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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

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  postato il 01/07/2008 alle 14:45
Il Giornale scriveva addirittura che i rom avavno violentato questi bambini.
Ma come la mettiamo ad esempio con quel tizio che ha violentato la figlia per 15 anni? E i giovani virgulti italiani che hanno violentato e ucciso una coetanea, dandole anche fuoco? I bulli italianissimi che ogni giorno rubano? I ragazzini con la pistola in tasca?

Dire che la schedatura serve per "tutelare" i bambini rom è di un'ipocrisia unica. E' solo un modo per controllarli, ma allora la stessa misura deve essere presa con i bambini italiani. Altrimenti E' discriminazione.
Mi sembra di essere tornato ai tempi delle teoria lombrosiane: ha la fronte bassa, tipica dell'assassino. E' stato lui.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 14:53
I figli delle persone regolari sono tutti registrati dall'anagrafe...

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/07/2008 alle 14:54
Cnr, inceneritore Brescia a Napoli

'Quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia'
(ANSA)- NAPOLI, 30 GIU - L'inceneritore piu' grande del mondo da Brescia a Napoli: la cittadina lombarda avrebbe proposto di vendere l'intero impianto alla Campania. Lo dice Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma: 'L'ho saputo proprio stamattina - ha spiegato in un incontro a Napoli - la proposta era di cederlo per 25 mln di euro, cioe' meno di quanto serve per completare quello di Acerra'. Una proposta, secondo Noviello, giustificata dal fatto che 'quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia'.

Intanto la questura sta facendo manganellare un gruppo di disoccupati di napoli, colpevoli di essersi "assembrati" davanti piazza del plebiscito.

invece di pensare ai rom che rubano e sono delinquenti, perche non si guarda il fatto che in italia negli ultimi 20 anni la proporzione tra salari e profitti si è spostata di 10 punti a favore dei secondi?

Insicurezza è chi non ha ce la fa a pagare un mutuo;
Insicurezza è chi ha 20 o 30 anni e non riesce a trovare un lavoro serio e campare sulle spalle della familgia
Insicurezza è non avere servizi quali asili ecc
Insicurezza è il cemento che viene riversato sulle città in nome della speculazione e che non permette piu di respirare
Insicurezza sono i 1500 morti sul lavoro e i migliaia di feriti che ogni anno ci regalano gli "imprenditori onesti e frugali"
Insicurezza è il decadimento culturale che vediamo anche qui dentro
Insicurezza sono i migliaia di morti ammazzati dai bombardamenti della "comunità internazionale"
Insicurezza è lo sviluppo tecnologico non guidato dal soddisfacimento dei bisogni umani bensi dalla ricerca del profitto,ecc ecc

Il resto, l'insicurezza portata dagli immigrati ecc ecc è solamnete un bello specchietto per le allodole propagandato da chi governa, con annessi i loro lacchè e servi, per far sì che non vangano attaccati le attuali spartizioni di potere ed il loro dominio.

Ed la gente, alienata come nel piu mostruoso film di fantascenza, segue il capo.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 14:58
Originariamente inviato da pacho
Insicurezza è il decadimento culturale che vediamo anche qui dentro


Per porvi rimedio potresti smettere di scrivere, non trovi?

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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  postato il 01/07/2008 alle 14:59
Originariamente inviato da EugeRambler

I figli delle persone regolari sono tutti registrati dall'anagrafe...

Con le impronte digitali...

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 01/07/2008 alle 15:04
Originariamente inviato da desmoblu

Il Giornale scriveva addirittura che i rom avavno violentato questi bambini.
Ma come la mettiamo ad esempio con quel tizio che ha violentato la figlia per 15 anni? E i giovani virgulti italiani che hanno violentato e ucciso una coetanea, dandole anche fuoco? I bulli italianissimi che ogni giorno rubano? I ragazzini con la pistola in tasca?


Soliti discorsi del piffero. Sembra di sentir parlare Grassi che sostiene che dato che non si riesce a punire tutti quelli che si dopano, chi viene beccato è una povera vittima dell'ipocrisia Uciniana...


Originariamente inviato da desmoblu

Dire che la schedatura serve per "tutelare" i bambini rom è di un'ipocrisia unica. E' solo un modo per controllarli, ma allora la stessa misura deve essere presa con i bambini italiani. Altrimenti E' discriminazione.


Non è discriminazione. La discriminazione è quando ci si comporta diversamente davanti a situazioni identiche.

In questo caso si applica una misura straordinaria a una situazione fuori dalla normalità. Le percentuali di bambini rom che non vanno a scuola non è paragonabile neanche lontamente a quella degli altri bambini e davanti a questo dato lo Stato deve reagire con misure straordinarie.

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

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  postato il 01/07/2008 alle 15:10
Certo. Straordinarie..e le impronte digitali sono prese per la scuola. Già me la vedo, la maestra..."si, aspetta..controllo un attimo la foto segnaletica". E' l'inalienabile diritto all'istruzione che muove noi e i nostri governanti tutti.

Ma per favore, non siamo nel paese dei prosciutti volanti.
Siamo in un paese che vuole schedare i bambini di una determinata etnìa. Per "motivi di sicurezza", mi dicono. Anche se poi, purtroppo, i minori (come gli adulti) delinquono a prescindere dall luogo di nascita. Facile dire "discorso del piffero", rimane il fatto che delinquono tutti...quindi o si schedano TUTTI i minori in Italia, oppure è una misura discriminatoria. Lombroso? I pogrom? L'antisemitismo nell'Europa centrale tra 8 e 900? La situazione nell'ex Jugoslavia? Vediamo cosa si avvicina di più.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 01/07/2008 alle 15:13
Originariamente inviato da desmoblu

Certo. Straordinarie..e le impronte digitali sono prese per la scuola. Già me la vedo, la maestra..."si, aspetta..controllo un attimo la foto segnaletica". E' l'inalienabile diritto all'istruzione che muove noi e i nostri governanti tutti.

Ma per favore, non siamo nel paese dei prosciutti volanti.
Siamo in un paese che vuole schedare i bambini di una determinata etnìa. Per "motivi di sicurezza", mi dicono. Anche se poi, purtroppo, i minori (come gli adulti) delinquono a prescindere dall luogo di nascita. Facile dire "discorso del piffero", rimane il fatto che delinquono tutti...quindi o si schedano TUTTI i minori in Italia, oppure è una misura discriminatoria. Lombroso? I pogrom? L'antisemitismo nell'Europa centrale tra 8 e 900? La situazione nell'ex Jugoslavia? Vediamo cosa si avvicina di più.


Sì, vabhè, come ti pare...

Non si riesce mai a fare un discorso serio.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:19
Vabbè,mi spiego meglio.
Chi vuole schedare i bambini, sapendo benissimo che non vengono schedati per proteggerli dagli adulti ma per poterli arrestare più facilmente da grandi o anche prima, non è un uomo.

 

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nino58

 
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  postato il 01/07/2008 alle 15:20
Intanto il provvedimento c'è, quindi è inutile discutere del perchè e per come. I bambini rom verranno schedati. Un ottimo inizio. Speriamo si continui anche con gli adulti.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:21
Originariamente inviato da nino58

Vabbè,mi spiego meglio.
Chi vuole schedare i bambini, sapendo benissimo che non vengono schedati per proteggerli dagli adulti ma per poterli arrestare più facilmente da grandi o anche prima, non è un uomo.


Quindi chi ha a cuore la sicurezza della gente onesta non è un uomo?
Nino, non ti seguo.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:22
Originariamente inviato da EugeRambler

Originariamente inviato da pacho
Insicurezza è il decadimento culturale che vediamo anche qui dentro


Per porvi rimedio potresti smettere di scrivere, non trovi?


vedo che la provocazione, sia in ptv che qui, è proprio un viziaccio che non riesci proprio a levarti.
Si cercava il capro espiatorio del malfunzionmento di questo traed, già di per sè "delicato"?

Ecco, Mons.40% o qualunque altro moderatore: potete proibire a questo personaggio di fracassarmi/ci gentilmente i coglio.ni con le loro provocazioni degne della migliore tradizione fascista?
E, se prorpio vuole rapportarsi a me, farlo in maniera civile ed argomantata. No perchè fare i duri e puri dietro uno schermo è molto semplice. Farlo nella realtà, è un po' meno.

Grazie.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 15:24
Se scheda i bambuni no, non è un uomo.
Il fine non giustifica i mezzi.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 15:26
Hai proprio un limite pacho:
la mancanza di civiltà ed educazione.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:28
Originariamente inviato da nino58

Se scheda i bambuni no, non è un uomo.
Il fine non giustifica i mezzi.


La schedatura non è una forma di discriminazione, anzi...
Lo stato ha il sacrosanto diritto di sapere chi vive sul proprio territorio, e di attuare tutte le politiche di controllo che ritiene necessarie per garantire ordine e sicurezza.

Il cominciare dai bambini è legato alla volontà di proteggerli dagli abusi delle loro famiglie, come abbiamo potuto sentire ieri al tg.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:31
Euge, non sei uno stupido.
Sai perfettamente che il motivo non è la tutela del minore ma la sua futura segregazione su base razziale.
Non fare come quei tedeschi che abitavano a fianco dei lager e poi dissero che non si erano accorti di nulla.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:36
dovresti vergognarti. per la tua faccia tosta, per il tuo livello di provocazione che fa veramente schifo. Perche dici che "una cosa è vera perche l'hanno detta pure i tg". Perche lo stanno capendo pure i sassi stai provocando per farmi bannare. Ma evidentemente con la tua testolina di cazz.o (scusate moderaatori...ma sapete...ho appena ricevuto da costui un "mancanza di civiltà ed educazione" gratuito..solamente per aver espresso le mie opinioni) è stata lobotomizzata dall'oratorio in cui è cresciuto, diventando un perfetto baciapile.

Riposto il mio post da dove questo imbecille ha iniziato ad insultarmi.

"invece di pensare ai rom che rubano e sono delinquenti, perche non si guarda il fatto che in italia negli ultimi 20 anni la proporzione tra salari e profitti si è spostata di 10 punti a favore dei secondi?

Insicurezza è chi non ha ce la fa a pagare un mutuo;
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Insicurezza sono i migliaia di morti ammazzati dai bombardamenti della "comunità internazionale"
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Il resto, l'insicurezza portata dagli immigrati ecc ecc è solamnete un bello specchietto per le allodole propagandato da chi governa, con annessi i loro lacchè e servi, per far sì che non vangano attaccati le attuali spartizioni di potere ed il loro dominio.
Ed la gente, alienata come nel piu mostruoso film di fantascenza, segue il capo."

Adesso bannatemi pure, così questo miserabile si farà una sega, avendo raggiunto il suo obiettivo.

 

[Modificato il 01/07/2008 alle 15:38 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 15:36
Ma che male c'è a schedarli da bambini, anche per poter più rapidamente risalire a loro se, una volta adulti, delinquono?
Non ci vedo nulla di razzista, assolutamente.

E' una tutela che giustamente lo Stato pone in essere per la maggiore sicurezza dei suoi cittadini tutti (anche gli stranieri), in funzione di una situazione emergenziale quale è quella dei rom, ormai stabilmente stanziati nelle nostre città, che il nomadismo pare lo abbiano proprio dimenticato.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:40
Pacho, ma non ce la fai a intavolare una questione senza esasperarne forzatamente i toni?

E' fastidioso continuare a leggere i tuoi eccessi d'ira e i tuoi insulti.
Riguardo alle provocazioni, stai tranquillo, non sono finalizzate al bannaggio, non sai nemmeno quanto mi fai divertire.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:41
Eugenio e Pacho, basta.

Euge, il tuo essere stato un moderatore è anche un'aggravante. I discorsi che non c'entrano niente col thread si fanno in privato. Dovresti saperlo benissimo.

Pacho, c'è il modo per ignorare i messaggi privati delle persone che ti disturbano. Basta aggiornare la lista degli utenti da ignorare scrivendo così: "Nicknamecorretto," (devi metterci la virgola).

Ogni altro post non attinente al thread sarà cancellato.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:43
Vabbè, se non vuoi vedere l'evidenza.
Scusa Euge, ti facevo più saggio.
Devi ancora sperimentare la prepotenza del più forte su qualcuno che ti è caro.
Parleresti diversamente.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 15:52
Originariamente inviato da nino58

Euge, non sei uno stupido.
Sai perfettamente che il motivo non è la tutela del minore ma la sua futura segregazione su base razziale.
Non fare come quei tedeschi che abitavano a fianco dei lager e poi dissero che non si erano accorti di nulla.



Sì, vabhè, come ti pare...

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  postato il 01/07/2008 alle 16:20
E allora facciamolo, un discorso serio:

UNICEF - Convenzione sui Diritti dell'Infanzia - art. 2

Art. 2
1) Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza.
2) Gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi familiari.



Basta questa citazione, o devo continuare?

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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  postato il 01/07/2008 alle 16:23
Originariamente inviato da Bitossi

E allora facciamolo, un discorso serio:

UNICEF - Convenzione sui Diritti dell'Infanzia - art. 2

Art. 2
1) Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza.
2) Gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi familiari.



Basta questa citazione, o devo continuare?

 

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  postato il 01/07/2008 alle 16:31
Claudio, dal tuo post capisco che stai dicendo che "Lo stato Italiano si sta impegnando a rispettare i diritti enunciati nella Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla sua giurisdizione"?...

Senza dubbio un impegno notevole, naturalmente dopo aver esperito tutte le attenzioni di tipo pedagogico, psicologico e di politica sociale che dovrebbero essere prassi minima in questi casi...

Vero?

 

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  postato il 01/07/2008 alle 16:32
Il ministro Gelmini: «Polizia nei campi
perché i bambini rom vadano a scuola»
«Gli agenti controllino tutte le mattine se i genitori rispettano il diritto all'istruzione dei loro figli»

ROMA — Mariastella Gelmini è uno dei ministri del governo Berlusconi presi di mira dal settimanale cattolicoFamiglia Cristiana. È «fervente cattolica», come lei stessa ha dichiarato più volte. E soprattutto è la responsabile della Scuola dove, secondo il periodico, «bisognerebbe mandare i bimbi rom per impedire che vivano con i topi».

Vi accusano di violare la dignità umana.
«Questa di Famiglia Cristiana è una lezione che non capisco e non posso accettare anche perché è esattamente il contrario. Noi vogliamo tutelare i bambini, evitare che vengano sfruttati».

E pensa che per farlo sia necessario prendere loro le impronte?
«Sono perfettamente d'accordo con Roberto Maroni: è l'unico modo per riuscire a identificarli e dunque per far sì che vengano rispettati i loro diritti, primo fra tutti quello di andare a scuola».

Molti ci vanno.
«Abbiamo dati che ci forniscono un quadro davvero grave. Secondo le nostre stime in Italia ci sono fra i 30.000 e i 35.000 bambini rom, cioè persone fra i 6 e i 14 anni. Nell'anno scolastico 2007/2008 ci risulta che appena 12.000 di loro sono stati iscritti a scuola. Soltanto uno Stato indifferente fa finta di non vedere questa situazione. Anche perché si tratta di un dato che va in controtendenza rispetto ad altre etnie».

Non basterebbe fornire loro un documento di identità con la fotografia?
«Senza avere un dato certo, non possiamo avere alcuna sicurezza rispetto al fatto che l'identità non venga sostituita o che, come avviene in molti casi, i presunti genitori disconoscano quelli che vengono loro attribuiti come figli. La foto non costituisce un dato attendibile».

Lei non ritiene che queste misure siano tipiche di uno Stato di polizia?
«Non siamo pazzi e credo sia offensivo nei confronti di questo governo pensare che si tratti di una misura repressiva nei confronti dei bambini o comunque dei minorenni. Il nostro obiettivo è quello di ottenere il rispetto delle leggi da parte degli adulti, di fare in modo che rispettino l'obbligo scolastico. Su questo non si può essere buonisti».

Però si rischia di essere discriminatori, visto che ci si concentra soltanto sui rom.
«I minori di questa etnia sono quelli che vengono maggiormente sfruttati, sono moltissimi i bimbi mandati in strada a chiedere l'elemosina, ma anche a commettere reati. Di fronte a questo non possiamo chiudere gli occhi e far finta di non vedere».

Lei crede davvero che i rilievi segnaletici siano l'unica misure possibile?
«Certamente no. Sono il primo passo».

E dopo?
«Chiederò al ministro Maroni di valutare l'opportunità di affidare alle forze di polizia il presidio dei campi rom la mattina per verificare che i bambini vengano mandati a scuola».

Si rende conto che anche questo può alimentare critiche e accuse?
«Sul mancato rispetto dell'obbligo dobbiamo intervenire in maniera dura e decisa. Abbiamo una responsabilità morale ed etica che ci deve portare a proteggere in ogni modo il diritto dei bambini all'istruzione. Per questo dobbiamo prevedere sanzioni anche nei confronti dei genitori».

Il disegno di legge sulla sicurezza prevede che venga tolta la patria potestà a chi manda i figli a mendicare. Non basta?
«Dobbiamo prevedere pene severe anche a chi non li manda a scuola. Adesso c'è soltanto una sanzione amministrativa. Non è un deterrente».

Fiorenza Sarzanini
01 luglio 2008

corriere.it

 

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  postato il 01/07/2008 alle 16:40
Originariamente inviato da Bitossi

Claudio, dal tuo post capisco che stai dicendo che "Lo stato Italiano si sta impegnando a rispettare i diritti enunciati nella Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla sua giurisdizione"?...

Senza dubbio un impegno notevole, naturalmente dopo aver esperito tutte le attenzioni di tipo pedagogico, psicologico e di politica sociale che dovrebbero essere prassi minima in questi casi...

Vero?


Lorenzo, lo sappiamo tutti che in un mondo ideale si procede diversamente.
Ma questo non è il mondo ideale e ci sono situazioni di emergenza che necessitano di interventi d'emergenza. Per carità, so che hai esperienza sull'argomento, ma l'hai letto l'articolo della stampa che ho postato? Ti rendi conto di quali sono i problemi reali (e non che attengono ai massimi sistemi) che deve fronteggiare lo stato?

Personalmente la vedo anche come una misura strutturale. Mi piace pensare che mandare quei bambini tutti i giorni a scuola serva anche a garantirgli un futuro migliore e rientri in quegli interventi di politica sociale di cui parlavi tu.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 16:46
Per garantirgli un futuro migliore, lo Stato italiano si dovrebbe anche accertare che quei bambini non frequentino scuole italiane.

Sennò rischiano di crescere come gli italiani; e io dico che non è un grande acquisto, per quei bimbi.

 

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  postato il 01/07/2008 alle 16:46
Come chiedere a un etlista se fanno bene a sospendergli la patente.
Come far certificare alla giunta birmana se in Birmania ci sono brogli.
Come....

Se si trattasse solo di mandare dei bambini a scuola, basterebbero foto e documento..per una serie di motivi che sfiorano l'ovvio. La schedatura (proposta da esponenti dello stesso partito che fa i blitz nei campi rom con i bastoni in mano, colleghi di un avvocato che ha cercato di dar fuoco a uno dei suddeti cmapi) è una misura discriminatoria e basta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2008 alle 22:08
Originariamente inviato da Claudio82
Lorenzo, lo sappiamo tutti che in un mondo ideale si procede diversamente.
Ma questo non è il mondo ideale e ci sono situazioni di emergenza che necessitano di interventi d'emergenza...

Eh, no... scusa, ma non ci siamo!
Innanzitutto le dichiarazioni universali non sono pretesti per trastullarsi coi "massimi sistemi", ma sono prescrizioni a valenza quasi costituzionale, che dovrebbero informare le legislazioni dei paesi aderenti. E questo perché? Evidentemente perché le esperienze passate dimostrano che l'aggiramento o il calpestamento di alcuni principi, in nome di vere o presunte "emergenze", operati solo verso minoranze o soggetti deboli, producono "guai" che quasi sempre nel tempo si ritorcono anche contro la maggioranza apparentemente non interessata da questi provvedimenti, o comunque contro strati più ampi di popolazione.
Quindi gli stati membri sono incoraggiati a produrre legislazioni coerenti con tali principi.
Poi, è pressoché dimostrato che, nel 99% dei casi, le cosiddette emergenze si possono risolvere con legislazioni e provvedimenti ordinari.
Anzi, il ricorso incongruo a provvedimenti di emergenza testimonia di solito della poca capacità politico/amministrativa di chi li emette... o della sua scarsa cultura democratica!

O vogliamo dire che, nel nostro caso, il problema dei bambini Rom rappresenta quell'1% che giustifica l'uso di tali provvedimenti?

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/07/2008 alle 13:21
Si lancia dal terzo piano e muore
mercoledì 02 luglio 2008

(red.) Tragedia ieri sera intorno alle 23 a Brescia. Ivan Pyreu, un
cittadino russo di 47 anni, nel tentativo di sfuggire a un controllo dei
carabinieri si è lanciato da una finestra dell'appartamento al terzo
piano in cui si trovava.
L'immigrato non era in regola con il permesso di soggiorno e si è
schiantato su una piattaforma di cemento dopo un salto di una decina di
metri. I traumi causati dalla caduta non gli hanno lasciato scampo.
L'uomo si trovava in un'abitazione in una traversa di corso Matteotti e,
secondo il rapporto dei carabinieri, era in compagnia di altri sette
suoi connazionali. Dopo aver consegnato i documenti d'identità agli
agenti - intervenuti sul posto per un controllo anti- clandestini - il
cittadino russo ha chiesto di poter spegnere la televisione prima di
seguirli in caserma. Ma improvvisamente, passando davanti alla
finestra aperta, ha scavalcato il davanzale e si è gettato nel vuoto cercando di aggrapparsi al tubo della canalina per lo scolo dell'acqua dal tetto, che purtroppo non ha retto al suo peso. Probabilmente la vittima pensava di raggiungere il terrapieno del giardino interno del palazzo, in modo da sfuggire agli accertamenti dei militari. Sembra, inoltre, che l'uomo fosse ubriaco, per cui non si sarebbe ben reso conto della reale altezza dal suolo dell'appartamento e del pericolo che correva. La salma è stata recuperata dai vigili del fuoco.

questo è un paese civile.

 
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  postato il 02/07/2008 alle 13:43
Io quoterei il tuo decalogo sull'insicurezza..
 
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  postato il 02/07/2008 alle 13:53
Ho un'idea che vale per tutti i forcaioli dei rom.
Proviamo a levarci le fette di salame dagli occhi, e chiediamoci quanta criminalità è nostrana e quanta è extracomunitaria?
Vabbè, se un criminale indossa abiti firmati e mangia pizza e spaghetti è tutto in regola...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/07/2008 alle 19:08
Originariamente inviato da desmoblu

Certo. Straordinarie..e le impronte digitali sono prese per la scuola. Già me la vedo, la maestra..."si, aspetta..controllo un attimo la foto segnaletica". E' l'inalienabile diritto all'istruzione che muove noi e i nostri governanti tutti.

Ma per favore, non siamo nel paese dei prosciutti volanti.
Siamo in un paese che vuole schedare i bambini di una determinata etnìa. Per "motivi di sicurezza", mi dicono. Anche se poi, purtroppo, i minori (come gli adulti) delinquono a prescindere dall luogo di nascita. Facile dire "discorso del piffero", rimane il fatto che delinquono tutti...quindi o si schedano TUTTI i minori in Italia, oppure è una misura discriminatoria. Lombroso? I pogrom? L'antisemitismo nell'Europa centrale tra 8 e 900? La situazione nell'ex Jugoslavia? Vediamo cosa si avvicina di più.

Forse il numero dei reati fatto da bambini rom (non certo per causa loro quanto piuttosto dai genitori) è un po maggiore di quello degli italiani o del resto degli immigrati o sbaglio ?

Perche' vedere complotti dappertutto..

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/07/2008 alle 19:26
Sinceramente trovo molto piu squallido, degradante e penalmente rilevante che bambini - col sangue blu italiano beninteso - picchino e umilino in classe altri bambini solo perche colpevoli di essere handicappati o negri - mentre altri bambini (quelli bravi) non intervengono perche imparziali, in un perfetto microcosmo da maggioranza silenziosa.
O bambine che a 11 anni si fotogrofino in bagno a mò di velina per poi vendere le fotografie agli amichetti (tutto si compra!).
O che bimbi di 10 anni sottomettino altri bimbi perche molestare chi è debole fa parte dei giochi e perche mettere in difficoltà le persone indifese dà piacere. E perche loro sono padroni a casa loro. L'ha detto il loro papà.
Insomma, episodi che quotidianamente avvengono a scuola e qualche volta sentiamo nei telegionali.

Personalmente, nel mio piccolo, quando andavo alle elementare erano gli anni in cui la lega spopolava e l'ho quanti insulti, quanti "terrone torna a casa" ed altre schifezze mi son dovuto sorpire.

Continuiamo a quardare la il dito. mentre la luna ci fa "tiè" da dietro.

Un piccolo quesito: chi ha mai subito un crimine da uno zingaro?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/07/2008 alle 19:54
Originariamente inviato da pacho

Un piccolo quesito: chi ha mai subito un crimine da uno zingaro?


Hanno rubato a casa dei miei nonni , oltre che a metà paese.. finche' se ne sono andati

Un mio piccolo quesito : il numero di reati commesso dai piccoli zingari è superiore o inferiore a quello degli omologhi italiani o stranieri ?



 
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  postato il 02/07/2008 alle 23:17
Bisogna vedere QUALI reati. A Torino i piccoli zingari rubacchiano sui tram, suonano la fisarmonica sui tram, mendicano. Non molto di più. Certamente non picchiano altri bambini, non minacciano, non fanno bullismo, non violentano, non chiedono il pizzo per poi comprarsi cocaina. Questa è prerogativa di italianissimi virgulti.
Francamente è ridicolo tutto questo dicorso, è ridicolo OGGI. Sapete, personalmente discendo da piemontesi da sempre...da una parte arrivano dalle montagne, dalle terre del patois, occitane.. dall'altra dalla pianura. Bene, da 40 anni a questa parte i vecchi piemontesi ignoranti, ex contadini, dicevano che i furti li facevano i delinquenti meridionali, quelli che avevano portato a mafia e i furti. Poi sono arrivati gli albanesi, poi i rumeni (ma visto che lavorano in nero nei cantieri va tutto bene, è passata in fretta), e poi gli zingari. Tutti a contendersi lo scettro del capro espiatorio. Così va il mondo.

 
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  postato il 02/07/2008 alle 23:29
Prima di essere sequestrata aveva combattuto contro la corruzione e narcotraffico
Colombia, liberata Ingrid Betancourt
La donna è stata rilasciata assieme ad altri quattordici ostaggi che come lei erano nelle mani delle Farc

BOGOTA' (Colombia) - Ingrid Betancourt stata liberata. La notizia è stata diramata dal governo di Bogotà che ha annunciato che , oltre all'ex candidata alle elezioni presidenziali - che era nelle mani dei guerriglieri della Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) dal febbraio del 2002 -, sono stati riportati in libertà altri 14 ostaggi: tre cittadini americani (Thomas Howes, Keith Stansell e Marc Gonsalve) e 11 militari colombiani, che a loro volta erano finiti in tempi e modalità diverse nelle mani dei rivoltosi.

PORTATI AL SICURO - Gli ostaggi, dopo la liberazione, sono stati trasportati in elicottero verso San Jose del Guaviare. La Betancourt, i tre statunitensi e gli undici militari saranno poi trasferiti nella base aerea di Toleimada, nel dipartimento di Tolima, a meno di 190 chilometri da Bogotà. Secondo quanto annunciato il ministro della difesa colombiano, Manuel Santos, tutte le persone rilasciate sarebbero in buone condizioni di salute, anche se saranno sottoposti a nuovi accertamenti sanitari. Anche il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, si è trasferito nella base aerea di Toleimada, per accogliere gli ostaggi liberati dall'esercito.

IL SEQUESTRO - La Betancourt, di origini francesi, era stata sequestrata e poi trattenuta in qualche rifugio segreto nella foresta. Secondo molti il suo sequestro era stato dettato dalle campagne da lei condotte, da senatrice, contro la corruzione e il narcotraffico. E dal rischio di una sua possibile affermazione elettorale. Prima di essere rapita la donna, che già da tempo era attiva in politica, aveva pubblicato un'autobiografia dal titolo «Forse mi uccideranno domani», in cui venivano denunciati per nome e cognome molti dei politici corrotti della Colombia

LA LIBERAZIONE - L'emittente satellitare americana Cnn ha ricordato che nei giorni scorsi si trovavano in Colombia due mediatori impegnati sul caso, uno di nazionalitá francese, l'altro svizzero. Il ministro Santos ha però spiegato che gli ostaggi sono stati liberati grazie ad un blitz delle forze militari colombiane, che hanno utilizzato anche alcuni infiltrati per raggirare e neutralizzare i due guerriglieri che custodivano i prigionieri. A favore della liberazione di Ingrid Betancourt, nel corso di questi anni, si erano mobilitati gruppi di pressione in tutto il mondo. E un appello per il suo rilascio era stato tra i primi atti ufficiali della coppia presidenziale francese Sarkozy-Bruni.

LA GIOIA DEL FIGLIO - «E’ la notizia più bella della mia vita».Così il figlio di Ingrid Betancourt, Lorenzo Delloye, ha commentato il rilascio della madre. Diverse attestazioni di gioia e felicitazione sono arrivate dagli ambienti politici di tutto il mondo. Papa Benedetto XVI ha espresso grande soddisfazione e per suo conto il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi,ha spiegato: «E' una bella notizia e speriamo in un segnale promettente per un cammino di vera pacificazione più ampio e duraturo in tutto il Paese».


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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/07/2008 alle 01:35
Originariamente inviato da forzainter
Un mio piccolo quesito: il numero di reati commesso dai piccoli zingari è superiore o inferiore a quello degli omologhi italiani o stranieri ?

Aridaje...

Sempre dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia:

Articolo 40, comma 3
3. Gli Stati parti si sforzano di promuovere l’adozione di leggi, di procedure, la costituzione di autorità e di istituzioni destinate specificamente ai fanciulli sospettati, accusati o riconosciuti colpevoli di aver commesso reato, e in particolar modo:
a) di stabilire un’età minima al di sotto della quale si presume che i fanciulli non abbiano la capacità di commettere reato;
b) di adottare provvedimenti ogni qualvolta ciò sia possibile e auspicabile per trattare questi fanciulli senza ricorrere a procedure giudiziarie rimanendo tuttavia inteso che i diritti dell’uomo e le garanzie legali debbono essere integralmente rispettate.

Per tua informazione, in Italia l'età al di sotto della quale si presume non si abbia la capacità di commettere reato è 14 anni...

 

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  postato il 03/07/2008 alle 07:17
Piccolo inciso che non vuole minimamente influire sulla discussione. E' un appunto, un post-it, preso peraltro da un articolo de "la stamapa" scritto da un berlusconiano.
«Puntano solo a distruggermi, la pagheranno»
«C’è in giro una montagna di intercettazioni di cui è difficile bloccare la pubblicazione. Non servono all’indagine, ma a colpire il sottoscritto. Ci vuole una risposta politica: chi fa un’operazione di questa natura deve pagare sia in termini giudiziari, che politici».
Sia giudiziari che politici? Le parole sono ovviamente di Berlusconi, lo scenario che si apre è davvero molto inquietante.

(in questo moneto, su la7: Oscar Giannino, Taradash e un sorridente e soddisfatto Augusto Minzolini- autore degli zerbini de "La Stampa", tra cui quello sopra- moderati da una conduttrice tendenzialmente di destra ed evidentemente non preparata; a parziale equilibrio ecco Padellaro e Giannini...vabbè)

ah, dimenticavo:
Impronte ai rom, l'Ue all'attacco
"Non tollereremo il razzismo" (repubblica.it)

 

[Modificato il 03/07/2008 alle 07:48 by desmoblu]


 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 03/07/2008 alle 13:18
Originariamente inviato da Bitossi

Originariamente inviato da forzainter
Un mio piccolo quesito: il numero di reati commesso dai piccoli zingari è superiore o inferiore a quello degli omologhi italiani o stranieri ?

Aridaje...

Sempre dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia:

Articolo 40, comma 3
3. Gli Stati parti si sforzano di promuovere l’adozione di leggi, di procedure, la costituzione di autorità e di istituzioni destinate specificamente ai fanciulli sospettati, accusati o riconosciuti colpevoli di aver commesso reato, e in particolar modo:
a) di stabilire un’età minima al di sotto della quale si presume che i fanciulli non abbiano la capacità di commettere reato;
b) di adottare provvedimenti ogni qualvolta ciò sia possibile e auspicabile per trattare questi fanciulli senza ricorrere a procedure giudiziarie rimanendo tuttavia inteso che i diritti dell’uomo e le garanzie legali debbono essere integralmente rispettate.

Per tua informazione, in Italia l'età al di sotto della quale si presume non si abbia la capacità di commettere reato è 14 anni...


A dire la verità il codice penale dice una cosa diversa. Nel nostro ordinamento il minore di anni 14 è inimputabile, cioè non può essere processato, ma non c'è scritto da nessuna parte che non è capace di commettere reati.

Se io uccido uno, posso essere assolto per legittima difesa, condannato per omicidio colposo senza fare un giorno di galera, come mi posso beccare l'ergastolo. Il mio gesto può essere qualificato penalmente in vari modi. Ma a quello che ho ammazzato poco cambia. Quello sempre morto è.

Comunque le impronte non vengono prese perchè i bambini rom commettono più reati di quelli italiani. Questo è quello che vuole far credere la propoaganda di sinistra.

Le impronte digitali ai bambini vengono prese perchè solamente 1 bambino rom su 3 viene mandato a scuola dai genitori.

Il problema non è capire che fanno gli altri due, perchè anche se dovessimo sapere con certezza che vanno a rubare non gli potremmo comunque fare niente per il discorso dei 14 anni.

Il problema è che se non vanno a scuola non imparano nè le regole della convivenza civile, nè si formano e apprendono nozioni da spendere un domani sul mondo del lavoro. E poi, quando saranno grandi, non avranno molte alternative alla delinquenza.

E' vero che la misura è abbastanza drastica e che si sarebbero potute seguire altre vie. Ma quella delle impronte è sicuramente la soluzione che produce risultati nel più breve tempo possibile. Se ci limitiamo ad avviare oggi un progetto di sensibilizzazione dei rom verso la necessità di mandare i bambini a scuola, forse (molto forse) otterremmo risultati apprezzabili tra 10 anni. E chi glielo va a dire ai bambini che hanno oggi 7-8 anni e che tra 10 anni si ritroveranno in carcere (se gli è andata bene) che lo Stato non ha preso le misure necessarie per mandarli a scuola perchè tali misure l'avrebbero discriminato rispetto agli italiani?

Questo è un problema concreto. C'è poco da mettersi a fare gli artisti con le dichiarazioni universali. Il problema è enorme: i bambini rom non vanno a scuola. Ci servono soluzioni concrete e immediate, non principi supremi...

Poi, insisto, c'è discriminazione quando si applicano misure diverse a situazioni uguali. La percentuale di bambini italiano che non va a scuola è 0,5%, quella dei bambini rom il 66%. Non sono situazioni uguali.

Inoltre, questa non è una misura negativa per loro. E' una misura che apporta ai bambini rom un notevole beneficio, garantendo il loro diritto all'istruzione.

Per dire, se un bambino ha dei problemi, gli viene assegnato un insegnante di sostegno per dargli una mano. Non mi pare una misura discriminatoria nei confronti di quel bambino, nè nei confronti di quei bambini che l'insegnante di sostegno non ce l'hanno. Ci si limita a trattare diversamente, situazioni diverse.

Il resto è propaganda.

 

[Modificato il 03/07/2008 alle 13:25 by Claudio82]

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  postato il 03/07/2008 alle 13:41
Intanto bel servizio del tg1, solerte come sempre a genuflettersi nel minor tempo possibile.
Il pezzo era su un'anziana uccisa all'Eur nel 1994. Ottima costruzione del servizio, solo verso la metà si dice che l'omicida- arrestato oggi- è stato arrestato in un campo nomadi...ed era addirittura un nomade...e l'hanno arrestato grazie alle impronte digitali...e che all'epoca dei fatti era minorenne, oggi (sorpresa!!) invece NO.
Il solito zerbino made-in-Rai illustra benissimo anche quali siano le direttive dall'alto, e i vreali motivi dell'idea leghista. Altro che "mandare a scuola": con questo servizio si legittima la schedatura, giustificandola col "può darsi che un giorno questo rom delinqua, quindi ci portiamo avanti". Discriminazione mascherata da altruismo: lo schifo. Esattamente come quando si giustificava la legge sull'immigrazione dicendo che era in favore degli immigrati, perchè arrivando qui la vita non è facile quindi li si butta fuori subito.
Per favore: almeno abbiano il coraggio di dire le cose come stanno. E' incredibile.

Ah, in questi giorni, e non nel 1994, un sedicenne barese ha violentato sull'autobus una ragazzina quindicenne. I suoi amici ("il branco") la tenevano ferma, gli altri presenti ridevano. All'inizio la ragazzina era seduta davanti, poi l'hanno trascinata al fondo dell'autobus. Nessuno ha fatto niente.
Giusto perchè siamo civili, in quanto italiani.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/07/2008 alle 14:33
Volevo raccontarvi una storia.

La mia ragazza, islandese, fa la fotografa.
Un paio di mesi fa, percependo i rigurgiti fascistoidi che si respirano nella milano che lavora, ha deciso di fare un servizio fotografico sugli zingari.
Mi ha chiesto cosa ne pensassi e, l'unica cosa che mi son sentito di consigliarle è stata di chiedere il permesso di accedere al campo con la macchina fotografica prima a qualche rom, in metropolitana o su qualche autobus.

In qualche modo, alienato pure io dalla propaganda, mi sono offerto di accompagnarla. Niente. Nordica e la testa dura come il metallo.

Un paio di giorni dopo ha incontrato un ragazzo rom, chiedendo il permesso di entrare per fare qualche foto. Il ragazzo ha detto che ovviamente erano contenti ma prima doveva parlarne con gli altri perche pochi giorni prima un gruppo di fascisti/leghisti aveva appiccicato il fuoco a delle rulote e qualche bambino ci stava per lasciare le penne.Inoltre, la polizia faceva dei veri e propri raid, deportando gente in galera.
Il giorno dopo si sono dati appuntamento, ed il ragazzo ha confermato che non c'era alcun problema.

Il giorno seguente la mia ragazza ha preso un taxi, indicando il campo nomadi di Opera, additato dalla stampa nazionale come il bronx elevato ell'ennesima potenza.
Il tassista ha fatto un balzo sulla sedia, dicendole che era una pazza, che non ne sarebbe uscita viva, che lui non la avrebbe accompagnata fin li dentro ecc ecc. Bene. Praticametne l'ha lasciata quasi in tangenziale per paura dei mostri.

Iris allora è giunta al campo a piedi, munita di due macchine fotografiche, una digitale del valore all'incirca di 2000 euro e un'altra analogica su per giu dello stesso prezzo, piu tutta l' attrezzatura (e poi mi ha detto che aveva il portafoglio e la carta di credito con numero anesso, ecc).

Senza i pregiudizi che ci attanagliano e che ci rendono su per giu alla stregua di bestie, la mia bella nordica è entrata nel campo, accolta dalle donne, che l'hanno immediatamente invitata in "casa".
Per l'occasione avevano indossato i loro vestiti tradizionali, avevano fatto le pulizie e preparato cibi tipici rumeni.

Il tutto alla faccia degli onesti e cristiani italiani, che quando chiedono di entrare in casa, una volta su due ti vogliono fottere con la solita storia della bolletta del gas mentre ti rifilano dei sonori pacchi oppure non si fanno scrupoli a rubare i risparmi delle vecchiette, agendo sulla loro ignoranza.

Comunuqe.E' stata un pomeriggio a parlare, bere e giocare con i loro bambini. Con una donna è tutt'ora in contatto e periodicamente si vedono per prendere il caffè assieme e discutere.

Tornando a casa e sentendo quotidianamente la tv, internet, la gente "comune e perbene" mi ha fatto vergognare di vivere in questo paese, popolato da fascisti rincoglioniti che mentre ci tolgono lavoro e servizi sociali scaricano la loro frustrazione sul diverso ed il piu debole, invece che sulle reali cause del malessere sociale. Ossia gli imprenditori "onesti e frugali" che, nonostante l'italianità sbandierata, non si fanno tanti scrupoli a delocalizzare la produzione in Romania pagando quattro soldi i rumeni sposrchi e cattivi. Si, proprio loro..evidentemente vengono buoni quando servono. Ed i veneti dovrebbero saperlo bene.

 

[Modificato il 03/07/2008 alle 14:47 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/07/2008 alle 14:39
Posto la recensione di Ferruccio Gambino, docente dell'università di Padova, al libro di Veronica Redini, Frontiere del made in Italy.

MARCHIO DI ORIGINE IL FASHION DEL DOMINIO
In un saggio la crescente colonizzazione della Romania da parte del «made in Italy». Le frontiere mobili dei brand tra superlavoro e salari in picchiata per difendere uno status symbol minacciato dalle contraffazioni

Ferruccio Gambino

Quali sono i guai dell'Italia che si scaricano sui romeni? A séguito del recente e perdurante ciclo di paranoia antiromena, i pochi commentatori meglio intenzionati hanno abbozzato un elenco dei disagi e delle frustrazioni che si esprimono nell'avversione all'immigrazione dall'Europa sud-orientale. Pochissimi sono andati a osservare le attività degli italiani in Romania e le conseguenze sociali delle loro operazioni.
Il nuovo libro di Veronica Redini affronta la questione e va oltre, aprendo nuove prospettive sull'invisibilità sociale e sui rapporti sociali che l'Occidente impone o contratta nei suoi traffici (Frontiere del made in Italy, ombre corte, euro 15). L'autrice rende conto «di un percorso etnografico che si è svolto a varie riprese tra il 1999 e il 2007 in due città romene, quella di Cluj-Napoca prima e di Timisoara poi» tra camici blu romeni, affaristi italiani, fungaie di capannoni in aperta campagna, voli aerei durante i quali si mutano non soltanto vestiti ma anche immagini di sé e visioni del mondo. Leggendo il volume si è continuamente sollecitati a fare i conti con l'Italia fuori dall'Italia e in particolare con i rapporti di lavoro che negli scorsi vent'anni il capitalismo italiano ha in parte negoziato e in parte imposto sia in Italia sia nei paesi euro-orientali, dove il comando euro-occidentale sperimenta una certa espansione.
La peculiarità del comando italiano in Romania non consiste tanto nel «made in Italy» e nell'aura che lo avvolge quanto nella penetrazione diffusa e nell'accaparramento di manodopera e beni locali da parte di imprenditori, esperti, tecnici di produzione di provenienza italiana. Mentre gli imprenditori di altri paesi, quali la Francia e la Germania muovono verso l'Europa sud-orientale con gli ingenti investimenti diretti di grandi aziende, sono ben 16.000 circa le ditte attive a capitale italiano in Romania, addensate perlopiù nell'ovest del paese.

Il cronometro al collo
La varia umanità italiana in Romania, dove primeggiano i veneti, ha stabilito una sua presenza capillare. Per gran parte degli espatriati e dei pendolari è diventata irresistibile la tentazione di far soldi e di condurre una vita più agevole spremendo le cosiddette risorse sociali, economiche ed emotive locali senza dover avventurarsi oltre i 700-800 chilometri. Come organizzare la spremitura non è facile: occorre che i ritmi di lavoro imposti in Romania siano occidentali, ossia stretti, e che il prodotto risulti «made in Italy» agli occhi del consumatore, che i salari rimangano assolutamente «romeni» e che si tenga alla larga lo spettro delle rivendicazioni di chi lavora.
Questa sommaria architettura sociale presenta alcuni effetti di spaesamento e molti attriti. L'autrice mette a fuoco gli uni e gli altri ponendo sotto osservazione il settore delle calzature. Il clima sociale risulta carico di tensioni, soprattutto in concomitanza con l'espansione economica che la Romania va sperimentando. Le tensioni più acute riguardano tre campi: i ritmi di lavoro, la distanza messa tra le maestranze romene e le merci che producono e infine la difesa di un «made in Italy» che viene prodotto lontano dallo Stivale.
Sui ritmi di lavoro questo libro contiene pagine memorabili, tali da diradare come nebbia al sole le storie della fine del lavoro seriale. Secondo un navigato esperto «noi abbiamo ancora il cronometro attaccato al collo!»; e a parere di un altro: «c'è questo impiego di tecnici italiani, perché è il tecnico italiano che deve imprimere il ritmo». Non soltanto vengono imposti standard dei tempi che si avvicinano sempre più a quelli italiani ma, in qualche caso, trattandosi di manodopera femminile ricattabile, la si blocca alle macchine persino durante la consumazione del pasto. Il divario salariale rispetto all'Italia permette addirittura di produrre con più cura, specialmente nelle fasi più delicate. È ovvio che una parte degli occupati di ditte italiane in Romania punta a superare le frontiere e a cercare un posto di lavoro in Italia a ritmi analoghi ma con il vantaggio dei salari italiani, un fenomeno che si osserva anche in altre aree euro-orientali nei confronti della Germania e di altri paesi dell'euro.
Consumatori e consumi sono dappertutto evidenti, non altrettanto coloro che vengono consumati nel processo di produzione e distribuzione. Veronica Redini ne porta alla luce le testimonianze partendo dall'analisi del geroglifico sociale della merce, nella fattispecie della calzatura «made in Italy».
Racconta un'imprenditrice italiana in Romania: «Negli anni Novanta (a Vigevano) facevamo solo un lavoro specifico, con roba pregiata. Pregiata vuol dire che lavoravamo solo rettile, pitone, coccodrillo. .. è un prodotto per l'America, per gli sceicchi». Adesso in Romania l'imprenditrice comanda lavoro femminile che produce per un marchio famoso, un marchio che punta alla quantità, ai grandi numeri dei consumatori occidentali, ma soltanto grazie al margine di distinzione (e di prezzo) di una mitica innovazione di prodotto. Si tratta di un «made in Italy» che viene prodotto in Romania e che è destinato esclusivamente ai mercati occidentali. Qui si apre un gioco di recinzioni mercantili apparentemente italiane e di passe-partout altrettanto apparentemente romeni.
In realtà si tratta di una modalità elementare della vituperata lotta tra le classi sociali che è vecchia almeno quanto il capitalismo: imprenditori che intendono vendere agli abbienti a caro prezzo le merci alle quali le operaie non dovrebbero accedere, pena la svalutazione delle merci medesime; operaie che sono decise a riappropriarsi di beni creati dalle loro mani. Si intravvede che le barriere di questo ridicolo doppio corso della moneta cominciano a incrinarsi, poiché, a fronte dei furti di scarpe, la direzione si acconcia a vendere a prezzo ridotto alle operaie una quota della produzione destinata al mercato locale. Sono forse questi i primi segni per le ditte straniere che è bene evitare di prendere sottogamba il consumo interno.
Questo volume, con pochi altri, mostra su quali spalle si regge l'ascesa economica romena e i suoi effetti: donne o uomini ordinari in larga parte sradicati dai territori di origine dalla vecchia nomenklatura e dalla nuova democrazia, costretti o a sottostare ai dettami e al regime salariale dei nuovi signori, oppure a emigrare - e tuttavia non rassegnati a piegare la testa sotto il peso del «made in Italy». Veronica Redini guida il lettore attraverso il campo minato di dibattiti e definizioni del «made in Italy» e lo conduce indenne fino al luogo della demistificazione. Per molti «il vero prodotto italiano» appare connotato dalla nazionalità del produttore, da una componente «culturale» e da una traiettoria commerciale.

Lungo il Danubio
Secondo gli imprenditori e i tecnici intervistati, il displuvio tra l'elemento italiano - «il bello», «l'armonioso» - e l'elemento romeno - «il brutto», «la romenata» - segna pure la separazione tra l'autenticità e la contraffazione. Poi, come già negli anni Ottanta a Hong Kong per la moda italiana, gli esportatori italiani esaminano la merce contraffatta e sovente giungono alla stessa conclusione asiatica di allora: «Trattiamo con questi qui». Descrivendo i negozi di un noto marchio italiano a Bucarest e Timisoara, Veronica Redini scrive: «dall'Italia provengono il progetto espositivo, i mobili e gli accessori d'arredamento, solo gli elementi in qualche modo meno visibili come i vetri e la manodopera sono romeni».
Il suo libro riesce a mettere sotto la lente d'ingrandimento gli elementi meno visibili, quelli che il baccano mediatico intende seppellire sotto lo scalpitio delle ronde antiromene. Dunque, fatica coraggiosa e di lunga lena, quella dell'autrice; e pubblicazione tempestiva in una congiuntura difficile qual è certamente questa, una congiuntura che aumenta le distanze sociali e l'ostentazione mentre colpisce chi crea il «made in Italy» lungo il basso Danubio ancor più che lungo il Po.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: May 2006

  postato il 03/07/2008 alle 16:31
Originariamente inviato da Claudio82
A dire la verità il codice penale dice una cosa diversa. Nel nostro ordinamento il minore di anni 14 è inimputabile, cioè non può essere processato, ma non c'è scritto da nessuna parte che non è capace di commettere reati.

Hai ragione, in termini puramente giuridici ho usato un linguaggio inappropriato, e me ne scuso.
Ma nella sostanza...
"Il diritto penale minorile italiano prevede imputabilità del minore, secondo il quale il minore di anni quattordici non è imputabile, qualunque sia il reato che abbia commesso, e che per il minore tra i quattordici ed i diciotto anni l’imputabilità vada accertata caso per caso. Queste norme attuano il testo della Convenzione che all’ art. 40, comma terzo lettera a, dispone che gli Stati "si sforzino…di stabilire un’età minima al di sotto della quale si presume che i fanciulli non abbiano la capacità di commettere reato.”"

da http://www.socialnews.it/ARTICOLI%20OTTOBRE%202005/corrado2ottobre2005.htm (Socialnews, mensile di promozione sociale)

Inoltre, proprio alla luce delle tua conoscenze giuridiche, ti chiedo di rivedere la frase "C'è poco da mettersi a fare gli artisti con le dichiarazioni universali".
Ma come... un giurista definisce "cose da artisti" le dichiarazioni universali?

Correggimi se sbaglio: non sono, come già detto qualche post fa, prescrizioni e raccomandazioni a cui tutti gli Stati aderenti si impegnano a ispirare le proprie leggi? Questo mi pare un discorso "di sostanza", e sinceramente mi sembrano più da "artisti" (in una accezione non propriamente positiva...) le giustificazioni tue e di chi difende un provvedimento che pare ledere anche i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (non farmi fare citazioni anche da quel testo, prego...).
Un po' di dubbi (che anche tu sembri adombrare... cito a memoria: - "nel mondo delle idee ci si dovrebbe comportare in una altro modo" - "certo, una risoluzione drastica..."), un po' più di umiltà, visto il tema, non sarebbero appropriati?

Come ben sai, gli Stati che non rispettano le "raccomandazioni" ricevono reprimende anche dure dalla Comunità internazionali... nel caso queste arrivassero (ma è quasi sicuro...), dopo la applicazione della norma in oggetto, che cosa dovremmo dedurne? Che siamo circondati da popoli e governi di "artisti"?

Inoltre, insisto anch'io, ci può essere discriminazione pure quando si applicano misure diverse a situazioni diverse, se non altro su base puramente sillogistica.
Il problema della scolarizzazione dei bambini nomadi è secolare, e può essere arginato e sperabilmente risolto solo con interventi innovativi, policentrati e "democratici"... e adesso non venirmi a dire che la schedatura e la registrazione delle impronte digitali provengono da questo spirito!

Crederò alla non-negatività di una esperienza del genere solo quando avrò visto studi seri su base psicologica, pedagogica e di efficacia sociale... cosa che tanto non avverrà, perché sicuramente impossibile.
O mi stai dicendo che l'assegnazione di insegnanti di sostegno ha la stessa valenza pedagogica di questo provvedimento?

E il termine "propaganda" mi sembra veramente inappropriato, quando si sottolineano diritti che valgono per me, per te, per mia zia Gertrude come per i nomadi...

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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