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Autore: Oggetto: Film su Pantani

Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 12:57
madonna mia è somigliantissimo!!!!1 e dall'immagine non sembra nemmeno male in bicicletta

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 13:07
Originariamente inviato da robby

madonna mia è somigliantissimo!!!!1 e dall'immagine non sembra nemmeno male in bicicletta


ha faticato tantissimo...con allenamenti specifici sulla posizione proprio di Marco, l attore è stato seguito da persone che hanno lavorato cn Marco in modo da riuscire a renderlo, sportivamente, il più somigliante possibile al suo personaggio.
sembra sia stato fatto un buon lavoro

 

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"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 13:09
Mi sta venendo il dubbio che l'immagine che è stata messa sul sito della Gazzetta sia quella del vero Pantani. Comunque, basta comprare la Gazzetta cartacea di oggi per fare un paragone tra le immagini del Pantani vero e di Ravello

 

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Mauro Facoltosi
www.ilciclismo.it

 
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Livello Gastone Nencini




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  postato il 10/10/2006 alle 13:12
Secondo me no Mauro, è troppo spallato e anche le braccia sono notevoli.. è talmente simile che anche il re dei quiz fotografici ha qualche dubbio Grandissima cura dei particolari comunque... almeno.. da questa immagine sembra così..

 

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Livello Gastone Nencini




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  postato il 10/10/2006 alle 13:26




La differenza tra il Pantani attore e quello reale.. All'epoca le orecchie erano a sventola, le spalle più strette e le braccia pure, anche muscolarmente si nota la differenza..

 

[Modificato il 10/10/2006 alle 13:28 by North Wind]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 13:43
L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell arrivo, è molto somigliante

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 13:47
Originariamente inviato da violetta

L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell arrivo, è molto somigliante


Pensa che io prima di leggere la didascala pensavo fosse lui, la foto era più piccola, ma è mooolto simile.


http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2006/10_Ottobre/10/pantani.shtml

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:23
Da Gazzetta.it

MADONNA DI CAMPIGLIO (Trento), 10 ottobre 2006 - La somiglianza è impressionante. Rolando Ravello, l’attore che interpreta Marco Pantani, avanza con la maglia rosa, le orecchie a sventola e gli occhiali gialli, si ingobbisce sulla bicicletta, la scruta e l’accarezza: sembra il Pirata.
E' il primo ciak della fiction "Il Pirata-l’orgoglio ritrovato" dedicata alla tragedia umana del campione, che parte proprio da qui, Madonna di Campiglio: quel 4 giugno 1999 fu l’ultimo giorno felice di Pantani prima di essere escluso dal Giro perché aveva l’ematocrito fuori norma. Una giornata di sole e montagne lucenti, estiva come allora, che sembra nel destino di Ravello, nato proprio il 4 giugno. Lui è emozionatissimo. "Non ho dormito per tutta la notte, e appena sono salito sulla bicicletta che ha usato Pantani mi è venuta la pelle d’oca. Avevo paura prima di cominciare, ma mi sono sciolto grazie anche ai suoi compagni che mi danno tanti consigli. Un regalo enorme. Mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli".
Quando le è stato chiesto di interpretare Pantani qual è stato il primo pensiero?
"Innanzitutto ho sentito una grande responsabilità. Pantani non è come Bartali o Coppi: il suo ricordo è talmente fresco che è ancora negli occhi di tutti. Poi un senso di rispetto, per lui e per la famiglia, che incontrerò a Cesenatico. E ho cominciato a studiarlo con onestà e buona fede. E’ una storia troppo delicata".
Come sarà Marco in tv?
"Spero di essere rispondente alla sua figura. Non lo santifico, né lo faccio cadere in un abisso. Non sarò né un sosia, né un imitatore. Interpreterò il mio Marco con obiettività".
L’aveva conosciuto?
"No, ma ero un suo grande tifoso. Per me era come un mito del rock. E’ stato lui a farmi appassionare al ciclismo".
Che idea si è fatto di lui?
"Un ragazzo orgoglioso, un leader buono, un trascinatore: l’ultima decisione era sempre la sua. Aveva una grande volontà, era sin troppo ostinato, già da quella mattina del 5 giugno non pensava di riuscire a riprendersi. Si sentiva in colpa per aver tradito i tifosi".
Come si è allenato?
"Cyclette da gennaio, quando mi ha chiamato il regista Bonivento, che ringrazio. Dal 1º agosto, dopo la conferma, mi alleno con Luigi Bielli, detto Billo (lo stesso che guidò l’attore Favino, interprete di Gino Bartali,n.d.r.): due-tre ore in bici più palestra. Ho aumentato la massa muscolare di gambe e glutei e diminuito quella del torace. Sono dimagrito sei chili e ho le stesse misure di Marco: alto 1,72 per 59 chilogrammi. Solo che... qua tutti mangiano canederli e stinchi, mi tocca uscire prima dal ristorante perché mi vengono attacchi di fame...".
Cosa pensa quando si guarda allo specchio?
"Mi vengono i brividi. Giorni fa ho indossato gli abiti di Pantani: il giubbino, i jeans con le tasche, la camicia aperta... ho abbassato il capo, mi sono visto dimagrito e mi sono ritrovato con la sua postura... mi è preso un colpo".
E nel carattere si sente simile a lui?
"Mah, io fino a 12 anni ero un ciccione e i compagni di scuola mi deridevano. Non credo di essere un trascinatore, amo la solitudine. Ma la sua vicenda mi ha appassionato: ormai Marco è dentro di me".
Finora che cosa le ha insegnato questa esperienza?
"A provare odio e amore per la fatica. Quando chiedevano a Pantani perché andasse così forte in salita lui rispondeva: 'Così l’agonia finisce prima'".
Ciak, si gira: già tutti lo chiamano "Panta".
Gabriella Mancini

E bravissimo Billo...bel lavoro!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:57
dai sono stati bravi... è difficile essere sosia del panta e anche attori...
 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 10/10/2006 alle 14:59
Si somigliano molto ma l'attore è un po + grosso secondo me!!!

Cmq speriamo sia un bel film che celebri un grande campione come è stato Marco

 

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Tifo per il fenomeno (Damiano Cunego)...
and i have a dream... Damiano in giallo a Paris!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 15:04
poverino non possiamo farlo dimagrire di altri 5 o 6 kg... credo che per fare questo film tra allenamenti e diete già parecchi kg li ha persi.....
 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 10/10/2006 alle 15:10
ricordiamoci che è una FICTION..non potrà mai essere uguale a Marco!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 15:12
Originariamente inviato da simone89

poverino non possiamo farlo dimagrire di altri 5 o 6 kg... credo che per fare questo film tra allenamenti e diete già parecchi kg li ha persi.....


è molto dimagrito...questo è il massimo che poteva fare..

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 16:23
So già che comincerò a piangere appena vedrò la prima scena.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Tour




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  postato il 10/10/2006 alle 18:48
Impressionante davvero la somiglianza. anke io quando ho visto la foto prima di leggere l' articolo credevo fosse il panta vero. riguardo il peso quando vinse giro e tour era un kiodo ma negli anni seguenti è andato progressivamente ingrassando. ricordo la differenza notevole fra il 98 e l ultimo giro ke ha fatto. quindi l' attore mi sembra ok..
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 20:45
Originariamente inviato da super cunego

Originariamente inviato da violetta

L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell'arrivo, è molto somigliante


Pensa che io prima di leggere la didascala pensavo fosse lui, la foto era più piccola, ma è mooolto simile.


Anch'io mi ero sbagliato. Somiglianza davvero impressionante.

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 10/10/2006 alle 20:56
A me rompe tremendamente fare il 'guastafeste' (per quello che può importare a voi..), ma a me della somiglianza di Favino non potrebbe fregare di meno. Premetto che rispetto in pieno l'impegno dell'attore, ma basta guardarlo abbassando gli occhi sotto le spalle e si vede che la somiglianza già non c'è, ma la produzione ha una fortuna non indifferente: ci sono un mare di immagini fresche, recenti di Marco che pedala. Basterebbe usare quelle, magari scegliendo un'ambientazione più appropriata. Mi spiego: basterebbe far vedere le immagini del vero Pantani viste da tifosi seduti al bar o nel salotto di casa, mentre guardano la tv. Per carità, ci risparmino scene pietose di corsa come quelle viste nei film dedicati a Coppi e recentemente a Bartali..... Ma quello che veramente conta è il contenuto del film: è un'occasione unica per restituire al pubblico l'immagine del campione e dell'uomo Pantani, del ragazzo amato da tutti, della sua personalità unica. Certo, si dovrà anche parlare degli ultimi terribili cinque anni, magari per far capire al pubblico cosa abbia dovuto patire il Panta e che vicenda incredibile
sia stata la sua. Se invece si parlerà di droga, di donnine, di doping e lo si mostrerà in preda alla depressione ed all'isteria, sarà l'ennesimo autogol, l'ennesima spalata di letame sul suo mito. Una cosa mi conforta: visti gli ultimi sviluppi e le novità sulla sua Fondazione, ci scappa che magari finalmente verrà tutelato meglio... anche se, come dice TEX, è tardissimo.

 

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L'opzione antifascista resistenziale è l'unica via maestra.
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Verità e giustizia per Marco Pantani

 
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Livello Tour




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  postato il 11/10/2006 alle 10:55
Con tutto il bene che ho voluto voglio e vorrò a Marco Pantani, mi riesce difficile pensare che un film in cui si parla di lui non parli di doping e depressione. C'è da sperare solo che non se ne parli in modo banale e ipocrita.
 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 12/10/2006 alle 02:50
Originariamente inviato da luke
Ma quello che veramente conta è il contenuto del film: è un'occasione unica per restituire al pubblico l'immagine del campione e dell'uomo Pantani, del ragazzo amato da tutti, della sua personalità unica.

sottoscrivo, proprio oggi ho dovuto chiarire ad un amico (ciclista!)
che la cocaina venne molto dopo le vittorie. Semplicemente lui
non segue molto il ciclismo ("a me piace solo pedalare", dice)
e quello che sapeva erano informazioni distorte.

Certo, si dovrà anche parlare degli ultimi terribili cinque anni, magari per far capire al pubblico cosa abbia dovuto patire il Panta e che vicenda incredibile sia stata la sua.
Se invece si parlerà di droga, di donnine, di doping e lo si mostrerà in preda alla depressione ed all'isteria, sarà l'ennesimo autogol, l'ennesima spalata di letame sul suo mito.

ecco questo punto sara' molto delicato e trovo difficile che i tempi
televisivi permettano di raccontare onestamente e chiaramente come
e' finita la storia di Marco.
Forse la soluzione migliore sarebbe quella di sfumare lasciando
solo intendere la droga e le brutte amicizie. Senza troppi dettagli.
Per arrivare alla fine ed a cosa fu il funerale.
Insomma la storia e' finita male e mi sembra giusto che un film
del genere lasci l'amaro in bocca....


Una cosa mi conforta: visti gli ultimi sviluppi e le novità sulla sua Fondazione, ci scappa che magari finalmente verrà tutelato meglio... anche se, come dice TEX, è tardissimo.

io spero che non ci sia bisogno di tutelare l'immagine.
io spero in un film, magari pieno di imprecisioni storiche, ma
che racconti la storia onestamente, senza sciacallaggi.

 

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Aug 2006

  postato il 29/10/2006 alle 15:50

VARIE - Pantani Day: film, a Cesenatico rievocata festa dell’agosto ’98
Cesenatico (Cesena) - sabato 28 ottobre 2006 - È stata di nuovo una festa, come quel 12 agosto 1998, quando Marco Pantani rientrò nella sua Cesenatico dopo la vittoria al Giro d'Italia e al Tour de France. Continuano nella cittadina del Cesenate le riprese del TvMovie dedicato al campione del ciclismo.

La troupe oggi è stata impegnata sul set della rievocazione del Pantani Day: tantissime persone, in bicicletta e no, vestite di giallo e di rosa, hanno partecipato in Piazza Garibaldi e lungo il Porto Canale alla ricostruzione di quel giorno d'estate di otto anni fa, quando Pantani rientrò a casa dopo la duplice vittoria del Giro e del Tour.

Ad accompagnare Rolando Ravello - che impersona il Pirata -, oggi come allora fu per Pantani, sono stati concittadini, fan di tutte le età e appassionati del ciclismo, che lo hanno seguito in una colorato corteo, tra palloncini e striscioni inneggianti all'«Uomo di Romagna che ha domato la montagna».

Al termine delle riprese, Rolando Ravello si è recato allo Spazio Pantani, il nuovo museo dedicato alla memoria del Pirata che proprio oggi è stato aperto ufficialmente al pubblico.

Ravello ha voluto, con la sua presenza, rendere omaggio al grande campione che sta interpretando in questo TvMovie. Alla festa di inaugurazione dello Spazio Pantani ha preso parte anche il regista del TvMovie, Claudio Bonivento. Le riprese, dopo una giornata di riposo domani, ricominceranno lunedì sul porto Canale di Cesenatico.

fonte:ciclonews.it

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 09/11/2006 alle 17:03
Riporto testualmente l'articolo online su www.tuttobiciweb.it a dimostrazione che anche chi il ciclismo non lo conosce, se si documenta con umiltà ed attenzione, certe cose le nota subito....

Rolando Ravelli: «Più so di Pantani e più non capisco»

A Campiglio e a Cesenatico stanno girando un film su di lui, una fiction tivù che andrà in onda in primavera sulle re­ti Rai: «Il Pirata, l’orgoglio ri­trovato» . Il lavoro sta finendo in que­sti giorni con grande impegno da parte di tutti. Il regista dell’opera è Claudio Boni­vento, quello del film sul Grande Torino. La produzio­ne è di Bibi Ballandi, l’atto­re protagonista si chiama Ro­lando Ravello (nella foto) e la sua somi­glianza con Pantani ha susci­tato emozioni intense fra gli stessi gregari del Pirata che partecipano al film come comparse.
«La storia di Marco mi ha molto colpito - ha detto Clau­dio Bonivento - e la voglio raccontare con delicatezza, con sobrietà. Non mi sento un giudice, non voglio parlare di doping e di droga a tutti i co­sti, non cavalco il gossip. Di­co subito che non farò vedere la sua fine, non ci saranno re­sidence e cocaina, la stanza a soqquadro e scene di violen­za. Racconto l’uomo e le sue debolezze. Può aver sbaglia­to, Pantani, ma a me piaccio­no i personaggi che sbagliano nella vita, non quelli che sono perfetti. Mi piacciono di più gli imperfetti. E poi non ha fatto del male a nessuno Pan­tani, caso mai ha fatto del male a se stesso».
Bonivento ha letto libri di ciclismo, s’è documentato con grande umiltà, ha parlato con tanta gente. Segnatamente con i genitori di Marco. E pro­segue come se si rivolgesse a se stesso, senza attendere al­tre domande: «Ho le prove che Marco non era stato la­sciato solo in quei giorni tra­gici. Il papà mi ha raccontato tante cose, hanno fatto di tut­to ed in tanti per aiutarlo. Non è stato facile incontrare i genitori. Ho avuto grande rispetto per la famiglia. Ho aspettato che fossero loro ad aver voglia di incontrarmi. Era un animale difficile da braccare, Marco. E non sono riusciti a braccarlo».
Il Pirata rivive nei giorni dei suoi trionfi, quella storica accoppiata fra Giro e Tour nell’estate’98. Dopo Coppi nessun altro campione italia­no era mai risucito a far tan­to, da Bartali a Gimondi. Un Tour de France stravinto in piena bufera doping contro Ullrich e gli altri, salvando gli organizzatori quando la Grande Boucle stava andan­do alle deriva. Il Pirata rivive anche nei giorni amari di Campiglio, quando stava stravicendo il Giro d’Italia ’ 99 e lo fermarono perchè aveva l’ematocrito fuori nor­ma, oltre la soglia di 50. Una regola durata pochissimo, che già l’anno dopo non esisteva più. Ma che a Marco è costa­ta il Giro, la carriera, poi la vita.
«Non è ben chiaro - prose­gue il regista - cosa sia acca­duto in quell’occasione. C’è qualcosa che mi sfugge. Cer­to più lavoro su di lui, sul per­sonaggio e più mi sembra pazzesco che abbia subito set­te proccessi, dico sette. Pan­tani? No, mi pare davvero ec­cessivo. Io lo vedo più vittima che carnefice. Certo non è stato un santo, ci manchereb­be, me ne rendo conto bene. Ha sbagliato, magari in più occasioni ed in differenti si­tazioni. Però credo che adesso sia innanzitutto da rispetta­re la sua memoria., Ed è quel che intendo fare con questo film» .
Il regista non racconta ov­viamente come finirà la fic­tion. Ribadisce soltanto che non vivremo in tivù la cru­dezza ed il dramma degli ul­timi giorni del campione, tro­vato morto nel residence di Rimini la sera del 14 febbraio 2004, nel giorno di san Va­lentino.
«Pantani scompare ed al tempo stesso rimane nella memoria della gente. Per sempre. Ho scoperto tanto amore accanto e attorno alla figura di Marco. Spero d’esse­re riuscito a raccontarlo ed a rispettarlo al tempo stesso».
(tratto da Tuttosport, 9 novembre 2006, a firma Beppe Conti)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/11/2006 alle 18:21
Ripeto che io non voglio essere critica a priori su questo film...so per certo che le persone che ci stanno lavorando sono persone serie e preparate e voglio dar fiducia anche al regista che già girò un film su un qualcosa di sportivo e che, quindi, penso saprà come gestire certe situazioni.

Comunque mi pare che quello che non ha capito bene non sia l attore Ravello, benì il regista, che dice esplcitamente che più si documenta sulla storia di Marco e meno capisce...nel senso che moltissime sono le cose che non tornano...

 

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  postato il 05/12/2006 alle 16:30
FICTION SU PANTANI: la posizione dei tifosi

Originariamente inviato da TEX

Tra non molto verranno messe in onda due fiction incentrate sulla figura del mitico Pirata.
Vorrei segnalare che sulla rivista "Ciclismo" del mese di dicembre c'è un ampio servizio sull'argomento.
Collegandosi all'argomento "fiction" la rivista propone una piccola serie di articoli per approfondire anche altri aspetti riguardanti la figura di Pantani quale fenomeno" mediatico e commerciale.
Tra le altre c'è anche l'intervista a Donchisciotte che spiegando la posizione di NTP (Nessunotocchipantani) esprime i dubbi dei tifosi riguardo alla "precedente" gestione dell'immagine di Pantani.
Chiarisce anche la sospensione di giudizio sulle fiction, in attesa di vederle e poterle quindi valutare.
Sono molto contento che sia stata chiesta anche l'opinione dei tifosi, DI NOI TIFOSI.
In questo modo ci si può rendere conto che i tifosi di Pantani non pensano solo al folklore, ma possono anche esprimere pareri da non sottovalutare.
Questo contribuisce a rivalutare un'immagine troppo spesso ricorrente, quella del tifoso del Pirata pronto a mettersi una bandana in testa, ad attaccare uno striscione ed a far festa.
Il tempo degli striscioni da appendere e delle bandane da diffondere è finito.
Adesso non c'è proprio nulla da festeggiare.
Gli sforzi vanno concentrati per dare un contributo alla ricerca della verità.
Vedremo se queste fiction andranno nella giusta direzione.
Io sono personalmente scettico, ma aspetto.....

 

____________________
Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 06/12/2006 alle 00:45
Il giornale non l'ho ancora letto perché al mio edicolante arrivano sempre con ritardo.
Per quanto io sia molto, molto scettica su queste fiction, per quanto, a mio parere, l'attore non somiglia a Marco , ha dieci anni più di quanti ne avesse Marco nel 1998 e da foto che ho visto mi pare si vedano abbondamentemente, per quanto trovo assudo rappresentare Pantani a così poco tempo dalla sua morte e per quanto dubiti molto che sarà una fiction davvero interessante, devo, però, dire che un merito ce l'ha.
E' importante per non far scendere il silenzio su Pantani, almeno per me che sono convinta che solo se si continua a parlarne, a sollevare dubbi ecc., c'è la possibilità che qualcuno di quelli che Pantani aveva invitato a parlare sia spinto, magari, a dire qualcosa.
Il rischio è l'affermazione dell'idea di Marco come icona pop, ma il silenzio sarebbe peggio.
A questa rivista aveva dato il mio numero morris e mi ha fatto piacere la problematizzazione del mito di Pantani che da qulla conversazione è venuto fuori ( Marco usato commercialmente, Marco e i tifosi, marco apparentemente santificato nelle feste comandate, Marco e la vicenda accusatoria raccontata ne Il capro espiatorio ecc.).
Non so ancora,però, come quella lunga conversazione sia stata riassunta.
Mi scuso se utilizzo questo forum per motivi personali ma, dal momento che mi sono arrivate due mail piuttosto offensive da due ex partecipanti al forum della Fondazione che riportavano pareri anche di altri , voglio precisare che:
- Il capro espiatorio l'ho stampato in opuscoletti A MIE SPESE e, insieme a NTP, l'abbiamo inviato a giornali ( fra cui anche Il Ciclismo), giornalisti, gruppi sportivi, famiglia Pantani ecc. mentre ai tifosi che lo richiedevano lo abbiamo inviato via e mail.
- Non l'ho scritto per ricerca di visibilità ma per raccontare una storia di straordinaria ingiustizia usando una certa pignoleria, le mie conoscenze giuridiche e un percorso segnato dalle teorie di Girard sui capri espiatori.
- E' così nulla la ricerca di visibilità che l'opuscoletto è firmato Don Chisciotte del gruppo tifosi on line Nessuno tocchi Pantani e l'unico orgoglio che ho è che mi sia stata chiesta un'altra copia da Tonina Pantani per un uso che mi fa molto piacere.
- Ho già un lavoro e non ne cerco altri, e se lo cercassi sarebbe, velleitariamente e sparando alto, da storico della filosofia , non si trova lavoro facendo un opuscolo bianco ( un libro bianco avrebbe richiesto una ricerca completa e quasi professionale di atti giudiziari e rassegna stampa di tutti i giornali).
Mi scuso ancora per le considerazioni personali ma io sulla passione e l'impegno assolutamente disinteressati per Marco , non scherzo.
Chiudo definitivamente con le precisazioni personali.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 11/12/2006 alle 00:53
Ho letto oggi l'articolo sulla rivista e mi sembra ben fatto e onesto nel riportare i discorsi fatti sia pure riducendoli di molto e, quindi, semplificandoli ( a parte il fatto che mi chiamo Maria Rita e non Maria Pia).
Mi è molto piaciuto l'intervento di Aldo Grasso sulla fiction e le sue perplessità.
Ribadisco, guardando le foto, che l'attore è troppo vecchio per interpretare Marco ventottenne e che non gli somiglia. Mi stupisco perché leggendo il cast non sembra esserci qualcuna che interpreti la Ronchi, che vorrà dire?
Lì dove non mi sono trovata tanto d'accordo è sulle dichiarazioni di Pier Bergonzi sulla rabbia che i tifosi di Marco nutrono verso la gazzetta e sul fatto che lui si sarebbe aspettato che Marco dicesse la verità su quella mattina.
Ovviamente io non riesco a tacere e gli ho mandato oggi un' email di cui copio qua uno stralcio ( perché l'articolo è pubblico e,quindi, può essere commentato e l'e mail è, appunto, un commento). la risposta non ho chiesto l'autorizzazione a renderla pubblica e, quindi, non la scrivo.

........non è vero che i tifosi hanno preso come bersaglio la Gazzetta a causa della sua intransigenza............
Non abbiamo sopportato gli articoli di Cannavò e Zomegnan ( e del resto di quello del 6 giugno, Marco ne parlava ancora con dolore e con rabbia il 13 gennaio 2004...).
Gli articoli che mettevano in discussione il talento ( fu vera gloria? Dai dubbi sul talento è stato demolito Marco) , gli articoli da Alice nel paese delle meraviglie che gli intimavano di pentirsi, gli articoli che continuano a parlare di sangue infetto, gli articoli che lo additano come mela marcia o dopato d'Italia. Non è l'intransigenza ( altrimenti si sarebbe avuta anche nei confronti dei giocatori della Juve o delle flebo filmate di qualche eroe italiano o di altri scandali calcistici invece di auspicare sentenze miti e che limitano la colpa a qualche dirigente cattivello).
Non è nemmeno vero che Marco non abbia tentato di dire la sua verità su quella mattina.
Lui ha detto di esseri misurato l'ematocrito la sera prima e pochi minuti dopo che erano andati via i controllori ( c'è anche la testimonianza di Borra)e che il valore era intorno a 48. Lui non ha mai detto ipocritamente di non essere all'interno di un sistema, ha detto, però, che quella mattina fu un agguato.
In molti hanno deciso di non credergli, di non indagare minimamente sulle voci che giravano dal giorno prima, sulle dichiarazioni di Vallanzasca (mai sentito da nessun giudice, anche solo per accertare che millantava), di non dare alcun peso al rapporto della Guardia di Finanza che parlava di controllo pilotato ( riportato dal Corriere della Romagna), in molti hanno deciso di riportare quello che di negativo e di insultante c'è nel libro di Rendell ( pazzo sin da bambino, dopato sin dal triciclo, drogato dalla più tenera età, omosessuale
ecc.) ma non la dichiarazione dei carabinieri che dicevano di essere stati avvertiti di recarsi in forze alla partenza della tappa a Campiglio perché ci sarebbe stata la sorpresona.
Nessuno ha pensato di saperne di più sulle dichiarazioni di Reverberi sulle macchinette tarate male.
Pochi si sono chiesti perché , contrariamente a quanto previsto dal
regolamento, Marco non scelse la provetta ma gli fu data e basta ( errore del suo staff di non far mettere a verbale il fatto, solo che anche dalle
motivazioni della sentenza di Trento non si capisce chi ci fosse ad assistere al prelievo).
Insomma , lui ha tentato di suggerire l'idea che ci fosse un'altra verità, solo che a troppi stava bene di non chiedersi assolutamente nulla su quell'altra verità possibile.
Se poi invece si voleva, come unico racconto possibile della verità di quella mattina, assistere alla scena di quello che si straccia le vesti e dice di essere un dopato, non era quello il modo di pensare a come lottare contro il doping di Marco, lui sapeva bene che il battersi il petto di un singolo non serve a nulla se non a rafforzare il sistema.
Tutto ciò nella consapevolezza ( affermata anche da Marco: ho fatto quello che tutti si faceva secondo la legge dell'uguaglianza, dice un suo biglietto) del sistema doping a cui non si può sfuggire da soli, ma con il forte sospetto che quella mattina ci fu un agguato.
Ecco, mi sembra giusto dirti questo disaccordo con quanto hai dichiarato,
proprio perché tu sei uno di quei pochi giornalisti che mai ha messo in discussione il talento di Marco e che, anzi, hai sempre affermato che in un ciclismo pulito Marco aveva solo da guadagnare.
...............






 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Non registrato



  postato il 08/01/2007 alle 09:05
non so se dica delle novità o meno, comunque lo posto:
http://www.emilianet.it/Sezione.jsp?titolo=A%20febbraio%202%20fiction%20dedicate
%20a%20Marco%20Pantani&idSezione=8100&idSezioneRif=111

ROMA (8 gen. 2007) - Si annuncia un vero e proprio duello televisivo tra Rai e Sky: entrambe stanno infatti per mandare in onda fiction su Marco Pantani.
Su Raiuno a febbraio e' atteso il film di Claudio Bonivento 'Il pirata-Marco Pantani', prodotto dalla Ballandi Entertainment per Raifiction con Rolando Ravello e Nicoletta Romanoff protagonisti . Su Sky Cinema e' invece imminente l'avvio di una miniserie su Pantani, tratta dal libro 'Un uomo in fuga': nel ruolo del 'Pirata', Claudio Bisio.


(p.s. by Monsieur: link in 2 righe; spaginava il thread)

 

[Modificato il 08/01/2007 alle 15:05 by Monsieur 40%]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/01/2007 alle 09:46
Claudio Bisio che interpreta un atleta dai 29 ai 33 anni?
Perdipiù ciclista!

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Tour




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  postato il 08/01/2007 alle 09:48
Originariamente inviato da maurofacoltosi

Confermo. Ci saranno due film, uno di Mediaset e uno della RAI. Saranno ispirati ai libri di Manuela Ronchi e Bergonzi / Cassani.


il film ispirato al libro di Cassani sembra attendibile, ho letto il servizio su ciclismo di novembre, devo dire che non è male.

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 08/01/2007 alle 10:28
Qualche giorno fà di sera tardi hanno fatto un film con Ravello...mi sembra un buon attore...impressione A PELLE...

Quando uno è brutto (nel cinema ?) puo solo contare sulla bravura...

W IL PANTA E GRAZIE ANCORA X I BELLISIMI POMERIGGI CHE MI HAI REGALATO QUANDO ERO RAGAZZO...!

 

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Tutto dipende...!


 
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Moderatore




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  postato il 13/01/2007 alle 17:25
Tutti i retroscena sulla fiction di Sky su Marco Pantani. Bisio non sarà il Pirata

E' il 14 febbraio del 2004. San Valentino, la festa degli innamorati. Marco Pantani muore nel residence Le Rose di Rimini a 34 anni. Con lui se ne va forse l'ultima idea del ciclismo romantico, delle imprese in solitaria, dell'Alpe d'Huez, del Mortirolo, di quelle salite che al Giro vengono definite "Cima Coppi". Per tracciare la grandezza, la maestosità. Overdose di cocaina, si dirà poi, dopo la rabbia. La gente preferisce però ricordare le vittorie del Pirata: doppietta storica nel 1998 Giro d'Italia e Tour de France anche se la Grande Boucle viene scossa dalle proteste doping. Un copione visto anche nell'ultima edizione. Corsi e ricorsi.

Meglio pensare alle cavalcate in maglia rosa e gialla con la bandana che fece tendenza. Un paese intero - Cesenatico - impazzito, una nazione - l'Italia - bloccata: è boom per le due ruote. La solitudine del campione, le accuse di doping, la squalifica a Madonna di Campiglio nel 1999, gli incidenti, la sfortuna, il mondo che crolla. Magari anche la vergogna e la crisi, altri capitoli, dolorosi. E la fine. Troppo per un personaggio così popolare e così amato.

Il 2007 sarà ancora l'anno di Pantani. Sul piccolo schermo. Comincia la Rai con "Il Pirata. Marco Pantani" fiction che dovrebbe andare in onda a febbraio - quindi a tre anni dalla scomparsa - e con protagonisti Rolando Ravello e Nicoletta Romanoff. Poi sarà la volta di Sky, con la prima operazione italiana - a tutti gli effetti - sulla fiction che prende spunto dai modelli americani. Da Lost e Dr. House tanto per intenderci.

"Un uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani" questo il titolo della miniserie che secondo quanto risulta ad Affari sarà in onda a fine anno con due puntate. Forti, che ripercorreranno la vita del campione ma indagheranno anche a fondo sulle ragioni della morte. Verranno messi in luce così tutti gli aspetti del personaggio Pantani, il bianco e il nero di un uomo, di una figura in ogni caso controversa.

Salvo sorprese - secondo quanto Affari ha appreso - non sarà però Claudio Bisio il protagonista, l'attore che dovrà far rivivere il Pirata. L'indiscrezione era uscita tempo fa ma non ha trovato conferme. Venendo meno. Al momento quindi non c'è nessun attore in pole position. Per Sky la fiction su Pantani potrebbe rappresentare un modello nuovo di raccontare storie, avvenimenti divenendo il terzo incomodo nel grande duello della fiction e che vede già protagonisti Rai e Mediaset. Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata.

(fonte: canali.libero.it)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 20:32
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata.

(fonte: canali.libero.it)

beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco.
Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?'

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 20:37
Originariamente inviato da violetta

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata.

(fonte: canali.libero.it)

beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco.
Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?'


Aspetterei ad essere così pessimista.
Forse l'articolo intende solo dire: "storie diverse dalla solita melassa televisiva".
E certo la storia di Pantani non è dolce.

P.S. Oh, poi magari ne fanno una "radiofreccia 2" e hai ragione tu.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 20:43
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Originariamente inviato da violetta

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata.

(fonte: canali.libero.it)

beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco.
Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?'


Aspetterei ad essere così pessimista.
Forse l'articolo intende solo dire: "storie diverse dalla solita melassa televisiva".
E certo la storia di Pantani non è dolce.

P.S. Oh, poi magari ne fanno una "radiofreccia 2" e hai ragione tu.


a dirti la verità non penso che sia così, almeno da quel che fino ad ora ho assistito quando si parlava del Panta non mi aspetto di sicuro che sia il contrario, e la premessa buona su una storia "cattiva" c'è già...quindi....boh...

 

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  postato il 14/01/2007 alle 00:36
Ma perchè tutto quello che ruota attorno a Pantani , anche da morto , non la smette di ammazzarlo ? Ma a chi e a cosa serve un prodotto messo sù in tempi commerciali da fiction su un personaggio enorme come Marco Pantani , così , tanto per renderlo immediatamente appetibile al grande pubblico assetato di storielle nazionalpopolari facilmente digeribili? Certamente , nonostante le buone intenzioni manifestate dagli addetti ai lavori , non principalmente all'onore di Pantani . E' tristissimo vedere come ancora oggi la sua morte non abbia fatto riflettere nessuno in modo serio e radicale e vedere come tutto , anche le cose più sublimi , possono essere sacrificate a qualche uso . Insomma non credo che un prodotto simile sia fatto principalmente per amore . Davvero un'esigenza commerciale quella di romanzare addirittura le scene riguardanti le corse per renderle leggibili anche da quelli che normalmente si annoiano mortalmente non capendo i codici lenti e profondi del ciclismo . Vedremo , o chi ce la fa vedrà perchè è difficile resistere davanti a quello che in partenza reputo un altro oltraggio , ma è la fiction in sè che non può contenere un personaggio antifinzione come Pantani , uno ucciso dalla finzione che va tanto in Italia . Ma come si fa ad assistere a questo continuo speculare , oltraggiare , svuotare di autenticità per trasformare in mezzo , tradurre a proprio uso e consumo , uno tanto grande che andrebbe trattato con il riguardo dei più grandi , tanto grandi da richiedere nuove forme espressive più adeguate e che invece viene confezionato in una fiction da lanciare nel calderone della gara agli ascolti.
 
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  postato il 22/01/2007 alle 15:01
Leggendo le notizie su tgcom.it, c'è scritto che il 5 febbraio su Raiuno sarà proiettato il film tv su Marco Pantani.

da tvblog.it: il 2007 di Rai Fiction si apre con il film TV diretto e prodotto da Claudio Bonivento Il Pirata – Marco Pantani, con Rolando Ravello (che interpreterà il ruolo di Marco Pantani), Nicoletta Romanoff, Solvejg D’Assunta, Maurizio Tabani e Dalila Ansalone.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/01/2007 alle 15:10
il 5 febbraio??? possibile che sia fra così poco tempo e ancora non abbiano cominciato a pubblicizzarlo?? ohhh con "Capri" e Raccontami" (tanto per dirne 2 a caso) hanno iniziato a pubblicizzarli almeno da un mese prima!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/01/2007 alle 16:12
in effetti googlando un attimino la notizia pare confermata.

anche se questo link non da la data esatta, ma parla cmq di febbraio
http://www.riminibeach.it/notizie/fiction-marco-pantani

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/01/2007 alle 18:05
teoricamente lo avevano previsto a metà febbraio...bah

 

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  postato il 22/01/2007 alle 19:24
No mi dicono che l'hanno gia cominciato a pubblicizzare sulla Rai il film.
P.S. Colui che me l'ha detto si è espresso così <>
GIURO CHE L'AVREI MANGIATO VIVO DOPO QUELLE PAROLE!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/01/2007 alle 07:55
Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt

No mi dicono che l'hanno gia cominciato a pubblicizzare sulla Rai il film.
P.S. Colui che me l'ha detto si è espresso così <>
GIURO CHE L'AVREI MANGIATO VIVO DOPO QUELLE PAROLE!!!


io invece ho sentito che il film sarà una vera e propria sequenza di emozioni...speriam

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 23/01/2007 alle 11:17
Ma per piacere!
Emozione è prendere una cassetta con un'impresa di Marco e guardarsela o risentire una vecchia intervista o leggere un articolo che lo riguarda.
Non certo vedere Ravello che interpreta un ciclista pelato.
La fiction è un genere superficiale e di sentimenti facili per definizione, perino i Taviani quando ci hanno provato con Resurrezione di Tolstoij hanno fatto un prodotto banale.
Figuariamoci la fiction su Pantani. Neanche al ciclismo servirà, non sarà guardando Ravello che chi non ama questo sport ne capirà la bellezza ( infatti mi pare manchi , in tutte le cose uscite dopo la morte di Marco, l'attenzione al campione, al suo talento e al suo amore per il ciclismo e la biciclettama c'è sempre tempo, non dispero).
Spero solo che serva a creare rumore intorno a Marco, magari nel rumore si leva qualche voce di verità, ma per me, lo do per scontato, sarà un' incaz.......per tutta la durata della fiction.

 

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  postato il 23/01/2007 alle 12:16
Cara Maria Rita,

non metto in dubbio che ti incazzerai. E sono certo che mi incazzerò anch'io, trovo rivoltante qualsiasi fiction prodotta in Italia, la melassa che cola è stomachevole, i buoni sentimenti trionfano in un clima zuccheroso e inverosimile. Pensa, mi sono incazzato pure su Bartali... Mi dà un enorme fastidio il fatto che le fiction siano prodotte con l'intento di non provocare il minimo turbamento nel telespettatore... Ogni angolo smussato, ogni asperità limata... Al limite si cerca la lacrimuccia facile.

Detto ciò, voglio però fare un passo avanti.
Noi che sappiamo tutto su Pantani (tutto quel che fin qui s'è potuto sapere, diciamo), che sappiamo la verità, e quel che non sappiamo con certezza lo possiamo intuire con una certa verosimiglianza, noi non abbiamo certo bisogno della fiction in questione. Nel senso che, comunque sia stata realizzata, non sposterà di nulla ciò che Pantani evoca in noi.

Gli appassionati di ciclismo che invece hanno da anni emesso una convinta sentenza di condanna nei confronti del Pirata, anche loro non cambieranno parere per mezzo di una fiction. Forse lo cambierebbero solo se venissero a galla clamorosi elementi che provassero che Marco fu effettivamente incastrato a MdC.

E poi ci sono tutti gli altri. Quei milioni di italiani che si accostarono al ciclismo proprio nei magici anni di Pantani, richiamati dalla grande risonanza delle imprese del Pirata, e che dopo il maledetto 5 giugno hanno ri-abbandonato il ciclismo, non curandosi poi più di informarsi e di sapere alcunché. Quelli a cui ogni tanto negli anni giungeva l'eco di una nuova inchiesta in cui era coinvolto Marco, di un nuovo scandaletto, e via dicendo; quelli che il 14 febbraio presero atto che era morto un drogato, un drogato che aveva ingannato gli appassionati di ciclismo.

Ecco, non dico in toto, ma secondo me a grandi linee quel pubblico che fu fuggevolmente legato al ciclismo per via di Pantani, quel pubblico distratto, è il pubblico che può guardare una fiction come quella che verrà trasmessa.
E che se è almeno minimamente onesta (come non possiamo dubitare, non avendola ancora vista), non può non soffermarsi sulla persecuzione di cui fu fatto oggetto Marco, sulla sua complessa vicenda umana, sulla sua fragilità e la sua emotività distrutta.

Ecco, in questo modo quel pubblico distratto che si disse tifoso del Pirata (in Italia siamo così: ci sono determinati periodi nel corso di un decennio in cui diventiamo tutti grandi esperti di vela, tanto per dirne una), e che lasciò Pantani nei panni del mostro a MdC, per poi abbandonarlo nella spocchiosa indifferenza degli anni a seguire, quel pubblico ritroverà un Pantani umano, fragile, in qualche modo incastrato da un sistema più grande di lui.
Se fanno una fiction su Pantani, stai certa che in qualche misura Pantani ne verrà santificato. E quel pubblico forse capirà che aveva condannato troppo in fretta Marco.
Quale sarà il risultato? A noi "del ciclismo" non cambierà troppo. Per gli altri, quelli che continuano a dire "quel drogato di Pantani", come l'amico di DeejayFlatBeat (se ho scritto bene il nick), forse invece qualcosa cambierà: e se nei mesi a venire sentiremo meno l'equazione "Pantani=drogato" che tanto ci fa male, un po' sarà merito della fiction con Ravello.

Che vuoi farci: una parte minima della popolazione sa ragionare, esaminare, analizzare, leggere e approfondire, e quindi arrivare alla verità (o almeno vicino).
La maggior parte invece ragiona di pancia, e allora solo se viene colpita a livello emotivo, anzi emozionale, potrà essere influenzata nelle sue opinioni (ci sono dei politici che l'hanno capito benissimo, e allora giù proclami, promesse, contratti). Le analisi, il tuo "Capro espiatorio", i nostri articoli, lo special di Tony Lo Schiavo, non potranno mai arrivare alla massa.
La fiction sì.

La mia perplessità è un'altra, e riguarda invece l'immagine che verrà data del ciclismo in generale: perché sono convinto che per santificare Pantani, giocoforza dovrà essere demonizzato qualcuno. E siccome i meccanismi di coinvolgimento di Coni, Fci, Rcs sono piuttosto complessi (e quindi potranno al più essere accennati, ma dubito fortemente che verranno sviscerati e approfonditi: anche perché, chi gliela fa fare ai produttori di dare tanto fastidio?), temo che alla fine si approderà a una semplice analisi del tipo "nel ciclismo tutti si dopavano, e ci è andato di mezzo solo Pantani". Non: "nello sport"; ma: "nel ciclismo".

Tutte queste illazioni e speculazioni, comunque, le faccio sulla base di sensazioni e dell'esperienza.
Se Bonivento (è lui il regista, vero?) saprà invece sorprendermi e non fermarsi alla superficie delle cose, sarò il primo a congratularmi con lui. Ci spero tanto, ci credo poco.

 
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  postato il 23/01/2007 alle 12:48
quoto tutto Admin, sopratutto questo:

Originariamente inviato da Admin
Ci spero tanto, ci credo poco.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 23/01/2007 alle 12:53
Tanto per far incazzare ancoraq di più admin:

tra poco sarà sugli schermi anche una fiction su Rino Gaetano!!!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 23/01/2007 alle 16:30
Sono in parte d’accordo con te, Marco. Non lo sono, cioè, sugli effetti duratui sul telespettatore medio.
La Rai fa questa fiction che avrà più o meno audience a seconda dei meccanismi imponderabili dell’auditel ( mi sembra che, comunque, il richiamo ciclistico sia in ribasso di questi tempi).
Agli appassionati di ciclismo non piacerà perché, appunto, non è una celebrazione del ciclismo vedere un cicloamatore ( nella migliore delle ipotesi) trentaseienne come Ravello fare la parte di un ciclista pelato rappresentato all’apice della carriera. Come non è piaciuta quella su Bartali, neppure questa piacerà.
Sulla vicenda di Pantani nulla dirà ( in più o in meno) a chi già la conosce.
Anche perché la vicenda di Pantani è estremamente complessa ma se non si rappresenta quella complessità non se ne capisce nulla.
Pantani nella fiction sarà rappresentato come uno che si dopa o come uno che non si dopa? O non se ne parlerà proprio? Le tre ipotesi sono, tutte, in qualche modo, false.
Loro già hanno detto che non prenderanno posizione,ma se suggerisci l’idea, anche vaga, della persecuzione risulta difficile far capire perché è perseguitato uno che faceva quello che fanno gli altri. Risulta difficile se non approfondisci,se non allarghi il discorso a quel periodo, al Coni, a chi e quale sport doveva essere tutelato,a Conconi, ai coinvolgimenti politici ecc. E’ perseguitato perché? Perché aveva le orecchie a sventola?
Se la fiction rimane nell’ambito ciclistico è chiaro che suggerirà l’idea che il ciclismo è un mondo di dopati, hanno beccato questo, ma insomma è un gran brutto mondo.
Ma la persecuzione nemmeno si spiega se non si mostra la grandezza di Pantani. Se non si spiega un fenomeno che aveva coinvolto gente che di ciclismo non sa nulla, che, già quando era il dopato d’Italia, faceva aprire il TG con la notizia della fuga di Morzine. Cioè, se non fai capire cosa è stato davvero Pantani in quegli anni non si capisce nulla. Se non fai capire l’enormità della popolarità di Pantani ( uno che non vinceva tantissimo, uno che ha avuto più incidenti che vittorie, uno che non aveva il fisico per affascinare le masse, uno seppellito di immondizia come nessuno, uno complicato, problematico,uno con un carisma da paura) non si capisce nulla. Non è Pantani.
Se non mostri quel talento che smuoveva emozioni,talento che nessun doping può spiegare, che spingeva gente come Cacciari a teorizzare lo scatto perpetuo o Dario Fo a parlare dell’arrivo di Monte Campione come della più bella foto sportiva del Novecento ( mi ricordo un’ e mail di mia cognata, che non sa nulla di ciclismo, capitata per sbaglio davanti alla tappa di Courchevel 2000, quando non era già più il vero Pantani, che esaltava “il filosofico scatto”), non stai parlando di Pantani.
Stai parlando di altro, di qualcosa di banale ( il dopato, drogato, perseguitato, con la donna bella e cinica, l’icona pop triste e maledetta, banalità su scempiaggine, tutto a misura di telespettatore medio con orizzonte limitato al chiacchiericcio e alla soap opera).
Pure sulla droga, compagna finale, ci sarebbe da approfondire.
Perciò quello che accadrà sarà che gli appassionati di ciclismo saranno delusi, la gente verserà due lacrimucce superficiali su una santificazione superficiale e senza motivi argomentati , si ripeterà che il ciclismo è mondo di dopati e si rimetterà davanti al calcio che non va da Fuentes.
Un’occasione sprecata.
Anche la macchina da soldi che Pantani è anche da morto ( uno che mette in moto addirittura due fiction,cosa, credo, mai accaduta se non per il Papa, la concorrenza fra Rai e Sky) rimarrà non spiegabile da quelle lacrimucce sul ciclista pelato.
L’unico merito è che farà parlare di Pantani e io, con le speranze ridotte al lumicino, penso che dal silenzio non nasce niente in casi come questo, per cui tornare a parlare di marco anche fuori dal ciclismo può far nascere qualcosa o almeno rinnovare la speranza che qualcosa nasca.
Ma anche questo sarebbe un discorso da approfondire.
Penso anche che la seconda fiction sarà peggio della prima, se possibile.


 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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