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Film su Pantani
W00DST0CK76 - 09/10/2005 alle 15:58

Leggete questo articolo, cosa ne pensate? Io personalmente sono un po scettico, queste fiction tendono sempre a romanzare eccessivamente i fatti, a scapito della realtà, come ad esempio fu per la fiction su coppi. credo poi che i tempi non siano ancora maturi, la "ferita" è ancora aperta. ecco l'articolo (fonte www.corriere.it) Allenamenti prima delle riprese della biografia «Un uomo in fuga» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO Claudio Bisio a 360 gradi. Cinema, teatro, tv e... ciclismo. La novità per il popolare attore e presentatore di Zelig , che mercoledì debutta a Milano con un nuovo spettacolo teatrale del fido Daniel Pennac (di cui aveva recitato con successo Monsieur Malausséne ), è che ha cominciato a pedalare. Davvero. Da questa estate suda e si allena su una bicicletta da corsa, di quelle coi freni bloccati, a farsi i muscoli, a registrare tempi e fiati. Sarà infatti il campionissimo Pantani in un film biografico che il produttore Maurizio Totti sta preparando basandosi sul libro biografico di Manuela Ronchi e Gianfranco Josti Un uomo in fuga edito con successo (terza ristampa) da Rizzoli. Sarà un impegno notevole per Bisio, che vedrà impegnati tutti i muscoli, per un film che si annuncia emozionante e chiamerà a raccolta i fans dello sfortunato campione. Andrea Purgatori ha curato la sceneggiatura con Laura Ippoliti e il film, di cui non è stato ancora svelato il regista, potrà essere una produzione per la tv (ci sono contatti con Mediatrade mentre la Rai ha annunciato un progetto analogo) o mista, un film sia per il cinema sia per la televisione o forse solo per il grande schermo. Bisio sarà sugli schermi insieme a Ernest Borgnine anche nella Cura del gorilla di Carlo Sigon, noir alla milanese prodotto dalla Colorado di Maurizio Totti. Che si è appassionato al progetto Pantani e dice: «Vogliamo per ora mantenere una nostra indipendenza artistica, consapevoli del fatto che il nostro film, che sarà comunque ad alto budget, interessa molti Paesi europei e si girerà in primavera, è a tutt’oggi l’unico autorizzato dalla famiglia Pantani che, oltre ad essere fisicamente e moralmente presente nella storia, ha diritto di veto sui film che riguardano il figlio campione morto in tragiche circostanze nel febbraio 2004». Il libro - non l’unico, ma l’unico riconosciuto dagli interessati - è stato scritto dalla ex manager di Pantani, che racconta quindi una materia a lei ben nota, con slancio affettivo particolare. Anche perché era non solo vicino al ciclista ma, anche tra qualche polemica maschilista, l’unica donna dello staff del Giro d’Italia e per il suo campione si sarebbe, dice, buttata nel fuoco. Il mito sportivo esiste e resiste: al cimitero di Cesenatico dove è sepolto Pantani arrivano ancora oggi fans da tutta Europa. Bisio è un temperamento eclettico, non tanto quanto basta per interessarsi ai pacchi di Affari tuoi che gli erano stati proposti.

 

[Modificato il 19/09/2006 alle 12:07 by Andrea_Web]


nalya - 09/10/2005 alle 16:26

ank'io condivido la tua idea... secondo me il film deludera' parecchio le aspettative del pubblico, specie i tifosi del pirata, questo x motivi diversi: - lo stato scadente del cinema italiano - il racconto dei fatti che si limitera' a ricordare le belle imprese di Marco e non a denunciare fatti oscuri - ecc ecc ecc.... credo che i primi due bastino a indicare un film che nn rispetti le aspettative


lucmirco - 09/10/2005 alle 16:44

Credo sarà un film Commoventissimo Però mi sorpende la scelta di Bisio...avrei preferito un attore diverso caratterialmente Comunque il cinema e gli attori italiani sono tra i più bravi al mondo sia gioavni (Muccino-Accorsi-Sermonti) sia meno giovani e abbiamo dei registi che sono tra i migliori al mondo... Il film Deve essere un biografia...nient'altro che un caro ricordo di marco e x marco p.s.Ma non doveva girare un film su pantani Bonivento?


lubat - 09/10/2005 alle 16:54

sembra una buona idea il film, ma francamente Claudio Bisio non mi sembra molto adatto, l'hanno preso solo x i capelli:boh:


W00DST0CK76 - 09/10/2005 alle 16:57

in effetti bisio, x quanto bravo, non mi sembra molto credibile nelle vesti di pantani, sia perchè avrà circa 50 anni, sia perchè dovrà fare una bella dieta x avvicinarsi alla corporatura del pirata.


Monsieur 40% - 09/10/2005 alle 17:07

Castellitto non è un giovinastro, né abbina muscolature da atleta, ma è stato un grande Coppi nella fiction. Bisio è un attore bravissimo, un premio oscar (Mediterraneo di Salvatores, miglior film straniero), ed è assolutamente in grado di recitare come un ottimo Pantani. Più che l'attore, in realtà, sono curioso di sapere da quale lato penderà il racconto...


Deval - 09/10/2005 alle 17:17

Tutti noi che abbiamo amato l'uomo Pantani e le sue imprese indimenticabili non potremo mai essere accontentati da una fiction qualunque sia il protagonista e qualunque storia racconti. E' assurdo comunque dare la parte a Bisio che ha quasi 50 anni che, sebbene tirato a lucido per l'occasione, apparirà semplicemente ridicolo nella parte del Pirata. Staremo a vedere.


violetta - 09/10/2005 alle 18:36

anch'io concordo con te Mario e mi porto dentro questo dubbio, che risvolti vedremo nel film?


Vuelta Espana - 09/10/2005 alle 18:47

Secondo me il film deluderà chi come noi ha sempre amato e seguito il Pirata, mentre magari potrà andare più che bene a chi ne ha seguito la vicenda solo qua e là, magari senza un grande coinvolgimento sentimentale. Concordo con gli scetticismi riguardo Claudio Bisio. E' un bravo attore, è vero, lo ricordo perfettamente in "Mediterraneo", ma personalmente credo che qualcun altro avrebbe rappresentato molto meglio il Pirata. Fisicamente Bisio (pelata a parte, ma quella non credo sia difficile da riprodurre su chiunque) non c'azzecca niente con Marchetto. Staremo a vedere.


violetta - 09/10/2005 alle 18:58

io comunque il film lo aspetto.......tanto oramai alle delusioni siamo abituati


marco83 - 09/10/2005 alle 19:16

La scelta di piazzare Bisio nel ruolo del Pirata lascia perplesso anche il sottoscritto, non vorrei che davvero sia stato scritturato per via del suo cabezon pelato che lo contraddistingue... Resta un ottimo artista, ma forse più adatto al genere comico, in stile Zelig, dove fa letteralmente morire dalle risate. :D In quanto alla produzione, prima di dare un giudizio più specifico, bisognerebbe sapere a che genere di pubblico sia rivolta la pellicola... ovverosia se si tratta di film vero e proprio, di fiction televisiva o di produzione mista. Questo secondo me cambierà molto nella realizzazione della trama: ad esempio, se si trattasse di una fiction per le famiglie, sarà un po' difficile assistere a scene di spaccio di droga, che potrebbero turbare i più piccoli... Quello che mi auguro è che non sia l'ennesimo sciacallaggio sulla povera pelle di Marco: i produttori si attengano il più possibile al libro di Ronchi&Josti, forse ne verrà fuori un discreto prodotto! :yes:


pedalando - 10/10/2005 alle 00:15

Il film dovrebbe essere la versione cinematografica del libro della Ronchi. Un pregio: non ci sara`sciacallaggio Un difetto: difficilmente il film soddisfa chi ha letto prima il libro. Bisio non mi sembra adatto sia per l`eta` che per la corporatura, ma se recitera` come sa fare ce ne dimenticheremo. :)


mont ventoux - 10/10/2005 alle 10:40

Il Bisio attore potrà essere pure bravo, anche se in verità non l'ho mai visto. Conosco solo il Bisio comico, e credo che in una classifica dei 100 comici più bravi della storie d'Italia, non ci sia posto per lui. Ma il punto non è questo. Il punto è che Pantani era un personaggio così particolare e complicato caratterialmente aldilà delle vicende degli ultimi suoi 5 anni di vita, che non credo proprio che un comico possa renderne adeguatamente l'immagine. Nè credo che gli basterà leggere il libro della Ronchi per farsi un idea di quello che era Pantani, se non lo ha seguito almeno un pò durante la sua incredibile e sfortunata carriera di corridore innanzitutto. Per non parlare dell'aspetto fisionomico. Non basta avere la pelata evidentemente. L'unica speranza è che la Ronchi si informi bene su quella che sarà la trama del film, e che se non c'è da sperare in un film di denuncia, si possa almeno assistere ad una una ricostruzione veritiera e dignitosa e non in una cos fatta per fare spettacolo e sensazionalismo.


Monsieur 40% - 10/10/2005 alle 10:51

...io dico che prima di "sparare sul pianista", si dovrebbe quantomeno avere la decenza di ascoltarlo... ...visto che chi suona il piano, in questo caso, è comunque un pianista... Poi, che Bisio possa non piacere, sia come comico che come attore è un altro paio di maniche, ed allora ognuno di noi, in ogni caso, avrebbe potuto dire qualcosa su qualsiasi altro attore scelto. E poi Bisio è uno sportivo, ed ha già fatto il regista e l'autore di un film sul rugby chiamato "Asini". Non ha fatto grande successo, è vero, comunque dimostra una certa attinenza verso lo sport in generale, verso lo sport di nicchia in particolare, e verso lo sport di fatica nella fattispecie. E poi, un attore fa l'attore: Brad Pitt si è fatto crescere i capelli (e i muscoli) per Troy, lo stesso "gladiatorico" Crowe sembrava un'altra persona in "A Beautiful Mind", Will Smith - che non mi risulta abbia fatto mai pugilato - è stato un bravissimo "Ali", e poi tanti altri che non vi elenco (tra cui, magari, ripeto il Castellitto-Coppi che magari è sfuggito). Bisio è bravo, si preparerà, se ha accettato (e attenzione: un capo-comico di un programma televisivo di successo come Zelig crediate possa accettare un ruolo, se vogliamo anche scomodo, difficile come quello del "Pirata" senza la consapevolezza di poter fare bene ed inemicarsi - nel caso contrario - così tutta la fetta dei fruitori ed appassionati di ciclismo!? io non credo...) è perché convinto di poter far bene e perché, magari, invece di Pantani ne sa più di quanto noi possiamo immaginare. Come sempre c'è solo da aspettare, e da guardare, senza - possibilmente - preconcetti... a volte, aiuta...


WebmasterNSFC - 10/10/2005 alle 11:28

A me Bisio piace, soprattutto come persona. Poi non guardate solo la facciata di Bisio, guardate chi ha alle spalle. Purgatori era nello staff de la "Piovra", uno sceneggiato di qualche anno fa molto impegnato (il tema della mafia non è facile da trattare) quindi penso che vorrà curare seriamente questa produzione. Vedremo... Ciauzzz


pedalando - 10/10/2005 alle 12:14

Bravo Mario/Monsieur ! Ricordo anche che il gettonatissimo lavoro teatrale di Bisio.


Monsieur 40% - 10/10/2005 alle 14:11

Claudio Bisio (da libero.it): [i] La carriera Claudio Bisio debutta in palcoscenico nel 1981 con la compagnia Teatro dell'Elfo. Nel 1991 pubblica un 45 giri, Rapput, con il quale scala rapidamente le classifiche. Nel 1993 pubblica per Baldini&Castoldi il libro "Quella vacca di Nonna Papera", seguito da "Prima comunella poi comunismo", dato alle stampe nel 1996. Grande successo di pubblico riscontra l'adattamento per le scene di "Monsieur Malaussène" di Daniel Pennac, con il quale Bisio esordisce nel 1997 al Festival dei Due mondi di Spoleto. Al cinema ha lavorato con alcuni tra i più grandi registi italiani: "I Picari", Mario Monicelli (1987); "Scemo di guerra" di Dino Risi; "Strana la vita" e "I cammelli" (1988), Giuseppe Bertolucci; fino al riuscitissimo sodalizio stretto con Gabriele Salvatores. Nel 1996 Bisio è diretto da Francesco Rosi ne "La tregua", tratto da libro omonimo di Primo Levi. In tv i suoi successi non si contano. Bisio partecipa a diverse trasmissioni comiche: "Cielito lindo" (Raitre 1993), "Facciamo cabaret" (Italia 1 1997), "Mai dire gol" (Italia 1 dal 1997 al 2000), "Francamente me ne infischio" (Raiuno 1999), "Zelig" (Italia 1, 2000). Da ottobre 2004, in seconda serata, è autore e presenza pericolosa dello "Zelig Off", condotto da Giorgia Surina. [/i]


collidani - 10/10/2005 alle 16:39

MArio ho chiesto alla Sele se mi prendono a Mediaset come comparsa ciclistica nell fiction...potrei fare un porta borracce..anche perche ora come ora anche Bisio mi stacca :) Comunque bella la scelta del film, un mito che non morirà mai!!


violetta - 10/10/2005 alle 18:24

speriamo che ne venga fuori qualcosa di positivo, fino ad ora, tutte le trasmissioni fatte su Marco, tranne qualche esempio, sono state disastrose.....speriamo


pedalando - 10/10/2005 alle 18:26

[quote][i]Originariamente inviato da collidani [/i] MArio ho chiesto alla Sele se mi prendono a Mediaset come comparsa ciclistica nell fiction...potrei fare un porta borracce..anche perche ora come ora anche Bisio mi stacca :) Comunque bella la scelta del film, un mito che non morirà mai!! [/quote] Se ti prendono metti una parola buona anche per me, mi accontento di fare il portaborraccia all "incastrada" o a chi la sostituira`, cosi` alla ceca......amo il rischio :cool:

 

[Modificato il 10/10/2005 alle 18:30 by pedalando]


pedalando - 10/10/2005 alle 18:29

Per tornare in argomento e non essere giustamente cazziato da Mario: il film, come il libro, dovrebbe essere una biografia. Non aspettiamoci denunce se ci fossero, probabilmente, sarebbero "romanzate".


violetta - 10/10/2005 alle 18:31

si il film dovrebbe essere solamente ispirato al libro scritto da manuela ronchi, in teoria è una bografia.....che tristezza però ragazzi, al pensiero che magari avremmo potuto discutere di qualche sua vittoria.....:gluglu:


Vuelta Espana - 10/10/2005 alle 19:14

Ma se è una biografia allora delle sue vittorie si parlerà, spero bene...chissà Bisio alle prese col Mortirolo :Od:


Alben - 10/10/2005 alle 19:29

Staremo a vedere. Speriamo:)


newcastle - 10/10/2005 alle 19:49

Speram bein...


David Bowman - 11/10/2005 alle 12:14

Io aspetterei di vedere il film prima di esaltare o bocciare Bisio.. a mio parere un personaggio come Bisio garantirà una certa pubblicità al film e questo è già un fattore importantissimo a mio parere.


itammb - 11/10/2005 alle 14:14

Io avrei preso un ciclista vero....con le stesse doti del panta.... Magari sarebbe stata un impresa cinematografica più difficile....ma avrebbe meglio rappresentato il ciclista. Bisio che nè sà di bici.... Certe cosè devi provarle.... Non si interpretano.


pedalando - 11/10/2005 alle 14:52

[quote][i]Originariamente inviato da itammb [/i] Io avrei preso un ciclista vero....con le stesse doti del panta.... Magari sarebbe stata un impresa cinematografica più difficile....ma avrebbe meglio rappresentato il ciclista. Bisio che nè sà di bici.... Certe cosè devi provarle.... Non si interpretano. [/quote] I film si fanno con gli attori, le corse con i ciclisti. Bisio non deve vincere il giro d'italia, deve interpretare un personaggio. Ha studiato alla scuola di recitazione per fare il suo lavoro, studiera` il personaggio. Parafrasandoti "certi film devi vederli" poi puoi giudicare.


itammb - 11/10/2005 alle 15:29

...forse ai ragione tu... pedalando....


Vuelta Espana - 12/10/2005 alle 10:43

Dal "Leggo" di martedì 11 ottobre: [i]"Non voglio perdere 25 kg in bici"[/i] [b]Bisio, altolà al film su Pantani [/b] MILANO - Interpretare Pantani sarebbe bellissimo, "ma non ho tanta voglia di perdere 25 chili per andare in bici". Lo dice Claudio Bisio, spiegando che gli è stato chiesto di girare un film biografico sul grande campione delle due ruote. "Ho letto il libro "Un uomo in fuga" e - racconta l'attore - l'ho trovato molto bello ma non so se sono adatto al ruolo. Per ora ho detto un sì teorico". Il film dovrebbe essere prodotto dalla Colorado di Maurizio Totti, con cui Bisio sta già lavorando alla [i] Cura del gorilla[/i] di Carlo Signon, un noir alla milanese tratto da un romanzo di Sandrone Dazieri. Mah, a quanto pare lui stesso non pare troppo convinto di quello che sta per fare....speriamo che alla fine non venga fuori un pastrocchio.


Sissy - 12/10/2005 alle 10:55

Secondo me è solo troppo presto per fare un film su Pantani, la ferita è ancora troppo aperta...


Angian - 12/10/2005 alle 11:13

[quote][i]Originariamente inviato da nalya [/i] ank'io condivido la tua idea... secondo me il film deludera' parecchio le aspettative del pubblico, specie i tifosi del pirata, questo x motivi diversi: - lo stato scadente del cinema italiano - il racconto dei fatti che si limitera' a ricordare le belle imprese di Marco e non a denunciare fatti oscuri - ecc ecc ecc.... credo che i primi due bastino a indicare un film che nn rispetti le aspettative [/quote] Ti quoto.


marco83 - 11/04/2006 alle 16:04

Sentite qua... [b]11/04/2006 Mario Venuti: «Farò Pantani, ma resto il dandy del pop» [/b] [i]«Interpreterò Pantani in una nuova fiction su Raiuno, ma non tradirò la musica e resterò sempre un dandy mediterraneo». Così parla e si racconta Mario Venuti su le colonne de «Il Giornale» in edicola oggi. L'ex leader dei Denovo che, eliminato dall'ultimo Sanremo, ora si sta togliendo le sue belle soddisfazioni. "Un altro posto nel mondo", il suo brano, è stato uno dei più trasmessi dalle radio e dei più scaricati su I-Tunes, l'album "Magneti" viaggia bene in classifica, il suo tour teatrale con "Arancia Sonora" funziona a gonfie vele, merito di un pop d'autore che sa colpire al primo colpo sfuggendo le trappole dell'usa e getta. Così si racconta Venuti a Antonio Lodetti de «Il Giornale». «Mi hanno chiesto di interpretare il grande Pantani a due anni dalla scoperasa perché tra noi c'è una certa assomiglianza. Non ho ancora letto il copione perché sono in piena tornée e lo sarò fino a fine estate». Per il ruolo di Pantani inizialmente si era pensato a Claudio Bisio. «Anche lui assomiglia al campione. Mi piace l'idea di far rivire un personaggio da leggenda come Pantani attraverso i suoi trionfi e il suo dramma personale». Tranquillizziamo i suoi fan: non lascerà il pop. «La fiction è una sfida stimolante e affascinante ma fa parte di un mondo diverso dal mio. Amo fare nuove esperienze ma la vita è la musica» [/i] tuttobiciweb.it Dare un ruolo così importante a un artista che non ha esperienze cinematografiche, beh... mi lascia quanto meno perplesso! :boh: Per chi non lo conoscesse, questo è Mario Venuti... [img]http://www.cosedimusica.it/fotobio/Foto_Mario_Venuti.jpg [/img]


Pantanì - 11/04/2006 alle 16:10

[quote][i]Originariamente inviato da marco83 [/i] Sentite qua... [b]11/04/2006 Mario Venuti: «Farò Pantani, ma resto il dandy del pop» [/b] [i]«Interpreterò Pantani in una nuova fiction su Raiuno, ma non tradirò la musica e resterò sempre un dandy mediterraneo». Così parla e si racconta Mario Venuti su le colonne de «Il Giornale» in edicola oggi. L'ex leader dei Denovo che, eliminato dall'ultimo Sanremo, ora si sta togliendo le sue belle soddisfazioni. "Un altro posto nel mondo", il suo brano, è stato uno dei più trasmessi dalle radio e dei più scaricati su I-Tunes, l'album "Magneti" viaggia bene in classifica, il suo tour teatrale con "Arancia Sonora" funziona a gonfie vele, merito di un pop d'autore che sa colpire al primo colpo sfuggendo le trappole dell'usa e getta. Così si racconta Venuti a Antonio Lodetti de «Il Giornale». «Mi hanno chiesto di interpretare il grande Pantani a due anni dalla scoperasa perché tra noi c'è una certa assomiglianza. Non ho ancora letto il copione perché sono in piena tornée e lo sarò fino a fine estate». Per il ruolo di Pantani inizialmente si era pensato a Claudio Bisio. «Anche lui assomiglia al campione. Mi piace l'idea di far rivire un personaggio da leggenda come Pantani attraverso i suoi trionfi e il suo dramma personale». Tranquillizziamo i suoi fan: non lascerà il pop. «La fiction è una sfida stimolante e affascinante ma fa parte di un mondo diverso dal mio. Amo fare nuove esperienze ma la vita è la musica» [/i] tuttobiciweb.it Dare un ruolo così importante a un artista che non ha esperienze cinematografiche, beh... mi lascia quanto meno perplesso! :boh: Per chi non lo conoscesse, questo è Mario Venuti... [img]http://www.cosedimusica.it/fotobio/Foto_Mario_Venuti.jpg [/img] [/quote] Beh che dire c'è solo la pelata... E ameno che non ci facciano un musical sul Pirata, non condivido la scelta


cyclingteam2001 - 11/04/2006 alle 16:15

non mi sta molto simpatico venuti....però almeno è meglio di bisio


maurofacoltosi - 11/04/2006 alle 16:17

L'attore non sarà Venuti. Stasera cerco il nome e ve lo posto.


Monsieur 40% - 11/04/2006 alle 16:17

[quote][i]Originariamente inviato da cyclingteam2001 [/i] non mi sta molto simpatico venuti....però almeno è meglio di bisio [/quote] Per me Bisio canta anche meglio. Non parliamo delle qualità (nulle, nel caso di Venuti) d'attore. Please.


robby - 11/04/2006 alle 16:20

ma almeno saprà andare mani basse in bici mentre scatta in salita????:boh: staremo a vedere ma non condivido + di tanto la scelta


cyclingteam2001 - 11/04/2006 alle 16:20

sulle qualità non si discute....ma io intendevo "meglio" fisicamente


maurofacoltosi - 11/04/2006 alle 16:21

L'attore che interpreterà Pantani sarà [b]Rolando Ravello [/b] Fonte: TV sorrisi e canzoni La somiglianza c'è ed è molto forte. [img]http://www.girodivite.it/IMG/jpg/Ravello.jpg [/img]


marco83 - 11/04/2006 alle 16:24

Se devo essere sincero, tra i due quello che somiglia di più al Pirata mi sembra Venuti... comunque, se fosse questo Ravello il protagonista, ben venga! Se non altro... è attore! :D


Monsieur 40% - 11/04/2006 alle 16:24

Forse faranno come con Padre Pio-Placido per Rai1 e con Padre Pio-Castellitto per Canale5 (o viceversa, non ricordo). Spero di no.


robby - 11/04/2006 alle 16:25

guardate che se mi rapo a zero e perdo una decina di chili il Panta nella fiction lo posso fare io!!!!!!!


marco83 - 11/04/2006 alle 16:26

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] guardate che se mi rapo a zero e perdo una decina di chili il Panta nella fiction lo posso fare io!!!!!!! [/quote] Sborone!!! :D:D:D


maurofacoltosi - 11/04/2006 alle 16:28

Confermo. Ci saranno due film, uno di Mediaset e uno della RAI. Saranno ispirati ai libri di Manuela Ronchi e Bergonzi / Cassani.


Monsieur 40% - 11/04/2006 alle 16:31

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Spero di no. [/quote] c.v.d. :doh:


WebmasterNSFC - 11/04/2006 alle 16:32

Hanno visto che il ciclismo tira + della patatina...e vai di copieee! Non so se sia un bene o un male, staremo a vedere.


violetta - 11/04/2006 alle 17:29

Tutta questa smania di fare un film......boh, secondo me i tempi non sono ancora maturi.........e poi i due attori.....:boh:


pedalando - 11/04/2006 alle 17:38

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Tutta questa smania di fare un film......boh, secondo me i tempi non sono ancora maturi.........e poi i due attori.....:boh: [/quote] condivido, e vedrai che verra' lanciato come l'ennesimo tentativo di fare chiarezza. Sui 2 attori non mi esprimo per mia ignoranza. Ma lo so gia', adesso stiamo a storcere il naso, ma poi saremo tutti li' in prima fila, col groppone in gola....:(


violetta - 11/04/2006 alle 17:54

Io sarò la prima che in quell'occasione rinfrancherò le casse di una fabbrica di fazzoletti..


itammb - 12/04/2006 alle 09:19

Personalmente penso che le vie per fare "i soldi" sia più lunghe e ardue delle salite che ha dovuto affrontare il pirata....ma in questa disciplina si trovano scalatori divini... Se proprio "devono" fare un film che la storia si fermi a Madonna di Campiglio....quindi spero che ci regalino il meglio di quest'atleta....


renatoilciclistafortunato - 12/04/2006 alle 11:51

Secondo me è ancora troppo presto per fare un film su una persona che è scomparsa solamente 2 anni fa, ci sono ancora troppi particolari oscuri della vicenda. Anche la scelta di bisio mi sembra del tutto inappropiata perchè non è nè un attore a tutti gli effetti, ma solo un presentatore comico. Fosse per me aspetterei ancora un pò per girare questo film e cambierei l'attore scelto.


Vuelta Espana - 12/04/2006 alle 12:37

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Io sarò la prima che in quell'occasione rinfrancherò le casse di una fabbrica di fazzoletti.. [/quote] Mi sa che saremo in due...o meglio, lo spero, perchè preferisco singhiozzare che arrabbiarmi per degli errori... ..e come detto da Itammb, spero che non calchino troppo la mano sulla vicenda della cocaina e della morte (ancora troppo poco chiara), ossia che ne venga fuori il film su di un grande eroe del ciclismo, e non su di uno "morto per overdose che tra le varie cose era pure ciclista"... ...concludo dicendo che la "doppia fiction" non mi convince nemmeno un po'...ma andranno in onda pure a poco tempo di distanza o no?


Monsieur 40% - 12/04/2006 alle 12:41

[quote][i]Originariamente inviato da renatoilciclistafortunato [/i] [...]Anche la scelta di bisio mi sembra del tutto inappropiata perchè non è nè un attore a tutti gli effetti, ma solo un presentatore comico.[...][/quote] Bisio è stato un vincitore di premio Oscar con Mediterraneo di Gabriele Salvatores. E comunque pare che la scelta dell'attore sia caduta su altri (per rifiuto di Bisio, ndr).


WebmasterNSFC - 12/04/2006 alle 12:41

[quote][i]Originariamente inviato da Vuelta Espana [/i] ..e come detto da Itammb, spero che non calchino troppo la mano sulla vicenda della cocaina e della morte... [/quote] Perchè hai dubbi che non lo faranno? :OIO


Vuelta Espana - 12/04/2006 alle 13:18

[quote][i]Originariamente inviato da WebmasterNSFC [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Vuelta Espana [/i] ..e come detto da Itammb, spero che non calchino troppo la mano sulla vicenda della cocaina e della morte... [/quote] Perchè hai dubbi che non lo faranno? :OIO [/quote] Ti prego lasciami un po' di speranza :(


renatoilciclistafortunato - 12/04/2006 alle 14:51

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da renatoilciclistafortunato [/i] [...]Anche la scelta di bisio mi sembra del tutto inappropiata perchè non è nè un attore a tutti gli effetti, ma solo un presentatore comico.[...][/quote] Bisio è stato un vincitore di premio Oscar con Mediterraneo di Gabriele Salvatores. E comunque pare che la scelta dell'attore sia caduta su altri (per rifiuto di Bisio, ndr). [/quote] Sarà stato anche un vincitore di oscar (nn lo sapevo) ma come attore è pessimo visti i suoi ultimi film. Comunque meglio così che abbia rifiutato. Allora chi è stato scelto a suo posto?


Monsieur 40% - 12/04/2006 alle 14:59

Nella pagina precedente, oltre a Bisio, ci sono le foto e i nomi di altri due personaggi: uno sarà il Pantani della Rai, l'altro di Mediaset.


robby - 12/04/2006 alle 15:15

[quote][i]Originariamente inviato da marco83 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] guardate che se mi rapo a zero e perdo una decina di chili il Panta nella fiction lo posso fare io!!!!!!! [/quote] Sborone!!! :D:D:D [/quote] Marco, non perchè sono forte in salita come lui, ma perchè ciclisticamente parlando 8(a meno che sti attori non siano degli amanti delle 2 ruote) se mi metto a mani basse in salita faccio la mia porca figura :D Però dovrei butare giù una 10ina di kili e cosa peggiore di tutte DEPILARMI :D:D:D:D:D:D:D cmq a parte tutto pure per me i tempi non sono ancora maturi ma staremo a vedere nella speranza che se lo faranno sia rai che mediaset facciano un lavoro fatto bene e non incentrato sull'argomento cocaina e morte...in quel caso propongo di riempire i centralini delle due reti di proteste....quando la Pivetti fece il programma sul Panta non potete sapere quante gliene ho dette per telefono all'ufficio delle proteste!!!!!!!!!!!


cancel58 - 31/07/2006 alle 13:30

Claudio Bonivento vuole restituire il campione ai milioni di tifosi che l'hanno amato e continuano ad amarlo. Per quello che era, con le sue fragilità. "Pantani merita rispetto" dice "non è una colpa non farcela". La storia dell'unico ciclista italiano dopo Fausto Coppi a vincere Giro e Tour (era il 1998), morto due anni fa per overdose di cocaina a 34 anni, rivive nel film che il regista comincerà a girare a fine settembre: "Pantani, l'orgoglio ritrovato". Mesi di sopralluoghi, da Cesena alle Dolomiti, un progetto importante per il debutto come produttore di fiction del re del varietà Bibi Ballandi, che ha chiamato Bonivento in esclusiva nella nuova società. Il film per Raifiction è realizzato anche con la collaborazione di Matteo e Roberto Levi. Andrà in onda su RaiUno nel 2007. Passionale, pronto a rischiare per le cose in cui crede, una visione romantica del cinema ("Io dico che di produttori veri, alla Cristaldi, per capirci, ne sono rimasti pochi. Uno è Procacci"), produttore e regista di più di 60 film (l'ultimo per la tv è Il grande Torino), Bonivento è partito da due aspetti contrastanti del carattere di Pantani - orgoglio e fragilità - per portare in tv la sua storia. La notizia della morte del campione, battuta dall'Ansa il 14 febbraio del 2004 alle 22.41, fa il giro del mondo. "Arresto cardiaco" per i medici. Ma le voci si rincorrono, Pantani era rimasto solo, schiacciato dalla depressione; nella stanza del residence Le Rose di Rimini scatole di medicinali, qualche foglio scritto. Si parla di droga: overdose di cocaina. Suicidio è la parola che fa paura. Il Pirata si è arreso all'ultima salita. Nel film, tante suggestioni: la smorfia di dolore sul viso nelle scalate solitarie sul Pordoi, e il Pirata senza bandana sconfitto dal doping. "Non facciamo un film a tesi, non siamo un tribunale ma nel nostro piccolo vogliamo fare chiarezza", spiega il regista, che firma la sceneggiatura con Roberto Iannone, con cui ha scritto Il grande Torino, e Nicola Lusuardi, "Il protagonista è Rolando Ravello, un bravissimo attore che assomiglia a Pantani. Nicoletta Romanoff interpreta la sua fidanzata. Il Pirata è stato un simbolo, un grande sportivo, un figlio della provincia che ha conquistato il mondo. Ha raggiunto traguardi inimmaginabili, ma il campione grintoso era anche debole. Certo non è stato solo una vittima, ma non era neanche un carnefice. Ha fatto male solo a se stesso. La fragilità la rispetto più della forza... Su Pantani hanno scritto tanto: cose belle, orrende, infamanti. Insieme a Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni, amici di Marco, e autori di Un eroe tragico, il libro al quale s'ispira la fiction, cerchiamo la verità". Ne è convinto: "Dietro ogni campione c'è un uomo, con i suoi buchi neri: Pantani fu sospeso quindici giorni, avrebbe potuto ricominciare a correre. La stessa cosa successe al grande Eddy Merckx. Ma lui non accettava che i tifosi potessero pensare che le vittorie non fossero frutto del suo talento. Non è colpa sua se non ha retto al peso". fonte:www.repubblica.it


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 13:36

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da renatoilciclistafortunato [/i] [...]Anche la scelta di bisio mi sembra del tutto inappropiata perchè non è nè un attore a tutti gli effetti, ma solo un presentatore comico.[...][/quote] Bisio è stato un vincitore di premio Oscar con Mediterraneo di Gabriele Salvatores. E comunque pare che la scelta dell'attore sia caduta su altri (per rifiuto di Bisio, ndr). [/quote] Per la precisione, IL FILM "MEDITERRANEO" ha vinto l'Oscar (miglior film straniero). Non BISIO come attore in quel film. Forse si capiva, ma meglio specificare.:)


super cunego - 31/07/2006 alle 14:55

Quando escono sti film???


faberz10 - 31/07/2006 alle 18:34

Pantani facciamolo fare a Peppe Quintale ...


volpe0084 - 01/08/2006 alle 12:06

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Io sarò la prima che in quell'occasione rinfrancherò le casse di una fabbrica di fazzoletti.. [/quote] :(anche io.. però mi fa schifo la smania di lugubrare della tv su queste vicende particolari..


violetta - 03/08/2006 alle 20:50

Il film per Raiuno e diretto da Bonivento andrà in onda nell inverno 2007, l altro non ne ho idea.. Il film di Bonivento si avvale della partecipazione di Luigi Bielli, come preparatore degli attori, già collaboratore per il film "bartali"


W00DST0CK76 - 03/08/2006 alle 22:18

Penso che quella di Rolando Ravello possa essere una buona scelta, è un bravo attore divenuto famoso grazie al "cult" horror Almost Blue, ed è anche abbastanza somigliante, chissà se potrà essere credibile anche in bicicletta. [img] http://img444.imageshack.us/img444/1258/m15165nv7.gif[/img]

 

[Modificato il 03/08/2006 alle 22:20 by W00DST0CK76]


maurofacoltosi - 30/08/2006 alle 12:13

[quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] L'attore che interpreterà Pantani sarà [b]Rolando Ravello [/b] Fonte: TV sorrisi e canzoni La somiglianza c'è ed è molto forte. [img]http://www.girodivite.it/IMG/jpg/Ravello.jpg [/img] [/quote] Il ruolo di Christine, la fidanzata di Marco, sarà interpreto da Nicoletta Romanoff [img]http://www.panorama.it/media/020001052675.jpg [/img] Fonte: www.panorama.it


violetta - 30/08/2006 alle 13:09

Ravello si sta allenando duramente da qualche mese, e chi lo ha visto, ha notato grossi progressi, certo ora c'è da affinarelo stile e il modo di andare magari senza mani sul manubrio...ma ci siamo....le riprese inizieranno verso la seconda metà di settembre...alla prossima con altre notizie!


pedalando - 30/08/2006 alle 13:12

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Ravello si sta allenando duramente da qualche mese, e chi lo ha visto, ha notato grossi progressi, certo ora c'è da affinarelo stile e il modo di andare magari senza mani sul manubrio...ma ci siamo....le riprese inizieranno verso la seconda metà di settembre...alla prossima con altre notizie! [/quote] Si sta allenando da solo o e' seguito da qualche esperto? Mi viene in mente l'ex prof che aveva aiutato gli attori che hanno fatto Bartali e Coppi nello sceneggiato Tv sul toscanaccio. Se non ricordo male lo avevi intervistato proprio tu. Vero?


Laura Idril - 30/08/2006 alle 13:12

E' terribilmente somigliante... fa proprio uno strano effetto. Davvero


Monsieur 40% - 30/08/2006 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Ravello si sta allenando duramente da qualche mese, e chi lo ha visto, ha notato grossi progressi, certo ora c'è da affinarelo stile e il modo di andare magari senza mani sul manubrio...ma ci siamo....le riprese inizieranno verso la seconda metà di settembre...alla prossima con altre notizie! [/quote] Si sta allenando da solo o e' seguito da qualche esperto? Mi viene in mente l'ex prof che aveva aiutato gli attori che hanno fatto Bartali e Coppi nello sceneggiato Tv sul toscanaccio. Se non ricordo male lo avevi intervistato proprio tu. Vero? [/quote] Sì, lo intervistò Violetta. Mi pare si chiami Billio - l'ex-prof - e gli parlai in occasione del GP Liberazione del 25 aprile a Roma. Mi disse - allora - che avrebbe dovuto allenare "un" Pantani, ma non ricordo se quello della Rai (presumibile, visto Bartali) o quello della Mediaset (ovviamente ci sarà concorrenza d'audience, a mo' di Placido-Padre Pio-Castellitto)...


violetta - 30/08/2006 alle 14:20

si lo intervistai io ed è esattamente lui, Luigi Bielli, che allena e ha preparato Ravello per il film. La somiglianza è lampante, e da quello che mi ha detto Luigi pochi gioni fa ,l attore è motivatissimo e orgoglioso del ruolo che deve interpretare.Grande è stato lo sforzo dato che lui non era mai salito su una bici da corsa!!!


pedalando - 31/08/2006 alle 13:25

grazie per i chiarimenti. ;)


maurofacoltosi - 18/09/2006 alle 18:07

Mamma Tonina sarà interpretata da Silvia Annichiarico, attrice che finora si era sempre misurata in ruoli comici. Tra le sue interpretazioni più divertenti, quella della giudice pettoruta nel processo di mafia di "Fantozzi alla Riscossa" (nella foto, tratta dal sito www.caratteristi.it) [img]http://www.caratteristi.it/foto2/Silvia_Annichiarico.jpg [/img]


violetta - 18/09/2006 alle 20:56

[quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] Mamma Tonina sarà interpretata da Silvia Annichiarico, attrice che finora si era sempre misurata in ruoli comici. Tra le sue interpretazioni più divertenti, quella della giudice pettoruta nel processo di mafia di "Fantozzi alla Riscossa" (nella foto, tratta dal sito www.caratteristi.it) [img]http://www.caratteristi.it/foto2/Silvia_Annichiarico.jpg [/img] [/quote] oh signor...


Monsieur 40% - 19/09/2006 alle 00:25

Ragazzi, guardate che gli attori comici sono attori. E, se sono bravi, gli attori sanno fare i cattivi, i buoni, i brutti, i belli, i comici e i drammatici.


furslide - 19/09/2006 alle 12:05

Io penso che un film del genere non serve proprio. Chi vuole sapere chi era Pantani é meglio che guardi una delle sue imprese o guarda lo speciale sfide. e poi si guardi anche gli occhi di Marco quando scende le scale da Madonna di Campiglio. Erano come due candele spente e anche dopo non ho mai piú visto questa sua voglia di vivere che aveva negli occhi prima di Campiglio. Questo film servirá, ma per fare ancora soldi con la gallina delle uova d'oro. Pantani, in un certo senso, rende ancora. piú dei ciclisti vivi. e qualcuno cerca di sfruttare ancora questo suo fascino che non si spegnerá mai. Chissá cosa avesse Pensato Pantani su un filmn del genere. Ma per fortuna queste cose non le deve piú sopportare. Ha giá sopportato troppo nella sua vita.


EugeRambler - 19/09/2006 alle 12:24

messa in questi termini allora anche un film sull'olocausto o sulla guerra non avrebbe alcun senso. basterebbe leggere un libro di storia o vedere una manciata di documentari... se la qualità del film è pregievole ben venga (di qualsiasi film si parli). se vuole essere un ricordare "sano" ben venga.


violetta - 19/09/2006 alle 14:33

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Ragazzi, guardate che gli attori comici sono attori. E, se sono bravi, gli attori sanno fare i cattivi, i buoni, i brutti, i belli, i comici e i drammatici. [/quote] nn sminuisco affatto gli attori comici...solo che non mi pareva il caso d mettere lei a fare mamma Tonina....x somiglianza intendo...


simone89 - 19/09/2006 alle 16:45

l'importante è che sia capace di svolgere bene il ruolo di mamma tonina... non credo servi molto la somiglianza fisica per questo ruolo...


violetta - 19/09/2006 alle 19:37

[quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] l'importante è che sia capace di svolgere bene il ruolo di mamma tonina... non credo servi molto la somiglianza fisica per questo ruolo... [/quote] la somiglianza fisica, per quanto rguarda Tonina, è strettamente collegabile al carattere e agli episodi che riguarderanno Mamma Tonina...


nino58 - 20/09/2006 alle 15:45

Non credo molto ai film sui campioni dello sport. Ai tempi di Coppi e Bartali non c'erano dirette televisive e i filmati sono limitati come durata. Ma per capire un atleta come Pantani veramente basterebbero le registrazioni integrali delle tappe del Giro e del Tour. E anche chi era troppo piccolo per averle viste capirebbe senza necessità di troppi commenti.


53.11 - 20/09/2006 alle 17:02

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Non credo molto ai film sui campioni dello sport. Ai tempi di Coppi e Bartali non c'erano dirette televisive e i filmati sono limitati come durata. Ma per capire un atleta come Pantani veramente basterebbero le registrazioni integrali delle tappe del Giro e del Tour. E anche chi era troppo piccolo per averle viste capirebbe senza necessità di troppi commenti. [/quote] straquoto:clap::clap::clap::clap:


pedalando - 20/09/2006 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Non credo molto ai film sui campioni dello sport. Ai tempi di Coppi e Bartali non c'erano dirette televisive e i filmati sono limitati come durata. Ma per capire un atleta come Pantani veramente basterebbero le registrazioni integrali delle tappe del Giro e del Tour. E anche chi era troppo piccolo per averle viste capirebbe senza necessità di troppi commenti. [/quote] io non sono daccordo e sopratutto non riesco a capire la coerenza fra il non volere film su Pantani e l'arrabbiarsi quando si leggono i soliti luoghi comuni infamanti. Chi e' appassionato di ciclismo magari ha le registrazioni delle tappe, o magari non le ha e gli farebbe piacere saperne di piu'. Ma chi non e' appassionato? Avete mai provato a sentire l'opinione, sul nostro sport e su Marco, che ha la gente che non segue il ciclismo ? Da rabbrividire. Quindi ben vengano i film su Coppi, Bartali e adesso Pantani. Ben vengano attori non troppo somiglianti ma capaci di "bucare lo schermo" e trattenere i telespettatori. L'importante, a mio parere, e' che venga data loro la possibilita' di conoscere meglio la storia, seppur romanzata, di questi campioni. L'ignoranza ed il pregiudizio camminano mano nella mano.


robby - 21/09/2006 alle 08:32

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] L'ignoranza ed il pregiudizio camminano mano nella mano. [/quote] RISPETTO MASSIMO ESPONENZIALE!!!!!:yes:


nino58 - 21/09/2006 alle 08:33

Non è che non voglio i film sui campioni dello sport; dico che, laddove esista documentazione ampia , questa mi da' una maggiore completezza di comprensione rispetto ad una fiction. Ed anche un altro phatos. Tutto qui.


Laura Idril - 21/09/2006 alle 08:37

Però alla signora Lucia Rossi dei filmati originali di Pantani magari importa poco, mentre una storia romanzata lo fa apparire molto più interessante. I film sui capioni dello sport non li guardano solo gli appassionati.


violetta - 25/09/2006 alle 15:40

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] Però alla signora Lucia Rossi dei filmati originali di Pantani magari importa poco, mentre una storia romanzata lo fa apparire molto più interessante. I film sui capioni dello sport non li guardano solo gli appassionati. [/quote] la storia di Marco non deve essere in alcun modo romanzata...Non c'è bisogno di rendere la pillola dolce "basta un poco di zucchero e la pillola va giù", no, i film su Marco, almeno uno dei due, dovrà avere lo scopo di fare, anche un pò, di luce sulla vicenda di Canpiglio e sull'importanza che certi comportamenti hanno avuto sulla vita successiva di Marco...in questo film non si dovrà assolutamente romanzare, altrimenti il risultato sarà assolutamente scadente.


furslide - 25/09/2006 alle 17:29

questo film non porterá fuori neanche il 0,00001% della veritá di Campiglio, di questo ne sono sicuro, come potrebbe anche?


maurofacoltosi - 10/10/2006 alle 12:29

Ecco qui Rolando Ravello nell'interpretazione di Marco [img]http://www.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2006/10/10/0J6VPXQG--280x190.jpg [/img] Fonte: www.gazzetta.it


robby - 10/10/2006 alle 12:57

madonna mia è somigliantissimo!!!!1 e dall'immagine non sembra nemmeno male in bicicletta


violetta - 10/10/2006 alle 13:07

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] madonna mia è somigliantissimo!!!!1 e dall'immagine non sembra nemmeno male in bicicletta [/quote] ha faticato tantissimo...con allenamenti specifici sulla posizione proprio di Marco, l attore è stato seguito da persone che hanno lavorato cn Marco in modo da riuscire a renderlo, sportivamente, il più somigliante possibile al suo personaggio. sembra sia stato fatto un buon lavoro


maurofacoltosi - 10/10/2006 alle 13:09

Mi sta venendo il dubbio che l'immagine che è stata messa sul sito della Gazzetta sia quella del vero Pantani. Comunque, basta comprare la Gazzetta cartacea di oggi per fare un paragone tra le immagini del Pantani vero e di Ravello


North Wind - 10/10/2006 alle 13:12

Secondo me no Mauro, è troppo spallato e anche le braccia sono notevoli.. è talmente simile che anche il re dei quiz fotografici ha qualche dubbio :) Grandissima cura dei particolari comunque... almeno.. da questa immagine sembra così..


North Wind - 10/10/2006 alle 13:26

[img]http://www.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2006/10/10/0J6VPXQG--280x190.jpg [/img] [img]http://laflammerouge.com/archives/images/pantani_maglia_rosa-thumb.JPG[/img] La differenza tra il Pantani attore e quello reale.. All'epoca le orecchie erano a sventola, le spalle più strette e le braccia pure, anche muscolarmente si nota la differenza..

 

[Modificato il 10/10/2006 alle 13:28 by North Wind]


violetta - 10/10/2006 alle 13:43

L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell arrivo, è molto somigliante


super cunego - 10/10/2006 alle 13:47

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell arrivo, è molto somigliante [/quote] Pensa che io prima di leggere la didascala pensavo fosse lui, la foto era più piccola, ma è mooolto simile. http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2006/10_Ottobre/10/pantani.shtml


violetta - 10/10/2006 alle 14:23

Da Gazzetta.it MADONNA DI CAMPIGLIO (Trento), 10 ottobre 2006 - La somiglianza è impressionante. Rolando Ravello, l’attore che interpreta Marco Pantani, avanza con la maglia rosa, le orecchie a sventola e gli occhiali gialli, si ingobbisce sulla bicicletta, la scruta e l’accarezza: sembra il Pirata. E' il primo ciak della fiction "Il Pirata-l’orgoglio ritrovato" dedicata alla tragedia umana del campione, che parte proprio da qui, Madonna di Campiglio: quel 4 giugno 1999 fu l’ultimo giorno felice di Pantani prima di essere escluso dal Giro perché aveva l’ematocrito fuori norma. Una giornata di sole e montagne lucenti, estiva come allora, che sembra nel destino di Ravello, nato proprio il 4 giugno. Lui è emozionatissimo. "Non ho dormito per tutta la notte, e appena sono salito sulla bicicletta che ha usato Pantani mi è venuta la pelle d’oca. Avevo paura prima di cominciare, ma mi sono sciolto grazie anche ai suoi compagni che mi danno tanti consigli. Un regalo enorme. Mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli". Quando le è stato chiesto di interpretare Pantani qual è stato il primo pensiero? "Innanzitutto ho sentito una grande responsabilità. Pantani non è come Bartali o Coppi: il suo ricordo è talmente fresco che è ancora negli occhi di tutti. Poi un senso di rispetto, per lui e per la famiglia, che incontrerò a Cesenatico. E ho cominciato a studiarlo con onestà e buona fede. E’ una storia troppo delicata". Come sarà Marco in tv? "Spero di essere rispondente alla sua figura. Non lo santifico, né lo faccio cadere in un abisso. Non sarò né un sosia, né un imitatore. Interpreterò il mio Marco con obiettività". L’aveva conosciuto? "No, ma ero un suo grande tifoso. Per me era come un mito del rock. E’ stato lui a farmi appassionare al ciclismo". Che idea si è fatto di lui? "Un ragazzo orgoglioso, un leader buono, un trascinatore: l’ultima decisione era sempre la sua. Aveva una grande volontà, era sin troppo ostinato, già da quella mattina del 5 giugno non pensava di riuscire a riprendersi. Si sentiva in colpa per aver tradito i tifosi". Come si è allenato? "Cyclette da gennaio, quando mi ha chiamato il regista Bonivento, che ringrazio. Dal 1º agosto, dopo la conferma, mi alleno con Luigi Bielli, detto Billo (lo stesso che guidò l’attore Favino, interprete di Gino Bartali,n.d.r.): due-tre ore in bici più palestra. Ho aumentato la massa muscolare di gambe e glutei e diminuito quella del torace. Sono dimagrito sei chili e ho le stesse misure di Marco: alto 1,72 per 59 chilogrammi. Solo che... qua tutti mangiano canederli e stinchi, mi tocca uscire prima dal ristorante perché mi vengono attacchi di fame...". Cosa pensa quando si guarda allo specchio? "Mi vengono i brividi. Giorni fa ho indossato gli abiti di Pantani: il giubbino, i jeans con le tasche, la camicia aperta... ho abbassato il capo, mi sono visto dimagrito e mi sono ritrovato con la sua postura... mi è preso un colpo". E nel carattere si sente simile a lui? "Mah, io fino a 12 anni ero un ciccione e i compagni di scuola mi deridevano. Non credo di essere un trascinatore, amo la solitudine. Ma la sua vicenda mi ha appassionato: ormai Marco è dentro di me". Finora che cosa le ha insegnato questa esperienza? "A provare odio e amore per la fatica. Quando chiedevano a Pantani perché andasse così forte in salita lui rispondeva: 'Così l’agonia finisce prima'". Ciak, si gira: già tutti lo chiamano "Panta". Gabriella Mancini E bravissimo Billo...bel lavoro!


simone89 - 10/10/2006 alle 14:57

dai sono stati bravi... è difficile essere sosia del panta e anche attori...


magic box - 10/10/2006 alle 14:59

Si somigliano molto ma l'attore è un po + grosso secondo me!!!:cool: Cmq speriamo sia un bel film che celebri un grande campione come è stato Marco :OO:


simone89 - 10/10/2006 alle 15:04

poverino non possiamo farlo dimagrire di altri 5 o 6 kg... credo che per fare questo film tra allenamenti e diete già parecchi kg li ha persi.....


urgnanese - 10/10/2006 alle 15:10

ricordiamoci che è una FICTION..non potrà mai essere uguale a Marco!


violetta - 10/10/2006 alle 15:12

[quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] poverino non possiamo farlo dimagrire di altri 5 o 6 kg... credo che per fare questo film tra allenamenti e diete già parecchi kg li ha persi..... [/quote] è molto dimagrito...questo è il massimo che poteva fare..


miky70 - 10/10/2006 alle 16:23

So già che comincerò a piangere appena vedrò la prima scena.


Drein - 10/10/2006 alle 18:48

Impressionante davvero la somiglianza. anke io quando ho visto la foto prima di leggere l' articolo credevo fosse il panta vero. riguardo il peso quando vinse giro e tour era un kiodo ma negli anni seguenti è andato progressivamente ingrassando. ricordo la differenza notevole fra il 98 e l ultimo giro ke ha fatto. quindi l' attore mi sembra ok..


ProfRoubaix - 10/10/2006 alle 20:45

[quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] L'immagine comparsa sulla gazzetta è quella delle riprese del film...comunque dai quanto a stile, se avete bene in mente quell'arrivo, è molto somigliante [/quote] Pensa che io prima di leggere la didascala pensavo fosse lui, la foto era più piccola, ma è mooolto simile. [/quote] Anch'io mi ero sbagliato. Somiglianza davvero impressionante.


luke - 10/10/2006 alle 20:56

A me rompe tremendamente fare il 'guastafeste' (per quello che può importare a voi..), ma a me della somiglianza di Favino non potrebbe fregare di meno. Premetto che rispetto in pieno l'impegno dell'attore, ma basta guardarlo abbassando gli occhi sotto le spalle e si vede che la somiglianza già non c'è, ma la produzione ha una fortuna non indifferente: ci sono un mare di immagini fresche, recenti di Marco che pedala. Basterebbe usare quelle, magari scegliendo un'ambientazione più appropriata. Mi spiego: basterebbe far vedere le immagini del vero Pantani viste da tifosi seduti al bar o nel salotto di casa, mentre guardano la tv. Per carità, ci risparmino scene pietose di corsa come quelle viste nei film dedicati a Coppi e recentemente a Bartali..... Ma quello che veramente conta è il contenuto del film: è un'occasione unica per restituire al pubblico l'immagine del campione e dell'uomo Pantani, del ragazzo amato da tutti, della sua personalità unica. Certo, si dovrà anche parlare degli ultimi terribili cinque anni, magari per far capire al pubblico cosa abbia dovuto patire il Panta e che vicenda incredibile sia stata la sua. Se invece si parlerà di droga, di donnine, di doping e lo si mostrerà in preda alla depressione ed all'isteria, sarà l'ennesimo autogol, l'ennesima spalata di letame sul suo mito. Una cosa mi conforta: visti gli ultimi sviluppi e le novità sulla sua Fondazione, ci scappa che magari finalmente verrà tutelato meglio... anche se, come dice TEX, è tardissimo.


Alepphe - 11/10/2006 alle 10:55

Con tutto il bene che ho voluto voglio e vorrò a Marco Pantani, mi riesce difficile pensare che un film in cui si parla di lui non parli di doping e depressione. C'è da sperare solo che non se ne parli in modo banale e ipocrita.


pedalando - 12/10/2006 alle 02:50

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Ma quello che veramente conta è il contenuto del film: è un'occasione unica per restituire al pubblico l'immagine del campione e dell'uomo Pantani, del ragazzo amato da tutti, della sua personalità unica. [/quote] sottoscrivo, proprio oggi ho dovuto chiarire ad un amico (ciclista!) che la cocaina venne molto dopo le vittorie. Semplicemente lui non segue molto il ciclismo ("a me piace solo pedalare", dice) e quello che sapeva erano informazioni distorte. [quote]Certo, si dovrà anche parlare degli ultimi terribili cinque anni, magari per far capire al pubblico cosa abbia dovuto patire il Panta e che vicenda incredibile sia stata la sua. Se invece si parlerà di droga, di donnine, di doping e lo si mostrerà in preda alla depressione ed all'isteria, sarà l'ennesimo autogol, l'ennesima spalata di letame sul suo mito. [/quote] ecco questo punto sara' molto delicato e trovo difficile che i tempi televisivi permettano di raccontare onestamente e chiaramente come e' finita la storia di Marco. Forse la soluzione migliore sarebbe quella di sfumare lasciando solo intendere la droga e le brutte amicizie. Senza troppi dettagli. Per arrivare alla fine ed a cosa fu il funerale. Insomma la storia e' finita male e mi sembra giusto che un film del genere lasci l'amaro in bocca.... [quote] Una cosa mi conforta: visti gli ultimi sviluppi e le novità sulla sua Fondazione, ci scappa che magari finalmente verrà tutelato meglio... anche se, come dice TEX, è tardissimo. [/quote] io spero che non ci sia bisogno di tutelare l'immagine. io spero in un film, magari pieno di imprecisioni storiche, ma che racconti la storia onestamente, senza sciacallaggi.


simone89 - 29/10/2006 alle 15:50

VARIE - Pantani Day: film, a Cesenatico rievocata festa dell’agosto ’98 Cesenatico (Cesena) - sabato 28 ottobre 2006 - È stata di nuovo una festa, come quel 12 agosto 1998, quando Marco Pantani rientrò nella sua Cesenatico dopo la vittoria al Giro d'Italia e al Tour de France. Continuano nella cittadina del Cesenate le riprese del TvMovie dedicato al campione del ciclismo. La troupe oggi è stata impegnata sul set della rievocazione del Pantani Day: tantissime persone, in bicicletta e no, vestite di giallo e di rosa, hanno partecipato in Piazza Garibaldi e lungo il Porto Canale alla ricostruzione di quel giorno d'estate di otto anni fa, quando Pantani rientrò a casa dopo la duplice vittoria del Giro e del Tour. Ad accompagnare Rolando Ravello - che impersona il Pirata -, oggi come allora fu per Pantani, sono stati concittadini, fan di tutte le età e appassionati del ciclismo, che lo hanno seguito in una colorato corteo, tra palloncini e striscioni inneggianti all'«Uomo di Romagna che ha domato la montagna». Al termine delle riprese, Rolando Ravello si è recato allo Spazio Pantani, il nuovo museo dedicato alla memoria del Pirata che proprio oggi è stato aperto ufficialmente al pubblico. Ravello ha voluto, con la sua presenza, rendere omaggio al grande campione che sta interpretando in questo TvMovie. Alla festa di inaugurazione dello Spazio Pantani ha preso parte anche il regista del TvMovie, Claudio Bonivento. Le riprese, dopo una giornata di riposo domani, ricominceranno lunedì sul porto Canale di Cesenatico. fonte:ciclonews.it


luke - 09/11/2006 alle 17:03

Riporto testualmente l'articolo online su www.tuttobiciweb.it a dimostrazione che anche chi il ciclismo non lo conosce, se si documenta con umiltà ed attenzione, certe cose le nota subito.... Rolando Ravelli: «Più so di Pantani e più non capisco» A Campiglio e a Cesenatico stanno girando un film su di lui, una fiction tivù che andrà in onda in primavera sulle re­ti Rai: «Il Pirata, l’orgoglio ri­trovato» . Il lavoro sta finendo in que­sti giorni con grande impegno da parte di tutti. Il regista dell’opera è Claudio Boni­vento, quello del film sul Grande Torino. La produzio­ne è di Bibi Ballandi, l’atto­re protagonista si chiama Ro­lando Ravello (nella foto) e la sua somi­glianza con Pantani ha susci­tato emozioni intense fra gli stessi gregari del Pirata che partecipano al film come comparse. «La storia di Marco mi ha molto colpito - ha detto Clau­dio Bonivento - e la voglio raccontare con delicatezza, con sobrietà. Non mi sento un giudice, non voglio parlare di doping e di droga a tutti i co­sti, non cavalco il gossip. Di­co subito che non farò vedere la sua fine, non ci saranno re­sidence e cocaina, la stanza a soqquadro e scene di violen­za. Racconto l’uomo e le sue debolezze. Può aver sbaglia­to, Pantani, ma a me piaccio­no i personaggi che sbagliano nella vita, non quelli che sono perfetti. Mi piacciono di più gli imperfetti. E poi non ha fatto del male a nessuno Pan­tani, caso mai ha fatto del male a se stesso». Bonivento ha letto libri di ciclismo, s’è documentato con grande umiltà, ha parlato con tanta gente. Segnatamente con i genitori di Marco. E pro­segue come se si rivolgesse a se stesso, senza attendere al­tre domande: «Ho le prove che Marco non era stato la­sciato solo in quei giorni tra­gici. Il papà mi ha raccontato tante cose, hanno fatto di tut­to ed in tanti per aiutarlo. Non è stato facile incontrare i genitori. Ho avuto grande rispetto per la famiglia. Ho aspettato che fossero loro ad aver voglia di incontrarmi. Era un animale difficile da braccare, Marco. E non sono riusciti a braccarlo». Il Pirata rivive nei giorni dei suoi trionfi, quella storica accoppiata fra Giro e Tour nell’estate’98. Dopo Coppi nessun altro campione italia­no era mai risucito a far tan­to, da Bartali a Gimondi. Un Tour de France stravinto in piena bufera doping contro Ullrich e gli altri, salvando gli organizzatori quando la Grande Boucle stava andan­do alle deriva. Il Pirata rivive anche nei giorni amari di Campiglio, quando stava stravicendo il Giro d’Italia ’ 99 e lo fermarono perchè aveva l’ematocrito fuori nor­ma, oltre la soglia di 50. Una regola durata pochissimo, che già l’anno dopo non esisteva più. Ma che a Marco è costa­ta il Giro, la carriera, poi la vita. «Non è ben chiaro - prose­gue il regista - cosa sia acca­duto in quell’occasione. C’è qualcosa che mi sfugge. Cer­to più lavoro su di lui, sul per­sonaggio e più mi sembra pazzesco che abbia subito set­te proccessi, dico sette. Pan­tani? No, mi pare davvero ec­cessivo. Io lo vedo più vittima che carnefice. Certo non è stato un santo, ci manchereb­be, me ne rendo conto bene. Ha sbagliato, magari in più occasioni ed in differenti si­tazioni. Però credo che adesso sia innanzitutto da rispetta­re la sua memoria., Ed è quel che intendo fare con questo film» . Il regista non racconta ov­viamente come finirà la fic­tion. Ribadisce soltanto che non vivremo in tivù la cru­dezza ed il dramma degli ul­timi giorni del campione, tro­vato morto nel residence di Rimini la sera del 14 febbraio 2004, nel giorno di san Va­lentino. «Pantani scompare ed al tempo stesso rimane nella memoria della gente. Per sempre. Ho scoperto tanto amore accanto e attorno alla figura di Marco. Spero d’esse­re riuscito a raccontarlo ed a rispettarlo al tempo stesso». (tratto da Tuttosport, 9 novembre 2006, a firma Beppe Conti)


violetta - 09/11/2006 alle 18:21

Ripeto che io non voglio essere critica a priori su questo film...so per certo che le persone che ci stanno lavorando sono persone serie e preparate e voglio dar fiducia anche al regista che già girò un film su un qualcosa di sportivo e che, quindi, penso saprà come gestire certe situazioni. Comunque mi pare che quello che non ha capito bene non sia l attore Ravello, benì il regista, che dice esplcitamente che più si documenta sulla storia di Marco e meno capisce...nel senso che moltissime sono le cose che non tornano...


Monsieur 40% - 05/12/2006 alle 16:30

[b]FICTION SU PANTANI: la posizione dei tifosi[/b] [quote][i]Originariamente inviato da TEX [/i] Tra non molto verranno messe in onda due fiction incentrate sulla figura del mitico Pirata. Vorrei segnalare che sulla rivista "Ciclismo" del mese di dicembre c'è un ampio servizio sull'argomento. Collegandosi all'argomento "fiction" la rivista propone una piccola serie di articoli per approfondire anche altri aspetti riguardanti la figura di Pantani quale fenomeno" mediatico e commerciale. Tra le altre c'è anche l'intervista a Donchisciotte che spiegando la posizione di NTP (Nessunotocchipantani) esprime i dubbi dei tifosi riguardo alla "precedente" gestione dell'immagine di Pantani. Chiarisce anche la sospensione di giudizio sulle fiction, in attesa di vederle e poterle quindi valutare. Sono molto contento che sia stata chiesta anche l'opinione dei tifosi, DI NOI TIFOSI. In questo modo ci si può rendere conto che i tifosi di Pantani non pensano solo al folklore, ma possono anche esprimere pareri da non sottovalutare. Questo contribuisce a rivalutare un'immagine troppo spesso ricorrente, quella del tifoso del Pirata pronto a mettersi una bandana in testa, ad attaccare uno striscione ed a far festa. Il tempo degli striscioni da appendere e delle bandane da diffondere è finito. Adesso non c'è proprio nulla da festeggiare. Gli sforzi vanno concentrati per dare un contributo alla ricerca della verità. Vedremo se queste fiction andranno nella giusta direzione. Io sono personalmente scettico, ma aspetto..... [/quote]


Donchisciotte - 06/12/2006 alle 00:45

Il giornale non l'ho ancora letto perché al mio edicolante arrivano sempre con ritardo. Per quanto io sia molto, molto scettica su queste fiction, per quanto, a mio parere, l'attore non somiglia a Marco , ha dieci anni più di quanti ne avesse Marco nel 1998 e da foto che ho visto mi pare si vedano abbondamentemente, per quanto trovo assudo rappresentare Pantani a così poco tempo dalla sua morte e per quanto dubiti molto che sarà una fiction davvero interessante, devo, però, dire che un merito ce l'ha. E' importante per non far scendere il silenzio su Pantani, almeno per me che sono convinta che solo se si continua a parlarne, a sollevare dubbi ecc., c'è la possibilità che qualcuno di quelli che Pantani aveva invitato a parlare sia spinto, magari, a dire qualcosa. Il rischio è l'affermazione dell'idea di Marco come icona pop, ma il silenzio sarebbe peggio. A questa rivista aveva dato il mio numero morris e mi ha fatto piacere la problematizzazione del mito di Pantani che da qulla conversazione è venuto fuori ( Marco usato commercialmente, Marco e i tifosi, marco apparentemente santificato nelle feste comandate, Marco e la vicenda accusatoria raccontata ne Il capro espiatorio ecc.). Non so ancora,però, come quella lunga conversazione sia stata riassunta. Mi scuso se utilizzo questo forum per motivi personali ma, dal momento che mi sono arrivate due mail piuttosto offensive da due ex partecipanti al forum della Fondazione che riportavano pareri anche di altri , voglio precisare che: - Il capro espiatorio l'ho stampato in opuscoletti A MIE SPESE e, insieme a NTP, l'abbiamo inviato a giornali ( fra cui anche Il Ciclismo), giornalisti, gruppi sportivi, famiglia Pantani ecc. mentre ai tifosi che lo richiedevano lo abbiamo inviato via e mail. - Non l'ho scritto per ricerca di visibilità ma per raccontare una storia di straordinaria ingiustizia usando una certa pignoleria, le mie conoscenze giuridiche e un percorso segnato dalle teorie di Girard sui capri espiatori. - E' così nulla la ricerca di visibilità che l'opuscoletto è firmato Don Chisciotte del gruppo tifosi on line Nessuno tocchi Pantani e l'unico orgoglio che ho è che mi sia stata chiesta un'altra copia da Tonina Pantani per un uso che mi fa molto piacere. - Ho già un lavoro e non ne cerco altri, e se lo cercassi sarebbe, velleitariamente e sparando alto, da storico della filosofia , non si trova lavoro facendo un opuscolo bianco ( un libro bianco avrebbe richiesto una ricerca completa e quasi professionale di atti giudiziari e rassegna stampa di tutti i giornali). Mi scuso ancora per le considerazioni personali ma io sulla passione e l'impegno assolutamente disinteressati per Marco , non scherzo. Chiudo definitivamente con le precisazioni personali.


Donchisciotte - 11/12/2006 alle 00:53

Ho letto oggi l'articolo sulla rivista e mi sembra ben fatto e onesto nel riportare i discorsi fatti sia pure riducendoli di molto e, quindi, semplificandoli ( a parte il fatto che mi chiamo Maria Rita e non Maria Pia). Mi è molto piaciuto l'intervento di Aldo Grasso sulla fiction e le sue perplessità. Ribadisco, guardando le foto, che l'attore è troppo vecchio per interpretare Marco ventottenne e che non gli somiglia. Mi stupisco perché leggendo il cast non sembra esserci qualcuna che interpreti la Ronchi, che vorrà dire? Lì dove non mi sono trovata tanto d'accordo è sulle dichiarazioni di Pier Bergonzi sulla rabbia che i tifosi di Marco nutrono verso la gazzetta e sul fatto che lui si sarebbe aspettato che Marco dicesse la verità su quella mattina. Ovviamente io non riesco a tacere e gli ho mandato oggi un' email di cui copio qua uno stralcio ( perché l'articolo è pubblico e,quindi, può essere commentato e l'e mail è, appunto, un commento). la risposta non ho chiesto l'autorizzazione a renderla pubblica e, quindi, non la scrivo. ........non è vero che i tifosi hanno preso come bersaglio la Gazzetta a causa della sua intransigenza............ Non abbiamo sopportato gli articoli di Cannavò e Zomegnan ( e del resto di quello del 6 giugno, Marco ne parlava ancora con dolore e con rabbia il 13 gennaio 2004...). Gli articoli che mettevano in discussione il talento ( fu vera gloria? Dai dubbi sul talento è stato demolito Marco) , gli articoli da Alice nel paese delle meraviglie che gli intimavano di pentirsi, gli articoli che continuano a parlare di sangue infetto, gli articoli che lo additano come mela marcia o dopato d'Italia. Non è l'intransigenza ( altrimenti si sarebbe avuta anche nei confronti dei giocatori della Juve o delle flebo filmate di qualche eroe italiano o di altri scandali calcistici invece di auspicare sentenze miti e che limitano la colpa a qualche dirigente cattivello). Non è nemmeno vero che Marco non abbia tentato di dire la sua verità su quella mattina. Lui ha detto di esseri misurato l'ematocrito la sera prima e pochi minuti dopo che erano andati via i controllori ( c'è anche la testimonianza di Borra)e che il valore era intorno a 48. Lui non ha mai detto ipocritamente di non essere all'interno di un sistema, ha detto, però, che quella mattina fu un agguato. In molti hanno deciso di non credergli, di non indagare minimamente sulle voci che giravano dal giorno prima, sulle dichiarazioni di Vallanzasca (mai sentito da nessun giudice, anche solo per accertare che millantava), di non dare alcun peso al rapporto della Guardia di Finanza che parlava di controllo pilotato ( riportato dal Corriere della Romagna), in molti hanno deciso di riportare quello che di negativo e di insultante c'è nel libro di Rendell ( pazzo sin da bambino, dopato sin dal triciclo, drogato dalla più tenera età, omosessuale ecc.) ma non la dichiarazione dei carabinieri che dicevano di essere stati avvertiti di recarsi in forze alla partenza della tappa a Campiglio perché ci sarebbe stata la sorpresona. Nessuno ha pensato di saperne di più sulle dichiarazioni di Reverberi sulle macchinette tarate male. Pochi si sono chiesti perché , contrariamente a quanto previsto dal regolamento, Marco non scelse la provetta ma gli fu data e basta ( errore del suo staff di non far mettere a verbale il fatto, solo che anche dalle motivazioni della sentenza di Trento non si capisce chi ci fosse ad assistere al prelievo). Insomma , lui ha tentato di suggerire l'idea che ci fosse un'altra verità, solo che a troppi stava bene di non chiedersi assolutamente nulla su quell'altra verità possibile. Se poi invece si voleva, come unico racconto possibile della verità di quella mattina, assistere alla scena di quello che si straccia le vesti e dice di essere un dopato, non era quello il modo di pensare a come lottare contro il doping di Marco, lui sapeva bene che il battersi il petto di un singolo non serve a nulla se non a rafforzare il sistema. Tutto ciò nella consapevolezza ( affermata anche da Marco: ho fatto quello che tutti si faceva secondo la legge dell'uguaglianza, dice un suo biglietto) del sistema doping a cui non si può sfuggire da soli, ma con il forte sospetto che quella mattina ci fu un agguato. Ecco, mi sembra giusto dirti questo disaccordo con quanto hai dichiarato, proprio perché tu sei uno di quei pochi giornalisti che mai ha messo in discussione il talento di Marco e che, anzi, hai sempre affermato che in un ciclismo pulito Marco aveva solo da guadagnare. ...............


Reggio Emilia - 08/01/2007 alle 09:05

non so se dica delle novità o meno, comunque lo posto: http://www.emilianet.it/Sezione.jsp?titolo=A%20febbraio%202%20fiction%20dedicate %20a%20Marco%20Pantani&idSezione=8100&idSezioneRif=111 [i]ROMA (8 gen. 2007) - Si annuncia un vero e proprio duello televisivo tra Rai e Sky: entrambe stanno infatti per mandare in onda fiction su Marco Pantani. Su Raiuno a febbraio e' atteso il film di Claudio Bonivento 'Il pirata-Marco Pantani', prodotto dalla Ballandi Entertainment per Raifiction con Rolando Ravello e Nicoletta Romanoff protagonisti . Su Sky Cinema e' invece imminente l'avvio di una miniserie su Pantani, tratta dal libro 'Un uomo in fuga': nel ruolo del 'Pirata', Claudio Bisio. [/i] (p.s. by Monsieur: link in 2 righe; spaginava il thread)

 

[Modificato il 08/01/2007 alle 15:05 by Monsieur 40%]


miky70 - 08/01/2007 alle 09:46

Claudio Bisio che interpreta un atleta dai 29 ai 33 anni? :cool: Perdipiù ciclista! :yoga:


david 724 - 08/01/2007 alle 09:48

[quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] Confermo. Ci saranno due film, uno di Mediaset e uno della RAI. Saranno ispirati ai libri di Manuela Ronchi e Bergonzi / Cassani. [/quote] il film ispirato al libro di Cassani sembra attendibile, ho letto il servizio su ciclismo di novembre, devo dire che non è male.


itammb - 08/01/2007 alle 10:28

Qualche giorno fà di sera tardi hanno fatto un film con Ravello...mi sembra un buon attore...impressione A PELLE... Quando uno è brutto (nel cinema ?) puo solo contare sulla bravura...:Od: W IL PANTA E GRAZIE ANCORA X I BELLISIMI POMERIGGI CHE MI HAI REGALATO QUANDO ERO RAGAZZO...!


Monsieur 40% - 13/01/2007 alle 17:25

[b]Tutti i retroscena sulla fiction di Sky su Marco Pantani. Bisio non sarà il Pirata[/b] E' il 14 febbraio del 2004. San Valentino, la festa degli innamorati. Marco Pantani muore nel residence Le Rose di Rimini a 34 anni. Con lui se ne va forse l'ultima idea del ciclismo romantico, delle imprese in solitaria, dell'Alpe d'Huez, del Mortirolo, di quelle salite che al Giro vengono definite "Cima Coppi". Per tracciare la grandezza, la maestosità. Overdose di cocaina, si dirà poi, dopo la rabbia. La gente preferisce però ricordare le vittorie del Pirata: doppietta storica nel 1998 Giro d'Italia e Tour de France anche se la Grande Boucle viene scossa dalle proteste doping. Un copione visto anche nell'ultima edizione. Corsi e ricorsi. Meglio pensare alle cavalcate in maglia rosa e gialla con la bandana che fece tendenza. Un paese intero - Cesenatico - impazzito, una nazione - l'Italia - bloccata: è boom per le due ruote. La solitudine del campione, le accuse di doping, la squalifica a Madonna di Campiglio nel 1999, gli incidenti, la sfortuna, il mondo che crolla. Magari anche la vergogna e la crisi, altri capitoli, dolorosi. E la fine. Troppo per un personaggio così popolare e così amato. Il 2007 sarà ancora l'anno di Pantani. Sul piccolo schermo. Comincia la Rai con "Il Pirata. Marco Pantani" fiction che dovrebbe andare in onda a febbraio - quindi a tre anni dalla scomparsa - e con protagonisti Rolando Ravello e Nicoletta Romanoff. Poi sarà la volta di Sky, con la prima operazione italiana - a tutti gli effetti - sulla fiction che prende spunto dai modelli americani. Da Lost e Dr. House tanto per intenderci. "Un uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani" questo il titolo della miniserie che secondo quanto risulta ad Affari sarà in onda a fine anno con due puntate. Forti, che ripercorreranno la vita del campione ma indagheranno anche a fondo sulle ragioni della morte. Verranno messi in luce così tutti gli aspetti del personaggio Pantani, il bianco e il nero di un uomo, di una figura in ogni caso controversa. Salvo sorprese - secondo quanto Affari ha appreso - non sarà però Claudio Bisio il protagonista, l'attore che dovrà far rivivere il Pirata. L'indiscrezione era uscita tempo fa ma non ha trovato conferme. Venendo meno. Al momento quindi non c'è nessun attore in pole position. Per Sky la fiction su Pantani potrebbe rappresentare un modello nuovo di raccontare storie, avvenimenti divenendo il terzo incomodo nel grande duello della fiction e che vede già protagonisti Rai e Mediaset. Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata. (fonte: canali.libero.it)


violetta - 13/01/2007 alle 20:32

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata. (fonte: canali.libero.it) [/quote] beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco. Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?'


ProfRoubaix - 13/01/2007 alle 20:37

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata. (fonte: canali.libero.it) [/quote] beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco. Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?' [/quote] Aspetterei ad essere così pessimista. Forse l'articolo intende solo dire: "storie diverse dalla solita melassa televisiva". E certo la storia di Pantani non è dolce. P.S. Oh, poi magari ne fanno una "radiofreccia 2" e hai ragione tu.


violetta - 13/01/2007 alle 20:43

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Con un obiettivo: puntare a trasmettere anche storie "cattive". Magari cominciando proprio con il Pirata. (fonte: canali.libero.it) [/quote] beh questo penso sia proprio il PEGGIOR modo di cominciare a lavorare su un film che dovrebbe mettere in luce la vita sportiva di un campione come Marco. Ma chi diamine significa cominciando con il pirata mettere in scena delle storie cattive?mi sbaglio o in questo film verrà demonizzato l atleta portandolo al massimo della visione negativa dopato-drogato che fino ad oggi hanno tentato di farci passare?' [/quote] Aspetterei ad essere così pessimista. Forse l'articolo intende solo dire: "storie diverse dalla solita melassa televisiva". E certo la storia di Pantani non è dolce. P.S. Oh, poi magari ne fanno una "radiofreccia 2" e hai ragione tu. [/quote] a dirti la verità non penso che sia così, almeno da quel che fino ad ora ho assistito quando si parlava del Panta non mi aspetto di sicuro che sia il contrario, e la premessa buona su una storia "cattiva" c'è già...quindi....boh...


pinkd - 14/01/2007 alle 00:36

Ma perchè tutto quello che ruota attorno a Pantani , anche da morto , non la smette di ammazzarlo ? Ma a chi e a cosa serve un prodotto messo sù in tempi commerciali da fiction su un personaggio enorme come Marco Pantani , così , tanto per renderlo immediatamente appetibile al grande pubblico assetato di storielle nazionalpopolari facilmente digeribili? Certamente , nonostante le buone intenzioni manifestate dagli addetti ai lavori , non principalmente all'onore di Pantani . E' tristissimo vedere come ancora oggi la sua morte non abbia fatto riflettere nessuno in modo serio e radicale e vedere come tutto , anche le cose più sublimi , possono essere sacrificate a qualche uso . Insomma non credo che un prodotto simile sia fatto principalmente per amore . Davvero un'esigenza commerciale quella di romanzare addirittura le scene riguardanti le corse per renderle leggibili anche da quelli che normalmente si annoiano mortalmente non capendo i codici lenti e profondi del ciclismo . Vedremo , o chi ce la fa vedrà perchè è difficile resistere davanti a quello che in partenza reputo un altro oltraggio , ma è la fiction in sè che non può contenere un personaggio antifinzione come Pantani , uno ucciso dalla finzione che va tanto in Italia . Ma come si fa ad assistere a questo continuo speculare , oltraggiare , svuotare di autenticità per trasformare in mezzo , tradurre a proprio uso e consumo , uno tanto grande che andrebbe trattato con il riguardo dei più grandi , tanto grandi da richiedere nuove forme espressive più adeguate e che invece viene confezionato in una fiction da lanciare nel calderone della gara agli ascolti.


Andrea Innsbruck - 22/01/2007 alle 15:01

Leggendo le notizie su tgcom.it, c'è scritto che il 5 febbraio su Raiuno sarà proiettato il film tv su Marco Pantani. da tvblog.it: il 2007 di Rai Fiction si apre con il film TV diretto e prodotto da Claudio Bonivento Il Pirata – Marco Pantani, con Rolando Ravello (che interpreterà il ruolo di Marco Pantani), Nicoletta Romanoff, Solvejg D’Assunta, Maurizio Tabani e Dalila Ansalone.


robby - 22/01/2007 alle 15:10

il 5 febbraio??? possibile che sia fra così poco tempo e ancora non abbiano cominciato a pubblicizzarlo?? ohhh con "Capri" e Raccontami" (tanto per dirne 2 a caso) hanno iniziato a pubblicizzarli almeno da un mese prima!!! :boh:


robby - 22/01/2007 alle 16:12

in effetti googlando un attimino la notizia pare confermata. anche se questo link non da la data esatta, ma parla cmq di febbraio http://www.riminibeach.it/notizie/fiction-marco-pantani


violetta - 22/01/2007 alle 18:05

teoricamente lo avevano previsto a metà febbraio...bah:boh:


DeEjAy_FlAtBeAt - 22/01/2007 alle 19:24

No mi dicono che l'hanno gia cominciato a pubblicizzare sulla Rai il film. P.S. Colui che me l'ha detto si è espresso così <> GIURO CHE L'AVREI MANGIATO VIVO DOPO QUELLE PAROLE!!!:OIO:OIO:OIO


violetta - 23/01/2007 alle 07:55

[quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] No mi dicono che l'hanno gia cominciato a pubblicizzare sulla Rai il film. P.S. Colui che me l'ha detto si è espresso così <> GIURO CHE L'AVREI MANGIATO VIVO DOPO QUELLE PAROLE!!!:OIO:OIO:OIO [/quote] io invece ho sentito che il film sarà una vera e propria sequenza di emozioni...speriam


Donchisciotte - 23/01/2007 alle 11:17

Ma per piacere! Emozione è prendere una cassetta con un'impresa di Marco e guardarsela o risentire una vecchia intervista o leggere un articolo che lo riguarda. Non certo vedere Ravello che interpreta un ciclista pelato. La fiction è un genere superficiale e di sentimenti facili per definizione, perino i Taviani quando ci hanno provato con Resurrezione di Tolstoij hanno fatto un prodotto banale. Figuariamoci la fiction su Pantani. Neanche al ciclismo servirà, non sarà guardando Ravello che chi non ama questo sport ne capirà la bellezza ( infatti mi pare manchi , in tutte le cose uscite dopo la morte di Marco, l'attenzione al campione, al suo talento e al suo amore per il ciclismo e la biciclettama c'è sempre tempo, non dispero). Spero solo che serva a creare rumore intorno a Marco, magari nel rumore si leva qualche voce di verità, ma per me, lo do per scontato, sarà un' incaz.......per tutta la durata della fiction.


Admin - 23/01/2007 alle 12:16

Cara Maria Rita, non metto in dubbio che ti incazzerai. E sono certo che mi incazzerò anch'io, trovo rivoltante qualsiasi fiction prodotta in Italia, la melassa che cola è stomachevole, i buoni sentimenti trionfano in un clima zuccheroso e inverosimile. Pensa, mi sono incazzato pure su Bartali... Mi dà un enorme fastidio il fatto che le fiction siano prodotte con l'intento di non provocare il minimo turbamento nel telespettatore... Ogni angolo smussato, ogni asperità limata... Al limite si cerca la lacrimuccia facile. Detto ciò, voglio però fare un passo avanti. Noi che sappiamo tutto su Pantani (tutto quel che fin qui s'è potuto sapere, diciamo), che sappiamo la verità, e quel che non sappiamo con certezza lo possiamo intuire con una certa verosimiglianza, noi non abbiamo certo bisogno della fiction in questione. Nel senso che, comunque sia stata realizzata, non sposterà di nulla ciò che Pantani evoca in noi. Gli appassionati di ciclismo che invece hanno da anni emesso una convinta sentenza di condanna nei confronti del Pirata, anche loro non cambieranno parere per mezzo di una fiction. Forse lo cambierebbero solo se venissero a galla clamorosi elementi che provassero che Marco fu effettivamente incastrato a MdC. E poi ci sono tutti gli altri. Quei milioni di italiani che si accostarono al ciclismo proprio nei magici anni di Pantani, richiamati dalla grande risonanza delle imprese del Pirata, e che dopo il maledetto 5 giugno hanno ri-abbandonato il ciclismo, non curandosi poi più di informarsi e di sapere alcunché. Quelli a cui ogni tanto negli anni giungeva l'eco di una nuova inchiesta in cui era coinvolto Marco, di un nuovo scandaletto, e via dicendo; quelli che il 14 febbraio presero atto che era morto un drogato, un drogato che aveva ingannato gli appassionati di ciclismo. Ecco, non dico in toto, ma secondo me a grandi linee quel pubblico che fu fuggevolmente legato al ciclismo per via di Pantani, quel pubblico distratto, è il pubblico che può guardare una fiction come quella che verrà trasmessa. E che se è almeno minimamente onesta (come non possiamo dubitare, non avendola ancora vista), non può non soffermarsi sulla persecuzione di cui fu fatto oggetto Marco, sulla sua complessa vicenda umana, sulla sua fragilità e la sua emotività distrutta. Ecco, in questo modo quel pubblico distratto che si disse tifoso del Pirata (in Italia siamo così: ci sono determinati periodi nel corso di un decennio in cui diventiamo tutti grandi esperti di vela, tanto per dirne una), e che lasciò Pantani nei panni del mostro a MdC, per poi abbandonarlo nella spocchiosa indifferenza degli anni a seguire, quel pubblico ritroverà un Pantani umano, fragile, in qualche modo incastrato da un sistema più grande di lui. Se fanno una fiction su Pantani, stai certa che in qualche misura Pantani ne verrà santificato. E quel pubblico forse capirà che aveva condannato troppo in fretta Marco. Quale sarà il risultato? A noi "del ciclismo" non cambierà troppo. Per gli altri, quelli che continuano a dire "quel drogato di Pantani", come l'amico di DeejayFlatBeat (se ho scritto bene il nick), forse invece qualcosa cambierà: e se nei mesi a venire sentiremo meno l'equazione "Pantani=drogato" che tanto ci fa male, un po' sarà merito della fiction con Ravello. Che vuoi farci: una parte minima della popolazione sa ragionare, esaminare, analizzare, leggere e approfondire, e quindi arrivare alla verità (o almeno vicino). La maggior parte invece ragiona di pancia, e allora solo se viene colpita a livello emotivo, anzi emozionale, potrà essere influenzata nelle sue opinioni (ci sono dei politici che l'hanno capito benissimo, e allora giù proclami, promesse, contratti). Le analisi, il tuo "Capro espiatorio", i nostri articoli, lo special di Tony Lo Schiavo, non potranno mai arrivare alla massa. La fiction sì. La mia perplessità è un'altra, e riguarda invece l'immagine che verrà data del ciclismo in generale: perché sono convinto che per santificare Pantani, giocoforza dovrà essere demonizzato qualcuno. E siccome i meccanismi di coinvolgimento di Coni, Fci, Rcs sono piuttosto complessi (e quindi potranno al più essere accennati, ma dubito fortemente che verranno sviscerati e approfonditi: anche perché, chi gliela fa fare ai produttori di dare tanto fastidio?), temo che alla fine si approderà a una semplice analisi del tipo "nel ciclismo tutti si dopavano, e ci è andato di mezzo solo Pantani". Non: "nello sport"; ma: "nel ciclismo". Tutte queste illazioni e speculazioni, comunque, le faccio sulla base di sensazioni e dell'esperienza. Se Bonivento (è lui il regista, vero?) saprà invece sorprendermi e non fermarsi alla superficie delle cose, sarò il primo a congratularmi con lui. Ci spero tanto, ci credo poco.


pedalando - 23/01/2007 alle 12:48

quoto tutto Admin, sopratutto questo: [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ci spero tanto, ci credo poco. [/quote]


W00DST0CK76 - 23/01/2007 alle 12:53

Tanto per far incazzare ancoraq di più admin: tra poco sarà sugli schermi anche una fiction su Rino Gaetano!!!


Donchisciotte - 23/01/2007 alle 16:30

Sono in parte d’accordo con te, Marco. Non lo sono, cioè, sugli effetti duratui sul telespettatore medio. La Rai fa questa fiction che avrà più o meno audience a seconda dei meccanismi imponderabili dell’auditel ( mi sembra che, comunque, il richiamo ciclistico sia in ribasso di questi tempi). Agli appassionati di ciclismo non piacerà perché, appunto, non è una celebrazione del ciclismo vedere un cicloamatore ( nella migliore delle ipotesi) trentaseienne come Ravello fare la parte di un ciclista pelato rappresentato all’apice della carriera. Come non è piaciuta quella su Bartali, neppure questa piacerà. Sulla vicenda di Pantani nulla dirà ( in più o in meno) a chi già la conosce. Anche perché la vicenda di Pantani è estremamente complessa ma se non si rappresenta quella complessità non se ne capisce nulla. Pantani nella fiction sarà rappresentato come uno che si dopa o come uno che non si dopa? O non se ne parlerà proprio? Le tre ipotesi sono, tutte, in qualche modo, false. Loro già hanno detto che non prenderanno posizione,ma se suggerisci l’idea, anche vaga, della persecuzione risulta difficile far capire perché è perseguitato uno che faceva quello che fanno gli altri. Risulta difficile se non approfondisci,se non allarghi il discorso a quel periodo, al Coni, a chi e quale sport doveva essere tutelato,a Conconi, ai coinvolgimenti politici ecc. E’ perseguitato perché? Perché aveva le orecchie a sventola? Se la fiction rimane nell’ambito ciclistico è chiaro che suggerirà l’idea che il ciclismo è un mondo di dopati, hanno beccato questo, ma insomma è un gran brutto mondo. Ma la persecuzione nemmeno si spiega se non si mostra la grandezza di Pantani. Se non si spiega un fenomeno che aveva coinvolto gente che di ciclismo non sa nulla, che, già quando era il dopato d’Italia, faceva aprire il TG con la notizia della fuga di Morzine. Cioè, se non fai capire cosa è stato davvero Pantani in quegli anni non si capisce nulla. Se non fai capire l’enormità della popolarità di Pantani ( uno che non vinceva tantissimo, uno che ha avuto più incidenti che vittorie, uno che non aveva il fisico per affascinare le masse, uno seppellito di immondizia come nessuno, uno complicato, problematico,uno con un carisma da paura) non si capisce nulla. Non è Pantani. Se non mostri quel talento che smuoveva emozioni,talento che nessun doping può spiegare, che spingeva gente come Cacciari a teorizzare lo scatto perpetuo o Dario Fo a parlare dell’arrivo di Monte Campione come della più bella foto sportiva del Novecento ( mi ricordo un’ e mail di mia cognata, che non sa nulla di ciclismo, capitata per sbaglio davanti alla tappa di Courchevel 2000, quando non era già più il vero Pantani, che esaltava “il filosofico scatto”), non stai parlando di Pantani. Stai parlando di altro, di qualcosa di banale ( il dopato, drogato, perseguitato, con la donna bella e cinica, l’icona pop triste e maledetta, banalità su scempiaggine, tutto a misura di telespettatore medio con orizzonte limitato al chiacchiericcio e alla soap opera). Pure sulla droga, compagna finale, ci sarebbe da approfondire. Perciò quello che accadrà sarà che gli appassionati di ciclismo saranno delusi, la gente verserà due lacrimucce superficiali su una santificazione superficiale e senza motivi argomentati , si ripeterà che il ciclismo è mondo di dopati e si rimetterà davanti al calcio che non va da Fuentes. Un’occasione sprecata. Anche la macchina da soldi che Pantani è anche da morto ( uno che mette in moto addirittura due fiction,cosa, credo, mai accaduta se non per il Papa, la concorrenza fra Rai e Sky) rimarrà non spiegabile da quelle lacrimucce sul ciclista pelato. L’unico merito è che farà parlare di Pantani e io, con le speranze ridotte al lumicino, penso che dal silenzio non nasce niente in casi come questo, per cui tornare a parlare di marco anche fuori dal ciclismo può far nascere qualcosa o almeno rinnovare la speranza che qualcosa nasca. Ma anche questo sarebbe un discorso da approfondire. Penso anche che la seconda fiction sarà peggio della prima, se possibile.


maurofacoltosi - 23/01/2007 alle 16:38

Lunedì 5 febbraio alle ore 21,00 su Raiuno, andrà in onda il film “IL PIRATA-Marco Pantani, l’orgoglio ritrovato”. In questa prima fiction, prodotta dalla Ballandi Entertainment per la Rai e diretta da Claudio Bonivento, Marco Pantani avrà il volto e il fisico, incredibilmente somiglianti, di Rolando Ravello, il quale offre un’interpretazione realistica ed emozionante del personaggio. La fiction che andrà in onda in un’unica puntata, ricostruirà la parabola umana, dalle prime pedalate, ai grandi successi, al declino di Marco Pantani, amatissimo campione del ciclismo italiano del recente passato. Rolando Ravello, il protagonista della fiction, per rendere al meglio la grandezza del ciclista si è preparato in maniera certosina, sostenendo un duro allenamento in palestra, sulla cyclette e anche sulla bicicletta percorrendo oltre 3500 chilometri. Nel ruolo di Christina, la fidanzata di Pantani, una bravissima Nicoletta Romanoff. Nel cast inoltre ci sono altri eccellenti attori tra i quali Omero Antonutti, Ivano Marescotti, Franco Mescolini, Solveig D’Assunta, Gianfelice Facchetti, oltre alla partecipazione diretta in alcune scene di veri gregari di Marco Pantani: Marcello Siboni, Mario Traversoni, Michele Coppolillo, Marco Velo, Fabiano Fontanelli, Enrico Zaina e del meccanico di fiducia Luigi Veneziano. Hanno voluto regalare la loro presenza al film, in omaggio a Marco Pantani, Gianni Minà e Felice Gimondi, interpretando se stessi in due situazioni molto importanti della vita di Pantani. Il film, nato da un’idea di Nicola Carraro e Claudio Bonivento, è stato scritto da Roberto Jannone, Nicola Lusuardi e Claudio Bonivento e da quest’ultimo anche diretto. Le vicende più significative della vita del Pirata, sono state tratte dal libro “Pantani-eroe tragico”, scritto da Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni, edito da Mondadori. Fonte: http://www.digital-sat.it/


Frank VDB - 23/01/2007 alle 17:24

uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. :boh: Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose... o qualcuno passa di lì e me lo manomette (memento Salisbrugo) :grr:


violetta - 23/01/2007 alle 17:32

Ciao Donchischotte. Non voglio in nessuna maniera stare qua a disquisire su cosa e come ci verrà presentata la figura di Marco in questa fiction.so benissimo anche io che molto probabilmente, se non sicuramente, rimarrò delusa e arrabbiata, so benissimo che ci saranno degli errori-orrori, ne sono consapevole perchè io come quasi tutti qua dentro conosciamo troppo bene ogni lato della vita sportiva di Marco.questo è sicuro... non vorrei però prendere armi e cominciare la guerra su questo fronte ancor prima di aver visto questa fiction che, sicuramente, per alcuni fatti mi farà emozionare...sicuramente... quindi lasciami dire che il tono del tuo post seguente al mio mi ha leggermente infastidita.Va bene avere una opinione, va bene difenderla, ma, a mio avviso, quando si valica il limite della libertà di pensiero si scade vistosamente.


Donchisciotte - 23/01/2007 alle 19:25

Non esageriamo citando la libertà di pensiero, mi sembrano concetti un po' troppo grossi e che hanno ben altre occasioni di essere violati. C'è un thread sulla fiction ,di quello si dovrebbe disquisire, di come, appunto, verrà rappresentata la figura di Marco. Né ci sono armi in giro e guerre preventive contro la fiction. la fiction la faranno e avrà l'unico pregio di far parlare di Marco. Solo che se si parla di emozioni, beh... lasciamo stare, non me le darà certo la fiction. E anche questa, volendo usare le tue parole esagerate , sarebbe libertà di pensiero o, più modestamente, libertà di emozione. Per cui, vista la fiction, darò sfogo alla mie turpe voglia, ascoltando Bach ( mi sparo una cassetta del panta).


pacho - 23/01/2007 alle 22:02

Credo che la discriminante per capire il valore della fiction non sia la interpretazione di Pantani, ma la maniera in cui verrà rappresentato il gruppo. Spesso in questo genere di prodotti assume grande importanza il personaggio..ma nella vicenda di Pantani, ancor più che il dramma personale di Marco, è più importante il contesto nel quale costruì le sue imprese più belle e (di conseguenza) e la sua fine.


W00DST0CK76 - 23/01/2007 alle 22:15

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. :boh: Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose... o qualcuno passa di lì e me lo manomette (memento Salisbrugo) :grr: [/quote] Magari danno in TV anche un bel film con Gian Maria Volontè! :Od:


pedalando - 23/01/2007 alle 22:26

[quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] Rolando Ravello, il protagonista della fiction, per rendere al meglio la grandezza del ciclista si è preparato in maniera certosina, sostenendo un duro allenamento in palestra, sulla cyclette e anche sulla bicicletta percorrendo oltre 3500 chilometri. [/quote] Io cerchero' di vedere la fiction. Per curiosita' e per rispetto verso Ravello che ha fatto semplicemente cio' che ci si aspetta da un professionista serio. Poi, da ascoltatore medio (anche se poco "praticante") diro' se e cosa mi e' piaciuto. Non dimentichiamo che sara' solo una fiction....che non e' neanche assomigliante ad una qualsiasi puntata di Sfide :boh:


Frank VDB - 24/01/2007 alle 14:31

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. :boh: Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose... o qualcuno passa di lì e me lo manomette (memento Salisbrugo) :grr: [/quote] Magari danno in TV anche un bel film con Gian Maria Volontè! :Od: [/quote] :pomodoro: quando ci vuole ci vuole


Donchisciotte - 24/01/2007 alle 19:59

Comunque voglio anche dire che le interviste di Ravello mi sono piaciute e che rispetto e apprezzo la sua fatica di attore ( ho letto che ha pure fatto un film con Sergio Citti).


Subsonico - 24/01/2007 alle 20:05

Ravello è certamente uno degli attori più adatti a interpretare Pantani. Non mi riferisco soltanto alla somiglianza fisica, ma soprattutto alla sua capicità di interpretare personaggi tormentati (dentro e fuori): Vedere [i]Almost Blue [/i] di Infascelli per credere.


pedalando - 01/02/2007 alle 01:55

Godetevi questi filmati: http://liberoblog.libero.it/sport/bl6051.phtml


strongale - 01/02/2007 alle 08:07

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] Godetevi questi filmati: http://liberoblog.libero.it/sport/bl6051.phtml [/quote] Grazie mille, quanti ricordi, quante emozioni...


robby - 01/02/2007 alle 08:15

...grazie alberto!!!


Donchisciotte - 01/02/2007 alle 10:02

Un effetto positivo c'è nella fiction: la santificazione di Marco. Ormai molti giornali popolari hanno assunto la posizione che ha pagato per tutti. Bene, in questo mio nuovo pragmatismo, dico che anche qua i conti devono tornare. prima si vendeva l'idea del dopato d'Italia adesso della vittima. Magari esce pure la curiosità: e come mai ha pagato per tutti? Per cui ben venga la fiction ( che non mi piacerà, già dalla pubblicità certi colloqui tra l'attore e l'attrice che fa Christina.....)e la santificazione. Nella pubblicità si vede anche Marco piangente ( cosa che non mi piace), lui , basta vedere l'uscita dall'albergo di Campiglio, l'intervista a Minà pochi giorni dopo, fece una fatica enorme per non piangere in pubblico e magari se lo avesse fatto ( tipo merckx nel 1969) avrebbe avuto qualche simpatia in più, invece questo spettacolo non lo offrì. Ci pensa la fiction a farlo vedere piangente, non mi piace perché non rappresenta l'orgoglio smisurato di Marco, ma va bene la santificazione e allora bene anche le lacrime.Da diavolo a santo......in faccia ai maligni e ai superbi. Chissà che come scrisse pasolini per sé , anche per lui non si possa dire: sarò, io dopo la morte, a vincere la partita.......:Od::^o^


violetta - 01/02/2007 alle 11:13

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] in faccia ai maligni e ai superbi. [/quote] dopo tutti gli sforzi fatti..migliaia di chilometri per arrivare qua o la, ore passate ad organizzare qualsiasi cosa in maniera a dir poco maniacale, il telefono che bolliva, le mail, le discussioni, Verona, l alpe d huez...ecco che rileggere questa frase mi gratifica ancor di più... Grazie di avermela ricordata...


mattewhawk23 - 01/02/2007 alle 11:26

Non cambia nulla a mio avviso..trattasi sempre del carro del vincitore..osannato prima vilependiato dopo santificato ora..ma la massa va solo dove va il "potere"(mediatico,culturale perfino del comun parlare)ma sempre in mancanza di empirismo logico


ruotalibera - 01/02/2007 alle 13:29

Vi presento Simone,la controfigura di Ravello, Juniores fino a due anni fa, oggi massaggiatore delle squadre nazionali! [img]http://img170.imageshack.us/img170/2070/simomc3.jpg[/img]


Andrea Innsbruck - 01/02/2007 alle 16:48

Il commento di Marco Pastonesi sulla fiction su Pantani in onda lunedi prossimo su Raiuno: Pantani in tv commuoverà Rai1 trasmetterà lunedì prossimo il film sulla vita del Pirata, interpretato da Rolando Ravello: abbiamo visto in anteprima la fiction, ecco perché piacerà Rolando Ravello, 36 anni, interpreta Pantani. MILANO, 1 febbraio 2007 - E’ la storia di un uomo. Di un bambino che giocava a pallone e teneva al Milan, di un ragazzino che trovò una bicicletta rossa e imparò a lavarla, di un ragazzo che ricevette una bici grigia e imparò a rispettarla, di un atleta che conquistò una possibilità, una squadra, una corsa e imparò ad amare quella vita da vagabondo, da nomade, da fenomeno. «Una maratona tutti i giorni per un mese, non bastano le gambe, bisogna essere forti dentro», lo avvertiva il suo primo allenatore. E Pantani-Marco-bene-in-salita ci ha creduto, ci credeva, alla fine si ostinava a crederci raccontandosi anche delle bugie. Ma le strade, quando non sono diritte, si trasformano in un labirinto. Ne esci a pezzi. O non ne esci più. AFFETTO E DEBOLEZZA E’ la storia di un uomo, e già questo dà un senso a 100 minuti che ti incollano allo schermo (il film andrà in onda lunedì su Rai1 alle 21.10). Con tutti i suoi sogni, il suo senso della giustizia, la sua voglia di celebrità, il suo bisogno di affetto, il suo carosello di passioni. La sua forza e la sua debolezza: come in tutti noi. La sua tenacia e la sua fragilità: come in tutti noi. La sua fede e la sua colpa: come in tutti noi. Marco che si alzava sui pedali, come tutti noi ci alziamo dal letto e andiamo a lavorare in fabbrica o in negozio o a scuola. A cercare il nostro pane quotidiano e a inseguire il nostro momento di gloria. Ma il paradiso confina con l’inferno, soprattutto è l’inferno a confinare, e a sconfinare, nei paradisi, specie quelli artificiali. Dietro l’angolo c’è l’ignoto. Pantani sta dentro di noi. Non è lontano come Bartali e Coppi: loro erano in bianco e nero, venivano dalla guerra, cresciuti con la fame addosso, rinati dalle macerie, sapevano di sterrato e di fango, si facevano di simpamina, il loro simbolo era una borraccia. Il romanzo di Pantani è fresco, a colori, con una colonna sonora che non si è ancora spenta, il suo doping («Niente di diverso da quello che fanno gli altri») stava nel sangue, e il suo simbolo era un fuoristrada 4x4. Ma questo è un film, non un documentario, anche se a volte le immagini si sovrappongono, si uniscono, si sposano. Questo è un film, vuole raccontare ed emozionare. Non vuole fondarsi sulla scienza, vuole scuotere la coscienza. FINTO E AUTENTICO Però il Pantani che esce dall’albergo di Madonna di Campiglio, scortato dai carabinieri, è finto, eppure così drammaticamente simile a quello autentico. Un Felice Gimondi vero solleva il braccio di Marco Pantani finto, ma la vittoria è vera. Un Gianni Minà vero intervista Marco Pantani finto, ma le parole sono vere. E così vero è anche il testamento. E così vero è anche il tunnel di una dipendenza, di una sconfitta da cui non si torna indietro, ma che forse ha seminato qualcosa di buono. La bici chiede e trova sempre nuovi orizzonti. Certo, è un film buonista, poetico, romanzato. E alla fine rimane quel senso di impotenza che t’invade quando uno di noi non ce la fa a rialzarsi. T’illudi e pensi a una parola, a una telefonata, a un invito, a una preghiera, a una canzone, a una biciclettata che non sono mai state fatte e che forse avrebbero potuto cambiare il finale. Ma non è così. Abbiamo i nostri limiti, le nostre miserie, e non è mai facile stabilirle con una regola come quella del doping di allora: 50%, sotto sei dentro, sopra sei fuori. Marco Pastonesi


Pirateattack - 01/02/2007 alle 17:47

Mio padre conosce Rolando Ravello e siccome l'attore sà che io sono appassionato di Pantani, alcuni mesi fa mi aveva chiesto se avevo qualche filmato da fargli vedere per poter capire meglio il personaggio. Lui era in possesso di tutte le tappe e gli speciali trasmessi per la rai, allora gli ho passato la Merano-Aprica (nel '94 il Giro era trasmesso su Italia 1) e lo speciale di "record" (rete 4). Ero stato anche invitato a vedere le riprese del film a Cesenatico, con la possibilità (forse) di fare anche la comparsa ma quel giorno purtroppo ero impegnato (scuola di m.... :grr: ). Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo.

 

[Modificato il 01/02/2007 alle 17:50 by Pirateattack]


david 724 - 01/02/2007 alle 18:12

[quote][i]Originariamente inviato da Pirateattack [/i] Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo. [/quote] si di sicuro Ravello sarà più credibile di Favino, anche se 5 Kg in meno non avrebbero guastato! :Od:


violetta - 01/02/2007 alle 18:22

[quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Pirateattack [/i] Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo. [/quote] si di sicuro Ravello sarà più credibile di Favino, anche se 5 Kg in meno non avrebbero guastato! :Od: [/quote] povero...già è dimagrito molti chili...nn possiamo pensare che un attore si rovini...si snaturi...insomma ha fatto il possibile veramente!


mont ventoux - 01/02/2007 alle 18:40

Io sono speranzoso e fiducioso che si possa vedere una cosa fatta per bene e che soprattutto, come è stato detto, riabiliti la figura di Pantani presso l'uomo della strada, ed è sicuro che una fiction in prima serata e su Rai 1 può avere un potere enorme in questo senso. L'unica perplessità è legata alla durata, 100 minuti mi sembrano pochini per raccontare tutta la vicenda, e credo che a venire trascurata sarà la carriera agonistica.


ProfRoubaix - 01/02/2007 alle 21:19

Alcuni punti, che ho grassettato, mi inducono a un cautissimo ottimismo. Non dimentichiamo che la Tv è chewing-gum per gli occhi. Chi cerca l'alta cucina, vada al ristorante. :) Da http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiction-pantani/fiction-pantani/fiction-pantani.html [i]La vita fragile del Pirata in una fiction tv "Ferito nell'orgoglio, lo hanno massacrato" L'attore: "E' stata una sfida interpretare un personaggio ancora così attuale ho frequentato i genitori, ma non racconterò mai quel che ci siamo detti" di ALESSANDRA VITALI Rolando Ravello è Marco Pantani nella fiction di RaiUno TRE anni il 14 febbraio e ancora troppo vivo per raccontarlo. Questa è la sfida, "mettersi davanti alla memoria delle gente senza poter inventare nulla perché tutti cercheranno le somiglianze, e non solo fisiche". Rolando Ravello è Marco Pantani in Il Pirata, la fiction diretta da Claudio Bonivento in onda su RaiUno lunedì 5 febbraio in prima serata, nove giorni prima del terzo anniversario della morte del campione, residence Le Rose, Rimini, sera di San Valentino del 2004. Nel film anche Nicoletta Romanoff nel ruolo della fidanzata Christina, Omero Antonutti, Ivano Marescotti, Gianfelice Facchetti, Solveig D'Assunta. In alcune scene, i veri gregari (Marcello Siboni, Mario Traversoni, Michele Coppolillo, Marco Velo, Fabiano Fontanelli, Enrico Zaina, il meccanico Luigi Veneziano) e anche Gianni Minà e Felice Gimondi. Le vicende più significative sono tratte dal libro Pantani eroe tragico, scritto da Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni. Ravello, è cosciente della responsabilità? "Quando ho iniziato a pensare di farlo, e mentre studiavo, [b]ho sempre tenuto presente che ci sono persone che soffrono come se fosse ieri[/b]. E che stavolta non potevo incamerare tutto e poi dimenticare, come si fa di solito nel mio mestiere. Nei miei gesti, nelle mie parole, nei miei sguardi, tutti cercheranno quelli di Pantani". [b]Temete le critiche? "Arriveranno, sarebbe assurdo il contrario. Ma siamo tranquilli grazie alla nostra buona fede.[/b] Abbiamo lavorato in totale onestà, senza voler cavalcare la storia, i fatti, l'emotività". Lei conosceva Pantani, era un appassionato? "E' stato uno di quei pochi sportivi che ti avvicinano a uno sport anche se non lo segui abitualmente. Io seguivo il Giro in tv così, tanto per vederlo, ma lui, non c'è stato italiano che non l'abbia seguito da vicino". Però non andava in bicicletta come lui... "Ho scoperto che il ciclismo è uno sport di una fatica folle. Ho dovuto fare un allenamento massiccio, pedalare per 70, 80, 90 chilometri, che per un professionista non sono niente, ma per me...". Quindi adesso detesta le biciclette? "Tutt'altro. [b]La passione per la bici è una delle cose che il film mi ha lasciato.[/b] Non so più stare senza, ce l'ho qui in salotto e con un gruppo di amici stiamo pensando a un viaggio a Santiago de Compostela in mountain bike". Ha conosciuto i familiari di Pantani? "Ho frequentato la madre, il padre, la sorella. Persone splendide. Ma quello che ci siamo detti, non lo racconterò mai a nessuno, sono cose che conservo dentro. Posso solo dire che con la madre ci scambiamo gli sms ancora oggi...". Non ha paura del rischio-santino? "No, perché il personaggio è raccontato con obiettività in ogni suo aspetto, il campione, l'uomo qualunque, l'uomo fragile come siamo tutti. Anche se la sua fragilità, secondo me, ha un'origine ben precisa". Quale? "Madonna di Campiglio. Fu indagato da nove Procure, più processi lui di Provenzano. Si poteva usare una mano meno pesante. Credo che sia stato il capro espiatorio per una situazione che all'epoca era bollente. [b]Il film non lo glorifica e non lo getta negli abissi[/b], prende spunto da fatti reali e alcune battute sono come le pronunciò esattamente lui. E a Madonna di Campiglio disse 'Da questa non mi rialzo più'. Gli toccarono l'orgoglio, e questo lo massacrò". Un racconto fedele, fin nella stanza del residence? "No, ci fermiamo prima. Non ce n'è bisogno, quella stanza è stata mostrata fin troppo, con un gusto del macabro che forse qualcuno si sarebbe potuto risparmiare". (1 febbraio 2007)[/i]


pedalando - 02/02/2007 alle 15:07

Grazie Guido! Adesso la curiosoita' di accendere "il soprammobile" e' davvero tanta.


cancel58 - 02/02/2007 alle 15:47

Se serve il parere di un testimone diretto, che casualmente quest'epopea maledetta l'ha vissuta e raccontata dall'inizio alla fine, direi subito questo: da vedere. Poche volte la fiction (quella sul "Pirata" andrà in onda lunedì sera su Raiuno), con le sue inevitabili concessioni al genere polpettonesco, riesce comunque a rendere in modo così realistico la semplice realtà. C'è davvero quasi tutto. Il ragazzino scapestrato, poca voglia di studiare e tanta voglia di diventare campione nel Milan. C'è il primo allenatore, c'è la prima bicicletta, c'è il nonno che gli insegna la filosofia del pescatore. E poi ci sono soprattutto i dieci anni formidabili e tremendi del Pantani campione, dalla prima tappa vinta al Giro del '94 alle ultime paranoie del cocainomane. Volendo sottilizzare sulle omissioni storiche, mancano alcuni incidenti feroci e manca la megalomane decisione di mettere in mano la sua passione all'industria del marketing, con tanto di manager al seguito. Se vogliamo dirla davvero tutta, anche le vera fidanzata Kristine era decisamente meno maliarda e moinesca di questa televisiva. Ma siamo ai dettagli. La vera sostanza dell'incredibile parabola umana riesce ad affiorare. C'è il vero Pantani. C'è quello iniziale, scapigliato e bohémien, che rompe tutti gli schemi ingessati di uno sport tradizionalista, trascinando la gente nel grande sogno della scalata a ruota libera. E poi c'è il secondo Pantani, anzi c'è soprattutto il secondo Pantani, quello che non accetta Campiglio e da lì si avvia al disastro. Proprio così: più di qualunque altra cosa, dall'inizio alla fine troneggia quell'orgoglio extralarge, unico e inarrivabile, che all'inizio lo porta a compiere le cose più belle, ma che poi lo tradisce e lo conduce diritto alla rovina, impedendogli di accettare la batosta, di metabolizzarla e di superarla ripartendo da capo. Tutto in cento minuti. Si respira persino il clima sopra le righe del suo ambiente, quella Romagna esagerata e sbordellona che lo guida verso le notti dello sballo totale. C'è l'amicizia semplice e struggente dell'amico d'infanzia, l'amico vero, che ricompare puntualmente nel momento del bisogno. C'è pure, doverosamente, la famiglia, questa mamma che non smette mai di chiamarlo Marchino e questo padre che fatica a capire, una casa totalmente sovrastata da un peso troppo pesante per le sue povere fondamenta. Certo, c'è anche il doping e c'è anche la cocaina. Il doping che il vecchio allenatore non ammette, ma che Marco giustifica con la solita attenuante: «Faccio come fanno tutti». La cocaina invece richiama come una sirena suadente dal giro balordo delle amicizie notturne, prima rifiutata dal Pantani semplice e piadinaro degli inizi, quindi tristemente invocata dal Pantani megalomane e furioso del declino. Mettici attori decisamente bravi (voto al Pantani finto: nove). Mettici la colonna sonora a base di «Stadio» e di Io vagabondo. Mettici momenti delicatissimi come il rito religioso e infantile del lavaggio-bicicletta nella vasca da bagno. Mettici tutto questo, ed ecco il risultato di una fiction rispettosa e rispettabile. Magari con le inevitabili scivolate nel settore fotoromanzo (troppo marcata la storia d'amore: nella realtà, molto più normale), ma certamente ben distante da tante speculazioni di bassa lega che ci vengono periodicamente inflitte. Tra poco, il 14 febbraio, sarà il terzo anniversario di quella morte assurda e purtroppo nemmeno tanto imprevista. Come omaggio, era difficile fare di meglio. (Cristiano Gatti, da Il Giornale del 2 febbraio 2007) fonte:www.tuttobiciweb.it


robby - 02/02/2007 alle 15:54

[b]Cristiano Gatti[/b], da Il Giornale del 2 febbraio 2007) fonte:www.tuttobiciweb.it ve la ricordate la telecronaca della tappa del Galibier dove Marco fece quell'impresa che lo portò a vincere il Tour del 98??? Beh, io sì, a memoria e Crisitano Gatti era ospite della Rai quel giorno...che ricordi!!!! dai, diciamo che se pure lui da un giudizio tutto sommato positivo alla fiction ci si può (almeno un po') fidare... speriamo in bene...aspetto con ansia lunedì


luke - 02/02/2007 alle 16:32

VI RACCONTO PANTANI, UN EROE ABBANDONATO Marco Pantani ed il suo 'doppio'. La vicenda di uno dei ciclisti più carismatici e controversi della storia dello sport italiano rivive ne l viso di Rolando Ravello nel tv movie 'Pirata' (Raiuno, lunedì 5 febbraio). La somiglianza fisica è sbalorditiva, ma l'attore puntualizza: ' Attenzione, non bastano un cranio pelato e due orecchie 'importanti' per fare Pantani. Ho studiato Marco in ogni dettaglio: la postura in bicicletta, l'andatura, persino il modo particolare, tutto suo, di tenere i freni durante una gara. Ogni giorno, dal momento del trucco alla cyclette serale per mantenermi allenato, ho fatto un 'viaggio' dentro di lui: l'obiettivo era quello di restituirlo, il più fedele possibile, a tuti coloro che l'hanno amato tanto.' Quanto coraggio ci vuole ad accettare il ruolo di un personaggio amatissimo e per giunta scomparso da così poco tempo? 'Parecchio. Quando Claudio Bonivento (regista e autore della sceneggiatura del film, ndr) mi ha chiamato, dopo l'imbarazzo iniziale sono subentrate mille paure. La più forte era quella di poter ferire i sentimenti di chi è sopravvissuto a Marco, la sua famiglia che vive ancora un lutto. Mi sentivo un elefante in cristalleria, dovevo muovermi con delicatezza; per la prima volta ho girato un film oppresso da un vago senso di colpa.' Com'è stato il primo impatto con la famiglia e col mondo di Pantani? 'L'incontro con la madre di Marco, ma anche con i suoi 'gregari', che hanno lavorato con me, è stato toccante. Mi hanno scrutato, avevano paura del lavoro che stavo per fare; li capisco, potevo essere un cialtrone, uno che voleva solo aprofittare dell' 'occasione professionale', potevo mancare di rispetto. Poi abbiamo cominciato a conoscerci, la madre di Marco è sempre stata molto discreta: ma quando lavoravo e vedevo che era là cercavo i suoi occhi per capire se andavo bene o no'. Cosa sapeva di Pantani prima del film? 'Quello che sa tutta Italia. Non ero un grande amante del ciclismo, ma guardavo le gare di Pantani come una persona che segue quelle di Valentino Rossi anche se non ama il motociclismo: persone speciali, che hanno avvicinato l'Italia intera ad uno sport che, diversamente, senza di loro sarebbe stato meno visibile. Quanto alla sua vicenda, credo che naturalmente Marco abbia avuto i suoi torti ma anche che su di lui ci sia stato accanimento: un quarto d'ora dopo la sua sospensione, in molti gli avevano già voltato le spalle, c'è stata una superficialità di giudizio pazzesca.' La vita di Pantani è stata tutta sotto i riflettori, di lui si sa quasi tutto. Questo ha complicato o semplificato il suo lavoro? 'Avere tutte le informazioni che ti servono è utile, naturalmente. Poi però bisogna eliminare le menzogne, che sono tante....' Le scene di gara sono state girate tutte da lei, senza immagini di repertorio. Quanto è stato faticoso l'allenamento? 'Sono convinto che non esista sport più faticoso del ciclismo. Facevo ogni giorno due, tre ore di bicicletta sotto la guida di Luigi Bielli (lo stesso che allenò P. Favino per il ruolodi Gino Bartali, ndr). Ho perso dieci chili, aumentato la massa muscolare, insomma sono cambiato parecchio: ma questo mi ha aiutato moltissimo a capire il mio personaggio, a muovermi come lui.' Ne è nata una passione per il ciclismo? Ride: 'Pensi che io, Favino e Sergio Castellitto (che interpretò Fausto Coppi in un altro film tv, ndr) abbiamo lo stesso agente. Pensavo di metter su con loro una squadra...' Qual'è stata l'emozione più grande? 'Più che il film in sé, gli incontri che mi ha consentito di fare: i gregari che a Madonna di Campiglio mi scrutavano di nascosto per cercare in me Marco; l'arrivo delle tre bici di Pantani sul set, con il ragazzo della Bianchi che le trattava come reliquie; l'incontro di Roncucci, primo direttore sportivo di Marco che mi si è avvicinato piangendo: “Ma tu, quanto hai studiato?”, mi ha detto.' Si è fatto un'idea di cosa servisse davvero a Marco, alla fine? 'Occorreva lasciarlo in pace. Non fargli sette processi, non escluderlo da un Tour de France per cui si era preparato molto, non rinnegarlo. Soprattutto, non lasciargli credere di aver tradito i tifosi che amava tanto.' Elisabetta Sala – Telepiù n.6 – 4 febbraio 2007


david 724 - 02/02/2007 alle 22:47

ho visto il trailer mah...mi sa che si punta più sul passionale che sulla reale storia


superandyweb - 02/02/2007 alle 22:51

Prima di dare un qualsiasi giudizio voglio vedere il film. Non vedo l'ora di vederlo!!! Dai provini e dalle foto che ho visto ho notato un gran lavoro nei dettagli e nei minimi particolari, dovrebbe essere ben fatto.


miky70 - 03/02/2007 alle 16:30

Questi giorni di avvicinamento al film su Pantani sono più difficili rispetto all'attesa che sento quando sta per cominciare il Giro. Peccato che hanno fatto solo 1 puntata, meritava almeno 2 serate.


Matteo90 - 04/02/2007 alle 18:10

caspita...mancano 29h 29m 29 s all'inizio del film!!! non vedo l'ora!!!:pss:


Laura Idril - 04/02/2007 alle 19:20

A Domenica IN stanno presentando il film!


faxnico - 04/02/2007 alle 19:43

E io ho avuto l'"anteprima" delle mie reazioni emotive. Como sospettavo, non sò se domani sarò in grado di vederlo. :( Tolte le imprese meramente sportive, non sono più riuscito negli ultimi anni a fissare Pantani in televisione per più di 30-40 secondi, nemmeno i "Processo alla Tappa" (la puntata di Milano del Giro 2003 poi è un'autentica atrocità), le interviste del dopo corsa, i servizi... Nulla. Non sono tranquillo, mi tocca alzarmi e scaricare la tensione, la rabbia probabilmente. L'11 febbraio 2004 mi sembra ieri, forse per me è ancora troppo presto. Me lo registrerò e lo guerderò più avanti quando le aspettative e l'interesse saranno scemati. :)


miky70 - 04/02/2007 alle 19:50

Anche io ricordo ancora perfettamente l'intervista a Milano nel 2004 e il modo in cui lui aveva guardato la telecamera durante un breve collegamento prima che il processo iniziasse, quando aveva sollevato le sopracciglia in segno di saluto. Un tonfo al cuore. E io che mi ero convinta che fosse tornato e tutto sarebbe andato per il verso giusto. :gluglu:


faxnico - 04/02/2007 alle 20:11

Era impaziente mannaggia a lui... e troppo diverso dal Pantani sereno, disponibile e speranzoso della settimana precedente. Non sono ancora riuscito a capire esattamente perchè si ruppe quell'equilibrio, anche se precario, che aveva ritrovato. Forse l'ansia di dover predere decisioni definitive in ottica Tour de France (correre da isolato con la Bianchi, l'abbinata con la Caldirola, ecc...) o già i "bastardi" avevano fiutato l'occasione della popolarità ritrovata? Comunque io credo fermamente che se in quel momento Marco fosse stato condotto con mano saggia ma decisa verso la via giusta, quella del ciclismo e dell'amore dei suoi tifosi, si sarebbe salvato. Senza grandi calcoli e preventivi. Era un piacere il solo vederlo star bene, correre nelle posizioni buone e "divertirsi" anche come in occasione dello Zoncolan. Non c'erano più le aspettative e le pressioni degli anni precedenti. Quel momento d'esitazione, d'incertezza di troppo gli è stata fatale. Poi c'è stata solo discesa...

 

[Modificato il 04/02/2007 alle 20:14 by faxnico]


stefano 90 - 04/02/2007 alle 20:26

[quote][i]Originariamente inviato da faxnico [/i] Era impaziente mannaggia a lui... e troppo diverso dal Pantani sereno, disponibile e speranzoso della settimana precedente. Non sono ancora riuscito a capire esattamente perchè si ruppe quell'equilibrio, anche se precario, che aveva ritrovato. Forse l'ansia di dover predere decisioni definitive in ottica Tour de France (correre da isolato con la Bianchi, l'abbinata con la Caldirola, ecc...) o già i "bastardi" avevano fiutato l'occasione della popolarità ritrovata? Comunque io credo fermamente che se in quel momento Marco fosse stato condotto con mano saggia ma decisa verso la via giusta, quella del ciclismo e dell'amore dei suoi tifosi, si sarebbe salvato. Senza grandi calcoli e preventivi. Era un piacere il solo vederlo star bene, correre nelle posizioni buone e "divertirsi" anche come in occasione dello Zoncolan. Non c'erano più le aspettative e le pressioni degli anni precedenti. Quel momento d'esitazione, d'incertezza di troppo gli è stata fatale. Poi c'è stata solo discesa... [/quote]SONO SICURO CHE IL FILM SARA MOLTO EMOZIONANTE:Old:


volpe0084 - 05/02/2007 alle 15:56

ieri ho visto da baudo uno spezzone in cui cristine-romanoff lascia pantani-ravello...scusate l'eresia ma mi sembrava un pezzo di incatesimo...non so questo film lo prendo con le pinze..


Andrea_Web - 05/02/2007 alle 16:03

[b]Pantani:leggete per favore[/b] [quote][i]Originariamente inviato da volpe0084 [/i] Pantani: racconto o apologia? Stasera su Raiuno alle 21.10 andrà in onda il film per la tv "Il Pirata - Marco Pantani" diretto da Claudio Bonivento, già regista de "Il Grande Torino", e prodotto da Bibi Ballandi (onnipresente). Negli ultimi giorni siamo stati travolti da un vero e proprio uragano promozionale e le interviste, gli approfondimenti su decine di testate giornalistiche si sono sprecati. Il motivo per una volta non è squisitamente commerciale, il motivo è Marco Pantani. Il ciclista di Cesenatico ha rappresentato per anni il ciclismo italiano, forse quello mondiale, con le incredibili vittorie ottenute nel modo che per quello sport più conta: andando più forte in salita, scattando e lasciando tutti indietro. Sarebbe bastato questo a farlo ricordare per sempre, ma il Giro d'Italia del '99 ha cambiato tutto e lo ha reso se possibile più famoso, ancora più importante. Quando a Madonna di Campiglio fu trovato con un valore oltre la soglia consentita, che nel linguaggio tecnico significava uso di EPO e quindi doping, il contraccolpo è stato tremendo. I tentativi di tornare in sella con successo tutti o quasi senza risultato e dopo pochi anni, il giorno di San Valentino del 2004, la morte in un anonimo residence di Rimini, una morte che l'ha raggiunto da solo quando la dipendenza dalla cocaina (il suo ultimo rifugio) era oramai incontrollabile. Complicato raccontare in maniera equilibrata la storia di un uomo che ha animato tante passioni come il Pirata e certo è difficile parlare prima aver visto il film, ma personalmente quanto ho letto e ascoltato nelle interviste del protagonista-sosia Rolando Ravello e del regista mi ha lasciato perplesso. Si rivendica apertamente la "faziosità", si delegittima il controllo anti-doping che distrusse la carriera e la vita di Pantani, si lancia l'insinuazione (senza alcuna prova) che si sia trattato di un complotto, di una trappola per distruggerlo, ignorando il controsenso che questa teoria rappresenterebbe, e si decide di non mostrare in alcun modo gli ultimi giorni del ciclista. PUBBLICITÀ Alice Home TV Abbonati ad Alice Adsl 20 Mb per la tv su misura: Film, Sport, News www.alice.it Download Film Web per scaricare MP3 Film i tutti modelli di programma www.cercasulweb.com Annunci Google PUBBLICITÀ Sarà una cosa impopolare ma l'idea mi preoccupa, non perchè sia un colpevolista a tutti i costi, ma questo modo di parlare mi piace poco. Il ciclismo è uno sport che ha perso credibilità e che negli ultimi anni non ha smesso di perderne, con sempre nuovi scandali che hanno coinvolto campioni come Basso, sfiorato leggende come Armstrong e che hanno stravolto le classifiche "sportive" dell'ultimo Tour de France. Pantani non era e non è stato l'unico ciclista ad essere colpiti dall'infamia del doping, non è stato nemmeno l'unico uomo incapace di affrontare la vergogna e di tornare a correre e vincere, ma è l'unico per il quale diventa utile e pensabile avviare un'operazione apologetica che consente di far passare messaggi come questo: "Quella norma ipocrita del 50 per cento sull'ematocrito, per cui il messaggio era fatevi pure di epo, purché non superiate quella soglia. Pantani voleva solo combattere alla pari degli altri". Stasera potremmo farci tutti la nostra idea, si potranno formulare delle opinioni coerenti e motivate sulle scelte di Bonivento, di certo tutte le premesse sembrano costruire un'immagine che a mio parere rischia di vanificare quando di positivo possiamo trarre come insegnamento dalla storia di un grande campione come Pantani: qualsiasi cosa si dica, comunque incapace di scollinare per primo nella salita più difficile. http://www.tvblog.it/post/4339/pantani-racconto-o-apologia/last?message=accepted#add_comment Commento della sottoscritta::no::no: non ci siamo sotto il nome di zoe ho provato a dire la mia nei commenti... [/quote]


robby - 05/02/2007 alle 16:59

vi auguro a tutti una buona visione.... intanto un anticipo di quelle emozioni.... http://dailymotion.alice.it/visited/search/pantani/video/xwe47_ciclismo-marco-pantani-tonkov?pmk=spe_cross Marco, MI MANCHI...:^o^


Laura Idril - 05/02/2007 alle 17:01

Questo però non è il film! Io queste scene me le ricordo bene ;)


Andrea Innsbruck - 05/02/2007 alle 17:13

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] vi auguro a tutti una buona visione.... intanto un anticipo di quelle emozioni.... http://dailymotion.alice.it/visited/search/pantani/video/xwe47_ciclismo-marco-pantani-tonkov?pmk=spe_cross Marco, MI MANCHI...:^o^ [/quote] condivido il tuo pensiero Robby! Che riposi in pace :^o^:^o^


Monsieur 40% - 05/02/2007 alle 18:10

[b]film stasera con adsl[/b] [quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] per favore ,sono a casa ma non ho la Tv. Sapete se c'è qualche sito dove posso vedere il Film di stasera con l'adsl? [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] Questo non lo so. Però ti posso dire che la Rai fa il servizio di RaiClick. Non so esattamente dopo quanto tempo dalla messa in onda si possono rivedere le fiction sul sito di raiclick. [/quote]


superandyweb - 05/02/2007 alle 20:43

Sta per cominciare il FILM dell'anno, buona visione a tutti!!


Cascata del Toce - 05/02/2007 alle 21:20

Non so se sia il film dell'anno..ma di certo per quello che ho visto fino ad ora lo rispecchia a pieno!!!


gigio83 - 05/02/2007 alle 21:34

come film a me sinceramente non piace molto.. come storia c'è,ma com'è girato non mi piace...


lapis - 05/02/2007 alle 21:55

per ora poca bici no?


Cascata del Toce - 05/02/2007 alle 22:07

E' un film sul Pantani persona e non sulle sue imprese ciclistiche...;)


mattewhawk23 - 05/02/2007 alle 22:11

Che confusione e nemmno hanno citato Luciano pezzi!addirittura nel 98 han messo la vittoria di morzine 97 e il traccaito di quel tour!altro che la confusione su Gino Bartali


mattewhawk23 - 05/02/2007 alle 22:13

Niente sfida con Indurain..Pantani è stato eroico proprio per i sue duelli..cmq che meozinoe rivedere con il comento di de Zan la tappa dl Galibier


Cascata del Toce - 05/02/2007 alle 22:20

Ripeto che a mio modo di vedere si tratta più di un film che cerca di fare capire il personaggio..le sofferenze dell'uomo.... E' realistico...


itammb - 05/02/2007 alle 22:29

Che brutto...ore 22.50...secondo tempo....


Zillo - 05/02/2007 alle 22:48

Bah! Realistico non direi proprio... e non parlo delle scene di ciclismo, che sono la parte più riuscita del film, ma del racconto intorno... fatto nel solito modo smielenso e irrealitico di tutte le fiction RAI!!


omar - 05/02/2007 alle 22:50

Per essere sinceri il film non mi ha entusiasmato in particolare, concordo con le parole di cascata


pintocolorado - 05/02/2007 alle 22:53

Ragazzi, ricordiamoci una cosa: solo chi non fa non sbaglia. E' vero, c'è qualche errore "tecnico" nel film, ma finalmente qualcuno ha cercato di ridare un pò di giustizia a quel ragazzo fragile di Cesenatico, che in bici ci ha fatto piangere, e continua a farlo anche ora, che i giorni senza di lui sembrano una vita... GRAZIE MARCO, e tu sai perchè. Alberto


Reggio Emilia - 05/02/2007 alle 22:55

.....vabbè, è finito. sotto la glassa nazionalpopolare secondo me questo film non è stato male, se non altro prende in esame un pò tutto: chiaro che lo fa in modo un pò superficiale, ma concentrare in un'ora e mezzo non è facile. Faccio i complimenti, sinceri, a Ravello: in certe espressioni facciali e in certe parlate ricordava veramente Pantani. Mi ha dato l'impressione di essere stato realmente colpito dalla storia da immedesimarsi benissimo. Bravo, veramente..... Per il resto, in effetti, parecchi errori temporali (quello di Roncucci che parla dell'ematocrito dopo la Milano-Torino è incredibile). La cosa che non mi va giù è che sia stata pesantemente sminuita la tesi del complotto: capisco che al popolaccio devi dare, dopo il panem, il circenses (corredata di quella melassa vischiosa e appiccicaticcia dei "buoni sentimenti"), ma l'impressione che mi ha dato nel film è che questa tesi sia stata solo un frutto delle paranoie post-cocaina di Marco, e non un'eventualità ancora e per sempre poco sondat. Io ho letto il dossier Campiglio, ma al burino beota che, orfano del processo, guardava questa fiction, andava proposta in modo più deciso l'alternativa alla versione ufficiale.


miky70 - 05/02/2007 alle 22:57

:gluglu::gluglu::gluglu: POVERA TONINA!!!


Admin - 05/02/2007 alle 22:58

Concordo in tutto e per tutto con quanto appena scritto da Reggio Emilia, e per una volta non faccio la fatica di fare il puntiglioso in prima persona. Dico solo che - forse è che sto invecchiando - la scena del bagno d'albergo e il finale mi hanno devastato emotivamente. Solo ora mi sono ripreso dalle lacrime. :gluglu:


riddler - 05/02/2007 alle 22:58

Reggio Emilia mi ha tolto le parole di bocca, è vero si sono affrontati tutti i problemi ma tutti in maniera superficiale, tanto valeva + l'aspetto esteriore e meno ciclismo (per quanto cmq meno di quello che c'è stato era davvero poco) o viceversa... Se è vero che la fiction è durata un'ora e mezza, è anche vero che le fiction rai di questo tipo di solito sono fatte in due puntate, e non credo che sarebbero mancati gli argomenti per riempire 3 ore... Forse è stato fatto troppo in fretta e furia?


mont ventoux - 05/02/2007 alle 22:59

Adesso che ho visto il film non riesco proprio a capire l'entusiastiche recensioni che ho letto in questi giorni. Sono molto deluso, non mi è piaciuto quasi niente, ad eccezione della parte iniziale nella quale si vede il Pantani ragazzino, quella si che era emozionante e anche realistica per la somiglianza dell'attore. Anche prescindendo dall'esiguità della durata, i 100 minuti sono stati impiegati malissimo, il rapporto con Christine occupa uno spazio eccessivo, c'è un'incredibile confusione a livello cronologico, moltissime mancanze e approssimazioni clamorose. E soprattutto, il grande assente di questo film è il ciclismo, vengono liquidate in 10 secondi le vittorie al Giro e al Tour 1998, mentre si dà uno spazio eccessivo alla ricostruzione dei relativi festeggiamenti. Mancano totalmente i contenuti ciclistici, le corse, gli avversari, gli stessi gregari hanno un ruolo marginale, aldilà del figlio di Facchetti, che da quanto si è capito fà un pò le veci della manager Ronchi e un pò dell'amico che lo ospitò a Predappio negli ultimi mesi. Davvero molte le carenze e le mancanze, e sulla stessa vicenda di Campiglio non si prova a costruire un'ipotesi alternativa che vada aldilà di quella complottistica. Dubito che sia stato insinuato qualche dubbio presso il pubblico riguardo a quell'episodio. Avevo letto che in questo film ci sarebbe stato quasi tutto, io penso invece che non c'è quasi niente, ad eccezione della bellissima Nicoletta Romanov (molto più bella dell'originale) e di un bravo Ravello, tutto sommato, il quale ha però raccontato una storia che con quella di Pantani ci assomiglia proprio alla lontana.


Subsonico - 05/02/2007 alle 23:05

Tecnicamente è buono. Le scene di corsa son poche e troppo sfuggenti (nessun dialogo con gli altri corridori) però nessuna velocizzazione come in Bartali. L'aspetto psicologico è stato veramente intenso. Eccolo, il drogato, colto in tutta la sua disperazione nella camera d'albergo. Qualche cosa era romanzata, qualche altra meno (il fatto che inseguì dei ciclisti con la bici del nonno l'avevo già sentito, ma con chiappucci andò veramente così?) E' mancata la bicicletta, ci si poteva soffermare di più sulla tappa del galibier (almeno come su oropa), ma sulle corse in genere, le scene sono state troppo veloci. E vabbè, è sempre una puntata. PS anch'io mi ero accorto di Morzine, ma mancava lo sputone di catarro :Od: Altra grave mancanza: Courchevel, ma secondo me è stata levata per ragioni narrative (troppo grande come successo per non sollevarlo dall'imminente disastro). Bravissimo Ravello, molto verosimigliante. Ah, le teorie del complotto cominciano subito dopo madonna, giusto per non renderle solo paranoie. Però è logico che l'aggravamento delle sue condizioni lo abbia reso meno razionale e più paranoico..:(


marco83 - 05/02/2007 alle 23:08

Ho letto le vostre impressioni a caldo, e temo che molti non abbiano compreso a fondo il focus del film di stasera: lo scopo non era quello di raccontare esclusivamente le avventure ciclistiche di Marco - per quello, possono tranquillamente bastare le videocassette che ognuno di noi appassionati avrà sicuramente in qualche mensola - quanto piuttosto le vicende del Pantani-uomo, che al sottoscritto sinceramente erano quelle che interessavano di più, perchè del resto so praticamente tutto. Degli errori temporali avete già detto voi, la sensazione è che questo film sia stato fin troppo compattato, per raccontare un'esistenza complessa ed intensa come quella di Marco. Forse ha ragione Riddler, se fiction doveva essere, poteva esserlo tranquillamente in due puntate come tutte le altre che la Rai ci passa quotidianamente ogni domenica e lunedì sera. Secondo quello che si diceva - gli stessi genitori di Marco hanno applaudito a lungo all'anteprima del film, parlandone davvero molto bene - mi aspettavo qualcosina in più, a sensazione. Poi magari lo riguardo - perchè ovviamente l'ho registrato - e cambio idea, in meglio... chissà! In ogni caso, ho visto film biografici decisamente peggiori, quindi un applauso al cast (ottimo questo Ravello, che ammetto che non conoscevo) lo faccio. :clap:


Subsonico - 05/02/2007 alle 23:08

[quote][i]Originariamente inviato da riddler [/i] Reggio Emilia mi ha tolto le parole di bocca, è vero si sono affrontati tutti i problemi ma tutti in maniera superficiale, tanto valeva + l'aspetto esteriore e meno ciclismo (per quanto cmq meno di quello che c'è stato era davvero poco) o viceversa... Se è vero che la fiction è durata un'ora e mezza, è anche vero che le fiction rai di questo tipo di solito sono fatte in due puntate, e non credo che sarebbero mancati gli argomenti per riempire 3 ore... Forse è stato fatto troppo in fretta e furia? [/quote] credo di sì. Ma i tempi di montaggio e la poca pubblicità mi lasciano pensare che fosse limitato il budget (e le scene in corsa costano, per riprodurre tutto...)


alfioboss - 05/02/2007 alle 23:10

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] Adesso che ho visto il film non riesco proprio a capire l'entusiastiche recensioni che ho letto in questi giorni. Sono molto deluso, non mi è piaciuto quasi niente, ad eccezione della parte iniziale nella quale si vede il Pantani ragazzino, quella si che era emozionante e anche realistica per la somiglianza dell'attore. Anche prescindendo dall'esiguità della durata, i 100 minuti sono stati impiegati malissimo, il rapporto con Christine occupa uno spazio eccessivo, c'è un'incredibile confusione a livello cronologico, moltissime mancanze e approssimazioni clamorose. E soprattutto, il grande assente di questo film è il ciclismo, vengono liquidate in 10 secondi le vittorie al Giro e al Tour 1998, mentre si dà uno spazio eccessivo alla ricostruzione dei relativi festeggiamenti. Mancano totalmente i contenuti ciclistici, le corse, gli avversari, gli stessi gregari hanno un ruolo marginale, aldilà del figlio di Facchetti, che da quanto si è capito fà un pò le veci della manager Ronchi e un pò dell'amico che lo ospitò a Predappio negli ultimi mesi. Davvero molte le carenze e le mancanze, e sulla stessa vicenda di Campiglio non si prova a costruire un'ipotesi alternativa che vada aldilà di quella complottistica. Dubito che sia stato insinuato qualche dubbio presso il pubblico riguardo a quell'episodio. Avevo letto che in questo film ci sarebbe stato quasi tutto, io penso invece che non c'è quasi niente, ad eccezione della bellissima Nicoletta Romanov (molto più bella dell'originale) e di un bravo Ravello, tutto sommato, il quale ha però raccontato una storia che con quella di Pantani ci assomiglia proprio alla lontana. [/quote] ah mont ventu' che film hai visto??????? Mi sa che propio non hai capito un Kaiser di quello che voleva dire il film!!!!!! Basta la scena del bagno e il finale per capire cosa si voleva far capire, ma sopratutto le parole dette da Ravello(Marco)e indirizzate hai giovani......................Aprite gli occhi!


Subsonico - 05/02/2007 alle 23:11

Ma perchè martinelli era sotto falso nome? Non ha dato i diritti?


Maracaibo - 05/02/2007 alle 23:16

A me il film è piaciuto, del resto è stato fatto per un pubblico televisivo di massa. L'unica critica è che potevano prestare solo un po più di attenzione ad alcuni particolari... Nella scena in cui Pantani da esordiente (doveva essere il 1985) si allena in jeans e camicia (?????) si vedono nel parcheggio diverse automobili messe sul mercato nel 2004/2005.....


W00DST0CK76 - 05/02/2007 alle 23:23

Personalmente do al film una piena sufficienza, la parte legata alla carriera è molto frammentaria e approssimativa ma credo che chi ha realizzato il film abbia voluto concentrarsi soprattutto sugli aspetti più personali della vita di Pantani. Sotto questo punto di vista credo che gli obiettivi siano stati raggiunti, soprattutto grazie alla credibilità e all'intensità espressiva del protagonista, davvero bravo questo Ravello! Come mi aspettavo, della Ronchi non c'è la mimina traccia, così come mancano altre figure, sosttuite da personaggi di fantasia, credo che sul film abbiano pesato i veti di persone che non volevano essere citate. Credo che il film raffiguri un Pantani verosimile senza essere ne agiografico ne eccessivamente critico, una cosa però mi ha infastidito, la scena in cui il suo vecchio DS gli dice di aver visto il valore del suo HCT dopo l'incidente alla Milano-Torino e lui , dopo la ramanzina praticamente ammette di aver fatto "ciò che fanno tutti", credo che questa sia stata una licenza eccessiva. Ho notato poi che nella scena del prelievo nell'albergo di Campiglio c'era un clima di cordialità che proprio non ricordavo visto ciò che ho sempre letto a riguardo. In sosatnza posso dire che è stato un film onesto, poteva essere migliore ma era molto più facile essere peggiore.


mont ventoux - 05/02/2007 alle 23:26

Ognuno è libero di dare i propri giudizi caro Alfio, ho visto lo stesso film che hai visto tu, e non mi è piaciuto. Cosa vuoi? L'ho trovato approssimativo, gli episodi più salienti della vita di Pantani sono stati messi uno dietro l'altro, mischiati velocemente, senza un filo logico. Credo davvero che si poteva fare molto meglio. A molti la fiction su Coppi non è piaciuta, a me piacque moltissimo e mi ha appassionato molto di più di questa su Pantani e di quella su Bartali. Ad ogni modo la Christine del film è sufficiente per non dargli meno di una sufficienza, sia pure molto stiracchiata. E forse anche per non cancellare la registrazione.


dedalus - 05/02/2007 alle 23:30

premessa: non sono stato un tifoso di Pantani, semplicemente perchè all'epoca delle sue vicende non seguivo il ciclismo. quindi il giudizio che posso dare sul film è completamente distaccato. credo che per un suo tifoso riuscire a guardare questo film senza essere lacerato da emozioni varie sia una impresa difficile. sul film: molto fiction, troppe inquadrature finte ad effetto, specialmente quella finale dell'amico che dice una frase assolutamente da film. inoltre non avrei glissato sulla morte, ma avrei rappresentato la cruda verità, riprendendo le scene della camera d'albergo. troppo poco spazio, secondo me, dedicato all'impresa contro ullrich. inoltre, anche se non conosco assolutamente le vicende private, credo che la fidanzata ne esca troppo bene.


pintocolorado - 05/02/2007 alle 23:51

Ma sai, quella di riabilitare la figura di Christina è stata una scelta voluta (almeno così ho letto da un'intervista alla Romanoff)... discutibile o meno, io non mi sento di poter giudicare...


Cascata del Toce - 06/02/2007 alle 00:52

Io credo che l'obbiettivo del film fosse quello di far capire la brutta situazione in cui Pantani si era messo dopo il 99... Il problema di un dramma che non si voleva risolvere.. La depressione e la voglia di lottare che andava e veniva... La scena della siringa disegnata... lui che pedala ed ha voglia di gareggiare, salvo poi ricadere nel buio dopo aver visto il graffito... Marco che fugge dalla casa di Francesco e che forse si arrende al suo destino..se ne va e non tornerà piu. Credo che a prescindere dalle poche scene di ciclismo (un film comunque non è mai un documentario)tutto sommato sia stata una buona realizzazione... ma da subito si capisce il messaggio, sin da quando il vecchio allenatore dice al giovane Pantani "con me corri pulito"... Mi lascia perplesso la vicenda di Cristina


ispanico - 06/02/2007 alle 00:55

Devo dire che mi sono emozionato. Forse era bene fare 2 puntate come ad altri film a 2 puntate così da poter aggiungere qualche impresa di più come le 2 vitorie all'Alpe d'Huez (specie l'ultima) o quella di Curchevel nella quale ha staccato Armstrong e altre comunque bel film, su pantani ci voleva. P.S. Ma l'amico compagno di squadra Francesco chi era (cognome naturalmente)?


falco46 - 06/02/2007 alle 01:37

sapevo che con Cristine i rapporti non erano poi così eccellenti e poi i riferimenti ciclistici sono troppo troppo scarsi, era un film su un campione di ciclismo!di certo non potevano esagerare, ma evientemente è un film che ha voluto puntare a una vasta gamma di telespettori, non solo amanti di sport.Per fortuna non sono il solo a non aver apprezzato moltissimo la fiction, era meglio farla in 2 puntate, comunque raggiunge la sufficienza, ma è ben lontana dal film su Bartali.Tuttavia qualche frase è stata detta davvero dal pirata, altre sono licenze gratuite.


pedalando - 06/02/2007 alle 02:25

A me e' piaciuto perche' e' stato quello che speravo che fosse: un film sincero (per quello che sappiamo non per quello che vorremmo che fosse). L'inizio e' stato molto emozionante. come lo e' stata la scena del bagno ed il finale bellissimo con tutti quei bambini, io l' ho inteso come la vera eredita' che Marco ha lasciato al ciclismo. Martinelli non avra' concesso i diritti :boh: io la mia convinzione l' ho sempre avuta.. Mancava anche una certa signora e, sinceramente, la cosa non mi dispiace.

 

[Modificato il 06/02/2007 alle 02:28 by pedalando]


Reggio Emilia - 06/02/2007 alle 08:22

la notte porta consiglio e mi è venuto in mente un passaggio che proprio non mi è andato giù, ed è quando Ravello/Pantani chiede insistentemente, nella fase di recupero post Milano-Torino, se ce l'avrebbe fatta. Ora, per quel che ne so io Borra ha sempre sostenuto che Pantani, durante quel recupero, aveva una forza di volontà mostruosa. Faccio mio il pensiero di Franz/W76, e cioè che rispetto alle potenzialità strappalacrime si è scelto di seguire una linea più sobria e di questo gliene rendo merito, però boccio in toto tutta la parte relativa alla Milano-Torino e recupero successivo.


nino58 - 06/02/2007 alle 08:49

Ho apprezzato il fatto che non vi fosse molta retorica. Ho apprezzato gli attori (tutti, ma soprattutto il ragazzino che interpretava Marco bambino). Non ho apprezzato la scena dell'autografo richesto dal medico a Pantani per il figlio al controllo di Madonna di Campiglio (se vi fu davvero è accettabile, se non vi fu è un modo per dire che il controllo era assolutamente corretto). Le inesattezze cronologiche sono un po' gravi. Una Opel Zafira nel 1984 è come l'orologio al polso dei legionari romani.


robby - 06/02/2007 alle 08:52

Ale Reggio Emilia, oltre a somigliare all'attore che ha rappresentato l'amico di Marco nel film :yes:, hai centrato uno dei miei maggiori dubbi...la forza di volontà di Marco dopo la Milano Torino (a quanto ne sappiamo e a quanto è stato raccontato) era fuori dal comune e si è voluto quasi dipingere un Marco dubbioso e pauroso fin dal 95...io resto convinto che Pantani era una persona forte prima dei fatti di madonna di campiglio, fragile ci è diventato in seguito. anche la vicenda dei valori di ematocrito dopo la Milano Torino...la gente che non capisce e non sa la storia di Pantani arriva a pensare allora che tutti i suoi successi sono macchiati dal doping (Marco non è !!MAI!! stato trovato positivo ad un solo controllo)...l'ematocrito era alto, ma veniva da 2 settimane in altura e il trauma ricevuto (sottolineo, quansi mortale) gli hanno fatto alzare di molto i valori (mi sono documentato e questo in caso di gravi traumi avviene) Cmq devo dire che non mi è piaciuto moltissimo il film in generale, forse perchè i fatti sono ancora troppo freschi, forse perchè 1 ora e mezza era troppo poca.... cmq sia non cambia niente su tutti i ricordi che ho io su Marco


robby - 06/02/2007 alle 08:55

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Una Opel Zafira nel 1984 è come l'orologio al polso dei legionari romani. [/quote] ma non era una Mercedes e l'anno il 1994?? :P cmq in effetti anche la scena del controllo di MdC mi ha fatto stare male...si è raffigurato un Panta che faceva i massaggi (si ma a che ora alle 5 del mattino????? :boh: ) e poi una cordialità strana che a quanto sappiamo non c'era assolutamente e poi quel dire "no no no il laccio emostatico non lo voglio" con tutta quella fretta e con quel tono di chi quasi è in tensione e con la coscienza sporca.... :boh:


Stella alpina - 06/02/2007 alle 08:59

Anche io penso che i fatti sono troppo attuali per farne un film ... e per chi conosceva Marco di certo il film non può sostituire quei ricordi ricchi di emozioni ma per chi non lo conosceva rischia di sovrapporsi alla realtà. Poi il film era un pò troppo stile fiction rai ... ma nonostante tutto devo dire che mi sono emozionata perchè prevaleva l'uomo con i suoi sentimenti ....


Zillo - 06/02/2007 alle 09:40

Lasciatemi dire quello che penso del film: una buona occasione non sfruttata! Se si voleva fare un film su Pantani si potevano scegliere due vie: una è quella di raccontare le sue gesta in bicicletta, e l'altra è quella di raccontare la sua vita fuori dalla bicicletta. Qui non è stata fatta bene nessuna delle due. Il ciclismo è lasciato volutamente in secondo piano, e devo dire che forse è stato meglio così, perchè le poche scene che ci sono state almeno erano realistiche e fatte abbastanza bene, e bellissimi sono stati gli spezzoni dei filmati tv con De Zan e cassani. Quello che invece è stato fatto male è la parte principale del film, ovvero la sua vita! A cominciare da Cristina, che se ne va improvvisamente senza che il telespettatore capisca bene perchè! Praticamente dopo il primo momento difficile di Marco, così pare dal film, Cristina piange e se ne va... Bah! Poi il rapporto di Marco con la cocaina: praticamente semrerebbe che il giorno dopo MdC quello è andato a prenderla, quando invece probabilmente è stata frutto di un percorso, che nel film non emerge. E poi non c'è nessuna introspezione nel personaggio: Pantani pare un poveraccio pazzo che nessuno cerca di capire. Forse andava curata più la narrazione dal punto di vista di Marco stesso: vista dall'esterno, in questo modo non si capisce nulla di lui e di ciò che pensava, e come viveva lui quei momenti. Cosa che doveva essere il fulcro della narrazione. E cmq Beltrame non impersonava solo Martinelli: era praticamente la fusione in unica persona di Boifava e Martinelli! :D La storia di Marco che insegue i bambini con la bici del nonno la conoscevo. E' vera! Però nella realtà lui faceva una fatica boia per stare dietro al gruppetto e alla fine non si faceva staccare.. mica li superava tutti e li lasciava tutti indietro!! E chi è? Superman?? :Od::Od:


Delfino - 06/02/2007 alle 09:54

A me è piaciuto moltissimo, perchè essendo un film autobiografico ha raccontato le avventure di Marco in sella e non. Le parti in cui venivano raccontate le avventure ciclistiche sono riuscite benissimo, per la somiglianza tra Ravello e Pantani e per i gregari interpretati da loro stessi, molto toccanti anche i filmati (Giro '98 a Montecampione, Tour '98 sul Galibier e tour 2000 sul Mont Ventoux) reali in cui si sentiva la voce del mitico Adriano De Zan. Per quanto riguarda la vita extraciclistica di Marco secondo me è venuto molto bene anche quello di racconto, e poi è stato molto meglio vederlo scappare con la sua bici che vederlo morire in una stanza d'albergo, concordo con Lando nel dire che tutti quei ragazzini che si vedevano alla fine sono l'eredità lasciata da lui al ciclismo. Secondo me questo film è veramente un ottimo lavoro


Frank VDB - 06/02/2007 alle 10:05

Ciao ragazzi, ho letto diversi vostri commenti molto competenti. Aggiungo qualcosa di mio, anche in relazione ad altre fiction come quelle su Coppi e su Bartali. Da un punto di vista ciclistico, rispetto a queste, quella su Pantani è mostruosamente meglio. Le scene di corsa sono state prese dall'originale, riportando anche l'audio di De Zan che da anche ai profani un'emozione in più. Certo, per Coppi e Bartali non si poteva fare, ma in quelle due fiction vi furono cose grottesche (la neve al Tour!!!). Voto 7. C'è un piccolo neo: come si fa a parlare del Pantani ciclista senza neache un fotogramma della Merano-Aprica 1994? Forse Mediaset non gli ha dato le registrazioni? O come liquidare Giro-Tour in pochi secondi, oltretutto mettendo dentro lo sprint perdente con Guerini a Piancavallo? voto 5,5 se comunque lo scopo era quello di presentare il Pantani uomo e non il ciclista. Il problema è che forse una sola puntata è poco. Questioni di budgdet? Non comprendo come abbiano fatto a scegliere un Papà Pantani che sembra più che altro Beppe Martinelli mentre lo stesso Martinelli e Boifava sono rappresentati da un'unica persona. E la Ronchi dov'era? E Pezzi? Voto 4. Alcune discrepanze temporali. Voto 5,5: la vittoria all'Alpe d'Huez 1997 messa dentro al Tour 1998. Indurain e Ullrich mai nominati. Accavvallamenti un pò strani, il periodo tra Campiglio e il Tour in cui Pantani è vestito invernale... la Milano-Torino con il sole e senza Secchiari e Dall'Oglio... particolari comunque tutto sommato trascurabili. Il finale: molto delicato. Voto 9. Il regista si prende la licenza di anticipare e modificare la scena della stanza 213. Evita di fare audience con le scene sulla morte e propone solo un tunnel in cui il Pirata si infila. E la bellissima scena del Panta in bici con tanti bambini dietro... quanta gente effettivamente ha iniziato a pedalare vedendo le sue gesta? L'affaire doping: non poteva stare in secondo piano. Il regista non fa sconti ai peccatucci di Pantani (7) ma aveva il dovere di chiarire meglio il clima torbido di Campiglio, di Montecatini e Sanremo, degli anni dei processi, a parte l'accenno alle scommesse nell'intervista con Minà (5). Si vede che non ha letto i forum su cicloweb. In complesso un film da 6.


mattewhawk23 - 06/02/2007 alle 10:07

vedremo se l altra fiction saprà far di meglio. Cmq il 97 era un anno cruciale in special modo l Alpe d' Huez.Nel film si vede l' urlo ma non si capisce quasi il perchè unitamente al fatto che quando scatta la scena è quella di Morzine e del Joux Plane non dell' Alpe.Per capire l' uomo bisogna analizzare di più il ciclista perchè Marco nasce e muore,come personaggio pubblico e non, con le vicende ciclistiche. Io avrei parlato di più anche dei dissidi con la Mapei(Tonkov lo accusò già nel 98) ma penso che poi sarebbe stato il finimondo


JackyDurand - 06/02/2007 alle 10:55

Ciao a tutti: ho visto il film e mi piaciuto per la delicatezza e l'umanità con cui ha affrontato il tema. Toccante il finale, quando l'amico dice: "Stavolta Marco non torna più!". Mi è venuta però alla fine un profondo senso di dispiacere, di angoscia: lo stesso che provo quando rivedo i filmati di Marco del dvd della gazzetta o della puntata registrata di Sfide: mi è venuto un groppo in gola per buona parte del film e prima di addormentarmi ci pensavo e ci ripensavo. E' il film che ha colpito nel segno ? Ditemi che non sono il solo.


Zillo - 06/02/2007 alle 10:55

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Non comprendo come abbiano fatto a scegliere un Papà Pantani che sembra più che altro Beppe Martinelli mentre lo stesso Martinelli e Boifava sono rappresentati da un'unica persona. [/quote] E' vero! Il papà di Pantani era identico a Martinelli!! A un certo punto pensavo che fosse proprio lui!! Ahahah!


Stella alpina - 06/02/2007 alle 11:13

[quote][i]Originariamente inviato da JackyDurand [/i] Mi è venuta però alla fine un profondo senso di dispiacere, di angoscia: lo stesso che provo quando rivedo i filmati di Marco del dvd della gazzetta o della puntata registrata di Sfide: mi è venuto un groppo in gola per buona parte del film e prima di addormentarmi ci pensavo e ci ripensavo. E' il film che ha colpito nel segno ? Ditemi che non sono il solo. [/quote] non sei il solo ... anche io mi sono addormentata pensando a Marco e a quello che è stato per me e per molti ragazzi ... provando un senso di dispiacere ... Il ricordo deve rimanere vivo ... la memoria di Marco non deve essere persa col tempo ... e se il film ha in qualche modo contribuito a risvegliare questa memoria ben venga!


magic box - 06/02/2007 alle 11:28

No, sto film non mi è piaciuto!!! Sarà perchè conosco bene la storia, sarà perchè le emozioni della corsa non sono state messe in risalto, ma sto film non mi è piaciuto! 1. Non racconta benissimo il personaggio Pantani 2. Dal punto di vista sportivo emozioni zero, poca corsa per intenderci 3. Molti personaggi importanti non sono stati inseriti Probabilmente era meglio fare una fiction in 2 puntate dove ci potevano stare sia le emozioni ciclistiche che il personaggio pantani e forse ci poteva stare un po anche la marea di gente che lo amava:OO: Detto questo una cosa si è salvata, ed è l'attrice Nicoletta Romanoff (christine), che stupenda ragazza (per non esagerare dicendo che è una gran gnocca), ecco quella si è salvata!!! Insomma forse Marco Pantani meritava qualcosa di +!!![b] [/b] :?


nino58 - 06/02/2007 alle 12:07

Robby, l'Opel Zafira si vedeva quando Pantani ragazzino girava in bici per Cesenatico. Capisco che, nel "girare" dentro la città, non si potevano far spostare tutte le auto immatricolate dopo il 1984, però ....


robby - 06/02/2007 alle 12:15

Prafo!!!! hai proprio ragione :doh: @ Frank VDB....era l'arrivo di Selva di Val Gardena dove Guerini l'ha preceduto in volata e non Piancavallo ;)


pedalando - 06/02/2007 alle 12:15

[quote][i]Originariamente inviato da Reggio Emilia [/i] (quello di Roncucci che parla dell'ematocrito dopo la Milano-Torino è incredibile). [/quote] questione di gusti e di sentimenti, capisco, ma a me quella scena e' sembrata geniale. Sono riusciti a raccontare un fatto agli atti (l'ematocrito alto) in una maniera molto soft, senza dita puntate e senza processi (quindi senza la necessita' di dare spiegazioni). Approfittandone anche per far dire a Marco "io faccio come gli altri".


WilGRILLO! - 06/02/2007 alle 12:26

Ciao ragazzi, il film non l'ho visto tutto, solo la parte finale, dalla vittoria del giro in poi. Lo vedrò tutto questa sera, in replica sul satellitare. Credo che quando si fa una fiction su un personaggio che è stato così carismatico, è normale che molte sfumature o molti episodi possono rimanere esclusi dal racconto, in particolare se la storia è così recente e viva nei nostri cuori. Io avrei preferito che questo film non fosse mai stato fatto...è chiaro il motivo, dannazione! oggi Marco avrebbe avuto solo 37 anni...:gluglu:


Vuelta Espana - 06/02/2007 alle 12:47

Ho letto qua e là alcuni vostri commenti e penso di condividere la maggior parte di essi. Ossia mi è piaciuta moltissimo la prima parte con Marco bambino (impressionante, l'attore era identico), il nonno Sotero, e i primi spezzoni di lui in bici, che da un lato, quando erano "ricostruiti" erano fatti molto bene, dall'altro quando erano originali facevano venire i brividi sulla schiena. Invece la parte del dopo-Campiglio non mi è piaciuta per niente, troppo stravolti i fatti, con assenze assolutamente pesanti (Ronchi su tutti, con cui Pantani ha anche vissuto un periodo, altro che il misterioso Francesco), poco ciclismo, e un Marco mostrato come un pazzoide che spacca i mobili e urla a tutti. E poi ovviamente la beatificazione di Cristine a santa di turno mi ha lasciato un po' di voltastomaco viste anche le sospette implicazioni che avrebbe avuto nella vicenda della cocaina... E poi sì, incongruenze temporali davvero lampanti, le macchine, le ricostruzioni...che poi non so se mi sbaglio (o se qualcuno l'ha già notato, scusate ma non son riuscita a leggere tutto), ma nel Tour del '98 ha due maglie Mercatone diverse...una mi sembra sia quella che aveva nel '97, quella blu... Cmq dò anch'io la piena sufficienza al film, mi rendo conto che non era affatto facile ricostruire una vicenda che è ancora molto calda e sentita tra la gente, e poi ci sono state anche delle scene molto belle e intense, quindi non va buttato via come film.


david 724 - 06/02/2007 alle 12:49

una boiata allucinante! hanno fatto passare crhistina come un santa, mah, poi le scene in bici bruttissime, sarebbe stata meglio una replica di sfide, almeno è un documentario ben fatto. ho apprezzato molto di più il film su Bartali.


Stella alpina - 06/02/2007 alle 12:55

[quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] ho apprezzato molto di più il film su Bartali. [/quote] come ho già detto, in effetti, i fatti riferiti a Pantani sono appena successi e tutti ce li ricordiamo come sono realmente avvenuti perciò simo in grado di distinguere la fiction dalla realtà mentre non avendo vissuto dal vivo le vicende su Bartali il film ci sembrava raccontasse la vita reale del campione, cosa che in realtà non è del tutto vero perchè io il film su Bartali l'ho visto con mio padre e lui mi spiegava quando i fatti raccontati nel film erano un po' "inventati".


Zillo - 06/02/2007 alle 13:05

[quote][i]Originariamente inviato da Vuelta Espana [/i] E poi ovviamente la beatificazione di Cristine a santa di turno mi ha lasciato un po' di voltastomaco viste anche le sospette implicazioni che avrebbe avuto nella vicenda della cocaina... [/quote] Scusa, ma io sapevo che nella vicenda della cocaina non c'era Cristina, ma quella venuta dopo con cui Pantani è stat nell'ultimo anno... anche lei dell'est...


Cascata del Toce - 06/02/2007 alle 13:15

Vedete..io credo che un film, benchè debba sempre essere realistico, è sempre un film... che ci sia qualcosa di inventato o romanzato è quasi normale... credo comunque che il messaggio sia stato chiaro e forte...


pedalando - 06/02/2007 alle 13:17

[quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] una boiata allucinante! hanno fatto passare crhistina come un santa, mah, [/quote] non mi e' sembrato, cercare un colpevole a cui addossare tutta la colpa non serve, e non era lo scopo dl film. P.S. per Zillo: Christina era Danese, non dell'est :nonono: [quote] poi le scene in bici bruttissime, sarebbe stata meglio una replica di sfide, almeno è un documentario ben fatto. [/quote] bhe, per le scene in bici basti spararsi una cassetta, non c'era bisogno della narrativa. Il film porta un messaggio: la rivalutazione di un uomo. [quote] ho apprezzato molto di più il film su Bartali. [/quote] forse perche' non conoscevi altrettanto bene la vicenda :boh:


Frank VDB - 06/02/2007 alle 13:19

[quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] ho apprezzato molto di più il film su Bartali. [/quote] Quello con la neve al Tour? Con il ciclista-pugile? Con Biagio Cavanna miracolato vedente? Con Coppi e Bartali fermi a discutere in un tornante al Giro del 1940? Suvvia...


W00DST0CK76 - 06/02/2007 alle 13:32

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] [quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] ho apprezzato molto di più il film su Bartali. [/quote] Quello con la neve al Tour? Con il ciclista-pugile? Con Biagio Cavanna miracolato vedente? Con Coppi e Bartali fermi a discutere in un tornante al Giro del 1940? Suvvia... [/quote] Quella di Bartali è stata uuna trasposizione molto più romanzata e per questo gli autori si sono presi un maggior numero di licenze, in quel caso, più che parlare ad una fiction su Ginettaccio avrebbero dovuto presentarla come una rappresentazione "ispirata" alal vita del campione toscano. Il film su Pantani, pur con tutte le sue imprecisioni contestuali, risulta più realistico, anche perchè si svolge in un'epoca attuale e parla di fatti che sono ancora vivi nella memoria di molti, pur non condividendo alcune interpretazioni resto convinto che il risultato finale sia soddisfacente e ciò soprattutto grazie alla bravura del protagonista. Ho apprezzato molto anche la colonna sonora, in particolare la canzone degli Stadio era davvero toccante.


mont ventoux - 06/02/2007 alle 13:47

Resta davvero l'impressione, per quanto mi riguarda, di un'occasione persa, o quantomeno sfruttata molto male. Si aveva a disposizione una prima serata su Rai1, se proprio non si voleva ricorrere alle 2 puntate si poteva almeno aggiungere un'altra mezz'ora di minutaggio, e ci si DOVEVA soffermare molto di più, come ha detto già qualcuno, sull'aspetto interiore di Pantani, dare libero sfogo ad una specie di flusso di coscienza, che era quello che poi Pantani faceva davvero nei suoi scritti privati, nei bigliettini che disseminava in giro da subito dopo l'incidente di Campiglio. L'isteria e la paranoia andava bene per raccontare i suoi ultimi mesi, ma dei 4 anni precedenti bisognava renderne gli aspetti di sofferenza e di orgoglio ferito, con una contestuale seppur sommaria analisi delle inchieste che lo riguardavano. Pantani era una persona così meditativa e riflessiva, almeno nella sua parte pubblica, ma dal film questo dato non emerge, sembra sempre in preda alle emozioni e agli impulsi, quando fondamentalmente aveva una personalità introversa e timida. Della totale mancanza e delle imprecisioni enormi sull'aspetto agonistico ho già detto, e bisogna ribadirlo, Pantani è diventato famoso grazie al ciclismo, non è possibile far passare questo aspetto in maniera così secondaria. La parte migliore e davvero emozionante è la prima, diciamo che fino alla firma del contratto con la Carrera è davvero un bel film, poi si perde. Troppo poco.


Drein - 06/02/2007 alle 13:54

Boh l' impressione ke ho avuto è ke il regista doveva aver avuto puntata contro una pistola.. ke fretta c' era di fare sto film? il Panta merita di essere ricordato decisamente meglio..


violetta - 06/02/2007 alle 14:15

[quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] hanno fatto passare crhistina come un santa, mah, poi le scene in bici bruttissime, sarebbe stata meglio una replica di sfide. [/quote] Ok. Ragazzi passiamo alla riflessione a sangue freddo, vi rendete conto di cosa Christine ha subito?Ha subito la stessa devastazione che ha subito Marco...La loro vita è stata distrutta...sinceramente io avrei sopportato molto meno...essendo sincera Cristina ha fatto il possibile...credete che sia facile sentire il proprio compagno rivoltare la casa come un calzino perchè convinto fermamente della presenza di microspie?Io avrei resistito MOLTO MENO...


violetta - 06/02/2007 alle 14:18

[quote][i]Originariamente inviato da Maracaibo [/i] A me il film è piaciuto, del resto è stato fatto per un pubblico televisivo di massa. L'unica critica è che potevano prestare solo un po più di attenzione ad alcuni particolari... Nella scena in cui Pantani da esordiente (doveva essere il 1985) si allena in jeans e camicia (?????) si vedono nel parcheggio diverse automobili messe sul mercato nel 2004/2005..... [/quote] anche la mercedes jeep era fuori tempo, per non parlare dell incidente alla Milano Torino, Marco non era da solo...Vabbè. Però guardiamo anche al lato più positivo della fiction...l'intervista con Gianni Minà, ce l ho in cassetta io, è una conquista...una vera e propria conquista...


garton - 06/02/2007 alle 14:19

il film di ieri dimostra quanto il cinema italiano sia scadente quello non ricorda marco:?:?:italia:


omar - 06/02/2007 alle 14:22

Su tuttobiciweb hanno aperto un sondaggio:Fiction Pantani: cosa ne pensate, per ora il 28% dei votantoi sono delusi.


Morglum - 06/02/2007 alle 14:33

Sicuramente dal 15 Febbraio 2004, giorno dopo la morte di Marco Pantani, quasi tutti i suoi tifosi aspettavano, magari inconsciamente, l’avvento di un film su di lui. Un film che raccontasse Pantani come uomo, senza tralasciare le sue imprese sportive. Un film che restituisse al campione la dignità perduta, riabilitando la sua figura agli occhi di chi ancora lo vedeva come un disonesto, un traditore. Ed ecco che, a quasi tre anni dalla sua morte, Claudio Bonivento raccoglie la sfida, ci prova. E per farlo si documenta, studia. Sceglie un attore, Rolando Ravello, che somiglia molto a Marco. E costringe questo attore a studiare Pantani. Per replicarne gli sguardi, i sorrisi, le smorfie, il modo di pedalare. Vengono fatti sopralluoghi sugli arrivi delle tappe storiche e vengono interpellati i genitori di Marco, gli amici, i compagni di squadra e persino i rivali, nel tentativo di carpire qualche segreto, qualche informazione in più, per meglio raffigurarlo. Dunque le premesse per un buon film ci sono tutte, e l’approvazione dei genitori di Pantani, accende le speranze dei tifosi, di coloro ai quali Marco manca ancora moltissimo; che darebbero molto per rivederlo soltanto un secondo. Soltanto un colpo di pedale. E così arriva il grande giorno. Inizia il Film. E alla prima immagine, un sussulto. Gli occhi si gonfiano, la bocca si secca. Eccolo, Marco. E’ come se fosse tornato davvero, è un sogno. Ma il sogno si infrange ben presto. Poco dopo mi sento uno stupido. Stupido, ad aver pensato che fosse possibile. Il film è fatto male. Tecnicamente è un disastro. Le inquadrature sono banali, i dialoghi scontati, frutto di una regia abbastanza piatta. Il Pantani del film pedala scomposto, ha i pettorali gonfi, e le braccia possenti. Ma questo non è un grosso problema. L’importante non era rappresentare Marco esteriormente, ma raffigurarne l’animo, timido e forte, fragile e risoluto. In fondo in tanti film ispirati a famosi personaggi, gli interpreti non assomigliavano loro per nulla. Penso al Berlusconi del Caimano di Moretti, dove il protagonista è addirittura interpretato da tre attori differenti. Ma il problema è che in questo film anche l’aspetto interiore di Pantani viene appena sfiorato, senza convinzione. Si può passar sopra anche alle numerosissime inesattezze che costellano la fiction ma, visto e considerato che il film voleva rappresentare l’uomo più che l’atleta, non si può ignorare la mancata analisi della sua psiche. La torrida tristezza dell’uomo, privato della sua unica ragione di vita, non emerge. “Ma andate a vedere cos’è un ciclista…”, non doveva essere solo una frase buttata li. Doveva essere una delle prerogative del film. Lo sceneggiato doveva rappresentare la tensione che accompagna una vigilia, l’euforia di una vittoria, e l’amarezza per una sconfitta. Dal film non traspare nessuna di queste emozioni. Nelle fasi pre-gara gli atleti e i d.s sembrano scambiarsi le figurine, più che impostare una tattica. Ma quando devi giocarti un Tour de France su una salita, credo che lo stato d’animo sia diverso. Marco Pantani è stato lasciato solo, alla deriva. Ma nel film non si capisce. Non si vede il declino dell’uomo e dell’atleta. Non si vede l’incapacità di esprimersi sui pedali, senza una pace interiore. E questo perché gli anni del declino non sono rappresentati per nulla. Non mancano solo l’Alpe d’Huez e Courchevel, mancano soprattutto i due anni di sconfitte. I due anni, 2001 e 2002, fatti di speranze e delusioni. Di ombre e di sospetti che si allungano sempre più sulla figura del campione. Manca l’umiliazione. L’umiliazione di essere sempre guardato con sospetto, l’umiliazione di arrivare coi “patacca”, l’umiliazione di essere stato abbandonato da tutti. Il Pantani della fiction sembra un pazzo. Un pazzo che il giorno successivo ai fatti di Madonna di Campiglio si è tuffato in un mondo fatto di droghe, di puttane, di vita notturna. Ma non è così. E’stato un processo lungo. Una lunga lotta per cercare di rialzarsi. Un tunnel in cui ha trovato persone che invece di aiutarlo ad uscirne, l’hanno affossato sempre più. Ed è alla fine di quel tunnel che Marco, invece di trovare la luce, ha trovato un baratro ancora più oscuro, la droga. Ma tutto questo nel film non compare. Il protagonista esplode in un’autodistruzione letale. Ma la realtà, purtroppo, è stata ancora più tragica. Perché nella realtà non c’è stata nessuna esplosione. C’è stato un lento declino, un interminabile degrado. Segni impercettibili agli occhi dei più, ma terribilmente strazianti per coloro che gli volevano bene e che lo conoscevano davvero. Ed il film finisce. Con una scena bellissima. Marco pedala; e con lui pedalano tantissimi bambini. Sono i bambini che l’hanno amato. Sono quelli che hanno chiesto al nonno, o al papà, una bicicletta in regalo. Sono quelli che hanno creduto in lui e a cui ora tocca parlare. Ma questa scena non basta a cancellare la tristezza, il magone. Il film non ha raggiunto il suo scopo. Non ha raccontato nulla di nuovo, ha riprodotto in modo inesatto le gesta sportive di Pantani e, quel che è peggio, non ha raffigurato la tremenda agonia psicologica che l’ha portato via. Certo. Qualcuno si sarà commosso. Qualcuno avrà pianto. E si sarà rigirato per ore nel letto, pensando con nostalgia al piccolo grande uomo che ha popolato tanti nostri sogni. Ma per questo dobbiamo ringraziare Marco, quello vero, e nessun altro.

 

[Modificato il 06/02/2007 alle 16:04 by Morglum]


riddler - 06/02/2007 alle 14:48

Cmq il risultato d'ascolto è stato alquanto deludente (20,97% di share) tenuto presente la non grande concorrenza di ieri...


Zillo - 06/02/2007 alle 15:24

[quote][i]Originariamente inviato da garton [/i] il film di ieri dimostra quanto il cinema italiano sia scadente quello non ricorda marco:?:?:italia: [/quote] Perdonami, ma il cinema italiano non si giudica dalle fictiona RAI per la prima serata! Il cinema è un'altra cosa...


Drein - 06/02/2007 alle 15:35

Di quello ke si salva del film le immagini vere. sentire Adriano De Zan quando Marco scatta a me mette sempre i brividi..


pedalando - 06/02/2007 alle 15:53

[quote][i]Originariamente inviato da omar [/i] Su tuttobiciweb hanno aperto un sondaggio:Fiction Pantani: cosa ne pensate, per ora il 28% dei votantoi sono delusi. [/quote] Omar, dovresti mettere anche la percentuale dei contenti. Scritto cosi' non significa niente :boh:


nino58 - 06/02/2007 alle 15:53

Adriano a Montecampione. Non sapeva più cosa dire. Capiva, come capivamo tutti, che la vittoria in quel Giro, di quel Giro non era una vittoria come le altre, di altri bravi corridori in altri Giri.


galibier2006 - 06/02/2007 alle 15:53

ciao a tutti! purtroppo il film non mi è proprio piaciuto!!! fatto con troppa fretta tralasciando particolari che avrebbero aiutato il grande pubblico a capire l'uomo Pantani....:mad::?


DeEjAy_FlAtBeAt - 06/02/2007 alle 15:57

Brutto o bello che fosse il film devo fare causa alla Kleenex...la quantità dei fazzoletti nelle scatole diminuisce sempre:(


falco46 - 06/02/2007 alle 16:07

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] La parte migliore e davvero emozionante è la prima, diciamo che fino alla firma del contratto con la Carrera è davvero un bel film, poi si perde. Troppo poco. [/quote] daccordo con te, da dopo la firma con la carrera, vi sono mpreciioni madornali, ma al di là di ciò, credo che noi tutti ci aspettassimo molto di più anche per com'era stato propagandato il film(mi riferisco a pubblicità e vari articoli su giornali, gazzetta.it, domenica in, ecc.).E' poi normale che conoscendo molto meglio i fatti rispetto al film su Bartali, possiamo criticare maggiormente, comunque era evidente come quel film era si romanzato, ma molto toccante nella figura di Gino!


barrylyndon - 06/02/2007 alle 16:11

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maracaibo [/i] A me il film è piaciuto, del resto è stato fatto per un pubblico televisivo di massa. L'unica critica è che potevano prestare solo un po più di attenzione ad alcuni particolari... Nella scena in cui Pantani da esordiente (doveva essere il 1985) si allena in jeans e camicia (?????) si vedono nel parcheggio diverse automobili messe sul mercato nel 2004/2005..... [/quote] anche la mercedes jeep era fuori tempo, per non parlare dell incidente alla Milano Torino, Marco non era da solo...Vabbè. Però guardiamo anche al lato più positivo della fiction...l'intervista con Gianni Minà, ce l ho in cassetta io, è una conquista...una vera e propria conquista... [/quote] beh anche film titolati ed osannati dalla critica hanno le loro gaffe.mi ricordo che l'albero degli zoccoli,film dello stimato Olmi e che a fine anni 70 ha fatto incetta di premi,in una scena si vede in lontananza un auto abbastanza veloce percorrere una stradina.il film era ambientato fine 800,mi sembra..


galibier2006 - 06/02/2007 alle 16:19

il problema non è tanto quello delle auto recenti ma il fatto che manca il filo logico e in 15 secondi vengono liquidati giro e tour 98!!!!:no:


DeEjAy_FlAtBeAt - 06/02/2007 alle 16:27

[quote][i]Originariamente inviato da galibier2006 [/i] il problema non è tanto quello delle auto recenti ma il fatto che manca il filo logico e in 15 secondi vengono liquidati giro e tour 98!!!!:no: [/quote] beh purtroppo il film è durato molto poco rispetto alle solite fiction che si svolgono in 2 serate...come si fa a rappresentare una vita così indubbiamente piena di eventi e condensarla in meno di 2 ore??:boh:


galibier2006 - 06/02/2007 alle 16:34

con tutti i soldi che ogni anno mamma rai ci ESTORCE di puntate potevano farne anche quattro!!!!


DeEjAy_FlAtBeAt - 06/02/2007 alle 16:36

Galibier sul fatto che la Rai estorce soldi stenderei un velo perchè troppa gente non sa esattamente cosa sia la Rai...e ciò mi da parecchio fastidio:mad:


galibier2006 - 06/02/2007 alle 16:39

forse ho esagerato.... comunque con tutti i soldi del canone che prendono, se tutti lo pagano, penso che problemi bi budget non ne hanno!!!!

 

[Modificato il 06/02/2007 alle 16:44 by galibier2006]


DeEjAy_FlAtBeAt - 06/02/2007 alle 16:51

Galibier i soldi del canone non vanno dove crede il 99% della gente ovvero all'Isola dei Famosi,fiction o roba varia.La Rai,essendo televisione di stato ha l'obbligo di servire i centri urbani con più di 500 ABITANTI!Questo significa che Rai1,Rai2,Rai3,Radio1,2,3 , Radio1 in onda media e in onda corta,Isoradio(nelle autostrade) e il digitale Terrestre DEVONO per legge essere trasmessi in tutti questi comuni.Ciò implica la costruzione di parecchi ripetitori che hanno bisogno di tanta manutenzione.E credete che la manodopera qui in Italia sia gratis? Ora calcolate Mediaset di cui non paghiamo nessun canone...Mediaset per il 70% utilizza i grandi ripetitori Rai,non ha l'obbligo di servire i comuni piccoli(infatti di frequenze Mediaset ne ha infinitamente di meno),non possiede emittenti radio e se fate caso in alcune zone la qualità del video di Mediaset è pessima!! Tirate le somme...spero di essere stato esauriente.


laperla - 06/02/2007 alle 16:55

A me il film non é piaciuto tanto,diciamo che spesso ho cambiato canale. Il film ha cercato più di parlare di lui come uomo che le sue imprese cilistiche. Per quelli come noi che abbiamo una forte passione per la bici e per lui abbiamo capito il filo di tutto, ma per chi lo vede per la prima volta (pantani) non riesce a capire che uomo era, non so se mi spiego. L'attore non mi é piaciuto per niente, mi sembrava un Pantani di oltre i 40 anni. Cmq sia, un pò dipositivo c'é stato nel film, la parte da lui da giovane, e il pezzo che il suo amico Francesco lo trova in bagno d'albergo.....lì mi son venuti i brividi. spero tanto che un giorno ci sarà un grande film per un grande uomo!!!


maurofacoltosi - 06/02/2007 alle 16:58

Altro errore: la telecronaca che apre il film era di Bulbarelli ma, all'epoca degli eventi (era il 1999) la voce storica del ciclismo era quella di De Zan. Bastava incollare alle immagini la vera voce del mitico Adriano mentre commentava il finale della tappa di Madonna di Campiglio. Secondo errore. Per illustrare l'arrivo di Merano (Giro 1994) hanno incollato due immagini: Pantani che entra in Merano e Pantani che esulta sul traguardo (ma x questo hanno preso l'arrivo ad Aprica)


maurofacoltosi - 06/02/2007 alle 16:59

Ma... Marco e Cristina non si erano conosciuti dopo l'incidente alla Milanop - Torino?


Donchisciotte - 06/02/2007 alle 17:07

Quello che pensavo della fiction lo avevo detto e mi pare che non ho avuto torto. Anzi ragionissima. Forse sono rimasta solo sorpresa dalla bruttezza dei dialoghi, veramente quasi surreali ma sarà ch io non guardo le fiction e non so a che livello possono arrivare. Violetta, dai, non facciamo di Christina una martire , non scherziamo nemmeno. Però ho scelto l'atteggiamento pragmatico, vediamo se serve a far passare un'altra immagine di Marco. Così dico che: Parto dalle cose negative per arrivare a quelle positive. E' impreciso, superficiale e la cronologia non esiste ( Alpe d'Huez 1997 dopo Monte Campione 98, la morte del nonno dopo il Giro 1994 e tante altre). Poco spazio al ciclismo. Poco spazio al complotto, se non si dice di 7 procure che lo incriminano, di televisioni e giornali che lo massacravano, del Tour che lo umiliava, di squalifica per Montecatini senza nemmeno un processo ecc. pare che sia impazzito per niente, quasi fosse paranoico. Però la scena del bagno con le pareti scritte e la lettura finale del testamento di Marco mi hanno letteralmente devastata ( come è successo a Admin, ho faticato a riprendermi e a connettere. Spero che il suggerire l'idea di una persona che è stata vittima di una grande ingiustizia serva a qualcosa. Marco che mostra l'articolo di cannavò del 6 giugno 1999 è una grande scena. Devono parlare. Solo questo. Abbiamo perso una persona immensa. 5 milioni e mezzo di ascoltatori nonostante la concorrenza della nuova fiction di Canale 5 e delle Iene non mi sembrano male. Pantani ha vinto la gara degli ascolti e leggo, sul sito degli ascolti tv, che i contatti sono stati 16 milioni e mezzo , quasi sette milioni in più dell'altra fiction. Vuol dire che Pantani attira ancora tantissima gente e questo è straordinario. Nel mio sondaggio personale oggi a scuola l'avevano vista praticamente tutti, l'hanno commentata con me e tutti ne avevano tratto l'idea che lo avessero ammazzato per il male che gli hanno fatto. Qualcuno mi ha anche chiesto se l'avevo registrata che se la volevano rivedere. Insomma erano tutti convinti, ma convinti con commozione, che avesse pagato colpe non sue ecc. Io non mi aspettavo che questa fiction mi restituisse Marco, lo sapevo che non sarebbe stato così, ma se la mia scuola è un campione significativo di pubblico, allora la fiction ha vinto e ha fatto il suo dovere. Passa un'altra idea di Marco con un linguaggio che hanno capito tutti ( con mio stupore perché nella fiction non si accennava alla persecuzione ecc.). Va bene così. E poi mi ha fatto piacere la serata pantaniana. Poi, certo, se devo ritrovare il Panta..... beh..... c'è il videoregistratore,scelgo a caso la videocassetta ed è sempre emozione vera. Ascolto bach.


Donchisciotte - 06/02/2007 alle 17:12

Sì Mauro, Marco e Christina si incontrarono dopo l'incidente, in discoteca e non dal parucchiere e lei lasciò subito i cubi. Si pagava gli studi all'Accademia di belle arti ballando in discoteca, non come viene raccontato nel film.


pedalando - 06/02/2007 alle 17:19

Donchischiotte, grandiosa analisi. :clap:


Bitossi - 06/02/2007 alle 17:35

Mah, sono perplesso ed indeciso... e comunque il mio giudizio si divide su almeno tre piani: - Le imprecisioni tecniche: mi sembrano la parte più veniale... qualcuno ricorda un film a tema sportivo che non abbia fatto sorridere gli addetti ai lavori o comunque i profondi conoscitori o appassionati? Anche produzioni megamiliardarie (me ne vengono in mente alcune in campo motoristico), quando devono dare conto di un momento "clou" o semplicemente ricostruire storicamente un avvenimento, cadono quasi sempre in fallo... Piuttosto, c'è un aspetto tecnico/umano che è stato eccessivamente banalizzato a mio avviso, e cioè i rapporti all'interno della squadra: un po' troppo all'insegna del dilettantismo (frasi tipo: "uhè, domani la seconda salita è dura"... era il Mortirolo!) e del "volemose bene", soprattutto nei dopo-tappa del Giro 1994... - L'accuratezza del prodotto "cinematografico" complessivo: beh, anche qui qualche segno di pressapochismo c'è effettivamente stato... come già fatto notare, alcuni anacronismi (io ho notato delle Renault Megane...:D) producono l'effetto "orologio del centurione", che non è tanto grave in sè, quanto invece piuttosto "straniante", purtroppo non in senso Brechtiano... semplicemente acuisce il senso di finzione e di artificiosità... (da cinefilo, ricordo che Visconti pretendeva vestiti veri in armadi che non si sarebbero mai aperti...). L'impressione anche per me è stata quella del prodotto fatto in fretta e (forse) con budget limitato... Sufficienti le interpretazioni principali, anche se non mi strapperei i capelli (pochi anche i miei, purtroppo...), secondo me a causa di una certa debolezza dello "script" nelle scene di fantasia. - Il messaggio dell'opera, o se vogliamo il suo "significato"...: qui sospendo il giudizio... a voi che cosa è arrivato? O meglio che cosa sarà arrivato al pubblico "normale"? Tutto sommato, mi sembra di poter dire che, aldilà dei proclami precedenti del regista ("Io ho una mia tesi e la illustrerò"...), il film sia debole proprio in questo... cerca una asettica "equidistanza" tra tutte le tesi possibili, fa qualche accenno qua e là... e non approfondisce nulla. In estrema sintesi, un prodotto nazional-popolare che sconta tutti i difetti del genere, senza purtroppo godere dei vantaggi che a questo tipo di prodotti frequentemente vengono accordati, almeno in termini di "budget" o comunque di risorse (anche temporali) a disposizione... Come giustamente fatto notare, l'emozione che sicuramente ha causato a molti (anche a me, certo...), sembra più dovuta alla "coscienza reale" dell'avvenimento (così ancora dolorosamente vicino...) piuttosto che al valore artistico dell'opera. Dubbio: ma non è che questo film ha dovuto "bruciare sul tempo" qualche altro prodotto concorrente, o semplicemente arrivare sugli schermi prima dell'anniversario della disgrazia?


miky70 - 06/02/2007 alle 17:48

Anche secondo me la parte dedicata al ciclismo è troppo poca e quel poco non è emozionante. Mi aspettavo i dialoghi in corsa, un duello con Indurain, Madonna di Campiglio più incisiva, più tutte le accuse, le indagini della Finanza negli alberghi e gli incartamenti delle procure. Quell'abbandono che lui ha sentito attorno a sè sembra essere solo una sua impressione quando invece sappiamo che la stampa e il Tour lo hanno umiliato costantemente. Il Giro del 2003 non c'è, non c'è il suo tentativo di andare al Tour con un'altra squadra e non c'è neppure un accenno a Cenni, né a Pezzi. Il rapporto con Kristine ha troppo spazio e lei ne esce troppo bene. Anche io sono rimasta delusa dalle scene dopo la Milano-Torino e sono contenta di leggere che il vero Pantani non si era abbattuto. Sono contenta invece del fatto che non hanno mostrato la sua morte e mi sono piaciuti tutti quei bambini dietro a lui. Ritengo che grande responsabilità sulla sua (fragilità-paranoia) l'abbiano avuta i media e lo spazio dato alla cattiveria e ai soprusi di Gazzetta e della TV non è abbastanza, tra l'altro tutti hanno parlato di dramma annunciato e il film non ha spiegato che nessuno ha fatto niente.


Monsieur 40% - 06/02/2007 alle 17:58

Uff... come sono combattuto... avrei forse troppe cose da scrivere, e non so da dove iniziare... Per me è troppo presto per parlare serenamente di Pantani. È stato fatto un film che altro non è che un insieme di flash-back, spezzoni, cortometraggi, come se le cose prima avessero pochissima relazione con le conseguenze, si è dato secondo me un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma probabilmente io sono troppo coinvolto emotivamente, so le cose nel viscerale, non ho neanche letto il libro di Zazzaroni-Bergonzi-Cassani (a cui il regista si è ispirato), e quindi ho preferito far parlare del film una persona che non conosceva niente di Pantani, se non il fatto che fosse un ciclista: la mia ragazza. Abbiamo visto il film insieme ieri sera (c'era anche mia madre, ma andava e veniva dalla cucina), e alla fine ho provato a chiederle cosa avesse capito dal film, cosa si percepiva dell'uomo Pantani, delle sue relazioni, della sua vita, del suo picco e del suo baratro. Manuela è rimasta colpita dal senso di persecuzione dell'uomo Pantani, ma non è riuscita a capire bene perché si sentisse perseguitato. Ha immaginato un tradimento (Marco/Ravello continuava a ripetere di avere la coscienza pulita), ma non è riuscita a capire da parte di chi. Ha captato un depresso, un uomo che anche per un briciolo di arrivismo (essere il migliore) impazziva se qualcosa andava storto, sia se questo qualcosa dipendeva dai controlli, sia se questo qualcosa dipendeva dalla jeep alla Milano-Torino. Un uomo affossato definitivamente dall'abbandono di Christine ("Ma perché se n'è andata?", mi chiedeva Manu. "La faceva drogare?", mi domandava) e incapace di riprendersi, soprattutto per la mania di perfezionismo ("Poteva fregarsene della siringa sulla salita, no?!"). Insomma, probabilmente la depressione di un tossico-dipendente (negli ultimi tempi) era verosimile, ma non così lunga, non così insensata: Pantani non si è sicuramente drogato per la prima volta perché ha visto una siringa sulla salita, ma perché quella siringa testimoniava una sua impotenza verso «l'incastro» che lui credeva, e che non si è spiegato affatto. Un visionario. Soprattutto nella scena del "micro-chip", Pantani è stato fatto passare come un visionario. Non so dirvi quanto Manuela, la mia ragazza, abbia seguito con trasporto questa fiction, ma sicuramente il suo giudizio "puro" è più utile del mio. Io ho trovato il film banalotto, anche se Ravello m'è piaciuto molto. Ma la raffazzonatura della Ronchi e di Martinelli, così come il mancato accenno a Cenni da una parte quanto a "Squinpei" dall'altra mi sembrano falle troppo grosse, anche per capire la sensibilità dell'uomo (che rifiutava l'ipocrisia dell'«Io non rischio la salute», voluta dal Coni, appoggiata dalla Fci di Ceruti in stretta collaborazione con lo sponsor di Tafi & Co.). Per me Pantani ne esce male da questa fiction, anche se devo dire che l'analisi di Donchisciotte mi ha spiazzato. Esce (troppo) bene Christine, che - tralasciando l'ipotesi della "droga" - si è mostrata inadeguata nel ruolo di "compagna di un uomo in difficoltà", e invece sembra quasi la povera martire del visionario di cui sopra. Esce (anche qui, troppo, secondo me) bene la famiglia, che forse per eccessiva "semplicità", non è riuscita a supportare Pantani nella maniera migliore. Una famiglia che le avrà anche provate tutte, ma il 14 febbraio 2004 era in Grecia, in camper, in vacanza, mentre il figlio, già tossico-dipendente, era da tempo in un residence di Cesenatico, non a Timbuctu, quindi vicino casa. Sicuramente il regista ha dovuto far fronte a tanti rifiuti, su tutti quelli della Ronchi (mentre credo che Martinelli e Boifava siano stati "scavalcati" per esigenze di copione), che sicuramente - avendo un libro che farà da spunto per la fiction di Mediaset - avrà tenuto la sua figura in esclusiva per l'altro film-tv. Il mio voto totale è 5. Faccio sfiorare la sufficienza per certi sguardi di Ravello (mio padre, durante le ultime frasi recitate prima della fine, m'ha chiesto: "Ma è l'attore o è Pantani?"), per la scelta dei filmati orginali in qualche tratto di film, per il bravissimo attore-bambino e per il bel finale. Un finale, con quei bambini a seguire Marco in giallo/rosa, che m'ha fatto venire voglia di pedalare.


Monsieur 40% - 06/02/2007 alle 18:05

[b]Chiappucci: il film su Marco? Preferisco i miei ricordi[/b] «Ho trovato il film su Pantani molto garbato, anche l'attore scelto per interpretato riscontra molto il tipo che era Pantani, l'ho trovato un bell'esempio di come si può fare del buon cinema». Il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, promuove a pieni voti il tentativo fatto dal regista e sceneggiatore Claudio Bonivento di ricostruire la figura umana e sportiva di Marco Pantani nel film tv 'Il Pirata', trasmesso ieri in prima visione su Rai Uno. Insieme a quello del presidente federale, la pellicola (in cui Pantani è interpetato da Rolando Ravello) ha riscontrato anche il favore del grande pubblico. Oltre 5.5 milioni di spettatori, con il 20.97% di share (il dato più alto per la prima serata di ieri) hanno ricordato il 'Pirata' davanti alla televisione. «Ho apprezzato la garbatezza con cui è stata affrontata la questione». spiega Di Rocco all'AdnKronos. L'esclusione dal Giro del 1999 dopo la tappa di Madonna di Campiglio, inevitabilmente, rappresenta lo snodo centrale del film. «Madonna di Campiglio è veramente l'episodio che ha provocato la svolta - conferma il presidente -. Lui si sentiva davvero perseguitato». Claudio Chiappucci, compagno di squadra di Marco Pantani negli anni dell'esplosione di Pantani e uno dei ciclisti che più gli rimase vicino, non ha invece voluto vedere il film. «Io lo voglio ricordare come ciclista, come lo hanno mostrato in televisione non mi interessa -spiega 'El Diablo' a 'Blogosfere Sport e motor'-. Abbiamo passato parecchi anni nella stessa squadra e anche in camera insieme. I contrasti con lui ci sono stati per colpa di altre persone e anche della stampa che molto spesso ci metteva uno contro l'altro. Ai giornalisti piaceva fare duellare due ciclisti come noi. Comunque io ho i miei ricordi di Marco. Ricordi belli e veri che porto nel cuore». Anche Chiappucci ricorda un Pantani troppo solo negli ultimi anni prima della tragedia. «È stato un grande corridore, è arrivato a risultati incredibili nonostante i brutti incidenti che lo hanno visto protagonista. Lui era forte, ma il vero male di Marco è non aver mai avuto degli amici veri. È rimasto isolato. Non aveva vicino le persone giuste per uscire dai suoi problemi. Poi dopo la sua morte si sono tutti messi a urlare che qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa. Dopo la sua morte sono usciti tantissimi libri sulla sua vita, adesso anche il film. È triste dirlo, ma Marco da morto fa lavorare e guadagnare molto». (fonte: tuttobiciweb.com)


53.11 - 06/02/2007 alle 18:22

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Esce (anche qui, troppo, secondo me) bene la famiglia, che forse per eccessiva "semplicità", non è riuscita a supportare Pantani nella maniera migliore. Una famiglia che le avrà anche provate tutte, ma il 14 febbraio 2004 era in Grecia, in camper, in vacanza, mentre il figlio, già tossico-dipendente, era da tempo in un residence di Cesenatico, non a Timbuctu, quindi vicino casa. [/quote] Ho ma che dici??!!!! Dai del superficiale al film e tu ancora una volta offendi la famiglia con la tua superficialità??!!! Ma sono tre anni che ci sgoliamo per dire che la famiglia era stata consigliata di allontanarsi da Marco dalla comunità di S. Patrignano!!!!! Ma possibile Mario!!!??? Spero che sia stato un lapsus per te non ricordare questo particolare, ma altrimenti come ti permetti??!!! Rimango davvero sconcertato di questa tua uscita davvero poco felice....


Monsieur 40% - 06/02/2007 alle 18:27

Non ricordavo il consiglio della comunità di San Patrignano, e non ho problemi ad ammetterlo. Rimane però per me l'impotenza della famiglia, che è sicuramente una responsabilità non volontaria (probabilmente sarei impotente anch'io, nella stessa situazione), ma - per me - è un passaggio importante, che il film sfuma con troppo "buonismo". P.S.: Non scrivere "ancora una volta": perché non ho mai offeso la famiglia Pantani. E, se l'ho fatto ora, era un'offesa involontaria. P.S.1: Non ho dato del "superficiale" al film, ma del "raffazzonato".

 

[Modificato il 06/02/2007 alle 18:29 by Monsieur 40%]


53.11 - 06/02/2007 alle 18:34

Va bo Mario, scrivi tutti i PS che ti pare, però tu fai informazione, e prima di scrivere... insomma non dovresti scrivere se non ricordi!!! Dai stiamo facendo delle battaglie contro il pressappochismo che tutti mostrano nella vicenda Pantani lanciandosi in giudizi su cose che nemmeno sonoscono, basandosi semplicemente sul sentito dire!!! Come Linus su radio DJ!! Dai Mario scusami, io non ce l'ho con te, ma non le digerisco certe cose, e succedono tutte con Marco!!!


Stasino - 06/02/2007 alle 18:36

A me non è piaciuta, penso che chi non è addentro un minimo al ciclismo non abbia potuto realizzare le vere sensazioni di Marco, quelle che l'hanno portato davvero alla tragica fine della sua vita. Comunque ho pianto...era molto che non mi accadeva... [img]http://sportemotori.blogosfere.it/images/marcopantanisguardo.jpg[/img] (fonte: sportemotori.blogosfere.it)

 

[Modificato il 07/02/2007 alle 15:28 by Monsieur 40%]


Monsieur 40% - 06/02/2007 alle 18:37

Ma ammetto eccome di aver dimenticato una cosa, senza problemi, ma ho scritto sul forum, ho premesso di essere anche combattuto ed emotivamente disturbato dalla fiction di ieri sera, penso che mi si possa perdonare un'inesattezza. Avessi scritto un articolo in home-page, avrei controllato. Sul forum, ho pensato di poter essere (non solo in questa occasione) un po' più "colloquiale". Non ho problemi a chiedere scusa per la dimenticanza. Scusate.


53.11 - 06/02/2007 alle 18:44

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Ma ammetto eccome di aver dimenticato una cosa, senza problemi, ma ho scritto sul forum, ho premesso di essere anche combattuto ed emotivamente disturbato dalla fiction di ieri sera, penso che mi si possa perdonare un'inesattezza. Avessi scritto un articolo in home-page, avrei controllato. Sul forum, ho pensato di poter essere (non solo in questa occasione) un po' più "colloquiale". Non ho problemi a chiedere scusa per la dimenticanza. Scusate. [/quote] Mario scusami tu.... sono troppo puntiglioso, probabilmente...è che, non ne parlo della fiction per adesso, nemmeno io sono abbastanza razionale per parlarne, non è colpa tua in effetti, in otto anni troppe inesattezze sono state scritte, troppe calunnie sono entrate nella testa della gente come delle verità, ed io mi infervoro troppo velocemente quando leggo inesattezze sulla storia di Marco.. Spero davvero che un giorno possa venire giustizia, e che i luoghi comuni su Marco possano tornare nelle gole di chi li inventati.... Be Mario... scusa dai....:cincin:


Monsieur 40% - 06/02/2007 alle 18:45

:cincin:


violetta - 06/02/2007 alle 18:56

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Violetta, dai, non facciamo di Christina una martire , non scherziamo nemmeno. [/quote] No no, assolutamente, non ne faccio una martire, obiettivamente parlando anche lei ha sofferto di una parte delle sofferenze di Marco


prof - 06/02/2007 alle 19:06

Mi associo pienamente alle considerazioni di Chiappucci. In piu' non vedo la necessità di fare uscire uno sceneggiato su Pantani cosi' presto e cosi' in fretta. Per la verità non l'avrei fatto uscire mai. Ho retto per circa mezz'ora e poi ho fatto altro. Tecnicamente è roba da corso di regia ARCI e sul piano della sceneggiatura non poteva essere che quello che è stato: un melenso mix di flash ad uso del pubblico televisivo, che è notoriamente di bocca molto buona. D'altra parte questo e ciò che passa la conventicola autarchica del cinema nostrano. Non sono deluso perchè era piu' o meno quanto mi aspettavo: spiace solo che la vita di Pantani sia stata usata e banalizzata in questo modo volgare ed ignominioso: la sua tragedia ha nomi e cognomi e questo, purtroppo (o per fortuna ?) non apparirà mai nemmeno nel teatro delle marionette. Le persone oneste che l'hanno conosciuto parlano come Chiappucci, gli altri sono poca roba...


Morglum - 06/02/2007 alle 19:50

Ri-posto il mio messaggio perchè dal mio computer non riesco a visualizzare correttamente quello precedente. Sicuramente dal 15 Febbraio 2004, giorno dopo la morte di Marco Pantani, quasi tutti i suoi tifosi aspettavano, magari inconsciamente, l’avvento di un film su di lui. Un film che raccontasse Pantani come uomo, senza tralasciare le sue imprese sportive. Un film che restituisse al campione la dignità perduta, riabilitando la sua figura agli occhi di chi ancora lo vedeva come un disonesto, un traditore. Ed ecco che, a quasi tre anni dalla sua morte, Claudio Bonivento raccoglie la sfida, ci prova. E per farlo si documenta, studia. Sceglie un attore, Rolando Ravello, che somiglia molto a Marco. E costringe questo attore a studiare Pantani. Per replicarne gli sguardi, i sorrisi, le smorfie, il modo di pedalare. Vengono fatti sopralluoghi sugli arrivi delle tappe storiche e vengono interpellati i genitori di Marco, gli amici, i compagni di squadra e persino i rivali, nel tentativo di carpire qualche segreto, qualche informazione in più, per meglio raffigurarlo. Dunque le premesse per un buon film ci sono tutte, e l’approvazione dei genitori di Pantani, accende le speranze dei tifosi, di coloro ai quali Marco manca ancora moltissimo; che darebbero molto per rivederlo soltanto un secondo. Soltanto un colpo di pedale. E così arriva il grande giorno. Inizia il Film. E alla prima immagine, un sussulto. Gli occhi si gonfiano, la bocca si secca. Eccolo, Marco. E’ come se fosse tornato davvero, è un sogno. Ma il sogno si infrange ben presto. Poco dopo mi sento uno stupido. Stupido, ad aver pensato che fosse possibile. Il film è fatto male. Tecnicamente è un disastro. Le inquadrature sono banali, i dialoghi scontati, frutto di una regia abbastanza piatta. Il Pantani del film pedala scomposto, ha i pettorali gonfi, e le braccia possenti. Ma questo non è un grosso problema. L’importante non era rappresentare Marco esteriormente, ma raffigurarne l’animo, timido e forte, fragile e risoluto. In fondo in tanti film ispirati a famosi personaggi, gli interpreti non assomigliavano loro per nulla. Penso al Berlusconi del Caimano di Moretti, dove il protagonista è addirittura interpretato da tre attori differenti. Ma il problema è che in questo film anche l’aspetto interiore di Pantani viene appena sfiorato, senza convinzione. Si può passar sopra anche alle numerosissime inesattezze che costellano la fiction ma, visto e considerato che il film voleva rappresentare l’uomo più che l’atleta, non si può ignorare la mancata analisi della sua psiche. La torrida tristezza dell’uomo, privato della sua unica ragione di vita, non emerge. “Ma andate a vedere cos’è un ciclista…”, non doveva essere solo una frase buttata li. Doveva essere una delle prerogative del film. Lo sceneggiato doveva rappresentare la tensione che accompagna una vigilia, l’euforia di una vittoria, e l’amarezza per una sconfitta. Dal film non traspare nessuna di queste emozioni. Nelle fasi pre-gara gli atleti e i d.s sembrano scambiarsi le figurine, più che impostare una tattica. Ma quando devi giocarti un Tour de France su una salita, credo che lo stato d’animo sia diverso. Marco Pantani è stato lasciato solo, alla deriva. Ma nel film non si capisce. Non si vede il declino dell’uomo e dell’atleta. Non si vede l’incapacità di esprimersi sui pedali, senza una pace interiore. E questo perché gli anni del declino non sono rappresentati per nulla. Non mancano solo l’Alpe d’Huez e Courchevel, mancano soprattutto i due anni di sconfitte. I due anni, 2001 e 2002, fatti di speranze e delusioni. Di ombre e di sospetti che si allungano sempre più sulla figura del campione. Manca l’umiliazione. L’umiliazione di essere sempre guardato con sospetto, l’umiliazione di arrivare coi “patacca”, l’umiliazione di essere stato abbandonato da tutti. Il Pantani della fiction sembra un pazzo. Un pazzo che il giorno successivo ai fatti di Madonna di Campiglio si è tuffato in un mondo fatto di droghe, di puttane, di vita notturna. Ma non è così. E’stato un processo lungo. Una lunga lotta per cercare di rialzarsi. Un tunnel in cui ha trovato persone che invece di aiutarlo ad uscirne, l’hanno affossato sempre più. Ed è alla fine di quel tunnel che Marco, invece di trovare la luce, ha trovato un baratro ancora più oscuro, la droga. Ma tutto questo nel film non compare. Il protagonista esplode in un’autodistruzione letale. Ma la realtà, purtroppo, è stata ancora più tragica. Perché nella realtà non c’è stata nessuna esplosione. C’è stato un lento declino, un interminabile degrado. Segni impercettibili agli occhi dei più, ma terribilmente strazianti per coloro che gli volevano bene e che lo conoscevano davvero. Ed il film finisce. Con una scena bellissima. Marco pedala; e con lui pedalano tantissimi bambini. Sono i bambini che l’hanno amato. Sono quelli che hanno chiesto al nonno, o al papà, una bicicletta in regalo. Sono quelli che hanno creduto in lui e a cui ora tocca parlare. Ma questa scena non basta a cancellare la tristezza, il magone. Il film non ha raggiunto il suo scopo. Non ha raccontato nulla di nuovo, ha riprodotto in modo inesatto le gesta sportive di Pantani e, quel che è peggio, non ha raffigurato la tremenda agonia psicologica che l’ha portato via. Certo. Qualcuno si sarà commosso. Qualcuno avrà pianto. E si sarà rigirato per ore nel letto, pensando con nostalgia al piccolo grande uomo che ha popolato tanti nostri sogni. Ma per questo dobbiamo ringraziare Marco, quello vero, e nessun altro.


pepp - 06/02/2007 alle 20:12

Su repubblica.it c'è uno speciale in streaming con Ravello, Gianni Mura e Cassani. http://tv.repubblica.it/home_page.php? playmode=player&cont_id=6640&fromplayer=6640&stream=video (link in due pezzi)


Federico Martin - 06/02/2007 alle 21:11

La fiction su Pantani proprio non mi è piaciuta, un calderone dove hanno addensato in un paio di ore tutta una vita ... con moltissime imprecisioni e troppo spezzettato il che fa risultare il tutto molto confuso e poco comprensibile. Molto meglio le puntate di SFIDE (SFIDE - L'ULTIMA FUGA DI MARCO PANTANI e LE SALITE DI MARCO PANTANI) e tutte le volte che le riguardo mi fanno ancora emozionare. Chi volesse rivederle può andare nel sito della RAI http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/list_content.srv?id=2084 Al di là dei complotti e di tutto il resto, a me piace ricordare Marco per le sue imprese sportive e come uno dei più grandi campioni di quel bellissimo sport che è il ciclismo.


simone89 - 06/02/2007 alle 21:36

Non ho letto ne le critiche sui giornali ne i post precedenti in questo thread.... secondo me questo film è stato fatto troppo velocemente..... la rai voleva anticipare sky e mediaset..... in meno di 2 ore non si può raccontare la storia di pantani...forse servivano 2 puntate..... gli attori erano quelli giusti, soprattutto ravello.... il film non era iniziato bene, ma era cominciato benissimo.... fino all'incidente della milano torino.... poi il film ha perso sempre più punti..... mi aspettavo qualche scena in bici in più....cmq sono rimasto un pò deluso dal film perchè mi aspettavo di più e come voto gli darei 6, considerato che la storia di pantani non è per niente facile e che registi e attori hanno avuto molte pressioni..... infatti come ha detto ravello il ricordo di pantani è ancora fresco e non potevano permettersi di inventare nulla e dovevano stare attenti a non ferire le persone che gli hanno voluto bene....


superandyweb - 06/02/2007 alle 21:45

Era da quando avevano annunciato questo film sulla RAI che aspettavo di vederlo, pensando però se era giusto farlo a cosi brve tempo dalla sua morte, da una morte di un ragazzo giovane e ancora in attività (se cosi si puo dire) quindi un evento traumatico inaspettato. Purtroppo un film su Pantani fatto cosi in fretta con la ferita e il ricordo fresco doveva essere un capolavoro per non sollevare critiche. Anche io come alcuni qua penso che la storia di Marco non dovevano restingerla in 106 minuti ma doveva avere piu spazio perchè se ne è visto davvero la necessità. A me sinceramente è piaciuto una cosa giusta ma pero sicuramente mi aspettavo di più, molto di più. Si è la storia di Marco della sua vita da uomo più che da personaggio sportivo, però per capire bene la sua vita personale dovevano dare piu spazio anche a quella sportiva perchè erano collegate. Quello che voglio dire è che secondo me questo film non è all'altezza di quello che è stato Marco Pantani. Ho notato molti dettagli ben curati, come i matriali, bici magliette originali, lo sforso dell'attore nel cercare di assomigliarci molto sia in bici che fuori, pero gli sono sfuggiti alcuni dettagli stupidi come le macchine recenti in epoca molto passata. Poi hanno voluto fare passare Marco da giovane come un poveretto "straccione" che si allenava con vestiti normali, quando sicuramente aveva i pantaloncini e magliette della sua società, come tutti i ragazzi della mia epoca e sua. Sicuramente era un abbigliamento in lana e non in sintetico, ma di sicuro non andava in bici con vestiti normali. Hanno poi fatto vedere la caduta solitaria nella Milano-Torino quando invece caddero e con serie conseguenze anche Dall'Olio e Secchiari. Poi mi è scappato da ridere quando in allenamento a fine film quando arriva a casa di Francesco, aveva il numero 1 attaccato alla bici... Concludo con il dare un 7 al film, vittima di un ricordo troppo vicino e la gente si ricorda troppo bene quansi personalmente Pantani per cui fa fatica rivederlo in questo film, forse tra 20 anni rivedendolo farà un'altro effetto.


Morglum - 06/02/2007 alle 21:49

Non credo che tra vent'anni saranno in molti a ricordare questo film. Comunque per quanto riguarda la scena della caduta nella Milano-Torino trovo ridicolo il modo in cui è stata girata, più che il fatto che Marco fosse solo. Sembra girata con una cinepresa da matrimonio...


superandyweb - 06/02/2007 alle 21:52

si concordo che alcune scene in bici sono state girate in modo semplice. E le imprese che hanno fatto vedere non rendevano per niente la fatica e la grande cosa che stava facendo... per loro uno scatto di 5 secondi ed andava a vincere... Va bhe dai, non era facile fare un film su Marco!!


Morglum - 06/02/2007 alle 22:03

Non era facile, certo. Ma avere avuto l'occasione di fare un film su Pantani e non averla sfruttata a pieno mi sembra una grave mancanza. Io mi mangerei le mani per tutta la vita..


Cascata del Toce - 06/02/2007 alle 22:08

Criticare è umano ma a volte mi sembra si esageri...Ho letto cose del tipo "Film fatto con una telecamera da matrimonio" e cose così (nessuno si senta offeso, ho letto e scritto questo esempio senza per nulla guardare chi lo ha scritto).. Mi sembrano motivazioni futili ed un po inutili, sopratutto perchè un'opera del genere ha tante chiavi di lettura... Sul discorso "Meglio una puntata di Sfide ecc ecc... ripeto..era un film ed è diverso da un documentario...


simone89 - 06/02/2007 alle 22:14

sembra che i genitori di pantani abbiano gradito molto il film.... http://milotyforpirata.blog.excite.it/


DeEjAy_FlAtBeAt - 06/02/2007 alle 22:15

[quote][i]Originariamente inviato da superandyweb [/i] si concordo che alcune scene in bici sono state girate in modo semplice. E le imprese che hanno fatto vedere non rendevano per niente la fatica e la grande cosa che stava facendo... per loro uno scatto di 5 secondi ed andava a vincere... Va bhe dai, non era facile fare un film su Marco!! [/quote] Credo che Marco meriti un servizio dove vengano messe tutte le sue più grandi imprese,non un film. E nonostante non abbia avuto la possibilità di conoscere la sua vita ciclistica,mi è venuto da piangere come un bambino:gluglu::gluglu:


Morglum - 06/02/2007 alle 22:21

Per Cascata. Innanzitutto io ho scritto che la scena della caduta sembra girata con una telecamera da matrimonio e non l'intero film. In secondo luogo non mi sono limitato a criticare queste sottigliezze ma ho provato a fare un analisi molto più approfondita sull'intero film. Quello è ciò che penso, il resto sono dettagli..


Federico Martin - 06/02/2007 alle 22:24

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Criticare è umano ma a volte mi sembra si esageri...Ho letto cose del tipo "Film fatto con una telecamera da matrimonio" e cose così (nessuno si senta offeso, ho letto e scritto questo esempio senza per nulla guardare chi lo ha scritto).. Mi sembrano motivazioni futili ed un po inutili, sopratutto perchè un'opera del genere ha tante chiavi di lettura... Sul discorso "Meglio una puntata di Sfide ecc ecc... ripeto..era un film ed è diverso da un documentario... [/quote] Non è per criticare a tutti i costi, si esprime solo un giudizio. Ci sono fiction e fiction, personalmente quella su Pantani non mi e' piaciuta, a mio avviso non è un prodotto di alta qualità ma da più l'idea di qualcosa messo insieme in tutta fretta. Nella produzione RAI ci sono state in passato cose davvero ben fatte e degne di lode, come ad esempio LA MEGLIO GIOVENTU' di Marco Tullio Giordana. In sostanza mi aspettavo molto di più, sia per le aspettative che si erano create sia per il fatto che la storia e la vita di Marco meritavano un film di più ampio respiro capace di leggere la sua storia senza pregiudizi o deformazioni da super-tifoso.


david 724 - 06/02/2007 alle 22:26

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] [quote][i]Originariamente inviato da david 724 [/i] ho apprezzato molto di più il film su Bartali. [/quote] Quello con la neve al Tour? Con il ciclista-pugile? Con Biagio Cavanna miracolato vedente? Con Coppi e Bartali fermi a discutere in un tornante al Giro del 1940? Suvvia... [/quote] si ma gli autori ci hanno messo più passione, gli ambienti sono riprodotti più fedelmente, in poche parole hanno speso qualche soldo in più! questo "film" su Pantani è stato arraffazonato parecchio, qua di tornanti se ne sono visti pochi anzi pochissimi! non ci nascondiamo dietro un dito, mi spiace per i registi e attori, ma è stato un lavoro fatto maluccio!


Cascata del Toce - 06/02/2007 alle 22:26

Si ma ti ripeto che ho usato la tua frase come esempio, non per criticarti..tecnicamente errori o sbavature ce n'erano... forse per il poco budget... quindi posso essere d'accordo anche cn te... Deejay..ce ne saranno a palate di documentari sulle sue imprese.. ma fare un fil sulle imprese sarebbe stato limitativo...


simone89 - 06/02/2007 alle 22:31

anche a me è piaciuto molto di più il film su bartali però fare un film su pantani è molto più complicato.....


Marco C. - 06/02/2007 alle 22:39

A me il film è piaciuto anche se debbo dire che per renderlo meno superficiale e più completo potevano farlo durare due puntate come han fatto per la "Meglio Gioventù". Nel film mancavano la sua Manager che potevano magari inserire con un altro nome come han fatto per il suo Ds, eppoi non hanno mai neanche citato o inserito nel film Luciano Pezzi. Comunque dai come film ha raggiunto una larga sufficienza. Commovente davvero!!!


ashbishop - 06/02/2007 alle 22:58

sto facendo il DVD del film di ieri sera, qualcuno sa dove posso trovare su internet contenuti aggiuntivi, foto copertina??? non di pantani in generale,naturalmente, ma del film Tv con ravello. grazie


barrylyndon - 06/02/2007 alle 23:23

io non ho visto il film.posso riportare il commento di mia figlia 14enne."ho pianto tanto.piu' che alla visione di "the new world" e penso che sia anche piu' bello(?!)". noi ci soffermiamo sulla tecnica sugli sbagli cronologici e storici. Mia figlia conosce molto poco di Marco.si e' commossa.forse un valore positivo il film l'ha regalato.


Frank VDB - 07/02/2007 alle 09:31

Ieri ho postato il messaggio che vi riporto sotto nel thread "doping e antidoping". Pensavo fosse più attinente a quel thread, anche se il punto di partenza era la fiction su Pantani. Non so se non ha ricevuto pochissime (due) risposte per disinteresse o perchè non è balzato all'occhio. Nel primo caso mi scuso per avere riproposto il post. Nel secondo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Grazie [quote] [i] originariamente postato nel thread "doping e antidoping" da Frank VDB[/i] Ragazzi, sono trasalito. Sull'Unità di stamattina, a pagina 8, Marco Travaglio ha scritto un articolo attorno ai fatti di Catania e alle dichiarazioni di Matarrese e Scapagnini. Il solito brillante e bellissimo articolo di Travaglio. Sono però trasalito leggendo il finale del pezzo: [i]"Ieri sera, mentre proseguiva l'osceno balletto delle facce di tolla sul caso Catania, la prima rete del cosidetto servizio pubblico televisivo beatificava un ciclista dopato che aveva violato tutte le più elementari regole dello sport e ora, tanto per cambiare, viene gabellato per martire perseguitato, vittima dell'immancabile complotto. Perchè il doping è severamente vietato ma, se scoprono un campione dopato, allora è colpa dell'antidoping."[/i] Mi sono talmente incaz.zato che di getto ho inviato una lettera di protesta all'Unità. Invito anche chi di voi ne ha voglia a fare altrettanto, perchè io ne ho le scatole piene di questi giudizi superficiali sul ciclismo. Peccato che queste cose vengano da un giornalista che stimo, come Travaglio. Ma anche lui e i giornali di sinistra, quando sbagliano, sbagliano. Ecco il testo della mia lettera [i]E' la stima che nutro nei confronti di Marco Travaglio che mi ha fatto trasalire quando, nella sua rubrica su l'Unità di oggi 6 febbraio leggo che "il servizio pubblico televisivo beatificava un ciclista dopato che aveva violato tutte le più elementari regole dello sport e ora, tanto per cambiare, viene gabellato per martire perseguitato, vittima dell'immancabile complotto." Il riferimento è chiaramente alla fiction su Marco Pantani andata in onda ieri sera. A parte che dai forum dove gli appassionati più competenti discutono di ciclismo - come quello di cicloweb.it per esempio - emerge che la tesi del complotto e le stranezze sul caso Pantani sono analizzate solo superficialmente dalla fiction, stupisce che un giornalista da sempre noto per la maniacale documentazione con la quale costruisce i suoi articoli e i suoi libri, si lasci andare a dichiarazioni così superficiali su argomenti che - si capisce lontano un miglio - il suddetto conosce davvero poco. La stampa specializzata, diversi libri (seri, anche se nascosti dietro una marea di libri-spazzatura), alcuni giornalisti, da anni stanno ricostruendo gli anni torbidi che vanno dalle dichiarazioni di Zeman nel 1998 e delle indagini doping-calcio fino ai giorni nostri, ossia gli anni in cui è nata ed è stata rafforzata la tesi ciclismo=doping e in cui Pantani ha vissuto la sua parabola discendente di uomo e di atleta. Nessuno vuole cancellare gli errori di Pantani e del ciclismo ma sarebbe opportuno che il signor Travaglio e tutti coloro che vogliono addentrarsi in queste tematiche lo facciano documentandosi. Possibilmente non in un bar sport. Cordiali saluti Nome Cognome, Città.[/i] Per chi vuole imitarmi, l'indirizzo è lettere@unita.it non più di venti righe [/quote]


prof - 07/02/2007 alle 10:11

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Nel secondo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Grazie [/quote] Che cosa vuole che ne pensi, Reverendo...Penso che dovrebbe dedicarsi a letture piu' edificanti...:bll: Ciao, Frank...e perdonami lo sberleffo, ma era troppo ghiotta. Alberto


Frank VDB - 07/02/2007 alle 10:19

Gli sberleffi sono sempre bene accetti da un pretino apuano in odor di modernità :cincin: Ciò premesso non è detto che non mi dedichi a letture diverse... non pensare che legga solo certa stampa... sono uno che pensa e che si informa... e per fare questo si abbevera a più fonti. Anche l'Avvenire! ;)


prof - 07/02/2007 alle 10:29

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Gli sberleffi sono sempre bene accetti da un pretino apuano in odor di modernità :cincin: Ciò premesso non è detto che non mi dedichi a letture diverse... non pensare che legga solo certa stampa... sono uno che pensa e che si informa... e per fare questo si abbevera a più fonti. Anche l'Avvenire! ;) [/quote] Uhm...l'Avvenire ? Sai bene che, per me, avresti bisogno di un bagno nell'ortodossia: l'Osservatore sarebbe piu' acconcio. L'Avvenire è un po' troppo farfallone. Ciao carissimo :cincin:


Admin - 07/02/2007 alle 10:30

Io ho scritto così. (Grazie Frank per la segnalazione) [quote] Caro Travaglio, lei è uno di quelli che hanno contribuito, negli anni e con una buona dose di superficialità, a dipingere e diffondere l'immagine di "Pantani dopato d'Italia", spacciando per verità incontrovertibili, tesi basate su fatti sbarellanti, come la storia dell'ematocrito dopo l'incidente di Pino Torinese (con conseguente forte emorragia che alterò tutti i dati, altro che ematocrito al 60%). Mi fa piacere notare che lei, per coerenza, non smette di ringhiare contro Pantani nemmeno ora che lui è morto. Punirne uno per educarne cento in un sistema in cui tutti si dopano, è crudele, e può portare alle conseguenze che abbiamo visto. Punire uno sport (il ciclismo) per educare tutti gli altri (nello sport professionistico il doping generalizzato è la regola, ma lei questo lo sa?), è semplicemente organico al potere che ha deciso di fare del ciclismo il capro espiatorio di tutti gli sport. Non mi aspetto che un non amante del ciclismo capisca che, se nessuno si fosse dopato, Pantani avrebbe vinto 5 volte quello che ha vinto. Ma mi aspetto sempre che lei approfondisca i lati oscuri della vicenda di Campiglio, il coinvolgimento di Coni, Rcs e compagnia danzante. Approfondisca, Travaglio, approfondisca, e possibilmente la smetta di ferire quanti soffrono ancora per il caso Pantani: non ce n'è bisogno. [/quote]


nino58 - 07/02/2007 alle 10:46

Reverendo Frank, in qualità di autoproclamatomi tuo chierichetto, ho inviato la nota da te elaborata all'Unità. Per profalberto: lo so che non c'entra con l'argomento ma ne manderei un'altra ad Avvenire ed Osservatore a sostegno dei pacs.


prof - 07/02/2007 alle 11:12

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Reverendo Frank, in qualità di autoproclamatomi tuo chierichetto, ho inviato la nota da te elaborata all'Unità. Per profalberto: lo so che non c'entra con l'argomento ma ne manderei un'altra ad Avvenire ed Osservatore a sostegno dei pacs. [/quote] Ho paura che tu sia proprio incorreggibile ma, questo lo so bene, le strade per il recupero della ragione sono imprevedibili e cedo volentieri questo compito alla Divina Provvidenza, che può ben piu' del povero sottoscritto. Certo che ci vorrebbe anche un po' di buona volontà da parte tua, Nino, accipicchia... Ciao Nino.


nino58 - 07/02/2007 alle 11:21

Mi cospargerò il capo di cenere ed indosserò il cilicio,... quando verrò illuminato dalla Grazia sulla via di Damasco. Nel frattempo, la mia birichina coscienza mi induce, purtroppo, a dar retta alle peccaminose sirene della carne. Ciao Alberto.


magic box - 07/02/2007 alle 11:26

[quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] io non ho visto il film.posso riportare il commento di mia figlia 14enne."ho pianto tanto.piu' che alla visione di "the new world" e penso che sia anche piu' bello(?!)". noi ci soffermiamo sulla tecnica sugli sbagli cronologici e storici. Mia figlia conosce molto poco di Marco.si e' commossa.forse un valore positivo il film l'ha regalato. [/quote] MMM, massimo rispetto per tua figlia, ma se paragoniamo questa fiction (che non è fatta bene) a the new world (che, veramente, è uno dei + brutti film degli ultimi 20 anni, proprio una cagata pazzesca per chi l'ha visto, lo sa) allora il film su pantani diventa un capolavoro!!! Questo film su pantani andava fatto in 2 puntate con le imprese sportive raccontate meglio!!! E' un film pressapochista


prof - 07/02/2007 alle 11:27

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Io ho scritto così. (Grazie Frank per la segnalazione) [quote] Caro Travaglio, lei è uno di quelli che hanno contribuito, negli anni e con una buona dose di superficialità, a dipingere e diffondere l'immagine di "Pantani dopato d'Italia", spacciando per verità incontrovertibili, tesi basate su fatti sbarellanti, come la storia dell'ematocrito dopo l'incidente di Pino Torinese (con conseguente forte emorragia che alterò tutti i dati, altro che ematocrito al 60%). Mi fa piacere notare che lei, per coerenza, non smette di ringhiare contro Pantani nemmeno ora che lui è morto. Punirne uno per educarne cento in un sistema in cui tutti si dopano, è crudele, e può portare alle conseguenze che abbiamo visto. Punire uno sport (il ciclismo) per educare tutti gli altri (nello sport professionistico il doping generalizzato è la regola, ma lei questo lo sa?), è semplicemente organico al potere che ha deciso di fare del ciclismo il capro espiatorio di tutti gli sport. Non mi aspetto che un non amante del ciclismo capisca che, se nessuno si fosse dopato, Pantani avrebbe vinto 5 volte quello che ha vinto. Ma mi aspetto sempre che lei approfondisca i lati oscuri della vicenda di Campiglio, il coinvolgimento di Coni, Rcs e compagnia danzante. Approfondisca, Travaglio, approfondisca, e possibilmente la smetta di ferire quanti soffrono ancora per il caso Pantani: non ce n'è bisogno. [/quote] [/quote] Caro Marco, Mi piace la tua lettera e riflette ovviamente anche il mio pensiero. Ritengo superfluo altresi' inviarla a quel signore ed è questo il motivo per cui non mi associo. Il motivo risiede unicamente nel fatto che le parole del signore in questione riflettono un tale livello di superficialità e peggio da temerne anche la sola contaminazione a mezzo lettera. Non mi sarei nemmeno preso la briga di scrivere questa nota se non fosse per la stima che nutro per te. Ciao, Alberto


david 724 - 07/02/2007 alle 11:28

[quote][i]Originariamente inviato da Marco C. [/i] eppoi non hanno mai neanche citato o inserito nel film Luciano Pezzi. [/quote] questa è stata una delle mancanze più gravi degli autori


Morris - 07/02/2007 alle 11:35

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Ieri ho postato il messaggio che vi riporto sotto nel thread "doping e antidoping". Pensavo fosse più attinente a quel thread, anche se il punto di partenza era la fiction su Pantani. Non so se non ha ricevuto pochissime (due) risposte per disinteresse o perchè non è balzato all'occhio. Nel primo caso mi scuso per avere riproposto il post. Nel secondo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Grazie [quote] [i] originariamente postato nel thread "doping e antidoping" da Frank VDB[/i] Ragazzi, sono trasalito. Sull'Unità di stamattina, a pagina 8, Marco Travaglio ha scritto un articolo attorno ai fatti di Catania e alle dichiarazioni di Matarrese e Scapagnini. Il solito brillante e bellissimo articolo di Travaglio. Sono però trasalito leggendo il finale del pezzo: [i]"Ieri sera, mentre proseguiva l'osceno balletto delle facce di tolla sul caso Catania, la prima rete del cosidetto servizio pubblico televisivo beatificava un ciclista dopato che aveva violato tutte le più elementari regole dello sport e ora, tanto per cambiare, viene gabellato per martire perseguitato, vittima dell'immancabile complotto. Perchè il doping è severamente vietato ma, se scoprono un campione dopato, allora è colpa dell'antidoping."[/i] Mi sono talmente incaz.zato che di getto ho inviato una lettera di protesta all'Unità. Invito anche chi di voi ne ha voglia a fare altrettanto, perchè io ne ho le scatole piene di questi giudizi superficiali sul ciclismo. Peccato che queste cose vengano da un giornalista che stimo, come Travaglio. Ma anche lui e i giornali di sinistra, quando sbagliano, sbagliano. Ecco il testo della mia lettera [i]E' la stima che nutro nei confronti di Marco Travaglio che mi ha fatto trasalire quando, nella sua rubrica su l'Unità di oggi 6 febbraio leggo che "il servizio pubblico televisivo beatificava un ciclista dopato che aveva violato tutte le più elementari regole dello sport e ora, tanto per cambiare, viene gabellato per martire perseguitato, vittima dell'immancabile complotto." Il riferimento è chiaramente alla fiction su Marco Pantani andata in onda ieri sera. A parte che dai forum dove gli appassionati più competenti discutono di ciclismo - come quello di cicloweb.it per esempio - emerge che la tesi del complotto e le stranezze sul caso Pantani sono analizzate solo superficialmente dalla fiction, stupisce che un giornalista da sempre noto per la maniacale documentazione con la quale costruisce i suoi articoli e i suoi libri, si lasci andare a dichiarazioni così superficiali su argomenti che - si capisce lontano un miglio - il suddetto conosce davvero poco. La stampa specializzata, diversi libri (seri, anche se nascosti dietro una marea di libri-spazzatura), alcuni giornalisti, da anni stanno ricostruendo gli anni torbidi che vanno dalle dichiarazioni di Zeman nel 1998 e delle indagini doping-calcio fino ai giorni nostri, ossia gli anni in cui è nata ed è stata rafforzata la tesi ciclismo=doping e in cui Pantani ha vissuto la sua parabola discendente di uomo e di atleta. Nessuno vuole cancellare gli errori di Pantani e del ciclismo ma sarebbe opportuno che il signor Travaglio e tutti coloro che vogliono addentrarsi in queste tematiche lo facciano documentandosi. Possibilmente non in un bar sport. Cordiali saluti Nome Cognome, Città.[/i] Per chi vuole imitarmi, l'indirizzo è lettere@unita.it non più di venti righe [/quote] [/quote] Un giornale che si dichiara di sinistra e porta sulle proprie pagine uno come Travaglio (quando si di dice che i cognomi, spesso, rappresentano la persona che hai di fronte, aldilà del segno anagrafico…), non può che definirsi un travaglio, quindi un dolore lancinante e profondo, vissuto e sopportato a costi di urla e sudori, nella consapevolezza che sta per nascere una creatura. Poi, quando questa, assume le sembianze del Marco più brutto dei Marco possibili, non resta che pensare all’inutilità o alla pochezza umana del travaglio, quanto basta per non percorrere più le strade che possono portare, anche solo involontariamente, al rischio di un travaglio. Ne consegue, la forma di controllo delle nascite più indolore spiritualmente e fisicamente, dettata da una castità naturale e ancestrale: in fondo basta pubblicare un raglio di Travaglio per essere immediatamente casti. Satira? Potrebbe essere, se nella mente non persistesse il realismo per una sinistra ridicola, da vergogna, da non votare più, in quanto migliore cento volte un avversario persino despota, alla pochezza strutturale di chi, nella vita, può essere rappresentato solo su un quadro avente, sì, cornice massiccia e artistica, ma con una tela su cui una matita, rigorosamente “4H”, ha lasciato un solo punto. Un labilissimo segno impercettibile agli occhi, rarefatto nelle sostanze, immaginario all’intelligenza, corposo alla stupidità strutturale di chi si crede tanto e non è nulla, come da giusto copione per gli stupidi. Che l’Unità sia giornale costruito tutto punto da un sarto cieco, non già negli occhi ma nel cervello, come l’essenza diessina vuole, rappresenta realtà. Il Travaglio ne è un evidente dimostrativo, una punta feroce e dolorosa di un contesto enorme, fatto di atti confusionari, prese di posizione a coltello sulla cultura e le nullità di prospettiva, impresse dal partito più insignificante della storia italiana e, per questo, tragedia altrettanto storica, per milioni e milioni di persone. Icona di una sinistra che non c’è più, ed amarissimo finale per un uomo come me, rimasto comunista di un comunismo mai vissuto, totalmente da costruire, e che, per questo, ha trovato nel suo camino più amici e stima fra gli altri, volgarmente definiti dall’immaginario avversari, raggiungendo nel tempo la convinzione che sul defunto partito comunista, fosse nato il mostro peggiore: quello sovente siamese al sibillino, dell’ignavia e di quel sistema spesso definito, in un non lontano ieri, doroteismo. Caro Frank sei stato bravo, ammiro la tua volontà e la forza prorompente della tua carica ideale: ti stimo e spero ardentemente (te lo giuro), che tu possa divenire docente, senza passare nelle forche caudine del sinistro modus esistente nelle università. Ma hai scritto al deserto più arido, dove persino i cammelli potrebbero dirti: “vacci con le tue gambe là, perché sarò animale, ma non sono fesso”. Firmato. “Un uomo che è amaramente costretto da oltre due lustri, a non leggere l’Unità e la gemella Repubblica, per non vivere travagli che posson far nascere indefinibili creature impresse all’anagrafe con un tragico agnomen: Travaglio”.


prof - 07/02/2007 alle 11:40

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Mi cospargerò il capo di cenere ed indosserò il cilicio,... quando verrò illuminato dalla Grazia sulla via di Damasco. Nel frattempo, la mia birichina coscienza mi induce, purtroppo, a dar retta alle peccaminose sirene della carne. Ciao Alberto. [/quote] Questo depone certamente a tuo favore. Occorre essere aperti al mondo ed al bello di questo mondo per apprezzare appieno la vera bellezza che un giorno o l'altro, stanne pur certo, si appaleserà. Non ho titoli nè autorità per citarlo ma San'Agostino ha scritto "...ama e fai ciò che vuoi...". Ma prima, ama. Ciao Nino.


prof - 07/02/2007 alle 12:04

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Un giornale che si dichiara di sinistra... [/quote] Morris, piantala li', per favore. Che mi fai commuovere e non è decoroso alla mia età. Qui non è solo la tua prosa, come sempre godibilissima, a meritare attenzione: mi hai toccato il cuore e questo non lo posso sopportare, mi fa perdere lucidità. Li conosco quei sentimenti li'...


mont ventoux - 07/02/2007 alle 12:18

E d'altronde, anche sul sito di Repubblica, c'è un'intervista a Capodacqua su Pantani e la sua storia, nella quale il talento di Pantani viene messo in dubbio parecchio. Capodacqua afferma che Pantani vinse il Tour 1998 grazie al fatto di essere artificialmente migliorato a cronometro, quando in realtà nelle 3 crono di quel Tour beccò comunque 8 minuti da Ullrich, e quando sanno tutti che quella vitoria fu costruita praticamente in una sola tappa, quella di Le deux Alpes, dove il tedesco di minuti ne beccò 9, e se ne avesse beccati pure 5 o 6 (cioè tantissimi), quel Tour sarebbe riuscito a vincerlo comunque proprio grazie alle cronometro. Poi Capodacqua fa un discorso più generale, e dice che Pantani non si può considerare un campione o comunque non si può essere in alcun modo certi delle sue qualità, nè il suo 1998 può essere ritenuto limpido, perchè tutti i risultati di quegli anni sono inquinati dalla chimica, e senza la chimica, aggiunge Capodacqua, Pantani non sarebbe stato in grado probabilmente di andare così forte. Non si capisce per quale motivo allora non si debba dubitare di tutti, anche delle vittorie degli altri cioè, e in special modo di tutti i risultati degli anni'90, ma a questo punto, non avrebbe più senso nè seguire le corse, nè scrivere articoli sui giornali nei quali comunque si devono tessere le lodi di un vincitore. Perchè qualcuno le corse deve vincerle per forza, questo mi sembra chiaro.


nino58 - 07/02/2007 alle 12:27

E soprattutto perchè, ancora oggi,per tutti i Capodacqua del mondo, il bersaglio "esemplare" continua ad essere Pantani.


Pg - 07/02/2007 alle 13:14

...giusto per riportare i commenti di Gilberto Simoni, da L'adige di ieri. Qualche passaggio e' interessante... [quote] di PIETRO GOTTARDI (segue dalla prima pagina) PALU' DI GIOVO - Il buon Donadello probabilmente aveva visto giusto e la conferma l'abbiamo avuta ieri sera, guardando a casa Simoni la fiction su Pantani. «Ho visto di peggio. Considerato quel che passa in Tv ultimamente, non è poi così malaccio. L'attore gli somiglia molto, anche in bici. E poi vi ricordate il film su Bartali? Era ridicolo» ha risposto al primo colpo di pungolo che - in preda ad una profonda crisi di noia - gli abbiamo assestato verso metà film più in cerca di complicità che di provocazione. E poi, mentre scorrevano i titoli di coda e non trovavamo un motivo per renderci accettabile ciò che avevamo appena visto: «Hanno cercato di esaltare la forza e la debolezza del personaggio. L'hanno fatto come potevano: non dimentichiamo che questo film l'hanno visto anche il papà, la mamma e la sorella di Pantani...». Un Gibi diplomatico, insomma, quello che ieri sera si è seduto in panciolle davanti alla televisione al plasma del salotto ad osservare le gesta del compianto collega. Con lui a rendergli lieta la serata, la moglie Arianna ed il figlioletti Sofia ed Enrico. Il film parte da Campiglio, dal prelievo di sangue fatto a Pantani in maglia rosa, prima del tappone del Mortirolo che lo doveva incoronare vincitore del Giro e che invece è stato l'inizio della sua fine. «Quella mattina il primo ad essere controllato fui io - ricorda Simoni -. Controllarono i primi dieci in classifica: alla mia camera gli ispettori si presentarono alle 6». Liquidato il dramma sportivo di Campiglio in pochi fotogrammi, la pellicola prova a raccontare il Pantani ragazzino, quello degli esordi. Difficile non concedersi distrazioni in questa fase che benignamente potremmo definire interlocutoria, tanto che Gilberto ne approfitta per andare a recuperare una foto di Remo Mosna, relativa proprio alla tappa di Campiglio. «Questo sono io che scatto a Carisolo e questo è Pantani con i suoi compagni che mi vengono a prendere - illustra -. Ricordo che quando mi presero i suoi gregari mi dissero con una certa arroganza dove credevo di andare. In cuor mio dissi: non preoccupatevi, io intanto segno... Ecco, ogni volta che qualcuno mi rimprovera di essere andato a riprendere Pantani nella tappa del Giro 2003 di Cascata del Toce, mi viene in mente questa foto e vorrei fargliela vedere. Per tutte le cose, a ben guardare, c'è un perché». Il film procede e si sofferma su Pantani in discoteca col cappello calato in testa: «Ho due amici a Cesenatico che, pensate, sono diventati miei tifosi dopo esserlo stati di Marco - ci confida Simoni -. Loro lo conoscevano da prima che avesse successo e dicono che il successo lo cambiò in negativo portandolo a fidarsi di persone che lo hanno prevalentemente usato. Ma proposito del cappellino e di quanto Pantani fosse diventato personaggio, vi racconto un aneddoto: una sera Marco venne invitato a Porta a Porta da Bruno Vespa e si presentò col cappello. Vespa disse che non lo avrebbe fatto entrare in studio se non se lo fosse tolto; lui girò i tacchi e accennò ad andarsene. Come finì? Che a Porta a Porta ci andò, ma con il cappello. Mi fa rabbia che uno come Pantani, col successo che aveva raggiunto, si sia rovinato con le sue mani». La fiction si concentra poi sul grave incidente occorso al campione di Cesenatico durante il Giro del Piemonte e sulla sua caparbia ripresa «Lì Marco è stato grande. Sapete che mentre faceva rieducazione già pensava alla squadra per tornare a correre e chiese anche a me di farne parte?» rivela Simoni. Del Pantani inghiottito dal gorgo della cocaina che chiude il film, Gilberto dà una sua personalissima lettura: «Chi dice che fosse un debole e che è convinto di trovare in questo aspetto del suo carattere la spiegazione della sua tragica fine, secondo me sbaglia. Il guaio di Pantani - conclude a sorpresa - era semmai l'opposto. Lui era forte, in bici come nell'indole. Così forte da non accettare di essere messo in discussione come accadde a Campiglio e così forte - ahi lui- nella parte terminale della sua esistenza da credere di poter vincere da solo anche contro la cocaina». [/quote]


pedalando - 07/02/2007 alle 13:55

Un pugno nella pancia, scusate. Leggendo i vari commenti al film mi sono fatto questa idea. Molti sono egoisticamente interessati solo al campione. Vorrebbero poterlo vedere ancora scattare e fare il vuoto. Vorrebbero poterlo vedere ancora in maglia rosa o gialla o magari iridata. Avrebbero voluto vedere un'opera magna con tutti gli scatti e gli aneddoti che hanno contribuito a creare il mito. Almeno la maggiornaza dei commenti, se non sbaglio. Qualcuno e' invece andato oltre, cercando di identificare chi gli "ha rotto il giocattolo". Il fatto che sia piaciuto alla famiglia ed a chi lo ha conosciuto da vicino mi fa pensare che il film ha avuto la delicatezza di descrivere la persona piu' che il personaggio. Del resto l'analisi di Donquisciotte spiega benissimo i pro ed i contro del film. Un'analisi fatta da una tifosa sfegatata ma altrettanto lucida da capire che il "riscatto" deve passare attraverso la modifica di tristi opinioni diffuse fra la gente comune. Non fra appassionati di ciclismo specialmente se cosi' egoisti da volere innanzitutto la propria soddisfazione derivante dal vedere "quella pedalata" o dall'esser stati cosi' bravi dall'aver identificato tutti gli errori. Si sarebbe potuto fare di piu', certamente, ma concludo con una frase celebre detta da un tizio che, purtroppo, porta un cognome al limite dell'odioso in questo frangente: "un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanita'"


marco79 - 07/02/2007 alle 13:58

Il film non mi è piaciuto per niente, ma non sono rimasto deluso perchè non mi aspettavo di meglio. Ridicole le ricostruzioni ciclistiche, sbrigative e superficiali, attori poco convincenti e regia inesistente, in linea con tutte le fiction italiane. 100 minuti per ricostruire una carriera e una figura così complessa come quella di Pantani non bastano. Occasione sprecata.


antonello64 - 07/02/2007 alle 14:14

pur non avendo mai creduto all'ipotesi del complotto (mosca bianca del forum), mi sono cadute le braccia nel leggere la superficialità con cui il sig. Travaglio tratta l'argomento Pantani. Forse gli è sfuggito il fatto che, benchè abbia commesso degli errori (come tutti), Marco Pantani è stato un grande campione che ha dato lustro allo sport italiano come pochi in passato sono riusciti a fare: e in ogni caso ha pagato un prezzo stra-esagerato per gli errori commessi. Quindi se il servizio pubblico vuol dedicare una fiction ad un atleta del genere, nessuno si può azzardare a dire che non è un omaggio meritato. Se poi il sig. Travaglio vuol prendersela con qualcuno che viola le regole elementari dello sport, cominci con qualcuno di quei ragazzotti che a metà luglio saltellavano al Circo Massimo con Prodi e la Melandri: lì troverà parecchio materiale su cui lavorare.


Frank VDB - 07/02/2007 alle 14:38

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] Se poi il sig. Travaglio vuol prendersela con qualcuno che viola le regole elementari dello sport, cominci con qualcuno di quei ragazzotti che a metà luglio saltellavano al Circo Massimo con Prodi e la Melandri: lì troverà parecchio materiale su cui lavorare. [/quote] :clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:


aerials - 07/02/2007 alle 14:48

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] pur non avendo mai creduto all'ipotesi del complotto (mosca bianca del forum), mi sono cadute le braccia nel leggere la superficialità con cui il sig. Travaglio tratta l'argomento Pantani. Forse gli è sfuggito il fatto che, benchè abbia commesso degli errori (come tutti), Marco Pantani è stato un grande campione che ha dato lustro allo sport italiano come pochi in passato sono riusciti a fare: e in ogni caso ha pagato un prezzo stra-esagerato per gli errori commessi. Quindi se il servizio pubblico vuol dedicare una fiction ad un atleta del genere, nessuno si può azzardare a dire che non è un omaggio meritato. Se poi il sig. Travaglio vuol prendersela con qualcuno che viola le regole elementari dello sport, cominci con qualcuno di quei ragazzotti che a metà luglio saltellavano al Circo Massimo con Prodi e la Melandri: lì troverà parecchio materiale su cui lavorare. [/quote] :clap: :clap: :clap: anch'io ti straquoto


galibier2006 - 07/02/2007 alle 14:49

ottima risposta frank VDB:):D:):D:):D:):D:yes::yes::yes::bll::hammer::italia::hammer:


galibier2006 - 07/02/2007 alle 14:58

a


barrylyndon - 07/02/2007 alle 15:08

[quote][i]Originariamente inviato da magic box [/i] [quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] io non ho visto il film.posso riportare il commento di mia figlia 14enne."ho pianto tanto.piu' che alla visione di "the new world" e penso che sia anche piu' bello(?!)". noi ci soffermiamo sulla tecnica sugli sbagli cronologici e storici. Mia figlia conosce molto poco di Marco.si e' commossa.forse un valore positivo il film l'ha regalato. [/quote] MMM, massimo rispetto per tua figlia, ma se paragoniamo questa fiction (che non è fatta bene) a the new world (che, veramente, è uno dei + brutti film degli ultimi 20 anni, proprio una cagata pazzesca per chi l'ha visto, lo sa) allora il film su pantani diventa un capolavoro!!! Questo film su pantani andava fatto in 2 puntate con le imprese sportive raccontate meglio!!! E' un film pressapochista [/quote] caro Magic Box,ognuno e' libero di esprimere le proprie idee.cosi' come ho sorriso al commento ingenuo di mia figlia di 14 anni,mi sorprendo a leggere commenti perentori su un film sul quale nessun critico si e' espresso in termini cotanto negativi.ho capito che non ti e' piaciuto per niente,ma dissento sul tuo modo di esporre il pensiero.con tutto il rispetto per uno che paragona Malick al regista di una fiction televisiva.


Admin - 07/02/2007 alle 15:23

[quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] con tutto il rispetto per uno che paragona Malick al regista di una fiction televisiva. [/quote] :clap:


Donchisciotte - 07/02/2007 alle 16:35

Ti ringrazio Admin per aver risposto così ottimamente a Travaglio, mi associo in tutto , non posso associarmi a VDB, invece, perché inizia con la dichiarazione di stima a Travaglio e io, invece, lo considero una delle tante piaghe bibliche dela sinistra più stupida d'Europa ( la nostra) che si è raccattata Travaglio dal Borghese per usarlo come megafono acritico delle procure d'Italia, chiunque sia l'imputato, da Berlusconi a Sofri a Pantani, per lui sono tutti uguali, nessuna punizione è sufficiente ( Pantani ci ha rimesso la pelle). Allora mi chiedo: la fiction era brutta, vero, ma non sarà che per qualche motivo imperscrutabile ( visto che Pantani sembrava impazzito per niente) a tutta questa gente che porta su di sé una parte della responsabilità morale della morte di Marco fa venire il terribile sospetto che possa sollevare qualche dubbio nella gente sulla verità del loro teorema del demonio dopato d'Italia? Che possa sorgere qualche dubbio che Marco sia stato ucciso dall'opera di stritolamento del potere sportivo, dall'accanimento accusatorio della magistratura, dalla gogna mediatica di certa stampa ( oltre che dall'incapacità del suo éntourage di difenderlo e tutelarlo e dalla sua meravigliosa impossibilità di dire: me ne frego)? Non sarà che questa brutta fiction fa rodere le scatole a qualcuno?


Felice - 07/02/2007 alle 17:01

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] una delle tante piaghe bibliche dela sinistra più stupida d'Europa [/quote] Se c'é una cosa stupida che fa sistematicamente la sinistra é quello di inveire contro sé stessa. Questo per il più gran gaudio della destra, la quale tanti problemi non se li pone: vota a destra, punto e basta.


Donchisciotte - 07/02/2007 alle 17:08

Felice, io voto a sinistra allineata e coperta, da sempre e per sempre ma se vedo Travaglio in televisione ( e purtoppo adesso la occupa stabilmente) cambio canale per mantenermi in vita, non lo leggo sui giornali e se in libreria vedo qualcuno che sta per comprare uno dei suoi miliardi di libri , gli dico sempre: ma perché non legge qualcosa di meglio? Non inveisco sulla sinistra( mi mordo la lingua) ma pure quelli di destra dobbiamo andare a raccattare? No, quello è troppo.


Felice - 07/02/2007 alle 17:37

OK, sulla persona non discuto. Vivo da troppo fuori dall'Italia e Travaglio non mi dice un gran ché. Vi prego solo, voi tutti della sinistra, di non commettere ancora quegli errori che tante volte ho visto commettere in vita mia. Cinque anni fa, qui in Francia, la sinistra era scontenta della politica di Jospin, a quel tempo primo ministro. Presidente della Repubblica era Chirac, si era in periodo di "co-habitation". Troppo poco di sinistra la politica di Jospin si diceva. E molti non andarono a votare. O votarono uno dei numerosi candidati minori. Ebbene, al secondo turno si trovarono a dover scegliere tra Chirac e Le Pen. E allora ci andarono a votare, oh, se ci andarono! Tutti compatti, dalla sinistra più moderata fino ai più radicali. Tutti compatti a votare Chirac, che passò con una percentuale "bulgara": 80% dei voti, quando al primo turno era arrivato a malapena a 20... Ed ora che ci stiamo avvicinando di nuovo alle elezioni, ancora una volta la sinistra ha la puzza al naso: Segolène Royale non ha un programma si dice... Può darsi. Il problema é che invece Sarkozy il programma ce l'ha. E quando, fra un po' di mesi ce l'avremo sul groppone, ce ne accorgeremo, e come, che il programma lui ce l'ha! Purtroppo non c'é via d'uscita. A noi vecchi "gauchistes" fa male il cuore, ma bisogna fare come dici tu, bisogna andare a votare allineati e coperti, e votare per il male minore. Purtroppo.


cancel58 - 07/02/2007 alle 18:35

Lunedì sera, lo confesso, mi sono addormentato: sarà stata la stanchezza . Gli occhi si sono chiusi quando sullo schermo scorrevano le immagini della storia d’amore con Cristina.. Fortunatamente avevo avviato il videoregistratore e così ieri sera ho proseguito la visione del film. Che, da un punto di vista cinematografico, non merita più della sufficienza In mano ad un altro regista, con una sceneggiatura più efficace , il prodotto sarebbe stato di diverso spessore. Ma era una fiction per la televisione, e la comparazione va fatta con produzioni analoghe. Sotto questo punto di vista non è stata peggiore di altre, anzi. Potevano essere fatte due puntate? Certamente : il materiale c’era e sarebbe stato meglio sviluppato e approfondito. E’stata scelta ( o imposta?) una strada diversa , e su quella dobbiamo discutere. La prima parte , comunque, non è male. La nascita della passione per la bicicletta, il ruolo di nonno Sotero, il Pantani bambino sono ben tratteggiati. Non c’è confronto, per quanto riguarda le scene di corsa, con quelle delle fiction su Coppi e Bartali .Era verosimile ,Ravello, in bici. Sono state poche, è vero, quelle scene. Troppo poche, ma buone nonostante alcuni svarioni che potevano essere evitati Buoni gli spezzoni di telecronaca che sono stati cuciti con le riprese filmiche. La storia d’amore con Cristina: qui c’è stata qualche concessione di troppo all’abituale pubblico televisivo delle fiction. Il tempo dedicato a questo momento è stato maggiore di quello (ed erano poco meno di quattro anni)che intercorre dall’estate 2000 al 14 febbraio 2004. Quattro anni in dieci minuti: troppo pochi, anche se la scena dell’albergo è una delle più intense ed il finale riuscito. . Era comunque difficile raccontare il percorso di Pantani nei suoi ultimi anni, il contesto in cui è vissuto, i rapporti con il mondo del ciclismo, le inchieste giudiziarie. Di tutto questo, tuttavia, nel film non c’è nulla. Ho avuto la sensazione (come qualcuno ha rilevato) di una accelerazione improvvisa, dovuta ad un cambiamento di rotta in corso d’opera. (che fossero previste veramente due puntate?). Oppure è stata una scelta voluta, proprio per evitare di toccare argomenti scomodi?


cancel58 - 07/02/2007 alle 18:49

Divieto di osservanza di Marco Travaglio da "l'Unità" dell' 1 giugno 2005 Prima scena. Inaugurato a Cesenatico il monumento a Marco Pantani, morto forse per droga, forse per suicidio, in una squallida stanza d’albergo in Romagna. L’ha inaugurato la madre, che al momento della morte del figlio era in vacanza in Grecia. La targa commemorativa recita: “Campione vittima della Giustizia italiana”. Insomma l’hanno ammazzato i giudici, “colpevoli” di averlo processato in base alle leggi dello Stato (molto più blande di quelle vigenti in Francia, dove gli atleti dopati vengono arrestati). Ma Pantani era un Vip. Dunque legibus solutus. Non risulta che il comune di Cesenatico abbia obiettato nulla a questa vergogna. Un po’ come ad Aulla, dove il monumento a Craxi “vittima dei giudici” l’ha voluto il sindaco. fonte:www.vivamarcotravaglio.splinder.com Non sapevo che Travaglio avesse questi precedenti....


violetta - 07/02/2007 alle 19:01

quanto a Travaglio ha sempre massacrato Marco...dopo la sua morte scrisse un articolo che manco un pazzo avrebbe potuto...scrisse che Marco aveva 60 d ematocrito...:bla:


53.11 - 07/02/2007 alle 19:15

Grazie ADmin, grazie davvero.... Quoto tutta quella che è la tua risposta al giornalista del quale il solo pronunciare il nome mi mette il vomito.... Grazie ancora Admin...... giornalista poi!!! è un'offes per tutta la categoria!!1


panta2 - 07/02/2007 alle 19:51

Io non ho finito neanche di vederlo. Non mi è piaciuto per niente!!! :xxo...


desmoblu - 07/02/2007 alle 20:43

Io non dico nulla di Travaglio, commentatori, processi etc Dico che: il film era una fiction edulcorata, esattamente come quella su Bartali. Il protagonista non assomigliava a Pantani, se non (forse) con gli occhiali su. Le "comparse" erano ridicole (Chiappucci in primis)...almeno prendetele somiglianti! Molti tratti di Pantani non c'erano (ad esempio- passatemelo- la "megalomania" di Marco in alcune interviste...del tipo "non si può dire nulla a Pantani perchè Pantani ha dimostrato..."). Mancavano tappe importanti, come il ritorno al Giro e la crisi dopo la caduta in discesa. Mancavano i 30 kg in più degli ultimi mesi. Mancavano...... insomma, non m'è piaciuto per niente. Molto meglio un documentario, molto meglio una puntata di "sfide". E capisco che è tratto da un libro di Zazzaroni, ma mi dispiace ci sia invischiato anche Cassani..


luke - 07/02/2007 alle 22:00

Un grazie grande come una casa all'Admin Marco Grassi per la risposta a quel personaggio, con il quale noi di Ntp abbiamo già avuto a che fare, di cui m'è rimasta impressa la pochezza. Su di lui e sulla sinistra (oT limitatissimo) la penso come Donchi e Morris, ormai raccattano tutto. Felice, ormai anche a sinistra c'è chi è stanco di turarsi il naso. Comunque una cosa è certa: questa fiction, piaciuta o meno, ha messo fastidio se non paura a certi personaggi e le loro reazioni scomposte lo dimostrano.


lorenzofiori - 07/02/2007 alle 22:17

Mi sembra un pò patetico scendere così tanto dei dettagli della vìta personale di Pantani: il ricordo va al Pirata sportivo non a quello privato che sarà stato certamente una persona assolutamente normale se non con qualche 'eccesso' che di certo non giova a nessuno; ci sono le vittorie, gli incidenti,la vicenda della crisi e l'epilogo drammatico che si adattano ad una storia da film ma mi sembra tutto un pò esagerato a fini cinematografici; poi tirare in ballo anche il chiaccherato rapporto con la ex-fidanzata, che pare sia stato uno dei motivi della sua rovina, mi sembra irrispettoso nei confronti dei genitori del Pirata che non l'hanno più vista di buon occhio.


Felice - 07/02/2007 alle 23:57

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Su di lui e sulla sinistra (oT limitatissimo) la penso come Donchi e Morris, ormai raccattano tutto. Felice, ormai anche a sinistra c'è chi è stanco di turarsi il naso. [/quote] Che vuoi che ti dica caro Luke... A destra anche la peggior puzza non da il minimo fastidio. A sinistra abbiamo l'olfatto dalicato... Basta un po' di cattivo odore e siamo tutti lì a turarci il naso. E poi neppure questo ci basta più: turarsi il naso irrita la pelle, meglio allontanarsi dal cattivo odore, meglio non votare più. Bene, bene. Tutto questo é legittimo. Però poi niente piagnistei, intesi? Quando poi voi sarete governati da Berlusconi e noi da Sarkozy, si parla solo per recitare il mea culpa, OK?


ispanico - 08/02/2007 alle 00:03

Ma chi è (nel film) quel suo amico e compagno di squadra Francesco?


Frank VDB - 08/02/2007 alle 10:02

Breve OT sulla mia preliminare dichiarazione di stima su Travaglio. Con tutti i limiti che ha, che molti hanno sottolineato e che sottoscrivo, è l'unico giornalista in Italia che in questi anni ha fatto una cronaca giudiziaria che andasse al di là del pigiama di Cogne o casi simili, che campeggiavano in tv per nascondere i processi ai potenti d'Italia (soprattutto quelli di destra ma anche quelli di sinistra). Il giustizialismo alla Travaglio, cara Rita, sarà anche una brutta bestia, ma anche il garantismo all'estremo, quello che garantisce chi come Previti ha i miliardi per pagarsi pletore di avvocati, non è granchè bello. Per cui, alla pratica di fare di tutta l'erba un fascio io preferisco quella di dividere il grano dal loglio: ottimo Travaglio nelle documentatissime pubblicazioni su Previti e Dell'Utri, pessimo e vomitevole Travaglio nelle accuse (approssimative e poco documentate) a Pantani e al ciclismo. Infine, non vorrei ancora una volta dire la mia opinione complessiva sul caso Pantani (in sintesi: le colpe non stanno tutte da una sola parte), ma quando leggo dei genitori di Pantani che inaugurano monumenti con su scritto "vittima della giustizia", non so quanto Paolo e Tonina facciano un servizio alla memoria del figlio e alla scoperta della verità. Anche perchè certi sindaci, come quello citato di Aulla (che conosco molto bene per vicinanza geografica: tra l'altro anche lui ha fatto un monumento a Pantani) strumentalizzano le vicende e loro uso e consumo... di Marco non gliene fotte un tubo.


ashbishop - 08/02/2007 alle 10:19

http://www.raifiction.rai.it/raifiction2006fiction/0,,2323,00.html :hammer:


Frank VDB - 08/02/2007 alle 10:29

Sempre della serie "la competenza dei giornalisti" Stefania Chiarini su Europa giudica il pugno contro il vetro della finestra la mattina di Campiglio più o meno come il classico e scontato espediente cinematografico per introdurre il flashback sulla vita del protagonista. Peccato che la storia del vetro infranto sia verissima e non un espediente. Povero ciclismo con questi giornalisti...


Reggio Emilia - 08/02/2007 alle 10:29

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Per cui, alla pratica di fare di tutta l'erba un fascio io preferisco quella di dividere il grano dal loglio: ottimo Travaglio nelle documentatissime pubblicazioni su Previti e Dell'Utri, pessimo e vomitevole Travaglio nelle accuse (approssimative e poco documentate) a Pantani e al ciclismo. Infine, non vorrei ancora una volta dire la mia opinione complessiva sul caso Pantani (in sintesi: le colpe non stanno tutte da una sola parte), ma quando leggo dei genitori di Pantani che inaugurano monumenti con su scritto "vittima della giustizia", non so quanto Paolo e Tonina facciano un servizio alla memoria del figlio e alla scoperta della verità. [/quote] da standing ovation grande! :clap:


wing - 08/02/2007 alle 11:14

Travaglio ottimo quando sputtana Dell'Utri e Berlusconi,pessimo quando attacca Pantani...... Evviva l'obiettività..... Quando avremo il piacere di leggere un libro di Travaglio su Unipol?


violetta - 08/02/2007 alle 11:46

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Sempre della serie "la competenza dei giornalisti" Stefania Chiarini su Europa giudica il pugno contro il vetro della finestra la mattina di Campiglio più o meno come il classico e scontato espediente cinematografico per introdurre il flashback sulla vita del protagonista. Peccato che la storia del vetro infranto sia verissima e non un espediente. Povero ciclismo con questi giornalisti... [/quote] a dire il vero fu uno specchio ad essere rotto, sul set non hanno rotto lo specchio perchè è un tabù...comunque sia...penso sia il tempo dei commenti di chi non conosce, come in questo caso, la storia sportiva di marco.


Frank VDB - 08/02/2007 alle 12:11

[quote][i]Originariamente inviato da wing [/i] Travaglio ottimo quando sputtana Dell'Utri e Berlusconi,pessimo quando attacca Pantani...... Evviva l'obiettività..... Quando avremo il piacere di leggere un libro di Travaglio su Unipol? [/quote] Se ti può interessare in diverse puntate di Anno Zero, Travaglio ha adeguatamente sput.tanato i vizietti dei politici e dei maggiorenti locali del centrosinistra italiano. Nel suo libro sull'informazione e nella sua collaborazione con Sabina Guzzanti ha usato toni e parole durissime contro le politiche dell'Unione in tema di informazione. Non so dirti di preciso se ha mai trattato il vergognoso caso Unipol ma penso proprio di sì... Quando ho parlato di Dell'Utri e Previti ho voluto citare solo i due processi più gravi a carico di politici italiani. Erano solo due esempi ma potremmo parlare anche delle magagne dell'Unione. Per me separare il grano dal loglio non è uno slogan. Anche nella mia ultima breve riflessione sul caso Pantani ho adottato questo stile. Cordialmente rimando al mittente le accuse di scarsa obiettività.


itammb - 08/02/2007 alle 12:28

A mè il Film onestamente non è piaciuto perchè: - Sguazzava tra documentario , cronaca , fiction....ora o si fà un documentario o si fà una serata di cronaca sportiva con sconfinamenti o si fà un film...cosa non si fà per un pò di share... - La vita di Marco è di per sè un film da Oscar...cosa potevano aggiungere di più ? - Se io non avessi conosciuto le imprese del pirata ma mi fossi avvicinato da puro curioso alla visione del Film...sarei uscito con la conclusione: "Un povirazzo con un talento ma niente più"....e questo non è assolutamente vero..nè tanto meno giova alla vicenda Pantani. - I toni mielosi erano davvero vomitevoli...anche il fatto di alternare le imprese vere di marco con la sovrapposizione del attore onestamente non funzionava...anzi stonava proprio. Unica nota positiva l'intervista del panta in diretta...dove diceva che nel ciclismo non si và più a panee e acqua ma di sirinda e compressa... Faccio notare che nelle intervista fatte a prof. su questo forum...la parola doping è accuratamente evitata e quando proprio si deve dare una risposta si spera in qualcuno non ben definito. Il Panta in quel intervista l'ha detto...UN BIG che ha denunciato il fenomeno.... Oggi invece i BIG...quando và di lusso fanno il gioco delle belle statuine......!


DeEjAy_FlAtBeAt - 08/02/2007 alle 15:53

Le dichiarazioni di Travaglio meravigliano e fanno inca**are solo perchè Travaglio di ciclismo o di sport in generale non ne capisce un emerito cavolo,come l'80% del popolo italiano.Sport e politica sono lontani anni luce tra loro.Vedreste bene un Del Piero o peggio ancora un Totti in politica??Idem per Travaglio nello sport:bla::bla:sono sempre e solo parole quelle dei giornalisti.Dovrebbero essere imparziali ma ormai sforano sempre...:nonono::nonono: Con ciò non voglio nè accusare nè giustificare Travaglio. La figura di m**** che ha fatto fare a Casini e Calderoli è indimenticabile...le sue dichiarazioni su Pantani molto meno


Gibo - 08/02/2007 alle 16:02

Per Ispanico, l'amico e compagno di squadra francesco dovrebbe essere Marcello Siboni, interpretato dal figlio di Giacinto Facchetti


desmoblu - 08/02/2007 alle 18:34

deejay...occhio che Travaglio ha scritto per anni come cronista sportivo. Poi si può dire di tutto, ma ritengo che sia un buon giornalista e che avesse ragione a dire che "vittima della giustizia" non era un'espressione molto felice.. a parte questo: BASTA con le fiction (in generale e soprattutto sul ciclismo). La meno peggio che ricordo è quella su Coppi, forse perchè quando è stata realizzata non c'era ancora la fiction-mania (s.francesco, mussolini, giovanni paolo, papa luciani, calciatori vari, eroi di guerra, provenzano, pantani, gimondi, bartali, nani e ballerine...). Quella su Bartali ad esempio era inguardabile. Spero solo non ne facciano una su Merckx, perchè lì m'inc***erei.


DeEjAy_FlAtBeAt - 08/02/2007 alle 19:34

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] deejay...occhio che Travaglio ha scritto per anni come cronista sportivo. Poi si può dire di tutto, ma ritengo che sia un buon giornalista e che avesse ragione a dire che "vittima della giustizia" non era un'espressione molto felice.. [/quote] Giornalista sportivo Travaglio non me lo sarei mai aspettato..:?:? Magari col tempo si è scordato il vecchio mestiere:Old::D:DScherzi a parte quelle parole fanno incaxxare altamente anche me:grr:


sbrindolin - 08/02/2007 alle 19:47

La principale critica che muoverei al film su Pantani è alla scelta di farlo in una sola serata, la vicenda del pirata è troppo lunga e articolata per essere raccolta in meno di due ore, si sono omessi molti episodi significativi e non ci sono personaggi importanti come la discutibile portavoce Manuela Ronchi. Inoltre si salta del tutto la vicenda della morte e si tace il fatto che i primi ad abbandonare Marco in un momento così difficile della sua vita sono stati proprio i genitori che al momento della scomparsa se ne stavano tranquillamente in vacanza in Grecia mentre Marco moriva in quello squallido residence.


antonello64 - 08/02/2007 alle 19:52

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] deejay...occhio che Travaglio ha scritto per anni come cronista sportivo. [/quote] è vero, ho anche un paio di suoi libri: "Palle Mondiali" e "Stupidario del calcio e di altri sport". Più che altro si tratta di raccolte di frasi curiose, gaffes o battute infelici, tutte a sfondo sportivo, prese dai giornali o dalla tv. Ne cito due di Vujadin Boskov: "Per me è sempre meglio stare primi in classifica che ultimi", "Io credo che chi tira di più in porta segna di più, e chi tira di meno segna di meno".


DeEjAy_FlAtBeAt - 08/02/2007 alle 19:58

[quote][i]Originariamente inviato da sbrindolin [/i] La principale critica che muoverei al film su Pantani è alla scelta di farlo in una sola serata, la vicenda del pirata è troppo lunga e articolata per essere raccolta in meno di due ore, si sono omessi molti episodi significativi e non ci sono personaggi importanti come la discutibile portavoce Manuela Ronchi. Inoltre si salta del tutto la vicenda della morte e si tace il fatto che i primi ad abbandonare Marco in un momento così difficile della sua vita sono stati proprio i genitori che al momento della scomparsa se ne stavano tranquillamente in vacanza in Grecia mentre Marco moriva in quello squallido residence. [/quote] Sbrindolin non crederò mai che i genitori abbiano abbandonato Marco in quei momenti...se erano assenti per vacanze non certo si immaginavano cosa stava per succedere a loro figlio,anche se conoscevano la situazione.


sbrindolin - 08/02/2007 alle 20:13

io se mi rendessi conto che mio figlio sta male (e credo fosse impossibile non accorgersene) cercherei di stargli il piu vicino possibile e per nessuna ragione andrei in vacanza oltretutto rendendomi irreperibile (se ricordi ci volle un giorno intero per rintracciarli in Grecia). Per quanto riguarda la fiction ribadisco che andava fatta in almeno due puntate ma tutto sommato di una fiction del genere non se ne sentiva neanche il bisogno, inutile e dannoso riaprire ferite ancora vive.


Subsonico - 08/02/2007 alle 20:19

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] deejay...occhio che Travaglio ha scritto per anni come cronista sportivo. [/quote] è vero, ho anche un paio di suoi libri: "Palle Mondiali" e "Stupidario del calcio e di altri sport". Più che altro si tratta di raccolte di frasi curiose, gaffes o battute infelici, tutte a sfondo sportivo, prese dai giornali o dalla tv. Ne cito due di Vujadin Boskov: "Per me è sempre meglio stare primi in classifica che ultimi", "Io credo che chi tira di più in porta segna di più, e chi tira di meno segna di meno". [/quote] Insomma, Travaglio critica tutto e tutti, sa solo criticare; sarà mica stanco di vivere? Non vedo in lui motivazioni per andare avanti...:Od:


DeEjAy_FlAtBeAt - 08/02/2007 alle 20:26

Le critiche sono costruttive quando dopo averle enunciate avvengono i fatti..vogliamo calcolare quante volte è stato così?Datemi una mano!Con le potenze ad esponente negativo non sono bravo:OIO:OIO


Donchisciotte - 08/02/2007 alle 20:37

No, non è vero che se Travaglio scrive su Berlusconi e Previti va bene mentre se massacra Pantani non va bene. Prova a pensare: quale danno REALE ha fatto Travaglio a Berlusconi? Nessuno. Berlusconi ha Televisioni e media per far pensare alla gente di essere una vittima della giustizia. E non esiste la possibilità che i potenti paghino con il carcere, la magistratura è un potere e agisce per tutelare gli interessi delle classi economicamente dominanti. La gente ascolta travaglio in TV citare milioni di atti giudiziari, non ci capisce un tubo, gira canale e trova programmi di spettacolo da cui apprende che berlusconi è una vittima. Lui è uno di un tale potere che si cambia le leggi non gradite, ha avvocati fortissimi che trascinano processi fino alla prescrizione e tutto finisce lì. In carcere ci vanno i poveracci. E Travaglio vende i libri a quelli di sinistra che se li comprano. Assolutamente innocuo, poi scrive anche libri contro la sinistra e parla in TV contro la sinistra, solo che quelli di sinistra lo stanno a sentire, quelli della destra se ne strafregano e votano quel gran figo di Berlusca. Il danno grosso Travaglio lo fa alla sinistra, ormai trasformata nella copia della destra quanto a semplificazioni e banalità. C'è un problema politico complesso come il successo di Berlusconi? Risposta: mettetelo in galera come suggerisce quel genio di Travaglio. In galera non ci va e vince le elezioni.E la sinistra diventa sempre più ottusamente giustizialista in ogni campo: galera, repressione, tolleranza zero senza capire un caz..... dei problemi complessi. la fotocopia del semplicismo ottuso della destra. C'è Un problema complesso ( es. il doping)? Galera, repressione, squalifica a vita.Un tempo sarebbero stati argomenti della destra, la sinistra avrebbe cercato di capire la complessità, agire sulle cause ecc. Adesso sono diventati tutti alla Travaglio e, naturalmente, tutto rimane come prima. I genitori di Marco fanno benissimo a dire che il figlio è stato vittima della giustizia. Sette procure lo hanno indagato (hai un'idea di che significa psicologicamente?) senza una legge, lo squalificano in seguito a un'accusa per cui il PM rimanda all'infinito il test del DNA sulla siringa ma chiede la squalifica. Così, senza alcuna prova, il test si deve ancora fare. E sono solo due esempi. Provate a dare un'occhiata alla cronaca giudiziaria di pantani prima di parlare. Cronaca giudiziaria, gogna mediatica, persecuzione e morte.


mont ventoux - 08/02/2007 alle 21:13

Tra ieri e oggi mi sono riguardato le fasi salienti delle tappe del Ventoux, di Briancon e di Courchvel del Tour 2000. E mi sono rafforzato nell'idea che questo film poteva essere molto migliore. Personalmente, il Pantani ferito nell'anima che prima soffre terribilmente per vincere sul Ventoux (si stacca 3 o 4 volte, poi rientra sui primi e produce 5 accelerazioni incredibili, infine fatica moltissimo per tenere la ruota di Armstrong), e che poi stacca tutti di forza verso Courchvel (mi sono reso conto di quanto andasse duro quel giorno, spinse un rapporto durissimo per tutta la salita facendosela per gran parte sui pedali) è il Pantani più bello e vero che abbia visto, e lo preferisco sicuramente al Pantani del Giro 1999 che vinceva con irrisoria facilità e anche a quello del 1998. Il Pantani del Tour 2000 è il mio preferito, sicuramente, ha una rabbia e una cattiveria incredibili, vince pur non essendo al meglio e lo fa proprio col cuore e lascia l'insegnamento più bello e più vero a tutti, almeno per come vedo la vita io. Bellissime e interessanti le sue interviste nel dopo tappa, in particolare quella dopo la vittoria di Courchvel è commovente (con dedica alla madre), perchè dà proprio l'idea di quanto quella vittoria fosse stata sofferta e di quanto fosse cercata proprio per cercare di ritrovarsi. Questo Pantani andava raccontato, bisognava dar spazio alla sua sofferenza interiore che nel dopo Campiglio non è stata assolutamente solo auto-distruzione, ma anche ricerca paziente e tribolata di un ritorno alla normalità. E lo stesso discorso vale per il Pantani dello Zoncolan al Giro del 2003. Questo Pantani nel film non c'è, non emerge.


53.11 - 09/02/2007 alle 08:51

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, non è vero che se Travaglio scrive su Berlusconi e Previti va bene mentre se massacra Pantani non va bene. Prova a pensare: quale danno REALE ha fatto Travaglio a Berlusconi? Nessuno. Berlusconi ha Televisioni e media per far pensare alla gente di essere una vittima della giustizia. E non esiste la possibilità che i potenti paghino con il carcere, la magistratura è un potere e agisce per tutelare gli interessi delle classi economicamente dominanti. La gente ascolta travaglio in TV citare milioni di atti giudiziari, non ci capisce un tubo, gira canale e trova programmi di spettacolo da cui apprende che berlusconi è una vittima. Lui è uno di un tale potere che si cambia le leggi non gradite, ha avvocati fortissimi che trascinano processi fino alla prescrizione e tutto finisce lì. In carcere ci vanno i poveracci. E Travaglio vende i libri a quelli di sinistra che se li comprano. Assolutamente innocuo, poi scrive anche libri contro la sinistra e parla in TV contro la sinistra, solo che quelli di sinistra lo stanno a sentire, quelli della destra se ne strafregano e votano quel gran figo di Berlusca. Il danno grosso Travaglio lo fa alla sinistra, ormai trasformata nella copia della destra quanto a semplificazioni e banalità. C'è un problema politico complesso come il successo di Berlusconi? Risposta: mettetelo in galera come suggerisce quel genio di Travaglio. In galera non ci va e vince le elezioni.E la sinistra diventa sempre più ottusamente giustizialista in ogni campo: galera, repressione, tolleranza zero senza capire un caz..... dei problemi complessi. la fotocopia del semplicismo ottuso della destra. C'è Un problema complesso ( es. il doping)? Galera, repressione, squalifica a vita.Un tempo sarebbero stati argomenti della destra, la sinistra avrebbe cercato di capire la complessità, agire sulle cause ecc. Adesso sono diventati tutti alla Travaglio e, naturalmente, tutto rimane come prima. I genitori di Marco fanno benissimo a dire che il figlio è stato vittima della giustizia. Sette procure lo hanno indagato (hai un'idea di che significa psicologicamente?) senza una legge, lo squalificano in seguito a un'accusa per cui il PM rimanda all'infinito il test del DNA sulla siringa ma chiede la squalifica. Così, senza alcuna prova, il test si deve ancora fare. E sono solo due esempi. Provate a dare un'occhiata alla cronaca giudiziaria di pantani prima di parlare. Cronaca giudiziaria, gogna mediatica, persecuzione e morte. [/quote] E io ti devo quotare per forza Mariarita... sono parole sante le tue!!!!. Felice per buona pace tua e di tutti quelli che pur di tenere un governo di sinistra( ma dov'è? dove la vedete la sinistra in questo governo??!!1 a già.. ma tu vivi in Francia....!! ma allora che c.az... mah) si turano il naso e il culo e applaudono gente come Travaglio, Capodacqua, Mastella, Percoraro Scanio.... Ma andate a vedere cos'è unciclista.. andate a vedere cos'è.............


Donchisciotte - 09/02/2007 alle 11:24

Voglio specificare che, nonostante la deriva giustizialista della sinistra , sempre sinonimo di superficialità,nonostante tutte le derive della sinistra, io do ragione a Felice su questo: la differenza fra destra e sinistra è abissale, un governo di destra è una iattura ( specialmente in Italia) e, perciò, sempre ALLINEATA A COPERTA A VOTARE. Scusate l'OT( MA L'ENTRATA IN SCENA DI tRAVAGLIO determina la necessità di capire quale sia il contesto di questo giornalista e perché scrive certe cose).


Admin - 09/02/2007 alle 12:18

Ok, però adesso basta destra/sinistra ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Torniamo in topic, non ci obbligate a cancellare i post.


miky70 - 09/02/2007 alle 15:06

Discorsi in ufficio dopo il film su Pantani: Alcuni il ciclismo non lo hanno mai seguito e pensavano che Pantani fosse un dopato morto per l'assuefazione dai farmaci, costretto quindi a sniffare, adesso pensano che fosse anche un malato di mente! Altri hanno provato molta pena per lui ma non hanno capito cosa lo ha reso tanto amato, perchè dalle poche immagini sulle corse non si è capito! Altri hanno pensato "poveretta la sua fidanzata, ha fatto bene a lasciarlo, gliene ha fatte vedere troppe"! Altri hanno capito solo che il ciclismo è pieno di dopati perchè nel film Pantani dice che senza doping lui starebbe dietro agli altri e il suo ematocrito alla Milano-Torino era altissimo! :nonono: Insomma, credo che la RAI alla notizia che mediaset preparava un film sul Pirata, ha frettolosamente messo in piedi una fiction per andare in onda prima. Visto che il ciclismo è su RAI3 e sulle reti nazionali non c'è più né il calcio né il motociclisno, la RAI non poteva accettare che la concorrenza raccontasse la vita dell'ultimo grande campione dello sport popolare per eccellenza oltre al fatto che insieme alla Formula Uno (in calo) è l'unico sport che gli è rimasto. Dovendo però, forse, proteggere l'ambiente mediatico (la redazione sportiva, i giornali) più il CONI e le procure dal sospetto di averlo colpevolmente e arbitrariamente infangato, quello che ne è scaturito è una fiction debole e confusionaria che non ha reso giustizia né al grande talento di Marco né al suo immenso sacrificio.


desmoblu - 09/02/2007 alle 16:06

Beh, vedi, è l'effetto della "corsa agli armamenti" in campo fiction. In ogni caso credo sia partita prima la Rai, con la collaborazione (tra gli altri) di Cassani e Zazzeroni. Io continuo a dire che la cosa migliore che ho visto su Pantani sono state due puntate di "Sfide". Davvero ben fatte. (petizione:basta con le fiction!) (ps: nel caso della fiction su Pantani...che cos'era? Carne? Pesce? Una serata sola come un film, lunghezza da film tv, fedeltà da fiction)


wooobinda - 09/02/2007 alle 16:15

....sono d'accordo con Desmoblu!! "Sfide" era fatto bene la Fiction é un film fatto male si parlava poco del ciclista é troppo del privato!!!!!


dercommissar - 09/02/2007 alle 16:32

per usare una celebre frase del poeta "la fiction su pantani e' una boiata tremenda" il poeta sarebbe FANTOZZI..... chi conosce il ciclismo e' rimasto deluso chi non lo conosce non ci ha capito granche'


Bitossi - 09/02/2007 alle 17:07

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Alcuni il ciclismo non lo hanno mai seguito e pensavano che Pantani fosse un dopato morto per l'assuefazione dai farmaci, costretto quindi a sniffare... [/quote] Beh, è una ipotesi che qualche volta ho sentito fare (o di cui ho letto...). E' un discorso difficile e delicato da affrontare, ma che ci possa essere un collegamento fra doping, depressione ed uso di stupefacenti, mi sembra addirittura più che una ipotesi... Secondo questa visione, il doping (soprattutto quello su base ormonale) avrebbe come possibile effetto collaterale forme depressive, per sfuggire alle quali si ricorrerebbe (istintivamente? per "predisposizione"? a causa della propria educazione? a causa dell'ambiente in cui si vive?) ad un nuovo "farmaco", la cui astinenza può generare ancora depressione, ecc... Si creerebbe quindi un circolo vizioso dal quale sarebbe poi veramente difficile uscire... Questo naturalmente oltre ed in aggiunta ad aspetti puramente psicologici, quali quelli che campioni "caduti in disgrazia" (o "perseguitati"...) devono giocoforza spesso affrontare. Insomma, un mix di fattori che può distruggere chiunque, aldilà della propria "forza" morale e caratteriale, proprio perché legato anche ad aspetti biochimici verso i quali la cosiddetta "volonta" può a volte fare veramente poco... Può essere una tra i mille modi di leggere la tragedia di un grandissimo campione? Non lo so proprio, anche perché come corollario dovremmo implicitamente ammettere che negli anni '90 il doping fosse prassi comune... e che quindi anche un fuoriclasse come Pantani, per non "sparire" nell'anonimato, ne dovesse fare uso. Anche se, personalmente, una tra le pochi frasi "vere", realistiche e credibili della fiction RAI mi è sembrata proprio quella "Io faccio come gli altri"...


desmoblu - 09/02/2007 alle 17:26

Beh, non solo negli anni 90. Ancora oggi i ragazzini cominciano a doparsi dai 12, dai 14 anni..


Felice - 09/02/2007 alle 17:35

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ok, però adesso basta destra/sinistra ma cos'è la destra cos'è la sinistra... Torniamo in topic, non ci obbligate a cancellare i post. [/quote] Obbedisco! Per rispondere a 53.11 mi sposto nel thread dedicato alla politica.


53.11 - 09/02/2007 alle 18:16

[quote][i]Originariamente inviato da sbrindolin [/i] io se mi rendessi conto che mio figlio sta male (e credo fosse impossibile non accorgersene) cercherei di stargli il piu vicino possibile e per nessuna ragione andrei in vacanza oltretutto rendendomi irreperibile (se ricordi ci volle un giorno intero per rintracciarli in Grecia). Per quanto riguarda la fiction ribadisco che andava fatta in almeno due puntate ma tutto sommato di una fiction del genere non se ne sentiva neanche il bisogno, inutile e dannoso riaprire ferite ancora vive. [/quote] Ecco, tu sei il classico esempio dell'Italiano medio che beve tutto il Gossip che può e probabilmente non ti perdi un minuto del grande fratello. Lo ripeto per l'ennesima volta, I genitori di Marco vennero consigliati dalla comunità di S. Patrignano( alla quale si erano rivolti per aiutare Marco, non certo per chiedergli come e dove andare in vacanza) di distaccarsi da MArco, di allontanarsi e lasciarlo un po solo, Marco doveva essere considerato a tutti gli effetti un tossicodipendente, e quindi gli esperti di S.Patrignano consigliarono questo cercando di stimolare in _Marco una reazione, e i genitori seguettero il consiglio. Poi Carissimo saccente disinformato o in mala fede, dove hai letto che ci volle un giorno intero per rintracciarli? ma ti sei bevuto il cervello??!!! Manuela Ronchi li rintracciò senza alcun problema la sera stessa di S. Valentino comunicando loro il triste accadimento, ovvio che impiegarono un giorno per tornare dalla Grecia, però nessuno si chiede in che stato d'animo affrontarono quel viaggio di ritorno i genitori di Marco.. Vergognati, giustizialista da 4 soldi. Quando non si è a conoscenza di come sono andate VERAMENTE le cose parlando di una tragedia così delicata, è opportuno tacere piuttosato che spiattellare per certezze delle stupide illazioni raccimolate qua e la tra un giornale ed una tv, o mentre si spettegola al bar tra un wiski e l'altro. Cerca di evere un po di rispetto invece...... saccentone da strapazzo....

 

[Modificato il 09/02/2007 alle 18:58 by 53.11]


53.11 - 09/02/2007 alle 18:20

[quote][i]Originariamente inviato da Gibo [/i] Per Ispanico, l'amico e compagno di squadra francesco dovrebbe essere Marcello Siboni, interpretato dal figlio di Giacinto Facchetti [/quote] No sicuramente non è Marcello Siboni, Francesco molto probabilmente rappresentava Andrea Agostini,amico d'infanzia di Marco appunto ex corridore, non credo sia approdato al dilettantismo e poi addetto stampa della Meractone uno ( o un incarico simile, adesso non ricordo bene)

 

[Modificato il 09/02/2007 alle 18:57 by 53.11]


53.11 - 09/02/2007 alle 21:45

Domenica in uno spazio di un quarto d'ora tra le 14:00 e le 16:00 Mamma Tonina sarà ospite di Domenica in..... fonte il sito della fondazione Marco Pantani. Se a qualcuno interessa, forse potrebbe sentire qualcosa di vero!


desmoblu - 09/02/2007 alle 21:50

Ma perchè?? Perchè hanno fatto la fiction sulla rai? E che cos'è domenica in? E soprattutto: la verità su Pantani la sapeva soltanto lui. Con tutto il rispetto per la sig. Tonina, che tra l'altro era in vacanza in Grecia, non so cosa potrebbe dire di nuovo.. Quelli che sanno qualcosa sul caso Pantani (Cassani, ad esempio) se ne stanno più o meno zitti e non lo sbandierano ai 4 venti.. soprattutto: questa bella uscita che bene può fare a Pantani e al suo ricordo? Per Pantani parlino il Ventoux, l'Alpe d'Huez, parli la rimonta a Oropa ("ha fohato!", diceva Cassani, catena a terra), parlino le salite. Al limite parli la sua tentata rimonta nell'ultimo Giro. Perchè non si può lasciare che parlino le salite piuttosto che centinaia di esperti, opinionisti, parenti, cugini tronisti?

 

[Modificato il 09/02/2007 alle 21:56 by desmoblu]


Admin - 09/02/2007 alle 22:01

Desmoblu, deve andare avanti per molto questa storia della vacanza in Grecia? I motivi di quel viaggio ti sono già stati spiegati, per piacere evita di reiterare la malizia.


53.11 - 09/02/2007 alle 22:03

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Ma perchè?? Perchè hanno fatto la fiction sulla rai? E che cos'è domenica in? E soprattutto: la verità su Pantani la sapeva soltanto lui. Con tutto il rispetto per la sig. Tonina, che tra l'altro era in vacanza in Grecia, non so cosa potrebbe dire di nuovo.. Quelli che sanno qualcosa sul caso Pantani (Cassani, ad esempio) se ne stanno più o meno zitti e non lo sbandierano ai 4 venti.. soprattutto: questa bella uscita che bene può fare a Pantani e al suo ricordo? Per Pantani parlino il Ventoux, l'Alpe d'Huez, parli la rimonta a Oropa ("ha fohato!", diceva Cassani, catena a terra), parlino le salite. Al limite parli la sua tentata rimonta nell'ultimo Giro. Perchè non si può lasciare che parlino le salite piuttosto che centinaia di esperti, opinionisti, parenti, cugini tronisti? [/quote] Vuoi smetterla di sparare sentenze saccentone dei miei stivali?!! ti ho già spiegato sopra per quale motivo i genitori di Marco si trovavano in Grecia. Sei in malafede? sei uno di quelli che ha paura della verità? Vergognati, altro che rispetto per la signora Tonina.. sei semplicemente un disinformato Gossipparo da 4 soldi.....


desmoblu - 09/02/2007 alle 22:12

Admin....posso solo dire che io finora non avevo ancora tirato fuori la storia della Grecia, nemmeno una volta. Se vuoi non ne parlo, se vuoi la cancello dal post. Sta di fatto che non credo che questa comparsata (pur con buone intenzioni) possa far così bene alla memoria di Pantani. Credo anche che, [i]come tutti quelli che il Pirata aveva attorno [/i], la sig. Tonina non sia completamente esente da responsabilità. E la sua visione è senz'altro parziale. Le interviste e le dichiarazioni le seguo anch'io.. Poi le leggi dell'audience e delle fiction hanno poteri tutti particolari.. magari domenica tiro fuori la cassetta di sfide e mi evito le domande di Baudo o della tizia di "a sua immagine".. meglio la lezione di Courchevel..


53.11 - 09/02/2007 alle 22:16

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Admin....posso solo dire che io finora non avevo ancora tirato fuori la storia della Grecia, nemmeno una volta. Se vuoi non ne parlo, se vuoi la cancello dal post. Sta di fatto che non credo che questa comparsata (pur con buone intenzioni) possa far così bene alla memoria di Pantani. Credo anche che, [i]come tutti quelli che il Pirata aveva attorno [/i], la sig. Tonina non sia completamente esente da responsabilità. E la sua visione è senz'altro parziale. Le interviste e le dichiarazioni le seguo anch'io.. Poi le leggi dell'audience e delle fiction hanno poteri tutti particolari.. magari domenica tiro fuori la cassetta di sfide e mi evito le domande di Baudo o della tizia di "a sua immagine".. meglio la lezione di Courchevel.. [/quote] Fai vomitare!!!!!!!! La tua malafede è più che evidente.. giù la maschera baffettone da strapazzo!!!


desmoblu - 09/02/2007 alle 22:22

Caro 53.11, non mi sembra di aver fatto gossip, di aver sputato sentenze, di aver fatto il saccente. Ho semplicemente espresso le mie opinioni, spero valide come quelle degli altri. Se poi non sta bene, e funziona meglio saltare alla gola del prossimo...boh, fai tu. Ripeto ancora una volta che della Grecia non ho MAI parlato, quindi magari rileggiti i post più in alto, avevi impartito la tua lezione a qualcun altro. Personalmente mi sta molto a cuore la verità, ma non credo che la sig.ra Tonina possa conoscerla. Non tutta, almeno. E non credo nemmeno che una comparsata di un quarto d'ora da Baudo possa aiutare molto. Forse i saccenti sono quelli che da una parola in su pensano di sapere cosa c'è nella testa degli altri...no? ps: miracolo che non abbia usato il classico "sciacquati la bocca". ps, aggiunta di qualche minuto dopo: rileggo "con piacere" il "fai vomitare", il "baffettone da strapazzo", la storia della "malafede". Non mi sembra di aver attaccato nessuno e di essermi meritato questi gentili epiteti (qualcuno direbbe insulti). La mia malefede, come la chiami tu, è quella di un ragazzino che seguiva in tv le vittorie di Pantani e che tifava sinceramente per lui, ed è quella di un rgazzo che quando può prende la sua bici e pedala in salita. Detto questo...complimenti per l'educazione e il rispetto per gli altri.

 

[Modificato il 09/02/2007 alle 22:29 by desmoblu]


cicquetto - 09/02/2007 alle 23:57

il film è stato quanto di peggio abbia mai visto in uno schermo. inviterei poi a trattare in maniera piu consona le tesi di desmoblu che almeno si sta esprimendo con educazione.


miky70 - 10/02/2007 alle 01:16

Quando Marco è morto Cannavò che aveva bisogno di ripulirsi la coscienza come anche qualcun altro, raccontò di aver chiamato la casa di Pantani pochi giorni prima dell'inizio del Giro 2000, quando si seppe che Marco aveva deciso di farne parte. Secondo Cannavò la sig.ra Tonina gli disse "lei non ha idea di cosa abbiamo passato noi in questi mesi" Io ho pensato ad una cosa sola e cioè che la Gazzetta in quei mesi aveva scritto tutti i giorni su Marco ma non si era mai messa in contatto con lui e con la famiglia. Mi è sembrato assurdo perchè sapevano degli incidenti automobilistici, delle discoteche, prendevano notizie per darlo in pasto al pubblico e vendere ma di Marco non gliene fregava un soldo bucato a nessuno. Spero che quella gente adesso faccia brutti sogni la notte e provi un senso di nausea ogni volta che si guarda allo specchio.


53.11 - 10/02/2007 alle 07:53

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Caro 53.11, non mi sembra di aver fatto gossip, di aver sputato sentenze, di aver fatto il saccente. Ho semplicemente espresso le mie opinioni, spero valide come quelle degli altri. Se poi non sta bene, e funziona meglio saltare alla gola del prossimo...boh, fai tu. Ripeto ancora una volta che della Grecia non ho MAI parlato, quindi magari rileggiti i post più in alto, avevi impartito la tua lezione a qualcun altro. Personalmente mi sta molto a cuore la verità, ma non credo che la sig.ra Tonina possa conoscerla. Non tutta, almeno. E non credo nemmeno che una comparsata di un quarto d'ora da Baudo possa aiutare molto. Forse i saccenti sono quelli che da una parola in su pensano di sapere cosa c'è nella testa degli altri...no? ps: miracolo che non abbia usato il classico "sciacquati la bocca". ps, aggiunta di qualche minuto dopo: rileggo "con piacere" il "fai vomitare", il "baffettone da strapazzo", la storia della "malafede". Non mi sembra di aver attaccato nessuno e di essermi meritato questi gentili epiteti (qualcuno direbbe insulti). La mia malefede, come la chiami tu, è quella di un ragazzino che seguiva in tv le vittorie di Pantani e che tifava sinceramente per lui, ed è quella di un rgazzo che quando può prende la sua bici e pedala in salita. Detto questo...complimenti per l'educazione e il rispetto per gli altri. [/quote] Hai ragione, sono stato accecato dalla rabbia, era sbrindolin il vomitevole Gossipparo.. ma nemmeno tu puoi permetterti di dire che i Genitori erano in vacanza, perchè quella non era affatto una vacanza punto. Ritiro quindi il vomitevole e tutto il resto, ovvio che non può essere rivolto a te... mi sono lasciato andare leggendo sul tuo post vacanza, sono imbufalito. Riguardo alla presenza di Tonina a DOmenica in e della necessità o meno di fare un film, sei liberissimo di avere le tue opinioni ci mancherebbe altro. Resta il fatto che Marco è stato vittima di complotti e di poteri forti che lo hanno schiacciato, come ricordava Miky, lo straccione di cannavò dice che aveva preparato la presentazione del giro apposta per Marco( che pezzo di m.... ipocrita straccione) e che telefonò a Paolo dopo la presentazione per lamentarsi del comportamento "bambinesco" di Marco di non presentarsi. Quindi desmo, tutto ciò che può contribuire a non far calare il silenzio sulla sua tragedia, ben venga, tutto ciò che per una volta non getta fango sulla sua figura, ben venga, il silenzio su questa faccenda, lo vuole solo chi è in malafede e molto probabilmente non è il tuo caso. Scusami per lo sfogo che non doveva in alcun modo essere rivolto a te..... TI ho semplicemente scambiato per sbrindolin.. non go controllato.. mea culpa.

 

[Modificato il 10/02/2007 alle 07:56 by 53.11]


Admin - 10/02/2007 alle 10:13

E mea grandissima culpa, chiedo scusa anch'io per lo "scambio di persona". In ogni caso, accecato o meno dalla rabbia, 53.11, cerca di evitare in futuro certi eccessi verbali.


desmoblu - 10/02/2007 alle 11:58

Scuse accettate, non c'è problema. Anch'io sono stato precipitoso con la storia della vacanza: non volevo dire "sono andati a divertirsi mentre lui stava male", semplicemente volevo dire che metrialmente non erano lì negli ultimi momenti di Marco e quindi non possono sapere tutto (ma chi può?). Mi dispiace che venga sentita solo la sig.ra Tonina e solo in un quarto d'ora, a domenica in. Mi dispiace anche pensare che tutto questo sia scattato dopo la fiction (secondo me non riuscita): spero che non sia semplicemente una cosa superficiale al traino del film. In quanto a Cannavò, neanch'io l'ho sopportato: ipocrita e parac**o, pronto a inneggiare Pantani un giorno e a chiederne la testa il giorno dopo, per poi fare lacrime di coccodrillo dopo la morte. Per questo vorrei sentire meno commentatori e meno commenti. Il modo migliore per ricordare Marco, secondo me, è vedere le sue immagini senza nemmeno la musica o le parole di un cronista.


Gibo - 10/02/2007 alle 12:56

Per 53.11: nella fiction Pantani dice a Francesco " torna a correre con me" quindi non può essere Andrea Agostini che non è mai diventatto un professionista, ma può essere solo Siboni che era rimasto senza contratto.


Monsieur 40% - 10/02/2007 alle 13:16

[quote][i]Originariamente inviato da Gibo [/i] Per 53.11: nella fiction Pantani dice a Francesco " torna a correre con me" quindi non può essere Andrea Agostini che non è mai diventatto un professionista, ma può essere solo Siboni che era rimasto senza contratto. [/quote] Mi pare che Siboni, però, sia interpretato da se stesso (si vede chiaramente il "faccione" di Sibo mentre Marco/Ravello parla per la prima volta di droga con quel "tale").


cicquetto - 10/02/2007 alle 14:59

esatto siboni è attore di se stesso nel film.


violetta - 10/02/2007 alle 18:04

[quote][i]Originariamente inviato da Gibo [/i] Per 53.11: nella fiction Pantani dice a Francesco " torna a correre con me" quindi non può essere Andrea Agostini che non è mai diventatto un professionista, ma può essere solo Siboni che era rimasto senza contratto. [/quote] esatto Euge, agostini non è mai stato prof.è stato addetto stampa della Mercatone fino all arrivo della Ronchi, dopo il suo arrivo in Mercatone Agostini fu uno dei prmi ad essere estraniato dal clan Pantani. Siboni, Fontanelli e Velo interpretano se stessi. Non è che fosse Clavero?so per certo che Marco passò un periodo a casa di Clavero che lo ospitò in famiglia, con la moglie e il figlio, e Marco migliorava la sua situazione...poi se ne andò...esattamente come capita nel film...

 

[Modificato il 10/02/2007 alle 18:06 by violetta]


luke - 10/02/2007 alle 21:03

Non ricordo dove l'ho letto, ma ricordo benissimo che parlando della fiction venne anticipato che Gianfelice Facchetti impersonava Francesco, immaginario amico di Marco Pantani. Insomma, è stato un personaggio inventato e mi sembra che sostituisca un pò il ruolo di Michael Mengozzi, l'amico che lo ospitò negli ultimi mesi a Predappio. Solo che Michael era gestore di una discoteca, non correva in bici. Sì, questa spiegazione la ricordo benissimo, spero di trovare anche la fonte dove l'ho letta.


luke - 10/02/2007 alle 21:08

Ecco qua, trovata la fonte. A pagina 15 di 'Ciclismo' di dicembre c'è una foto di Gianfelice Facchetti, la didascalia è la seguente: 'Gianfelice Facchetti, figlio del compianto Giacinto, è un attore professionista che interpreta in questa fiction l'unico personaggio inventato dallo sceneggiatore, un amico di Pantani'. A pensarci bene, in questa fiction manca anche la manager: se interpretata correttamente, avrebbe potuto dirimere certi dubbi sui perchè della parabola di Pantani dopo Campiglio, non credete?:Od:


DeEjAy_FlAtBeAt - 10/02/2007 alle 21:50

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Quando Marco è morto Cannavò che aveva bisogno di ripulirsi la coscienza come anche qualcun altro, raccontò di aver chiamato la casa di Pantani pochi giorni prima dell'inizio del Giro 2000, quando si seppe che Marco aveva deciso di farne parte. Secondo Cannavò la sig.ra Tonina gli disse "lei non ha idea di cosa abbiamo passato noi in questi mesi" Io ho pensato ad una cosa sola e cioè che la Gazzetta in quei mesi aveva scritto tutti i giorni su Marco ma non si era mai messa in contatto con lui e con la famiglia. Mi è sembrato assurdo perchè sapevano degli incidenti automobilistici, delle discoteche, prendevano notizie per darlo in pasto al pubblico e vendere ma di Marco non gliene fregava un soldo bucato a nessuno. Spero che quella gente adesso faccia brutti sogni la notte e provi un senso di nausea ogni volta che si guarda allo specchio. [/quote] Quella gente denominata ''giornalisti''(o meglio gente che scrive in un giornale cose insensate e non capiamo che ci facciano lì)non si vergognerà mai di quello che ha detto o ha scritto,nè tantomeno porgeranno le loro scuse per aver distrutto Pantani.Viviamo nella società di quello che dice ''è sempre e solo colpa degli altri,io ho sempre ragione''...sempre e soltanto le solite cavolate:bla::bla::bla:


desmoblu - 10/02/2007 alle 23:06

Beh, non generalizziamo. Ci son giornalisti e giornalisti. Ti sentiresti di attaccare il vecchio De Zan, ad esempio?


Gibo - 11/02/2007 alle 06:14

Francesco, interpretato nella fiction da Facchetti, dovrebbe essere quel Michael che ha ospitato Pantani nella sua casa di Predappio così dice lo stesso attore in una intervista a Tuttobici; ma anche qui c'è un errore in quanto si vede in una scena che Pantani chiede a Francesco di tornare a correre con lui, mentre Michael non ha mai corso in bicicletta.


miky70 - 11/02/2007 alle 08:07

Creco che Francesco sia la somma di più persone raccolte in un unico personaggio per semplificare anche la comprensione degli avvenimenti che deve riguardare almeno 2 anni. Con Clavero è stato in Spagna è vero ma in quel periodo sembra sia stato anche da Fuentes, non so quanto bene gli abbia fatto quel soggiorno :gluglu:


53.11 - 11/02/2007 alle 10:02

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Creco che Francesco sia la somma di più persone raccolte in un unico personaggio per semplificare anche la comprensione degli avvenimenti che deve riguardare almeno 2 anni. Con Clavero è stato in Spagna è vero ma in quel periodo sembra sia stato anche da Fuentes, non so quanto bene gli abbia fatto quel soggiorno :gluglu: [/quote] Questa potevi pure risparmiartela!!!! Sembra.... Admin..... quando la rabbia mi acceca mi acceca...... A casa di Clavero Marco quell'anno ha svolto quasi tutta la preparzione invernale, ricordo che seguivo tutto dal sito Pantani.it che all'epoca riportava giorno per giorno tutto ciò che faceva il pirata, ed i risultati di quella preparazione, si video benissimo al giro del 2003, nonostante ricaduta nella cocaina prima del giro del trentino, che cosyò a Marco la non partecipazione alla corsa trentina e la perdita di fiducia da parte di Boifava, ricordate le ruote leggere chieste da Marco e mai avute che poi gli vennero date da Cipollini. Quante ne ha passate Marco!!! altro che stupide illazioni sul ginecologo e cazzate varie, non c'è limite nemmeno dopo la sua morte all'indecenza!!!

 

[Modificato il 11/02/2007 alle 10:08 by 53.11]


Donchisciotte - 11/02/2007 alle 12:59

Scusa Micky, ma come mai sei, giustamente, garantista per Basso nell'O.P. e con Pantani spari là che andava da Clavero per anadare da Fuentes? Sei certa che PNTI sia Pantani e che PNTI esista veramente? Pantani andava da Clavero per stare lontano da Cesenatico e, in più, la moglie di Clavero è anche una psicologa. Il resto , prima di essere lanciato come sospetto verso una persona morta , dovrebbe essere provato. I sospetti valgono per tutti.


Jens Fiedler - 11/02/2007 alle 14:35

Non capisco perche molti di voi se la siano presa contro Marco Travaglio per quello che ha scritto, ha scritto solo cose vere su Pantani.. Forse è un po troppo diretto, ma questo è un suo grande pregio, ce ne fossero altri come lui. ciao


riddler - 11/02/2007 alle 14:36

La mamma è su rai uno...


omar - 11/02/2007 alle 16:02

Ma io mi chiedo ma perche ogni volta che si fa una discussione si veda a finire ad offendere ed andare su fatti personali come la storia degli avatar. Uno che ha come avatar Armstrong non vedo perche sia limitato, si potrebbe dire il contrario per uno che ha Pantani? Ma siamo o no in un paese democratico dove ognuno puo esprimere una sua opinione giusta o sbagliata che sia questa.


Monsieur 40% - 11/02/2007 alle 16:19

Abbiamo cancellato i battibecchi tra utenti, che non ci interessano. Jens Fielder, la "verità su Pantani" Travaglio ha sempre dimostrato di non volerla ricercare, altroché scriverla. Per quanto riguarda il "diretto", lo sono anch'io: limita le foto nel tuo avatar, scegline un paio da te, altrimenti ci penseremo noi. Il titolo del thread è "Film su Pantani".


Jens Fiedler - 11/02/2007 alle 16:44

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Abbiamo cancellato i battibecchi tra utenti, che non ci interessano. Jens Fielder, la "verità su Pantani" Travaglio ha sempre dimostrato di non volerla ricercare, altroché scriverla. Per quanto riguarda il "diretto", lo sono anch'io: limita le foto nel tuo avatar, scegline un paio da te, altrimenti ci penseremo noi. Il titolo del thread è "Film su Pantani". [/quote] Per te Travaglio non l'ha voluta ricercare la verità , ma nei suoi articoli non ha detto niente di sbagliato... la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario fa ridere i polli, ed è anche vero che non se ne sentiva veramente la mancanza di una fiction su di un personaggio tanto negativo, revisionato martire... la scena finale con i bambini è veramente il massimo del patetico. so che questi discorsi non incontrano con persone per niente obiettive ed oggettiviste, per cui me ne farò una ragione se non siete d'accordo.


luke - 11/02/2007 alle 17:19

Il problema non è incontrare persone obiettive ed oggettiviste, il problema è che se dici caxxate dici caxxate, punto. E chi non la pensa come te, dimostra per lo meno di evitare di dirne. Travaglio ha scritto che Pantani era un dopato; non è vero, non è mai stato dimostrato e magari stavolta una querela la becca. Per quanto riguarda l'esempio negativo, preoccupati del tuo eroe da fumetto. Goditelo, almeno tu che ci riesci. PANTANI FOREVER


Admin - 11/02/2007 alle 17:21

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] Per te Travaglio non l'ha voluta ricercare la verità , ma nei suoi articoli non ha detto niente di sbagliato...[/quote] A parte che l'impianto intero delle teorie travagliesche andrebbe revisionato, ti faccio l'esempio di un errore del giornalista di Repubblica: basare il proprio teorema sull'ematocrito di Pino Torinese è sbagliatissimo. Quindi hai detto una cosa inesatta. [quote] la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario fa ridere i polli, [/quote] Forse farà ridere te. In tal caso sei pregato di argomentare le tue tesi, invece di sparare sentenze senza spiegare il tuo punto di vista. Ci sono pagine e pagine di forum in cui la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario è sviscerata in tutte le maniere, ora arrivi tu fresco fresco a dire che fa ridere i polli. [quote] ed è anche vero che non se ne sentiva veramente la mancanza di una fiction su di un personaggio tanto negativo, revisionato martire... [/quote] Forse TU non ne sentivi la mancanza. TU consideri Pantani un personaggio negativo. Anche solo per il fatto di aver avvicinato al ciclismo una moltitudine di persone, dev'essere considerato un personaggio tutt'altro che negativo. [quote] so che questi discorsi non incontrano con persone per niente obiettive ed oggettiviste, per cui me ne farò una ragione se non siete d'accordo. [/quote] Fatti anche una ragione del fatto che siamo stufi di gente che butta altro fango su Pantani, sulla sua vita e sulla sua memoria. Quindi d'ora in poi, se non sei capace di argomentare in maniera pacata le tue idee in merito, vedi di evitare proprio l'argomento. Ps: le foto nella tua firma sono troppo grandi, ti prego di ridurle perché occupano troppa banda. Grazie.


luke - 11/02/2007 alle 17:24

:clap::clap::clap::clap::clap::clap: GRANDISSIMO ADMIN !!! :clap::clap::clap::clap::clap::clap:


Donchisciotte - 11/02/2007 alle 17:38

Travaglio.... chi? quello che celebrò la morte di Pantani scrivendo sull'Espresso che aveva il midollo spappolato sin dal 1995 ma poi , quando uscirono i risultati dell'autopsia, non scrisse: scusate, ci dicono che non è vero. O quello che faceva la cronaca del processo di Forlì tifando platealmente per una condanna esemplare e che riportò le tesi dei periti della difesa in poche righe e nella versione della replica dei periti dell'accusa? No, meglio parlare della mamma di Marco a Domenica in: A me pare che Tonina sia stata perfetta. In una trasmissione come Domenica in era importante tirare fuori i sentimenti, far vedere gli effetti di certe cose che sembrano essere solo cronaca. Quando si parla di sette procure a tormentare, di media che massacrano, di una persona che non è mai stata trovata positiva si parla di cose razionali, Tonina ha fatto vedere quanto male fanno certe cose,come le persone e le famiglie si distruggano per certe cose. E' stata BRAVISSIMA, razionale, passionale, arrabbiata, commossa. Come il giorno prima del funerale fu potentissimo il suo scagliarsi contro i giornalisti davanti alla bara di Marco, cacciandoli e urlando il male che molti di loro gli avevano fatto, oggi è importantissimo e POTENTE la rabbia e la disperazione della madre di un figlio vittima di un'ingustizia atroce. Mi è piaciuto moltissimo quando ha detto che Marco era il figlio che ogni madre vorrebbe avere. Bravissima Tonina, in faccia a tutti quei dicitori di luoghi comuni sui cattivi esempi, la forza e la grandezza della verità e dell'ORGOGLIO: il figlio che ogni madre vorrebbe. Come diceva il poeta: sii grande e infelice. Tonina NON è la madre di cui parla Pasolini con sdegno, la madre che insegna a chinare la testa. Tonina è la madre di un ragazzo che la testa non l'ha chinata mai, di un ragazzo che è stato grande e infelice, geniale e vittima della banalità del male. E se questa partecipazione a Domenica in doveva esere affermazione di dignità di Marco, ebbene lo è stata. Grande Tonina, piena di dolore, di rabbia ma anche di fierezza e di orgoglio. Bravo anche Thomas, dagli occhi pieni di entusiasmo. Ovviamente oggi meglio di 10 fiction. Quanto agli avvocati di cui parla un tifoso del forum di Pantani, ovvio, se Pantani fosse stato difeso e tutelato come si difende Armstrong, sin dal primo momento, oggi racconteremmo un'altra storia, ma dato che sono passati otto anni di inerzia e di Marco gira una certa immagine, bisogna lavorare sia sul cognitivo ( avvocati, argomenti ecc) che sull'affettivo ( la madre e il suo orgoglio).


DeEjAy_FlAtBeAt - 11/02/2007 alle 18:32

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] Per te Travaglio non l'ha voluta ricercare la verità , ma nei suoi articoli non ha detto niente di sbagliato... la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario fa ridere i polli, ed è anche vero che non se ne sentiva veramente la mancanza di una fiction su di un personaggio tanto negativo, revisionato martire... la scena finale con i bambini è veramente il massimo del patetico. so che questi discorsi non incontrano con persone per niente obiettive ed oggettiviste, per cui me ne farò una ragione se non siete d'accordo. [/quote] Certi discorsi mi fanno alquanto girare le balle.Tu Jens Fiedler non provi un briciolo di vergogna a scrivere certe stronz.ate e continuare a buttare fango su una persona scomparsa??Marco è stato trattato peggio di un serial killer(ha ragione la mamma)...è stato umiliato,deriso da gente idiota di cui vedo che ne fai pienamente parte. E' vergognoso che si continui a sputare veleno su un morto.E' vergognoso soprattutto che esista gente del genere:OIO:OIOChe schifo... X desmoblu:Chiaro che non incolperei De Zan!!Intendevo un altro tipo di giornalisti!Poi è chiaro non sono tutti così i giornalisti...per fortuna!Generalizzo perchè purtroppo la maggior parte rispecchiano la mia precedente descrizione


53.11 - 11/02/2007 alle 18:57

Admin sei un grande.. purtroppo ero stato di nuovo accecato dalla rabbia....... hai fatto bene a cancellare, non so se mi aveva risposto e non mi interessa. Mi interessa invece ricordare come ha fatto Mariarita che oggi Tonina è stata grande, immensa.. e che finalmente in una trasmissione televisiva ha incontrato una giornalista umana e corretta come è stata Lorena Bianchetti.... Grande Tonina.... sicuramente hai ragione Mariarita, oggi meglio di dieci fiction. Per quantpo riguarda quei fenomeni da baraccone americani.... Un giorno quando dovrete spiegare ai vostri figli il significato della parola sport....... riportategli l'esempio di quando Armstronz impedìa Simeoni di andare in fuga al tour de France.. quello si è un grande esempio di sport e da quell'esempio di sicuro cresceranno con i valori veri dello sport nel sangue...... Buona fortuna....


desmoblu - 11/02/2007 alle 20:43

Deejay: si, l'avevo letto (sperato) tra le righe. * Per la scena dei bambini alla fine del film.. si, è un po' sdolcinata ma è un omaggio- se non sbaglio- alla squadra messa in piedi anche da Cassani. Certo da una fiction qualche toco commovente (o mieloso, a seconda) bisogna aspettarselo. Tornando alla fiction, spero che in futuro se si vuole fare un film su Pantani lo si faccia meglio, con tutti i crismi e la cura di un film in sala.


Jens Fiedler - 11/02/2007 alle 21:39

l'argomentazione: http://www.sportpro.it/doping/inchieste/Pantapp.htm questa dimostra che l'affermazione di Travaglio di "ciclista dopato" riferita a Pantani è vera, dato oggettivo,PUNTO!non provateci a querelarlo, chiunque ci ha provato ha perso... la storia complotto accanimento la vedete solo voi, e non avete la minima argomentazione, se non le vostre fantasticherie che sono solo aria fritta e che fanno ridere veramente i polli. per quanto riguarda gli insulti evito di ribattere ad elementi cosi negativi che comunque si umiliano da soli...


miky70 - 11/02/2007 alle 21:49

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Scusa Micky, ma come mai sei, giustamente, garantista per Basso nell'O.P. e con Pantani spari là che andava da Clavero per anadare da Fuentes? Sei certa che PNTI sia Pantani e che PNTI esista veramente? Pantani andava da Clavero per stare lontano da Cesenatico e, in più, la moglie di Clavero è anche una psicologa. Il resto , prima di essere lanciato come sospetto verso una persona morta , dovrebbe essere provato. I sospetti valgono per tutti. [/quote] Ma scusatemi gente, la madre di Marco ha chiesto sulla Gazzetta se fosse vero che Pantani fu accompagnato in Spagna da Fuentes e se sì perchè non gli hanno risparmiato anche quella cosa in un momento tragico della sua vita! La madre non lo ha escluso! Io ho semplicemente seguito un pensiero in base a quanto ho letto su quell'articolo. E poi cosa c'entra Basso, io ho forse detto che sono pronta a mettere la mano sul fuoco per Basso? Adesso purtroppo non potrò neanche più farlo. Dite tutti che per arrivare tra i primi al Tour bisogna essere dopati, poi tu dici che lo vorresti legalizzare il doping, perchè ti scagli contro di me se io inserisco un sospetto nel mio pensiero, per una volta in mille e non so più quanti post che ho scritto?


DeEjAy_FlAtBeAt - 11/02/2007 alle 21:52

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] per quanto riguarda gli insulti evito di ribattere ad elementi cosi negativi che comunque si umiliano da soli... [/quote] Hai ragione...in effetti non è normale parlare con certa gente...scusami veramente io merito di parlare con persone leggermente più intelligenti


Donchisciotte - 12/02/2007 alle 00:07

Ma sì micki, lancia qualche altro sospetto sul Panta, che vuoi che sia? Quanto alle prove: certo che penso che il doping riguardi l'intero sport professionistico, certo che sono per la liberalizzazione, mi scoccia l'ipocrita caccia al dopato singolo. E la sua demonizzazione.


omar - 12/02/2007 alle 00:07

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] Un giorno quando dovrete spiegare ai vostri figli il significato della parola sport....... riportategli l'esempio di quando Armstronz impedìa Simeoni di andare in fuga al tour de France.. quello si è un grande esempio di sport e da quell'esempio di sicuro cresceranno con i valori veri dello sport nel sangue...... [/quote] Sempre meglio di dirgli che un ciclista solo perche viene trovato con i valori fuori norma e viene indagato va a finire nel tunnel di non ritorno; questo si che è un bel esempio!!


Donchisciotte - 12/02/2007 alle 00:42

E' anche interessante che ogni volta che si parla di Marco emergono sempre i dicitori di luoghi comuni ( dopato, drogato, cattivo esempio) che si infervorano ad insultarlo. Qualcuno mi sembra anche dell'ambiente. Quando Desmoblu dice fra le righe che Cassani sa ma tace, dice una sciocchezza o sa che davvero Cassani sa ? poi i tifosi di Robocop ( ma fiedler non mi sembra solo un tifoso, il fervore del moralista è troppo acuto) che dicono cornuto all'asino......


omar - 12/02/2007 alle 00:55

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] E' anche interessante che ogni volta che si parla di Marco emergono sempre i dicitori di luoghi comuni ( dopato, drogato, cattivo esempio) che si infervorano ad insultarlo.[/quote] Ma non sono offese, sono solo opinioni del singolo, penso che se uno pensa una cosa del genere è libero di farlo. Io non ho mai dato del dopato o drogato, ho sempre detto che faceva quello che fa la maggior parte del gruppo e penso che questo non si possa negare [quote]poi i tifosi di Robocop ( ma fiedler non mi sembra solo un tifoso, il fervore del moralista è troppo acuto) che dicono cornuto all'asino...... [/quote] Mi sembra che sono i tifosi dell'elefantino che mettono di mezzo e sminuiscono Armstrong, si vede che le sue vittorie le sono rimaste sulla gola!


Admin - 12/02/2007 alle 01:06

Jens Fiedler, porca miseria, tu e Travaglio stasera mi avete finalmente aperto gli occhi, con la collaborazione di Capodacqua, certo, "non ci sono prove evidenti che Pantani [u]non[/u] si sia dopato". Porca miseria Capodacqua: non ci sono prove evidenti che tu [u]non[/u] sia andato a prostitute il 18 ottobre del 1983. Puoi provare il contrario? Del resto non ci sono nemmeno prove evidenti che io [u]non[/u] abbia rubato la pensione di mio nonno il mese scorso... E a pensarci bene, non credo di vedere prove evidenti che Jens Fiedler [u]non[/u] sia coinvolto in un traffico di organi... Puoi smentirlo? Puoi provarlo? Come si fa a provare una cosa che non è? E' un non senso giuridico, riuscite a capirlo? Ricordo che c'è sempre la presunzione d'innocenza, e che è la colpevolezza a dover essere dimostrata, non l'innocenza. Detto questo ed esaurita così la questione in punta di diritto, possiamo passare alle cose serie. Insomma, JF, tu sostieni che Pantani si dopava? Tu e Travaglio lo sostenete? Tu, Travaglio e Capodacqua lo sostenete? Sono sconvolto. Una notizia del genere mi cambia la vita, guarda un po'. Un po' come quando un amico mi disse che aveva visto uno svedese biondo. Cacchio, uno svedese biondo! Questa sì che è una notizia! Poi l'amico allargò un attimo lo sguardo dai ristretti orizzonti in cui si era autocostretto, e si accorse che... pensa un po', non ci crederai: TUTTI gli svedesi erano biondi! Fu davvero sconvolto quando me lo disse, ma a quel punto io mi ero documentato, e gli risposi: "Ma hai provato a guardare anche all'intera Scandinavia?". Ebbene sì, nell'intera Scandinavia erano tutti biondi!!! Un incubo! E pensare che l'amico si era stupito tanto di trovare UNO svedese biondo... Robe da matti. Pantani si dopava? E stikazzi, chi l'ha mai messo in dubbio? Pantani si dopava, va bene, lo so, e allora? Vuoi continuare a farla passare come una cosa atroce? Non lo è, è una cosa come un'altra, è una cosa della vita. Pantani si dopava come tutti prima e dopo di lui. Lo capisci che non è rilevante? Non è una notizia, lo capisci? E' una NON-notizia. E' il cane che morde l'uomo, lo capisci? Quando mi troverai l'uomo che morde il cane, allora ne riparleremo. Ma non lo troverai. Pantani si dopava, va bene, ora che lo abbiamo dato per assodato, la smettete per favore di ricordarlo sempre? E' come se ogni volta che qualcuno cita Socrate, da un angolino dell'aula qualcuno si alzasse a dire che era un pedofilo... Come, uno dei padri del pensiero di tutti i tempi... Ma sì, era un pedofilo, andava coi ragazzini, te lo dico io, l'ha scritto anche Capodacqua... Sì, ma Capodacqua si deve ricordare che all'epoca la pedofilia era normale, e non era vissuta come una cosa esecranda, anzi. Anche Platone, anche Aristotele, anche Diogene indulgevano coi ragazzini... E pensare che li studiamo a scuola, ma che schifo!... O no? Se una cosa terribile come la pedofilia è irrilevante nella carriera di Socrate, non vedo perché debba essere rilevante il doping nella carriera di Pantani. Non è rilevante. Jens Fiedler, tu e Travaglio e Capodacqua ditemi finalmente qualcosa che non so. Oppure tacete.

 

[Modificato il 12/02/2007 alle 01:09 by Admin]


Admin - 12/02/2007 alle 01:18

Voglio dire, se un giornalista si affanna a dire che ha visto uno svedese biondo, e porta tutte le prove per affermare questa cosa, per confermarla, sta facendo il suo dovere? Sta facendo il suo dovere, se non contestualizza la vicenda, dicendo anche che in realtà tutti gli svedesi, anzi tutti gli scandinavi sono biondi? Secondo me no. Secondo me fa solo scandalismo a buon mercato.


Donchisciotte - 12/02/2007 alle 01:19

Admin, ho riso fino alle lacrime. Ti devono fare un monumento, hai scritto brillantissimamente quello che proprio c'ho in gola io ma esprimo più modestamente. Grandissimo::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:


pedalando - 12/02/2007 alle 01:34

Complimenti Admin per la chiarezza. Cacchio, questa storia del 18 ottobre 1983 merita approfondimenti. Passi per la pensione di tuo nonno,sono sicuro che con quei soldi avrai com,prato un regalo per il vecchio, ma l'idrocefalo che viola la legge e' veramente una vergogna per tutti l'ordine dei giornalisti.... andrebbe cacciato e scomunicato :Od:


Morris - 12/02/2007 alle 01:51

Admin caro, a quest'ora della notte, simili letture, posson far spaccare la mia pancia dalle risate, ed il vento sprigionato per l'improvvisa apertura, potrebbe raggiungerti nel Salento! :D:D:D:D :clap::clap::clap: Il tuo messaggio è forte e chiaro sugli occhi di quei soloni di giornalismo inverso, spesso qui presenti, a leggere e..... partecipare con nick troppo piccoli per nascondere la loro ingombrante figura di leader di certi sinistri andazzi italiani..... Ohh... non è certo il caso di JF, perché trattasi di reale soggetto con vocazione al gonfiaggio: da corridore nell'ipermegagalattica broccaggine e da "civile", per le "vitamine muscolari" delle palestre tanto presenti in certi lavori delle forze dell'ordine.... Ciao Grande Admin!


nalya - 12/02/2007 alle 09:18

[quote][i]Originariamente inviato da pintocolorado [/i] Ragazzi, ricordiamoci una cosa: solo chi non fa non sbaglia. E' vero, c'è qualche errore "tecnico" nel film, ma finalmente qualcuno ha cercato di ridare un pò di giustizia a quel ragazzo fragile di Cesenatico, che in bici ci ha fatto piangere, e continua a farlo anche ora, che i giorni senza di lui sembrano una vita... GRAZIE MARCO, e tu sai perchè. Alberto [/quote] "Lunedì sera non ci sono per nessuno", avevo detto. "Ehi mi raccomando, lunedì il film su Marco... ehi mi raccomando, lunedì guardalo"... avrò ripetuto questa frase decine di volte e non solo a chi amava e ama Marco o il ciclismo, ma anche a chi di Marco non sapeva nulla. Alla fine del film mi sarei mozzata la lingua. Il film doveva essere ispirato al libro Un uomo in fuga scritto da Manuela Ronchi, ex manager di Pantani, leggo invece che il libro è cambiato e che il tutto si ispirerà al libro scritto a 6 mani . Comincia a venirmi qualche dubbio sull'impostazione del film vista l'enorme differenza tra i due libri, ma scaccio il pensiero e mi gusto, dalla mia poltrona, le immagini. Le prime scene del film ripercorrono il 5 giugno 99, la mattina in cui Pantani viene allontanato dal Giro in quanto un 52 di ematocrito potrebbe mettere a rischio la sua salute. Per la serie, non sei positivo, ma il tuo sangue è troppo denso e la cosa non è accettabile. Pantani apprende la notizia, un pugno allo specchio dell'albergo e .... e tutto è finito. La scena viene girata in maniera piacevole ma tutti i personaggi recitano molto all'acqua di rose. La cattiveria, la rabbia, lo stupore che effettivamente c'è stato e che sicuramente non poteva mancano, non sono delineati e questo non fa certo capire la gravità dell'evento. Parte da qui il vero e proprio film. Marco e lo sport da ragazzino, la prima bici, la prima gara, e si continua fino ad arrivare al primo contratto da professionista. L'infanzia credo sia la parte fatta con maggior cura e che intenerisce a pensare a un mini - Pantani con tanti capelli che ancora non sapeva dove le sue gambe lo potessero portare. Segue la parte della numerevoli vittorie, il tutto è raccontato in maniera disordinato, disomogeneo, confuso, con parecchi errori e senza passione. La cosa che mi ha emozionata di più è stato il risentire De Zan nel commento del duetto Pantani-Tonkov, filmato vero, parte della gara e non finzione. Sarà stato forse questo che mi ha emozionato. Il vero Pantani. Perchè Pantani ha questo dono, anche ora che non c'è più riesce ad emozionare ancora con i suoi filmati fino alle lacrime miste di gioia e dolore per il non rivedere questi capolavori. La parte che parla di questo grande amore tra Pantani e Christina prende fin troppa parte del film. Ora, capisco che hanno pagato l'attrice e quindi l'hanno sfruttata al massimo, ma il massimo è stato stra-passato visto che, in primis, non raccontava nulla di vero della storia con il Panta. Verissima l'importanza della storia, ma la fidanzata non era certo questo stinco di santo e nel film si fa intendere che lei sia un angelo di ragazza, che la famiglia l'adorava, che andava in disco e non ci stava con nessuno e che non faceva uso di droga tanto da essere invece indotta da Pantani. La realtà sembra invece essere all'opposto. Capisco forse la scelta x il non indurre Christina a querelare qualcuno. La strada diritta è la più facile da percorrere. L'immagine della manager Ronchi viene completamente dimenticata, anche questa volta sicuramente per volere della famiglia, ma essendo determinante la figura di una persona che lo andava a recuperare ovunque e che gli è sempre stata accanto si sono inventati sta figura dell'amico Franceso, inseparabile giorno e notte. Se i lavori devo esser fatti, devono esser fatti bene. La manager avrà sicuramente peccato negli anni della mercatone non essendo all'altezza del suo ruolo ma tagliarla fuori e non accentando che fosse cmq una vera amica di Marco è inaccettabile. Il film si chiude con una serie di scene che fanno apparire il ciclista come un pazzo e non compreso da nessuno, mentre la storia è ben diversa, le sue reazioni non sono certo frutto della pazzia ma dell'assurdità dell'accanimento mediatico e sportivo subito. E anche nel film, Pantani se ne va. Solo, non compreso e senza giustizia


miky70 - 12/02/2007 alle 10:51

Secondo me è stata la Ronchi stessa a non voler essere interpretata nel film prodotto dalla RAI, per il fatto che Mediaset sta producendo un film basato sul suo libro e preferisce che il suo ruolo venga interpretato esclusivamente come lei lo ha vissuto e non come è stato capito dai giornalisti o da un altro regista. Sono curiosa di sapere se anche Martinelli ha evitato di apparire nel film di lunedì scorso per esserci nel prossimo di Mediaset.


desmoblu - 12/02/2007 alle 11:33

In ogni caso è ridicola questa sfida tra fiction: alla fine si hanno due prodotti scadenti e incompleti pur di non affrontare il problema seriamente.


Reggio Emilia - 12/02/2007 alle 11:39

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] In ogni caso è ridicola questa sfida tra fiction: alla fine si hanno due prodotti scadenti e incompleti pur di non affrontare il problema seriamente. [/quote] affrontare il problema seriamente non lo vuole nessuno: semplicemente, la storia di Pantani viene ritenuta spendibile commercialmente, sia per gli eventi in sè sia per la caratura del personaggio


Felice - 12/02/2007 alle 11:47

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Poi l'amico allargò un attimo lo sguardo dai ristretti orizzonti in cui si era autocostretto, e si accorse che... pensa un po', non ci crederai: TUTTI gli svedesi erano biondi! [/quote] Non é vero che tutti gli Svedesi sono biondi. Così come non é vero che tutti gli Italiani sono piccoli hanno i capelli neri e portano i baffi. Abbi pazienza Admin, ma a me queste generalizzazioni, nel ciclismo come nella vita, non piacciono. E sia chiaro che questa considerazione non ha nulla a che vedere con l'accapigliamento attorno al nome di Marco Pantani.


desmoblu - 12/02/2007 alle 11:56

[quote][i]Originariamente inviato da Reggio Emilia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] In ogni caso è ridicola questa sfida tra fiction: alla fine si hanno due prodotti scadenti e incompleti pur di non affrontare il problema seriamente. [/quote] affrontare il problema seriamente non lo vuole nessuno: semplicemente, la storia di Pantani viene ritenuta spendibile commercialmente, sia per gli eventi in sè sia per la caratura del personaggio [/quote] Certo.. è per questo che non sopporto queste fiction. Impoveriscono e appiattiscono tutto quello che toccano. Come bonolis che fa suonare l'inno italioano a sanremo scimmiottando Hendrix a Woodstock.


Frank VDB - 12/02/2007 alle 12:02

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] In ogni caso è ridicola questa sfida tra fiction: alla fine si hanno due prodotti scadenti e incompleti pur di non affrontare il problema seriamente. [/quote] ridicola - concordo - e in linea con la qualità della tv italiana dove la povertà di idee fa sì che si abbiano due Pantani, due Padre Pio, due Giovanni XXIII, due Giovanni Paolo II, 6 reality dei famosi, due domeniche in, due quiz a scelta multipla, etc...


desmoblu - 12/02/2007 alle 12:04

esatto.


mont ventoux - 12/02/2007 alle 12:22

Admin ha un pò forzato, ma la metafora ci sta tutta, o meglio è un bell'esempio per far capire quanto il giornalismo superficiale e scandalistico sia sempre in cerca di facili verdetti e notizie da vendere alle masse, perchè se non si tratta di sentenze facili ed elementari le masse non capiscono, quindi non c'è "notiziabilità", quindi non c'è lo scoop giornalistico. Allo stesso modo di come va per la maggiore, perchè è più facile da fissare nell'immaginario collettivo per consuetudine ormai, che il ciclismo è lo sport dei dopati (mentre, chissà perchè, gli altri sport sarebbero puliti). Così, per sentenza, mica il giornalismo da copertina ha voglia di fare delle inchieste serie per capire i problemi dello sport, non venderebbero più giornali mettendosi a fare delle noiosissime disquisizioni sulla fisiologia dello sportivo, sugli sforzi che lo sport tutto impone, e a maggior ragione quello praticato ad altissimi livelli. Nè tantomeno si permettono di mettere in dubbio le prestazioni da superman che Cannavaro metteva in fila al campionato del mondo (e già che pure lui è stato filmato con una siringa nel braccio, cos'era acqua tonica?)...no, il sospetto e le accuse sono riservate ad una sola categoria di sportivi, e a quelli più popolari com'è il caso di Pantani. Così è, ed è un peccato che tra appassionati di ciclismo ci si divida, o meglio che ci siano delle provocazioni da parte dei sostenitori di singoli corridori, magari di un corridore come Armstrong, del quale io avrò sempre grandissimo rispetto per la sua storia umana e di sportivo tornato ad alti livelli, e che però ha condotto la sua carriera in maniera difforme rispetto alla natura di questo sport. Non è che in suo nome si possona fare prediche di alcun tipo, non scherziamo.


53.11 - 12/02/2007 alle 13:05

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] Admin ha un pò forzato, ma la metafora ci sta tutta, o meglio è un bell'esempio per far capire quanto il giornalismo superficiale e scandalistico sia sempre in cerca di facili verdetti e notizie da vendere alle masse, perchè se non si tratta di sentenze facili ed elementari le masse non capiscono, quindi non c'è "notiziabilità", quindi non c'è lo scoop giornalistico. Allo stesso modo di come va per la maggiore, perchè è più facile da fissare nell'immaginario collettivo per consuetudine ormai, che il ciclismo è lo sport dei dopati (mentre, chissà perchè, gli altri sport sarebbero puliti). Così, per sentenza, mica il giornalismo da copertina ha voglia di fare delle inchieste serie per capire i problemi dello sport, non venderebbero più giornali mettendosi a fare delle noiosissime disquisizioni sulla fisiologia dello sportivo, sugli sforzi che lo sport tutto impone, e a maggior ragione quello praticato ad altissimi livelli. Nè tantomeno si permettono di mettere in dubbio le prestazioni da superman che Cannavaro metteva in fila al campionato del mondo (e già che pure lui è stato filmato con una siringa nel braccio, cos'era acqua tonica?)...no, il sospetto e le accuse sono riservate ad una sola categoria di sportivi, e a quelli più popolari com'è il caso di Pantani. Così è, ed è un peccato che tra appassionati di ciclismo ci si divida, o meglio che ci siano delle provocazioni da parte dei sostenitori di singoli corridori, magari di un corridore come Armstrong, del quale io avrò sempre grandissimo rispetto per la sua storia umana e di sportivo tornato ad alti livelli, e che però ha condotto la sua carriera in maniera difforme rispetto alla natura di questo sport. Non è che in suo nome si possona fare prediche di alcun tipo, non scherziamo. [/quote] Ti quoto in tutto, tranne una cosa... Non sono i tifosi di ciclismo che si dividono, le provocazioni non vengono dai tifosi, ma semplicemente da pseudo giornalisti o vigliacchi addetti ai lavori che si nascondono appunto dietro un nik e dietro il finto tifoso da forum per lanciare immondizia ulteriore e pre mantenere lontano il sospetto che probabilmente, tutte le falsità gratuite dette in questi anni hanno contribuito alla deriva di Marco Pantani, si cerca di tenere lontano il sospetto, che una parte di colpa VERA ce l'hanno anche questi signori che negli hanni hanno sparato tante sentenze e tutte profondamente infondate. La paura è tanta a quanto pare, il pugno allo stomaco è stato sentito, e questo è un bel risultato. Chi può soffrire di questa" santificazione" che sta venendo fuori ultimamente del pirata? Solo chi si sente partecipe di quel linciaggio e teme che il tutto possa ritorcerglisi contro. Quindi tutto questo è semplicemente perfetto. Admin, non ti dirò mai abbastanza grazie per le tue risposte. In quanto alle puntualizzazioni sulle generalizzazioni......stenderei un velo.. al momento.


mont ventoux - 12/02/2007 alle 13:26

Lo spero anch'io che chi ha perseguitato Pantani da vivo stia rodendosi dentro adesso, e lo sarei ancora di più se davvero a fare quelle provocazioni dietro falsi nick fossero veri giornalisti. Vorrebbe dire ci troveremmo davanti a provocazioni del tutto gratuite, da parte di chi, in un momento in cui si sente che il vento sta cambiando e che la stessa fondazione Pantani si muoverà da adesso in poi per non lasciar passare accuse infamanti o ingiustificate, sente il bisogno di ribadire le proprie verità da 4 soldi. Che recano un danno non per che siano verità o bugie, ma perchè dette da tanti tromboni sui giornali o in TV, fanno passare idee sbaglate e false, del tipo appunto che Pantani fosse il mostro del doping o che addirittura fosse cocainomane pure quando vinceva in bici. La battaglia culturale verso il pubblico è fondamentale, bisogna nei limiti del possibile visto la differenza di forze a disposizione, denunciare e smascherare tutti i sapientoni e i tuttologi, giornalisti e non, che parlano per sentito dire e a seconda di come fa comodo.


simone89 - 12/02/2007 alle 16:25

mi sono riguardato il film di pantani....non so perchè ma mi ha fatto un effetto diverso dalla prima volta che l'ho visto.... mi ha lasciato una tristezza.... non avevo provato niente del genere per un film....


Jens Fiedler - 12/02/2007 alle 18:33

Admin:[quote]--...“Pantani si dopava? E stikazzi, chi l'ha mai messo in dubbio? Pantani si dopava, va bene, lo so, e allora? Vuoi continuare a farla passare come una cosa atroce? Non lo è, è una cosa come un'altra, è una cosa della vita.”...-- [/quote] se lo sai e lo sapete tutti perche si è detto che Travaglio diceva cose non vere e che era da querela? ha detto che era dopato cioe quel che sapete tutti, tutto giusto, perche ve la siete presa con il suo articolo? Admin:[quote]--...”Pantani si dopava come tutti prima e dopo di lui.”...-- [/quote] sarà pure ma il tuo ragionamento è uguale al ladro o all'evasore fiscale che, beccato con le mani nel sacco si giustifica con “tanto lo fanno tutti”... se ti prendono ti assumi le tue responsabilita e non vai a cercare complotti o persecuzioni che esistono solo nella tua testa e in quelle di chi ti da ascolto non sforzandosi di usare un minimo di ragione. bell' esempio di etica, bell'esempio per i giovani... - Admin:[quote]-...”E' come se ogni volta che qualcuno cita Socrate, da un angolino dell'aula qualcuno si alzasse a dire che era un pedofilo... “...--[/quote] quest' esempio scusa ma è veramente fuori luogo, mi stupisco come nessuno ti abbia fatto notare che è una sciocchezza! ma mi basta dirti che forse nell'antica Grecia la pedofilia non era reato mentre oggi il doping è punibile e non è giustificato dalla giustizia sportiva e da quella penale. - Admin:[quote]-...”Voglio dire, se un giornalista si affanna a dire che ha visto uno svedese biondo, e porta tutte le prove per affermare questa cosa, per confermarla, sta facendo il suo dovere? “...--[/quote] continui a fare esempi alquanto sciocchi, son sempre più meravigliato che nessun altro te lo faccia notare... Admin:[quote]--...Forse TU non ne sentivi la mancanza. TU consideri Pantani un personaggio negativo. Anche solo per il fatto di aver avvicinato al ciclismo una moltitudine di persone, dev'essere considerato un personaggio tutt'altro che negativo. ...--[/quote] un campione che viene trovato con valori fuori norma e che, conscio del fatto di esser campione e quindi intoccabile, grida al complotto , se la prende con la giustizia che lo perseguita,fa dichiarazioni che mancano di rispetto a suoi colleghi ed al ciclismo, che finisce drogato ossessionato dalle sue fantasie persecutorie etc..etc.. Questo è stato si un grande campione, ma una persona assolutamente negativa ed antisportiva! Come campione l' ho apprezzato tantissimo , ma come persona era negativa da vivo e non vedo come debba cambiare opinione e visione ora che è morto. Se poi si rimprovera di parlare a tal modo di un uomo morto, vi faccio notare che è da parte vostra che viene dipinto per quello che non era. Morris:[quote]--...”Ohh... non è certo il caso di JF, perché trattasi di reale soggetto con vocazione al gonfiaggio: da corridore nell'ipermegagalattica broccaggine e da "civile", per le "vitamine muscolari" delle palestre tanto presenti in certi lavori delle forze dell'ordine.... “... --[/quote] certe provocazioni normalmente mi farebbero sorridere , ma dato che provengono da un signore di una certa età (ho visto in rete una foto dell'utente Morris e non può avere meno di sessant'anni...) mi lasciano veramente perplesso... posso comunque consigliare al signor Morris di cominciare a frequentare una palestra ed ad iniziare una dieta equilibrata,vista la sua pessima forma fisica. certi benefici dall'attività fisica si possono avere a qualsiasi età. parlando del film ho gia detto che non se ne sentiva proprio la necessita, e ora leggo con orrore che la concorrenza vorrebbe farne un'altra versione... comunque oltre agli evidenti limiti qualcosa di positivo il film l'ha mostrato, Pantani diventa mentalmente instabile dopo madonna di campiglio e vede i fantasmi di una persecuzione .. avendo perso la ragione si affida all'illogico e velocemente si autodistrugge facendo uso di droghe. Oltre all'importanza di grande campione credo che ci si sarebbe dovuti concentrare molto di più su quest'aspetto della perdita della ragione, che è stata la causa della triste fine di Marco . Ho sentito Cassani dire che il film potrà essere da lezione sui danni della droga, sui danni della cocaina che uccide. Oltre a questo belle le scene di Pantani da giovane, con l'attore davvero somigliante , spesso ridicoli i dialoghi e prestazioni recitative di basso livello . inoltre la parrucca che ha Ravello quando va dalla parrucchiera sembra la buccia di una banana... Per il finale non ho proprio capito il senso della scena dei bambini, avrei messo qualche immagine delle corse di oggi con i tifosi che continuano a esibire e scandire il suo nome tenendo vivo il suo ricordo di grande campione.


Monsieur 40% - 12/02/2007 alle 18:51

Jens, ti è così difficile capire che devi ridurre le dimensioni ed il peso delle foto nella tua firma, ché così occupi troppa banda? Orsù, eppure siamo stati diretti.


Jens Fiedler - 12/02/2007 alle 18:54

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Jens, ti è così difficile capire che devi ridurre le dimensioni ed il peso delle foto nella tua firma, ché così occupi troppa banda? Orsù, eppure siamo stati diretti. [/quote] ok scusa, ora provvedo...


Frank VDB - 12/02/2007 alle 19:12

Signor Jens Fiedler, ma lei fa ricerche in rete sugli utenti di questo forum? Liberissimo, ma mi sembra un pò uno di quei guardoni dal buco della serratura.... un annetto fa ne passò uno simile a lei, tale Prebois, che fece altrettanto con un altro utente... Tra l'altro, cosa c'entra la forma fisica di Morris con le sue opinioni? Al di là di ciò, mi spiega cosa ha a che fare la foto di Armstrong con uno che come lei si dichiara per lo sport e la sportività? L'Armstrong del Tour 2004 è stato sportivo quando andò a riprendere Simeoni e lo minacciò? Armstrong è un esempio di pulizia, nel senso del doping? Ah sì, ha ragione non l'hanno mai beccato positivo. Beh, ma neanche Pantani! A Campiglio fu fermato a tutela della sua salute. Non perchè fu trovato positivo a qualcosa. Io sono uno che a Pantani di sconti ne ha fatti e ne continua a fare pochi, le sue colpe sono solo le sue. Ma certi accanimenti mi disgustano. Soprattutto quando sono compiuti ai danni di chi non si può difendere... Intanto i campionissimi del mondo del pallone, quelli che se la ridevano con le flebo nel braccio davanti alla telecamera sono stati ricevuti in pompa magna in tutte le sedi più prestigiose, conquistando le prime pagine di tutti i giornali, compresi quelli sempre pronti a fustigare il ciclismo sport di dopati... Comunque se vuole le consiglio un sito dove tutti quelli come lei trovano parole mielose per le loro orecchie...


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 19:15

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] Admin:[quote]--...“Pantani si dopava? E stikazzi, chi l'ha mai messo in dubbio? Pantani si dopava, va bene, lo so, e allora? Vuoi continuare a farla passare come una cosa atroce? Non lo è, è una cosa come un'altra, è una cosa della vita.”...-- [/quote] se lo sai e lo sapete tutti perche si è detto che Travaglio diceva cose non vere e che era da querela? ha detto che era dopato cioe quel che sapete tutti, tutto giusto, perche ve la siete presa con il suo articolo? Admin:[quote]--...”Pantani si dopava come tutti prima e dopo di lui.”...-- [/quote] sarà pure ma il tuo ragionamento è uguale al ladro o all'evasore fiscale che, beccato con le mani nel sacco si giustifica con “tanto lo fanno tutti”... se ti prendono ti assumi le tue responsabilita e non vai a cercare complotti o persecuzioni che esistono solo nella tua testa e in quelle di chi ti da ascolto non sforzandosi di usare un minimo di ragione. bell' esempio di etica, bell'esempio per i giovani... - Admin:[quote]-...”E' come se ogni volta che qualcuno cita Socrate, da un angolino dell'aula qualcuno si alzasse a dire che era un pedofilo... “...--[/quote] quest' esempio scusa ma è veramente fuori luogo, mi stupisco come nessuno ti abbia fatto notare che è una sciocchezza! ma mi basta dirti che forse nell'antica Grecia la pedofilia non era reato mentre oggi il doping è punibile e non è giustificato dalla giustizia sportiva e da quella penale. - Admin:[quote]-...”Voglio dire, se un giornalista si affanna a dire che ha visto uno svedese biondo, e porta tutte le prove per affermare questa cosa, per confermarla, sta facendo il suo dovere? “...--[/quote] continui a fare esempi alquanto sciocchi, son sempre più meravigliato che nessun altro te lo faccia notare... Admin:[quote]--...Forse TU non ne sentivi la mancanza. TU consideri Pantani un personaggio negativo. Anche solo per il fatto di aver avvicinato al ciclismo una moltitudine di persone, dev'essere considerato un personaggio tutt'altro che negativo. ...--[/quote] un campione che viene trovato con valori fuori norma e che, conscio del fatto di esser campione e quindi intoccabile, grida al complotto , se la prende con la giustizia che lo perseguita,fa dichiarazioni che mancano di rispetto a suoi colleghi ed al ciclismo, che finisce drogato ossessionato dalle sue fantasie persecutorie etc..etc.. Questo è stato si un grande campione, ma una persona assolutamente negativa ed antisportiva! Come campione l' ho apprezzato tantissimo , ma come persona era negativa da vivo e non vedo come debba cambiare opinione e visione ora che è morto. Se poi si rimprovera di parlare a tal modo di un uomo morto, vi faccio notare che è da parte vostra che viene dipinto per quello che non era. Morris:[quote]--...”Ohh... non è certo il caso di JF, perché trattasi di reale soggetto con vocazione al gonfiaggio: da corridore nell'ipermegagalattica broccaggine e da "civile", per le "vitamine muscolari" delle palestre tanto presenti in certi lavori delle forze dell'ordine.... “... --[/quote] certe provocazioni normalmente mi farebbero sorridere , ma dato che provengono da un signore di una certa età (ho visto in rete una foto dell'utente Morris e non può avere meno di sessant'anni...) mi lasciano veramente perplesso... posso comunque consigliare al signor Morris di cominciare a frequentare una palestra ed ad iniziare una dieta equilibrata,vista la sua pessima forma fisica. certi benefici dall'attività fisica si possono avere a qualsiasi età. parlando del film ho gia detto che non se ne sentiva proprio la necessita, e ora leggo con orrore che la concorrenza vorrebbe farne un'altra versione... comunque oltre agli evidenti limiti qualcosa di positivo il film l'ha mostrato, Pantani diventa mentalmente instabile dopo madonna di campiglio e vede i fantasmi di una persecuzione .. avendo perso la ragione si affida all'illogico e velocemente si autodistrugge facendo uso di droghe. Oltre all'importanza di grande campione credo che ci si sarebbe dovuti concentrare molto di più su quest'aspetto della perdita della ragione, che è stata la causa della triste fine di Marco . Ho sentito Cassani dire che il film potrà essere da lezione sui danni della droga, sui danni della cocaina che uccide. Oltre a questo belle le scene di Pantani da giovane, con l'attore davvero somigliante , spesso ridicoli i dialoghi e prestazioni recitative di basso livello . inoltre la parrucca che ha Ravello quando va dalla parrucchiera sembra la buccia di una banana... Per il finale non ho proprio capito il senso della scena dei bambini, avrei messo qualche immagine delle corse di oggi con i tifosi che continuano a esibire e scandire il suo nome tenendo vivo il suo ricordo di grande campione. [/quote] Certe affermazioni mi danno il VO VO VOMITO Esprimendomi in modalità FiloBoccacciana: JF quando avrai la conferma che Pantani era un dopato antisportivo,che cosa avrai ottenuto?Ti sentirai realizzato?Andrai in giro per le strade a vantarti che avevi ragione tu?


alfioboss - 12/02/2007 alle 19:19

scusa una domanda! ma quello ritratto nella foto e' il tuo idolo o peggio e uno a cui ti ispiri??????????????????? mamma mia che coraggio a dire tutte quelle caz.......... che dici su pantani!:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO:OIO


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 19:21

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Jens, ti è così difficile capire che devi ridurre le dimensioni ed il peso delle foto nella tua firma, ché così occupi troppa banda? Orsù, eppure siamo stati diretti. [/quote] Anche io la ho bella grande...che faccio devo ridurla anche io?;)


Jens Fiedler - 12/02/2007 alle 19:26

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Signor Jens Fiedler, ma lei fa ricerche in rete sugli utenti di questo forum? Liberissimo, ma mi sembra un pò uno di quei guardoni dal buco della serratura.... un annetto fa ne passò uno simile a lei, tale Prebois, che fece altrettanto con un altro utente... Tra l'altro, cosa c'entra la forma fisica di Morris con le sue opinioni? Al di là di ciò, mi spiega cosa ha a che fare la foto di Armstrong con uno che come lei si dichiara per lo sport e la sportività? L'Armstrong del Tour 2004 è stato sportivo quando andò a riprendere Simeoni e lo minacciò? Armstrong è un esempio di pulizia, nel senso del doping? Ah sì, ha ragione non l'hanno mai beccato positivo. Beh, ma neanche Pantani! A Campiglio fu fermato a tutela della sua salute. Non perchè fu trovato positivo a qualcosa. Io sono uno che a Pantani di sconti ne ha fatti e ne continua a fare pochi, le sue colpe sono solo le sue. Ma certi accanimenti mi disgustano. Soprattutto quando sono compiuti ai danni di chi non si può difendere... Intanto i campionissimi del mondo del pallone, quelli che se la ridevano con le flebo nel braccio davanti alla telecamera sono stati ricevuti in pompa magna in tutte le sedi più prestigiose, conquistando le prime pagine di tutti i giornali, compresi quelli sempre pronti a fustigare il ciclismo sport di dopati... Comunque se vuole le consiglio un sito dove tutti quelli come lei trovano parole mielose per le loro orecchie... [/quote] ma quale guardone, vorrei non averla mai vista quella foto:o riguardo Lance Armstrong non solo è uno dei più grandi atleti della storia dello sport, ma uno dei più grandi uomini del nostro tempo , e vedrete in futuro... l'ematocrito fuori norma di Pantani vale più di mille positività classiche... a parte questo non ho mai condannato Pantani per i suoi problemi con il doping, ma per il modo in cui si è comportato a seguito del famoso stop e per la gestione della sua difesa, suggerito male da amicizie che l'hanno fuorviato data la sua personalita poco razionale e suggestionabile. se vai a risentire tante sue dichiarazioni e comportamenti la zappa addosso al ciclismo oltre che a se stesso l'ha data proprio Marco Pantani.


Bitossi - 12/02/2007 alle 19:30

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Pantani si dopava, va bene, ora che lo abbiamo dato per assodato, la smettete per favore di ricordarlo sempre? E' come se ogni volta che qualcuno cita Socrate, da un angolino dell'aula qualcuno si alzasse a dire che era un pedofilo... Come, uno dei padri del pensiero di tutti i tempi... Ma sì, era un pedofilo, andava coi ragazzini, te lo dico io, l'ha scritto anche Capodacqua... Sì, ma Capodacqua si deve ricordare che all'epoca la pedofilia era normale, e non era vissuta come una cosa esecranda, anzi. Anche Platone, anche Aristotele, anche Diogene indulgevano coi ragazzini... E pensare che li studiamo a scuola, ma che schifo!... O no? Se una cosa terribile come la pedofilia è irrilevante nella carriera di Socrate, non vedo perché debba essere rilevante il doping nella carriera di Pantani.[/quote] Admin, sono con te al 99%, sono convinto anch'io che Pantani fosse un fuoriclasse che avrebbe vinto in qualsiasi situazione "paritaria", che se ha commesso qualcosa (e sottolineo il “se”), è stato in un certo senso "costretto" a farlo... sono pure convinto che nei suoi confronti ci sia stato un accanimento giuridico e mediatico (anche se non credo ad un complotto ordito da un “grande vecchio”)… ma c'è un "ma"... Se vogliamo usare i tuoi stessi esempi, non è necessario ricordare che Socrate fosse un pedofilo, perché appunto la pedofilia non era perseguita e vietata (o meglio, non era percepita come problema). Socrate fu messo a morte per "reati di opinione" e per cavilli giuridici (l'alternativa alla pena di morte sarebbe stata una multa irrisoria, e i giurati chiesero la pena massima, convinti che Socrate si sarebbe sottratto ad essa con l’esilio…) e non per la supposta o reale pedofilia. Non avendo compiuto nessun reato per la morale sua contemporanea, la sua immagine è giunta a noi “pulita”, e cioè unicamente come quella del martire in nome della libertà di pensiero… Diverso sarebbe stato se avesse disubbidito ad una norma valida allora come oggi. Invece, e faccio notare questa contraddizione solo per spirito critico e (spero) per contribuire costruttivamente ad un dibattito, fare uso di doping [i]sarebbe[/i] vietato, ed è punito dalla giustizia sportiva e da quella ordinaria, oltre che, a volte ipocritamente, stigmatizzato dalla pubblica opinione. Disgraziatamente, spesso l’accertamento di tale uso è affidato a pratiche “induttive”, che non provano niente ma che obbediscono comunque a regole “quantitative” (l’ematocrito, ecc.) Ora, ammesso e non concesso che negli anni ’90 [b]tutti[/b] o quasi facessero uso di pratiche illecite, rimane aperto il problema delle regole violate da molti, per necessità o furbizia, e del che fare quando una di queste pratiche viene alla luce, sia pure con gli strumenti rudimentali di cui sopra… Passatemi questo esempio: vicino a casa mia c'è un attraversamento vietato alle auto, che permette di raggiungere il casello dell'autostrada direttamente, invece di fare un lungo giro. Centinaia di automobilisti, soprattutto alla mattina presto, commettono questa infrazione (confesso, qualche volta l'ho fatto anch'io...). Bene, quando si viene pizzicati dai Carabinieri o dalla Polizia, viene istintivo giustificarsi con "Ma fanno tutti così...", salvo poi beccarsi la multa e stare zitti. Al massimo, a posteriori, si può scrivere al sindaco o all'autorità competente per chiedere di risolvere il problema... Ecco, mi sembra che le vie percorribili quando si viene accusati e implicati in una situazione dove “Così fan tutti” siano principalmente tre: o cercare di “sollevare un dibattito” che contribuisca a cambiare le regole del gioco, o pagare e proseguire, o continuare a negare gli addebiti… Un po’ ingenuamente, dopo Madonna di Campiglio mi chiedevo: “ma perché, se è vero quel che si dice, non si approfitta di questo avvenimento, Pantani per primo, per mettere i panni in piazza e ripartire da capo?” Già, invece poi ho capito che per giocare questa carta rischiosa bisogna essere sicuri che sia il momento giusto, che si venga supportati da altri nelle stesse condizioni, che si abbiano davanti gli interlocutori adatti, e forse anche un’opinione pubblica preparata. Dobbiamo pure ricordare che, per chiedere di cambiare le regole del gioco, bisogna fare per primi delle ammissioni che in senso giuridico possono passare per “confessioni” e fare il gioco degli accusatori. Chissà che Marco, nella sua semplicità e “purezza”, non sia stato schiacciato anche dal peso di questa ulteriore pesante contraddizione… Spero di aver espresso con chiarezza il mio pensiero (dove il dubbio comunque regna sovrano…), e se ho scritto delle cavolate, che qualcuno me le faccia tranquillamente notare…


Frank VDB - 12/02/2007 alle 19:31

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] ma quale guardone, vorrei non averla mai vista quella foto:o riguardo Lance Armstrong non solo è uno dei più grandi atleti della storia dello sport, ma uno dei più grandi uomini del nostro tempo , e vedrete in futuro...[/quote] Chissà che un mattino non ci svegliamo e sentiamo al tg che... [quote] a parte questo non ho mai condannato Pantani per i suoi problemi con il doping, [/quote] Cosa significa questa frase? Lei commina condanne? E' un giudice? O più plausibilmente - visto che non lo condanna per fatti penali - un opinionista? Dove possiamo leggere le sue opinioni-condanne? [quote] la zappa addosso al ciclismo oltre che a se stesso l'ha data proprio Marco Pantani. [/quote] Più che altro l'hanno data i poteri forti ai quali il ciclismo sottraeva audience e praticanti, proprio grazie a persone come Pantani. E a sostegno di quei poteri forti c'era e c'è ancora la solita stampa supina e profumatamente pagata.


Monsieur 40% - 12/02/2007 alle 19:35

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] riguardo Lance Armstrong non solo è uno dei più grandi atleti della storia dello sport, ma uno dei più grandi uomini del nostro tempo , e vedrete in futuro... l'ematocrito fuori norma di Pantani vale più di mille positività classiche...[/quote] L'esaltazione di un mito "positivo" ai danni di quello "negativo" m'ha sempre dato il voltastomaco. Jens, nessuno ti vieta di venerare Armstrong, ma evita di vomitare il tuo risentimento su Pantani in un thread commemorativo. Conosci il limite della decenza, no? [quote][riferito a Pantani, ndr]data la sua personalita poco razionale e suggestionabile.[/quote] No, evidentemente non lo conosci. Finiscila qua, senza rispondere confutando le teorie minuziosamente esposte con le tue sentenze tranchant e affatto argomentate. Risparmiaci. Ci guadagniamo tutti.


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 19:37

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] a parte questo non ho mai condannato Pantani per i suoi problemi con il doping, [/quote] Come scusa?Puoi ripetere? la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario fa ridere i polli, ed è anche vero che non se ne sentiva veramente la mancanza di una fiction su di un personaggio tanto negativo, revisionato martire... la scena finale con i bambini è veramente il massimo del patetico. E chi l'ha scritto questo scusa?E quest'altro? questa dimostra che l'affermazione di Travaglio di "ciclista dopato" riferita a Pantani è vera, dato oggettivo,PUNTO!non provateci a querelarlo, chiunque ci ha provato ha perso... la storia complotto accanimento la vedete solo voi, e non avete la minima argomentazione, se non le vostre fantasticherie che sono solo aria fritta e che fanno ridere veramente i polli Lo ripeti un ultima volta?Forse non intendo bene quello che vuoi dire... :boh:


Jens Fiedler - 12/02/2007 alle 19:39

[quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] Certe affermazioni mi danno il VO VO VOMITO Esprimendomi in modalità FiloBoccacciana: JF quando avrai la conferma che Pantani era un dopato antisportivo,che cosa avrai ottenuto?Ti sentirai realizzato?Andrai in giro per le strade a vantarti che avevi ragione tu? [/quote] Guarda che la polemica è nata dalle dichiarazioni di qualcuno che ha detto che Travaglio mentiva nel definire Pantani dopato, ho detto che stimo Pantani come atleta, ma non come persona, a prescindere dal doping... Anche Jens Fiedler ha avuto problemi con il doping ed anche Merkxs, ma non per questo non li stimo....


Monsieur 40% - 12/02/2007 alle 19:40

I battibecchi tra utenti esterni all'oggetto del thread non ci interessano. Non li scrivete, ché ve li cancelliamo. Perdiamo tempo tutti.


Frank VDB - 12/02/2007 alle 19:43

L'utente che ha tirato in ballo Travaglio sono io. E non ho detto che ha detto il falso. Ho detto che si è lasciato andare a giudizi superficiali e da bar sport senza avere una minima conoscenza del mondo del ciclismo e del clima che si respirava in quegli anni attorno allo sport italiano... Se lo vada a rileggere, anzichè modificare il senso dei discorsi.


omar - 12/02/2007 alle 19:44

Mi fa piacere che venga cancellato il mio post e quello di altri utenti tipo alfioboss no, bel diritto di parola!!


Monsieur 40% - 12/02/2007 alle 19:49

[quote][i]Originariamente inviato da omar [/i] Mi fa piacere che venga cancellato il mio post e quello di altri utenti tipo alfioboss no, bel diritto di parola!! [/quote] Il post di Alfioboss è ritenuto inerente, il tuo (e anche quello di Frank VDB cancellato) no. Tutto ciò che non è chiaro, si chiede in "Domande per i moderatori".


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 19:50

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] [quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] Certe affermazioni mi danno il VO VO VOMITO Esprimendomi in modalità FiloBoccacciana: JF quando avrai la conferma che Pantani era un dopato antisportivo,che cosa avrai ottenuto?Ti sentirai realizzato?Andrai in giro per le strade a vantarti che avevi ragione tu? [/quote] Guarda che la polemica è nata dalle dichiarazioni di qualcuno che ha detto che Travaglio mentiva nel definire Pantani dopato, ho detto che stimo Pantani come atleta, ma non come persona, a prescindere dal doping... Anche Jens Fiedler ha avuto problemi con il doping ed anche Merkxs, ma non per questo non li stimo.... [/quote] Ma Travaglio che ne sa se Pantani era dopato?Che ne sai tu?Che ne sanno tutti gli altri?Tutti i ciclisti sono dopati?Questo volete dire? Perchè dobbiamo ricadere in generalizzazioni idiote?Perchè? Io sono uno studente di 17 anni e gli ultimi fatti di cronaca rivolti ai miei coetanei hanno avuto un bruttissimo effetto sull'opinione pubblica tanto da sentirmi dire in giro da persone adulte che siccome sono ragazzino faccio parte dei soliti teppistelli maleducati solo perchè ho detto ''Ma vai a cag.are'' a un mio amico in pullman!!!:OIO:OIO.Io non sono un vandalo che stupra ragazzine,picchia bambini o handiccapati o lancia sassi alla polizia.Secondo voi è bello essere coinvolti in queste stupide generalizzazioni?E ora pensate a Marco.Se veramente non si dopava che effetto gli faceva sentire dire in giro che era un ladro,dopato,antisportivo e chi più ne ha più ne metta? E adesso voi vi sentite in grado di dire che tutti i ciclisti si dopano? E pensiamoci su un pò


Jens Fiedler - 12/02/2007 alle 19:54

[quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] a parte questo non ho mai condannato Pantani per i suoi problemi con il doping, [/quote] Come scusa?Puoi ripetere? la storia del complotto e dell'accanimento giudiziario fa ridere i polli, ed è anche vero che non se ne sentiva veramente la mancanza di una fiction su di un personaggio tanto negativo, revisionato martire... la scena finale con i bambini è veramente il massimo del patetico. E chi l'ha scritto questo scusa?E quest'altro? questa dimostra che l'affermazione di Travaglio di "ciclista dopato" riferita a Pantani è vera, dato oggettivo,PUNTO!non provateci a querelarlo, chiunque ci ha provato ha perso... la storia complotto accanimento la vedete solo voi, e non avete la minima argomentazione, se non le vostre fantasticherie che sono solo aria fritta e che fanno ridere veramente i polli Lo ripeti un ultima volta?Forse non intendo bene quello che vuoi dire... :boh: [/quote] infatti ho solo detto che tale dichiarazione è vera, come avete fatto in seguito anche voi.. ma che polemiche mi tiri fuori? se Mounsier 40% vuoi che eviti di postare ti faccio notare che le mie argomentazioni sono assolutamente logiche, mentre le storie del complotto ardito da stampa e poteri forti è dir poco ridicola ,come l'esistenza dei dischi volanti... rendetevene conto, è cio che emerge dal film oltretutto... ripeto che non sono io a parlar male di Pantani, siete voi che lo dipingete per quello che non era. ah dimenticavo, l'attore migliore nel film secondo me era Mario Traversoni, l'avete riconosciuto?non è cambiato per niente...


omar - 12/02/2007 alle 20:01

[quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] Ma Travaglio che ne sa se Pantani era dopato?Che ne sai tu?Che ne sanno tutti gli altri?Tutti i ciclisti sono dopati?Questo volete dire? Perchè dobbiamo ricadere in generalizzazioni idiote?Perchè?[/quote] Tutti i ciclisti sono dopati? no ma un buon 90% si non va a pane ed acqua . Pantani si dopava? puo darsi anzi quasi sicuramente lo faceva come disse lui "faccio quello che fanno gli altri " frase citata pure nel film. Armstrn si dopava?sicuramente si ma come molti dicono che Pantani non si dopava come fanno a dore che Armstrong si dopava? Nel film hanno fatto capire che Pantani si dopava e secondo il mio punto di vista in un film sulla sua storia certe frasi le avrei pure evitate.


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 20:01

Io infatti non ho detto che è stato un complotto!Spero di no altrimenti ci sarebbe da sotterarsi vivi. Le affermazioni che hai fatto tu JF (Pantani era dopato,antisportivo ecc..)non esistono nè in cielo nè in terra.MA CHE NE SAI TU? Ma chi sei il padreterno?Hai la sfera di cristallo? Pantani è stato mangiato vivo dalle continue accuse che gli facevano giornali,persone che non lo conoscevano ecc.. Come passava gli urlavano DOPATO LADRO!!Ma chi è quell'essere umano a cui non gli scende almeno una lacrima?Sei tu?


Reggio Emilia - 12/02/2007 alle 20:01

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] a parte questo non ho mai condannato Pantani per i suoi problemi con il doping, ma per il modo in cui si è comportato a seguito del famoso stop e per la gestione della sua difesa, suggerito male da amicizie che l'hanno fuorviato data la sua personalita poco razionale e suggestionabile. se vai a risentire tante sue dichiarazioni e comportamenti la zappa addosso al ciclismo oltre che a se stesso l'ha data proprio Marco Pantani. [/quote] beh, ma non ho capito: tu butti merda su Pantani perchè non si è difeso bene e perchè nella sua discesa all'inferno ci ha pure rimesso la vita? Ma sei sicuro di non aver bevuto troppa [b]grappa[/b] ?


Monsieur 40% - 12/02/2007 alle 20:02

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] se Mounsier 40% vuoi che eviti di postare ti faccio notare che le mie argomentazioni sono assolutamente logiche, mentre le storie del complotto ardito da stampa e poteri forti è dir poco ridicola ,come l'esistenza dei dischi volanti... rendetevene conto, è cio che emerge dal film oltretutto...[/quote] Io non voglio assolutamente che eviti di postare, ma voglio che eviti il "io sono logico e voi ridicoli". Non è la prima volta che lo fai, e di sicuro - visto che ti ripeti - non sarà l'ultima. Abbiamo capito. La storia del complotto ti fa ridere (ti accomuni ad un pollo, tra l'altro). Ok, basta. Grazie del contributo. P.S.: Se basi le tue verità sulle sceneggiature dei film, buona fortuna.


DeEjAy_FlAtBeAt - 12/02/2007 alle 20:05

[quote][i]Originariamente inviato da omar [/i] Pantani si dopava? puo darsi anzi quasi sicuramente lo faceva come disse lui "faccio quello che fanno gli altri " frase citata pure nel film. [/quote] Buah se mi chiedessero se sono immortale e rispondo <> Voi mi credete?:nonono:


Morris - 12/02/2007 alle 20:08

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] Morris:[quote]--...”Ohh... non è certo il caso di JF, perché trattasi di reale soggetto con vocazione al gonfiaggio: da corridore nell'ipermegagalattica broccaggine e da "civile", per le "vitamine muscolari" delle palestre tanto presenti in certi lavori delle forze dell'ordine.... “... --[/quote] certe provocazioni normalmente mi farebbero sorridere , ma dato che provengono da un signore di una certa età (ho visto in rete una foto dell'utente Morris e non può avere meno di sessant'anni...) mi lasciano veramente perplesso... posso comunque consigliare al signor Morris di cominciare a frequentare una palestra ed ad iniziare una dieta equilibrata,vista la sua pessima forma fisica. certi benefici dall'attività fisica si possono avere a qualsiasi età. [/quote] Qui di provocatore c’è solo tal Jens Fiedler e non c’è bisogno di un elevato grado di intelligenza per capirlo, basta un pizzico di memoria. Se in questo luogo ci sono dei Polli (gli utenti) e degli Admin sciocchi, come continui a sostenere, leva il tuo fetore e vai a posare la tua sindrome muscolare sui siti a te idonei. Qui, sulle forme contrattili di tessuto biologico preferiamo far parlare chi le conosce tanto meglio di te. In quanto agli avatar, non far finta di esserti scordato, perché ti possono credere solo dei monarchi dell’ingenuità. Certo, ho sessantacinque anni, e proprio perché le primavere sono tante, ho fatto in tempo a vedere la tua velocità sulla bicicletta simile a quella di una stone nel curling, mentre oggi, posso ammirare il tuo vacuo tentativo di renderti qualcuno, scopiazzando qua e là. In quanto al mio peso, è ciò che voglio e se tu fossi stato, 35 chili fa, in grado di praticare con certe soddisfazioni diverse discipline di squadra ed individuali, oltre che prendersi cinture nere, forse ti chiederesti qualche altro perché. Ti basti sapere che, ingrassandomi, ho vissuto da vicino tanti, ma tanti atleti, ma nessuno era uno stone come te. Non giudicare il Pantani uomo, non è roba per te, pensa piuttosto a come farai ad allacciarti le scarpe, senza spaccare le camicie quando l’evoluzione di materia cervellare di cui ti stai cospargendo, sarà salita sul terzo step. Con gente come te il luogo diventa irrespirabile, ed è probabilmente anche per questi motivi che taluni evitano di partecipare. Vai a cuccia da Capodacqua, ed impara a scrivere Merckx come si deve, sapientone delle frittelle di carnevale.


omar - 12/02/2007 alle 20:08

[quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] Buah se mi chiedessero se sono immortale e rispondo <> Voi mi credete?:nonono: [/quote] Non capisco il senso della tua affermazione, puoi essere piu chiaro?


nino58 - 12/02/2007 alle 21:51

W Pantani M Armstrong ( M vuol dire abbasso, per evitare fraintendimenti ) Tifo (para)calcistico ? Fate vobis.


nino58 - 12/02/2007 alle 21:55

Aggiungo: " Un particolare ringraziamento ai gestori del forum per non aver inserito Armstrong tra i nominativi dei corridori abbinati al numero di post inviati dagli utenti ".


omar - 12/02/2007 alle 21:58

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] W Pantani M Armstrong ( M vuol dire abbasso, per evitare fraintendimenti ) Tifo (para)calcistico ? Fate vobis. [/quote] Caro Nino penso che sia un'affermazione fuori luogo questa. P.S qualcuno in un post disse che quando si parla di Pantani viene fuori sempre il nome di Armstrong, vedo che sono i tifosi del Panta che lo mettono sempre in mezzo e non i tifosi di Armstrong come me.


nino58 - 12/02/2007 alle 22:02

Non ce lo ha messo il pistard per primo ?


omar - 12/02/2007 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Non ce lo ha messo il pistard per primo ? [/quote] Chi è il pistard? Fidler? Lui si riferiva alle dichiarazioni del giornalista, leggi i post precedenti.


Donchisciotte - 13/02/2007 alle 01:26

Certo, esistono gli svedesi con i capelli neri e gli italiani con i capelli biondi, ma non stanno fra gli sportivi professionisti. Ieri sera una persona mi scriveva che stanno in tanti, ma proprio tanti sul motoscafo e non sullo zatterone, mi sa che non ha torto.


nino58 - 13/02/2007 alle 08:41

Suvvia Omar, mi sembra che Fiedler non necessiti di supporters.


Jens Fiedler - 13/02/2007 alle 08:43

Rispondo brevemente agli insulti dell'utente Morris, spero non mi venga cancellato il post perche o.t. visto che il suo non lo è stato ,vi assicuro che questo è l'ultimo post del thread. morris: [quote]In quanto agli avatar, non far finta di esserti scordato, perché ti possono credere solo dei monarchi dell’ingenuità. [/quote] Ma chi vuole scordarsi di che? gli avatar li ho levati perche davano fastidio a tanti, pensa non voglia che si sappia che faccio body building e mi vergogni? O forse crede che non ho replicato agli insulti dell'ultima volta impressionato dalle sue frasi dette in rima? No, ho replicato ma il post fu cancellato, e non intervengo più nei suoi ridicoli sproloqui sul doping sullo sci e il resto scritto in rima perche ho capito che non ne val la pena di replicare alla sua cocciuta ignoranza arrogante. [quote] In quanto al mio peso, è ciò che voglio [/quote] che frase saggia, è come se un fumatore che si becca il cancro ai polmoni dicesse che è stata una sua scelta consapevole.... Qua si qualifica veramente per quello che lei è, non mi stupirei se fosse anche fumatore, non rispettando gli altri non rispetta nemmeno se stesso , oltre ad auto umiliarsi ogni volta con i suoi post in rima ,con ruote a raggi su cravatte intonate con la faccia di Mefisto sovrappeso... [quote]ed impara a scrivere Merckx come si deve[/quote] possibile che scenda a questi insulti da asilo? ha sessantacinque anni! per il resto dei suoi insulti pietosi in rima dove cerca addirittura di far creder di avermi visto di persona, fa i soliti riferimenti da ubriacone con concetti letti sulla gazzetta dello sport sul doping nelle palestre etc.. la informo che mi lascian del tutto impassibile, avendo una concezione dello sport contraria alla sua .Insulti fatti poi da uno che dice certe cose su un uomo come Lance Armstrong e dice di voler essere obeso, son prese da me quasi come vanto... Non pensi, quando non replichero alle sue caterve di insulti in rima o ai tanti discorsi vari sul doping colmi di luoghi comuni e di insensatezze senili, che sia condizionato e impressionato da lei, semplicemente le sono superiore e non spreco energie nervose con chi è negativo e non merita la minima considerazione. per quanto riguarda il forum non esporro più nessun pensiero su Pantani o sul doping. lasciate per favore questo post in risposta al nonnino sumo, non ho replicato ai suoi insulti che volevano esser offensivi, mi scuso per l'o.t. sarà l'ultima ok?


omar - 13/02/2007 alle 09:08

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Suvvia Omar, mi sembra che Fiedler non necessiti di supporters. [/quote] Ormai hai letto un trhead che non ha piu senso in quanto sono stati eliminati dei post! Poi ognuno dice la sua e a me sembra che si è attacato Jens che ha scritto solo che secondo lui Travaglio non ha tutti i torti. Tutto è nato dalla dichiarazione su Travaglio che alcuniutenti non hanno aprezzato. Se alcuni la pensano come Travaglio non vedo perchè debba succedere il finimondo, mica io quando si scrivono cazzate su Armstrong faccio succedere il finimondo.


Monsieur 40% - 13/02/2007 alle 13:17

Lo chiudiamo per un po' per ristabilire l'ordine. Niente di definitivo, riapriamo il prima possibile.


Admin - 13/02/2007 alle 15:33

Riapriamo il thread, ma per piacere basta polemiche stucchevoli. Per rientrare in argomento, vi dico che stanotte ho sognato che la fiction di Canale5 sarà molto più realistica di quella della Rai. Proprio vero, i sogni son desideri... Il problema è che non si avverano... :boh:


Stella alpina - 13/02/2007 alle 15:38

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Riapriamo il thread, ma per piacere basta polemiche stucchevoli. Per rientrare in argomento, vi dico che stanotte ho sognato che la fiction di Canale5 sarà molto più realistica di quella della Rai. Proprio vero, i sogni son desideri... Il problema è che non si avverano... :boh: [/quote] Ma come può una fiction essere realistica? ho trovato questa definizione per fiction "sono film "di fiction" quelli basati su vicende o personaggi di fantasia o in cui comunque la realtà viene ricostruita molto liberamente." .... Quindi se vogliamo qualcosa di reale guardiamo i filmati o i documentari e guardiamo la fiction sapendo che è solo una "ricostruzione" della realtà!


Morris - 13/02/2007 alle 23:05

[b]IL CERVELLO, PUO ESSERE GROSSO COME UNA LENTICCHIA. Confusa filastrocca o denominatore, di una sensazione fastidiosa, materializzata in un muscolo-legume del cranio. [/b] [quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] Rispondo brevemente agli insulti dell'utente Morris, spero non mi venga cancellato il post perche o.t. visto che il suo non lo è stato ,vi assicuro che questo è l'ultimo post del thread. [/quote] Comprendo lo sfogo dell’uomo che cura le forme contrattili di tessuto biologico, convinto che possano sostituirsi al suo cervello grande come una lenticchia: in fondo si tratta di un avamposto neanderthaliano nel terzo millennio. Mi sono doverose però, alcune precisazioni non percepite dall’impulso sui tessuti nel soggetto Jens Fiedler. E qui esimio signor JF, passo all’elenco: 1) Gli avatar e le firme rappresentano un messaggio, sempre. Mi sono permesso, benevolmente, di giudicare i suoi distinguo, come una provocazione, voluta fortemente. Non l’avessi fatto, la mia considerazione del contenuto del suo cranio limitato ad una lebnticchia, dal soggettivo, sarebbe passata, realmente, all’oggettivo. La sua risposta circa il correttivo, indipendentemente dalla considerazione che il sottoscritto nutre verso i culturisti, lascia, o meglio paventa, una motivazione non sopraggiunta per il rispetto verso gli altri, bensì nella sua autoctona paura di essere bannato, costringendola così a cambiare nick, rendendole impossibile il copione che si è dato per il luogo. Oddio, una sua bannazione, sarebbe a mio parere salutare per Cicloweb, ma la mia opinione, non conta un fico secco, ed è giusto così. 2) Certo, oltre all’obeso, sono pure fumatore, ma sono consapevole del mio status. Non so se mettere su muscoli, attraverso l’aiuto di vitamine che in realtà sono qualcosa d’altro, sia una via tanto migliore verso il prossimo, o sufficiente per prenderla come un manifestazione di retta via, o di peccato minore. E poi, per quanto mi riguarda, non sono religioso e della mia vita faccio quel che voglio. Tanto meno ne devo rendere conto ai cervelli dallo spessore di lenticchia. 3) Ad uno che viene qua e si distingue, da subito, come perfetto esempio di saccente, che giudica pesantemente ogni interlocutore avverso (basta leggere i suoi ragli dall’inizio), che si permette di definire Polli la maggioranza degli utenti, Sciocco l’Admin, che va ad elargire consigli ad una utente che sta facendo dieta, proponendole di andare in palestra a fare pesi ed a curare i muscoli, vanno corrette anche le virgole. Trattasi di reazione naturale, di fronte al sopruso di un essere che dimentica il proprio universo di lenticchia, per prendersi il ruolo di cattedratico di Harward. Ed allora, fargli notare che Merckx, si scrive così, che su perché, replicherò ed esporrò, ci va l’accento, al salutare fastidio che gli si crea, può aggiungersi anche una lontana speranza di poteri taumaturgici. Per il suo bene, ovviamente. 4) Non ho mai scritto in rima. Quando questa è sopraggiunta, s’è trattato di casualità. Ma per l’uomo-lenticchia, questa considerazione è solo frutto dell’infelice status in cui si trova. 5) Non compro la Gazzetta dello Sport dal 7 giugno 1999 e la leggo solo nella ancor più penosa versione online, ma solo una lenticchia potrebbe confondere quello che so, come nato dall’informaGazza. 6) Non mi ubriaco da quando avevo 18 anni e posso passare per ubriacone solo in chi, a zampone e lenticchie, cioè a se stesso nell’immaginario figurato, preferisce aggiungere le vitamine di troppe palestre al posto del rosso. 7) Quegli stanzoni pieni di macchine o spazi con tetto li conosco, vi ho vissuto da atleta che faceva piangere sovente gli alti e grossi col cervello di lenticchia e li ho vissuti da dirigente. Ne avevo tredici da gestire contemporaneamente. Prenda il pallottoliere e faccia un conto sui metri quadri possibili. Ma da me non giravano vitamine, altrimenti avrei spaccato qualche faccia prima ancora di arrivare alla denuncia. 8) Nella vita si impara sempre, ma non quando si incontrano ammassi di forme contrattili di tessuto biologico e cervelli dallo spessore di lenticchia. Questi sono clown e come tali posson essere prodighi di risate e divertimento. Deduzione: anche le lenticchie servono all’uomo. 9) Non spetta a me urlare quello che so dello sport e quello che ho vinto. Di sicuro non ho niente da imparare dal faro lenticchia di un corpo da neanderthaliano. 10) Le sue generalità intuibili (cerchi di capire dove) e l’età dichiarata su queste pagine, collimano perfettamente con quelle di un iperbrocco che correva sui tondini e che ho visto in azione ( o meglio, al rallentatore). Ora, se si tratta di sola omonimia, non mi resta che scusarmi con quel tipo, che non ha colpa alcuna per il suo essere lumaca sulla bicicletta. Ma la colpa diverrebbe tale, se si trovasse aggiunta la tuttologia da lenticchia del forumista Jens Fiedler. Se, invece, il nick del velocista tedesco, fosse il clone di un bannato o di un provocatore di professione che odia Cicloweb e scambia il ciclismo e lo sport per il culturismo, bèh.…prima o poi lo si scoprirà. Le lenticchie sono piccole…..ma chi ha occhi, le vede. 11) Lance Armstrong si commenta da solo, basta possedere udito e vista. Le lenticchie sono vegetali e non possono capire. [b][i]12) Qui, sono stato per mesi uno che digeriva i sassi, buono: un buddista zen, come direbbe Donchi. Poi ho visto che le visite dei provocatori giungevano ben aldilà della legge dei grandi numeri, ed ho capito che in tanti volevano sfregiare il successo del sito. Anche degli illustri, coperti da nick, sono venuti qua per attaccare e rovinare il possibile. Due utenti sono stati presi di mira particolarmente, forse, anzi certamente, con l’intento di farli allontanare: Aranciata Bottecchia e il sottoscritto. E’ tutto a tiro di ricerca, basta avere pazienza. Per lungo tempo, l’amico Davide, grandissimo, ha risposto per le rime, difendendo se stesso ed il luogo. Chi scrive, spesso assente per motivi indipendenti da lui, s’è trovato a ricevere mail non certo gradevoli. Col tempo, ci si può stancare e corrodere. Davide, ha scelto di partecipare al minimo-minimo e la sua mancanza si sente enormemente. Il sottoscritto, con bronzine sempre più fuse, ha pensato di diradare alquanto le presenze, recitando un ruolo a zig zag per scoprire le fonti, magari togliendosi dei sassolini, fino a decidere di modificare completamente il rapporto col forum, ed i contenuti degli interventi. Sarà così a lungo o, forse, per sempre. Che poi mi incaz.zi di fronte alle corbellerie fa parte della mia natura, ed obeso o meno, so ancora scattare, sia sulla tastiera che nel reale. [/i] [/b] Il punto sopra, è destinato a chi ha avuto la pazienza di leggere, non certo al forumista JF, che era, è, e, probabilmente rimarrà, uno che circuisce il suo acume, sul diametro di una lenticchia. Saluti.


antonello64 - 13/02/2007 alle 23:14

[quote][i]Originariamente inviato da Stella alpina [/i] Ma come può una fiction essere realistica? ho trovato questa definizione per fiction "sono film "di fiction" quelli basati su vicende o personaggi di fantasia o in cui comunque la realtà viene ricostruita molto liberamente." .... Quindi se vogliamo qualcosa di reale guardiamo i filmati o i documentari e guardiamo la fiction sapendo che è solo una "ricostruzione" della realtà! [/quote] le fiction su personaggi reali sono destinate per forza di cose a non rispecchiare fedelmente la realtà. Per questo non mi piacciono e non le guardo (ho visto solo quella su Coppi e mi è bastata): preferirei che, invece di fare le fiction su Bartali o su Pantani, le facessero su personaggi di fantasia la cui storia è liberamente tratta dalle vicende di Coppi, Bartali o Pantani. Almeno li puoi fare come ti pare e sbizzarrirti con la fantasia. L'assurdo è che fanno una fiction su Coppi o Bartali, dove però non narrano la storia di Fausto o Gino, ma narrano una storia liberamente tratta dalla loro vita: ma se volete fare così, almeno cambiategli i nomi.


maglianera - 14/02/2007 alle 22:16

su Pantani si è detto tutto e il contrario di tutto. La mia opinione riassuntiva è che lui ha fatto diversi sbagli, ma li ha pagati tutti più cari del dovuto. Quello che proprio non riesco a digerire è il discorso, più o meno esplicito in qualcuno, “se Pantani s’è dopato è perché lo facevano tutti gli altri”. Se non è giusto accusare di ciò una persona senza prove, a maggior ragione è sbagliato accusare tutti indistintamente. Bisogna rendersi conto che dire così equivale a dire, ad esempio, “Rebellin si è dopato, Bartoli si è dopato, Tonkov si è dopato, Tafi si è dopato, Indurain si è dopato, Jalabert si è dopato, Guerini si è dopato Zabel si è dopato” e così via (ho tralasciato apposta altri nomi per cui invece esistono evidenze di altro tipo). Sarà anche vero per qualcuno di loro, o per molti, che sono riusciti a non farsi mai sorprendere né da ematocrito alto né da positività a sostanze, ma ce ne sarà almeno uno che ha corso “pulito”, o per senso più forte di lealtà, o per paura dei controlli, o perchè più controllato, o magari per paura di futuri danni alla salute? Se ce n’è anche solo uno, e statisticamente è molto probabile, non si può dire “tutti lo facevano”. "tutti" non è un'entità indefinita, ma in questo caso corrisponde ad alcune centinaia di professionisti. Rispettiamo di più i morti, ma rispettiamo di più anche i vivi.


nino58 - 14/02/2007 alle 22:39

Maglianera, tu pensi si sia dopato ? Forse ho capito male, però quando dici "..ha fatto molti sbagli, e li ha pagati più cari di tutti.." sembrerebbe che tu lo pensi. In base a quale elemento certo ? Gli stessi che possono valere per Indurain, Bartoli, Rebellin e gli altri citati, cioè NESSUN elemento certo; quindi, dico io,... se sospetto di lui posso sospettare di chiunque altro o di tutti gli altri. O no ?


maglianera - 14/02/2007 alle 22:59

su Pantani non esiste nessun elemento certo, ma esistono livelli d'ematocrito compatibili solo con stimolazioni artificiali o con livelli naturali più alti del normale, che però, se fossero naturali, sarebbero, credo, stati ampiamente sottolineati (come nei casi di Cioni e Wegelius, bloccati per ematocrito alto e poi scagionati da perizie mediche). Del resto lo stesso Pantani, quando ha detto di aver solo fatto quello che facevano gli altri, credo si riferiss a questo. Per i nomi che ho citato, invece, che io sappia, non c'è mai stato né stop per ematocrito, né positività a sostanze proibite, quindi i sospetti devono essere per forza minori. Non a caso, non avevo invece fatto i nomi di Savoldelli (ematocrito al limite a Campiglio), Gotti (camper pieno di medicinali), Casagrande (squalifica), Ullrich (amfetamine anche se da discoteca) Chiappucci (stop da ematocrito), Bugno (caffeina) Rijs (ematocrito), Armstrong (forti sospetti), Simoni(qualche problemuccio): per tutti questi, come per Pantani, ci sono elementi se non di certezza di forte dubbio. Che poi Pantani abbia subito un accanimento eccessivo è ,un altro discorso. Io però alla tesi dl complotto non credo. Io penso che per difendere la memoria di Pantani sia più giusto ammettere che qualche sbaglio lo abbia commesso, anche se forse perchè mal consigliato o indirizzato. Penso però che sarebbe stato il più forte in salita anche solo con le sue forze naturali


Subsonico - 14/02/2007 alle 23:18

Per Armstrong nn si tratta di sospetti...la sua positività in un laboratorio è stata confermata e nascosta....magari fossero 'solo' sospetti....


mestatore - 14/02/2007 alle 23:22

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b][i]12) Qui, sono stato per mesi uno che digeriva i sassi, buono: un buddista zen, come direbbe Donchi. Poi ho visto che le visite dei provocatori giungevano ben aldilà della legge dei grandi numeri, ed ho capito che in tanti volevano sfregiare il successo del sito. Anche degli illustri, coperti da nick, sono venuti qua per attaccare e rovinare il possibile. Due utenti sono stati presi di mira particolarmente, forse, anzi certamente, con l’intento di farli allontanare: Aranciata Bottecchia e il sottoscritto. E’ tutto a tiro di ricerca, basta avere pazienza. Per lungo tempo, l’amico Davide, grandissimo, ha risposto per le rime, difendendo se stesso ed il luogo. Chi scrive, spesso assente per motivi indipendenti da lui, s’è trovato a ricevere mail non certo gradevoli. Col tempo, ci si può stancare e corrodere. Davide, ha scelto di partecipare al minimo-minimo e la sua mancanza si sente enormemente. Il sottoscritto, con bronzine sempre più fuse, ha pensato di diradare alquanto le presenze, recitando un ruolo a zig zag per scoprire le fonti, magari togliendosi dei sassolini, fino a decidere di modificare completamente il rapporto col forum, ed i contenuti degli interventi. Sarà così a lungo o, forse, per sempre. Che poi mi incaz.zi di fronte alle corbellerie fa parte della mia natura, ed obeso o meno, so ancora scattare, sia sulla tastiera che nel reale. [/i] [/b] Il punto sopra, è destinato a chi ha avuto la pazienza di leggere, non certo al forumista JF, che era, è, e, probabilmente rimarrà, uno che circuisce il suo acume, sul diametro di una lenticchia. Saluti. [/quote] qualche commento da parte di admin o dei moderatori? se volete, spostate pure nel thread domande ai moderatori, ma per favore vorrei un commento. mestatore


Admin - 14/02/2007 alle 23:28

Che tipo di commento vuoi, Gianni? Io credo che in quel che dice Morris ci sia del vero. Un po' tutti lo crediamo, in redazione, mi sa.


miky70 - 14/02/2007 alle 23:37

A me Aranciata manca molto. :( Sicuramente lui ne avrà fin sopra la testa di tutti gli assalti ai suoi post e gli insulti che riceveva soprattutto la scorsa estate, purtroppo però ci impedisce di conoscere la sua opinione sulle questioni recenti. Come back Davide....:)


mestatore - 14/02/2007 alle 23:53

anche io, caro admin, credo che sia vero. mi sarebbe piaciuto che alcuni di questi provocatori o intrusi fossero stati in qualche modo smascherati, per così dire, anche se il nick resta sacro per chi lo vuole..... credo anche che la politica seguita dalla redazione al proposito sia stata eccessivamente garantista anche se mi rendo conto che probabilmente non era possibile comportarsi diversamente. mi dispiace pensare che alcuni utenti che son stati ( e sono) un grande patrimonio del forum abbiano potuto in qualche momento sentirsi soli e/o non abbastanza sostenuti , il mio è un pensiero assolutamente personale e non obiettivo, dal momento che degli utenti in questione mi onoro di essere amico. non vuole nemmeno questo pensiero essere una critica, perchè è probabile che la redazione abbia preferito salvaguardare le peculiarità di cicloweb e che ciò fosse assolutamente necessario. però il prezzo pagato mi sembra molto alto. mestatore ps. chiedo scusa ad admin se ho cercato di tirarlo dentro un argomento su cui ha sicuramente idee chiarissime ma sul quale è probabilmente inutile dilungarsi, dal momento che si finirebbe troppo lontano. peraltro ricordo che lo stesso sommo morris si è espresso chiaramente in passato sulle caratteristiche che deve avere un forum. meglio lasciare perdere, torno a scrivere di ciclismo pedalato.


lupodellasteppa - 15/02/2007 alle 00:05

Ciao Sono nuovo in questo forum e vorrei incominciare proprio da questo thread infiammatissimo (ma non voglio partecipare agli insulti :no:) Perche' tutti vogliono riabilitare Pantani? Forse perche' ci riesce difficile conciliare la nostra idea di Pantani campione con le cose che ha fatto (doparsi - e abbiamo appurato che non e' una notiziona). Ecco allora che nascono gli alibi 1) La tesi del complotto 2) Nel ciclismo si dopano tutti 3) Pantani e' stato solo il capro espiatorio Tutto questo per non affrontare la realta': Pantani ha infranto le regole dello sport, ha barato, magari in buona compagnia, ma l'ha fatto. Punto. E per di piu' ha mentito ai suoi tifosi. Se proprio vogliamo concedergli qualcosa possiamo dire che forse non ha avuto la forza di opporsi a un sistema spietato che vuole prestazioni a livelli sovraumani. Pero' ci ha marciato sino a quando ha potuto. Se continuiamo ad attaccare la giustizia sportiva cercando di coprire o sminuire le sue colpe, non facciamo certo il bene dello sport. Anzi, alimentiamo il mercato del doping. Penso che la preoccupazione di Travaglio fosse che con questa fiction la televisione di Stato ha dato all'opinione pubblica una visione di un uomo che sebbene abbia infranto le regole di uno sport possa essere considerato comunque un grande campione. Significherebbe che le regole possono essere messe tranquillamente sotto i piedi. E sarebbe fin troppo facile estendere questo concetto alle leggi e alla giustizia ordinaria (ricordiamoci che Travaglio non e' un giornalista sportivo). Just my 2 cents...


omar - 15/02/2007 alle 00:08

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Per Armstrong nn si tratta di sospetti...la sua positività in un laboratorio è stata confermata e nascosta....magari fossero 'solo' sospetti.... [/quote] Nascosta da chi?Prove concrete non ce ne sono se non servizi giornalistici senza nessun valore e senza nessun fondamento.


Monsieur 40% - 15/02/2007 alle 00:41

Vedi, lupodellasteppa, per me uno che s'iscrive in un forum di ciclismo e - come primo post - si lancia in un "saggio" sulla figura trasversale, sull'etica, sulle regole dello sport, di e su Marco Pantani (guarda un po', proprio a ridosso del 14 febbraio, poi!?), è uno che entra in un forum con un chiaro intento. Sì, forse sono prevenuto. Ma scommetto che, se posterai di nuovo, lo farai per un po' di tempo e sempre in questo thread, per poi scomparire. Un "primo post" così mirato non viene per caso. Ma alcuni - come Enzo Vicennati nel thread su Basso - si qualificano; altri no. Fa parte del forum, certo. Ma fa parte del forum anche la mia diffidenza.


miky70 - 15/02/2007 alle 00:46

A me hanno sempre raccontato che Coppi aveva anche un medico nel suo staff. A livello farmacologico probabilmente aveva maggiori potenzialità di altri. Eppure nessuno lo accusava di vincere in modo scorretto e nessuno oserebbe contestare le sue vittorie. Come la mettiamo? Forse Travaglio si prende troppo sul serio e quelle battute a effetto che gli piace tanto fare, dovrebbe lasciarle solo per la politica. Per gli altri argomenti eviti l'onnipotenza o eviti proprio del tutto di aprire bocca, altrimenti chi lo ascolta capisce che non è poi così bravo come vuol far credere.


Monsieur 40% - 15/02/2007 alle 00:52

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] A me hanno sempre raccontato che Coppi aveva anche un medico nel suo staff. A livello farmacologico probabilmente aveva maggiori potenzialità di altri. Eppure nessuno lo accusava di vincere in modo scorretto e nessuno oserebbe contestare le sue vittorie. Come la mettiamo?[/quote] Non vorrei andare troppo OT, ma in quel periodo il ciclismo "tirava" eccome. Lo stesso Bartali scherzò con Coppi, da Mario Riva a Canzonissima, in prima serata tv, delle "medicine" (o "pasticchette", non ricordo bene) che permettevano a Coppi di vincere. Gli stessi Coppi e Bartali, con Cottur, Kubler, Magni ed altri, nel film "Totò al Giro d'Italia" chiudevano in stanza "il professore" per cercare di carpire il suo segreto... la "sua bomba"... (e la mattina dopo, tutti col sigaro, che confusero col diavolo). All'epoca serviva "riderci su". Evidentemente adesso serve ridere su altri sport (presenti i servizi-melassa sulla domenica delle famiglie allo stadio, qualche giorno fa?), mentre il ciclismo (gratis e comunque sempre mediamente popolare) può essere comodamente il capro espiatorio e campo fertile per sciacalli economici (vedi Verbruggen) e retorici (vedi i Cannavò e stirpe similare...).


Admin - 15/02/2007 alle 01:04

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Lo stesso Bartali scherzò con Coppi, da Mario Riva a Canzonissima [/quote] Il Canzoniere.


Felice - 15/02/2007 alle 01:05

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b][i]12) Qui, sono stato per mesi uno che digeriva i sassi, buono: un buddista zen, come direbbe Donchi. Poi ho visto che le visite dei provocatori giungevano ben aldilà della legge dei grandi numeri, ed ho capito che in tanti volevano sfregiare il successo del sito. Anche degli illustri, coperti da nick, sono venuti qua per attaccare e rovinare il possibile. Due utenti sono stati presi di mira particolarmente, forse, anzi certamente, con l’intento di farli allontanare: Aranciata Bottecchia e il sottoscritto. E’ tutto a tiro di ricerca, basta avere pazienza. Per lungo tempo, l’amico Davide, grandissimo, ha risposto per le rime, difendendo se stesso ed il luogo. Chi scrive, spesso assente per motivi indipendenti da lui, s’è trovato a ricevere mail non certo gradevoli. Col tempo, ci si può stancare e corrodere. Davide, ha scelto di partecipare al minimo-minimo e la sua mancanza si sente enormemente. Il sottoscritto, con bronzine sempre più fuse, ha pensato di diradare alquanto le presenze, recitando un ruolo a zig zag per scoprire le fonti, magari togliendosi dei sassolini, fino a decidere di modificare completamente il rapporto col forum, ed i contenuti degli interventi. Sarà così a lungo o, forse, per sempre. Che poi mi incaz.zi di fronte alle corbellerie fa parte della mia natura, ed obeso o meno, so ancora scattare, sia sulla tastiera che nel reale. [/i] [/b] Il punto sopra, è destinato a chi ha avuto la pazienza di leggere, non certo al forumista JF, che era, è, e, probabilmente rimarrà, uno che circuisce il suo acume, sul diametro di una lenticchia. Saluti. [/quote] qualche commento da parte di admin o dei moderatori? se volete, spostate pure nel thread domande ai moderatori, ma per favore vorrei un commento. mestatore [/quote] Caro Mesty, se vuoi la mia personalissima opinione, credo che sia fare un torto al Bottecchia affermare che lui non scrive (quasi) più perché sommerso dagli attacchi subiti. Credo che a Davide di essere attaccato non gliene importi un fico. A mio avviso, lui non scrive quasi più per altre ragioni. D'altronde ero convinto che si trattasse più o meno delle stesse ragioni per le quali pure tu sei stato largamente assente dal forum negli ultimi mesi. Chissà, magari mi sbaglio... Ad ogni modo, tu e Davide avete le chiavi della risposta. Ciao


lupodellasteppa - 15/02/2007 alle 01:05

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Un "primo post" così mirato non viene per caso. Ma alcuni - come Enzo Vicennati nel thread su Basso - si qualificano; altri no. Fa parte del forum, certo. Ma fa parte del forum anche la mia diffidenza. [/quote] Capisco la diffidenza. Nei forum circola gente di ogni tipo. Dovrei qualificarmi? Non ho niente da qualificare purtroppo ;)) Ho scritto in questo thread perche' segnalatomi da un amico. E fa parte del forum non dirti chi e'. In gamba!


Admin - 15/02/2007 alle 01:25

Ciao lupodellasteppa, diciamo che non sei un flamer, io tendo sempre a fidarmi delle persone (anche virtuali), però devo rispondere al tuo post d'esordio. Tanto per cominciare, non credo che l'intento di molti sia riabilitare Pantani, perché - per esempio per quanto mi riguarda - non credo che si debba riabilitare alcunché. Tantopiù che in teoria non dovremmo riabilitarlo da una positività (mai riscontrata), quindi non credi che la fatica di tutta questa gente (mi ci metto dentro) sia un tantino sproporzionata? Si monta un'articolata teoria del complotto per riabilitare un ematocrito un po' sballato... Insomma... Il problema è che in quella vicenda (dico: dal 5 giugno agli anni a seguire) ci furono effettivamente gravi distorsioni (per non dire soprusi), in misura non riscontrabile in nessun altro caso di doping sportivo (un po' gli si avvicina l'Ullrich dei giorni nostri). Se si muovono 7 procure, basandosi anche su leggi inesistenti, evidentemente non siamo di fronte a un semplice caso di doping (anzi, di ematocrito ballerino). C'è dell'altro. Dici che non riusciamo a conciliare la nostra idea del Pantani campione con le cose ("terribili" lo ometti ma lo pensi) che ha fatto, ovvero doparsi. Dal mio punto di vista, l'idea che ho di Pantani è quella di un campione che si è anche dopato nel corso della sua carriera. Le due cose non confliggono, e non credo che (tolta una ristretta minoranza) tra i suoi tifosi ci siano anime candide che si fanno illusioni su questo punto. Quindi non c'è nessuna inconciliabilità, e di conseguenza nessun bisogno di creare alibi. Dici che Pantani ha infranto le regole, che ha barato, che ha mentito ai tifosi. Accuse bruttissime, che puntualmente vengono mosse a Pantani. Perché sempre a lui? Perché non c'è un tale zelo nel mettere all'indice altri sportivi? No, sempre Pantani. Perché? Ci ha marciato, dici? Questa è proprio una cosa senza fondamento, perché Pantani non ci ha marciato affatto. Non si è inventato campione da un giorno all'altro grazie alla chimica. E quella che qui si attacca non è la giustizia, bensì l'INgiustizia sportiva, quella che colpisce quando le pare, e chi le pare, con un arbitrarietà degna dei tribunali sovietici. Dici che attaccando la giustizia sportiva alimentiamo il doping? Sei completamente fuori strada. Intanto sgomberiamo il campo da un equivoco: personalmente non attacco la giustizia sportiva, ma sottolineo (tre volte) le storture del vigente stato di cose. In questo modo, e in completa pace con la mia coscienza, ritengo di svolgere meglio che posso il mio lavoro. Non è colpa mia se la giustizia sportiva non funziona (perché se funzionasse il doping ne verrebbe limitato, non trovi? E dimmi, ti pare che venga limitato?). Ma posso e DEVO chiedermi se ha senso una simile "giustizia" sportiva, se non sia invece il caso di metterla alla berlina e di promuovere un cambio di prospettiva nei confronti dello sport, improntato al realismo. Alimentiamo il mercato del doping? Ma che dici? Il mercato del doping lo alimentano tutti quelli che seguono lo sport. Sport->business->doping. Quanto a Travaglio, dubito fortemente che si preoccupi dell'opinione della gente su Pantani. Semplicemente ha paura che le sue bislacche teorie vengano sbugiardate, e se cambia il clima intorno alla figura di Pantani, tale possibilità aumenta.


pedalando - 15/02/2007 alle 02:16

[quote][i]Originariamente inviato da lupodellasteppa [/i] Ciao Sono nuovo in questo forum e vorrei incominciare proprio da questo thread infiammatissimo (ma non voglio partecipare agli insulti :no:) Perche' tutti vogliono riabilitare Pantani? [/quote] come esordio non mi sembra un granche'... hai scritto "tutti" e cosi' non e'. Poi perche' riabilitare? Al limite ricordare, ma anche con questo verbo il "tutti" e' inappropriato con alcune coscienze. [quote] Forse perche' ci riesce difficile conciliare la nostra idea di Pantani campione con le cose che ha fatto (doparsi - e abbiamo appurato che non e' una notiziona). [/quote] Il film descriveva il Pantani uomo e nel caso ti fosse sfuggito e' l'uomo che e' morto. Il Campione, per i suoi tifosi, rimane come per Coppi, Bartali, Bugno, Gaul eccetera eccetera. [quote] Ecco allora che nascono gli alibi 1) La tesi del complotto [/quote] Ad esempio io non credo nel complotto. [quote] 2) Nel ciclismo si dopano tutti [/quote] Non credo neanche questo (ma fai sempre di tutta l' erba un fascio?). [quote] 3) Pantani e' stato solo il capro espiatorio [/quote] non solo, anche. (citazione di Moretti: le parole!!!!!) Con "anche" ci credo, ma non e' mica un alibi.... Quindi permettimi di confutare la tua tesi dell'alibi. [quote] Tutto questo per non affrontare la realta': Pantani ha infranto le regole dello sport, ha barato, magari in buona compagnia, ma l'ha fatto. Punto. E per di piu' ha mentito ai suoi tifosi. [/quote] embe' ? stiamo a fare l' elenco di bugie che ci hanno propinato in tutti i campi? bugie appurate, non semplici sospetti. Meritava quello che ha subito per delle semplici bugie? [quote] Se proprio vogliamo concedergli qualcosa possiamo dire che forse non ha avuto la forza di opporsi a un sistema spietato che vuole prestazioni a livelli sovraumani. Pero' ci ha marciato sino a quando ha potuto. [/quote] mangiato. Ancora le parole!! Io avrei preferito concedergli una vita dignitosa piu' del tuo "qualcosa". [quote] Se continuiamo ad attaccare la giustizia sportiva cercando di coprire o sminuire le sue colpe, non facciamo certo il bene dello sport. [/quote] Parli della stessa giustizia sportiva che agisce anche nel calcio ? Comunque con Marco, giusto per la cronaca, si e' accannita la giustizia ordinaria. [quote] Anzi, alimentiamo il mercato del doping. [/quote] questa non la capisco proprio..... :boh: [quote] Penso che la preoccupazione di Travaglio fosse che con questa fiction la televisione di Stato ha dato all'opinione pubblica una visione di un uomo che sebbene abbia infranto le regole di uno sport possa essere considerato comunque un grande campione. [/quote] Non leggo Travaglio, ma pensavo che per fare il giornalista si dovesse essere un po' meno superficiali... [quote] Significherebbe che le regole possono essere messe tranquillamente sotto i piedi. E sarebbe fin troppo facile estendere questo concetto alle leggi e alla giustizia ordinaria (ricordiamoci che Travaglio non e' un giornalista sportivo). [/quote] Se Travaglio ama scandalizzarsi dia un'occhiata a cosa succedera' gia' domenica prossima negli stadi.


nino58 - 15/02/2007 alle 08:47

Confutare continuamente le stesse tesi, che riteniamo errate, è faticoso ma indispensabile. Pertanto chiedo al novello lupacchiotto dove e quando Pantani sarebbe risultato dopato. Dopo, solo dopo,incominciamo ad interloquire. Anche a me risulta anomalo che chi entra nel forum non parli, come prima cosa, di corse o di corridori ma, guarda l'originalità, di Pantani come dopato. Per favore....


Frank VDB - 15/02/2007 alle 10:08

[quote][i]Originariamente inviato da lupodellasteppa [/i] Se continuiamo ad attaccare la giustizia sportiva cercando di coprire o sminuire le sue colpe, non facciamo certo il bene dello sport. Anzi, alimentiamo il mercato del doping. [/quote] Quindi la giustizia sportiva italiana va bene così come è? Dobbiamo fidarci della giustizia sportiva che ha comminato le pene per Calciopoli? E che dire della giustizia sportiva che blocca per 4 mesi dei corridori (vedi Strasburgo) senza una prova certa? E la magistratura ordinaria? E' ottima quella di Montecatini 2001 o Sanremo 2002? E' ottima quella spagnola che ha iniziato a lavorare con il contagocce dopo che qualcuno ha sospettato che in OP ci fossero dentro le più blasonate squadre di calcio del paese (e d'Europa)? [quote] Penso che la preoccupazione di Travaglio fosse che con questa fiction la televisione di Stato ha dato all'opinione pubblica una visione di un uomo che sebbene abbia infranto le regole di uno sport possa essere considerato comunque un grande campione. [/quote] A chi ti riferisci? Ai campioni del mondo Cannavaro, Buffon, Lippi?


antonello64 - 15/02/2007 alle 12:44

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] A chi ti riferisci? Ai campioni del mondo Cannavaro, Buffon, Lippi? [/quote] ma perchè Iaquinta non se lo ricorda mai nessuno? anche lui è un campione del mondo coinvolto nella storia delle scommesse.


pedalando - 15/02/2007 alle 13:00

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] A chi ti riferisci? Ai campioni del mondo Cannavaro, Buffon, Lippi? [/quote] ma perchè Iaquinta non se lo ricorda mai nessuno? anche lui è un campione del mondo coinvolto nella storia delle scommesse. [/quote] Su Cannavaro c'e' un filmato in cui si fa delle flebo.... altro che scommesse.:Od:


antonello64 - 15/02/2007 alle 13:21

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] A chi ti riferisci? Ai campioni del mondo Cannavaro, Buffon, Lippi? [/quote] ma perchè Iaquinta non se lo ricorda mai nessuno? anche lui è un campione del mondo coinvolto nella storia delle scommesse. [/quote] Su Cannavaro c'e' un filmato in cui si fa delle flebo.... altro che scommesse.:Od: [/quote] dal mio punto di vista, sono peggio le scommesse. Non ho mai dato peso a quel filmato, e quando parlo di Cannavaro che non rispetta le regole non mi riferisco certo al doping, ma piuttosto al fatto che mentre era stipendiato dall'Inter architettava con Moggi su come fare per andare alla Juventus. Da come la vedo io un comportamento del genere è molto peggio del doping.


53.11 - 15/02/2007 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] A chi ti riferisci? Ai campioni del mondo Cannavaro, Buffon, Lippi? [/quote] ma perchè Iaquinta non se lo ricorda mai nessuno? anche lui è un campione del mondo coinvolto nella storia delle scommesse. [/quote] Su Cannavaro c'e' un filmato in cui si fa delle flebo.... altro che scommesse.:Od: [/quote] dal mio punto di vista, sono peggio le scommesse. Non ho mai dato peso a quel filmato, e quando parlo di Cannavaro che non rispetta le regole non mi riferisco certo al doping, ma piuttosto al fatto che mentre era stipendiato dall'Inter architettava con Moggi su come fare per andare alla Juventus. Da come la vedo io un comportamento del genere è molto peggio del doping. [/quote] Perchè tu sei in possesso di documenti che affermano questo suppomgo!!!


pedalando - 15/02/2007 alle 13:44

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] Da come la vedo io un comportamento del genere è molto peggio del doping. [/quote] purtroppo sei, con me, una minoranza. Al grande pubblico, quello che muove le palanche, interessa di piu' leggere l'articolo di qualche lecchino che esalta l'impresa di Berlino. Ho ricordato quel filmato perche esiste. Come la condanna al medico della Juve. Alla faccia dei presunti alibi e di tutte le sorte di perbenismo e perdonismo che vengono proclamate solo a comando.


Subsonico - 15/02/2007 alle 15:02

1 puntualizzazione x Lupo della Steppa: Pantani non ha mai negato di assumere qualcosa, tanto che In un intervista di Lucci, delle Iene, alla richiesta di giurare davanti alle telecamere che non si sarebbe mai dopato, Pantani rispose "Io sono spergiuro che domani t'in.culo"....


miky70 - 15/02/2007 alle 15:40

Marco era stato troppo gentile con le iene. Decisamente più efficace l'atteggiamento di Cipollini che li trattò come m.e.r.d.e. quando loro gli chiesero se si dopava.


DeEjAy_FlAtBeAt - 15/02/2007 alle 16:10

[quote][i]Originariamente inviato da omar [/i] [quote][i]Originariamente inviato da DeEjAy_FlAtBeAt [/i] Buah se mi chiedessero se sono immortale e rispondo <> Voi mi credete?:nonono: [/quote] Non capisco il senso della tua affermazione, puoi essere piu chiaro? [/quote] Era un esempio errato infatti!Intendevo se dico una cavolata voi non potete sapere se stavo dicendo la verità o no Ora mi dirai ''ma si capisce bene il significato di quella frase'' Bhe si in effetti si capisce...ma se intendeva dire qualcos'altro? Scusa il ritardo nel rispondere;)


Donchisciotte - 15/02/2007 alle 18:39

I sospetti di cui parlano Morris,Mestatore e Admin li condivido in pieno. Non sono mai stata una capace di scoprire gli inghippi dei nick ( a parte qualcuno palese nel forum Pantani) ma noto, per esempio, che quando si parla di Pantani entrano sempre persone che poi magari non scrivono di altro e dicono cose che spesso fanno capire che sono lettori piuttosto attenti di certi giornali. Mi pare ci sia proprio quasi l'appostameno, si parla di pantani, là ,subito il post di un un certo tipo. Anch'io penso che le scommesse e cose tipo giocare in una squadra e minarne lo spogliatoio per andare con Moggi in un'altra squadra ( se sarà provato al procsso, per ora ci sono intercettazioni) sia molto peggio del doping. Il doping è di tutti, queste cose falsano i rapporti di forza fra le squadre e le scommesse sono ancora più gravi. Cannavaro si è filmato mentre si iniettava un medicinale che allora non era doping, con la nuova legge lo è. Nella Juve girava una farmacia e c'è una perizia del consulente del PM che parla di inspiegabilità fisiologica dei valori ematici di alcuni giocatori. A me non cambia nulla ( si sa cosa penso del doping fra i professionisti), ma mi aspetto che Travaglio scriva quanto ha scritto su pantani anche ogni volta che cita certi calciatori.


antonello64 - 15/02/2007 alle 20:02

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Anch'io penso che le scommesse e cose tipo giocare in una squadra e minarne lo spogliatoio per andare con Moggi in un'altra squadra ( se sarà provato al procsso, per ora ci sono intercettazioni) sia molto peggio del doping. Il doping è di tutti, queste cose falsano i rapporti di forza fra le squadre e le scommesse sono ancora più gravi. [/quote] sarà per il fatto che io non seguo solo il ciclismo, ma un pò tutti le discipline, però ho sempre pensato che il doping non è affatto uno dei problemi cardine dello sport di oggi. Forse chi segue solo il ciclismo può pensarla diversamente, perchè qui oltre al doping non c'è praticamente nessun altro problema. Certo che in confronto alla violenza (anche quella dei protagonisti, non solo quella del pubblico), all'evasione fiscale, ai vari trucchi usati per fregare l'avversario sia in campo che fuori (ad esempio, i vari simulatori nel calcio per me non sono migliori di chi si dopa: eppure c'è stato un noto commentatore televisivo, addirittura ex-parlamentare, che ha fatto tranquillamente l'elogio della simulazione), agli errori dei giudici di gara che falsano il risultato sportivo, e se vogliamo anche al comportamento di determinati personaggi convinti di poter uscire dalle regole a proprio piacimento (vedi scommesse), ebbene di fronte a tutto ciò (parere strettamente personale) il doping è ben poca cosa e tranquillamente non lo cambierei con nessuno dei problemi sopra citati. Certo, chi si dopa falsa una competizione sportiva, nè più nè meno però di un arbitro scadente o di chi segna un gol con la mano. Secondo me il ciclismo, al confronto con altri sport, non può proprio lamentarsi e se non è un'isola felice, poco ci manca.


ProfRoubaix - 15/02/2007 alle 21:36

Qualcuno sa nei prossimi giorni è in programma la replica del film (es. su qualche canale satellitare Rai)? Grazie in anticipo per la risposta.


mestatore - 15/02/2007 alle 22:42

[quote][i]Originariamente inviato da Felice [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b][i]12) Qui, sono stato per mesi uno che digeriva i sassi, buono: un buddista zen, come direbbe Donchi. Poi ho visto che le visite dei provocatori giungevano ben aldilà della legge dei grandi numeri, ed ho capito che in tanti volevano sfregiare il successo del sito. Anche degli illustri, coperti da nick, sono venuti qua per attaccare e rovinare il possibile. Due utenti sono stati presi di mira particolarmente, forse, anzi certamente, con l’intento di farli allontanare: Aranciata Bottecchia e il sottoscritto. E’ tutto a tiro di ricerca, basta avere pazienza. Per lungo tempo, l’amico Davide, grandissimo, ha risposto per le rime, difendendo se stesso ed il luogo. Chi scrive, spesso assente per motivi indipendenti da lui, s’è trovato a ricevere mail non certo gradevoli. Col tempo, ci si può stancare e corrodere. Davide, ha scelto di partecipare al minimo-minimo e la sua mancanza si sente enormemente. Il sottoscritto, con bronzine sempre più fuse, ha pensato di diradare alquanto le presenze, recitando un ruolo a zig zag per scoprire le fonti, magari togliendosi dei sassolini, fino a decidere di modificare completamente il rapporto col forum, ed i contenuti degli interventi. Sarà così a lungo o, forse, per sempre. Che poi mi incaz.zi di fronte alle corbellerie fa parte della mia natura, ed obeso o meno, so ancora scattare, sia sulla tastiera che nel reale. [/i] [/b] Il punto sopra, è destinato a chi ha avuto la pazienza di leggere, non certo al forumista JF, che era, è, e, probabilmente rimarrà, uno che circuisce il suo acume, sul diametro di una lenticchia. Saluti. [/quote] qualche commento da parte di admin o dei moderatori? se volete, spostate pure nel thread domande ai moderatori, ma per favore vorrei un commento. mestatore [/quote] Caro Mesty, se vuoi la mia personalissima opinione, credo che sia fare un torto al Bottecchia affermare che lui non scrive (quasi) più perché sommerso dagli attacchi subiti. Credo che a Davide di essere attaccato non gliene importi un fico. A mio avviso, lui non scrive quasi più per altre ragioni. D'altronde ero convinto che si trattasse più o meno delle stesse ragioni per le quali pure tu sei stato largamente assente dal forum negli ultimi mesi. Chissà, magari mi sbaglio... Ad ogni modo, tu e Davide avete le chiavi della risposta. Ciao [/quote] credo che tu sia nel giusto, caro felice. avrai notato come io non posti mai, da un po' di tempo in qua nei trhread che riguardano il pirata. la disaffezione parte da molte situazioni, non ultima la situazione del ciclismo. il meritato successo di cicloweb ha portato su queste pagine provocatori e zeloti, molti ultras incapaci di discutere e parlare, incapaci di capire che ci si può rispettare senza essere d' accordo per alcuni è questione di malafede, per altri di età, ma cresceranno. dai, va bene così, stanno tornando le corse. un abbraccio mesty


Felice - 16/02/2007 alle 15:07

Sì, [b][i] rispettarsi anche se non si é d'accordo [/i][/b] é proprio questo il punto chiave. Se poi ciascuno di noi avesse qualche certezza in meno e qualche dubbio in più, allora diventerebbe un vero piacere discutere. Speriamo che le cose cambino nel senso giusto. E speriamo pure che l'annata ciclistica che sta iniziando riesca a riaccendere entusiasmi ormai spenti. Ciao


Admin - 17/02/2007 alle 14:59

Riceviamo via mail e volentierissimo rilanciamo. [quote] Vi invio l'articolo scritto da Giorgio Vecchiato su Famiglia Cristiana n°7 del 18 febbraio, a proposito della fiction su Pantani. E' vergognoso. Io ho già inviato una lettera di protesta (che allego), vi invito a fare lo stesso. -L’ultima pedelata del Pirata di Giorgio Vecchiato La triste storia di Marco Pantani, versione Rai1, comincia con una canzoncina assolutoria “Ho sbagliato, ma non me ne sono accorto”. Poi a metà telefilm, arriva l’ammissione del Pirata: il doping nel ciclismo lo fanno tutti. E, a differenza del refrain, direi, gli altri s ne accorgono. In una delle sue memorabili cronache, Dino Buzzati descriveva un Fausto Coppi “metodico in corsa, sempre uguale a se stesso, ermeticamente chiuso nella sofferenza fisica”. Magnifica sintesi. Solo che, prima di staccare tutti sul Pordoi, il Campionissimo mandava giù quella che allora si chiamava la “bomba”. Me ne hanno parlato una volta senza reticenze, Gino Bartali e Gianni Brera. Erano intrugli artigianali, probabilmente a base di simpamina. Ma anche a quei tempi qualcuno ne moriva. Capisco l’alone che tuttora circonda Pantani, la simpatia, l’ammirazione, la pena per la sua fine. Ma la tv deve stare attenta ai suoi messaggi. Altro che complotti dei soliti malvagi. Pantani ha avuto la sorte del velocista Ben Johnson, che era un omone prima della squalifica e, privato delle sue pillole, è diventato muscolarmente un omino. La droga ha fatto il resto. La fiction, basata su un somigliantissimo e credibile Rolando Ravello, si conclude con Pantani che pedala post mortem con un felice seguito di bambini. Ma proprio i bambini. In vicende simili, è meglio lasciarli fuori. ecco la mia lettera: Non posso dire di essere un vostro fedele lettore. Diciamo che usufruisco della vostra rivista di riflesso: i miei genitori ne sono abbonati da anni e mi capita spesso di sfogliarla, magari ne leggo qualche articolo o le recensioni di film e dischi. D’ora in poi non lo farò più. Sono rimasto a dir poco disgustato dalla critica di Giorgio Vecchiato a proposito della fiction su Marco Pantani. Già in passato avevo notato nei vostri articoli su Pantani una certa “linea editoriale” assolutamente non assolutoria, ma stavolta si è andati oltre. Non me la prendo tanto per la fiction in sé, in realtà neanche troppo bella ne rivelatrice per chi già conoscesse la storia. Vecchiato con pochi elementi (la”canzoncina assolutoria” della sigla, l’ammissione di Pantani a metà film) da per scontato che il Pirata fosse dopato, forse non sa che Pantani non è mai stato positivo a nessuna sostanza? Che a Madonna di Campiglio è stato squalificato per ematocrito alto, che è solo una prevenzione sanitaria nei riguardi della salute del ciclista? Non voglio immischiarmi in questi discorsi, né tirare fuori la storia dei complotti (per altro non mi sembra che il film sposi questa tesi), quello che mi da fastidio è l’arroganza di Vecchiato, la maniera in cui liquida Pantani, tra l’altro tirando fuori la solita equazione ciclismo=doping (scomodando persino Coppi! e Buzzati, da cui dovrebbe imparare un po’ di stile), quasi a dire che Pantani sapeva quello che faceva e se poi gli è andata male povero lui, ma non è giusto assolverlo, come se tutto il discorso si limitasse a questo. Poi Vecchiato vuol fare la morale alla tv che deve stare attenta ai messaggi che passa (ma davvero?) criticando la scena finale con Ravello-Pantani che pedala seguito da un gruppo di giovani ciclisti. “i bambini è meglio lasciarli fuori” conclude, ma lo sa il vostro prestigioso giornalista del bene che ha fatto Pantani da morto per i bambini?, lo sa della “Pantani corse”? della “Fondazione ONLUS Marco Pantani”? forse era questo che il regista voleva sottolineare o forse il signor Vecchiato dovrebbe informarsi meglio prima di sputare sentenze, magari dimostrerebbe meno arroganza e più carità cristiana. Saluti Stefano Neuhold[/quote] E insomma, se c'è qualche lettore di quel giornalino, si faccia sentire.


Jens Fiedler - 17/02/2007 alle 16:07

[quote] Pantani ha avuto la sorte del velocista Ben Johnson, [/quote] Questo esempio è peggio degli altri... Ben Johnson è vivo, e forse è veramente vittima di un complotto... Fa bene a non legger più quel giornale..


aranciata_bottecchia - 17/02/2007 alle 17:59

Non ho visto la fiction su Pantani e non ho intenzione di vederla (come non ho visto quella su Bartali etc etc). Però me ne sono fatto un'idea leggendo questo ottimo thread (ringrazio in particolare i vari e straordinari Marco Admin, Donchi, Morris, Super Mario 40%, Felice, Davide VDB etc etc), una lettura appassionante e scorrevole, diversamente avrei lasciato perdere perchè ultimamente ho poco tempo. Ho saltato però a piedi pari la polemica con il solito anti-Pantani di turno, oramai è roba noiosa, assomiglia un po' alla pubblicità del mangia-acari della Kirby sui tabelloni dell'Inter a San Siro. Pantani: non posso aggiungere nulla che non sia già stato scritto egregiamente dai Pilastri di questo forum, mi limito a rilevare lo spessore del suo alone leggendario ed eroico, nello stesso alveo di figure come Senna o Maradona, essere metafisico entrato legittimamente nel mito ed inevitabilmente destinato a soppiantare, nelle nuove generazioni italiane, il ricordo di Coppi scritto nel patrimonio genetico dei neuroni, nella memoria ancestrale. Pantani oggi è il ciclismo e sarà assai a lungo l'icona di riferimento per questo sport, sempre e comunque, ma in particolare se dovesse avere luogo una rivoluzione copernicana.

 

[Modificato il 17/02/2007 alle 18:06 by aranciata_bottecchia]


Felice - 17/02/2007 alle 18:16

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] [quote] Pantani ha avuto la sorte del velocista Ben Johnson, [/quote] Questo esempio è peggio degli altri... Ben Johnson è vivo, e forse è veramente vittima di un complotto... Fa bene a non legger più quel giornale.. [/quote] Scusate, ma quello che avete fatto non é tollerabile. Se non siete d'accordo con il contenuto di un post, se lo ritenete offensivo, o comunque indegno di apparire nel forum, cancellatelo, fa parte delle vostre prerogative. Ma fare apparire un post COME SE QUESTO FOSSE STATO SCRITTO DA UN UTENTE MENTRE CIO' E' FALSO, é scandaloso. Mi dissocio nel modo più totale da un tale atteggiamento e sono profondamente dispiaciuto che una cosa del genere sia potuta accadere.


Monsieur 40% - 17/02/2007 alle 18:28

Felice, ogni messaggio modificato appare con la scritta in corsivo "modificato da Monsieur 40%" (esempio). Evidentemente quel post l'ha scritto Jens Fielder (vista anche la richiesta in "Domande per i moderatori"). Come mai hai questa sicurezza che il post sia stato contaminato e/o taroccato? Io sono entrato da poco nel forum e il post già era così, però mi concedo il beneficio del dubbio, cosa che tu non fai. E sinceramente mi sorprende.


Reggio Emilia - 17/02/2007 alle 19:26

ho appena inviato una mail all'attenzione di vecchiato, indirizzandola alla casella di posta della direzione di Famiglia Cristiana. Inutile dire che io ho mandato una bordata, un vero e proprio intervento a piedi pari sui denti, a quella bigotta strafottenza.


mestatore - 17/02/2007 alle 19:47

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Non ho visto la fiction su Pantani e non ho intenzione di vederla (come non ho visto quella su Bartali etc etc). Però me ne sono fatto un'idea leggendo questo ottimo thread (ringrazio in particolare i vari e straordinari Marco Admin, Donchi, Morris, Super Mario 40%, Felice, Davide VDB etc etc), una lettura appassionante e scorrevole, diversamente avrei lasciato perdere perchè ultimamente ho poco tempo. Ho saltato però a piedi pari la polemica con il solito anti-Pantani di turno, oramai è roba noiosa, assomiglia un po' alla pubblicità del mangia-acari della Kirby sui tabelloni dell'Inter a San Siro. Pantani: non posso aggiungere nulla che non sia già stato scritto egregiamente dai Pilastri di questo forum, mi limito a rilevare lo spessore del suo alone leggendario ed eroico, nello stesso alveo di figure come Senna o Maradona, essere metafisico entrato legittimamente nel mito ed inevitabilmente destinato a soppiantare, nelle nuove generazioni italiane, il ricordo di Coppi scritto nel patrimonio genetico dei neuroni, nella memoria ancestrale. Pantani oggi è il ciclismo e sarà assai a lungo l'icona di riferimento per questo sport, sempre e comunque, ma in particolare se dovesse avere luogo una rivoluzione copernicana. [/quote] come al solito, in poche righe davide ha fatto centro, un centro perfetto. ciao mitico mesty


Felice - 17/02/2007 alle 20:43

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Felice, ogni messaggio modificato appare con la scritta in corsivo "modificato da Monsieur 40%" (esempio). Evidentemente quel post l'ha scritto Jens Fielder (vista anche la richiesta in "Domande per i moderatori"). Come mai hai questa sicurezza che il post sia stato contaminato e/o taroccato? Io sono entrato da poco nel forum e il post già era così, però mi concedo il beneficio del dubbio, cosa che tu non fai. E sinceramente mi sorprende. [/quote] Perché ero entrato nel forum in precedenza e, in questo thread, appariva un post kilometrico di Jens Fielder che avevo letto e che ora é sparito, sostituito dal post che ho citato. A ben pensarci, può darsi che il suddetto utente abbia scritto i due posts e che voi vi siate semplicemente limitati a cancellare il primo. Se questo é il caso, ho preso un granchio e vi prego di scusarmi. Rimane però il fatto che se così stanno le cose avreste dovuto cancellare anche il secondo perché non ha nessun senso senza il precedente e, così come sta, sembra una presa per i fondelli nei confronti di quell'utente. Ciao


Admin - 17/02/2007 alle 20:50

Felice carissimo, ma che cacchio, fai scoppiare una discreta maretta tra noi moderatori e poi risolvi tutto con questa boutade??? Certo, Jens Fiedler aveva postato una serie di volte lo stesso intervento, riferito a Morris e puntualmente cancellato. Il post che è invece sopra, indipendente dal resto, è rimasto, e non mi pare che non si capisca il senso, visto che risponde all'articolo di Famiglia Cristiana..... :pc: (Vabbè dai, meglio eccedere in prudenza - di fronte a una simile eventualità - che far finta di nulla... Però, insomma, hai usato dei toni un po' pesantucci nei nostri confronti!!!)


Monsieur 40% - 17/02/2007 alle 20:54

Scusato per il granchio, anche se la sicurezza con cui ci hai accusato di una cosa parecchio spiacevole mi ha - almeno personalmente (aridaje co' 'sta coda di paglia! :D) un po' spiazzato. Andrea_Web ha difatti cancellato il kilometrico post di Jens, che poi - in un secondo momento - ha postato soltanto quelle poche righe, che noi - ovviamente - non abbiamo modificato (sarebbe apparsa la già citata scritta in corsivo). Tutto qui. Certo te l'abbiam fatta proprio grossa ultimamente per assicurarci così poca fiducia da parte tua, eh Feli'?! (detto a'aa romana!) :D


Felice - 17/02/2007 alle 21:11

Scusatemi di nuovo. Non sono mai stato così contento di essermi sbagliato! Ciao a tutti!


Donchisciotte - 17/02/2007 alle 21:23

Davide sei un grande, veramente una capacità di sintesi e di comprensione dei fatti davvero incredibile. Ho notato che nei forum che frequento( questo e quello di Pantani) mi capita di litigare ferocemente con qualcuno e poi capire che quella persona era una bellissima persona. Ecco, su questo forum mi è capitato con te ( e privatamente ce lo siamo deto già da qualche tempo). Veramente spledido il tuo post e quello che dici su Marco.


Jens Fiedler - 18/02/2007 alle 11:45

ciao il post citato da Felice non ha nulla a che vedere con il precedente poi cancellato ripostato modificato e ricancellato... si riferisce alla frase dell'articolo della famiglia crist ... ragazzi ,capisco che quel messaggio è una rottura su questo thread, ma visto che tutti han letto quello di Morris (in cui velatamente mi definisce una schiappa ciclistica e uno che fa uso di schifezze..), sarebbe anche giusto che io possa replicare. certo non qui, lo capisco anch'io, ma se si potrebbe mettere da qualche parte, in fondo è ironico . ciao Andrea


superandyweb - 18/02/2007 alle 17:06

Questo film ha fatto molto parlare nel bene e nel male, sia qua che fuori, voglio quindi segnalarvi questa intervista fatta a Bielli il preparatore di Ravello, cosi entrate anche voi nei dettagli della preparazione del film http://www.ultimokilometro.com/index.php?option=com_content&task=view&id=1517&Itemid=1


Subsonico - 19/02/2007 alle 00:04

ahah la ragazza che fa quella di cui il piccolo pantani si innamora è quella del pollo 10+ :Od:


Jens Fiedler - 19/02/2007 alle 19:16

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] ahah la ragazza che fa quella di cui il piccolo pantani si innamora è quella del pollo 10+ :Od: [/quote] Chi, la sapientona?


Subsonico - 19/02/2007 alle 19:21

[quote][i]Originariamente inviato da Jens Fiedler [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] ahah la ragazza che fa quella di cui il piccolo pantani si innamora è quella del pollo 10+ :Od: [/quote] Chi, la sapientona? [/quote] Ebbene sì. E' riapparsa di recente e l'ho riconosciuta....dopotutto sempre in romagna stiamo ;)


Jens Fiedler - 19/02/2007 alle 19:27

Nel film è un bel pò più grande... lo spot sarà di 5 anni fa..


Subsonico - 19/02/2007 alle 19:28

naaa, ne han fatto uno nuovo di recente, e la protagonista è sempre lei...


Jens Fiedler - 19/02/2007 alle 19:33

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] naaa, ne han fatto uno nuovo di recente, e la protagonista è sempre lei... [/quote] Allora io son rimasto a quello vecchio...;)


Monsieur 40% - 19/02/2007 alle 23:13

Oh mamma, pensavo di aver cancellato il post di Jens (forse l'ho fatto, ma l'ha ripostato). Ho cancellato dunque entrambi i post, sia quello di Jens sia quello di Morris. Il thread si chiama "Film su Pantani"


Morris - 19/02/2007 alle 23:25

Bèh.... allora sarò conseguente al titolo del thread..... e pubblico anche qui, ciò che ho scritto giorni fa, per il forum della Fondazione Marco Pantani. [b]Sulla fiction, fra divagazioni, giudizi e reazioni significative…. [/b] Ho più volte scritto che avrei aspettato di vedere il film, prima di esprimere un giudizio. L’attesa è stata lunga e non facile, in considerazione dei tanti interventi su carta e su video usciti in queste settimane, che mi hanno non poco stuzzicato. Ho visto un lavoro veloce, con tutti i difetti della fretta, ed ho riscontrato poco di ciò che ho letto nei commenti precedenti la trasmissione del filmato. Mi conforta la consapevolezza che una fiction, per la presa che ha sul grande pubblico, possa favorire qualche domanda in più, fra i milioni di spettatori che, lunedì cinque febbraio, si son posti davanti al televisore. Ma la delusione, pur fra qualche piacevole sorpresa, ed alcune fasi davvero ben fatte, resta proprio tutta. Mentre scrivo, mi chiedo se a pesare sul mio giudizio, sia la grave situazione in cui vivo, che potrebbe togliermi lucidità ed obiettività, ma, senza presunzione, lo credo poco. [b]La disamina [/b] Il film inizia con un paio di flop, uno veniale e l’altro, a mio giudizio, capitale. Il primo, viene della telecronaca di Bulbarelli sulla tappa di Campiglio che, all'epoca degli eventi, non era la voce del ciclismo. Sarebbe stato più degno, passare su quelle immagini, l’irripetibile canto di chi, realmente, commentò l’ennesimo leggendario acuto di Marco: Adriano De Zan. Farlo era facilissimo e non c’è bisogno di spiegarne i perché. Il secondo, che mi ha colpito al cuore, nella narrazione, per nulla rispondente alla verità, del fatto crogiolo della mattina seguente. Della tensione che si tagliava a fette di quei giorni, del nervosismo legittimo di Marco per il ruolo di sindacalista totale che era costretto a ricoprire su un gruppo votato, come sempre nella storia ciclistica, al ruolo di pecora e pressoché privo di spina dorsale, della campagna della FCI cerutiana, orizzontale e feroce, quasi blasfema, per le realtà di uno sport che non è l’unico e che abbisogna di equilibri per non essere “mangiato” dagli altri, di quel controllo che è stato raccontato dai pochi che ne hanno parlato, come consumato ai limiti se non fuori dai tempi previsti e vissuto dagli operatori con un’agitazione eccessiva, della famosa provetta mancante, non s’è visto nulla. Anzi, è apparso come un incontro fra amiconi. Di realistico, solo i commenti dei giornali circa la vittoria del giorno precedente e quella definizione di “cannibale” che, a Marco, non è mai piaciuta, nella più piena ragione, tra l’altro: nessuno ha mai imputato a Cipollini di essere un razziatore di vittorie in pianura e perché farlo per Pantani che, in fondo, di traguardi parziali possibili, ne aveva ancor meno? Finita la prima scena, dopo il pugno sul vetro, alla luce di taluni commenti letti nel pomeriggio di quel lunedì, circa una parzialità esagerata pro Marco, con relativa tesi complottistica contro di lui in Campiglio, mi son chiesto: “Ma dove caz.zo l’hanno vista questi qua!” Poi, mi son detto: “Ma non era forse il caso di mettere in video il resoconto di Bicisport, l’unico, a tanti anni da quel giorno tragico, ad essersi calato con onestà e il giusto spirito tanto giornalistico, quanto storico, su quei momenti?!” Nel contempo, ho sperato che il film riproponesse, nel prosieguo, qualcosa su quella maledetta mattina…. La seconda fase della fiction, la prima nella vita del campione, è la migliore: uno stupendo interprete di Marco ragazzino, la figura di nonno Sotero, davvero gigantesca, tanto nella sua saggezza, quanto nelle tinte comunicative tipiche dei vecchi di Romagna; il complessivo e felice inquadramento nell’antropologia di quei tempi e dei relativi sogni del ragazzino, non ancora fenomeno. Qualche errore di ripresa (auto d’oggi piovute nell’ambientazione di meta anni ottanta), ma nel complesso, davvero un buon lavoro. Non mi è piaciuta poi, perché esageratamente tirata via come un infimo segmento, l’ascesa imperiosa di Marco nel ciclismo, con le sue portentose stimmate da fuoriclasse eccelso. Aspetto negativo non da poco, perché il Panta, dimostrò presto, molto presto, di possedere le doti per riaprire le porte, nel ciclismo marcato sulla linea monocorde dei passistoni, alle stimmate di quello scalatore di cui si erano perse le tracce. Un rivoluzionario, che già si impossessava degli sguardi fini per una pedalata leggera, di punta e perfettamente rotonda, portando sulla bicicletta, come solo i supremi sanno fare, ciò che nella scherma si testimonia nell’abilità e nella precisione del fioretto, senza per questo diminuire le caratteriste marcate del ciclismo, fatte di forza e resistenza. Era un fenomeno, che al tempo della sua militanza fra i dilettanti mi faceva scrivere di lui, con pochi rischi di “stecca”, come di un nuovo Gaul. D’accordo, nessun attore, o ciclista portato a recitare un simile “unico”, avrebbe potuto riproporne le caratteristiche tecniche, ma insistevano filmati e, soprattutto, era d’obbligo il richiamo statistico, atto a dimostrare che al professionismo non passava uno dei tanti. Marco, veniva da un terno al Giro “Baby” con tre podi (una vittoria, un secondo ed un terzo posto che, per fatalità, non fu un primo) e già allora, avrebbe potuto emergere tangibilmente fra i prof. Quando strinse il contratto con la Carrera, la sue frasi (nel film finalmente riportate come si deve, come l’amico Pino Roncucci potrebbe in ogni momento confermare), erano dettate al Panta dalla perfetta lettura del suo interiore e di quelle sue sensazioni (come le chiamava sempre, potrei dire “linea conduttrice dell’intera sua vita”) di cui nel film non c’è traccia alcuna: una mancanza notevole, grave. Orgoglio e convinzione dunque, non da spaccone, o presuntuoso, o affarista (visto che di mezzo c’erano soldi), ma da persona razionale, ben consapevole dell’irrazionalità dell’istinto e dello smisurato talento che possedeva. Okay, forse l’amore che mi porta a ricercare negli sportivi più grandi, questo distinguo peculiare, può farmi eccedere, ma non mi tiro indietro, perché raccontare Marco Pantani senza far capire che non era un campione come tanti e che il suo essere uomo, era perfettamente sincronico al fuoriclasse, significa diminuirlo, tarpargli le ali. Ed è da qui che nasce la mia personale ed incancellabile convinzione (con conseguente battaglia in ogni consesso), nel vedere Marco un artista supremo. La fiction è poi proseguita con la fretta, divenuta linea reale del film, sui primi passi del mito Pantani, disturbando la narrazione, con un segmentino raffazzonato che ci mostra un errore: all’arrivo di Merano sono stati sublimati i fotogrammi dell’entrata nella località dell’Alto Adige, col traguardo a braccia alzate dell’Aprica. Peccato anche questo veniale, se in precedenza fosse stato inserito un altro fatto crogiolo dell’ellisse di Marco: il suo arrivo alla notorietà mondiale, attraverso l’umiliazione, da “gatto col topo”, inferta a Miguel Indurain, ovvero il più grande campione dell’epoca. D’accordo, un film che vuole evidenziare l’aspetto umano di un personaggio dello sport, non può soffermarsi su ogni passo della sua carriera sportiva, ma non può snaturarne i fulcri, oppure ometterli. L’impresa dell’Aprica (di cui, di fatto, non si parla), rappresenta la nascita internazionale del mito di Marco Pantani, quindi uno dei motivi basilari su cui, poi, si sono intrecciate le coordinate che hanno spinto la stessa nascita della fiction. Marco, divenne quel giorno il principale catalizzatore del ciclismo moderno. Con parole d’oggi, potremmo definirlo “il dio ciclistico dell’auditel”; l’icona della massa di chi si pone, con competenze o solo curiosità, di fronte ad uno schermo; la fase propulsiva e scatenante del boom imitativo sulla bicicletta. Certo, le imprese ripetute negli anni, hanno poi cementato e reso stellari le dimensioni nate sull’Aprica, ma era un dovere narrativo, posizionare ed illustrare nella sceneggiatura, quel punto cardine. Mentre scorrevano veloci quelle immagini, mi son chiesto: “Vuoi vedere che la caratura del campione, finisce per snaturarsi al punto di presentarci un lungo spezzone da filo conduttore da fiction?” La conferma è puntualmente venuta con la storia, allungata all’eccesso fra Marco e Christina, ma ne parlerò dopo. Altra mancanza, la cementazione del suo rango e delle sue prime sfortune di atleta che avrebbero migliorato, coi conseguenti pomi e sollecitazioni, la comprensione e la vita del personaggio. In questo contesto ho trovato stucchevole l’altrettanta raffazzonata rappresentazione del 1995. Dell’incidente di Santarcangelo che gli è costato un Giro, del dramma vissuto con la morte nel cuore per la tragedia del collega Casartelli al Tour (Marco, era buono come il pane, ed ha vissuto quelle giornate tragiche, con una sensibilità tutta sua e, mi si permetta, anche questo aspetto faceva parte del personaggio che si deve spiegare alla gente, visto che pochi, troppo pochi, nel mondo intellettuale, l’han fatto!); del Mondiale di Duitama, vissuto nell’impossibilità di essere se stesso su un particolare tecnico eccelso della sua unicità come lo scatto, per quel summa fra condizioni atmosferiche e le consistenze dell’asfalto colombiano in altura, nulla, assolutamente nulla. Mancanze abbastanza importanti, se si voleva spiegare allo spettatore non tifoso o competente di ciclismo, quindi una buona fetta di chi si sarebbe sintonizzato sul video, un tratto della lunga sequela di sfortune vissute dall’atleta e dall’uomo Pantani, che poi hanno pesato nelle sue parole all’uscita dell’hotel nella famigerata mattina di Campiglio. Già, e poi l’incidente nella discesa del Superga, in quella Milano Torino promessa a Christina (che fosse reale o una libera interpretazione della sceneggiatura non ha importanza), non coinvolse solo il Panta, ma anche altri due corridori: fu un incidente di gara tra i più brutti per superficialità, errori e colposità dell’insieme organizzativo, di tutta la storia ciclistica italiana. Marco, Dall’Olio e Secchiari potevano morire, come accadde, per un analogo incidente, al campione del mondo Jean Pierre Monserè, in Belgio, nel marzo del ‘71. Perché lo dico? Per la profonda convinzione di quanto, il fatto, abbia in qualche modo lanciato un segno sull’ellisse di Marco, anche aldilà di una gamba spezzata, e non dico di più, per le evidenze non dribblabili in chi si è calato, con immenso amore, nelle vicende del campione. Nella fiction, aldilà di come sia stata girata la scena (?), quel sinistro di gara, ci propone un altro aspetto non proprio riuscito e tendenzialmente deviante, rispetto alla linea dell’uomo Pantani: la sua capacità di soffrire e di superare le avversità con l’orgoglio di uno che trovava, nella sfida, l’esaltazione della sua forza interiore. Le continue domande sul “dopo” (nella realtà sono state assai meno numerose), di cui è costellato quel tassello della fiction, danno il senso di un’insicurezza, mentre nell’uomo-atleta Marco, erano un modo di caricarsi, intendendo nella risposta e negli sguardi degli interlocutori, un traguardo da battere. Nessun uomo, atleta singolo, avversità agonistica, potevano fermarlo. Quando arrivò al ciclismo di vertice, scattò in faccia ad Indurain umiliandolo; sul Glandon, al Tour ’94, cadde pesantemente col ginocchio su una roccia appuntita e con l’arto ridotto a melone, nella medesima tappa, trovò la forza e le risorse mentali, per annichilire tutti, come una forma di vendetta verso la sfortuna, ed un monito per quegli avversari che concepiva rispettabili nella misura in cui mostrava se stesso. Nel 2003, quando la sua disperazione lo aveva reso vittima di una sostanza che è parsa solo per lui da considerare blasfema, dimenticando il larghissimo contagio fra i parlamentari, l’imprenditoria, il mondo dell’arte e dello spettacolo, le professioni considerate “in” per il peso che ricoprono sul sociale e gli stessi sempre “candidi” giornalisti, con un fisico minato, che avrebbe consigliato un campione normale di posarsi su un lettino, il Panta, alla faccia di chi di sport vero capisce ben poco anche se si valuta inverso, fu capace di dimostrare al Giro e nella straordinaria tappa dello Zoncolan, di avere una marcia in più rispetto a chiunque! Ripeto, singolarmente, Marco, non conosceva fragilità nell’ambito dell’intorno possibile, questa poteva nascere, come è avvenuto, solo quando le sue sensazioni che possedevano gli occhi d’un felino, hanno letto l’impossibilità di battere quell’intero ambiente che l’aveva eletto a capro espiatorio o agnello zimbello per indottrinare il mondo dei fessi o dei beccaccini. E’ comunque fragilità quella? O è solo una deriva che nasce in chi è artista supremo, quindi non spiegabile dall’osservatorio vinto dal razionale imparato a memoria, più che codificato dai ragionamenti. Resta il fatto che la fiction di quel terribile incidente, ci presenta un Marco che si sforza in maniera troppo soft rispetto alla realtà di quei mesi, che si pone mille domande sul futuro, quando invece dimostrò, in quei giorni, anche di fronte ai più scettici, di essere un mostro di tempra e determinazione. Questa superficialità nella fiction, ai miei occhi, assume un’importanza enorme, ma ne riparlerò dopo. All’indomani di Superga, dunque, il Panta, era atteso ad un recupero su cui, le percentuali di successo, erano risicatissime. In quelle settimane d’angoscia, discutevo del suo caso con tanti colleghi, operatori di sport, allenatori, ed alla fine, le conclusioni erano molto pessimistiche. Poi, quando potei osservare da vicino la forza e la determinazione messe in campo da Marco, per rieducare un arto così decisivo per il suo essere atleta, attraverso preparazioni all’esercizio lunghissime e dolorose, compresi che il medesimo talento che avevo visto fulgido sulla bicicletta, possedeva una corazza altrettanto sconfinata nella mente, capace di sconfiggere anche quella avversità. Lo vedevo nella parte d’avvicinamento alle terapie in piscina, e pur ritrovando nella fiction immagini molto più soft e fuori dall’acqua, sono scoppiato a piangere. In quei giorni, ripeto, ho visto il Marco dell’Aprica: un immenso totale campione che mi rendeva felice di aver avuto la fortuna di vivere da vicino la sua era. Per me, che considero gli albi d’oro spesso un confondente dell’arte sportiva più profonda, il ciclista più illuminato di stimmate totali da fuoriclasse, apparso sulle strade, dopo il solco di Eddy Merckx. Sissignori, meglio anche di Bernard Hinault, che tra l’altro, è stato il primo programmatore della storia del ciclismo! Il seguito della fiction poi, ci presenta un flop che m’ha fatto imbestialire: l’impossibile presunta ammissione a Pino, di aver fatto quello che facevano tutti. Una dichiarazione fatta partire da una lettura dei dati di ematocrito, all’atto del ricovero per l’incidente di Superga. Una sciocchezza, perché quei dati, sono stato resi noti, quando era già in atto l’epidemia seminata per distruggere Marco, diversi anni dopo. Ora se si voleva arrivare a trovare un pretesto per dimostrare che il Panta si trattava per non concedere agli altri un vantaggio, ammesso che corrisponda al vero (per quanto mi riguarda ho tante certezze di indirizzo diverso!), si poteva trovare un modo più discreto, per non dire intelligente, senza mettere di mezzo una figura inesistente a quelle dimensioni. E per fortuna che era una fiction pro Marco, come è stato esageratamente scritto! Il biennio d’oro del Pirata, trattato con una fretta ingiustificabile, con errori d’immagini e cronologia, più simili ad orrori storiografici e mancanze non da poco, come il salto sull’ennesimo colpo di sfortuna materializzatosi su quel gatto che costrinse il Panta al ritiro nel Giro del ritorno all’agonismo, quando era in gran crescita, provocandogli un infortunio muscolare, sottostimato da tutti gli osservatori, ci da un altro segno delle tinte deludenti della fiction. Cos’abbia significato per il mondo intero e non solo per il ciclismo, la doppietta di Marco al Giro ed al Tour ’98, è sotto gli occhi di tutti, ma era peculiare farlo capire anche ai fictiontelespettatori, in quanto il ragazzo venuto dal mare per intenerire i monti, fece un’impresa che lo proiettò sull’immaginario collettivo, con ben altri mezzi e contorni, rispetto a chi l’aveva preceduto. Quel giovane alato era veramente un Pirata, capace di distorcere, in un solo anno, anche gli ultimi baluardi di chi aveva voluto costruire rapporti di forza e notorietà nello sport, a tutto vantaggio di chi ben si conosce. Lui, Marco con la Bandana, col suo modo di dipingere e scolpire il rapporto con la bicicletta, fece muovere l’Italia intera, al punto di spingere, per festeggiarlo fra la gente, anche il Presidente del Consiglio (quando mai nel ciclismo?). Non solo, ma nel 1998, Marco Pantani, divenne il quinto italiano vivente, ogni categoria, più conosciuto nel mondo. Quanto basta, per far nascere attorno a lui, gli interessi di chi vive sui boom positivi, ma anche le invidie tipicamente italiane, nonché le attenzioni e la guardia alta di coloro che, fra il losco magari incipriato, muovono da decenni, in questo Paese, azioni atte a mantenersi tali sui loro subdoli scopi. Marco Pantani, aveva squarciato gli equilibri del vetusto Coni, ed inferto un colpo al cuore delle azioni e degli intendimenti distruttivi e devastanti, della Federazione più scarsa mai incontrata personalmente in carriera: la FCI cerutiana. In altre parole, questo autentico Pirata, elevando alla potenza, quello che aveva già testimoniato, come un oceano nel biennio ’94-’95, assumeva i connotati dell’intruso più fastidioso, anche per larghe e potenti fasce del mondo sportivo. Era anche lì una rivoluzione. Non farlo capire al fictiontelespettatore, per me, è stata un errore enorme, o una vergognosa genuflessione verso i poteri che si muovono orizzontalmente e trasversalmente nel nostro Paese. Già, ma si voleva narrare il Marco uomo. Bene, non si determina la caratura dell’uomo, se lo si lega solo parzialissimamente ai segni diretti ed indiretti della sua opera. Non c’è film che possa passare su questa massima incancellabile. Ed anche una robaccia, quale è artisticamente una fiction, non può cancellare questa essenza. In questo quadro va vista la storia con Christina. La lunghezza da “misto polpettone” poteva fare al caso per il tipo di pubblico presumibile, ma la glorificazione di un personaggio che non so proprio fino a che punto abbia giocato un simile ruolo, ha di fatto confuso ulteriormente la comprensione e la caratura del protagonista. Sono solo sensazioni, sia chiaro, manca la prova che nessuno può avere, quando si tratta del rapporto privato fra due persone. I terminali che possiamo giudicare però, non vedono in Christina una martire, ma semmai una ragazza, pur con le giustificazioni del caso, incapace di sostenere fino in fondo, un uomo che s’avviava ad una depressione nata da una gogna che solo con un termine scurrile può definirsi e giustificarsi in chi non la vedeva. Una ragazza, forse troppo giovane per concepirsi accanto ad un compagno preso a riferimento nel bene, ed impiccato oltre ogni logica lontanamente positiva nel male; oppure in difficoltà, per le differenze culturali tanto insistenti fra il suo paese di nascita e quello di residenza. Oppure ancora, semplicemente incapace di percepire l’originalità eccelsa, l’innato senso artistico e la grande onestà di fondo di un uomo, eletto ad epigone a prescindere, con tanti nemici, nel suo ambiente e nella sua stessa terra. Resta il fatto che riassumere la storia fra i due, con la banalità di quei dialoghi e circoscrivere la partenza di Christina, come reazione al delirio persecutorio di Marco, mi è sembrata una scelta superficiale, poco rispondente alla realtà, ed esageratamente pesante, anche in un contesto di basso profilo culturale come una fiction. Il finale del lavoro di Rai 1, ci ripresenta il ritorno alla maledetta giornata di Campiglio, ma degli auspicati zoom sulle essenze di quella tragica mattina, compreso l’intorno, manco l’ombra. A quel punto mi son chiesto quale malafede o poca acutezza, possan intervenire in chi ha giudicato questa fiction “pro Marco”, con tanto di matrimonio verso la tesi di Campiglio, come di un agguato! Bèh, se si pensa a come larghe fasce del mondo intellettuale, abbian appoggiato la melma dei media, ed il “dagli all’untore” della poco luminosa magistratura italiana, questo lavoro segna un ignavo passo in avanti. Ma ci si accontenta di poco, perlomeno sui segni comunicativi di spessore leggermente superiori al solito di cui siamo abituati. Di ciò che la località trentina ha significato nello sport italiano intero, ed in quelle stanze chiamate procure, che hanno aperto verso il Panta un precedente ancora unico al mondo, fino a comporre dei flop giuridici non commentabili attraverso le bellezze della lingua italiana, niente, assolutamente niente. Abbiamo visto solo l’inizio dell’odissea finale del campione, dell’artista supremo Marco Pantani, che prima di ogni altro ha capito quanto sia stato eletto a capro o agnello sacrificale, che non può ricomporre il suo cristallo perché gli è stato fatto il torto più capitale per uno di cotanta fattezza, ma alla narrazione manca un anello che rende molto meno incisiva la scena del bagno, ovvero la più bella ed azzeccata di tutto il lavoro. L’unica in cui si dimostra come la coca non abbia intaccato l’artistico modo di proporsi di Marco, la sua poesia, non scalfita nemmeno dallo stentato italiano scritto. Già, perché questo uomo non altera la sua esistenza verso il suicidio, non si droga per una depressione normale alle siamesi presenze nell’intorno umano, ma possiede motivazioni scatenanti nell’ambiente sportivo che gli crede troppo poco e che fa confronti con altri colleghi del presente e del passato, intingendosi di superficialità e cecità; che subisce la peggiore delle torture psicologiche possibili: quella di essere preso da magistrati ragionevolmente poco illuminati per non dire qualcosa in più, come icona del loro universo. All’uopo, voglio qui ricordare, quello che Eddy Merckx mi disse a fine ottobre 2000, in quel di Bilbao: “ Vedi, se dopo la mia positività a Savona nel Giro del ’69, su cui, come sai, ho certezza di bidone, avessi dovuto subire la pressione asfissiante dei magistrati, come sta succedendo per Marco, non sarei tornato più a correre. Pantani lo stanno linciando, è vergognoso!” Ecco, la mancanza nella fiction di ciò che ha significato avere sul collo sette procure disponibili ad andare anche fuori dall’ordinamento legislativo e di procedura penale, pur di giocarsi questo jolly, rappresenta l’errore più grave ed imperdonabile e, come ho detto prima, toglie l’anello fondamentale alla storia di Marco, fino a rendere il finale, pur ben fatto, meno efficace alla comprensione, nonché disonesto verso il Pirata. L’uomo Pantani, ancor giovane, atleticamente superlativo, accentua la sua lungimiranza senza snaturare il proprio oceano di sentimenti: lui è onesto, buono, troppo vero per scegliere la strada opportunista del fregarsene e ripartire (quella che gli ignavi vorrebbero), né quella della vendetta da “pelo sullo stomaco”, ma quella superficialmente definita masochista, che scarica su se stesso la comprensione delle meravigliose sensazioni con cui è nato e s’è eletto unico. Certo, unico nello sport e fra gli sportivi altrettanto unico a capire, anni ed anni prima dei pochissimi, l’insieme di ipocrisie e cruenti verità, che si annidano fra il potere quotidiano di questo ambiente-tassello di una società che ha mostrato e mostra, proprio sul suo caso, tutta la propria inadeguatezza. Egli grida inascoltato nella speranza di trovare adepti che possano contare per l’inversione, portando a prodromo la propria disperazione e autodistruzione, la propria vita di fatto, ma nessuno, pur leggendo e, magari, capendo, osa porgergli una mano. Marco non si rivolge ai tifosi, perché sa che con le mani non si sconfiggono i carri armati, sa che il ciclismo si sta elevando a fesseria o prateria per rimettere i peccati di tutti, sa che lo hanno scelto pasto con un artifizio, magari nato fortuitamente, ma ugualmente fortemente voluto. Ciononostante, fino alla fine, pur essendo l’unico a morire, dona una parola pesante come un macigno, verso la difesa dei colleghi. Di quegli anni e dell’estremo messaggio che ci ha lasciato, spesso scritto come si dipinge un quadro naif, nell’occasionale e nel poetico (scrivere sul passaporto rappresenta un altro luminoso tratto del suo essere artista fino alle viscere), la fiction lascia solo l’immagine dell’invocazione finale delle sue reali parole. Sono scene toccanti, che m’hanno fatto piangere, ma non sono sufficienti per spiegare la distruzione di Marco come un messaggio, o meglio, come il segmento finale e possibile, per un uomo così raro e difficile in quanto denso di facoltà incomprensibili alla razionalità spesso miope dell’osservatorio. E pensare che un artista, possa avere la razionalità pragmatica d’un bancario, rappresenta una delle tante dimostrazioni di come l’uomo sia immaturo, poco cresciuto e col cervello ancora tutto da esplorare e, quindi, mappare (non farneticazioni del sottoscritto, ma lettura ed azione quotidiana, di un’illustre equipe di scienziati australiani). Pantani è morto solo, nella solitudine che non voleva e non concepiva, non quella degli affetti che ci sono stati e sempre ci saranno a iosa, ma quella delle essenze e di chi doveva saperlo leggere con la forza dei titoli e delle stanze che contano. Marco s’è sacrificato per la dignità dei ciclisti, gli stessi che ancora oggi, belano come pecore e si muovono per donare lana e carne ai soliti noti. Chi comprende lo sport, senza slegarlo dalle realtà di vita, sa che sono loro gli sconfitti, non il Pirata. E da qui la speranza, con la quale la scena nettamente migliore della fiction si muove: i bambini che seguono il tratto di Marco e che, mi auguro, nell’impulso e nelle moltiplicazioni che il suo nome ha lasciato, sappiano essere degni dello sport che ha visto nell’uomo con la bandana, una luce radiosa ed incancellabile. E che siano loro, divenuti dirigenti, a ricostruire totalmente il ciclismo, perché i migliori di oggi, al massimo, potrebbero essere uscieri e fattorini del giusto. Detto questo, fra divagazioni e lacrime, fra errori, dimenticanze, omissioni, storture e parti migliori, il lavoro proposto da Bonivento, va nel personale archivio, come un tratto che m’ha deluso…. E mi sento buonista nell’affermarlo. [b]Altre negatività della fiction... [/b] Il tempo e la fretta non possono giustificarsi. Una puntata su Marco, è già un modo per sfregiarlo. La sintesi è impossibile su un personaggio simile. Può andare bene in un documentatario, ma non in un film. E ciò vale anche alla luce dei più che probabili “no”, giunti da alcune figure che hanno inciso, in un caso in maniera altisonante, sull’ellisse di Marco. Ne mancano troppe però, ed alcune, come quella di Luciano Pezzi, proponibili senza il rischio di incorrere in un diniego. Troppi errori poi nella ricostruzione ciclistica di Pantani, al punto di rendere spontanea la domanda su chi siano stati i consulenti della regia su questo versante. Morale: un lavoro che è nato soprattutto sull’anticipo, costi quel che costi, rispetto ad eventuali o già presenti, concorrenti. [b]Le positività della fiction... [/b] Alcuni comportamenti di Marco in pubblico, fra gli amici, ed alcuni segmenti del fraseggio, me lo hanno veramente ricordato. Bravo Ravello, chiamato ad un compito impossibile, ma calatosi nel ruolo come meglio non si poteva, sia alla luce del copione proposto e sia per lo sforzo che ha fatto nel cercare di avvicinarsi al tratto del dipinto di Marco sulla bicicletta. A lui un abbraccio, perché mi ha dato l’idea di un attore che ama ciò che fa e credo che, interpretando il Pirata, abbia veramente conosciuto un personaggio che diverrà patrimonio per la professione e la sua stessa vita. Bravo Gianfelice Facchetti, e non lo dico perché suo padre è stata una mia icona sportiva, ma perché ha interpretato al meglio quell’immaginario Francesco che, nella linea del lavoro, appare come una figura azzeccata e ben fatta. Sulla Romanoff, scansando quella bellezza (ma anche la vera Christina era bella) che pare essere il filo conduttore del giudizio di parte dell’osservatorio, mi sembra abbia pesato non poco il quadrante dato al personaggio dalla regia. Anche altri attori (Pino e Sotero in particolare) sono stati positivi, ma il tutto va letto, purtroppo, nell’ottica di una sceneggiatura molto parca e, mi si permetta, assolutamente insufficiente. [b]Nonostante tutto... [/b] Già. Come volevasi dimostrare, il pubblico televisivo italiano, ormai mangia anche l’ortica e la fiction su Marco, pur fra mille punti oscuri, ha svolto e svolge, una funzione che può legittimare un certo ottimismo: milioni di persone, non dichiaratamente sportive, hanno oggi una visione diversa della storia del Panta. Me lo chiedo fra centinaia di dubbi e fra altrettante domande sul perché, sul come e sul dove, ma l’aspetto comunicativo positivo della fiction verso il nostro Capitano, c’è stato. Quanto basta per ristudiare Psicologia Sociale e Sociologia, ma tanto è. L’ho potuto appurare nei contatti di questi giorni con chi, di Marco, nel reale, ha avuto solo lontani riferimenti. Un pubblico non necessariamente giovane ed esteso, che lancia un’altra riflessione sul grande fastidio dimostrato da quel cumulo di “macerie maleodoranti” che, per anni, han voluto trasmettere alla gente un Marco come esempio negativo in tutto e per tutto. Già, è bastato un lavoro deludente, ma non votato a far da cassa di risonanza all’elezione di Pantani come “dopato e drogato d’Italia”, per far incazzare le mele più velenose e catastrofiche di un Paese decadente quale è, il nostro. Non solo, ma ha costretto altri, ad incipriare ulteriormente la loro ipocrisia. Forse ha persino fatto crescere in taluni quel senso di colpa, di cui noi abbiamo più volte auspicato la fuoriuscita, ed ha costretto anche le cassandre perbeniste dello scarso mondo intellettuale italiano, a ricordare…. che prima del giudizio ci sta la conoscenza. [b]Ed ecco il bello delle reazioni.... [/b] Di Travaglio d’agnomen e sostanza dolorosa, disgraziatamente portante un nome, Marco, che dovrebbe essere ritirato dalle possibilità d’anagrafe, abbiamo potuto vedere l’ennesimo delirio pro magistratura e un ulteriore graffio sinistro, sulla sinistra più scarsa d’Europa, nonché sul partito più squallido, che mi onoro purtroppo, di non votare più da tempo. Di questo figuro, che non potrà mai impedire al sottoscritto, nemmeno con l’amico pugno nello stomaco indossante una toga, quanto sia ridicola, ai miei occhi, la sua pochezza, abbiamo dunque letto scritti, pronti a testimoniare quanto sia becero, diseducativo e pericoloso alla stessa salute, soffermarsi su chi usa l’odio a prescindere e non prova nemmeno un poco, ad azionare i neuroni della conoscenza. Non leggere Travaglio, per me, è come prendere la Tachipirina di fronte a 40° di temperatura; non leggere i giornali che lo ospitano, altrettanto e spero che il mio esempio sia seguito da tanti altri. Mi auguro infine che gli avvocati della Fondazione, trovino il viale per una querela, ben difficilmente accettabile, a mio parere, da una magistratura troppo incline, verso una delle ugole più servili del loro comunque discutibile operato. Se ci sono le strade, va comunque presentata e lo dice un italiano della stragrande maggioranza nel privato, ma infima minoranza nel pubblico, disponibile ad urlare, in comizio, quanto sia legittimo augurarsi di vedere nelle toghe il male minore, non la giustizia. Di Capodacqua sappiamo tutto, ma la sua miopia ormai fa tenerezza. Un po’ come quello scolaro che studia, studia e studia, ma alla fine merita sempre 4. Difficile pensare che a spingere il suo teorema assurdo sia completamente lui e non un servilismo, di cui non si conoscono i vantaggi, verso chi gli passa la pappa informativa. Se così non fosse, l’esempio dello scolaro, prenderebbe piede fino alla congiunzione totale del messaggio. Resta il fatto che il baffo insiste, incapace di reagire al suo tormento di scarso conoscitore dello sport (a cui il fatto d’essere praticante non giova) e tanto più incapace di leggere i significati di ciò che è venuto dopo l’ellisse di Marco. Troppo Coni nascosto nelle sue parole, troppa voglia di distinguersi, forse, troppo orgoglio nel non voler cedere di fronte all’insostenibile. Marco vinceva da ragazzino con fare superiore, ed ha continuato a vincere nel medesimo modo, ma se proprio la tesi (da zero in conoscenza) di più bravo a miscelare l’epo tanto cara al baffo (da leggere solo allo scopo di trovare le strade di salutari risate), fosse vera, perché ha cominciato a vincere i grandi GT, solo quando gli effetti di quella sostanza diminuivano nelle percentuali? Detto questo, se Marco, senza medici santoni, era così bravo a superare il loro essere scienziati nella miscelazione chimica, perché il baffetto e il suo giornale (altro segno della pochezza della sinistra italiana e lo dice uno che ha sempre votato a mancina), non si fanno paladini di una laurea honoris causa o addirittura un Nobel, alla memoria, per Pantani? Suvvia, è ora di finirla con queste tesi, ed ora di studiare di più lo sport, senza simpatie o partiti di tendenza, dalle bocce, al calcio. Ne guadagnerebbero, oltre alla cultura del baffetto che pedala, anche le pagine di quel giornale elettosi oltremodo troppo, come un giornale non spazzatura. Della Gazzetta, altro foglio che ha pesato non poco in Marco per gli strali del “signore d’ogni dove” che dire? Ha scelto la strada dell’ipocrisia, come sempre fa quella testata, la cui proprietà rappresenta quanto di peggio ci si possa augurare per l’avvenire democratico di un paese… che le Banane le ha da tempo nella propria testa pensante. Pastonesi, era, ed è, la penna migliore per fare come il gatto di fronte ad un segno di naturalità. Le sue parole possono pure essere sincere, come quelle di Mura (altro spessore ed altra personalità) del resto, ma alla fine, non può essere una voce a redimere un giornale di fronte alle vergogne perpetrate per anni. La Gazzetta, è il Cannavò o cannavismo sincronico alla sua proprietà; la Repubblica, con Travaglio, Capodacqua e Coen (buono quello), cancellano o attenuano troppo, un Mura gigantesco rispetto a loro singolarmente. Alla fine, sono i pesi ed i numeri a contare e dare immagine. Mura non è Repubblica, ma una voce estremamente minoritaria. Taluni bravi giornalisti ( e ci sono), che non possono emergere, pena ridimensionamento o licenziamento, non sono la Gazzetta, ma scopini per l’ipocrisia dei loro padroni. Zomegnan? E’ restato nel silenzio fino ad ora, ma organizzare un Giro o fare il dirigente aziendale, è il suo vero lavoro, potrei dire la professione a lui cucita. Di raccontare lo sport o di trascinare con la penna chi legge, non è mai stato capace. Morris


nino58 - 20/02/2007 alle 08:45

Direi che il canovaccio per la sceneggiatura di una fiction (di almeno quattro puntate, ma meglio qualcuna in più )è pronto. Lo dico molto seriamente : chi volesse cimentarsi nella costruzione di una storia filmica su Pantani (proprio perchè i fatti sono recenti)non può prescindere da un'implacabile e correttissima sequenza degli avvenimenti (sportivi, in primis); se poi vuole capire anche la storia dell'animo deve ricercare con persone che hanno avuto l'occasione di averlo visto crescere senza, però, avere contatti "troppo" diretti con lui e che, comunque, gli hanno voluto bene. Sì, lo sceneggiato in più puntate (con più spezzoni televisivi possibili)è il format più consono ad una seria ricostruzione della storia di Marco. E la storia non la chiuderei con la sua morte, perchè anche gli anni successivi continuano a far parte della sua vita; sono cronaca, oggi, ma proprio le continue parole a sproposito sono il sintomo della cattiva coscienza di troppi. Credo che, a partire da queste pagine, sia possibile proprio una scrittura a più mani di una sceneggiatura "d'amore e precisione" e senza secondi fini. Che ne dici Morris ?


galibier98 - 20/02/2007 alle 13:46

morris ha citato pastonesi. posto questo suo bello scritto che è pubblicato nella rubrica "senza rete" del sito gazzetta. mi scuso se lo ha già postato qualcun'altro in un altro thread. Permette una domanda? Sgrana gli occhi, è un sì. Anzi, ne permette due? Ha già perso la pazienza: qui si permettono risposte anche senza domande, figurarsi domande eventualmente senza risposte. Lui è Ermes, lei è Giuliana. Piadine e crescioni. Un chiosco, però grande. Bianco e verde: non a strisce orizzontali, come il Celtic, calcio, o il Benetton, rugby, ma verticali, e il verde è più scuro. Il posto si chiama La calèda, e significa ritrovo di gente stramba. Un cartello spiega la storia. E’ proprio la parola stramba ad avermi spinto a entrare. Poi i baffi di Ermes e il sorriso di Giuliana mi hanno rassicurato, confortato, confermato. Siamo rimasti soli. Gli ultimi clienti, una coppia, ragazzo e ragazza, e una doppia coppia, due mamme e due bambine, se ne sono andate. Nove e mezzo di sera: Cesenatico, il 13 febbraio, soffre di solitudine. Bisogna approfittarne. La prima domanda è se conoscevano Pantani. Sì, mi fa Ermes, sì, annuisce dalla cucina Giuliana, lo conoscevamo, così di vista, anche di persona, e chi non lo conosceva qui. Sarà una domanda, questa, o una risposta? Punto esclamativo o interrogativo? Punto, e basta. La seconda domanda è che idea vi siete fatti della sua morte. Mi spiego: la morte per l’overdose di cocaina, quella è certa, ma intorno a quella, prima e dopo, se Marco era solo o no. Ermes dice che Marco era stato lasciato solo, prima, e non ce l’ha più fatta, da solo, poi. E che in un certo senso era già morto prima, quando correva e un giorno non l’hanno più fatto correre. Madonna di Campiglio. Si conoscono da sempre, Ermes e Giuliana, si sono messi insieme trentaquattro anni fa, e da quattordici lavorano qui, alla Calèda. Prima lui faceva l’annuale, lei la stagionale. Adesso, a occhio, è lei a preparare piadine e crescioni, è lui a fare tutto il resto. Lei grembiule e cappello, lui grembiule e pancia. C’è un altro cartello: "Se a vlì magné, alzi è cul e avnì a urdinè". Alzo il culo: il listino recita specialità e detta prezzi. Ordino: crescione con mozzarelle e erbe, più birra media, poi piadina con mozzarella e pomodoro, più birra media. Caffè? No, grazie, mai di sera. Ermes racconta di quella volta - era il 1998, Pantani aveva vinto prima il Giro d’Italia e poi il Tour de France - in cui il club dei suoi amici e tifosi aveva organizzato una festa in suo onore. Tutti quanti, da ciascuno secondo le sue possibilità, che a pensarci sembra quasi un modo comunista. Così loro due avevano preparato trecento piadine con la forma della crapa pelata di Pantani, anche le orecchie, un po’ grandi, un po’ a sventola, un po’ aguzze, affettuosamente si capisce. Trecento piadine regalate, divorate, sparite. Tanto che i ragazzi del club erano poi tornati per chiedergliene delle altre, ma la pasta era finita, insomma più di così, avremmo dovuto pensarci prima, fa Ermes, un po’ tutti, fa Giuliana. Le piadine a forma di testa di Pantani erano piaciute anche senza essere neanche state assaggiate: da collezionare. Giuliana dice che avevano offerto fino a cinquemila lire l’una - nel 1998 si ragionava a lire -, e pensare che a loro erano costate cento lire, ma non era una questione di soldi: quello, conclude Giuliana, era il nostro regalo. Marco, ricorda Ermes, abitava qui dietro. Il chiosco sta in viale Roma. Non era ancora questo chiosco, precisa Giuliana, era un tre per quattro. Dodici, calcolo io. Un tre per quattro, ripete. Come facevano a starci dentro?, penso io. La festa aveva radunato un sacco di gente, molta più di quella che si potesse immaginare. La sera, a un certo punto, davanti al chiosco, passò un amico di Marco con una donna. Non era una donna. Era Marco travestito da donna, con una parrucca. Andava in incognito a vedere la festa, come se si vergognasse di tutta quella gente lì, per lui. O come se ne avesse paura. Ermes dice che quello è stato forse il momento più bello, più sereno se non più felice, più allegro. In quel momento, chi l’avrebbe mai detto. Stavolta ci vorrà o no il punto interrogativo? Entri, mi fa Giuliana. La cucina è a vista anche da fuori, ma dentro sembra più il regno della pulizia che non della piadina. Non è questo che voleva mostrarmi. Eccolo lì, Pantani: una sua foto, attaccata al muro, e alla sua destra c’è Padre Pio. Cesenatico, sostiene Ermes, gli deve tanto, troppo, tutto. Non c’è albergo, ristorante o chiosco di piadine che non abbia guadagnato grazie a lui. La gente veniva qui perché qui era nato Pantani, qui c’era il chiosco della sua famiglia, qui respirava e correva. Qui, penso, in riva al mare, altitudine zero, si è inventato uno scalator: uno scalatore di Cesenatico vale almeno quanto un bobbista giamaicano, ma un bobbista giamaicano che vince, non che partecipa. Qui, incalza Ermes, non è venuto anche lei per Pantani? E’ vero: qui alla Calèda si possono fare domande anche senza pretendere risposte. Tre anni fa, esattamente tre anni fa, di sera, Giuliana e Ermes erano all’Atlantica, giocavano a bingo e guardavano la tv, un’occhiata fra un numero e l’altro, senza seguire, senza sentire. Se avessi saputo che c’era uno speciale su Pantani, Ermes ricorda di aver detto, me ne sarei rimasto a casa a guardarlo. Invece, dopo un po’, rimbalza la notizia che Marco è morto. All’inizio sentivi soltanto il rimbalzo della notizia, come di un pallone da basket in una palestra vuota. Un dolore sordo. Poi le sillabe sono diventate voci, e le voci un fiume, e il fiume è tracimato. Anche nei loro cuori. Ermes dice che è stato come un’onda, un’inondazione, un allagamento. Il giorno del funerale Cesenatico era piena, piena zeppa, gente dappertutto, fuori dalla chiesa di San Giacomo, sul Porto canale, solo lo spazio per il corteo, e tutto intorno una marea di teste, di facce, di lutti. E poi le corone. Le corone dei parenti, degli amici, delle società, dei club e, in fondo, quella della Gazzetta dello Sport. Al momento di prenderle sue e portarle là, nel cimitero, quella della Gazzetta dello Sport era rimasta giù, colpevole - la Gazzetta - di non aver protetto Marco, di non aver cancellato l’esame, o almeno di non aver capito che si trattava di un complotto. Aveva addirittura scritto, la Gazzetta, che Pantani aveva tradito. Invece Ermes sostiene che si sapeva già, fin dall’inizio del Giro, che avrebbero fatto fuori Pantani. E poi mancava un solo giorno, anzi due, ma di vera corsa era soltanto uno, alla fine del Giro. Fu proprio lui, Ermes, a raccogliere la corona e accompagnarla nella processione. Per pietà della corona, non della Gazzetta. Tant’è che da quel giorno non ha più comprato la Gazzetta, solo il Corriere dello sport-Stadio. Così imparano. Devo dirvi due cose, darvi due notizie, faccio a Ermes e Giuliana. La prima è che sono un giornalista. Questo l’avevo capito, confessa Giuliana. La seconda è che sono della Gazzetta. E’ da tre anni che cerco Marco. L’ho intravvisto nelle lacrime dei gregari, l’ho immaginato negli occhi di Roncucci, l’ho sentito qui da Ermes e Giuliana. Gliene sono grato e glielo dico. Poi si parla del più e del meno, più del meno che del più, e alla fine lottiamo sul conto, per poter pagare devo mettere i soldi su un tavolo e poi scappare. Invece che prendi i soldi e scappa, qui è lascia i soldi e scappa. Comunque: la piadina è aperta, il crescione chiuso. L’ho capito quando mi sono unto sui pantaloni


Donchisciotte - 21/02/2007 alle 16:08

Molto bello l'articolo di Pastonesi, anche se la Gazzetta, anche in articoli così, fa sempre finta di non capire. Ma la notizia oggi pare un altra: QUERELATO TRAVAGLIO! Erano otto anni che apettavo una querela, forse in questo caso gli estremi non ci sono proprio tutti e Travaglio è uno che le querele non le perde , però mi pare un segnale bello lo stesso. Certo si sono persi otto anni e forse l'efficacia di queste cose non è più la stessa che poteva essere otto ani fa , ma va bene così. Ecco la otiia da www.tuttobiciweb.it Travaglio: «Mio figlio non era un dopato» La signora Tonina Belletti, mamma di Marco Pantani, esprime rabbia e indignazione per le diffamatorie esternazioni del giornalista Marco Travaglio (nella foto) che in un suo recente articolo ha definito Marco Pantani un ciclista dopato. Tale affermazione e' totalmente falsa ed ingiuriosa in quanto Marco Pantani non e' mai stato trovato positivo ad alcun controllo antidoping. Per questo la signora Belletti ha gia' concordato con i propri legali la presentazione di una denuncia nei confronti del sig. Travaglio davanti alle competenti autorita' giudiziarie. Con questa iniziativa la signora Belletti intende dare un forte segnale, volto a far cessare la stucchevole e diffamatoria campagna di disinformazione che, dai fatti di Madonna di Campiglio, si e' scatenata contro la figura del figlio Marco.


Frank VDB - 21/02/2007 alle 16:22

Siete tutti invitati a richiamarmi a volare basso e a tornare alla mia grigia normalità di mezzo cicloamatore che si allena sui rulli (che si sono rotti) e che ingrigisce a leggere giornali. Ciò premesso, permettetemi ma mi sento un pò di avere contribuito con la mia mini-denuncia su cicloweb ad avere sollevato il caso Pantani-Travaglio. Così impara a documentarsi un pò meglio invece di sparare su chi non può più difendersi... domani compro l'Unità per vedere se scrive qualcosa di brillante sulla cocaina di Flachi... Ok, rimettetemi pure in riga, ora :hammer:


miky70 - 21/02/2007 alle 16:34

Maria Rita, perchè secondo te la sig.ra Tonina adesso ha questo comportamento più coraggioso e meno remissivo rispetto agli ultimi 3 anni? E' dovuto solo dall'uscita del film oppure le persone attorno alla famiglia sono cambiate o al fatto che la rabbia e il dolore hanno lasciato un po' di spazio per ricostruire la memoria di Marco? Ciao.


nino58 - 21/02/2007 alle 17:02

Una risposta precisa potrebbe dartela soltanto lei. Istintivamente direi che la seconda e la terza che hai detto sono verosimili e probabili, la prima (il film) non penso.


Admin - 21/02/2007 alle 17:37

Diciamo anche che è un po' cambiato il clima intorno alla figura Pantani. E di questo tutte le persone che hanno collaborato a perpetuare un'immagine non stereotipata negativamente del Pirata possono essere orgogliose. Tutte le persone che hanno speso se stesse nell'incessante ricerca della verità (e continuano), meritano il nostro ringraziamento. Su tutte, due, che qui mi piace citare personalmente: Grazie Maria Rita Grazie Maurizio


Reggio Emilia - 21/02/2007 alle 19:01

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] domani compro l'Unità per vedere se scrive qualcosa di brillante sulla [b]cocaina[/b] di Flachi... Ok, rimettetemi pure in [b]riga[/b], ora :hammer: [/quote] dai, l'hai fatto apposta! :D


Donchisciotte - 21/02/2007 alle 19:30

Grazie Admin! Sono cambiate le persone intorno. Tonina è sempre la stessa , lei la giustizia per il figlio l'ha voluta sempre. Ricordiamoci che durante il Giro 2004 disse che gli assassini erano al Giro. Adesso è davvaro lei a parlare ed agire. Comunque la querela è durissima, verremo sommersi da perizie di tutte le procure d'Italia, questa è la specialità di Travaglio. E Travaglio è un uomo potente.


miky70 - 21/02/2007 alle 19:33

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Comunque la querela è durissima, verremo sommersi da perizie di tutte le procure d'Italia, questa è la specialità di Travaglio. E Travaglio è un uomo potente. [/quote] Cosa vuol dire perizie?


Donchisciotte - 21/02/2007 alle 19:34

Comunque è vero che Tonina ha letto l'articolo riportato ,dal forum di cicloweb, su quello della Fondazione , insieme alla lettera inviata da Admin.


Admin - 21/02/2007 alle 20:22

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Comunque è vero che Tonina ha letto l'articolo riportato ,dal forum di cicloweb[/quote] In tal caso siamo tutti debitori di una birra nei confronti di Frank/Davide!!! Sarò felice di essere il primo a pagare la consumazione ;) :cincin::cincin:


Laura Idril - 21/02/2007 alle 21:43

Voglio vedere se Travaglio, che di solito sta a contare tutte le querele che beccano gli altri, adesso comincia a contare le sue. Brava Tonina!


cunego - 21/02/2007 alle 23:09

volevo fare i complimenti ad aranciata bottecchia, donchisciotte, morris, frank vdb, admin e monsieur per i bellissimi commenti del topic. leggo spesso il forum e mi trovo in sintonia con voi. solo per farvelo sapere. grazie:cool:


Morris - 22/02/2007 alle 00:39

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Diciamo anche che è un po' cambiato il clima intorno alla figura Pantani. E di questo tutte le persone che hanno collaborato a perpetuare un'immagine non stereotipata negativamente del Pirata possono essere orgogliose. Tutte le persone che hanno speso se stesse nell'incessante ricerca della verità (e continuano), meritano il nostro ringraziamento. Su tutte, due, che qui mi piace citare personalmente: Grazie Maria Rita Grazie Maurizio [/quote] La querela a Travaglio, essere con posizione eretta e capacità di camminare, non il termine scelto per riassumere in una parola il dolore da parto, era un atto dovuto, resosi possibile, come ha scritto Donchi, per il nuovo e finalmente familiare corso della Fondazione. Per quanto mi riguarda, caro Marco, non ho nessun merito. Sei troppo buono! La mia battaglia è quella di un uomo di sport, che sente il bisogno di ridare all'uomo Pantani la sua dignità, e all'artista, i meriti di quel talento che ho visto unico, negli ormai tanti anni di osservazione e di attività. Un abbraccio!


Morris - 22/02/2007 alle 00:43

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Direi che il canovaccio per la sceneggiatura di una fiction (di almeno quattro puntate, ma meglio qualcuna in più )è pronto. Lo dico molto seriamente : chi volesse cimentarsi nella costruzione di una storia filmica su Pantani (proprio perchè i fatti sono recenti)non può prescindere da un'implacabile e correttissima sequenza degli avvenimenti (sportivi, in primis); se poi vuole capire anche la storia dell'animo deve ricercare con persone che hanno avuto l'occasione di averlo visto crescere senza, però, avere contatti "troppo" diretti con lui e che, comunque, gli hanno voluto bene. Sì, lo sceneggiato in più puntate (con più spezzoni televisivi possibili)è il format più consono ad una seria ricostruzione della storia di Marco. E la storia non la chiuderei con la sua morte, perchè anche gli anni successivi continuano a far parte della sua vita; sono cronaca, oggi, ma proprio le continue parole a sproposito sono il sintomo della cattiva coscienza di troppi. Credo che, a partire da queste pagine, sia possibile proprio una scrittura a più mani di una sceneggiatura "d'amore e precisione" e senza secondi fini. Che ne dici Morris ? [/quote] Condivido! Per quanto riguarda l'idea di fondo....bèh, ti dirò, qualcuno ci sta pensando da tanto tempo e non è detto che nel 2008 non vi siano concretizzazioni.... Ciao!


Stella alpina - 22/02/2007 alle 10:23

[b]E MI ALZO SUI PEDALI - stadio [/b] Io sono un campione questo lo so è solo questione di punti di vista in questo posto dove io sto mi chiamano Marco Marco il ciclista ma è che alle volte si perde la strada perchè prima o poi ci son brutti momenti non so neppure se ero un pirata strappavo la vita col cuore e coi denti E se ho sbagliato non me ne son reso conto ho preso le cose fin troppo sul serio e ho preso anche il fatto di aver ogni tanto esagerato per sentirmi più vero E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino dopo un pò prendevo il volo dal cancello del giardino e mio nonno mi aspettava senza dire una parola perchè io e la bicicletta siamo una cosa sola mi rialzo sui pedali ricomincio la fatica poi abbraccio i miei gregari passo incima alla salita perchè quelli come noi hanno voglia di sognare io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare e vedo te e aspetto te adesso mi sembra tutto distante la maglia rosa e quegli anni felici il giro d'Italia e poi il tour de France ed anche gli amici che non erano amici poi di quel giorno ricordo soltanto una stanza d'albergo ed un letto disfatto e sono sicuro d'avere anche pianto io sono sparito in quell'attimo esatto e ora mi alzo sui pedali all'inzio dello strappo mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo perchè in fondo una salita è una cosa anche normale assomiglia un pò alla vita devi sempre un pò lottare mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia e mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa quando scendo dal sedile sento la malinconia un elefante magrolino che scriveva poesie solo per te solo per te Io sono un campione questo lo so come tutti aspetto il domani in questo posto dove io sto chiedete di Marco Marco Pantani


Reggio Emilia - 22/02/2007 alle 16:38

sto avendo una corrispondenza infuocata con il Vecchiato di Famiglia Cristiana soprariportato. E' irritante a potenza l'arroganza di quest'uomo.


Frank VDB - 22/02/2007 alle 16:47

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Comunque è vero che Tonina ha letto l'articolo riportato ,dal forum di cicloweb[/quote] In tal caso siamo tutti debitori di una birra nei confronti di Frank/Davide!!! Sarò felice di essere il primo a pagare la consumazione ;) :cincin::cincin: [/quote] Facciamo un Vov, dai... :P


nino58 - 22/02/2007 alle 17:00

Il VOV come ricostituente ?


Frank VDB - 22/02/2007 alle 17:21

ricostituente o meno è la mia bevanda alcolica preferita. Slurp!


Admin - 22/02/2007 alle 17:58

Ma esiste ancora? Voglio dire, è ancora in commercio???


Frank VDB - 23/02/2007 alle 10:12

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ma esiste ancora? Voglio dire, è ancora in commercio??? [/quote] Certo che sì, anche se nei baretti fichi che frequenti tu :Od: non ce l'hanno... ma sei vai in certe osterie... E poi ci sono ottime ricette per farselo da sè.


Admin - 23/02/2007 alle 10:17

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Certo che sì, anche se nei baretti fichi che frequenti tu :Od: non ce l'hanno... ma sei vai in certe osterie... E poi ci sono ottime ricette per farselo da sè. [/quote] Ah guarda, io frequento al più dei pub ad alto voltaggio musicale (oltre che alcolico... :D), altro che baretti fichi! E nelle osterie, ti dirò, mi ci trovo come un pisello nel suo baccello! Quanto al farmelo da me, non mi azzardo! :D


Stella alpina - 23/02/2007 alle 10:53

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ma esiste ancora? Voglio dire, è ancora in commercio??? [/quote] [img]http://www.culturadelbere.it/sponsor/sil/images_vov/vov.jpg [/img] [i]fontewww.culturadelbere.it [/i]


molo1984 - 10/05/2007 alle 20:59

Video degli stadio "... e mi alzo sui pedali" http://mediacenter.gazzetta.it/MediaCenter/action/player?idCanale=Giroditalia 2007&filtro=Tutti&pagina=1&passo=7&uuid=c7769b3e-fef7-11db-b901-0003ba99c667 &navName=2&provenienza=REDAZIONE [i]link in 3 righe, spaginava il thread. By Monsieur[/i]

 

[Modificato il 11/05/2007 alle 02:09 by Monsieur 40%]


pedalando - 11/05/2007 alle 01:12

[quote][i]Originariamente inviato da molo1984 [/i] Video degli stadio "... e mi alzo sui pedali" http://mediacenter.gazzetta.it/MediaCenter/action/player?idCanale=Giroditalia 2007&filtro=Tutti&pagina=1&passo=7&uuid=c7769b3e-fef7-11db-b901-0003ba99c667 &navName=2&provenienza=REDAZIONE [/quote] grazie

 

[Modificato il 11/05/2007 alle 02:09 by Monsieur 40%]


Ventoux77 - 03/06/2007 alle 20:48

il film era certamente passabile: non ci si poteva aspettare un capolavoro, o un 'opera che svelasse tutti gli intrecci del mistero pantani, che tale a mio avviso rimarrà, ed è giusto che sia così.Sempre oltre il tornante davanti a te.


desmoblu - 03/06/2007 alle 21:57

il film era una semischifezza, come ho scritto altrove, ma è un parere mio personale. Romanzato, superficiale, in certi casi poco accurato.


desmoblu - 06/06/2007 alle 19:48

Posso dire una cosa? Gli stadio..."e mi alzo sui pedali"...tutto molto bello, il video, certo.... ma non potevano usare delle foto del VERO Pantani?! Mi devo vedere gli spezzoni della fiction, con quell'attore che un po' ci assomiglia e un po' (molto) no..


maurofacoltosi - 30/04/2009 alle 18:07

Domani sera su sky, in seconda serata, ridanno il film su Pantani