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Autore: Oggetto: Un ricordo del Pirata

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 17/09/2007 alle 23:00
Originariamente inviato da 53.11
Bisogna convogliare molte energie anche per la ricerca della verità Morris, bisogna scovare il responsabile di quell'agguato, bisogna ascoltare il grido di dolore del Capitano.
Per adesso è bello sapere del raggiugngimento di questo obbiettivo, un abbraccio a Tonina Paolo e Manola e complimenti a Thomas ed anche a te Morris, ma non è ancora abbastanza


La ricerca della verità, non è stata di certo abbandonata, anzi!
La prima Fondazione non si rivolgeva per nulla in questa direzione, adesso, con la gestione diretta della famiglia, è l’inverso. Questo lavoro oscuro però, dalle indagini e per taluni aspetti alle stesse querele, non si pubblicizza, perché sarebbe deleterio agli scopi stessi, perlomeno adesso. Soprattutto se lo rapportiamo ad un mondo pieno di contraddizioni come quello ciclistico, sempre pronto a fare il ruminante fino a sconvolgere e nella più piena consapevolezza che, sul fatto crogiolo di Campiglio e dei relativi alvei, il losco sia intenso.
Si tratta dunque di una scelta, che condivido pienamente e che, spero, possa portare, nonostante le difficoltà e gli anni buttati al vento, ad un giorno in cui si possa giungere a quello shock sui responsabili e su quel loro osservatorio d’assistenza, di cui fanno parte anche i tanti paggi beccaccini ovunque presenti.
Tranquillo.

Ciao!

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2337
Registrato: Jan 2007

  postato il 17/09/2007 alle 23:08
Originariamente inviato da Morris

Originariamente inviato da 53.11
Bisogna convogliare molte energie anche per la ricerca della verità Morris, bisogna scovare il responsabile di quell'agguato, bisogna ascoltare il grido di dolore del Capitano.
Per adesso è bello sapere del raggiugngimento di questo obbiettivo, un abbraccio a Tonina Paolo e Manola e complimenti a Thomas ed anche a te Morris, ma non è ancora abbastanza


La ricerca della verità, non è stata di certo abbandonata, anzi!
La prima Fondazione non si rivolgeva per nulla in questa direzione, adesso, con la gestione diretta della famiglia, è l’inverso. Questo lavoro oscuro però, dalle indagini e per taluni aspetti alle stesse querele, non si pubblicizza, perché sarebbe deleterio agli scopi stessi, perlomeno adesso. Soprattutto se lo rapportiamo ad un mondo pieno di contraddizioni come quello ciclistico, sempre pronto a fare il ruminante fino a sconvolgere e nella più piena consapevolezza che, sul fatto crogiolo di Campiglio e dei relativi alvei, il losco sia intenso.
Si tratta dunque di una scelta, che condivido pienamente e che, spero, possa portare, nonostante le difficoltà e gli anni buttati al vento, ad un giorno in cui si possa giungere a quello shock sui responsabili e su quel loro osservatorio d’assistenza, di cui fanno parte anche i tanti paggi beccaccini ovunque presenti.
Tranquillo.

Ciao!

io spero si possa arrivare alla verità, che nn resti uno dei misteri italici mai risolti, come ustica, come cogne.
buon lavoro

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 18/09/2007 alle 15:37
Vinkovci-Croazia: dopo il Parco, ora una scuola di ciclismo nel nome di Marco Pantani.

Cesenatico - Un mare di folla e quasi un migliaio di bambini hanno salutato, con un summa di commozione e d’entusiasmo, l’inaugurazione del Parco Giochi Marco Pantani a Vinkovci in Croazia, posto su un’area sminata, grazie all’intervento della Fondazione a sostegno dell’attività della Croce Rossa. Davvero una manifestazione coi segni dell’evento, che ha mosso circa 5000 persone e le massime autorità della regione di Vukovar e della Sirmia.


Vinkovci (Croazia) – Un’immagine del Parco Giochi Marco Pantani…

“Sono commossa – ci ha detto Tonina Belletti, mamma di Marco – questa gente così ospitale, disponibile, capace di cancellare le differenze di lingua e donarci un clima famigliare, merita tutto il bene possibile. Gente che ha sofferto e soffre ancora, perché una guerra ti lascia dentro tante tragedie incancellabili, ma lo fa con dignità, ed una partecipazione tale, da rappresentare un messaggio chiaro per chi, come noi italiani, non ha subito nemmeno lontanamente queste sfortune. Soprattutto mi hanno impressionato, fino ad aggiungere lacrime alle già copiose ed immediate, quei tanti, tantissimi giovani presenti. Mai vista una consistenza del genere in Italia. E che dire di quei bambini, tutti con gli occhi brillanti tipici di chi sta per ricevere un dono. A loro, aldilà del Parco, abbiamo voluto regalare una bandana di Marco: ne abbiamo consegnate 900 in una ventina di minuti! Poi, il tuffo al cuore, quando ho visto sopraggiungere verso di noi un gruppo di ciclisti, guidato da un ragazzo tanto somigliate a Marco, più o meno della sua età e pelato come lui, che pedalava senza una gamba. Un atleta di grande valore, che m’han detto vincitore di una ParaOlimpiade, oggi tecnico e divulgatore di sport. Ecco, con lui, ed in raccordo con le Autorità presenti, davvero eccezionali per disponibilità e umiltà, vogliamo proseguire nel segno e nelle volontà di Marco, per costruire in queste zone, una scuola di ciclismo e di sport. Non può essere altrimenti: questi bambini lo meritano e lo dico dal più profondo del cuore.”
Alle parole di Tonina fanno eco quelle di Thomas Casali: “Sì l’obiettivo di giungere, qui a Vinkovci, ad una Scuola Marco Pantani per l’Avviamento al ciclismo, rappresenta il nostro prossimo futuro in questa terra. Abbiamo già avviato le interlocuzioni del caso e sono sicuro che vi riusciremo presto. A confortarci ulteriormente, la consapevolezza della popolarità enorme di cui Marco gode nella zona. Oggi, dunque, con gli interventi in Croazia, possiamo dire di aver cancellato una piccola parte della maledetta giornata vissuta da Marco a Campiglio: quella delle sue immanenze più belle, dove lui era interamente protagonista. Ora, resta quella della verità: quel gruppo di oscuri tasselli che hanno causato in lui un dolore che lo ha torturato e sfregiato profondamente, fino all’ultimo dei suoi giorni. Non abbiamo abbassato la guardia nella ricerca. Anzi, mai come adesso, ci siamo sentiti così vicini all’obiettivo”.

Vinkovci (Croazia) - Altre immagini dell’Inaugurazione del Parco Giochi Marco Pantani








Morris

 

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Livello Rik Van Looy




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Registrato: Jan 2006

  postato il 18/09/2007 alle 16:16
Originariamente inviato da Morris

Vinkovci-Croazia: dopo il Parco, ora una scuola di ciclismo nel nome di Marco Pantani.

Cesenatico - Un mare di folla e quasi un migliaio di bambini hanno salutato, con un summa di commozione e d’entusiasmo, l’inaugurazione del Parco Giochi Marco Pantani a Vinkovci in Croazia, posto su un’area sminata, grazie all’intervento della Fondazione a sostegno dell’attività della Croce Rossa. Davvero una manifestazione coi segni dell’evento, che ha mosso circa 5000 persone e le massime autorità della regione di Vukovar e della Sirmia.


Vinkovci (Croazia) – Un’immagine del Parco Giochi Marco Pantani…

“Sono commossa – ci ha detto Tonina Belletti, mamma di Marco – questa gente così ospitale, disponibile, capace di cancellare le differenze di lingua e donarci un clima famigliare, merita tutto il bene possibile. Gente che ha sofferto e soffre ancora, perché una guerra ti lascia dentro tante tragedie incancellabili, ma lo fa con dignità, ed una partecipazione tale, da rappresentare un messaggio chiaro per chi, come noi italiani, non ha subito nemmeno lontanamente queste sfortune. Soprattutto mi hanno impressionato, fino ad aggiungere lacrime alle già copiose ed immediate, quei tanti, tantissimi giovani presenti. Mai vista una consistenza del genere in Italia. E che dire di quei bambini, tutti con gli occhi brillanti tipici di chi sta per ricevere un dono. A loro, aldilà del Parco, abbiamo voluto regalare una bandana di Marco: ne abbiamo consegnate 900 in una ventina di minuti! Poi, il tuffo al cuore, quando ho visto sopraggiungere verso di noi un gruppo di ciclisti, guidato da un ragazzo tanto somigliate a Marco, più o meno della sua età e pelato come lui, che pedalava senza una gamba. Un atleta di grande valore, che m’han detto vincitore di una ParaOlimpiade, oggi tecnico e divulgatore di sport. Ecco, con lui, ed in raccordo con le Autorità presenti, davvero eccezionali per disponibilità e umiltà, vogliamo proseguire nel segno e nelle volontà di Marco, per costruire in queste zone, una scuola di ciclismo e di sport. Non può essere altrimenti: questi bambini lo meritano e lo dico dal più profondo del cuore.”
Alle parole di Tonina fanno eco quelle di Thomas Casali: “Sì l’obiettivo di giungere, qui a Vinkovci, ad una Scuola Marco Pantani per l’Avviamento al ciclismo, rappresenta il nostro prossimo futuro in questa terra. Abbiamo già avviato le interlocuzioni del caso e sono sicuro che vi riusciremo presto. A confortarci ulteriormente, la consapevolezza della popolarità enorme di cui Marco gode nella zona. Oggi, dunque, con gli interventi in Croazia, possiamo dire di aver cancellato una piccola parte della maledetta giornata vissuta da Marco a Campiglio: quella delle sue immanenze più belle, dove lui era interamente protagonista. Ora, resta quella della verità: quel gruppo di oscuri tasselli che hanno causato in lui un dolore che lo ha torturato e sfregiato profondamente, fino all’ultimo dei suoi giorni. Non abbiamo abbassato la guardia nella ricerca. Anzi, mai come adesso, ci siamo sentiti così vicini all’obiettivo”.

Vinkovci (Croazia) - Altre immagini dell’Inaugurazione del Parco Giochi Marco Pantani








Morris



Questa si è davvero una bellla notizia.... complimenti a tutto lo staff della FOndazione ed in particolarmodo a Tonina, Paolo e Manola....
Grazie Morris!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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Registrato: Oct 2003

  postato il 10/10/2007 alle 22:13
Processo sulla morte di Marco Pantani: il punto della famiglia e del suo legale.

Il 21 dicembre prossimo venturo, il Processo sulla morte di Marco Pantani in corso a Rimini, presenterà la sua sentenza, ma su quella che sarà la verità processuale, peseranno sempre interrogativi ed ombre che, prima le indagini e, poi, il dibattimento, non hanno saputo chiarire. La posizione della famiglia Pantani, illustrate dal proprio legale, Avvocato Danilo Mastrocinque, in estrema sintesi, sono queste.
Un processo che ci si augurava in grado di evidenziare e sancire due verità: la prima, quella processuale (circostanze della morte, giro di cocaina, spacciatori) e la seconda sul come si sia consumato il crescendo che ha portato a quel tragico 14 febbraio 2004. A fine ormai prossima, il rischio di sancire una sola verità o una verità senza un pezzo, è da considerarsi pressoché certo. Pesano come macigni, le mancate rilevazioni ambientali: dal rilievo delle impronte digitali, alla visione dei video delle telecamere di sorveglianza; al non chiarimento circa la presenza di un secondo giubbotto di Marco, che era giunto da Milano senza valigie come da testimonianza del taxista, nonché la mancanza di un giusto incrocio fra le testimonianze stesse. Anche la presenza di cibo cinese, mai gradito al campione, pur contenuto in confezioni “take away” e, quindi passibile di confusione circa i reali contenuti, non è stata negata; così come lo stato della stanza di Pantani, completamente nel caos, poteva essere sì frutto di un delirio da sostanza del campione, ma pure conclusione finale di qualche altro motivo.
Dunque, un lungo elenco di interrogativi, che dimostrano quanto non insista certezza sul fatto che il campione fosse solo nella stanza, dove ha poi sicuramente trovato la morte per overdose. Interrogativi che giungono ad un altro punto oscuro e non chiarito, proprio per la mancanza di rilevazioni che, a giudizio dell’Avvocato Mastrocinque e della famiglia, si rendevano necessarie, come ad esempio il fatto stesso che Marco abbia ricevuto la droga fuori dall’albergo, senza che nessuno degli addetti alla Reception, abbia dichiarato di averlo visto uscire. Circostanze e iter legati alle ultime ore del campione, che non sconvolgono la verità processuale sulla sua morte e le responsabilità a carico degli imputati, ma che lasciano inalterata l’angoscia, su come attorno al Pirata si siano concentrate situazioni, drammi ed un crescendo di disperazione, sui quali anche chi doveva tutelarlo, proteggerlo e cercare qualche via alternativa, non si è mostrato all’altezza ed ha lasciato diversi interrogativi. Di qui, una ricerca che non poteva essere compito del Processo di Rimini, ma che si sperava di poter evidenziare attraverso il dibattimento, anche solamente come eco del fatto tragico. Tra l’altro, senza dimenticare quanto sia pesante, e senza risposta, soprattutto per le evidenti carenze legali e di tutela che la precedente gestione della Fondazione Marco Pantani ha posto sulla impostazione di parte civile al Processo, l’aspetto forse più emblematico della solitudine, della disperazione e della conseguente morte del campione: l’eclatante mancanza di soccorsi.
Nell’ultima udienza del 24 settembre scorso, comunque, si sono potute raccogliere le testimonianze di Fabio Miradossa e Ciro Veneruso, rispettivamente fornitore e spacciatore della dose costata la vita a Pantani. I due, sono entrati nel dibattimento solo nell’udienza citata, in quanto avendo patteggiato (4 anni e 10 mesi per il primo e 3 anni e 10 mesi per il secondo, ma entrambi in libertà grazie all’indulto), s’è dovuto attendere che la pena passasse in giudicato e rendersi definitiva, prima di poterli sentire in aula nel ruolo di testimoni. Le loro dichiarazioni hanno posto sotto una nuova dimensione la posizione di Fabio Carlino, il titolare di un’agenzia di immagine per la quale lavorò Eva Korovina, ovvero la stessa con la quale oggi divide il ruolo di imputato per la morte di Pantani. Carlino, che si era sempre dichiarato estraneo alla vicenda, attraverso appunto le testimonianze dei due, è apparso per la prima volta all’interno di una parte evidente nella vicenda, a livello di concorso morale e di conoscenza dei fatti. Molto più marginale il ruolo della Korovina.
Il 21 dicembre dunque, verranno lette le sentenze che mettono un punto sulla tragica odissea di Marco Pantani.
Un iter tragico, partito il 5 giugno 1999, col fatto crogiolo di Madonna di Campiglio, continuato poi fino alla tragedia, attraverso poli-formi attacchi a Marco, come mai s’era visto in direzione di uno sportivo, ed una caduta psicologica dello stesso, assai favorita da vistosi errori e sottostime da parte di chi era chiamato a dirigerlo e tutelarlo, nonché terminato, non senza altri interrogativi, in un residence di Rimini. Tre lassi e tre verità, di cui solo l’ultima, dal 21 dicembre 2007, potrà dirsi in un certo qual modo raggiunta.

 

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Under 23




Posts: 19
Registrato: Jun 2006

  postato il 11/10/2007 alle 08:56
Rimarra' per sempre nel mio cuore. Lui mi ha fatto innamorare della bici e ne sono grato.

 

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Sempre Due Ruote

 
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Professionista




Posts: 32
Registrato: Sep 2007

  postato il 11/10/2007 alle 12:27
pantani lo ricordo nella tappa di montecampione..........io ero li a 400 mt dall arrivo
 
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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 11/10/2007 alle 17:26
Originariamente inviato da ClaudioMaria

Rimarra' per sempre nel mio cuore. Lui mi ha fatto innamorare della bici e ne sono grato.


Vero..Grazie Marco!

 
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Esordiente




Posts: 2
Registrato: Oct 2007

  postato il 14/10/2007 alle 01:36
Un immenso e per sempre grazie a Marco perchè con la sua semplicità e nello stesso tempo la sua grinta ci ha fatto sognare!!!!
Le corse di Marco rimarranno per sempre le più belle che nella mia vita ho visto e vedrò.....
Finalmente potremo capire.....ma forse io nn capirò mai...
La vetta più alta sei stato tu Marco!!!!!
Grazie grazie grazie........

 
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Livello Raymond Poulidor




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Registrato: Apr 2007

  postato il 14/10/2007 alle 09:16
ancora ieri sera m'è tornata in mente l'estate 98... quando vinceva il tour ed aveva il mondo ai piedi... avevo quasi le lacrime agli occhi... cmq, il 90% dei bambini che vedono un ciclista ti dicono pantani...
 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2734
Registrato: Aug 2006

  postato il 14/10/2007 alle 11:28
uno dei più bei ricordi che mi ha lasciato pantani è stato sullo zoncolan nel giro 2003....... era ritornato competitivo....... e nella penultima tappa di quel giro quando riuscì a portare via una fuga.....

e poi mi ricordo un paio di anni fa le parole di mia nonna malata di azhaimer quando in tv facevano vedere alcune immagini di marco e gli chiesi se si ricordava chi fosse pantani e lei mi rispose in dialetto veneto "si queo che correva forte ben".....

 
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Livello Rik Van Looy




Posts: 828
Registrato: Jan 2006

  postato il 14/10/2007 alle 12:49
Inserisco anche qui questa mia testimonianza che giorni fa ho messo sul forum della Fondazione Pantani.

Leggo su di un manifesto, un paio di domeniche fa, rientrando in bici dall'allenamento domenicale, che in occasione della festa alla Beata Vergine Del Rosario, ci saranno ospiti gli Stadio.
Penso allora che pur non essendo un loro fan sfegatato, ( li ho sempre apprezzati molto però) sia l'occasione per andare a sentire dal vivo la canzone scritta per Marco.
L'appuntamento è fissato per domenica sette Ottobre alle 21:30, non posso mancare.
La esta si svolge in piazza Duca degli Abruzzi a Pescara, a 5 minuti da casa mia, mi reco sul posto con la mia famiglia e vengo raggiunto dall'amico Gianni, mio fratello siamese in quanto all'amore per la bici ed in particolare per Marco.
Sullo sfondo del palco, c'è uno schermo rotondo, dove vengono proiettate delle immagini.
L'amico Gianni, fan degli Stadio, che ha già assistito al concerto dato a Pineto (località marina vicino Pescara) , mi anticipa che su quello schermo, durante l'interpretazione della canzone dedicata a Marco, scorreranno alcune immagini del film ed anche delle immagini originali del Panta, iniziano a venirmi i brividi.
Inizia il concerto, canzoni nuove, belle, non le conosco bene, ma mi piacciono abbastanza, ma è ovvio che non vedo l'ora che arrivi la canzone che mi ha spinto a venire ad ascoltarliquesta sera.
Curreri è bravo, mi piace il chitarrista, un bel gruppo che suona davvero, che fa piacere sntirli dal vivo.
Dopo un breve discorso di Curreri sulla poesia, parte un'altra canzone, al trermine di questa, Curreri riallacciandosi al discorso dell'importanza della poesia nella nostra vita, pronuncia:
Ed ora questa canzone, perchè Marco è vivo; qui succede un qualcosa che davvero non mi aspettavo, io aspettavo quest'attimo dall'inizio del concerto,ed ho un balzo, voglio urlare, ma il mio urlo viene sopraffatto da una autentica ovazione dalle circa mille persone appostate sotto il palco ( parliamo di fans veri delgi stadio, quelli che si sono beccati anche la pioggerellina pur di stare in prima linea, e non tifosi di ciclismo, non ho intravisto nemmeno un cicloamatore del posto), un urlo incredibile, centinaia di ragazzi e ragazzini che cominciano ad intonare la canzone dedicata a Marco.
Rimango allibito!!! Si lo confesso, mi aspettavo più indifferenza da questo publico, ero anche convinto che avrei dovuto per l'ennesima volta discutere con qualcuno che si sarebbe lasciato andare a gratuiti e stupidi commenti.
Per tutta la canzone è stata un emozione crescente, le immagini che scorrevano sullo schermo tondo ( mi ricordava la biglia di Imola) e al momento della proiezione dell'immagine di Tonkov che si accascia sulla bici mentre Marco opera l'ennesimo scatto e se ne va, sembra riportare indietro il tempo di 9 anni, sembrano immagini in diretta, con tutto il pubblico in delirio che smette di cantare ed URLA ubriaca d'amore: VAI MARCO VAI SIIIIIIII........ trattemere le lacrime non era facile, direi impossibile, le gambe faticano a sorreggermi tanto forte è l'emozione!!
Alla fine della canzone, Curreri rivolge ancora delle parole per Marco:
Abbiamo scritto questa canzone, soprattutto perchè vogliamo che Marco non venga mai dimenticato e l'unico strumento per impedire che Marco venga dimenticato è la memoria....
Qui inizia una autentica standing ovation: MARCO MARCO MARCO MARCO MARCO MARCO.... un boato celestiale....

Non sono riuscito a sentire tutto il concerto, un po perchè ero frastornatissimo e francamente non riuscivo a capire null'altro di ciò che cantavano, non mi interessava più niente, poi anche i miei due bambini avevano sonno, quindi ho preferito andare e portare con me il ricordo di quell'urlo incredibile.
Sono stato davvero molto positivamente meravigliato da quanto accaduto, ed è una ulteriore testimonianza che non ci abbiamo creduto!!!
NO, nessuno ha creduto alla montagna di immondizia spalata negli anni su Marco, da parte di certa stampa, da parte del COni e da parte dell'ambiente in generale, la gente sa, la gente ha capito e ricorda Marco con affetto e malinconia.
Tutto questo credo che possa essere un motivo in più per i famigliari di Marco e per la Fondazione stessa, di andare avanti in quella estenuante ricerca di Verità che Marco ossessivamente ha portato con se fino alla morte.
Sono sicuro che quanto accaduto a Pescara il sette ottobre 2007, non sia un caso unico, ma sia stata una costante in tutta questa tournee estiva degli Stadio e questo spero che porti a riflettere i molti beccaccini( termine palesemente rubato a Morris) che vengono qui in questo forum a sbirciare.

Grazie Stadio, Grazie Marco!

 
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Livello Raymond Poulidor




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Registrato: Apr 2007

  postato il 14/10/2007 alle 13:49
beh, i brividi a me sono venuti solamente a leggere questo tuo post... come tutte le volte che si parla di marco...
 
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Livello Ottavio Bottecchia




Posts: 559
Registrato: Oct 2007

  postato il 14/10/2007 alle 13:59
Che bello!Immagino sia stata un'emozione indescrivibile.Io ogni volta che vedo immagini e imprese di Marco sento forti brividi e mi viene il magone per tutto il resto del giorno..
 
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