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Autore: Oggetto: Chad Gerlach

Livello Fausto Coppi




Posts: 2312
Registrato: Oct 2007

  postato il 08/10/2009 alle 09:38
Gerlach ci ricasca
L'americano, ex gregario di Armstrong, era tornato in bici a inizio 2009 con il team di Fanini, ma, dopo alcune vittorie, è ricaduto nella spirale dell'alcol e del crack. E ora vive a Sacramento chiedendo l'elemosina per ubriacarsi
Mail Stampa 21 commenti OkNotizie badzu Condividi su MySpace! Facebook Gazzatown MILANO, 7 ottobre 2009 - I demoni di Chad Gerlach sono ricomparsi. L'ex gregario di Armstrong, sprofondato in una spirale di alcol e droga dopo il ritiro dall'agonismo avvenuto nel 2003, sembrava aver vinto la sua battaglia quando a inizio anno era stato ingaggiato dal team di Fanini e aveva ripreso a fare vita da atleta.

VINCENTE — Tutto sembrava andare per il meglio. Uscite di 5-6 ore in bici, come un vero professionista, e anche il piacere di riassaporare la vittoria, anche se in una corsa minore come il Tour de Neze. In giugno si è anche piazzato quinto alla Nevada City Classic, l'unica corsa vinta nel 2009 da Lance Armstrong. La sua storia aveva attirato l'interesse di tifosi e sponsor. "Una vicenda così - aveva commentato il suo team manager Cristian Fanini - cattura l'interesse della gente. Alcuni venivano alle gare solo per salutarlo e sostenerlo".


Chad Gerlach in un video mentre fuma crack. RICADUTA — Troppo bello per essere vero. La rinascita di Chad ha lasciato il posto ad una pesante ricaduta. L'ultima corsa ufficiale risale al 4 luglio scorso, quando Gerlach ha gareggiato in un Criterium in California. Un amico di Chad, Joe Accentura, sostiene che Gerlach fosse sbronzo durante quella corsa. Non era la prima volta dal suo ritorno in bici a quanto pare: il padre Peter è convinto che anche quando vinse la prima tappa del Tour de Nze suo figlio fosse alticcio.

SEMPRE PEGGIO — La situazione è degenerata nell'ultimo mese: il 25 settembre la polizia di Sacramento lo ha fermato mentre si aggirava ubriaco per le strade. A quanto pare il padre ha fatto anche un tentativo di farlo ricoverare in un centro di riabilitazione, senza grande successo. Qualcuno lo ha ricosciuto mentre vagabondava per le strade di Sacramento, intento a chiedere l'elemosina per poi andare a bere: "Ragazzi quest'estate ho fatto proprio una bella vacanza - una delle frasi sconnesse che qualcuno gli ha sentito pronunciare mentre vagava lungo la diciannovesima strada - il prossimo anno tornerò in bici". Il guaio è che nessuno riesce a fare qualcosa. Di recente avrebbe confessato di non conoscere neppure il colore degli occhi e dei capelli di sua figlia, nata recentemente: "Dovrei fare una telefonata per scoprirlo...". L'aspetto paradossale è che gli sponsor americani quando invitano l'Amore &Vita a una corsa chiedono insistentemente la presenza di Gerlach. Che però è alle prese con ben altri problemi.
www.gazzetta.it

 

[Modificato il 08/10/2009 alle 09:53 by Laura Idril]


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2312
Registrato: Oct 2007

  postato il 08/10/2009 alle 13:52
Egregio Direttore,
la prego di pubblicare questa mia lettera perché la vicenda Gerlach mi sta molto a cuore e visto che non sono stato interpellato prima che metteste online una notizia così delicata, vorrei in questo momento spiegare alcuni passaggi importanti della ricaduta di Chad Gerlach.
Innanzitutto la notizia che avete pubblicato è incompleta, non per causa vostra ma della Gazzetta.it che ha a mio parere volutamente omesso tutta la parte riguardante la posizione del nostro team e del sottoscritto in questa triste storia (peraltro presente sia su cyclingnews.com che sul Sacramento Bee, quotidiano americano dove la notizia è stata presa).
Ci tengo pertanto a spiegare il tutto perché voglio sappiate che sto facendo qualsiasi cosa in mio potere per aiutare Chad.
Tutto è cominciato agli inizi di Settembre quando lui sarebbe dovuto essere regolarmente al via con il nostro team del GP Univest in Pennsylvania. Tuttavia, appena tre giorni prima della nostra partenza ricevetti una sua e-mail nella quale mi chiedeva di restare a casa in quanto la sua prima figlia sarebbe nata da lì a poco. Essendo a mia volta padre di un bambino di due anni e mezzo, mi sono messo nei suoi panni e non me la sentii di costringerlo a correre, quindi gli dissi che ero d’accordo affinché stesse con la sua famiglia.
Non potevo mai immaginare che mi stesse già mentendo e questo punto non so più nemmeno da quando. In quel momento infatti Chad era già scappato di casa, aveva già lasciato la sua fidanzata in procinto di partorire e viveva già sotto un ponte.
Ho sempre creduto che tutto andasse bene anche perché mi mandava costantemente delle e-mail nelle quali addirittura mi chiedeva di rinnovare il contratto per il prossimo anno in quanto aveva ricevuto anche proposte allettanti da altri teams non solo statunitensi (cosa di cui ero assolutamente fiero). Ripeto, tutto andava secondo i nostri programmi e lui avrebbe dovuto correre a Las Vegas nel US Final Crit (gara molto spettacolare che ogni anno chiude lo show Interbike). Circa dieci giorni prima di questa corsa cerco di chiamarlo ripetutamente per comunicargli il programma ma il telefono era costantemente spento. Allora provo con le mail, indirizzate sia a lui che alla sua fidanzata, gli invio il biglietto aereo per Las Vegas, il voucher dell’Hotel e dell’auto, pago l’iscrizione, insomma faccio tutto quello che ho sempre fatto di normale amministrazione. Anche in questo caso però nessuno mi risponde. Provo e riprovo come un pazzo, pregandolo di mettersi in contatto con me.
Soprattutto il fatto che perfino la sua fidanzata non mi rispondesse mi lasciava perplesso. La mia preoccupazione ad essere sincero non era rivolta a Chad, perché mai avrei creduto una cosa simile perché ripeto mai ci aveva dato segnali, nemmeno piccolissimi, di una ricaduta. Ero preoccupato perché temevo che fosse successo qualcosa di brutto alla bambina che in quel momento sarebbe già dovuta essere nata.
Alla fine, quando più non sapevo cosa pensare, ricevo (proprio nel giorno stesso in cui sarebbe dovuto essere al via del criterium) una telefonata dal nostro d.s. Gaggioli (che essendo suo amico ce lo aveva proposto lo scorso ottobre) e che come me si era fatto in quattro per aiutarlo e allo stesso modo in quei giorni le aveva provate tutte per rintracciarlo, il quale mi dice di aver ricevuto un breve messaggio su Facebook dalla compagna di Chad la quale ci comunicava che Chad li aveva abbandonati, era di nuovo depresso e ricaduto nella droga e nell’alcol. In quel momento mi è crollato il mondo addosso.
Non potete immaginare. Mi sono messo subito in contatto con i responsabili dello show televisivo Intervention che l’anno scorso avevano tolto Chad dalla strada e portato in una clinica di disintossicazione, per capire se fossero al corrente di ciò che era successo ma anche loro erano allo scuro di tutto. Allora mi metto immediatamente in contatto telefonico con suo padre e con i sui familiari e mi metto subito in contatto con loro. Sua sorella e suo fratello mi dicono che Chad con il suo comportamento ha distrutto la loro famiglia e loro adesso non intendono più fare niente per lui.
Suo padre invece, come potete immaginare disperato, mi spiega che Chad aveva mentito a tutti loro per mesi e nessuno di loro, sebbene avessero notato il suo comportamento non era più lo stesso, pensava che la situazione fosse degenerata se non dopo il giorno in cui era stato fermato ubriaco dalla polizia. Dopo questo episodio Peter Gerlach, suo padre, ha provato a convincerlo di ritornare in comunità ma dopo aver in un primo momento accettato, dopo soli due giorni è scappato e non è più tornato a casa. Non vuole più parlare con nessuno, addirittura non è nemmeno andato ad assistere alla nascita della figlia e l’unico modo per trovarlo è quello di girare per le strade di Sacramento. Informato di tutto questo mio padre dice a me e Gaggioli di volare subito negli Stati Uniti per riportarlo in Italia, ma non perché ci interessa recuperare l’atleta, il ciclismo con questa cosa non c’entra niente e anche quando lo ingaggiammo un anno fa lo facemmo esclusivamente per dargli la possibilità di fare la cosa che più amava, perché questo lo avrebbe sicuramente allontanato da certe tentazioni. Il nostro obbiettivo era, ed è tutt’ora quello di aiutare l’essere umano. Nonostante la nostra insistenza, il padre di Gerlach però ci ha ringraziato ma anche invitato a rimanere per il momento in Italia perché Chad si trova in una situazione psicologica talmente critica che potrebbe anche commettere delle cose gravi.
In questo momento ha bisogno di cure psichiatriche e di tornare in comunità per disintossicarsi. La nostra posizione in questo momento è quella di aiutare in ogni modo Chad, con tutte le nostre forze. Sono giornalmente in contatto con suo padre, l’unico che ancora riesce a comunicare con lui, il quale mi comunica costantemente gli sviluppi della sua condizione. Ripeto, io mi sono messo completamente a disposizione della famiglia Gerlach per qualsiasi tipo di aiuto che possano necessitare per salvare Chad e sono pronto in qualsiasi momento ad andare a Sacramento.
Rispetto la decisione di Peter Gerlach e finché non mi verrà chiesto rimarrò in Italia, tra l’altro dalle ultime notizie che mi ha dato sembra che abbia spontaneamente deciso di rientrare in comunità e questa per il momento è la vittoria più importante. Dopo di che, io e Gaggioli voleremo in ogni caso in America e cercheremo di riportarlo di nuovo in Italia. So che lui vorrebbe tornare a correre il prossimo anno ma questo adesso non è importante, noi vogliamo soltanto riportarlo qui, farlo vivere nel nostro ritiro con gli altri ragazzi, facendolo stare lontano da tutto ciò che lo sta definitivamente distruggendo, facendolo lavorare al nostro fianco a prescindere dalla mansione e dandogli tutto il nostro sostegno morale e psicologico. Proprio come abbiamo fatto fino a Giugno, quando tutto andava bene. Tuttavia per poter fare questo abbiamo bisogno di un suo segno di buona volontà altrimenti non credo che sarà facile recuperarlo questa volta.
Caro Direttore, se non ho parlato prima alla stampa della situazione di Chad Gerlach era esclusivamente per salvaguardarlo. Qui non si tratta di ciclismo, si tratta di un uomo che sta lottando per la vita e che si trova in una situazione psicologica così delicata che potrebbe degenerare in ogni singolo momento. Chad è una persona molto sensibile, forse la più sensibile che abbia mai conosciuto, è fragile, molto intelligente e nonostante la situazione in cui si trova è molto informato. Non ha nemmeno voluto parlare con i giornalisti della sua città ne tanto meno con le persone della TV che gli salvarono la vita, quindi cosa avrebbe pensato se io fossi uscito con un comunicato stampa che lo riguardava? Non sappiamo come avrebbe potuto reagire, a dire il vero non lo so nemmeno in questo momento.
Come tutti quelli che si trovano in queste situazioni, avrebbe potuto commettere anche qualche sciocchezza, quindi perché peggiorare una situazione che di per se è già disperata? E se ho deciso di replicare in questo momento è perché il Sacramento Bee ha pubblicato l’articolo da cui voi avete pubblicato una parte. Chad capisce abbastanza bene l’italiano e segue costantemente tutti i siti di ciclismo compreso TuttoBiciWeb.it, quindi mi auguro che leggendo questa mia lettera capisca ancora di più che noi tutti, compresi i suoi compagni di squadra, gli siamo vicini e pronti a tutto aiutarlo in ogni modo.

Forza Chad non mollare!

Ringraziandola per la sua collaborazione la saluto cordialmente e porgo a lei e a tutta la redazione di Tutto Bici i segni della mia massima stima.

Cristian Fanini
fonte: tuttobiciweb

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Oct 2007

  postato il 15/10/2009 alle 08:56
è tornato dalla sua fidanzata e da suo figlio.
sono contento per lui



spero che ora tuttobicisport e gazzetta per correttezza di informazione diano questa notizia dopo le notizie che hanno pubblicato.

 
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