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Autore: Oggetto: Giro di Lombardia 2009 (17 ottobre)

Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/10/2009 alle 13:19
Originariamente inviato da pedalando

Originariamente inviato da Mad

Originariamente inviato da pedalando
Non penso che un "nome grosso" sarebbe disposto ad andare alla Lampre
per distogliere l'attenzione e permettergli di vincere.....


No, però ormai mi pare chiaro che quando fa il capitano non ne cava fuori nulla. Per questo ci vorrebbe un altro big.

Senza dubbio. Ma chissa' come reagirebbe come secondo capitano o gregario....

posso dire una cosa? cunego lo hanno bruciato quando decisero di mandar via simoni dalla squadra: un capitano con esperienza sotto cui crescere ancora qualche anno avrebbe giovato immensamente a cunego

 

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Originariamente inviato da anonimo

Originariamente inviato da MDL

se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/10/2009 alle 13:34
Originariamente inviato da Mad

Originariamente inviato da Laura Idril
L'Italia non ha ricambio generazionale, non mi viene in mente un 1985, 1986 decenti (Nibali, per la cronaca è già un 1984).
Rischiamo, per qualche anno, di fare la fine dei francesi che ora stanno risorgendo mentre noi....


Qualche 87-88-89 interessante ce l'abbiamo e stanno passando. Vedremo poi quanto del loro potenziale sarà dovuto alle spremute giovanili e quanto al talento, quello vero.

Tipo chi ?
i Pantani , Gotti , Bartoli , Rebellin erano protagonisti nelle gare che contano (Giro Baby , Regioni , Valle d'Aosta , Internazionali)
Cunego passa pro dopo aver fatto 3° al Regioni e 2° al Valle d'Aosta.. Ulissi ?
Salvo Modolo e Ratto il livello mi sembra alquanto basso

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/10/2009 alle 14:50
Quando vince il più forte del lotto, è un bel vedere: chiunque esso sia. Personalmente ne sono contento, perché Philippe Gilbert è un corridore sempre spettacolare e con doti presenti ed evidenti non da oggi. Ha semplicemente imparato a finalizzarle, diminuendo al minimo gli errori. Inoltre ha dimostrato che la pressione che grava sul favorito la sa sopportare.
Altri due corridori sugli scudi e da porre a piedistallo di onori: Samuel Sanchez e Cadel d Evans, personaggi che meritano i titoli conquistati.
Bella corsa dal Ghisallo in avanti. Ottimo Santambrogio (anche se deve correggersi, per quel poco che è ancora possibile, nel suo modo di pedalare), scarsi o nei limiti della loro modestia, gli altri italiani.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Oct 2006

  postato il 18/10/2009 alle 14:51
segnalerei anche Hoogerland, già mi aveva impressionato ai mondiali e ieri si è confermato

 

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Aumento delle cubature. Dei cimiteri

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 18/10/2009 alle 16:10
Sono d’accordo con Lupo, elisamorbodona e Prof perché, come spesso accade, centrano il problema.
Si arriva all’ultima salita “ portando in carrozza il favorito che poi vince” perché non ci sono corridori all’altezza di non portarlo in carrozza ( il favorito di turno). Perché la mattanza produce i suoi frutti : dai non più giovanissimi ( come Riccò) ai giovanissimi che non ci sono perché, potendo scegliere, si va a fare il calciatore pulito, coccolato e che se la fa con le veline piuttosto che il ciclista dopato, ipercontrollato, sputtanato ( il ciclista sì, sputtanato) e che fa una fatica bestia. Anche se poi il calciatore è dopato quanto il ciclista.
Lupo è bravissimo per come argomenta e per come ha ancora la forza di dire certe cose, gli altri magari si stufano di impantanarsi sempre in discorsi asfittici.
Infine: grandissimo Vinokourov, un campione vero, generoso, che sa dare senso alla corsa.
E Hoogerland, sensibilissimo, che, ho letto nella cronaca di Casaldi, correva con la casacca aperta per fa leggere la scritta sulla maglietta dedicata a VDB.
Grandi cenni di un ciclismo che mi piace nel deserto desolato.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

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IO NON L'HO VOTATO.

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"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Tour




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  postato il 18/10/2009 alle 16:59
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da Mad
Qualche 87-88-89 interessante ce l'abbiamo e stanno passando. Vedremo poi quanto del loro potenziale sarà dovuto alle spremute giovanili e quanto al talento, quello vero.

Tipo chi ?
i Pantani , Gotti , Bartoli , Rebellin erano protagonisti nelle gare che contano (Giro Baby , Regioni , Valle d'Aosta , Internazionali)
Cunego passa pro dopo aver fatto 3° al Regioni e 2° al Valle d'Aosta.. Ulissi ?
Salvo Modolo e Ratto il livello mi sembra alquanto basso


Abbiamo un ex campione del mondo della crono, tanto per dire che ogni tanto qualche maglia la portiamo a casa. Uno che quando ci correvo tutti dicevano: "Ma è spremuto, vedrai quando sarà allievo come tornerà indietro" Da allievo vinceva e allora tutti a dire "Ma è spremuto, vedrai quando sarà junior come tornerà indietro" E han continuato così per un pò.

Questo non vuol dire che farà scintille tra i Prof, ma non veniamo a dire che mancano i talenti.

Su Ulissi non dico nulla, ma per ora rischia di essere il nuovo Palumbo. I maligni magari se lo aspettavano già da quando era allievo, visti i certificati medici.

Modolo ha vinto molto, vedremo anche lui come si comporterà. Ratto invece mi sembra quello messo meglio, nei due anni da dilettante si è risparmiato ed è stato più presente che Ulissi.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/10/2009 alle 17:08
ci terrei a precisare che con l'espressione "portare in carrozza" si sottolinea un fatto tecnico-atletico: se si aspetta il finale di una corsa, che si tratti dello sprint, o degli ultimi km di salita, o dell'ultima cote, o dell'ultimo tratto in pavè impegnativo è logico che se non accadono disavventure impreviste (ma anche improbabili) le cose facilmente si svolgono secondo la logica del più forte, che molto spesso lo si conosce già in partenza.
Soprattutto quando, per usare una espressione pure in voga qualche anno fa, c'è qualcuno che "attacca i manifesti" - per dire che nelle immediatamente precedenti occasioni ha dato dimostrazione di netta superiorità con azioni anche esageratamente potenti rispetto allo stretto necessario (v. Gilbert nel finale del Piemonte)- si mette in una posizione tale che solo a lui conviene attendere il finale. A tutti gli altri conviene spaiare le carte, provare azioni in località imprevedibili, tentare la sorpresa ( tutte cose che percorsi come quello del Lombardia offrono svariate occasioni di fare), e SOPRATTUTTO, provare a vedere se alla strapotenza corrisponde anche l'altra dote fondamentale nel ciclismo (che ne fa uno sport diverso da ogni altro), il fondo e il recupero all'interno della stessa prestazione da sforzi vicini al 100% ripetuti nel corso di varie ore. Molto spesso, a parte i grandi campioni, queste doti non vanno di pari passo. E, evitando uno svolgimento regolare e graduale della gara, a volte è stato possibile sovvertire dei valori che in partenza sembravano già scritti.
Mi rende perplessa questa illogica attesa del finale anche in situazioni in cui c'è uno nettamente migliore su quel terreno, l'idea che mi sono fatta io è che ci sia qualcuno che mette paura al corridore e lo convinca a starsene buono per ottenere il miglior piazzamento possibile, dandosi però così vinto in partenza.
Questo tra l'altro tende a spogliare il ciclismo della sua peculiarità sportiva, la ripetizione ravvicinata nel tempo della prestazione massimale alternata a fasi di importante recupero.



 

[Modificato il 18/10/2009 alle 18:47 by elisamorbidona]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/10/2009 alle 18:42
Perfettamente d'accordo con elisam.
Questa condotta "illogica", come la definisce lei, l'abbiamo vista trionfare ai tempi di Armstrong: nel 1999 Pantani dimostrò che poteva essere messo in difficoltà attaccandolo ogni giorno e possibilmente prima dell'ultima salita. Eppure, nei cinque Tour successivi non mi ricordo che qualcun altro ci abbia mai provato.
Secondo me qui, tra i vari problemi (le esigenze degli sponsor, che forse preferiscono un piazzamento ad una condotta di gara appariscente?), non manca la carenza tattica di molti ds. E fa il paio con la palese incapacità di sfruttare più punte in una squadra, come si è potuto vedere spesso negli ultimi anni. Per tornare ai Tour di Armstrong, la Telekom è una palese dimostrazione: con Ullrich, Kloden e Vinokurov in squadra non ha mai partorito idee migliori che quella di arrivare alla prima tappa di salita e vedere chi saltava più tardi. Anziché tentare attacchi da lontano con la terza e la seconda punta per spremere la squadra di Armstrong e farlo faticare fin dall'inizio, di modo che non arrivasse alla fine con tutta la sua incredibile "esplosività" intatta. Un altro esempio è la Saunier Dauval del 2007 (mi pare), con Simoni, Piepoli e Riccò contro un Di Luca in grande spolvero. Tattica: provare a sfruttare la debolezza della squadra di Di Luca attaccandolo da lontano con una delle tre punte? Ma no ...meglio sfruttare il primo tappone per far tirare a tutta Riccò e Piepoli a 150 km dal traguardo e mandarli fuori classifica. L'unica volta che mi ricordo d'aver visto un gioco di squadra abbastanza ben fatto è stato il Tour dell'anno scorso ad opera della CSC, con Frank Schleck e Sastre alternati all'attacco.
(Scusate se ho scritto qualche inesattezza ma tendo a confondermi e dimenticarmi facilmente gli eventi ciclistici)

 

[Modificato il 18/10/2009 alle 18:45 by Lupo]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/10/2009 alle 22:39
e comunque, letizia nei cuori: forse noi boogerdiani abbiamo trovato un nuovo olandese scapestrato e matto come la strada: Jhonny Hoogerland.
Speriamo continui così!

 

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Gaudium magnum. E'tornato! (cit. Frank VDB)

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  postato il 18/10/2009 alle 23:16
Chiediamoci anche chi sono i direttori sportivi oggi.
Molto spesso si tratta di ex corridori di secondo piano, a cui forse manca proprio il giusto approccio mentale alla corsa fatta per vincere.
(E infatti ne troviamo un perfetto specchio nei commenti di Cassani, loro coevo e collega, che spesso sottostima clamorosamente delle fughe da lontano, o ripete che bisogna far corsa di conserva).

Secondo me non è un caso che Riis sia quello con più fantasia: in un modo o nell'altro è stato un corridore che un Tour l'ha portato a casa, e anche qualche altra corsa, di tanto in tanto.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
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  postato il 18/10/2009 alle 23:48
Originariamente inviato da Lupo

Perfettamente d'accordo con elisam.
Questa condotta "illogica", come la definisce lei, l'abbiamo vista trionfare ai tempi di Armstrong: nel 1999 Pantani dimostrò che poteva essere messo in difficoltà attaccandolo ogni giorno e possibilmente prima dell'ultima salita. Eppure, nei cinque Tour successivi non mi ricordo che qualcun altro ci abbia mai provato.


naturalmente parli del 2000, purtroppo il Pirata nel 99 non lo corse (ahime).
senza andare fuori tema pubblico un link (si puo' qui?)
http://www.youtube.com/watch?v=yPAGHOIEGx4 .

Per il resto condivido.
Ho letto i commenti di Basso sul suo blog,forse ha capito che non puo' correre il 2010 cosi.....

 

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Sinche' esistera' una salita e una bici per salirci sopra, si parlera' ancora di Marco Pantani.

Ridategli la MAGLIA.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/10/2009 alle 11:06
Mi ha molto colpito Santambrogio, credo che possa realizzare una buona carriera.
Devo dire però che raramente ho visto un ciclista più "brutto" in bicicletta di lui.
La posizione in bici non è certo buona, ma la pedalata è veramente pessima!
Se un Di Luca prende a a calci la bici quando è sui pedali, Santambrogio la prende a pedate da seduto!
Inoltre "rema" tantissimo con le braccia. Infatti non solo la bici sbanda, ma sbanda addirittura la ruota anteriore.
Ho notato che tutto ciò non succede solo quando il corridore è al limite ma anche in momenti di recupero.
Mi piacerebbe che qualcuno calcolasse la quantità di watt che viene sprecata pedalando in modo tanto orrido (e dunque quanti watt risparmi uno come Pozzato...).
Dubito che Santambrogio possa migliorare tutto ciò. Abbiamo visto professionisti migliorare la posizione in bici o la frequenza di pedalata, ma migliorare "tutto", come dovrebbe fare Santambrogio, mi sembra impossibile.
Comunque molti corridori con tali difetti hanno fatto buone carriere, speriamo ci possa riuscire anche Mauro.

 
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  postato il 19/10/2009 alle 13:11
Già in diretta (come ho scritto nel pezzo) ho avuto l'impressione che Cunego avesse ragione sullo sprint per il 3° posto.
Stamattina ho avuto modo di rivedere quella volata:



Al minuto 1.51 si vede chiaramente che Kolobnev sposta Paolini sulla destra della sede stradale e Paolini fa lo stesso con Cunego, che per non cadere è costretto praticamente ad inchiodare.
Non mi pare ci sia niente di irregolare (i due erano davanti e potevano scegliersi la traiettoria), visto che non ci sono stati scarti improvvisi, però la dinamica "confusa" della volata rimane.
La stessa cosa l'aveva fatta 7" prima Gilbert con SSG, costringendolo ad allargarsi per percorrere più strada.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
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Livello Greg Lemond
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  postato il 19/10/2009 alle 14:10
Con riferimento a quanto è stato scritto sulle tattica sbagliata, perché troppo attendista, che è stata adottata al Giro di Lommbardia, credo che solo due squadre avessero interesse ad agire in modo diverso e cioè la Liquigas senz'altro e forse anche la Rabobank. Queste due avrebbero potuto, sul Ghisallo, fare un treno d'inferno, ma di sicuro Sanchez non lo avrebbero staccato e probabilmente neppure Gilbert; nel caso più favorevole avrebbero lasciato indietro Cunego, ma non Evans. Quindi in fin dei conti si trattava di scegliere di farsi battere in modo diverso, ma il risultato era comunque scritto sia per Gesink che per Basso. Quando non si è forti in volata le classiche ormai si possono vincere solo se si ha una squadra al di sopra delle altre (es. Andy - Devolder).

P.S.

Alla fine della storia, in questo Giro di Lombardia ha vinto il migliore e ha dato anche spettacolo, quindi le critiche le riserverei più volentieri al percorso ed allo svolgimento della prossima Sanremo, che sarà probabilmente "inguardabile" come l'ultima edizione.

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 19/10/2009 alle 14:36
Sono assolutamente in disaccordo con il caro Lemond. Se la corsa fosse stata tirata con attacchi e gruppetto che esce verso il colle del Balisio (terreno adattissimo ad imboscate), è difficile sapere che cosa sarebbe successo nei km rimanenti. Quando sei fuori fai fatica a nasconderti dietro ai compagni di squadra e tutto può accadere. Perbacco, anche che vincesse Gilbert, ma dirlo a priori è impossibile. Non è tanto questione di tattiche ma di corridori. In un mondiale come quello appena giocato, con un parterre piu' illustre e qualificato, sarebbero arrivati uno alla volta. Sono corridori, questi, che si equivalgono un po' tutti, con un livellamento verso il basso. In piu', la distanza fa paura ed ecco che si punta a giocarsi la gara sempre nei km finali. E' sempre stato cosi', nei momenti di magra.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/10/2009 alle 14:53
Diosanto che musica truzza sta sotto quel video..come minimo l'avrà messo ddl87

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 19/10/2009 alle 15:46
@lemond: con "attaccare" e "evitare uno svolgimento regolare e progressivo delle corse", "evitando di confrontarsi con i più forti sull'ultimo tratto di salita" intendevo parlare della possibilità di andare in fuga in tratti di percorso favorevoli lontano dal traguardo, anche con i capitani delle squadre. Viceversa mettere davanti al gruppo tre o quattro gregari a fare un ritmo sostenuto per me rientra esattamente nelle tattiche di difesa. E' il modo migliore per evitare confusione e scatti ed avere uno svolgimento il più regolare e prevedibile della corsa.
Spaiare le carte è proprio il contrario.
Tanto più che con una corsa irrazionale nello svolgimento spesso si vanno a scoprire carte (qualità atletiche) che normalmente non si scoprono e non si può mai dire se i rapporti di forza palesati su un arrivo in salita (uno sforzo intenso ma breve) rimangano gli stessi.

 

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Livello Greg Lemond
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  postato il 20/10/2009 alle 08:16
Originariamente inviato da prof

Sono assolutamente in disaccordo con il caro Lemond. Se la corsa fosse stata tirata con attacchi e gruppetto che esce verso il colle del Balisio (terreno adattissimo ad imboscate), è difficile sapere che cosa sarebbe successo nei km rimanenti.

Ma chi secondo te avrebbe avuto interesse a far ciò? Fra i grandi, l'ò già scritto e se, invece che far tirare la squadra, fossero andati in fuga, tu pensi che non li avrebbero ripresi? E se sì, sarebbe cambiato qualcosa poi? Io non credo, ma è solo un opinione.



Quando sei fuori fai fatica a nasconderti dietro ai compagni di squadra e tutto può accadere. Perbacco, anche che vincesse Gilbert, ma dirlo a priori è impossibile. Non è tanto questione di tattiche ma di corridori. In un mondiale come quello appena giocato, con un parterre piu' illustre e qualificato, sarebbero arrivati uno alla volta.

Ed in effetti è andata così ... al massimo erano in quattro (non capisco che intendi con parterre più qualificato)

Sono corridori, questi, che si equivalgono un po' tutti, con un livellamento verso il basso. In piu', la distanza fa paura ed ecco che si punta a giocarsi la gara sempre nei km finali. E' sempre stato cosi', nei momenti di magra.

Se si toglie Merkx, a me sembra che le corse di un giorno nella stragrande maggioranza siano andate nello stesso modo (posso sbagliare, perché cito a memoria e non ho sempre seguito il ciclismo come faccio, a tempo pieno, da qualche anno )



 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 20/10/2009 alle 08:23
Originariamente inviato da elisamorbidona

@lemond: con "attaccare" e "evitare uno svolgimento regolare e progressivo delle corse", "evitando di confrontarsi con i più forti sull'ultimo tratto di salita" intendevo parlare della possibilità di andare in fuga in tratti di percorso favorevoli lontano dal traguardo, anche con i capitani delle squadre.

Ho espresso la mia opinione nel messaggio precedente

Viceversa mettere davanti al gruppo tre o quattro gregari a fare un ritmo sostenuto per me rientra esattamente nelle tattiche di difesa. E' il modo migliore per evitare confusione e scatti ed avere uno svolgimento il più regolare e prevedibile della corsa.
Spaiare le carte è proprio il contrario.

Hai ragione, infatti nello snooker si chiamerebbe "difesa attiva"

Tanto più che con una corsa irrazionale nello svolgimento spesso si vanno a scoprire carte (qualità atletiche) che normalmente non si scoprono e non si può mai dire se i rapporti di forza palesati su un arrivo in salita (uno sforzo intenso ma breve) rimangano gli stessi.

E' naturalmente possibile che accada qual che dici tu, ma a me piacciono più gli svolgimenti razionali e godo molto quando vedo uno scatto come quello di Gilbert sabato, mentre una gran corsa vinta da uno che è partito da molto lontano, quando si verifica, non mi entusiasma per niente

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 20/10/2009 alle 11:14
naturamlente è questione di gusti.
Personalmente preferisco una corsa dove i cinque-sei-dieci attesi protagonisti si trovano davanti a diretto confronto (leggevo l'altro giorno la cronaca appassionante del Lombardia di Simpson su queste pagine- ma basta anche tornare ai Lombardia di Bettini dove la selezione veniva fatta attaccando sul Ghisallo) giocandosi la corsa negli ultimi 40-50-100 km. (e sono ore di corsa), piuttosto che vedere la processione del gruppo e poi due-tre scatti per quanto belli possano essere, sull'ultima parte dell'ultima salita.
Solo questione di quantità, una corsa che si accende nel finale diverte per un quarto d'ora. Una corsa che si accende con l'attacco di Chiappucci (in un gruppo numeroso e ben assortito di fuggitivi) sul Col de Saisies, per andare al Roselend, poi Iseran e infine Sestriere rimane emozionante e spettacolare per qualche ora.
Per questo motivo personalmente ritengo che uno dei sistemi migliori per ritrovare queste emozioni sia quello di ridurre drasticamente il numero di corridori per squadra. E pazienza se poi salta fuori qualche fuga-bidone.
Ci sarebbe più coraggio per attaccare e ci sarebbe anche spazio per più squadre e per i corridori talentuosi che si trovano in quelle.

 

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Livello Greg Lemond
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  postato il 20/10/2009 alle 12:27
Originariamente inviato da elisamorbidona

Per questo motivo personalmente ritengo che uno dei sistemi migliori per ritrovare queste emozioni sia quello di ridurre drasticamente il numero di corridori per squadra. E pazienza se poi salta fuori qualche fuga-bidone.
Ci sarebbe più coraggio per attaccare e ci sarebbe anche spazio per più squadre e per i corridori talentuosi che si trovano in quelle.


Sul numero dei partenti per squadra ci pensavo proprio ieri, mentre stavo facendo una salita con il cambio rotto (meno male, che non era troppo dura ) e secondo me alla Sanremo, in particolare, ma poi anche in tutte le classiche, più di cinque non ce ne dovrebbero essere e sei o sette nelle corse a tappe, perché bisogna mettere nel conto gli incidenti.
Per il resto se ci può divertire di più meglio, però se devo scegliere fra una corsa di quindici minuti, in cui vince il migliore, ed una di tre ore, il cui risultato dipende in larga misura dal caso (e poi vince Cunego )... non ho dubbi.

 

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  postato il 20/10/2009 alle 12:44
sul numero dei corridori concordo pienamente con te...cinque per le corse in linea e sei, massimo sette per i gt. Corse come la Sanremo avrebbero tantissimo da guadaganare risultando molto più aperte...

Sul vincitore che è il più forte dico: il bello del ciclismo è proprio che rispetto ad esempio ai 100 metri ( ma anche ai 10000) non è affatto impossibile sovvertire i valori in campo con una condotta di gara ben orchestrata. Se corro contro il detentore del primato stagionale sarà ben difficile batterlo in un confronto diretto anche sui 25 giri di pista. Se corro contro il corridore più in forma del momento sono perdente in partenza se lo aspetto al confronto diretto nel finale di corsa, ma se lo anticipo, se lo costringo a spremere se stesso e la squadra all'inseguimento, se gli porto la corsa su un terreno che non è il suo (ad esempio sul fondo lungo rispetto ad un corridore molto esplosivo o sulle variazioni di ritmo ripetute rispetto ad un regolarista), nei 240 km. le cose possono svolgersi in maniera imprevedibile, a tutto vantaggio dell'emozione e della suspence, anche se poi il più forte va a finire che perde.

 

[Modificato il 20/10/2009 alle 12:48 by elisamorbidona]

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FANTACICLISMO CICLOWEB 2008

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  postato il 20/10/2009 alle 13:14
Originariamente inviato da elisamorbidona

Per questo motivo personalmente ritengo che uno dei sistemi migliori per ritrovare queste emozioni sia quello di ridurre drasticamente il numero di corridori per squadra. E pazienza se poi salta fuori qualche fuga-bidone.
Ci sarebbe più coraggio per attaccare e ci sarebbe anche spazio per più squadre e per i corridori talentuosi che si trovano in quelle.


Concordo. Altro che radioline... questo sì che darebbe maggiore "imprevedibilità" alle corse. Inoltre, garantirebbe ad un numero maggiore di squadre (= sponsor) di farsi vedere nelle grandi corse.

 
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  postato il 20/10/2009 alle 16:18
Originariamente inviato da elisamorbidona

sul numero dei corridori concordo pienamente con te...cinque per le corse in linea e sei, massimo sette per i gt. Corse come la Sanremo avrebbero tantissimo da guadaganare risultando molto più aperte...

Sul vincitore che è il più forte dico: il bello del ciclismo è proprio che rispetto ad esempio ai 100 metri ( ma anche ai 10000) non è affatto impossibile sovvertire i valori in campo con una condotta di gara ben orchestrata. Se corro contro il detentore del primato stagionale sarà ben difficile batterlo in un confronto diretto anche sui 25 giri di pista. Se corro contro il corridore più in forma del momento sono perdente in partenza se lo aspetto al confronto diretto nel finale di corsa, ma se lo anticipo, se lo costringo a spremere se stesso e la squadra all'inseguimento, se gli porto la corsa su un terreno che non è il suo (ad esempio sul fondo lungo rispetto ad un corridore molto esplosivo o sulle variazioni di ritmo ripetute rispetto ad un regolarista), nei 240 km. le cose possono svolgersi in maniera imprevedibile, a tutto vantaggio dell'emozione e della suspence, anche se poi il più forte va a finire che perde.


Sì, sì, ormai codesto l'avevo compreso, ma che vuoi farci, sono per ... un seguace di Hegel e di Spock, per me il reale deve tendere al razionale e la logica è la prima direttiva da seguire. La suspense, per me è secondaria.

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
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...
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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