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Autore: Oggetto: «Uci, sbagli» - intervista a Renato Di Rocco

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  postato il 02/01/2007 alle 16:53
Maginot Di Rocco: in trincea con la Fci.



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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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  postato il 02/01/2007 alle 17:10
Bella intervista. Mi è piaciuta molto la questione sicurezza stradale e cultura della bicicletta. La FCI è stata molto brava nel progetto Velothon, è stato ben sponsorizzato anche sulle radio nazionali come RTL che era radio ufficiale.
Bicicletta e sicurezza stradale devono essere all'ordine del giorno nelle scuole. Sono rimasta basita quando due anni fa mi dicevano che non si usavano più come base le biciclette per spiegare il codice della strada alle scuole medie, ma il motorino.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
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  postato il 02/01/2007 alle 17:39
Bella intervista Mario! Spero davvero che la Fci, in colalborazione col Governo, riesca a promuovere in modo efficace la cultura della bici, non sarà facile ma è importante provare. Ce ne sarebbe bisogno soprattutto qui al Sud dove non c'è nessuna infrastruttura che agevoli l'uso della bici, normale poi che un genitore preferisca mandare i figli alal scuola calcio piuttosto che farlo pedalare.
Per quanto riguarda la contrapposizione tra federazioni e Uci credo sia importante che le federazioni storiche facciano sentire la propria voce per difendere il ciclismo e il suo patrimonio storico, impedendo a Verbruggen e sottoposti di trasformare il nostro sport in un carrozzone macinasoldi come la F1. La cosa più sconcertante è che in questa infinita querelle tra Uci, federazioni e organizzatori i corridori ricoprono il ruolo dei vaso di coccio tra i vasi di ferro, se non si organzizano facendo sentire la loro voce si troveranno sempre a subire decisioni imposte da altri.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2007 alle 18:32
Bravisssssssssssssssssimi!!!!

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/01/2007 alle 23:28
Mario Casaldi ha messo assieme un grande colpo. Con questa intervista, Cicloweb, entra di diritto nel palinsesto principale della FCI e non solo degli appassionati, dove c'era da tempo.
Ottime domande, frutto di una "fotografia" che in questi mesi ha preso corpo sulle pagine del sito, ed un ottimo assist per il Presidente Federale che ha potuto, come mai fino ad oggi, offrire al ciclismo italiano la dimostrazione delle differenze di "vento" rispetto alla tragica precedente gestione e, soprattutto, è stato messo nelle condizioni di donare all'osservatorio, la via per nuove speranze.
La FCI, al pari delle consorelle dei paesi ciclisticamente più evoluti, è chiamata a ricostruire internazionalmente questo sport, che ha perso credibilità e si è dimostrato, al cospetto delle altre discipline, addirittura grottesco. La strada è lunga, ma finalmente sappiamo che a capo del pedale italiano c'è un dirigente con cultura sportiva vera, in grado di porsi i problemi, senza trascendere in campagne squilibrate, atte solamente a mostrare il ciclismo come un mostriciattolo denso di feticci. Leggere Di Rocco sul tema doping, dopo aver vissuto da vicino il modus dissennato del predecessore, per uno come me, significa una boccata d'aria fresca. Finalmente un Presidente che potrà pure sbagliare, ma ha la caratura per stare in quegli scranni.
Purtroppo, è arrivato tardi per salvare una parte del movimento, ed un campione che, da solo, produceva un patrimonio per il pedale, come non avveniva dai tempi di Coppi: Marco Pantani.

Un sentito grazie al grandioso Mario Casaldi e a Di Rocco, già solo per il fatto di esistere!

 

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  postato il 03/01/2007 alle 02:35
Mi associo agli altri e mi complimento anch'io per l'intervista .
In effetti,oltre al discorso molto importante sulla sicurezza stradale(è importantissimo continuare la prevenzione e la salvaguardia di chi va per le strade,a cominciare da coloro che sono più giovani),inoltre ho trovato molto riscontro in ciò che molti hanno scritto qui sul forum per quanto riguarda la questione dell'UCI e dei Grandi Giri.Speriamo di poter guardare al futuro con più fiducia.

 
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Livello Giro




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  postato il 03/01/2007 alle 13:57
Grande Mario, Grande Di Rocco, sempre più orgoglioso del nostro presidente.
Io Di Rocco lo proporrei alla presidenza dell Uci

 

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Tito per il più forte scalatore degli ultimi 150 anni....(me stesso!!!)
-->>..::MANUEL:::..<<--

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/01/2007 alle 16:05
Originariamente inviato da Il Lupo

Grande Mario, Grande Di Rocco, sempre più orgoglioso del nostro presidente.
Io Di Rocco lo proporrei alla presidenza dell Uci



Bèh...stavolta "l'estremista anticalcio", Lupo o Manuel che sia, ha formulato una proposta condivisibile. Per ora solo una speranza, ma alla lunga, se si riuscirà a superare lo stallo attuale, qualcosa su cui lavorare intensamente.
Oggi, l'UCI è il 95% del ciclismo, potrei dire una dittatura che sta strozzando la disciplina e che non può essere nemmeno lontanamente paragonabile, per presenza ed asfissia, ai governi degli altri sport. Ridonare all'ente i giusti confini, senza pregiudicare la percorrenza di talune legittime vie percorse dallo stesso negli ultimi lustri, è determinante per il futuro di questo sport. Governare la disciplina, con la sapienza della conoscenza e con la giusta caratura culturale interdisciplinare, rappresenta il miglior investimento per far ritrovare al ciclismo credibilità a tutti i livelli. Nessuno dei dirigenti internazionali attuali del ciclismo, possiede lo spessore di Di Rocco (tra l'altro molto cresciuto negli ultimi dieci anni, da quando abbandonò l'incarico di Segretario Generale della FCI) ed uno dei pochissimi, a ben vedere, in grado di far confluire sulla sua persona i voti delle Federazioni del ciclismo storico. Già, perché all'estero, in Francia, Spagna e Belgio particolarmente, il suo prestigio è fuori discussione.
Se, come mi auguro, Di Rocco, avrà il coraggio di porsi nel ruolo faro per chi, giustamente, oggi contesta il palazzo personale di Verbruggen, la sua elezione a presidente mondiale del ciclismo, da ipotesi, diverrà una fune. Non si tratta di un augurio dettato da motivi nazionalistici, ma solo dall'amore verso questa disciplina. Sono altresì convinto, che anche all'estero siano diversi coloro che ci stanno facendo un pensierino. In giro per l'Europa, infatti, già 10 anni fa era popolarissimo e stimato e non c'è proprio ragione di credere che, nel frattempo, l'alone positivo che l'accompagnava, sia calato. Anzi, può essere solo il contrario.
Ora si dirà: "E la FCI, con la partenza di Di Rocco, dove finirebbe"?
Bèh... se il cerutismo ha cementato il "signor sì della nullità", l'attuale gestione, oltre a ridare un po' di credito al ciclismo, ha fatto conoscere a fasce più larghe, colui che sostengo da tempo, come l'unico ex corridore in grado di fare, bene, anche il dirigente massimo: Silvio Martinello.
Nel mio piccolo, per un Di Rocco all'UCI, ed un Silvio alla FCI, mi impegnerei con entusiasmo antico...
Può essere un sogno, ma quando si guarda ad una ricostruzione, dopo anni di bombe....sognare è d'obbligo.

Morris

 

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 03/01/2007 alle 16:57
Perfetto, davvero una bella intervista ed a quanto pare un grosso presidente.
A seguito della lettura di questa intervista e della pregevole risposta di Morris, mi viene in mente:
Caro Casaldi, visto che nessuno l'ha fatto, non sarà arrivato il momento di andare dal SIg. Colombo e chiedergli spiegazioni su quella affermazione fatta nel giorno dell'inaugurazione del monumento a Pantani sul Mortirolo? : " Se ci fosse stato Di ROcco Pantani non sarebbe morto ma serebbe ancora qui con noi".
E' una frase che lancia una chiara accusa all'ex viscido presidente.. non sarebbe arrivato il momento di approfondire?
Caro Mario, io direi di farci un pensierino!!!

 
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  postato il 03/01/2007 alle 17:03
Lorenzo, anche nei mesi passati si è deciso di non dare più spazio, né microfoni, a personaggi come Francesco Moser ed Amedeo Colombo, proprio perché si avverta la loro totale estraneità e marginalità nelle questioni importanti, che invece dovrebbero coinvolgerli eccome.

Ecco perché si è sentito Cioni, ecco perché si parla a Di Rocco, ecco perché si interpellano direttamente i corridori.

Vorremmo evitare di dare spazio a personaggi che non meritano.

Probabilmente, se in febbraio i corridori italiani non riconfermeranno (come speriamo) Colombo alla presidenza dell'Accpi, allora sì che una bella chiacchierata con l'ex (a quel punto) presidente ci potrebbe stare bene.

 

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 03/01/2007 alle 17:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Lorenzo, anche nei mesi passati si è deciso di non dare più spazio, né microfoni, a personaggi come Francesco Moser ed Amedeo Colombo, proprio perché si avverta la loro totale estraneità e marginalità nelle questioni importanti, che invece dovrebbero coinvolgerli eccome.

Ecco perché si è sentito Cioni, ecco perché si parla a Di Rocco, ecco perché si interpellano direttamente i corridori.

Vorremmo evitare di dare spazio a personaggi che non meritano.

Probabilmente, se in febbraio i corridori italiani non riconfermeranno (come speriamo) Colombo alla presidenza dell'Accpi, allora sì che una bella chiacchierata con l'ex (a quel punto) presidente ci potrebbe stare bene.



Be speriamo proprio che non venga rieletto allora..... sia per l'intervista e sia per il bene dei corridori insomma...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2007 alle 18:09
Alla prossima occasione chiedete a Di Rocco della Coverciano del ciclismo, di cui parla nelle prime pagine di BS.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 04/01/2007 alle 13:38
Innanzi tutto, visto che questo é il mio primo post del 2007, auguri di buon anno a tutti!!



Ho letto l'intervista di Mario, la quale mi ha lasciato una curiosità impertinente.

Maginot Di Rocco

Come certamente tutti voi sapete, la linea Maginot era l'orgoglio e la fierezza dell'esercito Francese, costruita al fine di mettere al riparo la Francia dalle velleità del tradizionale nemico tedesco.
Era considerata quasi invalicabile. Quando però, nel '39, si é arrivati al dunque, gli astuti tedeschi sono passati là dove la Maginot non c'era, ovvero dal Belgio, hanno aggirato la linea difensiva tanto possente quanto inutile, e in un battibaleno sono arrivati a Parigi.
A quel punto i Francesi si sono detti: "Beh, abbiamo perso..." ed il nuovo governo Petain é stato ben felice di affiancarsi e collaborare con l'occupante.

Cosa c'entra questo con il ciclismo? Oh, c'entra, c'entra...

Diversi paesi (Francia, Italia, Germania...) si sono dotati di severe leggi per combattere il doping. Come la linea Maginot dovevano servire da protezione contro questo flagello. E come la linea Maginot sono state aggirate: gli astutti ciclisti, come la Wehrmacht dell'epoca, sono passati là dove la liea difensiva non c'era, ovvero dalla Spagna, paese dove potevi lasciare tranquillamente in giro sacche del tuo sangue senza che nessuno venisse a chiederti alcunché, perché tanto lì il doping non era reato.
A questo punto ci si é detti: "Abbiamo perso, il doping c'é" e i vari governi, ovvero le Federazioni Nazionali, sono stati ben felici di allinearsi ai più furbi e di procedere ad una bella archiviazione generale.

Ecco, la mia curiosità impertinente era questa: quando Mario ha scelto quel titolo, aveva pensato a questo parallelo, certo un po' forte, ma pure non poco calzante?

Auguri di nuovo a tutti quanti!

 
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  postato il 04/01/2007 alle 14:26
Caro Felice,

il titolo l'ho scelto io e non ero stato così capzioso.
Nelle intenzioni la Maginot era un argine, e anche se poi venne aggirata, la sua funzione quella era. Vedo Di Rocco come un argine nei confronti dell'arroganza dell'Uci, questo è tutto. Se poi verrà aggirato, come pure è possibile (mi auguro di no!), sarò stato una terribile Cassandra

Sia come sia, anche se la pensiamo diversamente, è un grande piacere leggerti, perché è sempre un piacere leggere persone che scrivono cose intelligenti (a nessuno fischino le orecchie!).

Buon anno anche a te.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 14:32
Originariamente inviato da Admin

il titolo l'ho scelto io


E le domande chi le ha scritte?

 

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  postato il 04/01/2007 alle 14:39
Paperon de' Paperoni, Claudio.

Le domande le ha scritte lui.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/01/2007 alle 14:40
Intervista molto sensata, con domande affatto banali... quindi complimenti a Mario (e ad Admin per il titolo ).

In particolare, mi piace molto la conclusione dell'intervista:

Originariamente dichiarato da Di Rocco

Un desiderio per il 2007?
«Riunirsi tutti in una stanza, parlare di quello che serve, darsi anche qualche schiaffo se è necessario, ma una volta usciti da quella stanza fare un percorso serio per il ciclismo, altrimenti la gente non ci capisce più niente».

Magistrale, direi!

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 14:43
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Paperon de' Paperoni, Claudio.

Le domande le ha scritte lui.


E' bello vedere tanta sintonia tra un giornalista e il potere.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 14:48
Claudio, fortunatamente a darti una definizione ci pensa ciò che scrivi.

Tanta sintonia? Sì, ma io ad esempio non penso proprio che l'Accpi sia l'esempio da seguire per il Cpa, così come non penso che possa essere un passo avanti una omogenea presunzione di colpevolezza.

Io faccio delle domande, quelle che mi pare: sta poi all'intervistato rispondere o meno. O essere d'accordo o meno, se invece di domande gli porgo delle considerazioni.
Se tu la pensi come Cunego, Di Rocco non può pensarla - al 90% - come me?

Pensi ci sarebbe tanta sintonia con "il" potere di McQuaid?
Almeno pensa, prima di scrivere...

 

[Modificato il 04/01/2007 alle 14:53 by Monsieur 40%]

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  postato il 04/01/2007 alle 15:14
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Io faccio delle domande, quelle che mi pare: sta poi all'intervistato rispondere o meno. O essere d'accordo o meno, se invece di domande gli porgo delle considerazioni.
Se tu la pensi come Cunego, Di Rocco non può pensarla - al 90% - come me?


No per carità, tu puoi fare tutte le domande che vuoi. A me ricordi un pochino Emilio Fede che intervista Berlusconi. Capisco che è già una gran cosa che ti abbia concesso l'intervista e che quindi non gli potevi fare un'intervista alla Oriana Fallaci, però almeno una domandina appena appena cattivella potevi inserirla.

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Pensi ci sarebbe tanta sintonia con "il" potere di McQuaid?


Anche Emilio Fede non è in sintonia con "il" potere di Prodi.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 15:28
Originariamente inviato da Claudio82

No per carità, tu puoi fare tutte le domande che vuoi. A me ricordi un pochino Emilio Fede che intervista Berlusconi.


Vedi, Claudio, la differenza è questa:

Berlusconi parla senza che Fede faccia domande, oppure con domande pre-concordate. Fede annuisce dopo i monologhi del Berlusca, oppure fa le domande che chiede il "capitano".
Qui è avvenuto il contrario.
Altro discorso è se non c'è fiducia: se tu pensi che le domande siano state concordate, o che ci sia servilismo da parte nostra dei confronti della Fci è un tuo problema, ovviamente a delle critiche così cretine io evito di rispondere.

Capisco che è già una gran cosa che ti abbia concesso l'intervista e che quindi non gli potevi fare un'intervista alla Oriana Fallaci, però almeno una domandina appena appena cattivella potevi inserirla.


Certo, avrei potuto chiedere a Di Rocco se, come Fci, non stava pensando ad un piano federale per non far parlare di ciclismo gli incompetenti.
Ma avrei dovuto spiegargli la tua storia, e avevamo cose più importanti di cui parlare.

Anche Emilio Fede non è in sintonia con "il" potere di Prodi.


Claudio, ma sei così triste se non nomini Prodi ogni tre post?
Non siamo al "Corsera", né al "Tg4".
Siamo a favore di Renato Di Rocco e contro McQuaid non perché il "nostro" ha i baffi e l'irlandese no, non perché il "nostro" preferisce il Fontana Candida alla Guinness dell'irlandese.
Non c'è "rosso" e "nero".
Ci sono semplicemente delle idee espresse dal "nostro" che sono condivisibili per larga parte, mentre le idee espresse dall'irlandese fanno venire l'orticaria a chi mastica un po' di ciclismo, senza che questo debba essere abbinato necessariamente abbinato al marketing, al doping o al coiffeur di Verbruggen (quindi ovviamente non mi riferisco a te).

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 15:52
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da Claudio82

No per carità, tu puoi fare tutte le domande che vuoi. A me ricordi un pochino Emilio Fede che intervista Berlusconi.


Vedi, Claudio, la differenza è questa:

Berlusconi parla senza che Fede faccia domande, oppure con domande pre-concordate. Fede annuisce dopo i monologhi del Berlusca, oppure fa le domande che chiede il "capitano".
Qui è avvenuto il contrario.
Altro discorso è se non c'è fiducia: se tu pensi che le domande siano state concordate, o che ci sia servilismo da parte nostra dei confronti della Fci è un tuo problema, ovviamente a delle critiche così cretine io evito di rispondere.


No, non ritengo che le domande fossero concordate. Le domande sono coerenti con quello che scrivete qui. Come del resto le domande di Fede sono coerenti con le sue idee.
Un bravo giornalista, secondo me, dovrebbe saper anche andare oltre le proprie idee personali o la propria simpatia verso il personaggio che intervista.
Per dire, gli potevi chiedere: "Secondo lei è opportuno che un presidente di una federazione sportiva esprima gudizi di merito su un procedimento in corso presso la procura antidoping del Coni contro un proprio federato?"

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/01/2007 alle 15:55
In che senso "scrivete" ?
Tu scrivi sul Daily Telegraph ?

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 16:17
Originariamente inviato da nino58

In che senso "scrivete" ?
Tu scrivi sul Daily Telegraph ?


"Scrivete" era riferito a lui e Marco. Bhè poi le mie posizioni non sono certo vicine a quelle di Di Rocco.
Io ho in attivo un articolo su Cunego scritto su un mensile universitario, che non brillava di certo per imparzialità.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 16:26
L'articolo o il mensile ?

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 16:30
L'articolo, ovvio.
Bhè un pò pure il mensile.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 16:33
Ma se le tue posizioni non sono vicine a quelle di Di Rocco, vicine a quelle di chi sono ?
Di Verbruggen/Mc Quaid ?
Di Ceruti ?

 

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  postato il 04/01/2007 alle 16:37
Originariamente inviato da nino58

Ma se le tue posizioni non sono vicine a quelle di Di Rocco, vicine a quelle di chi sono ?
Di Verbruggen/Mc Quaid ?
Di Ceruti ?


Su O.P. e dna mi trovo in grande sintonia con Pat. Sul Pro Tour ho qualche perplessità in più. Buona, cmq, l'idea di aprire anche ai paesi delle economie emergenti.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 16:42
Pat ?!!?
Sic!!

 

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  postato il 04/01/2007 alle 16:45
Originariamente inviato da nino58

Pat ?!!?


 

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Claudio, ci suggerisci una domanda cattivella per McQuaid?

 

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Paperon de' Paperoni, Claudio.


Trovo piu' adatto Calimero82

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 16:53
Non ne hai bisogno. Quando vuoi sai essere cattivissimo con i dirigenti del ciclismo.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 17:07
Originariamente inviato da Claudio82

Non ne hai bisogno. Quando vuoi sai essere cattivissimo con i dirigenti del ciclismo.


Ho un metro di giudizio, e reputo che il "quando voglio" (io) si abbini sempre al "quando meritano" (per me).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/01/2007 alle 17:09
Claudio, ma come fai ad ammirare McQuaid ?
Quale sua misteriosa virtù ha fatto centro nel tuo cuore?

 

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nino58

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 04/01/2007 alle 17:16
Originariamente inviato da nino58

Claudio, ma come fai ad ammirare McQuaid ?
Quale sua misteriosa virtù ha fatto centro nel tuo cuore?


Ammirare... è una parola grossa. Ho sempre detto che le sue posizioni su O.P. e dna sono quelle che mi fanno meno schifo.

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 04/01/2007 alle 19:02
Mio caro Monsieur Duchamp,

debbo dire che quando ho visto l'introibo ho bellamente saltato tutta la tua intervista a Di Rocco. Va detto però che ho in grande uggia un po' tutti gli introibo. Dopo quello della Messa in latino (introibo ad altare Dei...) e quello di Joyce (introibo ad altare eam, ad eam qui laetificat juventutem meam...) nessun altro introibo ha diritto di esistere, tampoco di essere letto.

Lo debbo a Claudio ed alla polemica che ne è seguita se mi sono preso la briga di leggere l'intervista; sempre però saltando l'introibo. Diamo a Claudio quel che è di Claudio, che Dio ce lo preservi.

A parte l'introibo, dicevo, l'intervista è ottima e, checchè altri ne pensi, sono convinto che Di Rocco te l'abbia concessa perchè Cicloweb, sul caso Basso, ha fin da subito assunto una posizione fuori dal coro. Per capirci, non come quella del poco valoroso Prodo. Onore a Di Rocco fuori dal 'mainstream'.

Conclusione con morale: resta fuori dal coro, caro Duchamp, ed evita gli introibo in futuro, se puoi e se vuoi.

Un abbraccio,
Alberto

 

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Livello Luison Bobet




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  postato il 04/01/2007 alle 19:44
Gran bella intervista, complimenti a Mario e soprattutto al Presidente Di Rocco. Futuro presidente dell'Uci? Lo spero proprio, ma quando l'Uci sarà stata depurata dalla melma che l'occupa adesso, o meglio ancora Presidente di una nuova Federazione Ciclistica Mondiale quando l'Uci avrà chiuso. Per McQuaid un futuro sicuro come degustatore di whisky, gin e quant'altro in un bel pub di Dublino..... anzi, in un pessimo pub dei bassifondi di Dublino. E per Verbry un futuro da venditore di Mars, ovvero quel che faceva prima di disastrare il ciclismo.

PS: Bella idea quella di 'aprire anche ai paesi delle economie emergenti'? Sì, un bel Mondiale per le 'truppe cammellate' nel Bahrein. Il ciclismo è un'altra cosa, non c'è denaro che possa comprare la storia del ciclismo. Il denaro può comprare ominidi come quelli che stanno massacrando il ciclismo, ma la storia del ciclismo è in Europa e nemmeno in tutta l'Europa.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 20:00
Venendo ora al contenuto dell'intervista a Di Rocco, c'é un passo nelle sue dichiarazioni che proprio non mi va giù. E' il seguente:

Il problema è reale anche perché adesso sembra che ci sia quasi una "caccia" verso Basso ed Ullrich, mentre invece se una legge deve essere applicata deve essere applicata con tutti i 58 ciclisti presunti coinvolti in Operacíon Puerto. Andare a cercare di colpire soltanto i due ciclisti che hanno maggiore immagine è qualcosa di demagogico e di eticamente insostenibile.

In pratica, parla di Basso e Ullrich come se fossero delle povere vittime, sottoposti a un trattamento peggiore rispetto agli altri ciclisti coinvolti nell'Operazione Puerto.

Sinceramente mi piacerebbe sapere dove la vede tutta questa disparità di trattamento. Certo, loro due sono stati al centro di polemiche molto aspre, attaccati e difesi con uguale animosità. Ma forse che sarebbe stato preferibile il trattamento subito da altri? Cadere nel dimenticatoio? Nell'anonimato? Sarebbe stato preferibile un trattamento alla Scarponi, il quale in questo momento potrebbe pure essere a fare trekking sulle Ande, tanto non gliene frega niente a nessuno?

Secondo punto. Ieri davo un'occhiata ad un forum spagnolo. In quel forum, qualcuno si dava la pena di fare il punto sulla sorte dei vari ciclisti coinvolti nell'OP. Ora, pare che la stragrande maggioranza di costoro abbia trovato un contratto con squadre continental al minimo dello stipendio, ovvero 27000 euro all'anno. Non lo sa questo Di Rocco? E non sa quanto guadagnerà il suo perseguitato preferito l'anno prossimo?
Ecco, faccia un confronto ed allora saprà veramente chi é stato discriminato e chi no.

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 04/01/2007 alle 20:18
Secondo me non è un'impressione, quella della caccia ad Ullrich e Basso, è una realtà. Basso ha avuto la fortuna di trovare la DSC che l'ha tesserato dopo aver avuto l'ok da parte del pool di avvocati che ha esaminato gli incartamenti, mi pare che Ullrich sia ancora senza squadra. Mi pare che altri corridori siano stati tesserati da squadre ProTour pur essendo stati coinvolti in OP, eppure nessuno ne ha sconsigliato il tesseramento, nessuno ha nemmeno proposto di escludere tali teams dal ProTour. Eppure Basso è l'unico che è stato giudicato ed è stato totalmente prosciolto....
Mi pare che l'osservazione di Di Rocco sia corretta anche se, Felice, non hai tutti i torti: meglio parlare di tutti quei nomi coperti da 'segreto', quelli di calciatori e tennisti, parrebbe.
Credo che invece, per quanto riguarda la sistemazione trovata dagli altri coinvolti in OP, la sostanziale differenza sia quella tra i dirigenti di alcune squadre ProTour e gli altri: alcuni hanno avuto le palle di prendersi qualche rischio, altri no. E non si può non tenere conto del fatto che Basso era il corridore più appetibile del 'mercato' (che brutto termine!) ciclistico, mentre altri non lo erano nemmeno prima di OP.

 

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Livello Luison Bobet




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  postato il 04/01/2007 alle 20:40
Ad onor del vero, va anche detto che la frase estrapolata da Felice, così come viene presentata, si presta a critiche sicure. Ma la domanda e la successiva risposta completa danno a quella frase, a mio parere, tuttaltro significato. Di Rocco voleva più che altro evidenziare il fatto che venissero colpiti senza pietà gli atleti più in vista al fine di dare il messaggio 'stiamo combattendo il doping', che è la più grossa balla che dice l'Uci: se volevano combattere il doping, dovevano tenere segrete quelle carte che tanto hanno bramato nei giorni di Strasburgo. Magari l'inchiesta andava avanti arrivando più vicina alla verità. Ma magari quella verità, a quei signori, faceva paura.....
Significativo il seguito di questa risposta:

'.. Peraltro, proprio sul caso Basso, noi abbiamo alzato la voce proprio per questo: l'Uci ci aveva detto di aprire un procedimento disciplinare. In Italia abbiamo la fortuna che dei procedimenti disciplinari se ne occupa la procura dell'antidoping del Coni, istituzione che non è legata a noi in alcuna maniera, per cui noi eravamo sereni e tranquilli e al Coni hanno potuto lavorare in completa autonomia. Nel momento in cui il procedimento è stato fatto ed è stato poi successivamente chiuso, perché non sussistevano argomenti per tenerlo aperto, dall'Uci ci hanno detto che non dovevamo chiuderlo. Ma allora perché il procedimento disciplinare non l'ha aperto l'Uci? ...'

Esatto, armiamoci e partite. L'Uci vuole sospendere gli atleti? Lo faccia, perchè non lo fa? Perchè vuole solo gli onori e non gli oneri. Ora, se fosse stato sospeso dall'Uci, Basso potrebbe chiedere milioni di Euro di danni, invece è stato danneggiato a tutti i livelli e non ha possibilità di rivalsa. Comunque Di Rocco voleva evidenziare la carenza dell'Uci e l'incapacità di certi papaveri, non mi pare proprio sia il tipo che vuole crocefiggere gli atleti o curarne solo alcuni.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 22:01
ho letto la bella intervista di Mario, e mi pare si sia spaziato su diversi temi interessanti.
volevo inizialmente rispondere a Felice:
Originariamente inviato da Felice

Venendo ora al contenuto dell'intervista a Di Rocco, c'é un passo nelle sue dichiarazioni che proprio non mi va giù. E' il seguente:

Il problema è reale anche perché adesso sembra che ci sia quasi una "caccia" verso Basso ed Ullrich, mentre invece se una legge deve essere applicata deve essere applicata con tutti i 58 ciclisti presunti coinvolti in Operacíon Puerto. Andare a cercare di colpire soltanto i due ciclisti che hanno maggiore immagine è qualcosa di demagogico e di eticamente insostenibile.

In pratica, parla di Basso e Ullrich come se fossero delle povere vittime, sottoposti a un trattamento peggiore rispetto agli altri ciclisti coinvolti nell'Operazione Puerto.



Che Basso e Ullrich siano stati i più gettonati nella grande lotteria delle "voci" è un dato di fatto, e su questo non ci piove.
Ma è anche vero che si colpisce soprattutto Basso e Ullrich non in modo casuale, bensì come punte di diamante dei grandi giri: putacaso proprio quei grandi giri ribelli ad una prospettiva pro-tour.
Casualità?

Io non credo che l'FCI abbia agito, in difesa di Basso, unicamente per motivi etici; a quei livelli, bisogna essere dei politici per sbranare e non essere sbranati, per cui non esiste etica (oppure esiste in modo funzionale ad altre decisioni, oppure ne esiste molto poca). Ma ha agito così anche a tutela del "suo" Giro, e infatti Di Rocco si premura di precisare che l'FCI sostiene il Giro d'Italia contro il pro-tour.

D'altronde l'avevamo capito subito che OP è stata politicamente sfruttata in diversi modi: in Spagna, per riuscire ad adeguarsi alle leggi antidoping già in vigore in diversi paesi, e dall'UCI, invece, mozzando il campo partenti in un tour che sembrava potesse essere infuocato.
Di Rocco, come presidente FCI si muove anche da politico, ragion per cui ha agito in modo pratico sul caso Basso: a meno di non considerare Basso colpevole in partenza, il comportamento tenuto mi sembra realistico. non capisco, pertanto, dove stia il problema.

P.S. Però sulle dichiarazioni di Di Rocco dissento su un punto in particolare, cioè sulle città "ciclistiche": a me non sembra proprio che Reggio Emilia sia una città ciclistica, parecchie delle piste ciclabili che ci sono sono semplicemente due righe sull'asfalto che dovrebbero dividere la pista dalla strada. Dico dovrebbero perchè sono spesso invase dalle auto che le usano anche come parcheggio. Magari i vigili passano e fanno pure delle stragi, e allora il giorno dopo si legge sul giornale di eserciti di commercianti che causa multe "non possono più lavorare"..... ( ).

Se si esclude la pista di avviamento al ciclismo realizzato nei pressi dell'aeroporto, Reggio è tutto fuorchè una città ciclistica.

 

[Modificato il 04/01/2007 alle 22:52 by Carrefour de l arbre]


 
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  postato il 04/01/2007 alle 22:46
Originariamente inviato da Felice
In pratica, parla di Basso e Ullrich come se fossero delle povere vittime, sottoposti a un trattamento peggiore rispetto agli altri ciclisti coinvolti nell'Operazione Puerto.

Provo a girare la frittata.

I nomi di Ulrich e Basso sono stati usati dall'UCI per i propri
interessi. C'e' stato accannimento (in termini di "pressioni")
perche' erano i due nomi che piu' facevano notizia e, sopratutto,
gola agli organizzatori dei GT ed alle squadre. Ovvero le 2 entita'
che l'UCI vuole sottomettere.

Secondo me Di Rocco combatte l'UCI sullo stesso piano, anche se hai
ragione: degli altri ciclisti non gliene frega niente a nessuno,
in questa guerra di giganti.
Anche se, sconfiggendo l'UCI, Di Rocco fara' probabilmente anche il
loro interesse.

Per non essere da meno cito anche io un passaggio:
...la presunzione d'innocenza...
«...questa può essere un'optional, perché si potrebbe agire anche con una paritaria presunzione di colpevolezza, ma adesso come adesso non si governa né con l'una né con l'altra presunzione....>>

A parte l'ennesima stoccata al top managamenent, Di Rocco evidenzia
una cosa interessante e foriera di un basta all'ipocrisia dilagante.
La presunzione di colpevolezza mi piace, magari sbagliero', ma
nello sport preferisco che non esistano cavilli che permettano
di salvarsi.

 

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  postato il 04/01/2007 alle 23:37
Possiamo essere d'accordo o meno con le posizioni di Di Rocco però credo che vada constatato un importante elemento: dopo la sciagurata gestione Ceruti la Fci finalmente ha una sua linea politica portata avanti da un dirigente degno di questo nome.
Il ciclismo è lo sport che più di ogni altro vive un rapporto inscindibile con la propria storia, per questo è importante che le nazioni che costituiscono la culla della cultura ciclistica facciano fronte comune per evitare che tali valori vengano espropriati in nome di interessi economici che poco hanno a che fare con lo sport.
Come si può sperare che il ciclismo attecchisca anche in altre realtà se si vogliono tagliare le sue radici?
Basta parlare di marcheting e investimenti, lo sport vive di passione ed è su questa che bisogna investire eliminando tutto ciò che rischia di decretarne la morte.

 

[Modificato il 04/01/2007 alle 23:42 by W00DST0CK76]

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/01/2007 alle 00:04
Mi sconcerta molto la discussione che fate su chi viene difeso di più e chi di meno.
Credo che sul discorso ematocrito, nessuno sia stato più danneggiato di Pantani, c'è forse qualcuno molto meno famoso che ha subito quello che ha subito il Pirata o di più? C'era qualcuno che aveva il diritto di essere tutelato di più di Pantani?
Io neanche ricordo quanti sono stati fermati per il livello troppo alto di ematocrito e per nessuno di questi i giornali hanno scritto insulti e i tribunali aperto processi.
O.P. ha riempito le pagine di giornali e quotidiani non certo per tutti i 58 corridori sospettati, ma per 2 di questi, che sono stati infangati, non parliamo di quanto sarà accaduto personalmente alle rispettive famiglie, poi, non credo sarà stato un bel periodo per nessuno di loro.
In queste situazioni a pagare sono quelli in cima e quindi sono quelli che vanno difesi maggiormente se la tutela dei loro diritti viene a mancare ingiustamente.
Insomma se voi siete sospettati di aver fatto qualcosa di male e i vostri vicini, i vostri amici e i vostri colleghi lo vengono a sapere, si verifica una serie di situazioni imbarazzanti e spiacevoli che si ripercuotono sulla vostra famiglia, e non è giusto.
Se a pagare un prezzo più alto sono i più famosi, io dico che è giusto cominciare ad occuparsi prima di loro, anche gli altri sucessivamente ne avranno beneficio di conseguenza.
Caruso non sarà mai in grado di vincere un Tour, Basso forse sì e cercare di togliergli il diritto di farlo quando è stato giudicato non colpevole, è uno strano modo di fare giustizia.
L'etica e la morale poi non sono sentiti allo stesso modo dalle persone, c'è chi ritiene più deboli quelli che non erano nessuno prima e nessuno restano adesso e chi quelli che hanno avuto tanto e perciò adesso hanno tanto da perdere.
Mi piacerebbe capire se quando esprimete opinioni sulle persone di questo forum o sui ciclisti, lo fate basandovi sullo stesso metro di giudizio che utilizzate per le questioni personali di tutti i giorni oppure siate spinti dall'impulso morboso di emulare un giustiziere o un inquisitore.
Perchè se siete tanto onesti con le vostre vite come lo siete con i vostri pensieri, tanto di cappello, io non ne sono capace, ragiono con la pancia e con il cuore, mai con la testa, se invece vi piace dedicare un momento a fare Dio, vorrei sapere se è una buona psico-terapia.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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