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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/08/2008 alle 18:40
Originariamente inviato da Admin
Mentre il popolo olimpico si bea del fatto che l'Italia a Pechino vince più dei cugini francesi, laddove si gioca davvero il destino del mondo la Francia vince e l'Italia non è pervenuta.


ma come?
il tg aveva parlato di "forti pressioni" che il silvio stava esercitando sul vlad

 

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se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/08/2008 alle 18:55
parlando seriamente l'interesse francese è comprensibile sia per il fatto che è il loro turno alla presidenza della ue (e quindi si sentono investiti della responsabilità di parlare per tutto o quasi il vecchio continente) sia perchè ci sono forti interessi francesi sull'oleodotto che passa vicino gori.

l'italia dal canto suo non ha mai aspirato a far valere la propria influenza al di fuori del teatro mediterraneo (e ricordi giustamente l'importante mediazione del governo prodi per tentare di risolvere la questione libanese)

per quanto riguarda il bearsi per le futili questioni dell'olimpiade...bhe...anche te avrai gioito, insieme al popolo "ciclistico", per la vittoria di bettini a salisburgo mentre i francesi armavano i ribelli del darfur (regione in cui le compagnie francesi total-fina ecc.ecc. hanno chilometri e chilometri di concessioni)..quindi...

 

[Modificato il 15/08/2008 alle 20:32 by MDL]

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se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 15/08/2008 alle 19:45
Non vorrei dire una ca.zzata ma l'oleodotto in questione é di una consorziata formata da chevron, british petrolium ed eni. quindi l' interesse italiano dovrebbe esserci. quindi il fattto che il prestigioso ministro degli esteri frattini non sia andato al summit europeo per "risolvere la questione" la dice lunga...
D´altra parte, fiat ha ingenti interessi in russia. Quindi l´italia piu in diparte sta..e meglio é, imperialisticamente parlando.

Ah, intanto in Polonia dopo anni di tentennamenti é stato firmato in quattro e quattr'otto l´accordo per l´istallazione dello scudo spaziale e missili annessi.
Ha detto bush che é stato il polacco a chiederglielo.




 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/08/2008 alle 22:12
Independent.co.uk
Tourists beware: if it's fun, Italy has a law against it
Head for the beach or a park bench without knowing the rules, writes Peter Popham, and you could come home with a hefty fine

Sunday, 17 August 2008


In addition to the usual perils of sunburn, jellyfish attacks and bottom-pinching, holidaymakers in Italy face a new range of menaces this summer, the result of the Berlusconi government's frontal assault on what it calls the "security emergency".


The nation's mayors have been given carte blanche to write laws to address their own particular security hang-ups. The result is a blizzard of new rules and regulations that threatens to turn the bel paese into the biggest nanny state of them all.

Unwary foreigners risk getting hefty fines for doing things that are perfectly legal everywhere in the world except the particular town or city where they find themselves.

In Genoa, for example, it is now against the law to walk around with a bottle of wine or can of beer in your hand. In Rome that is okay, but if you stretch out under a pine tree or on the Spanish Steps to drink it, or merely to eat a sandwich, your "indecorous" behaviour may be penalised. Likewise if your al fresco snack is followed by a nap.

Stiff regulations are aimed at beach-goers: on one beach in Olbia, Sardinia, smokers risk a €360 (£280) fine, while nationwide, the minister of welfare has imposed a ban on massages offered by immigrants, warning of the possible dangerous effects of "aesthetic or therapeutic services" offered by those "not in possession of adequate training or competence".

At Eraclea, near Venice, parents need to keep a beady eye on their children: sandcastles are banned, as they "obstruct the passage" along the beach. Racketball and other ball games are forbidden on many beaches, and swimmers who dive heedlessly into the sea may face whopping fines if they are not in "permitted areas".

And woe betide holidaymakers in many seaside towns who wander away from the beach clad only in boxers or bikinis: it's against the law.

The nationwide witch-hunt against the vendors of counterfeit designer bags has been fortified in Ostia, Rome's most popular beach, by the use of patrolling helicopters, making the Italian beach experience even more hellish than usual.

Away from the water, things don't get any easier. Two people may sit down on a park bench in the city of Novara, but if a third person joins them and it's after 11pm, all three are breaking the law. In Viareggio the benches may contain as many people as care to squeeze on to them, but if one of them puts his feet up on it he risks a fine. Scatter breadcrumbs for pigeons in the city of Lucca and you could end up hundreds of euros poorer.

The drive against begging has been taken up by many towns – including Assisi, home of St Francis, who began his religious life as a mendicant. In the romantic city of Verona they have taken this trend to its logical conclusion, requiring the beggars' takings to be confiscated. And in Florence it is now illegal to clean the windscreens of cars waiting at traffic lights.

Silvio Berlusconi's government may be the first in the world to have introduced a "minister of simplification", with the job of identifying and abolishing redundant laws, but in the interests of greater local democracy and security his interior minister, Roberto Maroni, has allowed a thousand legal flowers to bloom.

Most of them will probably never be enforced, but that will be scant consolation to the pigeon-feeder whose holiday souvenirs include a large fine.

 
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  postato il 21/08/2008 alle 12:59
DEOGRATIAS!!! Finalmente qualcuno ci è arrivato!

*****

L'esperimento in una scuola australiana: "Ormai il problema non è copiare ma scegliere le fonti giuste"
"Sì al web e a una telefonata
Cambia il compito in classe"

di MARCO STEFANINI


"Posso fare una telefonata a casa per chiedere un aiuto?" E' la domanda che capita di sentire in alcuni giochi televisivi e che, adesso, può essere rivolta dalle alunne di una scuola femminile di Sydney alla loro maestra. Il Presbyterian Ladies' College, infatti, permette alle proprie alunne di usare il cellulare durante i compiti in classe, e di potersi rivolgere ad un amico o un parente per risolvere un determinato test.

Non solo: si può persino fare ricorso a internet, alla ricerca della risposta giusta. Quello adottato dalla scuola australiana è un programma educativo sperimentale che, per adesso, interessa solamente le classi di inglese, e in particolare le alunne che sono al nono anno di studi. "Ma già entro la fine dell'anno potrebbe essere estero alle altre materie", promettono dalla scuola, che ospita circa 1300 allieve.

Una decisione che vuole ribaltare radicalmente la concezione che si ha, oggi, di chi ha copiato dal vicino di banco o ha usato qualche foglietto per trovare la risposta giusta. Così, mentre uno studio americano ha appena riabilitato i secchioni, sostenendo che "chi copia ha più personalità", questo college incoraggia i suoi alunni ad utilizzare tutti i mezzi in loro possesso per risolvere un compito.

"Nella loro vita professionale - spiega Dierdre Coleman, l'insegnante di inglese responsabile del progetto - queste ragazze non si troveranno mai nella condizione di dover memorizzare troppi concetti. Quello che si troveranno a fare, è dover accedere rapidamente alle informazioni e selezionarle sulla base della loro autorevolezza".

Unica condizione posta dagli insegnanti di inglese all'utilizzo di internet è che si citi sempre la fonte da cui si è presa una determinata frase. "Penso che per preparare le nostre alunne al meglio al mondo adulto, sia arrivato il momento di cambiare il nostro approccio al concetto di 'copiare'", sottolinea ancora Coleman.

"Chiamare mio zio mi ha aiutato moltissimo, perché mi ha dato la possibilità di rivedere varie cose insieme. Dovevo svolgere un tema sulle Olimpiadi e mi sono fatta dare alcuni suggerimenti, che poi ho sviluppato per conto mio", dice la 15enne Annie Achie. "Non penso che equivalga a copiare - sostiene la studentessa Emily Waight - Non facciamo altro che cercare delle informazioni utili a rispondere in maniera più appropriata ai quesiti che ci vengono proposti".

Il preside della scuola, William McKeith, si è ispirato, nel prendere la decisione di introdurre questa novità, alla tesi di un consulente internazionale in materie educative, Marc Prensky. "I nostri bambini si trovano di fronte a situazioni analoghe in televisione. Oggi si può fare una telefonata a casa e vincere un milione di dollari - sostiene Prensky - Perché allora non si può usare il cellulare per un semplice test? Del resto è molto più importante saper trovare le giuste informazioni ed utilizzarle in maniera corretta, che memorizzarle tutte nella propria testa". Prensky propone anche di sostituire la definizione di "copiare" con una assai più elaborata: "Utilizzare gli strumenti a nostra disposizione per far sì che il mondo entri a far parte delle nostre conoscenze di base".

(da Repubblica.it)

*****

(L'ho postato qui perché credo che la scuola e la sua impostazione siano uno dei fondamenti della politica di ogni singolo paese)

 

[Modificato il 21/08/2008 alle 13:03 by Admin]

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/08/2008 alle 14:07
Sono scettico. Quando ti trovi lontano dalle fonti di informazione come fai? E quando 'sti ragazzi saranno zii e nonni, come potranno aiutare i nipoti?

E ultimo ma non ultimo: gli togliete il brivido del copiare senza essere sgamati?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/08/2008 alle 14:18
Originariamente inviato da Admin
"Posso fare una telefonata a casa per chiedere un aiuto?"
...


Ma funziona solo se il professore è Jerry Scotti?

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 22/08/2008 alle 09:17

Originariamente inviato da Admin
"Posso fare una telefonata a casa per chiedere un aiuto?"
...


Mi sembra una cosa positiva la libera ricerca su internet, o su dei libri o altre fonti messe a disposizione degli studenti, ma non sono cosi convinto che la telefonata a un parente sia cosi equa.
Supponiamo un compito di scienze, 9 alunni con parenti biologi prof universitari, 1 con parente portinaio (senza offesa per portinai)
mi sembra non piu una prova delle capacita intelletive dello studente, ma solo una demarcazione del diverso status...

Invece davanti a google con la loro testolina partono tutti alla pari!
Gia in seguito nella vita si accorgeranno che non si parte tutti alla pari..almeno a scuola...

Saluti

 
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  postato il 22/08/2008 alle 11:14
Originariamente inviato da leo

Mi sembra una cosa positiva la libera ricerca su internet, o su dei libri o altre fonti messe a disposizione degli studenti, ma non sono cosi convinto che la telefonata a un parente sia cosi equa.
Supponiamo un compito di scienze, 9 alunni con parenti biologi prof universitari, 1 con parente portinaio (senza offesa per portinai)
mi sembra non piu una prova delle capacita intelletive dello studente, ma solo una demarcazione del diverso status...

Invece davanti a google con la loro testolina partono tutti alla pari!
Gia in seguito nella vita si accorgeranno che non si parte tutti alla pari..almeno a scuola...

Saluti


Concordo sulla questione della telefonata a casa, mentre è sacrosanto che la scuola insegni a fare anche le cose che davvero serviranno nella vita di tutti i giorni, nella maniera in cui si faranno nella vita di tutti i giorni.

Però caro Leo, alla tua affermazione che "Gia in seguito nella vita si accorgeranno che non si parte tutti alla pari..almeno a scuola..." ti potrei ribattere citando Ivan Illich (quello dell'elogio della bicicletta, per intenderci), che dimostrò coi suoi studi come la scuola non faccia altro che rimarcare, sottolineare e perpetuare proprio le differenze di classe.

 

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(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 22/08/2008 alle 11:55
Sono d'accordo con te Admin, anche nell'appunto che mi fai..in effetti mi sono espresso male...la scuola marca le differenza ma io intendevo: "almeno la scuola non le marcasse.." come speranza mia, non come dato di fatto della scuola attuale.

A proposito, posso consigliare, se non fosse gia inserito nel thread libri di ciclismo, di inserirlo l'elogio della bicicletta?

Ciao!

O.T -> P.S: ho letto naif.super di Loe..grazie per il consiglio Marco, ora leggero vita con l'alce appena ho tempo..

 
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  postato il 22/08/2008 alle 13:57
Intanto Berlusconi dice di 'ispirarsi a Falcone' per la riforma della Giustizia. Oh, giusto.
Certo, come concetto fa schifo..ma ha i suoi lati positivi: ottimo emetico a basso prezzo. Basta farmaci, o acqua calda, per rivoluzionare e liberare il vostro stomaco basta accendere il tv. O leggere un giornale, tanto è lo stesso.

 
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  postato il 23/08/2008 alle 14:06
Stavo pensando che è preoccupante vivere in un paese dove il Governo (inteso come istituzione, palazzo Chigi) si occupa di precisare e smentire con le sue note se Berlusconi abbia o meno incontrato Naomi in Sardegna o comprato casa in Grecia..
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 26/08/2008 alle 21:37
The Eurasian Corridor: Pipeline Geopolitics and the New Cold War
by Michel Chossudovsky

su http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=9907

 

[Modificato il 26/08/2008 alle 21:54 by pacho]


 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 27/08/2008 alle 17:00
Originariamente inviato da pacho

The Eurasian Corridor: Pipeline Geopolitics and the New Cold War
by Michel Chossudovsky

su http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=9907

grazie Pacho.
un po' di documentazione fa sempre bene.
Sopratutto in questo periodo dove i telegiornali passano il tempo a sparare frasi ad effetto e si guardano bene dal proporre un minimo di approfondimento. Per quanto mi riguarda non ho ancora visto una trasmissione che cerchi di affrontare almeno l'abc della questione caucasica. finora ho visto solo servizi a senso unico con i georgiani descritti come le povere vittime senza dubbio alcuno (ovviamente non mi riferisco ai civili sfollati, quelli sono vittime per definizione e ci sono da entrambe le parti) e gli stati uniti con porta bandiera della democrazia senza macchia.
gall

 

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  postato il 29/08/2008 alle 12:28
Mi risporsto nel nostro misero orticello.

Le intercettazioni di Prodi vengono pubblicate da Panorama (Mondadori, Berlusconi). Berlusconi esprime 'piena solidarietà', e dice che 'è necessaria una legge sulle intercettazioni'. Cicchitto segue a ruota, o precede.
Certo: la legge sulle intercettazioni non è un vecchio pallino per pararsi il fondoschiena, è un favore a Prodi e compagnia.
A pensare male, con il tempismo di Berlusconi e Cicchitto su una vicenda di cui il resto d'Italia se ne frega altamente, sembrerebbe che la manovra del settimanale di Berlusconi sia un tantino pilotata..

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 30/08/2008 alle 20:57
Originariamente inviato da desmoblu
Certo: la legge sulle intercettazioni non è un vecchio pallino per pararsi il fondoschiena, è un favore a Prodi e compagnia.
A pensare male, con il tempismo di Berlusconi e Cicchitto su una vicenda di cui il resto d'Italia se ne frega altamente, sembrerebbe che la manovra del settimanale di Berlusconi sia un tantino pilotata..

Palesemente pilotata!!!
Basta sentire il coro di politici PdL che si affrettano ad evidenziare la necessità di una nuova legge sulle intercettazioni e che si dimostrano magnanimi nei confronti di Prodi; bontà loro sono dei signori, veramente disinteressati!!!
gall

 

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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 30/08/2008 alle 21:42
Avete sentito al tg che Silvio è arrivato ad un accordo con il colonnello Libico(non voglio neanche nominarlo)che da anni esige un risarcimento danni per tutto il putiferio provocato quando la Libia era una colonia italiana...(tutte ca°#§*te)
Praticamente un nessuno ha fatto sborsare milioni e milioni di euro per :
1-Costruire un'autostrada con vista sul mare..
2-I risarcimenti richiesti
3-una statua dell'età romana rivendicata dalle autorità libiche..

Ora secondo il mio parere siamo caduti nel baratro..penso non era meglio spendere quei soldi per costruire autostrade(anche senza vista)dove se ne trova il bisogno..ma in

Poi la ormai famosa autostrada deve essere progettata anche dallo stato italiano...

Quando circa un mese fa..ho letto sul corriere le ormai classice rivendicazioni del colonnello con tutti quei risarcimenti ho detto tra me ..che l'autostrada te la metto nel cu...
Non pensando che il nostro presidente del consiglio facesse quello che ha fatto...

Ciao a tutti

 
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  postato il 30/08/2008 alle 22:39
Beh, la cosa peggiore è sentirlo mentre dice che Gheddafi è un liberale e un "amico della democrazia". Poi certo, gli si paga strade, gli si paga quello che vuole..
 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 31/08/2008 alle 00:11
Caspita, leggere un ragazzo di 17 anni che scrive che la Libia fosse stata umiliata e conquistata col contorno di qualche decina di migliaia di uccisioni "fascistissime" e torture ai negri razza inferiore sarebbero "tutte cazzate", mi fa venire la pelle d´oca e mi mette una tristezza immensa. (una domanda: hanno gia iniziato a riscrivere i libri di storia delle superiori, oppure sei ignorante (colui che ignora, che non sa, cioé ignorante) di tuo?
Fino pochissimi anni fa (di solito) un ragazzo/a tramite il rifiuto della famiglia e dell´autoritá in senso generale, tendeva a leggere ed informarsi, ponendosi controcorrente, a volte sbagliando ma molte altre volte essendo molto piu genuino e saggio dei soloni che popolano e guidano "l'opinione pubblica".

Il guaio peggiore é che oggi i giovani si ergono a difesa del conservatorismo, dello status quo, del nazionalismo (nel nostro caso, nel vassallagio) e della propagnada..spesso coadiuvati dai sedicenti democratici super-partes.
Forse la perdita di memoria collettiva inizia a produrre davvero i suoi frutti peggiori.

Ad ogni modo: chi é Gheddafi, da Wikipedia.
ps: dato che é sempre necessario contestualizzare, paragoniamolo alle "democrazie" africane e mediorientali sostenute dagli stati uniti e dai suoi compari.

Mu‘ammar Abū Minyar al-Qadhdhāfī (arabo: معمر القذافي, Mu‘ammar al-Qadhdhāfī, meglio noto in Italia con la grafia Muammar Gheddafi; Sirte, settembre 1942) è un politico libico, di fatto massima autorità del Paese, pur non avendo alcun incarico ufficiale e fregiandosi soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Fu la guida ideologica della rivoluzione che il 1° settembre 1969 portò alla caduta della monarchia del re Idris.

Biografia

Nato in una famiglia islamica a Sirte quando allora faceva parte della provincia italiana di Misurata, all'età di sei anni perse due suoi cugini, uccisi dall'esplosione un residuato bellico della Seconda guerra mondiale. Tra il 1956 e il 1961 frequentò la scuola coranica di Sirte, in cui conobbe le idee panarabe di Gamal Abd el-Nasser, cui aderì con entusiasmo. Nel 1968 si iscrisse all'Accademia Militare di Bengasi. Concluse il corso con molto successo e dopo un breve periodo di specializzazione in Gran Bretagna, fu nominato capitano dell'esercito all'età di 27 anni.

Insoddisfatto del governo guidato dal re Idris I, giudicato da Gheddafi e da numerosi ufficiali troppo servile nei confronti di U.S.A. e Francia, il 26 agosto del 1969 guidò un colpo di stato contro il sovrano, che portò l'1 settembre dello stesso anno alla proclamazione della Repubblica, guidata da un Consiglio del Comando della Rivoluzione composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane. Gheddafi, che nel frattempo era stato nominato colonnello, si mise a capo del Consiglio instaurando un regime autocratico in Libia.

Capo della Libia antiamericana

Fece approvare dal Consiglio una nuova Costituzione, da lui definita araba, libera e democratica. In nome del nazionalismo arabo, egli nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espropriò ed espulse la comunità italiana residente nel paese, chiuse le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", ridenominata "ʿOqba bin Nāfiʿ", dal nome del primo conquistatore musulmano delle aree nordafricane.

La politica della prima parte del governo Gheddafi può essere definita come una "terza via" tra comunismo e capitalismo nella quale egli cercò di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia. Espose, in maniera più organica, i suoi principi politici e filosofici nel Libro verde, pubblicato nel 1976. Il titolo prendeva spunto dal colore della bandiera libica, che infatti è completamente verde, e che richiama la religione mussulmana, dato che verde era il colore preferito di Maometto ed il colore del suo mantello.

Tra le riforme effettuate da Gheddafi in questo periodo, ricordiamo l'innalzamento del salario minimo, la possibilità per gli operai di partecipare alla gestione della loro azienda, la soppressione dell'alcool (di per sé già vietato come precetto islamico), la chiusura dei locali notturni, la restaurazione della Sharīʿa (la legge religiosa che deriva direttamente dal Corano e dalla Sunna). Inoltre, per cercare di ridurre al minimo le spese, egli rifiutò inizialmente il lusso, dormendo sempre (anche per motivi di sicurezza personale) in una base militare di Tripoli.


Fra le primissime iniziative del governo di Gheddafi vi fu l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che ancora viveva nella ex colonia, culminate col decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per "restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori". Gli italiani furono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'INPS e da questo trasferiti in base all'accordo all'istituto libico corrispondente, e furono sottoposti a progressive restrizioni finché non furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970[1]. Dal 1970, ogni 7 ottobre in Libia si celebra il “giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 coloni italiani.

In politica estera, egli finanziò l'OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele. Inoltre, propose spesso un'unione politica tra i tanti Stati islamici dell'Africa e, in particolare, caldeggiò un'unione politica con la Tunisia ai primi degli anni Settanta ma la risposta negativa del presidente tunisino Bourguiba fece tramontare questa ipotesi. Sempre in questo periodo, e per molti anni, Gheddafi fu uno dei pochi leader internazionali che continuarono a sostenere i dittatori Idi Amin Dada e Bokassa (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò islamico).

Dal 16 gennaio 1970 al 16 luglio 1972 fu anche, ad interim, primo ministro della Libia prima di lasciare il posto a ‘Abd al-Salām Jallūd. Nel 1977, grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, Gheddafi poté dotare la sua nazione di nuove strade, ospedali, acquedotti ed industrie. Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica, pur rimanendo l'indiscusso unico leader del paese con l'appellativo onorifico di "guida della rivoluzione".

Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni Ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi affini al terrorismo internazionale, quali per esempio l'irlandese IRA ed il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dall'intelligence statunitense, ma egli si dichiarò sempre innocente, di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia. Si rese anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni. Divenuto il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America, egli fu progressivamente emarginato dalla NATO. Inoltre, il 15 aprile 1986, Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello.

Il 21 dicembre del 1988 esplodeva un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono 270 persone e prima dell'11 settembre 2001 è stato l'attacco terroristico più grave. L'ONU attribuì la Libia la responsabilità di questo attentato aereo e chiese al governo di Tripoli l'arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti. Al netto ed insindacabile rifiuto di Gheddafi, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia era già in fase calante.

Il cambio di rotta

Recentemente Gheddafi ha cambiato registro per ciò che concerne la politica estera: condannò l'invasione dell'Iraq ai danni del Kuwait del 1990 e successivamente sostenne le trattative di pace tra Etiopia ed Eritrea. Quando anche Nelson Mandela fece appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della strage di Lockerbie e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l'ONU decise di ritirare l'embargo alla Libia (primavera del 1999).

Nei primi anni duemila, gli ultimi sviluppi della politica libica di Gheddafi hanno portato ad un riavvicinamento agli USA ed alle democrazie europee, con un parallelo allontanamento dall'integralismo islamico. Grazie a questi passi il presidente statunitense George W. Bush ha deciso di togliere la Libia dalla lista degli Stati Canaglia (in cui rimangono invece l'Iran, la Siria e la Corea del Nord) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.

In ogni caso, la Libia (chiamata per volere di Gheddafi Jamāhīriyya, neologismo coniato per l'occasione e forgiato a partire dal termine arabo "jamāhīr", che vuol dire "masse") non si può certo definire una democrazia nel senso occidentale, perché non sono concesse le libertà politiche (per esempio il multipartitismo) e perché vige ancora il culto della personalità di Gheddafi, che però si è molto attenuato nel corso degli anni malgrado il regime rimanga tendenzialmente dinastico.
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Se si é desiderosi di fare una critica a tale accordo (preparato da Prodi..che mi vengono i brividi..o conati..solo a nominarlo) diciamo che l´accordo é un immenso regalo dello stato (ossia i nostri soldi) alle imprese private italiane che cosí guadagnano appalti all'estero senza nemmeno la fatica di una guerricciola.

 

[Modificato il 31/08/2008 alle 00:22 by pacho]


 
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  postato il 31/08/2008 alle 09:45
Si. Intanto io continuo a schifarmi per l'ipocrisia che gira dietro e attorno le parole 'liberale' e 'amico della democrazia': chiunque faccia comodo è accolto nel 'club degli amici Buoni'. Oh, non è una novità, certo..
Come non è una novità considerare e marchiare chiunque e in ogni parte del mondo col metro della 'democrazia' di stampo 'occidentale'. Ma almeno, se proprio vuoi usare quest'etichetta, accertati che sia vero.
La convenienza economica sullo sfruttamento del greggio mette così sullo stesso piano Sarkozy (che l'ha ospitato l'anno scorso, Gheddafi dormiva nel 5 stelle e poi riceveva gli ospiti nella tenda piazzata davanti al Louvre) e Berlusconi. La mia speranza è che altri leader- soprattutto del bacino del Mediterraneo- non seguano a ruota. Zapatero che farà?

ps: Pacho, vacci più calmo con gli altri. Io già ringrazio che un diciassettenne oggi abbia voglia e testa di parlare *anche* di politica, oltre che di calcio..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2008 alle 11:34
Originariamente inviato da desmoblu



ps: Pacho, vacci più calmo con gli altri. Io già ringrazio che un diciassettenne oggi abbia voglia e testa di parlare *anche* di politica, oltre che di calcio..


Lo sai che secondo una recentissima statistica, i giovani Italiani tra gli europei son quelli che più si interessano alla politica?
Non te la posso passare solo perchè l'ho trovata sul Corriere della Sera cartaceo.

 

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  postato il 31/08/2008 alle 12:47
Diffido delle statistiche
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2008 alle 13:41
Originariamente inviato da desmoblu

Diffido delle statistiche


'funkulo!

scherzi a parte, fai bene e fai male allo stesso tempo.

"E' facile mentire con la Statistica. E' difficile dire la verità senza la Statistica" (Andrejs Dunkels)

 

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  postato il 01/09/2008 alle 10:43
Originariamente inviato da pacho

... che la Libia fosse stata umiliata e conquistata col contorno di qualche decina di migliaia di uccisioni "fascistissime" e torture ai negri razza inferiore sarebbero "tutte cazzate.....


Giusto per dare un'informazione in piu':
I primi morti furono "merito" del governo Giolitti nell'11-14...poi negli anni a venire i fascisti tennero alto "l'onore" dei loro predecessori italiani.
Questo per dire che non fu solo una colpa dell'italia fascista, ma dell'italia (quasi) intera.
Che ora ovviamente paghiamo noi. La redistribuzione dei debiti funziona in maniera eccellente in Italia.

Saluti.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/09/2008 alle 21:54
Un giornalognolo chiamato "Repubblica" conferma la sua vocazione padronale ed ancora una volta aggiunge vergogna alla vergogna.

Stamattina 2 operai delle Ferrovie, uno prossimo alla pensione e l' altro prossimo al matrimonio, sono morti schiacciati da un treno per cause aconra da accertare, ma giá come dichiarato dai colleghi sicuramente collegate alla carenza di personale che costringe a tagliare i tempi e quindi anche le misure di sicurezza.

Ma tant'é.
I due operai non avrebbero sentito il convoglio arrivare poiché impegnati a lavorare con un martello pneumatico.

Ebbene, il fogliaccio igenico sopra menzionato portato sottobraccio con tanto orgoglio dai democratici progressisti da voce ai dirigenti Fs secondo i quali l' incidente sarebbe stato causato da negligenze umane.
Il tutto, senza alcun contradditorio, senza un minimo di critica, senza una spiegazione e senza sottolineare quanto aggravante sia tale dichiarazione.
Infatti, secondo gli ex sindacalisti Cgil che adesso gestiscono e spadroneggiano in Trenitalia,i due operai sarebbero rei di non aver indossato le cuffie antirumore. Questa motivazione, oltre ad essere un insulto all'intelligenza, qualifica lo spessore (in)umano di coloro che che dovrebbero essere i dirigenti illuminati d' Italia.
Se gli operai sono stati ammazzati (perche di omicidio si tratta) perche non hanno sentito il rumore del convoglio sebbene senza cuffie antirumore (e giubbottino: altra scusa del cazz.o dato che il macchinista li ha visti subito ed ha anche azionato il freno d'emergenza), che razza di scusa sarebbe che gli operai sono morti perche sprovvisti di cuffie antirumore?!

Posto la notizia indegna.

Da Repubblic(hina)
MORTI BIANCHE: FS, OPERAI NON AVEVANO CUFFIE ANTIRUMORE
Non indossavano cuffie antirumore ne' gli indumenti ad alta visibilita' in dotazione a tutto il personale operativo, di cui e' previsto l'uso in caso di lavori sui binari in prossimita' dello stesso e lungo le linee ferroviarie. Cosi' le Ferrovie dello Stato smentiscono la tesi delle Rsl in merito alla morte avvenuta stamane dei due operai, Calabrese e Virgillito, "deceduti tragicamente in seguito all'investimento da parte del 'Regionale 3832' sulla linea - precisa la nota Fs - Caltanissetta Xirbi - Catania". Per le Fs, infatti, "fin dai primi accertamenti" di questa mattina "e' stato riscontrato" che i due operai non indossavano cuffie antirumore ne' indumenti ad alta visibilita'.


 

[Modificato il 01/09/2008 alle 21:57 by pacho]


 
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  postato il 01/09/2008 alle 22:13
Beh, quelli di Repubblica sono capapci di prodezze sempre nuove.
 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 02/09/2008 alle 17:33
Originariamente inviato da pacho

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Se si é desiderosi di fare una critica a tale accordo (preparato da Prodi..che mi vengono i brividi..o conati..solo a nominarlo) diciamo che l´accordo é un immenso regalo dello stato (ossia i nostri soldi) alle imprese private italiane che cosí guadagnano appalti all'estero senza nemmeno la fatica di una guerricciola.


Sempre + daccordo con Pacho! Che sarà anche un po' impulsivo ma almeno non ha il salame sugli occhi!
Comunque la si voglia mettere i nostri imprenditoruccoli paternalisti stanno sempre a farsi gli affari loro. Un giorno si pappano la parte buona dell'alitalia, un altro vanno a dividersi la torta in libia con i soldi dei "pantaloni", quali, purtroppo, noi siamo.
gall

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/09/2008 alle 18:40
Grazie Galliano.
due appuntini veloci. Quando ho accennato riguardo ai probabili affari delle aziende italiane derivanti dall´accordo non avevo letto giornali né spulciato su internet perche mi trovo all´estero e ho altri impegni. comunque.

Ad ogni modo: L'Eni ha già blindato i suoi contratti di esplorazione e produzione su greggio e gas per altri 25 anni.

Nei settori ad alta tecnologia è presente con Agusta-Westland (fornitura di 24 elicotteri) ed Alenia (già conclusa una commessa di tre milioni di euro). Nelle telecomunicazioni con Sirti.
Per quanto concerne le infrastrutture e la famosa autostrada, Italcementi ha giá praticamente vinto l´appalto per riempire di cemento 1600 chilometri di costa libica.

Ma oltre al fatto che queste gare d´appalto siano vinte dalle imprese PRIVATE italiane pagate coi soldi pubblici (I NOSTRI) senza che noi, sfigati cittadini beneficeremo di un bel nulla, l' aspetto della vicenda che mi fa incazzare é un altro. E ben piú grave.

Ossia il fatto che gli imprenditori, (non posso chiamarli nemmeno capitalisti perche questi di capitale ne hanno ben poco o vanno avanti a forza di prestiti bancari a fondo perduto oppure con l'appropriazione dei redditti...per sostenere i loro profitti) dicevo..ossia il fatto che gli imprenditori sbraitino contro i negri, i terroni, contro il diverso che "ci ruba il lavoro ed abbassa la qualitá", che ce la menano con la "sicurezza" e poi vanno ad investire in Africa quando non in Romania (si! proprio la terra dei Rom!!!) e in altri posti sperduti.

Fin qui, nulla di strano. Purtroppo fanno il loro lavoro, che é quello di far profitti (un piccolo grande uomo diceva che la funzione dello stato fosse quella di espandere le proprie aree di influenza proprio per consentire alle imprese private di investire in territori "vergini", beneficiando cosí di un mercato non saturo e manodopera a basso costo. Nonostante i soloni ex pci-pds-ds-pd lo rinneghino con tutta la loro forza prendendo sonore cantonate..possiamo al contrario tranquillamente affermare che invece ci aveva preso, come dimostra anche questo accordo, fortunatamente non imposto mediante e dopo il ricorso alla guerra).

Comunuqe, se gli imprenditori fanno il loro lavoro, il loro lavoro non lo svolgono invece i lavoratori, gli operai, gli impiegati, il "ceto medio" (ma de ché?) dimostrando quanto bui siano i tempi che stiamo vivendo: da una parte gli imprenditori se ne sbattono un paio di palle della "italianitá" e del sistema paese che tanto sbandierano ed altre cazzate per imbonire il popolino ..andando ad investire altrove.
Ed i i lavoratori che fanno? Se la prendono coi negri e coi terroni perche gli rubano il lavoro (invece di prendersela con chi, come fiat, ha decentrato piu della metá della produzione all' estero! e poi ci viene a parlare di italianitá e del made in italy!). E pensano che la colpa della mancanza di lavoro siano loro, gli stranieri. Ed acco che allora votano lega e partiti destrosi. Eh si, cornuti e felici.

Peró non sono da biasimare. DA 20 anni a questa parte il potere d´acquisto é stato falcidiato dal ritiro della scala mobile, imposto da confindustria; i governi di "centro sinistra" ed i sindacati amici hanno dato il colpo di grazia alla democrazia sui luoghi di lavoro; quelli di destra-centro-sinistra hanno alzato l´etá pensionabile e tagliato le pensioni e servizi sociali; gli imprenditori, come dicevo, se ne fottono dei loro spot lobotomizzanti e vanno ad investire all´estero lasciando senza lavoro GLI ITALIANI (si si, i loro COMPATRIOTI che mettono con tanta fierezza la magliettina con scritto ITALIA e magari hanno il tricolore stampato da qualche altra parte).

Allora che c' é di strano se gli operai ed i lavoratori in generale se la prendono coi piú sfigati e col diverso? che c'é di strano se la gente applaude i miliatari per le strade? cazz.o ce ne frega a noi? senza lavoro o con una paga da fame, che per mandare i figli a scuola dobbiamo pagare le cambiali per i libri...peró almeno con sicurezza!!

Adesso facciamo un giochetto e poi non rompo piu i maroni.
Assumiamo che i sogni di umberto bossi scendessero in terra come gesú al tempio e i negri/caffelatte raus, tutti a casa.

Diciamo che per prima cosa, la locomotiva d' italia, ossia il veneto, chideerebbe buona parte degli stabilimenti, andando ad impiantare la produzione nell' est europeo, facendo perdere il posto anche agli ITALIANI. Ma d' altra parte gli imprenditori veneti che votano in buona parte lega, stanno gia delocalizzando a zingarolandia da 20 anni, con buona pace del "padroni a casa nostra". Forse anche i negri che vengono allegramenti sfruttati come bestie nel moderno triveneto hanno avuto la colpa di chiedere salari dignitosi..e non da bestie appunto.

Secondo. Chi di solito chiede che i marocchini, gli albanesi o i polacchi siano spediti a casa a cannonate, possiede livelli d' istruzione piuttosto alti. Allora, dato che i primi occupano le posizioni piú basse sul mercato del lavoro e non fanno certo concorrenza a questi intellettuali, che significato ha che gli "stranieri ci rubano il lavoro"?

Terzo. poniamo che ci siano solo italiani in italia. ma se le imprese, coadiuvate dal sistema politico creano disoccupaizone perche investono all ' estero ( a meno che gli italiani, per puro spirito d' orgnoglio nazionale ed in nome dell' italianitá non decidessero di vendere il prorpio sederino ed il proprio sudore ad un euro all' ora per 14 ore di fila e senza alcuna tutela) sempre disoccupati rimarranno!!

Scusate lo sfogo, ma mi trovo all' estero e mi accorgo sempre di piú come potrebbe sentirsi uno straniero in un´altra terra. E mi convinco sempre di piú che se non saranno i ragazzi della mia etá a smettere di pensare alle stronzat.e (anzi, sono loro i piu conservatori desiderosi di difendere lo status quo!) dandosi una mossa, siamo nel letame per il resto della nostra vita. Che nonostante la sicurezza, con cui peró non ci mangio (anzi mangio meno dato che devo mantenere un branco di mentecatti produttivi pressapoco come i preti) i problemi sono ben altri.

 

[Modificato il 02/09/2008 alle 18:44 by pacho]


 
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  postato il 02/09/2008 alle 20:04
da Repubblica.it

Editoriale dell'Osservatore Romano. Cambia la dottrina sul Rapporto di Harvard
La comunità scientifica: nessun paese evoluto metterebbe in discussione questo criterio

Bioetica, il Vaticano cambia idea
"La morte cerebrale non basta"


CITTA' DEL VATICANO - La dichiarazione di "morte cerebrale" non può sancire più la fine di una vita e va rivista in nome delle nuove ricerche scientifiche: è quanto scrive l'Osservatore Romano, in un editoriale in prima pagina dedicato ai quarant'anni del cosidetto "Rapporto di Harvard" che modificò la definizione di morte, da allora non più basata sull'arresto cardiocircolatorio ma sull'encefalogramma piatto.

Anche la Chiesa cattolica, ricorda il giornale del Papa, accettò quella definizione, proclamandosi favorevole al prelievo degli organi da pazienti cerebralmente morti. Successivamente è stato dimostrato però - spiega il quotidiano - che "la morte cerebrale non è la morte dell'essere umano".

Anche la Chiesa si trova ora in una situazione delicata perché l'assunto di "morte cerebrale" - si legge nell'articolo - "entra in contraddizione con il concetto di persona secondo la dottrina cattolica, e quindi con le direttive della Chiesa nei confronti dei casi di coma persistenti".

Ferma la replica del mondo scientifico, nelle parole di Alessandro Nanni Costa, direttore del Cnt, il Centro nazionale trapianti: "Il criterio di morte cerebrale per sancire la morte di un individuo è l'unico scientificamente valido". Inoltre, "la comunità scientifica mondiale approva i criteri stabiliti dal rapporto di Harvard e le critiche, che arrivano da frange minoritarie, sono basate essenzialmente su considerazioni non scientifiche". Conclude lo scienziato: "In tutti i paesi scientificamente evoluti i criteri sono stati recepiti come norma". In Italia nel 1978 sono diventati legge, poi riconfermati da una legge successiva, nel 1993.

Anche Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione anestesisti-rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi), conferma la posizione di fatto della comunità scientifica: la morte cerebrale "resta al momento l'unico criterio valido, in mancanza di nuove evidenze scientifiche, per definire il decesso di un individuo". E aggiunge: "Quando in rianimazione i medici rilevano un accertamento di encefalogramma piatto, trasmettono la notizia alla direzione sanitaria, che a sua volta istituisce un collegio di tre medici (un anestesista-rianimatore, un medico legale e un neurofisiologo) che, a prescindere dalla fascia di età del paziente, effettua un periodo di 6 ore di osservazione con un protocollo preciso". "La morte cerebrale, conclude Carpino, "è la morte dell'individuo".

*****

Ma che bello, le belle notizie non finiscono mai di giungere da oltretevere!

Guardiamo ai possibili scenari figli di questa improvvisa agnizione del Vaticano.

Intanto aspettiamo le pronte conferme della posizione dell'Osservatore Romano da parte di Casini, Buttiglione, Rutelli e Franceschini (noti scienziati).

Dopodiché Calderoli e Giovanardi (apprezzati studiosi), in sinergia con Bindi e Binetti (esperte dottoresse), promuoveranno un referendum per cambiare la legge dello stato in materia.

In attesa della raccolta delle firme e del pronunciamento della Corte Costituzionale, Formigoni e Bordon (eccellenti cattedratici) esorteranno i medici ad applicare la loro obiezione di coscienza ai casi di morte cerebrale: un medico cattolico non può avallare una simile abiezione!

I Comunisti Italiani e i Verdi organizzeranno una manifestazione a Piazza Navona coi circoli radical chic del "movimento civile", ma Forza Italia risponderà con un Vita-oltre-la-morte-cerebrale-Day allestito da Gianni Baget Bozzo e Sandro Bondi a Piazza San Giovanni (con diretta fiume su Rete4).

Fini, dal suo ruolo super partes, non prenderà posizione, pur riconoscendo che il tema è delicato e meritorio di un approfondimento anche in sede legislativa.
Veltroni proporrà una timida apertura di dialogo, purché in cambio dell'assenso a questa nuova normativa si proceda con le riforme elettorali e giudiziarie.

Berlusconi, visto che la morte cerebrale o meno non intacca i suoi interessi privati e i suoi guai con la legge, se ne sbatterà allegramente le palle, intrattenendosi con un paio di vallette a Porto Cervo (fingendo di telefonare all'amico Putin per farsi bello). Nel frattempo ci penserà Bonaiuti a chiarire il punto di vista del PresDelCons.

E in prospettiva, chissenefrega se, grazie all'ennesima masturbazione mentale della Chiesa di Roma, ci sarà qualcuno che morirà per un improvviso e inatteso calo delle donazioni degli organi... in fondo a che servono le donazioni, quando (stando al concetto di sanità di certe parti politiche) si può tranquillamente comprare un rene (ma anche un cuore, quanto potrà mai costare?) da un campesino peruviano o da un pescatore del Bangladesh?

Lo so che sto mettendo le mani avanti, ma io penso che se volevo vivere secondo i dogmi di Santa Romana Chiesa, mi sarei fatto prete. Io voglio solo essere un libero (finché possibile) cittadino di un paese libero. Si può?

Nessun paese evoluto metterebbe in discussione questo criterio, dicono gli scienziati.
Ma l'Italia non è un paese evoluto: l'Italia è tutt'al più un paese divertente. E ridiamoci su, allora, che tra pochi giorni su Canale5 inizia Zelig.

 

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  postato il 02/09/2008 alle 20:35
Si potrebbe anche dire:


Editoriale dell'Osservatore Romano. Cambia la dottrina sul Rapporto di Harvard
La comunità scientifica: nessun paese evoluto metterebbe in discussione questo criterio

Bioetica, il Vaticano cambia idea
"La morte non basta"


CITTA' DEL VATICANO - La dichiarazione di "morte" non può sancire più la fine di una vita e va rivista in nome delle nuove ricerche scientifiche: è quanto scrive l'Osservatore Romano etc etc


Insomma, non ci sono parole. E davvero- caro Admin- già tremo pensando a quanti, a destra come nella pseudosinistra che ci ritroviamo, prenderanno almeno in considerazione la cosa al posto di cestinarla come meriterebbe.
Stiamo tornando indietro di 500 anni.
Stiamo perchè l'Italia (a differenza di "ex" illustri come Spagna, Portogallo, Brasile) è COMPLETAMENTE genuflessa.
LIbera chiesa in libero Stato. Ah, le matte risate!

Intervento di Pacho? da quote.

 
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  postato il 02/09/2008 alle 20:43
Originariamente inviato da desmoblu

Si potrebbe anche dire:
"La morte non basta"


Ti sbagli, Desmino, quello era James Bond.

Cavour, Giolitti, dove siete?

 

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  postato il 02/09/2008 alle 20:49
Beh, ma tutto si spiega.
Ratzinger ha recitato in diversi film 007, con lo pseudonimo di "Squalo". I denti invece erano i suoi.

 
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  postato il 03/09/2008 alle 16:05
Il Vaticano ha smentito l'articolo dell'Osservatore Romano, prendendo in qualche modo le distanze dalla editorialista e precisando che la dottrina dei trapianti resta invariata (per il momento, aggiungo io).

Beh, meglio così.

 

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  postato il 03/09/2008 alle 16:10
Beh se ci pensate se la Chiesa dovesse rivedere la posizione sui trapianti verrebbe meno a un principio di fede ben più importante di un principio morale, ovvero il grande valore di chi perde la vita donandola a qualcun altro.

 

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  postato il 03/09/2008 alle 16:18
Già, trapianti. Però lo 'scivolone' dell'Oservatore mi suona come prima pietra lanciata nello stagno.

La questione dei trapianti mi fa ridere. Rifiutano la ricerca sulle staminali perchè "in natura non succede" (e quindi "Dio non ha voluto così"), ma poi accettano i trapianti e le trasfusioni (tutte cose che in natura avvengono quotidianamente, ovvio). Certo: trapianti e trasfusioni salvano la vita. Beh, volendo anche le staminali: malatie degenerative, Parkinson, Alzheimer, sclerosi, degenerazioni ossee, probabilmente tumori, più un numero sempre crescente di patologie. Però è 'manipolazione', mentre prendere un cuore un fegato o un rene da un'altra persona non lo è.
Da questo punto di vista apprezzo la coerenza dei testimoni di geova, che almeno rifiutano in blocco qualsiasi intervento 'umano'.

 
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  postato il 03/09/2008 alle 17:08
Originariamente inviato da desmoblu

Già, trapianti. Però lo 'scivolone' dell'Oservatore mi suona come prima pietra lanciata nello stagno.



Della serie "Tiro il sasso e nascondo la mano", vediamo intanto che effetto fa? Vero. Anch'io penso sia una mossa studiata.

Da Francescano provo un infinita tristezza nel pensare che la chiesa fasulla (cioè quella di Roma) si diverta così tanto a trasformare caz.zate in problemi etici.

 

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  postato il 04/09/2008 alle 00:08
Intervento di Travaglio (pubblicato tra l'altro sul blog di grillo..lo so, mi scuso) sul caso Alitalia. E' lunghetto ma molto interessante, potrebbe piacere a più livelli sul forum..diciamo da livello Pacho in su, o in giù.



"Buongiorno a tutti, riprendiamo il nostro appuntamento settimanale dopo le vacanze. Spero che vi siate riposati, tutti o quasi tutti, perché quest'anno ci sarà molto da fare. (...)
La notizia di oggi è che l'operazione Alitalia è un grandissimo successo per il governo. Chi l'ha detto? Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che si loda e si imbroda da solo, anche perché dagli esperti ha ricevuto soltanto pernacchie e critiche, per non parlare della stampa e di tutti operazioni internazionali che si misurano sul libero mercato e non sull'italietta autarchica che sta ritornando insieme ai rigurgiti di fascismo giustamente denunciati da Famiglia Cristiana. Non si capisce bene che cosa stia festeggiando questo signore visto che negli utlimi quindici anni è stato Presidente del Consiglio per circa sette, cioè la metà: in questi quindici anni, Alitalia ha perso quindi miliardi di euro di soldi nostri, quindi la metà dei soldi persi è colpa sua, dei suoi governi, e l'altra metà è colpa dei governi di centrosinistra perché la politica ha sempre tenuto le mani su Alitalia e, come vedremo, continuerà a tenercele anche dopo averla fatta fallire innumerevoli volte.
Prodi e Padoa Schioppa, una delle poche cose buone fatte dal governo di centrosinistra, avevano trovato la quadra: erano riusciti a convincere AirFrance a rilevare tutto. Il che avrebbe comportato niente fallimento, niente ricorso alla legge Marzano sulle aziende decotte, nascita di un polo europeo molto grosso, avrebbe compreso AirFrance, KLM e Alitalia, che si sarebbe potuto misurare sui mercati internazionali dove ormai le compagnie aeree sono grandi, consorziate, fondate su alleanze tra più Paesi. Ce la saremmo cava con 2150 esuberi: questo era il piano che era stato presentato da Messieur Spinetta, e così sarebbe stato se si fosse chiusa la trattativa con i francesi subito, all'inizio della primavera, mentre adesso ne avremo 6-7000, di esuberi, cioè il triplo. L'AirFrance avrebbe pagato un miliardo e settecento milioni per comprarsi le azioni dell'Alitalia e avrebbe investito 750 milioni, in pratica avrebbe sborsato e ci sarebbero arrivati dalla Francia la bellezza di due miliardi e seicento milioni. Ora vedremo che, invece, quei soldi glieli diamo noi. Non solo non li incassiamo, ma li perdiamo. In più sarebbe stata salvata e ristrutturata Malpensa e sarebbe stato potenziato l'aeroporto di Fiumicino. Questo, in sintesi, era ciò che era stato concordato tra il governo Prodi e l'AirFrance e che è saltato perché sono arrivati Berlusconi e suoi lanzichenecchi e perché i sindacati, completamente accecati dal breve periodo, non hanno saputo scegliere tra un piccolo sacrificio oggi e un enorme dissanguamento domani, quello che invece avremo.
Cosa non va in questo nuovo piano che è stato chiamato "Fenice", perché pare quasi l'araba Fenice che risorge dalle sue ceneri - è un truffa naturalmente: sono abilissimi a chiamare le cose con un nome diverso da quello reale per nascondere la realtà -? L'Alitalia viene divisa in due società. La Bad Company, la discarica, rimane a noi, allo Stato, con tutti i debiti. E' una società che contiene debiti. La Good Company, invece, è quella meravigliosa, profumata, balsamica. Quella va ai privati, sedici privati, scelti privatamente con trattativa privata da Berlusconi e dai suoi uomini, che hanno ottime armi per chiedere piccoli favori agli imprenditori in vista di restituirli in grande stile, come vedremo, con vari conflitti di interessi. Quindi noi ci teniamo i debiti e quel poco che vale di Alitalia lo regaliamo ai privati che fanno anche la figura dei salvatori della Patria, dei Cavalieri Bianchi.
La Bad Company, affidata a uno che si chiama Fantozzi perchè si capisca bene qual è il problema, è dunque piena di buchi e li ripianeremo noi. I conti pubblici verranno ulteriormente sfasciati, saranno più in rosso che mai e noi pagheremo progressivamente una "tassa Alitalia" anche se non la chiameranno così, ce la nasconderanno sotto qualche voce strana. Anche perchè Alitalia viene incorporata ad AirOne che a sua volta è piena di buchi. Oltre a non incassare, spenderemo, probabilmente, intorno al miliardo di euro - un terzo dei tagli alla scuola decisi da questo governo - e in più avremo 6-7000 persone per la strada che verranno messe in cassa integrazione a zero ore, avranno vari scivoli, ovviamente pagati con la cassa integrazione sempre con soldi nostri, e alla fine qualcuno verrà licenziato e - questi sono liberisti - vogliono infilare del personale in esubero nelle Poste. Un mese fa ci avevano detto che le Poste sono sovradimensionate e devono ridurre il personale, adesso ci raccontano che il personale delle Poste aumenterà perché arriveranno gli steward, le hostess, forse qualche pilota. Verranno travestiti da postini così risolveremo il problema. Naturalmente pagheremo noi.
La Good Company, quella buona che viene regalata ai privati nell'ambito della famosa usanza tutta italiana di privatizzare gli utili e statalizzare le perdite, è formata da sedici grandi e lungimiranti capitani coraggiosi che, tutti insieme, sono riusciti a mettere da parte la miseria di un miliardo di euro; che non basta, naturalmente, a rilanciare Alitalia. Basti pensare che il prestito ponte, fatto ad aprile dal governo Prodi morente su richiesta del nascente governo Berlusconi, era di 300 milioni e l'Alitalia in tre mesi se li è mangiati. Dove prenderanno questi soldi? Mica li tirano fuori dalle loro tasche: in gran parte arriveranno dalle banche che sono molto coinvolte, come vedremo, in questa cordata. Taglieranno tutto il tagliabile, ridurranno le rotte internazionali, squalificheranno ulteriormente Fiumicino, Malpensa resterà al palo con Bossi, la Moratti e Formigoni che ululeranno alla Luna: mentre prima se la prendevano col governo di centrosinistra adesso gli sarà un po' più difficile prendersela con il loro. In compenso abbiamo una caterva, un groviglio, una giungla di conflitti di interessi perché non c'è solo quello di Berlusconi. Il conflitto di interessi, non risolto da nessuno quando ce l'aveva soltanto lui, adesso è diventato un'epidemia e ce l'hanno in tanti.
Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne, che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare, evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia.
Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo.
Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in questa meravigliosa avventura.
Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company.
Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta.
Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni.
In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare.
Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito Democratico.
Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge.
Intanto la legge del mercato: vengono addirittura sospese le regole dell'Antitrust e i poteri del garante dell'antitrust perché bisogna dare tempo di consumare tutti questi conflitti di interessi e queste occupazioni del libero mercato. Intanto, il matrimonio Alitalia-AirOne che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia soprattutto sulla tratta Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa nuova Good Company dove c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà concorrenza, non si potrebbe e allora si sospendono le regole. Che sarà mai, una più una meno... un piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega a nessuno. La concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La condizione che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal governo europeo, per autorizzare il famoso prestito ponte che ha consentito all'Alitalia di fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro, era che l'Alitalia per un anno non si espandesse, restasse esattamente così com'era. Con questo accordo viene violata quella condizione perché Alitalia si mangia AirOne e quindi si espande, altroché! Ben prima di quell'anno che era stato imposto dalla Commissione Europea che quindi, se le parole e gli accordi hanno ancora un senso, dovrebbe condannarci e vietarci questa operazione.
In più viene cambiata un'altra legge italia, la legge Marzano sulle imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiand qualcosa: non rischiano niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che qualche creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla nuova, cioè chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Verranno tutelati in tutto e per tutto, saranno inattaccabili, anche loro anche uno scudo spaziale, il loro piccolo Lodo Alfano per cui se qualcuno gli chiede qualcosa fanno finta di niente, dicono "io non so chi sei, mi trovo qua per caso". Nessun rischio di revocatoria o di rivalsa da parte dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi? Naturalmente dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato: pagheremo tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga alla legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000 persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato raccontato spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte a questa fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di detassare le aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E' un'altra cosa spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di gente che finisce per la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre gli ex-lavoratori Alitalia avranno il privilegio di poter andare da alcune aziende che se li assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così: cittadini di serie A e cittadini di serie B.
L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in liquidazione in regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito di pagare tutti i creditori. Adesso, se la nuova società non li paga, quelli si rivalgono ma non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti gli aerei e gli slot dalla Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda - e rifare tutti i contratti dei dipendenti o almeno di quelli che terrà con sé. Quanto pagherà tutti questi beni la Good alla Bad? Se li pagassero per quello che valgono sulla carta, la vecchia Alitalia probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti, circa 2-2.5 miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i nuovi proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba è già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non avrà i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non potendo andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che dovrà tirare fuori i soldi. A questo punto ci arriva addosso l'Europa perché se lo Stato paga i debiti di un'azienda si configura come aiuto di Stato. Questo è vietato perché, altrimenti, tutte le altre aziende d'Europa si incazzano e dicono "perchè noi dobbiamo andare avanti con le nostre gambe e se non ce la facciamo falliamo mentre in Italia lo Stato interviene a rabboccare quando i conti delle sue società sono in rosso?". Ci arriverà addosso una procedura di infrazione, con condanna, con multa che aggraverà ancora la spesa di questa operazione folle e faraonica. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita di giro.
Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che succederà in futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi per cinque anni. Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della Good Company. Secondo voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei quali ha il minimo interesse e il minimo background per occuparsi di voli. Non gliene frega niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù delle contropartite. Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello che sta per diventare il partner industriale, quello che sa come si fa a volare, che sarà AirFrance se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà Gianni Letta che ha gestito questa operazione. Entro il 2013 questi possono rivendere. E che faranno? Svenderanno, come si sa, ai francesi o ai tedeschi, così i francesi dell'AirFrance si prenderanno la compagnia italiana, che diventerà compagnia francese - non ci sarà più nessuna bandierina da nessuna parte, è tutto finto che questa sia una cordata italiana - a condizioni migliori di quanto se la sarebbero presa se si fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa. Pagheranno quattro lire invece che due miliardi e seicento milioni che si erano impegnati a pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non ci saranno più i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati a spese nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via molto presto il simbolino dalle ali degli aerei.
Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque anni potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia: potranno continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi imprenditori. Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che vorranno, sono tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel solco di quella tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in rosso: che la gestivano con criteri politici e non manageriali.
Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga tanto caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia, e ci tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che rimanga ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po' come il vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva fare lo svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa autostrada Roma-Gattico.
Ci resta un'altra consolazione, cioè il fatto che ritorna il comunismo: Berlusconi che convoca imprenditori, cambia leggi, organizza cordate, il governo che dirige gli affari dell'impresa privata, sistema debiti, sposta dipendenti, fa piani quinquennali, ecc. ricorda tanto la grande Unione Sovietica di Stalin, di Breznev, di Cernienko. Il modello Putin sta entrando in Italia e sta tornando il dirigismo, la pianificazione sovietica. Il Cavaliere, che non sa e non ha mai saputo cosa sia il libero mercato, ripristina, se Dio vuole, l'industria di Stato. L'ultimo vero comunista è lui. Passate parola." Marco Travaglio

 
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  postato il 04/09/2008 alle 12:30
Oh, e anche un interessante articolo di Stella (corriere.it):

Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento
Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato

L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»


Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.

La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.

Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.

Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.

Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».

Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.

In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.

Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?

Gian Antonio Stella
04 settembre 2008

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/09/2008 alle 13:01
Originariamente inviato da desmoblu

Stavo pensando che è preoccupante vivere in un paese dove il Governo (inteso come istituzione, palazzo Chigi) si occupa di precisare e smentire con le sue note se Berlusconi abbia o meno incontrato Naomi in Sardegna o comprato casa in Grecia..


Purtroppo questo è perchè alla gente fa più effetto che Berlusconi abbia visto una donna che non è sua moglie e che abbia speso i suoi soldi per prendersi una casa che non invece le cose davvero interessanti...gli uffici stampa si adattano per difendere dalle accuse esterne, se dall'esterno il presidente del consiglio viene accusato di aver comprato una casa di troppo invece che di un'eventuale attacco atomico alla CIttà del Vaticano (per andare nell'assurdo) questo è il risultato.

 
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  postato il 04/09/2008 alle 14:09
Il fatto è che la sua stessa politica è basata sul *personaggio*, sull'esaltazione, sull'effetto mediatico. E' stato il primo a puntare sull'immagine del 'regnante', a mettere in piazza vita privata, famiglia, battute, gaffes, ville e manie.
E s'è creato il suo pubblico.
Purtroppo il resto del mondo politico lo sta seguendo: a nessuno gliene sarebbe fregato nulla di Naomi o della villa, figurarsi se c'era bisogno di una nota ufficiale di Palazzo Chigi. Pensa se Sarkozy (altro leader mediatico-populista) si mettesse a far diramare note ufficiali per dire se era o non era a Eurodisney con Carla e figli..

 
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  postato il 04/09/2008 alle 14:12
Originariamente inviato da desmoblu

a nessuno gliene sarebbe fregato nulla di Naomi


A me di Naomi frega sempre

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/09/2008 alle 14:13
Eh ma allora non lamentiamoci. Lui ha cercato di creare il "personaggio" e noi tutte pecorelle dietro...allora lui ci pesa sempre di più. E lo faremmo tutti nella sua posizione. Poter far parlare di se sempre e cmq? Sai che pubblicità enorme?

Se veramente ce ne infischiassimo sarebbe costretto (lui e tutti!!!!) a mettersi a lavorare più seriamente.

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 04/09/2008 alle 14:20
Ragazzi, Berlusconi merita rispetto

http://www.youtube.com/watch?v=G24_vXfQu3s

 

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http://cicloblog.splinder.com/

 
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  postato il 04/09/2008 alle 14:51
Originariamente inviato da super cunego

E lo faremmo tutti nella sua posizione.


Uhmmmmmmmmmmmmmmmm

 

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qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/09/2008 alle 15:02
Originariamente inviato da Admin

Originariamente inviato da super cunego

E lo faremmo tutti nella sua posizione.


Uhmmmmmmmmmmmmmmmm


Chiunque cerca di tirare acqua al proprio mulino, lo si fa pure nella vita di tutti i giorni, non cadere dal pero...Se poi uno ti da corda è ancora più semplice...Sono cose talmente piccole che magari oramai nessuno si accorge nemmeno più di farle, ma ti assicuro che capita.

 
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