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Autore: Oggetto: il tifoso calcistico

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  postato il 09/03/2005 alle 13:13
Da ex tifoso di calcio(si parla almeno di 4-5 anni fa)prendendo spunto dal discorso di emiliano sul thrend “un applauso a dick pound”,vorrei fare alcune considerazioni,se mi sono permesse.Ieri pomeriggio ho assistito per l’ennesima volta a quello che il calcio rappresenta ultimamente,mi trovavo per le vie di milano(dove abito) durante una invasione del tutto non-pacifica di tifosi del Manchester,vi posso raccontare in breve ciò che ho visto,tram con vetri rotti,bottiglie di birra buttate ovunque,gente che pisciava(scusate il termine)sui muri delle strade principali,migliaia di gente ubriaca urlante che importunava chiunque e come se tutto ciò non bastasse orde di tifosi milanisti,che per distinguersi con un atteggiamente intelletual-borghese,li seguivano a ruota.Ma quello che più mi ha sorpreso,sono state le parole della mia ragazza,che aprendo una parentesi è stata “costretta”nell’anno passato a seguirmi in tutte le mie trasferte per le strade della milano sanremo,del giro,del mondiale e del lombardia,ad un certo punto infatti si è girata verso di me dicendomi “hai ragione tu,il mondo del ciclismo è proprio tutta un’altra cosa,gente che fa festa e non balordi che non sanno come buttare via il proprio tempo”.La mia disaffezione per il calcio è coincisa anni fa con un amore quasi viscerale per il ciclismo.Mi ricordo ancora la mia prima bici da corsa,sono passati solo 5 anni ma mi sembrano già un’eternità.
Studiando scienze della comunicazione,ed essendo interessato al ruolo dei media nella nostra società mi sono accorto di una cosa,una cosa che mi ha aperto gli occhi e che adesso vorrei traslare parlando del calcio.A mio modo di vedere infatti,come ho già scritto in un altro post pochi giorni fa,il tifoso di calcio non è altro(per la maggior parte dei casi)un prodotto volgare di un bombardamento mediatico,avvenuto già dall’età dell’infanzia.Il mio quesito partiva da una semplice considerazione,perché oggi viviamo in una società che io definirei calciocratica.Bè,forse perché vi sono ai vertici delle persone che hanno molti interessi da salvaguardare,negli anni infatti si è dimostrato che poteva essere lo sport che poteva far guadagnare più quattrini e allora perché non puntare tutto su quello,rilegando gli altri al semplice ruolo di comparsa.La cosa che più mi innervosisce è la completa stupidità del tifoso calcistico(scusate il termine un po’ forte)che non si rende conto di essere all’interno di un sistema in cui è considerato solamente una pecora che deve seguire il gregge per portare più soldi possibili nelle tasche di persone che lucrano sulla sua “finta” passione.Io infatti ritengo vera la passione che può generalmente accompagnare un tifoso di rugby,di pallavolo,di scherma,di nuoto etc…ma sicuramente non quella del tifoso calcistico.
La mia passione per la bicicletta e per i grandi protagonisti delle due ruote è nata spontaneamente,addirittura non conoscevo nessuno che lo seguisse,anzi sono io che a macchia d’olio ho contagiato amici e conoscenti.Ed è per questo che mi ritengo fortunato rispetto ad altri,perché mi sento di seguire una passione vera e non indotta,forse mi sento anche più libero.
Ci sarebbero molte altre cose da dire,ma non voglio dilungarmi troppo,finirei per diventare noioso.
Spero solamente di ascoltare una vostra opinione,che a dirvela tutta a causa della vostra competenza,mi interessa molto.

 
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Livello Sean Kelly




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  postato il 09/03/2005 alle 16:56
Le spiegazioni sono molteplici, a questa differenza di "classe" tra i tifosi delle 2 discipline.
1)i tifosi delle 2 ruote sono solo "appassionati" di questo sport, nel senso vero del termine. Cioè provano un'emozione "vera" nel seguire una corsa.
Gli ultras calcistici devono fumare, ubriacarsi, fare a pugni ecc. ecc. altrimenti
non hanno alcun scarico di adrenalina (come fanno certi frequentatori di discoteche....)
2)Nel calcio il tifo è quasi esclusivamente "contro", nel ciclismo si possono avere atleti preferiti, ma di fronte ad una impresa di un "avversario", c'è sempre ammirazione.(anche per L.A. .....)
3)il tifoso ciclistico è, mediamente, + competente; quello calcistico parla spesso solo per dar aria alla bocca e perchè tutti ne parlano.
4) il tifoso calcistico si sente forte del "branco" ed anche un pò impunito.
A quei tifosi che hai visto in giro per Milano interessava probabilmente poco la partita.
E' una scusa solo per fare casino!!!
Naturalmente anche appassionati di altri sport possono essere accumunati agli appassionati di ciclismo ad esempio Moto, podismo,Rugby....
Fortunatamente meno a quelli del calcio che fanno un pò razza a parte!!!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 09/03/2005 alle 17:07
Bella, davvero una bella riflessione Piccolo Cunego!
Una chicca: “Ed è per questo che mi ritengo fortunato rispetto ad altri, perché mi sento di seguire una passione vera e non indotta,forse mi sento anche più libero”.
Quando uno sport diventa affare per pochi (i fanfaroni e gli imprenditori con più pelo sullo stomaco del solito), ed un peso per tutta la società che è costretta a pagarne le conseguenze sociologiche ed economiche (il calcio è pieno di debiti, anche verso l’erario, al punto di collocarsi fra i settori in forte crisi), gli echi della passione veramente libera e le essenze stesse del valore della disciplina, si traducono nella miseria di oggi.
Nella musica (il grande Davide mi corregga), quando un artista va verso il commerciale, lo si considera in declino, lo si critica, lo si inizia a disprezzare. Lo stesso, potremmo dirlo su altri campi dell’arte. Bene, nel calcio odierno cosa è rimasto della vocazione artistica, dell’invenzione, della volontà di produrre idiomi, della passione prima del tornaconto? Poco, molto poco! Troppo poco, persino per cercare l’eccezione che conferma la regola.
E quali dinamiche insistono sulla società, affinché la minestra calcio diventi automatismo sistematico ai richiami anche meno letti della cultura, fino ad assumere il ruolo di valvola di sfogo per un uomo volutamente smembrato della sua capacità critica?. Tante!
Gli ultras e la violenza negli stadi, sono lo scopino finale di una realtà creata a monte. Poco più di un anno fa, chiesi ad un celebre direttore di una testata, di provare a togliere qualche modulo al calcio per far diventare il suo giornale un prezioso riferimento di cultura sportiva nuova, con giornalisti veri e non ciofi. Lui allargò gli occhi dallo stupore, trattenendo probabilmente un rivolo di rabbia che sfogò in una risata dai toni di scherno: “Lei vive fuori dal mondo” – mi rispose, ed il sottoscritto che è un “non conformista” fino alle viscere, non tardò un attimo ad aggiungere: “Meglio essere fuori dal mondo che prodromi di inciviltà o fossili in mano a qualche burattinaio senza nemmeno saperlo!” La prese come un’offesa, ed aveva ragione, perché sotto sotto mi sentivo come uno che gli aveva appena dato del cretino.
Caro Little Cunego, è vero, prima di tutto dietro al tifo calcistico ci sta un bombardamento mediatico e te lo dice uno che ha sufficienti anni, per aver visto la metamorfosi delle testate e del giornalismo, da uno stadio cultural-sportivo fino al calcistico-paparazzo odierno. Sono figlio degli ultimi fuochi di una carta stampata che dava dignità a tutte le discipline e, guarda caso, vedeva il ciclismo come primo sport. Erano gli anni de “Lo sport illustrato”, rivista ineguagliata, ed i tempi in cui una vittoria di Ercole Baldini nella Milano-Mantova, produceva titoli e moduli superiori ad una partita di calcio di cartello. Era il periodo dove un giornalista di nome, non andava a San Siro per vedere Milan-Sampdoria, ma a Budapest per seguire un incontro fra Ungheria ed Italia di atletica leggera. Pian piano tutto è cambiato e gli italiani sono stati via via drogati e spinti verso il calcio, fino a creare quel rollerball che è oggi.
I media sono i principali colpevoli di ciò che il “mondo pallonaro” oggi esprime, il resto lo fa, come sempre, quella politica che ha sempre inseguito supina gli umori del mondo imprenditoriale, anche quando questi entrava nel malaffare, fino a divenire ulteriore sponsor, altrettanto supina e acritica, del calcio. Voglio ricordare che il “Decreto Salva-debiti”, partorito per il calcio, a suo tempo, fece ridere mezzo mondo, ed era davvero degno di una “Repubblica delle Banane”.
Il tifoso autonomo, quello che ragiona e che si spinge verso le emozioni, che vuole gustare l’arte sportiva, che non prende per oro colato tutto ciò che il tam tam mediatico tende ad impalmare sulla società, non solo è un uomo libero dentro, ma è pure il più sereno osservatore e critico dei fatti calcistici, nonché il miglior conoscitore di ciò che veramente c’è, e vale, nel calcio.
Ne consegue un personaggio che ama il ciclismo, perché è sport che raffigura la vita come pochi, si immedesima nelle metafore della quotidianità presenti nell’atletica leggera, non disdegna il pugilato, ama quel rugby che è l’essenza massima degli sport di squadra e non ha timori nel dire che il tennis, da gioco stupendo s’è imbarbarito a squallida espressione di replicanti privi di fantasia. In altre parole, sublima nel suo io, la figura del tifoso attento con quella di critico, fino ad ergersi ad esempio di sportività e riferimento culturale. Una rarità? Bèh… direi di sì, ma quel che ci deve far capire quanto si possano trovare stimoli verso un pizzico d’ottimismo, ci viene da giovani come te e come altri, qui, in questo significativo palcoscenico, pronti a separare i contorni e a porsi da “veri” verso lo sport. Ecco perché, Cicloweb, non deve impressionarsi se ogni tanto si cerca di dare un volto alla passione verso lo sport, scegliendo la caleidoscopica strada dei confronti e degli intrecci con le altre discipline.
Sarebbe sbagliato e miope avvicinarsi al modus dell’osservatorio del calcio, immediato nel chiudersi sulla sua gemella altezzosità e superiorità e sempre pronto a non vedere (ancora!) il doping devastante nel suo seno, a non percepire il malaffare e quegli interessi troppo trasversali per non uscire sporchi, fino ad abdicare ogni funzione di reclutamento ad altri, i soliti, quelli che hanno ridotto il calcio a rollerball.
Ed il fatto di constatare che fra i cantori del teatro calcistico, nelle funzioni che scambiano il tifo per sportività, vi siamo avvocati, ingegneri, medici, insegnanti, uniti ai ragazzi che non sanno ancora quale sia il loro domani, pronti a difendere da ciechi totali, scandali e beceri giochetti, nonché a sottostimare le infauste risultanze sociali dell’odierno pallone, non può far altro che spingerci ad urlare la nostra libertà di vivere lo sport con la pretesa di farne un pomo migliore, su cui collegare parti evidenti del futuro dei nostri figli.
Oggi pizzicare ed allontanarsi dal calcio, non risparmiargli severe disamine, è il modo più efficace per migliorare il nostro intorno, nonché donare a questo ex sport, un atto di sincero amore.
E tu, Little Cunego, visti gli studi e la testa ancor libera che hai, continua ad essere quello che sei!
Ricordalo, per il non lontano giorno in cui, un direttore fotocopia, pretenderà da te di fare il burattino, spiegandoti che è l’unico motivo di vendere e vivere….

Marc, la tua sintesi è più che condivisibile!
La farò leggere ad un tizio.....voglio proprio vedere cosa......inventerà per smentirla.....

Morris

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2005 alle 18:08
devo riportare qui ad onor del vero (e dei tifosi spagnoli) che i tifosi del real oggi qui a torino erano un bel popolo pacifico, folcloristico e colorato. gli spagnoli riescono sempre a distinguersi dagli altri tifosi, specie italiani e inglesi. un plauso a loro e alla loro civiltà e speriamo che stasera facciano un fondello che non finisce più ai gobbi!
 
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  postato il 09/03/2005 alle 19:27
Morris,ogni volta che leggo le tue risposte rimango stupito ed esterefatto.Riesci sempre a carpire il nocciolo della questione e a viscerarlo nella maniera più consona,con quel pizzico di ironia e soprattutto competenza che noi poveri umani possiamo solo sognare(forse ho esagerato un pò troppo).Comunque non preoccuparti,non vedo nel giornalismo il mio futuro,soprattutto considerando cosa vuol dire esserlo al giorno d'oggi.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2005 alle 19:45
Permettetemi di dissentire! Io sono un grande appassionato di ciclismo, ma, prima di tutto, sono un calciatore dilettante. Gioco in promozione e il calcio per me rappresenta molto. Con questi vostri discorsi fate passare il calcio come un male per lo sport, quasi una piaga da estirpare e in questo sono profondamente contrario. Il calcio è un gioco molto semplice: bisogna buttare una palla dentro a una rete, e chi lo fa di più vince. E proprio qui sta tutta la sua popolarità: è uno sport che si capisce in fretta e dopo poche partite anche un bambino può dare giudizi tecnici su questo giocatore o quell'altro.
Ma dietro questa semplicità si nasconde una tale varietà di elementi e di varianti che influenzano il risultato di una partita che forse molti dei giornalisti non conoscono neppure. E qui sta il male del calcio! Sono i giornalisti! Andate a chiedere a Tosatti o ancora peggio a Mughini cos'è una diagonale difensiva! Il mondo dei media ha sempre insistito sulla spettacolarizzazione del calcio rendendolo un patrimonio di persone che di calcio ne sanno poco o nulla.
E veniamo ai tifosi. Nell'antica Roma c'erano le gare dei carri a squadre nel circo Massimo. Il popolo accorreva in massa e faceva il tifo per i rossi, per i blu, per i verdi o per i gialli, ma non conosceva minimamente i cavalli che correvano o i "fantini" che li guidavano: la gente aveva bisogno di tifare per una squadra per immedesimarsi nei suoi successi, ma era ignorante e di quello che andava a vedere non ci capiva niente.
Cosa voglio dire con questo? Semplicemente che finchè il calcio rimarrà lo sport più popolare del mondo i tifosi saranno sempre ignoranti e i giornalisti non ne parleranno mai nei giusti termini: insisteranno ore a dire che l'arbitro ha sbagliato tutto, ignorando le geometrie con cui si muovono i giocatori in campo. Ma il calcio non è solo questo, anzi non lo è affatto! Allo stadio non ci vanno solo i casinari che si nascondono in curva e vedono la partita da un angolo; ci sono anche quelli che si siedono in gradinata, guardano la partita dal centro del campo e si divertono a guardare un bello spettacolo di sport vero. Poi quando in TV c'è Biscardi, cambiano canale...

 
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  postato il 09/03/2005 alle 20:33
Però non diamo sempre la colpa ai giornalisti, ragazzi... ce ne sono anche di non troppo deleteri.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2005 alle 20:57
Originariamente inviato da Admin

Però non diamo sempre la colpa ai giornalisti, ragazzi... ce ne sono anche di non troppo deleteri.


Si è vero Admin, hai ragione! Se si sfoglia la Gazzetta si trovano moltissimi articoli ben fatti. Io parlavo più dei talk-show televisivi tipo Contrcampo, la DS e il processo di Biscardi...

 
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  postato il 09/03/2005 alle 21:22
Zillo penso che in parte tu abbia azzeccato il discorso,anche se vorrei fare alcune precisazioni.Mi spiego meglio,il calcio come tu stesso dici è diventato lo sport più popolare al mondo,ma non lo è diventato se così si può dire,per merito sportivo,ma come già ho detto perchè hanno voluto che lo diventasse.Per la semplicità del gioco,per la possibilità di riunire più gente possibile in un solo luogo,perchè è possibile giocare partite anche alla sera e per centinaia di altri motivi che non sto qui ad elencare,anche di ambito sociale,ma soprattutto lo è diventato per lucro....e penso che tu questo lo sappia benissimo.
Purtroppo,come dici tu,diventando lo sport più popolare ha finito per diventare una specie di poltiglia in cui tutto è ammesso(faccio riferimento per esempio a balordi,ad ignoranti,a chi di sportivo ha ben poco etc...)certamente all'interno di tutto ciò ci potranno anche essere veri tifosi e veri appassionati,io per esempio ne conosco tanti che venno allo stadio per passione gustandosi la partita,portando spesso anche i figli.
Il calcio però nella realtà è diventato ben altro,morris con la sua splendida dialettica ce ne ha dato una dimostrazione,anchio come te zillo ho avuto una forte passione per il calcio,ma quando ho aperto finalmente gli occhi e ho capito cosa era diventato non ho potuto far altro che rinnegarlo.
Vorrei insistere ancora una volta su un concetto che ritengo basilare,nella nostra società mediatica,in cui ogni nostra scielta è convogliata da astute mani verso obbiettivi ben precisi,il fatto di riuscire ad uscire da alcuni schemi predefiniti la ritengo una dote che ben pochi hanno(e che anchio spesso svanisco),spero che la tua sia una passione vera,ma purtroppo quella di altri milioni di "tifosi"ti posso assicurare che è indotta.I modi per farlo poi sono molto semplici,prova a pensare ai telegiornali,ai quotidiani,alla radio,ai cartelloni pubblicitari,ai gadget e a tutti i mezzi mediatici che conosci...ti sei accorto che spruzzano calcio da tutti i pori,senti mai parlare di sport che non sia calcio al 90%.Tralasciamo poi CAMPIONI,non mi degno neanche di parlarne,anzi vorrei fare un'ultimo appunto,come abbiamo fatto a ridurci a vedere DAVIDE DE ZAN,ripeto DAVIDE DE ZAN figlio del mitico ADRIANO,a condurre questa...non sò come definirla....va bè,trasmissione!!!!!



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2005 alle 21:51
caro zillo, io non ho nulla contro il calcio inteso come sport, tanto che con qualche mio ex compagno di pallacanestro ho allestito una squadra di calcio a 7 e partecipiamo con discreti risultati ad alcuni tornei organizzati dal c.s.i. il problema del calcio sono alcuni personaggi (che definire tifosi è anche sbagliato) che vanno allo stadio per piantare casino e basta. io stesso ero abbonato al toro 3 anni fa, poi però mi sono depresso ad andare allo stadio e ho smesso. sono convinto anche io che allo stadio ci sia gente che vada per vedere uno spettacolo sportivo, bisognerebbe quindi isolare i cretini che non hanno questi intenti, ma come ben sappiamo le società finanziano questi loschi omini...
 
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Livello Sean Kelly




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  postato il 10/03/2005 alle 09:16
Ciao Zillo.
Guarda che pure io non sono un anti-calcio (inteso come sport).
Gioco ancora in una squadra amatoriale di calcio a 9.
Sono (ancora)tifoso del Milan.
Ogni tanto mi ritrovo con amici per seguire qualche anticipo/posticipo.
Una volta andavo anche qualche volta allo stadio di Cesena.
Quello che mi digusta è l'atmosfera che si respira nei principali catini.
Non puoi fidarti a portare i figli o i nipoti o la fidanzata.
Essendo anche tifoso di basket e riconoscendo che anche qui ogni tanto qualche episodio sgradevole avviene, mi chiedo cosa succederebbe se certi "personaggi" delle curve (ma anche delle tribune!!!) fossero presenti nei palazzetti, dove non c'è alcuna
barriera tra il pubblico ed i giocatori.
Tutti gli atti (delinquenziali) compiuti attorno al rettangolo di gioco di un campo di calcio godono di una specie di permissivismo, omertà, impunità.
Le società hanno sempre tollerato questi imbecilli foraggiandoli addirittura nelle trasferte.
Il calcio è l'unico sport che può far variare i palinsesti e che trova sempre un buco x essere trasmesso.(anche quando gioca, per dire, l'under21...... )

Sui giornali tutti gli altri sport sono confinati ed ammassati nelle ultime pagine.
Prima fogli e fogli sulla serie B poi la C1 poi la c2 poi la D e poi il TORNEO DELLA PARROCCHIA....!!!!!!
In altri sport società (anche gloriose, ma questo non ha importanza....) sono fallite senza tanti aiuti statali....., accordi con il fisco, rateizzazioni dei debiti!.
Ed inoltre, negli ultimi tempi in particolare, lo spettacolo medio è pessimo!!!
Ho citato alla rinfusa queste serie di argomentazioni che mi hanno portato a questo "disamore" per il "football".
Se ne rammento altre te le aggiungo su questo thread.





 
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  postato il 26/01/2007 alle 11:33
Cari amici, vi racconto un aneddoto: di quella volta che fui aggredito e picchiato in un pub da un gruppo di esagitati. E' successo ieri sera.

Inizio col dire che sto bene, a parte qualche livido e ammaccatura (il bel visino è stato per fortuna quasi risparmiato).

Ero con un amico in uno dei più bei pub della zona, c'è musica dal vivo, un gruppo che rifà (benissimo) i Queen, con un frontman che si sente la reincarnazione di Freddie Mercury, baffi e canottiere comprese. Una serata che si prospetta molto simpatica, con la musica della mia adolescenza, un paio di birre, forse verrà anche una ragazza che sto iniziando a conoscere...
C'è tanta ma tanta gente, non è un problema, tanto quando c'è musica preferisco sempre stare in piedi, vicino al palco. Col mio amico prendiamo due medie e troviamo un buon punto da cui assistere all'esibizione. Si canta, si ride (il similFreddie è veramente un personaggio), fa caldo, mi tolgo un paio di maglie e resto in maniche corte. Saluto una ragazzina tanto carina che ho conosciuto l'estate scorsa.

Approfittando di uno degli immotivati monologhi del similFreddie, vado al bagno. La porta è chiusa, busso, chiedo se c'è qualcuno, nessuna risposta. Apro, e dentro ci sono due ragazzi, che escono e mi dicono che posso entrare. Tutto ok.
Torno in sala, dopo un po' approfitto di un altro monologo per andare a prendere la seconda birra per me e l'amico, stavolta in bottiglia (più gestibile nella calca). Pago in cassa, vado al bancone a ritirare le Becks, e lì c'è un tipo che già prima mi aveva guardato. Sento distintamente dirgli - rivolto a un suo amico - "togligli gli occhiali che lo voglio picchiare".
Non capisco perché uno dovrebbe rivolgermi simili attenzioni, ma prendo le birre e mi allontano.

Un altro paio di canzoni, sinceramente l'espressione del tipo mi ha un po' inquietato, quindi ogni tanto lancio sguardi nella direzione del bancone, ma non vedo lui o i suoi amici. Mi rassereno un po'.

Dopo pochi minuti, ecco invece che il tipo arriva davanti a me, coprendosi il viso con il collo del maglione. Lo stesso fa un altro che è con lui. La cosa non mi turba, del resto non immagino cosa sta per accadere. Uno che non avevo visto prima si rivolge a me e con fare gentile mi chiede: "Scusa, di dove sei?". Con la naturalezza dell'ingenuo, rispondo "di Maglie". Ok, ho detto la parola magica.

In pochi decimi di secondo, mentre la musica va avanti e la gente è tutta lì intorno a me a cantare, senza che io me ne renda praticamente conto, si abbatte su di me una scarica di pugni, calci, schiaffi, sono in 5, picchiandomi mi spingono fuori dal locale, io oppongo la minima resistenza perché sinceramente non mi va di essere mazziato in mezzo a 200 persone, e preferisco provare a risolvere la questione fuori. Però, nel tragitto, mi volto molte volte per chiedere cosa cazz.o mai vogliono da me, per cercare di capire i motivi di questa aggressione, ma loro rispondono con pugni e con pesanti inviti ad andarmene via, "tu e tutti gli amici tuoi di Maglie".

Non mi sembra vero che tutto ciò stia accadendo, non riesco a capacitarmi di quest'indegna aggressione, non so spiegarmela, non mi pare possibile che tutto ciò stia accadendo proprio a me, tutto è irreale, e non mi fanno nemmeno male i colpi che ricevo, su tutto fa premio il senso di assurdo che mi impedisce di apprezzare come dovrei i fendenti che mi giungono.

Anche fuori non rinuncio a continuare a chiedere i motivi di quell'agguato, ma ricevo solo altri insulti e spintoni, e inviti a chiamare i miei presunti "amici", se voglio. "Amici" che non ho, ovviamente. In ogni caso io non me ne andrò se qualcuno non viene a spiegarmi il perché di quanto sta accadendo.

Dopo pochi secondi arriva da me uno dei due padroni del locale, a chiedermi che è successo. Ma sono io che vorrei capire che è successo, e glielo faccio presente in maniera colorita. Lui mi dice che quelli che mi hanno aggredito sono di Galatina, che è un paese vicino a Maglie: è inutile che vi dica che tra i due centri c'è una forte rivalità calcistica, e che nell'ultimo derby, pochi mesi fa, gli ultrà del Maglie hanno rubato uno striscione del Galatina, onta terribile - ne converrete - che prima o poi dovrà essere lavata nel sangue. Veramente quel derby si risolse in una maxirissa al campo sportivo, con diversi fermi alla fine, da una parte e dall'altra.

Però c'è il particolare che io non ho proprio niente da spartire con gli ultrà, detesto quelli di Maglie (come concetto, non è che abbia nulla di personale con quelli di loro che conosco) quanto quelli di Galatina e di qualsiasi altra curva d'Italia. Perché colpire proprio me? In fondo lì c'erano altri ragazzi di Maglie molto più vicini di me all'ambiente del tifo. Perché io? Per chi cazz.o mi avranno scambiato?

Il proprietario del locale prova a tranquillizzarmi, dicendomi che ora va a parlare lui con gli aggressori. Con lui c'è un tizio che, con l'aria di chi la sa lunga e me lo dice per il mio bene, mi consiglia di andarmene, pazienza, così gli animi si placano.
COL CAZZ.O che me ne vado, voglio che mi si dica perché sono stato aggredito, voglio parlare con questi idioti, e non ho certo paura di affrontarli faccia a faccia.

Mi si dirà: perché non hai chiamato i carabinieri? Semplicemente non ci ho pensato. O forse ci ho pensato, ma cosa avrebbero potuto mai risolvere i carabinieri? Dopotutto siamo l'Italia dell'indulto (grazie Prodi, grazie Mastella, grazie per aver aumentato il senso civico dei cittadini con la vostra scellerata decisione, grazie per aver accresciuto nella gente la fiducia nelle istituzioni). E poi, a posteriori, dico che francamente mi sarebbe spiaciuto creare problemi ai gestori del locale.

Il proprietario va a parlare con gli esagitati, ma poi non torna. Io sono lì, a poche decine di metri, in maniche corte, ad aspettare. Il mio amico, sbigottito quanto me, mi raggiunge e mi porta le mie maglie che erano rimaste dentro. Ma non sento nemmeno freddo, in realtà il sangue mi bolle.

Viene da me il socio, l'altro proprietario, e mi chiede anche lui cos'è successo. Quando gli spiego la situazione, mi tranquillizza e mi dice di aspettare, perché in qualche modo risolverà la questione. Va a parlare anche lui coi tipi, che nel frattempo sono rientrati nel locale. Passano lunghissimi minuti in cui col mio amico cerco di trovare delle risposte che ovviamente non arrivano. La guardia è alta, scruto tutti quelli che mi passano vicino, non mi sembrerebbe il caso di cascare in un secondo agguato. Sono una corda di violino.

Arriva qualche attestato di solidarietà. Un ragazzo e una ragazza che non conosco mi si avvicinano e provano a consolarmi, mi invitano pure con loro a fumare una canna per tranquillizzarmi, sorrido e ringrazio ma non mi sembra il caso né il momento, ciò che mi preme è avere non dico giustizia, ma almeno contezza di quanto avvenuto.
Il secondo proprietario torna da me, mi dice che conosce i tipi, sono suoi compaesani, ci si è quasi azzuffato nel locale per prendere le mie parti. Loro hanno giustificato l'aggressione con i soliti pretesti da bassifondi: "Mi ha guardato male..." che poi è diventato "Mi ha dato una gomitata nella calca...". Il proprietario mi dice di star tranquillo, e che non avrò mai più problemi nel suo pub, anzi mi dice di seguirlo, e mi riporta da loro.

Eccoli, finalmente, gli idioti che mi hanno aggredito. Li posso guardare in faccia, ma loro si guardano bene dal guardare me. Il capetto continua a blaterare di un supposto divieto dei magliesi di frequentare le loro zone (tra l'altro non siamo nemmeno a Galatina: fin dove si estendono i loro possedimenti nel loro feudale concetto di territorio?), alza la voce, rivolto a presunti tifosi del Maglie lì presenti, "ma allora se ce l'avevi con altri perché hai aggredito me?", ma non mi risponde, mi parla per interposta persona (il proprietario), madonna, ha troppo onore 'sto tipo, quasi quasi affascinato da tanto carisma gli chiedo un autografo.

Ma il proprietario2 di fatto caccia fuori dal locale la simpatica gang. Lì fuori gli animi sono ancora caldi, del resto ci sono altri magliesi (che conosco al più di vista) presenti, è inevitabile che vengano coinvolti. Esco anch'io, vado verso i miei aggressori, e parlo con uno di loro, gli dico che ciò che hanno fatto è inconcepibile, e che io me ne sbatto delle logiche da ultrà, lui non sa opporre che poche parole quasi farfugliate, poi mi dice che non devo parlare con lui ma col capetto, "ma come, mi hai picchiato anche tu!". Non è facile prendersi le responsabilità delle proprie azioni in questo mondo.

Torno dal capetto, c'è sempre il proprietario2 lì. Il terzo pretesto accampato dal tizio mi lascia sulle prime sconcertato, ma poi mi illuminerà su quanto accaduto: "E' entrato in bagno mentre c'ero io!". Eh sì, terribile affronto, tra l'altro avevo anche bussato...

Comunque ne ho abbastanza, me ne vado mentre lì gli animi continuano a essere abbastanza survoltati, visto che ora ci si accapiglia (a parole) tra magliesi e galatinesi.
Domani (stasera) ci tornerò, nel locale in questione, era già programmato, c'è un gioco a quiz da vincere, ho prenotato per dieci. Mi chiedo se sia il caso, ma non ci metto troppo a rispondermi che non posso tollerare di essere limitato da qualche cogl.ione nella mia libertà di spostamento e di frequentare i posti che mi pare.

Nella strada del ritorno riannodo un po' le fila. Provo ad analizzare in maniera più serena quanto avvenuto. La mia teoria è che ho fatto l'imperdonabile errore di vedere un ultrà galatinese chiuso in bagno con un altro ragazzo. Che stavano facendo? Chissenefrega.
Ma nella loro logica, è intollerabile pensare che un magliese possa andare dagli ultrà del suo paese a riferire che tra gli ultrà del Galatina.....
E quindi stronchiamo queste possibili voci, che offendono l'immagine da macho che impera nelle curve. E sì, se ci penso bene, non ci sarebbe affronto peggiore per un curvaiolo che essere considerato poi non così macho.
L'unico dubbio che mi resta riguarda come abbiano potuto capire la mia provenienza. Ma immagino che qualsiasi altro pretesto sarebbe stato buono, in fondo. Credevano che avessi visto qualcosa che non dovevo vedere.

E così, dopo una nottata tremenda, passata col morale sotto i tacchi, mi trovo a riandare con la mente alla terribile avventura di ieri sera.
Il senso di frustrazione, di umiliazione (una delle cose che mi hanno dato più fastidio è che l'intera scena si è svolta sotto gli occhi di un bel po' di gente che in qualche modo conosco), di scoramento, mi pervade.

Certo, ora va un po' meglio, il dolore morale viene somatizzato nei vari ematomi, e posso ragionare a mente più lucida su quanto avvenuto.

E posso riprendere un vecchissimo thread, raccontarvi questa storia, cercare solidarietà - ovvio che lo faccio: siamo esserini da nulla, e nelle avversità viene naturale correre tra le mura amiche - e lanciare l'ennesimo sasso nello stagno: questo è l'ambiente che prospera intorno a noi, basato su logiche triviali che rifuggono il confronto civile e degradano tutto a livello di guerra per bande.
La parola non ha potere in certe situazioni, le percosse arrivano per prime. La zona franca che sono gli stadi di calcio, con il suo codice di comportamento fascista, può essere impunemente estesa anche fuori, e coinvolgere persone che sono - nei modi e nei fatti - lontane mille miglia da quelle logiche.
La tendenza degli ultrà a estendere anche fuori dalle loro zone di elezione la loro tendenza alla prepotenza, alla sopraffazione, all'uso della violenza e all'imposizione della legge del più forte, è a livelli di guardia. Chiunque potrebbe pagarne le conseguenze.

Le rivalità tra tifoserie, anche a livello di un insignificante, ridicolo, grottesco Maglie-Galatina, crea in alcuni personaggi i presupposti per interpretare la legge della giungla e declinarla a loro piacimento, nei confronti del prossimo, anche lontano dal campo di battaglia.

Noi del ciclismo continuiamo a pretendere dal nostro ambiente un livello etico di troppo superiore a tutta la merd.a che lo circonda, viviamo forse fuori dal mondo, e non ci accorgiamo che siamo un faro di civiltà in una società fatta da persone che praticano l'aggressione, il sopruso, l'abuso, l'estorsione solida e morale, come unica possibilità di espressione.
Continuiamo a essere esigenti coi nostri beniamini, e non vediamo che invece se altri ambienti (che permeano la società) si elevassero al grado di cultura del rispetto che è proprio del nostro ciclismo, vivremmo in un mondo 100 volte migliore di questo.

Quanto al calcio, che da decenni sottende supinamente a questa deriva comportamentale e morale, mi era già uscito dallo stomaco da tempo. Ora il senso di ripugnanza è accresciuto in maniera esponenziale.
Da oltre un anno avevo deciso di non mettere più piede in uno stadio.
Solo obblighi di lavoro mi costringeranno obtorto collo a guardare ancora qualche partita in televisione.

Ma l'augurio che rivolgo a questo mondo marcio a tutti i livelli è di andarsene definitivamente affanculo.

 
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Non registrato



  postato il 26/01/2007 alle 11:59
Caro Admin, mi spiace molto per la tua brutta avventura. Ma sottolineo l'ignoranza di queste persone, una cosa incomprensibile. Adesso non si puó entrare in un pub e divertirsi, solo xché sei del paese vicino, quindi rivale? Pazzesco!

Rimettiti in sesto il prima possibile, speriamo che 'sta storia si risolva in fretta.

Come si dice: la mamma dei cretini é sempre incinta.

 

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Livello Bernard Hinault




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  postato il 26/01/2007 alle 12:11
Io, quando posso, seguo allo stadio le partite della squadra della mia città (Il Monza che è in serie c1) ma non mi sogno neanche lontanamente di insultare, tantomeno malmenare nessuno che abiti nel territorio rivale, vado allo stadio, mi vedo la partita e finito tutto amici come pirma, certa gente non la capisco proprio. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per una pronta guarigione Admin

 

[Modificato il 26/01/2007 alle 13:06 by Delfino]

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Daniele

Maglia Nera CKC 2007

Campione italiano 2008 Fantaciclismo di Cicloweb

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 26/01/2007 alle 12:37
Admin che fare se non constatare la bassezza di tali individui che insistono a definirsi sportivi e amanti dello sport... ultra forse gli si addice, ma inteso nel senso di al di fuori di ogni civiltà e pregio umano, non di certo come qualcosa trasceso in meglio.
Possibile che per entrare in uno stadio si venga sottoposti a controli più severi di quelli a cui si è sottoposti per entrare in un carcere, e solo per seguire un'evento nel quale si dovrebbero celebrare i valori di lealtà e sportività?
Poi non capisco come possano questi individui parlare di cose del quale probabilmente ignorano il significato, come ad esempio l'onore, guai se uno striscione cade in mano nemica l'onore della tifoseria viene minato...
che onore c'è in idividui che hanno bisogno del gruppo per definire la loro identità, che agiscono solo a viso coperto rinnegando così a priori la paternità delle loro azioni?
Infine si può definire amore per uno sport il pretesto che porta gli individui a esternare gli aspetti più gretti del proprio carattere, non credo proprio visto che a questi branchi di ultrà non sembra veramente interessare l'esito del confronto sportivo visto che con le loro azioni rischiano spesso di sospendere il regolare svolgimento della partita.
Mi ritengo fortunato di essere appassionato di ciclismo, devo convivere con lo spettro del doping (probabilmente siamo solo più consapevoli dei tifosi di altri sport), ma almeno posso tranquillamente recarmi sul bordo della strada e tifare il mio campione senza la paura d rischiare la mia incolumità solo perchè il mio vicino tifa un'altro corridore

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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  postato il 26/01/2007 alle 12:49
Marco hai tutta la mia solidarietà.
Ti hanno fatto proprio una vigliaccata.
Mi dispiace tanto.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/01/2007 alle 12:49
che il calcio,che senza alcuna retorica puo' essere definito l'oppio della societa' italiana(non solo italiana,d'accordo,ma soprattutto italiana)sia marcio,malato,estremizzato,lo si capisce anche da questi episodi,circoscritti sino ad un certo punto e profondamente spiacevoli.
hai tutta la mia solidarieta'..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/01/2007 alle 13:07
sono semplicemente basito dopo aver letto ciò che ti è successo...non riesco realmente a rendermi conto come c.azzo si possa arrivare così in basso per delle s.tronzate del genere inesistenti.

Marco hai tutta la solidarietà possibile da parte mia...ma realmente non riesco a capacitarmi...Bravo Andrea, la mamma dei cretini è sempre incint a!!!

qui a brescia episodio del genere allo stadio sono purtroppo sempre accadui e credo anche che capiteranno sempre..basta che viene a giocare l'atalanta, la roma. il chievo, il verona, il vicenza la fiorentina...chi + ne ha + ne metta..quando il brescia era in serie A (lo seguivo un po' perchè c'era Baggio che per me era un gran giocatore) una domenica sì e una no c'erano episodi scandolosi del genere

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 26/01/2007 alle 13:08
Purtroppo Admin quando si finisce in mezzo a delle teste di c.a.z. c'è solo da sperare di venirne fuori interi e in verticale. Mi è capitato qualcosa di meno grave ma altrettanto incredibile in due occasioni...e per molti giorni m'è rimasta addosso una brutta sensazione misto di rabbia, frustrazione e incredulità che non è certo un piacere. C'è in giro gente il cui unico scopo nella vita è rompere le palle e cercare grane. Non credo nememno sia una cosa legata al calcio come sport, quella è una scusa a cui si attaccano per le loro stronzate da cereblolesi. Vero però che il calcio sport morto a cui nessuno fa il funerale ha tollerato e tollera che sti baolrdi siano figli suoi. Io sarei rimasto nel locale (ti sei preso un bel rischio) e a mio parere i gestori potevano fare qualcosa di meglio anche se pure loro magari hanno cercato di non esasperare la stauzione. Il bello è che mentre tu sei qui a raccontare la disavevntura i cereblolesi di cui sopra non solo se ne sbattono dell'accaduto ma se ne staranno pure vantando. Siamo in un epoca in cui se prendi a cazzotti un tale e lo conci da buttare per divertirti un po' o se ti metti a tirar sassi da un cavalcavia perchè t'annoi il massimo che ti capita è una condanna senza mezz'ora di carcere e con tre birre come risarcimento ma a parte ciò è l'andazzo generale a preoccupare dato che simili episodi vengono da troppa gente messi nell'ordine delle "ragazzate"...almeno fino a che ci scappa il morto. Il colmo è che magari se tu per reazione rifilavi una legnata ad uno dei tali e questo per sfiga dava una craniata per terra e ci rimaneva finivi nei guai ( dipende da chi ti difende e da chi c'è rimasto ecc.. ec...) Detto ciò comunque non condivido questo passaggio

"Noi del ciclismo continuiamo a pretendere dal nostro ambiente un livello etico di troppo superiore a tutta la merd.a che lo circonda, viviamo forse fuori dal mondo, e non ci accorgiamo che siamo un faro di civiltà in una società fatta da persone che praticano l'aggressione, il sopruso, l'abuso, l'estorsione solida e morale, come unica possibilità di espressione.
Continuiamo a essere esigenti coi nostri beniamini, e non vediamo che invece se altri ambienti (che permeano la società) si elevassero al grado di cultura del rispetto che è proprio del nostro ciclismo, vivremmo in un mondo 100 volte migliore di questo"

Disaccordo nel senso che trovo l'episodio slegato da quel che si deve chiedere ai propri beniamini che non è ne più nè meno che quel che dovrebbe essere la normalità. Ovvio che c'è del marcio ben peggiore di quel che gira nel ciclismo sia nello sport che, soprattutto, fuori dallo sport ma non è un motivo valido a mio avviso per non voler vedere il proprio sport adeguarsi all'andazzo generale.

 
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  postato il 26/01/2007 alle 13:09
E vuoi sapere il peggio?
Mio cugino è un ultras e loro non si pongono il problema! Anzi, è tutto giusto! Tanto lo fanno tutti! Picchiano gente, bruciano auto tanto... devono beccarti in flagranza di reato e al max ti dicono di non andare allo stadio per un mese... sai che pena!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/01/2007 alle 13:15
Originariamente inviato da Laura Idril

E vuoi sapere il peggio?
Mio cugino è un ultras e loro non si pongono il problema! Anzi, è tutto giusto! Tanto lo fanno tutti! Picchiano gente, bruciano auto tanto... devono beccarti in flagranza di reato e al max ti dicono di non andare allo stadio per un mese... sai che pena!



nella mia citta' quelli diffidati li trovi in tribuna,che si godono la partita accanto alle autorita'..cosi' mi e' stato riferito.non mi sorprenderebbe troppo se il tutto fosse vero..

 
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  postato il 26/01/2007 alle 13:31
Una volta avevo letto questo esempio:
"Una sera un signore si reca in pizzeria. Quando è là, ancora prima di ordinare, comincia ad insultare i camerieri, poi gli altri clienti del locale. Ad un certo punto rompre anche piatti e bicchieri. Allora il titolare del locale chiama la polizia. L'esagitato nel sentire che veniva chiamata la polizia decide di scappare bruciando alcune auto dei clienti del locale. Quando la polizia arriva il tizio ormai è andato via e sono costretti a dire al proprietario del locale che serve la flagranza di reato per fermarlo o al massimo prenderlo entro 3 giorni grazie alle riprese delle telecamere. Il proprietario ha le telecamere e con i filmati rintracciano quel delinquente. Dopo averlo preso gli fanno una bella ramanzina e lo diffidano dal frequentare altre pizzerie per tre mesi."
FINE!
Più chiaro di così.

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 26/01/2007 alle 13:34
opss..nella mia ultima frase nel post precedente credo ci sia un "non" di troppo...in ogni caso il senso dovrebbe essere chiaro (almeo per me lo è )
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/01/2007 alle 13:35
Originariamente inviato da Laura Idril

Una volta avevo letto questo esempio:
"Una sera un signore si reca in pizzeria. Quando è là, ancora prima di ordinare, comincia ad insultare i camerieri, poi gli altri clienti del locale. Ad un certo punto rompre anche piatti e bicchieri. Allora il titolare del locale chiama la polizia. L'esagitato nel sentire che veniva chiamata la polizia decide di scappare bruciando alcune auto dei clienti del locale. Quando la polizia arriva il tizio ormai è andato via e sono costretti a dire al proprietario del locale che serve la flagranza di reato per fermarlo o al massimo prenderlo entro 3 giorni grazie alle riprese delle telecamere. Il proprietario ha le telecamere e con i filmati rintracciano quel delinquente. Dopo averlo preso gli fanno una bella ramanzina e lo diffidano dal frequentare altre pizzerie per tre mesi."
FINE!
Più chiaro di così.


ops.mi sa che le cose non sono state fatte a regola d'arte in quel caso..

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 26/01/2007 alle 13:38
Caro Admin hai rispolverato un mio vecchio 3d,di questo sono contento,ma per quanto ti è accaduto sono veramente dispiaciuto,amareggiato,basito......inc.azzato!!

Le tue parole sono veritiere,mi paicerebbe leggere un tuo articolo in homepage che tratti di questi temi.........

Hai tutto il mio supporto!

 

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C.S.N.P.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/01/2007 alle 13:50

non so che dire. il guaio è che queste cose succedono.

 

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pedala che fa bene.....

 
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  postato il 26/01/2007 alle 14:00
l'importante è che tu stia bene.
Io ho l'impressione però che si siano "vestiti" da ultras, ma probabilmente la decisione di "punirti" sia avvenuta dopo l'episodio del bagno.......droga?

ciò non toglie ovviamente che siano dei vigliacchi, prima ancora che degli idioti, visto che hanno fatto 5 contro 1.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/01/2007 alle 15:07
admin siamo tutti con te!che episodi! cmq io sono del parere che la mentalità ultras è una cosa, l'essere vandali, malviventi e teppisti un'altra!la realtà è che il clacio è uno sport di massa, al quale partecipano tutti e c'è ben poca selezione!il ciclismo è uno sport che si può solo amare ed avere nel DNA!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/01/2007 alle 17:05
Ciao, Marco.
Spero che tu ti stia riprendendo e non abbia riportato nessun danno dalla collutazione dell'altra sera.
Il peggio è sempre affrontare la questione dal punto di vista emotivo, non vergognarti se a distanza di giorni l'accaduto dovesse metterti a disagio, parlane con gli amici o la tua famiglia.
Un mio amico un anno fa è stato brutalmente picchiato da alcuni ubriachi e il suo problema è stato soprattutto dover affrontare l'umiliazione e la paura, che sono apparsi qualche giorno più tardi e lo hanno condizionato per settimane, fino a quando non ha deciso di parlarne.

Purtroppo sul calcio, sul tifo per una squadra e sulla vittoria, masse di persone riversano il proprio bisogno di esserci e di contare per non vedere che la loro esistenza è vuota e priva di passioni sane, a causa dell'imbarbarimento e dell'impoverimento della società.
Chi non investe in se stesso e nelle persone care, chi non arricchisce la propria esistenza grazie ad amicizie preziose e vere, interessi e passioni intelligenti, prima o poi si sente minacciato dagli altri e piuttosto che impegnarsi per migliorare cerca altri barbari come lui.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 27/01/2007 alle 18:32
io tifo cagliari, e un pò anche il milan

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/01/2007 alle 18:36
Originariamente inviato da rollo-spacca-pedivelle

io tifo cagliari, e un pò anche il milan

Io tifo milan e sono anti-juve ma soprattutto anti-inter.
I miei amici sono interisti e mio marito e i miei figli juventini.
Quindi il mio tifo lo tengo per me! Piango e rido dentro, perchè altrimenti finirei per litigare con tutti.

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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  postato il 27/01/2007 alle 21:07
Il dramma dopo l'incontro Sanmartinese-Cancellese sul campo neutro di Luzzi in provincia di Cosenza
Scoppia una rissa, il dirigente fa il paciere ma crolla a terra colpito da un pugno al viso

Cosenza, partita finisce in tragedia
dirigente muore in scontri tra tifosi


LUZZI (Cosenza) - Finisce in tragedia la partita di calcio tra due squadre dilettanti a Luzzi, in provincia di Cosenza: Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente della Sammartinese, squadra di terza categoria, è morto dopo una rissa tra tifosi.

"Alla fine della partita - ha detto un calciatore - stavamo rientrando negli spogliatoi ma alcuni tifosi hanno fatto invasione. Son partiti calci e pugni; sono volate anche delle pietre. Licursi ha cercato di riappacificare gli animi ma è stato colpito. Io quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato".

E' stato colpito da un pugno al naso Licursi: lo dice il medico legale che ha ispezionato il corpo della vittima. I testimoni hanno detto che dopo essere stato aggredito, l'uomo si è allontanato per raggiungere gli spogliatoi ma, fatto qualche passo, è crollato a terra, forse stroncato da un infarto.

La gara era stata giocata sul campo neutro di Luzzi. Sanmartinese contro Cancellese; aveva vinto la Sanmartinese per 2 a 1. Quando alle 17 l'arbitro ha fischiato la fine dell'incontro, un gruppo di tifosi ha invaso il campo e affrontato a malamodo i giocatori che stavano rientrando negli spogliatoi. Una violenta rissa a cui il dirigente della Sanmartinese era intervenuto come paciere. Un pugno lo ha colpito al viso; è crollato a terra esanime poco dopo. Sono intervenuti i colleghi per rianimarlo ma è stato tutto inutile; anche le manovre del medico del 118 non hanno avuto esito.

I carabinieri ora indagano per scoprire chi ha aggredito il dirigente della squadra e a chi imputare la responsabilità di quanto è accaduto. Tutti i giocatori e i tifosi rimasti attorno al corpo della vittima sono stati interrogati.

(27 gennaio 2007)


(www.repubblica.it)


Terza categoria.


 
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  postato il 27/01/2007 alle 21:10
Originariamente inviato da Admin

Il dramma dopo l'incontro Sanmartinese-Cancellese sul campo neutro di Luzzi in provincia di Cosenza
Scoppia una rissa, il dirigente fa il paciere ma crolla a terra colpito da un pugno al viso

Cosenza, partita finisce in tragedia

scommetto che tu admin sei juventino...
dirigente muore in scontri tra tifosi


LUZZI (Cosenza) - Finisce in tragedia la partita di calcio tra due squadre dilettanti a Luzzi, in provincia di Cosenza: Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente della Sammartinese, squadra di terza categoria, è morto dopo una rissa tra tifosi.

"Alla fine della partita - ha detto un calciatore - stavamo rientrando negli spogliatoi ma alcuni tifosi hanno fatto invasione. Son partiti calci e pugni; sono volate anche delle pietre. Licursi ha cercato di riappacificare gli animi ma è stato colpito. Io quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato".

E' stato colpito da un pugno al naso Licursi: lo dice il medico legale che ha ispezionato il corpo della vittima. I testimoni hanno detto che dopo essere stato aggredito, l'uomo si è allontanato per raggiungere gli spogliatoi ma, fatto qualche passo, è crollato a terra, forse stroncato da un infarto.

La gara era stata giocata sul campo neutro di Luzzi. Sanmartinese contro Cancellese; aveva vinto la Sanmartinese per 2 a 1. Quando alle 17 l'arbitro ha fischiato la fine dell'incontro, un gruppo di tifosi ha invaso il campo e affrontato a malamodo i giocatori che stavano rientrando negli spogliatoi. Una violenta rissa a cui il dirigente della Sanmartinese era intervenuto come paciere. Un pugno lo ha colpito al viso; è crollato a terra esanime poco dopo. Sono intervenuti i colleghi per rianimarlo ma è stato tutto inutile; anche le manovre del medico del 118 non hanno avuto esito.

I carabinieri ora indagano per scoprire chi ha aggredito il dirigente della squadra e a chi imputare la responsabilità di quanto è accaduto. Tutti i giocatori e i tifosi rimasti attorno al corpo della vittima sono stati interrogati.

(27 gennaio 2007)


(www.repubblica.it)


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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/01/2007 alle 21:11
.........calcio....
terzo millennio....
Italia.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/01/2007 alle 22:53
Originariamente inviato da janjanssen
.........calcio....
terzo millennio....
Italia.


Italia
calcio
terzo millennio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/01/2007 alle 12:29
Originariamente inviato da miky70

Originariamente inviato da rollo-spacca-pedivelle

io tifo cagliari, e un pò anche il milan

Io tifo milan e sono anti-juve ma soprattutto anti-inter.
I miei amici sono interisti e mio marito e i miei figli juventini.
Quindi il mio tifo lo tengo per me! Piango e rido dentro, perchè altrimenti finirei per litigare con tutti.



io TIFAVO Milan.ora simpatizzo per la suqadra rossonera,nulla piu'.
Tifavo quando il nr1. era il portiere,il nr.2 il terzino destro,ecc.ecc.,quando si giocava tutti rigorosamente la domenica in campionato ed in coppa,le piu'blasonate, il solo mercoledi',quando la violenza non si era ancora impossessata degli stadi,quando il calcio non era assoluto padrone dei mass media ed in un certo senso dell'Italia intera.
Ora ho smesso,o ,forse, sono stato costretto a smettere..

 
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Livello Tour




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  postato il 28/01/2007 alle 12:42
Originariamente inviato da barrylyndon


io TIFAVO Milan.ora simpatizzo per la suqadra rossonera,nulla piu'.
Tifavo quando il nr1. era il portiere,il nr.2 il terzino destro,ecc.ecc.,quando si giocava tutti rigorosamente la domenica in campionato ed in coppa,le piu'blasonate, il solo mercoledi',quando la violenza non si era ancora impossessata degli stadi,quando il calcio non era assoluto padrone dei mass media ed in un certo senso dell'Italia intera.
Ora ho smesso,o ,forse, sono stato costretto a smettere..


condivido in pieno
aggiungerei anche che hai miei tempi (vale a dire una quindicina di anni fa senza andare troppo indietro nel tempo) il passaggio di un giocatore da una squadra alla squadra acerrima rivale era impossibile
a me quando vedo un giocatore-bandiera passare all'altra squadra mi viene tristezza
e non capisco come ci si possa entusiasmare a questo calcio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/01/2007 alle 12:59
i cambi di squadra di giocatori simbolo ci son sempre stati
Meazza nel 1940 è passato dall'Inter al Milan
Allemandi (o rosetta non ricordo , quello per cui al toro hanno revocato lo scudetto) dal Toro alla Juve nel 1927
Certo fa male vedere Ronaldo con la maglia del Milan ma è la legge dello sport
Se si parla di Serie A , la violenza negli stadi è nettamente diminuita , non so se qualcuno ricorda gli anni 80 ...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/01/2007 alle 15:55
forse, e sottolineo forse,la violenza fisica vera e propria si'.l'idiozia da stadio,invece, impera solenne oggi piu' di ieri..
 
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Registrato: Oct 2005

  postato il 28/01/2007 alle 17:49
Caro Marco, solo adesso apprendo del vergognoso episodio che ti ha visto protagonista, purtroppo sono cose che nella realtà tribale degli pseudotifosi della pedata sono all'ordine del giorno.
Come si fa a non indignarsi di fronte a tale idiozia, soprattutto quando coinvolge qualcuno del tutto estraneo alle logiche del branco, tanti individui non trovano altro da fare per riempire le loro insulse vite, il calcio è solo un pretesto.
Lavoro vicino allo stadio di Salerno e spesso mi tocca vedere un dispiegamento di forze dell'ordine degno di una sommossa popolare, tutto questo per cosa? Per una partita di calcio di serie C, ma chissenefrega della Salernitana e della Cavese! Nella vita ci sono un paio di cose più importanti, per tanti barbari purtroppo non è così.
Tutta la mia solidarietà, capisco che in queste situazioni il confronto con le miserie della realtà fa molto più male dei pugni presi.
Coraggio amico!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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Registrato: Apr 2005

  postato il 28/01/2007 alle 22:56
Leggo solo ora, caro Marco.
Mi spiace per la brutta esperienza che ti e' capitata
ma ammiro molto il tuo tenere la testa alta.
Mi associo nel mandare inesorabilmente affanculo quel
mondo e chi lo giustifica

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 28/01/2007 alle 23:17
Leggo solo adesso quanto ti è accaduto, Marco. Mi dispiace davvero e ti esprimo tutta la mia solidarietà. Che dire? Viva l'Italia..........
Purtroppo, da anni, nel tifo calcistico, si è riversata la criminalità comune e quella politica che non c'entra con il tifo.
Non sono mai stata una tifosa di calcio ma conosco persone tifose di calcio, tifose di squadre ma appassionati di calcio, che guardano con passione le partite e ammirano il bel calcio anche se non lo pratica la propria squadra.
Non si deve confondere il tifo con la criminalità, il tifo esclude la violenza e se c'è una bella impresa la ammira, anche se non la fa quello per cui si tifa. Anche se poi tifa, eccome ,per l'uno o per l'altro ( o contro).
Comunque, secondo me, Admin, fai male a non denunciare. ma capisco che episodi del genere ti fanno troppo male per avere poi voglia di imbarcarsi in cose come le denunce.
Hasta siempre, Admin.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2006

  postato il 28/01/2007 alle 23:44
Mi considero una tifosa perchè quando guardo i risultati la sera, se il Milan ha perso sono tristissima (tipo lutto) per qualche minuto, poi ogni tanto ci ripenso come fosse una sconfitta personale, ci rimango molto male.
Se invece ha vinto è possibile che migliori una giornata un po' storta o noiosa.
Ma non guardo le partite nè in tele nè allo stadio, allo stadio poi non ci vado da molto tempo.
Se entro in una discussione sul calcio io il Milan lo difendo, ma certe provocazioni idioti di tifosi idioti faccio finta di non sentirle e lascio perdere.
L'unico giocatore che detestavo e che poi ho ammirato una volta arrivato al Milan, è Inzaghi. Gli altri, da Baggio a Vieri, fino a Ronaldo mi lasciano totalmente indifferente.
Anche a me comunque il calcio piaceva molto di più prima, quando si giocava solo la domenica pomeriggio, la RAI trasmetteva un tempo di una partita, non c'era il moviolone a giustificare le sconfitte e i presidenti se ne stavano in tribuna senza piagnistei o minacce.
Poi quest'anno devo dire purtroppo che il campionato senza Juve per me è un campionato monco.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Gastone Nencini




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Registrato: Feb 2003

  postato il 28/01/2007 alle 23:48
Dopo aver letto il brutto episodio che ha coinvolto Admin, non so se incupirmi per l'ennesima vigliacccata esibita da quello sport innominabile o rallegrarmi per lo scampato pericolo, perchè credetemi in queste situazioni le cose posso finire anche molto peggio.
Ed andiamo avanti così ... domani mattina ascolterò come ogni lunedì, ancora una volta i colleghi di lavoro spendere un solo minuto di tempo per candannare le ultime violenze di cui sono vunuti a conoscenza nella loro domenica da stadio e di seguito un ora a schiumare di rabbia per le (presunte) ingiustizie subite dall'albitro ... per le (improbabili) congiure federative contro la propria squadra e ... del modo in cui hanno azzittito i cori degli ultras avversari ... che schifo

 

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PALMARES:
http://www.cycle-racing.com/winners/Rebellin.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Davide_Rebellin

email (scritta tutta al contrario) ti.orebil@zp.suicul

ti avverto! ... ti aspetterò solo per altri 111 anni ... poi me ne vado

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2006

  postato il 28/01/2007 alle 23:53
Originariamente inviato da miky70

Mi considero una tifosa perchè quando guardo i risultati la sera, se il Milan ha perso sono tristissima (tipo lutto) per qualche minuto, poi ogni tanto ci ripenso come fosse una sconfitta personale, ci rimango molto male.


piu' o meno come seguo io la squadra rossonera.mi dispiace se perde.son un po' piu' contento se vince.una volta ero piu' isterico.per fortuna ho smesso.

 
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