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Autore: Oggetto: I grandi colpi di testa

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 13/11/2006 alle 17:53
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Morris

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da nino58

Il problema è che, con il fondoschiena straparato,perchè americano e perchè ex-ammalato, andava pure in giro a fare il bullo con i colleghi, specialmente se italiani (Pantani e Simeoni docent).


aridaje con la storia degli americani protetti


300 atleti nelle ultime Olimpiadi di cui si sono volute cancellare le tracce, senza che il CIO desse una strigliata come si deve, al comitato olimpico americano….
Carl Lewis, la cui positività è stata taciuta per 13 anni e nessuno che si sia azzardato a mettere in dubbio la favola del “figlio del vento”, quando su Ben Johnson se ne sono dette di tutti i colori…..
Butch Reynolds, che si salvò per i cavilli della giurisprudenza statunitense, il cui fine è unicamente il business, senza che la Iaaf e il CIO, abbiano mosso un dito….
Decine di casi di manifestazioni yankee di un certo livello, in cui non si opera il benché minimo controllo, senza che nessuno evidenzi questo scandalo….
Le pressioni su Dick Pound affinché la smetta di rompere i ciglioni…...
Triathleti yankee che prendono quintali di nandrolone e testosterone liberamente al supermercato, fin dalla tenera età, senza mai essere pizzicati. Quest’ultimo caso l’ho toccato di persona!

Tronco perché potrei scrivere un romanzo.

Ti sembra normale? Dimmi in quale paese ci si può permettere simili atteggiamenti, o casi, senza subire un minimo di protesta da parte di chi, nel resto del mondo o nelle organizzazioni preposte, si è eletto a paladino di pulizia o dovere. Persino la Cina, il che è tutto dire (visto che c’è la caccia al suo mercato…), riceve perlomeno il sospetto dell’osservatorio. Il caso Armstrong, è uno dei tanti, anche se nello sport intero, mai si è giunti ad una simile burla, o un simile fumetto. Okay, si tengano gli albi d’oro come sono, si sostenga pure che sono tutti dopati (perché è verissimo!), ma non si venga a raccontare la balla che fa incazzare un santo, sostenendo che gli americani non sono protetti! La Lanza se fosse stato francese (guarda cosa ti dico!) sarebbe alla gogna internazionale dal ’99.
Il problema vero è che esiste, diffuso come una malattia, il filoamericanismo, che va dall’economia alla politica, dalla cultura allo sport....fino ai gabinetti: tanto a destra, quanto a sinistra, o centro che sia. Un’asfissia che, almeno a me, dona qualcosa: è un lassativo formidabile.


non ho ben capito da chi sarebbero protetti, soprattutto nel ciclismo: mi risulta che Hamilton e Landis siano stati beccati, mi risulta che la CSC (sponsor USA) sia stata decapitata, probabilmente senza ragione, alla vigilia della corsa più importante della sua storia, e che la Discovery Channel senza il suo paladino non abbia vinto un bel niente.


Hamilton e Landis non correvano per la Discovery, l’unica vera squadra americana. Credi forse che i due fossero lindi quando militavano nella squadra yankee? Un conto è avere lo sponsor americano, ed un conto è la nazionalità del team. Per capirlo basta frequentare un poco i palazzi di Losanna, dal tempo della creazione, protezione, copertura di un fenomeno che ha rattrappito il ciclismo come nessuno, ed ancora in possesso di esclusive che lo fanno differente da qualsivoglia altro caso. In quanto alla CSC, seppur con soldi principalmente americani, la sua decapitazione nella sola figura di Basso, in odor di Discovery già allora, tornava utile alla squadra totalmente indigena…. Se a questo aggiungiamo anche le altre ghigliottine verso fastidiosi intrusi alla pretesa yankee di portare dei modesti o dei bruciati con le “giuste” casacche, alla gialla, il quadro è ancor più chiaro. Si cercano mercati alla politica danarosa dell’UCI, ed il miglior modo di favorirli è quello di rendere favori verso chi li rappresenta degnamente e totalmente: l’antidoping è un sontuoso strumento di percorso. Prove ne sono, da una parte il silenzio di fronte all’azienda produttrice di Epo che sponsorizza negli States e, dall’altra la nascita di una formazione in un “paese esempio” di ricerca e allargamento, già ampiamente protetta. Poi, tutto sto bailamme di trasposizioni, si riconduce e ricuce nella terra garanzia del far pagare l’aria che respiri, nonché insigne esempio del……..(nei puntini si possono inserire dispregiativi a piacere) di questi tempi più che decadenti: la Svizzera. L’atteggiamento della Federazione elvetica verso Ullrich e la tolleranza di ciò che avviene in Engadina, dopo l’immediata sponsorizzazione del vomito, ne lascia una dimostrazione palpabile.

Anche fuori dal ciclismo, negli ultimi anni, i pesci più grossi caduti nella rete dell'antidoping sono stati Marion Jones, Tim Montgomery e Justin Gatlin.


Premesso che la IAAF è più decorosa dell’UCI e più credibile in tutto, prova a chiederti come sono nati quei casi: tutti figli dello stesso ceppo, ovvero scaturiti da una soffiata di un allenatore che ha poi costretto, senza possibilità di dribbling, l’indagine sul Balco. Mi spiace constatare che nella difesa dell’onorabilità dei pari trattamenti verso gli americani, tu ometta la deposizione più volte entrata in ballo, del ciccione ex marito della Jones, il pesista Hunter, il quale aveva già trattato con ampia narrazione di particolari i fulcri di una metodica che si allargava ben aldilà dell’ex moglie. Di ciò che disse, sia Ia IAAF, che il CIO, che la stessa WADA, ne hanno murato ogni significato. Motivo? Decine e decine di medaglie olimpiche yankee sarebbero state macchiate….

Se poi andiamo a guardare i risultati degli anni 80-90, allora dovrei pensare che la Cina, la DDR e l'URSS siano stati molto più protetti degli USA.


Ma guarda, questa è proprio bella. Fino al 1987, gli ormoni non erano riscontrabili negli esami delle urine (e questo vale anche per certi famosi ciclisti, quindi il peso dei tre paesi da te citati, è inesistente relativamente al professionismo), o meglio erano facilmente dribblabili. Da ciò se ne deduce, che l’uso massiccio di questi additivi, giustamente contestato a quegli stati, potesse essere di dominio anche di altri dell’Europa e dell’America in particolare. Ti ricordo, fra i tanti esempi che potrei portare, le ammissioni di John Mc Enroe, e l’ellisse di un’atleta che mi piaceva un sacco, sia nell’agonismo e sia per i miei ormoni di maschio, tal Valerie Brisco Hooks: una gnocca infinita, oro olimpico sui 200 e 400 a Los Angeles ‘84. Bene, costei come tante colleghe e colleghi velocisti, continuò il suo imbarbarimento muscolare, fino a divenire un mostriciattolo incapace di emergere come prima, fino a farsi sopraffare da una Florence Griffith Joyner che, guarda caso, vinse l’Olimpiade di Seul senza mai essere pizzicata. Siamo alla fine degli anni ottanta e gli ormoni potevano essere trovati con un po’ più di facilità, ma nella rete gli americani non vi finirono e, specie per un certo Carlina, si fecero carte false…. di cancellazione. Morale: il brutto anatroccolo Ben Johnson alla gogna, Linford Christie da salvare, perché avrebbe potuto sconvolgere certi piani; mentre su sovietici, cinesi e tedeschi dell’est, si riscontrarono atteggiamenti molto diversi, come quello di mandare, a sorpresa, emissari dell’antidoping in….Sudafrica, dove s’allenavano Krabbe, Gladish e Breuer…. Questi personaggi però, stavano molto lontani dai campus di Bob Kersee, giusto per fare un esempio, dove avrebbero trovato le medesime sostanze. Ti ricordo inoltre, che il Muro non cadde alla fine degli anni ’90, come si evince dal tuo intervento, ma agli inizi. Chi era nell’atletica in quel periodo, sapeva benissimo come stavano le cose: tutti “mangiavano” non solo in quei tre paesi, quindi l’esempio da te riportato è inesistente. Rimane il fatto che nessuna autorità sportiva mondiale, oggi, osa mettere al palo dell’impiccagione il comitato olimpico americano, che ha coperto 300 casi, ancora totalmente anonimi. L’avesse fatto un altro paese, c’è da scommettere su un altro atteggiamento. Ma si sa, il filoamericanismo è una malattia….

Voglio però andare oltre, immaginandomi il futuro prossimo che ci porta alle Olimpiadi di Pechino, dove i cinesi, rappresentanti di un mercato e di una potenza (certo orrida e priva di tanti diritti umani) che sta bene a tutti, in primis proprio ai dominatori e guerrafondai americani, saranno protetti e vinceranno messe di medaglie. Sarà solo per l’effetto placebo del giocare in casa? No, ci sarà dell’altro, perché del doping, agli stati ed al governo sportivo mondiale, non frega un celeberrimo cacchio: è solo uno strumento per cementare credibilità e interessi, soprattutto quelli che si legano all’imperioso dio della cultura moderna, il denaro. E’ dura da ammettere per chi vede nella cosiddetta civiltà odierna, una punta avanzata del possibile, ma è una verità.

In America, fino a qualche anno fa, del doping non fregava niente a nessuno, tanto che Mark McGwire poteva tranquillamente dichiarare che da una vita faceva uso di anabolizzanti: gli americani in casa loro non hanno mai cercato il doping, ma a livello internazionale non mi sembra che siano stati trattati meglio degli altri.


Già, ed allora, visto che per loro stessa ammissione, gli ormoni fanno parte della dieta degli atleti (e non solo) yankee, fin dall’età dell’adolescenza si può scommettere, perché non la smettiamo di prendere quel paese come maestro, anche per pulirci le mutande? E perché di fronte a degli esempi fumetto come hanno partorito con sì tanta virulenza anche nel ciclismo, non la smettiamo una buona volta di giudicarci equidistanti, obiettivi e sportivi, e non ci mettiamo a leggere, convinti, il copione dei paggi-beccaccini, l’unico per il quale dimostriamo tangibilità?

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/11/2006 alle 22:02
una risposta veloce a Morris:
sono e rimango che dell'opinione che se gli americani la fanno franca è perchè l'antidoping ha limiti piuttosto grossi, non certo perchè sono protetti dall'alto.
Anzi, se proprio dovessi fare una classifica dei paesi meno tartassati dall'antidoping, ce ne metterei almeno un paio davanti agli americani.

La stessa cosa la pensavo a riguardo degli atleti DDR, URSS e Cina quando facevano razzie di medaglie: nessuna protezione nei posti che contano, ma solo antidoping che non funziona.
Fino ad oggi non ho visto nulla che mi ha fatto pensare ad un trattamento privilegiato verso chicchessia: le varie ipotesi in senso contrario mi sono sembrate più congetture che altro.

Per il resto non so cosa sia il filoamericanismo, così come non conosco l'antiamericanismo: non ne parlo male perchè mi stanno antipatici, o bene perchè mi stanno simpatici.
Non me frega niente, nel bene e nel male: se fanno una cosa che giudico positiva lo dico, e lo stesso faccio per una cosa giudicata negativamente.
Ho sempre cercato di essere il più obiettivo possibile nei giudizi: se non ci sono riuscito, pazienza.


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3270
Registrato: Jul 2005

  postato il 20/11/2006 alle 21:12
Beh sempre a proposito di colpi di testa, Mascara, ieri espulso, tre espulsioni nelle prime 12 giornate, non scherza! Specie se consideriamo che quella di ieri è avvenuta 14 minuti dopo il suo rientro dalla squalifica!!!!

 

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