno sport che possa lontanamente essere accostabile al pedale per questa nerissima realtà.
Ed allora, tornando a Cunego, che senso ha per lui continuare a seguire l'obiettivo delle corse a tappe, sulle preparazioni dei soliti noti, e poi giungere alla conclusione che il Tour è una corsa da svolgere da sola in un anno? Caz.zo, se questo non è il pensiero di un santone forgiatosi sul culto cancerogeno-armstronghiano, che cavolo è? E che senso ha mettere solo la Liegi nei programmi punta delle classiche, quando Cunego, per caratteristiche sue naturali, escludendo la Roubaix (ricordiamoci che l’han vinta anche dei tappetti non pesanti come il grande Emile Daems), la Parigi-Tours e, forse, la Gand Wevelgem, le altre le può vincere tutte? Altro aspetto: un brevilineo raggiunge prima la forma, ma è pure vero che avendo spesso doti di recupero tendenzialmente migliori rispetto agli atleti armadio, se ben allenato e con condotte di corsa intelligenti, può reggere di più, quindi perché non pensare alle classiche come un obiettivo? Bettini è forse meno campione di Damiano perché non ha vinto il Giro? Suvvia! Altro aspetto-confronto interessante che dovrebbe far riflettere i difensori dei programmi del veronese, si guardi al Di Luca 2005, atleta che mi permetto di giudicare di caratura inferiore. Bene, l‘abruzzese preparò le classiche di primavera, le corse e ne vinse e poi, per poco…..stava per aggiungervi anche il Giro d’Italia. Quest’anno ha seguito una preparazione più in linea coi dettami e la pseudo-cultura dei santoni,ed ha fatto una sonora cilecca. Di Luca, Bettini e Damiano, aldilà dei talenti di partenza,hanno fisici molto simili, ed una riflessione sulle loro carriere, si dovrebbe sempre imporre all’osservatorio….
In poche parole pur tenendo conto dei picchi, i programmi che Cunego beve come adatti a lui, sono miopi, non da campione, privi del benché minimo spazio per la fantasia e per il gusto di svolgere una professione che deve vedere, nella fatica della gara, una gioia e la gratificazione dell’essere, o meglio, sono intendimenti prettamente figli dell’oggi ciclistico, dove il santone tesse la sua tela per incentivare nel corridore e nel mondo del ciclismo, gli spazi lontani dall’agonismo, per modificare i motori e testarli in “giri di prova” senza gruppo e senza numero sulla schiena.
Ora si dirà che Damiano ha corso di più di altri, come sempre però, si dimentica l’aspetto sostanziale: che tipo di corse e quali contenuti negli allenamenti? Non sono cosucce, queste, sono essenze che cambiano le sostanze completamente. Bene, per me Cunego è allenato come un passistone, quando di questa figura non ha nulla. Corre le corse sbagliate e vince pochissimo quello che serve, per essere degno del numero uno mondiale che ha ottenuto da giovane. E’ una fotografia più che fedele, purtroppo. Lo dice uno che non è un bassista, o valverdiano, o bettiniano, o booneniano ecc., anzi è un osservatore che si intenerisce, da sempre, di fronte al talento e ai gesti atletico-artistici frutto del sangue blu dello sportivo.
E qui, mi dai l’occasione per rispondere ad una tua battuta, quasi di derisione, sull’analisi che feci circa i miglioramenti di Basso. Intanto, ti ribadisco che il varesino andava forte anche da giovane, pur non vincendo caterve di gare, perché privo di spunto veloce. Ti ricordo, perché tu non lo vuoi considerare, che Ivan vinse moralmente un campionato mondiale juniores (2° dietro un compagno, dopo aver fatto la corsa) e vinse quello degli Under 23 con fare superiore, convincendo l’osservatorio al punto, di essere pagato, da dilettante, come nessun italiano nella storia. Che non sia un esplosivo, un brillante nel suo modo di concepire le gare è vero, ma è pur vero che è cambiato il ciclismo e che anche grandi del passato si comportavano in maniera simile, pur avendo molta più classe di lui. E’ cresciuto sempre, magari di poco, ma non ha mai dato segni di calo. Il tutto con punte di talento inferiori o meno appariscenti rispetto al veronese, ma con valori medi alla fine molto simili e, soprattutto, un fisico molto adatto alle visioni totalizzanti degli stregoni sul versante delle corse a tappe. Quanto nella crescita del varesino abbia inciso il doping e quanto il suo modo certosino di affrontare e vivere la professione, è difficile da percentualizzare, ma si possono mettere dei paletti utili, ogni qual volta ci permettiamo di giudicare questo o quello. Proprio da qui, si innestano due riflessioni su aspetti basilari che mi consentono di rispondere anche a chi sostiene che il doping, alteri direttamente i valori in campo. Premetto subito che il ragionamento, le esperienze e le traduzioni che seguono, essendo meramente interne al piano tecnico, non scendono e non vogliono in alcun modo rapportarsi con gli aspetti morali. Sono espressioni ciniche, se vogliamo, ma hanno il pregio di chiarire tanto di quello che siamo costretti a vedere e, magari, superficialmente giudicare come espressioni di solo doping. Una disamina tecnica (come quella che ho svolto su Basso), mantiene inalterato il suo valore, indipendentemente dalla circolazione nelle vene e nel corpo di additivi. Il doping, da solo non fa diventare nessun anatroccolo un cigno e nessun campione un fuoriclasse. Alla base ci sta sempre la capacità di migliorarsi nelle parti, che ci sono, indipendenti dalla chimica, nel capire quale artifizio serva ad un corpo per evolversi con tangibilità e come si possa sfruttare al meglio il nuovo potenziale innaturale. Da ciò si evince, anche per esperienze viste, che sono davvero l’eccezione coloro che hanno “allergie” al dopaggio, ma sono invece tanti quelli che, pur avendo ricevuto i pezzi per un nuovo motore, non sono stati capaci di costruirselo. Bene, il doping ematico di un tempo, alzava a tutti l’ematocrito, consentiva a tutti un miglior recupero, ma non tutti sapevano preparare ed usare il nuovo timone a disposizione, semplicemente perché ognuno era diverso dall’altro nella carrozzeria e necessariamente i lavori di messa a punto erano diversi. La stessa posizione del timone non era uguale, quindi il timone andava collocato diversamente per dare a tutti la possibilità di guidare bene la nave. Un primo esempio per capirci, ed assai pertinente, ci viene da uno dei tanti dualismi a cui solo il ciclismo italiano, pare cosi convinto nell’abbonarsi da sempre: Moser e Saronni. Il trentino, grazie alle “innovazioni” di Conconi, trovò una seconda e decorata giovinezza, mentre il lombardo, con lo stesso scienziato o stregone a dir si voglia, incentivò non poco il suo declino. Erano le innovazioni a fare la differenza, o le diversità fisiche dei due? Non dimentichiamo mai che le incentivazioni allo zambottinismo, acquisirono velocità per un orizzonte come il record dell’ora, ovvero una variabile, da sempre, adatta ai passisti, ovvero atleti nel 95% dei casi di una certa costituzione fisica e dai richiami ritmati adatti a quei tipi che, nel ciclismo ed in altri sport, vengono definiti muli: bestie da soma, insomma. Moser, era nato passista in tutto, Saronni, i primi approcci al ciclismo li aveva spesi nella velocità su pista. Francesco aveva una particolare muscolatura, potremmo dire da ciclista, con polpacci poco pronunciati e molto lunghi, con cosce sottili; Beppe, possedeva la gamba corta e scolpita di uno sprinter, di un esplosivo e un fisico, come dice sempre mio fratello, da torellino. Il motore potente e diesel di Moser, andava dritto nella direzione dell’emodoping, quello di grande esplosività di Saronni non così naturalmente, quindi serviva un aggiustaggio, nello studio delle tabelle degli allenamenti e dei dosaggi, che non ci fu. Altro aspetto: il trentino, aveva iniziato il ciclismo tardissimo, il lombardo, da giovanissimo. Nel DNA dei due, le età ciclistiche e di logorio, forse non erano per niente a svantaggio di Francesco. Altro aspetto da non sottovalutare, per capire lo stampo sul quale il capostipite dei cosiddetti scienziati dell’allenamento, ha pensato e costruito la sua opera, ci viene da un giudizio che il Conconi stesso si permise di esprimere rivolto a Baldini: “Caro Ercole, avessi avuto te anziché Moser, oggi il record dell’ora sarebbe più lungo di due chilometri!”. Sempre per capire la catena di montaggio fondata sui passistoni, che è la vera porcheria del ciclismo delle due ultime decadi, porto un altro caso, visto da vicino, ma stavolta senza nomi. Alla fine degli anni ottanta, un celebre santone dall’agnomen siamese alla velocità, venne a fare dei test, con tanto di pilloline di vari colori e tabelle da zambottino, in un impianto a me caro. Si trattava di un’intera squadra, allo stregone donata con obbligazioni da paggio, da un diesse assai famoso. L’agnomen veloce, non sapeva di esser osservato da vari occhi e orecchie debitamente seminascoste. Bene, il luminare s’appuntava i dati diversi in ognuno di quei dieci pedalatori, ma prescriveva le stesse pilloline da prendere con la solita successione di colori e nei medesimi tempi di gara e d’allenamento. Non contento, per completare la catena di montaggio, formulò praticamente le stesse tabelle, fatte di un mostruoso numero di chilometri complessivi e di ripetute da ammazzare l’Ercole della mitologia. Morale: in quella squadra il miglior talento, uno non certo statuario che s’allenava poco perché gli serviva poco, scomparve dal ciclismo, alcuni altri, s’incrinarono la carriera al punto di appendere, nell’arco di un paio d’anni, la bicicletta al chiodo. I mediocri, divennero corridori vincenti, ed i medi d’origine, cominciarono a far dire a qualcuno che erano dei campioni. C’era un aspetto che balzava agli occhi come lampante: a pagare dazio, esattamente il 50% di quelli visti, furono proprio quelli che non avevano caratteristiche fisiche e mentali riconducibili ai muli (voglio essere buono…in senso ciclistico intendo). Era stato il doping direttamente a fare quelle differenze, o l’uso improprio e da catena di montaggio, dei nuovi motori possibili? La risposta c’è, ma per dare un’altra testimonianza di che razza di porcherie, tecniche e di trasformazione, siamesi all’opera solo chimica dei santoni, fra i tanti esempi possibili, ne voglio portare una che mi giunse direttamente fra le mani. Verso la fine degli anni novanta, quando all’emodoping s’era aggiunta una vasta “giurisprudenza” d’additivi ormonali (su cui ritornerò più avanti), assunsi un’atleta che veniva da un’annata ben poco brillante. Era una mia scommessa e prima di lasciarla alle tabelle e agli allenamenti del direttore sportivo, la feci testare da un amico, grande tecnico e, soprattutto, non medico. Lei, da brava meticolosa, portò con sé tutto l’insieme di diari, analisi e test svolti nell’anno precedente. Quando in auto ci stavamo portando dal professore, mi raccontò tutto il calvario vissuto nell’ultima stagione, fino a spingermi ad un’esclamazione, quando disse che non era riuscita ad allenarsi come le aveva prescritto il dottore. Le chiesi di chiarire quella che subito mi apparve come una corbelleria e lei mi raccontò che il tipo, (uno dei tanti camici bianchi della sfera di uno stregone, ma molto famoso, nonché abitante nella regione più dopata e meno controllata d’Italia), le aveva prescritto tabelle con un numero di chilometri mediamente superiori ad una gara femminile, con frequenti ripetute in salita, da fare col 54 x 13! Bene, il soggetto, non conosceva nemmeno le lunghezze delle corse delle elite, né tanto meno la quasi totale assenza, a quei tempi, del “54” nelle moltipliche delle biciclette delle ragazze. Indi, non s’era curato di capire che le donne non possono avere la potenza di Ullrich, nemmeno col super doping. La cosa che più mi stupì però, era l’aggiunta esternata dal tipo alla ragazza: “Guarda, che se vuoi essere vincente, questi allenamenti li devi fare tutti e se non ci riesci da sola, il modo per aiutarti c’è!” Che caratteristiche fisiche aveva la ciclista in questione? Era una scalatrice, magra, molto femminile e con una certa fragilità alle giunture. In sostanza una che si sarebbe uccisa ciclisticamente, anche con un doping da cavallo. Infatti, ai test risultò distrutta e solo la pazienza reciproca, della squadra e sua, le consentì di raggiungere ancora qualche risultatino, ma erano solo contentini per rendere meno amaro l’abbandono dell’attività. A me è rimasto un dubbio (uno dei tanti): quella atleta, l’anno precedente al nostro incontro, provò quel doping che il santone le aveva praticamente caldeggiato, al fine di rendere ugualmente disumani quegli allenamenti forgiati per i maschi superdopati? Visto come s’era ridotta, penso proprio di sì, ma ciò da un segno di quanto non sia l’aiuto chimico, direttamente, a creare le condizioni delle differenze di risposta, bensì un mix di due fattori indipendenti dalle sostanze assunte, ovvero dosaggi e tipologie da assumere e la messa a punto del potenziale che deriva dalla chimica immessa nel corpo. Ecco perché chi dice che il doping non altera da solo i valori in campo, non ha torto. Sono le abilità nell’uso a crearle. Ed ecco perché il doping è soprattutto un elogio della mediocrità, in quanto, se ben usato, tanto più se proiettato su corpi da “sandroni”, spinge all’insù gente che non vincerebbe mai, soprattutto corse primarie. Anche su questo aspetto, avrei un esempio lampante da portare, ma non lo scrivo, poiché anche il più sordo o miope osservatore, capirebbe a quale corridore nostrano mi riferisco.
La geografia del doping però, negli anni s’è arricchita a dismisura, fino a creare un campionario che allarga ancora di più la necessità di prendere la strada giusta. All’epo si è aggiunta un’infinità di ormoni di seconda generazione, di metodi, di sperimentazioni specifiche per lo sport ecc. che hanno aumentato la forbice del miglioramento possibile, ma anche la variabile della saturazione e una sofisticazione nella matassa comportamentale da robot. A tirare le fila e ad essere i propulsori di differenze e sostanzialità, come sempre, i santoni, ovvero la versione sportiva di quei cancri che ritroviamo con altri strumenti nella “moderna” società fondata esclusivamente sul valore del danaro e del futile gusto della fama. In questo quadro, gli errori nell’applicazione dei motori si pagano e le convinzioni di fondo di chi tira le fila, sono ancor più deleterie.
Qui si innesta la seconda riflessione che avevo annunciato tante righe fa.
Il doping non vieta e non pregiudica, anzi può esaltare, i miglioramenti tecnici che un atleta, naturalmente, deve cercare di ottenere. E qui ritorno a Basso, il quale, certamente favorito da fisico, caratteristiche e mentalità, in questi anni s’è prodotto in una serie di lavori certosini, indipendenti dalla chimica, che non sto a ripetere e che ho descritto nel thread che ti ha suscitato un eufemistico stupore (http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=4392). Lavori utili alla messa a punto e, da soli, portatori di risultanze. La posizione sulla bicicletta, le ginnastiche sincroniche alla correzione, la scelta delle corse per gli obiettivi adatti e raggiungibili, la necessità di raggiungere la sicurezza nei propri mezzi attraverso i rapporti più idonei, sono tutti aspetti non di poco conto, soprattutto se si ha la fortuna di essere naturalmente sincronici ai dettami-dogmi degli stregoni che, tutti i corridori di tendenziale vertice possiedono, come angeli custodi dal camice sudicio… ormai del tutto nero, spesso debitamente nascosti da perfetti appartenenti alla categoria delle code di paglia. Cunego, che non partiva da naturalezza sincronica a queste figure, ha fatto qualcosa per ribellarsi e cercare di modificare, in corso d’opera, l’insieme del suo rapporto col ciclismo? Le diversità nel pedale e nello sport si devono curare, l’omogeneizzazione è sempre deleteria per chi non sta in quello stampo. Un allenatore bravo differenzia tutto, non lavora a catena di montaggio, si adegua al soggetto che ha di fronte, partendo dall’aspetto basilare del distinguo: i suoi punti forti. Cunego ha un talento non da fuoriclasse storico, ma da evidente, sicuramente uno dei più importanti dell’attuale ciclismo. Da lì bisognava partire, iniziando un’opera dove il pettine era più utile del martello e dove la considerazione di avere a che fare con un puledro raro nell’odierno, era la prima nota di base. In queste pagine, ho portato, da stupido (come solo sa essere uno che vede lo sport, non sul versante di un’unica disciplina, bensì come un libro-intreccio di esperienze e conoscenze che si dipanano su una realtà uguale per tutte: l’equazione che regge le dinamiche richieste, ovvero talento, fisico e mente), il ritratto sul coach più grande della storia dello sport: Harry Hopman. Certo uno che lavorava nel tennis, ma che aveva capito più di tutti quanto un allenatore non possa e non debba mai scendere a livello di catena di montaggio. Senza snaturare nessuno, ha forgiato la più grande generazione di tennisti d’ogni epoca, mentre chi ha scimmiottato, con fare da macellaio i suoi credi, tal Nick Bollettieri, ha raccolto tanti soldi, ma un palmares ridicolo. L’esempio è calzante anche per il ciclismo, ed è pertinente all’ellisse di Cunego. Chi su di lui vige e tesse, ha forse visto miglioramenti del veronese sulla bicicletta? Di tutto quel che ho scritto sui lavori certosini di Basso, ed indipendenti dai possibili additivi, cosa si riscontra in termini di utilità alla propria causa, in Damiano? E’ forse più bello e redditizio sul mezzo rispetto al 2004? Di tutta quella potenza che si cerca di costruirgli a monte, quanta ne è finita sul cavallo spinto a motore umano? E dire che per migliorare a cronometro senza perdere in salita, aldilà delle modificazioni del motore tanto care agli illuminati dominanti, di possibilità ne restavano a iosa! Domande, certo domande a cui, nel mio piccolo, trovo risposte e se fossi uno vicino a lui, gli direi, alla Bartali: “E’ tutto sbaiato, è tutto da rifare!”
E le gare?
Bèh….sinceramente, vedere l’ostinazione con la quale cerca le corse a tappe, senza imitare colui che più di ogni altro dovrebbe essere il suo riferimento, ovvero Paolo Bettini, mette tristezza e obbliga ad un brutto voto. Già, è forse così da disprezzare un palmares come quello del suo compagno nella scuola cecchiniana? Il toscano è entrato nella storia, il veronese, persistendo la confusione, rischia di vederla concreta solo in chi aggiunge alle “monumento” la classica dell’età. Bettini, corre all’estero da sempre, Cunego, quando non farlo sarebbe da ex. Il campione del mondo, osa dove sa di valere, guardando in faccia i più grandi avversari; il principino, lo fa dove se non vince potrebbe candidarsi al tapiro d’oro. Il “Grillo”, guarda al Giro come una variabile semmai da vivere come coronamento di una carriera che potrebbe diventare ancor più tangibile nel romanzo eletto del ciclismo, mentre il panettiere, per non fare la figura del pirla, si appiccica ad una “corsa rosa” che gli ha dato certo una vittoria, ma nel contempo gli ha confuso, non di poco,
il rapporto con questo sport.
Qualcuno dirà che Cunego vuole correre quello che gli piace, ma se è un campione, è ora che impari a concepire il valore del ruolo. Bernard Hinault odiava la Roubaix: lo manifestò con parole roventi ad una nazione, la sua, dove quella classica è davvero un monumento, ma il bretone era un campione a quattro ante e non poteva esimersi dal correrla per vincerla. E la vinse. Cunego è giovane (quanti guai gli sta creando quel “ciuccio” che i suoi tifosi gli mettono continuamente in bocca!), deve fare esperienza, si dice…Bene, ed allora si metta in testa la Sanremo e vada nelle Ardenne a cercare conquiste; la smetta di correre le gare nostrane ed impari a guardare in faccia i suoi avversari e si incaz.zi come un bufalo se Moreau lo riprende e lo stacca su un terreno dove dovrebbe leggergli il numero con un telescopio.
E che caz.zo! Damiano è un ragazzino, si continua a dire…ed allora due anni fa cos’era? A ventitré anni era il numero uno del ranking mondiale, ed oggi è stato così capace di progredire, da divenire un corridore tipicamente nostrano, che deve fare esperienza, che deve imparare ecc…Manco per idea si concepisce la contraddizione e si guarda male chi dice la verità come Janjanssen. Sì, il 2006 del veronese è un disastro, ed il fatto che si sia dato un otto significa che pensa poco a quello che dice, mostrando una preoccupante mancanza di personalità. Una stagione così poteva essere da otto per Celestino, non per lui. Non vincere nemmeno una tappa, fra Giro e Tour, pur possedendo uno spunto di velocità notevole e una squadra pure forte a disposizione, è grave, molto grave! Ahhhh, ma c’è la monocleosi del 2005….E allora? Si guardi chi l’ha avuta pur appartenendo alla stessa “famiglia” e si guardi quanto tempo è passato per il pieno ritorno al pelo delle proprie qualità. Basta con le protezioni o le giustificazioni: a quel ragazzo serve ben altro atteggiamento, soprattutto è necessario toglierlo dal cesto dove s’è ficcato, ovvero a quel suo intorno che pare fatto apposta per relegarlo, magari involontariamente, ad un ruolo contratto.
Sì, la sua intervista è un esempio del pensiero di chi lo prepara. Ancora una volta ha ragione chi lo ha scritto, seccamente, come Aranciata Bottecchia.

Morris

Ho ritenuto utile riproporlo perchè poco visibile e leggibile tra i quote.

 

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  postato il 02/10/2006 alle 19:17
Riposte al post di Morris

Originariamente inviato da Donchisciotte

Intervento importante e che condivido pienamente, anche se penso che ormai non ci sia più niente da fare. Lo spirito da crociata ottuso ha vinto ( per ora, ma quello che accadrà fra qualche anno a chi frega?) e il ciclismo è, per tutti e ovunque, lo sport dei dopati in cui il talento non conta più nulla.
Rimane la piccola riserva indiana di chi ancora pensa che tizio nitrisca e caio non lo faccia, di chi pensa che un Giro 2007 vinto senza avversari ( a costo di sperare in una squalfia senza prove) sia, comunque, un Giro vinto.
Ma è una riserva indiana. La gente se ne va da uno sport che, masochisticamente, ha scelto di farsi soggetto e oggetto della crociata.
Il doping non l'hanno neanche scalfito a furia di attaccare il ciclista di turno, solo la nausea è arrivata a livelli stratosferici.
Morris, un intervento bellissimo, che dà spunti di discussione importanti ( sempre che si sappia coglierli), ma un intervento donchisciottesco che vorrebbe portare il lume della ragione della laicità dove regna solo l'ottuso furore crociato di chi si sente addosso la croce di combattente contro il doping o, più modestamene, blatera per tifo.

Rassegnamoci Morris, la battaglia è perduta e come dice Guccini ( non a caso in Bisanzio) mi copro col mantello il capo e mi addormento.....


Originariamente inviato da janjanssen

ehhhhhhhhhh Morris...sai che concordo anche sulle virgole.............
La S.remo deve fare proprio schifo. Come la Freccia. Invece il giro del Trentino, come è dolce.......


Originariamente inviato da miky70

Se un ciclista è da Champions League (parafrasando il calcio) deve correre la champion, altrimenti deve correre la Coppa Italia.
Credo anche che nessuno sapesse dove arrivare con Cunego e così hanno cominciato a prendere a riferimento i miglioramenti di Basso.
Questo è stato il risultato.
Quello che mi fa incavolare di Cunego è il fatto che dà sempre risposte banali, alla Biaggi, è scontato, come se non fosse lui quello in bicicletta.
Perchè farsi questo mega-regalo e darsi un 8?
Il prossimo anno dovrebbe partire da questa stagione e vincere una tappa al Giro per darsi un 9?
Nel 2008 sarà 10 e lode se salirà sul podio!

 

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  postato il 02/10/2006 alle 19:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da Claudio82

Giocate pure.


Claudio, fai esprimere questi voti a Cunego, prima, e poi tu limitati ad essere d'accordo con lui.
Facciamo una cosa? Scrivi finalmente un post di ciclismo, e dacci le tue valutazioni sui suscritti ciclisti nell'arco della stagione 2006.

P.S.: Vinokourov è con la "V"; avresti dovuto usare l'accortezza usata per Popovych.


E' una discussione che ho fatto tante volte se si scriva vino o wino.
Ullrich nel suo libro scrive Winokourov. Mi spiegarono una volta che dal cirillico può essere tradotto in entrambi i modi.

p.s. Mario ti ho mandato una email

 

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  postato il 02/10/2006 alle 19:53
Originariamente inviato da Claudio82

p.s. Mario ti ho mandato una email


Ti risponderò dopo che avrai dato i tuoi voti...

 

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  postato il 02/10/2006 alle 19:56
Originariamente inviato da Subsonico

avevo messo i voti, ma poi sono rimasto schifato di "Winokurov"...ed ho cancellato tutto.


La mia versione con la W è accettabile, la tua senza doppia vocale "OU" dopo la K no.

 

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  postato il 02/10/2006 alle 20:28
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Claudio, fai esprimere questi voti a Cunego, prima, e poi tu limitati ad essere d'accordo con lui.


Ma guarda che io non sono d'accordo con Cunego perchè tifo per lui, ma tifo per lui proprio perchè sono sempre d'accordo con quello che dice.

AZEVEDO 5
BETTINI 10
CUNEGO 8 -
DI LUCA 5,5
EVANS 5,5
FLOYD LANDIS passaparola
GIBO SIMONI 8
HINCAPIE 6 d'incoraggiamento
IVAN BASSO passaparola
LEIPEIMER 7
MENCHOV 7 -
NOCENTINI 7+
OSCAR PEREIRO SIO 10
PETACCHI passaparola
Q- POPOVICH 7,5 a me è piaciuto
ROGERS 6
SAVOLDELLI 6,5
TOM BOONEN passaparola
ULLRICH passaparola
VALVERDE 9,5
WINOKOUROV 10
ZABRISKIE 6

Dai, dammi i tuoi

 

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  postato il 02/10/2006 alle 20:40
Aspetto il Lombardia, ché i voti si danno a stagione (o corsa, o "lavoro") conclusa...

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 02/10/2006 alle 21:19
Originariamente inviato da janjanssen

Eddai!
bisognerebbe non incorrere in incomprensioni simili.
SE TU un pelino mi conscessi, SAPRESTI che non mi fa schifo nessun corridore, ci mancherebbe lo facesse Cunego.
Il mio scritto era in risposta al tuo, quotato, fatto ad evidente mo di battuta.
se cerchi sterile polemica, fra l'altro sgradevole, fammi un favore, ignorami.
Detesto una sola cosa in un qualunque forum....fare sterile polemica. se leggi un solo insulto in mille e sbrisga post che ho fatto, ti offro da bere.
Finiamola qui. Esplicito solo che al "mi fa solo schifo" era con tutta evidenza sottinteso "la situazione di non vincere nulla". Intendendo come schifo non il concetto letterale, ma, appunto, la semplice rima con "ma ti fa schifo se vince il giro".
Chiedo quindi venia e ti prego, d'ora in poi, di ignorarmi, cosa che io farò con te, ovviamente.


Non ti prometto niente.

p.s. Mi dispiace di averti frainteso.

 

[Modificato il 02/10/2006 alle 21:28 by ]

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 02/10/2006 alle 21:34
Le pagelle risentono della caratura a inizio stagione. E' logico che da Bettini mi aspetto qualcosa in più che da Nocentini. Non ho messo Ballan, anche perchè per lui dovrei sfoderare l'11...

AZEVEDO boh?
BETTINI 8 1/2 - 9 se vince il Lombardia
CUNEGO 6 1/2
DI LUCA 6 - 7 se vince il Lombardia
EVANS come fa a essere secondo nel protour?
FLOYD LANDIS inclassificabile
GIBO SIMONI 6 1/2
HINCAPIE 5 anche tenendo conto della sfiga avuta alla Roubaix
IVAN BASSO sv
LEIPEIMER 5
MENCHOV 6-- più di Leipheimer solo perchè ha vinto una tappa pirenaica
NOCENTINI 7 1/2 - 10 se vince il Lombardia
OSCAR PEREIRO SIO 10 - più che vincere il Tour...
PETACCHI 4 per la stronzata del pugno
Q- POPOVICH 4 per la manfrina della tappa "vinta" su Ballan e Freire
ROGERS non pervenuto
SAVOLDELLI 4
TOM BOONEN 7 - ha pur sempre vinto un Fiandre
ULLRICH sv - game over, carriera finita
VALVERDE 10- il meno lo levo se vince il Lombardia
WINOKOUROV 10 se non gli fanno correre il Tour mica è colpa sua
ZABRISKIE non pervenuto


E passiamo alle valutazioni sul nostro Cunego.
Il 6 e 1/2 è generoso e risente dei miei dubbi su quanto avrebbe potuto fare in un Giro più "umano" (anche se so che non dovrei ragionare così).
Lo ripeto fino alla nausea, Cunego deve sprovincializzarsi.
Correre all'estero, correre corse importanti.
Non deve snaturarsi e diventare una specie di passista, ma se non migliora a cronometro nel giro di un paio d'anni può anche mettere una pietra sopra al discorso corse a tappe.
Il Giro 2004 - un'unica crono, avversari ai minimi termini - non si ripeterà mai più.
Il Giro del Trentino lo lasci a Figueras, che rappresenta ciò che lui rischia di diventare.
Un buon corridore IN ITALIA, che una volta o due all'anno imbrocca la corsa buona e si fa rinnovare il contratto.
Il Cunego del Lombardia 2004 - per dire una corsa dove ha vinto su avversari veri - era un campione.
Se torna a quei livelli, potremo archiviare queste ultime 2 stagioni come un momento di impasse nella carriera che ci può stare.
Forza Damiano. Bettini non può durare in eterno e ho bisogno di qualcuno che mi incolli al divano quando c'è una corsa alla tele!

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:01
Originariamente inviato da Claudio82

Originariamente inviato da janjanssen

Eddai!
bisognerebbe non incorrere in incomprensioni simili.
SE TU un pelino mi conscessi, SAPRESTI che non mi fa schifo nessun corridore, ci mancherebbe lo facesse Cunego.
Il mio scritto era in risposta al tuo, quotato, fatto ad evidente mo di battuta.
se cerchi sterile polemica, fra l'altro sgradevole, fammi un favore, ignorami.
Detesto una sola cosa in un qualunque forum....fare sterile polemica. se leggi un solo insulto in mille e sbrisga post che ho fatto, ti offro da bere.
Finiamola qui. Esplicito solo che al "mi fa solo schifo" era con tutta evidenza sottinteso "la situazione di non vincere nulla". Intendendo come schifo non il concetto letterale, ma, appunto, la semplice rima con "ma ti fa schifo se vince il giro".
Chiedo quindi venia e ti prego, d'ora in poi, di ignorarmi, cosa che io farò con te, ovviamente.


Non ti prometto niente.

p.s. Mi dispiace di averti frainteso.

pace fatta.
buona serata.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:03
Originariamente inviato da cassius

EVANS come fa a essere secondo nel protour?


da domenica è terzo nella classifica pro tour,comunque prova a vedere in tutte le corse a tappe pro tour quante volte si è classificato tra i primi dieci

 

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  postato il 02/10/2006 alle 22:33
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
ha ancora un solo anno di tempo , dopodichè farà anch'egli parte dei meravigliosi ventisettenni scoppiettanti

DUE anni, Aranciata, Damiano compirà 27 anni il 19 settembre 2008.

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Cunego ha corso quattro mesi


Cinque, Aranciata, cinque, la matematica non è un’ opinione, da fine febbraio a fine agosto (che fa sei), con un mese di pausa in giugno. Dovuta, visto che si è sciroppato Giro+Tour oltre alle altre corse in linea e a tappe.

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
I corridori sono differenti, certo, e questo fatto t'inganna, inducendoti a pensare che abbiano abitudini differenti.


Andiamo Davide, è evidentissimo che fenomeni come i picchi di forma altissimi e perfettamente mirati sull’ obiettivo, a dispetto magari di lunghe assenze dalle corse, le trasformazioni repentine (tipo il Gutierrez che improvvisamente si mette a spianare le montagne), i corridori dal passato scarsino anzichenò che diventano campioni (alla F. Schleck) e last but not least il curioso fenomeno di intere squadre in cui tutti vanno come treni (tipo la Gewiss di 12 anni fa o la CSC di quest’ anno), e in generale miracolosi aumenti del wattaggio da un anno all’ altro e anche ben oltre l’ età della maturazione fisica, non sono dovuti a “differenze” nei corridori ma nella loro preparazione, individuale o di squadra che sia.

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Io ho letto che tra i dilettanti il Cecco era il preparatore di Bettini, anche se forse ho letto male.
Chissà se Cunego era già seguito da Cecco all'epoca del mondiale juniores


Non lo era.
E anch’io sapevo che Bettini è stato seguito da Cecchini quando era nelle categorie minori.

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Imprimere alla corsa un ritmo alto è il perfetto stile di scuola ferrariancecchiniana, che evidentemente Valverde conosce bene.
E anche Cunego.


E anche Bettini, evidentemente, visto che tra i tre saliti sul podio è stato quello che ha reso la corsa più dura. Per non parlare della CSC.
Davide, personalmente non so praticamente nulla di preparazione, ma dal poco che so mi sembra che tu stia attribuendo a Cecchini-Ferrari anche cose che non sono farina del loro sacco . Le periodizzazioni esistono nel ciclismo da almeno 25 anni, e come dice Morris più avanti “nel 1966 esistevano i due picchi di forma annuale, una realtà non certo scoperta dai medici preparatori”.
In quanto alla tattica, quella di rendere la corsa dura per stancare/staccare gli avversari è usata credo da sempre, non ultimi proprio Bettini e la nostra Nazionale al Mondiale. Certo poi si sono visti esempi estremi di applicazione di questa tattica, come quelli della US postal-DSC e della CSC al Tour (la CSC anche al Giro di quest’ anno) utilizzando gregari in quella circostanza più forti dei capitani avversari, ma alla Liegi non si è visto naturalmente niente di simile.



Originariamente inviato da janjanssen
Se è un ex numero uno, ha fatto sorridere di sarcasmo. 42 tappe senza vincerne una.


Secondo all’ Alpe d’ Huez, dietro una moto della CSC
Secondo a Passo Lanciano, dietro una moto della CSC.
PS: Di quelle 42 tappe, quante erano per velocisti? Metti anche quelle tra le occasioni mancate? Non ti sembra di essere un filino troppo cattivo, Jan?
E poi, non so, vogliamo fare il contro di quante tappe Basso ha corso nei GT prima di vincerne una?

Originariamente inviato da janjanssen
Che se ne fa della volata? la riserva al trofeo Melinda?


Al podio della Liegi, Jan. O al Giro del Lazio, non avesse avuto un compagno che l’ ha praticamente fregato.

Originariamente inviato da janjanssen

godreste vederlo lottare per la S.Remo? Vi ricordo che provò anche il Pirata, corridore non certo da corse veloci.... Invece neanche la fa.


L’ ha fatta, Jan, proprio quest’ anno, la memoria ti fa difetto vedo. Basso invece no, non l’ ha fatta. Il Pirata la fece a quando aveva parecchi anni più di Damiano, se non ricordo male.
Personalmente godrei a vederlo lottare per la Sanremo se non fosse ormai una corsa per velocisti in cui lui non ha chances: se indurissero il finale mi piacerebbe che ci provasse, naturalmente però dovrebbe poi puntare sul Tour e non sul Giro.

Originariamente inviato da janjanssen

Godreste vederlo scattare sul muro di Huy? Difficile. Non ci va.


Ci è andato l’ anno scorso, anche qui la memoria ti fa difetto. E sempre per fare il paragone con Bettini, che secondo Morris (con il quale ti sei detto d’ accordo) dovrebbe essere il modello ispiratore di Damiano: il Grillo non solo non ha mai vinto la Freccia, a quanto mi risulta l’ ha corsa solo tre volte, nel 2001, nel 2002 e quest’ anno.

Originariamente inviato da janjanssen

Se vince un gt o se é competitivo in un gt, può accomodare la stagione, ma non a 20minuti.


Vincere un Gt sarebbe secondo te “accomodare la stagione”? Sono allibita, Jan, davvero.
Quanto ai 20 minuti , lui al Giro non si è messo improvvisamente a nitrire come quelli che glieli hanno dati. E sai una cosa? Ne sono felice, meglio perdente che equino.

Originariamente inviato da janjanssen

Vuole saltare Fiandre e Roubaix? storco un pò il naso (saronni faceva uguale, non era forbo..Bettini le corre e non è superiore a Saronni.....)


Una curiosità, Jan, innanzitutto: perché non storci pubblicamente il naso nei confronti di Basso che non le corre? Lui di certo ha un fisico molto più adatto di quello di Damiano per quel tipo di corse. E non mi tirare fuori per favore la solita storia che Basso non sarebbe adatto alle classiche, perché non è vero e i suoi piazzamenti, anche nelle categorie minori, lo dimostrano.
Quanto a Bettini, ohibò, ma quando mai ha corso la Roubaix? Mai, appunto. Lo farà per la prima volta la prossima stagione…saltando il Fiandre, a quanto dice, perché ritiene che le due corse siano incompatibili.
A quanto mi risulta, poi, Bettini ha corso il Fiandre per la prima volta a 28 anni, e solo quattro volte in tutto in carriera: questa e la scorsa stagione, nel 2002 e nel 2001.
Posso dirtelo, Jan? Hai davvero esagerato con le bordate.

PS: Accidenti, si sono rimessi a sparare ad alzo zero i pezzi da novanta, si vede che il Vescovo sta tornando. Brrrr.
Ribadisco, Damiano dovrebbe cambiare nazionalità…

 

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Livello Greg Lemond




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  postato il 02/10/2006 alle 22:34
Originariamente inviato da Claudio82

Secondo me, se l'anno prossimo il suo obbiettivo principale rimane quello di vincere il Giro, farebbe bene a fare ancora il trentino e altre brevi corse a tappe. Sono sicuramente un allenamento migliore, rispetto a Amstel, Freccia e Liegi, in vista del Giro.


In effetti, nessuno di coloro che puntano a vincere il Giro puntano anche a vincere Amstel, Freccia e Liegi. Di più, nessuno di coloro che puntano a vincere il Giro sono in forma nelle Ardenne. Cercando di farlo, Damiano continuerebbe ad essere una mosca bianca, e non so se gli convenga. Potrebbe essere competitivo al massimo alla Liegi, come quest’ anno, puntando anche al Giro, altrimenti per fare una primavera con i fiocchi deve per forza puntare al Tour come fanno tutti .

Originariamente inviato da Lore_88
Cunego è uno dei corridori più forti in circolazione al momento eppure all'estero hanno cominciato a conoscerlo un pò meglio grazie a questo Tour, ci sarà un motivo per questo?


Certo che c ‘è, Lore, è la risonanza mediatica planetaria che ha il Tour. Damiano è anche salito sul podio della Liegi, quest’ anno, ma le classiche, anche le più importanti, non hanno nemmeno un decimo del valore mediatico che ha il Tour, purtroppo; l’ unica eccezione è il Mondiale.
Tra l’ altro, non è vero che Damiano non corra all’ estero generalmente, non è per dire un Simoni che ha corso la sua prima Liegi quest’anno. Anzi, le sue prime vittorie da professionista sono state ottenute proprio all’ estero, ha partecipato spesso più volte a Vuelta Murcia, Liegi, Paesi Baschi, San Sebastian, Zurigo, ha già corso tutti e tre i Grandi Giri, l’ anno scorso per dire ha corso tutta la primavera all’ estero, fino al Giro di Romandia. Quest’ anno è stato un po’ un’ eccezione, dopo i problemi della scorsa stagione si è scelta una primavera “soft” e secondo me è stata una scelta giusta (se ne era già parlato mesi fa se non ricordo male) , anche se è vero che Martinelli tende a premere perché Damiano partecipi alle corse italiane – non avrebbe nemmeno voluto che Damiano corresse la Liegi quest’ anno! – e questo è sbagliato.
Ciao.

 

[Modificato il 02/10/2006 alle 22:48 by gabri59]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:40
a mio avviso cunego vorrebbe fare il tour ma siccome è italiano vuole onorare il giro....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:42
Una curiosità, Jan, innanzitutto: perché non storci pubblicamente il naso nei confronti di Basso che non le corre? Lui di certo ha un fisico molto più adatto di quello di Damiano per quel tipo di corse.

Sfondi una porta aperta.
Se ti serve una dichiarazione pubblica di sdegno su come corrono oggi basso e soci, non ho problemi. basso è MENO dotato di Cunego.
Ovvio che sia più comprensibile corra corse diverse in modo diverso.
ero un baronchelliano convinto. ma non certo tale da non vedere come moser fosse superiore nelle corse di un giorno e Saronni sublime nell'arte del velocista di qualità.
non serve a nessuno essere ciechi. se mi soffermo su Cunego non è per amore di critica. E' per stima nei suoi mezzi.
Baronchelli è riuscito a giungere secondo dietro a Laurent in una freccia, senza fare la volata. Convinto che con Knetemann e Thurau in gruppetto, non avesse chanches. Sai quante gliene dissi?
rispetto alle còassiche, essere alla partenza non significa prepararle. su. non scherziamo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:48
qui tutti vogliono che cunego faccia la sanremo, le classiche del nord, il giro, il tour, san sebastian, mondiale e lombardia.... e che fosse sempre competitivo... ma se fa tante corse all'anno la sua carriera finisce a 30 anni piuttosto che a 35-36 anni...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 22:57
io veramente vorrei che corresse UN PO' più di qualità sulle classiche. Scelga quali. Ma correrne convinto nessuna, mi pare poco. Tutte troppo, nessuna poco. E due gt sono una sciocchezza a 25 anni. SE NON SI E' MERCKX.....(o poco meno....)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 23:35
grazie morris ,
apro sempre il forum sperando di trovare un tuo post.
quello riportato da andrea è interessantissimo e spiega tante cose.
secondo me, tutti dovrebbero leggerlo più volte con attenzione e riflettere.

caro jan,
ti ammiro per come sai discutere pacatamente, oltre per quello che scrivi, che quoto in pieno.
io , per parte mia , proprio non ci tento più.

ciao grandissime colonne

mesty

 
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Livello Greg Lemond




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  postato il 03/10/2006 alle 00:20
@MORRIS
Vedo che hai deciso di fare quel discorso lasciato in sospeso quattro mesi fa, insieme ad altro, e che il tutto è stato spostato in questo thread dai moderatori. Dici molte cose interessanti, e qui mi limito per ora a risponderti per quanto riguarda nello specifico Damiano o comunque dove lo tiri in ballo, riservandomi di discutere una parte del tuo discorso un’ altra volta e nei thread appropriati vista la mancanza di tempo che ho per farlo in questo momento.

Dunque, tu mi chiedi:

Originariamente inviato da Morris
Sei proprio sicura che nel 2006, sia andato più forte del 2004?

ed aggiungi:
Cunego non ha fatto nessun passo in avanti dal 2004, né sul piano della maturazione tecnico tattica, né su quello prettamente atletico, né su quello comportamentale


Non so cosa tu intenda per piano “comportamentale”, sinceramente. Per quanto riguarda il resto, Damiano è senz’ altro maturato, anche sul piano atletico, anche se, e ne sono particolarmente felice, la sua crescita atletica non è stata eclatante come spesso succede nel ciclismo moderno.

Sei proprio convinta che la per te travolgente terza settimana al Tour di Damiano, non abbia fatto vedere delle pecche preoccupanti? Secondo te, il Cunego del 2004, si sarebbe fatto riprendere e staccare in salita da un paracarro come Moreau?


Pecche preoccupanti? Non direi. Era il suo secondo GT della stagione, ed ha 24 anni. Per quanto riguarda nello specifico Moreau, non lo so, è impossibile fare confronti perché non ne esistono tra di loro nel 2004 e quest’ anno per l’ appunto il Tour era il secondo GT della stagione per Damiano, e l’ unico per il francese.


Hai mai visto un brevilineo seguito da un santone, diventare un vincente nelle corse a tappe?


Sì, certo, soprattutto al Giro e alla Vuelta, ma anche al Tour. Pantani, Simoni, Heras, Chiappucci (beh, non vincente, ma molto protagonista) Rominger (175 cm, non proprio un armadio) sono i primi che mi vengono in mente.


Non ti sembra strano che un corridore dal fisico tendenzialmente tozzo, coi suoi bei muscolini, diventi l'anno seguente un ramoscello d'ulivo e due anni dopo, un piccolo "uomo michelin"?



Uh?

Non lo definirei certo un “uomo michelin”. L’ anno scorso, è vero, era troppo magro, ha pagato anche ammalandosi ed ha imparato la lezione, tanto è vero che ha dichiarato che l’ eccessiva magrezza indebolisce le difese immunitarie e che non aveva la minima intenzione di scendere di nuovo sotto una certa percentuale di grasso.


Hai scritto che al Giro per te è arrivato secondo. Bèh sarebbe meglio che iniziassi a considerare come variabile possibile il quarto posto, anche se i primi due dovessero risultare "totalmente infognati nell’Affare Puerto”, perché non potranno mai essere dimostrate le trasfusioni come avvenute


Infatti ho scritto “per me”, Morris, proprio perché so da sempre che per gli albi d’oro non cambierà mai nulla. Che tristezza.

i per te extraterrestri Basso e Gutierrez


perché, per te non sono stati degli extraterrestri?

resta sempre quel pugno di minuti subiti dal 35enne Simoni: un uomo, mi risulta, battuto da Damiano due anni prima. Una sconfitta grave


Un uomo battuto agevolmente da Damiano anche quest’ anno in tutte le altre corse cui hanno partecipato entrambi, dal Tour alla Liegi al Trentino. Per cui no, non la considero affatto una sconfitta grave, perlomeno non grave per Damiano.

Quante volte al Giro ha messo in testa la squadra, per poi non attaccare o non fare nemmeno lo sprint?


Guarda che la squadra in testa l’ ha messa Martinelli. E’ lui che fa le tattiche. Per di più, la squadra ha tirato in testa per Damiano una volta. Ti confondi credo con le volte in cui la squadra ha tirato per evitare che succedessero cose come quelle successe al Tour, dove gente capace di stare in classifica ha guadagnato mezz’ore.

(Al Tour sui Pirenei)C’è chi dice che sia stato consigliato a lasciarsi andare per non sprecare energie ed uscire dalla classifica, così avrebbe potuto godere di minori controlli per vincere una tappa. Quel che è avvenuto dopo, allora, è ancor più grave, visto che è rimasto al palo di vittorie!


Beh, perlomeno a differenza di tanti altri che puntavano a quella tappa lui c’è stato ed è stato battuto solo da uno dei soliti supersonici CSC nella tappa regina del Tour. Così è il ciclismo, Morris, così è lo sport, vince uno solo. Non capisco come tu possa trovare grave, o “ancora più grave”, il fatto che un ragazzo di 24 anni al suo primo Tour e al suo secondo GT stagionale arrivi secondo all’ Alpe d’Huez e chiuda 11° in classifica, primo degli italiani e primo dei giovani.

imparando a vedere nelle radioline una variabile poco pertinente col ciclismo di gente con le palle


Beh, mi spiace di non avere mai letto simili osservazioni da parte tua, e con lo stesso linguaggio, nei confronti di Basso, perché questo dimostra che non sei obiettivo, e mi dispiace.

si deve lasciare il raggiungimento dei picchi ad un’espressione di razionalità, non disdegnando le corse anche come fattore d'allenamento, senza tirarsi indietro di fronte alle possibilità di emergere, proprio anche nelle gare fuori programma


Difatti è proprio quello che ha fatto Damiano alla Liegi: la Liegi era una gara fuori programma e Damiano vi è emerso, così come ha fatto ad esempio in una tappa della Vuelta Murcia, corsa d’ allenamento.


Ed allora, tornando a Cunego, che senso ha per lui continuare a seguire l'obiettivo delle corse a tappe, sulle preparazioni dei soliti noti, e poi giungere alla conclusione che il Tour è una corsa da svolgere da sola in un anno?
Caz.zo, se questo non è il pensiero di un santone forgiatosi sul culto cancerogeno-armstronghiano, che cavolo è?


Prego? Damiano è giunto alla conclusione di correre per le prossime stagioni un GT e le classiche, non un solo GT e basta. Cosa stai dicendo? O forse volevi dire che dovrebbe correre due GT e le classiche, anche se non lo fa nessuno, tantomeno alla sua età?

E che senso ha mettere solo la Liegi nei programmi punta delle classiche, quando Cunego, per caratteristiche sue naturali, escludendo la Roubaix (ricordiamoci che l’han vinta anche dei tappetti non pesanti come il grande Emile Daems), la Parigi-Tours e, forse, la Gand Wevelgem, le altre le può vincere tutte?


Beh, mette la Liegi tra i programmi punta di ogni stagione perché è la classica che più gli si adatta insieme al Lombardia e perché è l’ unica che possa provare a vincere anche puntando al Giro, data la relativa vicinanza in calendario. Le altre classiche (primavera o autunno) dipendono dalla scelta tra il Giro e il Tour. E comunque non vedo come la Sanremo possa essere adatta a lui. A meno che non ne sia modificato il finale, e allora FORSE potrebbe esserlo.

Altro aspetto: un brevilineo raggiunge prima la forma, ma è pure vero che avendo spesso doti di recupero tendenzialmente migliori rispetto agli atleti armadio, se ben allenato e con condotte di corsa intelligenti, può reggere di più, quindi perché non pensare alle classiche come un obiettivo? Bettini è forse meno campione di Damiano perché non ha vinto il Giro?


Vedo che continua a sfuggirti, come del resto a Jan, il fatto che Damiano ha dichiarato che le classiche SONO un obiettivo. Non sono però l’ unico obiettivo come nel caso di Bettini , che è diverso da Damiano non essendo un uomo da Grandi Giri. E visto che Damiano è indubitabilmente il miglior talento per i GT della sua generazione, non vedo proprio perché non dovrebbe averne uno nei suoi programmi, insieme alle classiche – che intende correre, ripeto, anche se vedo che come Jan anche tu sembri ignorare questo dettaglio.

Altro aspetto-confronto interessante che dovrebbe far riflettere i difensori dei programmi del veronese, si guardi al Di Luca 2005, atleta che mi permetto di giudicare di caratura inferiore. Bene, l‘abruzzese preparò le classiche di primavera, le corse e ne vinse e poi, per poco…..stava per aggiungervi anche il Giro d’Italia. Quest’anno ha seguito una preparazione più in linea coi dettami e la pseudo-cultura dei santoni,ed ha fatto una sonora cilecca.


Ma Di Luca non credo abbia cambiato preparazione quest’ anno, o perlomeno non ha cambiato preparatore, che è sempre Calleri, se non sbaglio. In realtà la sua stagione 2005 è rimasta un’eccezione nella sua carriera.

In poche parole pur tenendo conto dei picchi, i programmi che Cunego beve come adatti a lui, sono miopi, non da campione, privi del benché minimo spazio per la fantasia e per il gusto di svolgere una professione che deve vedere, nella fatica della gara, una gioia e la gratificazione dell’essere.


Scusa, Morris, ma non ti seguo. Nell’ elogio di Basso hai citato “ la scelta delle corse per gli obiettivi adatti e raggiungibili” come un grande pregio, non vedo perché dovrebbe esserlo solo per Basso (che, tra l’ altro, ha vinto solo quest’ anno il suo primo GT) e non anche per Damiano.

Ora si dirà che Damiano ha corso di più di altri


Esattamente. Di TANTISSIMI altri, e di tutti i suoi coetanei.

Bene, per me Cunego è allenato come un passistone, quando di questa figura non ha nulla. Corre le corse sbagliate e vince pochissimo quello che serve, per essere degno del numero uno mondiale che ha ottenuto da giovane


E’ allenato come un passistone? Non lo so, ma non credo proprio a giudicare da quel poco che so dei suoi allenamenti e di quello che fa in salita. Corre le corse sbagliate? No, non sono d’ accordo, corre le corse più dure del calendario, che non sono certo da passistoni e sono le più adatte a lui. Quanto alle vittorie “che servono”, nel 2004 al Lombardia ha battuto allo sprint Boogerd e Basso, alla Liegi quest’ anno è stato battuto allo sprint da Valverde e Bettini. Che vuoi farci, ha sbagliato l’ impostazione della volata, e poi sicuramente Valverde e Bettini sono un filo più veloci di Boogerd e Basso… Ha tutto il tempo per rifarsi. Quanto al resto, il Giro l’ abbiamo visto in tutto il suo fulgore di GT moderno (io avrei volentieri fatto a meno di un simile festival del maturo iperwattato, te lo assicuro) , ben diverso purtroppo dal Giro del 2004, e per il resto in primavera ha vinto le stesse identiche corse di due anni fa. L’ unica differenza con la stagione 2004 è stato il Tour al posto del finale di stagione.

E qui, mi dai l’occasione per rispondere ad una tua battuta, quasi di derisione, sull’analisi che feci circa i miglioramenti di Basso. Intanto, ti ribadisco che il varesino andava forte anche da giovane. (…)E’ cresciuto sempre, magari di poco, ma non ha mai dato segni di calo. Il tutto con punte di talento inferiori o meno appariscenti rispetto al veronese, ma con valori medi alla fine molto simili e, soprattutto, un fisico molto adatto alle visioni totalizzanti degli stregoni sul versante delle corse a tappe.


Bene, mi fa piacere vedere che quest’ultima cosa adesso l’ hai scritta, perché allora non l’ avevi fatto, mentre ti eri preso la briga di riferirti ai “santoni in camice bianco” addirittura in grassetto e più di una volta per Cunego, spingendo più di un lettore a chiedersi il perché di questa palese difformità nell’ impostazione del discorso.
Per quanto riguarda la mia battuta, che definisci “quasi di derisione” a proposito del tuo discorso sul lavoro di Basso, il discorso sul campione che arriva a dominare perché lavora più duro e meglio degli altri: mi dispiace ma te lo dico brutalmente, è un discorso che mi provoca l’ allergia perché l’ ho già sentito fare nei confronti prima di Riis e poi di Armstrong, è (mi perdonerai) proprio il perfetto compendio del ferrari-cecchini pensiero di facciata contro il quale tanto si scaglia Aranciata ultimamente.
Dai, a parte il fatto che Basso non è certo l’ unico professionista serio, sappiamo benissimo che non è certo quel tipo di lavoro da solo a farti acquistare tanti watts anno dopo anno, e ben oltre l’età della maturazione fisica e della massima espressione della potenza di un atleta, che non è 28 anni.

Morris 1:Il doping, da solo non fa diventare nessun anatroccolo un cigno e nessun campione un fuoriclasse.
Morris 2: il doping (…) spinge all’insù gente che non vincerebbe mai, soprattutto corse primarie.


Ti sei contraddetto da solo, Morris... E di anatroccoli trasformati in cigni e di campioni trasformati in fuoriclasse (o per meglio dire presunti tali) ne abbiamo visti a bizzeffe negli ultimi 16 anni, troppi, decisamente troppi.

sono invece tanti quelli che, pur avendo ricevuto i pezzi per un nuovo motore, non sono stati capaci di costruirselo


Di certo questa è una chiave di lettura importante. Però come mi spieghi le esplosioni improvvise e potentissime di atleti come ad esempio Santi Perez o Gutierrez?

Di tutto quel che ho scritto sui lavori certosini di Basso, ed indipendenti dai possibili additivi, cosa si riscontra in termini di utilità alla propria causa, in Damiano? E’ forse più bello e redditizio sul mezzo rispetto al 2004?


Morris, mi stupisce davvero che tu presenti questo argomento in questo modo. Damiano, proprio a causa della sua specificità atletica (da te più volte sottolineata) dovuta anche al fatto di avere praticato altri sport e di essere arrivato tardi al ciclismo, ha incontrato molte difficoltà nel trovare una posizione in bici per la cronometro che fosse al contempo redditizia sia dal punto di vista aerodinamico che da quello del rendimento, nonostante abbia lavorato molto con gli specialisti, anche a Stoccarda come ha fatto Basso. Quest’ anno aveva adottato un telaio particolare ed una posizione molto sdraiata in avanti, bella ma poco funzionale, con il risultato che ha finito per correre l’ ultima crono del Tour con la sua bici normale, adottando solo piccoli accorgimenti come l’ arretramento della sella. Il mese prossimo volerà a Huston per lavorare sul problema con il miglior specialista del mondo nella migliore galleria del vento. Questo dovrebbe di sicuro aiutarlo a migliorare la posizione: resterà comunque il problema, soprattutto nelle crono da specialisti, del wattage, chiaramente inferiore a quello dei colleghi superhabarth.

vedere l’ostinazione con la quale cerca le corse a tappe, senza imitare colui che più di ogni altro dovrebbe essere il suo riferimento, ovvero Paolo Bettini


Bettini ha caratteristiche molto diverse da quelle di Damiano, e soprattutto non è un uomo da corse a tappe, mentre Damiano lo è. Non vedo proprio perchè il livornese dovrebbe essere più di ogni altro il riferimento di Damiano.

Bernard Hinault odiava la Roubaix: lo manifestò con parole roventi ad una nazione, la sua, dove quella classica è davvero un monumento, ma il bretone era un campione a quattro ante e non poteva esimersi dal correrla per vincerla. E la vinse


Suvvia, Morris, Hinault è stato un fuoriclasse assoluto, tu stesso hai detto che Damiano non lo è, perché allora continuare con certi paragoni impossibili? A parte il fatto che il Tasso vinse la Roubaix a 28 anni (proprio nell’81, quando è nato Damiano) e che aveva un fisico un po’ più adatto di quello di Damiano per quella classica. Bettini, poi, quello che dovrebbe secondo te essere un modello per Damiano, correrà per la prima volta la Roubaix l’ anno prossimo, a 33 anni.

Ciao, buonanotte!

 

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Livello Greg Lemond




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  postato il 03/10/2006 alle 00:27
Originariamente inviato da janjanssen

se mi soffermo su Cunego non è per amore di critica. E' per stima nei suoi mezzi.


Dio salvi allora i corridori che stimi, Jan! Perchè le tue bordate contro Damiano sono diventate davvero pesantissime e spesso del tutto fuori luogo, come ti ho contestato prima.

 

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  postato il 03/10/2006 alle 01:25
Gabri59, non t'offendere, ma dalle tue risposte l'unica cosa palese che balza agli occhi è che non hai capito un accidente del post di Morris, se l'hai letto.

Buonanotte.

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 03/10/2006 alle 11:34
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Gabri59, non t'offendere, ma dalle tue risposte l'unica cosa palese che balza agli occhi è che non hai capito un accidente del post di Morris, se l'hai letto.

Buonanotte.


Si veramente... il mitico Morris come al solito ci ha preso, per Cunego non può essere considerata una stagione bella, da 8, ma una stagione assolutamente mediocre.

Gabri59, ti prego, difendi il tuo Cunego in maniera più obbiettiva e sintetica.
Qui nessuno ha sparato "bordate" contro di lui, solo hanno detto che questa stagione è stata deludente.
Io che sono più buono dico mediocre.
Se nel suo entourage considereranno questa come una stagione da 8, allora non fanno il bene di Damiano.
L'ho detto, il rischio è che faccia la fine di un Figueras (con tutto il bene che voglio al napoletano): un inizio di carriera decisamente promettente, con quel secondo posto al Lombardia e quei bei Giri d'Italia (e di più non poteva fare, correndo nella Panaria).
Poi, complice un po' di sfortuna e la scelta - sbagliata - di rimanere in una piccola squadra al di fuori dei grandi circuiti internazionali lo hanno ridimensionato.

Inoltre smettiamo di considerare Cunego come una promessa che un giorno lontano darà i suoi frutti: ha già dato qualche saggio della sua classe e ora da lui bisogna aspettarsi grandi cose.
Magari non arriveranno tutte nel 2007, così come negli ultimi 2 anni non sono arrivate, ma se non sa reggere la pressione allora può anche rinunciare a fare il capitano di una squadra Protour.

Dici che ha battuto Simoni in tutte le corse, tranne il Giro:
1.Simoni, rispetto a Cunego, in volata è un paracarro (non lo è in senso assoluto, tutt'altro...).
2.Il Giro era il principale obbiettivo stagionale di entrambi, e lì non ci sono storie, Simoni ha dimostrato una tenuta decisamente migliore.

@ Morris,janjassen ecc.
Per quanto riguarda Moreau: sarà anche un paracarro di 75 kg, avrà anche 37 anni, ma al Tour è arrivato già nei primi 5.
Non ne parlerei con disprezzo, se Cunego fosse arrivato sempre subito a ridosso di Moreau sarebbe stato per lui un Tour quasi da incorniciare.
Liberissimi poi di fare paragoni nemmeno troppo arditi (io li faccio già) con un Gutierrez Cataluna, in fondo a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca spesso...

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2006 alle 13:35
ho l'impressione che i vari ultrà cuneghiani, a furia di esaltarsi per ogni piccolo risultato ottenuto da Damiano, finiscano poi per ottenere il risultato opposto, cioè il ridimensionamento del loro campione.

Vogliamo esultare per il terzo posto a Liegi ed il quarto al Giro? benissimo, facciamolo, ma non venitemi poi a parlare di fuoriclasse.
Il fuoriclasse non sa che farsene di piazzamenti del genere, neanche se ottenuti a 24 anni: il fuoriclasse quelle corse le vuole vincere, e basta.
Facciamo i caroselli per la vittoria al Giro del Trentino e alla Coppi e Bartali? non c'è problema, ma ricordiamoci poi che nel palmares del grande corridore, queste corse ci sono o non ci sono, è la stessa cosa.
Quando si parla di Moser, Saronni o Bugno, si ricordano le loro vittorie a Roubaix, a Sanremo, al Giro o al Mondiale: nessuno nomina mai il Giro del Trentino.
Il Trentino può andar bene per un Claudio Corti o un Wladimir Belli, ma un vero campione non può vantarsi della vittoria al Giro del Trentino: chiaramente è meglio vincerlo che perderlo, ma non può essere preso come tappa importante di una stagione.

Cunego è soddisfatto della sua stagione? tutto ok, continui così, e vedrà che a fine carriera sarà riuscito ad arrivare quasi ai livelli di un Baronchelli, di un Contini o di un Visentini.

 
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Livello Classica San Sebastian




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  postato il 03/10/2006 alle 16:16
il problema dei corridori giovani di oggi é che in mezzo a quell'ambiente merdoso che é appunto il ciclismo, si perdono fra consigli, bugie etc, e non si rendono nemmeno conto che hanno perso di vista la loro strada.
Pensano che basta seguire un certo piano di allenamento e affidarsi a qualche santone per riuscire a vincere magari un grande Giro.
Incapaci di ascoltare la propria voce vanno avanti senza riflettere e magari a fine carriera si rendono conto di non aver combinato nulla.

 
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