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I dirigenti di ciclismo - Chi governa il nostro sport?
roby - 01/07/2006 alle 12:09

[b]La lettera di Santi[/b] vogliamo parlarne ?? :yes: senza riserve..fare demagogia..:gruppo: in modo MOLTO chiaro ?? forse riusciamo a capire..conoscere..aiutare questo nostro comunque amato ciclismo :OIO

 

[Modificato il 27/09/2007 alle 02:07 by Admin]


roby - 01/07/2006 alle 12:10

scusate la lettera di Claudio Santi l'ho letta su tuttobiciweb..


Maracaibo - 01/07/2006 alle 13:03

Allora riportiamola: [b]La provocazione di Santi: dimettiamoci tutti e... [/b] [i] Claudio Santi, vicepresidente dell'Unione Europea del Ciclismo, interviene sul caso Basso-Tour, offrendo una provocazione che vi proponiamo. Chi ama il ciclismo deve amare il brivido, la velocità, una montagna, una leggenda, una favola, un sogno. Il risveglio quando è il contrario e realtà è doloroso, terribile. Ma rimane la filosofia, rimane il ciclismo. Rileggerei i miei interventi e articoli negli otto anni di Federazione, e la ricerca continua negli anni di direttore del professionismo italiano per migliorare, volontà che mi ha fatto escludere dalla Federazione Ciclistica Italiana seppur avendo diritto per essere stato eletto vicepresidente Europeo e a pieno diritto dato dallo statuto (articolo 15 comma 2) dovrei partecipare ai consigli. Ma i dirigenti hanno promesso "fuori quelli che la pensano diversamente, vi proteggeremo noi", via libera quindi e testa bassa, omertà, si è potuto illudere, fino all'esclusione dal Tour del più grande atleta italiano. E ora? dirigenti UCI a lavarsene le mani, nemmeno capaci di fare e far rispettare i loro regolamenti. Dirigenti FCI in silenzio, con un passato da nascondere e un presente dittatoriale. E allora come si fa? dove si va? e i volontari? e la gente? e le leggende? e i ragazzini? e i sogni? Per salvare quelli bisogna dire la verità. Il doping è un sistema e Pantani, etichettato dai codardi come l'unico dopato non è servito a cambiare, e, se Basso sarà scaricato, come sembra dalle prime dichiarazioni, si farà come dove c'è la pena di morte, trovato un buon colpevole, che sia lui o meno cambia poco, si chiude la pratica e gli altri sono liberi di continuare a fare le stesse cose. Fino alla prossima volta. Ma qui ci sono le colpe, è marcio il sistema, tutti sanno e nessuno parla, basta un voto o un incarico per essere contenti. E cosi forse ci troviamo con dirigenti che truccavano gare e facevano Gh? ripeto il forse. E ci troviamo presidenti che erano segretari nel periodo in cui i corridori hanno voluto i controlli perchè i dirigenti non li fermavano? forse. E allora diamo la colpa a chi ci deve convivere (corridori) o a chi dovrebbe impegnarsi per cambiare (dirigenti)? A tutti e due ma molto di più ai secondi, e faccio una proposta: dimettiamoci tutti, io ci sto (non ad essere il solo) e ripartiamo da assemblee di idee con gente comune e con tutti i nostri figli corridori, ripartiremo con il ciclismo, quello vero senza slogan, senza falsità, scalando una montagna e alzando le mani felici, con chi come me, alla bicicletta deve tanti momenti stupendi della vita, di conquiste, di sfide, di racconti e di viaggi. Basso è un bravo ragazzo, gli voglio bene, avrà sbagliato? se sì, peccato, ma rimane un bravo ragazzo e gli voglio bene, come a Marco, che veniva a trovarmi in Federazione con Boifava, con la Ronchi, e chi ci conosce lo sa. Gli voglio bene come a tanti peccatori che devono cambiare, come a tanti illusi che devono capire, ma non come a tanti maneggioni falsi che se ne devono andare. Claudio Santi Vice Presidente Unione Europea del Ciclismo [/i]


Vuelta Espana - 01/07/2006 alle 13:03

Se ne parla già qui: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=1644 Sposto là il tuo intervento!


Monsieur 40% - 01/07/2006 alle 17:50

Non è semplice neanche per noi. ;)


Monsieur 40% - 01/07/2006 alle 18:04

[quote][i]Originariamente scritto da Santi [/i] Il doping è un sistema e Pantani, etichettato dai codardi come l'unico dopato non è servito a cambiare, e, se Basso sarà scaricato, come sembra dalle prime dichiarazioni, si farà come dove c'è la pena di morte, trovato un buon colpevole, che sia lui o meno cambia poco, si chiude la pratica e gli altri sono liberi di continuare a fare le stesse cose. Fino alla prossima volta. Ma qui ci sono le colpe, è marcio il sistema, tutti sanno e nessuno parla, basta un voto o un incarico per essere contenti. E cosi forse ci troviamo con dirigenti che truccavano gare e facevano Gh? ripeto il forse. E ci troviamo presidenti che erano segretari nel periodo in cui i corridori hanno voluto i controlli perchè i dirigenti non li fermavano? forse. E allora diamo la colpa a chi ci deve convivere (corridori) o a chi dovrebbe impegnarsi per cambiare (dirigenti)? A tutti e due ma molto di più ai secondi, e faccio una proposta: dimettiamoci tutti, io ci sto (non ad essere il solo) e ripartiamo da assemblee di idee con gente comune e con tutti i nostri figli corridori, ripartiremo con il ciclismo, quello vero senza slogan, senza falsità, scalando una montagna e alzando le mani felici, con chi come me, alla bicicletta deve tanti momenti stupendi della vita, di conquiste, di sfide, di racconti e di viaggi. Basso è un bravo ragazzo, gli voglio bene, avrà sbagliato? se sì, peccato, ma rimane un bravo ragazzo e gli voglio bene, come a Marco, che veniva a trovarmi in Federazione con Boifava, con la Ronchi, e chi ci conosce lo sa. Gli voglio bene come a tanti peccatori che devono cambiare, come a tanti illusi che devono capire, ma non come a tanti maneggioni falsi che se ne devono andare. Claudio Santi Vice Presidente Unione Europea del Ciclismo [/i] [/quote] Trovo che Santi sia stato molto preciso, abbastanza sbilanciato (e quindi plaudibile), ed apprezzo anche il suo "mettersi in mezzo" al calderone dei dirigenti. È assolutamente vero: cambiano corridori, sponsor, squadre e ds, ma i dirigenti di ciclismo sono sempre quelli, da anni. Ex-corridori, o altri, non importa ("forse", faccio come Santi), ma servono personaggi nuovi, possibilmente il già meno implicati possibili negli affari politici e di palazzo nel ciclismo (ma allargando il tiro, l'obiettivo è ampissimo e vasto). Però, per tornare sul reale, è ovvio che ci voglia quantomeno un "guru", o comunque un uomo d'esperienza che possa contornarsi di giovani, di gente nuova, questo sì. Ma 'sto uomo d'esperienza chi potrebbe essere? Ce n'è qualcuno di cui fidarsi?


Monsieur 40% - 01/07/2006 alle 18:33

[b]Ciclismo: L'inquietante silenzio di Di Rocco[/b] Gli occhi del mondo sono puntati sul Tour de France con lo scandalo doping che sta coinvolgendo il ciclismo mondiale. In questo scandalo è finito anche l’atleta italiano di punta: Ivan Basso. Appare alquanto strano il silenzio in materia del presidente federale Renato Di Rocco. Nuovamente non supportato a dovere dal suo ufficio stampa, il massimo esponente del ciclismo italiano ha deciso di non intervenire riguardo al caso Basso guardandosi bene dal recarsi in Francia nel tentativo, seppur vano, di risolvere la vicenda. Dove sarà il nostro presidente ? Sarà in vacanza o a presenziare a qualche presentazione di squadra o manifestazioni sconosciute alla massa. Un presidente federale di fronte a eventi storici, come quello di ieri che ha visto l’esclusione dalla più importante corsa a tappe del più importante atleta italiano e fresco vincitore del Giro d’Italia, ha l’obbligo di intervenire. Onore a Biarne Rijs onore alla T Mobile che nonostante lo stato d’animo non fosse sicuramente dei migliori hanno deciso di intervenire. Un plauso anche a Brian Nygaard, ufficio stampa della CSC, uno dei migliori in questo compito, meritevole di avere gestito al meglio una vicenda scomoda. Dalla Federazione ciclistica italiana, nessun segnale, nessun comunicato. (fonte: ciclismo-online.it)


aranciata_bottecchia - 01/07/2006 alle 18:48

Non mi colpisce particolarmente la lettera di Santi. Di Rocco si era premurato ad applaudire il formalismo di un'Uci che difendeva Armstrong, facendo una pessima figura, e il suo silenzio in questi momenti è ancora più grave, sarebbe stata apprezata una difesa d'ufficio a favore di Basso, innocente fino a prova contraria. Che stia aspettando che qualcuno gli scriva il discorso? Ordini di partito?


stress - 01/07/2006 alle 18:56

Davide, ricordi quando a un mio messaggio rispondesti cosi: [quote]Occhio Mauro, qualcuno cercherà di spalare merda su Basso tirando in ballo la vicenda di Manolo Saiz, .......... Preparati perchè gli sciacalli sono in agguato, secondo me. Un saluto cordialissimo[/quote] E' successo + di un mese fa ma con grande ritardo devo dirti che avevi ragione. :(:(:(


aranciata_bottecchia - 01/07/2006 alle 18:59

[quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] Davide, ricordi quando a un mio messaggio rispondesti cosi: [quote]Occhio Mauro, qualcuno cercherà di spalare merda su Basso tirando in ballo la vicenda di Manolo Saiz, .......... Preparati perchè gli sciacalli sono in agguato, secondo me. Un saluto cordialissimo[/quote] E' successo + di un mese fa ma con grande ritardo devo dirti che avevi ragione. :(:(:( [/quote] Però i messaggi privati devono rimanere tali, io ho una reputazione pessima da difendere, e ci tengo!


stress - 01/07/2006 alle 20:26

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] Davide, ricordi quando a un mio messaggio rispondesti cosi: [quote]Occhio Mauro, qualcuno cercherà di spalare merda su Basso tirando in ballo la vicenda di Manolo Saiz, .......... Preparati perchè gli sciacalli sono in agguato, secondo me. Un saluto cordialissimo[/quote] E' successo + di un mese fa ma con grande ritardo devo dirti che avevi ragione. :(:(:( [/quote] Però i messaggi privati devono rimanere tali, io ho una reputazione pessima da difendere, e ci tengo! [/quote] Avevi ragione e te l'ho detto, per il resto non sono certo io e i miei scritti che possono rivalutare la tua "pessima" reputazione. :boh::boh::boh::boh::boh:


roby - 02/07/2006 alle 21:19

trovo perlomeno " strano" che in questo forum non si abbia MAI il coraggio di parlare di addetti o dirigenti..:? mancano notizie al riguardo..??:pss:


Monsieur 40% - 03/07/2006 alle 03:48

[quote][i]Originariamente inviato da roby [/i] trovo perlomeno " strano" che in questo forum non si abbia MAI il coraggio di parlare di addetti o dirigenti..:? mancano notizie al riguardo..??:pss: [/quote] Roby, facci capire meglio a cosa (o a chi) ti riferisci, così chi vuole può risponderti... ;) (e comunque se ne è parlato... e se ne parla... scrivi il cognome di qualche "addetto" o "dirigente" nel box 'cerca' e vedrai che c'è più di qualche personaggio del ramo politico-dirigenziale di cui si è dibattuto, e si dibatte...)


prof - 03/07/2006 alle 11:10

C'era una volta un grande campione che poi divento' un grande dirigente e, come tale, oggi si trova tra i maggiorenti di questo "magnifico" sport. Fu un esempio per le giovani generazioni del suo tempo: ti venivano i crampi in corsa perchè finalmente avevi deciso di provare anche tu le amfetamine ? Benedetto ragazzo e beata inesperienza: ti ci dovevi anche allenare con le amfetamine, non bastava assumerle il giorno della gara. Ah quale inestimabile valore l'esperienza di questi grandi vecchi. E di quell'altro un po' piu' giovane, pure lui grande campione dal passato cosi' adamantino da catechizzare il suo giovane pupillo e stigmatizzare con giuste parole di fuoco le pratiche orrende e perverse di Basso il vizioso ? Per non parlare del franzoso gloria nazionale che dal podio della "corsa piu' bella del mondo" caninamente (e santamente) latra pure lui sul reprobo immondo. Almeno Moser se ne sta in camuffa e bello zitto (sperem). Devo citarne altri ? Se avete tempo fino a sera...Perbacco, tutta santa gente che "viene dal gruppo", come recita qualche bello spirito... E la nemesi di questo ciclismo dovrebbe venire da questi sopraccio' ? Chi lo crede o è stupido o è in malafede: tertium non datur e Santi (che non ho il piacere di conoscere e che proprio per questo cito volentieri) ha ragione. Forse la strada è quella percorsa dal tennis sul finire degli anni 50: via dalle federazioni, via dai comitati olimpici, in una parola via dalla politica. Il resto è fuffa. Ciao, Alberto


Maracaibo - 03/07/2006 alle 11:20

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Almeno Moser se ne sta in camuffa e bello zitto (sperem). [/quote] Non mi pare.... :boh: Da sportal.it [i]Anche Francesco Moser commenta l'esclusione di Ivan Basso e di altri corridori dal Tour de France. Il presidente dell'Associazione Corridori Internazionale spiega: "Era ormai nell'aria da tempo la vicenda spagnola. Questo è un danno enorme per l'immagine del ciclismo. I migliori non ci saranno in Francia. Comunque altra soluzione non c'era. Il dossier riporta dei nomi e il codice etico delle squadre ha portato alla sospensione degli atleti. Aspettiamo di conoscere gli sviluppi e di sapere la verità, dico solo che tutti questi corridori con Basso in testa hanno fatto dei controlli al Giro d'Italia e sono risultati puliti". "L'Associazione corridori vuole che si vada a fondo in questa vicenda, non si deve gridare al ladro senza avere la certezza di sapere i nomi. Poi bisogna che tutti i corridori si guardino in faccia per capire dove si vuole andare. Una percentuale di corridori dopati? Non voglio dirlo, dico che tanti hanno paura e non si avventurano nell'illecito, ma anche che il doping c'era anche quando correvo io. Se tutti stessero nelle regole si andrebbe più piano, ma il ciclismo sarebbe bello lo stesso. Sono i guadagni a spingere la gente a prendere certi rischi". "Colpa degli atleti o delle persone che girano attorno allo sport con provette e medicinali speciali? Un corridore da solo non è in grado di fare certe cose. Qualcuno lo aiuta sicuramente, ma le responsabilità rimangono del corridore". [/i]


stress - 03/07/2006 alle 11:22

I medici, arrestati con le mani nella marmellata, hanno pagato la cauzione e puff non è successo niente perchè sono tornati a fare regolarmente (sic) il loro lavoro. Alcuni ciclisti, invece, sputtanati ed esclusi sulla base di indizi non possono continuare a fare il loro lavoro e, a oggi, ancora non sanno perchè (non gli è stato conseganto nulla di scritto). Morale: Gli spacciatori sono liberi di continuare a fare i cacchi loro mentre gli "EVENTUALI" clienti, ripeto "EVENTUALI", non sanno neanchè perchè non possono lavorare. In mezzo a sto casino spuntano atleti "ipocriti" che quando vincono sono bravi, forti e puliti mentre quando perdono perdono perchè gli altri barano. Dirigenti che adesso fanno gli indignati e sputano fiele (esempio Saronni) mentre quando loro atleti sono stati beccati "CON PROVE CERTE" e non indizi (esempio Rumsas) l'hanno difeso e gli hanno dato (sic) un'altra possibilità. Altri, a parte Santi, sono passati agli onori della cronaca per ipocrisia o assenza (chi li ha visti? sentiti? ecc.). Il codice etico (scritto da uno degli attori protagonisti di questa storiaccia) punisce i ciclisti mentre le squadre no. Per finire silenzio assordante dall'associazione corridori (adesso dal post di maracaibo leggo che qualcosa si muove). L'hanno schiaffato in cu...... a loro iscritti e nessuno alza il ditino e chiede spiegazioni. Mi trovate qualcosa di logico in quello che è successo e sta succedendo in questi giorni? Grazie. Mauro "stress" Grassi

 

[Modificato il 03/07/2006 alle 11:31 by stress]


miky70 - 03/07/2006 alle 11:23

Comprensibile l'appello di Santi, tutti i dirigenti avranno applaudito il gesto, avranno detto: "bravo, ci vuole un segnale forte, non è solo colpa dei ciclisti, anzi" Bene, allora che qualcuno cominci a dimettersi. Chi inizia!!:Od:


prof - 03/07/2006 alle 11:25

[quote][i]Originariamente inviato da Maracaibo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Almeno Moser se ne sta in camuffa e bello zitto (sperem). [/quote] Non mi pare.... :boh: Da sportal.it [i]Anche Francesco Moser commenta l'esclusione di Ivan Basso e di altri corridori dal Tour de France. Il presidente dell'Associazione Corridori Internazionale spiega: "Era ormai nell'aria da tempo la vicenda spagnola. Questo è un danno enorme per l'immagine del ciclismo. I migliori non ci saranno in Francia. Comunque altra soluzione non c'era. Il dossier riporta dei nomi e il codice etico delle squadre ha portato alla sospensione degli atleti. Aspettiamo di conoscere gli sviluppi e di sapere la verità, dico solo che tutti questi corridori con Basso in testa hanno fatto dei controlli al Giro d'Italia e sono risultati puliti". "L'Associazione corridori vuole che si vada a fondo in questa vicenda, non si deve gridare al ladro senza avere la certezza di sapere i nomi. Poi bisogna che tutti i corridori si guardino in faccia per capire dove si vuole andare. Una percentuale di corridori dopati? Non voglio dirlo, dico che tanti hanno paura e non si avventurano nell'illecito, ma anche che il doping c'era anche quando correvo io. Se tutti stessero nelle regole si andrebbe più piano, ma il ciclismo sarebbe bello lo stesso. Sono i guadagni a spingere la gente a prendere certi rischi". "Colpa degli atleti o delle persone che girano attorno allo sport con provette e medicinali speciali? Un corridore da solo non è in grado di fare certe cose. Qualcuno lo aiuta sicuramente, ma le responsabilità rimangono del corridore". [/i] [/quote] E ti pareva; aveva una buona occasione per starsene zitto, e invece...Vorrei proprio sapere che cavolo mangiano (o meglio, bevono) su quelle montagne... Ottimo lavoro Maracaibo. Ciao, Alberto


miky70 - 03/07/2006 alle 11:36

Il dottor Conconi non ha subito qualche indagine per somministrazione di materiale dopante a vari atleti? Ha subito delle condanne? Non vorrei dire bufale, ma a me pare sia così, eppure continua ad insegnare nelle università, ma perchè mi stupisco, in Parlamento siedono "onorevoli" condannati ai quali paghiamo puntualmente lo stipendio.


Paz&Caz - 03/07/2006 alle 13:35

Santi ha bevuto troppo gotturnio!


roby - 04/07/2006 alle 00:11

..dalla FEDERAZIONE..nessuna dichiarazione..:? nemmeno un commento..:mad: in fin dei conti si parla, se non sbaglio dell'Italiano vincitore del giro d'Italia...mi sembra proprio un ..brutto silenzio..:hammer:


roby - 05/07/2006 alle 12:44

ho letto di una riunione di una associazione di codice etico (??):? svoltasi a lodi.. qualcuno può spiegare..?? chi sono i promotori ? chi lo sapeva..??:gruppo: grazie..


Monsieur 40% - 05/07/2006 alle 13:44

Questo l'articolo: [b]Un'associazione etica contro la Federciclismo[/b] Sabato 1/7/2006 presso il palazzo sport di Lodi, si è tenuta la prima riunione pubblica del Direttivo dell'Associazione Etica Sportiva, con soci intevenuti da buona parte dell'Italia, (Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Piemonte) a dimostrazione di una volontà estesa di restituire allo sport e al ciclismo in particolare i suoi valori fondativi. Tema della discussione il Ciclismo in Italia. Doveva essere il primo momento di riflessione collettiva , ma visto quanto sta accadendo nel nostro amato sport si e' passati subito all'azione propositiva, ponendo sul tavolo della discussione le seguenti questioni: - Quali iniziative intende promuovere il nostro Consiglio Federale rispetto alle ultime vicende sul doping per i fatti avvenuti in Francia / Spagna ? - Come vengono utilizzati i fondi "STRAORDINARI" ricevuti dal CONI per l'attivita'? - Dove sono finiti i fondi per le attivita promozionali nelle regioni? - Perche' i Presidenti regionali non vengono più convocati per discutere sui temi rilevanti della nostra federazione come prevede lo statuto e come mai il sistema delle regole che vige nelle nostra federazione viene regolarmente disatteso? - La mancata discussione di importanti tematiche da parte della strutture periferiche toglie al vertice del ciclismo nazionale il contatto importantissimo e vitale con la base. - Dove sono finiti i controlli anti Doping e perchè il presidente federale ha abbassato la guardia su questo tema? - Pensiamo forse che a non parlarne si risolvano le situazioni? - Nessuna esasperazione certo, ma occorre avviare una riforma del pensiero su tutto l'argomento.Le societa' " professionistiche" sono in regola con i compensi erogati ai propri atleti ? Queste sono le domande che i soci dell'AES hanno iniziato a porsi (per dire la verita' ce ne sono molte altre ma non ci sarebbe posto per tutte ). Noi le giriamo ai vertici federali sperando di avere da parte loro delle risposte chiare.Ma la domanda piu' importante, per la quale sicuramente non ci accontenteremo di risposte evasive e fumose e': QUESTO CONSIGLIO FEDERALE HA UN PROFILO ETICO E MORALE NEI SUOI COMPORTAMENTI ???? A CHE TITOLO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA INTERVIENE CONTRO LA WADA A DIFESA DI UN ATLETA AMERICANO SULLE VICENDE LEGATE AL DOPING ???La riforma e la revisione dell'attività giovanile quando verrà concepita come elemento nuovo e vincente anche nella lotta al Doping? (fonte: ciclismo-online.it) Sinceramente non avevo letto niente prima del 1° luglio, né un avviso, né inviti... non lo so... magari nella zona avranno avvertito...


miky70 - 05/07/2006 alle 14:09

Mio padre è presidente provinciale di Pesaro e non ne sapeva niente!:? Leggo tutte le riviste della Federazione che arrivano in ufficio e nessuna parlava di questo incontro, sicuramente è stato organizzato da altre associazioni. Comunque posso spiegarti una cosa che riguarda la mia provincia, e non è molto ricca ciclisticamente parlando, mio padre passa la maggior parte del tempo che dedica al ciclismo, iscrivendo corridori e squadre, facendo riunioni tra le società di varie categorie e partecipando alle corse (tutte, perchè è un appassionato e mia madre lo accompagna sempre). I problemi, che ci sono sicuramente, le società locali li discutono con lui solo quando non li hanno risolti da soli e quelli del CONI puntualmente non vogliono avere guai. Alla festa organizzata a Saltara per la presentazione della tappa, quelli del CONI si sono presentati per la cena e non avevano mai visto Ivan, neanche in foto. Durante la tappa di Saltara mio padre ha lavorato come un n... insieme alla gente della città, ma quando è stato il momento dell'arrivo, delle premiazioni e interviste, fuori tutti, tutti cacciati dietro alle transenne, la RCS non voleva scocciatori, il giochino era solo il loro e niente ringraziamenti per nessuno. La Federciclismo utilizza gente capace, disponibile e appassionata alla base ma non sa darne il giusto valore e come dirigenza mette politicanti sfiduciati ed annoiati.


prof - 06/07/2006 alle 12:48

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Mio padre è presidente provinciale di Pesaro e non ne sapeva niente!:? Leggo tutte le riviste della Federazione che arrivano in ufficio e nessuna parlava di questo incontro, sicuramente è stato organizzato da altre associazioni. Comunque posso spiegarti una cosa che riguarda la mia provincia, e non è molto ricca ciclisticamente parlando, mio padre passa la maggior parte del tempo che dedica al ciclismo, iscrivendo corridori e squadre, facendo riunioni tra le società di varie categorie e partecipando alle corse (tutte, perchè è un appassionato e mia madre lo accompagna sempre). I problemi, che ci sono sicuramente, le società locali li discutono con lui solo quando non li hanno risolti da soli e quelli del CONI puntualmente non vogliono avere guai. Alla festa organizzata a Saltara per la presentazione della tappa, quelli del CONI si sono presentati per la cena e non avevano mai visto Ivan, neanche in foto. Durante la tappa di Saltara mio padre ha lavorato come un n... insieme alla gente della città, ma quando è stato il momento dell'arrivo, delle premiazioni e interviste, fuori tutti, tutti cacciati dietro alle transenne, la RCS non voleva scocciatori, il giochino era solo il loro e niente ringraziamenti per nessuno. La Federciclismo utilizza gente capace, disponibile e appassionata alla base ma non sa darne il giusto valore e come dirigenza mette politicanti sfiduciati ed annoiati. [/quote] Ciao Miky, non mi perdo mai i tuoi posts perchè li trovo assennati e garbati. Mi è piaciuto molto quello scritto mentre stiravi...un'immagine molto bella. Vabbè. Per quanto mi concerne è dai tempi del caso Pantani che sostengo la morte del ciclismo a causa dei suoi dirigenti, tutti rigorosamente "provenienti dal gruppo" come auspica ed ha sempre auspicato il Direttore di BS. Spero di non essere troppo ottimista, ma mi pare che pure Santi ed il ns. Mario C. esprimano perplessità su questi Signori. Io penso e credo fermamente che nessuno sponsor possa ritenere il suo investimento tutelato da questa masnada di incapaci e, senza sponsor, come dire...senza sponsor, no party. No ciclismo. Per non parlare delle famiglie che volessero indirizzare i propri figli ad una pratica sportiva: tutti gli sport vanno bene, purchè non sia ciclismo. Va quasi da sè, a questo punto, che dirigenti i quali si siano ritrovati in questo cul de sac si siano anche di fatto autosqualificati ed abbiano, sempre di fatto, rivelato tutta la propria incapacità e miseria. Non resta che rifondarsi a partire dai Dirigenti di base, dagli organizzatori di corse, dagli sponsor e dai gruppi sportivi: fuori dalla Federazione, fuori dal Coni e fuori dalla politica. Una rivoluzione culturale che porti alla ribalta persone eticamente irreprensibili e che non abbiano mai convissuto con la cultura del doping a nessun titolo. Che credibilità possono avere gli attuali personaggi "provenienti dal gruppo"? Ragioniamo per assurdo: ammettiamo soltanto per un attimo che quanto emerso dalla Operacion Puerto sia tutto vero: davvero si potrebbe onestamente credere che i teams, i direttori sportivi, i medici, i massaggiatori, i meccanici, gli autisti ne fossero all'oscuro ? Di tutte, TUTTE, le squadre, si badi bene. Non prendiamoci in giro... Ma siccome poi non si può condannare nessuno senza prove piu' che provate e dopo regolare processo, non si può non essere con Stress/Mauro al quale va tutta la mia stima ed il mio affetto per l'onestà, la passione e la capacità espositiva dei suoi scritti. Ragion per cui, una volta usciti dalle ipotesi accettate per assurdo e ritornati allo stato delle cose, non si può che chiedersi dove sono questi "dirigenti" che non sanno (o non vogliono) tutelare il ciclismo dalle montagne di fango che gli si è buttato addosso in tutti questi anni. Perchè si ammette e si tollera quanto sta accadendo al Tour, in barba ad ogni piu' elementare principio naturale che alligna alla base di ogni ordinamento giuridico, foss'anche il piu' sgangherato e bananiero ? Cio' dimostra una cosa soltanto, che la nave è ormai in mano al cuoco di bordo e la piu' nefasta delle ipotesi sul destino di questo ciclismo è non solo plausibile ma certa. Ciao Micky, ciao Mauro e a quei pochi che possiedono la sensibilità per capire la gravità del momento: non sembrano tanti, in vero. Alberto


miky70 - 06/07/2006 alle 13:24

Nel ciclismo funziona un po' così: "Questa è casa mia e qui comando io" Nelle società dei giovani conta il papà del corridore che vince, l'amico dello sponsor o quello che trova lo sponsor; Se il DS ha carattere viene ascoltato, altrimenti viene ignorato; quello che dice la Federazione non ha un gran valore, perchè spesso è vista come la parte burocrate del ciclismo e non a torto, non c'è collaborazione o disponibilità, è per questo che qui mio padre viene sempre riconfermato, perchè fa, approfittando del fatto che ha un lavoro autonomo e spesso partecipa alle spese. Ma come ho detto nel precedente post, Pesaro è piccola come realtà ciclistica, qui abbiamo Giunti e Cardellini come professionisti, da poco si è aggiunto Tonti che si è trasferito. La mia città viveva prima per il Basket, la Scavolini raccoglieva tutte le sponsorizzazioni possibili, poi è arrivato Valentino Rossi. Il nuoto è una realtà che è sempre esistita, ma con Filippo Magnini adesso è iniziata una nuova primavera. Se il ciclismo locale imparasse ad organizzarsi e a valorizzarsi come fanno le società di nuoto e basket crescerebbe tantissimi campioni, perchè da qui a Gabicce e Gradara è pieno di cicloamatori che si portano dietro i propri bambini perchè non hanno la cultura del ciclismo come scuola. Quello che pensano le società qui è che l'importante è vincere e per vincere ti devi aiutare, perchè le società hanno spese enormi, perchè tutto il sistema si avvantaggia, perchè se vinci è perchè sei il più forte (un asino non sarà mai un cavallo), perchè servono personaggi che portino alla ribalta il ciclismo. Grazie ad Alberto per i complimenti.


stress - 06/07/2006 alle 13:48

Grazie. Cominciavo a pensare di essere diventato come quel giapponese sull'isola 40 anni dopo la fine della guerra. Quando tutto va bene sono tutti bravi mentre al minimo problema la loro incapacità, la loro ipocrisia, la loro la stuzzaggine (l'animale non la cosa che galleggia) e la loro cosa che galleggia (stronzaggine) vengono fuori. Spero che questo cataclisma crei una voragine che li inghiotta tutti così tracciamo una bella linea "ZERO" e da li ripartire con serietà e impegno. [b]Educazione, rispetto, sportività e onestà. Questi sono i valori da cui ripartire.[/b]


wing - 06/07/2006 alle 15:04

Per ripartire da zero si potrebbe prendere in prestito Borrelli e Palazzi e mettere alla sbarra dirigenti,DS,ciclisti,medici,massaggiatori,CT,stracciare le licenze alle squadre e i contratti con gli sponsor


miky70 - 06/07/2006 alle 16:33

E allora non ci sarebbero corse.:bll:


prof - 06/07/2006 alle 16:37

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] E allora non ci sarebbero corse.:bll: [/quote] Viene anche voglia di aggiungere...'cosi' come non ci sarà campionato' . Ciao Alberto


miky70 - 06/07/2006 alle 16:41

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] E allora non ci sarebbero corse.:bll: [/quote] Viene anche voglia di aggiungere...'cosi' come non ci sarà campionato' . Ciao Alberto [/quote] Se nella mia città la squadra non fosse fallita lo scorso anno, la prossima stagione avrei (forse) potuto vedere la Juve. Pensa che disdetta: non sono mai andata a veder giocare la VIS anche se abito vicino allo stadio e adesso che ci andrei volentieri non gioca più. :doh:


prof - 06/07/2006 alle 17:19

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Se nella mia città la squadra non fosse fallita lo scorso anno, la prossima stagione avrei (forse) potuto vedere la Juve. Pensa che disdetta: non sono mai andata a veder giocare la VIS anche se abito vicino allo stadio e adesso che ci andrei volentieri non gioca più. :doh: [/quote] Per fortuna la squadra della mia città è rimasta in A per due anni. Per due anni ho fatto l'abbonamento e mi sono divertito un sacco. Inutile dire che gli incontri con Juve, Milan, Inter sono stati i piu' belli e divertenti...e seguiti dal pubblico (stadio pienissimo). Che voglia dire qualcosa ?


miky70 - 06/07/2006 alle 17:40

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Se nella mia città la squadra non fosse fallita lo scorso anno, la prossima stagione avrei (forse) potuto vedere la Juve. Pensa che disdetta: non sono mai andata a veder giocare la VIS anche se abito vicino allo stadio e adesso che ci andrei volentieri non gioca più. :doh: [/quote] Per fortuna la squadra della mia città è rimasta in A per due anni. Per due anni ho fatto l'abbonamento e mi sono divertito un sacco. Inutile dire che gli incontri con Juve, Milan, Inter sono stati i piu' belli e divertenti...e seguiti dal pubblico (stadio pienissimo). Che voglia dire qualcosa ? [/quote] Che senza Juve e Milan in A, i prezzi dei biglietti delle altre squadre costeranno di meno perchè la gente andrà meno allo stadio! Che gli interisti finalmente saranno più felici! Che molti mariti ex juventini ed ex milanisti guarderanno di più le loro mogli, mentre altri scapperanno per andare allo stadio! Al mio non gliene può fregar di meno, toglietegli tutto tranne il suo PC!


miky70 - 06/07/2006 alle 17:41

Oh!Oh! sono uscita dal seminario. Chiedo venia.:bla:


roby - 10/07/2006 alle 12:50

altra lettera ufficiale di Santi :clap: cosa diranno ?? come si giustificheranno ? :pomodoro: ma vedo che per il forum non è un argomento interessante...:?


Monsieur 40% - 10/07/2006 alle 14:00

[quote][i]Originariamente inviato da roby [/i] ma vedo che per il forum non è un argomento interessante...:? [/quote] Roby, e basta, dài... son tre volte che dici cose simili senza motivarle... evidentemente gli altri non ci han fatto caso, allora riportala tu... discutine tu per primo, no!? Non penso ti serva essere imboccato... :boh: Non fraintendermi: però è anche vero che più su ti ho posto domande a cui non hai risposto... non riesco a capire dove vuoi andare a parare...


aranciata_bottecchia - 10/07/2006 alle 14:39

Un'altra lettera di Santi? Ancora? Su che sito si trova?


miky70 - 10/07/2006 alle 14:50

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Un'altra lettera di Santi? Ancora? Su che sito si trova? [/quote] Ma non si doveva dimettere:Od:


fabbricadelleidee - 10/07/2006 alle 17:45

Siamo sempre alle solite. www.fabbricadelleidee.splinder.com @Forum (insieme xil pirata) Roby


Monsieur 40% - 11/07/2006 alle 23:04

Io, davvero, non ho parole... ***************** [b]I corridori italiani si congratulano con i campioni del mondo[/b] 11 luglio - Il presidente dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, Amedeo Colombo, ha inviato una lettera di felicitazioni al presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Sergio Campana. La riportiamo integralmente qui di seguito. [i]Gent.mo Sergio Campana, la straordinaria impresa realizzata dai campioni del calcio italiano ha regalato ai corridori ciclisti professionisti, agli altri atleti di ogni disciplina sportiva e naturalmente ai milioni di tifosi una gioia incontenibile. Vorrei, a nome di tutti i corridori italiani e a titolo personale, testimoniarLe la gratitudine per le profonde emozioni e per l’immensa soddisfazione determinate dalla conquista della Coppa del Mondo di calcio. L’aver saputo esprimere sul campo di gioco i valori più autentici dello sport e l’orgoglio dell’essere italiani rappresenta per tutti, noi inclusi, protagonisti di una disciplina sportiva popolare e radicata quanto il calcio, un esempio grandioso. Essere riusciti a compiere tale impresa in una contingenza resa sfavorevole dalle note vicende giudiziarie è la prova di come il patrimonio di nobiltà insito nello sport possa e debba trionfare anche nei momenti di maggiore difficoltà. Non possiamo che trarre da questo vostro insegnamento fiducia e speranza. A Lei e agli eroi della meravigliosa avventura le nostre più sentite e sincere felicitazioni. Cordiali saluti, Amedeo Colombo Presidente Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani[/i] (fonte: Comunicato Stampa ACCPI) **************** Ma Colombo le lettere per difendere Basso, e Caruso, e Scarponi, quando le scrive? :( :grr:


Lore_88 - 11/07/2006 alle 23:27

E poi ci si lamenta di come vanno le cose nel ciclismo... Con gente del genere dove si vuol andare? Allo scatafascio! Ecco dove si va... Scusate, ora devo andare a vomitare... :gluglu::gluglu::gluglu:


miky70 - 12/07/2006 alle 07:56

Come ha scritto Stress nella sua firma, "i topi sono i primi a scappare", mi sembra chiaro che certi personaggi stiano cercando lavoro in un'altra federazione. E neanche si accorgono quanto sono patetici:mad:


celapossorifare - 12/07/2006 alle 08:27

Ha detto bene sto Santi qui. Come è possibile tutto questo silenzio di tacito assenso. Tutto OK? Tutto normale? Sembriamo un gruppo di conigli di fronte alla volpe. Dovè la FCI (Federazione Consapevoli In Silenzio) dopo che si è logorata da dentro non è capace più di ridare luce a questo sport. Fate bene a cambiare lavoro STR...I tutti in galera. :mad::mad::mad::mad:


Frank VDB - 12/07/2006 alle 08:30

Trovo anch'io penosa la lettera di Colombo. Non tanto per i complimenti ai calciatori - sapete come la penso - ma per l'inezia che ha dimostrato nel (non) scrivere altre, ben più importanti lettere. Io penso che a questo punto sia la base a doversi muovere. Una base che deve prendere coscienza che essere dirigenti o atleti di base non significa tesserare x amatori o y ragazzini all'anno, organizzare tot corse o qualche GF con cena sociale di fine anno. Significa piuttosto dire la propria opinione pubblicamente su queste cose è spingere i vertici a fare qualcosa. Ma noi utenti di cicloweb non potremmo iniziare a scrivere documenti e firmarl? Molti di noi sono tesserati, o comunque competenti tifosi. Abbiamo un veicolo straordinario: un sito internet molto seguito. Abbiamo persone che sanno scrivere e sanno a chi indirizzare le nostre riflessioni. Che aspettiamo? Cosa dice Petrucci sul caso Basso-Tour? Cosa dice di Rocco? E la sua opposizione in consiglio federale? Colombo sta per farfalle? E Bugno, presidente dei corridori? :bla:


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 09:11

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] E Bugno, presidente dei corridori?[/quote] Bugno? Il Presidente del CPA (Professionisti Internazionali) è Moser, il Presidente dell'ACCPI (Professionisti Italiani) è - appunto - Colombo. ;)


Frank VDB - 12/07/2006 alle 09:14

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] E Bugno, presidente dei corridori?[/quote] Bugno? Il Presidente del CPA (Professionisti Internazionali) è Moser, il Presidente dell'ACCPI (Professionisti Italiani) è - appunto - Colombo. ;) [/quote] Grazie per la precisazione. Ma Bugno secondo me qualche incarico ce l'ha... qualcuno sa quale?


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 09:21

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Ma Bugno secondo me qualche incarico ce l'ha... qualcuno sa quale? [/quote] http://www.accpi.it/organigramma/associazione.asp È uno dei consiglieri ed è segretario della stessa ACCPI.


miky70 - 12/07/2006 alle 09:35

Visto che la mia proposta di inserire un nostro pensiero (nostro = cicloweb) nel blog di Beppe Grillo non ha avuto molto consenso, lancio una nuova freccia e propongo una lettera alle testate giornalistiche locali e nazionali, sportive e di cronaca, qualcuno che abbia voglia o interesse di dare voce al ciclismo della base si troverà per la miseria! sull'ambiguo comportamento della Federazione Ciclistica Italiana e sulla non presa di posizione riguardo agli avvenimenti di Strasburgo e all'inchiesta spagnola e soprattutto sull'inesistente difesa dei professionisti italiani condannati dai media di tutto il mondo senza un'accusa certa, precisando poi la velocità impressionante, stile Valentino Rossi, con la quale Colombo, a titolo personale e a nome del mondo ciclistico, è saltato sul carro del vincitore. Immagino saranno pronti i "topolini" a salire sul carro di Basso & co. se dovessero cadere le accuse, per mancanza di prove certe o per totale estraneità alla vicenda, e immagino pure che se le vicende di calciopoli porteranno a nuove accuse sui calciatori, i "topolini" saranno altrettanto veloci a scendere, ma spero che, se dovesse accadere, inciampino tra loro e cadano di naso.:Od:


Frank VDB - 12/07/2006 alle 10:17

Io la sottoscrivo, se la scrivete. E aggiungerei che va mandata assolutamente a BS, ARL e Tuttociclismo [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Visto che la mia proposta di inserire un nostro pensiero (nostro = cicloweb) nel blog di Beppe Grillo non ha avuto molto consenso, lancio una nuova freccia e propongo una lettera alle testate giornalistiche locali e nazionali, sportive e di cronaca, qualcuno che abbia voglia o interesse di dare voce al ciclismo della base si troverà per la miseria! sull'ambiguo comportamento della Federazione Ciclistica Italiana e sulla non presa di posizione riguardo agli avvenimenti di Strasburgo e all'inchiesta spagnola e soprattutto sull'inesistente difesa dei professionisti italiani condannati dai media di tutto il mondo senza un'accusa certa, precisando poi la velocità impressionante, stile Valentino Rossi, con la quale Colombo, a titolo personale e a nome del mondo ciclistico, è saltato sul carro del vincitore. Immagino saranno pronti i "topolini" a salire sul carro di Basso & co. se dovessero cadere le accuse, per mancanza di prove certe o per totale estraneità alla vicenda, e immagino pure che se le vicende di calciopoli porteranno a nuove accuse sui calciatori, i "topolini" saranno altrettanto veloci a scendere, ma spero che, se dovesse accadere, inciampino tra loro e cadano di naso.:Od: [/quote]


celapossorifare - 12/07/2006 alle 10:30

Io sono daccordissimo,ma sono completamente negato a scrivere. Sicuramente Mario è più meglio.


jeanclaude - 12/07/2006 alle 10:46

salve, sono claudio santi, vi ringrazio per il dibattito e sono a disposizione claudio:OO:


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 10:55

Benvenuto Jeanclaude (parlo con l'impersonale del forum... è bello per questo... :D), a noi di Cicloweb.it fa senz'altro piacere la tua presenza e ci gratifica non poco. Avere a disposizione i personaggi di cui si dibatte è sempre un'ottima spinta, per tutti, verso il parlare con chiarezza e verso il parlare con assoluta cognizione di causa. Ho letto stamattina della tua lettera ai vari Organi contro la FCI che non t'invita nei consigli federali, e devo dire che - purtroppo - non sono affatto sorpreso: non sono molto avvezzo, ancora, alle "politiche" del ciclismo, ma di certo gli scenari che mi (ci) si aprono davanti agli occhi sono tutt'altro che rassicuranti. Silenzi imbarazzanti, proposte lasciate morire di vecchiaia, comunicati assolutamente fuori luogo... come fa il ciclismo ad essere credibile? So che ci vedremo anche domenica prossima a Sala Baganza con la Berchi e il suo (nostro) Bike Festival, magari avremo modo di stringerci la mano e di approfondire qualche discorso. Ti rinnovo il benvenuto, Monsieur 40%.


miky70 - 12/07/2006 alle 10:57

[quote][i]Originariamente inviato da jeanclaude [/i] salve, sono claudio santi, vi ringrazio per il dibattito e sono a disposizione claudio:OO: [/quote] yyyyyyyyyyeeeeeeeeeaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh:)


miky70 - 12/07/2006 alle 11:19

Sig. Santi, benvenuto, Lei è la dimostrazione che gli addetti ai lavori seguono questo forum, proprio come alcuni dei forumisti sospettavano. Ho postato sopra una proposta, gradirei una sua opinione oppure un'altra proposta. Grazie.


jeanclaude - 12/07/2006 alle 11:37

sono d'accordissimo su ogni proposta che faccia ragionare chi non vuol farlo e che difenda Ivan Basso, ora è il momento di migliorare senza ghigliottina, nella rivoluzione francese tutti coloro che hanno voluto la ghigliottina ci sono rimasti sotto. meglio migliorare tutti insieme, voi direte "ma tu eri amico di ceruti", ok su molte cose si ma su pantani divisissimi e boifava, amadori e la ronchi lo sanno benissimo che marco è venuto e mi chiamava per capire la FCI. Mi meraviglio che Moser e c. siano cosi duri contro Basso e che la FCI non abbia nemmeno dato un parere, una solidarietà umana. :Oo:


miky70 - 12/07/2006 alle 12:12

In base alle informazioni che ho io e per quanto possa valere, Ceruti era per l'azione dura contro i medici attraverso la collaborazione dei ciclisti, ma non ho trovato corretto l'abbandono di Pantani costretto a subire quei processi. Non credo che punire un corridore che non fornisce informazioni sia una pratica onesta, Marco ha subito più processi di un capo mafia e non ha mai ricevuto una lettera di conforto dalla FCI. Di Rocco & co. hanno fatto piazza pulita degli amici di Ceruti, vero? Ma non è dai giorni felici e di successo che si valuta il lavoro delle persone, bensì dalla gestione delle difficoltà e dalla soluzione dei problemi. Quello che vediamo noi che discutiamo su questo forum è la non-posizione. Nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere, perchè a Maggio questi signori hanno idolatrato i nuovi vincenti, criticato gli ex vincenti, assaporato i futuri successi e poi hanno preferito ritirare le mani che applaudivano per nasconderle dietro alla schiena. Questo non è il comportamento idoneo di un dirigente valido e capace. Cosa ancora più ridicola, utilizzano gli avvenimenti del calcio per lanciare una specie di messaggio di incoraggiamento per il futuro del ciclismo che troverà, attraverso l'esempio degli azzurri, la forza di ricominciare. Ma allora non è vero che l'uomo impara dai propri errori.:(


jeanclaude - 12/07/2006 alle 14:54

concordo pienamente, ricordo che di rocco era segretario con ceruti vice presidente e amicissimi (hanno poi litigato non so' il perchè) concordo che marco andava trattato diversamente e che comunque basso viene ignorato totalmente quindi è quasi peggio ceruti con i corridori non aveva feeling, uomo intelligente e capace ma su questo punto non andava bene, i figli vanno amati anche quando sbagliano, anzi ... non mi sembra però che l'attuale FCI sia meglio, anzi... proclami, annunci, propaganda ma nulla di serio e di umano naturalmente è solo la mia opinione e spero sia sbagliata ciao claudio santi:yes:


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 14:58

Jeanclaude, per commentare la tua lettera sulla proposta-provocazione fatta ai dirigenti di ciclismo riguardo al "dimettersi tutti", avevo chiuso con queste domande: [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Però, per tornare sul reale, è ovvio che ci voglia quantomeno un "guru", o comunque un uomo d'esperienza che possa contornarsi di giovani, di gente nuova, questo sì. Ma 'sto uomo d'esperienza chi potrebbe essere? Ce n'è qualcuno di cui fidarsi? [/quote] Tu hai qualche idea a riguardo?


jeanclaude - 12/07/2006 alle 15:03

non esiste l'uomo che cerchiamo, non esiste l'uomo senza difetti, chi ha creduto di esserlo è stato il peggiore quindi non cerchiamo esperienza, capacità, volontà, soldi ecc. forse mettere uno "normale" sarebbe un grandissimo passo avanti per poter dare ognuno un suo contributo piccolo o grande e il ciclismo sarebbe meraviglioso con tanta gente che alza le mani al cielo felice. claudio


miky70 - 12/07/2006 alle 15:23

Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!! Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio. Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici.


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 15:24

Jeanclaude, però per far sì che la tua lettera non rimanga un'eco nella valle, sia io sia te sappiamo che il "populismo" non è affatto la cura, ma semmai il sedativo, affinché le cose vadano bene (ma basterebbe "meglio", per l'inizio). Ovvio che l'uomo senza difetti non esiste, e difatti ci sposiamo e ci innamoriamo di donne e uomini pieni di difetti che ci fanno uscire pazzi, ma anche innamorare di più: ne basterebbe uno "giusto", che abbia difetti che stiano due bici - in un ipotetico sprint finale - dietro ai pregi. Uno che faccia le cose per bene, anche senza sensazionalismi né chissà quali exploit (almeno all'inizio), ma uno che abbia buonsenso ed un po' (tanto) amore per questo sport, non solo come fonte di guadagno e lavoro, ma anche come passione ed assoluto amore viscerale per ogni competizione ciclistica su ogni tipo di bici. Perché noi ora parliamo di Basso, di professionisti, ma la FCI lascia allo sbando gli juniores, il ciclocross, le donne, gli under23, un sacco di categorie che vivono disagi più o meno vasti in quasi ogni attimo della loro carriera. Insomma, qualche "giusto" c'è in giro? Qualche ottimo "patriarca" che ama il ciclismo, esiste? Io provo a fare dei nomi: Martinello, Cribiori... tu hai altri nomi?

 

[Modificato il 12/07/2006 alle 15:26 by Monsieur 40%]


celapossorifare - 12/07/2006 alle 15:39

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!! Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio. Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici. [/quote] Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre. Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto. Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati. Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni. Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte. Quanta passione quanto amore per poi cosa??? Solo dei gran bei ricordi. Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia. La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo. Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.:pc:


miky70 - 12/07/2006 alle 16:03

[quote][i]Originariamente inviato da celapossorifare [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!! Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio. Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici. [/quote] Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre. Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto. Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati. Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni. Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte. Quanta passione quanto amore per poi cosa??? Solo dei gran bei ricordi. Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia. La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo. Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.:pc: [/quote] La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro. Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995. Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto. Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è. Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo. Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali. Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????:D


celapossorifare - 12/07/2006 alle 16:09

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da celapossorifare [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!! Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio. Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici. [/quote] Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre. Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto. Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati. Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni. Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte. Quanta passione quanto amore per poi cosa??? Solo dei gran bei ricordi. Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia. La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo. Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.:pc: [/quote] La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro. Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995. Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto. Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è. Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo. Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali. Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????:D [/quote] Non mollate mai siete grandi. Non perdiamo le speranze un nuovo sole sta per nascere( ispirato al film 2010... proseguo del film 2001 odissea nello spazio) :cincin:


prof - 12/07/2006 alle 16:32

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Jeanclaude, però per far sì che la tua lettera non rimanga un'eco nella valle, sia io sia te sappiamo che il "populismo" non è affatto la cura, ma semmai il sedativo, affinché le cose vadano bene (ma basterebbe "meglio", per l'inizio). Ovvio che l'uomo senza difetti non esiste, e difatti ci sposiamo e ci innamoriamo di donne e uomini pieni di difetti che ci fanno uscire pazzi, ma anche innamorare di più: ne basterebbe uno "giusto", che abbia difetti che stiano due bici - in un ipotetico sprint finale - dietro ai pregi. Uno che faccia le cose per bene, anche senza sensazionalismi né chissà quali exploit (almeno all'inizio), ma uno che abbia buonsenso ed un po' (tanto) amore per questo sport, non solo come fonte di guadagno e lavoro, ma anche come passione ed assoluto amore viscerale per ogni competizione ciclistica su ogni tipo di bici. Perché noi ora parliamo di Basso, di professionisti, ma la FCI lascia allo sbando gli juniores, il ciclocross, le donne, gli under23, un sacco di categorie che vivono disagi più o meno vasti in quasi ogni attimo della loro carriera. Insomma, qualche "giusto" c'è in giro? Qualche ottimo "patriarca" che ama il ciclismo, esiste? Io provo a fare dei nomi: Martinello, Cribiori... tu hai altri nomi? [/quote] No, ascolta, non scendiamo al livello di cercare l'"uomo della provvidenza": non credo stia qui la risoluzione. Non credo nemmeno stia nel nominare un "giusto", rischieremmo la fine di Sodoma e Gomorra. Se poi questo ipotetico "giusto" (il Signore ce ne scampi) dovesse pure amare il ciclismo, allora dovremmo, come dice l'ottimo Neri di BS, pescare nel gruppo: te lo raccomando... No, no e poi no: ci vuole gente che possegga cultura e acclarate capacità di direzione. Che sappia parlare il linguaggio degli sponsor (senza di loro non si va da nessuna parte perchè corridori e personale vanno anche pagati e, possibilmente bene). Che sappia che cosa significhi gestire una Azienda tra costi e profitti, che ne sappia fissare le linee di sviluppo e i traguardi da raggiungere attraverso strategie anche innovative. Che conosca bene il cuore degli uomini e sappia circondarsi di persone intelligenti, attive, efficienti, oneste e capaci. Che abbia uso di mondo e sappia confrontarsi ai piu' alti livelli sia della società che del mondo ciclistico professionistico. Detto questo abbiamo pertanto escluso che: 1. provenga dal "gruppo" 2. provenga dal mondo politico. Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico. Un candidato con il coltello tra i denti perchè la situazione, che è tragica, lo richiede. Ciao, Alberto


miky70 - 12/07/2006 alle 16:34

Appoggio in tutto il post di prof:podio:


Monsieur 40% - 12/07/2006 alle 16:40

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico. [/quote] Alberto/prof, io sono fondamentalmente d'accordo con te (con "giusto" volevo dire "tosto"), ma i candidati con il profilo di cui sopra, secondo te, perché dovrebbero lasciare le loro attività d'impresa per entrare nel ciclismo? Se hanno tutte quelle qualità, ma non hanno passione per il ciclismo, come può saltargli in mente di venire a dirigere una federazione ciclistica?


jeanclaude - 12/07/2006 alle 16:46

ragazzi mi sembrate davvero alla ricerca di uno che sistemi le cose, non illudetevi troppo, non è il momento, magari!!! per il resto bisogna ragionare con quelli che ci sono, o almeno cercare di farlo, per quanto riguarda i nomi fatti alcuni sono già più che al potere perdonatemi ma io rimango per donne e uomini semplici, senza demagogia, di grandi uomini ne ho visti tanti ma ne ho stimati pochi claudio


prof - 12/07/2006 alle 17:22

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Di candidati con il profilo di cui sopra ce ne sono tanti: tutti quelli che in questi anni hanno lottato per mantenere uno standard elevato alle nostre imprese, schiacciate da una formidabile concorrenza straniera e da uno stato non di certo amico. [/quote] Alberto/prof, io sono fondamentalmente d'accordo con te (con "giusto" volevo dire "tosto"), ma i candidati con il profilo di cui sopra, secondo te, perché dovrebbero lasciare le loro attività d'impresa per entrare nel ciclismo? Se hanno tutte quelle qualità, ma non hanno passione per il ciclismo, come può saltargli in mente di venire a dirigere una federazione ciclistica? [/quote] E' una bella domanda, Mario...proprio una bella domanda. Non dimenticare però che il ciclismo ha visto tanti sponsors negli anni: alcuni hanno lasciato qualcosa piu' che una traccia del loro passaggio e non è possibile che quel mondo (non sto parlando ovviamente di una singola azienda) non abbia lasciato sedimentare nulla. Vi sono uomini che hanno investito tante risorse in questo sport: è plausibile che lo abbiano fatto in vista di un ritorno per sè stessi e per la propria azienda ma, certamente, anche per una discreta passionaccia. Qualcuno c'è, ne sono convinto. Senza contare che un ciclismo in mano a gente piu' credibile attrarrebbe nuovi e forse ancor piu' importanti sponsors e sarebbe a quel punto che si innescherebbe un processo a catena. Il ciclismo è un grandissimo veicolo commerciale e le aziende lo sanno bene. Certo che farlo vivere perennemente in odore di scandali non aiuta a dispiegarne tutto il potenziale. Non dimenticare poi una cosa, l'ambizione di un manager è quella di creare e si crea solo dove non c'è nulla o ci sono solo rovine. Ciao Alberto


prof - 12/07/2006 alle 17:41

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da celapossorifare [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ci vorrebbero più persone come il mio fantastico BABBO!!!!!!!!!!!!! Anima e corpo, tempo e portafoglio, donati generosamente alla causa del ciclismo, senza chiedere mai niente in cambio. Purtroppo ce ne sono pochi come lui e dedicare quasi tutto il tempo libero ad una passione così grande comporta anche tanti sacrifici. [/quote] Hai proprio ragione, fino a quando ero juniores la squadra era sostenuta da gente come il tuo babbo, il mio D.S non percepiva nessuno stipendio lavorava durante la settimana e tutte ma dico tutte le domeniche ci portava a correre. Le sue soddisfazioni più grandi erano le speranze di vedere uno di noi sul podio più alto. Il mio presidente di tasca sua sponsorizzava la squadra si sbatteva per gli sponsor almeno per le magliette e le bici, e in più ci premiava per i risultati. Il nostro meccanico stava sveglio fino alle due notte se la gara era alla mattina per darci le bici nel migliore delle condizioni. Ci hanno portati al giro del Piemonte ci hanno pagato l'hotel e le trasferte. Quanta passione quanto amore per poi cosa??? Solo dei gran bei ricordi. Io ho sempre visto tanta indifferenza verso le squadre sane come la mia. La FCI non si è mai interessata di venire a vedere se tra noi ci poteva essere qualche speranza del ciclismo. Cito il più grande tra noi Andrea Garavelli, oppure il meno fortunato Gianluca Cavalli ora nelle Gran Fondo.:pc: [/quote] La mia famiglia ed io lavoriamo insieme tutti i giorni della settimana e spesso litighiamo, ma quando c'è una corsa da organizzare o dei tesserini da fare o la corsa da dirigere andiamo sempre d'accordissimo, quando eravamo piccoli correvamo tutti, poi siamo rimasti come dirigenti, giudici, direttori di corsa, segretari e non ci pesa, portiamo i nostri bimbi che si divertono anche loro. Pensa che mia madre sta organizzando per ottobre una giornata di festa per tutti quelli che sono stati nella nostra squadra tra il 1983 e il 1995. Dopo quella data mio padre si è occupato più della federazione, gente che cercava solo di guadagnare dagli sponsor si è infiltrata, noi abbiamo mollato un po' perchè ci facevano solo incaz.... e la cosa si è ridimensionata molto. Ma adesso abbiamo fatto entrare i nostri bimbi, la voglia di ciclismo ancora c'è. Purtroppo più si sale verso la cima della piramide e meno trovi la passione, troppi interessi economici e politici, già è tanto se certi dirigenti sanno cos'è il ciclismo. Un altro problema poi è il fatto che non c'è nessun dirigente capace di far parlare di ciclismo fuori dalle corse o fuori dagli scandali. Insomma sui giornali si parla dei calciatori in continuazione, ormai anche quando vanno al bagno, se la fanno bianconera, nerazzurra, rossonera o blucerchiata!!!, la televisione esiste santocielo, qualcuno ne approfitti, non è un peccato mortale, mica mangiamo i bambini, no????:D [/quote] Il tuo babbo Michela ricorda anche a me i dirigenti delle squadre in cui ho corso. Tutti rigorosamente volontari che ci mettevano del proprio: oggi mi pare che il volontariato sia quasi scomparso (quasi). Sono proprio queste persone che devono essere motivate perchè solo persone oneste e specchiate possono trasmettere valori ai giovani. Una Federazione che si rispetti non può abdicare davanti ad un compito cosi' importante quale quello della trasmissione di valori educativi alle giovani generazioni. Perchè tutto parte da li' e solo da li' e chi non lo capisce poi va ad arrampicarsi attorno ad improbabili codici etici che producono solo ciò cui abbiamo assistito. Mi chiedevo da tempo a quando l'apparire della prima formazione Pro Tour certificata ISO 9001. Mi sa che prima o poi vedremo anche questo... Ciao Michela, un abbraccio forte al tuo papà da un altro papà. Alberto


roby - 17/07/2006 alle 10:17

nuova lettera di Claudio Santi che si dimette dal consiglio Europeo,penso dica cose giuste, vediamo se e come risponderanno..:doh:


miky70 - 17/07/2006 alle 10:31

Per il sig. Claudio Santi, complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima. Buona fortuna. A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione.


prof - 17/07/2006 alle 11:01

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Per il sig. Claudio Santi, complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima. Buona fortuna. A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione. [/quote] Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ? Grazie, ciao Alberto


jeanclaude - 17/07/2006 alle 11:31

comunicato di Claudio Santi, vice presidente Unione Europea del Ciclismo Claudio Santi: domenica, ad Atene, lascio l' U.E.C. Da martedì a domenica si disputano i campionati Europei di ciclismo su pista ad Atene, nella culla dello sport olimpico. Sarà l'occasione per discutere sui numerosi problemi del ciclismo e personalmente per terminare la mia esperienza di vice presidente del ciclismo europeo. Perchè quando il tuo contributo è sterile, quando le tue opinioni vengono sopportate, nemmeno discusse, resta l’adeguamento per continuare a sedersi. A me la sola poltrona non interessa, e poi mi piace lasciare ad Atene, città in cui ho avuto il piacere di imparare le regole della Coppa del Mondo su pista nel 1997 (di cui ho diretto 6 prove), in cui è rinato lo sport nel 1896 e in cui ho avuto l'onore di fare il dirigente dello sport Italiano nelle ultime Olimpiadi, in cui non ho voluto recepire nemmeno un euro, ne per rimborsi, ne diarie, ne compensi (come per i quattro mondiali da capo delegazione della nazionale italiana), perchè rimanga solo un esperienza di filosofia sportiva per me divina. Ringrazio il presidente Holececk, una brava e corretta persona, gli altri colleghi vice presidenti, i consiglieri e il nostro segretario persona gentile e di cultura, con loro mi sono trovato benissimo e mi mancheranno. Ringrazio e mi scuso con le 47 Federazioni, che molte delle quali mi hanno votato e rispettato. Ma senza il minimo rispetto della propria Federazione non si puo' proseguire, meglio impegnarsi per rinnovarla al più presto. E ora dopo otto anni di Federazione Italiana e diciotto mesi Europei, ho ancora una settimana per cercare nei vari vertici alcune risposte a varie domande: doping: Pantani era un amico, Basso è un bravo ragazzo, e il movimento è in netto miglioramento, eppure ci si divide fra puri e peccatori. E i dirigenti tacciono o parlano per salvare loro stessi. Ma quando finirà l'ipocrisia? siamo come nella rivoluzione francese, nessuno vuole la colpa anche se tutti ce l'hanno e bisogna punire qualcuno. La ghigliottina piace a tutti ma uno ad uno tutti ci finiscono sotto, una commedia che non fa ridere nessuno e che demoralizza gli appassionati. La verità è che un sistema applicato si combatte con la sincerità e una presa di coscienza, tutti insieme, sennò il più furbo vince e preso lui, vince il più furbo che rimane o quello che lo diventa. Il mio ciclismo è quello della scuola di vita per i ragazzini che scattano, scalano una vetta, percorrono un viaggio, provano i brividi della velocità in pista o l'immersione nella natura fuoristrada, non quello dove se ti fai, vai. Nel 1986 ho smesso di correre dopo dieci anni di attività e pochi mesi di professionismo (comunque vice campione Italiano dilettanti in carica), un professionismo dove i corridori non venivano pagati ma ricattati e dove venivi invitato a prendere qualche manciata di pastiglie. Quando sono arrivato in Federazione, nel 1996, i professionisti si erano organizzati con frigo nei camion contenenti EPO, e\o medicinali di alto livello sperimentati da Università e record dell'ora, con cambi di sangue compresi. La parola d'ordine era "se non ti aiuti, non vai". Poi le cose sono migliorate, controlli adeguati ai tempi, i corridori hanno accettato il controllo del sangue, introdotta con il loro consenso, la pur imperfetta norma sull'ematocrito, e allontanati un po' di stregoni. Ma la voglia di tornare ai "bei tempi" c'è stata e ha favorito il ritorno di chi da segretario della FCI e da segretario della LEGA in quei tempi aveva taciuto o meglio aveva parlato proprio ad Atene per sospetti movimenti di controllo per il rimpatrio del Giro d'Italia in nave, "meglio passare dalla Jugoslavia, sennò vi beccano". Per fortuna c'è la giustizia ordinaria che ogni tanto ricorda un po' le regole di vita, sennò si tornerebbe a dormire con i cardofrequenzimetri per paura di morire dalla troppa densità del sangue e a fare i rulli di notte, come ai "bei tempi". Per rimettere in bici ragazzini con i giusti valori e riprendere morale si deve capire che da questo tumore (doping) dobbiamo guarire. protour una bella idea, una brutta realtà, una categoria di livello superiore al professionismo a cui si era arrivati ci voleva, ma un circolo chiuso dove chi deve coordinare e scrivere per poi far rispettare le regole voglia diventare parte dell'organizzazione è una cosa brutta da vedere e immorale. Fanno bene gli organizzatori dei grandi giri a non accettarlo e dopo due anni di fallimenti farebbe bene l' U.C.I. ad abbandonare anche l'idea se non come base per discutere una nuova categoria d'elite del ciclismo che sia il punto d'arrivo per i giovani ciclisti e la vetrina delle grandi organizzazioni per la disputa di gare importanti da cui ricavarne pubblico, immagine e sponsor. pista: troppa specializzazione in questi dieci anni hanno ridimensionato ulteriormente le gare e di conseguenza i corridori. Solo campionati in piste al coperto sarebbe giusto se ce ne fossero un decimo degli stadi, non una decina in Europa. Le gare dovrebbero avere una maggiore importanza anche per la categoria della squadra, sennò scattano i divieti di praticarla "tanto non conta niente". In Italia da juniores la pista viene di fatto proibita ad un corridore medio, come sperare di averne dei buoni d'elite? A livello internazionale la concorrenza è salita di livello, specialmente da nazioni in cui la strada è poco importante come l'Argentina, l'Australia, la Cina, la Russia, l'Ucraina ecc., quindi diventa tutto più difficile e il solo linguaggio ormai obsoleto "rilancio della pista" e l'annunciazione di un velodromo al coperto come un santuario per pregare non risolvono il problema. Speriamo che a Montichiari, di cui si parla da almeno cinque anni, si faccia, per diverso tempo avevo seguito i rapporti con il comune che mi sembra formato da persone convinte. Ma sarà un velodromo, per la pista è una medicina, non la soluzione del problema. in Italia non si rispettano diritti e doveri: In qualche Federazione non si assicurano i corridori come si deve per infortuni e malattie e noi forse per paura di non prendere più il loro voto lasciamo correre, in Italia non si rispetta lo statuto con il risultato che chi vince non è il presidente ma il padrone della Federazione, qualche ruffiano scodinzola, nessuno chiede chiarimenti, anzi applausi, articoli e proclami, come a "quei tempi", anche i baffetti del capo assomigliano. E così, i giudici di gara vedono nominata la loro commissione dall'alto senza tener conto delle consultazioni interne, i rappresentanti internazionali sono boicottati e ignorati in barba allo statuto, i campionati nazionali 2005 assegnati senza controllo antidoping obbligatorio per norma, giro d'Italia dilettanti assegnato con un bando che se vince un nemico è applicato, se un amico modificato dopo l'effettuazione con eventuali sconti economico e regole diverse, e via di questo passo. Fiorenzuola: rimarrà il mio impegno per le gare giovanili e per il decennale della sei giorni delle rose, l'ho promesso alle migliaia di persone che ci hanno seguito quest'anno e alle mille che mi hanno aiutato nel progetto "Forza Peter". Lo meritano i miei collaboratori, le amministrazioni locali e gli sponsor, fiorenzuola è un isola felice, speriamo duri a lungo, dalla federazione non cerchiamo il riconoscimento dei meriti ,ma la difesa dei diritti. Ed ora lasciatemi una settimana di ascolto e di lettura di risposte, se ci saranno, e un lungo successivo silenzio, per ripartire da capo e non dal capo. “Quando ami veramente, ma non ti vogliono più, devi toglierti di mezzo e soffrire intensamente, solo così amerai per sempre”. Il ciclismo per me è così. Claudio Santi vice presidente Unione Europea del Ciclismo santicl@tin.it 3401091940


miky70 - 17/07/2006 alle 11:35

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Per il sig. Claudio Santi, complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima. Buona fortuna. A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione. [/quote] Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ? Grazie, ciao Alberto [/quote] Alberto, io veramente come un bravo pappagallo sono andata dietro a Robby, che lascia sempre la notizia a metà. Spero non si sia sbagliato altrimenti ho fatto una figura di m..... Se è così misterioso anche con le ragazze avrà la fila dietro.


prof - 17/07/2006 alle 12:11

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Per il sig. Claudio Santi, complimentissimi per il suo coraggio e la sua determinazione, non credo sia stata una scelta facile, ha tutta la mia stima. Buona fortuna. A questo punto spero in un esame di coscienza di tutti i dirigenti del ciclismo. Forse alcuni di loro apprezzando questo gesto troveranno la forza di proseguire verso la stessa direzione. [/quote] Michela, mi dici per gentilezza dove la trovo 'sta lettera benedetta ? Grazie, ciao Alberto [/quote] Alberto, io veramente come un bravo pappagallo sono andata dietro a Robby, che lascia sempre la notizia a metà. Spero non si sia sbagliato altrimenti ho fatto una figura di m..... Se è così misterioso anche con le ragazze avrà la fila dietro. [/quote] Ha ha ha,...simpaticissimo commento...Per fortuna che la lettera c'è...


miky70 - 17/07/2006 alle 12:19

Alberto puoi dirmi cosa ha scritto? Vedo adesso che Jeanclaude è collegato.


miky70 - 17/07/2006 alle 15:52

17/07/2006 Lettera aperta di Claudio Santi, vicepresidente UEC Da martedì a domenica si disputano i campionati Europei di ciclismo su pista ad Atene, nella culla dello sport olimpico. Sarà l'occasione per discutere sui numerosi problemi del ciclismo e personalmente per terminare la mia esperienza di vice presidente del ciclismo europeo. Perché quando il tuo contributo è sterile, quando le tue opinioni vengono sopportate, nemmeno discusse, resta l’adeguamento per continuare a sedersi. A me la sola poltrona non interessa, e poi mi piace lasciare ad Atene, città in cui ho avuto il piacere di imparare le regole della Coppa del Mondo su pista nel 1997 (di cui ho diretto 6 prove), in cui è rinato lo sport nel 1896 e in cui ho avuto l'onore di fare il dirigente dello sport Italiano nelle ultime Olimpiadi, per le quali non ho voluto recepire nemmeno un euro, né per rimborsi, né diarie, né compensi (come per i quattro mondiali da capo delegazione della nazionale italiana), perché rimanga solo un esperienza di filosofia sportiva per me divina. Ringrazio il presidente Holececk, una brava e corretta persona, gli altri colleghi vice presidenti, i consiglieri e il nostro segretario, persona gentile e di cultura: con loro mi sono trovato benissimo e mi mancheranno. Ringrazio e mi scuso con le 47 Federazioni, che molte delle quali mi hanno votato e rispettato. Ma senza il minimo rispetto della propria Federazione non si puo' proseguire, meglio impegnarsi per rinnovarla al più presto. E ora dopo otto anni di Federazione Italiana e diciotto mesi Europei, ho ancora una settimana per cercare nei vari vertici alcune risposte a varie domande: Doping Pantani era un amico, Basso è un bravo ragazzo, e il movimento è in netto miglioramento, eppure ci si divide fra puri e peccatori. E i dirigenti tacciono o parlano per salvare loro stessi. Ma quando finirà l'ipocrisia? Siamo come nella rivoluzione francese, nessuno vuole la colpa anche se tutti ce l'hanno e bisogna punire qualcuno. La ghigliottina piace a tutti ma uno ad uno tutti ci finiscono sotto, una commedia che non fa ridere nessuno e che demoralizza gli appassionati. La verità è che un sistema applicato si combatte con la sincerità e una presa di coscienza, tutti insieme, altrimenti il più furbo vince e, preso lui, vince il più furbo che rimane o quello che lo diventa. Il mio ciclismo è quello della scuola di vita per i ragazzini che scattano, scalano una vetta, percorrono un viaggio, provano i brividi della velocità in pista o l'immersione nella natura fuoristrada, non quello dove se ti fai, vai. Nel 1986 ho smesso di correre dopo dieci anni di attività e pochi mesi di professionismo (comunque vice campione Italiano dilettanti in carica), un professionismo dove i corridori non venivano pagati ma ricattati e dove venivi invitato a prendere qualche manciata di pastiglie. Quando sono arrivato in Federazione, nel 1996, i professionisti si erano organizzati con frigo nei camion contenenti EPO, eo medicinali di alto livello sperimentati da Università e record dell'ora, con cambi di sangue compresi. La parola d'ordine era "se non ti aiuti, non vai". Poi le cose sono migliorate, controlli adeguati ai tempi, i corridori hanno accettato il controllo del sangue, introdotta con il loro consenso, la pur imperfetta norma sull'ematocrito, e allontanati un po' di stregoni. Ma la voglia di tornare ai "bei tempi" c'è stata e ha favorito il ritorno di chi da segretario della FCI e da segretario della LEGA in quei tempi aveva taciuto o meglio aveva parlato proprio ad Atene per sospetti movimenti di controllo per il rimpatrio del Giro d'Italia in nave, "meglio passare dalla Jugoslavia, sennò vi beccano". Per fortuna c'è la giustizia ordinaria che ogni tanto ricorda un po' le regole di vita, sennò si tornerebbe a dormire con i cardofrequenzimetri per paura di morire dalla troppa densità del sangue e a fare i rulli di notte, come ai "bei tempi". Per rimettere in bici ragazzini con i giusti valori e riprendere morale si deve capire che da questo tumore (doping) dobbiamo guarire. Protour Una bella idea, una brutta realtà, una categoria di livello superiore al professionismo a cui si era arrivati ci voleva, ma un circolo chiuso - dove chi deve coordinare e scrivere per poi far rispettare le regole voglia diventare parte dell'organizzazione - è una cosa brutta da vedere e immorale. Fanno bene gli organizzatori dei grandi giri a non accettarlo e dopo due anni di fallimenti farebbe bene l' U.C.I. ad abbandonare anche l'idea se non come base per discutere una nuova categoria d'elite del ciclismo che sia il punto d'arrivo per i giovani ciclisti e la vetrina delle grandi organizzazioni per la disputa di gare importanti da cui ricavarne pubblico, immagine e sponsor. Piasta Troppa specializzazione in questi dieci anni ha ridimensionato ulteriormente le gare e di conseguenza i corridori. Solo campionati in piste al coperto: sarebbe giusto se ce ne fossero tante, non una decina in Europa. Le gare dovrebbero avere una maggiore importanza anche per la categoria della squadra, sennò scattano i divieti di praticarla "tanto non conta niente". In Italia da juniores la pista viene di fatto proibita ad un corridore medio, come sperare di averne dei buoni d'elite? A livello internazionale la concorrenza è salita di livello, specialmente da nazioni in cui la strada è poco importante come l'Argentina, l'Australia, la Cina, la Russia, l'Ucraina ecc., quindi diventa tutto più difficile e il solo linguaggio ormai obsoleto del "rilancio della pista" e l'«annunciazione» di un velodromo al coperto come un santuario per pregare non risolvono il problema. Speriamo che a Montichiari, di cui si parla da almeno cinque anni, si faccia: per diverso tempo avevo seguito i rapporti con il comune che mi sembra formato da persone convinte. Ma sarà un velodromo, per la pista è una medicina, non la soluzione del problema. In Italia non si rispettano diritti e doveri In qualche Federazione non si assicurano i corridori come si deve contro infortuni e malattie e noi, forse per paura di non prendere più il loro voto, lasciamo correre. In Italia non si rispetta lo statuto con il risultato che chi vince non è il presidente ma il padrone della Federazione, qualche ruffiano scodinzola, nessuno chiede chiarimenti, anzi applausi, articoli e proclami, come a "quei tempi", anche i baffetti del capo assomigliano. E così, i giudici di gara vedono nominata la loro commissione dall'alto senza tener conto delle consultazioni interne, i rappresentanti internazionali sono boicottati e ignorati in barba allo statuto, i campionati nazionali 2005 assegnati senza controllo antidoping obbligatorio per norma, Giro d'Italia dilettanti assegnato con un bando che se vince un nemico è applicato, se un amico modificato dopo l'effettuazione con eventuali sconti economico e regole diverse, e via di questo passo. Fiorenzuola Rimarrà il mio impegno per le gare giovanili e per il decennale della sei giorni delle rose, l'ho promesso alle migliaia di persone che ci hanno seguito quest'anno e alle mille che mi hanno aiutato nel progetto "Forza Peter". Lo meritano i miei collaboratori, le amministrazioni locali e gli sponsor, Fiorenzuola è un’isola felice, speriamo duri a lungo, dalla Federazione non cerchiamo il riconoscimento dei meriti, ma la difesa dei diritti. Ed ora lasciatemi una settimana di ascolto e di lettura di risposte, se ci saranno, e un lungo successivo silenzio, per ripartire da capo e non dal capo. «Quando ami veramente, ma non ti vogliono più, devi toglierti di mezzo e soffrire intensamente, solo così amerai per sempre». Il ciclismo per me è così. Claudio Santi


Donchisciotte - 17/07/2006 alle 15:52

Mi permetta, sig.Santi, di diffidare un po' quando una persona lascia con il botto. Dato che l'argomento Pantani mi interessa davvero molto, trovo un po' riduttivo dire che poteva essere trattato meglio quando di lui, ai vertici della FCI ( e non era Di Rocco) si diceva: Abbiamo preso il diavolo. oppure: Un'intera generazione di ciclisti deve essere soppressa ( veramente un'attenta conoscenza del problema doping) o anche, prima di Campiglio: Vedrete cadere gli dei. Mi pare che marco Pantani abbia espresso i suoi dubbi su Campiglio, le voci che giravano, i banditi che scommettevano, un valore di ematocrito da lui sempre negato ecc., mi pare che in cinque anni di gogna giudiziaria , Ceruti non abbia espresso altro che plauso. Mi pare che nel libro della signora Ronchi, che lei cita a testimone del suo amore per marco, venga detto che Marco riteneva che a capo del complotto di Campiglio c'era ceruti. Ecco, se proprio deve parlare di marco, che pensa lei di questo? Nella sua lettera di oggi vedo che fa accuse gravissime a Di Rocco ( io sul fallito blitz del giro 1996 avevo letto che la magistratura indagava su un altro nome, ma non so come sia finita), io non conosco Di Rocco, ma , ai miei occhi, avrà sempre un merito incaccellabile: ha sostituito Ceruti. Sa, come Admeto che gli dei salvavano dalla morte perché era ospitale, a volte basta aver fatto una cosa sola. Anche sul doping sarebbe ora che ci si iniziasse a chiedere se questa mattanza giustizialista ha davvero ridotto il doping e se la strada giusta non sia diversa. Non dubito che Marco chiedesse e volesse sapere la posizione della FCI su di lui, ha sempre avuto un'idea molto chiara su quello che era accaduto a Campiglio e ha sempre chiesto, anche con la sua morte, la verità. Non mi pare abbia ricevuto attenzione, ma non è mai troppo tardi, non crede?


jeanclaude - 17/07/2006 alle 20:05

per Donchisciotte chiaramente io non sono stato un avversario di ceruti, anzi sono stato un dirigente per 8 anni nominato dalla gestione ceruti (con d'alto, riva, buzzi, ndr allora con ceruti oggi con di rocco e comunque brave persone che su parecchi punti non erano d'accordo con lui) veniamo a pantani, certo che ceruti ha sbagliato e molto anche se a madonna di campiglio il controllo era UCI e non FCI, ma ancor più grave ceruti ne fu felice o almeno cosi si dice. vorrei dirle che marco venne da me in ufficio per il ricorso al TAS della UCI e la FCI tramite l'avv. La Cognata sostenne Pantani libero di credere ma marco era un amico e lo sanno bene Boifava e Manuela Ronchi con cui vado d'accordo per il resto non si accontenti di cambiare ceruti che puo' essere un suo corretto desiderio, ma di cambiarlo in meglio cordialità claudio santi


violetta - 17/07/2006 alle 20:45

beh che si fosse contenti di quello che era successo a Marco non si pò andarne fieri...di sicuro con altri vertici la vicenda di Marco non sarebbe finita nella maniera che tutti,ahimè, conosciamo...


jeanclaude - 17/07/2006 alle 22:31

concordo che se il presidente veramente fosse fiero avrebbe sbagliato alla grande e io gliel'ho sempre detto pero' ragazzi pantani aveva problemi si sentiva perseguitato dalle procure più che dalla federazione, che lui, amicizie personali a parte, comunque non stimava claudio


Donchisciotte - 17/07/2006 alle 22:54

Sig.Santi,io, che mi chiamo Maria Rita , non metto assolutamente in dubbio quanto lei dice su Pantani. Lo so che la Federazione appoggiò il ricorso al Tas di Marco, ma per un motivo esclusivamente giuridico: perché l’Uci non riconosceva le sentenze della Caf ( quella che aveva assolto Marco) mentre la federazione, visto che la Caf è un suo organo, ne sosteneva la legittimità. L’appoggio della federazione non era rivolto a Marco ma a risolvere un problema giuridico che si trascinava da anni fra la stessa federazione e l’Uci, infatti il Tas diede ragione alla Federazione, purtroppo fuori tempo massimo per Pantani che aveva già scontato la squalifica. Come vede , c’è sempre un altro aspetto nelle cose. Io, che conosco molto bene la vicenda di Pantani, non aspetto altro che qualcosa davvero venga fuori. Perché se davvero si vuole portare chiarezza e pulizia in un mondo nell’occhio del ciclone, bisognerebbe anche cominciare a chiedersi se, per caso, un capro espiatorio come Pantani non servisse ( parlo del 1999, ovviamente, nel pieno degli scandali Conconi e doping nel calcio). Questo, ovviamente, non con spirito accusatorio verso nessuno ma con la certezza che in quel fatto si nasconde molto ( parlo di prima di Campiglio, di campiglio e del dopo Campiglio). Non conosco Di Rocco ma le ricordo che ,un paio di mesi fa, Colombo, presidente del sindacato corridori, ha detto: se nel 1999 fosse stato Di Rocco presidente della FCI , Pantani sarebbe ancora vivo. Non so, ovviamente, se quella di Colombo è una verità assoluta, so che c’è stata una gogna mediatica, giudiziaria, del potere sportivo ecc. e che la Federazione ha lasciato distruggere un patrimonio dello sport italiano come Marco Pantani senza mai dire una parola a sua difesa. Non per morbidezza verso il doping, solo perché non si combatte il doping criminalizzando il capro espiatorio di turno, né le sfuggirà che nessuna Federazione si è mai comportata in questo modo verso il suo campione più rappresentativo. Come vede non è un problema di essere contenti di quanto accaduto, è più grave. Che Pantani si sentisse perseguitato mi pare evidente: quale altro atleta, anche trovato positivo, è stato indagato da sette procure, squalificato senza prove e messo in discussione come campione come è successo a Pantani? Mi auguro che Basso sia tutelato , cioè che si affermi l’idea elementare che non ci può essere la pena se non c’è l’accertamento della colpa. Ovviamente non metto in dubbio, non ho alcun elemento per farlo, il suo rapporto personale con Marco. Non credo che una persona possa cambiare le cose che sono solo la manifestazione di un sistema molto complesso e mai veramente compreso né messo in discussione se , come è stato fino a oggi soprattutto nel ciclismo , si concepisce la lotta al doping come criminalizzazione del singolo atleta, nel segno dello scandalismo e del sensazionalismo. Maria Rita


jeanclaude - 18/07/2006 alle 06:38

direi che maria rita ha ragione, anche se giudico infelice la frase di colombo e non mi sembra che basso sia stato difeso, anzi troppo silenzio ricordiamoci anche che le procure sono indipendenti da simpatie o antipatie della federazione claudio


miky70 - 18/07/2006 alle 13:09

[quote][i]Originariamente inviato da jeanclaude [/i] direi che maria rita ha ragione, anche se giudico infelice la frase di colombo e non mi sembra che basso sia stato difeso, anzi troppo silenzio ricordiamoci anche che le procure sono indipendenti da simpatie o antipatie della federazione claudio [/quote] Probabilmente la federazione aspetta la documentazione ufficiale e la decisione della procura antidoping del coni. Noto anche che nessun giornale riporta commenti riguardo l'atteggiamento della federazione, che sia un totale disinteresse della carta stampata, quello che fanno i dirigenti? Ad esempio, il Giro d'Italia è di proprietà RCS ed è gestita dalla Gazzetta, la federazione ciclistica non ha potere, basti pensare alla presentazione della manifestazione. Il presidente è semplicemente inquadrato e nominato tra gli spettatori e poi basta.


Donchisciotte - 18/07/2006 alle 23:16

Sì,era perseguitato dalle procure ma quando avvengono casi come questi è sempre perché c’è un segnale preciso: si può fare, nulla osta. Se ci fosse stato il potere sportivo a tutelarlo ( federazione, Coni), a difenderlo da un accanimento accusatorio senza precedenti, altri poteri avrebbero avuto meno veemenza. Come infatti avviene per gli atleti di tutti gli sport, tranne per lui. No, la via della pulizia e della verità , passa da Campiglio e dal dopo Campiglio, perché Marco Pantani è stato lasciato solo e immolato PER TUTTI? A CHI SERVIVA? E a cosa?. Come ha scritto Aldo Grasso, il ciclismo deve far sue queste domande e rispondere. Da lì parte l’operazione verità e pulizia.


miky70 - 18/07/2006 alle 23:30

Penso che soprattutto il Coni fu il massimo colpevole delle cattiverie e bastardaggini (scusate ma dà il senso) subite da Marco. Se ti ricordi Maria Rita, in quel Giro Marco si battè molto per difendere tutti i ciclisti, soprattutto quelli che non avevano voce, dalle continue analisi del sangue che il Coni pretendeva di fare in aggiunta di quelle dell'UCI. Troppi prelievi del sangue pesavano sui corridori, già impegnati enormemente ed affaticati dagli impegni (per la maggior parte di loro, è un lavoro senza gloria), sembravano dei drogati, pieni di buchi. L'atteggiamento di Marco che offriva il proprio nome ed il proprio impegno per questo ingrato compito non piacque al Coni che pretendeva di avere tutti i diritti del mondo sui ciclisti. L'aver poi denunciato che era stato fatto fuori da un sistema mafioso, fece andare tutti fuori di testa, perciò venne colpito e umiliato. Quella gente, federali, dirigenti Coni, giornalisti gravitano ancora in questo ciclismo e non hanno capito di essere le vere mele marce.


Monsieur 40% - 02/08/2006 alle 18:13

[b]Renato di Rocco: lettera aperta a Pat Mc Quaid[/b] Riceviamo dal Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, un'accorata e garbata esortazione al Presidente del ciclismo mondiale. Una lettera che fa riflettere e può essere la base per un nuovo dibattito all'interno del ciclismo mondiale. Ecco il contenuto della lettera: [i]Caro Pat, ho letto della Tua dichiarazione del 28 luglio e condivido la Tua rabbia per quanto è accaduto al Tour de France. In passato ho sostenuto la Presidenza del mio amico Hein Verbruggen. Ho percorso con lui buona parte del cammino verso il rinnovamento del ciclismo mondiale, al quale ha dato un contributo straordinario. Mi sono perso gli ultimi otto anni, forse il periodo in cui si è cambiato di più e, alla luce dei risultati attuali, mi ritengo fortunato. La situazione è sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che abitualmente non sono interessati ai risultati del ciclismo. L’hai definita “devastante”, al punto da dichiararTi “furioso e disgustato”. E lo è davvero, tanto più sapendo che l’UCI e qualche federazione nazionale sono all’avanguardia nella lotta al doping e che utilizzano gli strumenti e le metodiche più avanzate messe a disposizione dalla scienza. Eppure, in termini di credibilità e d’immagine il risultato non cambia. Anzi! Ciò che è avvenuto prima del Tour de France dimostra che l’impianto non funziona e che dobbiamo riscrivere il nostro futuro. Ma per farlo occorre guardare le cose per quello che sono, senza nasconderci verità spiacevoli. Il punto essenziale è che l’UCI ha delegato una sua specifica, delicatissima competenza in materia regolamentare ed etica ad altro soggetto, che per sua natura rappresenta interessi privatistici e di parte, non certo quelli dell’intero movimento: l’Associazione dei Gruppi Sportivi appartenenti al Protour. In pratica, gli è stata concessa l’autorità di ergersi come una sorta di “comitato di garanzia” che stabilisce e gestisce le regole al di fuori della giurisprudenza sportiva e ordinaria, con la presunzione di difendere, con i propri interessi, anche quelli degli organizzatori e di tutto il ciclismo. Ed ecco il quadro che abbiamo davanti: l’immagine di una corsa gloriosa come il Tour de France ridotta in polvere, il nostro sport messo alla gogna mediatica. E i team stessi con le ossa rotte e allo sbando. Caro Pat, sono certo che la situazione ha travolto le tue vere intenzioni. Come possono questi soggetti, con i meccanismi messi in opera, garantire una trasparente gestione degli eventi, il rispetto dei valori e delle regole, quando non sono neppure in grado di difendere i propri interessi? Davvero il patrimonio dell’etica può essere affidato a chi persegue i propri obiettivi di marketing ed economici ed è disposto ad esercitare ogni pressione sugli atleti pur di raggiungerli? Non diventa il “codice etico” una copertura ipocrita, nell’illusione di uscire puliti da un mare che loro stessi hanno reso torbido prima ancora che il marcio sia portato a galla da un processo e da una sentenza? Mi pongo domande che, sono certo, anche Tu Ti sei posto. Occorre che il timone torni al più presto nelle mani dell’UCI, se vogliamo uscire da questo pantano. Ho provato più volte, da quando sei stato eletto Presidente, di farTi comprendere quanto l’Unione Ciclistica si sia allontanata dalla esigenze delle Federazioni nazionali, dalla specificità e dai valori della nostra disciplina. Ancora una volta, nel momento forse più delicato della nostra organizzazione mondiale, quando il ciclismo è al centro dell’attenzione,T’invito in spirito di amicizia e nell’interesse del nostro sport a riflettere. Apri porte e finestre della magnifica struttura realizzata ad Aigle. Fa che sia la vera “casa del ciclismo mondiale”, finalizzata alla sua promozione e al suo sviluppo, così com’era stata concepita, e non solo uno strumento di marketing per realizzare proventi che in nessun modo tornano alle Federazioni Nazionali, ma che, al contrario, sottrae a loro risorse. Caro Pat, non fraintendermi. Le mie esortazioni sono volte a sostenerTi in questo difficile momento, aiutandoTi a caratterizzare con maggiore efficacia il Tuo ruolo di Presidente mondiale e la Tua linea di politica sportiva.. La Tua cultura nasce e vive nel ciclismo e non puoi allontanarTi dalle sue radici. Il ciclismo non è quello che oggi appare sui media deformato da uno scandalo. Ha potenzialità ancora tutte da esplorare, che traggono origine dalla passione, dall’impegno e dalla fatica di tutti i soggetti appartenenti a questa enorme e fantastica famiglia. Sei alla guida di un movimento planetario che, in virtù della sua grande tradizione e popolarità, sta vivendo una seconda giovinezza. La bicicletta, oggi, rappresenta uno stile di vita, interpreta bisogni reali di salute, ecologici, di difesa dell’ambiente, di attività e di svago sempre più diffusi nella società contemporanea. Se non riusciamo ad esplorare ed esprimere tutte queste potenzialità è solo colpa nostra. Ti prego, fermati e rifletti. Abbandona la posizione di rigidità assunta dall’UCI e cerca di stemperare la conflittualità esistente tra le varie componenti che operano nel ciclismo. La situazione attuale è frutto del sistema vigente. Quindi è necessario, anzi obbligatorio, trovare altre strade altre soluzioni. Chiama subito a rapporto tutte le componenti, confrontaTi, coinvolgici. Sei il nostro Presidente e siamo tutti pronti ad aiutarTi nella ricerca di un nuovo modello, più adeguato alla nostra realtà e ai nostri valori, più semplice ed umano, più rispettoso delle regole, dei rispettivi ruoli e competenze. Un modello più aderente alla nostra disciplina e alle nostre tradizioni. E’ un impegno ed una responsabilità che Ti sei assunto e non che puoi delegare ad altri. Attendo con fiducia la Tua reazione ed invito tutti a sostenerTi in questa difficilissima impresa. Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana[/i] (fonte: tuttobiciweb.com)


miky70 - 02/08/2006 alle 19:03

Caro Pat?!?!?!?!?:boh: Grandissimo.....Pat, tira fuori quel dossier se ce l'hai oppure levati dalle scatole. :yoga::yoga::yoga::yoga:


Paz&Caz - 02/08/2006 alle 22:04

Mi scusi Jean Claude ma lei dovrebbe essere stato al potere per diversi anni, perchè non ha mai fatto almeno un parte dei suoi buoni propositi? :Old:


jeanclaude - 02/08/2006 alle 22:59

per informazione mai stao consigliere federale, quindi mai votato una decisione di politica sportiva sono stato dirigente in campo organizzativo e operativo quindi .... jean claude claudio santi


Monsieur 40% - 10/08/2006 alle 02:16

Vi prego, fermate o fermiamo McQuaid: [b]GIRO E TOUR PIÙ BREVI[/b] Meno tappe e percorsi meno impegnativi: l'Uci valuterà l'ipotesi di ridurre lunghezza e "peso" delle grandi corse a tappe. Le eventuali modifiche sarebbero destinate a cambiare il volto di Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta di Spagna. L'Uci ha intenzione di creare un'apposita commissione che esamini l'argomento, come ha detto il presidente Pat McQuaid. «È necessario riflettere sulla riduzione della durata e della difficoltà di grandi Giri», ha detto sempre a Karlsruhe. Tour, Giro e Vuelta durano 23 giorni e si snodano attraverso 21 frazioni. Eventuali tagli sono stati già bocciati da Christian Prudhomme, direttore del Tour: «Chi si dopa, non lo fa perché il Tour è troppo lungo. Lo fa per avere un vantaggio rispetto agli altri». Per McQuaid, però, la priorità al momento è una sola. «Dobbiamo ridare credibilità a questo sport», ha detto il presidente dell'Uci. (fonte: ciclonews.it) Ma che gli dice il cervello a questo???!!!! :?


prof - 10/08/2006 alle 02:48

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Vi prego, fermate o fermiamo McQuaid: [b]GIRO E TOUR PIÙ BREVI[/b] Meno tappe e percorsi meno impegnativi: l'Uci valuterà l'ipotesi di ridurre lunghezza e "peso" delle grandi corse a tappe. Le eventuali modifiche sarebbero destinate a cambiare il volto di Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta di Spagna. L'Uci ha intenzione di creare un'apposita commissione che esamini l'argomento, come ha detto il presidente Pat McQuaid. «È necessario riflettere sulla riduzione della durata e della difficoltà di grandi Giri», ha detto sempre a Karlsruhe. Tour, Giro e Vuelta durano 23 giorni e si snodano attraverso 21 frazioni. Eventuali tagli sono stati già bocciati da Christian Prudhomme, direttore del Tour: «Chi si dopa, non lo fa perché il Tour è troppo lungo. Lo fa per avere un vantaggio rispetto agli altri». Per McQuaid, però, la priorità al momento è una sola. «Dobbiamo ridare credibilità a questo sport», ha detto il presidente dell'Uci. (fonte: ciclonews.it) Ma che gli dice il cervello a questo???!!!! :? [/quote] Nooooo, la cosa si fa drammaticamente seria: questa è veramente la comica finale. La WADA che fa la guerra all'UCI, l'UCI che fa la guerra agli organizzatori, gli organizzatori che sparano sulle squadre ed infine le squadre che accoppano i corridori. Per chiudere, questo miracolato che ha le visioni... Enough is enough, per dirla alla Mc Quaid, uomo dalla profonda cultura ciclistica... Mannaggia, mi manca sempre il tempo per dire quello che avrei da dire: devo purtroppo scappare. Ciao, Alberto


falco46 - 10/08/2006 alle 09:59

siamo impazziti???ridurre i grandi giri???nn ho parole, nn si può fare 1 cosa del genere rovinerebbero la storia e la tradizione di questo sport!!!Giro ,Tour e Vuelta diventerebbero paragonabili al giro di svizzera o di germania!Poi quella della riduzione della tappe impegnative è 1 biskerata, tanto già ci pensa il tour con le sue infinite tappe pianeggianti!cmq già negli anni 40 facevano i tapponi prke nn dovremmo farli ora?x il doping?ma combattiamolo diversamente il doping nn cosi...


Monsieur 40% - 02/09/2006 alle 03:59

[b]Il ciclismo europeo si è dato appuntamento a Milano[/b] L'appuntamento è stato fissato per le 14 di sabato, domani, in un noto albergo di Milano (zona stazione Centrale). Tutte le Federazioni ciclistiche d'Europa si ritroveranno per discutere del momento delicato che sta vivendo il ciclismo: dall'Operacion Puerto, alla positività di Floyd Landis, passando per la riforma - necessaria per non dire obbligatoria - del Pro Tour e di tutto ciò che ne consegue. Un meeting voluto fortemente dalla Federazione Ciclistia Italiana, con in testa il presidente federale Renato Di Rocco e il presidente del Consiglio del ciclismo professionistico italiano Alcide Cerato (nella foto), e appoggiato con grande vigore e forza dalla Federazione francese, belga e spagnola. (fonte: tuttobiciweb.it)


Monsieur 40% - 02/09/2006 alle 19:02

[b]La Uec a MIlanoi: «Le Federazioni chiediono all'Uci più spazio»[/b] Su proposta del Congresso della UEC e delle federazioni di ciclismo belga, spagnola, francese e italiana, l’Unione Europa di Ciclismo (UEC) ha organizzato a Milano una tavola rotonda riunendo i dirigenti delle federazioni europee. I temi affrontati sono stati i seguenti: - migliorare le relazioni tra le federazioni nazionali e l’UCI sviluppare il ruolo e le azioni dell’UEC - fare il punto sulla riforma del ciclismo professionistico - migliorare la lotta contro il doping Gli scambi porteranno l’UEC a fare delle proposte all’UCI su un certo numero di argomenti. In generale, le federazioni europee sottolineano il peso primordiale del ciclismo europeo nel ciclismo mondiale e chiedono fermamente che gli interessi europei siano maggiormente presi in considerazione. Le federazioni auspicano di essere realmente unite nelle decisioni prese per tutte le istanze internazionali. Questa reale collaborazione permetterà una implicazione costante e reciproca per riformare il ciclismo e costruire il suo avvenire. Per la questione fondamentale del doping, le federazioni europee presenti riaffermano fortemente la loro volontà di lotta e il loro impegno a mettere sempre in opera il massimo dei mezzi. Questo quanto emerge dall'ufficialità dell'incontro. Tra le righe si può dire che l'incontro avuto a Milano, alla presenza di Pat Mcx Quaid, il numero uno del ciclismo mondiale, si è rivelato franco e costruttivo. Mc Quaid da una parte ha riconosciuto il ruolo strategico delle varie federazioni, in particolare quella italiana, ma non ha mancato di bacchettare la nostra Federciclismo sulla posizione assunta in merito all'«Operacion Puerto». «Fate come sta facendo una federazione all'avanguardia e moderna come quella tedesca» avrebbe detto Mc Quaid. «Nulla da ridire, ma la pulizia bisogna farla nell'ambito di regole e regolamenti riconosciuti. E soprattutto, guai a criminalizzare solo e soltanto i corridori: bisogna arrivare a punire anche i dirigenti, che non possono non sapere». Ha fatto sorridere l'scita di Mc Quaid quando ha richiamato la FEderazione ciclistica Italiana per l'uscita di Moser in merito alla liberalizzazione del doping. «Moser è un vostro componente, con noi non ha nulla a che fare», ha ribadito Di Rocco. Sul fronte Pro Tour tante idee, tante parole e la promessa di rivedersi a breve con delle proposte concrete da sottoporre in visione all'Uci. (fonte: tuttobiciweb.it) Da notare la solita insipienza di McQuaid... :boh:

 

[Modificato il 02/09/2006 alle 19:08 by Monsieur 40%]


aranciata_bottecchia - 03/09/2006 alle 02:36

Io non mi illudo che dietro ai buoni propositi delle quattro federazioni storiche non manchino opportunismo e lotte di potere, però è consolante vedere che finalmente ci si è accorti che l'UCI sta reggendo le sorti coi voti di Gibuti, Zimbabwe, Burkina Faso e Centro Katanga assortiti, ben ripagati. La Federazione Spagnola aveva denunciato quest'andazzo e poco dopo Heras fu trovato positivo all'epo.


Monsieur 40% - 06/09/2006 alle 00:52

[b]Ciclismo, sindacato corridori precisa dichiarazioni di Moser[/b] MILANO - ''Il presidente Moser ha espresso un parere personale ma la sua intenzione non e' quella di abbassare la guardia nella lotta al doping''. Lo fa sepere il CPA, il sindacato internazionale dei corridori, precisando le dichiarazioni rilasciate una settimana fa da Francesco Moser in merito al doping. ''Le affermazioni di Moser - si legge nel comunicato - devono essere considerate all'interno del contesto di una discussione molto piu' approfondita e strutturata rispetto alla singola frase ripresa dai media. Il presidente ha rassicurato tutti i membri CPA che il senso generale delle sue dichiarazioni e' da leggersi come conferma che la battaglia contro il doping sara' sempre una delle priorita' della nostra struttura''. (Agr) (fonte: gazzetta.it)


ianni - 06/09/2006 alle 05:08

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]Ciclismo, sindacato corridori precisa dichiarazioni di Moser[/b] MILANO - ''Il presidente Moser ha espresso un parere personale ma la sua intenzione non e' quella di abbassare la guardia nella lotta al doping''. Lo fa sepere il CPA, il sindacato internazionale dei corridori, precisando le dichiarazioni rilasciate una settimana fa da Francesco Moser in merito al doping. ''Le affermazioni di Moser - si legge nel comunicato - devono essere considerate all'interno del contesto di una discussione molto piu' approfondita e strutturata rispetto alla singola frase ripresa dai media. Il presidente ha rassicurato tutti i membri CPA che il senso generale delle sue dichiarazioni e' da leggersi come conferma che la battaglia contro il doping sara' sempre una delle priorita' della nostra struttura''. (Agr) (fonte: gazzetta.it) [/quote] Io provo a crederci e ha pensare che i nostri dirigenti non siano proprio una "feccia". A volte ci si lascia trascinare da quello che succede e dall'incombere degli eventi. Quando si ricoprono delle cariche si hanno le dita di tutti puntate addosso ed è facile lasciarsi andare alle conclusioni veloci. Non credo ci sia, almeno nel caso di Moser,della premeditazione. Saluti Gianni :Old:


luke - 06/09/2006 alle 09:12

Penso che i dirigenti che hanno in mano il ciclismo siano quanto di più pericoloso ci sia al mondo, per il futuro del ciclismo... parlo ovviamente dell' Uci, mentre direi che mi piace molto il Presidente della Fci Di Rocco, magari ci fosse stato lui sette anni fa... penso che il Panta sarebbe ancora vivo. Personalmente credo che chi, in questi giorni, ha definito l'Uci 'un organismo dittatoriale' non abbia affatto torto: pensiamo a come queste persone gestiscono il movimento. Pensiamo al Pro Tour, progetto fallimentare e soprattutto dannoso al ciclismo, pensiamo a come pretendano l'applicazione del 'codice etico' che venne scritto, pensa un pò, da Saìz. Pensiamo alla gran quantità di corse inserite nel calendario anche a discapito di corse prestigiose come quelle del calendario italiano, spesso relegate in secondo piano.. chissenefrega del Tour of Malaysya o di Langkawi, chissenefrega del Giro della Georgia? Eppure vediamo come stanno le cose... il mio augurio è che la Fci, assieme alle fedrazioni belga, francese e spagnola, riescano a dare un pedatone nel retro all'Uci e che magari fondassero una nuova federazione europea, estromettendo questi politicanti da uno sport che stanno conducendo verso un tuffo nel vuoto. Avete letto le dichiarazioni di McQuaid su Basso (ma come, di solito con quei cognomi col Mc si intendono molto più di whisky che non di ciclismo...)? Ci ha già detto come andrà... se Basso verrà prosciolto, l'Uci impugnerà l'assoluzione rivolgendosi al Tas (evidente ripicca nei confronti della Fci), il che significa altri mesi di inattività per Ivan. Comunque vada a finire, anche con il proscioglimento definitivo, Ivan a tutti gli effetti ha scontato una squalifica.. sulla base di illazioni!! Ed i ciclisti si tengono questi dirigenti e firmano il codice etico? Ma etica cos'è, esiste per quella gente? Nooo!! Quella gente va mandata a casa, prima che distrugga tutto, ed i corridori devono fare la loro parte come tutto il movimento, del resto. :mad:

 

[Modificato il 06/09/2006 alle 09:15 by luke]


luke - 06/09/2006 alle 10:18

Dimenticavo: come si spiegherebbe altrimenti la frase attribuita a Verbruggen 'Abbiamo modo di far risultare positivo chiunque'? Ed ora che quelle quattro federazioni sono in guerra con l'Uci, cosa rischiano i corridori tesserati per quelle federazioni? Esiste un'altro sport costretto a sopravvivere in queste condizioni?


Monsieur 40% - 20/09/2006 alle 17:34

[b]McQuaid: il 2006 è stato un anno horribilis[/b] ''E' stato un annus horribilis''. Niente scuse, il 2006 del ciclismo e' stato un anno nero, macchiato dall'ennesimo scandalo doping esploso alla vigilia dell'ultimo Tour de France. Lo ammette Pat McQuaid, presidente dell'Unione ciclistica internazionale (Uci), e lo fa nella giornata d'apertura dei Mondiali di Salisburgo. ''E' un anno difficile per noi'', dice l'irlandese. ''La situazione e' problematica ma dobbiamo rimboccarci le maniche e affrontarla''. Ieri il presidente dell'agenzia mondiale antidoping, Dick Pound, ha accusato i vertici del ciclismo mondiale, rei di non combattere il doping in maniera adeguata. ''Stiamo lavorando sodo -dice oggi McQuaid- e stiamo cercando di capire in che modo si possa migliorare l'efficacia dei controlli''. Le novita' legate all'Operacion Puerto, l'inchiesta avviata dalla magistratura spagnola, arrivano praticamente con cadenza quotidiana. ''La speranza -dice McQuaid- e' che in questi giorni prevalga lo spirito sportivo. Questa settimana e' particolarmente importante per noi''. Nella rete creata dall'ormai celeberrimo dottor Eufemiano Fuentes sarebbero coinvolti 58 corridori. ''Noi abbiamo inviato i documenti alle federazioni, sta a loro cominciare ad indagare. Entro qualche settimana, dovremmo ricevere altro materiale''. I nomi coinvolti nell'inchiesta non sono risultati positivi a nessun test. ''Si tratta evidentemente di una forma di doping estremamente avanzata, ideata da gente che non appartiene al nostro ambiente''. Piu' evoluto e' il reato, piu' difficile e' l'opera dei controllori. ''Per questo e' fondamentale l'aiuto della polizia. Solo in questo modo e' possibile condurre indagini che non sono alla nostra portata. Lo sport ha, nel suo piccolo, gli stessi problemi di tutta la societa'. Anche li' ci sono bugiardi e truffatori: non e' realistico pensare di eliminare completamente la piaga del doping. Il nostro obiettivo deve essere quello di ridare credibilita' al ciclismo''. (fonte: tuttobiciweb.it)


nino58 - 20/09/2006 alle 17:37

Forse l'UCI non è tanto un organismo dittatoriale quanto un organismo confusionale.


Monsieur 40% - 20/09/2006 alle 17:41

In effetti a volte sembrano più "incapaci" piuttosto che in malafede, ma ricordo sempre che McQuaid è il delfino (se non il portavoce) di Hein Verbruggen, l'uomo in grado di pronunciare la frase riportata tra virgolette da Luke in un precedente post: [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Dimenticavo: come si spiegherebbe altrimenti la frase attribuita a Verbruggen [b]'Abbiamo modo di far risultare positivo chiunque'[/b]? Ed ora che quelle quattro federazioni sono in guerra con l'Uci, cosa rischiano i corridori tesserati per quelle federazioni? Esiste un'altro sport costretto a sopravvivere in queste condizioni? [/quote] Ieri la priorità era la lotta al doping. Dopo il colpo inferto da Pound della WADA, la priorità diventa la credibilità del ciclismo. Continuo a fidarmi zero.


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 19:48

[b]Di Rocco: preoccupanti i tagli allo Sport nella Finanziaria[/b] “Sono molto sorpreso che nella Finanziaria si prospetti un taglio dei fondi destinati allo Sport, e doppiamente deluso in quanto il Presidente del Consiglio Romano Prodi, è anche sportivo praticante e grande appassionato di ciclismo; conosce molto bene i problemi che le Federazioni e le società sportive devono affrontare. Una scelta del genere, a due anni dai Giochi di Pechino, rischia di compromettere i nostri programmi. Tra l’altro, contraddice le dichiarazioni di sostegno e di apprezzamento rilasciate dallo stesso Prodi e dalla Melandri soltanto pochi giorni fa nel premiare gli atleti che hanno tenuto alto il prestigio dell’Italia nel mondo. Stento a credere che si pensi di togliere risorse a un settore vitale per l’educazione e l’aggregazione dei giovani e per la crescita del nostro Paese. Sarebbe una decisione ingiusta, che rischia di penalizzare pesantemente milioni di volontari, dirigenti, atleti, tecnici e giudici di gara”. (fonte: tuttobiciweb.com)


Monsieur 40% - 10/11/2006 alle 03:56

[b]Finanziaria, niente tagli allo sport[/b] [i]Il ministro Melandri: "Non ho mai avuto alcun dubbio che i patti e gli impegni assunti dal Governo nei confronti del movimento sportivo italiano sarebbero stati rispettati e onorati"[/i] MILANO, 9 novembre 2006 - "Lo sport italiano non sarà in alcun modo penalizzato da questa legge Finanziaria. Grazie alla disponibilità ed all'intervento del ministro Padoa Schioppa il Governo oggi ha provveduto a neutralizzare i rischi e gli effetti derivanti dalla formulazione dell'art. 53 della Finanziaria". È quanto afferma il ministro per le Politiche giovanili Giovanna Melandri, a proposito dello stanziamento di 33 milioni da destinare agli eventi sportivi di rilevanza internazionale ed alla preparazione dei Giochi olimpici di Pechino nel 2008. "Ringrazio anche il Presidente del Coni - prosegue il ministro - le Federazioni, gli enti di promozione sportiva, le forze politiche di maggioranza, gli atleti e tutti coloro che in queste ore hanno fornito una straordinaria prova di coesione e serenità attorno al comune obiettivo di sostenere e promuovere lo sport italiano. Non ho mai avuto alcun dubbio in questi giorni: i patti e gli impegni assunti collegialmente dal Governo nei confronti del movimento sportivo nazionale sarebbero stati rispettati e onorati. Il ministero delle Politiche giovanili e delle attività sportive, del resto, è stato istituito con l'obiettivo di rafforzare il sostegno tanto alla pratica sportiva agonistica dei campioni quanto alla pratica diffusa di milioni di cittadini di tutte le età. In questi primissimi mesi di attività, grazie a una collaborazione intensissima avviata con il Coni, le Federazioni, le Regioni, gli enti locali, la scuola, il movimento Paralimpico e gli enti di promozione abbiamo cominciato a costruire una politica di concreto sostegno, in particolar modo della dimensione sociale della pratica sportiva". "Tale intenso lavoro ha per presupposto il mantenimento di un adeguato flusso di risorse pubbliche destinate a questo aspetto importante della vita sociale italiana. Con il risultato di oggi - conclude la Melandri - possiamo continuare sul cammino avviato e, anzi, proseguire con maggiore slancio grazie alla costituzione di un apposito Fondo destinato agli eventi sportivi di rilevanza internazionale ed alla preparazione dei Giochi olimpici di Pechino 2008, con una prima dotazione di 33 milioni di euro per il 2007 grazie ai quali il Coni potrà disporre di 18 milioni di euro destinati alla preparazione olimpica e all'attività sportiva ad alto livello". (fonte: gazzetta.it)


Monsieur 40% - 21/11/2006 alle 16:23

[b]New vice president announced at WADA[/b] France's Minister of Youth, Sport and Voluntary Work, Jean-François Lamour, has been unanimously voted in as the World Anti-Doping Agency's vice president for 2007 at the organisation's annual meeting. "Jean-François is immensely respected for his work on behalf of clean sport, both in his country and as European representative on WADA's Executive Committee," said WADA president Richard Pound. "He will play a significant role in advancing the goals and initiatives of WADA." Following his unanimous appointment, the two-time Olympic fencing champion is first in line to succeed Pound when the Canadian's term comes to an end in November 2007. "I believe that WADA has made great strides in the global fight against doping sport, and that we have an important duty now to ensure success in meeting our current and future challenges," said 50-year-old Lamour, who will replace Brian Mikkelsen after two years in the position. "I look forward to intensifying my contribution to the initiatives and mission of the Agency to protect the integrity of sport and the health of athletes world-wide." Among other changes to the executive committee for next year is the replacement of France by Denmark as the European representative and New Zealand taking over from Australia as the Oceania representative. During the meeting, held on Monday in Montreal, Canada, the WADA Executive Committee carried out the first of three consultations regarding the revision of the World Anti-Doping Code. "The Code represents a unique and unprecedented triumph of sport and government joining forces to address a critical problem threatening public health and the integrity of sport," said Pound. "Now, with several years of practical implementation and experience, we are working with stakeholders in the enhancement of its provisions for an even more robust anti-doping system world-wide." In addition to announcing its US$23 million budget for 2007, the organisation also pledged US$178,000 to be shared among six applicants who will carry out social behavioural research, in an attempt to uncover the motivations behind doping. "Understanding the behavioural aspects and value judgement behind doping will help us to develop and disseminate strong values-based anti-doping education programs," concluded WADA director general David Howman. (fonte: cyclingnews.com)


Monsieur 40% - 29/11/2006 alle 01:21

[b]L'Uci vuole accorciare la Vuelta[/b] MADRID - L'Unione Ciclistica Internazionale starebbe meditando di spostare a settembre il Giro di Germania, accorciando lo spazio a disposizione in calendario per la Vuelta di Spagna. Il quotidiano spagnolo El Pais pubblica oggi stralci di una lettera inviata dal Coordinatore del Comitato Esecutivo dell'Uci Pro Tour Alan Rumpf, a Victor Cordero direttore generale di Unipublic, societa' che organizza la Vuelta, nella quale scrive tra l'altro: "'Sai bene, caro Victor, che una commissione sta riflettendo sulle modifiche da apportare al calendario. Conosci anche - scrive Rumpf - l'interesse del Giro di Germania ad aver luogo a settembre, come la Vuelta'. Il dirigente dell'Uci prosegue con lo stesso tono: 'Sai anche, Victor, che le tre settimane di corsa della Vuelta sono attualmente sottoposte a dibattito'. Per parte sua Cordero ha detto che l'Uci non ha interesse a mettere in pericolo la Vuelta, definita "un patrimonio del ciclismo e di un paese intero". (Agr) (fonte: gazzetta.it)


stress - 29/11/2006 alle 11:14

29/11/2006 Ecco la lettera dell'UCI che mette pressioni alla Vuelta L'UCI sta affondando i suoi attacchi cnei confronti degli organizzatori della Vuelta di Spagna, probabilmente ritenuti i più deboli fra quelli dei tre grandi giri. Victor Cordero, patron della Vuelta, ha confidato al quotidiano El Pais di aver ricevuto una lettera dall’UCI a firma di Alain Rumpf, che lui stesso ha definito sorprendente. Rumpf scrive che l’UCI sta pensando, in caso di mancato ingresso della Vuelta nel ProTour, di far coincidere le date della corsa spagnola con il Giro di Germania e di accorciare la lunghezza della Vuelta stessa. Scrive Rumpf: «Tu sai, caro Victor, che una commissione sta lavorando sulle modifiche del calendario a partire dalla stagione 2009 e non ti sfuggirà che questi cambiamenti potrebbero essere addirittura anticipati al 2008. E conosci altrettanto bene l’interesse del Giro di Germania per sostarsi a settembre, proprio nel periodo della Vuelta, e questa soluzione sarebbe particolarmente gradita per le squadre che poi devono partecipare al Giro di Polonia. Tu sai anche, caro Victor, che le tre settimane della Vuelta sono sottoposte ad una discussione proprio in questi giorni. E ti ricordo che già alcune squadre di ProTour hanno fatto sapere che è loro desiderio essere liberate dall’obbligo di partecipare alla Vuelta». Fonte tuttobiciweb.it Il complottone da me teorizzato mesi fa man mano viene alla luce. Qui è solo una guerra di potere e soldi. I + deboli erano le corse mionori "ELIMINATI"; Dopo vengono i ciclisti con Operazione porto, DNA, ecc. ecc, "AVVERTITI"; Adesso tocca al meno nobile e + debole dei GT "QUASI MINACCIATI". Il comportamento dell'UCI e il linguaggio del dirigente Rumpf sono tipicamente MAFIOSO!!!!!!! Ma le federazioni che fanno?

 

[Modificato il 29/11/2006 alle 11:39 by stress]


Cascata del Toce - 29/11/2006 alle 12:47

E' evidente che Victor Cordero e la Unipublic siano considerati l'anello debole della 'triplice alleanza' formata appunto da loro, dalla Aso e da Rcs... Certo che davvero.. sembra di leggere un passo del Padrino... Come dire.."o state con noi o altrimenti vi facciamo la guerra"... Mamma mia..che stampo luparesco... Si saranno accorti che magari gli Unipublic sono un po più concilianti e allora hanno piazzato l'attacco... Penoso davvero...A questo punto però quelli del Tour e i nostri hanno dimostrato di avere le palle...


davideoggionni - 29/11/2006 alle 12:54

Non mi aspetto certo che siano le federazioni ad intervenire. Gli unici che teoricamente potrebbero fare qualcosa sono gli organizzatori,ma RCS mi sembra considerata zero. Alla fine credo che si salverà solo il tour. Come sempre...


Cascata del Toce - 29/11/2006 alle 13:52

Scusa ma non mi sembra che Rcs sia considerata zero.. magari lo era ma adesso non lo è ... Giovanotto eh... dai su su informatevi... Rcs è cosi tanto considerata zero da aver fatto saltare la premiazione al Lombardia della maglia bianca proprio per protesta contro l'Uci ed il suo Pro Tour.. Alla fine ci ha perso lo spettacolo..ma il messaggio è stato forte... Poi che il Tour siam il Tour lo sappiamo... ma l'organizzazione italiana ha fatto passi da gigante...


Monsieur 40% - 29/11/2006 alle 15:01

[b]McQuaid scrive a Lissavetsky: ministro, ci aiuti lei...[/b] Per cercare di sbloccare la situazione relativa all’Operacion Puerto, l'UCI ha chiesto l’intervento del ministro spagnolo dello sport, Jaime Lissavetzky. Il presidente della federazione internazionale Pat McQuaid ha scritto una lettera al ministro Lissavetzky, inviandone copia al CIO e alla Federazione Ciclistica spagnola. «Abbiamo la necessità di accedere alle prove - scrive Mc Quaid - per completare i procedimenti nei confronti di alcuni corridori, ma al momento queste prove ci sono negate. Siamo perfettameente consapevoli dell’indipendenza del sistema giudiziario spagnolo, ma le chiediamo di fare tutto quanto che è in suo potere per fare comprendere al giudice istruttore la gravità della situazione». (fonte: tuttobiciweb.it) ***************** Attenzione: la lettera continua a non essere scritta né da Pound (Wada), né da Rogge (Cio), ma da Pat McQuaid... presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale...

 

[Modificato il 29/11/2006 alle 15:04 by Monsieur 40%]


Frank VDB - 29/11/2006 alle 15:06

[quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] Il comportamento dell'UCI e il linguaggio del dirigente Rumpf sono tipicamente MAFIOSO!!!!!!! Ma le federazioni che fanno? [/quote] Concordo. Anche se mi sembra quella mafia un pò stupidotta che pensa di fare i soldi con il Giro di Polonia e il Giro di Germania, facendo a meno di (nell'ordine): Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone, Giro d'Italia, Tour de France, Paris-Tour, Giro di Lombardia. Oh, se pensano di fare soldi con il Tour du Faso (con rispetto parlando), facciano pure. Ma penso che le grandi corse non moriranno, a costo anche di uno scisma in seno all'UCI.


davideoggionni - 29/11/2006 alle 15:17

Comincio a pensare che lo scisma dall'UCI sia una buona alternativa. Penso però che non succederà mai perchè il giro ha bisogno dell'UCI altrimenti non viene più nessuno (non che adesso vengano in molti). Quanto all'autorevolezza di RCS mi sembra che le due semitappe dello scorso anno (Ghisallo e Milano) non si sono potute fare per l'opposizione dell'uci e non c'erano nemmeno in ballo interessi economici.


Monsieur 40% - 29/11/2006 alle 15:27

[quote][i]Originariamente inviato da davideoggionni [/i] Comincio a pensare che lo scisma dall'UCI sia una buona alternativa. Penso però che non succederà mai perchè il giro ha bisogno dell'UCI altrimenti non viene più nessuno (non che adesso vengano in molti). [/quote] Io dico più che altro perché le Federazioni nazionali hanno bisogno dell'UCI per essere considerate all'interno del Coni, e dunque del CIO, al fine di poter disputare le Olimpiadi... [quote]Quanto all'autorevolezza di RCS mi sembra che le due semitappe dello scorso anno (Ghisallo e Milano) non si sono potute fare per l'opposizione dell'uci e non c'erano nemmeno in ballo interessi economici. [/quote] Le due semi-tappe del Giro 2006 non si sono potute fare perché il regolamento del ProTour (e solo del ProTour) impedisce alle corse facenti parte (o affiliate) al circuito di disputare due semi-tappe nell'ultimo giorno di corsa. Dunque anche il Giro dei Paesi Baschi e il Giro di Polonia (che nel 2005 avevano le semi-tappe nell'ultimo giorno di gara) hanno dovuto far disputare un'unica tappa in linea. Non è stata, dunque, una questione di "mancata autorevolezza".


davideoggionni - 29/11/2006 alle 15:31

Beh, il fatto che sia il pro-tour che è nato due anni fa ad imporre le regole a corse secolari, già di per se da l'idea di come l'uci tenga in considerazioni le tradizioni del ciclismo.


Monsieur 40% - 29/11/2006 alle 15:37

[quote][i]Originariamente inviato da davideoggionni [/i] Beh, il fatto che sia il pro-tour che è nato due anni fa ad imporre le regole a corse secolari, già di per se da l'idea di come l'uci tenga in considerazioni le tradizioni del ciclismo. [/quote] Siamo d'accordissimo. Però, ecco, il focus è sulla scarsa considerazione "sportiva" (e grande considerazione "economica") dell'UCI verso le corse storiche (che non hanno bisogno del ProTour, diciamocela tutta), non sulla scarsa autorevolezza di RCS Sport (che ha dovuto rinunciare alle semi-tappe) o ASO (che ha dovuto/voluto mandare a casa gli "appestati" di O.P. anche in assenza di prove e/o vere e proprie indagini).


Cascata del Toce - 29/11/2006 alle 16:50

Davide scusa ma quoto pienamente Mario... Scarsa autorevolezza di Aso ed Rcs?? Pr carità ... La semitappa era una autentica provocazione. Zomegnan sapeva che sarebbe finita così... Scusa sai ma io fossi parte in causa mi schiereri con gli organizzatori... Come..Mi sbatto per disegnare corse al top, per dare visibilità al mio evento in Italia ed all'estro, per trovarmi sponsor degni e devo cedere i proventi ed i diritti (o parte di questi)..all'Uci?? Eh no... La corsa è mia e me la gestisco o in tutto... Ma gli spazi per una trattativa ci sarebbero... è che ad Aigle non vogliono...


davideoggionni - 29/11/2006 alle 17:30

Guarda che anch'io mi schiero dalla parte degli organizzatori. E' per questo infatti che non sarei contrario ad una uscita dal pro-tour.


Monsieur 40% - 30/11/2006 alle 13:43

[b]Coni: la Finanziaria ha ascoltato i bisogni dello sport[/b] Il Coni si ritiene soddisfatto delle decisioni prese dal governo relative ai contributi per lo sport italiano e "confermate" dalla finanziaria 2007. Il Consiglio nazionale del Coni, riunito sotto la presidenza di Gianni Petrucci, dopo aver approvato alcuni capitoli di carattere amministrativo e di bilancio, ha condiviso la soddisfazione di Petrucci. "Aveva suscitato viva preoccupazione - ha detto Petrucci - la notizia dell'approvazione da parte della Camera di un emendamento del governo con il quale si prevedeva, per quanto riguarda il Coni, l'accantonamento di 57 mln di euro per il 2007, e di 64 mln di euro per il 2008 rispetto ai 450 mln di euro annui previsti dalla legge Finanziaria 2004". Secondo il presidente del Coni, "tagli di questo genere" per tutto lo sport italiano avrebbero significato un danno gravissimo che avrebbe portato seri problemi anche e non solo al bilancio preventivo del 2007. Petrucci ha reso quindi noto che grazie all'interessamento dello stesso presidente del Consiglio Romano Prodi e dei ministri Melandri e Padoa Schioppa, "il grido d'allarme e' stato prontamente accolto dal governo". "Il ministro Padoa Schioppa ha convenuto sulla necessita' di assicurare al Coni le risorse necessarie per il regolare svolgimento dell'attivita' sportiva ed in particolare - ha sottolineato Petrucci - per la preparazione dei Giochi Olimpici del 2008". (fonte: tuttobiciweb.com)


Claudio82 - 30/11/2006 alle 14:01

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]McQuaid scrive a Lissavetsky: ministro, ci aiuti lei...[/b] Per cercare di sbloccare la situazione relativa all’Operacion Puerto, l'UCI ha chiesto l’intervento del ministro spagnolo dello sport, Jaime Lissavetzky. Il presidente della federazione internazionale Pat McQuaid ha scritto una lettera al ministro Lissavetzky, inviandone copia al CIO e alla Federazione Ciclistica spagnola. «Abbiamo la necessità di accedere alle prove - scrive Mc Quaid - per completare i procedimenti nei confronti di alcuni corridori, ma al momento queste prove ci sono negate. Siamo perfettameente consapevoli dell’indipendenza del sistema giudiziario spagnolo, ma le chiediamo di fare tutto quanto che è in suo potere per fare comprendere al giudice istruttore la gravità della situazione». (fonte: tuttobiciweb.it) ***************** Attenzione: la lettera continua a non essere scritta né da Pound (Wada), né da Rogge (Cio), ma da Pat McQuaid... presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale... [/quote] Non l'ho capita questa tua postilla. Che c'entrano Rogge e Pound? La lettera tratta argomenti di competenza dell'Uci.


Monsieur 40% - 30/11/2006 alle 14:09

Sì, certo... I presunti dopati di O.P. sono competenza della sola Uci...


Claudio82 - 30/11/2006 alle 14:14

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Sì, certo... I presunti dopati di O.P. sono competenza della sola Uci... [/quote] I dopati non saranno competenza della sola Uci, ma il fare pressioni su un'autorità politica per permettere lo svolgimento dei procedimenti di giustizia sportiva è competenza prima di tutto dell'Uci. Poi mi sembra anche una cosa buona che sta facendo lo zio Pat.


Monsieur 40% - 30/11/2006 alle 16:18

No, Claudio. L'Uci fa parte del Cio, e l'ente antidoping mondiale è la Wada. Se qualcuno deve fare pressioni sulle autorità politiche quelli sono il Cio e la Wada.


manuel.technoradio - 30/11/2006 alle 16:32

Una domanda stupida ma a me no piace il discorso che ci siano antidoping di federazioni, io non capiosco, perchè se Cannavaro si dopa davanti alle telecamere, se gattuso rifiuta l'antidoping, se la juventus fà doping di squadra non gli succede nulla mentre se si scopre un fax con il nome di Basso deve succedere il pandemonio e al povero Cristo gli viene proibito di lavorare per mesi? poi perchè non viene fatto l'antodoping anche nella formula 1 e nel moto gp ma pensiamo davvero che i piloti non prendono nulla per avere dei riflessi più pronti e per stare svegli e concentrati al massimo e per stare li per ore a guidare? Regole si, ma uguali per tutti, chi sbaglia paga, sia esso ciclista, calciatore o pilota......


Monsieur 40% - 01/12/2006 alle 00:44

[b]Federazioni nazionali contro UCI[/b] [quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] non so dove metterlo: avrei potuto inserirlo in almeno un paio di 3d. Lascio questo compito ai moderatori, che sicuramente sapranno dove inserirlo, oppure lasciarlo qui. E' un ultimora di Gazzetta.it delle ore 22.13 ROSNY SOUS BOIS (Francia) - Riunite oggi a Rosny-sous-Bois, alla periferia di Parigi, le federazioni ciclistiche di Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio e Lussemburgo hanno elaborato un documento di forte critica all'Unione ciclistica internazionale. Questi i passaggi salienti del testo: "Si e' ormai creato un fossato tra l'Uci e le differenti componenti del ciclismo, in particolare le federazioni nazionali, il cui ruolo fondamentale viene perso di vista spesso. Le nostre federazioni si oppongono formalmente all'Uci Pro Tour nella sua forma attuale e domandano, prima possibile, che si tenga una tavola rotonda con tutti gli attori del ciclismo (organizzatori, federazioni, gruppi sportivi e corridori) per giungere a una soluzione difesa da tutti e non solo da una ristretta elite in seno all'Uci. Se l'Uci si opporra' le Federazioni chiedono che la riunione si svolga senza la sua partecipazione". Il documento e' firmato dai presidenti delle sei federazioni suddette, compreso l'italiano Renato Di Rocco. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da davideoggionni [/i] E' il primo passo verso lo sciscma di cui si diceva in altri thread? [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] ..Ecco il testo del comunicato che mi è arrivato... COMUNICATO STAMPA Riunite oggi a Parigi, le federazioni di Austria, Belgio, Spagna, Francia, Italia e Lussemburgo - stimano che una grande frattura si sia venuta a creare tra l’UCI e le diverse componenti del ciclismo, in particolare le federazioni nazionali, il cui ruolo fondamentale è spesso trascurato; - si oppongono formalmente all’UCI-Pro-Tour nella sua forma attuale e chiedono con insistenza l’istituzione di una tavola rotonda tra i loro rappresentanti e tutti le altre parti attive del ciclismo (UCI, AIOCC, CPA, AIGCP) per giungere ad una soluzione che sia gradita a tutti e non solamente ad un nocciolo ristretto in seno all’UCI (se questa continuerà ad opporsi, le federazioni si augurano che la riunione sia organizzata senza l’UCI stessa); - sosterranno la AIOCC nella sua procedura aperta davanti alla Commissione Europea; - deplorano il modo in cui l’UCI tratta il circuito continentale nel suo tentativo di privilegiare unicamente l’UCI ProTour e stimano che il circuito continentale europeo debba essere rilevato nelle competenze dalla UEC, l’Unione Europea del Ciclismo; - considerano che uno sport mondiale come il ciclismo abbia bisogno di una EUC forte e autonoma che possa difendere le federazioni europee e fornire i mezzi necessari al loro sviluppo; - esprimono il loro profondo disaccordo con i metodi di lavoro adottati dall’UCI (in particolare riguardo alla partecipazione a certe prove ufficiali, al rapporto Vrijman, al progetto il cui obiettivo è probabilmente quello di intaccare il prestigio dei grandi monumenti del ciclismo); - si augurano che venga al più presto creata una fondazione “mondiale”. Rosny-sous-Bois, le 30 novembre 2006 Rudolf MASSAK Segretario della Federazione austriaca Laurent DE BACKER Presidente della Federazione belga José GRINAN LOPEZ Direttore generale della Federazione spagnola Jean PITALLIER Presidente della Federazione francese Renato DI ROCCO Presidente della Federazione italiana Jean REGENWETTER Presidente della Federazione lussemburghese» Era ora... :clap: [/quote]


Claudio82 - 01/12/2006 alle 01:06

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] No, Claudio. L'Uci fa parte del Cio, e l'ente antidoping mondiale è la Wada. Se qualcuno deve fare pressioni sulle autorità politiche quelli sono il Cio e la Wada. [/quote] Vatti a leggere gli statuti di Cio, Uci e Wada. Scoprirai che il problema di accesso alle prove lamentato da Pat è di competenza dell'Uci e non della Wada. Quanto al Cio, non si muove, perchè si applica il principio di sussidiarietà. Studiateli bene che confondi spesso le competenze di Wada e Uci.


zon - 01/12/2006 alle 01:13

Unisco ache i mie applausi alle federazioni nazionali:clap::flag:


Monsieur 40% - 01/12/2006 alle 01:46

[quote][i]Originariamente inviato da Claudio82 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] No, Claudio. L'Uci fa parte del Cio, e l'ente antidoping mondiale è la Wada. Se qualcuno deve fare pressioni sulle autorità politiche quelli sono il Cio e la Wada. [/quote] Vatti a leggere gli statuti di Cio, Uci e Wada. Scoprirai che il problema di accesso alle prove lamentato da Pat è di competenza dell'Uci e non della Wada. Quanto al Cio, non si muove, perchè si applica il principio di sussidiarietà. Studiateli bene che confondi spesso le competenze di Wada e Uci. [/quote] Lo faccio solo se prometti di guardare una corsa, ogni tanto.


stress - 01/12/2006 alle 10:57

Finalmente a una mia domanda (Ma le federazioni che fanno?) arriva subito la risposta. Condivido pienamente quanto hanno detto e fatto le 6 Federazioni + importanti. ERA ORA!!!!!!!!!!!!!!!!!


Cascata del Toce - 04/12/2006 alle 19:03

Questo qui è un po fuorigiri... :nonono::boh: (Da Tuttobiciweb) 04/12/2006 McQuaid: federazioni asservite ai grandi organizzatori Pat McQuaid insiste sull’importanza di una visione globale per il futuro del ciclismo e per rispondere alla iniziativa firmata nei giorni scorsi dalle Federazioni nazionali di Austria, Belgio, Spagna, Francia, Italia e Lussemburgo che hanno espresso "il profondo disaccordo con i metodi di lavoro dell'UCI, proponendo anche una tavola rotonda che coinvolga tutte le componenti del ciclismo". McQuaid ha minimizzato il significato della loro azione nel corso di una intervista concessa a Cyclingnews. "Sono consapevole di ciò che hanno detto, ma il ciclismo è uno sport globale e come tale va affrontato, non più come uno sport dipendente da poche federazioni forti. L'UCI deve trattare tutte le federazioni con la stessa importanza". E ancora: "È chiaro l’intento politico di questa azione, dietro alla quale ci sono gli organizzatori dei tre grandi giri, lo si vede nell’appoggio che le federazioni hanno dato all’azione intentata dall'AIOCC presso la Comunità Europea. Non dimenticando che il presidente dell’AIOCC è l’organizzatore della Vuelta e i suoi vici sono gli organizzatori di Tour e Giro. Ho l’impressione che ognuno voglia salvaguardare esclusivamente i propri interessi, mentre l’UCI deve fare gli interessi di tutti". "Recentemente all’Uci abbiamo ricevuto la visita di Bob Stapleton, il nuovo manager della T-Mobile, un uomo che ha esperienza in molti campi, che ha una visione diversa da chi vive solo di ciclismo e lui ha capito perfettamente dove vogliamo arrivare con il ProTour e ci appoggia".


jeanclaude - 04/12/2006 alle 19:16

a mio avviso la presentazione del Giro aveva un giusto numero di preziosi e prestigiosi anziani, ma che è ora che facciano gli aiutanti non i dirigenti. Troppo esiguo il numero di giovani e di donne, senza queste due componenti non si ha futuro. Certo con i giovani si fatica e con le donne ci si arrabbia, ma senza non c'è gioventù, dinamicità, classe, qualità. claudio santi


..dai..vinci..!! - 04/12/2006 alle 19:48

..condivido con quanto scritto da Marco Grassi e Claudio..cmq, donne cominciano ad essercene..vedi in consiglio federale..:doh: forse..bisogna imparare a sceglierle...:hammer:


jeanclaude - 04/12/2006 alle 20:09

non discuto quelle in consiglio federale, fra l'altro Fusarpoli e Cappellotto mi sono simpatiche e credo abbiano capacità non indifferenti pero' ragazzi i giovani e le donne devono essere il 60 x cento non il 6 per cento (se va bene) o ci diamo da fare x organizzare squadre e gare o senno' i soliti gestiscono i soliti e i problemi diventano sempre più problemi, corridori e corse sempre meno. Non ce l'ho con chi c'è ma bisogna avere il coraggio di guardare oltre e creare. claudio


manuel.technoradio - 05/12/2006 alle 10:21

Stamattina a SI Live 24 ho sentito che c'è stata una riunione e che addirittura i Grandi Giri escono dal Pro-tour, ma non è che tutta questa storia è perchè il Tour vuole fare fuori Basso e non vuole essere vincolata a chiamare le 20 squadre?


Monsieur 40% - 05/12/2006 alle 11:56

[b]Ayuso (Vuelta): Verbruggen deve sparire[/b] «Vogliono cercare di separare la Vuelta dagli altri due Grandi Giri, ma l’UCI dovrebbe sapere che tra i grandi organizzatori c’è compattezza assoluta»: così Ignacio Ayuso, responsabile della organizzazione della Vuelta di Spagna in un’intervista concessa al quotidiano AS. «Possono farci competere con il Giro di Germania, quello di Polonia o quello che vogliono loro, ma una cosa è certa: noi siamo la Vuelta e faremo correre la nostra prova ai ciclisti che lo vorranno. E ci risulta che le squadre del ProTour vogliano correrla, la Vuelta». E ancora: «Nel marzo 2006 rappresentanti degli organizzatori, dei ciclisti, delle squadre, degli sponsor e l’UCI stessa avevano trovato un accordo per modificare il ProTour. Ma il veto di Verbruggen ha bloccato tutto, perché lui è un dittatore. L’unica soluzione per questo caso è che Verbruggen sparisca perché è lui che muove i fili: McQuaid e Rumpf sono solo delle marionette nelle sue mani». (fonte: tuttobiciweb.com)


Cascata del Toce - 05/12/2006 alle 13:21

Assolutamente non credo centri Basso Manuel... Lo scontro Uci - organizzatori vige più che altro su discorsi di autonomia organizzativa ed economica


pedalando - 05/12/2006 alle 13:31

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Assolutamente non credo centri Basso Manuel... Lo scontro Uci - organizzatori vige più che altro su discorsi di autonomia organizzativa ed economica [/quote] Secondo me Basso, come qualsiasi altro ciclista di punta, centra perche' oggi l'UCI puo' fare il bello ed il cattivo tempo decidendo chi puo' correre e chi no; di conseguenza gli organizzatori devono sottostare a cosa gli viene imposto da Aigle. Ma il ciclismo lo fanno i corridori e le corse, risolto il problema corridori si passa alle corse ed ecco il tentativo di dividere il fronte compatto di chi le corse le disegna. :OIO


manuel.technoradio - 05/12/2006 alle 14:15

Fatemi spiegare meglio, io intendevo dire che tutto questo caos che stanno smuovendo i grandi Giri sia perchè il Tour vuole fare con Basso lo stesso di quello che fece con Pantani, ma questa volta non può farlo causa Pro-Tour, ecco secondo me perchè ne vogliono uscire fuori, ma dicendo Basso dico anche i vari Ullrich ecc.


antonello64 - 05/12/2006 alle 21:49

[quote][i]Originariamente inviato da manuel.technoradio [/i] Stamattina a SI Live 24 ho sentito che c'è stata una riunione e che addirittura i Grandi Giri escono dal Pro-tour, ma non è che tutta questa storia è perchè il Tour vuole fare fuori Basso e non vuole essere vincolata a chiamare le 20 squadre? [/quote] I Giri escono dal Pro-Tour principalmente perchè l'UCI vuole appropiarsi dei diritti televisivi degli stessi: è solo una questione di vil denaro.


Monsieur 40% - 10/12/2006 alle 17:58

[b]Di Rocco: Caro Verbruggen, così muore il ciclismo[/b] - di Pier Augusto Stagi Quando parla lascia sempre il segno, e soprattutto non passa inosservato. Lo scorso mese Hein Verbruggen, ex numero uno del ciclismo mondiale, sulle pagine di tuttoBICI aveva espresso concetti importanti e precisi, che non hanno mancato di aprire il fronte del dibattito, ad incominciare dal presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, da alcuni mesi molto critico sull’operato dell’Uci, e in particolare sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente olandese, che ancora oggi è figura di riferimento di tutto il movimento su due ruote. «La confusione che regna all’interno dell’Uci mi pare evidente - esordisce Di Rocco -. Il ciclismo mondiale pensava di aver voltato pagina, di aver prodotto un nuovo dirigente, di fatto così non è. Da Madrid Verbruggen è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra, e quel che è peggio, condiziona in maniera evidente la politica di tutto il movimento: non vorrei essere nei panni di Pat Mc Quaid…». Bene presidente, che tra lei e la dirigenza Uci non scorra buon sangue è abbastanza evidente, ma cosa si può fare? «Intanto bisogna tornare a parlarsi, con serenità e disponibilità. Penso che il ciclismo abbia bisogno di idee e che a queste idee debbano contribuire tutti. Quello che rimprovero al governo centrale del ciclismo è la sua intransigenza, l’impossibilità di instaurare con i suoi dirigenti un dialogo franco e costruttivo, privo di arroganza». Quindi? «Quindi noi come ciclismo italiano non abbiamo problemi a dire che tante cose vanno sistemate. Soffriamo un po’ nel mountain bike e nel Bmx, ma ci stiamo attrezzando per un piano di rilancio. Con la pista siamo già all’opera e devo dire che i primi frutti si stanno vedendo, non sono dalle medaglie, ma dai numeri. Abbiano riportato ai campionati italiani più di 500 atleti e nel Bracciale a cronometro, sono stati 1640 i ragazzi che hanno deciso di misurarsi nelle prove contro il tempo. E sa cosa le dico? E che questi problemi li stiamo affrontando e risolvendo da soli. L’Uci non ci sta dando nessuna mano. Viceversa, noi Federazioni, versiamo loro la bellezza di circa 110 mila euro sotto forma di tasse varie, senza poter partecipare minimamente agli indirizzi strategici del ciclismo mondiale. Pensi alle risorse che l’Uci percepisce dai campionati Mondiali senza che alcun contributo venga riconosciuto alle Federazioni. Il rugby, per fare un esempio, ridistribuisce dal 14 al 16% dei propri introiti alle Federazioni». Verbruggen però dice che le Federazioni di Italia, Francia, Belgio e Spagna sono troppo politicizzate: che ne pensa? «In questi quattro Paesi si fa politica sportiva, e penso che la facciano anche i dirigenti dell’Uci. Perché Verbruggen non spiega come è democratica e aperta la politica dell’Uci? Analizziamo i fatti: i rappresentanti dei corridori sono indicati dall’Uci, non c’è alcuna elezione da parte dei corridori stessi. La struttura del CUPT, l’organismo che è attualmente più importante, quello che gestisce il ProTour presieduto da Vittorio Adorni, è formato da una decina di componenti con maggioranza espressa da indicazioni politiche dell’Uci, e se si leggono i verbali si vede che oltre ai componenti partecipano ai lavori più di dieci osservatori: il presidente dell’Uci, il vice presidente dell’Uci, il responsabile dell’Uci Pro Tour, il responsabile legale dell’Uci… Vi lascio immaginare che tipo di autonomia possa avere tale organismo». Accuse gravissime… «Il momento in cui versa il ciclismo, infatti, è gravissimo: ve lo assicuro. C’è poco da stare allegri. E porto un nuovo elemento al dibattito: quando deve esserci, l’Uci non c’è. È successo a Strasburgo, quando ha lasciato le squadre di Pro Tour sole al loro destino e soprattutto con il loro codice etico. La stessa cosa è successa a Como, al Lombardia, dove ha lasciato ancora una volta che a togliere le castagne dal fuoco fossero i gruppi sportivi. Peccato che anche in quella circostanza non si siano ricordati che in discussione non c’era la maglia di campione del mondo, il loro principale simbolo, che è stata oscurata nella premiazione». Per Verbruggen, in ogni caso, il ciclismo italiano è miope e soprattutto provinciale. «Il ciclismo italiano è frutto del proprio tessuto economico, fatto di piccola e media industria. Abbiamo un grande movimento dilettantistico e uno professionistico di seconda fascia che fatica a sopravvivere con il Pro Tour, che ha come mission quella di selezionare l’eccellenza e disinteressarsi di tutto il resto. Da analisi effettuate in nostro possesso, gli obiettivi del Pro Tour sono raggiunti solo da 14 squadre (analisi presentata a Strasburgo, ndr). Le altre sei sono sostenute e protette dal sistema, forse solo per garantire una ipotetica gestione di marketing e di diritti tv, che a fronte di un grosso esborso da parte dei Gruppi Sportivi (versano ogni anno 50 mila euro a testa, ndr) ad oggi non ha reso nulla di ciò che è stato promesso. In parole povere, se non si apportano dei correttivi al Pro Tour, tutto quello che rimane fuori fra due o tre anni andà alla deriva». Non crede di essere troppo pessimista? «Normalmente sono ottimista. Penso che Verbruggen, Mc Quaid e chi li consiglia non si stiano rendendo conto di quello a cui stanno andando incontro. Per loro va tutto benone, siamo noi italiani, belgi, spagnoli e francesi a ricoprire il ruolo di Cassandre, ma le cose non stanno così. Il ProTour è una buona cosa, ma deve essere aperta a 14/16 squadre, e i corridori devono essere ridotti, di almeno una decina di unità per squadra, così come il calendario va sfoltito. Invece ho letto recentemente che Verbruggen pensa a 60 corridori per squadra, a due-tre gare contemporanee. Guardate la F.1, il MotoGP, l’atletica: vanno alla ricerca dell’eccellenza, fatta di pochi eventi, ma sostenuti come si deve. Noi seguiamo la strada opposta. Mai sentito parlare di Juventus, Manchester o Real Madrid che giocassero in contemporanea due o tre partite in due o tre posti diversi. Lei dice che sono pessimista? Guardi, io penso di essere realista, e in ogni caso lancio l’allarme, prima che sia troppo tardi. Sento dire che ci sono squadre di Pro Tour che chiedono i soldi a certi corridori per correre. Bene, questo è un problema, i corridori hanno paura di denunciare questa cosa, ma sarebbe il caso approfondire, aprire un’indagine interna. L’Uci parla di etica e trasparenza. Bene, allora pubblichi i contributi che ogni anno vengono elargiti alle piccole nazioni e magari ci coinvolga per falo insieme. Perché il codice etico viene applicato in maniera difforme: per taluni corridori sì, e per altri no? Per qualche corridore viene applicato, per alcuni gruppi sportivi (Phonak ed ex Liberty) nemmeno a parlarne, se poi c’è di mezzo un amico, un grande team-manager che ha avuto la sfortuna di finire nell’occhio del ciclone in Spagna, si fa finta di nulla». Ma sei i Grandi Giri restano fuori dal Pro Tour che ciclismo può esserci? «Infatti l’Uci non può pensare di fare ciclismo senza questi tre grandi interpreti della storia del ciclismo. Non possono pensare di distruggere la storia di Giro e Vuelta con il Giro di Germania o il Giro di Polonia. Sia ben chiaro, si può far tutto nella vita, ma come è morto il pugilato, così muore anche il ciclismo». Quindi? «Quindi il mio appello è uno e uno solo: troviamoci quanto prima, ragioniamo in una assise. Troviamo un punto d’incontro, che gli sponsor e le squadre, per altro, avevano già trovato il 31 marzo scorso, ma è stato reso vano dall’irrigidimento dell’Uci. Lo strappo del Lombardia ha detto solo una cosa: siamo ridicoli. La gente, gli sponsor cominciano a non poterne più. Soprattutto faticano a capire e non sono più disposti ad aspettare. Sono pessimista? Forse, e spero fortemente di essere smentito. Lo voglio, per il bene del ciclismo». (fonte: tuttobici di novembre)


Monsieur 40% - 12/04/2007 alle 14:32

[b]Questo è Malato!!!![/b] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Amministratori e moderatori nel caso mettetelo dove preferite... Dichiarazione di Mc Quaid sulle cadute al Kemmel...(da Tuttobiciweb) ....Impressione, preoccupazione, polemiche hanno destato le ripetute e spaventose cadute di ieri alla Gand-Wevelgem vinta a sopresa dal giovane talento tedesco Marcus Burghardt. Dure, sferzanti e prive di sensibilità le dichiarazioni del numero uno del ciclismo mondiale che ha dichiarato a Marco Pastonesi de La Gazzetta dello Sport di oggi: «Tutti sanno che il ciclismo è uno sport pericolose. Cadute e feriti fanno parte delle crose. E poi non è morto nessuno. Si va avanti così. Chi non se la sente, non parte». Molto umano... Roba da matti!!!!:OIO [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Ecco, proprio ieri commentando la Gand stavo per scrivere: "il ciclismo non è la formula 1, con i dvd degli incidenti più belli, ma non vorrei che ci fosse qualcuno in giro che lo sta pensando". Mi sembrava una stupidaggine, ma forse ora è il caso di scriverla. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] I presidenti di federazione ed i ministri allo sport dei paesi civili devono chiedere in forma pubblica e non equivoca le dimissioni di McQuaid. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Del resto vorrei sapere quante pedalate hanno fatto nella loro vita MaQuaid e Verbruggen... secondo me neanche quelle "fatti mandare dalla mamma a prendere il latte". Il problema è che dietro di loro ci sta un sacco di gente che li sostiene e che di pedalate ne ha date eccome! Magari vincendo anche il mondiale di Imola! Puah! Certo, con questo io non sono per l'abolizione del Kemmelberg dalla Gent-Wevelgem. O del Poggio dalla Sanremo. Sono - come già spiegato - per una regolamentazione dell'equipaggiamento e del mezzo meccanico che tuteli la salute del corridore. Si può fare la discesa del Kemmel con una bici da 6,9 kg? Si può fare una discesa bagnata con le gomme gonfiate a 10 atmosfere e oltre? Direi che è bene porre delle regole severe, al limite che varino da corsa a corsa. Anni fa per una pura logica di favoritismo verso un costruttore contro un altro furono proibite le prolunghe al manubrio perchè si diceva che allungassero i tempi di frenatura (i test di laboratorio, pubblicizzati dalla casa produttrice, smentirono il fatto) e quindi pregiudicassero la sicurezza. E adesso invece? Niente, si lascia che si schiantino tutti, anzi: se qualcuno ci lascia il pelo per MaQuaid e soci è solo audience che sale. :grr: E poi serve un pò di autodisciplina da parte dei corridori. La stessa che si danno in certe tappe di Giro o Tour quando tacitamente lasciano andare una bella fuga che arriva con 10-12 minuti così dietro non si strapazzano. Ecco, i corridori applichino la stessa capacità di accordarsi quando ne va della loro integrità fisica. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Pincoletto [/i] Roba da matti... Ma non c'ha ancora pensato nessuno a metterlo sotto con la macchina?!?...:Od::Od: [/quote]


antonello64 - 12/04/2007 alle 15:47

Che le cadute e i pericoli facciano parte del ciclismo è un dato di fatto. Non è argomento da trattare con la superficialità usata da McQuaid, ma è bene ricordare che i corridori sulle loro bici hanno i freni e non è obbligatorio fare a tutta una discesa pericolosa come quella del Kemmel. Il pericolo principale non deriva mai dal percorso, ma dai rischi che gli stessi corridori prendono per guadagnare qualche posizione o qualche secondo. I percorsi pericolosi ci sono sempre stati: ad esempio le discese pirenaiche, senza protezioni e con i burroni oltre la strada, ma qualsiasi discesa di una tappa di montagna è pericolosa. Purtroppo sono gli stessi corridori ad infischiarsene della propria incolumità; a parte le manovre al limite, penso al casco quando non era obbligatorio: c'era gente che lo metteva regolarmente nelle cronometro quando poteva far guadagnare qualche secondo, e non lo portava mai in corsa quando poteva salvare la pelle. Evidentemente qualche secondo guadagnato era più importante della propria salute. Se i corridori stessi non si sensibilizzano sull'argomento sicurezza, è inutile lamentarsi dei percorsi e quant'altro: qualunque percorso può esser reso sicuro dall'atteggiamento dei corridori, nessun percorso è sicuro finchè i ciclisti corrono rischiando troppo.


ProfRoubaix - 12/04/2007 alle 15:47

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Del resto vorrei sapere quante pedalate hanno fatto nella loro vita McQuaid e Verbruggen... secondo me neanche quelle "fatti mandare dalla mamma a prendere il latte". [/quote] Quel che è vero va detto: Verbruggen ha scalato lo Stelvio da Prato ... beccando mezz'ora da me (e chi mi ha visto andare sa di cosa parlo :D ) ma l'ha fatto. :cool: Oh, magari non gli è ancora passata l'ipossia :D


luke - 12/04/2007 alle 16:56

Per rispondere adeguatamente a idiozie come quelle dei dirigenti Uci bisognerebbe scandagliare i bassifondi più volgari del linguaggio.... ma poi subentra la misericordia, perchè risulta difficile infierire su persone già così duramente provate dalla vita (vedi : ipodotazione cerebrale, e non solo). L'unica speranza è che il ciclismo riesca a toglierseli dalle pa.lle, purtroppo le notizie delle ultime settimane lasciano poche speranze.... bisogna che le corse escano dal Pro Tour e dall'Uci, che i corridori si ribellino ai direttori sportivi e che si fondi una nuova federazione ciclistica, lasciando quei poveri zebedei a organizzare le corse dei cammelli o dei cani (senza offesa per cammelli e cani...). Pura fantascienza, al momento.....


ProfRoubaix - 12/04/2007 alle 17:42

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] Che le cadute e i pericoli facciano parte del ciclismo è un dato di fatto. Non è argomento da trattare con la superficialità usata da McQuaid, ma è bene ricordare che i corridori sulle loro bici hanno i freni e non è obbligatorio fare a tutta una discesa pericolosa come quella del Kemmel. Il pericolo principale non deriva mai dal percorso, ma dai rischi che gli stessi corridori prendono per guadagnare qualche posizione o qualche secondo. I percorsi pericolosi ci sono sempre stati: ad esempio le discese pirenaiche, senza protezioni e con i burroni oltre la strada, ma qualsiasi discesa di una tappa di montagna è pericolosa. Purtroppo sono gli stessi corridori ad infischiarsene della propria incolumità; a parte le manovre al limite, penso al casco quando non era obbligatorio: c'era gente che lo metteva regolarmente nelle cronometro quando poteva far guadagnare qualche secondo, e non lo portava mai in corsa quando poteva salvare la pelle. Evidentemente qualche secondo guadagnato era più importante della propria salute. Se i corridori stessi non si sensibilizzano sull'argomento sicurezza, è inutile lamentarsi dei percorsi e quant'altro: qualunque percorso può esser reso sicuro dall'atteggiamento dei corridori, nessun percorso è sicuro finchè i ciclisti corrono rischiando troppo. [/quote] Ciao Antonello, hai non poche ragioni (penso in particolare a tutto quello che dici sui corridori) ma, nel paragone che fai, secondo me tralasci due elementi importanti: 1) la discesa del Kemmel è particolare: ripida, in pavè, molto viscida col bagnato e (l'abbiamo scoperto ieri) con l'asciutto: insomma, è particolarmente pericolosa; 2) il paragone con le discese pirenaiche (che pure, come sappiamo, hanno fatto danni ben più gravi del Kemmel) è fuorviante per due ragioni: - il rischio è più diluito: si va forte, non ci sono protezioni, ma sono relativamente rari i punti sistematicamente pericolosi (oltre al Kemmel mi viene in mente una curva a destra nella discesa della Cipressa, ad esempio); - anche i corridori li affrontano con spirito diverso: per quanto decisiva possa essere una discesa pirenaica nell'economia di un Tour de France, non è mai così decisiva come una discesa del Kemmel nella Gand. In una corse a tappe hai sempre almeno l'impressione di poter recuperare, e provi non rischiare la pelle pensando che i 2" che stai perdendo (o anche la fuga decisiva) li recupererai altrove, mentre in una classica è più frequente che si presentino punti in cui i corridori sanno che la corsa si decide proprio lì, e la differenza fra rischiare o meno è la stessa che c'è fra provare a vincere o avere già perso. In questo, la tradizione del ciclismo va contro quello che dici: nel ciclismo di oggi, così equilibrato ed esasperato, si rischia di più.


luke - 12/04/2007 alle 17:50

Guardate un pò come il sito del Corriere propina ai lettori l'analisi del perchè di quelle cadute: il solo titolo dà fastidio. Trattasi stessa editore della 'rosea', buon sangue non mente..... http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2007/04_Aprile/12/ciclismo_gand_wevelgem.shtml


forzainter - 12/04/2007 alle 18:01

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Del resto vorrei sapere quante pedalate hanno fatto nella loro vita McQuaid e Verbruggen... secondo me neanche quelle "fatti mandare dalla mamma a prendere il latte". [/quote] Quel che è vero va detto: Verbruggen ha scalato lo Stelvio da Prato ... beccando mezz'ora da me (e chi mi ha visto andare sa di cosa parlo :D ) ma l'ha fatto. :cool: Oh, magari non gli è ancora passata l'ipossia :D [/quote] Mi pare che Mc Quaid sia stato professionista negli anni 70 in Inghilterra.. (non mi ricordo pero' le squadre). Pure suo figlio corre Riguardo la Gand Wevelgem è sempre stata una delle corse piu' pericolose , adesso è restato il Kemmel ma in passato (io ho cominciato a vederla negli anni 80) c'eran gli attraversamenti dei binari del treno ( che portavano 5/6 corridori sempre all'ospedale) Il Kemmel (oltre che monumento nazionale) è uno degli emblemi della corsa e deve restare (in questo son d'accordo con Vebrueggen e co)


antonello64 - 12/04/2007 alle 18:50

se vogliamo neanche la discesa del Kemmel è così decisiva, a una quarantina di km dal traguardo. Inoltre la si fa tutti gli anni e quindi dovrebbe essere ben conosciuta dai corridori: i quali però continuano a far volare le borracce e di seguito le biciclette. Il percorso è quello da anni, quasi mai la fuga decisiva va via in quella discesa, è noto che c'è il rischio che saltino le borracce dal portaborracce e quindi quello di provocare cadute, eppure tutti gli anni siamo lì a vedere le stesse scene. I protagonisti principali, cioè corridori e ds, non muovono una paglia per salvaguardare sè stessi e i propri colleghi, salvo lamentarsi della pericolosità del Kemmel.


cassius - 12/04/2007 alle 20:57

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Guardate un pò come il sito del Corriere propina ai lettori l'analisi del perchè di quelle cadute: il solo titolo dà fastidio. Trattasi stessa editore della 'rosea', buon sangue non mente..... http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2007/04_Aprile/12/ciclismo_gand_wevelgem.shtml [/quote] E già, ci mancava qualcuno che se la prende con la Gazzetta... come se in Italia il ciclismo non fosse la Gazzetta dello Sport! come se non fosse vero che le bici in carbonio da 6,9 kg non sono fatte per il pavè...guarda te lo posso dire perchè sono passato da un mese da un "chiodo" in acciaio da 12 kg a una bici con telaio in carbonio, e ho notato la differenza: sento tutte, ma proprio tutte le asperità, su certe discese arrivo in fondo che ho male alle mani! Non oso immaginare cosa sia fare gli 80 all'ora su un pavè, su una discesa al 22% (quando freni, su quelle pendenze, il peso aderente è molto inferiore!), con le ruote ad alto profilo in carbonio (perchè, Kemmel a parte, per il resto si fanno i 50 in pianura) e i tubolari super lisci (tanto è asciutto!) gonfiati a 10 atmosfere. E non venitemi a dire che i corridori dovrebbero rallentare: gli spiegate a uno che si gioca la carriera in queste corse, che dovrebbe rallentare? Cos'è, gli dite anche di mettersi il golfino della nonna per non prendere freddo? Ma siamo seri, io mi butto a capofitto nelle discese delle granfondo e questi dovrebbero andare piano? Piuttosto pensiamo alla sicurezza! Se il pavè del Kemmel miete vittime ogni anno (perchè lo fa ogni anno) si cambi almeno il verso di percorrenza. Se le bici in carbonio non vanno bene per il pavè perchè non assorbono le vibrazioni e hanno una rottura fragile (vedi Hincapie l'anno scorso alla Roubaix), bisogna proibirle sul pavè (un esempio: il manubrio da crono è stato proibito nelle corse in linea perchè causava troppe cadute, 10 anni fa ce l'avevano in tanti). Se i portaborracce in carbonio non fanno bene il loro lavoro di tenere la borraccia al suo posto finchè una mano vigorosa la estrae, aboliamoli! Ho rivisto con piacere le balle di paglia al Fiandre, dopo che alla Sanremo le reputavano una soluzione demodè (Moletta non è dello stesso avviso...). Costano poco, ce ne vogliono poche nei punti strategici, e salvano le ossa in molti casi. Le cose pericolose bisogna proibirle: è logico che il ciclismo porta con sè un certo rischio, ma su alcune cose è possibile intervenire ed evitare drammi


antonello64 - 12/04/2007 alle 21:48

strano discorso quello di Cassius: se la prende con i materiali e quant'altro, però riconosce ai corridori il diritto di fare come gli pare in corsa. Ma i materiali chi li sceglie? le gomme a 10 atmosfere mica ci si gonfiano da sole. Se uno ha il diritto di rischiare come un pazzo in discesa, avrà anche il diritto di rischiare sui materiali, o no? Sarebbe il caso che ognuno si assumesse le proprie responsabilità quando accadono questi incidenti: il percorso sarà anche di m..., però chi antepone la prestazione alla propria sicurezza è un emerito imbecille: e se lo fa coscientemente, poi farebbe bene a non lamentarsi se le cose gli vanno male. Il percorso sta lì, è neutro, è conosciuto da tutti ed ognuno deve regolarsi in base ad esso quando fa le proprie scelte: non esiste fare scelte estreme come se la corsa fosse tutta piatta e senza pavè, e poi lamentarsi "ah, cavolo, ma la discesa in pavè è pericolosa". Certo che è pericolosa, e lo è ancor più se tu, pirla del cavolo, ci vai con le gomme che quasi scoppiano e con ruote e telaio che non assorbono neanche un minimo di vibrazioni. E prima di prendersela col percorso, sarebbe il caso che ognuno riconoscesse i propri errori. Ma forse sarebbe pretendere troppo da gente che ha cominciato ad usare il casco (cioè una cosa stra-utile per la propria incolumità) solo quando questo gli è stato imposto.


Frank VDB - 13/04/2007 alle 08:14

Stamani diversi ex corridori intervistati dalla Gazzetta (Cipo, Bartoli, ...) come me puntavano il dito sui materiali e sui rischi eccessivi che si prendono i corridori. Qualcuno puntava l'indice anche sull'esasperazione degli atleti nello stare davanti e sul troppo affollamento del gruppo.


luke - 13/04/2007 alle 08:15

Antonello ha già detto tutto, davvero un'ottima analisi. Se vogliamo, il titolo 'ciclismo impazzito' dà fastidio, perchè il ciclismo è forse lo sport meno impazzito in circolazione. O vogliamo parlare del calcio, del cricket.... Caro cassius, per quanto riguarda la rosea io le ho sempre riconosciuto una funzione: torna utilissima se finisce la carta igienica. Al ciclismo ha fatto molto più male che bene.


Monsieur 40% - 18/06/2007 alle 02:25

[b]Claudio Santi al posto di Martinello?[/b] [quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] Secondo indiscrezioni che stanno circolando alla Sei Giorni di Firenzuola, riportante anche sul quotidiano piacentino "Libertà", Silvio Martinello starebbe per rassegnare le dimissioni da Direttore Tecnico delle Nazionali. Al suo posto andrebbe Claudio Santi, attualmente direttore proprio della Sei Giorni delle Rose. Nato a Fidenza (Parma) il 27.09.1963, Santi è ha corso in bici dal 1976 al 1986 (gli ultimi due anni da professionista, non ottenendo vittorie). Dal 1997 al 2005 ha operato presso la Federazione Ciclistica Italiana, dal 2001 è direttore del settore professionistico. La sua attività di organizzatore di gare su pista lo ha portato ha dirigere 6 prove di Coppa del Mondo (Fiorenzuola 1997 - 1999, Torino 2000 - Mexico City 2000 - 2001, Pordenone 2001), un Campionato del Mondo Juniores (Fiorenzuola 2000), un Campionato Europeo Juniores (Fiorenzuola 2001), un Campionato Europeo Madison (Fiorenzuola 2004) ed i Campionati Europei assoluti (Fiorenzuola 2005). Dal 2001 al 2004 è stato direttore e capo delegazione della Nazionale Italiana di ciclismo in quattro campionati del mondo strada. Nel 2004 era presente alle Olimpiadi di Atene come dirigente della Nazionale Italiana. Dal gennaio 2005 a settembre 2006 è stato anche vice presidente dell'Unione Europea del Ciclismo. [img]http://www.claudiosanti.net/images/claudiosanti.jpg [/img] (fonte: claudiosanti.net) [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Se davvero Martinello rassegnasse le sue dimissioni penso che Santi sia la persona più adatta a prendere il suo posto, schietto e con una grande cultura alle spalle riuscirebbe ad attrarre moltissimi atleti e a farli affezionare a quel mondo, come la pista, che soffre ancora ma che si sta lentamente risvegliando. [/quote]


sceriffo - 18/06/2007 alle 17:49

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]Claudio Santi al posto di Martinello?[/b] [quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] Secondo indiscrezioni che stanno circolando alla Sei Giorni di Firenzuola, riportante anche sul quotidiano piacentino "Libertà", Silvio Martinello starebbe per rassegnare le dimissioni da Direttore Tecnico delle Nazionali. Al suo posto andrebbe Claudio Santi, attualmente direttore proprio della Sei Giorni delle Rose. Nato a Fidenza (Parma) il 27.09.1963, Santi è ha corso in bici dal 1976 al 1986 (gli ultimi due anni da professionista, non ottenendo vittorie). Dal 1997 al 2005 ha operato presso la Federazione Ciclistica Italiana, dal 2001 è direttore del settore professionistico. La sua attività di organizzatore di gare su pista lo ha portato ha dirigere 6 prove di Coppa del Mondo (Fiorenzuola 1997 - 1999, Torino 2000 - Mexico City 2000 - 2001, Pordenone 2001), un Campionato del Mondo Juniores (Fiorenzuola 2000), un Campionato Europeo Juniores (Fiorenzuola 2001), un Campionato Europeo Madison (Fiorenzuola 2004) ed i Campionati Europei assoluti (Fiorenzuola 2005). Dal 2001 al 2004 è stato direttore e capo delegazione della Nazionale Italiana di ciclismo in quattro campionati del mondo strada. Nel 2004 era presente alle Olimpiadi di Atene come dirigente della Nazionale Italiana. Dal gennaio 2005 a settembre 2006 è stato anche vice presidente dell'Unione Europea del Ciclismo. [img]http://www.claudiosanti.net/images/claudiosanti.jpg [/img] (fonte: claudiosanti.net) [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] Se davvero Martinello rassegnasse le sue dimissioni penso che Santi sia la persona più adatta a prendere il suo posto, schietto e con una grande cultura alle spalle riuscirebbe ad attrarre moltissimi atleti e a farli affezionare a quel mondo, come la pista, che soffre ancora ma che si sta lentamente risvegliando. [/quote] [/quote] le ragioni x cui martinello si dimette? visto che siamo in tema, il ruolo di martini? a quanto ammonta il suo compenso annuale ?


sceriffo - 18/06/2007 alle 17:51

ps: a quanto mi risulta santi, nella campagna elettorale per il presidente federale, sosteneva la cordata opposta a quella di di rocco e martinello.


violetta - 18/06/2007 alle 17:59

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] ps: a quanto mi risulta santi, nella campagna elettorale per il presidente federale, sosteneva la cordata opposta a quella di di rocco e martinello. [/quote] il punto davvero importante, ora come ora, non è il fatto che Santi abbia idee diverse da quelle di Martinello, cosa peraltro da confermare, il punto focale della discussione dovrebbe essere il fatto che questo ruolo DEVE essere rivestito da qualcuno che ha cultura, passione, amore e competenza per quanto riguarda la pista, in modo che il lavoro svolto da Martinello fino ad ora non cada inesorabilmente nel nulla. se si scegliesse di mettere Santi con quel ruolo la scelta sarebbe ottimale.


sceriffo - 18/06/2007 alle 18:08

[quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] ps: a quanto mi risulta santi, nella campagna elettorale per il presidente federale, sosteneva la cordata opposta a quella di di rocco e martinello. [/quote] il punto davvero importante, ora come ora, non è il fatto che Santi abbia idee diverse da quelle di Martinello, cosa peraltro da confermare, il punto focale della discussione dovrebbe essere il fatto che questo ruolo DEVE essere rivestito da qualcuno che ha cultura, passione, amore e competenza per quanto riguarda la pista, in modo che il lavoro svolto da Martinello fino ad ora non cada inesorabilmente nel nulla. se si scegliesse di mettere Santi con quel ruolo la scelta sarebbe ottimale. [/quote] può darsi tu abbia ragione. tuttavia io vedo improbabile che un sostenitore di ceruti diventi il vice di rocco.


violetta - 18/06/2007 alle 18:14

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] ps: a quanto mi risulta santi, nella campagna elettorale per il presidente federale, sosteneva la cordata opposta a quella di di rocco e martinello. [/quote] il punto davvero importante, ora come ora, non è il fatto che Santi abbia idee diverse da quelle di Martinello, cosa peraltro da confermare, il punto focale della discussione dovrebbe essere il fatto che questo ruolo DEVE essere rivestito da qualcuno che ha cultura, passione, amore e competenza per quanto riguarda la pista, in modo che il lavoro svolto da Martinello fino ad ora non cada inesorabilmente nel nulla. se si scegliesse di mettere Santi con quel ruolo la scelta sarebbe ottimale. [/quote] può darsi tu abbia ragione. tuttavia io vedo improbabile che un sostenitore di ceruti diventi il vice di rocco. [/quote] sarò un'illusa ma spero con tutta me stessa che si vada al di là delle fazioni e dei pro o contro qualcuno, se davvero si vuole bene a questa disciplina certe "simpatie" andrebbero lasciate alle spalle e trovare una maniera salda per lavorare assieme.;)


Admin - 20/06/2007 alle 19:43

[b]FCI - Consiglio di Presidenza del 20 giugno 2007[/b] Il Consiglio di Presidenza della Federazione Ciclistica Italiana, riunitosi oggi a Milano, ha attivato un¹ analisi delle attività svolte a livello tecnico ed organizzativo, incontrando il Direttore Tecnico Silvio Martinello ed il Commissario Tecnico Sandro Callari, per una verifica sul progetto Pechino 2008. Ha confermato la validità dello stesso che ha sortito i risultati individuati. Ha preso, inoltre, atto della attuale incompatibilità fra i due responsabili nella corretta esecuzione del progetto stesso. Ha preso atto delle rispettive relazioni e li sospende dalla loro attività con effetto immediato, e dà incarico al Presidente Federale di garantire la gestione ordinaria, in attesa della convocazione del Consiglio Federale. Monica Masini The Brain Farm Ufficio Stampa FCI


sceriffo - 20/06/2007 alle 21:42

mi spiace x martinello, persona davvero preparata e capace.


Morris - 20/06/2007 alle 23:43

Oggi sono stato per un paio d’ore ad una riunione nazionale giovanile su pista. Abbastanza per notare una nuova verve, una partecipazione massiccia, con discreti talentini in evidenza. Volti sorridenti e volenterosi fra gli atleti, onesti operatori indaffarati, ciofeche tecniche in azione, ed in mezzo, qualche allenatore di grande valore…..che sarebbe in grado di mettere i vari santoni là…. dove dovrebbero stare… Aria diversa insomma. Di chi il merito? Di un uomo particolarmente, di un dirigente che la FCI non merita, un grande corridore che a differenza degli altri colleghi d’olimpo, possiede le capacità ed i congiuntivi per coordinare, scrivere, dirigere; che capisce, concepisce e conosce il ruolo di tecnico e che, per questo, è in grado di scegliere, proporre e bacchettare chi sa e chi non sa, chi può e chi non può, chi ara e chi pettina. Quest’uomo è Silvio Martinello, l’unico attualmente insostituibile nella FCI: gli altri, dal presidente ai consiglieri federali, alcuni autentici ciofi, sono tutti cambiabili, lui no! Ma per il ciclismo, reso portascopino del Coni e degli altri sport, grazie al cerutismo e un ambiente che per qualche tubolare o una gran fondo, vota gente incapace di tenere una matita in mano e dove, se sei stupido, miope e tremendamente ignavo, hai buone probabilità di percorre vie fino ai vertici, un uomo come Silvio, deve stare sulla brace. Altro che squalifica di Basso e altro che doping! Questo è un giorno nero per il ciclismo italiano e per chi spera di rivederlo dignitoso agli occhi dell’osservatorio non appassionato. Oggi, si è compiuto l’atto più assurdo che la mia memoria di dirigente sportivo ricordi. Chi si immagina successori degni di Martinello, sogna, ed è giusto che si tenga perennemente fino alla separazione dell’essere dall’inspiegabile, personaggi come Riva o gli altri insignificanti ex paggi di Ceruti, che solo un benevolo ed ipermasochistico eufemismo può definire inutili. In altre federazioni simili soggetti sarebbero addetti alle pulizie o, al massimo, uscieri. Mi auguro che il consiglio federale riporti Silvio all’incarico che merita come nessuno, ma sarebbe un atto che guarda avanti, ed il governo del pedale, di solito, non va aldilà del proprio naso. Nell’attesa, sento una gran voglia di fischiare, fino allo sfinimento, il consiglio di presidenza.


miky70 - 20/06/2007 alle 23:56

Pensa che alla FCI hanno saputo guardare solo a quanto ha chiesto di compenso, lamentandosi perchè costa quanto costavano 3 di loro, anzichè applaudire a quanto è stato capace di fare. Lo hanno criticato perchè era arrogante ed esigente..... E' inutile.... chi sa fare e ha voglia di fare, in Italia è guardato male.


Morris - 21/06/2007 alle 00:06

Già!


miky70 - 21/06/2007 alle 00:57

20/06/2007 Silvio Martinello e Sandro Callari sospesi con effetto immediato Sospensione con effetto immediato per il direttore tecnico del settore pista Silvio Martinello e per il tecnico Sandro Callari. Tra i due, dopo i disastrosi mondiali di Palama di Maiorca era calato il gelo, e questa sera l'ufficio di Presidenza ha deciso di sospenderli entrambi fino al prossimo Consiglio Federale del prossimo mese di luglio. Una dura presa di posizione che pone in grave crisi un settore che versa già in acque agitate da troppo tempo. Silvio Martinello, da noi immediatamente contattato, non ha voluto commentare questo duro provvedimento. «Non credo che sia opportuno in un momento come questo esprimere opionioni - ha detto a tuttobiciweb.it -. Aspetto di sapere le motivazioni e di fare le valutazioni del caso. Stiamo attraversando un momento molto delicato e non vorrei creare turbative che non era mia intenzione creare». «La cosa importante è l'attività, non è importante quello che peso o dico io», dice Sandro Callari. «Io ciò che avevo da dire l'ho detto nelle sedi opportune, adesso so di questo provvedimento e serenamente ne prendo atto». «Ci siamo presi una settimana di tempo per verificare alcune cose - dice Carlo Riva, consigliere federale -, a breve sarà convocato un Consiglio Federale e prenderemo collegialmente una decisione. Credo che prederemo una decisione tecnica». Questo il comunicato ufficiale della Federazione Ciclistica Italiana. «Il Consiglio di Presidenza della Federazione Ciclistica Italiana, riunitosi oggi a Milano, ha attivato un’ analisi delle attività svolte a livello tecnico ed organizzativo, incontrando il Direttore Tecnico Silvio Martinello ed il Commissario Tecnico Sandro Callari, per una verifica sul progetto Pechino 2008. Ha confermato la validità dello stesso che ha sortito i risultati individuati. Ha preso, inoltre, atto della attuale incompatibilità fra i due responsabili nella corretta esecuzione del progetto stesso. Ha preso atto delle rispettive relazioni e li sospende dalla loro attività con effetto immediato, e dà incarico al Presidente Federale di garantire la gestione ordinaria, in attesa della convocazione del Consiglio Federale. Tuttobiciweb.it


Morris - 21/06/2007 alle 20:08

da www.tuttobiciweb.it [b] Silvio Martinello rimette nelle mani di Di Rocco il mandato [/b] [i]Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco ha ricevuto in data odierna lettera da parte di Silvio Martinello nella quale comunica di prende atto della decisione del Consiglio di Presidenza e rimette nelle mani del Presidente il suo mandato per porre il Consiglio Federale nelle migliori condizioni di operare e prendere le decisioni opportune in vista degli impegni futuri. [/i] Un atto che mostra la dignità, l'onestà e la correttezza dell'uomo. Ma il problema non è Silvio Martinello, bensì la caratura del consiglio federale...


violetta - 22/06/2007 alle 11:28

Mi dispiace sinceramente che tutti vengano etichettati secondo la legge del "lavorava per Ceruti e allora significa che come persona non vale nulla". Santi si è dimostrato una di quelle persone in grado di prendere in mano le situazioni e gestirsele senza troppi giri di parole, dimostrando sincerità e correttezza, mettendosi in discussione in prima persona, cercando di dialogare anche con chi non fa parte dei vertici federali del nostro bel ciclismo. Ovviamente dispiace a un pò tutti quel che sta succedendo a Martinello che, con passione e fatica, ha riportato alta l'attenzione sul mondo della pista.per questo Silvio si merita tutta la nostra stima. Qua, in un forum, è facile dire, "Santi non va bene perchè non è all'altezza del ruolo"solo perchè nella sua carriera ha lavorato con Ceruti. Ognuno, come dice qualcuno che lo conosce sicuramente meglio di me, ha la sua testa, ragiona con la propria testa e coi propri valori, che sono, per Santi,quello del rispetto e della tutela del corridore. Santi non si può ritenere inferiore a Martinello solo per il legame con Ceruti. Sarebbe, ed è sicuramente, un'ingiustizia ragionare di questo passo.


Monsieur 40% - 22/06/2007 alle 14:50

[b]Sospesi Martinello e Callari[/b] [quote][i]Originariamente inviato da laperla [/i] Silvio Martinello e Sandro Callari sospesi con effetto immediato Sospensione con effetto immediato per il direttore tecnico del settore pista Silvio Martinello e per il tecnico Sandro Callari. Tra i due, dopo i disastrosi mondiali di Palama di Maiorca era calato il gelo, e questa sera l'ufficio di Presidenza ha deciso di sospenderli entrambi fino al prossimo Consiglio Federale del prossimo mese di luglio. Una dura presa di posizione che pone in grave crisi un settore che versa già in acque agitate da troppo tempo. Silvio Martinello, da noi immediatamente contattato, non ha voluto commentare questo duro provvedimento. «Non credo che sia opportuno in un momento come questo esprimere opionioni - ha detto a tuttobiciweb.it -. Aspetto di sapere le motivazioni e di fare le valutazioni del caso. Stiamo attraversando un momento molto delicato e non vorrei creare turbative che non era mia intenzione creare». «La cosa importante è l'attività, non è importante quello che peso o dico io», dice Sandro Callari. «Io ciò che avevo da dire l'ho detto nelle sedi opportune, adesso so di questo provvedimento e serenamente ne prendo atto». «Ci siamo presi una settimana di tempo per verificare alcune cose - dice Carlo Riva, consigliere federale -, a breve sarà convocato un Consiglio Federale e prenderemo collegialmente una decisione. Credo che prederemo una decisione tecnica». Questo il comunicato ufficiale della Federazione Ciclistica Italiana. «Il Consiglio di Presidenza della Federazione Ciclistica Italiana, riunitosi oggi a Milano, ha attivato un’ analisi delle attività svolte a livello tecnico ed organizzativo, incontrando il Direttore Tecnico Silvio Martinello ed il Commissario Tecnico Sandro Callari, per una verifica sul progetto Pechino 2008. Ha confermato la validità dello stesso che ha sortito i risultati individuati. Ha preso, inoltre, atto della attuale incompatibilità fra i due responsabili nella corretta esecuzione del progetto stesso. Ha preso atto delle rispettive relazioni e li sospende dalla loro attività con effetto immediato, e dà incarico al Presidente Federale di garantire la gestione ordinaria, in attesa della convocazione del Consiglio Federale. fonte:tuttobici.web [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da ianni [/i] Per me c'è sotto qualcosa altro. Sembra quasi un fulmine a ciel sereno. Mi sono forse perso qualche passaggio? Ciao Ianni [/quote]


Monsieur 40% - 06/07/2007 alle 18:05

[b]FCI: Callari e Martinello tornano in sella, per il momento[/b] Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, allo scopo di garantire la continuità del progetto Pechino 2008 e degli impegni assunti con le Società degli atleti, in esecuzione al mandato ricevuto dal Consiglio di Presidenza, ha deliberato in data odierna che siano riprese, fino all’esame del prossimo Consiglio Federale che non potrà convocarsi prima del 17 luglio 2007 alla luce dei già programmati impegni istituzionali dei Consiglieri Federali, le attività di collaborazione con il Direttore Tecnico Silvio Martinello ed il Commissario Tecnico Sandro Callari. (fonte: tuttobiciweb.it)


miky70 - 06/07/2007 alle 18:23

A Pesaro grazie al lavoro di Martinello, la nostra pista sta vivendo una nuova primavera. Abbiamo ottenuto il passaggio al livello superiore, abbiamo trovato, grazie all'impegno di Martinello, i fondi per la ristrutturazione e anche persone appassionate che hanno seguito la formazione specifica per le competizini in pista. Senza Martinello si sarebbe fermato tutto, oggi finalmente la notizia che rientra. Siamo molto contenti!


Monsieur 40% - 01/08/2007 alle 15:09

[b]Curiosità: qualcuno sa dirmi la funzione di A.Martini all'interno dell'FCI?[/b] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] e relativo indenizzo? Grazie [/quote]


Monsieur 40% - 02/08/2007 alle 04:16

[b]UCI e Tour de France "condannati" a lavorare insieme[/b] [quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] L'Union cycliste internationale (UCI) et le Tour de France sont condamnés à travailler ensemble pour 2008 malgré la profondeur abyssale de leur différend qui, au-delà du ProTour, porte maintenant sur la lutte antidopage. Le cessez-le-feu a été prononcé par le ministère français des Sports qui a rappelé aux organisateurs de la Grande Boucle, Patrice Clerc et Christian Prudhomme, que l'UCI était un "acteur incontournable" dans son sport. Dès le lendemain, le président de l'UCI a cependant jeté de nouveau de l'huile sur le feu en répliquant aux attaques reçues pendant le Tour. Dans un très long communiqué, Pat McQuaid, surnommé "McVerbruggen" par Patrice Clerc afin de souligner l'omniprésence en coulisses de son prédécesseur (Hein Verbruggen), a riposté sur les différentes affaires d'un Tour qu'il a vu par la petite porte. Pour obtenir un laissez-passer, il a dû recourir à une invitation d'une... chaîne de télévision. Dans son argumentaire, l'UCI a souligné -à raison- qu'on ne peut lui faire le reproche de traquer et de coincer les tricheurs. Le système antidopage renforcé cette année fonctionne, dit-elle en substance, et l'on devrait s'en féliciter. La fédération internationale s'est défendue également sur le cas du coureur allemand Patrik Sinkewitz en soulignant que, si la lenteur de l'analyse peut surprendre (plus d'un mois pour connaître le résultat!), le contrôle était du ressort de l'agence antidopage allemande. En revanche, Pat McQuaid a campé dans son refus d'admettre l'évidence d'une faute de ses services concernant l'ex-maillot jaune, le Danois Michael Rasmussen. L'UCI l'a reconnu, elle n'a pas appliqué strictement son règlement qui aurait dû provoquer l'éviction du coureur avant la course. Rasmussen, soupçonné par la presse internationale pour ses performances exceptionnelles et ses non moins étonnantes facultés de récupération, n'aurait pas eu alors à s'empêtrer dans ses omissions ou mensonges. Amenée à bafouer son propre règlement et à lui préférer un autre article, l'UCI a mérité de la part du ministère français un commentaire a minima: "La législation, opaque, doit être clarifiée." "On ne peut pas faire appel à un article (du règlement) quand ça vous arrange", a relevé Roselyne Bachelot, la ministre française des Sports, qui s'est abstenue d'accabler davantage la fédération internationale. A travers ce cas, l'UCI est -curieusement- apparue sur la défensive, tendant à renouer avec la prudence juridique qui fut la marque de fabrique des années Verbruggen. A l'opposé du programme volontariste dévoilé en mars dernier -100 % contre le dopage- et du comportement offensif de Pat McQuaid, décidé à lutter quels que soient les dommages collatéraux et la renommée des dopés. Le cyclisme, confronté à la célèbre formule "adapt or die" (s'adapter ou mourir), constate en même temps le changement de mentalité dans l'opinion, de moins en moins encline à supporter les tricheurs, dans les médias, mais aussi dans le peloton des coureurs actuels et passés. A lui seul, Francesco Moser, l'ancien champion italien devenu le président de l'association des coureurs (CPA), illustre cette révolution. Dans la Gazzetta dello Sport, il a prôné mercredi l'"exclusion immédiate et définitive dès le premier contrôle positif". A période exceptionnelle, a-t-il souligné, mesures d'exception. Fonte: http://www.rtlinfo.be [/quote]


Monsieur 40% - 02/08/2007 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Curiosità: qualcuno sa dirmi la funzione di A.Martini all'interno dell'FCI e relativo indenizzo? Grazie [/quote] Presidente Onorario della Federciclismo italiana. Lo stipendio non lo conosco.


sceriffo - 02/08/2007 alle 15:31

ROMA - Il presidente onorario della Federciclismo Alfredo Martini ha voluto dire la sua sul rapporto fra doping e ciclismo: "Siamo in un Paese in cui ormai anche i parlamentari fanno l'antidoping. Il ciclismo paga per tutti perche' e' il settore che piu' si e' esposto. Dobbiamo renderci conto del momento particolare che la nostra societa' sta attraversando, visto che anche i parlamentari fanno l'antidoping. Io sostengo che prima o poi dovremo dire grazie al ciclismo, lo sport che piu' ha pagato, ma che ha tracciato un solco sul quale tutti si dovrebbero incamminare. Per questo dico: rispettiamo il ciclismo". (Agr) ===> gazzetta.it vero è presidente onorario. nemmeno monsiuer conosce la portata dello stipendio, o indenizzo o gettone


sceriffo - 09/08/2007 alle 09:56

domanda: dicono che verbruggen sia potentissimo... secondo voi , se son vere le diccerie , chi è/sono gli "sponsor"?


Monsieur 40% - 13/08/2007 alle 20:31

hahahahhahahahahahhaha... venitemi a salvare, vi prego... hahahhahahahhahahahahaha... oh mamma, sto rimanendo senza fiato... hahahhahahahhahahahahahhahahahahahah... o mammasantissima... bhhuuahuhahuahuahuhuauhahua ************** [b]McQuaid: l'addio della Discovery? Colpa dei grandi giri[/b] Un colpevole c'è, almeno secondo il presidente dell'Uci Pat McQuaid. La colpa dell'addio della Discovery Channel è del Tour de France e dei grandi giri. Lo ha affermato il presidente dell'Uci Pat McQuaid: il numero uno dell'Uci ha spiegato che gli sponsor sono riluttanti ad investire quando non hanno la garanzia di gareggiare. "Specialmente quando gli organizzatori diramano ogni tipo di comunicato, andando contro le regole e decidendo chi può correre e chi no, basando tutto su opinioni soggettive. Se agli sponsor non viene garantito che le loro squadre potranno correrano, non investiranno nello sport, L'addio della Discovery non è una buona cosa per il mondo ciclismo. Non lo è per il ciclismo statunitense". Il numero uno dell'Uci ha inoltre bacchettato gli organizzatori del Tour per essere stati troppo freddi nei confronti di Armstrong e la Discovery. Non è andata meglio, secondo McQuaid, con i media francesi che hanno sempre messo in dubbio la regolarità delle vittorie del texano: "I fracnesi hanno un rapporto di amore ed odio con Lance. Non vogliono mettersi in testa che ha vinto il Tour sette volte. Lence e la Discovery non sono mai stati accolti bene". (fonte: tuttobiciweb.it)


panta2 - 13/08/2007 alle 20:33

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]McQuaid: l'addio della Discovery? Colpa dei grandi giri[/b] Un colpevole c'è, almeno secondo il presidente dell'Uci Pat McQuaid. La colpa dell'addio della Discovery Channel è del Tour de France e dei grandi giri. Lo ha affermato il presidente dell'Uci Pat McQuaid: il numero uno dell'Uci ha spiegato che gli sponsor sono riluttanti ad investire quando non hanno la garanzia di gareggiare. "Specialmente quando gli organizzatori diramano ogni tipo di comunicato, andando contro le regole e decidendo chi può correre e chi no, basando tutto su opinioni soggettive. Se agli sponsor non viene garantito che le loro squadre potranno correrano, non investiranno nello sport, L'addio della Discovery non è una buona cosa per il mondo ciclismo. Non lo è per il ciclismo statunitense". Il numero uno dell'Uci ha inoltre bacchettato gli organizzatori del Tour per essere stati troppo freddi nei confronti di Armstrong e la Discovery. Non è andata meglio, secondo McQuaid, con i media francesi che hanno sempre messo in dubbio la regolarità delle vittorie del texano: "I fracnesi hanno un rapporto di amore ed odio con Lance. Non vogliono mettersi in testa che ha vinto il Tour sette volte. Lence e la Discovery non sono mai stati accolti bene". (fonte: tuttobiciweb.it) [/quote] Che bamboccio:pomodoro:...


luke - 13/08/2007 alle 21:11

Povero Pat.... bere fa male, specie quando fa caldo. Io credo invece che, tra i motivi che hanno allontanato la Discovery dal ciclismo (e che stanno rischiando di portare il ciclismo alla rovina) ci sia, in pole position, proprio l'uci da lui diretta. Il giorno che se ne andrà a casa, sarà sempre tardi.


sceriffo - 13/08/2007 alle 23:28

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Povero Pat.... bere fa male, specie quando fa caldo. Io credo invece che, tra i motivi che hanno allontanato la Discovery dal ciclismo (e che stanno rischiando di portare il ciclismo alla rovina) ci sia, in pole position, proprio l'uci da lui diretta. Il giorno che se ne andrà a casa, sarà sempre tardi. [/quote] sono d'accordo... ma nn c'è modo x levarselo dai cabasisi? insomam qs uomo a chi piace x restare li?è sufficente verB a garantirgli la poltrona?


Monsieur 40% - 21/08/2007 alle 15:25

[b]Giovedì a Malpensa incontro tra le grandi federazioni[/b] E’ in programma giovedì 23 agosto a Somma Lombardo (VA) un incontro con i rappresentanti delle federazioni ciclistiche, Italia, Francia, Spagna, Belgio, Austria e Lussemburgo, nel quale verranno discussi numerosi importanti argomenti. Elemento di novità la presenza dei rappresentanti della federazione inglese che si aggiungono al gruppo consolidato. L’obiettivo, che vede impegnate queste federazioni da un anno, è quello di contribuire in maniera fattiva e propositiva allo sviluppo del ciclismo attraverso analisi e proposte per migliorare le situazioni che si sono create all’interno dei singoli paesi nei confronti dell’UCI. I temi all’ordine del giorno, oltre ad una relazione del Presidente della Federazione Francesce Jean Pittalier, saranno il ruolo nei confronti dell’UCI, l’analisi delle istanze già presentate e alcune nuove proposte da presentare all’UCI. Un altro importante tema che verrà sviluppato è il Protour e le sue criticità. Le federazioni hanno, dopo un’attenta analisi, preparato un documento che evidenzia le carenze e i punti deboli dell’attuale sistema e ha elaborato delle proposte e modifiche al regolamento. Sarà inoltre valutato l’ordine del giorno del congrsso che si svolgerà a Stoccarda il 28 settembre p.v. e le proposte presentate da alcune Federazioni. Saranno presenti i massimi rappresentanti del ciclismo italiano, il Presidente della Federciclo Renato Di Rocco, il Presidente del CCP Alcide Cerato, i rappresentanti del Consiglio di Presidenza, il Vicepresidente dell’UCI Agostino Omini. Nella seconda parte dell’incontro è previsto un confronto con il segretario della Unione Europea del Ciclismo nell’intento di consolidare il ruolo e le competenze della stessa nei confronti della Unione Ciclistica Internazionale. (fonte: tuttobiciweb.it)


Monsieur 40% - 22/08/2007 alle 17:21

[b]Mc Quaid: «Pronti a modificare il Pro Tour, sul resto no»[/b] Ore di preparativi, ore di arrivi. Poi questo pomeriggio le prime riunioni, le messe a punto del caso, prima della giornata di lavoro di domani mattina, a Somma Lombardo, dove le Federazioni più importanti del ciclismo mondiale, quelle che la storia del ciclismo l'hanno fatta davvero, si siederanno attorno ad un tavolo per discurtere dei problemi di uno sport in pieno stato confusionale. Tra queste nazioni ci sarà anche l'Inghilterra, che ha accettato l'invito come semplice auditore, ma nella sostanza è lì per prendere appunti e riferire a mamma Uci, che ad ogni modo oggi è scesa in campo con il suo numero uno che ha già fatto sapere la propria posizione. L'Uci è pronta a «rinegoziare» sul Pro Tour, ma non transigerà «sull'amministrazione del governo del ciclismo». Lo ha detto in una intervista Pat McQuaid, presidente dell'Unione ciclistica internazionale. McQuaid ha apertamente accusato l'Aso, l'organizzazione del Tour de France, di «volere il potere assoluto». Riferendosi alla polemica con l'Aso, che ha accusato l'Uci di voler insabbiare le prove relativamente alla gestione del caso legato a Michael Rasmussen e alla Rabobank, McQuaid ha detto che si tratta di illazioni «poco serie». Sul controverso sistema del Pro Tour, che assegna a venti squadre la possibilità di partecipare d'ufficio alle corse più importanti, McQuaid si è detto «pronto a rinegoziare in maniera generale i nomi delle squadre alle quali viene concessa la licenza, il calendario delle corse ed il numero di giorni di gara». McQuaid ha però individuato «nel governo» del ciclismo il nodo del problema, ma su questo campo non intende «negoziare». Tra i punti di discussione c'è anche quello che riguarda il consiglio del ciclismo mondiale: meno peso all'Europa e più spazio ai paesi emergenti. Siamo ai ricatti, siamo al mercato del pesce. Siamo proprio in un bel momento. (fonte: tuttobiciweb.it)


Monsieur 40% - 23/08/2007 alle 15:03

[b]Sette Federazioni unite per salvare il ciclismo[/b] Le Federazioni di Austria, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo e Spagna si sono riunite a Somma Lombardo (Va) per discutere l’attuale situazione delicata in cui versa il ciclismo. Questo in vista del congresso UCI che si terrà a settembre in occasione dei Mondiali di Stoccarda e che dovrà essere un punto di concertazione e di discussione costruttiva. Le Federazioni hanno stabilito di riepilogare alcuni principi di base per proseguire il confronto costruttivo con l’UCI. Ecco il comunicato stilato alla fine dell'incontro: «Poniamo l’accento sul fatto che le Federazioni Nazionali sono la base del nostro sport e devono essere pienamente coinvolte dall’UCI in tutti gli aspetti di “governance” del nostro sport, anche attraverso l’azione delle confederazioni continentali. Auspichiamo la costituzione di una Commissione delle Federazioni Nazionali consultiva su tutti i testi normativi e statuti prima della decisione del C.D. dell’UCI. Il miglioramento delle relazioni tra UCI e Federazioni Nazionali deve necessariamente portare anche al riconoscimento che l’UEC rappresenta la terra tradizionale del nostro sport. E’ importante definire in dettaglio il ruolo delle componenti del ciclismo, dell’UCI e delle Federazioni Nazionali. Crediamo che in futuro l’UEC debba essere autorizzata ad organizzare un Campionato Europeo Elite. Riconosciamo che il Pro Tour presenta alcuni aspetti positivi, ma nella sua concezione attuale l’UCI Pro Tour deve essere adattato. Riteniamo che sia necessaria una maggior flessibilità nell’impianto generale e nell’insieme delle regole in modo da modificare, in maniera accettabile per gli organizzatori e i team, gli aspetti meno convincenti. L’UCI non può essere giudice e parte in causa contemporaneamente. Poniamo l’accento sul fatto che il più grande problema che si trova ad affrontare lo sport è rappresentato dal doping. Supportiamo l’UCI e le istituzioni nei loro sforzi e desideriamo che le regole antidoping siano certe e applicate con il massimo rigore. Chiediamo alle squadre e a tutte le Federazioni Nazionali di rafforzare i loro sforzi per fronteggiare questo problema. Le Federazioni Nazionali hanno discusso le differenti proposte che saranno presentate e valutate nel corso del prossimo congresso UCI. Firmato: le Federazioni di Austria, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo e Spagna» (fonte: tuttobiciweb.com) ******************* Sì è aggiunta anche la Gran Bretagna... non male...


Morris - 17/09/2007 alle 10:39

da www.tuttobiciweb.it [b]Silvio Martinello si è dimesso [/b] Silvio Martinello ha inviato in data 13 settembre al presidente della Fci Renato Di Rocco una lettera con le dimissioni dall'incarico di direttore tecnico delle squadre nazionali. «Riguardo agli sviluppi che hanno fatto seguito alla presentazione del documento il 18 maggio scorso, sullo stato d'avanzamento in prospettiva Pechino 2008 del Progetto Tecnico Federale - si legge nella lettera - mi sento doverosamente costretto, in coerenza con il mio modo di interpretare il delicato ruolo che mi e' stato affidato, ad inviarLe le mie irrevocabili dimissioni dall'incarico di Direttore Tecnico dei settori Strada e Pista, prendendo atto che sono venute meno le condizioni per proseguire costruttivamente con l'importante e fondamentale aspetto dell'incarico assegnatomi, riguardo alla direzione ed al coordinamento delle Squadre Nazionali. Mi permetto di suggerirLe, per continuare ad operare come di consuetudine nell'interesse del movimento, l'opportunita' di non snaturare il Progetto Tecnico Federale in corso d'opera, che molti riscontri positivi ha dato e risultati confortanti sta portando soprattutto a livello giovanile, sono assolutamente convinto che la strada corretta sia stata imboccata pur concordando con Lei che e' necessario apportare dei correttivi che consentano e facilitino lo sviluppo e la crescita in atto». Silvio Martinello sarà opinionista tecnico per la Rai in occasione dei prossimi Mondiali di Stoccarda. [i][b] Era nell'aria, dietro le quinte si sapeva. Le dimissioni di Silvio sono un colpo enorme al rinnovamento di una Federazione che ne ha bisogno come il pane... Qualcuno, ai posteri, dovrà spiegare a che servono certi consiglieri: inamovibili, incapaci, espressione di un ciclismo che non sa muoversi verso le sfide del tempo, che non ha rapporti profondi con le vivacità presenti nella società e nella gioventù in particolare; che è di gran lunga l'ambiente dalla cultura più elementare, oserei dire deprimente. Che ne sarà ora dell'esigenza di ricostruire un apparato tecnico con qualche conoscenza in più, in grado di portare il patrimonio atletico al massimo delle possibilità e delle caratteristiche dei singoli? Che ne sarà della pista e di quei settori, come la velocità, che, grazie alla verve e all'intelligenza di Martinello, hanno potuto ricostruirsi, portando tecnici capaci di lavorare bene e non scaldare dei ruoli o fare i paggi dei più potenti politicamente? Che ne sarà di quell'entusiasmo che Silvio era riuscito a muovere? Si torna all'antico con punte di cerutismo e quelle neoplasie siamesi ad un movimento che l'infausta presidenza precedente ha partorito: sono troppo sicuro che finirà così. Si salverà il professionismo perchè a gestirlo saranno, come sempre, quei santoni a cui nessun cerutiano ha mai provato ad incrinare gli epigoni, partendo dal basso, elevando una nuova cultura, portando linfa ad un patrimonio di uomini che si sta allontanando da questo sport e che sta da tempo fuori dalle società ciclistiche, proprio per la pochezza culturale. Per gli osservatori che non vedono altro che la strada ed i prof, potrà cambiare poco o nulla nell'immediato, ma non sarà così a lungo termine, mentre chi voleva un ciclismo nuovo, vero, sportivamente e tecnicamente degno di uno sport di punta e non solo di tradizione, oggi non può che essere distrutto. Un vecchio adagio dice che "nessuno è insostituibile e siamo tutti utili". La vita mi ha insegnato a guardare questa massima come una delle più imbecilli. Nessuno, in questa fase della FCI e del ciclismo, era più utile ed insostituibile di Silvio, nemmeno Di Rocco. Ed a questi va l'appello, affinché non si faccia schiavo dei voti di un Consiglio Federale derelitto, portando altre cariatidi, o mummie del passato, a ruoli che non possono essere loro. A meno che non si voglia fare, ancora una volta, della FCI, un ente che dopo aver esaurito il tragico, lascia sulla strada le comiche di Ridolini, proprio come la sigla: F (Federazione), C (Comici), I (Italiani).[/b] [/i]


miky70 - 17/09/2007 alle 10:45

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] da www.tuttobiciweb.it [b]Silvio Martinello si è dimesso [/b] Silvio Martinello ha inviato in data 13 settembre al presidente della Fci Renato Di Rocco una lettera con le dimissioni dall'incarico di direttore tecnico delle squadre nazionali. «Riguardo agli sviluppi che hanno fatto seguito alla presentazione del documento il 18 maggio scorso, sullo stato d'avanzamento in prospettiva Pechino 2008 del Progetto Tecnico Federale - si legge nella lettera - mi sento doverosamente costretto, in coerenza con il mio modo di interpretare il delicato ruolo che mi e' stato affidato, ad inviarLe le mie irrevocabili dimissioni dall'incarico di Direttore Tecnico dei settori Strada e Pista, prendendo atto che sono venute meno le condizioni per proseguire costruttivamente con l'importante e fondamentale aspetto dell'incarico assegnatomi, riguardo alla direzione ed al coordinamento delle Squadre Nazionali. Mi permetto di suggerirLe, per continuare ad operare come di consuetudine nell'interesse del movimento, l'opportunita' di non snaturare il Progetto Tecnico Federale in corso d'opera, che molti riscontri positivi ha dato e risultati confortanti sta portando soprattutto a livello giovanile, sono assolutamente convinto che la strada corretta sia stata imboccata pur concordando con Lei che e' necessario apportare dei correttivi che consentano e facilitino lo sviluppo e la crescita in atto». Silvio Martinello sarà opinionista tecnico per la Rai in occasione dei prossimi Mondiali di Stoccarda. [/quote] Ma no! Non è possibile!! :(:(:( Imbecilli!!! :mad: Ma non si possono cacciare a pedate questi funzionari fannulloni ed incapaci!!! [quote] Nessuno, in questa fase della FCI e del ciclismo, era più utile ed insostituibile di Silvio, nemmeno Di Rocco. Ed a questi va l'appello, affinché non si faccia schiavo dei voti di un Consiglio Federale derelitto, portando altre cariatidi, o mummie del passato, a ruoli che non possono essere loro. A meno che non si voglia fare, ancora una volta, della FCI, un ente che dopo aver esaurito il tragico, lascia sulla strada le comiche di Ridolini, proprio come la sigla: F (Federazione), C (Comici), I (Italiani).[/b] [/i] [/quote] :yes: Giustissimo Morris


pitoro - 17/09/2007 alle 11:51

ma che vi aspettate da una federazione che a due settimane dai mondiali non sa neppure con quanti ciclisti può correre?


violetta - 17/09/2007 alle 18:52

Fabio Perego a tuttobiciweb 17/09/2007 Lettera aperta: Martinello e un addio che fa male alla pista Egregio signor Direttore mi chiamo Fabio Perego, oramai da 5 anni ricopro la carica di Direttore del Centro Territoriale (così si chiamano i velodromi per la FCI) di Dalmine e dallo scorso anno sono anche il Presidente del Consorzio Velodromo, Società che gestisce l'attività dello stesso. Leggo con rabbia e sconcerto che Silvio Martinello ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico all'interno della Federazione Ciclistica Italiana. Non entro nel merito delle motivazioni che lo hanno portato a questa decisione, ma allo stesso modo mi sento ferito e forse, mi permetta la forzatura, "tradito" dai vertici Federali che hanno permesso che ciò avvenisse. Silvio Martinello si è adoperato in questi ultimi 3 anni come mai nessuno fino ad ora aveva fatto per far si che la "nostra" attività, cioè quella di avvicinare i ragazzini alla pista, di "sgrossare" i corridori delle categorie cosiddette U.C.I. cosicché arrivassero alle squadre Nazionali già con una importante preparazione di base, aveva dato alle nostre strutture fino a poco tempo fa considerate "periferiche" il ruolo e l'importanza che meritano, mettendo in stretta correlazione il nostro lavoro con quello dei tecnici Federali come Callari, Salvoldi, Paris. Aveva lavorato sodo con i Direttori dei Centri di tutta Italia per riproporre quella sorta di "Campionato Italiano" che è il torneo Intercentri, per la prima volta si sono viste nei velodromi biciclette da pista nuove fiammanti (veramente anche nell'era Ceruti erano state distribuite bici nuove, ma non ai velodromi quanto agli amici degli amici che non le hanno mai usate...) e tante altre piccole, ma importantissime novità che avevano messo in condizione me ed i colleghi di tanti altri centri di lavorare in maniera perlomeno più serena e gratificante. Attenzione, la gratificazione di cui parlo è solamente quella soddisfazione che ti dà modo di lavorare a stretto contatto con i Tecnici delle Nazionali e di veder premiato l'impegno dei ragazzi che frequentano i centri, non voglio nemmeno sfiorare il lato economico, se venissero rese note le cifre dei contributi stanziati annualmente dalla FCI ad un Centro di prima serie (vincitore tra l'altro nel 2006 e nel 2007 del Torneo Intercentri oltre che di decine di maglie tricolori nelle varie categorie...) ci copriremmo di ridicolo! La stagione 2007 oramai volge al termine, dobbiamo pensare a come sarà il 2008, e mi creda sig. Direttore, pur essendo un inguaribile ottimista (e lei che mi conosce sa che non mento) vedo tutto nero, e per quanto mi sforzi di sorridere, in questo momento ho solo un grande senso di abbandono e di sconforto. Ho il massimo rispetto per i ragazzi (oltre 100) che frequentano da anni il velodromo di Dalmine, per i miei insostituibili collaboratori, il prof. Daniele Fiorin, il meccanico Franco Milani e Walter Facheris, per tutti quegli amici che nel Comitato Provinciale di Bergamo soffrono e gioiscono con noi, uno su tutti il Presidente Gamba, ma non so se riuscirò a proseguire nell'attività di sviluppo e promozione della pista per la quale mi sono tanto impegnato e nella quale tanto ho creduto, investendo tempo ed anche denaro, sì, perché oltre al tempo bisogna anche metterci dei soldi... Sono sicuro che il Presidente Di Rocco ha già ben chiaro come proseguire nel progetto che io e altri come me abbiamo sposato quando ci fu presentato il progetto di rilancio della pista, il progetto che prevedeva i famosi "Centri Pilota", un progetto che, mi creda, ha dato e stà dando risultati importanti, un progetto nel quale ho creduto da subito, un progetto che aveva tra le atre peculiarità quella di avere un referente serio e preparato, che credeva in quello che faceva. Ecco, signor Direttore, io sono convinto che solo con la realizzazione dei "Centri Pilota", quel ristretto numero di Centri Territoriali dove gli atleti trovano personale serio e competente disposto a seguire passo dopo passo la loro maturazione psico-fisica, dove i Tecnici Nazionali sanno che gli atleti sotto osservazione svolgono un lavoro continuo e con un metodo definito, solo così si arriverà al completamento del progetto che la FCI aveva presentato, e le dimissioni di Silvio Martinello oggi mi fanno temere che ciò non possa avvenire, che tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto inseguendo una chimera..... spero tanto che qualcuno, sia esso il Presidente, il Segretario Generale o addirittura il Consiglio Federale possa rispondermi magari proprio in questa rubrica dicendomi che tutto è rimasto come prima, che il progetto va avanti e che nel 2008 finalmente anche alcuni di noi, potranno veder riconosciuto il loro impegno e la loro professionalità. Distinti saluti, Fabio Perego. P.s.: Sono sicuro che qualcuno cercherà di strumentalizzare questo mi sfogo, con il fatto che sono legato a Silvio Martinello da vera e profonda amicizia, ma il mio è uno sfogo sincero, dal nostro modesto lavoro dipende forse anche una parte importante del lavoro che i Tecnici delle Nazionali devono poi svolgere, sono sicuro che anche loro condividono il mio pensiero di fondo, abbiamo e stiamo lavorando insieme perché crediamo in un obbiettivo comune, sarebbe un peccato buttare tutto il lavoro fatto fino ad oggi al vento.


Monsieur 40% - 08/10/2007 alle 17:06

[b]Ccp: l’avvocato Castellano lascia la Commissione Tecnica[/b] Milano - domenica 7 ottobre 2007 - Carmine Castellano, storico patron del Giro d'Italia dal 1993 al 2004, si è dimesso dal ruolo di responsabile della commissione tecnica del Consiglio del Ciclismo Professionistico (Ccp). Castellano, 70 anni, ha motivato l'uscita di scena con la decisione di concludere la sua lunga esperienza come dirigente nel ciclismo. L'ultimo grande impegno organizzativo dell'avvocato sorrentino risale all'estate 2006 con la realizzazione del Giro d'Italia dilettanti e della corsa rosa al femminile. (fonte: ciclonews.it)


Monsieur 40% - 17/10/2007 alle 02:44

Esce Moser (e la cosa ci dovrebbe sollevare da un lato; ma dall'altro incutere molto timore: ora che farà?) ed entra - pare - Vasseur: *********** [b]Cédric Vasseur est le seul candidat à la prochaine succession de l'Italien Francesco Moser au poste de président de l'association internationale des coureurs.[/b] Le successeur de Moser, président du CPA depuis sa création en 1999, sera élu à l'occasion de l'assemblée générale de l'association prévue vendredi en Italie à la veille du Tour de Lombardie. Ancien maillot jaune du Tour de France (en 1997) et vainqueur d'une étape cette année, Vasseur (37 ans) a annoncé son retrait de la compétition à la fin de la saison. "La candidature de Cédric Vasseur, membre du Conseil des Coureurs, a été soutenue par beaucoup de ses collègues, de diverses nationalités, et peut donc être considérée comme l'expression d'une orientation précise au sein du groupe", a estimé le CPA. L'association des coureurs a ajouté qu'une délégation composée de son secrétaire général Daniel Malbranque et de Cédric Vasseur participerait lundi et mardi à Paris aux travaux du sommet antidopage organisé par le Ministère français de la Jeunesse et des Sports. (fonte: velo-club.net) *************** Un paio di spunti sul CPA ce li diede Cioni, a noi di Cicloweb.it: http://www.cicloweb.it/art683.html http://www.cicloweb.it/art684.html Dalla padella alla brace? :?


Leone delle Fiandre - 20/10/2007 alle 12:13

Ora è ufficiale... [b]Vasseur è il nuovo presidente del Cpa, sostituisce Moser [/b] [i]Il francese Cédric Vasseurè stato eletto ieri nuovo presidente dell'Associazione del Ciclisti Professionisti. Vasseur, 37 anni, concluderà oggi con il Lombardia la sua carriera agonistic e prende il posto di Francesco Moser, che ha presieduto l'associazione sin dalla sua fondazione nel 1999. [/i] fonte: http://www.tuttobiciweb.it


Monsieur 40% - 22/10/2007 alle 03:21

Come inizio il francese non sembra male. Certo, dobbiamo aspettarlo a prove più "dure": ****************** [b]Vasseur, prime parole da presidente dei corridori[/b] VARESE - Cedric Vasseur, il francese della Quick Step Innergetic che oggi pone fine alla sua carriera agonistica, e' stato intervistato questa mattina alla partenza del Giro di Lombardia nella nuova veste di presidente del Sindacato internazionale corridori, ruolo nel quale succede a Franceso Moser. "Le imprese sportive devono recuperare la loro centralita' e i corridori devono riappropriarsi degli spazi meritati sugli organi di informazione - ha dichiarato il compagno di squadra di Paolo Bettini - faremo del nostro meglio per rilanciare il settore che deve superare una situazione attuale non tollerabile". (Agr) (fonte: gazzetta.it)


Monsieur 40% - 27/10/2007 alle 16:45

[b]Il ciclismo rischia il collasso[/b] Stiamo scherzando con il fuoco, stiamo scherzando da tempo, ma a pochi sembra interessare, di sicuro non interessa all'Uci che del bene del movimento e della storia di questo sport se ne fa un baffo. Guarda ai numeri, al potere da gestire, ai soldi da incassare. Questo sì. Puntuale come la scheda esattoriale anche quest'anno è giunto il nuovo regolamento, con tutte le clausole e le garazie da presentare entro e non oltre la fine di questo mese. Nascosta, molto ben nascosta, ma visibile il giusto per essere pagata, una righetta nella quale l'Uci consiglia un broker assicurativo. Nulla di male, direte voi. Ma non è proprio così. Anche perché le squadre avranno ben il diritto di scegliere l'offerta migliore? Avranno il diritto di rivolgersi al consulente di fiducia? In questo modo l'Uci cerca invece di vincolare sempre di più le squadre, in particolare quelle «Professional», dicendo in pratica che con questa società si è garantiti al 100% nelle corse riconosciute dall'Uci. Concetto sibillino, in quanto domani, dopodomani potrebbe dire che il Giro, la Vuelta e anche il Tour non sono più riconosciuti e le squadre si trovano spalle al muro. E' di ieri, invece, l'ultima «suppostina». Sempre a tutti i team «Professional», l'Uci ha inviato una nota nella quale si chiede ai team manager l'adesione per entrare a far parte di un «paniere» dal quale pescare le formazioni più meritevoli da schierare al via delle corse Pro Tour. Costo dell'operazione 5 mila euro a fondo perso (così, tanto per gradire). L'adesione dovrà arrivare entro e non oltre il prossimo 15 novembre. Anche questa è un'operazione atta a vincolare, e di molto, le squadre «Professional», che da un lato si sentono gratificate perché possono correre nel Pro Tour (anche se oggi non vale assolutamente niente, visto che i Grandi Giri e le corse Monumento sono fuori dal circuito), dall'altra però si concedono mani e piedi all'Uci. Come? Se una squadra sposa l'idea e invia entro il 15 la propria adesione e richiesta per poter correre le corse di Pro Tour, l'Uci domani potrebbe dire: c'è da correre il Giro di Germania, non puoi correre in contemporanea il Giro d'Italia. Insomma, le squadre di Pro Tour sono sul piede di guerra ma loro stesse si aspettano a giorni per non dire a ore la «suppostina» e l'Uci sta preparando il blocco totale dell'attività creando vincoli anche a quelle «Professional». L'obiettivo è chiaro: togliere le squadre ai Grandi Organizzatori. Bloccare tutto: là non si corre. E' fantaciclismo? Probabile, e qualora fossimo smentiti, siamo pronti a rettificare le nostre opinioni. Ma l'esperienza accumulata in questi anni ci dice che qui gatta ci cova. E cova malissimo. Per tutti. (fonte: tuttobiciweb.it)


Subsonico - 27/10/2007 alle 20:02

Beh, complimenti a Stagi. Queste cose non si sapevano e, per il grande pubblico comunque non si sapranno. E complimenti anche all'UCI: noi li facciamo tanto scemi, ma non lo sono affatto. Anzi.


Monsieur 40% - 31/10/2007 alle 04:04

Dal sito dell'UCI (uci.ch), si capiscono tanti perché. Ad esempio, la Federazione Internazionale sta cercando un nuovo Manager che si occupi... pensate un po'... del marketing!!! :D :D http://www.uci.ch/templates/UCI/UCI1/layout.asp?MenuId=MjEwOA :D


romi03 - 31/10/2007 alle 12:18

Ho letto sul sito della FCI che anche nello Staf tecnico ci saranno radicali cambiamenti: Licenziamento di Callari e entrata alla totale dirigenza di tutte le squadre nazionali del CT Ballerini


Monsieur 40% - 31/10/2007 alle 13:32

[quote][i]Originariamente inviato da romi03 [/i] Ho letto sul sito della FCI che anche nello Staf tecnico ci saranno radicali cambiamenti: Licenziamento di Callari e entrata alla totale dirigenza di tutte le squadre nazionali del CT Ballerini [/quote] Ecco la notizia: al posto di Callari, c'è Rosario Fina. *********** [b]Varata la seconda fase del progetto Squadre Nazionali. A Franco Ballerini il ruolo di Direttore Tecnico Generale[/b] Il Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, riunito martedì 30 ottobre a Roma, ha dato il via alla seconda fase del progetto riguardante le Squadre Nazionali. Il Consiglio Federale ha riconosciuto nuovamente la validità del progetto in chiave Pechino 2008 deliberando al ruolo di Direttore Tecnico Generale Franco Ballerini (nella foto) per il coordinamento delle attività delle Squadre Nazionali. Al fianco di Franco Ballerini, per il Settore Strada, è stato nominato Rosario Fina come responsabile della categoria under 23 e confermato Rino De Candido per la categoria juniores. Per il Settore Pista, Andrea Collinelli è stato confermato alla guida della categoria juniores. A Cristiano Valoppi l’importante compito di occuparsi di finalizzare l’impegno della qualificazione olimpica nelle discipline su pista uomini. Rimane invariata la Struttura Tecnica Femminile guidata da Edoardo Salvoldi con la collaborazione di Marino Amadori e Pierangelo Cristini. Il Consiglio Federale ha espresso, inoltre, un ringraziamento a Silvio Martinello e Sandro Callari per l’importante contributo dato per il rilancio di tutte le discipline ciclistiche. (fonte: federciclismo.it)


Bob Fats - 31/10/2007 alle 15:26

[b]Stéphane Augé nel Consiglio dei Corridori[/b] [i]Il ciclista francese Stéphane Augé farà parte del Consiglio dei corridori dell’Associazione Ciclisti Professionisti (CPA), un organizzazione costituita all’inizio del 2006. Il 32enne del Team Cofidis prenderà il posto di Cedric Vasseur, che è stato eletto Presidente del CPA il 19 ottobre a Como. Il Consiglio dei Corridori del CPA è composto da Jens Voigt, José Luis Rubiera, Michael Rogers, Philippe Gilbert, Iñigo Cuesta, Thomas Dekker, George Hincapie, Filippo Pozzato, Fabian Cancellara, Roger Hammond, Denis Menchov, Thor Hushovd, José Azevedo (che rappresenta le squadre continental e professional) e Dario Cioni (membro rappresentate). (www.cyclingnews.com)[/i] Quand'è che questa associazione metterà il becco nella questione UCI-Organizzatori ??? :mad:


Seb - 23/11/2007 alle 13:58

[b]Adriano Baffi[/b] [quote] [i]originariamente inviato da grilloparlante in un altro thread[/i] Adesso che la Fci ha deciso il rimpasto e al posto di Callari per i dilettanti hanno preso Fina, chi si occuperà della pista? Pensa che ci pensa, alla fine la scelta è caduta su Adriano Baffi, che avrà il compito di gestire l'imbarazzo federale davanti alle società che, sposando il progetto precedente, si erano finalmente convinte di ingaggiare atleti con chiara vocazione per la pista. Tuttto chiaro, ma fin qui, tuttavia, poco da dire. Ma Baffi - ecco il dubbio - non era direttore sportivo dell'Astana al Tour? Non è di quelli scappati subito con Savoldelli e Ivanov? Sono state fatte indagini per capire se c'entrasse qualcosa? E se non c'entrava davvero nulla e di nulla s'è accorto, siamo certi che abbia lo spessore, la vivacità e le capacità per occupare un posto tecnico in Federazione? Possibile non ci fossero giovani tecnici su cui investire? Infine, come mai certi tecnici cadono sempre in piedi, pur non sembrando dei grandi maestri? [/quote]


Monsieur 40% - 23/11/2007 alle 15:04

Ma sicuri che Baffi ricoprirà veramente quel ruolo? Appena uscito l'articolo della Federciclismo, sentii Baffi, che non ne sapeva assolutamente niente. Io quindi non penso che Baffi sarà il responsabile FCI della pista.


Maracaibo - 23/11/2007 alle 15:19

Credo si sia trattato solo di una proposta...


Leone delle Fiandre - 24/11/2007 alle 14:45

[b]Uci-Grandi Giri: siamo allo scontro finale [/b] [i]E’ l’atto finale di uno scontro che dura da tre anni, da quando l’Uci presentò il ProTour. Tra grandi organizzatori e federazione internazionale non c’è più dialogo, nonostante le parole di parziale apertura di Vittorio Adorni (presidente del ProTour) in un’intervista alla Gazzetta la settimana scorsa. Lunedì una lettera sancirà l’uscita di monumenti del ciclismo come Giro, Tour, Vuelta, Sanremo, Lombardia, Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi dal calendario internazionale Uci per ricadere sotto le federazioni nazionali di riferimento. Gli organizzatori dei grandi giri sono stati sempre critici verso il ProTour, con quel sistema delle licenze che offendeva il prestigio di corse centenarie e puntava a trasformare lo sport in business. A fine settembre, l’ultima provocazione: la pubblicazione del calendario Uci 2008 con il declassamento delle prove dal circuito mondiale a quello europeo. Così negli ultimi due giorni si è consumato lo strappo. Giovedì a Bruxelles si sono riuniti i rappresentanti dei giri e le sei federazioni (Italia, Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo e Austria) che li sostengono: il risultato si concretizzerà lunedì in una lettera all’Uci in cui si dice che, per garantire l’avvenire di corse che sono un patrimonio del ciclismo mondiale, esse verranno organizzate sotto il controllo delle sei federazioni, e non più dell’Uci. Ieri, sempre a Bruxelles, l’assemblea dell’Aiocc, cioè dell’associazione che riunisce 145 organizzatori di corse di tutto il mondo, ha detto basta a questo tira-e-molla con l’Uci, appoggiando in pieno i grandi giri. E da Sesto Fiorentino, dove interveniva all’Adispro (l’incontro con i direttori sportivi italiani), il presidente della nostra Federciclo, Renato Di Rocco, ha aggiunto: «Non sarà un inverno facile. Il dialogo che si era auspicato non c’è più, tutte le strade si sono chiuse, l’Uci non vuole rivedere la situazione e continua a imporci quello che vuole. Sono preoccupato perché il nostro movimento non trova pace. I grandi giri si sono avviati alla rottura definitiva con l’Uci, e le loro gare le faremo seguire dai giudici nazionali». La rottura significa che le corse dei grandi organizzatori passano nel calendario nazionale dei rispettivi Paesi. Le sei federazioni hanno già cominciato a lavorare sui dettagli tecnici: soprattutto, giudici e antidoping. Finora la giuria era di competenza dell’Uci, ora si creerà un pool internazionale: per esempio, un giudice italiano farà il presidente di giuria alla Roubaix e un francese al Giro. Per l’antidoping, anch’esso finora svolto dall’Uci, ci si rivolgerà a un’autorità certificata come la Wada, l’agenzia mondiale. «La situazione è precipitata negli ultimi giorni — spiega Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia —. I nostri patrimoni possono essere salvati solo grazie alle federazioni nazionali, che sono compatte al nostro fianco. E’ la svolta finale: nessuno di noi vuole fare un altro anno, il 2008, come i tre precedenti». E l’Uci come risponderà? Al Mondiale di Stoccarda, il presidente McQuaid disse: «Le federazioni che si mettono fuori dai regolamenti dell’Uci rischiano di non avere il diritto di partecipare all’Olimpiade». Ma è plausibile che nazioni che hanno fatto la storia del ciclismo siano messe in disparte? La vicenda finirà sicuramente sul tavolo del Cio. [/i] fonte: http://www.tuttobiciweb.it


Monsieur 40% - 22/02/2008 alle 18:48

[b]Riunione Assocorridori: reperibilità e sicurezza all’ordine del giorno. A breve l’incontro CONI-Wada-UCI auspicato dall’Accpi[/b] 22 febbraio – Dopo la tradizionale assemblea annuale tenutasi ad inizio mese, procedono con fervore i lavori all’interno dell’Accpi. Oggi, nella Sala Convegni del Centro civico di Laigueglia, i corridori professionisti italiani – tra cui Danilo Di Luca, Filippo Pozzato e Davide Rebellin - si sono riuniti per discutere nuovamente in tema di localizzazione e reperibilità degli atleti, e sicurezza in corsa. A seguito della relazione sulla normativa e gli adempimenti in materia di reperibilità dei corridori, una notizia positiva è giunta da Alcide Cerato. Il presidente del CCP, infatti, ha informato i corridori che ad inizio marzo si terrà una riunione informale tra Comitato Olimpico nazionale, Wada e Unione Ciclistica Internazionale, incontro auspicato fortemente dall’Assocorridori qualche settimana fa. I vertici dei tre enti internazionali discuteranno, tra le altre cose, delle richieste e dei dubbi interpretativi sollevati dall’Accpi. Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza in corsa - problema risollevato di recente dai corridori attraverso una presa di posizione netta in occasione di un arrivo in volata giudicato troppo pericoloso – la Commissione Tecnica ha espresso la necessità di ricevere da parte degli organizzatori, oltre alla documentazione canonica, anche il video dei tracciati di gara. (fonte: cs Accpi)


sceriffo - 22/02/2008 alle 20:53

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Ma sicuri che Baffi ricoprirà veramente quel ruolo? Appena uscito l'articolo della Federciclismo, sentii Baffi, che non ne sapeva assolutamente niente. Io quindi non penso che Baffi sarà il responsabile FCI della pista. [/quote] credo proprio sarà lui il nuovo coordinatore/responsabile


roby - 12/03/2008 alle 18:32

dire che siamo allo sbando completo è poco !! non parliamo di UCI e protour..del tutti contro tutti..di Zomegnan che usa due pesi e due misure..non ricosce il protour e poi invita tutte le sue squadre..lascia a casa Acqua e Sapone e poi invita team con uomini sotto inchiesta e/o dal recente passato dicusso e discutibile..:no:


roby - 12/03/2008 alle 18:34

..vista la situazione generale, la FCI non poteva "forzare" l'invito alle gare RCS dei team ITALIANI ?? TUTTO il ciclismo e gli sponsor sarebbero stati eternamente grati..invece..:gluglu:


miky70 - 14/03/2008 alle 21:22

Un uccellino mi ha detto che l'Acqua & Sapone non è stata invitata alle corse RCS per la presenza del figlio di Santuccione in squadra. Mi sembra una punizione troppo dura se fosse vero, anche altre squadre a questo punto non dovrebbero partecipare, avendo ben di peggio del figlio di Santuccione, se dobbiamo punire anche il sospetto. Stiamo combattendo il Ku Kux Klan del ciclismo? Dobbiamo partire con "I Have A Dream" ?!?!?


roby - 19/03/2008 alle 18:06

Penso che una federazione attenta al bene del ciclismo Italiano, dovrebbe dare "indirizzi" precisi e decisi agli organizzatori..non si può assistere ad ingiustizie vergognose .. vedi inviti RCS :gluglu:


Admin - 22/03/2008 alle 11:54

[b]RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA RENATO DI ROCCO SULL’ATTIVITÀ DEL TRIENNIO 2005-2007 SITUAZIONE INTERNAZIONALE[/b] Anche quest’anno ho scelto la vigilia della Milano-Sanremo per fare il punto sul lavoro svolto dalla Federazione. La scelta ha anche un valore simbolico. Vuole affermare con fermezza che il patrimonio del ciclismo italiano e mondiale non si tocca. La Milano-Sanremo appartiene alla nostra storia, alla nostra cultura, alla nostra memoria. E’ incredibile che qualcuno abbia osato soltanto pensare di declassarla con un atto di forza! Ci siamo opposti senza indugio a questo oltraggio con le federazioni che insieme alla nostra hanno dato vita all’UCI. Abbiamo cercato di riportare alla ragione chi si è messo in testa di riscrivere da capo la storia del ciclismo. Da oltre due anni l’intero edificio è sottoposto a scosse di crescente violenza. Ormai le lesioni sono profonde e siamo vicini al crollo se non corriamo ai ripari. La causa del terremoto ha un nome preciso: ProTour. Occorre che i sostenitori dell’attuale formula aprano gli occhi e prendano atto che il modello è fallito. Pensavamo nel gennaio scorso a Treviso di aver raggiunto un compromesso con i vertici dell’UCI, come base per la revisione profonda di tutte le scelte imposte in questi anni. L’accordo era chiaro: - Le corse relegate arbitrariamente nei calendari continentali sarebbero state inserite in un calendario di gare “Storiche o Monumentali”, senza alcun vincolo di partecipazione per le squadre. - Le federazioni nazionali s’impegnavano a registrare le gare nel calendario storico e a sostenere il ProTour in futuro. - L’UCI si impegnava a modificare le regole del ProTour, quindi a eliminare l’obbligo di partecipazione delle squadre a tutte le gare, ivi compreso il Tour de France. Subito dopo la diffusione del comunicato, il Presidente dell’UCI dichiarava di essere soddisfatto dell’accordo raggiunto, ma lo smentiva subito sostenendo che il Tour “doveva invitare” le 18 squadre ProTour. Durante il Congresso dell’Unione Ciclistica Europea svoltosi in Grecia, il gruppo di lavoro “su strada” ha evidenziato che tutti i paesi direttamente interessati si oppongono all’attuale formula ProTour. Le conclusione votate sono state stravolte da un comunicato del Presidente dell’UCI che, anteponendosi all’UEC, sottolineava un solo punto: “l’UEC sostiene il ProTour”, dimenticandosi di citare, per la seconda volta, il presupposto della mediazione, ovvero che “l’UCI si impegna a modificare le regole”. Non solo, mentre il Presidente dell’UCI era al Congresso dell’UEC, il Vicepresidente cooptato già annunciava, su una rete televisiva belga ciò che l’UCI avrebbe deciso! Ma oggi, dopo i fatti accaduti alla Parigi-Nizza, “il Re è nudo”. Nonostante le minacce di provvedimenti disciplinari, condanne e sospensioni, la maggioranza dei Gruppi Sportivi ha votato per partecipare: 15 favorevoli, 8 astenuti. La corsa si è svolta per il semplice motivo che non si può imporre la camicia di forza ai protagonisti reali del movimento ciclistico, ai gruppi sportivi, agli organizzatori e agli atleti. Purtroppo c’è chi stenta a capire che i dirigenti sono al servizio dei soci, degli affiliati e dei tesserati, non viceversa! Insieme ai presidenti delle Federazioni del Belgio, Spagna, Austria, Portogallo e Lussemburgo ho sottoscritto estremo appello al presidente dell’UCI affinchè prenda atto della realtà, ritiri il ProTour nella sua forma attuale, sospenda immediatamente i procedimenti disciplinari nei confronti della Federazione francese e del suo presidente Pitallier, del presidente dell’AIGCP, Eric Boyer, dei Gruppi Sportivi e dei Corridori. Abbiamo, altresì, ribadito la disponibilità ad elaborare insieme il ProTour 2009, con regole accettabili da parte di tutti i membri della famiglia ciclistica. Speriamo che, al punto in cui siamo giunti, prevalga finalmente il buon senso e si ponga termine a questa corsa al massacro. [b]ATTIVITÀ FEDERALE [u][i]TESSERAMENTO[/i][/u][/b] Sull’ultimo numero dell’Organo Ufficiale è pubblicata l’analisi statistica del CENSIS sui “Caratteri evolutivi della Federazione sul territorio nazionale”. Il rapporto prende in esame in modo dettagliato le tendenze dal 1981 fino al 2007. Si rileva che nel decennio 1991 - 2001 c’è stato un decremento costante dei tesserati nell’intero movimento sportivo promosso dalle FSN. A partire dal 2000 fino al 2005, mentre si registra un’inversione di tendenza nelle altre federazioni, nel ciclismo è proseguito un “progressivo e costante calo”. Ma nel 2007 c’è stata una “netta inversione di tendenza”, un incoraggiante “cambio di marcia” che fa ben sperare per il futuro. In effetti, i 57.552 tesserati complessivi del 2005 sono passati ai [b]61.550 del 2007[/b], con un incremento complessivo di [b]3998[/b]. Analizzando per categorie, i tesserati agonisti (esclusi giovanissimi, cicloturisti e cicloamatori) dai [b]9.695[/b] del 2005 sono risaliti ai [b]9.809[/b]. Il vero balzo riguarda i giovanissi, aumentati dai [b]10.975[/b] del 2005 ai [b]12.105[/b] del 2007, dato che ci riporta ai livelli anteriori al 1991. Molto sensibile anche l’incremento dei cicloturisti-cicloamatori, arrivati a quota [b]39.636[/b], con un aumento di [b]2754[/b] rispetto al 2005. Di grande interesse il capitolo relativo alle indagini multiscopo promosse dall’ISTAT su “I cittadini e il tempo libero”. Secondo i dati raccolti nell’indagine condotta nel 2006, in Italia praticano il ciclismo per svago, salute e divertimento [b]oltre due milioni di persone[/b]. Questo dato lo colloca al quarto posto assoluto nella graduatoria delle diverse attività sportive del tempo libero, dopo Ginnastica, Aerobica, Fitness e Cultura fisica (4.320.000 praticanti), Calcio e Calcetto (4.152.000), Nuoto, Sport Acquatici (3.914.000) e davanti ad Atletica leggera, Footing e Jogging (1.947.000), Sport Invernali su ghiaccio e di montagna (1.937.000). Se consideriamo le [b]attività che si svolgono all’aria aperta[/b], ne consegue che [b]il ciclismo è secondo in Italia[/b] solo al Calcio e Calcetto. [b][i][u]RISANAMENTO ECONOMICO[/b][/i][/u] Quindi, dal punto di vista del tesseramento, dopo anni e anni di discesa, la Borsa del ciclismo italiano è in rialzo. Tutti gli indici sono di segno positivo e il dato si rispecchia nei risultati ottenuti in campo tecnico, agonistico e organizzativo. Vale a dire, nella qualità del nostro prodotto. Ciò è tanto più significativo se si considera che stiamo portando avanti un piano di risanamento economico-finanziario estremamente rigido a causa del “buco” trovato ad inizio gestione. Buco diventato voragine man mano che abbiamo appurato la reale entità del danno. Al termine del quadriennio i conti saranno a posto, ma a prezzo di risparmi forzosi, che hanno limitato gli investimenti sui nostri programmi. Tuttavia, il clima di rinnovata fiducia ha dato slancio all’ambiente, non più lacerato da divisioni e settarismi, consentendoci di raggiungere risultati persino insperabili. [i][u][b]PROMOZIONE[/b][/i][/u] Dall’indagine del Censis emerge “come le molteplici attività del pedale costituiscano una parte ingente e rilevante dell’insieme dell’attività fisicosportiva svolta in Italia”. Dunque, la “bicicletta come stile di vita” risponde a una domanda sempre più diffusa tra gli italiani, nonostante i ritardi del nostro paese in materia di itinerari e piste ciclabili. Grazie anche all’azione della Fci, delle sue strutture perifiche e delle società presenti sul territorio, cresce l’attenzione delle istituzioni e si moltiplicano le iniziative per incentivare la pratica ciclistica ad ogni livello. Ad esempio, con la Provincia di Parma abbiamo firmato una convenzione per realizzare piste e impianti base. L’uso della bicicletta è inserito nei progetti finalizzati alla mobilità sostenibile, alla lotta all’inquinamento, alla difesa della salute e dell’ambiente, al rilancio turistico, con particolare riguardo, in questo caso, al “fuoristrada”. La Federazione ha svolto un ruolo attivo anche al livello nazionale. Con gli altri enti ammessi al [i]Tavolo della Mobilità Ciclabile[/i], istituito dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, abbiamo organizzato nel 2007 la prima [b]Conferenza Nazionale della Bici[/b] tenutasi in occasione dell’EICMA di Milano. Speriamo che il nuovo governo porti avanti gli impegni presi, in particolare quello di sostenere e di finanziare l’attuazione di itinerari ciclabili e le iniziative di bike sharing. Per affermare l’attualità e i valori della bicicletta ci siamo mossi anche nel 2007 su diversi fronti. Mi limito a ricordare il [i]Protocollo d’intesa con il Corpo delle Guardie Forestali dello Stato[/i] sulle attività di vigilanza e la valorizzazione ambientale attraverso l’uso della bici nei parchi urbani e territoriali; la proclamazione del Santuario di Santa Lucia alla Castellina come [i]“Centro Spirituale del Ciclismo”[/i]; il sostegno al [i]Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo[/i], della cui realizzazione va reso grande merito a Fiorenzo Magni. Abbiamo risposto alla forte domanda dei cittadini in due direzioni: [b]GIOVANISSIMI, [i]con progetti rivolti alle scuole:[/i][/b] - Oltre a Velothon e Vivibikes, di cui ho già parlato più volte, quest’anno il Settore Giovanile Nazionale ha promosso il progetto [b]“Pinocchio in Bicicletta”[/b] con il supporto della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Lo scopo è di far conoscere alle giovani generazioni la bicicletta ed il suo corretto utilizzo come strumento di gioco, educativo ed ecologico, partendo da lezioni teorico-pratiche fino ad arrivare a manifestazioni promozionali in bici. - Abbiamo aderito con altre 9 Federazioni sportive nazionali, al progetto [i]“I bambini sono l’oro del mondo”[/i]. La campagna promossa dall’associazione non governativa [b]SOS Villaggio bambini[/b] ha l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ad un Villaggio SOS in Etiopia e gode del patrocino del CONI, del Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive e della Gazzetta dello Sport. - Prosegue l’Incremento sul territorio dei [i]ciclodromi e spazi protetti[/i] per l’attività giovanile dovuto alla collaborazione tra le nostre società e gli enti locali. - Per quanto riguarda l’attività specificamente federale, è ancora nei nostri occhi il formidabile successo del [b]Meeting Nazionale[/b], che ha portato a Lovadina di Spresiano, nel Centro Sportivo Le Bandie, splendido teatro dei campionati mondiali di ciclocross, circa 3000 giovanissimi provenienti da tutte le regioni d’Italia. Bambini e bambine, in rappresentanza delle rispettive regioni, si sono cimentati in gare di abilità, su strada e fuoristrada. [b]CICLOTURISTI-CICLOAMATORI:[/b] - Sono sempre più le persone di ambo i sessi e di ogni fascia d’età che desiderano svolgere l’attività cicloturistica e amatoriale in forma continuativa e organizzata. Possiamo attingere al vasto bacino evidenziato dalla ricerca Censis. Il nostro settore è diventato trainante perché garantisce la regolarità delle manifestazioni e dei controlli, compresi quelli antidoping. Fornisce, inoltre, la migliore assistenza nelle trasferte internazionali, dove i nostri cicloamatori si sono fatti onore conquistando ben [b]37 medaglie ai Campionati Mondiali ed Europei[/b], così suddive: 22 medaglie (7 ori, 6 argenti e 9 bronzi) nei Campionati Mondiali ed Europei Strada e Pista, 15 medaglie nei Mondiali Fuoristrada (5 ori, 6 argenti e 2 bronzi Mtb e 2 argenti Ciclocross). [b][i][u]INFORMAZIONE E SERVIZI INFORMATICI[/i][/b][/u] [b]ORGANO UFFICIALE[/b] - Da quest’anno la rivista federale è [b]consultabile anche on line[/b]. Abbiamo completamente [b]rinnovato la veste grafica[/b] per aumentare l’appeal e dare un taglio più moderno, vivace e colorato, in linea con lo spirito di rinnovamento sollecitato dalla nuova gestione federale in tutti i settori. Si è cercato di valorizzare sotto il profilo estetico, comunicativo e dei contenuti l’attività svolta da tutte le categorie su pista, strada e fuoristrada, ivi compresa la parte dedicate alle prossime gare e agli atti ufficiali. Le prime reazioni dei tanti lettori sono molte positive. [b]SERVIZI INFORMATICI[/b] - Anche il 2007 ed il 2008 hanno portato diverse novità riguardo lo sviluppo del sistema informatico. Tra le prime federazioni ad intraprendere la strada del tesseramento on line, la FCI sta lavorando ad un [b]sistema integrato che permetta alle società di effettuare tutte le pratiche relative alla vita federale direttamente dal personal computer[/b]. Già ora è possibile effettuare le richieste di affiliazione e tesseramento, compilare i programmi di gara ed effettuare le iscrizioni alle varie manifestazioni in calendario. Ciò ha permesso di abbattere drasticamente sia le quantità di documenti cartacei, sia i tempi di risposta dei Comitati Regionali. Particolarmente apprezzato il sistema che permette di effettuare i pagamenti on line con carta di credito, senza dover produrre ed inviare successivamente alcuna documentazione attestante il pagamento. E’ stata inaugurata l’iniziativa di una newsletter periodica inviata direttamente via e-mail alle società affiliate. Sempre aggiornato e ricco di informazioni, il sistema informatico federale permette di seguire in tempo reale l’attività agonistica, tecnica e organizzativa, di visualizzare i programmi delle gare in calendario e tutte le informazioni e statistiche sulle società ed i tesserati. [b]Il sito internet federale ha raggiunto la media mensile di circa 150.000 contatti, per oltre 1.320.000 pagine visitate[/b]. Chiara testimonianza del crescente gradimento da parte degli utenti. [b][i][u]ATTIVITÀ TECNICO-AGONISTICA[/b][/u][/i] Il Consiglio Federale, nella sua riunione del 3 febbraio scorso, ha pienamente confermato la validità del Progetto per lo Sviluppo delle Specialità ciclistiche, che fa perno sulla sinergia tra l’attività su strada e su pista, considerando quest’ultima la base per la formazione del ciclista completo e polivalente. Sono due anni, ormai, che si procede al monitoraggio periodico di un gruppo di giovani talenti individuati nella categoria juniores. Mediante test effettuati con la collaborazione dell’Istituto di Scienza e Medicina dello Sport del Coni ed esperti del nostro Centro Studi F.C.I. siamo in grado di seguire l’evoluzione e il rendimento di ciascun atleta. Inoltre, abbiamo esteso i controlli antidoping a questa categoria, convinti che il problema debba essere affrontato tutelando, prima di tutto, le nuove leve. Questa linea sta dando i suoi frutti. Non mi riferisco tanto allo straordinario en plein iridato su strada, perché in questo settore siamo la nazione-guida, quanto ai [b]progressi registrati nel settore maschile su pista[/b] ai Campionati Europei e Mondiali Juniores. Si sono rivelati ragazzi di sicuro avvenire, come [i]Andrea Guardini[/i], medaglia d’oro nel keirin agli europei e di bronzo ai mondiali; [i]Elia Viviani[/i], medaglia d’oro nella corsa a punti agli europei; [i]il quartetto degli inseguitori[/i] tornato dopo otto anni sul podio iridato. Ed ancora, il bronzo europeo nel madison e i tanti piazzamenti di rilievo, che ci sono valsi il terzo posto nella classifica per nazioni continentale. Siamo, insomma, sulla...pista giusta per riprendere il ruolo che ci compete anche in questo settore. Mi riferisco, ovviamente, al settore maschile, perché negli anni precedenti la nuova gestione era praticamente scomparso dalla scena internazionale. Non mi dilungo sul [b]gruppo femminile[/b], che negli ultimi anni ha garantito risultati di qualità e medaglie. E’ un gruppo altamente competitivo, dove lo spirito di squadra e il concetto di polivalenza sono consolidati. Ci attendiamo nel 2008 risultati importanti, pari o superiori a quelli del 2007. Il rilancio della pista è uno dei cardini del programma federale. A tale proposito desidero salutare con grande gioia [i]il ritorno della Sei Giorni a Milano[/i]. Dopo il fantastico successo spettacolare e di pubblico del [b]Bike4Show[/b] sulla pista allestita durante il Salone del Ciclo 2007 con la partecipazione di Paolo Bettini, l’esperienza sarà ripetuta alla grande quest’anno. Il prossimo dicembre sarà perfettamente in funzione il [b]Velodromo di Montichiari[/b], che diventerà un polo di promozione e sviluppo. Nell’ultima Finanziaria sono previsti finanziamenti per la costruzione di un altro velodromo coperto a Treviso e per il sostegno dei grandi eventi. [b][i][u]CENTRO STUDI[/b][/i][/u] L’attenzione verso la categoria juniores trova riscontro anche nel [b]Convegno[/b] organizzato il 2 febbraio scorso dal nostro Centro Studi a Salsomaggiore Terme. Tutte le problematiche relative a questa fascia di età decisiva per la corretta impostazione e la maturazione degli atleti sono state approfondite da esperti della Fci e di altre federazioni. Dal Convegno sono scaturite indicazioni preziose per aggiornare i programmi dedicati alla categoria con le metodiche più avanzate, avendo cura, soprattutto della crescita umana e sociale, non solo atletica, dei ragazzi. Il Presidente del Centro Studi, Vincenzo Scotti, ha così riassunto il senso dell’iniziativa: [i]“Oggi ci siamo arricchiti. E’ importante il dialogo ed il confronto anche con chi ha pareri diversi dai nostri. Vi invito a raccogliere tutti i dati emersi dal dibattito per una riflessione comune, per poter capire quale sia la realtà che ci circonda e che è in continuo cambiamento, così da ricercare delle soluzioni. Per i nostri giovani dobbiamo però privilegiare l’aspetto ludico dell’attività sportiva e dare importanza alla formazione scolastica, basilare per il loro futuro”[/i]. Nel gennaio 2008 il Centro Studi aveva organizzato anche il primo [b]Corso di Formazione per l’abilitazione a Tecnico Allenatore delle Categorie Internazionali[/b], qualifica richiesta a partire dal 2008 per il tesseramento di Direttore Sportivo di 3° livello. Particolare attenzione è stata rivolta alle metodologie di allenamento generale analizzando, nello specifico, l’allenamento su pista e strada per concludere con la valutazione funzionale specifica della forza del ciclista e i sistemi di controllo dell'allenamento. Un [b]secondo meeting di formazione[/b] è stato effettuato da venerdì 18 a lunedì 20 gennaio per esamire la fisiologia metabolica del ciclista, la classificazione delle metodologie di allenamento metabolico, sia per le discipline su strada che per quelle su pista. [b][i][u]MTB - ABILITÀ[/b][/i][/u] I progetti che la Commissione Mtb sta portando avanti per l’attività giovanile e per la formazione dei Maestri Mtb sono le colonne portanti dello sviluppo a cui il settore può e deve tendere, considerando l’enorme potenziale del fuoristrada nel nostro paese. Lo stesso discorso vale per il Bmx, soprattutto se si considera il suo appeal verso i giovani e il possibile raccordo con le scuole. Dobbiamo insistere con pari energia su entrambi i fronti. [b][i][u]DIRETTORI SPORTIVI - DIRETTORI DI CORSA E DI ORGANIZZAZIONE[/b][/i][/u] Nel dicembre 2007 si è svolto, sempre a Salsomaggiore Terme, il [b]3° Meeting dei Direttori Sportivi delle squadre dilettantistiche[/b]. La partecipazione è stata numerosa, a testimonianza dell’interesse ad arricchire il proprio bagaglio di conoscenze anche attraverso il confronto e il dibattito sui temi più attuali. Non meno importante e costruttivo l’impegno per formare ed aggiornare sempre più i [b]Direttori di Corsa e Direttori di Organizzazione[/b], a cui è affidata la qualità delle gare programmate sul territorio nazionale e la sicurezza dei corridori. [b][i][u]COMMISSARI DI GARA[/b][/i][/u] Il processo di rinnovamento si accompagna alla ritrovata serenità di una categoria che rende un servizio fondamentale a tutti gli affiliati e tesserati. La volontà di partecipazione ha avuto modo di manifestarsi anche nei convegni regionali, da cui sono emerse proposte mirate al miglioramento delle funzioni e dell’applicazione delle regole. [b][i][u]GRANDI EVENTI[/b][/i][/u] Che il ciclismo sia una formidabile risorsa per i piani di sviluppo e valorizzazione dell’ambiente lo sanno bene gli amministratori locali e regionali. Lo comprova anche il sostegno convinto alle candidature di grandi eventi. Sanno di potersi affidare a strutture associative efficienti e su persone che in quanto a competenza, passione e impegno non temono rivali nel mondo. L’assegnazione all’Italia di tante manifestazioni prestigiose premia la qualità del nostro movimento e il lavoro diplomatico svolto nelle sedi internazionali. Ho già citato i [b]Campionati del Mondo di Ciclocross[/b] ospitati al Centro Sportivo Le Bandie a Lovadina di Spresiano, nel trevigiano. E’ stata un’edizione fantastica e gli stessi osservatori del Belgio, maestri in materia, hanno elogiato i colleghi italiani. Più che meritata la medaglia d’oro al merito sportivo conferita dal Presidente del Coni a Remo Mosole, creatore del Centro Sportivo Le Bandie e presidente del Comitato Organizzatore. I nostri atleti hanno onorato l’appuntamento nel migliore dei modi. Enrico Franzoi ha fatto miracoli pur di essere presente, date le condizioni dopo la frattura d’inizio stagione. L’Italia si è classificata [b]seconda nella classifica per nazioni under 23[/b], conquistando il [b]bronzo[/b] individuale con Cominelli. Lo junior Elia Silvestri, handicappato da una caduta in partenza, ha sfiorato il podio e Marco Aurelio Fontana si è piazzato sesto tra gli élite. La politica rivolta alla crescita del vivaio sta avendo successo sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo. Al Tricolore di Scorzé c’è stato il record di iscritti, più di seicento, con forte aumento delle esordiente e delle allieve. Possiamo guardare avanti con fiducia. Restando al fuoristrada, dal 15 al 22 giugno si svolgeranno in Val di Sole, nel Trentino, i [b]Campionati del Mondo di Mountain Bike[/b] e il 5 luglio nel Sud Tirolo è in programma il [b]Campionato del Mondo Marathon[/b]. Anche in queste specialità abbiamo atleti in grado di regalarci belle soddisfazioni. Cito per tutti la campionessa europea under 23 Eva Lechner. Tornando alla strada, lunedì prossimo si svolgerà a Cittiglio il Trofeo Binda, valido quale seconda prova di [b]Coppa del Mondo femminile[/b] grazie a un’incisiva operazione di recupero. Dal 3 al 6 luglio il Piemonte sarà teatro dei [b]Campionati Europei[/b] nel circondario di Arona-Pettenasco- Stresa-Verbania. Infine, dal 22 al 28 settembre a Varese l’appuntamento “clou” di fine stagione: i [b]Campionati del Mondo su strada élite e under 23[/b], che saranno anche la rivincita dopo le Olimpiadi per le categorie assolute. Insomma, in questo 2008 l’Italia è davvero la ribalta del ciclismo mondiale. E, per il futuro, si è già aggiudicata i Mondiali Juniores del 2010 e gli Europei di Mtb e di Ciclocross a Treviso e Lucca. [b]GIRO D’ONORE[/b] Nel Giro d’Onore tenutosi al Palazzo del Coni alla fine dello scorso anno abbiamo reso omaggio gli atleti agli atleti e ai tecnici che nel 2007 hanno conquistato titoli e medaglie delle varie categorie e specialità in ambito mondiale ed europeo. Si tratta di un record storico: [b]25 medaglie, quattro titoli mondiali[/b] (Paolo Bettini, Marta Bastianelli, Diego Ulissi ed Eleonora Patuzzo) e [b]cinque europei[/b], di cui tre su pista (uno assoluto, con Vera Carrara nell’Omnium, due juniores con Elia Viviani nella corsa a punti e Andrea Guardini nel keirin); uno su strada con Valentina Scandolara (juniores); uno nella Mtb nella categoria U23 grazie ad Eva Lechner. Inoltre, [b]cinque medaglie d’argento[/b] e [b]undici di bronzo[/b]. Ho fortemente voluto il recupero di questa Cerimonia per rinforzare nel nostro movimento lo spirito di appartenenza, l’orgoglio di una grande tradizione, la fiducia nel futuro. E ringrazio di cuore il Presidente del Coni, Giovanni Petrucci, per averci sostenuto ed esserci stato vicino in questa fase molto problematica del ciclismo mondiale. Nell’anno delle Olimpiadi siamo partiti con nuovo slancio e il giusto entusiasmo. E voglio concludere questa relazione proprio con le parole che il Presidente del Coni ha dedicato ai nostri atleti: [i]“Voi ciclisti non siete solo espressione di uno sport, ma di qualcosa che va al di là. Voi rappresentate anche la storia e la cultura del nostro Paese”[/i]. [b]Milano, 21 marzo 2008[/b] (Fonte: ufficio stampa FCI)


Admin - 22/03/2008 alle 11:56

Al buon Renato darei un suggerimento: aggiungere anche dei capitoletti riguardanti [b]Quello che avrei voluto fare ma non sono ancora riuscito a fare[/b] [b]Quello che avrei voluto fare ma ho capito che non riuscirò mai a fare[/b] [b]Quello che non ho alcuna intenzione di fare malgrado da più parti mi chiedano il contrario[/b] Ne risulterebbe una relazione ancora più interessante e sincera.


roby - 22/03/2008 alle 13:04

..che delusione il presidente, la sua "ciurma", la loro "politica".. e la sua relazione..:grr: quante analogie delle cose negative del passato...:doh:


sceriffo - 23/03/2008 alle 18:20

Una domanda al Presidente : " Cosa ha fatto la Federazione da Lei presieduta per evitare il massacro mediatico cui il ciclismo in qs ultimi anni è stato esposto? E' mai possibili che tg e giornali nazionali si dimentichino della Milano-San Remo , mentre ad ogni mezza notizia di doping o similari , comprese le illazioni, ci confezionino servizi, articoli e reportage?" Cordiali saluti


Frejus - 23/03/2008 alle 18:40

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Una domanda al Presidente : " Cosa ha fatto la Federazione da Lei presieduta per evitare il massacro mediatico cui il ciclismo in qs ultimi anni è stato esposto? E' mai possibili che tg e giornali nazionali si dimentichino della Milano-San Remo , mentre ad ogni mezza notizia di doping o similari , comprese le illazioni, ci confezionino servizi, articoli e reportage?" Cordiali saluti [/quote] Purtroppo a questa domanda che definire azzeccata è riduttivo, non verrà mai data risposta ufficiale.


sceriffo - 24/03/2008 alle 09:40

[quote][i]Originariamente inviato da Frejus [/i] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Una domanda al Presidente : " Cosa ha fatto la Federazione da Lei presieduta per evitare il massacro mediatico cui il ciclismo in qs ultimi anni è stato esposto? E' mai possibili che tg e giornali nazionali si dimentichino della Milano-San Remo , mentre ad ogni mezza notizia di doping o similari , comprese le illazioni, ci confezionino servizi, articoli e reportage?" Cordiali saluti [/quote] Purtroppo a questa domanda che definire azzeccata è riduttivo, non verrà mai data risposta ufficiale. [/quote] ci fosse una mail che il Presidente riuscisse a leggere gliela inoltrerei e sono pure convinto che dentro qs bellissimo forum ( solitamente nn sono tipo che incensa, cari amministratori ) molti altri lo farebbero. Da appassionato in primis e da addetto ai lavori poi , non riesco a sopportare l'immobilismo delle Istituzioni! Scusate lo sfogo


coppino - 04/04/2008 alle 19:51

A RUOTA NON FA CHE ROTOLAR NON FA CHE ROTOLAR..............LA RUOTA NON FA CHE ROTOLAR NON FA CHE ROTOLAR......... W CACAMOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!! W IL CICLISMOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! FORZA SCASSAMOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!:podio::hippy::clap::pss::pomodoro::pc::pomodoro::pomodoro::pomodoro::pomodoro::pss::pss::pss::sasso::sasso::gluglu::gluglu::italia::hammer::gruppo::gruppo::bll::bll::crazy::help


Admin - 24/04/2008 alle 01:19

(L'ho già postato nel thread del basket) Fatevi 'sto flash [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2008/forumnba1.jpg[/img] VOGLIO UN DAVID STERN NEL CICLISMO!!!


sceriffo - 22/07/2008 alle 20:08

MILANO - "E' importante sapere cosa sia successo e fare chiarezza", con queste parole il presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci) Renato Di Rocco si e' espresso sul caso-Ricco', auspicando l'immediata apertura di un fascicolo da parte del procuratore Ettore Torri sulla positivita' del corridore modenese. "Stanno aspettando i documenti per le valutazioni, spero inizi subito a lavorare sul caso", ha aggiunto il numero uno della Federciclismo. Sul fatto che, ultimamente, a pagare siano quasi sempre corridori italiani (Basso, Di Luca e Petacchi gli ultimi casi eclatanti), Di Rocco ha tagliato corto: "Questa e' la strada giusta, non si puo' essere una nazione leader nella lotta contro il doping solo a parole. La nostra e' una battaglia giusta". (Agr) -- qs uomo si diletta sempre a fare l'equilibrista... nn sceglie mai una posizione ferma , nn chiama mai i giornali o la tv che vomitano contro il ciclismo. mi aspettavo molto da lui. poi riflettendo ed acclarato che è stato rieletto dopo un precedente mandato , mi son sentito un ingenuotto: il nuovo dev'essere portato da faccie nuove, nn le solite ministre riscaldate


sceriffo - 22/07/2008 alle 20:08

MILANO - "E' importante sapere cosa sia successo e fare chiarezza", con queste parole il presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci) Renato Di Rocco si e' espresso sul caso-Ricco', auspicando l'immediata apertura di un fascicolo da parte del procuratore Ettore Torri sulla positivita' del corridore modenese. "Stanno aspettando i documenti per le valutazioni, spero inizi subito a lavorare sul caso", ha aggiunto il numero uno della Federciclismo. Sul fatto che, ultimamente, a pagare siano quasi sempre corridori italiani (Basso, Di Luca e Petacchi gli ultimi casi eclatanti), Di Rocco ha tagliato corto: "Questa e' la strada giusta, non si puo' essere una nazione leader nella lotta contro il doping solo a parole. La nostra e' una battaglia giusta". (Agr) -- qs uomo si diletta sempre a fare l'equilibrista... nn sceglie mai una posizione ferma , nn chiama mai i giornali o la tv che vomitano contro il ciclismo. mi aspettavo molto da lui. poi riflettendo ed acclarato che è stato rieletto dopo un precedente mandato , mi son sentito un ingenuotto: il nuovo dev'essere portato da faccie nuove, nn le solite ministre riscaldate


Monsieur 40% - 29/07/2008 alle 15:18

[i]Dal thread "Le imprese di Luperini..."[/i] [quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [quote][i]Originariamente inviato da jerrydrake [/i] Il destino (o l'antidoping, scegliete pure) ha dato ai grandi esperti della Federazione l'occasione per rimediare alla piccola svista della mancata convocazione di Fabiana. Pregherei dunque i sopracitati di provvedere a mettere in condizione la Luperini di riempire il buco nel suo palmares e cogliere l'alloro olimpico. Preghiera sprecata la mia? [/quote] Sì, purtroppo è sprecata. Coni ed FCI, pur di non portarla a Pechino, sarebbero capaci di destinarla all'assistenza psicologica della noventenne zia zitella di Annibale Concimati.... Credimi, il problema vero dello sport, è il Coni e, per chi ama il ciclismo, la federazione più squallida in assoluto, proprio la FCI![/quote] In effetti Di Rocco, dopo essere partito in maniera molto promettente, s'è totalmente concesso all'organismo che lo stipendia, il Coni. Ed alcune voci vogliono il buon Renato alla caccia della presidenza del Comitato Olimpico Nazionale Italiano al momento dell'uscita di scena di Gianni Petrucci. Insomma, il ciclismo - anche per il dilettantismo dirigenziale imperante al suo interno - continua ad essere visto come un trampolino di lancio verso organismi con poteri più forti (Verbruggen-CIO, Di Rocco-CONI) e non come un punto di arrivo di una persona appassionata e interessata alla tutela ed al rilancio di questo sport. È anche vero che politicamente siamo vecchi. La dirigenza del ciclismo è vecchia. Un bravo emergente è Gabriele Sola (nell'esecutivo dei Mondiali di Varese), ma non so se abbia spire politiche, o se voglia averne. Per il resto, non vedo granché di "nuovo" e competente.


haudrey - 29/07/2008 alle 16:47

quando penso che l'UCI non ha considerazione della lingua Italiana, visto che tutte le comunicazioni in Italiano vengono respinte è evidente il peso di questi nostri dirigenti ...:gluglu:


Aug 82 - 29/07/2008 alle 18:31

Ma Sola che io mi ricordi non era per caso addetto stampa della Grande Mapei del dottor Squinzi? Mi sembra che si defilò dal ciclismo dopo la vicenda probenecid in cui fu coinvolto Garzelli nel Giro 2002 e che diede il là alla fine della sponsorizzazione della Mapei nel ciclismo con una sua squadra..


Aug 82 - 29/07/2008 alle 18:41

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Un uccellino mi ha detto che l'Acqua & Sapone non è stata invitata alle corse RCS per la presenza del figlio di Santuccione in squadra. Mi sembra una punizione troppo dura se fosse vero, anche altre squadre a questo punto non dovrebbero partecipare, avendo ben di peggio del figlio di Santuccione, se dobbiamo punire anche il sospetto. Stiamo combattendo il Ku Kux Klan del ciclismo? Dobbiamo partire con "I Have A Dream" ?!?!? [/quote] Ma è vera questa indiscrezione? Per questa sola cosa hanno impedito a Garzelli di prendere il via al Giro? A me è dispiaciuto parecchio perchè Stefano è sempre stato un corridore di classe, ma anche un combattivo ed attaccante che non esitava a partire da lontano quando la gamba non era delle migliori. Nella mia memoria su di lui rimarranno impresse due istantanee : -Il bellissimo Giro di Svizzera vinto nel 1998 attaccando come un' autentico grimpeur dal primo all' ultimo metro e la cui vittoria finale fu dedicata a Luciano Pezzi, morto da pochi giorni -L' attacco combinato con Pantani sull' Izoard nella tappa di quel Giro 2000 da lui vinto. Chiedo scusa per l' OT, ma l' esclusione dell' Acqua & Sapone mi risulta ancor oggi inspiegabile.:?:?:?


Monsieur 40% - 30/07/2008 alle 02:08

[quote][i]Originariamente inviato da Aug 82 [/i] Ma Sola che io mi ricordi non era per caso addetto stampa della Grande Mapei del dottor Squinzi?[/quote] Sì, lui. Squinzi è andato, lui è rimasto. E direi che è un bravo professionista (ma ripeto, non so se abbia e voglia avere delle intenzioni politiche). Altrimenti, anche per rilanciare la pista (che nelle Olimpiadi è una disciplina che dà moltissime medaglie), anche Silvio Martinello non sarebbe affatto male. Parlo di presidenza della FCI, ovviamente.


Monsieur 40% - 30/07/2008 alle 02:09

[quote][i]Originariamente inviato da Aug 82 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Un uccellino mi ha detto che l'Acqua & Sapone non è stata invitata alle corse RCS per la presenza del figlio di Santuccione in squadra. Mi sembra una punizione troppo dura se fosse vero, anche altre squadre a questo punto non dovrebbero partecipare, avendo ben di peggio del figlio di Santuccione, se dobbiamo punire anche il sospetto. Stiamo combattendo il Ku Kux Klan del ciclismo? Dobbiamo partire con "I Have A Dream" ?!?!? [/quote] Ma è vera questa indiscrezione? Per questa sola cosa hanno impedito a Garzelli di prendere il via al Giro?[/quote] Direi che non è affatto vera, a maggior ragione che il figlio di Santuccione non è tuttora tesserato per il team ciclistico di Palmiro Masciarelli.


haudrey - 31/07/2008 alle 16:40

complimenti alla nostra federazione che a Pechino, visto il numero degli accompagnatori..farà grande tifo ai nostri atleti !!:clap::italia:


sceriffo - 04/08/2008 alle 00:10

l'ho già detto in altro thread ma riprendo l'argomento x aggiungere ciò che non ho scritto la. stamane mario sconcerti sul corriere della sera scriveva , senza tanti giri di parole e sottolineandolo + volte che tutti ( TUTTI ) i ciclisti sono dopati. ora come minimo mi aspetterei una violenta reazione della federazione, dell'assoc corridori etc etc. sono un inguaribile ottimista


pedalando - 04/08/2008 alle 00:16

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] l'ho già detto in altro thread ma riprendo l'argomento x aggiungere ciò che non ho scritto la. stamane mario sconcerti sul corriere della sera scriveva , senza tanti giri di parole e sottolineandolo + volte che tutti ( TUTTI ) i ciclisti sono dopati. ora come minimo mi aspetterei una violenta reazione della federazione, dell'assoc corridori etc etc. sono un inguaribile ottimista [/quote] si una reazione tipo quella della scherma....


haudrey - 05/08/2008 alle 23:09

DiRocco si fa i complimenti !! ma si prende i meriti ?? il controllo lo ha fatto l'UCI ..:pomodoro: la federazione dovrebbe innanzi tutto fare molti controlli nei dilettanti e juniores ..:pss:


Monsieur 40% - 06/08/2008 alle 18:46

[b]La Uec è preoccupata per la situazione del ciclismo[/b] La UEC (Unione europea di ciclismo), che riunisce 48 federazioni nazionali europee, è seriamente preoccupata dall'attuale situazione del ciclismo su strada mondiale. L'Unione europea di ciclismo non reputa di avere il diritto o la facoltà di esprimersi sulla validità delle argomentazioni addotte da entrambe le parti coinvolte nel contenzioso. Tenuto conto del fatto che l'80% dell'attività ciclistica su strada mondiale è gestita dalle federazioni di ciclismo europee, l'UEC - in quanto parte della sezione continentale dell'UCI - ritiene fondamentale formulare una dichiarazione sulla situazione attuale. Chiediamo che le dispute e le polemiche, che non possono in ogni caso risolvere nulla, cessino immediatamente e che sia data la parola alle federazioni nazionali europee, sia a quelle in cui il ciclismo professionistico svolge un ruolo importante, sia a quelle che si stanno impegnando per lo sviluppo del ciclismo professionistico nel mondo. E' necessario che nel 2009 il sistema del ciclismo su strada nell'ambito dell'UCI ritorni a essere il sistema che esisteva e funzionava prima della creazione di ProTour. Il 2009 dovrebbe diventare un anno di transizione per la preparazione e il raggiungimento di un accordo sul sistema del ciclismo su strada nei prossimi anni. Dovrebbero tuttavia essere mantenuti tutti gli elementi positivi presenti negli anni passati. Riteniamo che solo in questo modo sia possibile rispettare gli interessi delle federazioni ciclistiche nazionali affiliate all'UCI e all'UEC, degli organizzatori nonché dei rappresentanti delle squadre. A nome delle sue federazioni affiliate, l'Unione europea di ciclismo di dichiara disposta e pronta a prendere parte attiva in questi accordi nell'ambito dell'UCI. (fonte: tuttobiciweb.it) Diciamo un bel "Buongiornooooo, Unione Europa del ciclismooooooo", tutti insieme? Sono almeno 3 anni (stima ottimistica) che la situazione "attuale" del ciclismo è preoccupante, e questi si svegliano ad agosto 2008? Ah, vabbè...


Aug 82 - 07/08/2008 alle 17:56

Ma il signor Pat Mcquaid che riesce ad esaltarsi ad ogni piè sospinto per le positività eccellenti accertate, da contolli ad hoc fondate su sospetti ed informazioni risevate ricevute, quando inizierà a fare il presidente dell' UCI? Ha portato ai minimi termini storici di credibilità e popolarità, e di appetibilità per gli sponsor e le tv il ciclismo.. Il suo progetto di un allargato circuito internazionale raggruppante le gare più prestigiose del calendario è naufragato dopo appena 3 anni dalla nascita e scricchiolava dopo appena 1 anno.. Ora dopo la morte del protour vorrebbe proseguire nello scempio non riuscito a nessuno in 100 anni di storia di questo nobile sport, con l' organizzazione di gare in Russia ed in Cina ( dove si disputano gi competizioni interessanti, ma non di altissimo livello tecnico), alla stregua di GT di primissimo livello e tempo fa diceva di voler ridurre la lunghezza dei 3 GT per eccellenza... Anche la perla dei 9 iraniani convocati per i mondiali va citata..:P:hammer::bll:


haudrey - 14/08/2008 alle 17:05

i "dirigenti" UCI hanno constatato la fine del Protour ?? hanno proposto alternative per i team che investono parecchi soldoni in modo abbiano la certezza di partecipare alle gare più importanti o gareggeranno insieme a team continental, molti dei quali non pagano memmeno i corridori e sono senza alcun controllo??:OIO la FCI :pomodoro: accetterà (praticamente promuoverà )ancora che tante squadre di fatto Italiane si affiglino in giro per il mondo senza alcuna tutela di stipendi e controlli di ogni genere.. ignorando che tanti atleti Italiani si sottraggono alle regole dell'abilitazione dicendo semplicemente di essere residenti all'estero..??? :grr:


haudrey - 14/08/2008 alle 17:12

...dimenticavo..ci sono le vacanze estive, la trasferta(gita) a Pechino..dobbiamo portare un po' di pazienza... anche per sapere se hanno voglia di prendere una posizione precisa e decisa sulle vicende e regole in materia doping... :hammer:


haudrey - 19/08/2008 alle 10:02

nuovi accordi dopo tanta guerra ?? :? pur di non mollare le poltrone...ma dovrebbero far sapere velocemente le nuove "proposte", se non sbaglio entro la fine del mese le squadre professional devono versare la tassa iscrizione.. sempre che non valga la pena di iscriversi come continental..visto che si ha tanta libertà nella gestione finanziaria..:OIO


Laura Idril - 24/08/2008 alle 15:30

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=18099&tp=n ehm... sarà vero? Speriamo ehehehehe


Subsonico - 24/08/2008 alle 15:45

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=18099&tp=n ehm... sarà vero? Speriamo ehehehehe [/quote] Paradossalmente è preoccupante.


haudrey - 28/08/2008 alle 16:36

concordo con quanto scrive Cristiano Gatti su tuttobici :clap: radiazione a tutti i personaggi che stanno uccidendo il ciclismo :clap:


haudrey - 01/09/2008 alle 12:23

vorrei proprio sapere perchè la FCI non vuole affiliare i team continental :hammer: si avrebbe controllo della gestione finanziaria con tanto di fidejussione e quindi garanzia di una parte di stipendi..invece tutti "esteri" con situazioni paradossali :OIO


haudrey - 03/09/2008 alle 14:02

ho appena letto, in altro sito, un interessantissimo articolo sulle continental, concordo in pieno e dico che la FCI deve farsene carico !! non può lei stessa fare dei propri atleti, figli e figliastri :grr:


violetta - 03/09/2008 alle 14:18

[quote][i]Originariamente inviato da haudrey [/i] ho appena letto, in altro sito, un interessantissimo articolo sulle continental, concordo in pieno e dico che la FCI deve farsene carico !! non può lei stessa fare dei propri atleti, figli e figliastri :grr: [/quote] a chi interessa leggere l'articolo credo sia quello apparso su www.ciclismo-online.it


sceriffo - 03/09/2008 alle 14:21

c'è una lettera di di rocco, pubblicata ora su tuttobiciweb ,alquanto polemica, indirizzata a "carissimi presidenti"a risposta di uno scritto ricevuto dal presidente fci. chi e che cosa han scritto a di rocco? mi son perso quachecosa?


Monsieur 40% - 03/09/2008 alle 15:37

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] mi son perso quachecosa? [/quote] http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=18122


Monsieur 40% - 15/09/2008 alle 15:43

[b]MANIFESTO PER LA CANDIDATURA DI CLAUDIO SANTI ALLA PRESIDENZA DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA PER IL QUADRIENNIO OLIMPICO 2009-2012[/b] “GRUPPO COMPATTO” Un insieme di persone animate dalla grande passione per il ciclismo e unite per iniziare un percorso comune, verso un traguardo importante: il rilancio della Federazione Ciclistica Italiana, del suo movimento ai vari livelli e della piena dignità di società e tesserati. E' proprio così, un “Gruppo Compatto” che inizia la sua corsa per produrre idee, per raccogliere le forze migliori del ciclismo e viaggiare insieme per tagliare la linea di arrivo della prossima assemblea elettiva federale, con l'intento di lanciare la volata al ciclismo, quello vero, fatto di passione, di tanti dirigenti, società, giudici, tecnici e atleti che fanno dei valori etici dello sport e dell'alto profilo morale, gli elementi principali attorno ai quali gettare le basi per far rialzare la testa al nostro sport e alla nostra federazione. A tale scopo, decine di appassionati, provenienti da Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Marche, si sono incontrati Sabato 13 settembre nella sala Picasso, centro congressi dell'Hotel Le Ruote a Roveleto di Cadeo per promuovere un confronto serio sul futuro del nostro sport che in questo quadriennio si è ripiegato su se stesso, perdendo prestigio e tesserati, a causa di una politica federale chiusa al confronto, che ha voltato le spalle ai comitati regionali e provinciali, svuotando persino di ruolo e funzioni lo stesso consiglio federale, che ha perso la sua natura di elemento propulsore delle istanze avanzate dai territori. Sono ormai maturi i tempi del cambiamento, un cambiamento radicale nei volti, nelle persone e nei comportamenti, dove le competenze possano finalmente fare un passo avanti, per rappresentare degnamente tutto il movimento ciclistico ora disorientato e ridotto allo sbando. Chi ama davvero il ciclismo ed è preoccupato per lo stato agonizzante in cui versa la nostra Federazione, ha il dovere morale di spendersi in prima persona per un'azione di salvataggio e di rilancio che deve necessariamente avere tanti protagonisti, dotati di grande volontà e di spirito di servizio verso le nostre società. Le persone che hanno intrapreso questo cammino, vogliono coinvolgere gli strati più profondi del ciclismo, a ogni livello e in ogni luogo d'Italia, superando la logica delle divisioni e delle appartenenze, per costruire un progetto innovativo per il futuro della Federazione Ciclistica Italiana. Vogliamo essere, appunto, un “Gruppo Compatto” che accompagna una figura giovane, capace e competente come Claudio Santi, a vincere la volata finale e condurre la Federazione Ciclistica Italiana dei prossimi anni, per recuperare il prestigio che merita nel panorama nazionale e internazionale e nell'opinione pubblica. Sarà una splendida corsa a tappe con tanti momenti di incontro, di coinvolgimento e di approfondimento dei temi che riguardano il ciclismo, recuperando passione, coraggio e voglia di guardare avanti, per dare corpo e anima a un percorso unitario nel quale ora più che mai crediamo in tanti. La prossima tappa sarà il 25 ottobre alle ore 10 a San Giuliano Milanese (uscita Autosole barriera Milano Sud) dove attendiamo un’ampia partecipazione. "Per la coesione e unità al nostro lavoro, ci siamo chiamati "Gruppo Compatto", una metafora che dà il senso del pedalare insieme verso il traguardo. Un caro saluto a tutti." Marco Toni* * coordinatore "Gruppo Compatto" Gruppo Compatto candida alla presidenza F.C.I. Claudio Santi** ** direttore del settore professionistico F.C.I. dal 2001 al 2004, Vice Presidente Unione Europea del Ciclismo 2005-2006 CLAUDIO SANTI è nato a Fidenza (Parma) il 27.09.1963, vive a Castell'Arquato, stupendo borgo medioevale in provincia di Piacenza. CORRIDORE: dal 1967 al 1988 ha vissuto a San Lorenzo di Castell'Arquato, ove ha organizzato con gli amici del paese diverse gare ciclistiche fra cui la prima edizione in memoria del padre vinta davanti al veneto Silvio Martinello. Ha corso in bicicletta dal 1976 (esordiente) al 1986 (professionista) vincendo fra strada e pista 70 gare. Vice campione Italiano dilettanti nel 1985, anno in cui ha vinto fra le diverse gare il prologo del Giro d'Italia dilettanti (cronometro a squadre), le internazionali di Mezzano Inferiore, Giro delle Valli Aretine, Gran Premio Cuoio e Pelli a Santa Croce sull'Arno e Brescia - Fidenza. Cessa l'attività agonistica dopo aver disputato poche gare fra i professionisti nel 1986. DIRIGENTE: dal 1997 al 2005 dirigente della Federazione Ciclistica Italiana, dal 2001 direttore del settore professionistico. Direttore e capo delegazione della Nazionale Italiana di ciclismo in 4 campionati del mondo strada (Lisbona 2001 - Zolder 2002 - Hamilton 2003 - Verona 2004). Dirigente della Nazionale Italiana al Giro di Cina nel 2003 e ai Giochi Olimpici di Atene nel 2004. Vice presidente Unione Europea del Ciclismo dal gennaio 2005 a settembre 2006 ORGANIZZATORE: Organizzatore di ciclismo su pista ha diretto 6 prove di Coppa del Mondo (Fiorenzuola 1997 - 1999, Torino 2000 - Mexico City 2000 - 2001, Pordenone 2001), 1 Campionato del Mondo Juniores (Fiorenzuola 2000), 1 Campionato Europeo Juniores (Fiorenzuola 2001), 1 Campionato Europeo Madison (Fiorenzuola 2004), Campionati Europei assoluti (Fiorenzuola 2005). Direttore dei campionati Italiani disputati al Velodromo Vigorelli di Milano nel 2001, della 6 giorni internazionale di Aguascalientes (Mexico) nel 2002 e nel 2003, del Gran Premio di Argentina a Mar del Plata nel 2002 e 2004 e della 6 giorni di Torino dal 2001 al 2008. ideatore e direttore generale della 6 giorni delle rose internazionale. (fonte: cs Gruppo Compatto)


haudrey - 15/09/2008 alle 15:55

Ottima notizia :yes: penso sia una persona giusta, ha esperienza, carisma ,voglia di fare e tanto amore per il ciclismo :clap:


Laura Idril - 15/09/2008 alle 15:59

E sicuramente ha tanta attenzione per il movimento pista che è stato davvero abbandonato dalla federazione.


lucida follia - 15/09/2008 alle 21:57

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]MANIFESTO PER LA CANDIDATURA DI CLAUDIO SANTI ALLA PRESIDENZA DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA PER IL QUADRIENNIO OLIMPICO 2009-2012[/b] (fonte: cs Gruppo Compatto) [/quote] finalmente il "NUOVO" che avanza.......................... se non ricordo male c'era un suo omonimo nelle gestioni Ceruti, che aveva moltissime responsabilità nelle nefandezze combinate in quegli anni nerissimi per il ciclismo italiano. e sempre il suo omonimo ebbe molte responsabilità, per aver gettatto l'allora florido settore pista , nell'attuale "cacca" ma sicuramente questo Claudio Santi sarà mooolto meglio ..... W IL NUOVO......... finalmente??????? :Od:


sceriffo - 15/09/2008 alle 21:58

spero che l'unica alternativa a di rocco nn sia il nuovo candidato, che , se nn sbaglio fu già trombato la scorsa tornata il ciclismo federale ha bisogno di gente nuova, di volti nuovi. anche un signor nessuno che però abbia carisma e controrazzi x affrontare la drammatica situazione che il ns sport sta vivendo. nessuno in seno alla federazione, compreso il nuovo candidato della quale peraltro già fece parte in passato, si è mosso per porre fine alla gogna mediatica alla quale il movimento, pur con colpe di qualcuno , ormai da anni è sottoposto. e allora cambiamo rotta , santiddio, a meno che la funzione del presidente sia quella di premiare i vincitori sul podio e di tagliare nastri od abbassare la bandierina dello starter....


jeanclaude - 15/09/2008 alle 22:09

salve da claudio santi sono abituato a rispondere e dialogare tranquillamente senza nascondermi, leggendo gli ultimi due interventi chiarisco che non ci sono omonimi, naturalmente sono quello che aveva fatto parte della gestione ceruti, non come politico ma come funzionario (anche Ballerini, Salvoldi e Fina erano in quella FCI o sbaglio?). Non capisco autore di quali nefandezze (se mi si chiede rispondo) o di come avrei portato in basso la pista visto che non era il settore di cui ero incaricato. Aggiungo che non mai fatto il consiglere federale e che alle scorse elezioni non ero candidato a nessuna carica. Il dibattito è comunque e sempre una cosa positiva, un saluto e a disposizione per eventuali chiarimenti claudio santi:Old:


violetta - 15/09/2008 alle 22:11

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] se nn sbaglio fu già trombato la scorsa tornata [/quote] Errato.


sceriffo - 15/09/2008 alle 22:36

Caro Santi cosa avete fatto x risparmiarci gli insulti mediatici di qs anni? ( se ha tempo e gana si legga il 3d "ma perchè il tg5 ce l'ha col ciclismo ?") Come mai la Federazione ciclistica italiana tiene a libro paga un brav'uomo come il c.t. di Moser e Saronni ? E quanto lo paga per la sua funzione onoraria? Se non sbaglio era nella cordata del candidato milanese contrapposto a Di Rocco e che ne uscì perdente. Potrei sbagliarmi e chiedo scusa. Tuttavia come dovrebbe succedere e come succede in altre parti del mondo, chi viene sconfitto alle urne passo la mano, for ever. Ma qua nn mi stupisco e vado o.t.: in fondo alle prox politiche ci ritroveremo l'Obama de noiatri ricandidato. E sarà sempre " il nuovo che avanza".. Niente di personale, s'intende.


jeanclaude - 15/09/2008 alle 23:06

per quanto mi riguarda più candidati ci sono e meglio è. un profondo dibattito sarebbe salutare per il nostro sport. Recepisco con piacere che si rimane alle opinioni e non sul "personale". La gogna dei media è veramente uno squallore ma mi permetta, lei pensa che a un ex corridore come me, amico personale di Pantani piaccia tutto questo? e usando un termine ironicamente "mi consenta", MA LA POLITICA SPORTIVA al fianco di ceruti la facevano i tecnici e i funzionari o D'ALTO e RIVA ed altri che stavano al fianco di ceruti e poi al fianco di DI ROCCO? LA CORDATA è un termine errato, diciamo che sostenevo TONI (non ero candidato ma vice presidente Europeo ELETTO) e che tuttora lo stimo molto, perdere e vincere caro amico fa parte della vita di tutti i giorni per tutti e saper perdere è un valore Pensi che io a favore del ciclismo Italiano ho partecipato insieme a lui al Congresso UEC sostenendo la candidatura di Di Rocco, eletto consigliere. Senza vendette personali ma a favore della FCI. aspettiamo la vostra candidatura modello OBAMA, con rispetto e simpatia claudio santi:Old:


sceriffo - 15/09/2008 alle 23:28

No no io ho nessuno da candidare. L'Obama de noiatri è il capo dell'opposizione politica italiana.C'entra nulla col cislimo. Era solo un paragone sarcastico per dire che in Italia , a differenza di altri Paesi, vengono sempre proposti i soliti noti, anche dopo cocenti sconfitte. Scusi, chi dovrebbe salvarci dalla gogna mediatica se non chi governa questo sport?E qual'è la figura piu alta in grado in seno ad una federazione? Ricordo qualche anno fa quando qualcuno insinuò dubbi sulle prestazioni eccezionali dei nuotatori italiani a Sidney 2000. Intervenne il presidente della feder ital nuoto che minacciò querele ed il ritiro della rappresentativa azzurra ai Camponati Europei che si sarebbero disputati da li a poco . Da quel giorno tutti zitti e mosca. E parlo della federazione nuoto che se va bene ha un business globale che è tanto quanto una tappa del Giro d'Italia ed avrà un numero di praticanti pari ai ciclisti del Veneto e del Friuli messi insieme Nella sua cortese e pazienta replica non ha tuttavia soddisfatto una mia e forse nostra curiosità: quanto paga ( e pagava ai tempi della Vs gestione ) l' FCI l'incarico onorario dell'ex ct di Moser e Saronni? E' proprio necessario tale riconoscimento che credo ormai sia ad aeternum? Grazie per la sua disponibilità


jeanclaude - 15/09/2008 alle 23:40

rispondere è un dovere e un piacere non sono mai stato candidato quindi non sono un riproposto ha ragione, concordo sul fatto che uno sport deve essere difeso dal suo presidente in quanto massimo rappresentante delle società e degli atleti affiliati non posso risponderle sul presidente onorario, in quanto non essendo mai stato nel consiglio federale, ne amministrativo CONI non posso sapere quanto recepisce di compenso e non amo rispondere di cose che posso sentir dire ma che non so' direttamente a disposizione, claudio


sceriffo - 15/09/2008 alle 23:48

Le va riconosciuto il merito , raro, del confronto Credo tuttavia che, in nome di una gestione trasparente ,sia compito della fci rendere noto entrate, uscite e compensi. In bocca al lupo


jeanclaude - 15/09/2008 alle 23:53

lo credo anch'io a presto, grazie claudio


Leone delle Fiandre - 17/09/2008 alle 18:04

[b]Venerdì a Madrid si decide il calendario del 2009. E non solo... [/b] [i]Venerdì sarà un giorno importante per il futuro del ciclismo. A Madrid, infatti, come scrive Josu Garai su Marca, i tre grandi organizzatori (Vuelta, Giro e Tour) organizzeranno una riunione con le squadre per procedere all’approvazione definitiva del calendario 2009 e le modalità di partecipazione alle corse. Alla riunione, alla quale è stata invitata anche l’UCI - che non ci sarà -, è prevista la partecipazione di Marie-Odile Amaury (nella foto), presidente del Gruppo Amaury, al quale appartiene ASO. La presenza della presidente Amaury conferma le voci di siluramento Patrice Clerc, presidente di ASO, e del suo direttore generale Gilbert Ysern. Marie-Odile Amaury, grazie alla mediazione di Jean Claude Killy e del presidente del Cio Jacques Rogge, è divenuta protagonista attiva della trattativa fra il Tour e l'Uci e con ogni porbabilità venerdì illustrerà alle squadre i risultati della mediazione portata avanti proprio con l'Uci e chiarirà le "regole d'ingaggio" per la prossima stagione. [/i] fonte: http://www.tuttobiciweb.it


Greg Lemond - 17/09/2008 alle 18:14

Claudio, sai di avere tutta la mia stima e con questo tuo dibattito essa è cresciuta ancora, nel ciclismo c'è bisogno di dirigenti pronti a dialogare con appassionati, corridori, organizzatori... per poi far sintesi e scegliere per il bene del ciclismo. Tu di sicuro sai dialogare e non sei un novellino, hai già ricoperto incarichi importanti, ti auguro ancora ogni successo.


jeanclaude - 18/09/2008 alle 08:58

un semplice ma profondo grazie ma per migliorare non c'è bisogno di me ma di tutti coloro che amano questo sport e vogliono aiutarsi a ritrovare passione, credibilità ed entusiasmo claudio:OO:


violetta - 18/09/2008 alle 10:03

proprio a riguardo di questa tornata elettorale, per la presidenza della Federciclismo: a Imola si svolgerà tra fine febbraio e il 1° marzo l'Assemblea Elettiva della Federazione Ciclistica Italiana. fonte tuttobiciweb


Serpa - 18/09/2008 alle 10:36

Ne approfitto per la presenza per chiedere a Claudio Santi il piano quadriennale della Federazione (anche in grandi linee ovviamente). Dove si andrà a investire? Rapporto con la comunicazione? (Importante a mio avviso la cura dell'immagine soprattutto in un periodo come questo) Ecc... Grazie in anticipo per le risposte


Laura Idril - 18/09/2008 alle 10:37

Immaginando che ogni candidato avrà un suo programma elettorale non sarebbe male se ognuno di noi provasse a trovare delle idee che possano essere interessanti per la nuova federazione. Magari alcune potrebbero anche essere tenute in considerazione.


violetta - 18/09/2008 alle 10:40

Sarebbe interessante, soprattutto, avere la possibilità di dibattere fra candidati, almeno così si riuscirebbe ad avere un confronto reale e concreto, lasciando da parte lo scontro serrato fra candidati che non giova a questo movimento.


Serpa - 18/09/2008 alle 11:01

Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche Ecc...


Laura Idril - 18/09/2008 alle 11:22

La FCI cambi sede e si trasferisca all'interno di un velodromo l'unica casa che il ciclismo ha. Presto ci sarà il nuovo velodromo coperto potrebbe essere quello. Tra l'altro questa idea mi pare che l'avesse detta proprio Santi su Eurosport durante i mondiali di Manchester, se non erro. Comunque è un'idea che mi piace proprio.


Leone delle Fiandre - 18/09/2008 alle 17:19

[quote][i]Originariamente inviato da Serpa [/i] Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche Ecc... [/quote] 6) (forse la più utopistica) Rivendicare in sede di Coni parità di trattamento fra tutti, e dico tutti, gli sport, per esempio in materia di doping (numero e qualità dei controlli, sanzioni, reperibilità, passaporto biologico, trasparenza su controlli saltati e valori anomali ecc.)


violetta - 18/09/2008 alle 17:58

beh beh, lasciatemi dire che nuovamente una grossa svista caratterizza l'ufficio stampa della federazione. Due giorni di riunione, conclusi nel pomeriggio di oggi a Roma, per il Consiglio dei Presidenti Regionali ed il Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, per procedere all’approvazione delle norme attuative del settore strada e del calendario internazionale professionisti e di tutte le altre categorie. Il Consiglio dei Presidenti Regionali, in maniera plebiscitaria, ha ringraziato il Presidente, il Consiglio Federale e la Segreteria Generale per i risultati ottenuti fino ad oggi nella riorganizzazione della Federazione e per l’attenzione ed il sostegno rivolto alle loro attività. [b] Il Consiglio Federale ha assegnato l’organizzazione della Settimana Tricolore alla SC Imolese. L’importante appuntamento annuale si svolgerà ad Imola unitamente alla prossima Assemblea Nazionale straordinaria ed ordinaria in programma nei giorni 14 e 15 marzo 2009. L’Assemblea prevede il rinnovo delle cariche dirigenziali per il prossimo quadriennio. [/b]...beh...Unitamente ai campionati italiani si svolgerà l'assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche dirigenziali... Campionati italiani nella metà di Marzo? ah, ecco i provvedimenti per i calendari...:?


sceriffo - 18/09/2008 alle 21:25

[quote][i]Originariamente inviato da Serpa [/i] Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche Ecc... [/quote] ...segue... al fine di liberare budget e risorse eliminare spese di onoreficenze, portaborse ed astenersi perditempo


sceriffo - 23/09/2008 alle 23:05

Propaganda, nel momento sbagliato, e qualunquismo. Così il presidente federale del ciclismo azzurro, Renato Di Rocco, ha definito le affermazioni di Ivano Fanini, il presidente del team ciclistico «Amore & Vita-McDonald's», che in un'intervista ad un quotidiano ha detto di ritenere che i mondiali saranno vinti da un corridore dopato. «Io non vorrei proprio commentare queste sue affermazioni ha affermato Di Rocco - l'ho invitato più volte a fare queste sue denunce nelle sedi competenti. Noi, d'altra parte alla ricerca e alla lotta al doping abbiamo pagato un prezzo importante. Quello che dice Fanini è qualunquismo nel senso che potrebbe dirlo chiunque senza portare nessuna prova. Se è a conoscenza di fatti precisi si rivolga a qualche procura». Di Rocco ha assicurato anche che le dichiarazioni di Fanini non hanno turbato l'ambiente nel quartier generale degli azzurri a Solbiate Olona. «La squadra non sta certo a pensare a queste cose, che io sappia non hanno neanche commentato tra loro, adesso c'è un mondiale da vincere e hanno altro a cui pensare». «Da noi - ha concluso Di Rocco - c'è un bellissimo clima, quasi euforico, altro che aria pesante. I ragazzi sono interamente proiettati sull'obiettivo». Un obiettivo che non e' nulla di meno che la terza consecutiva maglia iridata per Paolo Bettini. ''Per domenica, ma anche prima, ci sono buone speranze'', sottolinea Di Rocco.(tuttobiciweb.it) -- xè 1 volta,dico 1 volta almeno , la fci nn si costituisce parte civile. dov'è quando deve difendere, nelle sedi e nei modi adeguati, i suoi atleti?


sceriffo - 26/09/2008 alle 22:18

Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica, conferma tutta la sua soddisfazione per il risultato odierno della nazionale Under 23: «La squadra ha interpretato al meglio la corsa: gli atleti sono stati bravi nel gestire la gara e hanno rispettato l'impegno della maglia azzurra rimanendo sempre protagonisti. E' una bella medaglia. E' la seconda che arriva nella categoria Under 23».(tuttobiciweb.it) -- ormai è diventato l'uomo piu scontato del mondo. ad ogni medaglia le stesse frasi.e che dovrebbe dire, che gli dispiace? mai una volta, lo ripeterò all'ossessione, che abbia fatto la voce veramente grossa e possibilmente intentato un'azione legale verso chi ,con precisione chirurgica, getta pupù su atleti e movimento. ma un presidente che ci sta a fare? a dire che bella qs medaglia o a premiare gli atleti sul podio?


Monsieur 40% - 03/10/2008 alle 17:12

[b]E’ on line il blog di Gruppo Compatto[/b] [i]Uno spazio aperto a proposte e confronto: http://www.gruppocompatto.it[/i] E’ da alcuni giorni on line il blog del neonato “Gruppo Compatto”, movimento che ha come coordinatore Marco Toni e che ha candidato Claudio Santi alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Il blog si propone di essere uno spazio aperto al dialogo e alle proposte, nel quale chiunque possa intervenire liberamente, com’è nei principi fondanti del movimento. Il prossimo convegno del Gruppo Compatto è fissato per sabato 25 ottobre a San Giuliano Milanese. ufficio stampa Gruppo compatto


sceriffo - 03/10/2008 alle 18:09

riepilogando, per ora , a parte di rocco e santi ci sono altri candidati ?


Frank VDB - 03/10/2008 alle 23:51

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] La FCI cambi sede e si trasferisca all'interno di un velodromo l'unica casa che il ciclismo ha. Presto ci sarà il nuovo velodromo coperto potrebbe essere quello. [/quote] OT: ci sarà un velodromo coperto? Cioè stai dicendo che lo stanno costruendo? Dove? Tornando in topic: ma perchè cicloweb non inventa un faccia a faccia tra i candidati, o una loro chat con i forumisti? Nel frattempo, ottima idea quella di iniziare noi a pensare cose buone da suggerire.


jeanclaude - 04/10/2008 alle 10:19

Provo a rispondere a SERPA: Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. FA' PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE ORDINARIA UN UFFICIO STAMPA CHE SMENTISCE VOCI O ILLAZIONI DIFFAMANTI E SI RIVALE PER EVENTUALI DANNI ARRECATI ALL' IMMAGINE DEL CICLISMO 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse E' UN IDEA, A ME PIACE, BISOGNA VALUTARE L'INCIDENZA SUL BILANCIO 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia SONO STATO RESPONSABILE DEL SUD DAL 1998 AL 2000, PIU' CHE INVESTIRE COORDINARE E NON DARE FIDUCIA ALLE POLTRONE MA ALLE PERSONE, MAI STATO BENE COME AL SUD, OSPITE DELLE FAMIGLIE CON IL CUORE, LE POTENZIALITA' SONO ENORMI, BISOGNA VALORIZZARLE 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni ROMA, FIRENZE O BOLOGNA BISOGNA A MIO AVVISO COINVOLGERE UNA CITTA' E FARE VELODROMO COPERTO CON NUOVI UFFICI DELLA F.C.I. E CENTRO DI PREPARAZIONE, LASCIARE I SOTTOTRIBUNA DELLO STADIO OLIMPICO PER UNA NOSTRA NUOVA SEDE CON DIGNITA' 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche LA FCI E' I SOLO LA RAPPRESENTANZA DELLE SQUADRE E SOPRATTUTTO DEI CICLISTI, NON UN CENTRO DI POTERE PER GESTIRLI. AGGIUNGO: nuove regole per il doping fissate da un tavolo con rappresentati MEDICI, atleti, squadre, ds, organizzatori. Un conto è una pastiglia, un conto l'EPO. Quindi differenziare il doping fra peccati veniali e peccati mortali. AMNISTIA SPORTIVA per il passato, fine dell'ipocrisia, w la storia del ciclismo e si riparte. Rientro in italia e riorganizzazione delle squadre professionistiche con obbligo (legge dello stato) di investire nei settori giovanili (squadre dilettantistiche) con inserimento occupazionale degli ex corridori professionisti che fanno il corso da ds RISPONDENDO ALLE VOSTRE RICHIESTE PARTECIPERO' AL DIBATTITO, SE VI VA' Claudio Santi:pc:


sceriffo - 04/10/2008 alle 15:00

[quote][i]Originariamente inviato da jeanclaude [/i] Provo a rispondere a SERPA: Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. FA' PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE ORDINARIA UN UFFICIO STAMPA CHE SMENTISCE VOCI O ILLAZIONI DIFFAMANTI E SI RIVALE PER EVENTUALI DANNI ARRECATI ALL' IMMAGINE DEL CICLISMO 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse E' UN IDEA, A ME PIACE, BISOGNA VALUTARE L'INCIDENZA SUL BILANCIO 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia SONO STATO RESPONSABILE DEL SUD DAL 1998 AL 2000, PIU' CHE INVESTIRE COORDINARE E NON DARE FIDUCIA ALLE POLTRONE MA ALLE PERSONE, MAI STATO BENE COME AL SUD, OSPITE DELLE FAMIGLIE CON IL CUORE, LE POTENZIALITA' SONO ENORMI, BISOGNA VALORIZZARLE 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni ROMA, FIRENZE O BOLOGNA BISOGNA A MIO AVVISO COINVOLGERE UNA CITTA' E FARE VELODROMO COPERTO CON NUOVI UFFICI DELLA F.C.I. E CENTRO DI PREPARAZIONE, LASCIARE I SOTTOTRIBUNA DELLO STADIO OLIMPICO PER UNA NOSTRA NUOVA SEDE CON DIGNITA' 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche LA FCI E' I SOLO LA RAPPRESENTANZA DELLE SQUADRE E SOPRATTUTTO DEI CICLISTI, NON UN CENTRO DI POTERE PER GESTIRLI. AGGIUNGO: nuove regole per il doping fissate da un tavolo con rappresentati MEDICI, atleti, squadre, ds, organizzatori. Un conto è una pastiglia, un conto l'EPO. Quindi differenziare il doping fra peccati veniali e peccati mortali. AMNISTIA SPORTIVA per il passato, fine dell'ipocrisia, w la storia del ciclismo e si riparte. Rientro in italia e riorganizzazione delle squadre professionistiche con obbligo (legge dello stato) di investire nei settori giovanili (squadre dilettantistiche) con inserimento occupazionale degli ex corridori professionisti che fanno il corso da ds RISPONDENDO ALLE VOSTRE RICHIESTE PARTECIPERO' AL DIBATTITO, SE VI VA' Claudio Santi:pc: [/quote] se mi è concesso provo dire la mia. 1) l'ufficio stampa se c'è o c'è stato in qs ultimi 2 lustri non si è mai sentito uan volta una replicare a tutta la munezza buttata addosso al movimento. tant'è che io ero convinto che alla fci nn esistesse proprio un ufficio stampa e nemmeno un legale 2) le risorse ci sarebbero pure: basterebbe eliminare onoreficenze e portaborze. amnistia? son sotto gli occhi di tutti le nefaste conseguenze dell'indulto


jeanclaude - 04/10/2008 alle 15:36

Sceriffo, non confondiamo perdoni sportivi con liberazioni di delinquenti. Amnistia sportiva e indulto civile sono cose diverse. D'accordo per le famiglie che perdonano i propri figli che si sono fatti del male, non d'accordo per liberare chi ha combinato guai alla comunità. Ufficio stampa: questo è solo per fare propaganda dei risultati degli atleti come emrito dei politici, quello prima era un disastro, vedremo il prossimo se e quando ci sarà. Onoreficenze sono da rispettare, senza che la FCI sia un ente pensionistico o elargisca onoreficenze e contributi da tradurre in voti che devono arrivare per consenso del programma. Sceriffo, so' di avere contro molta gente sfiduciata di tutto, ma mi interessa vedere se si puo' parlare del futuro del nostro sport attraverso le proposte e non all'affidarsi a mammasantissima. E in questo obiettivo riusciremo aldila' del risultato elettorale. Quindi grazie a tutti coloro che partecipano al dibattito. claudio santi :Old:


stress - 04/10/2008 alle 15:45

Dopo aver letto questo 3 d http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=6819 il signor Santi cosa ne pensa e come la pensa? Quale o quali progetti sta/stanno elaborando in merito alla questione?


Leone delle Fiandre - 04/10/2008 alle 15:46

Ripropongo il mio quesito, approfittando della disponibilità di Claudio Santi... [quote][i]Originariamente inviato da Leone delle Fiandre [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Serpa [/i] Proposte concrete (ma non so quanto siano realizzabili ovviamente, parlo da profano): 1) Istituzione di un capo ufficio stampa (con due palle così) della federazione che come parlano male del ciclismo... zac! se ne esce con un comunicato e ribatte prontamente alle chiacchiere. 2) Investire nella pubblicità, mandare spot istituzionale del ciclismo con immagini epiche, anche al di fuori dal periodo delle corse 3) Investire nelle corse al Sud, allargare gli orizzonti geografici e non mostrare quelle strade solo durante il Giro D'Italia 4) Far tornare il ciclismo su pista a Roma con progetto di velodromo e sei giorni 5) FCI più vicina alle esigenze delle squadre e dei ciclisti che alle politiche economiche Ecc... [/quote] 6) (forse la più utopistica) Rivendicare in sede di Coni parità di trattamento fra tutti, e dico tutti, gli sport, per esempio in materia di doping (numero e qualità dei controlli, sanzioni, reperibilità, passaporto biologico, trasparenza su controlli saltati e valori anomali ecc.) [/quote]


jeanclaude - 04/10/2008 alle 15:59

Sono per parlare meno e meglio di doping, recuperando credibilità tramite trasparenza e competenza degli argomenti, generalizzati da giornalisti di terza fascia. Una volta grandi scrittori (Biagi, Montanelli ecc.) si occupavano di ciclismo, oggi chi non entra nel calcio viene relegato al gossip ciclistico. Certo che l'obiettivo è che valgano le stesse regole per tutte le Federazioni e per tutti gli sport altrimenti si è utili al doping pagando le colpe di tutti. E allora dobbiamo togliere i controlli finchè non li fanno anche gli altri nello stesso modo. claudio santi :?


jeanclaude - 04/10/2008 alle 16:02

RISPONDO A STRESS: DELLE CATEGORIE INDICATE SCELGO QUESTA: PERFEZIONISTI Coloro che credono che la lotta al doping vada condotta ai massimi livelli, mettendo in risalto le storture del sistema e sottolineando l'inutilità dell'attuale modo di combattere il doping stesso, un modo che è anzi strumento per faide politiche. Il loro fine ultimo è far luce sulla probabile inestirpabilità del fenomeno e promuovere un approccio culturalmente diverso al problema. Pro: hanno un approccio inevitabilmente più realista alla questione, e non chiudono gli occhi sul fatto che anni di lotta al doping non ne hanno frenato il proliferare, ma al contrario hanno fatto sì che sui media e tra molto pubblico passasse l'equazione ciclismo=doping. Contro: il fine che si prefiggono (uccidere il mostro dalla testa e non dalla coda) è probabilmente utopistico.


violetta - 04/10/2008 alle 16:04

il fatto dell'ufficio stampa è importante anche, e soprattutto, al fine di difendere la disciplina sportiva, ma anche per PROMUOVERE i valori e le qualità dello sport, un ufficio stampa come si deve, dovrebbe essere in grado di raccontare si le corse, ma anche di fare promozione degli eventi collaterali alle corse...;)


Monsieur 40% - 04/10/2008 alle 16:24

[quote][i]Originariamente inviato da jeanclaude [/i] E allora dobbiamo togliere i controlli finchè non li fanno anche gli altri nello stesso modo.[/quote] Direi che sarebbe perfetto, ma vi tirereste contro un sacco di strali, soprattutto dei forcaioli (detti anche "giustizialisti"). Proprio per parlare meno di doping, io vado invece a proporre una miglioria ciclistica. Da una parte sappiamo tutti come la FCI sia imbrigliata in politiche regionali che praticamente "costringono" (per fini elettivi) i candidati a preservare perlopiù le società dilettantistiche, che sono quelle (per numero e omogeneità sul territorio) che portano voti. E allora direi innanzitutto di scindere due poteri: la FCI che si occupa del ciclismo dilettantistico e giovanile, ovviamente tenendo come cardine le attività delle nazionali, affidando la gestione del ciclismo professionistico alla Lega Professionisti (quella attualmente capeggiata da Cerato), che dovrebbe avere 7 capi di uguale importanza: presidente, designato dalla FCI, presidente associazione gruppi sportivi pro tour & professional, presidente associazione gruppi sportivi continental, presidente corridori pro tour & professional, presidente corridori continental, presidente organizzatori, presidente direttori sportivi. Le sorti del professionismo verrebbero decise da questi 7 enti. Da questo punto, istituire una "vera" Challenge Italia (o Coppa Italia, come s'è chiamata nel 2007) che non sia però fine a sé stessa. L'obiettivo di questa Challenge deve essere almeno duplice: 1) riportare le società ciclistiche ad affilarsi in Italia, nonostante non convenga fiscalmente; 2) avere come premi per i vincitori degli obiettivi tangibili e sensibili. Come riuscirci? 1) Dando il doppio dei punti alle società, nella classifica a squadre, affiliate in Italia. Le primi 2/3 squadre classificate, avranno il diritto di partecipare al Giro d'Italia (la classifica, in accordo con la direzione del Giro, può non essere ad anno solare, ma partire a giugno e finire ad aprile, diciamo); si possono anche studiare premi "parziali", dando inviti alle squadre capoclassifica in quel momento, per Lombardia, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo. 2) Assicurare, in accordo con la FCI e con il CT della Nazionale italiana, il posto ai Campionati del Mondo ai primi due corridori (ovviamente italiani) in classifica; anche qui, la stesura del calendario sarà da concordare con il CT (ad esempio da aprile ad agosto). Credo che obiettivi simili, congiunti a un bel calendario della Challenge Italia da vendere come pacchetto alle televisioni e ad una maglia col tricolore verticale per il leader tra i corridori e dei pantaloncini tricolori (per dire) per la squadra capoclassifica, possa essere molto appetibile per riscoprire uno spettacolo anche solo esclusivamente italiano (ovviamente parteciperebbero anche le squadre straniere e i corridori stranieri; sarebbero sempre corse UCI con punteggi UCI). Per la partecipazione, non farei distinzioni tra Pro Tour, Professional e Continental, ma sicuramente garantirei (non solo per la Challenge, ma proprio per l'affiliazione) equità di regole da seguire per tutti (dall'eventuale passaporto biologico alla regolarità degli stipendi, etc.).


stress - 04/10/2008 alle 16:37

Mi sa che il Casaldi avrà un futuro come dirigente del movimento ciclistico!!


sceriffo - 04/10/2008 alle 19:59

AOSTA - La bufera doping investe anche il mondo dello scialpinismo. Il francese Patrick Blanc, 36 anni, campione indiscusso della specialità (sei volte campione del mondo), è stato squalificato per due anni per uso di Epo: è stato trovato positivo dopo la 'Patrouille des Glaciers', nel marzo scorso, una delle grandi 'classiche' che si corre in Svizzera. La notizia ha scosso l'intero ambiente dello scialpinismo, sport che sembrava essere rimasto indenne dal doping. Un centinaio di praticanti ai massimi livelli, una stagione formata da 3-4 gare di Coppa del Mondo che variano ogni anno, dai campionati Mondiali e dalle 'classiche' (oltre alla Patrouille, anche la Pierra Menta in Francia e il trofeo Mezzalama in Italia). "Il doping non è un problema di questo sport - ha comunque reagito Adriano Greco, ct della nazionale azzurra, al sito montagna.tv -,[b] non è come nel ciclismo dove tutti sono coinvolti[/b]. Lo scialpinismo è un mondo ancora povero, di dilettanti. Qui si tratta solamente di mosche bianche che fanno delle stupidaggini, questo sarebbe il primo caso dopo tanti anni di controlli".(sportpro.it) -- ecco Santi, una dichiarazione del genere sarebbe meritoria di un comunicato o meglio ancora di una querela. Ma nessuno from fci si scomoda. Li ci si bea dei risultati , della maglia di Ballan e della medaglia di Cunego e li ahimè i meriti di un presidente federale sono ben pochi. Anch'io , ultimo dei Moichani , sarei capace : in fondo Ballan , o Cunego o Rebellin o Bettini sono ,di fatto, patrimonio e risorse di chi li stipendia 12 mesi / anno


jeanclaude - 05/10/2008 alle 12:15

perfettamente d'accordo


violetta - 16/10/2008 alle 16:34

Arrestato Alcide Cerato La notizia è di quelle che ci lasciano senza fiato e senza parole. La notizia è di quelle che avremmo voluto tanto non scrivere, ma non possiamo esimerci dal farlo e lo facciamo con il dolore nel cuore e con la speranza che domani, al sorgere del sole, possa essere davvero un nuovo giorno. Alcide Cerato, ex corridore professionista, noto imprenditore e oggi presidente del ciclismo professionistico italiano è stato arrestato. In carcere sono finite cinque persone: Alcide Cerato e i figli Massimo e Andrea, titolari dell'impresa di onoranze funebri «San Siro», Riccardo D'Antoni, titolare della «Varesina», e Vito Lo Verde, suo dipendente. Tutti e cinque sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla rivelazione di segreti d'ufficio. Altre 36 persone sono state denunciate a piede libero; in tutto sono 19 le imprese coinvolte. Secondo l'accusa sono 81 i casi accertati in pochi mesi. L’indagine nasce da un esposto presentato nel 2003 da un’agenzia di pompe funebri e da un altro esposto del 2007 del Comitato dei familiari dei deceduti in ospedale che denunciavano la diffusa corruzione per il racket dei funerali. fonte www.tuttobiciweb.it scusate ma sono senza parole...solo tanta tanta amarezza perchè a perderne sarà, ancora una volta, il Ciclismo!:no::no:


josera - 16/10/2008 alle 19:19

ho appena visto il TG3 regionale della Lombardia... ma a che punti di squallore e cinismo è arrivata la ns società?


josera - 16/10/2008 alle 20:06

alcuni spunti interessanti: http://www.oltremagazine.com/index.html?id_articolo=448 Maggio 30 2006 Cerato: Simoni ha fatto una cattiveria, non sa perdere ‘Non e’ la prima volta che Simoni se la prende con chi lo batte. Quella frase di ieri mattina e’ stata una cattiveria. Non sa perdere”. Non si pone dubbi Alcide Cerato sulla polemica lanciata dallo scalatore trentino. Il presidente del Consiglio del Ciclismo Professionistico della Fci aggiunge: ”Conoscendo Basso non posso credere che abbia chiesto soldi per lasciargli la vittoria. Uno che parte con la foto del figlio in tasca e che il giorno prima aveva confidato che avrebbe cercato di vincere? Quella di Simoni e’ stata una stupidata, dettata da una bella dose di invidia agonistica. Ma e’ stata anche una dichiarazione che ha turbato il rilancio del ciclismo. Ieri a Milano c’erano 300.000 persone attorno al circuito. Se Simoni voleva trovare uno spazio, poteva criticare la ‘Gazzetta’ per il tipo di percorso o per l’enorme quantita’ di trasferimenti. Avrebbe avuto ragione. Ma quello che ha detto, no” da tuttobiciweb da un blog in rete: 25 Settembre 2008 alle 16:51 Buonasera redazione e ai lettori, Stando a quanto si dice per le strade riguardo agli spari contro agenzia delle pompe funebri San Siro: La San Siro ormai da anni che tenta di radere al suolo il territorio del mercato ( praticamente vorrebbe mangiare da sola ) e dunque ha aperto uffici dovunque. Si dice addirittura che abbia rilevato una pompa funebre di pavia. Quindi.. Adesso è un periodo che sta battagliando a Monza e dintorni. Con prezzi a favore e con amicizie legate a favore…( costruite )


sceriffo - 17/10/2008 alle 17:54

«Sul piano umano sono addolorato, come tutti gli amanti del ciclismo, che conoscono l’amore e la passione che anima da sempre Alcide Cerato per questo sport». Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana non esita ad inviare ad uno dei suoi più apprezzati dirigenti un simbolico abbraccio, segno di amicizia e stima. «Non posso entrare nel merito della vicenda, che per altro non conosco, ma posso solo dire che in questi anni ho apprezzato l’intelligenza, la passione e la voglia di fare per il bene del ciclismo. Alcide Cerato, in un momento così difficile della sua vita, merita un incoraggiamento. L’augurio è scontato: che sia fatta chiarezza al più presto, e che Alcide possa tornare nel suo mondo, che da sempre è fatto di biciclette e corridori», chiosa il presidente. (tuttobiciweb) -- certo che qs presidente è fantastico: lascia che chiunque, a cominciare da fanini massacrino il movimento e poi è solidale con l'impresario funebre , messo al gabbio con una lista tanta di capi d'accusa. 'nzomma tace quando deve farsi sentire , favella quando se ne dovrebbe stare zitto


Frank VDB - 17/10/2008 alle 21:59

Io vorrei fare alcune domande a tutti i candidati alla presidenza della FCI, a cui spero vogliano rispondere (ma perchè Cicloweb non organizza qualcosa di simile ad un faccia a faccia?). Dunque ecco le domande ai candidati a) [b]che cosa ne pensate dell'istituzione di una covisoc che controlli i bilanci delle società professionistiche italiane, simile alla covisoc del calcio?[/b] spiegazione tecnica: tutto il mondo degli appassionati conosce benissimo i trucchetti sgradevoli che molte squadre usano per tirare avanti. Si va dall'assumere corridori - anche se non dotati: ma perchè non si torna al passaggio ai pro con i punti? - dietro richiesta di sponsorizzazioni, alla reimissione sul mercato del materiale tecnico, i cui introiti ingrassano le tasche dei team manager, mentre i corridori fanno magari 20mila km con una catena. Si passa per la classica fatturazione 1 a 3 o 1 a 4 (un classico dello sport a tutti i livelli, ma pur sempre un reato), ai finti rimborsi spese. Questo sistema abbassa la professionalità dei team italiani, svilisce e ricatta i corridori, mantiene nell'ambiente gente che nella vita dovrebbe trovare altro da fare piuttosto che abbassare il livello e l'immagine di questo sport. Rispetto a questo i candidati cosa rispondono? Basta semplicemente non assegnare più licenze e "traslare" legalmente (ma non territorialmente) il fenomeno il Polonia o in qualche altro stato estero? b) [b] Capitolo doping: i candidati presidenti intendono continuare a lasciare la disciplinare alla procura federale? Anche a costo di essere l'unico sport penalizzato? Come intende raccordare l'attività antidoping nazionale con la giungla della normativa internazionale?[/b] c) Passiamo alla promozione dello sport ciclistico. [b] Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'immagine che il ciclismo oggi offre di sè? Come rimediare a questa situazione pessima che ha portato l'opinione pubblica a pensare automaticamente l'equazione ciclismo=doping?[/b] E' forse il caso di investire risorse in un buon studio legale e in un ufficio stampa al passo con i tempi? Quali rapporti pensa di intrattenere tra la federazione che si candida a dirigere e i mass media, in particolare con la tv di stato? d) I procuratori. [b] I candidati presidenti sentono la necessità di regolare - se nelle loro possibilità effettive - o comunque di interessarsi all'attività dei procuratori, che spesso agiscono già nelle categorie juniores?[/b] Chiunque può fare il procuratore? Anche, chessò, un pasticcere appassionato di ciclismo? Il primo che passa può intrufolarsi, millantare amicizie e conoscenze, competenze e agganci, e rendersi distruttore del patrimonio ciclistico, come accaduto in recenti casi? e) I tecnici [b] Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'opportunità di istituire una seria e selettiva scuola per tecnici?[/b] O per guidare una squadra è sufficiente la patente b e una segretaria che prenoti gli alberghi? Può un corridore implicato durante la sua attività in serie attività di doping diventare appena sceso di sella un direttore sportivo o un team manager? f) la pista [b] cosa intende fare per rilanciare l'attività su pista?[/b] A parte la solita promessa del velodromo coperto, come intende favorire la riscoperta della pista, soprattutto nelle categorie giovanili? g) La promozione della bicicletta come mezzo di mobilità e socialità. [b] La federazione che si candida a dirigere ha intenzione di porsi come soggetto attivo e parte interessata nelle politiche di mobilità sostenibile a livello nazionale e locale? Ha intenzione di tutelare la figura del ciclista all'interno del codice della strada e nei rapporti con gli altri utenti della strada? Intende favorire la costruzione di vere e proprie piste ciclabili quando possibile e nelle strade di nuova costruzione? Intende favorire il turismo ciclistico? Come?[/b] Seguiranno, se mi verranno in mente, altre domande.


maurofacoltosi - 19/10/2008 alle 12:11

Javier Guillén nuovo direttore della Vuelta di Spagna. http://www.marca.com/edicion/marca/ciclismo/es/desarrollo/1176262.html


Monsieur 40% - 21/10/2008 alle 15:45

[b]SABATO 25 INCONTRO PUBBLICO DI "GRUPPO COMPATTO"[/b] Si terrà sabato 25 ottobre (ore 10,00) presso la Sala Consiliare del Comune di San Giuliano Milanese (Milano) un incontro pubblico indetto da "Gruppo Compatto", il movimento coordinato da Marco Toni e che ha candidato il piacentino Claudio Santi alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana per il prossimo quadriennio. L'incontro, aperto a chiunque voglia partecipare, vedrà gli interventi di Marco Toni, sindaco di San Giuliano Milanese e coordinatore di "Gruppo Compatto", del candidato alla presidenza Claudio Santi e un ampio spazio sarà lasciato al dibattito propositivo. E' sempre possibile interagire con "Gruppo Compatto" ed esprimere liberamente le proprie opinioni anche sul blog www.gruppocompatto.it Sabato 25 ottobre 2008 alle ore 10, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale di San Giuliano Milanese, in Via De Nicola 2. (fonte: cs Gruppo Compatto)


Serpa - 21/10/2008 alle 16:03

[quote][i]Originariamente inviato da jeanclaude [/i] AGGIUNGO: nuove regole per il doping fissate da un tavolo con rappresentati MEDICI, atleti, squadre, ds, organizzatori. Un conto è una pastiglia, un conto l'EPO. Quindi differenziare il doping fra peccati veniali e peccati mortali. AMNISTIA SPORTIVA per il passato, fine dell'ipocrisia, w la storia del ciclismo e si riparte. [/quote] Ringrazio per la risposta, vorrei comunque chiedere chiarimenti su questa frase scritta da lei. 1) Come si distingue il peccato veniale dal peccato mortale? 2) Avere un tavolo come quello descritto a cosa porterebbe in concreto? Per come la vedo io (estremizzo ovviamente) sarebbe come se per debellare la droga si mettessero al tavolo mafiosi, spacciatori di primo livello, spacciatori di secondo livello e consumatori, e un medico che dice che la droga fa male. E lì si decide se lasciar in giro almeno l'erba e l'hashish e limitare l'uso di cocaina dalle 20 alle 23. Un conto è la pastiglia, aggiungo, per il mal di gola, che sana una situazione oggettivamente di malattia, un conto è l'epo che con le cure mediche non ha nulla a che vedere. Ma se dopo la pastiglia io sto meglio e i polmoni sono apertissimi, per come la vedo io, andrò sicuramente meglio di chi non prende nemmeno la pastiglia...come si chiama questo? Sull'amnistia per il passato non sono daccordo, anche perchè si dovrebbe trovare un momento 0 da cui far partire "il passato". Ultima cosa, l'ufficio stampa, per quello che vedo, non funziona.


Monsieur 40% - 23/10/2008 alle 16:22

Le decisioni dell’Assemblea degli organizzatori del ciclismo riunita a Parigi [b]Prudhomme nuovo presidente AIOCC Zomegnan e Buschette i vicepresidenti[/b] [i]Due altri italiani (Oldani e Vegni) nel Direttivo dell’Associazione Internazionale[/i] A Parigi, nella nuova sede dell’Associazione Internazionale Organizzatori Corse Ciclistiche, ubicata presso il Comitato Olimpico Nazionale dello Sport Francese, si è svolta l’assemblea straordinaria elettiva dell’AIOCC che, preso atto delle dimissioni da Presidente di Victor Cordero, ha provveduto a eleggere il nuovo Direttivo e, con esso, al rinnovo delle cariche associative. L’assemblea elettiva, in forza con 142 voti, ha eletto i 12 rappresentanti del Direttivo, scelti fra 18 candidature che si erano rese disponibili. 140 i voti validi, due le schede nulle. I primi tre eletti sono risultati: Eddy Buschette, con 123 voti ; Angelo Zomegnan, con 116; Christian Prudhomme, con 110. Nel Direttivo sono stati eletti altri due membri italiani: Renzo Oldani e Mauro Vegni. Il Direttivo ha poi disposto i nuovi vertici dell’AIOCC, con la candidatura a presidente dell’Associazione di Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, che ha avuto favorevole accoglienza. Vicepresidente con delega è stato nominato Angelo Zomegnan, mentre Vicepresidente non delegato è Eddy Buschette. Milano, 23 ottobre 2008 (fonte: Ufficio Stampa Rcs Sport)


Monsieur 40% - 23/10/2008 alle 17:09

Avete mai visto un sindacalista stare dalla parte dei padroni? Ecco a voi Amedeo Colombo che, oltre ad essere presidente dell'Assocorridori Italiani, è anche primo importatore di Shimano Italia (che vantaggio avrebbe ad andare contro le squadre?) ed è stato nel comitato organizzativo di Varese 2008 (che vantaggio ha ad andare contro l'UCI?). ********** [b]L’ACCPI SCRIVE AL PRESIDENTE UCI MCQUAID E CHIEDE IL RICORSO ALLA RADIAZIONE[/b] [i]Per ridare credibilità al ciclismo serve la sospensione a vita Rientro in tempi brevi, invece, per chi collabora con la giustizia[/i] 23 ottobre – Rendere le sanzioni più severe in caso di doping, come previsto dal presidente dell’Uci Pat McQuaid, secondo l’Assocorridori dovrebbe portare, nei casi più gravi, alla radiazione. La sospensione a vita, come estremo rimedio per ridare credibilità al ciclismo, dopo le recenti positività di corridori che hanno vinto da dopati e per proteggere chi invece corre nel rispetto delle regole. Per contrastare il doping, secondo l’Accpi, è necessario soprattutto smascherare chi induce i corridori a doparsi e per questo è importante favorire la loro collaborazione con l’autorità sportiva e gli organi di giustizia. A chi collabora, dunque, dovrebbe essere riconosciuta la possibilità di rientrare in tempi brevi, come del resto già in parte stabilito anche dal Codice WADA 2009. Di seguito il testo integrale della lettera inviata dal presidente ACCPI Amedeo Colombo al presidente UCI Pat McQuaid. [i]Gentile Signor Presidente McQuaid, pochi giorni fa è apparsa sugli organi di stampa una sua dichiarazione circa l’opportunità di rendere più severe le sanzioni in caso di doping. Ebbene, desideriamo informarLa che noi, in qualità di associazione che raggruppa oltre 250 corridori professionisti italiani, siamo purtroppo convinti che la strada per contrastare la pratica del doping non sia il semplice incremento delle sanzioni, bensì la sospensione a vita, ovvero la radiazione. La situazione, del resto, è talmente grave che solo con dei rimedi estremi si può avere la speranza di ridare credibilità al nostro amato sport e - cosa che ancor più ci preme - ai nostri amati corridori. Le positività di Riccò, Sella, Piepoli, Schumacher, Khol fanno male, tanto più perché vengono da corridori vincenti. Il loro comportamento dà quindi fiato a chi, ingiustamente, sostiene che nel ciclismo di oggi si può vincere solo dopandosi. E allora è necessario che l’UCI si attivi per sradicare nel movimento ogni possibile tentazione illecita, dando il messaggio che chi dolosamente bara, è definitivamente fuori dal gioco. Ciò - si badi - noi lo chiediamo soprattutto per proteggere tutti quei corridori che corrono nel rispetto delle regole e che - ne siamo sinceramente convinti - costituiscono la grande maggioranza del gruppo. Punire però soltanto i corridori non basta! Se il doping c’è, è soprattutto perché vi sono dei soggetti che spingono gli atleti a praticarlo. Occorre dunque smascherare “gli spacciatori e gli scienziati del doping”. E ciò lo si può fare solo se si incoraggiano i corridori a collaborare realmente e fattivamente con l’autorità sportiva e gli organi di giustizia. Il Codice WADA 2009 va incontro a tale nostro auspicio, ma crediamo che l’UCI possa e debba rafforzare ulteriormente le misure ivi indicate, da un lato, prevedendo la sanzione della radiazione per i corridori che in futuro verranno trovati positivi a sostanze o metodi dopanti di evidente efficacia, dall’altro, dando loro la possibilità di riprendere a gareggiare in tempi brevi nel caso diano prova di essersi affrancati da coloro che li hanno spinti o aiutati a doparsi. Sappia, Signor Presidente, che se Lei si farà promotore di tale iniziativa, avrà il nostro pieno appoggio. Con i nostri cordiali saluti. IL Presidente ACCPI – Amedeo COLOMBO[/i] (fonte: cs ACCPI)


Monsieur 40% - 29/10/2008 alle 15:12

Qualche giorno fa Contador ha dichiarato: «Credo che [la richiesta di radiazione proposta dall'ACCPI] sia un eccesso. E che sia necessario distinguere fra un caso di positività e l’altro. Una cosa è essere coscienti di quello che si assume e un’altra è assumere qualcosa senza saperlo, magari attraverso un banale anti influenzale. Quindi bisogna saper calibrare bene anche le sanzioni: serve una legge chiara che tenga conto di ogni possibilità, anche se non è facile». (fonte: tuttobiciweb.it) ********** [b]L’ACCPI RISPONDE A CONTADOR[/b] [i]In una lettera indirizzata al corridore spagnolo, Colombo e Bugno chiariscono i contenuti della missiva a McQuaid circa la proposta di radiazione[/i] 29 ottobre – Alberto Contador ha giudicato eccessiva la richiesta di radiazione per i corridori trovati positivi proposta dall’Assocorridori attraverso una lettera indirizzata qualche giorno fa al presidente dell’Uci Pat McQuaid. Il presidente dell’Accpi risponde. Di seguito il testo integrale della lettera inviata a Contador in cui Amedeo Colombo sottolinea l’intenzione di favorire tramite questa proposta la collaborazione dei corridori dopati con l’autorità sportiva e gli organi di giustizia, al solo fine di smascherare chi induce i corridori a doparsi e ridare così credibilità al ciclismo. [i]Caro Alberto, abbiamo letto le Tue dichiarazioni circa la proposta da noi avanzata di radiare i corridori trovati positivi. Crediamo sia utile chiarire a Te e a tutti i corridori spagnoli che, come scritto nella missiva inviata a McQuaid, la radiazione noi la proponiamo solo ed esclusivamente per i casi gravi e chiaramente intenzionali di doping (ad esempio, l'utilizzo di EPO di ultima generazione). Non solo. Abbiamo altresì scritto che la radiazione deve invece commutarsi in una sospensione breve per quei corridori che, una volta trovati positivi a tali sostanze, decidano di collaborare attivamente con l'autorità sportiva, fornendo i nominativi di chi gliele ha procurate. Siamo convinti che solo così facendo si può incentivare la collaborazione e arrivare finalmente a sanzionare non più soltanto i corridori, ma anche e soprattutto coloro che spingono e aiutano quest'ultimi a farlo. Certe sostanze come la CERA non si trovano al supermarket o in farmacia! Le si possono avere solo con il contributo di spacciatori specializzati. E' dunque a quest’ultimi che dobbiamo mirare se si vuole davvero combattere alla radice il problema. Sia chiaro, la nostra è una proposta che nasce dal fatto che siamo purtroppo in presenza di un problema evidente e grave (i casi del Tour ne sono una triste conferma) a cui occorre porre riparo in tempi brevi, se non vogliamo aggravare ulteriormente la crisi di immagine e, soprattutto, economica che sta attraversando il nostro sport e che ricade inevitabilmente sulle tasche dei corridori. Peraltro, ci preme altresì dire che se, da un lato, siamo convinti che questa sia attualmente (può sembrare un paradosso, ma è così!) la soluzione più efficace per tutelare la nostra categoria e il futuro dei corridori, dall’altro, saremo ben lieti di sostenere ogni altra proposta che avrà per obiettivo quello di smascherare gli spacciatori e gli scienziati del doping. Con profonda stima. Il Presidente ACCPI – Amedeo COLOMBO Il segretario ACCPI - Gianni BUGNO[/i] (fonte: cs ACCPI)


Frank VDB - 30/10/2008 alle 09:50

Up. Perchè aspetto impazientemente risposte da Santi, o riflessioni dagli altri forumisti [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB qualche settimana fa[/i] Io vorrei fare alcune domande a tutti i candidati alla presidenza della FCI, a cui spero vogliano rispondere (ma perchè Cicloweb non organizza qualcosa di simile ad un faccia a faccia?). Dunque ecco le domande ai candidati a) [b]che cosa ne pensate dell'istituzione di una covisoc che controlli i bilanci delle società professionistiche italiane, simile alla covisoc del calcio?[/b] spiegazione tecnica: tutto il mondo degli appassionati conosce benissimo i trucchetti sgradevoli che molte squadre usano per tirare avanti. Si va dall'assumere corridori - anche se non dotati: ma perchè non si torna al passaggio ai pro con i punti? - dietro richiesta di sponsorizzazioni, alla reimissione sul mercato del materiale tecnico, i cui introiti ingrassano le tasche dei team manager, mentre i corridori fanno magari 20mila km con una catena. Si passa per la classica fatturazione 1 a 3 o 1 a 4 (un classico dello sport a tutti i livelli, ma pur sempre un reato), ai finti rimborsi spese. Questo sistema abbassa la professionalità dei team italiani, svilisce e ricatta i corridori, mantiene nell'ambiente gente che nella vita dovrebbe trovare altro da fare piuttosto che abbassare il livello e l'immagine di questo sport. Rispetto a questo i candidati cosa rispondono? Basta semplicemente non assegnare più licenze e "traslare" legalmente (ma non territorialmente) il fenomeno il Polonia o in qualche altro stato estero? b) [b] Capitolo doping: i candidati presidenti intendono continuare a lasciare la disciplinare alla procura federale? Anche a costo di essere l'unico sport penalizzato? Come intende raccordare l'attività antidoping nazionale con la giungla della normativa internazionale?[/b] c) Passiamo alla promozione dello sport ciclistico. [b] Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'immagine che il ciclismo oggi offre di sè? Come rimediare a questa situazione pessima che ha portato l'opinione pubblica a pensare automaticamente l'equazione ciclismo=doping?[/b] E' forse il caso di investire risorse in un buon studio legale e in un ufficio stampa al passo con i tempi? Quali rapporti pensa di intrattenere tra la federazione che si candida a dirigere e i mass media, in particolare con la tv di stato? d) I procuratori. [b] I candidati presidenti sentono la necessità di regolare - se nelle loro possibilità effettive - o comunque di interessarsi all'attività dei procuratori, che spesso agiscono già nelle categorie juniores?[/b] Chiunque può fare il procuratore? Anche, chessò, un pasticcere appassionato di ciclismo? Il primo che passa può intrufolarsi, millantare amicizie e conoscenze, competenze e agganci, e rendersi distruttore del patrimonio ciclistico, come accaduto in recenti casi? e) I tecnici [b] Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'opportunità di istituire una seria e selettiva scuola per tecnici?[/b] O per guidare una squadra è sufficiente la patente b e una segretaria che prenoti gli alberghi? Può un corridore implicato durante la sua attività in serie attività di doping diventare appena sceso di sella un direttore sportivo o un team manager? f) la pista [b] cosa intende fare per rilanciare l'attività su pista?[/b] A parte la solita promessa del velodromo coperto, come intende favorire la riscoperta della pista, soprattutto nelle categorie giovanili? g) La promozione della bicicletta come mezzo di mobilità e socialità. [b] La federazione che si candida a dirigere ha intenzione di porsi come soggetto attivo e parte interessata nelle politiche di mobilità sostenibile a livello nazionale e locale? Ha intenzione di tutelare la figura del ciclista all'interno del codice della strada e nei rapporti con gli altri utenti della strada? Intende favorire la costruzione di vere e proprie piste ciclabili quando possibile e nelle strade di nuova costruzione? Intende favorire il turismo ciclistico? Come?[/b] Seguiranno, se mi verranno in mente, altre domande. [/quote]


sceriffo - 31/10/2008 alle 12:57

a tutt'oggi, da quel che si sente , sarebbero 2 i candidati: 1) Santi 2) Di Rocco Conoscete altre candidature?


Monsieur 40% - 07/11/2008 alle 16:10

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] a tutt'oggi, da quel che si sente , sarebbero 2 i candidati: 1) Santi 2) Di Rocco Conoscete altre candidature? [/quote] Pare che dopo l'incontro di San Giuliano Milanese del 25 ottobre scorso, Santi possa ritirarsi e lasciar spazio ad un certo D'Alto, che francamente non conosco. Ho letto l'indiscrezione su ciclonet.it.


Monsieur 40% - 07/11/2008 alle 16:11

[b]Assemblea ACCPI rinviata per ragioni pocedurali[/b] 7 novembre – L’assemblea dell’Associazione dei corridori professionisti italiani, prevista per questa mattina alla Fiera di Milano a margine del Salone del Ciclo, è stata rinviata a seguito di un’irregolarità procedurale nella convocazione. Erano presenti 21 corridori con 26 deleghe. Non si è potuta tenere, dunque, l’elezione di presidente, consiglieri, probiviri e revisori dei conti per il quadriennio 2009/2012. Il presidente uscente, Amedeo Colombo, ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi e, auspicando un approccio unitario, ha invitato gli associati ad usufruire anche in futuro dello staff che lo ha affiancato con incisività in questi anni, a cominciare dal segretario Gianni Bugno e dall’avv. Federico Scaglia. I lavori sono poi proseguiti in modo informale. (fonte: cs ACCPI)


sceriffo - 09/11/2008 alle 08:36

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] a tutt'oggi, da quel che si sente , sarebbero 2 i candidati: 1) Santi 2) Di Rocco Conoscete altre candidature? [/quote] Pare che dopo l'incontro di San Giuliano Milanese del 25 ottobre scorso, Santi possa ritirarsi e lasciar spazio ad un certo D'Alto, che francamente non conosco. Ho letto l'indiscrezione su ciclonet.it. [/quote] e perchè mai Santi dovrebbe ritirarsi? Ha scritto qua e mi sembrava molto determinato... E chi è D'Alto?


Bazzia - 11/11/2008 alle 17:24

Sapete l'ordine cronologico e conseguente durata, degli ultimi mandati di presidenza dell'UCI??


Monsieur 40% - 11/11/2008 alle 17:41

[quote][i]Originariamente inviato da Bazzia [/i] Sapete l'ordine cronologico e conseguente durata, degli ultimi mandati di presidenza dell'UCI?? [/quote] http://en.wikipedia.org/wiki/Union_Cycliste_Internationale#Presidents ;)


jeanclaude - 14/11/2008 alle 17:27

CON RITADO DI CUI MI SCUSO, RISPONDO: Io vorrei fare alcune domande a tutti i candidati alla presidenza della FCI, a cui spero vogliano rispondere (ma perchè Cicloweb non organizza qualcosa di simile ad un faccia a faccia?). Dunque ecco le domande ai candidati a) che cosa ne pensate dell'istituzione di una covisoc che controlli i bilanci delle società professionistiche italiane, simile alla covisoc del calcio? spiegazione tecnica: tutto il mondo degli appassionati conosce benissimo i trucchetti sgradevoli che molte squadre usano per tirare avanti. Si va dall'assumere corridori - anche se non dotati: ma perchè non si torna al passaggio ai pro con i punti? - dietro richiesta di sponsorizzazioni, alla reimissione sul mercato del materiale tecnico, i cui introiti ingrassano le tasche dei team manager, mentre i corridori fanno magari 20mila km con una catena. Si passa per la classica fatturazione 1 a 3 o 1 a 4 (un classico dello sport a tutti i livelli, ma pur sempre un reato), ai finti rimborsi spese. Questo sistema abbassa la professionalità dei team italiani, svilisce e ricatta i corridori, mantiene nell'ambiente gente che nella vita dovrebbe trovare altro da fare piuttosto che abbassare il livello e l'immagine di questo sport. Rispetto a questo i candidati cosa rispondono? Basta semplicemente non assegnare più licenze e "traslare" legalmente (ma non territorialmente) il fenomeno il Polonia o in qualche altro stato estero? DOMANDA DIFFICILE PER CUI LA RISPOSTA E' DIFFICILE, COMUNQUE A PRESCINDERE BISOGNA RIPORTARE SEDI SOCIETA' IN ITALIA E RISPETTARE LEGGI E REGOLAMENTI ITALIANI, UNA NUOVA LEGA DEL CICLISMO PROFESSIONISTICO CON UN ORGANO DI CONTROLLO SERIO E' INDISPENSABILE b) Capitolo doping: i candidati presidenti intendono continuare a lasciare la disciplinare alla procura federale? Anche a costo di essere l'unico sport penalizzato? Come intende raccordare l'attività antidoping nazionale con la giungla della normativa internazionale? AMNISTIA SPORTIVA PER TUTTI, FINE DELL'IPOCRISIA APPENA RAGGIUNTO UN NUOVO ACCORDO FRA CORRIDORI, SOCIETA', MEDICI E FEDERAZIONE CON PENE FUTURE CHE ABBIANO UNA DISTINZIONE FRA MEDICINE ED EPO CERTA FRA SUPPOSIZIONI E CERTEZZE, PATTO DI ONORE E RESPONSABILITA' DI RIPARTIRE DA ZERO PER MIGLIORARE. FINE DEI CERTIFICATI E DELLE STUPIDE SCUSE. PERDONO AGLI ATLETI MA EDUCAZIONE ALLA SERIETA' E CORRETTEZZA. c) Passiamo alla promozione dello sport ciclistico. Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'immagine che il ciclismo oggi offre di sè? Come rimediare a questa situazione pessima che ha portato l'opinione pubblica a pensare automaticamente l'equazione ciclismo=doping? E' forse il caso di investire risorse in un buon studio legale e in un ufficio stampa al passo con i tempi? Quali rapporti pensa di intrattenere tra la federazione che si candida a dirigere e i mass media, in particolare con la tv di stato? SI, RISPARMIANDO SULL'ATTUALE GIORNALE DI PROPAGANDA, CON COMUNICATI E PROGRAMMI INTERNET E SVILUPPANDO I RAPPORTI ESTERNI d) I procuratori. I candidati presidenti sentono la necessità di regolare - se nelle loro possibilità effettive - o comunque di interessarsi all'attività dei procuratori, che spesso agiscono già nelle categorie juniores? Chiunque può fare il procuratore? Anche, chessò, un pasticcere appassionato di ciclismo? Il primo che passa può intrufolarsi, millantare amicizie e conoscenze, competenze e agganci, e rendersi distruttore del patrimonio ciclistico, come accaduto in recenti casi? E' UN PROBLEMA SERIO, PROPORREMO UN ALBO DEI PROCURATORI, CON OBBLIGO DI QUALIFICA E TESSERA. e) I tecnici Cosa ne pensano i candidati presidenti dell'opportunità di istituire una seria e selettiva scuola per tecnici? O per guidare una squadra è sufficiente la patente b e una segretaria che prenoti gli alberghi? Può un corridore implicato durante la sua attività in serie attività di doping diventare appena sceso di sella un direttore sportivo o un team manager? TECNICI SONO GIA' QUALIFICATI E PREPARATI, IL PIU' E' FAR RISPETTARE LE REGOLE, QUESTA C'E' E BISOGNA NON DISSUADERLA COME L'ATTUALE FCI CHE PERMETTE CHE PARTA UN AMMIRAGLIA SENZA QUALIFICATI A BORDO f) la pista cosa intende fare per rilanciare l'attività su pista? A parte la solita promessa del velodromo coperto, come intende favorire la riscoperta della pista, soprattutto nelle categorie giovanili? RAFFORZARE LE PISTE ESISTENTE, SENZA PERDERE MANTOVA (GIA' PERSA) E CREMA (QUASI PERSA) UNICHE CASE E CENTRI TERRITORIALI PER LO SVILUPPO DEL CICLISMO, CREARE UN VELODROMO COPERTO TRA ROMA, FIRENZE O BOLOGNA, NON A SE' STANTE MA CON DENTRO UFFICI DI NUOVA STRUTTURA FEDERAZIONE E CENTRO OLIMPICO DI PREPARAZIONE. VIA DAI BAGNI DELLO STADIO DEI ROMANI. g) La promozione della bicicletta come mezzo di mobilità e socialità. La federazione che si candida a dirigere ha intenzione di porsi come soggetto attivo e parte interessata nelle politiche di mobilità sostenibile a livello nazionale e locale? Ha intenzione di tutelare la figura del ciclista all'interno del codice della strada e nei rapporti con gli altri utenti della strada? Intende favorire la costruzione di vere e proprie piste ciclabili quando possibile e nelle strade di nuova costruzione? Intende favorire il turismo ciclistico? Come? LE PISTE CICLABILI NON SONO DELLA F.C.I. COME LE PISCINE O IL MARE O LE AUTOSTRADE, SONO UN PROBLEMA DI CIVILTA' CHE DOBBIAMO SOSTENERE TUTTI A PRESCINDERE. E FAREBBERO BENE A TUTTO IL MONDO DELLA BICICLETTA E DELLA SALUTE, AGONISMO COMPRESO. Seguiranno, se mi verranno in mente, altre domande. AGGIUNGO UN PO' DI PUNTI: AFFILIAZIONI SERIE E TRASPARENTI, BILANCIO SPIEGATO NEI PARTICOLARI E NON USATO PER FARE POLITICA DAL C.O.N.I CHE LO HA SEMPRE GESTITO FEDERAZIONE COME RAPPRESENTANZA E SERVIZIO A SOCIETA' E CORRIDORI, NON COME GESTIONE DI LUSSO E POTERE CENTRALE RICONSIDERAZIONE E RIORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI PRATICABILI, VALORIZZAZIONE DEGLI ASPETTI DELLA TUTELA E DELLA SICUREZZA TUTTI I CONSIGLI FEDERALI APERTI AI COMITATI REGIONALI PER INTERVENTI E APERTI AL PUBBLICO PROGRAMMI E COMUNICATI INTERNET, CHIUSURA COSTOSISSIMO E OBLOSETO "MONDO DEL CICLISMO" VALORIZZAZIONE ORGANIZZATORI, BANDI SEMPLICI PER GIRO D'ITALIA DONNE, DILETTANTI E GIRO D'ITALIA O MASTER DELLE PISTE RIORGANIZZAZIONE TOTALE SETTORE FUORISTRADA CON INDIPENDENZA GESTIONALE CREAZIONE DI NUOVA "LEGA DEI PROFESSIONISTI" CON INDIPENDENZA GESTIONALE CREAZIONE LEGA DEI COMMISSARI DEL CICLISMO (GIUDICI DI GARA), CON INDIPENDENZA GESTIONALE SUPERVISORE DIRETTORE TECNICO DELLA F.C.I. CHE GARANTISCA INDIPENDENZA DALLA POLITICA CON LE RAPPRESENTATIVE NAZIONALI a disposizione per qualsiasi confronto, in qualsiasi modo la pensi l'interlocutore, grazie a tutti claudio


sceriffo - 14/11/2008 alle 17:51

Grazie Santi. Smentisce o conferma quanto scritto da Monsieur 40% di un suo probabile ritiro dalla candidatura a presidente FCI?


jeanclaude - 14/11/2008 alle 18:45

mai detto che ritiro la candidatura e la riunione di San Giuliano è andata bene, non un trionfo ma una quarantina di appassionati e dirigenti a discutere, di questi tempi .... claudio


Monsieur 40% - 14/11/2008 alle 19:07

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Grazie Santi. Smentisce o conferma quanto scritto da Monsieur 40% di un suo probabile ritiro dalla candidatura a presidente FCI? [/quote] Precisazione: riportata da Monsieur 40% e scritta da Ciclonet.it. :D


sceriffo - 14/11/2008 alle 23:13

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Grazie Santi. Smentisce o conferma quanto scritto da Monsieur 40% di un suo probabile ritiro dalla candidatura a presidente FCI? [/quote] Precisazione: riportata da Monsieur 40% e scritta da Ciclonet.it. :D [/quote] si certo. spero nn mi butterai fuori dal forum:D


Monsieur 40% - 26/11/2008 alle 10:26

[b]CONI - Petrucci si ricandida[/b] Roma - martedì 25 novembre 2008 - “Mi ricandido alla presidenza del Coni''. Lo ha ribadito, in un'intervista con il Corriere della sera, Gianni Petrucci. “Lo faccio perché' mi piace il mondo dello sport e perché me lo hanno chiesto diversi presidenti federali”, afferma il presidente da nove anni al timone del movimento sportivo italiano. Petrucci dovrà sconfiggere la concorrenza di Franco Chimenti, attualmente capo della Federgolf. Le elezioni sono previste in primavera. (fonte: ciclonews.it)


Monsieur 40% - 18/12/2008 alle 16:24

[b]Coni: contributi alle federazioni, calcio disciplina piu' assistita[/b] ROMA - La parte piu' cospicua dei contributi del Coni per il 2009 se lo aggiudica il calcio, che con 81 milioni comanda la classifica delle discipline piu' assistite. Alle spalle dello sport piu' popolare, si piazza l'atletica leggera con poco piu' di 7 milioni, quindi il nuoto con 5 milioni e 843 mila euro. Questi dati, presentati nel corso del Consiglio nazionale, sono stati ratificati nel corso della riunione che si e' appena conclusa allo stadio Olimpico. In totale, nel 2009, alle 45 federazioni affiliate al Comitato olimpico andranno 193,864 milioni di euro. (Agr) (fonte: gazzetta.it) Da 81 milioni a 7 milioni mi pare ci sia un bel salto... ah, beh, ma il calcio porta un sacco di allori e di medaglie al Coni, sì sì... :doh:


sceriffo - 26/12/2008 alle 08:40

Con una lettera apertaa, Claudio Santi ritira la sua candidatura per la carica di presidente della Federazione Ciclistica Italiana: Cari amici, stanno iniziando le assemblee e sono molto felice di aver contribuito assieme agli amici di Gruppo Compatto ad aver favorito il dibattito e fatto emergere diverse proposte per il futuro del nostro sport. La passione e il rispetto per il ciclismo accompagnano la mia vita da ragazzino a oggi nei diversi ruoli, ora sto cercando di impegnarmi in favore di organizzazioni di ciclismo su pista, uno dei settori più affascinanti e difficili. Come sapete mi attende la nascita di una nuova creatura, la 6 giorni di Cremona, che vuole essere un momento di promozione e di valorizzazione del nostro amatissimo sport. Ritengo di dovermi impegnare con tutte le mie forze a favore di questo evento oltrechè a quelli estivi e non solo. Per le maggiori difficoltà non preventivate in cui per risolvere sarà dovuto tutto il mio impegno, non riesco a proseguire il mio impegno propositivo per nessuna possibile carica della Federazione Ciclistica Italiana, anche se sono orgoglioso e convinto delle proposte fino ad ora formulate. Auguro dicuore, al presidente Di Rocco e a tutti coloro che si candideranno in qualsiasi ruolo, di poter dare un contributo personale al futuro una campagna elettorale ricca di riflessioni e di soddisfazioni. Claudio Santi ( tuttobiciweb.it) -- quindi l'unico candidato rimane Di Rocco?


Frank VDB - 21/01/2009 alle 22:13

E' tempo di rispolverare questo thread? Magari rinominandolo "Elezioni federali"? Il rinnovo di consiglio e presidenza federale è alle porte. Preceduto dalle elezioni provinciali e regionali. Vogliamo parlarne, scambiarci notizie e opinioni?


miky70 - 22/01/2009 alle 06:28

Mio padre ad esempio ha lasciato la Presidenza della provincia di Pesaro. Lo diceva da mesi, era stanco di impegnarsi di persona e da solo, oltre che di pagare personalmente alcune questioni burocratiche. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, da quanto ho capito, è stata un attacco gratuito dalla dirigenza di Macerata (che doveva farsi gli affari suoi) che contestava alcune simpatie che attribuiva ingiustificate, da parte di Ancona. Si è sentito profondamente offeso e non difeso. A quel punto, dopo tanti anni spesi per il bene del ciclismo locale, giovanile, amatoriale e dilettantistico, ha deciso che chi non lo apprezza non lo merita. Al suo posto c'è ora un bravo parlatore, che fatica poco e fa faticare gli altri.


miky70 - 23/01/2009 alle 16:01

Ho aiutato mio padre a scrivere la lettera di addio alla Federazione, visto che domenica ci sono le elezioni provinciali. Ha voluto rivedere tutto il suo tragitto, da quando entrò nel 1982 nel negozio di bici di Enrico Paolini, perchè mio fratello a seguito di un intervento chirurgico al piede necessitava di pedalare, all'incontro con l'allenatore Renzo Mazza che in questi giorni giace nel suo letto di dolore dopo una vita spesa dietro ai ragazzini in bici, alla costruzione del Velo Club Pesaro fino alla collaborazione con Omicioli alla FCI e all'elezione come Presidente. Una passione che ha chiesto il sacrificio di moglie e figli, che ha messo a volte in secondo piano anche il lavoro, che ha tolto risorse, ma che lo ha arrichito nell'animo. Mi sono commossa, è stata dura, soprattutto per mia madre, però è stato bello e ora la mamma si preoccupa, perchè il ciclismo fino ad ora lo ha sempre tenuto attivo ed è stato una sana via di fuga dalla quotidianità e dai pensieri.


Monsieur 40% - 26/01/2009 alle 14:37

[b]Giovanni Fontanini nuovo presidente AOCC[/b] Giovanni Fontanini, 56 anni, dirigente del comune di Camaiore e da vari anni “anima” del G.P. Città di Camaiore, è stato eletto presidente dell’A.O.C.C. (Associazione Organizzatori Corse Ciclistiche). Succede a Mauro Vegni che ha concluso i suoi due mandati. Vice presidente è Pier Clemente Gino (S.C. Binda) con Adriano Amici (G.S. Emilia), Luca Di Sandro (Coppa Sabatini) ed Antonelli Careri (Giro della Calabria) consiglieri. L’assemblea si è svolta a Bologna sabato 24 gennaio. (ufficio stampa)


greennic80 - 29/01/2009 alle 09:24

Forse ne avete già parlato: e se si abolissero UCI, federazioni, comitati olimpici e compagnia bella? Non limitarsi ad un semplice aggiornamento della dirigenza ma eliminare proprio tutto. Servono i burocrati quando in fin dei conti il ciclismo è gambe, bici e strade?


sceriffo - 13/02/2009 alle 17:06

a poche settimane dalle elezioni il presidente in carica rimane l'unico candidato. un movimento che nn sa proporre un'alternativa al presidente uscente, valido o meno che sia stato il suo operato, è un movimento senza spina dorsale. ecco perchè anche il primo pinkopalla che passa può permettersi bellamente di pisc.iarci in testa


Monsieur 40% - 03/03/2009 alle 16:05

[b]RENATO DI ROCCO: “DALLE COSE SEMPLICI COSTRUIAMO UN FUTURO PER I GIOVANI”[/b] [i]Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana dal 2005, si ricandida alla guida della Federciclismo per il quadriennio 2009-2012 che vede il punto di arrivo nelle Olimpiadi di Londra. L’Assemblea Nazionale è in programma ad Imola domenica 15 marzo[/i] E’ Presidente della Federazione Ciclistica Italiana dal 2005. E’ Renato Di Rocco che, grazie alla sua ampia visione del ciclismo e dello sport in genere, con il prezioso sostegno del CONI e del suo Presidente Giovanni Petrucci, ha salvato la Federciclo dal commissariamento appianando il pesante deficit ricevuto in eredità dal precedente Consiglio Federale e ristabilendo un nuovo clima di fiducia, dialogo e collaborazione per il rilancio del ciclismo italiano. Renato Di Rocco si ricandida alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana per il quadrienno che si concluderà con le Olimpiadi di Londra 2012: “Il ciclismo italiano in questi anni ha ritrovato fiducia in se stesso e l’entusiasmo per affrontare situazioni gravose – commenta Di Rocco –. Oggi possiamo sostenere che la situazione economico finanziaria della Federazione è sotto controllo, che la riorganizzazione amministrativa e gestionale è in fase avanzata, che i progetti dedicati ai vari settori danno buoni frutti. Ma siamo soltanto all’inizio della ripresa. Occorre infatti - conclude il Presidente - dare continuità al lavoro avviato”. [b]Dal 2005 al 2008: La Federazione Ciclistica e la sua crescita[/b] Numeri e statistiche confermano la crescita del movimento ciclistico italiano. Sono 100.000 i tesserati e affiliati. Spiccano il 23% in aumento dei Giovanissimi, passati dai 10.975 del 2005 ai 13.510 del 2008, e il 15% dei Master-Cicloturisti, passati dai 36.882 del 2005 ai 42.461 del 2008. “Dati molto incoraggianti – evidenzia il Presidente -, a cui va aggiunto l’incremento della fascia che va dagli esordienti agli under negli ultimi tre anni”. E’ infatti aumentata di 339 unità, da 8913 a 9252 tesserati. Questi risultati, per quanto riguarda le categorie agonistiche, sono il prodotto del Progetto Giovani destinato al sostegno dei giovani talenti e al rilancio delle specialità depresse, e, per quanto riguarda i giovanissimi, delle tante iniziative portate avanti sul territorio, rivolte soprattutto alla Scuole, quali Velothon, Vivibikes e, da ultimo, Pinocchio in Bicicletta, a cui hanno partecipato oltre 20 mila alunni solo nel 2008. Un particolare cenno meritano i Meeting Nazionali che hanno raccolto adesioni senza precedenti: “Con questi presupposti abbiamo il dovere di costruire, dalle cose semplici, un futuro per i giovani” - sottolinea Di Rocco. Le iniziative della Federazione Ciclistica Italiana trovano, inoltre, testimonianza anche nei numerosi ciclodromi (45 in tutto) e percorsi ciclabili (53) realizzati, oltre a 4 nuove piste di bmx ed altre 7 per il fuoristrada, per un totale di 139 spazi protetti per l’attività di base. Un vero e proprio messaggio di promozione della bicicletta come stile di vita che la Federciclismo continua a supportare in particolare, sul piano nazionale, attraverso l’individuazione di strategie a favore della mobilità, sostenuta dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio. Sembra che la strada intrapresa dalla Federazione Ciclistica Italiana sia quella giusta anche alla luce delle medaglie conquistate dal 2005 al 2008: complessivamente 89 medaglie, di cui 36 mondiali e 53 europee, per un totale 10 titoli iridati e 17 continentali. Ma c’è di più. C’è una persistenza nel conseguimento degli obiettivi. Nel quadriennio appena concluso la Federciclismo è riuscita a garantire alle società, agli atleti ed ai tecnici le condizioni organizzative e materiali per operare con fiducia. In vista di Londra 2012 è stato individuato un gruppo di giovani competitivi su pista, strada e fuoristrada su cui lavorare. La Federciclismo esce a testa alta anche dalle burrascose vicende di doping degli ultimi anni perché ha saputo conciliare il rigore dei controlli e l’intransigenza nella sanzioni con il rispetto della persona, respingendo i processi sommari e la confusione dei ruoli, sollevando al tempo stesso con vigore l’esigenza dell’uniformità delle regole, dei controlli e delle sanzioni nel ciclismo e nello sport in genere. Un ruolo importante ha svolto la Commissione Tutela della Salute, istituita dalla Federciclismo per garantire l’aggiornamento delle normative scientifiche e la massima assistenza agli atleti e alla società. [b]Verso il 2012: Proposte e obiettivi[/b] Guardando a Londra 2012, l’obiettivo principale di Renato Di Rocco è dare continuità al lavoro fatto finora: “Si tratta di procedere sulla strada imboccata, di correggere la direzione quando è necessario, di definire e potenziare i progetti, estendere sempre di più la fiducia e l’orgoglio dell’appartenenza” - commenta. Nello specifico, valori come la trasparenza, il miglioramento dell’organizzazione dei servizi federali, la polivalenza e l’interscambio tra le varie discipline attraverso un continuo lavoro di sinergia tra i tecnici nazionali e le società, elemento essenziale per la raccolta di successi, sono solo alcuni degli obiettivi della Federciclismo. Sarà dato maggiore impulso al trend di crescita dei cicloturisti e cicloamatori e alla promozione della “bicicletta come stile di vita”. A livello internazionale, la Federazione Ciclistica Italiana, che ha già acquistato in questo quadriennio notevole prestigio, sostiene la solidarietà e la cooperazione con le Federazioni dei Paesi più poveri. La candidatura di Renato Di Rocco, decisa dall’ultimo Consiglio Federale, al Comitato Direttivo UCI, intende dare maggior forza a questa azione. “Ringrazio per la fiducia ricevuta che considero un riconoscimento alle posizioni assunte e all’azione svolta in sede internazionale per difendere il ruolo delle Federazioni nazionali, il patrimonio e la tradizione del ciclismo italiano, come risorse vitali per lo sviluppo del ciclismo nel mondo” - sostiene il Presidente, di recente entrato anche nella Giunta del Comitato Italiano Paralimpico. Tra le proposte, c’è la ricostruzione della Lega del Ciclismo Professionistico che provvederà, tramite convenzione con la FCI, ad autodeterminarsi per la gestione autonoma del ciclismo professionistico. Nel quadriennio che si sta per aprire, l’Italia sarà teatro di grandi eventi, sulla scia dello straordinario anno appena concluso: la prova di Coppa del Mondo Donne, in programma il 29 marzo 2009 a Cittiglio, i Campionati del Mondo Juniores a Offida e i Campionati Europei di Mtb al Montello nel 2010, la Coppa del Mondo Ciclocross e il Mondiale Marathon a Treviso, gli Europei Ciclocross a Lucca nel 2011. Il 2010 presenta due eventi di grande impatto: i 50 anni della morte di Fausto Coppi, ad oggi il campione di riferimento nell´immaginario collettivo, ed i 125 anni della Federazione: “Da celebrare con un’iniziativa di grande partecipazione popolare e mediatica” - conclude il Presidente. (ufficio stampa)


Monsieur 40% - 06/03/2009 alle 03:23

Restando in tema col filone lanciato in questi giorni in homepage: ************** [b]Domani McQuaid farà il punto su doping, licenze, Schumacher...[/b] Giornata importante, quella di domani, per il mondo del ciclismo. Il presidente dell'Uci Pat McQuaid, infatti, terrà una conferenza stampa a Parigi nella quale affronterà molti punti di interesse generale. Innanzi tutto presenterà l'accordo raggiunto tra UCI e AFLD (Agenzia Francese di Lotta al Doping) in vista del prossimo Tour de France. In questo quadro McQuaid annuncerà anche le conclusioni dell'Uci riguardo la sospensione di due anni comminata dalla stessa AFLD al tedesco Stefan Schumacher. Il presidente dell'Uci farà inoltre il punto sullo statsu delle squadre che parteciperanno alla Parigi-Nizza, prima prova europea del nuovo calendario mondiale, e sul passaporto biologico. Indine McQuaid parlerà della situazione attuale del movimento ciclistico e in particolare del momento decisamente positivo che il nostro sport sta vivendo da qualche mese a questa parte. Alla conferenza stampa saranno presenti anche il presidente dell'AFLD Pierre Bordry e David Lappartient, neoeletto presidente della Federazione Ciclistica Francese. (tuttobiciweb.it)


dietzen - 06/03/2009 alle 15:37

le risposte di di rocco a lo schiavo nell'intervista sul numero di questo mese di bicisport, nella parte dei rapporti col coni, fanno davvero cadere le braccia. si resta davvero senza parole. alcuni passaggi, l'ultima è eccezionale (in senso alto o basso, a secondo dell'approccio preferito, surreale o realista): BS- Perché tanta sudditanza nei confronti del CONI? Petrucci gestisce le vicende ciclistiche in maniera ben differente da quelle delle altre federazioni. Lei ha sempre dichiarato la sua amicizia con il massimo esponente del CONI, ma non ci sembra che questa amicizia venga ricambiata più di tanto... DR - Ho scritto a Petrucci... BS- Ma di questa lettera nessuno ha avuto notizia. Sul caso Volandri, Petrucci si è espresso in ben altro modo che su Petacchi. Non parliamo poi dei calciatori... Petrucci tace sul rugby che ha rifiutato i controlli. Il CONI non ha competenza giurisdizionale sui tennisti. Smuove il CIO per tutelare atleti che non hanno rispettato la normativa antidoping. Ma sui ciclisti non manca mai una parola di condanna... DR- Purtroppo non riusciamo ad alzare la voce perché non abbiamo certezze... BS- Ci sono cose che farebbero sperare in un'azione incisiva da parte sua, invece non succede nulla. Salbutamolo: Peatcchi 1.170, Piepoli 1.800, Volandri 1.120. Petacchi, giudicato dal CONI ha un anno di squalifica e la WADA ricorre per chiederne due. Piepoli, giudicato a Montecarlo, viene assolto e nessuno ricorre. Volandri, giudicato in Inghilterra, ha tre mesi di squalifica e tutti concordano nel riconoscere l'ingiustizia. Se non si "urla" in una vicenda così clamorosamente ingiusta, quando ci si può aspettare un suo intervento forte? DR- Ne ho parlato con Petrucci, ma al CONI dicono che Volandri ha pagato di più.


Monsieur 40% - 12/03/2009 alle 13:45

[b]LA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA VERSO LONDRA 2012[/b] [i]Sabato 14 e Domenica 15 marzo il Teatro dell’Osservanza di Imola ospiterà l’Assemblea Elettiva Ordinaria Nazionale per il rinnovo delle cariche federali in vista del quadriennio olimpico 2009/2012. Presente anche il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci[/i] Fine settimana intenso per la Federazione Ciclistica Italiana impegnata nel rinnovo delle cariche federali per il quadriennio olimpico 2009/2012. Al Teatro dell’ Osservanza di Imola (BO), città che sarà sede della prossima Settimana Tricolore, sono state convocate, sulla base del Regolamento Organico della FCI, l’Assemblea Straordinaria Nazionale per le modifiche dello Statuto Federale, sabato 14 marzo (ore 15.00, prima convocazione e ore 16.00, seconda convocazione) e l’Assemblea Elettiva Ordinaria Nazionale, domenica 15 marzo (ore 9.00, prima convocazione e ore 10.00, seconda convocazione). All’ordine del giorno oltre all’approvazione delle proposte di modifica dello Statuto Federale, alla nomina degli Organi Assembleari e della Commisione di Scrutinio, sono l’elezione del Presidente Federale; dei tre Vicepresidenti; dei cinque Consiglieri in rappresentanza degli Affiliati; del Consigliere in rappresentanza dei Direttori Sportivi; del Presidente e dei Componenti della Corte Federale; del Presidente e dei Componenti della Commissione d’Appello Federale; del Presidente e dei Componenti del Collegio dei Revisore dei Conti. I delegati nazionali comunicati dalla Segreteria Generale della Federazione Ciclistica Italiana sono 260 in rappresentanza dei delegati affiliati; 64 in rappresentanza dei delegati degli atleti e 38 in rappresentanza dei tecnici o Direttori Sportivi, per un totale di 362 delegati. All’Assemblea Elettiva di domenica, con il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, ricandidato alla guida della Federciclismo, sarà presente anche il Presidente del CONI Giovanni Petrucci: “E’ per noi un grande privilegio avere al nostro fianco il Presidente Giovanni Petrucci che ha sempre sostenuto l’attività della Federazione Ciclistica Italiana” - dice Renato Di Rocco. (ufficio stampa)


sceriffo - 12/03/2009 alle 14:48

domanda: come può essere tale un movimento se non offre una minima alternativa al presidente uscente , a prescindere o meno della bontà del suo operato? è da qs cose, da tante piccole cose, si capisce perchè tutti si permettono di pi-sciarci in testa


Morris - 12/03/2009 alle 23:01

Dietzen (col quale viglio complimentarmi per i riporti sulla "poesia del fango"-ciclocross), ha ragione quando dice che gli sono cascate le braccia.... Ed infatti, la puntuale conferma della giustezza della sua reazione, è giunta dal comunicato riportato da Mario. Per il ciclismo (per me, anche per tutto il resto dello sport), il signor Petrucci rappresenta il peggior presidente che il Coni abbia mai espresso. Dipendente Coni Di Rocco e dipendente Coni, a suo tempo, Petrucci.... Diciamo fraternità fra colleghi... Sceriffo ha ragione. L'unica "inconcruenza", é che il ciclismo non esprime movimento, ma accostamento.... di orticelli....che andranno ad Imola, a mettere in scena l'Assemblea Elettiva più inutile della storia della FCI.


..dai..vinci..!! - 13/03/2009 alle 12:47

daccordissimo con Morris e Sceriffo..le elezioni saranno un farsa, piena di candidati già col posto sicuro,(voti sicuri da elettori scelti) altri col destino già segnato...ma "solo" perchè già deciso da chi il potere lo ha già e riesce con promesse, minacce e ricatti a gestire il tutto. Gravissimo è condizionare candidati al punto da sollecitare il ritiro della candidatura..succederà anche questo..??:grr:


violetta - 13/03/2009 alle 13:35

[quote][i]Originariamente inviato da ..dai..vinci..!! [/i] daccordissimo con Morris e Sceriffo..le elezioni saranno un farsa, piena di candidati già col posto sicuro,(voti sicuri da elettori scelti) altri col destino già segnato...ma "solo" perchè già deciso da chi il potere lo ha già e riesce con promesse, minacce e ricatti a gestire il tutto. Gravissimo è condizionare candidati al punto da sollecitare il ritiro della candidatura..succederà anche questo..??:grr: [/quote] :mad:?


Morris - 13/03/2009 alle 14:50

[quote][i]Originariamente inviato da ..dai..vinci..!! [/i] daccordissimo con Morris e Sceriffo..le elezioni saranno un farsa, piena di candidati già col posto sicuro,(voti sicuri da elettori scelti) altri col destino già segnato...ma "solo" perchè già deciso da chi il potere lo ha già e riesce con promesse, minacce e ricatti a gestire il tutto. Gravissimo è condizionare candidati al punto da sollecitare il ritiro della candidatura..succederà anche questo..??:grr: [/quote] Vecchio Leo, fatti vivo più spesso!!!;) Non sono un campanilista e manco mi sento particolarmente legato ad un ipotetico ruolo di difensore della Romagna, ma fra le tante assurdità e/o pagine poco edificanti della FCI, proprio sul suolo romagnolo si sono consumate le peggiori: Bellaria e Imola. E proprio qui doveva venire a far passerella monarchica una delle poche persone, alla cui menzione o visione, mi faccio zabajone ai testicoli? Non ci sarò, ma è l'assenza più radiosa dei miei ricordi. In ogni caso Leo, "in bocca al lupo"....per la tua bile...;) Un abbraccio!


..dai..vinci..!! - 13/03/2009 alle 23:43

...Morris...SEI..IMMENSO...!!!:clap: ti ringrazio e fatti sentire...:cincin:


sceriffo - 15/03/2009 alle 13:16

Renato Di Rocco rieletto presidente con il 71% dei voti Era scontato, ma era importante sapere con quale percentuale Renato Di Rocco sarebbe stato rieletto alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Bene, Di Rocco è stato rieletto con il 71% dei voti (presidente dell'assemblea Aldo Spadoni), contro il 63% che gli era stato sufficiente per sconfiggere quattro anni fa Gian Carlo Ceruti, il presidente uscente. Non è stata un'elezione plebiscitaria, ma nemmeno bulgara, e questo secondo noi è un ulteriore aspetto positivo dell'elezione di Di Rocco, al quale auguriamo di tutto cuore un buon lavoro. ( tuttobiciweb.it) quindi se fossi l'unico partente del Giro d'Italia, secondo voi ,ce la faccio a vincerlo? e da solo poi nn dovrei nemmeno fare i conti con il tempo massimo :cool:


sceriffo - 15/03/2009 alle 16:40

Riconfermato Renato Di Rocco, ecco i tre nuovi vice-presidenti. Primo degli eletti e quindi vice-presidente vicario Flavio Milani, con 145 voti. Secondo degli eletti Giovanni Duci (142), terzo Gian Pietro, per tutti Gianni Sommariva (123). Quindi, un bel cambiamento, una svolta. Fine delle rappresentazioni per Davide D'Alto, l'uomo contro buono però per tutti i governi ( tuttobiciweb) -- http://www.ciclismoaltomilanese.com/2009/2%20febbraio/intervista%20a%20Gianni%20Sommariva/sommariva.htm ( quindi sommariva sarebbe il cambiamento ?)


Morris - 15/03/2009 alle 18:43

Stendiamo un velo pietoso! Chi ha giudicato positiva la percentuale di voti a Di Rocco, confrontandola con quella raggiunta quando aveva un avversario (che non era Ceruti, bensì quel Toni, avente come altri la colpa di aver sposato acriticamente il flagello che il cremasco è stato per il ciclismo), è perlomeno confuso sulle realtà delle elezioni sportive e quelle della FCI in particolare. Premesso che la democraticità delle assemblee elettive nelle federazioni, o meglio il percorso sul quale esse si dipanano, fa apparire i partiti politici dei mostri sacri di aperture e profondità democratiche, un unico candidato che raccoglie il 70% non è proprio il massimo. Anche perché, se si conosce il retroterra di questi appuntamenti e la realtà dei delegati - dove in molti sussisteva (e sussiste?) la timidezza dell’impreparazione come prodotto da acquistare e altri sempre troppi erano (lo sono ancora?) legati al tiro dei tubolari, delle promesse sotterranee di contributi o promozioni di gare ecc - trovarsi ad avere una platea più libera, che in mancanza di alternative giunge a dire no, o a non mostrare consenso, in un caso su tre, con tutto quello che ne consegue in termini di “perdita” del “proprio potere d’acquisto”, non può considerarsi vittoria significativa. Un successo pesante, sarebbe stato tale, se si fosse consumato con un plebiscito (altro che votazione bulgara!!!). Ma il velo pietoso viene maggiormente sul dopo…. Dove sono queste novità e queste svolte? La verità, visto l’accenno al bulgaro (che fa non solo ridere, ma pietà!) e che qui stiamo assistendo in termini di facce nuove (con idee nuove, più radicate sulle realtà sociali e sul mondo della scuola, nonché meno disponibili a farsi sodomizzare dal Coni) ad una similare parodia di quei volti siringati di medicine ed ormoni dei vari Breznev, Cernenko, Suslov, Andropov ecc. Mi aggiungo a Sceriffo, per chiedermi e chiedere: sono Sommariva, Milani e Duci, in ordine di anzianità o di antichità come sarebbe più giusto dire, le facce nuove? Ridiamo, che è meglio! In aggiunta, per chi ha vissuto lo sport dal di dentro, confermo quello che ho sempre detto: i MdS sono stati spesso un infortunio (uno dei tantissimi!) del Coni. Nelle federazioni sono stati inseriti, salvo rari casi, in posti marginali, esclusa una, la FCI, dove contano troppo anche per chi ha una pazienza in grado di contenere un condominio. Parrà paradossale, visti i tempi, ma anche da qui, si capisce perché il ciclismo è sempre più lo zimbello di troppi.


miky70 - 15/03/2009 alle 18:55

Mio padre è molto deluso, non ha votato Di Rocco, ha lasciato scheda bianca ma tanto era l'unico candidato. Deluso soprattutto perchè gli amici che aveva nel consiglio e per i quali faceva il tifo, non sono stati rinominati.


Morris - 15/03/2009 alle 23:53

Quando Martinello fu costretto ad andarsene, qualcuno disse che era un colpo di coda dei "cerutiani" che impedivano al presidente di operare. Ora che costoro non ci sono più, vedremo se il nuovo Consiglio Federale, avrà l’intelligenza di rimettere Silvio (che sarebbe stato nettamente, e nemmeno di poco, la persona ideale sulla quale concentrare un nuovo corso....), al posto che gli compete, per storia, conoscenza tecnica, orizzontalità d’attenzione, nonché quelle capacità dialettiche (che nella FCI sono rare come un lupo a Bologna). Sono sicuro che non lo farà, magari è già pronto l’ennesimo MdS....


sceriffo - 26/03/2009 alle 22:20

è dato sapere se nel nuovo consiglio l'uscente presidente onorario verrà riconfermato e se gli verrà corrisposto lo stesso compenso del precedente quadriennio?


sceriffo - 04/04/2009 alle 17:33

ho ascoltato l'intervista al presidente coni, in diretta dagli europei di ginnastica un distillato di demagogia e politichese. all'obbiezione dell'intervistatore che sottolineava come in qs tutte le federazioni i presidenti siano stati rieletti x la 2 volta, il presidente coni risponde che, a differenza della politica dove i mandati sono disignati, nello sport si elegge democraticamente. peccato che abbia dimenticato di dire che nel ciclismo, x es, il candidato era uno , uno solo. e che era perfettamente inutile mettere in piede una democratica elezione


josera - 07/04/2009 alle 18:55

il sito della FCI ad ora non ha nessun richiamo in home page alla tragedia del terremoto, come invece tutti i siti federali degli altri sport. Di Rocco tra l'altro non è abruzzese? Il ciclismo, come gli altri sport, dovrebbe far sentire la sua solidarietà alle popolazioni così duramente colpite.


Morris - 07/04/2009 alle 20:19

[quote][i]Originariamente inviato da josera [/i] il sito della FCI ad ora non ha nessun richiamo in home page alla tragedia del terremoto, come invece tutti i siti federali degli altri sport. Di Rocco tra l'altro non è abruzzese? Il ciclismo, come gli altri sport, dovrebbe far sentire la sua solidarietà alle popolazioni così duramente colpite. [/quote] [b]Ti han letto Jo... Dopo il tuo intervento hanno inserito questo: [/b] da www.federciclismo.it SOLIDARIETÀ: Un minuto di silenzio per esprimere la vicinanza del mondo sportivo alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo Il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, esprime anche a nome di tutto il movimento ciclistico la partecipazione e il profondo cordoglio ai familiari delle vittime del terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo. Aderendo all’appello del presidente del CONI, Giovanni Petrucci, invita tutti gli affiliati e tesserati ad osservare un minuto di silenzio in occasione dei prossimi eventi per far sentire alle popolazioni così duramente colpite la più vasta solidarietà e la vicinanza del mondo sportivo. P.S. Poteva mancare in una nota della FCI, un riferimento al "sole" Giovanni Petrucci? C'era bisogno di aspettare l'ovvietà di quell'uomo? Per fare qualcosa è proprio necessario aspettare "l'illuminato" appello di tal signore? Mah....


Granfondista - 09/04/2009 alle 12:54

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Quando Martinello fu costretto ad andarsene, qualcuno disse che era un colpo di coda dei "cerutiani" che impedivano al presidente di operare. Ora che costoro non ci sono più, vedremo se il nuovo Consiglio Federale, avrà l’intelligenza di rimettere Silvio (che sarebbe stato nettamente, e nemmeno di poco, la persona ideale sulla quale concentrare un nuovo corso....), al posto che gli compete, per storia, conoscenza tecnica, orizzontalità d’attenzione, nonché quelle capacità dialettiche (che nella FCI sono rare come un lupo a Bologna). Sono sicuro che non lo farà, magari è già pronto l’ennesimo MdS.... [/quote] Segnalo a riguardo su Tuttobici di questo mese una lettera di Martinello a Stagi, in cui replica ad'un intervista fatta in precedenza a Di Rocco.


..dai..vinci..!! - 16/04/2009 alle 10:44

Complimenti a Silvio Martinello per la lettera pubblicata su tuttobici.. grande atleta e persona di grande spessore e dignità.. che,come tutti quelli che propongono e dicono..diventano dei nemici..:OIO


Monsieur 40% - 16/04/2009 alle 13:27

Direi che la cosa è legatissima al ciclismo. *********** [b]Coni, si candida Barelli[/b] [i]Il presidente della Federnuoto, nonché senatore Pdl, con l'attuale numero 1 Gianni Petrucci e Franco Chimenti, presidente della Federgolf, è il terzo nome in lizza per il quadriennio 2009-2012[/i] ROMA, 15 aprile 2009 - Paolo Barelli è il terzo candidato alla presidenza del Coni. Si voterà il 6 maggio. Il presidente del nuoto, componente di Giunta e senatore Pdl si è deciso ufficialmente alle tre di questo pomeriggio, un giorno prima della scadenza delle candidature alle elezioni per il quadriennio 2009-2012. "Sì, mi candido", Barelli risponde laconico al telefonino. Paolo Barelli è l’ultimo dei candidati a scendere in campo. Prima di lui aveva già fatto questa scelta Franco Chimenti, presidente della Federgolf, e sabato scorso aveva ufficializzato la sua candidatura l’attuale numero uno del Coni Gianni Petrucci. NUMERO 1 DEL NUOTO - "A me va benissimo la candidatura di Barelli - dice il presidente della Federgolf Chimenti all'Agenzia di stampa Italpress -. Sapevo da molto tempo che si sarebbe presentato, lo avevo previsto. E per me non cambia niente". Chimenti, dunque, non farà alcun passo indietro: "E perché dovrei? Per quanto mi riguarda, la situazione resta invariata e resto favorito". Barelli è il presidente della Federazione italiana nuoto dal 15 ottobre del 2000 ed è stato eletto per questo quadriennio col quorum record del 95,45 per cento. È senatore dal 2001 alla seconda legislatura nelle liste del Pdl. BRONZO OLIMPICO - Paolo Barelli, romano, compirà 55 anni il 7 giugno. È sposato e padre di due figli, da atleta è stato venti volte campione italiano e 22 primatista italiano. Ha partecipato ai Giochi Olimpici di Monaco 1972 e a due finali olimpiche a Montreal nel 1976 nei 100 sl. Vince la prima storica medaglia mondiale nel nuoto con il bronzo nella staffetta 4x100 sl a Calì nel 1975. (gazzetta.it)


sceriffo - 01/05/2009 alle 12:36

ROMA «Mi scuso con gli appassionati, ma anche con il movimento sportivo nazionale. Questa è una brutta pagina, che ci dà maggiore spinta per andare avanti in maniera ancor più determinata». Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo ha in volto i segni di una nottata in bianco, parla di come con il Coni abbia scelto la linea della trasparenza e dell’intransigenza: «Siamo tutti dispiaciuti. Il c.t Ballerini, come me, non ha dormito tutta la notte. Ogni caso acclarato è un dolore anche personale. Ma non c'è altro modo di combattere questo problema, bisogna stringere le maglie della rete e dimostrare con i fatti che è sempre più difficile, inutile e autolesivo barare». (gazzetta d sport) -- è tutto?


Monsieur 40% - 06/05/2009 alle 17:24

"Siamo la coppia più bella del mondo..." ************* [b]RENATO DI ROCCO, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA, ENTRA IN GIUNTA CONI[/b] Importante successo per il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco che, con 40 voti, entra nella Giunta CONI. L’elezione si è svolta dopo che il Consiglio Nazionale Elettivo ha riconfermato Giovanni Petrucci alla Presidenza del CONI. “Ringrazio tutti gli elettori per la fiducia accordatami – commenta Renato Di Rocco, neoeletto nella giunta Coni – In particolare il Presidente Giovanni Petrucci per il sostegno che ha sempre dato al ciclismo italiano. Questo è il successo di tutto il nostro movimento. E' un riconoscimento al lavoro svolto per la promozione e il rilancio del nostro sport, alla serietà e al rigore nella lotta al doping, che resta impegno primario del ciclismo e dello sport nazionale". (ufficio stampa)


Frank VDB - 08/05/2009 alle 09:08

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] "Siamo la coppia più bella del mondo..." ************* [b]RENATO DI ROCCO, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA, ENTRA IN GIUNTA CONI[/b] Importante successo per il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco che, con 40 voti, entra nella Giunta CONI. L’elezione si è svolta dopo che il Consiglio Nazionale Elettivo ha riconfermato Giovanni Petrucci alla Presidenza del CONI. “Ringrazio tutti gli elettori per la fiducia accordatami – commenta Renato Di Rocco, neoeletto nella giunta Coni – In particolare il Presidente Giovanni Petrucci per il sostegno che ha sempre dato al ciclismo italiano. Questo è il successo di tutto il nostro movimento. E' un riconoscimento al lavoro svolto per la promozione e il rilancio del nostro sport, alla serietà e al rigore nella lotta al doping, che resta impegno primario del ciclismo e dello sport nazionale". (ufficio stampa) [/quote] Sicuramente sarà una presenza determinante. Di peso. Così come determinante per le sorti del ciclismo è stato il suo primo quadriennio di presidenza della FCI. :xxo :yawn: Lo stile con il quale andrà a lavorare lo si capisce poi subito da 4 righe di comunicato stampa: il sostegno che Petrucci ha dato al ciclismo :boh: , il rilancio del nostro sport :? , e soprattutto, tanto per sottolineare che siamo i più sporchi, anzi, gli unici sporchi, la lotta al doping. Andiamo avanti così


Admin - 08/05/2009 alle 10:25

Un esito che qui tutti più o meno aspettavamo. Hai ragione Frank, avanti così, e ciclismo sempre sacrificato alle ambizioni dei singoli :(


Frank VDB - 08/05/2009 alle 10:51

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Un esito che qui tutti più o meno aspettavamo. Hai ragione Frank, avanti così, e ciclismo sempre sacrificato alle ambizioni dei singoli :( [/quote] Cioè, mica che io voglio nascondere sotto il tappeto il problema doping, per carità... ma fare i kamikaze per dimostrare tramite il sacrificio della FCI che tutto lo sport italiano è pulito... E poi, tra i problemi del nostro sport, ce ne sono altri altrettanto assillanti, quanto inevasi: la sicurezza sulle strade (quanti genitori non mandano più i figli a ciclismo per questo motivo?), la falcidiazione delle squadre a tutti i livelli, dal Pro Tour alle giovanili, la formazione ciclistica nelle scuole, i procuratori fai-da-te, i bilanci di certe squadre che campano sul nero e sull'evasione, la formazione dei tecnici... di tutto questo il buon Di Rocco se ne è interessato tanto quanto Ceruti, cioè zero. E non è solo la politica internazionale (praticata comunque con eccessi di prudenza e realpolitik) che fa grande una Federazione.


miky70 - 08/05/2009 alle 12:22

Visto che è arrivato tanto in alto, potrebbe prendere il posto di Petrucci? E se prendesse il suo posto, potrebbe poi distogliere l'attenzione da tutti i casi di doping? So che lui pensa che un professionista dovrebbe essere libero di gestirsi come crede.


stress - 08/05/2009 alle 12:26

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Visto che è arrivato tanto in alto, potrebbe prendere il posto di Petrucci? E se prendesse il suo posto, potrebbe poi distogliere l'attenzione da tutti i casi di doping? So che lui pensa che un professionista dovrebbe essere libero di gestirsi come crede. [/quote] Difatti lui si gestisce e gestisce (SIC!!!) come crede. peccato che ...............

 

[Modificato il 08/05/2009 alle 12:29 by stress]


sceriffo - 15/07/2009 alle 00:10

oggi in telecronaca nuovo attacco frontale alla federazione rea, a dire dei telecronisti , di non passare alle vie di fatto contro pozz ed il suo team x villipendio alla maglia di campione ital. come se fossero qs i problemi che la federazione si dovrebbe sbrigare a risolvere, primi fra tutti l'nsipienza di certi organi di informazione ,pronti a parlare di ciclismo solo quando qualcuno viene pizzicato positivo e mai dei brillanti risultati dei suoi iscritti


dietzen - 15/07/2009 alle 01:44

tanto per gradire, altri 4 anni di mcquaid. da velo-club: Pat McQuaid, l’actuel président de l’union cycliste internationale a obtenu sans difficultés l’assureance d’un deuxième mandat. Les fédérations des différents pays, qui avaient jusqu’au 27 juin pour présenter un candidat sont restées muettes. Pat McQuaid, sans concurrence est donc réélu pour quatre années.


sceriffo - 15/07/2009 alle 15:03

[quote][i]Originariamente inviato da dietzen [/i] tanto per gradire, altri 4 anni di mcquaid. da velo-club: Pat McQuaid, l’actuel président de l’union cycliste internationale a obtenu sans difficultés l’assureance d’un deuxième mandat. Les fédérations des différents pays, qui avaient jusqu’au 27 juin pour présenter un candidat sont restées muettes. Pat McQuaid, sans concurrence est donc réélu pour quatre années. [/quote] un pò come la fci.nessun candidato . e stiamo parlando di una delle federazioni con piu praticanti e seguito nel mondo :OIO :OIO :OIO


Frank VDB - 03/08/2009 alle 22:00

Vorrei sostituire tutti i dirigenti del ciclismo, da quello nazionale a quello mondiale, con quelli del nuoto. Mentre il ciclismo affonda tra fuga degli sponsor, doping selvaggio, antidoping senza basi giuridiche certe, assenza di infrastrutture, subalternità dei ciclisti nel codice della strada, corse nel deserto che insidiano le gare storiche, chiusura di squadre giovanili, concessione di patentini a gente che è negata per fare i Ds, i vertici del nuoto ci danno una grande lezione. Le infrastrutture di Roma si sono rivelate un'autentica speculazione, con problemi giudiziari annessi e responsabilità politiche chiare e lampanti, ma nessuno ne ha parlato. I mondiali sono stati un successo. Per chi? Facile da immaginare. Memento Italia '90. Mentre nel ciclismo ci vogliono 24 anni per riavere un velodromo coperto e il Giro d'Italia viene visto come un incubo dai sindaci delle grandi città (vedi Milano, ma anche Firenze, dove il giro è arrivato e partito senza entrare in centro, o Roma, dove tre giorni prima in Rai parlavano solo dei problemi di traffico). Ai mondiali di nuoto si sgretolano centinaia di record mondiali, nazionali, continentali e... è tutto merito dei costumini. Nessuno dice dei mancati controlli del sangue (tranne voci isolate). Nessuno parla di straordinarie crescite delle prestazioni da un giorno all'altro. Se qualche problema c'è... senz'altro sono i cinesi (tra le righe: sporchi musi gialli, per giunta comunisti). E comunque c'è indulgenza per tutti. I nuotatori sono tutti puliti. Nel ciclismo ogni articolo trasuda di doping quando non viene citato espressamente. La Vam di Contador è sospetta. La mutazione di Wiggins è sospetta. I ciclisti sono tutti dopati. Non possono fare prestazioni così. I mondiali di nuoto sono un successo mediatico opportunamente preparato e pubblicizzato. Quelli di ciclismo (almeno da Verona 99, fino a Varese) non se li è filati nemmeno il tg2 della Lega, che praticamente li ha avuti in casa nelle ultime tre edizioni italiane. Le medaglie azzurre nel nuoto sono contornate di decine di interviste ai tecnici e ai presidenti della Federnuoto. Ballan e Ballerini in tv non ci sono mai andati con questa intesità. Di Rocco... Rocco chi? Rocco e i suoi fratelli? I campioni del nuoto sono belli, muscolosi, sorridenti, fanno sesso a manetta, fanno servizi fotografici, diventano piccoli divi. Anche quando inciampano nella provetta. I ciclisti... beh guardiamoci bene da quelli... W i dirigenti del nuoto


sceriffo - 04/08/2009 alle 13:25

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Vorrei sostituire tutti i dirigenti del ciclismo, da quello nazionale a quello mondiale, con quelli del nuoto. Mentre il ciclismo affonda tra fuga degli sponsor, doping selvaggio, antidoping senza basi giuridiche certe, assenza di infrastrutture, subalternità dei ciclisti nel codice della strada, corse nel deserto che insidiano le gare storiche, chiusura di squadre giovanili, concessione di patentini a gente che è negata per fare i Ds, i vertici del nuoto ci danno una grande lezione. Le infrastrutture di Roma si sono rivelate un'autentica speculazione, con problemi giudiziari annessi e responsabilità politiche chiare e lampanti, ma nessuno ne ha parlato. I mondiali sono stati un successo. Per chi? Facile da immaginare. Memento Italia '90. Mentre nel ciclismo ci vogliono 24 anni per riavere un velodromo coperto e il Giro d'Italia viene visto come un incubo dai sindaci delle grandi città (vedi Milano, ma anche Firenze, dove il giro è arrivato e partito senza entrare in centro, o Roma, dove tre giorni prima in Rai parlavano solo dei problemi di traffico). Ai mondiali di nuoto si sgretolano centinaia di record mondiali, nazionali, continentali e... è tutto merito dei costumini. Nessuno dice dei mancati controlli del sangue (tranne voci isolate). Nessuno parla di straordinarie crescite delle prestazioni da un giorno all'altro. Se qualche problema c'è... senz'altro sono i cinesi (tra le righe: sporchi musi gialli, per giunta comunisti). E comunque c'è indulgenza per tutti. I nuotatori sono tutti puliti. Nel ciclismo ogni articolo trasuda di doping quando non viene citato espressamente. La Vam di Contador è sospetta. La mutazione di Wiggins è sospetta. I ciclisti sono tutti dopati. Non possono fare prestazioni così. I mondiali di nuoto sono un successo mediatico opportunamente preparato e pubblicizzato. Quelli di ciclismo (almeno da Verona 99, fino a Varese) non se li è filati nemmeno il tg2 della Lega, che praticamente li ha avuti in casa nelle ultime tre edizioni italiane. Le medaglie azzurre nel nuoto sono contornate di decine di interviste ai tecnici e ai presidenti della Federnuoto. Ballan e Ballerini in tv non ci sono mai andati con questa intesità. Di Rocco... Rocco chi? Rocco e i suoi fratelli? I campioni del nuoto sono belli, muscolosi, sorridenti, fanno sesso a manetta, fanno servizi fotografici, diventano piccoli divi. Anche quando inciampano nella provetta. I ciclisti... beh guardiamoci bene da quelli... W i dirigenti del nuoto [/quote] Carissimo, sposi in pieno la mia tesi ( ho aperto anche un trhead a riguardo se guardi un pò più sotto ). Hai detto tutto bene. Una cosa ti è sfuggita: guarda chi ricopre la carica di presidente delle FIN e chi invece quella della FCI. Basta dare un'occhio per capire.


sceriffo - 10/08/2009 alle 15:25

Il presidente Di Rocco e il difficile momento del ciclismo Renato Di Rocco Caro Direttore, nella posta della Gazzetta dello Sport del 3 agosto scorso ho letto la ri­sposta di Severgnini, persona amabile e piacevole da legge­re oltre che da ascoltare. La Sua sintesi però cozza con la realtà e capisco il malessere di Severgnini di fronte a epi­sodi che indignano. Per noi che operiamo nel ciclismo e che ci sforziamo di portarli al­la luce, con l'aiuto di tutti, compresa la Gazzetta, così co­me per ogni vero appassiona­to sono autentici colpi al cuo­re. Ma non vedo altro modo per restituire credibilità e tra­sparenza al nostro sport che scovare il marcio e combatter­lo con tutti i mezzi. L'indigna­zione è comprensibile, ci sti­mola anzi ad andare avanti con maggiore decisione e sen­za compromessi. Girare la te­sta da un'altra parte non risol­ve il problema, è già una resa. Non è quello che chiedono mi­lioni di persone che continua­no a seguire il ciclismo lungo le strade e dai teleschermi. Se­vergnini dovrebbe sapere che su questa base la Gazzetta ha fondato le sue origini e ha co­struito la sue fortune di pri­ma testata sportiva d'Italia, in un rapporto di dare ed ave­re con il ciclismo molto più complesso e fecondo di quan­to immagini. Ha scritto Fossati che il cicli­smo è una «metafora della vi­ta », con tutte le imperfezioni, le debolezze e gli errori che la vita comporta. Ma anche i so­gni, le emozioni e le speran­ze. Questo la gente lo ha capi­to, per questo ama il ciclismo e i suoi interpreti. Soffre e s'in­digna quando viene delusa, chiede pulizia e chiarezza, ma non lo abbandona e non lo abbandonerà mai, perché non si voltano le spalle alla vi­ta. Renato Di Rocco Presidente Federazione Ciclistica Italiana Risponde Beppe Servegnini Caro Di Rocco, sono senza pa­role (e per un giornalista è ra­ro). Avrei capito una lettera amareggiata e delusa, visto co­sa sta succedendo al vostro sport. Ma una lettera di prote­sta, no, non me l'immaginavo. Non sono irritato. Solo preoc­cupato, perché significa che non capite l'enormità di quan­to sta succedendo. La raffica di campioni trovati positivi - or­mai le vittorie sono provviso­rie - distrugge la fiducia e mina la passione. Giri d'Italia, Tour de France, Olimpiadi: un disa­stro dopo l'altro. Non solo: quello che si scopre - e il resto che s'immagina - fa temere che l'eccezione sia diventata la regola. Se così fosse, ditelo! 'Signori: di fronte a fatiche so­vrumane, i ciclisti ricorrono ad aiuti medici e farmacologici. E noi non riusciamo ad impedir­glielo'. Da oggi, da sempre? Spiegateci, invece di sgridar­ci. So l'impegno che Federcicli­smo mette nella lotta al do­ping, e mi rendo conto che il vo­stro sport è controllato come nessun altro. Ma i risultati so­no quelli che vediamo: un disa­stro. Minimizzarlo è un'ipocri­sia. Perché la gente non è sce­ma, e vota con gli occhi e col telecomando. Capisco che il problema sia gigantesco, ma buttarla sul romanticismo, la tradizione e l'orgoglio non ba­sta più. Troppe promesse man­cate, troppe delusioni, troppe tragedie, a cominciare dal po­vero Pantani. Se volete ricon­quistarci, dovete fare molto di più. E comunque è bene che lo sappiate: sarà dura. ( Fonte : Gazzetta dello Sport ) ---- L'unica volta che il presidente si decide a "farsi sentire " ( con voce tenue in verità ) , trova pure chi gliele canta di santa ragione


Monsieur 40% - 25/09/2009 alle 12:42

[b]Uci, Pat McQuaid rieletto presidente[/b] Unico candidato alla successione di se stesso, Pat McQuaid è stato rieletto presidente dell'Uci per il prossimo quadriennio. (tuttobiciweb.it)


Abajia - 25/09/2009 alle 18:54

Al peggio non c'è mai fine (cit.)


sceriffo - 25/09/2009 alle 21:08

bene! di rocco succede a di rocco, pat succede a pat. un'altra ventata di gioventù


Monsieur 40% - 26/09/2009 alle 15:27

[b]Ecco il nuovo Consiglio Direttivo dell'Uci[/b] Ecco la composizione del nuovo Consiglio Direttivo dell’Uci : • M. Pat McQuaid (IRL) – presidente * • M. Artur Lopes (POR) – Vicepresidente * • M. Renato Di Rocco (ITA) – Vicepresidente * • M. Hee Wook Cho (KOR) – Vicepresidente • M. Cheikh Faisal Bin Humaid Al Qassimi (UAE) * • M. Joop Atsma (NED) * • M. Mohamed Wagih Azzam (EGY) • M. Brian Cookson (GBR) * • M. Mohamed Jamel Louafi (TUN) * • M. Peder Pedersen (DEN) * • M. José Manuel Pelaez (CUB) • M. Mike Plant (USA) * • M. Fritz Ramseier (GER) * • M. Mike Turtur (AUS) • M. Wojciech Walkiewicz (POL) • M. Vittorio Adorni (ITA) – ,embro cooptato • M. Hein Verbruggen – presidente onorario • M. Ray Godkin (AUS) – vicepresidente onorario • M. Vladimir Holecek (CZE) – vicepresidente onorario • M. Agostino Omini (ITA) – vicepresidente onorario (tuttobiciweb.it)


leo - 26/09/2009 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]Ecco il nuovo Consiglio Direttivo dell'Uci[/b] Ecco la composizione del nuovo Consiglio Direttivo dell’Uci : • M. Pat McQuaid (IRL) – presidente * • M. Artur Lopes (POR) – Vicepresidente * • M. Renato Di Rocco (ITA) – Vicepresidente * • M. Hee Wook Cho (KOR) – Vicepresidente • M. Cheikh Faisal Bin Humaid Al Qassimi (UAE) * • M. Joop Atsma (NED) * • M. Mohamed Wagih Azzam (EGY) • M. Brian Cookson (GBR) * • M. Mohamed Jamel Louafi (TUN) * • M. Peder Pedersen (DEN) * • M. José Manuel Pelaez (CUB) • M. Mike Plant (USA) * • M. Fritz Ramseier (GER) * • M. Mike Turtur (AUS) • M. Wojciech Walkiewicz (POL) • M. Vittorio Adorni (ITA) – ,embro cooptato • M. Hein Verbruggen – presidente onorario • M. Ray Godkin (AUS) – vicepresidente onorario • M. Vladimir Holecek (CZE) – vicepresidente onorario • M. Agostino Omini (ITA) – vicepresidente onorario (tuttobiciweb.it) [/quote] Non uno spagnolo, non un francese, non un belga..ma emirati arabi e tunisia..


sceriffo - 26/09/2009 alle 23:30

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [b]Ecco il nuovo Consiglio Direttivo dell'Uci[/b] Ecco la composizione del nuovo Consiglio Direttivo dell’Uci : • M. Pat McQuaid (IRL) – presidente * • M. Artur Lopes (POR) – Vicepresidente * • M. Renato Di Rocco (ITA) – Vicepresidente * • M. Hee Wook Cho (KOR) – Vicepresidente • M. Cheikh Faisal Bin Humaid Al Qassimi (UAE) * • M. Joop Atsma (NED) * • M. Mohamed Wagih Azzam (EGY) • M. Brian Cookson (GBR) * • M. Mohamed Jamel Louafi (TUN) * • M. Peder Pedersen (DEN) * • M. José Manuel Pelaez (CUB) • M. Mike Plant (USA) * • M. Fritz Ramseier (GER) * • M. Mike Turtur (AUS) • M. Wojciech Walkiewicz (POL) • M. Vittorio Adorni (ITA) – ,embro cooptato • M. Hein Verbruggen – presidente onorario • M. Ray Godkin (AUS) – vicepresidente onorario • M. Vladimir Holecek (CZE) – vicepresidente onorario • M. Agostino Omini (ITA) – vicepresidente onorario (tuttobiciweb.it) [/quote] è possibile conoscere l'età media del consiglio? adorni ed omini " x tutta la vita" :D


dietzen - 27/09/2009 alle 01:55

considerando che gli asterischi stanno a significare che si tratta di membri già presenti nel precedente direttivo, si nota la grande aria di cambiamento.


sceriffo - 09/10/2009 alle 10:20

Jacques Rogge è stato rieletto presidente del Comitato olimpico internazionale per un secondo mandato, fino al 2013. Ha ottenuto 88 dei 92 voti disponibili; tre sono stati gli astenuti, uno il voto contrario. Eletto vicepresidente del Cio Mario Pescante: ha ottenuto 53 voti, superando Ching Kuo Wu di Taipei, presidente mondiale della boxe, che di voti ne ha invece ottenuti 37. I votanti sono stati 88. Chirurgo belga, Jacques Rogge venne eletto per la prima volta presidente del Cio nel 2001, a Mosca, al posto dello spagnolo Juan Antonio Samaranch, che lasciò la massima carica del Comitato olimpico internazionale dopo 21 anni. Jacques Rogge è nato a Gand, il 2 maggio 1942, ed è membro del Comitato olimpico nazionale dal 1991. E' un medico chirurgo specialista in medicina dello sport, è sposato con Anne Bovijn ed ha due figli. Ha praticato vela e rugby. Come velista ha partecipato alle Olimpiadi di Messico '68, Monaco '72 e Montreal '76. (fonte Ansa). --- anche qua il nuovo che avanza .


sceriffo - 26/10/2009 alle 08:04

Crisi diplomatica tra la Federciclismo e «La Gazzetta dello Sport». Nulla di preoccupante, ma qualche problema c'è e si vede chiaramente. O meglio, ieri pomeriggio negli studi milanesi di X-Factor dove il 93° Giro d'Italia è stato presentato, il numero uno della nostra Federazione non si è visto affatto, facendosi notate per la sua assenza. «Non sono contento di come il ciclismo è stato trattato in questa stagione da “La Gazzetta” - dice a tuttobiciweb.it il presidente della nostra Federazione -. Non mi sento di aggiungere altro, anche perché quello che avevo da dire l'ho detto in una lettera al direttore Carlo Verdelli, il quale, molto gentilmente mi ha già risposto. Spero solo che in futuro il più grande quotidiano sportivo d'Europa possa tornare a seguire meglio il nostro sport». Non lo dice ma lo si capisce chiaramente, Renato Di Rocco non ha gradito come il quotidiano rosa ha trattato le medaglie “ciclistiche” conquistate ai Giochi del Mediterraneo, così come le tante medaglie su pista agli europei, per arrivare a Il Lombardia (anche Alfredo Martini ha scritto una lettera in merito), liquidato con un paio di paginette e nemmeno un richiamo in prima pagina. Scelte editoriali, però, che non spetterebbero al presidente della Federazione, il quale però ha tutto il diritto di risentirsene. Ultima nota personale: che Dio ci conservi la “Gazzetta”, che tutti i santi giorni qualcosa di ciclismo scrive. Consiglio: caro presidente, egregio direttore, parlatevi. Pier Augusto Stagi ( tuttobiciweb ) --- bravo presidente . era ora che lei e la feder da lei rappresentata prendessero una posizone chiara e forte. ora spero che si prosegua su qs ferma tutela del movimento. ( francamente continuo a non capire la linea editoriale della gazza che sputtana un movimento che attraverso il giro è l'unico a portare asset all'rcs event )


Monsieur 40% - 06/11/2009 alle 20:03

[b]Changes to the composition of the UPTC and the UCI commissions[/b] Following the decisions made in Lugano (Switzerland) during the UCI Management Committee meeting on 23rd September, changes have been made to the composition of the UCI ProTour Council (UPTC) and the different UCI Commissions. The new composition of the UPTC is as follows: President : Vittorio Adorni (ITA) Member : Rocco Cattaneo (SUI) appointed by the UCI Member : Roger Legeay (FRA) appointed by the UCI Member : Ramon Mendiburu (ESP) appointed by the UCI Member : Stephen Roche (IRL) appointed by the UCI Member : Erik Zabel (GER) appointed by the UCI Member : Michael Hinz (GER) organisers’ representative Member: Charly Mottet (FRA) organisers’ representative Member : Roberto Amadio (ITA) teams’ representative Member : Jonathan Vaughters (USA) teams’ representative Member : Dario Cioni (ITA) riders’ representative Member : Cédric Vasseur (FRA) riders’ representative Messrs R. Legeay, R. Mendiburu, S. Roche and E. Zabel replace Messrs F. Gimondi, M. Indurain, R. Scharping and H. Verbruggen. As for the commissions for the Paralympic and Olympic cycling disciplines, Meesrs Joop Atsma (NED), Mike Turtur (AUS), David Lappartient (FRA), Brian Cookson (GBR), Abe Schneider (AUS) and Louis Barbeau (CAN) preside respectively over the road, track, mountain bike, cyclo-cross, BMX and para-cycling commissions. The full composition of all the UCI bodies and commissions is available on the UCI website. (uci.ch)


Monsieur 40% - 18/11/2009 alle 18:09

[b]Team Professional di matrice italiana: nasce l'Assogruppi[/b] Riparte con rinnovato entusiasmo l’esperienza associativa delle squadre professional continental di estrazione italiana con l’obiettivo di proporre un unico interlocutore per tutti i soggetti coinvolti nel ciclismo professionistico. Sei delle sette formazioni professional (Acqua&Sapone, Androni Giocattoli, Carmiooro NGC, Ceramica Flaminia, Colnago–CSF e De Rosa–Stac Plastic), auspicando che anche le altre formazioni italiane per tesseramento, sponsor o matrice, vogliano al più presto associarsi, si sono riunite per favorire un dialogo costruttivo volto a dare sempre maggior qualità e spinta al movimento professionistico italiano. Le sei squadre, dandosi un’organizzazione snella e propositiva guidata da un professionista indipendente, hanno voluto darsi come priorità il rilancio di un calendario italiano troppo penalizzato negli ultimi anni. I team manager presenti hanno nominato l’avv.to Stefano Feltrin presidente dell’associazione dei team professionistici che assume da oggi la denominazione di “Assogruppi”. (ufficio stampa)


Monsieur 40% - 19/11/2009 alle 15:21

[b]Assemblea annuale ADISPRO: i protagonisti del ciclismo a confronto[/b] [i]L’evento dell’associazione che riunisce i direttori sportivi ospiterà una tavola rotonda con Di Rocco, Zomegnan, Bulbarelli e Scheidecker. Appuntamento domani (venerdì 20/11) al convento della “Castellina”[/i] L’Assemblea annuale dell’ADISPRO, l’associazione italiana dei direttori sportivi professionisti, è ormai molto più di una semplice occasione di dialogo tra i tecnici del ciclismo. Lo conferma il programma dei lavori che domani, 20 novembre, saranno ospitati dalle sale del Convento S. Lucia alla Castellina, a Sesto Fiorentino. Dopo l’assemblea ordinaria ed il punto sui nuovi corsi di formazione per direttori sportivi, infatti, si terrà una tavola rotonda moderata dal presidente dell’ADISPRO italiana, Alberto Volpi, sul tema “Ruoli a confronto”. Vi prenderanno parte il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, il direttore di Rcs Sport Angelo Zomegnan, il vice direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli ed il coordinatore dell’UCI Pro Tour Ricardo Scheidecker. Alberto Volpi osserva: «Quest’anno intendiamo sviluppare ancor più che in passato il taglio di approfondimento e dibattito che da sempre connota il nostro meeting. L’adesione da parte del 90% degli associati ci dimostra che questa volontà è condivisa e la partecipazione è sentita. La presenza di personalità del ciclismo del calibro di Di Rocco, Zomegnan, Bulbarelli e Scheidecker, poi, testimonia la rilevanza del ruolo che l’ADISPRO ha saputo ritagliarsi tra le componenti del ciclismo». Oltre a confrontarsi sugli aspetti tecnici e gestionali della loro professione, i direttori sportivi faranno il punto anche sull’attività svolta sino ad oggi da ADISPRO International. L’associazione internazionale, presieduta da Serge Parsani, fu costituita nel marzo 2008 proprio per iniziativa dei direttori sportivi italiani. Ecco il programma completo del convegno: Ore 9.00: Inizio lavori – Saluto del presidente ADISPRO e dei responsabili della “Castellina” Ore 10.30: Assemblea ordinaria Ore 13.00: Pranzo Ore 14.30: “Nuovi corsi di formazione UCI per direttori sportivi”, relatore Ricardo Scheidecker Ore 15.45: Break Ore 16.00: Tavola rotonda: “Ruoli a confronto”, relatori Renato Di Rocco, Angelo Zomegnan, Auro Bulbarelli, Ricardo Scheidecker. Moderatore Alberto Volpi Ore 17.30: Dibattito Ore 18.30: Chiusura dei lavori Ore 19.30: Cena Ufficio stampa ADISPRO


Monsieur 40% - 20/11/2009 alle 19:10

[b]Assemblea annuale ADISPRO: molti spunti dal convegno “Ruoli a confronto”[/b] [i]A margine della riunione organizzata come ogni anno dall’associazione dei direttori sportivi italiani, si è tenuta una tavola rotonda con Di Rocco, Zomegnan, Bulbarelli e Scheidecker. In mattinata il confronto interno sulla questione “radioline in corsa”[/i] L’assemblea dei direttori sportivi del ciclismo professionistico, tenutasi oggi nel Convento S. Lucia alla Castellina di Sesto Fiorentivo, ha rispettato in pieno le premesse. Oltre a favorire il punto sull’attività dell’ADISPRO, infatti, ha ospitato un articolato dibattito tra le principali componenti del ciclismo. Il convegno sul tema “Ruoli a confronto”, moderato dal presidente dell’ADISPRO italiana Alberto Volpi, ha fornito spunti di grande interesse grazie al contributo fornito dal presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, dal direttore di Rcs Sport Angelo Zomegnan, dal vice direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli e dal coordinatore dell’UCI Pro Tour Ricardo Scheidecker. Come sottolinea Volpi, «l’intervento di queste autorità conferma che la nostra associazione viene ritenuta un soggetto aperto al dialogo ed al confronto». «Il rappresentante dell’UCI, Scheidecker, non ha mancato di sottolineare lo stimolo fornito dall’ADISPRO italiana alla costituzione dell’associazione internazionale» osserva il vicepresidente Luca Guercilena. «Tutti i relatori si sono soffermati sull’incisività del nostro operato e sul contributo che la categoria dei tecnici del ciclismo può e deve fornire all’intero movimento». In mattinata, oltre a procedere all’approvazione del bilancio ed alla verifica delle dinamiche di gestione interna, i direttori sportivi hanno fatto il punto sull’utilizzo delle radioline in corsa. L’ADISPRO italiana ha confermato di ritenere fondamentale il mantenimento dei collegamenti radio in corsa, sia per consentire ai direttori sportivi di svolgere correttamente il proprio lavoro sia a tutela della sicurezza in gara. Ufficio stampa ADISPRO


Monsieur 40% - 23/11/2009 alle 19:39

[b]Consiglio Federale[/b] Si svolgerà a Bergamo, presso lo Starhotel Cristallo Palace, a partire dal pomeriggio domani, martedì 24 fino a mercoledì 25 novembre, il Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, presieduto da Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Molti i punti all'ordine del giorno tra cui la Settimana Tricolore 2010, l'assegnazione del Giro d'Italia Internazionale femminile, l'assegnazione dei Campionati Italiani 2010-2011 per il settore Fuoristrada e su Pista (2010), oltre all'assegnazione dei Campionati Italiani Master e la partecipazione al Giro d'Italia Elite/Under 27 del 2010. The Brain Farm Ufficio Stampa FCI


Monsieur 40% - 25/11/2009 alle 23:03

[b]CONSIGLIO FEDERALE - PROTOCOLLI D¹INTESA E ASSEGNAZIONE DELLA SETTIMANA TRICOLORE 2010, LA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA VUOLE SICUREZZA E INTERAZIONE NELL¹ATTIVITA¹ CICLISTICA[/b] Milano, 25 novembre 2009 - Si è svolto a Bergamo, presso Starhotel Cristallo Palace, il Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, presieduto da Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Numerosi i temi discussi all¹ordine del giorno. Il Consiglio Federale ha quindi deliberato: - Il protocollo d'intesa con la Federazione Italiana Sport Orientamento, in particolare per l'interazione dell¹attività di MTB; - Il protocollo con il Comitato Italiano Sport contro la Droga; - Il Consiglio ha preso conoscenza inoltre della fattibilità della nomina, all¹interno del Ministero Infrastrutture e Trasporti- Consulta nazionale della sicurezza stradale, nella persona del Dott. Raimondo Soragni (Responsabile della Commissione Sicurezza della Federciclismo) a rappresentante della FCI in seno alla Consulta Nazionale della sicurezza stradale. L¹organizzazione della Settimana Tricolore 2010, in programma da sabato 19 a domenica 27 giugno, è stata assegnata al Team 2000 Marchiol ASD. La Settimana Tricolore 2010 si svolgerà nella Provincia di Treviso, dove la promozione del territorio attraverso numerose attività collaterali, è uno dei principali obiettivi. The Brain Farm UFFICIO STAMPA FCI


Monsieur 40% - 27/11/2009 alle 14:36

[b]CONSIGLIO FEDERALE: Assegnati i Campionati Italiani della pista e del fuoristrada[/b] Oltre ad assegnare la Settimana Tricolore (da sabato 19 a domenica 27 giugno 2010) al Team 2000 Marchiol ASD (Treviso), il Consiglio Federale della Federazione Ciclistica Italiana, riunitosi mercoledì 25 novembre a Bergamo, ha assegnato anche i seguenti campionati: SETTORE PISTA: Campionati Giovanili - Assoluti – Paraciclismo su Pista 2010 presso il Velodromo di Mori. SETTORE FUORISTRADA: Campionati Italiani categoria Allievi/Esordienti 2010 - Staffetta per Società categoria Allievi/Esordienti 2010 alla Società V.C. COURMAYEUR MONT BLANC (AO), 12 giugno 2010; Staffetta per CCRR (Comitati Regionali) 2010 alla Società AVS ST. LORENZEN/RAD – (BZ), 26 e 27 giugno 2010. Campionati Italiani Allievi/Esordienti MTB 2011 alla società ASD GARDA SPORT ODOLO (BS). Campionati Italiani BIKE TRIAL 2010 alla società MC LAZZATE BIKETRIAL – Lazzate (MI). Campionati Italiani DH 2010 alla Società La Strana Officina Abetone (FI), 17 e 18 luglio 2010. Campionati Italiani XCM 2011 al G.S. AVIS GUALDO TADINO (PG). Campionati Italiani XCO 2010 – 2011 alla società Racing Team Dayco Torre Canavese (TO) per il 2010 (17 e 18 luglio) e al Gruppo Sportivo MTB Val di Sole Cup – Peio Terme (TN) per il 2011. Campionati Italiani 4Cross 2010 alla società Vigor Cycling Team – Rossana Cuneo, 22 maggio 2010. (federciclismo.it)


forzainter - 27/11/2009 alle 18:11

Prendo spunto dall'assegnazione dei campionati italiani alla provincia di Treviso per la giusta polemica fatta dagli organizzatori del campionato europeo di mtb a Montebelluna (nello stesso week end..) http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=25221&tp=n Visto che la data della mtb era gia' fissata , come è possibile che abbiano assegnato i campionati italiani a Treviso , praticamente nella stessa zona dei campionati europei di mtb ? Treviso Era l'unica candidata ? se no è come darsi la zappa sui piedi..poi non era il caso di comunicarlo , per correttezza , all'altro organizzatore ? In Estate dalle mie parti c'e' una proliferazione esagerata di sagre (asino , asado ecc finiamo domani..) Prima ce n'erano 2-3 in tutta la regione per week end (e tutte erano strapiene) adesso 10-12.. alcune si lamentano che non c'e' tanta gente.. chissa' come mai


Abruzzese - 27/11/2009 alle 18:32

Come avevo già fatto notare ieri a Subsonico, la lettera era stata già riportata da un utente nel thread sulla Settimana Tricolore 2010 la sera prima che fosse pubblicata su Tuttobiciweb. ;)


forzainter - 27/11/2009 alle 18:41

Scusa. Vado su Internet un giorno si uno no. e parto a leggere dal piu' recente. Non ero ancora arrivato al Thread settimana tricolore


the.mtb.biker - 29/11/2009 alle 18:13

[quote][i]Originariamente inviato da forzainter [/i] Prendo spunto dall'assegnazione dei campionati italiani alla provincia di Treviso per la giusta polemica fatta dagli organizzatori del campionato europeo di mtb a Montebelluna (nello stesso week end..) http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=25221&tp=n Visto che la data della mtb era gia' fissata , come è possibile che abbiano assegnato i campionati italiani a Treviso , praticamente nella stessa zona dei campionati europei di mtb ?[/quote] L'organizzazione dell'Europeo MTB a Montebelluna, sul Montello e sul Collalto era stata assegnata già nel 2008. Adesso il bello è che nel consiglio nazionale FCI - l'organo che ha assegnato la Settimana Tricolore a Treviso - è stato inserito un rappresentante per la MTB, l'altoatesino Riedmuller, che NON POTEVA NON SAPERE della concomitanza.... Adesso tutti a dire "non sapevamo", "non ce lo ricordavamo", ecc... però guarda caso le gare tricolori si svolgeranno in praticamente TUTTA la provnicia di Treviso... tranne che sul Montello!!!! [quote]Treviso Era l'unica candidata ? se no è come darsi la zappa sui piedi..poi non era il caso di comunicarlo , per correttezza , all'altro organizzatore ?[/quote] lo sapete come "l'organizzatore" è venuto a sapere della cosa? Era nell'ufficio di uno sponsor, una nota marca di calzature sportive trevigiana che da anni collabora con l'evento MTB, per definire i dettagli della sponsorizzazione. Ed è stato proprio lo sponsor a comunicargli che non poteva essere molto d'aiuto perchè.... preferiva sostenere la Settimana Tricolore. Di cui ovviamente l'organizzatore MTB non sapeva nulla...:(


forzainter - 30/11/2009 alle 18:03

[quote][i]Originariamente inviato da the.mtb.biker [/i] lo sapete come "l'organizzatore" è venuto a sapere della cosa? Era nell'ufficio di uno sponsor, una nota marca di calzature sportive trevigiana che da anni collabora con l'evento MTB, per definire i dettagli della sponsorizzazione. Ed è stato proprio lo sponsor a comunicargli che non poteva essere molto d'aiuto perchè.... preferiva sostenere la Settimana Tricolore. Di cui ovviamente l'organizzatore MTB non sapeva nulla...:( [/quote] Ancora peggio Conferma quello che penso di questa federazione (vedi i casi Callari - Collinelli ecc) Le parole lealta' e correttezza non sanno cosa siano Il Bello è che la Federazione dovrebbe fare gli interessi di tutti i tesserati , compresi gli organizzatori


Slegar - 24/03/2010 alle 13:40

[quote][i]Originariamente inviato da Bartoli dal thread "Giro 2010, i Protagonisti al via" [/i] Comunque è con ragionamenti come "date agli italiano 15 milioni e vedete cosa combinano" che il nostro sport (tutto lo sport) è in crisi, bisogna imparare a rispettare anche ciò che non è italiano [/quote] Quoto questo post, perché mi dà degli spunti, per spostare il discorso a livello generale. Avevo scritto nel thread [i]"Giro 2010, i Protagonisti al via" [/i]: [quote][i]Tralasciando Liquigas e Lampre, inserite nelle protour, quante squadre professional italiane possiedono un organico in grado di essere protagoniste, per esempio, alle classiche di primavera, al Giro d'Italia, al Giro di Svizzera ed al Tour de France? .... Il mio ragionamento è questo: ipotetiche squadre come, ad esempio, Acqua & Sapone-Flaminia o Androni-ISD, per non parlare del guscio vuoto che era la Footon-Servetto che dava l'accesso alla partecipazione alle gare del calendario internazionale senza nessun problema, composte con i migliori elementi sono formazioni di "prima fascia" con corridori importanti e budget importanti, che possono presentarsi alla porta di qualsiasi organizzatore e PRETENDERE di essere invitate.......... [/i] [/quote] Il mio ragionamento (chiamiamolo così) si forma in step successivi: 1° step (quest'inverno leggendo delle squadre per la stagione 2010): .. mumble mumble ..., anche quest'anno piccole squadre ed all'estero pochi italiani. 2° step (ieri leggendo le squadre invitate al giro): quello che ho scritto nel quote sopra. 3° step: (questa mattina a colazione): e che cavoli, sei squadre italiane tra protour e professional sono più che sufficienti. 4° step (quando ho iniziato a scrivere questo post): e che cavoli, noi nel nostro piccolo siamo più bravi (questa la spiego alla fine e non centra nulla con il ciclismo). Ragiono sul 3° step. Squadre italiane (o quasi) protour Liquigas: a posto con un roster competitivo :yes: Lampre: deboluccia anche con Cunego e Petacchi :no: Footon-Servetto (anche sa ha la licenza spagnola): potranno esserci corridori giovani con una promettente carriera, però .... :no::no: Squadre italiane professional Androni: competitiva in primavera, può fare belle cose al giro, ma poi, aspettando che i big rifiatino, per qualcos'altro di importante si deve aspettare l'ultima parte della stagione (e comunque sempre nel calendario italiano) :no: Acqua&Sapone: idem c.s. :no: ISD, Carmiooro, Flaminia, CSF e De Rosa: squadre con nomi importanti o con giovani interessanti, ma comunque con formazioni limitate nel numero dei componenti :no::no: Il punto è questo: i manager del ciclismo italiano devono mettersi nell'ordine di idee di "fare squadra" (come direbbe qualcuno, oppure lobby, corporazione, sistema o fate voi). Personalmente ritengo che gli "spazi vuoti" che avevano i team protour Lampre e Footon potevano essere riempiti dalle risorse importanti presenti nelle squadre professional e con il resto allestire tre squadre professional di buon livello. Sei squadre, personalmente, sono il massimo che il ciclismo professionistico di un certo livello può permettersi in Italia. Guardo le squadre invitate al Giro e trovo cinque italiane + la Footon; penso inoltre che il prossimo anno ci potrà essere la Radioshack e quindi probabilmente ci sarà a disposizione un posto in meno. E noi qui a discutere che non è giusto estromettere questa o quella squadra, pronti a riversare su Zomegnan i peggiori improperi e lui, poveretto, ad inventarsi lo storie più verosimili (tanto ci sarà sempre il paravento del doping e della redenzione) per giustificare le varie esclusioni. Se fosse presente una seria lobby delle squadre professionistiche italiane l'ipotetico dialogo tra costoro e Zomegnan potrebbe essere: [i]Caro Zomegnan siamo tre squadre professionistiche di prima e tre di seconda fascia. Per il Giro d'Italia inviti cinque squadre italiane, le tre più forti e due di seconda fascia. Escludi a rotazione una delle tre squadre secondarie però ti diciamo noi chi lasciare fuori, secondo una rotazione da noi prestabilita. Tanto sai perfettamente che al Giro noi ci teniamo e non ti manderemo mai una squadretta. E già che ci sei cerca di invitare altre 17 squadre serie per non dover venirti in soccorso come tappabuchi. E non rompere le ba.lle. [/i] La stessa lobby potrebbe magari impostare con gli organizzatori del Tour (non mi ricordo il nome del gran capo di ASO) l'ipotetico dialogo: [i]Caro Tour de France siamo tre squadre professionistiche di prima e tre di seconda fascia. Per il le corse che organizzi, Tour, Freccia, L-B-L, Parigi Tours, inviti quattro squadre italiane, le tre più forti e una di seconda fascia (magari quella che non ha partecipato al giro). Escludi a rotazione due delle tre squadre secondarie però ti diciamo noi chi lasciare fuori, secondo una rotazione da noi prestabilita. Tanto sai perfettamente che al Tour noi ci teniamo e non ti manderemo mai una squadretta. E non rompere le ba.lle [/i] La stessa lobby potrebbe magari impostare con gli organizzatori della Vuelta (idem c.s. per Unipublic) l'ipotetico dialogo: [i]Cara Vuelta de Espana siamo tre squadre professionistiche di prima e tre di seconda fascia. Per la Vuelta inviti quattro squadre italiane, le tre più forti e una di seconda fascia. Escludi a rotazione due delle tre squadre secondarie però ti diciamo noi chi lasciare fuori, secondo una rotazione da noi prestabilita. Tanto sai perfettamente che alla Vuelta noi ci teniamo, perché dobbiamo preparare il mondiale e poi possiamo fare risultato e non ti manderemo mai una squadretta. E non rompere le ba.lle [/i] Se così fosse le tre "prima fascia" parteciperebbero, ovviamente, a tutto il calendario internazionale, mentre ogni anno delle tre squadre di "seconda fascia" due hanno la certezza di partecipare al Giro e Vuelta mentre l'altra alla classiche delle Ardenne ed al Tour. Ahh, che bel sogno. Non è che questa realtà si possa creare con una bacchetta magica, perché ci vuole del tempo per realizzare una serietà del sistema, partire dalle risorse esistenti per poter attirare nuove risorse e creare un circolo virtuoso: squadre importanti - corridori importanti - corse importanti - risorse importanti - squadre più forti - ecc.... Ci vogliono anni. L'esempio della sponsorizzazione di Geox è esemplare: l'azienda sponsorizza perché c'è la visibilità da parte di un grande pubblico. La stessa azienda difficilmente avrebbe sponsorizzato l'Androni, l'Acqua&Sapone o l'ISD. In campo economico questa si chiama "Economia di Scala". Ragiono sul 4° step. Questa della lobby delle squadre italiane non è proprio fantascienza e vi racconto la mia personale esperienza, con le dovute proporzioni, in ambito di organizzazione di manifestazioni sportive (cerco di farla breve). Faccio parte di uno Sci Club che partecipa a gare amatoriali di sci di fondo, con atleti che ottengono degli eccellenti risultati. Girando per l'Italia e all'estero si incontrano tante persone e si creano dei legami importanti. Nel 2004 erano in programma a Lillehammer, un luogo mitologico per gli appassionati di sci di fondo, i Campionati Mondiali Master. La Norvegia non è dietro l'angolo, nemmeno tanto economica e la logistica non era semplice da organizzare ma l'attrazione era fatale. E' successo così che componenti di quattro sci club diversi, tra cui quello cui appartengo, si siano uniti, abbiano fondato un gruppo e si sono messi alla ricerca di sponsor locali per potersi finanziare il viaggio. Ovviamente l'obiettivo è stato centrato e già che c'erano hanno prolungato il viaggio per partecipare alla Vasaloppet. Il discorso è proseguito anche negli anni successivi, pur con attriti all'interno degli stessi sci club, si sono creati ulteriori agganci e conoscenze e, per farla breve, come sci club siamo in lizza per l'assegnazione dei Campionati Mondiali Master del 2013. Ciò ha comportato l'accesso a fondi pubblici per la promozione turistica (previste 15.000 presenze in una settimana) e l'interessamento di aziende private alla sponsorizzazione dell'evento. Ovviamente questo non sarebbe stato possibile se avessimo esclusivamente "coltivato il nostro orto" e senza questa attitudine all'apertura a nuovi orizzonti non avremmo mai potuto nemmeno pensare di imbarcarci in una simile avventura. Allora dico: se pur appartenendo ad una realtà periferica e con risorse limitate, siamo riusciti a far nascere un'esperienza di questo tipo, perché i manager del ciclismo italiano non possono organizzarsi come ho descritto?


dietzen - 13/04/2010 alle 14:41

meno male che in federazione si danno da fare per risolvere i veri grandi problemi del ciclismo... :gluglu: Tuttosport. Pozzato, Di Rocco e il tricolore che fa discutere La “look-mania” di Filippo Pozzato sta creando una rivoluzione culturale in seno alla Federazione Ciclistica Italiana. Domenica Pippo ha partecipato alla Parigi – Roubaix indossando una bellissima maglia nera con banda orizzontale verde-bianco-rossa al centro. Pozzato è Campione nazionale degli stradisti dal 28 giugno 2009. Tuttavia la vera maglia da Campione d’Italia, ovvero con verde, bianco e rosso equamente distribuiti (33, 3% ogni colore) dall’alto al basso non l’ha mai indossata. In numerose occasioni ha sfoggiato una maglia a fondo bianco con banda tricolore orizzontale al centro. “Non era regolare quella bianca e non lo è quella nera– ha ammesso Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana-; però non sanzioneremo Pozzato. Lo esorterò a indossare quella a fondo bianco, perché comunque ha colori regolarmente compresi nella bandiera italiana. La nera è stupenda, ma per il momento gli chiederò di farne a meno. Comunque Pippo sta facendo notevole pubblicità al titolo italiano. Stimolati da lui, in consiglio federale stiamo studiando innovazioni per la maglia da Campione d’Italia. Col nero di fondo starebbero bene anche atleti bassi di statura. Il tradizionale tricolore verde, bianco e rosso a corridori bassi sta male. Ci saranno novità”. da Tuttosport a firma di Alessandro Brambilla (via tuttobiciweb)


Abajia - 13/04/2010 alle 15:34

Eh già, menomale che in Federazione si sta studiando per porre rimedio al brutto aspetto dei corridori bassi che indossano il tradizionale tricolore italiano. Mi stavo preoccupando non poco.


sceriffo - 03/05/2010 alle 23:35

Quanto dichiarato dal presidente della FCI, nonchè, vicepresidente UCI, Renato Di Rocco all'agenzia Italpress è privo di qualsivolglia fondamento, ed ha recato nocumento non solo all'atleta ingiustamente chiamato in causa, ma, altresì, all'intero team. Tale condotta appare ancor più grave, non solo perchè la notizia è assolutamente falsa e destituita da qualsivoglia fondamento, come già accertato presso i competenti uffici dell'UCI, ma poiché per vicende giudiziarie penali in atto in diverse Procure d'Italia, alcune delle quali coinvolgenti intere squadre professionistiche, ivi compresi i dirigenti, il Presidente della FCI ha preferito non rilasciare dichiarazione alcuna, tenendo un contegno diametralmente opposto. Pertanto, anche per la salvaguardia del buon nome non solo dell'atleta Scognamiglio, ma, altresì, del team ISD-Neri-Giambenini, nonché di tutti gli sponsor, ho già dato incarico all'Avv. Giuseppe Napoleone di tutelare nelle sedi che riterrà più idonee i diritti e gli interessi lesi dagli articoli in questione». --- dal comunicato ISD-NERI riguardante la vicenda Scognamiglio fonte : Cicloweb.it


Morris - 04/05/2010 alle 09:56

Un bel autogol per il sempre più deludente Di Rocco. Posso capire che la veemenza nel cercare di non parlare o dribblare i sospetti verso pesci ben più grossi dell’ormai cadente ciclismo italiano, gli abbia fatto prendere un abbaglio su un carneade, ma tanto è. Ora questo comunicato, finalmente degno di attributi, di una società che mi auguro, attraverso il proprio avvocato, costringa lo spumeggiante sopravvalutato presidente, ad una smentita pubblica e relative scuse. Non sarebbe la prima volta, tra l’altro.


luke - 04/05/2010 alle 13:53

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Un bel autogol per il sempre più deludente Di Rocco. Posso capire che la veemenza nel cercare di non parlare o dribblare i sospetti verso pesci ben più grossi dell’ormai cadente ciclismo italiano, gli abbia fatto prendere un abbaglio su un carneade, ma tanto è. Ora questo comunicato, finalmente degno di attributi, di una società che mi auguro, attraverso il proprio avvocato, costringa lo spumeggiante sopravvalutato presidente, ad una smentita pubblica e relative scuse. Non sarebbe la prima volta, tra l’altro. [/quote] Straquoto ed aggiungo che io spero faccia di meglio: che se ne vada, per il bene del ciclismo italiano. Magari un posticino nel calcio pulito post - Calciopoli lo trova.


sceriffo - 04/05/2010 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Un bel autogol per il sempre più deludente Di Rocco. Posso capire che la veemenza nel cercare di non parlare o dribblare i sospetti verso pesci ben più grossi dell’ormai cadente ciclismo italiano, gli abbia fatto prendere un abbaglio su un carneade, ma tanto è. Ora questo comunicato, finalmente degno di attributi, di una società che mi auguro, attraverso il proprio avvocato, costringa lo spumeggiante sopravvalutato presidente, ad una smentita pubblica e relative scuse. Non sarebbe la prima volta, tra l’altro. [/quote] Straquoto ed aggiungo che io spero faccia di meglio: che se ne vada, per il bene del ciclismo italiano. Magari un posticino nel calcio pulito post - Calciopoli lo trova. [/quote] e l'alternativa, visto che era l'UNICO candidato alle scorse elezione a presidente FCI? lo disse all'epoca : nemmeno il tennispanca ( ammesso che esista ) non è in grado di produrre un'alternativa. segnali di un movimento ben oltre la canna del gas e senz la minima alternativa e ricambio generazionale, che non poteva altro che implodere


patrixhouse - 07/05/2010 alle 14:40

negli ultimi 20 anni le squadre dilettanti sono dimezzate e i corridori under 23 - elite dimezzati.. questo che significa? di chi è la colpa? le squadre italiane proff si stanno impoverendo.. ci vogliono dei manager veri e non dei mangiapastasciutte come Di Rocco o chi prima di lui come Ceruti e compagnia bella che pensa ai propri interessi.. e non sanno da che parte iniziare a programmare una ristrutturazione e si fanno belli solo delle vittorie dei mondiali che sono merito della squadra di ballerini e non certo loro..


sceriffo - 16/05/2010 alle 17:23

il presidente del coni, or ora intervistato


Morris - 06/10/2010 alle 10:16

Grandioso e da segnalare l’intervento di Marco Grassi in home page! Lancia una traccia evidente su quali siano i compiti immediati e futuri di una Federazione claudicante, piena di tosse ed in fase assai prossima allo svenimento. Non si tratta di “cassandrismo”, ma di realismo. Cicloweb, ed il suo direttore, offrono da tempo al mondo del ciclismo, suggerimenti e stimoli di spessore enormemente superiore ai pochi, pochissimi, provenienti dai canali normali dell’ambiente e di un osservatorio schiacciato sul servizievole ruolo di sostegno a dirigenti che, con un eufemismo, potremmo dire han fatto il loro tempo. Il vecchio Torri, ha ieri sancito, su un tema che s’abbina al ciclismo ormai da sempre, ciò che tutti sanno, ma che nessuno, salvo Cicloweb, ha mai voluto dire per i più disparati interessi e motivi, non ultimo quello di una latente ottusità. L’anziano magistrato, ha fatto un autogol, per chi vede il suo ruolo con gli occhi di una infallibilità o supposta superiorità, che è però sempre una miseria gigantesca di fronte alla verità della realtà. Ha ammesso, s’è di fatto ricreduto, sposando le tesi dell’onestà di una progressiva conoscenza e dell’avversione all’ipocrisia, che han sempre animato Grassi, ovvero colui che solo due anni fa, magari, pensava di querelare. Diamo atto ad Ettore Torri di essere stato capace di discutersi e ravvedersi: non è poco in un Paese come il nostro. Ma se il Procuratore c’è riuscito, faranno altrettanto i “Ficiini”? È una gara durissima, che andrà ai supplementari e ai rigori ad oltranza….


Joop Zoetemelk - 17/10/2010 alle 23:27

[quote] [i] Originariamente inviato da Morris nel thread Giro di Lombardia [/i] Oggi però, abbiamo assistito all’intervista (che mi fa mangiare la bile per averla vista e sentita), di un tale numero uno (che lo è solo per i sorrisi dispensatori di insipienza), il quale, per non smentire il suo essere di persona…….(solito dispregiativo a scelta nei puntini), è riuscito, unico, a spiegare, con le ragioni di uno che di ciclismo capisce meno del rarefatto, che il successo italiano mancante da due anni nelle classiche, sarebbe caduto in questo Lombardia, se a Scarponi non fosse uscita la catena e, per rafforzare la lode inversa che si merita quasi sempre, se Nibali non fosse finito sull’asfalto in discesa. Ennesimo “pollice verso” a lui, inutile pupazzo in mano all’ente inutile di 4 lettere! [/quote] Si, fa veramente mangiare la bile! Non ci sono davvero parole per commentare la spocchia di questo piccolo uomo, sempre invariabilmente forte coi piccoli e debole coi grandi, che mena vanto delle 43 medaglie vinte dall'Italia e pensa che tanto gli basti perchè la gente creda che tutto scorra tranquillo nel meraviglioso mondo del ciclismo italiano. Di certo non vincevamo 43 medaglie negli anni settanta quando si disputavano unicamente i mondiali su strada, su pista e ciclocross professionisti e dilettanti e stop. Ora abbiamo aggiunto gli juniores, le donne, il mountain bike con tutte le sue specialità, il bmx, i campionati europei di tutte le categorie e specialità. Come minimo le medaglie a disposizione si sono quintuplicate! Rappresentante inutile di un'organizzazione superata dai tempi, con una struttura periferica ed elettorale ferma a quarant'anni fa, paralizzata dai veti incrociati di vecchi personaggi che hanno come scopo principale la loro permanenza perpetua all'interno dell'organizzazione stessa in un qualsiasi ruolo, questo invece ha un obiettivo leggermente diverso, tornare ai vertici dell'ente inutile di 4 lettere... e per questo è disposto a tutto. Seguendo il brillante esempio di quell'altro piccoletto come lui, attua in maniera sistematica l'eliminazione del dissenso estromettendo tutte le persone che esprimono anche la minima critica al continuo immobilismo in cui si continua a voler restare. Le sue interviste sono perfettamente inutili e ad altro non servono, se non appunto ad una forzata ingestione di bile da parte di chi ascolta, il contenuto e sempre lo stesso "Tutto va bene, madama la marchesa". Avanti così, facciamoci del male...


Mad - 18/10/2010 alle 08:46

Quel signore punta molto sui numeri, peccato che tiri fuori solo quelli delle medaglie conquistate. Non parla mai di bilancio, affermando ad esempio, che con l'aumento delle tasse che c'è stato nel 2010 si sono chiusi dei buchi nel bilancio federale. Perché sarebbe l'unica cosa positiva di una manovra economica che ha ucciso gare e squadre. Non parla mai di rinnovare il parco bici dei velodromi, la cui base è ancora affidate alle vetuste Colnago Master. E' vero, a volte funzionano meglio delle ultime forniture provenienti da Colnago ( dove il canotto è troppo piccolo rispetto al tubo ad esempio) o da Pinarello, ma non per questo si devono continuare ad usare in eterno. A proposito di pista, ho sentito delle voci secondo cui l'iscrizione ai centri aumenterà, anche oltre il triplo. Vedremo poi, nel caso l'iscrizione aumenti davvero e così tanto, dove finiranno quei soldi e come verranno spesi. Resta comunque una brutta pubblicità per una disciplina che non scoppia di salute. Non parla mai di abolire i meeting dei giovanissimi, manifestazioni che fanno sentire i bambini ( ma molto spesso più i genitori) già dei campioni. Sempre a riguardo dei piccoli mi auguro che venga eliminata la regola che obbliga il fuoristrada ogni terza domenica del mese, anche se mi pare sia un'esclusiva del comitato E.R. Perché va eliminata questa regola, che pure darebbe l'occasione ai bambini di praticare più discipline? Perché la realtà non è uguale alla teoria: poche gare, pochi iscritti, così molte squadre per problemi logistici si sono prese una domenica di riposo, o sono scappate fuori regione. Per quest'ultime, infine, nessuna sanzione o ammonizione.


sceriffo - 25/10/2010 alle 17:21

Mancano due anni alle elezioni, ma c'è chi si muove già per succedere a Renato Di Rocco. Nomi, cognomi, scenari, alleanze, come quelle illustrate da Ciclismo-Online: Daniela Isetti, consigliere nazionale, pronta a prendere la poltrona dell'attuale numero uno del ciclismo italiano, dall'altra Bruno Capuzzo, l'attuale presidente del Comitato Regionale Veneto. Ma di tutto questo parlare, cosa pensa Renato Di Rocco? «Penso in un momento come questo, a due anni dalla scandenza del mandato, la priortà assoluta sia quella di lavorare - dice a tuttobiciweb.it il numero uno della Federciclismo -. Non vi nascondo che ho incontrato molte eccellenze dell'imprenditoria italiana per invitarli a scendere in campo, ma ho ricevuto solo tanti ringraziamenti, molti attestati di stima, ma con i tanti problemi che in questo momento animano l'economia mondiale, hanno declinato gentilmente l'invito». Quindi? «Quindi posso dire che salvo ripensamenti mi ricandiderò». Per arrivare al terzo mandato, occorre il 65% delle preferenze... «E' logico che questo è l'obiettivo, ma come ho detto all'inizio è ancora un po' presto per incominciare la campagna elettorale». tuttobiciweb.it --- "ma se ci fa la cortesia di lasciare il posto a una giovane precaria, a una ricercatrice, a una mamma di famiglia, forse è meglio che restare per 25 anni alla Camera o al Senato... quindi, concludendo, chi ha fatto tre mandati in Parlamento non si aggrappi alla sedia... " Matteo Renzi, sindaco di Firenze (corrieredelmezzogiorno.it)


Slegar - 25/10/2010 alle 18:03

Penso che Di Rocco prima se ne va, meglio è. Il fallimento della sua gestione è possibile vederlo anche nel bilancio consuntivo del 2009: http://www.federciclismo.it/chi%5Fsiamo/BilancioFCI2009.pdf Confrontando i dati con il 2008 le entrate federali passano da € 15.965.000,00 a € 16.057.000,00; si potrebbe dire "bene" ed invece no. Aumentano di € 455.000,00 i trasferimenti del CONI, di € 154.000,00 i contributi del Comitato Paralimpico e di € 137.000,00 i contributi degli Enti Locali a favore dei comitati territoriali. Di contro diminuiscono di € 617.000,00 i proventi delle sponsorizzazioni (-€ 540.000,00 dai Monopoli di Stato) e di € 46.000,00 le quote degli associati (segno evidente della crisi latente che vive il ciclismo). In compenso le uscite passano da € 15.821.000,00 a € 16.550.000,00. In particolare si devono notare queste voci dell'attività sportiva: Preparazione Olimpica/Alto livello -€ 207.000,00 Rappresentative Nazionali -€ 349.000,00 (totale -€ 556.000,00). I costi dell'attività sportiva segnano un -€ 136.000,00. Aumentano, e non poco, i costi dell'attività centrale: in particolare i "Costi per il personale e collaborazioni" passano in un anno da € 1.931.000,00 a € 2.818.000,00 con un incremento di ben [b]€ 887.000,00[/b] :o :? Perdita di esercizio per il 2009? [b]€ 766.640,00[/b] Chicca finale; la relazione del Presidente al Bilancio 2009 si conclude così: [i]Il risultato d’esercizio del 2009 evidenzia una perdita di € 766.640,00 che, come detto nelle premesse, si propone venga coperta con gli utili che saranno conseguiti nei prossimi esercizi, così come previsto nel piano di ricapitalizzazione triennale che sarà deliberato dal Consiglio Federale, contestualmente al bilancio in esame, e sottoposto all’approvazione del CONI. [/i] La vergogna è una illustre sconosciuta da quelle parti.


Abajia - 26/10/2010 alle 02:21

[quote][i]Originariamente inviato da Slegar [/i] Aumentano, e non poco, i costi dell'attività centrale: in particolare i "[b]Costi per il personale e collaborazioni[/b]" passano in un anno da € 1.931.000,00 a € 2.818.000,00 con un [b]incremento di ben € 887.000,00[/b] [/quote] Toh! che caso! Nemmeno un mese fa era caldo caldo l'argomento di gente inutile mandata in vacanza nell'altro emisfero...


sceriffo - 26/10/2010 alle 10:19

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Slegar [/i] Aumentano, e non poco, i costi dell'attività centrale: in particolare i "[b]Costi per il personale e collaborazioni[/b]" passano in un anno da € 1.931.000,00 a € 2.818.000,00 con un [b]incremento di ben € 887.000,00[/b] [/quote] Toh! che caso! Nemmeno un mese fa era caldo caldo l'argomento di gente inutile mandata in vacanza nell'altro emisfero... [/quote] Continua a fare parlare di se Barbara Pedrotti, inviata ufficiale della Federazione. I filmatini, pubblicati su you tube, sono un flop di pubblico e di critica. Non crediamo dire nulla di nuovo se diciamo che la qualità di questi filmati è pessima, in alcuni non si sente l’audio, in altri ci sono vistosi errori di montaggio e in altri ancora la mano dell’operatore è tutt’altro che ferma. Insomma, un pessimo servizio visto tra l’altro da pochi visitatori, la media visite è attualmente intorno ai 385, destinata a crescere lentamente con il passare del tempo, ma decisamente lontana, ad esempio, dai filmati prodotti da Cristian Torri per il Gs Emilia che alla sera della gara colleziona già un migliaio di accessi. Non sappiamo quali siano gli accordi economici tra la Federazione e Barbara Pedrotti, in questi giorni stanno circolando molte voci, alcune delle quali vorrebbero Barbara Pedrotti lautamente pagata (cifre a 4 zeri ?) direttamente dai quattro sponsor del progetto. Se così fosse ci domanderemmo l’utilità, per la Federazione, di questo “servizio”, ma per ogni commento a riguardo, attendiamo di avere maggiori dettagli. In questi giorni alcuni visitatori ci hanno inviato numerose proteste sulla qualità dei servizi, ma nonostante ciò sembra che né Barabra Pedrotti né altri dello staff azzurro si siano accorti di alcuni gravi difetti (p.es. non sentire quasi l’audio dell’intervistato), e che non siano corsi ai ripari per migliorare la qualità del prodotto. Crediamo che qualunque service video, attualmente operante sulla piazza, sarebbe stato in grado di fare un lavoro migliore. Perché allora la Federazione non ha aperto un bando, tra i service compresa Barbara Pedrotti, per l’affidamento dello spazio sul sito Federale ? In questo modo la Federazione avrebbe potuto vendere, al miglior offerente, questa importante esclusiva. Così, la Federazione non avrebbe avuto spese e, al contrario, avrebbe monetizzato immediatamente. E’ poi assolutamente curioso il fatto che l’inviata ufficiale della Federazione non sia iscritta all’albo dei giornalisti. Se un soggetto privato può decidere di affidarsi a chi vuole, una Federazione dovrebbe sempre prediligere “inviati ufficiali” iscritti a tale albo. Ma, anche in questo caso, per Barbara Pedrotti è stata fatta un’eccezione. Non ci resta che attendere quindi il prossimo Consiglio Federale nel quale sarà presentato il rendiconto delle spese australiane affinchè gli affiliati possano vederci chiaro su questa vicenda che ha ancora troppe ombre. ciclismo-online.it :D:D


Mad - 27/10/2010 alle 07:47

Un peccato che nell'intervista a Di Rocco in Homepage non si parli di ciclismo giovanile.


dietzen - 27/10/2010 alle 11:12

leggere di rocco è una pena, sembra di parlare con l'impiegato delle poste che ti dovrebbe spedire una raccomandata ma ti dice che le macchine sono bloccate.


Donchisciotte - 27/10/2010 alle 11:17

Ottima e puntuale l'intervista a Di Rocco di Marco Grassi. Mi pare al solito: Di Rocco un colpo al cerchio e uno alla botte ( Torri ci ha rovinati ma è bravo, sì gli piacciono solo i casi eclatanti e trascura i giovani ma la lotta al dooing gli deve tanto ecc.). Ma questo era scontato. Quello che vorrei sapere è se davvero gli altri sport adesso sono controllati come il ciclismo ( a parte il rugby che non ha ancora accettato i controlli ematici). Controlli ematici a ripetizione obbligatori per tutti? Reperibilità continua per tutti? Passaporto biologico per tutti nonostante i dubbi? Controlli non ancora validati per tutti? Controlli ad hoc come a Valverde per tutti? Squalifiche che , di fatto, continuano anche dopo la scadenza ( vedi Riccò, Di Luca) per tutti?ecc. ecc. Non mi pare proprio. Per non parlare della magistratura ( su cui Di Rocco non c'entra): perquisizioni, intercettazioni, telecamere nascoste ecc. per tutti? Mi pare che, come al solito, si voglia dire che è tutto normale quando nulla lo è. No, scusa , se l'impiegato delle poste dice che le macchine non funzionano, le folle caricate dalla propaganda televisiva contro i fannulloni, come minimo lo coprono di insulti...


Joop Zoetemelk - 27/10/2010 alle 14:22

Giacché siamo in tema: come sono i rapporti con RCS Sport? «Posso dire che, nei trent'anni che ho passato in Federazione, prima da segretario generale e poi da presidente, un rapporto paritario com'è oggi non c'è mai stato.» «Abbiamo anche contattato un'agenzia di marketing affermatissima per valutare la possibilità di una campagna di grande impatto creativo. Ma purtroppo si tratta di investimenti che non ci possiamo permettere col nostro bilancio che ancora paga i buchi lasciati dalla precedente gestione.» Ma esistono persone, qui dentro o da qualche parte parte nel mondo, che possono ascoltare frasi come queste senza rotolarsi per terra dalle risate?


pitoro - 27/10/2010 alle 16:31

Bravo Grassi, portare Di Rocco su Cicloweb è segno di credibilità e peso politico. Tuo e, in fondo, di tutti noi. Il tipo non si tira indietro, peccato che dia quasi sempre una risposta doppia. Oltre alle perle già segnalate nei post qui sopra, mi ha fatto sbellicare il riferimento al turismo: ostuni non era niente... il 50% delle montagne italiane era sconosciuta... Quest'inverno salirò al Plan e chiederò quanti vanno lì a sciare per via del Giro; o andrò tra vecchietti in svernamento e scommettitori di Sanremo a porre la stessa domanda. Admin, se hai tempo, fai un salto a fare la stessa domanda tra i fighetti che affollano le masserie pugliesi oggi tanto di moda. Venite qui perchè quasi 40 anni fa...? Quelle di Di Rocco sono le tipiche risposte di chi fa il pavone a vuoto. Quando citava Rcs, Uci, Coni aveva ben altro tono. Un lacché. Come tanti. Inutile.


danilodiluca87 - 27/10/2010 alle 21:01

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Slegar [/i] Aumentano, e non poco, i costi dell'attività centrale: in particolare i "[b]Costi per il personale e collaborazioni[/b]" passano in un anno da € 1.931.000,00 a € 2.818.000,00 con un [b]incremento di ben € 887.000,00[/b] [/quote] Toh! che caso! Nemmeno un mese fa era caldo caldo l'argomento di gente inutile mandata in vacanza nell'altro emisfero... [/quote] abajaaa ti vorrei vedere con quella che definisci "inutile"....:Od::Od::Od::Od:


Subsonico - 28/10/2010 alle 13:40

"La bicicletta vive una popolarità enorme, se si guarda la tv si vede che in 7 spot su 10 è presente l'elemento bicicletta" si, in lapponia


Slegar - 18/11/2010 alle 12:41

Ho letto l'articolo di Marco Grassi in homepage su Zomegnan e la prima conclusione che traggo è la conferma di quello che ho sempre pensato del direttore del Giro d'Italia: è un retrogrado senza nessuna strategia a lungo termine. Penso che Zomegnan sia l'uomo sbagliato nel posto giusto. Nell'articolo c'è un passaggio che mi ha particolarmente colpito: "[i]Ma non solo: Amaury Sport, vedendoci più lontano di tutti, va in esplorazione di nuovi continenti: ....... [b]ha un partenariato col Giro della California.[/b] .........[/i] (guarda caso concomitante con il Giro d'Italia e questo è male)". Penso che questo sia l'inizio da parte di ASO di un attacco ad una quota della proprietà di RCS Sport (e questo è molto male). Ho letto in una news dei giorni scorsi della rinascita della Lega Pro' in cui faranno parte anche gli organizzatori di corse professionistiche; sarebbe bene che questa RCS Sport non ne facesse parte, perché con questa mancanza di prospettive a lungo termine sarebbe una notevole palla al piede per chi il ciclismo pro' lo vorrebbe valorizzare.


Maìno della Spinetta - 18/11/2010 alle 21:13

Bello l'articolo in Home. Mi sembra però, in generale, che il problema del traino commerciale del Giro per le corse più piccole non sia solo un problema RcS, ma della RAI. La RAI ha potenzialmente 3 canali per lo sport, rai3, e i due sul satellite. è vero, si potrebbero vendere i diritti del Giro solo se si trasmettono anche le corse più piccole; ma direi che in generale la RAI ha trattato male il Giro; figuriamoci cosa farebbe con le corse piccole... Non dico come ore di trasmissione, perché quelle non si discutono, ma come lancio: i telegiornali parlano del Giro solo il giorno dopo l'arrivo di Milano; non fanno niente per lanciarlo, e questo perché i TG hanno troppa autonomia (so che fa ridere parlare di certe cose in questo periodo) e non dipendono da logiche aziendali. Quest'anno, con Nibali e Basso a lottare per la rosa, ricordo dei TG sportivi della settimana (ossia quando c'è meno sport) in cui si parlava di Valentino Rossi (gare di Mediaset). Se la RAI investisse su tutte le corse, e smettesse di trattare il Giro "oggettivamente", quindi mettendolo sotto il Calcio, Vale Rossi e la Ferrari, ma riuscisse a pomparlo un po', sono sicuro che avrebbe altri ritorni. Ma nel ciclismo italiano, nelle corse secondarie, non è solo Zomegnan che non ci crede più, ma anche la RAI. Basterebbe tanto così, veramente poco, per fare le cose meglio...