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Autore: Oggetto: Film su Pantani

Livello Fausto Coppi




Posts: 5092
Registrato: Apr 2004

  postato il 23/01/2007 alle 16:38
Lunedì 5 febbraio alle ore 21,00 su Raiuno, andrà in onda il film “IL PIRATA-Marco Pantani, l’orgoglio ritrovato”.

In questa prima fiction, prodotta dalla Ballandi Entertainment per la Rai e diretta da Claudio Bonivento, Marco Pantani avrà il volto e il fisico, incredibilmente somiglianti, di Rolando Ravello, il quale offre un’interpretazione realistica ed emozionante del personaggio.

La fiction che andrà in onda in un’unica puntata, ricostruirà la parabola umana, dalle prime pedalate, ai grandi successi, al declino di Marco Pantani, amatissimo campione del ciclismo italiano del recente passato. Rolando Ravello, il protagonista della fiction, per rendere al meglio la grandezza del ciclista si è preparato in maniera certosina, sostenendo un duro allenamento in palestra, sulla cyclette e anche sulla bicicletta percorrendo oltre 3500 chilometri.

Nel ruolo di Christina, la fidanzata di Pantani, una bravissima Nicoletta Romanoff. Nel cast inoltre ci sono altri eccellenti attori tra i quali Omero Antonutti, Ivano Marescotti, Franco Mescolini, Solveig D’Assunta, Gianfelice Facchetti, oltre alla partecipazione diretta in alcune scene di veri gregari di Marco Pantani: Marcello Siboni, Mario Traversoni, Michele Coppolillo, Marco Velo, Fabiano Fontanelli, Enrico Zaina e del meccanico di fiducia Luigi Veneziano.


Hanno voluto regalare la loro presenza al film, in omaggio a Marco Pantani, Gianni Minà e Felice Gimondi, interpretando se stessi in due situazioni molto importanti della vita di Pantani.

Il film, nato da un’idea di Nicola Carraro e Claudio Bonivento, è stato scritto da Roberto Jannone, Nicola Lusuardi e Claudio Bonivento e da quest’ultimo anche diretto.

Le vicende più significative della vita del Pirata, sono state tratte dal libro “Pantani-eroe tragico”, scritto da Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni, edito da Mondadori.

Fonte: http://www.digital-sat.it/

 

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Mauro Facoltosi
www.ilciclismo.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/01/2007 alle 17:24
uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose...
o qualcuno passa di lì e me lo manomette (memento Salisbrugo)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/01/2007 alle 17:32
Ciao Donchischotte.
Non voglio in nessuna maniera stare qua a disquisire su cosa e come ci verrà presentata la figura di Marco in questa fiction.so benissimo anche io che molto probabilmente, se non sicuramente, rimarrò delusa e arrabbiata, so benissimo che ci saranno degli errori-orrori, ne sono consapevole perchè io come quasi tutti qua dentro conosciamo troppo bene ogni lato della vita sportiva di Marco.questo è sicuro...
non vorrei però prendere armi e cominciare la guerra su questo fronte ancor prima di aver visto questa fiction che, sicuramente, per alcuni fatti mi farà emozionare...sicuramente...
quindi lasciami dire che il tono del tuo post seguente al mio mi ha leggermente infastidita.Va bene avere una opinione, va bene difenderla, ma, a mio avviso, quando si valica il limite della libertà di pensiero si scade vistosamente.

 

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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 23/01/2007 alle 19:25
Non esageriamo citando la libertà di pensiero, mi sembrano concetti un po' troppo grossi e che hanno ben altre occasioni di essere violati.
C'è un thread sulla fiction ,di quello si dovrebbe disquisire, di come, appunto, verrà rappresentata la figura di Marco.
Né ci sono armi in giro e guerre preventive contro la fiction. la fiction la faranno e avrà l'unico pregio di far parlare di Marco.
Solo che se si parla di emozioni, beh... lasciamo stare, non me le darà certo la fiction.
E anche questa, volendo usare le tue parole esagerate , sarebbe libertà di pensiero o, più modestamente, libertà di emozione.
Per cui, vista la fiction, darò sfogo alla mie turpe voglia, ascoltando Bach ( mi sparo una cassetta del panta).

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

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"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 23/01/2007 alle 22:02
Credo che la discriminante per capire il valore della fiction non sia la interpretazione di Pantani, ma la maniera in cui verrà rappresentato il gruppo. Spesso in questo genere di prodotti assume grande importanza il personaggio..ma nella vicenda di Pantani, ancor più che il dramma personale di Marco, è più importante il contesto nel quale costruì le sue imprese più belle e (di conseguenza) e la sua fine.
 
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  postato il 23/01/2007 alle 22:15
Originariamente inviato da Frank VDB

uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose...
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Magari danno in TV anche un bel film con Gian Maria Volontè!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 23/01/2007 alle 22:26
Originariamente inviato da maurofacoltosi
Rolando Ravello, il protagonista della fiction, per rendere al meglio la grandezza del ciclista si è preparato in maniera certosina, sostenendo un duro allenamento in palestra, sulla cyclette e anche sulla bicicletta percorrendo oltre 3500 chilometri.


Io cerchero' di vedere la fiction. Per curiosita' e per rispetto
verso Ravello che ha fatto semplicemente cio' che ci si aspetta
da un professionista serio.
Poi, da ascoltatore medio (anche se poco "praticante") diro' se e
cosa mi e' piaciuto.
Non dimentichiamo che sara' solo una fiction....che non e'
neanche assomigliante ad una qualsiasi puntata di Sfide

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/01/2007 alle 14:31
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Originariamente inviato da Frank VDB

uhmmm... la sera stessa c'è Delitti Imperfetti, l'unica fiction che riesce a farmi tenere accesa la tv... vedremo come regolarci con il videoregistratore. Anche perchè quando videoregistro poi non ho mai il tempo per rivedere le cose...
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Magari danno in TV anche un bel film con Gian Maria Volontè!



quando ci vuole ci vuole

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 24/01/2007 alle 19:59
Comunque voglio anche dire che le interviste di Ravello mi sono piaciute e che rispetto e apprezzo la sua fatica di attore ( ho letto che ha pure fatto un film con Sergio Citti).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/01/2007 alle 20:05
Ravello è certamente uno degli attori più adatti a interpretare Pantani. Non mi riferisco soltanto alla somiglianza fisica, ma soprattutto alla sua capicità di interpretare personaggi tormentati (dentro e fuori): Vedere Almost Blue di Infascelli per credere.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 01/02/2007 alle 01:55
Godetevi questi filmati:
http://liberoblog.libero.it/sport/bl6051.phtml

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 01/02/2007 alle 08:07
Originariamente inviato da pedalando

Godetevi questi filmati:
http://liberoblog.libero.it/sport/bl6051.phtml

Grazie mille, quanti ricordi, quante emozioni...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/02/2007 alle 08:15
...grazie alberto!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 01/02/2007 alle 10:02
Un effetto positivo c'è nella fiction: la santificazione di Marco.
Ormai molti giornali popolari hanno assunto la posizione che ha pagato per tutti.
Bene, in questo mio nuovo pragmatismo, dico che anche qua i conti devono tornare. prima si vendeva l'idea del dopato d'Italia adesso della vittima.
Magari esce pure la curiosità: e come mai ha pagato per tutti?
Per cui ben venga la fiction ( che non mi piacerà, già dalla pubblicità certi colloqui tra l'attore e l'attrice che fa Christina.....)e la santificazione.
Nella pubblicità si vede anche Marco piangente ( cosa che non mi piace), lui , basta vedere l'uscita dall'albergo di Campiglio, l'intervista a Minà pochi giorni dopo, fece una fatica enorme per non piangere in pubblico e magari se lo avesse fatto ( tipo merckx nel 1969) avrebbe avuto qualche simpatia in più, invece questo spettacolo non lo offrì.
Ci pensa la fiction a farlo vedere piangente, non mi piace perché non rappresenta l'orgoglio smisurato di Marco, ma va bene la santificazione e allora bene anche le lacrime.Da diavolo a santo......in faccia ai maligni e ai superbi.
Chissà che come scrisse pasolini per sé , anche per lui non si possa dire: sarò, io dopo la morte, a vincere la partita.......

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/02/2007 alle 11:13
Originariamente inviato da Donchisciotte

in faccia ai maligni e ai superbi.


dopo tutti gli sforzi fatti..migliaia di chilometri per arrivare qua o la, ore passate ad organizzare qualsiasi cosa in maniera a dir poco maniacale, il telefono che bolliva, le mail, le discussioni, Verona, l alpe d huez...ecco che rileggere questa frase mi gratifica ancor di più...
Grazie di avermela ricordata...

 

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Livello Freddy Maertens




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  postato il 01/02/2007 alle 11:26
Non cambia nulla a mio avviso..trattasi sempre del carro del vincitore..osannato prima vilependiato dopo santificato ora..ma la massa va solo dove va il "potere"(mediatico,culturale perfino del comun parlare)ma sempre in mancanza di empirismo logico

 

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W Bartali!voglio tornare al ciclismo fatto di polvere, di mangiate, bevute di vin rosso ,respiri di sofferenza vera e viaggi di avventura e di sana follia

"Felix qui potuit rerum cognoscere causas"

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 01/02/2007 alle 13:29
Vi presento Simone,la controfigura di Ravello, Juniores fino a due anni fa, oggi massaggiatore delle squadre nazionali!


 
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Non registrato



  postato il 01/02/2007 alle 16:48
Il commento di Marco Pastonesi sulla fiction su Pantani in onda lunedi prossimo su Raiuno:

Pantani in tv commuoverà

Rai1 trasmetterà lunedì prossimo il film sulla vita del Pirata, interpretato da Rolando Ravello: abbiamo visto in anteprima la fiction, ecco perché piacerà

Rolando Ravello, 36 anni, interpreta Pantani.
MILANO, 1 febbraio 2007 - E’ la storia di un uomo. Di un bambino che giocava a pallone e teneva al Milan, di un ragazzino che trovò una bicicletta rossa e imparò a lavarla, di un ragazzo che ricevette una bici grigia e imparò a rispettarla, di un atleta che conquistò una possibilità, una squadra, una corsa e imparò ad amare quella vita da vagabondo, da nomade, da fenomeno.
«Una maratona tutti i giorni per un mese, non bastano le gambe, bisogna essere forti dentro», lo avvertiva il suo primo allenatore. E Pantani-Marco-bene-in-salita ci ha creduto, ci credeva, alla fine si ostinava a crederci raccontandosi anche delle bugie. Ma le strade, quando non sono diritte, si trasformano in un labirinto. Ne esci a pezzi. O non ne esci più.
AFFETTO E DEBOLEZZA E’ la storia di un uomo, e già questo dà un senso a 100 minuti che ti incollano allo schermo (il film andrà in onda lunedì su Rai1 alle 21.10). Con tutti i suoi sogni, il suo senso della giustizia, la sua voglia di celebrità, il suo bisogno di affetto, il suo carosello di passioni. La sua forza e la sua debolezza: come in tutti noi. La sua tenacia e la sua fragilità: come in tutti noi. La sua fede e la sua colpa: come in tutti noi. Marco che si alzava sui pedali, come tutti noi ci alziamo dal letto e andiamo a lavorare in fabbrica o in negozio o a scuola. A cercare il nostro pane quotidiano e a inseguire il nostro momento di gloria. Ma il paradiso confina con l’inferno, soprattutto è l’inferno a confinare, e a sconfinare, nei paradisi, specie quelli artificiali. Dietro l’angolo c’è l’ignoto.
Pantani sta dentro di noi. Non è lontano come Bartali e Coppi: loro erano in bianco e nero, venivano dalla guerra, cresciuti con la fame addosso, rinati dalle macerie, sapevano di sterrato e di fango, si facevano di simpamina, il loro simbolo era una borraccia.
Il romanzo di Pantani è fresco, a colori, con una colonna sonora che non si è ancora spenta, il suo doping («Niente di diverso da quello che fanno gli altri») stava nel sangue, e il suo simbolo era un fuoristrada 4x4. Ma questo è un film, non un documentario, anche se a volte le immagini si sovrappongono, si uniscono, si sposano. Questo è un film, vuole raccontare ed emozionare. Non vuole fondarsi sulla scienza, vuole scuotere la coscienza.
FINTO E AUTENTICO Però il Pantani che esce dall’albergo di Madonna di Campiglio, scortato dai carabinieri, è finto, eppure così drammaticamente simile a quello autentico. Un Felice Gimondi vero solleva il braccio di Marco Pantani finto, ma la vittoria è vera. Un Gianni Minà vero intervista Marco Pantani finto, ma le parole sono vere. E così vero è anche il testamento. E così vero è anche il tunnel di una dipendenza, di una sconfitta da cui non si torna indietro, ma che forse ha seminato qualcosa di buono. La bici chiede e trova sempre nuovi orizzonti.
Certo, è un film buonista, poetico, romanzato. E alla fine rimane quel senso di impotenza che t’invade quando uno di noi non ce la fa a rialzarsi. T’illudi e pensi a una parola, a una telefonata, a un invito, a una preghiera, a una canzone, a una biciclettata che non sono mai state fatte e che forse avrebbero potuto cambiare il finale. Ma non è così. Abbiamo i nostri limiti, le nostre miserie, e non è mai facile stabilirle con una regola come quella del doping di allora: 50%, sotto sei dentro, sopra sei fuori.

Marco Pastonesi

 

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Livello Claudio Chiappucci




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Registrato: Jan 2006

  postato il 01/02/2007 alle 17:47
Mio padre conosce Rolando Ravello e siccome l'attore sà che io sono appassionato di Pantani, alcuni mesi fa mi aveva chiesto se avevo qualche filmato da fargli vedere per poter capire meglio il personaggio. Lui era in possesso di tutte le tappe e gli speciali trasmessi per la rai, allora gli ho passato la Merano-Aprica (nel '94 il Giro era trasmesso su Italia 1) e lo speciale di "record" (rete 4). Ero stato anche invitato a vedere le riprese del film a Cesenatico, con la possibilità (forse) di fare anche la comparsa ma quel giorno purtroppo ero impegnato (scuola di m.... ).

Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo.

 

[Modificato il 01/02/2007 alle 17:50 by Pirateattack]

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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Livello Tour




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  postato il 01/02/2007 alle 18:12
Originariamente inviato da Pirateattack

Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo.



si di sicuro Ravello sarà più credibile di Favino, anche se 5 Kg in meno non avrebbero guastato!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/02/2007 alle 18:22
Originariamente inviato da david 724

Originariamente inviato da Pirateattack

Dopo aver visto il film su Bartali io non mi aspetto nulla dalle scene di Pantani in bicicletta, così non rimarrò deluso. Ravello però ha lavorato duramente per poter interpretare al meglio il Pirata in tutti i suoi aspetti e, al contario di quello che ho sentito, credo che come attore sia azzeccato per questo ruolo.



si di sicuro Ravello sarà più credibile di Favino, anche se 5 Kg in meno non avrebbero guastato!


povero...già è dimagrito molti chili...nn possiamo pensare che un attore si rovini...si snaturi...insomma ha fatto il possibile veramente!

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 01/02/2007 alle 18:40
Io sono speranzoso e fiducioso che si possa vedere una cosa fatta per bene e che soprattutto, come è stato detto, riabiliti la figura di Pantani presso l'uomo della strada, ed è sicuro che una fiction in prima serata e su Rai 1 può avere un potere enorme in questo senso.
L'unica perplessità è legata alla durata, 100 minuti mi sembrano pochini per raccontare tutta la vicenda, e credo che a venire trascurata sarà la carriera agonistica.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/02/2007 alle 21:19
Alcuni punti, che ho grassettato, mi inducono a un cautissimo ottimismo.
Non dimentichiamo che la Tv è chewing-gum per gli occhi. Chi cerca l'alta cucina, vada al ristorante.


Da http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiction-pantani/fiction-pantani/fiction-pantani.html

La vita fragile del Pirata in una fiction tv
"Ferito nell'orgoglio, lo hanno massacrato"
L'attore: "E' stata una sfida interpretare un personaggio ancora così attuale
ho frequentato i genitori, ma non racconterò mai quel che ci siamo detti"

di ALESSANDRA VITALI


Rolando Ravello
è Marco Pantani
nella fiction di RaiUno
TRE anni il 14 febbraio e ancora troppo vivo per raccontarlo. Questa è la sfida, "mettersi davanti alla memoria delle gente senza poter inventare nulla perché tutti cercheranno le somiglianze, e non solo fisiche". Rolando Ravello è Marco Pantani in Il Pirata, la fiction diretta da Claudio Bonivento in onda su RaiUno lunedì 5 febbraio in prima serata, nove giorni prima del terzo anniversario della morte del campione, residence Le Rose, Rimini, sera di San Valentino del 2004. Nel film anche Nicoletta Romanoff nel ruolo della fidanzata Christina, Omero Antonutti, Ivano Marescotti, Gianfelice Facchetti, Solveig D'Assunta. In alcune scene, i veri gregari (Marcello Siboni, Mario Traversoni, Michele Coppolillo, Marco Velo, Fabiano Fontanelli, Enrico Zaina, il meccanico Luigi Veneziano) e anche Gianni Minà e Felice Gimondi. Le vicende più significative sono tratte dal libro Pantani eroe tragico, scritto da Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni.

Ravello, è cosciente della responsabilità?
"Quando ho iniziato a pensare di farlo, e mentre studiavo, ho sempre tenuto presente che ci sono persone che soffrono come se fosse ieri. E che stavolta non potevo incamerare tutto e poi dimenticare, come si fa di solito nel mio mestiere. Nei miei gesti, nelle mie parole, nei miei sguardi, tutti cercheranno quelli di Pantani".

Temete le critiche?
"Arriveranno, sarebbe assurdo il contrario. Ma siamo tranquilli grazie alla nostra buona fede.
Abbiamo lavorato in totale onestà, senza voler cavalcare la storia, i fatti, l'emotività".

Lei conosceva Pantani, era un appassionato?
"E' stato uno di quei pochi sportivi che ti avvicinano a uno sport anche se non lo segui abitualmente. Io seguivo il Giro in tv così, tanto per vederlo, ma lui, non c'è stato italiano che non l'abbia seguito da vicino".

Però non andava in bicicletta come lui...
"Ho scoperto che il ciclismo è uno sport di una fatica folle. Ho dovuto fare un allenamento massiccio, pedalare per 70, 80, 90 chilometri, che per un professionista non sono niente, ma per me...".

Quindi adesso detesta le biciclette?
"Tutt'altro. La passione per la bici è una delle cose che il film mi ha lasciato. Non so più stare senza, ce l'ho qui in salotto e con un gruppo di amici stiamo pensando a un viaggio a Santiago de Compostela in mountain bike".

Ha conosciuto i familiari di Pantani?
"Ho frequentato la madre, il padre, la sorella. Persone splendide. Ma quello che ci siamo detti, non lo racconterò mai a nessuno, sono cose che conservo dentro. Posso solo dire che con la madre ci scambiamo gli sms ancora oggi...".

Non ha paura del rischio-santino?
"No, perché il personaggio è raccontato con obiettività in ogni suo aspetto, il campione, l'uomo qualunque, l'uomo fragile come siamo tutti. Anche se la sua fragilità, secondo me, ha un'origine ben precisa".

Quale?
"Madonna di Campiglio. Fu indagato da nove Procure, più processi lui di Provenzano. Si poteva usare una mano meno pesante. Credo che sia stato il capro espiatorio per una situazione che all'epoca era bollente. Il film non lo glorifica e non lo getta negli abissi, prende spunto da fatti reali e alcune battute sono come le pronunciò esattamente lui. E a Madonna di Campiglio disse 'Da questa non mi rialzo più'. Gli toccarono l'orgoglio, e questo lo massacrò".

Un racconto fedele, fin nella stanza del residence?
"No, ci fermiamo prima. Non ce n'è bisogno, quella stanza è stata mostrata fin troppo, con un gusto del macabro che forse qualcuno si sarebbe potuto risparmiare".

(1 febbraio 2007)

 
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  postato il 02/02/2007 alle 15:07
Grazie Guido!
Adesso la curiosoita' di accendere "il soprammobile" e' davvero tanta.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/02/2007 alle 15:47
Se serve il parere di un testimone diretto, che casualmente quest'epopea maledetta l'ha vissuta e raccontata dall'inizio alla fine, direi subito questo: da vedere. Poche volte la fiction (quella sul "Pirata" andrà in onda lunedì sera su Raiuno), con le sue inevitabili concessioni al genere polpettonesco, riesce comunque a rendere in modo così realistico la semplice realtà.
C'è davvero quasi tutto. Il ragazzino scapestrato, poca voglia di studiare e tanta voglia di diventare campione nel Milan. C'è il primo allenatore, c'è la prima bicicletta, c'è il nonno che gli insegna la filosofia del pescatore. E poi ci sono soprattutto i dieci anni formidabili e tremendi del Pantani campione, dalla prima tappa vinta al Giro del '94 alle ultime paranoie del cocainomane. Volendo sottilizzare sulle omissioni storiche, mancano alcuni incidenti feroci e manca la megalomane decisione di mettere in mano la sua passione all'industria del marketing, con tanto di manager al seguito. Se vogliamo dirla davvero tutta, anche le vera fidanzata Kristine era decisamente meno maliarda e moinesca di questa televisiva. Ma siamo ai dettagli. La vera sostanza dell'incredibile parabola umana riesce ad affiorare. C'è il vero Pantani. C'è quello iniziale, scapigliato e bohémien, che rompe tutti gli schemi ingessati di uno sport tradizionalista, trascinando la gente nel grande sogno della scalata a ruota libera. E poi c'è il secondo Pantani, anzi c'è soprattutto il secondo Pantani, quello che non accetta Campiglio e da lì si avvia al disastro. Proprio così: più di qualunque altra cosa, dall'inizio alla fine troneggia quell'orgoglio extralarge, unico e inarrivabile, che all'inizio lo porta a compiere le cose più belle, ma che poi lo tradisce e lo conduce diritto alla rovina, impedendogli di accettare la batosta, di metabolizzarla e di superarla ripartendo da capo.
Tutto in cento minuti. Si respira persino il clima sopra le righe del suo ambiente, quella Romagna esagerata e sbordellona che lo guida verso le notti dello sballo totale. C'è l'amicizia semplice e struggente dell'amico d'infanzia, l'amico vero, che ricompare puntualmente nel momento del bisogno. C'è pure, doverosamente, la famiglia, questa mamma che non smette mai di chiamarlo Marchino e questo padre che fatica a capire, una casa totalmente sovrastata da un peso troppo pesante per le sue povere fondamenta.
Certo, c'è anche il doping e c'è anche la cocaina. Il doping che il vecchio allenatore non ammette, ma che Marco giustifica con la solita attenuante: «Faccio come fanno tutti». La cocaina invece richiama come una sirena suadente dal giro balordo delle amicizie notturne, prima rifiutata dal Pantani semplice e piadinaro degli inizi, quindi tristemente invocata dal Pantani megalomane e furioso del declino.
Mettici attori decisamente bravi (voto al Pantani finto: nove). Mettici la colonna sonora a base di «Stadio» e di Io vagabondo. Mettici momenti delicatissimi come il rito religioso e infantile del lavaggio-bicicletta nella vasca da bagno. Mettici tutto questo, ed ecco il risultato di una fiction rispettosa e rispettabile. Magari con le inevitabili scivolate nel settore fotoromanzo (troppo marcata la storia d'amore: nella realtà, molto più normale), ma certamente ben distante da tante speculazioni di bassa lega che ci vengono periodicamente inflitte. Tra poco, il 14 febbraio, sarà il terzo anniversario di quella morte assurda e purtroppo nemmeno tanto imprevista. Come omaggio, era difficile fare di meglio.

(Cristiano Gatti, da Il Giornale del 2 febbraio 2007)

fonte:www.tuttobiciweb.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/02/2007 alle 15:54
Cristiano Gatti, da Il Giornale del 2 febbraio 2007)

fonte:www.tuttobiciweb.it

ve la ricordate la telecronaca della tappa del Galibier dove Marco fece quell'impresa che lo portò a vincere il Tour del 98???

Beh, io sì, a memoria e Crisitano Gatti era ospite della Rai quel giorno...che ricordi!!!!

dai, diciamo che se pure lui da un giudizio tutto sommato positivo alla fiction ci si può (almeno un po') fidare... speriamo in bene...aspetto con ansia lunedì

 

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  postato il 02/02/2007 alle 16:32
VI RACCONTO PANTANI, UN EROE ABBANDONATO

Marco Pantani ed il suo 'doppio'. La vicenda di uno dei ciclisti più carismatici e controversi della storia dello sport italiano rivive ne l viso di Rolando Ravello nel tv movie 'Pirata' (Raiuno, lunedì 5 febbraio). La somiglianza fisica è sbalorditiva, ma l'attore puntualizza: ' Attenzione, non bastano un cranio pelato e due orecchie 'importanti' per fare Pantani. Ho studiato Marco in ogni dettaglio: la postura in bicicletta, l'andatura, persino il modo particolare, tutto suo, di tenere i freni durante una gara. Ogni giorno, dal momento del trucco alla cyclette serale per mantenermi allenato, ho fatto un 'viaggio' dentro di lui: l'obiettivo era quello di restituirlo, il più fedele possibile, a tuti coloro che l'hanno amato tanto.'
Quanto coraggio ci vuole ad accettare il ruolo di un personaggio amatissimo e per giunta scomparso da così poco tempo?
'Parecchio. Quando Claudio Bonivento (regista e autore della sceneggiatura del film, ndr) mi ha chiamato, dopo l'imbarazzo iniziale sono subentrate mille paure. La più forte era quella di poter ferire i sentimenti di chi è sopravvissuto a Marco, la sua famiglia che vive ancora un lutto. Mi sentivo un elefante in cristalleria, dovevo muovermi con delicatezza; per la prima volta ho girato un film oppresso da un vago senso di colpa.'
Com'è stato il primo impatto con la famiglia e col mondo di Pantani?
'L'incontro con la madre di Marco, ma anche con i suoi 'gregari', che hanno lavorato con me, è stato toccante. Mi hanno scrutato, avevano paura del lavoro che stavo per fare; li capisco, potevo essere un cialtrone, uno che voleva solo aprofittare dell' 'occasione professionale', potevo mancare di rispetto. Poi abbiamo cominciato a conoscerci, la madre di Marco è sempre stata molto discreta: ma quando lavoravo e vedevo che era là cercavo i suoi occhi per capire se andavo bene o no'.
Cosa sapeva di Pantani prima del film?
'Quello che sa tutta Italia. Non ero un grande amante del ciclismo, ma guardavo le gare di Pantani come una persona che segue quelle di Valentino Rossi anche se non ama il motociclismo: persone speciali, che hanno avvicinato l'Italia intera ad uno sport che, diversamente, senza di loro sarebbe stato meno visibile. Quanto alla sua vicenda, credo che naturalmente Marco abbia avuto i suoi torti ma anche che su di lui ci sia stato accanimento: un quarto d'ora dopo la sua sospensione, in molti gli avevano già voltato le spalle, c'è stata una superficialità di giudizio pazzesca.'
La vita di Pantani è stata tutta sotto i riflettori, di lui si sa quasi tutto. Questo ha complicato o semplificato il suo lavoro?
'Avere tutte le informazioni che ti servono è utile, naturalmente. Poi però bisogna eliminare le menzogne, che sono tante....'
Le scene di gara sono state girate tutte da lei, senza immagini di repertorio. Quanto è stato faticoso l'allenamento?
'Sono convinto che non esista sport più faticoso del ciclismo. Facevo ogni giorno due, tre ore di bicicletta sotto la guida di Luigi Bielli (lo stesso che allenò P. Favino per il ruolodi Gino Bartali, ndr). Ho perso dieci chili, aumentato la massa muscolare, insomma sono cambiato parecchio: ma questo mi ha aiutato moltissimo a capire il mio personaggio, a muovermi come lui.'
Ne è nata una passione per il ciclismo?
Ride: 'Pensi che io, Favino e Sergio Castellitto (che interpretò Fausto Coppi in un altro film tv, ndr) abbiamo lo stesso agente. Pensavo di metter su con loro una squadra...'
Qual'è stata l'emozione più grande?
'Più che il film in sé, gli incontri che mi ha consentito di fare: i gregari che a Madonna di Campiglio mi scrutavano di nascosto per cercare in me Marco; l'arrivo delle tre bici di Pantani sul set, con il ragazzo della Bianchi che le trattava come reliquie; l'incontro di Roncucci, primo direttore sportivo di Marco che mi si è avvicinato piangendo: “Ma tu, quanto hai studiato?”, mi ha detto.'
Si è fatto un'idea di cosa servisse davvero a Marco, alla fine?
'Occorreva lasciarlo in pace. Non fargli sette processi, non escluderlo da un Tour de France per cui si era preparato molto, non rinnegarlo. Soprattutto, non lasciargli credere di aver tradito i tifosi che amava tanto.'

Elisabetta Sala – Telepiù n.6 – 4 febbraio 2007

 

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Livello Tour




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  postato il 02/02/2007 alle 22:47
ho visto il trailer mah...mi sa che si punta più sul passionale che sulla reale storia
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/02/2007 alle 22:51
Prima di dare un qualsiasi giudizio voglio vedere il film.

Non vedo l'ora di vederlo!!! Dai provini e dalle foto che ho visto ho notato un gran lavoro nei dettagli e nei minimi particolari, dovrebbe essere ben fatto.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2007 alle 16:30
Questi giorni di avvicinamento al film su Pantani sono più difficili rispetto all'attesa che sento quando sta per cominciare il Giro.

Peccato che hanno fatto solo 1 puntata, meritava almeno 2 serate.

 

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  postato il 04/02/2007 alle 18:10
caspita...mancano 29h 29m 29 s all'inizio del film!!!
non vedo l'ora!!!

 
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  postato il 04/02/2007 alle 19:20
A Domenica IN stanno presentando il film!

 

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  postato il 04/02/2007 alle 19:43
E io ho avuto l'"anteprima" delle mie reazioni emotive. Como sospettavo, non sò se domani sarò in grado di vederlo. Tolte le imprese meramente sportive, non sono più riuscito negli ultimi anni a fissare Pantani in televisione per più di 30-40 secondi, nemmeno i "Processo alla Tappa" (la puntata di Milano del Giro 2003 poi è un'autentica atrocità), le interviste del dopo corsa, i servizi... Nulla. Non sono tranquillo, mi tocca alzarmi e scaricare la tensione, la rabbia probabilmente. L'11 febbraio 2004 mi sembra ieri, forse per me è ancora troppo presto. Me lo registrerò e lo guerderò più avanti quando le aspettative e l'interesse saranno scemati.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 19:50
Anche io ricordo ancora perfettamente l'intervista a Milano nel 2004 e il modo in cui lui aveva guardato la telecamera durante un breve collegamento prima che il processo iniziasse, quando aveva sollevato le sopracciglia in segno di saluto. Un tonfo al cuore.
E io che mi ero convinta che fosse tornato e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

 

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  postato il 04/02/2007 alle 20:11
Era impaziente mannaggia a lui... e troppo diverso dal Pantani sereno, disponibile e speranzoso della settimana precedente. Non sono ancora riuscito a capire esattamente perchè si ruppe quell'equilibrio, anche se precario, che aveva ritrovato. Forse l'ansia di dover predere decisioni definitive in ottica Tour de France (correre da isolato con la Bianchi, l'abbinata con la Caldirola, ecc...) o già i "bastardi" avevano fiutato l'occasione della popolarità ritrovata? Comunque io credo fermamente che se in quel momento Marco fosse stato condotto con mano saggia ma decisa verso la via giusta, quella del ciclismo e dell'amore dei suoi tifosi, si sarebbe salvato. Senza grandi calcoli e preventivi. Era un piacere il solo vederlo star bene, correre nelle posizioni buone e "divertirsi" anche come in occasione dello Zoncolan. Non c'erano più le aspettative e le pressioni degli anni precedenti. Quel momento d'esitazione, d'incertezza di troppo gli è stata fatale. Poi c'è stata solo discesa...

 

[Modificato il 04/02/2007 alle 20:14 by faxnico]


 
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  postato il 04/02/2007 alle 20:26
Originariamente inviato da faxnico

Era impaziente mannaggia a lui... e troppo diverso dal Pantani sereno, disponibile e speranzoso della settimana precedente. Non sono ancora riuscito a capire esattamente perchè si ruppe quell'equilibrio, anche se precario, che aveva ritrovato. Forse l'ansia di dover predere decisioni definitive in ottica Tour de France (correre da isolato con la Bianchi, l'abbinata con la Caldirola, ecc...) o già i "bastardi" avevano fiutato l'occasione della popolarità ritrovata? Comunque io credo fermamente che se in quel momento Marco fosse stato condotto con mano saggia ma decisa verso la via giusta, quella del ciclismo e dell'amore dei suoi tifosi, si sarebbe salvato. Senza grandi calcoli e preventivi. Era un piacere il solo vederlo star bene, correre nelle posizioni buone e "divertirsi" anche come in occasione dello Zoncolan. Non c'erano più le aspettative e le pressioni degli anni precedenti. Quel momento d'esitazione, d'incertezza di troppo gli è stata fatale. Poi c'è stata solo discesa...
SONO SICURO CHE IL FILM SARA MOLTO EMOZIONANTE

 
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  postato il 05/02/2007 alle 15:56
ieri ho visto da baudo uno spezzone in cui cristine-romanoff lascia pantani-ravello...scusate l'eresia ma mi sembrava un pezzo di incatesimo...non so questo film lo prendo con le pinze..
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 16:03
Pantani:leggete per favore


Originariamente inviato da volpe0084

Pantani: racconto o apologia?
Stasera su Raiuno alle 21.10 andrà in onda il film per la tv "Il Pirata - Marco Pantani" diretto da Claudio Bonivento, già regista de "Il Grande Torino", e prodotto da Bibi Ballandi (onnipresente).

Negli ultimi giorni siamo stati travolti da un vero e proprio uragano promozionale e le interviste, gli approfondimenti su decine di testate giornalistiche si sono sprecati. Il motivo per una volta non è squisitamente commerciale, il motivo è Marco Pantani. Il ciclista di Cesenatico ha rappresentato per anni il ciclismo italiano, forse quello mondiale, con le incredibili vittorie ottenute nel modo che per quello sport più conta: andando più forte in salita, scattando e lasciando tutti indietro. Sarebbe bastato questo a farlo ricordare per sempre, ma il Giro d'Italia del '99 ha cambiato tutto e lo ha reso se possibile più famoso, ancora più importante. Quando a Madonna di Campiglio fu trovato con un valore oltre la soglia consentita, che nel linguaggio tecnico significava uso di EPO e quindi doping, il contraccolpo è stato tremendo. I tentativi di tornare in sella con successo tutti o quasi senza risultato e dopo pochi anni, il giorno di San Valentino del 2004, la morte in un anonimo residence di Rimini, una morte che l'ha raggiunto da solo quando la dipendenza dalla cocaina (il suo ultimo rifugio) era oramai incontrollabile.

Complicato raccontare in maniera equilibrata la storia di un uomo che ha animato tante passioni come il Pirata e certo è difficile parlare prima aver visto il film, ma personalmente quanto ho letto e ascoltato nelle interviste del protagonista-sosia Rolando Ravello e del regista mi ha lasciato perplesso.
Si rivendica apertamente la "faziosità", si delegittima il controllo anti-doping che distrusse la carriera e la vita di Pantani, si lancia l'insinuazione (senza alcuna prova) che si sia trattato di un complotto, di una trappola per distruggerlo, ignorando il controsenso che questa teoria rappresenterebbe, e si decide di non mostrare in alcun modo gli ultimi giorni del ciclista.


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Sarà una cosa impopolare ma l'idea mi preoccupa, non perchè sia un colpevolista a tutti i costi, ma questo modo di parlare mi piace poco. Il ciclismo è uno sport che ha perso credibilità e che negli ultimi anni non ha smesso di perderne, con sempre nuovi scandali che hanno coinvolto campioni come Basso, sfiorato leggende come Armstrong e che hanno stravolto le classifiche "sportive" dell'ultimo Tour de France. Pantani non era e non è stato l'unico ciclista ad essere colpiti dall'infamia del doping, non è stato nemmeno l'unico uomo incapace di affrontare la vergogna e di tornare a correre e vincere, ma è l'unico per il quale diventa utile e pensabile avviare un'operazione apologetica che consente di far passare messaggi come questo: "Quella norma ipocrita del 50 per cento sull'ematocrito, per cui il messaggio era fatevi pure di epo, purché non superiate quella soglia. Pantani voleva solo combattere alla pari degli altri".

Stasera potremmo farci tutti la nostra idea, si potranno formulare delle opinioni coerenti e motivate sulle scelte di Bonivento, di certo tutte le premesse sembrano costruire un'immagine che a mio parere rischia di vanificare quando di positivo possiamo trarre come insegnamento dalla storia di un grande campione come Pantani: qualsiasi cosa si dica, comunque incapace di scollinare per primo nella salita più difficile.

http://www.tvblog.it/post/4339/pantani-racconto-o-apologia/last?message=accepted#add_comment


Commento della sottoscritta: non ci siamo sotto il nome di zoe ho provato a dire la mia nei commenti...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 16:59
vi auguro a tutti una buona visione....

intanto un anticipo di quelle emozioni....

http://dailymotion.alice.it/visited/search/pantani/video/xwe47_ciclismo-marco-pantani-tonkov?pmk=spe_cross

Marco, MI MANCHI...

 

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  postato il 05/02/2007 alle 17:01
Questo però non è il film! Io queste scene me le ricordo bene

 

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  postato il 05/02/2007 alle 17:13
Originariamente inviato da robby

vi auguro a tutti una buona visione....

intanto un anticipo di quelle emozioni....

http://dailymotion.alice.it/visited/search/pantani/video/xwe47_ciclismo-marco-pantani-tonkov?pmk=spe_cross

Marco, MI MANCHI...


condivido il tuo pensiero Robby! Che riposi in pace

 

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  postato il 05/02/2007 alle 18:10
film stasera con adsl

Originariamente inviato da pacho

per favore ,sono a casa ma non ho la Tv. Sapete se c'è qualche sito dove posso vedere il Film di stasera con l'adsl?


Originariamente inviato da Laura Idril

Questo non lo so. Però ti posso dire che la Rai fa il servizio di RaiClick.
Non so esattamente dopo quanto tempo dalla messa in onda si possono rivedere le fiction sul sito di raiclick.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 20:43
Sta per cominciare il FILM dell'anno, buona visione a tutti!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 21:20
Non so se sia il film dell'anno..ma di certo per quello che ho visto fino ad ora lo rispecchia a pieno!!!

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 21:34
come film a me sinceramente non piace molto..
come storia c'è,ma com'è girato non mi piace...

 
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