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Autore: Oggetto: Critérium International (Fra) 2006

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  postato il 28/03/2006 alle 12:14
Savoldelli è arrivato 4° alla Tirreno-Adriatico.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Livello Jaques Anquetil




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  postato il 28/03/2006 alle 12:16
Originariamente inviato da nocs_84

E poi perchè si processa solo Di Luca per il fatto che punti al Giro?Savoldelli e Simoni mi pare che anche loro non si siano mai visti.Cmq penso che già dal PaesI bASCHI CHE INIZIA LUNEDì SI vedrà un buon Danilo.NOn ancora Killer come lo scorso anno ma con una discreata pedalata sì.Poi dalle numerose interviste rilasciate ha dichiarato che alla Liegi si potrà vedere un Di Luca competitivo per la vittoria.Insomma quasi al top.


Ho fatto il nome di Di Luca perchè mi era venuto in mente in quel momento. Comunque sono d'accordo con te, il mio discorso non è riferito a Di Luca in particolare, ma a tutti quei ciclisti di vertice che sacrificano la stagione per un unico obiettivo o quasi, sperando che il 2006 di Di Luca non sia così.
Sicuramente non vedremo lo straordinario Di Luca dell'edizione 2005 ai Paesi Baschi, ma spero che la sua forma sia migliore di quella vista alla Tirreno. Alla corsa spagnola, in casa Liquigas, vedo meglio Garzelli.

 
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  postato il 30/03/2006 alle 01:49
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Felice

Originariamente inviato da antonello64

Mi facevano ridere le critiche a Basso al Tour 2004 perchè non attaccava Armstrong: per staccare uno che in salita va a 25 km/h non basta la volontà di farlo, ma bisogna almeno essere capaci di andare almeno a 26 km/h (e per un bel tratto di strada) altrimenti è solo tempo perso, anzi spesso è controproducente e costa fatica (al contrario del fiato sprecato, che di fatica ne richiede molto poca).


Basso era stato criticato perché, in quell'occasione, aveva dato la netta sensazione di poter fare di più. Se poi era già al gancio per restare a ruota dell'Americano, allora il discorso é chiuso. Certo però che se uno in corsa comincia a dirsi "Mah, stiamo già andando su abbastanza forte, chissà se posso fare di più, magari non ci riesco..." e via ragionando in questo modo, difficilmente va lontano.

Ciao


solo Basso poteva sapere se poteva fare di più, ma sono convinto che se uno pensa quello che dici tu vuol dire che è al massimo: io non ho mai avuto l'impressione che Basso avrebbe potuto staccare Armstrong


Secondo me se lui tentava di fare qualcosa di più...all'Alpe d'Huez ne buscava ancora di più. Per me ha fatto bene a non osare, sarebbe saltato.



Giusto per rinfrescare la memoria: quando si criticava Basso, qualche motivo c'era pure: http://www.cicloweb.it/art160.html

In quest'occasione Ivan oltre a non attaccare (per scelta precisa) inseguì pure Ullrich che a sua volta aveva attaccato Armstrong. E alla fine tanta cautela lo portò comunque a perdere il secondo posto in favore di Kloeden.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/03/2006 alle 08:35
Originariamente inviato da Admin
Giusto per rinfrescare la memoria: quando si criticava Basso, qualche motivo c'era pure: http://www.cicloweb.it/art160.html

In quest'occasione Ivan oltre a non attaccare (per scelta precisa) inseguì pure Ullrich che a sua volta aveva attaccato Armstrong. E alla fine tanta cautela lo portò comunque a perdere il secondo posto in favore di Kloeden.


e se Armstrong fosse rimasto passivo per stanare Basso? tipo "a me Ullrich a un minuto non dà fastidio, se vuoi il podio datti da fare"; è comunque certo che se fosse scattato anche Basso sarebbe stato inseguito subito da Armstrong in prima persona.

 
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  postato il 30/03/2006 alle 15:13
Allora perché per 7 anni abbiamo dato addosso agli avversari di Armstrong, che non lo attaccavano mai? Con questa filosofia quanto sarebbe noioso il ciclismo? Tanto a che serve attaccare, ti riprendono...
Se attaccavi Armstrong era quasi certo che non lo battevi comunque. Ma se non ci provavi nemmeno, potevi togliere il quasi.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 30/03/2006 alle 17:04
Io credo che per giudicare Basso è necessario ed indispensabile fare una netta distinzione tra il Basso prima e dopo Tour 2004.
Il Tour 2004 è lo spartiacque della sua carriera.
Sino ad allora eravamo di fronte ad un corridore, eterna promessa, non vincente, passivo, senza personalità, privo di iniziative, destinato al limbo.
Poi ecco la graduale metamorfosi, ecco il nuovo Basso, un campione fortissimo in salita, forte a cronometro, forte sul passo, forte nei grandi giri (protagonista nel Giro e nel Tour 2005) forte anche in certe corse in linea, la cui crescita non sembra finita.
Ed un segnale di tutto ciò è l'ultima vittoria al Criterium International che non è arrivata per caso.
Potrò sbagliarmi, ma credo che il 2006 sarà l'anno della sua definitiva "consacrazione".

 

[Modificato il 30/03/2006 alle 18:43 by ciclgian]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/03/2006 alle 21:57
Originariamente inviato da Admin

Allora perché per 7 anni abbiamo dato addosso agli avversari di Armstrong, che non lo attaccavano mai? Con questa filosofia quanto sarebbe noioso il ciclismo? Tanto a che serve attaccare, ti riprendono...
Se attaccavi Armstrong era quasi certo che non lo battevi comunque. Ma se non ci provavi nemmeno, potevi togliere il quasi.


Caro Admin, io non sono tra quelli che hanno criticato Basso,
perché sono convinto che nessuno meglio del corridore può sapere se effettivamente è in grado di attaccare o meno: noi parliamo dalla poltrona e tutto ci sembra facile, ma sulla strada è tutta un'altra cosa, e poi non dimentichiamo mai che ci sono anche gli avversari, che non rimangono passivi ad assecondare le scelte di Basso, ma fanno quello che possono (nel caso di Armstrong, tanto) per contrastarlo.
Le critiche al limite si possono fare per non avere raggiunto un risultato che era alla propria portata (e non è certo questo il caso di Basso contro Armstrong), non certo per aver adottato una tattica di corsa che non entusiasma i tifosi; Basso anzitutto deve rendere conto del proprio comportamento alla squadra (compagni, meccanici e massaggiatori, che lavorano tutti per lui e che dai suoi risultati traggono bei guadagni) e poi allo sponsor che lo paga.
Se fosse andato in crisi per aver voluto dare spettacolo, e avesse perso il podio (con relativi guadagni) pensi che i compagni sarebbero stati contenti di questa sua scelta? Ma anche i suoi tifosi cosa pensi avrebbero detto: “bravo, non ti sei rassegnato e ci hai provato” oppure “che imbecille, perdere un podio per inseguire una chimera”?
Correre all’attacco comporta dei rischi, e secondo me possono essere presi solo quando ci sono discrete possibilità che il rischio paghi (mentre nel caso di Basso queste possibilità erano minime), altrimenti diventa una scelta suicida.
Pretendere da un corridore una tattica azzardata, anche quando non ce ne sono i presupposti, sarebbe come pretendere che una provinciale scenda in campo a Torino o a Milano e se la giochi a viso aperto con Juve, Inter o Milan: nove volte su dieci becca la goleada.

P.S. Nell’articolo che hai segnalato ti lamenti del fatto che Basso non ha preso la ruota di Ullrich quando questi ha attaccato a Villard-de-Lans, nel tentativo di scappare assieme e far saltare Armstrong: se permetti uno scenario del genere sarebbe stato alquanto improbabile, per non dire impossibile; secondo me Basso non avrebbe avuto il tempo di fare neanche 10 metri fuori dal gruppo che subito si sarebbe ritrovato l’americano alle calcagna, altro che guadagnare un minuto in coppia con Ullrich.

P.P.S. Marco Pantani nel 2000 provò l’attacco disperato per vincere il Tour e saltò per aria, ma lui non era nella stessa posizione di Basso: aveva alle spalle già tre podii (con una maglia gialla finale) e non sapeva cosa farsene di un quarto piazzamento. Lui (con il suo palmares) poteva dire “o tutto o niente”: Basso no, non aveva ancora raggiunto un risultato importante e non poteva permettersi di rischiare di perdere il podio per inseguire una utopistica maglia gialla.
Nel 2005 infatti ha rischiato e le ha provate tutte per vincere: il risultato però non è cambiato.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 30/03/2006 alle 23:13
Antonello, secondo me sbagli. Basso ha guadagnato infinitamente più simpatia e tifosi con il suo Giro 2005 finito con un ritardo abissale dal vincitore che con il suo smorto podio al Tour 2004. Simpatia e tifosi che vogliono anche dire interesse per il suo sponsor e la sua squadra.

Tu ci stai facendo l'elegia di un ciclismo da ragionieri, un cislismo che se fosse adottato da tutti poterebbe alla morte di questo sport.

Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/03/2006 alle 23:54
Originariamente inviato da Felice

Antonello, secondo me sbagli. Basso ha guadagnato infinitamente più simpatia e tifosi con il suo Giro 2005 finito con un ritardo abissale dal vincitore che con il suo smorto podio al Tour 2004. Simpatia e tifosi che vogliono anche dire interesse per il suo sponsor e la sua squadra.

Tu ci stai facendo l'elegia di un ciclismo da ragionieri, un cislismo che se fosse adottato da tutti poterebbe alla morte di questo sport.

Ciao


io non faccio l'elegia di nessun tipo di ciclismo: sto semplicemente dando ragione a un corridore che ha fatto tanta fatica per arrivare a un podio del Tour, e una volta che ci è arrivato è rimasto con i piedi per terra piuttosto che fare voli di fantasia.

Ciao

 
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Juniores




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  postato il 31/03/2006 alle 17:04
basso è un corridore concreto e determinato forse non simpatico, ma l'impegno suo è per i risultati (anche per i piazzamenti per ora, giustamente), e saranno i risultati a fare la differenza sull'apprezzamento del pubblico (quello non esperto soprattutto, che non lo conosce bene).
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/03/2006 alle 20:31
Originariamente inviato da antonello64
2) in corsa ci sono anche gli avversari, che qualche volta sono più deboli e qualche volta sono più forti: l'avversario più forte si può battere solo se egli stesso commette qualche errore e collabora nel farsi battere, altrimenti bisogna mettersi l'animo in pace e non pretendere chissà che.


Ma stiamo scherzando?
Stai distorcendo la realtà.
Nella farsa gialla fino al 2005 nessuno correva per sfidare Armstrong ma per giocarsi il secondo posto.
Questo non è sport, è varietà, è wrestling, è farsa.
Era Binda che diceva che gli gnocchi non hanno i "garuni"?
Basso nel 2004 non correva per battere Armstrong ma per convincere lo sponsor a rimanere nel ciclismo, ogni altra interpretazione è una manfrina votata all'elogio del regolo calcolatore.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/03/2006 alle 20:35
Originariamente inviato da ciclgian

Io credo che per giudicare Basso è necessario ed indispensabile fare una netta distinzione tra il Basso prima e dopo Tour 2004.
Il Tour 2004 è lo spartiacque della sua carriera.
Sino ad allora eravamo di fronte ad un corridore, eterna promessa, non vincente, passivo, senza personalità, privo di iniziative, destinato al limbo.
Poi ecco la graduale metamorfosi, ecco il nuovo Basso, un campione fortissimo in salita, forte a cronometro, forte sul passo, forte nei grandi giri (protagonista nel Giro e nel Tour 2005) forte anche in certe corse in linea, la cui crescita non sembra finita.
Ed un segnale di tutto ciò è l'ultima vittoria al Criterium International che non è arrivata per caso.
Potrò sbagliarmi, ma credo che il 2006 sarà l'anno della sua definitiva "consacrazione".


Sono sostanzialmente d'accordo con te, ma sono dell'opinione che lo spartiacque non sia il 2004 ma il 2005.
Il 2004 apparteneva ancora all'epoca del "ragioniere", quello che collabora con Armstrong e insegue Ullrich se necessario.
Il meglio viene dopo (anche se ha preso dei vizietti che non mi piacciono, tipo il Danimarca al posto di S.Sebastian o la rinuncia al Lombardia).

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/03/2006 alle 20:37
Originariamente inviato da Felice

Antonello, secondo me sbagli. Basso ha guadagnato infinitamente più simpatia e tifosi con il suo Giro 2005 finito con un ritardo abissale dal vincitore che con il suo smorto podio al Tour 2004. Simpatia e tifosi che vogliono anche dire interesse per il suo sponsor e la sua squadra.

Tu ci stai facendo l'elegia di un ciclismo da ragionieri, un cislismo che se fosse adottato da tutti poterebbe alla morte di questo sport.

Ciao


Hoc est.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:02
caro arancia,caro felice,
non sono d' accordo.
non tanto sulla specifica circostanza di villard de lans, dove in effetti la csc non corse con coraggio, ma difese un podio importante per sponsor, squadra e perchè nello sport pro bisogna anche mettere fieno in cascina.

bisogna però riconoscere alle argomentazioni di antonello una loro intrinseca validità: non si può attaccare se non si va un poco più forte dell' avversario. o meglio, a nulla vale attaccare in quelle circostanze. il corridore, in salita, si accorge quando l' avversario ne ha di più.
ed armstrong, nella circostanza, ne aveva tanto di più.
non vale qui ricordare perchè ne aveva di più, in maniera imbarazzante per 6 tour su 7 ( per me fa eccezione quello dl 2003, quello di cap decouverte, quello sì perso dal kaiser per insipienza).
antonello conosce il ciclismo, forse ha corso e bene esprime la realtà delle corse.


se attacchi quando non ne hai, fai l' attacco velleitario delle 30 pedalate, quello che tutti noi deprechiamo.
non si tratta di fare l' elogio del ragioniere: sai che amo i corridori che attaccano, ma rifiuto il luogo comune dell' attacco generoso e suicida.
in particolare in quella circostanza basso lottava per raggiungere un risultato che fino ad allora non aveva mai sfiorato.
doveva andare dietro a ulrich subito,se ne aveva, se no bene fece riis a fermare voigt per inseguire.
se ricordo bene, quello era il primo anno di basso con riis : va riconosciuto a biarne il merito di avere contribuito a cambiare la mentalità del corridore.
questi cambiamenti di mentalità si ottengono grazie anche al raggiungimento di risultati positivi: se salti sempre, non costruisci la fiducia.
basso era stato appena scartato da ferretti come possibile vincitore di un gran tour ed era considerato una promessa destinata a non sbocciare: un podio al tour era gran cosa.

rifiuto anche il luogo comune che il turpe trexiano vinceva perchè gli altri non attaccavano: purtroppo ne aveva di più, aveva la squadra più forte e più compatta, gli avversari trovati di livello non eccelso. ed era pure fortunato.
ovviamente non entro nel merito di perchè ne aveva di più, ma su questo punto la mia opinione è nota.
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:11
Mesty, come mi capita spesso, la penso come te.
Basso ha provato da subito a confrontarsi con i migliori nella corsa più difficile del mondo.
Pretendere che Basso scattasse quando immpegnava tutte le sue forze per restare attaccato ai migliori, mi sembra decisamente eccessivo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:19
caro Davide, so bene che tu Armstrong lo vedi come il fumo negli occhi (anch'io del resto) e che Basso non ti sta simpatico, e quindi non puoi accettare il fatto che lui abbia corso per il proprio risultato piuttosto che per far perdere l'americano: se devo dirla tutta una cosa del genere sarebbe piaciuta anche a me, ma se devo fare un ragionamento "super partes" non posso che condividere la tattica di Basso, che ha corso nel modo giusto per raggiungere il miglior risultato possibile.
Le probabilità che aveva di battere Armstrong erano quasi inesistenti e francamente non si poteva pretendere che il varesino rischiasse di giocarsi il primo risultato importante della sua carriera solo per spettacolarizzare la corsa.
Non ti piace il ciclismo dei ragionieri: eppure anche Hinault e Indurain hanno corso da ragionieri in quasi tutti i Grandi Giri che hanno vinto, concedendo allo spettacolo solo il minimo indispensabile, e quando proprio non potevano farne a meno.
Che ci vuoi fare: ognuno si fissa delle priorità, e se per caso il risultato finale è la priorità principale, qualche calcolo, volente o nolente, bisogna pur farlo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:35
caro mesty, non ho corso ma vado in bici da 25 anni (anche se non riesco mai a superare i 4000 km l'anno, perchè sono uno che soffre molto il freddo), quindi posso dire di conoscere bene la fatica che si fa sui pedali.
Vorrei aggiungere soltanto una postilla; qui si è detto che Armstrong ha vinto perchè non è mai stato attaccato seriamente: guarda caso le stesse cose le ho sentite dire per Hinault, per Indurain, per Rominger e per tutti coloro che hanno dominato le corse a tappe.
Insomma tutti i più forti non vengono mai attaccati come si deve: sarà un caso?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:36
Ma certo Antonello, anche io nel lontano luglio 2004, qui nel forum, avevo spiegato il perchè della cosiddetta tattica del ragioniere, che in autunno fruttò il rinnovo dello sponsor Csc, ben lieto per essere salito sul podio del Tour.
Il grande rammarico, in fondo, io lo provo per il Tour del 2005, dove pure si dice che Basso abbia "attaccato" Armstrong, con alcune progressioni decisamente prevedibili e facilmente rintuzzabili da parte del capo cupola.
Gli è mancata fantasia, gli è mancato coraggio di un attacco vero, da lontano, ha puntato solo ed esclusivamente su ciò che era sicuro e garantito, senza rischiare nulla per fare saltare il banco: per una seconda volta la sicurezza del podio si è rivelata più importante della possibilità di vittoria.
Certamente in questo atteggiamento hanno pesante influenza i limiti congeniti di una corsa strutturata come il Tour de France, assai programmabile e poco soggetto a scossoni, con le sue lunghe crono, le pendenze lunghe ma quasi mai aspre, le sue tappe di pianura percorse a 55 all'ora.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:43
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
per una seconda volta la sicurezza del podio si è rivelata più importante della possibilità di vittoria.


diciamola tutta: le possibiltà di vittoria erano molto ma molto poche.
Basso ha preferito la sicurezza del podio piuttosto che azzardare un tentativo che aveva pochissime (per non dire nulle) probabilità di riuscita.
Secondo me è una scelta logica e non credo si possa criticare per questo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:49
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
per una seconda volta la sicurezza del podio si è rivelata più importante della possibilità di vittoria.


diciamola tutta: le possibiltà di vittoria erano molto ma molto poche.
Basso ha preferito la sicurezza del podio piuttosto che azzardare un tentativo che aveva pochissime (per non dire nulle) probabilità di riuscita.
Secondo me è una scelta logica e non credo si possa criticare per questo.


Dal punto di vista sportivo sì che è criticabile: puntare in partenza al secondo posto significa partire sconfitti, non c'è alea, non c'è sfida, non c'è sport.
Dal punto di vista della contabilità aziendale, ovviamente, tanto di cappello a Riis (in fondo le scelte sono sue).

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 00:59
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Dal punto di vista sportivo sì che è criticabile: puntare in partenza al secondo posto significa partire sconfitti, non c'è alea, non c'è sfida, non c'è sport.
Dal punto di vista della contabilità aziendale, ovviamente, tanto di cappello a Riis (in fondo le scelte sono sue).



allora sarebbero da criticare anche tutti coloro che in una tappa piatta accettano passivamente la volata (pur non essendo velocisti, o non avendo velocisti in squadra), oppure quelli che nelle tappe di montagna cercano solo di limitare i danni e così via: non la finiamo più.
Secondo me ad un atleta si può chiedere solo di dare il massimo, per raggiungere il miglior risultato che è nelle sue possibilità (e questo può essere la vittoria, ma può essere anche qualsiasi altro piazzamento)
Per quanto mi riguarda, quando parlo di tattiche di corsa, mi limito a criticare solo quelli che fanno scelte che vanno contro la logica.

P.S. E poi, secondo me, Basso non è affatto partito per arrivare secondo: semplicemente si è reso conto, strada facendo, che il secondo posto era per lui il massimo risultato raggiungibile e si è comportato di conseguenza.

 

[Modificato il 01/04/2006 alle 01:49 by antonello64]


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 01/04/2006 alle 11:39
Mah, a quanto pare, del Tour 2004 non abbiamo gli stessi ricordi. Io di quel Tour ricordo degli attacchi di Armstrong rintuzzati con una certa facilità da Basso.

Quello che dico é che mi sarebbe piaciuto vedere anche degli attacchi di Basso rintuzzati (eventualmente, ma non si può dire, visto che non ci sono stati) da Armstrong. C'é forse qualcosa di male o di strano in questo?

Voi date per certo che, se Basso avesse attaccato, sarebbe successa qualche catastrofe maggiore. Ma chi lo dice? Armstrong ha attaccato senza successo. Forse che é andato in crisi per questo? Eppure neppure i suoi attacchi si sono mostrati risolutivi. Perché allora Basso non avrebbe potuto fare la stessa cosa?

Voi sostenete che Armstrong era nettamente più forte di tutti gli altri. Secondo me, in quel Tour e in salita, non era vero. Se lo fosse stato, avrebbe staccato Basso e sarebbe arrivato da solo, tanto é vero che ci ha provato e non ci é riuscito. Perché pensate che siano andati avanti insieme? Per fare quattro chiacchiere?

Quanto alla prevedibile obiezione - Basso se le é prese di brutto nella cronoscalata dell'Alpe di Huez - secondo me non fa testo. Mi ricordo bene quella tappa: Basso, solo fra tutti, era sempre attaccato alla borraccia, segno che quel giorno le cose non andavano. Secondo me quel giorno é stato vittima di quello smollamento di gambe che prende alcuni in prossimità dei traguardi importanti.

Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 11:56
Originariamente inviato da Felice
Voi date per certo che, se Basso avesse attaccato, sarebbe successa qualche catastrofe maggiore. Ma chi lo dice? Armstrong ha attaccato senza successo. Forse che é andato in crisi per questo? Eppure neppure i suoi attacchi si sono mostrati risolutivi. Perché allora Basso non avrebbe potuto fare la stessa cosa?


Mi sembra questo il punto che differenzia i ragionamenti (semplifico, scusatemi) "pro" o "contro" il Basso di Villard de Lans.
Penso che nel ciclismo moderno prevalga (troppo) spesso la mentalità della "cartuccia unica", sparata la quale si è disarmati.
Sul perchè sia così, lascio a voi, aggiungendo solo che credo che in parte sia un problema di preparazione e in parte di mentalità (nel thread sui giornalisti ho già detto cosa ne penso del "ciclismo spiegato dai gregari").

Originariamente inviato da antonello64
Non ti piace il ciclismo dei ragionieri: eppure anche Hinault e Indurain hanno corso da ragionieri in quasi tutti i Grandi Giri che hanno vinto, concedendo allo spettacolo solo il minimo indispensabile, e quando proprio non potevano farne a meno.


Ecco, a questo proposito secondo me Hinault non è proprio un buon esempio. Hinault ha spesso attaccato, spesso con successo, raramente (a parte la folia di Superbagneres) pagando per i suoi attacchi, ma anzi ripetendoli giorno dopo giorno.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 16:00
Originariamente inviato da ProfRoubaix
Ecco, a questo proposito secondo me Hinault non è proprio un buon esempio. Hinault ha spesso attaccato, spesso con successo, raramente (a parte la folia di Superbagneres) pagando per i suoi attacchi, ma anzi ripetendoli giorno dopo giorno.


è vero, Hinault ha attaccato spesso, ma sia il Tour 1981 che il Tour 1982 li ha vinti alla Indurain, facendo la differenza a cronometro e spremendosi il minimo indispensabile in salita: lo stesso Giro 1985 lo ha vinto centellinando le energie.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 16:15
Originariamente inviato da antonello64
allora sarebbero da criticare anche tutti coloro che in una tappa piatta accettano passivamente la volata


Ahahah, quante volate ci sono all'anno, e quanti Tour de France?

Secondo me ad un atleta si può chiedere solo di dare il massimo, per raggiungere il miglior risultato che è nelle sue possibilità


Poffarbacco, sono stupefatto, siamo d'accordo allora!
Ritenendo che la corteccia cerebrale faccia parte del bagaglio di un atleta, si richiedeva uno sforzo encefalico leggermente più consistente.
Dico, leggermente eh, mica roba da finire in un ospedale psichiatrico.

P.S. E poi, secondo me, Basso non è affatto partito per arrivare secondo


Allora terzo?
Ciao!

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 16:39
caro Davide, mi sa che hai esagerato con Basso.
Tu sei tifoso di Cunego ed il varesino non ti sta simpatico: al momento per me pari sono, però mi sa che al Giro terrò per Basso, se non altro per bilanciare il tuo tifo scalmanato.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 16:58
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da ProfRoubaix
Ecco, a questo proposito secondo me Hinault non è proprio un buon esempio. Hinault ha spesso attaccato, spesso con successo, raramente (a parte la folia di Superbagneres) pagando per i suoi attacchi, ma anzi ripetendoli giorno dopo giorno.


è vero, Hinault ha attaccato spesso, ma sia il Tour 1981 che il Tour 1982 li ha vinti alla Indurain, facendo la differenza a cronometro e spremendosi il minimo indispensabile in salita: lo stesso Giro 1985 lo ha vinto centellinando le energie.


Hinault non era Merckx, ma certo nemmeno Indurain.
Sui Tour (soprattutto sul 1982, anno della sua prima accoppiata Giro-Tour, dopo che nel 1980 il ginocchio non aveva retto), forse hai ragione.
Ma, per la serie "i corridori fanno la corsa" (sai come la penso): nel Giro 1985 (fatto per Moser, ho detto tutto) dove avrebbe potuto attaccare?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 17:07
Leggo i vostri commenti sempre con interesse, perchè una parte di vero c'è in tutti i ragionamenti.... Merito delle vostre conoscenze e capacità di ragionare...
Ma una cosa mi lascia perplesso.
Io ho corso a buoni livelli in una specialità, podismo, che qualche attinenza ce l'ha con le corse in bicicletta.
fare 18 km in campestre, comporta tattica e "garun". Come fare un tappone. Tattica e "garun".
Io mi rendevo conto benissimo di quando attaccare sarebbe stato inutile.
Ero un generoso e lo facevo spesso. Se poi aggiungete che ero fermo in volata, dovevo attaccare per forza. Sul passo o scattando su una salitella o su un tratto pesante. Finiva come doveva. A volte bene, spesso male.
Questo per dire ch ci sono cose in corsa che fanno capire il tuo ed il SUO limite. Capisci benissimo se il tuo avversario soffre il ritmo, se lo segue facilmente, se è in riserva. Lo guardi in faccia. Nelle gambe. Senti il respiro.
Non credo che Basso tutto questo non lo abbia fatto.
E sono convinto che nel 2004 si sia convinto di essere inferiore ad Armstrong. Dopo un pò non ha più corso per vincere, ma per il podio.
Nella storia del ciclismo , ho visto questo succedere molte volte. in molti Tour. Cosa fecero Gimondi e Poulidor nel 72, ad esempio? Ocana e Guimard tentarono di opporsi al monarca. E saltarono (uno non stava bene, l'altro ci rimise un ginocchio...). Gimondi e Poulidor si piazzarono.
Ho preso esempio di Gimondi e di Poulidor, perchè non erano due "succhiaruote". Erano corridori he avevano dimostrato di sapere attaccare. O di volerlo. Poulidor nei pirenei due anni dopo andò all'attacco di Merckx. Ma in quel tour, non trovarono spazio e modo. E voglia. e motivo. E forza.
giudicare Basso perchè si accucciò dietro Armstrong, come un ciclista "negativo" per me è n errore. Era un corridore che si provava ai massimi livelli per la prima volta. Non conosceva i suoi limiti , ma sentiva che l'altro li aveva maggiori. E nella testa, si accontentò di diventare "un corridore da corse a tappe". Per fare quello, ha dovuto non tentare di vincere. E' successo a lui, succederà ancora, l'ho visto fare a decine di corridori.
Poi può piacere di più l'indomito attaccante, non ne dubito. Il Chiappucci dei cento scatti a vuoto, per fare un esempio di corridore valido, coraggioso, ma da me mai apprezzato. Attaccare significa rischiare. In gioventù in tante corse importanti, chi mi allenava, si sgolava nel dirmi che era meglio arrivare terzo in volata che quinto dopo avere scriteriatamente attaccato. Sono stipidi gli allenatori o i direttori sportivi?
In un tour, un campione può attaccare anche fantasiosamente rischiare di perdere e saltare fuori classifica. Pantani lo fece. Era nelle sue corde. Ma dubito venga considerato grade per quello. forse è considerato grande perchè ha vinto... anche Fuente attaccava da lontano . Ma c'è qualcuno che oggi lo considera un grande? Lo ricorda come un Pantani? O un Gaul? O chi lo ricorda, come me, ne ha un ricordo simile ad un simpatico, fortissimo matto delle due ruote? Fa la storia chi attacca ed arriva. Credetemi. Quest'anno lo vedremo.

Aranciata, ipercritico maledetto , mi devi proprio tirare fuori la storia di S.Sebastiano? Basso non ha scelto nulla. ha risposto allo sponsor. Che doveva fre più che onorare chi lo strapaga?

ciao ragazzi. Il valore vero di Basso lo vedremo quest'anno. Senza moto taroccate in gara. potrebbe essere deludente. Ci sono coloro che seguono solo e non sanno imporre le corse. Potrebbe dimostrarsi un buon corridore e anche quando c'è da fare la corsa. al giro anno scorso aveva iniziato bene, poi è scoppiato causa ... cacarella? Malore? finita benzina? freddo? stress? .... vedremo.
io non accampo scuse continue come certi altri...
se non va, non va. e restano come corridori forti, coloro che arrivano. e possibilmente vincono.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 17:15
caro felice,
abbiamo ricordi senz' altro diversi: secondo me armstrong attaccava per staccare ullrich e quanti lo potevano impensierire a crono. Non aveva interesse a staccare basso, che lo poteva aiutare in montagna e a crono si prendeva , allora, minuti a vagonate.
basso aveva interesse a staccare il kaiser....
comunque non ricordo sti attacchi forsennati di lance, una volta staccato il kaiser, gli andava bene stare con basso e gli conveniva pure.
aggiungo che basso , se si eccettua in parte passo duran, non ha ancora dimostrato di avere il cambio di ritmo, ma ha sempre cercato di andare via con progresioni : così quest' anno al tour ha staccato ullrich e gli altri uomini da classifica eccetto lens.
con le progressioni è molto dura staccare lens: lui poteva soffrire gli scalatori con la rasoiata, il panta, heras, ma sul ritmo , a quel forsennato mulinellatore (neologismo)non vai via se lui sta bene.
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 17:28
Originariamente inviato da janjanssen


Aranciata, ipercritico maledetto , mi devi proprio tirare fuori la storia di S.Sebastiano? Basso non ha scelto nulla. ha risposto allo sponsor. Che doveva fre più che onorare chi lo strapaga?





Si fà per scherzare, e poi Basso sarà (anzi, "è") un grande corridore, ma io sono per l'altra campana e qualche frecciata gliela devo pur tirare, ostrega.
Ciao!

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 01/04/2006 alle 19:14
Originariamente inviato da mestatore

caro felice,
abbiamo ricordi senz' altro diversi: secondo me armstrong attaccava per staccare ullrich e quanti lo potevano impensierire a crono. Non aveva interesse a staccare basso, che lo poteva aiutare in montagna e a crono si prendeva , allora, minuti a vagonate.


Posto che mi baso soltanto sui miei ricordi, e che questi possono essere fallaci, a me sembra che gli attacchi di Armstrong fossero, appunto, attacchi alla Armstrong, ovvero fatti sull'ultima salita. Ora in un attacco fatto sull'ultima salita questo grande interesse a tirarti dietro uno che va più piano di te non é che lo veda, tanto più che, in precedenti occasioni, Armstrong non si é fatto scrupolo di abbandonare la compagnia ed andarsene da solo.

Originariamente inviato da mestatore

basso aveva interesse a staccare il kaiser....
comunque non ricordo sti attacchi forsennati di lance, una volta staccato il kaiser, gli andava bene stare con basso e gli conveniva pure.


attacchi forsennati... meglio non esagerare. Magari non erano proprio forsennati, ma erano pur sempre attacchi, e pure abbastanza decisi. Non molto diversi da quelli che, in altre occasioni, avevano permesso a Lance di andarsene da solo. In quell'occasione, invece, non sono bastati. E - ripeto - la risposta di Basso a quegli attacchi (non uno, ma diversi) non sembrava fatta con difficoltà.

Originariamente inviato da mestatore

aggiungo che basso , se si eccettua in parte passo duran, non ha ancora dimostrato di avere il cambio di ritmo, ma ha sempre cercato di andare via con progresioni : così quest' anno al tour ha staccato ullrich e gli altri uomini da classifica eccetto lens.


Concordo. Però, cambio di ritmo o progressione che sia, é chiaro quando attacca o quando collabora con qualcuno.

Originariamente inviato da mestatore

con le progressioni è molto dura staccare lens: lui poteva soffrire gli scalatori con la rasoiata, il panta, heras, ma sul ritmo , a quel forsennato mulinellatore (neologismo)non vai via se lui sta bene.
ciao
mesty


Sulla difficoltà di staccare Lance tramite una semplice progressione concordo.

Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 19:33
Originariamente inviato da ProfRoubaix
Hinault non era Merckx, ma certo nemmeno Indurain.


Assolutamente no, ci mancherebbe: volevo soltanto mettere in evidenza che qualche volta (quando gli è convenuto) non si è certo fatto scrupolo di adottare anche lui la tattica del ragioniere.

Del resto anche lo stesso Rominger, che era uno che all'attacco ci andava spesso e volentieri, al Giro del 1995 (contro Berzin e Ugrumov) campò di rendita sui minuti capitalizzati a cronometro, grazie anche una squadra fortissima.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 01/04/2006 alle 19:38
Originariamente inviato da janjanssen

Questo per dire ch ci sono cose in corsa che fanno capire il tuo ed il SUO limite. Capisci benissimo se il tuo avversario soffre il ritmo, se lo segue facilmente, se è in riserva. Lo guardi in faccia. Nelle gambe. Senti il respiro.


Ciao Jan, se però le cose fossero sempre così chiare, tutti gli attacchi andrebbero necessariamente a buon fine. E invece ci sono degli attacchi che falliscono ed altri che, inaspettamente, riescono. E poi ci sono delle volte in cui non é il primo attacco a mettere in difficoltà l'avversario e nemmeno il secondo. Ma magari il terzo o il quarto. Insomma, non credo che per attaccare sia necessario vedere già l'avversario in difficoltà per conto suo. Alle volte la difficoltà bisogna pure creargliela...


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 20:23
caro felice,
il grande jan ha come sempre maesso per bene i puntini sugli ii...
i corridori capiscono,sanno leggere la corsa se sono bravi, vedono se uno è al ,imite oppure no... , certo qualche volta sbagliano,credono di capire, ma il concetto è chiaro.
non si attacca per far godere suiveur e giornalisti, non si attacca tanto per farlo, tanto per provare, soprattutto se per la prima volta si è in classifica , alla caccia del podio nella corsa più importante...

oltretutto in una gara a tappe ,in salita, è è più facile capire che in una classica di un giorno, dove generalmente i possibili vincitori sono molti di più e spesso la situazione tattica è più complessa.

per me è certo, e sono contento che jan sia della mia stessa opinione all' incirca, che in quella occasione basso non sbagliò.
forse avrebbe dovuto seguire il kaiser quando partì, se ne aveva, ma forse non ne aveva e , percepito che lens non soffriva, bene fece a correre in difesa del podio.

comunque quest' anno si parrà la sua nobilitade, per così dire, e i segnali, dall' atteggiamento tenuto al criterium, sono incoraggianti.
io ci spero, caro aranciata....
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 20:37
Carissimi dottori Jan & Mesty, non ci si inventa idraulici, figurarsi attaccanti nel ciclismo.
Insomma, non ci si improvvisa.
Sbagliò per eccesso di prudenza? Fece bene i calcoli del ragioniere? Boff, fece quello che aveva sempre fatto, fece la sola cosa che sapesse fare.
In fondo chi lo elogia commette la stessa leggerezza di chi lo critica, con la differenza che taluni elogiano l'attendismo, talaltri criticano l'attendismo, chi vuol capire capisca, gli altri si mettano in fila allo sportello.
Ciao Gente.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 20:42
caro arancia,
mi segno questo post e lo tengo da parte per il momento giusto...
ciao mitico
mesty

ps: ricordati miguelon assieme all' amico bruyneel al tour verso liegi....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/04/2006 alle 22:30
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
In fondo chi lo elogia commette la stessa leggerezza di chi lo critica, con la differenza che taluni elogiano l'attendismo, talaltri criticano l'attendismo, chi vuol capire capisca, gli altri si mettano in fila allo sportello.


io non credo che si critichi una cosa o l'altra per partito preso: dipende sempre dalle situazioni che si vengono a creare, dagli avversari che si hanno di fronte e da molte altre cose.
Il sottoscritto ha spesso criticato Bugno per il suo modo di correre troppo timoroso (nonostante fossi suo tifoso), perchè ritenevo che Bugno avesse i mezzi per osare e ottenere di più, così come ho criticato Casagrande al Giro del 2000, quando non attaccò Garzelli nel momento in cui gli era superiore, gli permise di rimanere in classifica e alla fine fu battuto: ma ti potrei citare anche altri atleti meritevoli di critiche per le loro tattiche attendiste (Indurain in qualche campionato del mondo, tanto per dirne uno).
Nel caso di Basso però non ci vedo nulla da criticare.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/04/2006 alle 09:41
Originariamente inviato da mestatore

caro arancia,
mi segno questo post e lo tengo da parte per il momento giusto...
ciao mitico
mesty

ps: ricordati miguelon assieme all' amico bruyneel al tour verso liegi....


Sorbole, fu il canto del cigno!
Dai, io credo che Basso abbia davanti a sè almeno quattro o cinque stagioni ad altissimo livello, penso che tu sia eccessivamente pessimista.
Ciao!

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/04/2006 alle 09:46
Originariamente inviato da antonello64
Il sottoscritto ha spesso criticato Bugno per il suo modo di correre troppo timoroso (nonostante fossi suo tifoso), perchè ritenevo che Bugno avesse i mezzi per osare e ottenere di più,


Guarda, col senno di poi la cosa che più mi sento di criticare a Bugno è l'insistenza (la chiamiamo così? dai, chiamiamola "insistenza"), un'insistenza nella voglia di migliorarsi contro il cronometro.
Su quell'altare c'ha lasciato metà carriera e molto probabilmente ha sacrificato una nomea di cacciatore di classiche che avrebbe fatto sembrare ridimensionati Argentin, Kelly, Museeuw, Bettini etc etc

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 02/04/2006 alle 10:38
Caro Mesty,

secondo me c'é un po' di confusione sulla materia del contendere. Qui non si tratta di sapere cosa deve fare Tizio se Caio, suo principale avversario per la vittoria al Tour, é in difficoltà più o meno palese. E' ovvio che Tizio attaccherà. E le stessa cosa farà Caio se ad essere in difficoltà é Tizio.
Il punto é sapere cosa devono fare Tizio e Caio se nessuno dei due é in difficoltà evidente.
La risposta che tu (ed altri) date é la seguente: non devono fare nulla, meglio non mettere a rischio le posizioni acquisite. Al più, se vedono Sempronio, terzo nella generale, in difficoltà, d'amore e d'accordo si daranno da fare per fargli la festa.
La mia risposta é un po' differente. Se Tizio é primo nella generale e Caio secondo, Tizio cercherà comunque di scrollarsi dalla ruota Caio, intanto per vincere con certezza la tappa e, in secondo luogo, per incrementare il suo vantaggio su Caio, perché oggi Tizio sta bene, ma domani chissà... Ovviamente Tizio farà questo con un certo discernimento, provandoci ma senza troppo dannarsi l'anima e, comunque, senza mettere a rischio il suo primato nella generale.
Le maggiori responsabilità stanno invece sulle spalle di Caio, secondo. Sta a lui stuzzicare Tizio, indurire la corsa, provare e riprovare, cercare di creare le condizioni perché Tizio sia finalmente in difficoltà. Se non fa nulla, non succederà nulla e la sconfitta sarà assicurata. Anche perché non si tratta necessariamente di mandare Tizio in crisi nera: si tratta di cominciare a scalfirne la sicurezza, cominciare a batterlo, rubargli, che so io, quel mezzo minuto che serve a dirgli "guarda che non sei mica imbattibile, posso farcela, domani le cose ti andranno ancora peggio..."

Ecco, a quanto pare, Armstrong a quell'epoca la pensava come me, ed ha giocato esattamente il ruolo che ho tratteggiato per Tizio: ha provato a staccare Basso, poi, vedendo che non ci riusciva, si é detto "beh, in fondo che mi frega? Tanto lo batto a cronometro, lo batto in volata, il solo terreno su cui può mettermi in difficoltà é la salita. Se lui non si muove, perché dovrei farlo io?"
Basso evidentemente la pensava come voi. Il risultato si é visto: difesa di un secondo posto per ottenere, alla fine, il terzo.

Ciao

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 02/04/2006 alle 11:02
Quanto scritto in questo thread mi ha fatto tornare alla mente quanto si diceva tempo fa, una volta conosciuto il percorso del Giro. Si diceva allora: grande percorso, fatto per grandi imprese. Forse però i musicanti non sono all'altezza dello spartito. Chi sono infatti i corridori dei nostri giorni? Gente da attacchino sull'ultima salita, gente che aspetta la selezione da dietro, altro che grandi fughe! Altro che grandi imprese!

Quando si dice le contraddizioni... Ora al temerario che volesse provare una fuga da lontano gli si dice: ma ti rendi conti di quello che stai per fare? Ti rendi conto delle responsabilità che ti prendi? E se la fuga non ti riesce? E se ti riprendono e ti lasciano sul posto? E se questa tua pazzia ti costa un paio di posti in classifica generale? Cosa dirà il tuo allenatore? Peggio, cosa dirà lo sponsor?
No, non é così che si corre... Al più, se vedi uno dei tuoi avversari in difficoltà, allora sì, cerca di metterlo fuori gioco. Ma non da solo, di concerto con gli altri, non si mai. E poi, se siete in tanti, i guai del poveretto saranno ancor maggiori. Quanto a voi, che in difficoltà non siete, aspettate l'ultima salita. Ed anche lì, fate uso di prudenza, uno scatto di troppo ed il flop é dietro all'angolo che vi aspetta. Non dimenticate mai il comandamento fondamentale del ciclismo professionistico:

- Non metterai a rischio gli interessi del tuo sponsor invano.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/04/2006 alle 11:18
ah, caro felice,
scrivi tutte cose vere in generale e sono senz' altro d' accordo con te, in linea di principio.
come la maggior parte dei tifosi del ciclismo, (non tifoso di un solo corridore, non di ciclismo, io sono tifoso della bici)voglio vedere battaglia, voglio attacchi da lontano, voglio corridori coraggiosi.

ma , se parliamo della circostanza, di quella tappa, di quel tour, dobbiamo essere realisti: basso corse come poteva e lì, acquistò quella sicurezza e quella consapevolezza che quest' anno lo hanno portato a fare scelte coraggiose nuovamente, come l' anno scorso .
2 GT in un anno, tirando a vincerli entrambi: per questo e per l' uomo, serio e onesto, schivo e simpatico, quest' anno tifo per lui.

il comportamento in corsa deve tenere conto delle circostanze e dei rapporti di forza: detto questo, quello che tu dici è vangelo.
i rapporti di forza si può provare a rovesciarli,anzi si deve....ma suicidarsi non porta a nulla.
che doveva fare basso: stare passivo e lasciare che armstrong, che se ricordo bene aveva anche un landis formidabile nella circostanza, si togliesse le castagne dal fuoco, per poi attaccarlo?
mah, ivan, doveva difendere il podio, perchè nello crono successiva avrebbe preso mazzate, perchè nel gruppo c' era anche kloden e perchè risultava evidente che il bionico non sarebbe crollato.
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/04/2006 alle 11:24
scusate torno ora da berlino ma la sfida fra x il giro è già lanciata anche sul forum......
il paragone sarà dissacrante e la memoria vacillante ma nel famoso giro 98 il signor pantani attaccò a lago laceno e saltò a pochi km dall'arrivo facendosi scavalcare da zuelle,attaccò a piancavallo(vabbe c'era una sola salita),attaccò sul fedaia con dopo il sella, e attaccò a montecampione difendendosi da tonkov a pampeago.
Sappiamo tutti che Pantani era avvezzo a imprese partendo da lontano ma toh,che caso,solo in un occcasione il pirata è partito lontano dall'ultima salita,quindi attaccare a tutti i costi nn sempre è il massimo.
chiappucci lo faceva e quanti grandi giri vinse?premiamo forse i vari cacaito,chepe gonzales,e company quelli si che attaccano sempre o auguriamo ai corridori di fare come simoni ovvero fare gli spacconi e puntualmente saltare alle grandissime occasioni.
Penso che Ivan Basso possa solo recriminare contro il virus dell'anno scorso e non bisogna rimproveragli niente per gli ultimi due tour insomma quanti italiani hanno centrato due podi di fila al tour?senza dimenticare che lo scorso hanno avrebbe tranquillamente potuto raggiungere due podi mentre i signori armstong ullrich...non avevano attaccato sul duran o sul tenda e fatto grandi crono a firenze e torino.
la pur insignificante prova al criterium ha dimostrato l'autorevolezza del nuovo ivan nel modo di correre e gestire la corsa quest'anno deve raccogliere grandi risultati

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/04/2006 alle 12:40
Originariamente inviato da superalvi

Penso che Ivan Basso possa solo recriminare contro il virus dell'anno scorso e non bisogna rimproveragli niente per gli ultimi due tour insomma quanti italiani hanno centrato due podi di fila al tour?


Vedi, c'è a chi basta che un corridore competitivo sia italiano, e c'è chi non si sazia.
Anche io sono influenzato dall'italianità di questo o quel corridore, ma non mi basta, zozza eva, non mi basta.
Comunque spero sia chiaro che piuttosto che Basso io critico la struttura del Tour come corsa, lo ribadisco giusto per evitare equivoci.
Basso ha grandi mezzi, non mi ha entusiasmato l'uso che ne ha fatto sino ad ora ma, a 29 anni, ha ancora un po' di tempo per cambiare rotta, anche se avrebbe fatto piacere un po' più di ferocia nelle stagioni precedenti al 2004, quando era semplicemente un apprendista di 25 o 26 anni.

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 02/04/2006 alle 13:05
Ciao Mesty,

passando dal generale al particolare, in fondo si tratta di una diversa apprezzazione di quello che era nelle possibilità (fisiche) di Basso in quel Tour.

Nel 2005 ci ha provato. Quei suoi attacchi non gli sono costati assolutamente nulla sul piano della classifica generale e, per quel che mi riguarda, mi hanno convinto della sua inferiorità (in quel Tour) rispetto ad Armstrong. Sul piano mediatico e della popolarità ne é uscito con l'aureola di colui che ci prova, che si batte col gigante e se poi ne esce perdente, pazienza. Una sconfitta con l'onore delle armi insomma.

Nel 2004 non ci ha nemmeno provato. A me questo ha lasciato l'amaro in bocca, tanto più che mi sembrava (magari a torto, non lo discuto) più brillante che nel 2005. Se lo avesse fatto, non ci avrebbe rimesso nulla nella generale. Anzi, forse avrebbe racimolato quel pugno di secondi in più che gli avrebbero permesso alla fine di conservare il secondo posto. Dal punto di vista della popolarità, ne é uscito con la fama di colui che non attacca mai, e c'é voluto il Mondiale, il Lombardia, il Giro perché riesca a cominciare a scrollarsi di dosso questa reputazione sgradevole. Insomma, quella del Tour 2004 é stata una sconfitta del tipo: il nemico avanza, tu lo guardi e vedi che é ben armato, a questo punti ti arrendi e la cosa finisce lì.

Vabbeh, questa é storia passata. Il Basso di oggi é uno dei massimi favoriti a Giro e Tour. Quest'anno ci dirà come saprà gestire questo ruolo per lui abbastanza inedito, visto che in passato lo ha rivestito solo nel Giro dello scorso anno.

Ciao e buon Fiandre!

 
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