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Autore: Oggetto: Dietrich Thurau, talento e sregolatezza...

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 12/06/2009 alle 01:14
Dietrich Thurau
Nato il 9 novembre 1954 a Francoforte. Professionista dal 1974 al1989, con 142 vittorie.



Definirlo in due parole verrebbe da dire: genio e sregolatezza. Forse però c'era di più e credo che sia proprio Didì, come veniva chiamato, a sapere le verità, ma credo pure che se le porterà dietro per il resto dei suoi anni come un penate segreto. Un campione da definirsi sconcertante, possibile a tanto, ma sempre costantemente al di sotto delle sue possibilità e dedito ad un gioco con la carriera tra i più contraddittori che si siano potuti vedere, perlomeno fra coloro che, in un modo o nell'altro, una traccia nel ciclismo l'hanno lasciata
Il segmento sportivo di Thurau s'è mosso costantemente in un'alternanza d'epigoni, ma anche in quelli positivi, ha sempre manifestato un velo di incertezza sul suo reale convincimento verso un ruolo di vertice. Qualcuno potrebbe dire un immaturo, altri potrebbero trovare ragioni per definirlo un ragazzo che ha fatto ciclismo, solo come una ragione per trovare i soldi necessari per permettersi, a tasselli, una vita sopra le righe. Altri ancora, pensano che la sua buona longevità, sia dovuta proprio a questo aspetto, all'esigenza di ricaricare il portafogli, svuotato dalle sue condotte un po' così. E che poi lo strumento ciclismo-quattrini sia passato anche attraverso una celata vendita di gare in molti lo danno per scontato. Aldilà di questi giudizi di tendenza, non provabili tra l'altro, restano le alternanze di Didì, e quella classe che non è arrivata ad imprimere gli albi d'oro in sincronia col suo spessore.
Agli inizi corse prevalentemente su pista, riuscendo a cogliere numerose affermazioni nelle Sei Giorni, anche lì a dispetto di un carattere ribelle e bizzarro che, poi, gli precluse una più assidua presenza nei palasport europei e un più consistente bottino. Fu campione del mondo nell'inseguimento a squadre nel '74 a Montreal, ma in patria aveva fatto collezione di titoli junior e dilettanti sia su pista che su strada. Passato professionista nel '75, scalò il vertice della popolarità nel Tour del 1977, nel quale, dopo essersi imposto nel cronoprologo a Fleurance, indossò la maglia gialla per quindici giorni consecutivi, sfoggiando una sicurezza ed una condizione splendide. Dopo il prologo vinse in giallo altre due tappe e, dopo aver ceduto la maglia di leader a Thevenet, ne vinse altre due. Chiuse poi il Tour al quinto posto assoluto, ma conquistò la maglia bianca dei giovani e la gran combinata. Ai mondiali di San Cristobal, giunse al traguardo con Francesco Moser, ma fu da questi battuto nello sprint a due. A fine stagione, per l'età e le risultanze, fu considerato il corridore dell'anno.



Si attendeva una sua consacrazione ed infatti il suo '78, si mosse in questa direzione, ma, contestualmente, lasciò intravedere quelle tendenze che, poi, col passare del tempo, diverranno più evidenti. Per taluni, anche l'atteggiamento killer in favore di Jan Raas ai mondiali del '79, che costò una rovinosa caduta e l'impossibilità di giocare le sue carte a Giovanni Battaglin, faceva parte di un copione più largo. Comunque, il "Bel Didì", come altri lo chiamavano anche per il suo successo fra il pubblico femminile, il suo bel bottino lo raccolse ugualmente.
Fra le sue vittorie su strada: il campionato tedesco '75 e '76, quello dei Tre Paesi '76, il Campionato di Zurigo '78, il Gran Premio della Scheda '78, la Liegi-Bastogne-Liegi '79 (3° nel '77 e 2° nel '78), il Giro di Germania '79, il Tour de l'Oise '75, la Ruta del Sol '77 e '79, L'Etoille de Bessèges '78, il Gran Premio di Fourmies '75, il Gran Premio E3 '77, Il Gran Premio d'Argovia '77, il Gran Premio dell'Unione a Dortmund '77. Ha corso, ripetutamente, tutti i grandi Giri o quelli di minor spessore, ma identificabili come nazionali, mettendosi sovente a disposizione di un campione del paese che ospitava quella manifestazione. Quanto basta per dare un certo credito a chi, ancora oggi, vede in Thurau un mercenario. Alla Vuelta fu quarto nel '76 e nella corsa rosa fu quinto nel 1983, correndo come spalla di Saronni. Su pista, dopo esser stato campione tedesco dell'americana e dell'inseguimento, seppe vincere ben 28 Sei Giorni. Insomma, il Didì, è stato un "qualcuno" che andrebbe riletto e approfondito, magari con la speranza di far cadere qualche segreto, qualche "perché" ...

Le sue prestazioni al G.P. Terme di Castrocaro. ("Mia" palestra di ciclismo)
In linea col personaggio dal potenziale enorme e dalle risposte che lasciavano spesso l'amaro in bocca, Thurau venne a Forlì e Castrocaro nel 1979. Da una parte la Forti e Liberi fece bene ad ingaggiarlo, perché era un riferimento che poteva dare spettacolo, dall'altra, il tedesco si comportò come spesso gli accadeva o voleva: incassò i soldi e corse da ciofa. Certo fu bello da vedere, perché mica poteva nascondere il modo di pedalare, ma arrivò ultimo a 5'27" da Schuiten. Pollice verso al Didì!



Un inedito...
Un episodio raccontatomi da un corridore non italiano e nemmeno tedesco, incontrato in Italia, presso uno stabilimento di proprietà di un ex ciclista italiano. Le generalità di entrambi, non le posso menzionare…
Dall’appreso…la fama di Thurau, dedito ad un “lavoro” da mercenario, non sembra una panzana…
“Davanti c’era un gruppetto con un corridore che poteva dare tanto fastidio al mio capitano. Stavano andando forte, era dura rientrare. Didì, che sapeva quanto lo potessi capire, mi avvicinò e mi disse: “Quanto è disposto a darmi il tuo capitano se mi metto a tirare e a chiudere il buco? Fammelo sapere e digli che mi pagherà a lavoro finito”. Andai dal mio capo e gli riferii il tutto. Agli inizi mi rispose di no, poi aggiunse che prima di decidere voleva un assaggio, una dimostrazione. Riferii il tutto a Dietrich, che mi guardò un po’ male, ma non perse tempo: si mise in testa al nostro gruppo e per trecento-quattrocento metri, tirò così forte da farci vedere i sorci verdi per tenergli la ruota. Guardai il mio capitano e lui alzò pollice, indice e medio della mano destra. Capii che avrei dovuto fare dei conti col cambio, perché immaginavo che dovessi tradurre tutto in marchi. Mi ci volle più di un minuto per farmi un’idea e quando feci l’offerta a Didì, lui disse di no, perché era troppo poco. Il tempo passava e quando ad una dozzina di chilometri dal traguardo, ci segnalarono che il vantaggio di quelli davanti era di un minuto, vidi parlottare il mio capo e Didì e non mi fu difficile capire che avevano trovato un accordo, perché Dietrich si portò in testa, ed il destino di quella fuga fu segnato. Il mio capo non vinse quella corsa, ma raggiunse il suo obiettivo, mentre mi resta da sapere quanto incassò Didì. Ovviamente non osai chiederlo a nessuno dei due”….

Nota.
Un figlio di Dietrich, Bjorn, nato a Francoforte il 23 luglio 1988, corre fra i professionisti, nella squadra austriaca Elk Haus. Per ora non ha dimostrato il talento del genitore, ma sembra un ragazzo molto quadrato e positivo. Come diceva Bugno: ...”Vedremo…”

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Registrato: Jun 2006

  postato il 12/06/2009 alle 08:22


Morris mi viene una battuta sull'episodio inedito... forse Thurau avrebbe vissuto meglio oggi con l'Euro... avrebbe capito subito la cifra
Ovviamente è una battuta!

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Ottobre 2009




Posts: 6093
Registrato: Jul 2005

  postato il 12/06/2009 alle 09:11


Questi inediti mi piacciono da morire...

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 3502
Registrato: Jun 2007

  postato il 12/06/2009 alle 09:15
Didi!!
Uno dei miei ricordi dell'infanzia, che hai tirato fuori!!
Me lo ricordavo fisicamente più massiccio non so perchè, me lo ricordo bene nelle cronache di de zan e a battagliare con moser.
Che spettacolo...belle cose.

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 12/06/2009 alle 09:33
Forse sarà perchè si ritorna più giovani, forse perchè era un ciclismo diverso.....o forse un po' tutte e due le cose, ma questi racconti mi affascinano! Grande Morris...
 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 5156
Registrato: Apr 2005

  postato il 12/06/2009 alle 09:36
Originariamente inviato da Serpa

Didi!!
Uno dei miei ricordi dell'infanzia, che hai tirato fuori!!
Me lo ricordavo fisicamente più massiccio non so perchè, me lo ricordo bene nelle cronache di de zan e a battagliare con moser.
Che spettacolo...belle cose.


Poi, ovviamente, "passò" sia da Moser che da Saronni.
En plain.

 

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nino58

 
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