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Autore: Oggetto: DR. FUENTES???

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Settembre 2009, Marzo 2010, Maggio 2010




Posts: 2421
Registrato: Oct 2007

  postato il 08/12/2007 alle 23:36
caro omar, non volevo rispondere perchè in fondo mi pare che non vogliamo dire cose così diverse.
Però la frase di Fuentes presa da sola lascia intendere il falso, cioè che il ciclismo (perchè è chiaro che chi legge le sue parole pensa subito al ciclismo) è una specie di ultra-sport, e che non è possibile che chi lo pratica ad alto livello, soprattutto chi fa tanti chilometri e tante salite, non rovini la propria salute, a differenza di qualunque altra attività professionale.
Viceversa, è vero proprio il contrario, una normale vita professionale, tra fretta, stress, smog e alimenti da supermercato, è anche peggiore per il fisico (e se vogliamo considerare l'aspetto psicologico...)rispetto agli sforzi dei corridori, che ormai non fanno più molte ore in allenamento e per il resto hanno riposo, vita regolare e controlli medici costanti e minuziosi.
Anzi, il corridore appena dovesse avere un valore ematico fuori norma se ne accorgerebbe nel giro di 15 giorni al massimo, l'impiegato rischia di accorgersene quando è tardi...
Un problema che potrebbe emergere nei prossimi anni è proprio quello dei cicloamatori, quelli agonisti, che oggi rasentano, quanto a preparazione, il professionismo. Costoro hanno pressochè lo stesso impegno fisico dei prof., ma la stesso scarso controllo medico di un impiegato, e in più gli impegni professionali e familiari.. La loro salute sì che mi preoccupa un pò.
Soprattutto se la stampa specializzata continua a "pompare" sulle competizioni e sulle GF così come fa oggi mettendo in secondo piano il cicloturismo vero, che non è affatto enogastronomia itinerante!

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jan 2006

  postato il 10/12/2007 alle 10:34
Originariamente inviato da elisamorbidona

caro omar, non volevo rispondere perchè in fondo mi pare che non vogliamo dire cose così diverse.
Però la frase di Fuentes presa da sola lascia intendere il falso, cioè che il ciclismo (perchè è chiaro che chi legge le sue parole pensa subito al ciclismo) è una specie di ultra-sport, e che non è possibile che chi lo pratica ad alto livello, soprattutto chi fa tanti chilometri e tante salite, non rovini la propria salute, a differenza di qualunque altra attività professionale.
Viceversa, è vero proprio il contrario, una normale vita professionale, tra fretta, stress, smog e alimenti da supermercato, è anche peggiore per il fisico (e se vogliamo considerare l'aspetto psicologico...)rispetto agli sforzi dei corridori, che ormai non fanno più molte ore in allenamento e per il resto hanno riposo, vita regolare e controlli medici costanti e minuziosi.
Anzi, il corridore appena dovesse avere un valore ematico fuori norma se ne accorgerebbe nel giro di 15 giorni al massimo, l'impiegato rischia di accorgersene quando è tardi...
Un problema che potrebbe emergere nei prossimi anni è proprio quello dei cicloamatori, quelli agonisti, che oggi rasentano, quanto a preparazione, il professionismo. Costoro hanno pressochè lo stesso impegno fisico dei prof., ma la stesso scarso controllo medico di un impiegato, e in più gli impegni professionali e familiari.. La loro salute sì che mi preoccupa un pò.
Soprattutto se la stampa specializzata continua a "pompare" sulle competizioni e sulle GF così come fa oggi mettendo in secondo piano il cicloturismo vero, che non è affatto enogastronomia itinerante!

Ciao Elisa, io credo che non hai capito bene il senso, Funtes se guardi parla anche di medie e dice che una vuelta a 28 km di media sarebbe fattibile . Lui e gli altri si riferiscono all'intensità che prrtata per lunghi tempi è insostenibbile per degli esseri unami. Nel 1999 in Francia dei medici dissero che i professionisti dopo una gara a tappe presentano valori clinici simili a malati terminali di gravi malattie...Il paragone con un impiegato è completamente fuoru luogo, sono due cose completamente diverse, un impiegato non compie nessuno sforzo nemmeno un 1000000% degli sforzi bestiali che fa un pro in una gara a tappe, come paragonare uno che gioca a carte con uno che lavora in miniera. E anche i cicloamatori, nn possono essere paragonati, nemmeno i piu alleanti, infatti tutti lavorano e fanno ciclismo nel tempo libero, e anche se alcuni sono forti non si possono proprio paragonare.

 

[Modificato il 10/12/2007 alle 11:33 by omar]

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"Venderesti entrambi gli occhi per un milione di dollari... o le gambe... o le mani... o gli orecchi? Fai la somma di quello che hai e scoprirai che non lo venderesti per tutto l'oro del mondo. Le cose migliori della vita sono le tue, se riesci ad apprezzarle".
Dale Carnegie

"Non lamentatevi di quello che non avete. Usate quello che avete. Fare meno del vostro meglio è un peccato. Tutti noi abbiamo il potenziale per eccellere perché l'eccellenza é determinata dalla dedizione, a noi e agli altri".
Oprah Winfrey

http://www.velodrome.org.uk
http://www.yvonnehijgenaar.nl
http://www.chrishoy.com/
http://www.victoriapendleton.co.uk/

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Settembre 2009, Marzo 2010, Maggio 2010




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Registrato: Oct 2007

  postato il 11/12/2007 alle 17:26
però qui il problema delle affermazioni di Fuentes è la salute non la quantità di sforzo. Mettere le due cose in diretta correlazione (tanto più sforzo= tanto maggiore rischio per la salute) non mi pare un un discorso scientificamente valido. Per questo, ben sapendo che Fuentes non è affatto uno sprovveduto nel suo mestiere, sospetto una cattiva intenzione nelle sue parole, quella di convincere i ciclisti stessi a riovlgersi senza indugio a medici come lui...
Non si vuole negare che il ciclismo è uno sport di fatica e stress, ma continuo tuttavia a ritenerlo una specie di assicurazione sulla salute, altro che valori ematici da malattie croniche...(di certe dichiarazioni pseudo-scientifiche dei giornali francesi mi fido tanto quanto dei responsi a comando del laboratorio di Chatenay-Malabry: come mai ad es. tali prodi dell'antidoping non hanno mai trovato nulla ai Festina delle tappe in cui andavano all'arrembaggio?)
Nessuno più del ciclista ha un controllo medico accurato e continuo, e poi mica in tutte le corse l'atleta arriva finito, dipende da come sta e da cosa deve fare, se dopo il Tour i valori ematici fossero da malati gravi, come si spiega che nelle corse di Agosto i reduci dal Tour hanno sempre una marcia in più? Mi sa che vuole dire che stanno abbastanza bene...poi c'è sempre chi è costretto per motivi di squadra a sobbarcarsi un gran lavoro e allora poi è veramente esaurito!
Per quanto riguarda l'impiegato, insisto sul fatto che fare il pendolare tutti i giorni con l'aria che respiriamo e con il cibo finto che mangiamo e con i virus influenzali potenziati che ci prendiamo tutti gli anni (grazie alle campagne di vaccinazioni a tappeto) è molto più dannoso per la salute che fare il ciclista professionista. Non si sta parlando di sforzi, ma di salute, che è un concetto più complesso da valutare (in cui entra in maniera determinante l'aspetto psicologico), come credo che sappia benissimo anche Fuentes.
Per quanto riguarda le medie- a cui io accosterei soprattutto i valori di VAM, che sono un indice più diretto della potenza sviluppata dall'atleta-, beh, di certo il loro aumento è LA CONSEGUENZA dei suoi "trattamenti", non LA CAUSA! Sono aumentate a dismisura in seguito all'adozione di certi sistemi, che lui, ed altri, usano. Non è che le medie le facciamo aumentare noi appassionati con il telecomando, anzi se fossero più basse mi sa che ci divertiremmo di più...

 

[Modificato il 11/12/2007 alle 17:34 by elisamorbidona]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/12/2007 alle 21:31
No no lui si concentra sull'intensita, protrata a lungo come nel caso di una corsa a tappe e daltronde è una cosa molto ovvia che lo sport agonistico sia dannoso, tanto che sono stupito delle tue perlesita, ma forse perchè nn hai ben capito. Puoi parlare di assicurazione sulla vita se parli di sport amatoriale ma di sicuro nn quello professionistico e non solo ciclismo, molti atleti da sempre dicono che se loro tenessero alla salute , lo sport agonistico se lo scorderebbero, e che se sono atleti di vertice di conseguenza sono persone che mettono in secondo piano il discorso salute.... in Francia sono stati dei dottori che hanno anche mostrato delle cartelle, e non dei giornalisti. Andare forte nelle gare di Agosto dopo un tour non vuol dire proprio per niente tanto meno che si sta in salute e che reni fegato ecc sono apposto. Credo che tu nn ti renda ben conto di cosa faccia un atleta profesionista, e dato che continui a fare paragoni veramente che sono mortificanti con degli impiegati sedentari e tiri in ballo inquinamento ed altro che è lampante sia imparagonabile, ci rinuncio proprio e ti lascio alla tua idea... Gli sforzi poi son molto correlati con la salute, e qui ci sono dei medici in gamba a presentare argomenti incontrovertibili ,oltre a Funtes e agli altri medici, anche Ferrari, che è senza ombra di dubbio una delle menti piu brillanti mai apparse nel mondo del cicilismo,sostiene quello che dovrebbe essere ovvio. Ma se alle parole di persone che usano la ragione e l'inteliggenza, vogliamo sovraporre quelle di nostalgici menteccatti che dicono che l'istinto e l'irrazzionalita vincono sempre sul inteliggenza, a me cadono le braccia. Comunque fa come vuoi e credi quello che vuoi, io nn mi danno certo per farti cambiare idea

 

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Dale Carnegie

"Non lamentatevi di quello che non avete. Usate quello che avete. Fare meno del vostro meglio è un peccato. Tutti noi abbiamo il potenziale per eccellere perché l'eccellenza é determinata dalla dedizione, a noi e agli altri".
Oprah Winfrey

http://www.velodrome.org.uk
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/12/2007 alle 23:28
ok omar, neanche io voglio farti cambiare idea. Mi pare che abbiamo già esaurientemente illustrato le nostre rispettive posizioni, forse a vantaggio di qualche lettore che si farà un'opinione più avanzata della mia e della tua.
In calce a questo dibattito sulle parole di Fuentes, ribadisco soltanto la mia preoccupazione per la piega che sta prendendo il mondo cicloamatoriale a proposito di rischi per la salute (per la scarsità di controllo medico, e poi allenandosi tutti i giorni poi ci vuole recupero, non andare al lavoro!), piuttosto che quello professionistico, cosa che secondo me alla lunga potrebbe causare un effetto di disamoramento per la pratica di questo sport, che , se praticato con il giusto atteggiamento, è meraviglioso.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/12/2007 alle 23:44
Originariamente inviato da elisamorbidona

ok omar, neanche io voglio farti cambiare idea. Mi pare che abbiamo già esaurientemente illustrato le nostre rispettive posizioni, forse a vantaggio di qualche lettore che si farà un'opinione più avanzata della mia e della tua.
In calce a questo dibattito sulle parole di Fuentes, ribadisco soltanto la mia preoccupazione per la piega che sta prendendo il mondo cicloamatoriale a proposito di rischi per la salute (per la scarsità di controllo medico, e poi allenandosi tutti i giorni poi ci vuole recupero, non andare al lavoro!), piuttosto che quello professionistico, cosa che secondo me alla lunga potrebbe causare un effetto di disamoramento per la pratica di questo sport, che , se praticato con il giusto atteggiamento, è meraviglioso.

non mi è chiara la tua tesi sul mondo amatoriale: pensi che ci siano caricatori anche fra i ciclisti della domenica che corrono x la bottiglia di vino del discount?
e se così fosse, perchè nessuno si muove x arginare qs demenze?
grazie per le risposte

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 12/12/2007 alle 00:16
non voglio generalizzare, però ti basterebbe guardare le medie dei primi 50-100 delle Gf (saranno una piccola percentuale, ma sono pur sempre tanti, e poi fanno decisamente tendenza), confrontandole con il chilometraggio e i metri di dislivello della gara per capire il livello. In genere se non hai una Vam media di almeno 1400 non sei competitivo per quelle posizioni. A parte Rumsas e altri due o tre, mi pare tutti gli altri vanno normalmente a lavorare (fonte: mio marito che ci correva insieme). Per fare tali prestazioni, o si è come Pantani (può essere, per carità) o c'è il doping (ma NON VOGLIO crederci, comunque costerebbe troppo), o c'è un allenamento quotidiano importante ( e bisogna fare almeno una volta a settimana anche la distanza)per qualità e quantità paragonabile a quello professionistico, salvo che qui non ci sono controlli medici settimanali e , soprattutto, un numero adeguato di ore per il recupero. Vuol dire che insieme alle otto ore di lavoro ce ne sono in media altre due o tre di bici in orario comunque scomodo, presto o tardi o in pausa pranzo, comunque piuttosto logorante e a buon ritmo.
E poi non è questione di premi, che comunque di solito è materiale tecnico di buon livello, proprio quello che serve per abbattere i costi del cicloamatore... piuttosto è forse per un certo (insano) tarlo di dimostrare qualcosa a qualcuno, di far masticare amaro questo o quell'altro, qualcosa secondo me che riguarda il modo in cui la persona vive il suo essere nel mondo con gli altri..
Per arginare questo eccesso di competitività secondo me basterebbe cambiare la formula di queste corse, lasciando, per carità, spazio a chi vuole andare forte, ma ad esempio rendendo spazio maggiore a chi la classifica non interessa (scendere nei particolari sarebbe troppo lungo, ed è OT), naturalmente più forte si va e più si vende, dagli integratori alle bici che usate in questo modo si "consumano" in fretta!

 

[Modificato il 12/12/2007 alle 00:24 by elisamorbidona]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/12/2007 alle 08:10
aaaaz Elisa...sei da applausi!!!!

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
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27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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