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Autore: Oggetto: Davide Appollonio e Rino Zampilli....dal Molise col trattore....

Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2007

  postato il 09/12/2009 alle 18:28
ciao giovani sono gli unici due ciclisti molisani professionisti quindi bisogna seguirli con attenzione.....iamm bell uagliòòòò

Appollonio, il giovane talento della Cervelo

Venerdi scorso, la Cervelo ha ufficializzato l’arrivo di due atleti: lo spagnolo Tondo Volpini e il giovane italiano Davide Appollonio. Per quest’ultimo, una promozione guadagnata sul campo: infatti, dopo un buon stage e diverse gare con la squadra di Sastre, il talentuoso corridore di Isernia, sotto la protezione del suo procuratore Giuseppe Acquadro, si è distinto alla grande e ha firmato un contratto di due anni.
“Se ho potuto aver questa opportunità, lo devo ai risultati conquistato quest’anno: ho vinto la Firenze-Empoli, poi il Giro delle Colline Capannoresi e il GP Pretola. Poi mi è arrivata l’opportunità di fare lo stage e di firmare il contratto per fare il salto di categoria. Ho vissuto lo stage con molta tensione ma giorno dopo giorno mi sentivo sempre più parte del gruppo. Questa squadra è la migliore per un giovane come me, che deve crescere senza avere responsabilità premature”.
Ci sono altri motivi per cui Davide ha scelto di andare alla Cervelo.
“Il modo di vedere le cose diverse da come si fa in Italia e l’ organizzazione. Non mi hanno fatto pesare il fatto di essere un semplice stagista di 20 anni ma mi hanno accettato fin da subito. Sin dall’inizio mi affascinava e mi affascina l’idea di correre all’estero: sotto tanti punti di vista, l’Italia non è all’altezza di affrontare certe situazioni. In più, posso imparare le lingue.”
Vent’anni e solo due stagioni tra i dilettanti: si potrebbe pensare che Davide Appollonio sia ancora troppo giovane per il salto di categoria. Il ragazzo nato il 2 giugno 1989, invece, sa già bene quello che vuole.
“Non credo di bruciarmi. Sono passato con loro per crescere gradatamente e per imparare prima a conoscere l’ambiente dei pro che è come una giungla. Poi anche se sono giovane, ho le idee ben chiare. Rimanendo con i piedi per terra e ascoltando tutte le persone che mi hanno dati consigli, seguirò quelli che ritengo più opportuni. I miei obiettivi per la stagione 2010?  Presto per dirli: comunque metterei la firma per riuscire a concretizzare al meglio le mie possibilità” spiega il ragazzo che sogna di vincere la Milano-San Remo.
Corridore molto veloce e che si difende sui percorsi intermedi (“cioè quelli con salite corte non troppo dure e con arrivi in pianura”), Davide Appollonio ha già ripreso la preparazione e intanto vuol fare dei ringraziamenti.
“Per questo salto, dovrei ringraziare tante persone. Ma se dovessi fare un nome, direi Riccardo Forconi. Essendo andato via da casa presto per trasferirmi in Toscana, lui mi è stato sempre vicino, anche nei momenti negativi. Ho vissuto in un ottimo vivaio, sin da junior con le stesse persone e son cresciuto gradatamente” spiega con emozione Davide.
Tipo ottimista, Appollonio ha scoperto la bici per caso.
“La passione per il ciclismo mi è venuta abbandonando il calcio e provando una Bianchi simile alla bici di Pantani, comprata da mio padre. Facevo passeggiate e poi dopo un mese ho corso le ultime gare di esordiente. ho subito vinto la prima e ho deciso di continuare abbandonando il calcio. Adesso per me, andare in bici è una cosa strana. Non è né lavoro né passione, ma uno sfogo della vita di tutti i giorni. Per sfogarmi cerco di concentrare tutta la rabbia correndo appunto in bici”.
Adesso, l’ottimismo e la grinta di Davide Appollonio dovranno aiutarlo per vincere l’avventuracon la Cervelo. Intanto, l’Italia vede un altro talento emigrare.

Jerome Christiaens


fonte: tuttobiciweb.it

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/12/2009 alle 18:34
Hai voluto la bicicletta?

Scopriamo il mondo di Rino Zampilli
http://www.cicloweb.it/art1499.html

Il ciclismo è sport in cui il sacrificio è basilare per poter perseguire i propri obiettivi ed inseguire i propri sogni. Sacrificio che porta spesso ad andare lontano da casa quando si è giovani, soprattutto se chi insegue i propri sogni viene da una realtà come quella dell'Italia meridionale, dove poter praticare l'attività con costanza è sempre molto difficile. Ma anche una volta raggiunta la meta, il tanto sognato passaggio al professionismo servono passione, convinzione e motivazioni sempre alte per poter superare ogni sorta di avversità. In tutto questo è racchiuso il percorso di Rino Zampilli, nato il 7 marzo 1984 a Venafro e residente a Roccapipirozzi, una piccola frazione del comune di Sesto Campano, in provincia di Isernia. Da questa stagione veste la maglia del piccolo team bulgaro Hemus, anche per lascirarsi alle spalle tre annate tutt'altro che fortunate nella massima categoria.

Partiamo dal momento che ogni ciclista professionista sogna, ovvero quello in cui alza finalmente le braccia al cielo. In giugno hai conquistato due successi di tappa in Romania in una corsa che non sarà stata proprio sotto i riflettori ma pur sempre di vittorie si tratta. Quali sono state le tue emozioni e che esperienza è stata per te?
«È stata sicuramente un'emozione grandissima, soprattutto dopo che lavori tanto per raggiungere l'obiettivo. È senz'altro un ciclismo diverso dal nostro ma a livello di competitività non c'è poi così tanta differenza con il nostro. Correre in certi luoghi può sembrare facile ma in realtà non lo è affatto: in gara infatti c'è sempre da soffrire e le medie di gara sono comunque alte, inoltre devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'organizzazione che c'è in quei posti, degli alberghi che ho trovato. Ci sono cose che qui in Italia noi ci sognamo e devo anche dire che ho trovato un'ottima accoglienza da parte del pubblico; si dice forse spesso che da quelle parti il ciclismo non sia molto seguito ma invece posso dire che viene apprezzato abbastanza».

Tra l'altro dopo vari mesi di inattività sei approdato nella piccola squadra bulgara Hemus. Come sono nati i contatti e cosa ti ha spinto ad accettare questa, chiamiamola così, scommessa?
«Da parte mia c'era la voglia di provare un'esperienza diversa, loro mi hanno cercato e così l'interesse alla fine si è concretizzato. La mia è una squadra che fa attività soprattutto nella Penisola Balcanica ed anche se a me piacerebbe poter tornare a correre qui in Italia devo dire che sono felice della mia situazione. È un ambiente diverso ma c'è comunque molta tranquillità, posso dire di trovarmi bene».

Tra l'altro le tue prime annate da professionista non sono state propriamente rose e fiori, dal momento che sia l'esperienza con l'Aurum Hotels che con la Katay non si sono chiuse troppo bene…
«Già nella prima stagione, appena passato professionista con la Naturino-Sapore di Mare fui operato per un attacco di appendicite, subito dopo rientrai alla Quattro Giorni di Dunkerque ma in una caduta subii una frattura alla spalla, ragion per cui corsi davvero pochissimo. L'anno seguente con l'Aurum Hotels ho vissuto invece il periodo peggiore: correvamo poco ed in più arrivammo al mese di giugno senza aver percepito nessuno stipendio, tanto che poi la squadra venne bloccata. A livello di morale è stato un brutto periodo, del resto non potrebbe essere altrimenti quando si corre senza percepire lo stipendio, in quei momenti si può avere solo la speranza che le cose possano migliorare. Lo scorso anno poi sono approdato alla Katay ma anche lì purtroppo si sono più o meno ripresentati gli stessi problemi legati agli stipendi ed alla scarsa attività. Avrò messo assieme una decina di giorni di gara in totale nel 2008».

C'è stato un momento in cui hai seriamente pensato di abbandonare il ciclismo per dedicarti ad altro?
«In momenti simili può subentrare lo sconforto ma anche se ero giù a lasciare la bici non ho mai pensato. Non ho mai perso la speranza, anche perché non accettavo l'eventualità di dover smettere di correre per delle colpe non mie e cercavo quindi di far di tutto per dimostrare di continuare».

Al momento sei l'unico ciclista professionista molisano. Sicuramente un motivo d'orgoglio, anche se immaginiamo che nella tua terra sia molto difficile praticare ciclismo a certi livelli. L'emigrazione diventa inevitabilmente una necessità...
«Purtroppo in Molise ci sono davvero poche risorse, di strutture adeguate non ce ne sono, per cui si può quasi dire che il ciclismo sia morto. Inevitabilmente per inseguire il mio sogno sono dovuto andare via di casa, anche perché ho avuto la fortuna di essere contattato dal team toscano Gragnano nella categoria juniores, che mi ha così permesso di continuare l'attività».

Potresti comunque non essere l'unico, visto che quest'anno si è messo in grande evidenza tra i dilettanti Davide Appollonio, per il quale si parla di uno stage con la Cervèlo...
«Si conosco Davide, è un ragazzo molto forte e merita una chanche. Spero che continui per questa strada e che abbia fortuna».

Torniamo a te: come e quando hai iniziato ad andare in bicicletta?
«Ho iniziato all'età di nove anni nella squadra del mio paese, il Gruppo Ciclistico Pedale 91 in cui ero assieme ad altri 3-4 ragazzi. Diciamo che il tutto è nato un po' per caso, è stata una cosa che è cresciuta col tempo: guardavo sempre questi ragazzi andare in bicicletta, guardavo...guardavo e a lungo andare "rosicavo" un pochino, così mi sono convinto a provare. È stata quindi una cosa spontanea, dal momento che sono andato io stesso dal direttore sportivo per iniziare. I miei genitori all'inizio erano un po' diffidenti, dal momento che mi avevano visto fare tutto da solo in quel modo ma successivamente hanno appoggiato la mia scelta».

Come è proseguita poi la tua carriera ciclistica?
«Sono stato nel Pedale 91 dalla categoria G6 fino agli Esordienti, poi da allievo ho corso con il Molise Ricambi di Bojano, in provincia di Campobasso, quindi come detto in precedenza da juniores mi sono trasferito in Toscana per correre con il Gragnano ed infine, prima di passare professionista, ho militato nella Grassi nella categoria Under 23. Da dilettante ho avuto anche l'occasione di fare molte esperienze con la nazionale, correndo i campionati europei, disputando gare in Belgio e poi anche i Campionati del Mondo di Madrid nel 2005, mentre a Verona nel 2004 ebbi il ruolo di riserva».

Ed ora veniamo alle tue caratteristiche... come ti definisci?
«A Madrid, in occasione di quel mondiale, mi avevano chiamato "il piccolo Bettini" (sorride), proprio per il fatto che sono un corridore capace di difendersi molto bene sugli strappi e le salite non lunghe ed ho anche un buon spunto veloce. Proprio per queste cose qui ho avuto anche altri nomignoli: per esempio dicono che sono un "cagnazzo" perché sono uno che tiene duro e non molla mai (ride)... mentre Tortoli, il direttore sportivo che avevo alla Grassi, mi chiamava "piccolo Saronni"».

La corsa che più di ogni altra hai sempre sognato di vincere?
«Il sogno di molti è spesso quello di vincere il mondiale, però se devo dire la corsa dei miei sogni dico la Milano-Sanremo perché la considero la corsa perfetta per le mie caratteristiche, visto che la Cipressa ed il Poggio non sono salite durissime».

Il tuo idolo ciclistico?
«Magari apparirò presuntuoso ma considero come mio idolo me stesso. Di idoli non ne ho avuti mai e non ho intenzione di averne, anche per non correre il rischio magari di avere delle delusioni. Sotto quest'aspetto la vedo così».

Al di fuori del ciclismo quali sono le tue grandi passioni?
«Nel tempo libero amo molto la pesca, lo considero il mio relax ed è un qualcosa che mi fa stare davvero bene, infatti non appena ho la possibilità me ne vado su qualche fiume o lago a praticarla. Inoltre mi piace molto leggere, soprattutto libri che non siano troppo pesanti. Mi piacciono romanzi d'avventura e libri gialli, inoltre mi è piaciuto molto anche l'ultimo libro che ho letto, che non rientra in queste ultime categorie: sto parlando di "Gomorra" di Roberto Saviano».

Che genere di musica ascolti?
«Sotto questo punto di vista posso dire di avere un idolo ed è Nino D'Angelo. Sono cresciuto guardando i suoi film e ascoltando le sue canzoni, come molti ragazzi della mia zona».

E per quanto riguarda i film?
«Ah, sotto questo punto di vista sono un patito di quelli comici di Totò, i suoi film li avrò visti migliaia di volte, difatti anche quando sono via da casa li guardo spesso in dvd. Quelli assieme alla musica di Nino D'Angelo sono le cose che non mancano mai (ride)».

In vacanza: mare o montagna?
«Amo entrambe, il mare non mi dispiace ma se devo proprio scegliere tra le due preferisco di gran lunga la montagna, poiché amo la natura e mi piace camminare per i sentieri».

Bene, a questo punto vuoi mandare un saluto ai lettori di Cicloweb?
«Certamente! Saluto tutti e spero che aumentino sia i lettori che gli appassionati di questo bellissimo sport che è il ciclismo».

Vivian Ghianni

 

[Modificato il 09/12/2009 alle 18:47 by danilodiluca87]

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Livello Tour




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  postato il 10/12/2009 alle 21:17
Tanta tanta fortuna a questi due ragazzi costretti ad "emigrare" per inseguire il loro sogno.

X Davide è il primo anno tra i pro e spero davvero che abbia la maturità giusta per entrare in quella che gli stesso ha definito come una vera e propria giungla...
La Cervélo è una grande squadra, offre garanzie ma questo è un mondo dove l'imprevisto è dietro l'angolo e pima o poi ti trovi a dover affrontare situazioni che non avresti nemmeno immaginato!
I mezzi e la classe per emergere ce li ha tutti, non è da tutti al primo stage fare un 5° posto (Tour of Britain) ancora un 10° e un 11° posto contro gente come Boasson Hagen o Napolitano...

Rino,
le difficoltà a cui mi riferivo prima, le ha vissute direttamente...
Anche lui passato prof a 22 anni e una carriera tra i dilettanti piena di vittorie prestigiose. Poi i pro e...squadre fallite per due anni di fila, poche corse e stipendi ancora meno.
Così "dirottato" all'estero (in Bulgaria) dai parolai, affaristi e spesso approfittatori team manager italiani (non tutti ovviamente) ha saputo rinascere e togliersi belle soddisfazioni; 5 vittorie, 2 secondi posto, un terzo e un quinto.

Rino e Davide entrambi "croce e delizia" di questo sport!

DELIZIA perchè si tratta senza dubbio di due talenti purissimi, usciti da una terra dove il ciclismo è solo un sport per "pazzi" e chi diventa professionista ha davvero delle doti fuori dal comune;

CROCE perchè per dimostrare il loro valore e come dicevo prima, inseguire il loro sogno, sono costretti a fuggire dall'Italia.

Spero che il 2010 sia un anno fantastico per i due giovani molisani...
FORZA RAGAZZI!!!




 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/12/2009 alle 09:32
Per Appollonio non credo sarebbe stato difficile trovare un team in Italia, penso si sia più trattato di una scelta. La sua recente stagione è stata a dir poco clamorosa. Venuto fuori dal nulla alla Firenze-Empoli è stato capace di essere costante per tutto l'arco della stagione, con innumerevoli piazzamente nei 10 anche quando lavorava per un compagno di squadra. Il suo stage nei prof è stato molto incoraggiante, spero si confermi, perchè sappiamo tutti quanti ragazzi si perdano per strada superando questo scalino.

 

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Fabio

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  postato il 12/12/2009 alle 16:13
Quattro ospiti d’onore ‘capitanati’ dal presidente della Federciclismo Di Rocco

Festa del ciclismo: ci siamo!

Domenica 13 a Oratino sarà tracciato il bilancio della stagione


Mancano ormai pochi giorni alla festa del ciclismo molisano 2009. L’appuntamento è fissato per le 11.00 di domenica 13 dicembre ad Oratino, presso il ristorante “La Roccia”. Sarà l’occasione per fare il bilancio della stagione appena terminata e proiettarsi al futuro.
Quattro gli ospiti d’onore della cerimonia: il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, il corridore professionista Alessandro Spezialetti, il campione d’Italia under 23 Matteo Rabottini ed il corridore under 23 di origine molisana Antonio Testa. Assenti giustificati i due molisani professionisti Davide Appollonio e Rino Zampilli, all’estero per iniziare la preparazione per la nuova stagione di corse.
Il presidente del Comitato regionale Fci Silvestro Belpulsi consegnerà, come accade ogni anno, dei premi speciali a personalità del mondo regionale del ciclismo: quest’anno i prescelti sono il giudice di gara Enzo Ritota, il giudice sportivo regionale Francesca Mite e Gaetano Rossi, coordinatore del memorial “Danilo Fasano” di Miranda.
Attese le presenze di importanti autorità politiche, sportive e militari.

Tra i premiati, i giovani campioncini di Santa Croce di Magliano:
Noemi e Michele Eremita

Questi i corridori che verranno premiati per aver conquistato i titoli di campioni regionali:
Cronostrada: Gennaro Donataccio (Euro 90 Molise) per la categoria allievi, Mario Di Florio (Farnese Vini Molise) per la categoria juniores
Strada: Gennaro Donataccio (Euro 90 Molise) per la categoria allievi, Alex Tesone (Farnese Vini Molise) per la categoria juniores
Mountain bike: Angelo De Nicolis (Cc Raspa) per la categoria allievi, Alessio Petrollini (Sessan Bike Sport & Natura) per la categoria juniores, Andrea Cardillo (Sessan Bike Sport & Natura) per la categoria master sport, Andrea Tamburri (Sessan Bike Sport & Natura) per la categoria master 1, Pietro Luigi Cicerone (Venafro bikers) per la categoria master 2, Lino Cardillo (Sessan Bike Sport & Natura) per la categoria master 3.
Giovanissimi: Gs Garofalo San Timoteo Termoli per la classifica a squadre, Luigi Miozzi (Shoqata Kulturore Arbereshe) e Noemi Lucrezia Eremita (Gs Garofalo San Timoteo Termoli) per la categoria G1, Adamo De Francesco (Pedale Molisano) e Giulia Dato (Pedale Molisano) per la categoria G2, Michele Eremita (Gs Garofalo San Timoteo Termoli) e Federica Parlapiano (Gs Garofalo San Timoteo Termoli) per la categoria G3, Mattia Condidorio (Pedale Molisano) e Giorgia Casando (Cicli Di Niro 1980) per la categoria G4, Danilo Angelone (Pedale Molisano) e Paola Giampetraglia (Pedale Petacciatese) per la categoria G5, Riccardo De Santis (Gs Garofalo Mobili Termoli) e Donatella Cicia (Gs Garofalo Mobili Termoli) per la categoria G6.

Saranno poi consegnate delle targhe a tutte le 24 società affiliate al Comitato regionale: Asd Shoqata Kulturore Arbereshe, Asd Gs Garofalo Pol. S. Timoteo, Acsi Cicloamatori club Torella, Asd Gs Cicli Bonefro, Asd Gc Cicli Di Niro 1980, Asd Gs Oratino, Asd Amici in bici, Asd Gc Casacalenda, Asd Sc Venafro, Asd Sessan bike Sport e natura, Asd Tranchese Cycling Molise, Asd Venafro Bikers, Asd Gs Garofalo Mobili, Asd Gs Molise Ricambi, Asd Centro ciclistico Raspa, Scd Team Vittoria, Asd Gli amici di Danilo Fasano, Asd Pedale Molisano, Asd Molisana Castelpetroso, Asd Gs Pedale Petacciatese, Asd Ciclo club Termoli, Asd Euro 90 Molise, Asd Aesernia, Asd Cicli Protek Farnese Vini Molise.


fonte: ilquotidianodelmolise

qualcosa si muove....forza ragazzi....
andrei solo per insultare Di Rocco

 

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