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Autore: Oggetto: santi perez....per una volta chi sbaglia paga!

Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/03/2005 alle 15:43
Ciao Felice, gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici.
Ovviamente io non ho la verità in tasca, formulo delle ipotesi e può essere che siano sbagliate, può essere che tu e Teka abbiate ragione, ma conservo fortissimi dubbi.
Perez era un ventisettenne fino a ieri ricordato per la famosa vittoria a tavolino di Limone Piemonte, punto, a meno che tu voglia attribuire ai risultati ottenuti tra i dilettanti un peso che non meritano, come insegnano Palumbo & Co.
In ogni caso al doping muscolare, per ottenere certi effetti di potenza e resistenza, è necessario associare il doping ematico, che siano epo o trasfusioni indifferentemente, il primo aumenta la potenza muscolare e il valore del consumo massimo d’ossigeno, il secondo, se sei stato bravo con il primo, ti permette di prolungare la performance (sono osservazioni che ho elaborato partendo dai discorsi fatti a suo tempo con Morris).
Innanzi tutto non penso che il doping ormonale richieda grande tempo per la costruzione di un certo tipo di motore.
Certo, se dovessi trasformare il mio corpo ci metterei qualche anno, ma un corridore professionista parte già da un’ottimo livello, non credi?
Bisogna imporre agli atleti cambi di ritmo, bisogna costringerli ad andare in lattacido come fece Pantani con Armstrong nel 2000, è il solo modo per contrastare empiricamente l’oscena tirannia dei signori della sfera aerobica.
Può anche essere che a fare di Perez un ronzino assoluto non sia il suo corpo d’atleta, magari fenomenale, ma la sua psiche, degna di un perdente, perchè continuo a pensare che i pilastri del successo nel ciclismo siano quattro e in almeno un paio di qualità il buon Santiago deve necessariamente difettare, diversamente non staremmo qui a discuterne.
Chissà, magari le good vibrations percepite alla Vuelta hanno trasformato per un giorno la tempra e il cervello da brocco che albergavano nel corpo da fuoriclasse di Santi Perez.
In conseguenza di ciò la verità potrebbe stare nel mezzo, del resto nemmeno Gotti era un brocco totale, ma i suoi rimedi gli hanno impedito di trovare continuità.
A questa regola non si scampa.
Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/03/2005 alle 16:24
Museeuw...
Finchè qualcuno non mi dimostrarà che la teoria dell’elogio della mediocrità non sta in piedi, continuerò a pensare che c’è differenza tra il passaggio da 8 a 9 rispetto al passaggio da 6½ a 8½.
Non sul piano morale, l’ho già scritto, semplicemente nella valutazione dell’alterazione del risultato sportivo.
Non bisogna dimenticare che le classiche, più dei grandi giri, richiedono acume tattico, prontezza di riflessi, esperienza.
Puoi fare a meno di queste cose sulle strade del Tour, la carriera di Lèns e di Ullrich lo dimostra, ma le classiche danno responsi impietosi nei confronti dei corridori senza cervello, sempre valutando i lunghi periodi e non i singoli exploit.
Cervello che al pari o più dei muscoli contribuisce a fare di un buon corridore, come Museeuw, un campione, come Museeuw.
Per questo siamo indulgenti verso gli sbagli dei fuoriclasse e inflessibili verso un parvenu dell’ultim’ora.


Non esistono prodotti che in 24 o 48 ore ti trasformano nel migliore del plotone.
Se esistessero Lèns sarebbe un vero cannibale, non l’uomo dei 27 giorni.
Come dice Morris, l’epo (o la trasfusione) non altera la cilindrata del motore, aiuta solo a portare la benzina necessaria alla nuova cilindrata.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/03/2005 alle 16:52
Succinto riassunto del palmarès di Johan Museeuw:

VITTORIE PRINCIPALI

1 Campionato mondiale
2 Coppe del mondo
3 Giri delle Fiandre
3 Parigi Roubaix
2 Campionati di Zurigo
1 Parigi Tours
1 Amstel gold race
1 Hew cyclassics Amburgo
2 tappe del Tour de France

VITTORIE MINORI

2 Het volk
2 Gp E3 Harelbeke
2 Campionati del Belgio
3 Attraverso le Fiandre
3 Frecce del Brabante
2 Kuurne Bruxelles Kuurne

Tralascio ovviamente le coppe del nonno, mi limito a rammentare gli incidenti patiti, spesso simili a quelli patiti da Pantani, e faccio presente l’omogeneità della carriera di Museeuw, che non si è mai improvvisato cronoman o camoscio (a differenza di Jalabert, uno che non è mai stato pizzicato ma che sappiamo tutti in quale paese, in quale squadra, e in compagnia di quale corridore abbia maturato la propria evoluzione).
Basta con questi paragoni, dai, Museeuw può essere un cioccolato imbastardito con un po’ di grasso idrogenato al posto del burro di cacao, Perez è sempre marrone ma puzza, hai già capito di cosa stiamo parlando.

 
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Non registrato



  postato il 02/03/2005 alle 16:55
"Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos'è questa robina qua...?!"


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 02/03/2005 alle 20:09
Ciao Aranciata,

mi sto facendo l' "avocat du diable" lo so. Ma lo sto facendo per capire un po' meglio come vanno queste cose, non certo per difendere Santi Perez, che é indifendibile. D'altronde neanche TEKA si proponeva di difenderlo.

Facciamo due premesse, onde sgomberare il campo da possibili dubbi:
1) Santi Perez é, come altri, un miracolato del 27-emo anno. Il punto é solo capire come sono andate esattamente le cose.
2) Un paragone Perez-Museeuw é improponibile. D'altronde nessuno lo ha proposto. Qui si tratta solo di sapere se sia bene dirne quattro anche su Museeuw oppure no. Scindiamo quindi completamente il discorso Perez dal discorso Museeuw: i due non hanno nulla a che vedere.

Veniamo quindi a Perez. Non é che ci sia moltissimo da dire. Diciamo però che il suo mi sembra un doping "normale" se é lecito usare questo termine. Normale nel senso che non mi sembra che il suo fisico abbia subito delle trasformazioni particolari: é il fisico di un corridore come tanti. D'altra parte durante l'anno non é che abbia fatto delle prestazioni eccezzionali: come la maggior parte degli altri Spagnoli ha fatto una figuraccia al Tour. Poi alla Vuelta si é accesa la luce, nemmeno subito, solo quando la squadra ha deciso di puntare su di lui. Come hanno realizzato questo miracolo? Tu dici che avavano già in precedenza "preparato" il suo fisico, costruito il motore, e che bastava "oliarlo" un po' con una bella emotrasfusione per fargli tirar fuori la massima potenza? Mah sarà anche così... Non ho teorie precise, ma e' un po' strano... o meglio é la strategia della squadra che é strana: cosa fanno? preparano 4-5 motori-corridori e li fanno esplodere in caso di necessità?

Su Museeuw io sarei un po' meno generoso. Intanto perché mette in valore il totolo del thread: "per una volta chi sbaglia paga". Appunto, per una volta, o meglio solo di tanto in tanto come diceva TEKA. Museeuw lui non paga niente, ci fa a tutti un "bras d'honneur" e se na va. E questo non mi va giù. Troppo comodo.

Tanto più che é ben diverso se ti beccano nel mezzo della carriera e ti rifilano 2 anni di squalifica. A quel punto ti chiedi se non é il caso di appendere la bicicletta al chiodo. Ne soffre il morale, ne soffre il tuo legame con la gente, ne soffre quindi la tua immagine che diventa meno spendibile, meno interessante per gli sponsors...

Quanto al palmarès, anche Karl Lewis ha un palmarès fantastico. E allora? In che misura il doping ha contribuito a questo palmarès? Non é dato saperlo... Hai ragione a dire che nel suo caso si passa piuttosto dall'8 al 9 piuttosto cha dal 6 all'8. Però a volte questo può essere sufficiente no? In fondo non si tratta di arrivare primo piuttosto che nel mezzo del plotone, si tratta di arrivare primo invece che terzo o quarto. E come ben sai arrivare terzo o quarto in una classica ti porta ben poca gloria...

Ciao, adesso filo, ho un mucchio di strada da fare prima di arrivare a casa...

 
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Livello Miguel Poblet




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Registrato: Dec 2004

  postato il 02/03/2005 alle 21:02
ma volte cambiare tutti gli albi d'oro??
 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2004

  postato il 02/03/2005 alle 21:05
Ciao Felice, sgombriamo il campo da equivoci: il titolo del thread si riferisce alla condanna di Santi Perez e alla mancata condanna di Tyler Hamilton che ha salvato il titolo olimpico.
Io ho cercato di offrire un quadro della situazione, cosa poi facessero in casa Phonak non lo so (i risultati sono però sotto gli occhi di tutti).
Santi Perez l’avrei "condannato" in futuro, perchè sono certo che sarebbe sparito nuovamente nell’anonimato (ho un buon intuito), invece l’ha condannato qualcun altro, sul serio però.
Io lascerei perdere Carl Lewis, l’ aspetto del ciclismo che più si avvicina all’atletica è l’esercizio a cronometro, e torneremmo a tirare in gioco Santi Perez, Millar, Hamilton, Ekimov, Julich, Lèns piuttosto che Museeuw.
Non ripeterò cosa penso di Museeuw, ma ti chiedo cosa ti fa pensare che sia da mettere in discussione tutta la carriera di Johan? È più facile che sia dopato sin dalla nascita un "positivo" ventisettenne come Santi Perez o un "intercettato" trentottenne come Museeuw?
Parli di distinzione tra terzi e primi posti, distinzione innegabile, ma alla luce della quantità mostruosa di piazzamenti che non ho voluto trascrivere, alla luce della costante presenza di Johan tra i migliori, alla luce della sua astuzia tattica e della sua classe, alla luce della diffusione del doping, anzichè alle vittorie che Museeuw avrebbe rubato mi ritrovo a pensare alle vittorie sfumate, è arrivato dietro a personaggi come VanHooydonck, Bruyneel, Ludwig, Bortolami, Ferrigato, solo per citarne alcuni, e chi tra costoro, tutti innegabilmente dotati di classe inferiore a quella di Museeuw, era completamente pulito?
Io penso che Museeuw abbia vinto meno di quanto lasciasse presagire
È solo il mio punto di vista.
Ciao!

 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 02/03/2005 alle 21:44
squalificati anche De Clercq (che si è già ritirato) per 4 anni
e Berden per 15 mesi

 
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Livello Tour




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  postato il 02/03/2005 alle 22:46
Ho seguito i vostri interventi con interesse e prendo atto che tutti "sono Fatti" ma non tutti si sono fatti fregare. Quindi, se ho capito bene.............le osservazioni su Santi Perez potrebbero valere anche per qualcuno che l'anno scorso ha vinto il Giro.
Ciao

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 03/03/2005 alle 11:01
Ciao Salite e benvenuto nel forum.

Originariamente inviato da salite

Ho seguito i vostri interventi con interesse e prendo atto che tutti "sono Fatti" ma non tutti si sono fatti fregare. Quindi, se ho capito bene.............le osservazioni su Santi Perez potrebbero valere anche per qualcuno che l'anno scorso ha vinto il Giro.
Ciao


Hai capito male. Non é affatto quello che io volevo dire e certamente nemmeno quello che voleva dire Aranciata.
Prova a dare un'occhiata al thread "Maturazioni tardive" che era sepolto negli archivi del forum e che ho riportato di proposito alla superficie. Potrà forse interessarti.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/03/2005 alle 14:12
per chiarire in effetti il riferimento al titolo del thread era di certo in contrapposizione tra la meritata e giusta squalifica a santi perez e,come prontamente colto da aranciata,l'assurdita'di nn togliere l'oro olimpico(ad un americano...)con la scusa di un cavillo burocratico nelle controanalisi,e sia ben chiaro che con cio'la redenzione e la considerazione di perez,quando tornera'a correre,sara'di sicuro ben maggiore di quella di hamilton che a differenza del primo ha"truffato"due volte!!!

 

[Modificato il 03/03/2005 alle 14:14 by Pirata x sempre]

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Giuseppe Matranga

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Livello Marco Pantani




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  postato il 03/03/2005 alle 19:53
Ciao Aranciata, volevo risponderti prima, ma sono stato presissimo e non ce l’ho proprio fatta.

A proposito di Museeuw penso… che tu abbia ragione. In effetti é più che probabile che, anche se lui avesse ottenuto parte dei suoi successi grazie agli “aiuti” che ha preso, altri gli siano sfuggiti per analoghe ragioni. In fondo si tratterebbe di sapere se si sia trattato di un doping “riequilibratore”, ovvero atto a ristabilire equilibri comunque già alterati da altri, o di un doping effettuato al fine di salire un gradino al di sopra degli altri. Poiché a una tale domanda non sappiamo rispondere, occorre accordare il beneficio del dubbio. Concordo comunque con te sul fatto che la continuità nella sua carriera depone pesantemente in suo favore.

Detto questo rimangono alcune affermazioni che ho fatto nei miei posts precedenti che, a mio avviso, sono vere o almeno fortemente probabili:
1) A differenza di altri, lui non ha pagato per i suoi “errori”.
2) Uno non comincia a doparsi all’età della pensione, al più persevera nelle pratiche a cui era abituato e che ha utilizzato nel corso della carriera. Questo non può non gettare un’ombra sulla sua brillante carriera.
3) Se ti beccano e ti infliggono una lunga squalifica nel mezzo della carriera sei mezzo rovinato. Essere scoperti solo a fine carriera é una fortuna provvidenziale.

Su Santi Perez vorrei solo aggiungere che, avendolo visto pedalare (in televisione) sulle montagne di Spagna, riesce difficile immaginare che il doping non si sia innestato sul terreno fertile di uno scalatore medio-buono. In fondo Hamilton non é mica diventato un camoscio… Per questo mi é sembrato opportuno dare ascolto a TEKA quando ci invitava a non sottovalutarlo completamente. Poi é possibile che, se lo avessero lasciato continuare, sarebbe successo come dici tu, ovvero si sarebbe rivelato come l’ennesima meteora di una sola stagione. Non so, anch’io non penso affatto di detenere la verità. Comunque non avremo una controprova…

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Non bisogna dimenticare che le classiche, più dei grandi giri, richiedono acume tattico, prontezza di riflessi, esperienza.
Puoi fare a meno di queste cose sulle strade del Tour, la carriera di Lèns e di Ullrich lo dimostra, ma le classiche danno responsi impietosi nei confronti dei corridori senza cervello, sempre valutando i lunghi periodi e non i singoli exploit.



E' vero che in una classica se commetti un errore lo paghi e non puoi più rimediare, mentre in un Grande Giro puoi rifarti l'indomani. Ma cio' e' compensato dal fatto che in un GT tu puoi pagare nel seguito della corsa le tue prodezze di un giorno, cosa che non ti succede di sicuro nelle classiche.
In fondo un GT ha una cosa in comune con una partita a scacchi: in quest'ultima non ti basta pensare alla mossa che farai, devi pure prevedere le conseguenze di questa su tutta la partita. Cosa deve fare un ottimo scalatore nel pressimo Giro? Spremersi come un limone nela cronometro di Torino o beccarsi un certo numero di minuti di ritardo e riservarsi per il tappone del giorno dopo? Ecco un problema che in una classica non avrai mai... No Aranciata, non sono convinto che ci voglia più cervello in una classica che in una corsa a tappe...

Quanto a Ullrich e Armstrong, il primo sembra proprio un bestione senza cervello, altrimenti non terrebbe questo atteggiamento ultra-masochistico di puntare tutto sul Tour facendosele regolarmente suonare; il secondo, beh, lasciamo perdere...

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/03/2005 alle 23:13
Ciao Felice, è sempre un piacere "parlare" con te.
Andando per punti: è vero, Museeuw non ha pagato per i propri errori, ma l’unica vittima dell’ingiustizia è David Millar, che avendo confessato con precisione i periodi nei quali fece ricorso all’epo si è ritrovato revocate tutte le vittorie ottenute in quei circostanziati periodi, un provvedimento che pare far parte della "regola salva-omertà" incentivata dall’UCI, chi verrà pizzicato in futuro farà bene a starsene zitto (come Museeuw appunto, al quale anzichè smascherare ulteriori persone coinvolte nella faccenda conviene tacere, negare addirittura).
Uno non comincia a doparsi all’età della pensione? Perchè no, la sensazione che lo smalto di un tempo vada perdendosi è un buon incentivo; un’altra ipotesi è che abbia fatto ricorso al doping nel tentativo di accelerare il recupero da uno dei tanti infortunii che sono seguiti alla sua vittoria nel mondiale del ’96, come altrove aveva ricordato efficacemente Emiliano.
O forse si dopava sin dall’inizio, non voglio mica fare l’avvocato del diavolo, ed era fesso perchè non si accorgeva di non averne bisogno.
Sono d’accordo che essere beccati positivi nel mezzo della carriera ti rovina.
Purtroppo i controlli anti-doping sono una lotteria.
Se fossero stati una certezza, non essendo Museeuw un disperato che cerca il rinnovo del contratto, probabilmente non sarebbe mai caduto in tentazione.

Santi Perez? In parte ho già fatto un dietro-front, ammettendo che la sua broccaggine (incontestabile) piuttosto che nel fisico (come dici tu, da buon scalatore) potrebbe stare nella psiche, e le buone sensazioni dovute al sangue ricco d’ossigeno e alla gamba in forma potrebbero aver galvanizzato la sua personalità perdente.
Sta di fatto che pareva sbucato fuori quasi dal nulla (perchè, lo ribadisco anche per il mio amico Forzainter, i risultati tra i dilettanti per me sono solo una promessa, non certo una garanzia di qualità, e tra i professionisti contano zero o poco più).

Parlando d’intelligenza (intesa come tattica, intuito, colpo d’occhio), non dico certo che nei grandi giri sia dispensabile, ma la trovo fondamentale nelle classiche, perchè spesso il tempo per reagire si riduce a pochi secondi, a volte anche meno, poi tutto è perduto, e spesso questo margine utile per prendere una decisione è talmente esiguo che mette il corridore da solo a confronto con se stesso, con le proprie paure e le proprie insicurezze.
Credo che nelle grandi corse a tappe ci sia molto più spazio per le decisioni prese dall’ammiraglia, credo che il ruolo di irettore sportivo trovi la propria sublimazione nell’orchestrare il gioco di squadra nelle GT, dove si può osservare un corridore parlottare a lungo con il proprio DS attraverso microfono e auricolare prima di prendere una decisione, nelle classiche è decisamente più difficile.
Al limite si può grossolanamente definire "intelligenza tattica" quella necessaria nelle classiche e "intelligenza strategica" quella propria delle GT.
Ovviamente queste considerazioni valgono soprattutto per le classiche movimentate con consistenti cambi di ritmo, e infine sono opinioni personali che non intendo spacciare per verità, io stesso potrei cambiare idea.
Poi ci sono corridori come Cunego, capaci di vincere su entrambi i terreni, verso i quali provo ammirazione incondizionata.

 
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  postato il 04/03/2005 alle 20:15
PARIGI - Le indagini riguardanti il doping, e più precisamente il traffico di sostanze proibite tra Francia e Belgio, ha segnato quest'oggi una nuova pagina spiacevole.

La polizia transalpina ha messo in stato di fermo Laurent Biondi, direttore sportivo della Ag2r e braccio destro del team manager Vincent Lavenu. L'arresto è avvenuto a Grenoble subito dopo la perquisizione dell'appartamento e dell'ufficio dello stesso Biondi.

(fonte: libero.it)


Direi che nel discorso questa notizia ci sta a "pennello"...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/03/2005 alle 20:21
come purtroppo ci sta altrettanto a pennello la notizia che santi perez ha avuto addirittura la faccia tosta di chiedere la sospensione della pena(e quindi di poter correre)in attesa della sentenza definitiva,visto il ricorso fatto tramite il suo avvocato...l'ho letta sul web un paio di giorni fa ma nn la volevo riportarla subito nel thread per nn alimentare ulteriori polemiche in quel momento,adesso mi sembra pero'il momento giusto per ricordarlo...certo che la dignita'e'un termine a lui sconosciuto!
...ovviamente(per fortuna)tale sospensione gli e'stata negata!!!

p.s riguardo all'ag2r chi ci crede che,come da regolamento,nn verra'invitata al tour!?!?!?
io dico che faranno finire il tutto in una bolla di sapone...

 

[Modificato il 04/03/2005 alle 20:24 by Pirata x sempre]

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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/03/2005 alle 10:20
Ciao Aranciata, aggiungo un ulteriore elemento di riflessione a proposito del'uso dell' "intelligenza" nel ciclismo.

Probabilmente, almeno nel caso delle corse a tappe, occorre fare una distinzione tra attacco e difesa. In attacco gioca di più la strategia, la pianificazione dall'ammiraglia. Anche se, stando vicino ad un avversio, e leggendogli in viso che non sta bene, magari uno decide di lasciar perdere le decisioni già prese e prova ad approffittare della situazione.

In difesa mi sembra che occarra avere quel colpo d'occhio e quella capacità di decisione immediata di cui parli tu. Se sei su in un tappone di montagna e ti accattano sulla prima salita, devi decidere su due piedi (o sarebbe forse meglio dire su due ruote?) se rispondere oppure o no. E se non prendi le ruote subito, il rischio può essere grande. E' vero però che, se ti lasci staccare, puoi però cercare di limitare i danni, mentre in una classica da limitare non c'é proprio un bel niente.

Beh, avremo probabilmente occasione di riparlarne nel corso dell'anno...

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/03/2005 alle 12:29
Ciao Felice, le tue osservazioni sono pertinenti ma, come hai detto tu, le classiche non lasciano alcun margine di recupero.
Arrivare dietro per un solo secondo in una classica è la sconfitta, in una tappa può essere un successo.
Facendo un volgare paragone militare, nelle classiche la battaglia e la guerra coincidono, richiedono quindi un’astuzia superiore, spesso legata al puro intuito, nelle GT perdere una battaglia non significa perdere la guerra, e le carenze d’astuzia tattica (sul campo) possono essere compensate con successo da pianificazioni strategiche (a tavolino).
Indurain non si dannava mai l’anima quando qualcuno scappava via in salita, sapeva di possedere una formidabile regolarità e la supremazia a cronometro, si tratta di "intelligenza strategica", inapplicabile alle classiche.
Per gli scalatori il discorso è sicuramente più complesso.
Del resto non esistono solo i colori primari, c’è un infinito universo di mezze tinte e sfumature in tutti gli argomenti, dall’intelligenza nel ciclismo alle maturazioni tardive...

Ps Caro Felice, visto che qualcuno ti giudica poco competente di ciclismo, ci tengo a ribadire che a mio avviso sei uno dei forumisti più competenti e, assieme a Morris, quello maggiormente capace di esprimere con chiarezza le proprie idee.
Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 07/03/2005 alle 11:48
Aranciata ha scritto....
Caro Morris, devo dire che il mio riferimento alla P ennelli C inghiale ed alle società amatoriali era pertinente ma un po’ superficiale, non ne conoscoevo la storia e mi hanno illuminato alcuni forumisti nel thread su Gianluca Cavalli.
Le tue precisazioni sono preziosissime, permettono alle nostre opinioni di costruirsi su basi più solide.


Prendo spunto da questo spezzone per completare il discorso solo abbozzato in un mio precedente intervento sugli amatori di punta delle granfondo e sul doping copiosissimo che gira in quell’ambiente, nonché per scusarmi di essermi perso completamente la parte del thread richiamato da Davide, su Gianluca Cavalli.

Circa questo corridore, non entro sul perché del suo caso di doping, come non voglio intervenire su quando sia finito il periodo di squalifica. Mi limito solo a dire che arrivare a correre le Gran Fondo da amator-professionista, dopo un periodo di squalifica per doping, rappresenta il modo migliore per continuare a far credere di essere “pieni come delle uova”. Ciò non ha nessun valore giuridico e nemmeno di accusa, si tratta solo di una lettura delle tendenze nelle considerazioni generali dell’osservatorio che, ogni tanto, guarda con stupore queste manifestazioni e le medie che partoriscono.
Quindi nulla contro Cavalli, al quale va il mio augurio affinché trovi i giusti sfoghi alle sue capacità, se le ha, nel ciclismo che conta e non in quella specie di “alterazione alla febbre”, che sono queste manifestazioni spacciate per amatoriali, ma in realtà più esasperate nelle punte negative di una crono del Tour.
Ai tifosi di questo corridore, il consiglio di non agitarsi se la gente va a pensare male, anche perché nessuno è sceso ai livelli di quella querela che, in questo Paese, spesso ha più il sapore di una volontà di coprire piuttosto che fare giustizia. Nessuno ha calunniato, semmai si sono posti degli spunti per discutere di un fenomeno che può, più di ogni altro, far passare il ciclismo in mezzo alle forche dell’equazione che lo lega al dpping.

E qui dico la mia su un tema che mi sta parecchio sugli zebedei e che troppo pochi conoscono nelle consistenze di quella carie che nella realtà è.

Nessuno può impedire all’Ufficio Marketing della Pennelli Cinghiale di sponsorizzare una squadra di amatori. Questo sia chiaro!
Lo spirito solo in parte concretizzato della Legge del 16 dicembre del 1991, siglata 398, però, oltre che dare una codificazione al vasto mondo dello sport amatoriale e agonistico giovanile, tendeva a sollevare questo ambiente da obblighi pressoché uguali a quelli dei professionisti, proprio per non impoverirne le entità ed i valori. Nella legge si pose un tetto al volume delle entrate in pubblicità e sponsorizzazioni, fino ad un massimo di 100 milioni di lire. Era questa la cifra che si considerava come legittima per svolgere una attività degna, senza toni che potevano assumere i connotati di lucro o meramente professionali. Il testo legislativo pagava la mancanza di una normativa quadro sullo sport, per altro realmente mai partorita (anche oggi non c’è, se non siamo cretini), nel senso che non faceva nessuna distinzione fra coloro che potevano ancora ambire alla partecipazione olimpica (i giovani) e quelli con tanto di pancetta magari, atti solo a vivere lo sport come un hobby, o una prova con se stessi, senza velleità con tinte agonistiche assolute (gli amatori). Ù
La non distinzione ha portato tutti a ricercare finanziamenti attraverso pubblicità e sponsorizzazioni, potendo godere delle speciali opportunità e sgravi contemplati nella legge.
Tutto ciò però, ha portato a mettere in campo una enorme sperequazione nella ricettività pubblicitaria: gli amatori, essendo massa con portafoglio e possibilità di scelte commerciali a vasto raggio, richiamavano gli sponsor decisamente in maniera più tangibile, rispetto al settore giovanile di qualsivoglia sport, anche perché supportati da analoghe spinte di commercio da parte dei giornali, locali soprattutto, ma non solo. In altre parole, un’azienda che produce pennelli o prodotti per l’edilizia, non dotata di budget tali per poter entrare nello sport agonistico più visibile nei media più potenti, che interesse commerciale poteva avere ad aiutare una società che lavora su quei ragazzini che, per morfologia sportiva, esibiscono numeri limitati?
Era meglio, molto meglio, sponsorizzare un ammasso di scarponi di squadre amatoriali di calcio o gruppi cicloamatoriali, perché in possesso di cifre e richiami enormemente superiori, non solo nelle letture più ristrette del target.
Grazie alla “398”, il mondo degli adulti, anche quello più dedito alle “porcate” (il termine scurrile calza sincronico con un certo andazzo), per snaturare lo spirito della Legge veniva premiato oltre misura. Con questo sistema si è andati avanti fino al 1999, quando, il 13 maggio, è stata approvata la Legge 133, avente lo scopo di correggere la precedente. Questa normativa però, è risultata sin da subito da calci nel sedere (fossi stato in Parlamento avrei fatto un casino infernale), in quanto non si è posta il problema delle differenzazioni citate, bensì ha aumentato le distanze fra il povero vero dilettante e quel mondo amatoriale sempre più volto verso un professionismo spesso mal celato e da presa in giro alle Istituzioni, Magistratura e Guardia di Finanza in primis. In sostanza, su un quadro di complessiva riroposizione della 398, si sono allargate le maglie dei fatturati per pubblicità e sponsorizzazioni, oggi consistenti in 310.000, pari a 600 milioni di vecchie lire, lasciando le medesime agevolazioni fiscali e di tenuta contabile della precedente. Col trucco della doppia o tripla affiliazione e altri balzelli nati all’indomani della vecchia 398, s’è così giunti a portare, di fatto, talune società amatoriali al professionismo, pagando all’erario sciocchezze rispetto alle vere società professionistiche, o alle aziende più in generale. Una vergogna sulla quale nessun politico s’azzarda a mettere le mani, perché gli amatori votano e gli allievi o gli esordienti no! Il tutto con la sempre supina sudditanza dell’ente più inutile di questo Paese, ovvero quel Coni privo di mordente ed incapace di dare dei bei calci negli stinchi a coloro (TROPPI) che vanno in Parlamento per scaldare una poltrona e, magari, sniffare coca. Sono offensivo? No, semplicemente realista, non conformista e, per questo, poverissimo!
Ora, tornando al punto di partenza, la Pennelli Cinghiale (prendo lei ad esempio, perché è stata la più eclatante, ma ve ne sono tante altre, anche se di minore entità), ha potuto svolgere la propria sponsorizzazione legalmente, economicamente ineccepibile ed efficace, quanto immorale, senza trovare nel ricevitore nessuna difficoltà. Okay, ma il mondo della politica e del cosiddetto governo dello sport dovevano proprio stare zitti, senza sollevare obiezioni alle differenze e allo stravolgimento dello spirito della Legge 133? Decisamente no, ma tanto è!
Bene, non ho nulla in contrario ad una forma professionistica per amatori (fessi n.d.m.), in fondo ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma il mondo amatoriale deve essere immediatamente tolto da una normativa, nata per mantenere in vita il dilettantismo ed i valori veri dello sport. Limitatamente al ciclismo, gli ex professionisti o under brocchi, che per broccaggine hanno dovuto smettere anzitempo, oppure quei vecchi atleti pur con un decoroso passato agonistico, che vogliono continuare a correre fra gli amatori per soldi, lo facciano pure, ma le società che li pagano, devono essere inquadrate come le aziende normali, o come le squadre professionistiche Continental (mi verrebbe da dire addirittura del Pro Tour). Qui però, si apre una parentesi ancor più inquietante: il doping. Il procuratore Soprani, quindi uno che s’è distinto nel perseguire il corso della chimica nello sport, sollevò, ai tempi della Legge sul Doping, delle obiezioni circa l’opportunità di estendere anche al mondo amatoriale le determinazioni dell’atto. Quel giorno, proprio per la posizione che ricopre, lo aggiunsi nel mio personale elenco di “non positivi” di questo strano Paese. Perché?
1) Il doping fra gli amatori è diffusissimo, anzi è la cinghia di trasmissione del flagello, fino ad eleggersi a fenomeno di gravità come nessuno; per capirlo basta confrontare i numeri di questo mondo rispetto agli agonisti.
2) La sua entità rappresenta un problema sociale ovvio (se la salute della gente è da considerarsi un valore in una società che si vanta di essere evoluta), ed uno economico altrettanto ovvio, in quanto la trasmissione di questa chimica è totalmente, o quasi, produttrice di evasione fiscale.
3) Una Legge dello Stato si deve applicare nel medesimo modo su tutto e su tutti i possibili coinvolti, siano essi ufficialmente dei bancari, oppure dei ciclisti o calciatori professionisti
4) I controlli antidoping, rarissimi fra gli amatori, nonché ancora legati a metodologie ampiamente dribblabili, non possono essere considerati come un freno al dilagare del fenomeno.
5) I primi carotaggi di controllo esterno, svolti dalle forze dell’ordine sul mondo amatoriale, come era ampiamente prevedibile, hanno evidenziato una clamorosa presenza di chimica, ma la Magistratura e la GdF, paiono colti da moviola e poca volontà di proseguire sul terreno della Legge sul doping.

Ora, pur considerando la quantità maggioritaria di chi vive realmente da amatore il proprio status, senza doping o balzelli, essa non può essere considerata un fattore di positività delle due leggi citate. Primo, perché non essendo coinvolta nel doping non può avere nessun timore o paura, di fronte ai controlli esterni delle forze dell’ordine e della Magistratura. Secondo, perché nella realtà di uno status di dilettantistico ed amatoriale, pronta a pagare delle vere e proprie rette per partecipare alle gran fondo (addirittura in anticipo (!), al punto che organizzare queste manifestazioni oggi è un business), ed accontentandosi di fruire gratuitamente dalle società l’abbigliamento e solo piccoli e modici contributi alle spese di trasferimento, non può sentirsi turbata e ridimensionata da una eventuale e severa restrizione dei parametri della Legge 133/99.
E qui dovrei riprendere una mia vecchia proposta di riordino del settore, andata come sempre al macero, per la sempre poco corretta volontà di non toccare i voti da parte del mondo della politica. La annuncerò in estrema sintesi:

1) diversificare i parametri della 133/99 fra amatori ed agonisti dilettanti (settori giovanili ecc.), lasciando i primi a 85.000 euro di tetto massimo per pubblicità e sponsorizzazione, ed i secondi agli attuali livelli.
2) Creare una fascia di professionismo in linea con le normative vigenti, per quelle società amatoriali che superano il tetto dei 85.000 euro, destinando alle Federazioni o agli stessi Enti di Promozione Sportiva di riferimento, la stesura di calendari e organigrammi organizzativi di questo nuovo professionismo (a livello agonistico limitatamente al ciclismo da considerarsi una specie di serie C).
3) Diversificare classifiche montepremi e partenze, fra amatori reali e “professionisti” delle Gran Fondo, le quali resterebbero manifestazioni aperte, ma con normative miste: da una parte i medesimi obblighi di una gara per Continental e dall’altra quelli di una ciclofondo amatoriale.

Morale finale, la Pennelli Cinghiale al pari di tutte le aziende di qualsivoglia merceologia, fino ai costruttori di materiale afferente la bici (oggi comprensibilmente assai prodighi di interventi verso questo massiccio settore di commercio), potrebbero continuare a sponsorizzare e investire, ma sarebbe il ricevente a doversi modificare, per dare finalmente un calcio a quella ipocrisia che non giova a nessuno, tanto meno all’intelligenza.
Ai Magistrati e alla GdF un richiamo a quei loro doveri che contemplano il medesimo comportamento riservato ad Annibale Concimati sognator di Olimpiadi, anche ad un sacerdote dell’oggi, ovvero un direttore di banca che si fa delle fiale d’Epo per dire che ha corso i 205 chilometri della Nove Colli in sei ore. A costui, non sarebbe male chiedere…. chi gli ha fornito quella “pozione magica”…..

Morris


 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2004

  postato il 08/03/2005 alle 15:07
Morris, apprezzo e condivido ogni singola riga di questo tuo intervento (come sempre, aggiungerei), che è oro puro.
La cosa bella è che non ti limiti a criticare, come potremmo fare noi semplici appassionati, digiuni della conoscenza approfondita della realtà del ciclismo, ma proponi anche soluzioni, come dovrebbe fare ogni persona ricca di intelligenza, esperienza e cultura.

Sono d’accordo su tutto, in particolare è necessario differenziare le società amatoriali da quelle dilettantistiche, ma se la legge citata (133/99) vale universalmente per lo sport amatoriale/dilettantistico italiano, calcio compreso, sarà difficile mettere d’accordo i culi che scaldano le sedie in parlamento, quante amicizie interessate dovrebbero saltare! Questa gentaglia ha addirittura proposto un’interrogazione parlamentare per salvare i trofei dopati della juventus!
Per esempio nel calcio i "dilettanti" dovrebbero essere le formazioni primavera (under 19?), mentre gli "amatori" dovrebbero essere le formazioni che oggi chiamiamo dilettantistiche, è un po’ un rebus.
Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 09/03/2005 alle 00:44
Caro Davide, paghiamo tutti più o meno la mancanza di una legge quadro sullo sport. In un simile caos, risolvere o semplicemente attenuare le storture del mondo sportivo, è una impresa titanica che potrebbe, però, diventare abbordabile, se ci fosse una minima volontà politica di farsi carico del problema. Purtroppo, quando di mezzo ci sono i voti, anche chi, fra i politici, s’era mostrato davvero interessato, finisce per perdere la tramontana e contribuisce, anch’egli, ad infangare lo sport come valore educativo da trasmettere ai giovani.
Su questo tema ho scritto, ho fatto progetti, mi son persino sentito dire che avevo trovato soluzioni, ma solo quando facevo l’amministratore pubblico ho potuto concretamente vedere un piccolo frutto del mio impegno. Comunque, oggi, da “vincolo sparpagliato”, come diceva Pappagone (alias Peppino De Filippo), ho ancora la volontà di graffiare questo indecoroso andazzo. Significa che sono ancora vivo......
Ciao Grandissimo!

 
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