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Autore: Oggetto: Un tuo omaggio a Fausto COPPI

Livello Tour




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  postato il 31/08/2009 alle 23:26
Cari Amici di Cicloweb, vi invito a lasciare un vostro pensiero, ricordo, aneddoto sul Grande Fausto Coppi perchè il 15 settembre p.v. ricorre il 90° anniversario della Sua nascita ed il 2 gennaio 2010 il 50° anniversario della Sua morte. Nonostante mezzo secolo sia trascorso da quel triste sabato 2 gennaio 1960 quando l'Airone ha chiuso per sempre le Sue ali maestose, i tifosi di ciclismo salgono sempre numerosi a Castellania per la triste ricorrenza come se il tempo si fosse fermato.

Lunedì 4 gennaio 1960: 86 corone di fiori facevano da sponda alle migliaia di tifosi che erano saliti sin lassù, a Castellania, per portare l'ultimo saluto al più Grande Corridore di tutti i tempi. Arrivavano da tutta l'Italia ed anche dall'Estero. Faceva freddo, pioveva ed ai lati della strada fangosa c'erano ancora residui di neve caduta nei giorni precedenti. Fra questa gente che saliva in silenzio con gli occhi lucidi c'era anche un milanese che era stato aiutato da Fausto a guarire le sue gambe malate, paralizzate! Fausto l'aveva fatto operare a Sue spese e lui, che non aveva affatto dimenticato quel gesto grandioso, era venuto a piedi da Milano per portare l'estremo saluto al Suo salvatore che gli aveva ridato la voglia di vivere, di camminare, sia pure a fatica.
Davanti a lui passavano attoniti Gino Bartali, Louison Bobet e tanti, tanti altri... C'era anche lui, quel milanese, quando la salma del Campionissimo passò in mezzo alla folla incredula per entrare nella Chiesetta di San Biagio nella disperazione di Livio, di mamma Angiolina
e di tutti quanti i presenti.
Più sotto, in una curva fangosa, giaceva abbandonata la vecchia ammiraglia della "Bianchi", la gloriosa Bianchi S9 targata MI50882!
Sopra non c'erano nè Gino Oriani, nè Giovanni Tragella, nè Pinella De Grandi, nè Aldo Zambrini: era sola!
Il Suo Amico, per cui aveva valicato impervie montagne e disceso ripide
stradine ghiaiose, non c'era più e non sarebbe più tornato indietro.
La malaria se l'era divorato a soli quarant'anni, ma perchè ...

 
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Livello Tour




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  postato il 02/09/2009 alle 07:33
Molti leggono il thread ma nessuno lascia scritto un pensiero su Fausto Coppi.
Poichè sto lavorando ad una pubblicazione sul Campione di Castellania ho intenzione di riservare alcune pagine al ricordo degli appassionati di ciclismo ed in particolare dell'Airone. Pertanto, sarei felice di leggere qualche ricordo di amici come voi che amate profondamente questo bellissimo sport, il ciclismo. Grazie di cuore.
Al momento oppportuno darò notizie sul mio lavoro che si dovrebbe concludere a fine novembre. Fornirò titolo e tutto quello che è necessario.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/09/2009 alle 08:25
Caro Delfo,
non ho purtroppo ricordi diretti del Campionissimo.
Se non il fatto che la mia famiglia (mio nonno e mia madre) erano tifosissimi di lui.
Mia madre, giovinetta nei primi anni '50, litigava all'Oratorio con le sue coetanee troppo "paolotte" (espressione milanese per indicare i baciapile) e, quindi, bartaliane.
Questo è l'unico ricordo.

 

____________________
nino58

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 02/09/2009 alle 11:08
Ero adolescente quando Coppi si era ormai avviato verso la fine della sua carriera di corridore. Era, credo, il 1959 quando la Mentone-Roma transitava per la mia città. In mezzo al gruppo vidi solo lui con la sua maglia Carpano Coppi: sarà stata la sua posizione in bici, sempre elegantissima, sarà stato il grande, inarrivabile carisma ma io vidi solo lui.
Riuscii ad avere una maglia della Carpano Coppi, era tutta bianca con le scritte nere. La indossai per anni nei miei allenamenti.

 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 02/09/2009 alle 16:22
Non so se sono pertinente con i ricordi su Fausto Coppi...........però voglio esprimere un sentimento autentico.
Oggi, ragiono da tifoso e praticante di ciclismo.
Nasco nel Novembre 1960, quindi di Coppi solo per sentito dire......, eppure quando da adulto scopro il ciclismo a 22 anni e successivamente le strade di Fausto che da ragazzino ignoravo completamente perchè ero di un'altra zona.........vengo a sapere che un bell'articolo del Secolo XIX sulla scomparsa di Fausto fù scritto da un giornalista che sarebbe diventato mio suocero............il destino ha voluto che anche Lorenzo io non lo abbia potuto conoscere.
Caro Delfo se non sono stato pertinente mi scuso, ma ti assicuro che quanto dico mi viene dal cuore, e questo lo possono immaginare benissimo tutti quelli che leggeranno.

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 02/09/2009 alle 20:55
in omaggio a Coppi recupero questo vecchio 3D,
magari a qualche nuovo utente puo' far piacere leggerlo.

Fausto Coppi: il periodo Sestrese
http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=3530

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 03/09/2009 alle 09:39
questa pagina tieni molti omagio per coppi ed su epoca:
http://www.giannibertoli.it/C30001.html

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/09/2009 alle 10:35
Un calendario di eventi per celebrare degnamente il mito di Fausto Coppi nel 2010, cinquantesimo anniversario della sua morte. Questo è l’obiettivo dei Sindaci di Novi Ligure, Castellania e Tortona che insieme al Presidente della Provincia, Paolo Filippi e al giornalista sportivo Gian Paolo Ormezzano sono stati i protagonisti della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, giorno in cui Coppi avrebbe compiuto il suo novantesimo compleanno, presso il Museo dei Campionissimi di Novi.

Ad aprire l’incontro è stato il padrone di casa, il Sindaco Lorenzo Robbiano, che ha presentato il Comitato d’Onore nominato per l’occasione. L’organismo, che si occuperà di organizzare le manifestazioni, sarà presieduto dai figli dell’indimenticato campione, Marina e Faustino Coppi.
Altre prestigiose adesioni sono quelle del Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco (rappresentato questa mattina dal Consigliere Federale Carlo Buzzi), dell’On. Mario Lovelli, della Regione Piemonte (con il Presidente Mercedes Bresso e l’Assessore allo sport Giuliana Manica) della Provincia di Alessandria e dei tre Sindaci dei Comuni interessati; ne fanno parte, inoltre, i gregari che hanno condiviso le imprese sportive del grande Airone, numerose associazioni sportive e società ciclistiche della zona, insieme ad altre personalità ed enti legati al territorio e al ciclismo. Nell’annunciare la prossima ufficializzazione del Comitato, il Sindaco Robbiano ha poi anticipato le iniziative principali del prossimo anno.
Tra queste, una tappa del Giro d’Italia 2010, dedicata a Coppi, che interesserà i tre Comuni e sarà resa nota nelle prossime settimane; un percorso speciale della Coppa Romita, gara riservata alle categorie elite ed under 23, che coinvolgerà il territorio con arrivo a Castellania; una grande mostra sul mito di Coppi, curata dal giornalista Gian Paolo Ormezzano; la costituzione di un marchio identificativo e di un tavolo tecnico per coordinare e promuovere tutti gli eventi in programma.
Il Sindaco di Castellania, Sergio Vallenzona, ha ricordato la bella mostra su Fausto Coppi inaugurata sabato scorso in paese e ha sottolineato l’impegno della sua comunità nel celebrare la figura dell’illustre concittadino.
Massimo Berutti, Primo Cittadino di Tortona, ha voluto subito sgombrare il campo da eventuali polemiche campanilistiche annunciando un impegno comune che vada anche al di là delle celebrazioni e serva a realizzare iniziative per avvicinare i giovani al ciclismo.
Il Presidente Paolo Filippi, ha assicurato l’impegno della Provincia a sostenere una ricorrenza importante, che oltre a rendere omaggio al mito di Coppi potrà creare ricadute positive per tutto il territorio alessandrino, sia in termini di prestigio che di presenze turistiche.
La chiusura è stata affidata a Gian Paolo Ormezzano, grande firma del giornalismo sportivo, che ha anticipato la struttura della mostra di cui sarà curatore. Il mito di Coppi verrà affrontato secondo quattro filoni: l’Africa (dove maturò la tragedia che lo portò alla morte, ma che prima ancora segnò il Campionissimo come prigioniero di guerra); Torino, città molto amata da Coppi; il dualismo con Gino Bartali, che segnò un’epoca; Il fratello Serse, poco conosciuto rispetto a Fausto, ma che ebbe una grande importanza nella sua vita.
fonte:www.agenfax.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/09/2009 alle 11:13
Coppi è la nostra storia.
E’ l’Italia contadina degli anni 30, è la guerra, la prigionia, il ritorno in patria, la ricostruzione.
E’ sposare la ragazza che avevi conosciuto prima di indossare il grigio verde.
Se penso a Coppi, penso a mio padre.
Stessa terra d’origine, stessa passione per la bicicletta. Fausto scendeva da Castellania per andare a fare il garzone di salumeria a Novi ligure. Mio padre partiva da Montaldeo per andava a lavorare nei campi dell’alessandrino.
Passava da Castelletto d’Orba e me lo diceva che nel 38 Coppi aveva vinto proprio lì, a un passo da casa sua.
Poi la partenza per il fronte ( Fausto in Africa, mio padre in Grecia),l’8 settembre, i campi di concentramento, la liberazione , il ritorno su quelle colline.
E c’erano due ragazze genovesi che li aspettavano.
Coppi è il campo di papaveri rossi in primavera, la nebbia dell’autunno, gli agnolotti nel vino e il bollito con la salsa verde,l’odore della cantina.
Nel 46 mio padre partì in bicicletta dal suo paese e andò in cima al Turchino per assistere al passaggio della Sanremo: Fausto era già in fuga, ma questo non gli bastò per diventare suo tifoso. Preferiva Bartali perché - diceva- era uno come lui, uno che non mollava mai .
Però quella bicicletta è ancora appesa al muro, in un magazzino che non si apre da troppo tempo:in un giorno di primavera di tanti anni fa sul Turchino c’era anche lei.


 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 30/10/2009 alle 09:08
Forse non aggiungo nulla di particolare alle molte cose interessanti già dette...........credo però sia fondamentale tenere viva questo threads di Delfo.
Parlare di Coppi nel momento in cui ci avviciniamo al 02 Gennaio 2010 significa soprattutto tenere viva la nostra storia, le nostre radici.
Ricordo ai più giovani che sarà una delle ultime occasioni quel giorno di avere davanti i monumenti del ciclismo di tutti i tempi.
Sarebbe bellissimo quindi che in tanti scrivessimo qui una semplice parola. E soprattutto che a Gennaio e poi per tutto il 2010 con la tappa a Novi Ligure e quant'altro graviterà in quella zona, fossimo in tanti a partecipare.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2010 alle 10:47
Oggi sono cinquant'anni.
L'omaggio a Fausto ed un abbraccio a Marina e Faustino.

 

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nino58

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 02/01/2010 alle 10:56
Originariamente inviato da cancel58

Coppi è la nostra storia.
E’ l’Italia contadina degli anni 30, è la guerra, la prigionia, il ritorno in patria, la ricostruzione.
E’ sposare la ragazza che avevi conosciuto prima di indossare il grigio verde.
Se penso a Coppi, penso a mio padre.
Stessa terra d’origine, stessa passione per la bicicletta. Fausto scendeva da Castellania per andare a fare il garzone di salumeria a Novi ligure. Mio padre partiva da Montaldeo per andava a lavorare nei campi dell’alessandrino.
Passava da Castelletto d’Orba e me lo diceva che nel 38 Coppi aveva vinto proprio lì, a un passo da casa sua.
Poi la partenza per il fronte ( Fausto in Africa, mio padre in Grecia),l’8 settembre, i campi di concentramento, la liberazione , il ritorno su quelle colline.
E c’erano due ragazze genovesi che li aspettavano.
Coppi è il campo di papaveri rossi in primavera, la nebbia dell’autunno, gli agnolotti nel vino e il bollito con la salsa verde,l’odore della cantina.
Nel 46 mio padre partì in bicicletta dal suo paese e andò in cima al Turchino per assistere al passaggio della Sanremo: Fausto era già in fuga, ma questo non gli bastò per diventare suo tifoso. Preferiva Bartali perché - diceva- era uno come lui, uno che non mollava mai .
Però quella bicicletta è ancora appesa al muro, in un magazzino che non si apre da troppo tempo:in un giorno di primavera di tanti anni fa sul Turchino c’era anche lei.




Il mio omaggio al Campionissimo,

http://www.ilsussidiario.net/News/Sport/2010/1/2/FAUSTO-COPPI-50-anni-dall-ultima-fuga-del-Campionissimo-Il-/1/59124/

c'è anche un bel filmato.

Ciao

Maìno.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 02/01/2010 alle 11:19
Il dvd della gazzetta su Coppi raccontato dai suoi gregari è migliore, ma , nel giorno dell'omaggio al campionissimo, nell'impossibilità di far vedere il dvd, segnalo questi articoli, belli, sullo stesso tema.

Persino Crosetti scrive un articolo ciclistico bello.
Non ho tempo per approfondire, lo farò quando avrò tempo commentando BS di gennaio, ma una delle qualità del giornalista non può non essere che saper scrivere ( è tautologico).
Ma oggi, appunto, il ricordo va a Coppi, campionissimo e, per sempre, luogo dell'anima.
Gli eroi sono sempre giovani e belli...

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/13/coppi-gli-angeli.070coppi.html

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/13/coppi-gli-angeli.html

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 02/01/2010 alle 14:46
Per motivi anagrafici non ho avuto modo di assistere in presa diretta all'epopea di Coppi ma ho sempre seguito affascinato tutte le storie che hanno riguardato lui e il suo eterno amico/rivale Bartali.
La parole "leggenda" è ormai inflazionata ma, se dovessi considerarla nella sua accezione sportiva, il primo nome che mi verrebbe in tempo è proprio quello di Fausto, non solo per le sue imprese sportive ma per il modo in cui, insieme a Bartali e a Magni, ha saputo essere il simbolo di quell'Italia contadina che cercava di risollevarsi dalla guerra.
Nemmeno un bravo sceneggiatore sarebbe stato in grado di raccontare una storia meravigliosa come la vita di Fausto, ricca di trionfi ma anche di dolori, come gli stenti della guerra, la morte del fratello e il fango gettatogli addosso da un paese ancora bigotto che non accettava la sua relazione con la "Dama Bianca".
La sua rivalità con Bartali ha toccato momenti di sublime intensità sportiva ed umana, mi vengono sempre i brividi nel rivedere la foto del famoso scambio di borraccia, quell'immagine ci da l'idea della complementarità dei due campioni, di come uno abbia contribuito in modo fondamentale alla grandezza dell'altro, e viceversa.
Ancora mi sembra impossibile realizzare il modo in cui è scomparso, per una banale malaria ma forse il destino degli eroi è proprio quello di consegnarsi giovani all'eternità restando per sempre tali.

Resterai sempre immortale nei cuori di tutti, leggendario Airone dagli occhi malinconici.



 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2010 alle 15:40
Segnalo che su RAI3 è in onda uno speciale, con Beppe Conti in studio.

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2010 alle 11:39
non ero nemmeno nato...ma e' l'unico campione universale, di cui non ho vissuto in prima persona le gesta, che riesce ad emozionarmi, profondamente,quando mi capita di guardare qualche filmato con la sua immagine incerta in bianco e nero danzare con potenza sui pedali..

un uomo solo al comando,la sua maglia e' biancoceleste..il suo nome e' Fausto Coppi....ora come allora...

 

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non li senti?...questo e' il mio mondo..devo andare.

M.Rourke.THE WRESTLER.

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 03/01/2010 alle 14:06

COPPI: 50 ANNI DALL’ULTIMA FUGA DEL CAMPIONISSIMO.


È difficile scrivere su Fausto Coppi qualcosa che un lettore medio non sappia già. Non solo il lettore specialista di ciclismo, l’appassionato, il fanatico, ma anche il lettore qualunque. Chiunque, se interrogato, saprebbe nominare le imprese più significative e le frasi più celebri ricollegate a tale uomo.

Di Fausto si sa tutto. Chi scrive è troppo giovane, e non ha mai visto una sua corsa. Eppure ogni competizione ciclistica è segnata da almeno un aneddoto che lo riguarda. La rete è piena di notizie, di descrizioni delle sue vittorie. Le librerie contano decine di volumi dedicati al campionissimo, l’ultimo dei quali è stato avvistato dal sottoscritto persino in un Autogrill, tra i molti volumi di Faletti, vicino a quelli che sparano veleno e insinuazioni contro al Vaticano o alla politica.

Ogni gesta coppiana è divenuta celebre, fin dalle prima, la Fuga sull’Abetone, appena ventenne, nel 1940, davanti al capitano Bartali. Ancora oggi Coppi è il più giovane vincitore di un Giro. Poi la guerra, e col Ginettaccio toscano un dualismo che spezzò l’Italia in coppiani e bartaliani. Di quei due si potrebbero raccontare centinaia di aneddoti di invidia e di amicizia, di rivalità e di cordialità, di borracce scambiate e di fughe insieme, di litigi furibondi e di partite a carte. E poi la Cuneo-Pinerolo, “l’uomo solo al comando”, le fughe infinite in Francia, l’Alpe d’Huez e il Puy de Dôme, fino al 1953 e alla vittoria dell’unica competizione che ancora gli mancava, il mondiale di Lugano.

Quindi, a dirla tutta, oggi si celebra un mezzo anniversario: Fausto, 50 anni fa, non se n’è andato; il 2 gennaio 1960, è semplicemente morto. Da allora di lui si è continuato a parlare, e quando non siamo noi a parlarne, ci pensa la strada a ricordarcelo. Non c’è luogo in Italia che non sia stato attraversato da una sua impresa. Pinerolo, lo Stelvio, il Turchino, sono nomi che se pronunciati riportano subito a lui.
Un monumento sul Pordoi, la montagna che più volte è stata affrontata nella storia del Giro d’Italia, ci ricorda la sua fuga tra Falzarego e Sella, e la sua vittoria a Bolzano, davanti a Bartali. Sullo Stelvio una stele ne ricorda il nome, e quel fantastico attacco che nel 1953 lo portò a staccare Koblet e a conquistare il suo quinto Giro, a 13 anni dal primo nel 1940. Dagli anni ’60 si ribattezza col suo nome la cima più alta che viene attraversata dal Giro d’Italia, la Cima Coppi, appunto.
Persino i francesi, che verso gli italiani, si sa, sono piuttosto esigenti, hanno collocato un monumento sull’Izoard in sua memoria. Sul primo tornante dell’Alpe d’Huez, montagna che venne dominata dal campione piemontese nel giorno della sua prima scalata, si legge il suo nome.
Ma non solo le vittorie sue vittorie ce lo riportano alla memoria, persino le sue sconfitte hanno strappato dall’oblio posti che altrimenti sarebbero rimasti destinati all’anonimato. Le scale di Primolano non direbbero niente a nessuno, ma ecco, per una caduta di Coppi, sono divenute per tutti “le Scale di Primolano, dove Coppi perse un Giro già vinto”.

Cinquant’anni fa se ne andava un corridore che si è fatto e si fa ancora amare. Potrebbe venire il dubbio che tale amore sia dovuto alle sue incredibili e innumerevoli vittorie, perché Coppi era un vincente, vinceva dappertutto: in salita costruì il proprio mito, ma sul passo regolò ogni avversario, stabilendo il record dell’ora e imponendosi in gare a cronometro e ad inseguimento su pista. Vinse grandi Giri (7: 5 Giri e 2 Tour, e all’epoca il Giro era quello prestigioso e duro) e vinse grandi classiche, come la Roubaix, il Lombardia e la Sanremo. Le vittorie da sole, però, non giustificano la passione con cui il suo nome ancora oggi è pronunciato. Altri hanno vinto anche più di lui, eppure sono meno amati.
Forse è altrove, già nelle sue origini, che occorre ritrovare il giusto ingrediente che ha reso speciale questo campione. Vi era in lui una certa scorza, una forza ruvida che si trova solo in chi è irrequieto, in chi si sente di confine, coinvolto sì in una società in movimento, ma condannato, ovunque tentasse di scappare, a sentirsi un poco a casa. Nacque nella zona di faglia tra le pressioni tettoniche dei tre pistoni industriali del tempo, Genova, Torino e Milano. Vide i natali proprio là in mezzo, nelle colline piemontesi di Tortona. A Novi Ligure –la città del primo campionissimo, Girardengo– crebbe ciclisticamente. Al Vigorelli di Milano firmò le proprie imprese su pista, e del Giro di Lombardia è tuttora il re incontrastato (5 vittorie: nessuno come lui). In Liguria abitò a lungo, recandosi spesso allo stadio per tifare il Genoa o la Sampdoria –benché il suo amore rimanesse per i Grigi dell’Alessandria. Forse è per questo che Fausto, strizzato ed accerchiato da ogni dove, divenne così bravo a prendere ed andare via, in fuga. Sull’Abetone o sul Sestriere non gli toccò di fare altro che non quello che già sapeva fare: andarsene, da solo, e lasciare il gruppo indietro. Così, a 50 anni di distanza, ci ritroviamo ancora ad omaggiare un campione nella ricorrenza della sua morte, perché è riuscito a far sembrare facile quello che tutti vorrebbero fare, ma che in ben pochi osano persino tentare.

 
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Livello Tour




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  postato il 05/01/2010 alle 22:36
Il 2 gennaio ero già a Castellania alle 7,15. La temperatura indicata sulla mia auto segnava -1°. Volevo filmare l'alba di questo giorno magico per chi ama il ciclismo. L'erba era bianca e ghiacciata. Era ancora buio al Mausoleo dei fratelli Coppi. Poi sono arrivati Piero e Rita, cugini del "Campionissimo" e pian piano sono arrivati alla spicciolata i primi tifosi. Ero nei pressi della Cantina Vinicola "Marina Coppi" quando è spuntato il sole mentre la luna scemava alta verso Tortona. Un cielo azzurro senza neppure una nuvola. Oltre tremila appassionati per ricordare Fausto Coppi, nel giorno del 50° anniversario della Sua morte che sembrava avvenuta solo ieri. C'erano Marina e Faustino Coppi con le famiglie, l'onnipresente Andrea Bartali, il sindaco di Castellania Dr. Vallenzona e quello di Novi Dr. Lorenzo Robbiano, il Ministro Sandro Bondi con il Sottosegretario Michelino Davico, il Vescovo di Tortona Monsignor Canessa, l'On. Mario Lovelli, altri sindaci di cittadine limitrofe con fascia tricolore, il Dr. Fausto Balduzzi (che tanto ha fatto per la costruzione del Mausoleo), il Cav. Tarcisio Persegona, la signora Franca Cannavò con i figli Alessandro e Marco, il pittore bolognese Claudio Pesci e quello novese Teresio Ferrari. Le vecchie glorie erano ben 32: da Carrea a Venturelli, da Giacchero a Massignan, da Defilippis a Corrieri, da Albani a Martini, da Soldani a Falsini, da Seghezzi a Zaimbro, da Zanoni a Poggiali, da Motta a Francesco Moser, da Giusti e Barale, da Almaviva a Nascimbene, da Favero e Cassano, da Boifava a Cassani, da Fallarini a Renzo Zanazzi e tanti altri. Poi giornalisti che sanno di ciclismo come Angelo Zomegnan, Beppe Conti, Giampaolo Ormezzamo, Claudio Gregori, Marco Pastonesi e Sergio Neri. Importanti fotoreporters ed emittenti televisive nazionali e straniere. Anche due ex-calciatori del Torino (Fogli e Crippa) ed ancora Giuliano Calore, l'acrobata della bici, e Luciano Berruti con una bici Peugeot del 1907 che ha deposto un mazzo di fiori gialli sulla tomba dei fratelli Coppi. Marina e Faustino sembravano smarriti nel vedere tutta quella gente che saliva a piedi verso il Mausoleo dopo aver lasciato l'auto quasi a Carezzano, a cinque chilometri da Castellania. Dopo la Messa delle 10,30 sono stati consegnati i premi "Welcome Castellania" ad Angelo Zomegnanm, a Sergio Neri e a Davide Cassani. Subito dopo è stata inaugurata la "Piazza Candidò Cannavò" proprio davanti al Mausoleo ed al Municipio di Castellania. La moglie di Candido, signora Franca, insieme ai figli Alessandro e Marco, ha scoperto la targa alla presenza del sindaco Dr. Vallenzona e di Massimo Merlano che da dieci anni cura Casa Coppi.
Autografi, strette di mano, foto ricordo con i figli del Campionissimo poi, consumato rapidaemnte un boccone, tutti a Tortona per la presentazione del libro "Fausto Coppi, gli anni, le strade" a cura di Gianni Rossi e più tardi a Novi Ligure al Museo dei Campionissimi per il libro di Beppe Conti "Fausto Coppi, il romanzo di una vita".
Mentre mamma Rai trasmetteva sulla Rete 3 un servizio du Coppi della durata di quasi due ore.
Con la mia fedele telecamera ho filmato per 71'. Una giornata di sole che non dimenticherò mai.

 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 11/01/2010 alle 10:54
Un pensiero a Fausto lo hanno dato i Sestresi, il 10 Gennaio, con l'appposizione di una corona sotto la casa in cui Fausto Coppi visse alcuni anni nel secondo dopoguerra.
Presente la figlia Marina, nata proprio a Sestri Ponente (GE), visibilmente felice come lo eravamo tutti noi presenti.
Un grazie a chi ha organizzato l'evento; credo che la soddisfazione di pedalare nella riviera Ligure tanto cara a Fausto,in quel contesto,per me ieri sia stata qualcosa di speciale.

 
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  postato il 26/01/2010 alle 15:38
FAUSTO COPPI "UN UOMO SOLO"
Mercoledì 27 gennaio, in seconda serata (dalle 22.30 circa ora locale) su Rai International è in programma “Fausto Coppi, un uomo solo”, omaggio al Campionissimo


A cinquant’anni dalla scomparsa del Campionissimo, un omaggio speciale all’eroe dell’Italia, all’uomo solo al comando, al mito oltre che al ciclista straordinario. Su Rai International, in tutti i continenti, mercoledì 27 gennaio in seconda serata (a partire dalle 22.30 ora locale) è in programma “Un uomo Solo”, tributo all’airone di Castellania morto prematuramente a Tortona il 2 gennaio 1960. Cinque giri d’Italia, due Tour de France, un campionato del mondo su strada, un record dell’ora al Vigorelli di Milano, lo resero una leggenda del ciclismo così come leggendaria è la sua rivalità con Gino Bartali che divise l’Italia nell’immediato dopoguerra ma che diede al ciclismo nazionale ed internazionale un’icona sportiva immortale che ancora oggi, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, rimane immutata.


The Brain Farm
Ufficio Stampa FCI

 

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Vivian Ghianni

"...L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa.L'importante è ciò che provi mentre corri." (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

 
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