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Autore: Oggetto: I dirigenti di ciclismo - Chi governa il nostro sport?

Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 09:14
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da Frank VDB

E Bugno, presidente dei corridori?


Bugno? Il Presidente del CPA (Professionisti Internazionali) è Moser, il Presidente dell'ACCPI (Professionisti Italiani) è - appunto - Colombo.



Grazie per la precisazione. Ma Bugno secondo me qualche incarico ce l'ha... qualcuno sa quale?

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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  postato il 12/07/2006 alle 09:21
Originariamente inviato da Frank VDB

Ma Bugno secondo me qualche incarico ce l'ha... qualcuno sa quale?


http://www.accpi.it/organigramma/associazione.asp

È uno dei consiglieri ed è segretario della stessa ACCPI.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 09:35
Visto che la mia proposta di inserire un nostro pensiero (nostro = cicloweb) nel blog di Beppe Grillo non ha avuto molto consenso, lancio una nuova freccia e propongo una lettera alle testate giornalistiche locali e nazionali, sportive e di cronaca, qualcuno che abbia voglia o interesse di dare voce al ciclismo della base si troverà per la miseria! sull'ambiguo comportamento della Federazione Ciclistica Italiana e sulla non presa di posizione riguardo agli avvenimenti di Strasburgo e all'inchiesta spagnola e soprattutto sull'inesistente difesa dei professionisti italiani condannati dai media di tutto il mondo senza un'accusa certa, precisando poi la velocità impressionante, stile Valentino Rossi, con la quale Colombo, a titolo personale e a nome del mondo ciclistico, è saltato sul carro del vincitore.

Immagino saranno pronti i "topolini" a salire sul carro di Basso & co. se dovessero cadere le accuse, per mancanza di prove certe o per totale estraneità alla vicenda, e immagino pure che se le vicende di calciopoli porteranno a nuove accuse sui calciatori, i "topolini" saranno altrettanto veloci a scendere, ma spero che, se dovesse accadere, inciampino tra loro e cadano di naso.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 10:17
Io la sottoscrivo, se la scrivete.
E aggiungerei che va mandata assolutamente a BS, ARL e Tuttociclismo

Originariamente inviato da miky70

Visto che la mia proposta di inserire un nostro pensiero (nostro = cicloweb) nel blog di Beppe Grillo non ha avuto molto consenso, lancio una nuova freccia e propongo una lettera alle testate giornalistiche locali e nazionali, sportive e di cronaca, qualcuno che abbia voglia o interesse di dare voce al ciclismo della base si troverà per la miseria! sull'ambiguo comportamento della Federazione Ciclistica Italiana e sulla non presa di posizione riguardo agli avvenimenti di Strasburgo e all'inchiesta spagnola e soprattutto sull'inesistente difesa dei professionisti italiani condannati dai media di tutto il mondo senza un'accusa certa, precisando poi la velocità impressionante, stile Valentino Rossi, con la quale Colombo, a titolo personale e a nome del mondo ciclistico, è saltato sul carro del vincitore.

Immagino saranno pronti i "topolini" a salire sul carro di Basso & co. se dovessero cadere le accuse, per mancanza di prove certe o per totale estraneità alla vicenda, e immagino pure che se le vicende di calciopoli porteranno a nuove accuse sui calciatori, i "topolini" saranno altrettanto veloci a scendere, ma spero che, se dovesse accadere, inciampino tra loro e cadano di naso.

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 12/07/2006 alle 10:30
Io sono daccordissimo,ma sono completamente negato a scrivere.
Sicuramente Mario è più meglio.

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 12/07/2006 alle 10:46
salve, sono claudio santi, vi ringrazio per il dibattito e sono a disposizione

claudio

 
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  postato il 12/07/2006 alle 10:55
Benvenuto Jeanclaude (parlo con l'impersonale del forum... è bello per questo... ), a noi di Cicloweb.it fa senz'altro piacere la tua presenza e ci gratifica non poco.
Avere a disposizione i personaggi di cui si dibatte è sempre un'ottima spinta, per tutti, verso il parlare con chiarezza e verso il parlare con assoluta cognizione di causa.

Ho letto stamattina della tua lettera ai vari Organi contro la FCI che non t'invita nei consigli federali, e devo dire che - purtroppo - non sono affatto sorpreso: non sono molto avvezzo, ancora, alle "politiche" del ciclismo, ma di certo gli scenari che mi (ci) si aprono davanti agli occhi sono tutt'altro che rassicuranti.

Silenzi imbarazzanti, proposte lasciate morire di vecchiaia, comunicati assolutamente fuori luogo... come fa il ciclismo ad essere credibile?

So che ci vedremo anche domenica prossima a Sala Baganza con la Berchi e il suo (nostro) Bike Festival, magari avremo modo di stringerci la mano e di approfondire qualche discorso.

Ti rinnovo il benvenuto,
Monsieur 40%.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 10:57
Originariamente inviato da jeanclaude

salve, sono claudio santi, vi ringrazio per il dibattito e sono a disposizione

claudio


yyyyyyyyyyeeeeeeeeeaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 11:19
Sig. Santi, benvenuto, Lei è la dimostrazione che gli addetti ai lavori seguono questo forum, proprio come alcuni dei forumisti sospettavano.

Ho postato sopra una proposta, gradirei una sua opinione oppure un'altra proposta.

Grazie.

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 12/07/2006 alle 11:37
sono d'accordissimo su ogni proposta che faccia ragionare chi non vuol farlo e che difenda Ivan Basso, ora è il momento di migliorare senza ghigliottina, nella rivoluzione francese tutti coloro che hanno voluto la ghigliottina ci sono rimasti sotto. meglio migliorare tutti insieme, voi direte "ma tu eri amico di ceruti", ok su molte cose si ma su pantani divisissimi e boifava, amadori e la ronchi lo sanno benissimo che marco è venuto e mi chiamava per capire la FCI. Mi meraviglio che Moser e c. siano cosi duri contro Basso e che la FCI non abbia nemmeno dato un parere, una solidarietà umana.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 12:12
In base alle informazioni che ho io e per quanto possa valere, Ceruti era per l'azione dura contro i medici attraverso la collaborazione dei ciclisti, ma non ho trovato corretto l'abbandono di Pantani costretto a subire quei processi.
Non credo che punire un corridore che non fornisce informazioni sia una pratica onesta, Marco ha subito più processi di un capo mafia e non ha mai ricevuto una lettera di conforto dalla FCI.
Di Rocco & co. hanno fatto piazza pulita degli amici di Ceruti, vero? Ma non è dai giorni felici e di successo che si valuta il lavoro delle persone, bensì dalla gestione delle difficoltà e dalla soluzione dei problemi.
Quello che vediamo noi che discutiamo su questo forum è la non-posizione.
Nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere, perchè a Maggio questi signori hanno idolatrato i nuovi vincenti, criticato gli ex vincenti, assaporato i futuri successi e poi hanno preferito ritirare le mani che applaudivano per nasconderle dietro alla schiena.
Questo non è il comportamento idoneo di un dirigente valido e capace.

Cosa ancora più ridicola, utilizzano gli avvenimenti del calcio per lanciare una specie di messaggio di incoraggiamento per il futuro del ciclismo che troverà, attraverso l'esempio degli azzurri, la forza di ricominciare.
Ma allora non è vero che l'uomo impara dai propri errori.

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 12/07/2006 alle 14:54
concordo pienamente, ricordo che di rocco era segretario con ceruti vice presidente e amicissimi (hanno poi litigato non so' il perchè)
concordo che marco andava trattato diversamente e che comunque basso viene ignorato totalmente quindi è quasi peggio
ceruti con i corridori non aveva feeling, uomo intelligente e capace ma su questo punto non andava bene, i figli vanno amati anche quando sbagliano, anzi ...
non mi sembra però che l'attuale FCI sia meglio, anzi... proclami, annunci, propaganda ma nulla di serio e di umano
naturalmente è solo la mia opinione e spero sia sbagliata

ciao claudio santi

 
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  postato il 12/07/2006 alle 14:58
Jeanclaude, per commentare la tua lettera sulla proposta-provocazione fatta ai dirigenti di ciclismo riguardo al "dimettersi tutti", avevo chiuso con queste domande:

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Però, per tornare sul reale, è ovvio che ci voglia quantomeno un "guru", o comunque un uomo d'esperienza che possa contornarsi di giovani, di gente nuova, questo sì.
Ma 'sto uomo d'esperienza chi potrebbe essere?
Ce n'è qualcuno di cui fidarsi?


Tu hai qualche idea a riguardo?

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 12/07/2006 alle 15:03
non esiste l'uomo che cerchiamo, non esiste l'uomo senza difetti, chi ha creduto di esserlo è stato il peggiore quindi non cerchiamo esperienza, capacità, volontà, soldi ecc. forse mettere uno "normale" sarebbe un grandissimo passo avanti per poter dare ognuno un suo contributo piccolo o grande e il ciclismo sarebbe meraviglioso con tanta gente che alza le mani al cielo felice.

claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 15:23
Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!!

Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio.

Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.

 

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  postato il 12/07/2006 alle 15:24
Jeanclaude, però per far sì che la tua lettera non rimanga un'eco nella valle, sia io sia te sappiamo che il "populismo" non è affatto la cura, ma semmai il sedativo, affinché le cose vadano bene (ma basterebbe "meglio", per l'inizio).

Ovvio che l'uomo senza difetti non esiste, e difatti ci sposiamo e ci innamoriamo di donne e uomini pieni di difetti che ci fanno uscire pazzi, ma anche innamorare di più: ne basterebbe uno "giusto", che abbia difetti che stiano due bici - in un ipotetico sprint finale - dietro ai pregi.

Uno che faccia le cose per bene, anche senza sensazionalismi né chissà quali exploit (almeno all'inizio), ma uno che abbia buonsenso ed un po' (tanto) amore per questo sport, non solo come fonte di guadagno e lavoro, ma anche come passione ed assoluto amore viscerale per ogni competizione ciclistica su ogni tipo di bici.

Perché noi ora parliamo di Basso, di professionisti, ma la FCI lascia allo sbando gli juniores, il ciclocross, le donne, gli under23, un sacco di categorie che vivono disagi più o meno vasti in quasi ogni attimo della loro carriera.

Insomma, qualche "giusto" c'è in giro?
Qualche ottimo "patriarca" che ama il ciclismo, esiste?

Io provo a fare dei nomi: Martinello, Cribiori... tu hai altri nomi?

 

[Modificato il 12/07/2006 alle 15:26 by Monsieur 40%]

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 12/07/2006 alle 15:39
Originariamente inviato da miky70

Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!!

Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio.

Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.

Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre.
Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto.
Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati.
Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni.
Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte.
Quanta passione quanto amore per poi cosa???
Solo dei gran bei ricordi.
Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia.
La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo.
Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 16:03
Originariamente inviato da celapossorifare

Originariamente inviato da miky70

Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!!

Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio.

Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.

Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre.
Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto.
Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati.
Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni.
Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte.
Quanta passione quanto amore per poi cosa???
Solo dei gran bei ricordi.
Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia.
La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo.
Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.


La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro.
Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995.
Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto.
Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è.
Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo.
Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali.
Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 12/07/2006 alle 16:09
Originariamente inviato da miky70

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Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!!

Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio.

Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.

Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre.
Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto.
Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati.
Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni.
Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte.
Quanta passione quanto amore per poi cosa???
Solo dei gran bei ricordi.
Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia.
La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo.
Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.


La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro.
Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995.
Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto.
Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è.
Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo.
Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali.
Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????


Non mollate mai siete grandi.
Non perdiamo le speranze un nuovo sole sta per nascere( ispirato al film 2010... proseguo del film 2001 odissea nello spazio)


 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 12/07/2006 alle 16:32
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Jeanclaude, però per far sì che la tua lettera non rimanga un'eco nella valle, sia io sia te sappiamo che il "populismo" non è affatto la cura, ma semmai il sedativo, affinché le cose vadano bene (ma basterebbe "meglio", per l'inizio).

Ovvio che l'uomo senza difetti non esiste, e difatti ci sposiamo e ci innamoriamo di donne e uomini pieni di difetti che ci fanno uscire pazzi, ma anche innamorare di più: ne basterebbe uno "giusto", che abbia difetti che stiano due bici - in un ipotetico sprint finale - dietro ai pregi.

Uno che faccia le cose per bene, anche senza sensazionalismi né chissà quali exploit (almeno all'inizio), ma uno che abbia buonsenso ed un po' (tanto) amore per questo sport, non solo come fonte di guadagno e lavoro, ma anche come passione ed assoluto amore viscerale per ogni competizione ciclistica su ogni tipo di bici.

Perché noi ora parliamo di Basso, di professionisti, ma la FCI lascia allo sbando gli juniores, il ciclocross, le donne, gli under23, un sacco di categorie che vivono disagi più o meno vasti in quasi ogni attimo della loro carriera.

Insomma, qualche "giusto" c'è in giro?
Qualche ottimo "patriarca" che ama il ciclismo, esiste?

Io provo a fare dei nomi: Martinello, Cribiori... tu hai altri nomi?


No, ascolta, non scendiamo al livello di cercare l'"uomo della provvidenza": non credo stia qui la risoluzione. Non credo nemmeno stia nel nominare un "giusto", rischieremmo la fine di Sodoma e Gomorra. Se poi questo ipotetico "giusto" (il Signore ce ne scampi) dovesse pure amare il ciclismo, allora dovremmo, come dice l'ottimo Neri di BS, pescare nel gruppo: te lo raccomando...

No, no e poi no: ci vuole gente che possegga cultura e acclarate capacità di direzione. Che sappia parlare il linguaggio degli sponsor (senza di loro non si va da nessuna parte perchè corridori e personale vanno anche pagati e, possibilmente bene). Che sappia che cosa significhi gestire una Azienda tra costi e profitti, che ne sappia fissare le linee di sviluppo e i traguardi da raggiungere attraverso strategie anche innovative. Che conosca bene il cuore degli uomini e sappia circondarsi di persone intelligenti, attive, efficienti, oneste e capaci. Che abbia uso di mondo e sappia confrontarsi ai piu' alti livelli sia della società che del mondo ciclistico professionistico.

Detto questo abbiamo pertanto escluso che: 1. provenga dal "gruppo" 2. provenga dal mondo politico.

Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico.

Un candidato con il coltello tra i denti perchè la situazione, che è tragica, lo richiede.

Ciao,
Alberto

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2006 alle 16:34
Appoggio in tutto il post di prof

 

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  postato il 12/07/2006 alle 16:40
Originariamente inviato da prof

Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico.


Alberto/prof, io sono fondamentalmente d'accordo con te (con "giusto" volevo dire "tosto"), ma i candidati con il profilo di cui sopra, secondo te, perché dovrebbero lasciare le loro attività d'impresa per entrare nel ciclismo? Se hanno tutte quelle qualità, ma non hanno passione per il ciclismo, come può saltargli in mente di venire a dirigere una federazione ciclistica?

 

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  postato il 12/07/2006 alle 16:46
ragazzi mi sembrate davvero alla ricerca di uno che sistemi le cose, non illudetevi troppo, non è il momento, magari!!!
per il resto bisogna ragionare con quelli che ci sono, o almeno cercare di farlo, per quanto riguarda i nomi fatti alcuni sono già più che al potere
perdonatemi ma io rimango per donne e uomini semplici, senza demagogia, di grandi uomini ne ho visti tanti ma ne ho stimati pochi

claudio

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 12/07/2006 alle 17:22
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da prof

Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico.


Alberto/prof, io sono fondamentalmente d'accordo con te (con "giusto" volevo dire "tosto"), ma i candidati con il profilo di cui sopra, secondo te, perché dovrebbero lasciare le loro attività d'impresa per entrare nel ciclismo? Se hanno tutte quelle qualità, ma non hanno passione per il ciclismo, come può saltargli in mente di venire a dirigere una federazione ciclistica?


E' una bella domanda, Mario...proprio una bella domanda. Non dimenticare però che il ciclismo ha visto tanti sponsors negli anni: alcuni hanno lasciato qualcosa piu' che una traccia del loro passaggio e non è possibile che quel mondo (non sto parlando ovviamente di una singola azienda) non abbia lasciato sedimentare nulla. Vi sono uomini che hanno investito tante risorse in questo sport: è plausibile che lo abbiano fatto in vista di un ritorno per sè stessi e per la propria azienda ma, certamente, anche per una discreta passionaccia. Qualcuno c'è, ne sono convinto. Senza contare che un ciclismo in mano a gente piu' credibile attrarrebbe nuovi e forse ancor piu' importanti sponsors e sarebbe a quel punto che si innescherebbe un processo a catena. Il ciclismo è un grandissimo veicolo commerciale e le aziende lo sanno bene. Certo che farlo vivere perennemente in odore di scandali non aiuta a dispiegarne tutto il potenziale.

Non dimenticare poi una cosa, l'ambizione di un manager è quella di creare e si crea solo dove non c'è nulla o ci sono solo rovine.

Ciao
Alberto

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 12/07/2006 alle 17:41
Originariamente inviato da miky70

Originariamente inviato da celapossorifare

Originariamente inviato da miky70

Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!!

Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio.

Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.

Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre.
Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto.
Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati.
Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni.
Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte.
Quanta passione quanto amore per poi cosa???
Solo dei gran bei ricordi.
Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia.
La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo.
Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.


La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro.
Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995.
Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto.
Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è.
Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo.
Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali.
Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????


Il tuo babbo Michela ricorda anche a me i dirigenti delle squadre in cui ho corso. Tutti rigorosamente volontari che ci mettevano del proprio: oggi mi pare che il volontariato sia quasi scomparso (quasi). Sono proprio queste persone che devono essere motivate perchè solo persone oneste e specchiate possono trasmettere valori ai giovani. Una Federazione che si rispetti non può abdicare davanti ad un compito cosi' importante quale quello della trasmissione di valori educativi alle giovani generazioni. Perchè tutto parte da li' e solo da li' e chi non lo capisce poi va ad arrampicarsi attorno ad improbabili codici etici che producono solo ciò cui abbiamo assistito. Mi chiedevo da tempo a quando l'apparire della prima formazione Pro Tour certificata ISO 9001. Mi sa che prima o poi vedremo anche questo...

Ciao Michela, un abbraccio forte al tuo papà da un altro papà.
Alberto

 
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Livello Tour




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  postato il 17/07/2006 alle 10:17
nuova lettera di Claudio Santi che si dimette dal consiglio Europeo,penso dica cose giuste, vediamo se e come risponderanno..
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 10:31
Per il sig. Claudio Santi,
complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima.
Buona fortuna.

A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione.

 

____________________
Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Eddy Merckx




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  postato il 17/07/2006 alle 11:01
Originariamente inviato da miky70

Per il sig. Claudio Santi,
complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima.
Buona fortuna.

A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione.


Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ?
Grazie,
ciao
Alberto

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 17/07/2006 alle 11:31
comunicato di Claudio Santi, vice presidente Unione Europea del Ciclismo


Claudio Santi: domenica, ad Atene, lascio l' U.E.C.

Da martedì a domenica si disputano i campionati Europei di ciclismo su pista ad Atene, nella culla dello sport olimpico. Sarà l'occasione per discutere sui numerosi problemi del ciclismo e personalmente per terminare la mia esperienza di vice presidente del ciclismo europeo. Perchè quando il tuo contributo è sterile, quando le tue opinioni vengono sopportate, nemmeno discusse, resta l’adeguamento per continuare a sedersi. A me la sola poltrona non interessa, e poi mi piace lasciare ad Atene, città in cui ho avuto il piacere di imparare le regole della Coppa del Mondo su pista nel 1997 (di cui ho diretto 6 prove), in cui è rinato lo sport nel 1896 e in cui ho avuto l'onore di fare il dirigente dello sport Italiano nelle ultime Olimpiadi, in cui non ho voluto recepire nemmeno un euro, ne per rimborsi, ne diarie, ne compensi (come per i quattro mondiali da capo delegazione della nazionale italiana), perchè rimanga solo un esperienza di filosofia sportiva per me divina. Ringrazio il presidente Holececk, una brava e corretta persona, gli altri colleghi vice presidenti, i consiglieri e il nostro segretario persona gentile e di cultura, con loro mi sono trovato benissimo e mi mancheranno. Ringrazio e mi scuso con le 47 Federazioni, che molte delle quali mi hanno votato e rispettato. Ma senza il minimo rispetto della propria Federazione non si puo' proseguire, meglio impegnarsi per rinnovarla al più presto.

E ora dopo otto anni di Federazione Italiana e diciotto mesi Europei, ho ancora una settimana per cercare nei vari vertici alcune risposte a varie domande:

doping:
Pantani era un amico, Basso è un bravo ragazzo, e il movimento è in netto miglioramento, eppure ci si divide fra puri e peccatori. E i dirigenti tacciono o parlano per salvare loro stessi. Ma quando finirà l'ipocrisia? siamo come nella rivoluzione francese, nessuno vuole la colpa anche se tutti ce l'hanno e bisogna punire qualcuno. La ghigliottina piace a tutti ma uno ad uno tutti ci finiscono sotto, una commedia che non fa ridere nessuno e che demoralizza gli appassionati. La verità è che un sistema applicato si combatte con la sincerità e una presa di coscienza, tutti insieme, sennò il più furbo vince e preso lui, vince il più furbo che rimane o quello che lo diventa. Il mio ciclismo è quello della scuola di vita per i ragazzini che scattano, scalano una vetta, percorrono un viaggio, provano i brividi della velocità in pista o l'immersione nella natura fuoristrada, non quello dove se ti fai, vai. Nel 1986 ho smesso di correre dopo dieci anni di attività e pochi mesi di professionismo (comunque vice campione Italiano dilettanti in carica), un professionismo dove i corridori non venivano pagati ma ricattati e dove venivi invitato a prendere qualche manciata di pastiglie. Quando sono arrivato in Federazione, nel 1996, i professionisti si erano organizzati con frigo nei camion contenenti EPO, e\o medicinali di alto livello sperimentati da Università e record dell'ora, con cambi di sangue compresi. La parola d'ordine era "se non ti aiuti, non vai". Poi le cose sono migliorate, controlli adeguati ai tempi, i corridori hanno accettato il controllo del sangue, introdotta con il loro consenso, la pur imperfetta norma sull'ematocrito, e allontanati un po' di stregoni. Ma la voglia di tornare ai "bei tempi" c'è stata e ha favorito il ritorno di chi da segretario della FCI e da segretario della LEGA in quei tempi aveva taciuto o meglio aveva parlato proprio ad Atene per sospetti movimenti di controllo per il rimpatrio del Giro d'Italia in nave, "meglio passare dalla Jugoslavia, sennò vi beccano". Per fortuna c'è la giustizia ordinaria che ogni tanto ricorda un po' le regole di vita, sennò si tornerebbe a dormire con i cardofrequenzimetri per paura di morire dalla troppa densità del sangue e a fare i rulli di notte, come ai "bei tempi". Per rimettere in bici ragazzini con i giusti valori e riprendere morale si deve capire che da questo tumore (doping) dobbiamo guarire.

protour
una bella idea, una brutta realtà, una categoria di livello superiore al professionismo a cui si era arrivati ci voleva, ma un circolo chiuso dove chi deve coordinare e scrivere per poi far rispettare le regole voglia diventare parte dell'organizzazione è una cosa brutta da vedere e immorale. Fanno bene gli organizzatori dei grandi giri a non accettarlo e dopo due anni di fallimenti farebbe bene l' U.C.I. ad abbandonare anche l'idea se non come base per discutere una nuova categoria d'elite del ciclismo che sia il punto d'arrivo per i giovani ciclisti e la vetrina delle grandi organizzazioni per la disputa di gare importanti da cui ricavarne pubblico, immagine e sponsor.

pista:
troppa specializzazione in questi dieci anni hanno ridimensionato ulteriormente le gare e di conseguenza i corridori. Solo campionati in piste al coperto sarebbe giusto se ce ne fossero un decimo degli stadi, non una decina in Europa. Le gare dovrebbero avere una maggiore importanza anche per la categoria della squadra, sennò scattano i divieti di praticarla "tanto non conta niente". In Italia da juniores la pista viene di fatto proibita ad un corridore medio, come sperare di averne dei buoni d'elite? A livello internazionale la concorrenza è salita di livello, specialmente da nazioni in cui la strada è poco importante come l'Argentina, l'Australia, la Cina, la Russia, l'Ucraina ecc., quindi diventa tutto più difficile e il solo linguaggio ormai obsoleto "rilancio della pista" e l'annunciazione di un velodromo al coperto come un santuario per pregare non risolvono il problema. Speriamo che a Montichiari, di cui si parla da almeno cinque anni, si faccia, per diverso tempo avevo seguito i rapporti con il comune che mi sembra formato da persone convinte. Ma sarà un velodromo, per la pista è una medicina, non la soluzione del problema.

in Italia non si rispettano diritti e doveri:
In qualche Federazione non si assicurano i corridori come si deve per infortuni e malattie e noi forse per paura di non prendere più il loro voto lasciamo correre, in Italia non si rispetta lo statuto con il risultato che chi vince non è il presidente ma il padrone della Federazione, qualche ruffiano scodinzola, nessuno chiede chiarimenti, anzi applausi, articoli e proclami, come a "quei tempi", anche i baffetti del capo assomigliano. E così, i giudici di gara vedono nominata la loro commissione dall'alto senza tener conto delle consultazioni interne, i rappresentanti internazionali sono boicottati e ignorati in barba allo statuto, i campionati nazionali 2005 assegnati senza controllo antidoping obbligatorio per norma, giro d'Italia dilettanti assegnato con un bando che se vince un nemico è applicato, se un amico modificato dopo l'effettuazione con eventuali sconti economico e regole diverse, e via di questo passo.

Fiorenzuola:
rimarrà il mio impegno per le gare giovanili e per il decennale della sei giorni delle rose, l'ho promesso alle migliaia di persone che ci hanno seguito quest'anno e alle mille che mi hanno aiutato nel progetto "Forza Peter". Lo meritano i miei collaboratori, le amministrazioni locali e gli sponsor, fiorenzuola è un isola felice, speriamo duri a lungo, dalla federazione non cerchiamo il riconoscimento dei meriti ,ma la difesa dei diritti.

Ed ora lasciatemi una settimana di ascolto e di lettura di risposte, se ci saranno, e un lungo successivo silenzio, per ripartire da capo e non dal capo.

“Quando ami veramente, ma non ti vogliono più, devi toglierti di mezzo e soffrire intensamente, solo così amerai per sempre”. Il ciclismo per me è così.

Claudio Santi
vice presidente
Unione Europea del Ciclismo
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 11:35
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Per il sig. Claudio Santi,
complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima.
Buona fortuna.

A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione.


Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ?
Grazie,
ciao
Alberto

Alberto, io veramente come un bravo pappagallo sono andata dietro a Robby, che lascia sempre la notizia a metà. Spero non si sia sbagliato altrimenti ho fatto una figura di m.....
Se è così misterioso anche con le ragazze avrà la fila dietro.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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  postato il 17/07/2006 alle 12:11
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Per il sig. Claudio Santi,
complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima.
Buona fortuna.

A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione.


Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ?
Grazie,
ciao
Alberto

Alberto, io veramente come un bravo pappagallo sono andata dietro a Robby, che lascia sempre la notizia a metà. Spero non si sia sbagliato altrimenti ho fatto una figura di m.....
Se è così misterioso anche con le ragazze avrà la fila dietro.


Ha ha ha,...simpaticissimo commento...Per fortuna che la lettera c'è...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 12:19
Alberto puoi dirmi cosa ha scritto?
Vedo adesso che Jeanclaude è collegato.

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 15:52
17/07/2006 Lettera aperta di Claudio Santi, vicepresidente UEC

Da martedì a domenica si disputano i campionati Europei di ciclismo su pista ad Atene, nella culla dello sport olimpico. Sarà l'occasione per discutere sui numerosi problemi del ciclismo e personalmente per terminare la mia esperienza di vice presidente del ciclismo europeo. Perché quando il tuo contributo è sterile, quando le tue opinioni vengono sopportate, nemmeno discusse, resta l’adeguamento per continuare a sedersi. A me la sola poltrona non interessa, e poi mi piace lasciare ad Atene, città in cui ho avuto il piacere di imparare le regole della Coppa del Mondo su pista nel 1997 (di cui ho diretto 6 prove), in cui è rinato lo sport nel 1896 e in cui ho avuto l'onore di fare il dirigente dello sport Italiano nelle ultime Olimpiadi, per le quali non ho voluto recepire nemmeno un euro, né per rimborsi, né diarie, né compensi (come per i quattro mondiali da capo delegazione della nazionale italiana), perché rimanga solo un esperienza di filosofia sportiva per me divina.
Ringrazio il presidente Holececk, una brava e corretta persona, gli altri colleghi vice presidenti, i consiglieri e il nostro segretario, persona gentile e di cultura: con loro mi sono trovato benissimo e mi mancheranno. Ringrazio e mi scuso con le 47 Federazioni, che molte delle quali mi hanno votato e rispettato. Ma senza il minimo rispetto della propria Federazione non si puo' proseguire, meglio impegnarsi per rinnovarla al più presto.

E ora dopo otto anni di Federazione Italiana e diciotto mesi Europei, ho ancora una settimana per cercare nei vari vertici alcune risposte a varie domande:

Doping
Pantani era un amico, Basso è un bravo ragazzo, e il movimento è in netto miglioramento, eppure ci si divide fra puri e peccatori. E i dirigenti tacciono o parlano per salvare loro stessi. Ma quando finirà l'ipocrisia? Siamo come nella rivoluzione francese, nessuno vuole la colpa anche se tutti ce l'hanno e bisogna punire qualcuno. La ghigliottina piace a tutti ma uno ad uno tutti ci finiscono sotto, una commedia che non fa ridere nessuno e che demoralizza gli appassionati. La verità è che un sistema applicato si combatte con la sincerità e una presa di coscienza, tutti insieme, altrimenti il più furbo vince e, preso lui, vince il più furbo che rimane o quello che lo diventa.
Il mio ciclismo è quello della scuola di vita per i ragazzini che scattano, scalano una vetta, percorrono un viaggio, provano i brividi della velocità in pista o l'immersione nella natura fuoristrada, non quello dove se ti fai, vai. Nel 1986 ho smesso di correre dopo dieci anni di attività e pochi mesi di professionismo (comunque vice campione Italiano dilettanti in carica), un professionismo dove i corridori non venivano pagati ma ricattati e dove venivi invitato a prendere qualche manciata di pastiglie. Quando sono arrivato in Federazione, nel 1996, i professionisti si erano organizzati con frigo nei camion contenenti EPO, eo medicinali di alto livello sperimentati da Università e record dell'ora, con cambi di sangue compresi. La parola d'ordine era "se non ti aiuti, non vai". Poi le cose sono migliorate, controlli adeguati ai tempi, i corridori hanno accettato il controllo del sangue, introdotta con il loro consenso, la pur imperfetta norma sull'ematocrito, e allontanati un po' di stregoni. Ma la voglia di tornare ai "bei tempi" c'è stata e ha favorito il ritorno di chi da segretario della FCI e da segretario della LEGA in quei tempi aveva taciuto o meglio aveva parlato proprio ad Atene per sospetti movimenti di controllo per il rimpatrio del Giro d'Italia in nave, "meglio passare dalla Jugoslavia, sennò vi beccano".
Per fortuna c'è la giustizia ordinaria che ogni tanto ricorda un po' le regole di vita, sennò si tornerebbe a dormire con i cardofrequenzimetri per paura di morire dalla troppa densità del sangue e a fare i rulli di notte, come ai "bei tempi".
Per rimettere in bici ragazzini con i giusti valori e riprendere morale si deve capire che da questo tumore (doping) dobbiamo guarire.

Protour
Una bella idea, una brutta realtà, una categoria di livello superiore al professionismo a cui si era arrivati ci voleva, ma un circolo chiuso - dove chi deve coordinare e scrivere per poi far rispettare le regole voglia diventare parte dell'organizzazione - è una cosa brutta da vedere e immorale. Fanno bene gli organizzatori dei grandi giri a non accettarlo e dopo due anni di fallimenti farebbe bene l' U.C.I. ad abbandonare anche l'idea se non come base per discutere una nuova categoria d'elite del ciclismo che sia il punto d'arrivo per i giovani ciclisti e la vetrina delle grandi organizzazioni per la disputa di gare importanti da cui ricavarne pubblico, immagine e sponsor.

Piasta
Troppa specializzazione in questi dieci anni ha ridimensionato ulteriormente le gare e di conseguenza i corridori. Solo campionati in piste al coperto: sarebbe giusto se ce ne fossero tante, non una decina in Europa. Le gare dovrebbero avere una maggiore importanza anche per la categoria della squadra, sennò scattano i divieti di praticarla "tanto non conta niente". In Italia da juniores la pista viene di fatto proibita ad un corridore medio, come sperare di averne dei buoni d'elite?
A livello internazionale la concorrenza è salita di livello, specialmente da nazioni in cui la strada è poco importante come l'Argentina, l'Australia, la Cina, la Russia, l'Ucraina ecc., quindi diventa tutto più difficile e il solo linguaggio ormai obsoleto del "rilancio della pista" e l'«annunciazione» di un velodromo al coperto come un santuario per pregare non risolvono il problema. Speriamo che a Montichiari, di cui si parla da almeno cinque anni, si faccia: per diverso tempo avevo seguito i rapporti con il comune che mi sembra formato da persone convinte. Ma sarà un velodromo, per la pista è una medicina, non la soluzione del problema.

In Italia non si rispettano diritti e doveri
In qualche Federazione non si assicurano i corridori come si deve contro infortuni e malattie e noi, forse per paura di non prendere più il loro voto, lasciamo correre. In Italia non si rispetta lo statuto con il risultato che chi vince non è il presidente ma il padrone della Federazione, qualche ruffiano scodinzola, nessuno chiede chiarimenti, anzi applausi, articoli e proclami, come a "quei tempi", anche i baffetti del capo assomigliano. E così, i giudici di gara vedono nominata la loro commissione dall'alto senza tener conto delle consultazioni interne, i rappresentanti internazionali sono boicottati e ignorati in barba allo statuto, i campionati nazionali 2005 assegnati senza controllo antidoping obbligatorio per norma, Giro d'Italia dilettanti assegnato con un bando che se vince un nemico è applicato, se un amico modificato dopo l'effettuazione con eventuali sconti economico e regole diverse, e via di questo passo.

Fiorenzuola
Rimarrà il mio impegno per le gare giovanili e per il decennale della sei giorni delle rose, l'ho promesso alle migliaia di persone che ci hanno seguito quest'anno e alle mille che mi hanno aiutato nel progetto "Forza Peter". Lo meritano i miei collaboratori, le amministrazioni locali e gli sponsor, Fiorenzuola è un’isola felice, speriamo duri a lungo, dalla Federazione non cerchiamo il riconoscimento dei meriti, ma la difesa dei diritti.

Ed ora lasciatemi una settimana di ascolto e di lettura di risposte, se ci saranno, e un lungo successivo silenzio, per ripartire da capo e non dal capo.

«Quando ami veramente, ma non ti vogliono più, devi toglierti di mezzo e soffrire intensamente, solo così amerai per sempre». Il ciclismo per me è così.

Claudio Santi

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Marco Pantani
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  postato il 17/07/2006 alle 15:52
Mi permetta, sig.Santi, di diffidare un po' quando una persona lascia con il botto.
Dato che l'argomento Pantani mi interessa davvero molto, trovo un po' riduttivo dire che poteva essere trattato meglio quando di lui, ai vertici della FCI ( e non era Di Rocco) si diceva: Abbiamo preso il diavolo. oppure: Un'intera generazione di ciclisti deve essere soppressa ( veramente un'attenta conoscenza del problema doping) o anche, prima di Campiglio: Vedrete cadere gli dei.
Mi pare che marco Pantani abbia espresso i suoi dubbi su Campiglio, le voci che giravano, i banditi che scommettevano, un valore di ematocrito da lui sempre negato ecc., mi pare che in cinque anni di gogna giudiziaria , Ceruti non abbia espresso altro che plauso.
Mi pare che nel libro della signora Ronchi, che lei cita a testimone del suo amore per marco, venga detto che Marco riteneva che a capo del complotto di Campiglio c'era ceruti.
Ecco, se proprio deve parlare di marco, che pensa lei di questo?
Nella sua lettera di oggi vedo che fa accuse gravissime a Di Rocco ( io sul fallito blitz del giro 1996 avevo letto che la magistratura indagava su un altro nome, ma non so come sia finita), io non conosco Di Rocco, ma , ai miei occhi, avrà sempre un merito incaccellabile: ha sostituito Ceruti.
Sa, come Admeto che gli dei salvavano dalla morte perché era ospitale, a volte basta aver fatto una cosa sola.
Anche sul doping sarebbe ora che ci si iniziasse a chiedere se questa mattanza giustizialista ha davvero ridotto il doping e se la strada giusta non sia diversa.
Non dubito che Marco chiedesse e volesse sapere la posizione della FCI su di lui, ha sempre avuto un'idea molto chiara su quello che era accaduto a Campiglio e ha sempre chiesto, anche con la sua morte, la verità. Non mi pare abbia ricevuto attenzione, ma non è mai troppo tardi, non crede?

 

____________________
Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 17/07/2006 alle 20:05
per Donchisciotte
chiaramente io non sono stato un avversario di ceruti, anzi sono stato un dirigente per 8 anni nominato dalla gestione ceruti (con d'alto, riva, buzzi, ndr allora con ceruti oggi con di rocco e comunque brave persone che su parecchi punti non erano d'accordo con lui)
veniamo a pantani, certo che ceruti ha sbagliato e molto anche se a madonna di campiglio il controllo era UCI e non FCI, ma ancor più grave ceruti ne fu felice o almeno cosi si dice.
vorrei dirle che marco venne da me in ufficio per il ricorso al TAS della UCI e la FCI tramite l'avv. La Cognata sostenne Pantani
libero di credere ma marco era un amico e lo sanno bene Boifava e Manuela Ronchi con cui vado d'accordo
per il resto non si accontenti di cambiare ceruti che puo' essere un suo corretto desiderio, ma di cambiarlo in meglio
cordialità

claudio santi


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 20:45
beh che si fosse contenti di quello che era successo a Marco non si pò andarne fieri...di sicuro con altri vertici la vicenda di Marco non sarebbe finita nella maniera che tutti,ahimè, conosciamo...

 

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http://ilmiociclismo.blog.excite.it

"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 17/07/2006 alle 22:31
concordo che se il presidente veramente fosse fiero avrebbe sbagliato alla grande e io gliel'ho sempre detto pero' ragazzi pantani aveva problemi si sentiva perseguitato dalle procure più che dalla federazione, che lui, amicizie personali a parte, comunque non stimava

claudio

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 17/07/2006 alle 22:54
Sig.Santi,io, che mi chiamo Maria Rita , non metto assolutamente in dubbio quanto lei dice su Pantani.
Lo so che la Federazione appoggiò il ricorso al Tas di Marco, ma per un motivo esclusivamente giuridico: perché l’Uci non riconosceva le sentenze della Caf ( quella che aveva assolto Marco) mentre la federazione, visto che la Caf è un suo organo, ne sosteneva la legittimità.
L’appoggio della federazione non era rivolto a Marco ma a risolvere un problema giuridico che si trascinava da anni fra la stessa federazione e l’Uci, infatti il Tas diede ragione alla Federazione, purtroppo fuori tempo massimo per Pantani che aveva già scontato la squalifica.
Come vede , c’è sempre un altro aspetto nelle cose.
Io, che conosco molto bene la vicenda di Pantani, non aspetto altro che qualcosa davvero venga fuori.
Perché se davvero si vuole portare chiarezza e pulizia in un mondo nell’occhio del ciclone, bisognerebbe anche cominciare a chiedersi se, per caso, un capro espiatorio come Pantani non servisse ( parlo del 1999, ovviamente, nel pieno degli scandali Conconi e doping nel calcio).
Questo, ovviamente, non con spirito accusatorio verso nessuno ma con la certezza che in quel fatto si nasconde molto ( parlo di prima di Campiglio, di campiglio e del dopo Campiglio).
Non conosco Di Rocco ma le ricordo che ,un paio di mesi fa, Colombo, presidente del sindacato corridori, ha detto: se nel 1999 fosse stato Di Rocco presidente della FCI , Pantani sarebbe ancora vivo.
Non so, ovviamente, se quella di Colombo è una verità assoluta, so che c’è stata una gogna mediatica, giudiziaria, del potere sportivo ecc. e che la Federazione ha lasciato distruggere un patrimonio dello sport italiano come Marco Pantani senza mai dire una parola a sua difesa.
Non per morbidezza verso il doping, solo perché non si combatte il doping criminalizzando il capro espiatorio di turno, né le sfuggirà che nessuna Federazione si è mai comportata in questo modo verso il suo campione più rappresentativo.
Come vede non è un problema di essere contenti di quanto accaduto, è più grave.
Che Pantani si sentisse perseguitato mi pare evidente: quale altro atleta, anche trovato positivo, è stato indagato da sette procure, squalificato senza prove e messo in discussione come campione come è successo a Pantani?
Mi auguro che Basso sia tutelato , cioè che si affermi l’idea elementare che non ci può essere la pena se non c’è l’accertamento della colpa.
Ovviamente non metto in dubbio, non ho alcun elemento per farlo, il suo rapporto personale con Marco.
Non credo che una persona possa cambiare le cose che sono solo la manifestazione di un sistema molto complesso e mai veramente compreso né messo in discussione se , come è stato fino a oggi soprattutto nel ciclismo , si concepisce la lotta al doping come criminalizzazione del singolo atleta, nel segno dello scandalismo e del sensazionalismo.
Maria Rita

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 18/07/2006 alle 06:38
direi che maria rita ha ragione, anche se giudico infelice la frase di colombo e non mi sembra che basso sia stato difeso, anzi troppo silenzio

ricordiamoci anche che le procure sono indipendenti da simpatie o antipatie della federazione

claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2006 alle 13:09
Originariamente inviato da jeanclaude

direi che maria rita ha ragione, anche se giudico infelice la frase di colombo e non mi sembra che basso sia stato difeso, anzi troppo silenzio

ricordiamoci anche che le procure sono indipendenti da simpatie o antipatie della federazione

claudio

Probabilmente la federazione aspetta la documentazione ufficiale e la decisione della procura antidoping del coni.

Noto anche che nessun giornale riporta commenti riguardo l'atteggiamento della federazione, che sia un totale disinteresse della carta stampata, quello che fanno i dirigenti?
Ad esempio, il Giro d'Italia è di proprietà RCS ed è gestita dalla Gazzetta, la federazione ciclistica non ha potere, basti pensare alla presentazione della manifestazione. Il presidente è semplicemente inquadrato e nominato tra gli spettatori e poi basta.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 18/07/2006 alle 23:16
Sì,era perseguitato dalle procure ma quando avvengono casi come questi è sempre perché c’è un segnale preciso: si può fare, nulla osta.
Se ci fosse stato il potere sportivo a tutelarlo ( federazione, Coni), a difenderlo da un accanimento accusatorio senza precedenti, altri poteri avrebbero avuto meno veemenza. Come infatti avviene per gli atleti di tutti gli sport, tranne per lui.
No, la via della pulizia e della verità , passa da Campiglio e dal dopo Campiglio, perché Marco Pantani è stato lasciato solo e immolato PER TUTTI? A CHI SERVIVA? E a cosa?.
Come ha scritto Aldo Grasso, il ciclismo deve far sue queste domande e rispondere. Da lì parte l’operazione verità e pulizia.






 

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  postato il 18/07/2006 alle 23:30
Penso che soprattutto il Coni fu il massimo colpevole delle cattiverie e bastardaggini (scusate ma dà il senso) subite da Marco.
Se ti ricordi Maria Rita, in quel Giro Marco si battè molto per difendere tutti i ciclisti, soprattutto quelli che non avevano voce, dalle continue analisi del sangue che il Coni pretendeva di fare in aggiunta di quelle dell'UCI.
Troppi prelievi del sangue pesavano sui corridori, già impegnati enormemente ed affaticati dagli impegni (per la maggior parte di loro, è un lavoro senza gloria), sembravano dei drogati, pieni di buchi.
L'atteggiamento di Marco che offriva il proprio nome ed il proprio impegno per questo ingrato compito non piacque al Coni che pretendeva di avere tutti i diritti del mondo sui ciclisti.
L'aver poi denunciato che era stato fatto fuori da un sistema mafioso, fece andare tutti fuori di testa, perciò venne colpito e umiliato.
Quella gente, federali, dirigenti Coni, giornalisti gravitano ancora in questo ciclismo e non hanno capito di essere le vere mele marce.

 

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  postato il 02/08/2006 alle 18:13
Renato di Rocco: lettera aperta a Pat Mc Quaid

Riceviamo dal Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, un'accorata e garbata esortazione al Presidente del ciclismo mondiale. Una lettera che fa riflettere e può essere la base per un nuovo dibattito all'interno del ciclismo mondiale. Ecco il contenuto della lettera:

Caro Pat,
ho letto della Tua dichiarazione del 28 luglio e condivido la Tua rabbia per quanto è accaduto al Tour de France.
In passato ho sostenuto la Presidenza del mio amico Hein Verbruggen. Ho percorso con lui buona parte del cammino verso il rinnovamento del ciclismo mondiale, al quale ha dato un contributo straordinario. Mi sono perso gli ultimi otto anni, forse il periodo in cui si è cambiato di più e, alla luce dei risultati attuali, mi ritengo fortunato.
La situazione è sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che abitualmente non sono interessati ai risultati del ciclismo. L’hai definita “devastante”, al punto da dichiararTi “furioso e disgustato”. E lo è davvero, tanto più sapendo che l’UCI e qualche federazione nazionale sono all’avanguardia nella lotta al doping e che utilizzano gli strumenti e le metodiche più avanzate messe a disposizione dalla scienza.
Eppure, in termini di credibilità e d’immagine il risultato non cambia. Anzi!
Ciò che è avvenuto prima del Tour de France dimostra che l’impianto non funziona e che dobbiamo riscrivere il nostro futuro. Ma per farlo occorre guardare le cose per quello che sono, senza nasconderci verità spiacevoli.
Il punto essenziale è che l’UCI ha delegato una sua specifica, delicatissima competenza in materia regolamentare ed etica ad altro soggetto, che per sua natura rappresenta interessi privatistici e di parte, non certo quelli dell’intero movimento: l’Associazione dei Gruppi Sportivi appartenenti al Protour.
In pratica, gli è stata concessa l’autorità di ergersi come una sorta di “comitato di garanzia” che stabilisce e gestisce le regole al di fuori della giurisprudenza sportiva e ordinaria, con la presunzione di difendere, con i propri interessi, anche quelli degli organizzatori e di tutto il ciclismo.
Ed ecco il quadro che abbiamo davanti: l’immagine di una corsa gloriosa come il Tour de France ridotta in polvere, il nostro sport messo alla gogna mediatica. E i team stessi con le ossa rotte e allo sbando.
Caro Pat,
sono certo che la situazione ha travolto le tue vere intenzioni. Come possono questi soggetti, con i meccanismi messi in opera, garantire una trasparente gestione degli eventi, il rispetto dei valori e delle regole, quando non sono neppure in grado di difendere i propri interessi?
Davvero il patrimonio dell’etica può essere affidato a chi persegue i propri obiettivi di marketing ed economici ed è disposto ad esercitare ogni pressione sugli atleti pur di raggiungerli? Non diventa il
“codice etico” una copertura ipocrita, nell’illusione di uscire puliti da un mare che loro stessi hanno reso torbido prima ancora che il marcio sia portato a galla da un processo e da una sentenza?
Mi pongo domande che, sono certo, anche Tu Ti sei posto. Occorre che il timone torni al più presto nelle mani dell’UCI, se vogliamo uscire da questo pantano.
Ho provato più volte, da quando sei stato eletto Presidente, di farTi comprendere quanto l’Unione Ciclistica si sia allontanata dalla esigenze delle Federazioni nazionali, dalla specificità e dai valori della nostra disciplina.
Ancora una volta, nel momento forse più delicato della nostra organizzazione mondiale, quando il ciclismo è al centro dell’attenzione,T’invito in spirito di amicizia e nell’interesse del nostro sport a riflettere.
Apri porte e finestre della magnifica struttura realizzata ad Aigle. Fa che sia la vera “casa del ciclismo mondiale”, finalizzata alla sua promozione e al suo sviluppo, così com’era stata concepita, e non solo uno strumento di marketing per realizzare proventi che in nessun modo tornano alle Federazioni Nazionali, ma che, al contrario, sottrae a loro risorse.
Caro Pat,
non fraintendermi. Le mie esortazioni sono volte a sostenerTi in questo difficile momento, aiutandoTi a caratterizzare con maggiore efficacia il Tuo ruolo di Presidente mondiale e la Tua linea di politica sportiva..
La Tua cultura nasce e vive nel ciclismo e non puoi allontanarTi dalle sue radici. Il ciclismo non è quello che oggi appare sui media deformato da uno scandalo. Ha potenzialità ancora tutte da esplorare, che traggono origine dalla passione, dall’impegno e dalla fatica di tutti i soggetti appartenenti a questa enorme e fantastica famiglia.
Sei alla guida di un movimento planetario che, in virtù della sua grande tradizione e popolarità, sta vivendo una seconda giovinezza. La bicicletta, oggi, rappresenta uno stile di vita, interpreta bisogni reali di salute, ecologici, di difesa dell’ambiente, di attività e di svago sempre più diffusi nella società contemporanea.
Se non riusciamo ad esplorare ed esprimere tutte queste potenzialità è solo colpa nostra.
Ti prego, fermati e rifletti. Abbandona la posizione di rigidità assunta dall’UCI e cerca di stemperare la conflittualità esistente tra le varie componenti che operano nel ciclismo.
La situazione attuale è frutto del sistema vigente. Quindi è necessario, anzi obbligatorio, trovare altre strade altre soluzioni.
Chiama subito a rapporto tutte le componenti, confrontaTi, coinvolgici.
Sei il nostro Presidente e siamo tutti pronti ad aiutarTi nella ricerca di un nuovo modello, più adeguato alla nostra realtà e ai nostri valori, più semplice ed umano, più rispettoso delle regole, dei rispettivi ruoli e competenze.
Un modello più aderente alla nostra disciplina e alle nostre tradizioni.
E’ un impegno ed una responsabilità che Ti sei assunto e non che puoi delegare ad altri.
Attendo con fiducia la Tua reazione ed invito tutti a sostenerTi in questa difficilissima impresa.

Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana


(fonte: tuttobiciweb.com)

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/08/2006 alle 19:03
Caro Pat?!?!?!?!?

Grandissimo.....Pat, tira fuori quel dossier se ce l'hai oppure levati dalle scatole.

 

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Michela
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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 02/08/2006 alle 22:04
Mi scusi Jean Claude ma lei dovrebbe essere stato al potere per diversi anni, perchè non ha mai fatto almeno un parte dei suoi buoni propositi?

 

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Pap

 
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