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Autore: Oggetto: Wiggins-Phinney, il duello per ora mancato: fra storie, tecnica e attualità.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 27/06/2009 alle 17:33
Questo thread lo devo a Laura Idril. I motivi non sfuggiranno, ma è pure un’occasione per approfondire un tassello della disciplina ciclistica. Proseguirà a puntate, coi tempi del mio tempo ribelle, anziano, smemorato e pazzo, intriso di quotidiane ferite.


Doveva essere, e può essere, l’unico vero grande ed eccelso duello del povero ciclismo odierno. Non un confronto fra le singole capacità su quelle salite che sono il mito del pedale, o quel crono su lunghe distanze che è servito, purtroppo, nel tempo, a far capire quanto si possano, con più marcata tangibilità, modificare i motori, con le tecnologie e le insorte divinità di canuti camici. E nemmeno si tratta della sfida, gomito a gomito, su quella velocità che, la stessa, ha tolto a quel terreno che un tempo significava distinguo, ed obbligava tutti, anche i figli di lingue raglio, a chiamarlo “fantasia”.
No, qui il palcoscenico del duello, il massimo possibile, ripeto, sul mezzo a motore umano di oggi, si muove su un’arte, tanto dimenticata nei curriculum degli eroi del pedale, capace di concedersi il confronto, su un velodromo denso delle folle che si vedevano sulle asperità, fra un mostro sacro di nome Fausto e di cognome Coppi, ed uno sconosciuto ai cantori dell’odierno pedale, le cui generalità portavano ad un Granducato minuscolo, sito fra le Fiandre e la Germania, di primo nome Lucien, di nomignolo “Lull” e d’agnomen Gillen.
Di quegli echi partiti quando il sottoscritto non era ancora nato, o era in fasce, oggi c’è poco, ma abbastanza per richiamarli come un’oasi che la memoria, anche se non è più quella di un tempo, spinge. Abbastanza, per mettere un mattone sul grattacelo dell’inseguimento, costruito da uomini che han partorito pagine indelebili e che, ai citati, vedono aggiungersi, fra gli altri, i vari Bevilacqua, Messina, Baldini, Riviere, Faggin, Altig, Bracke, Groen, Porter, Schuiten, Obree e Boardman.
Sì, è proprio l’inseguimento, a proporre il possibile vertice tecnico massimo del pedale contemporaneo.
I protagonisti dell’augurabile, sono Bradley Wiggins e Taylor Phinney. Il consacrato, da un ruolino eccelso e dimenticato dai circoscritti “mastica-strada” e, l’altro, col vessillo, di esser divenuto il più giovane campione del mondo assoluto della storia ciclistica. Ambedue figli d’arte: in un caso, Phinney, da ambo i genitori. Ambedue con storie che si dipanano sulla tristezza: intensa e tragica per Wiggins, velata dalle constatazioni dell’attualità, per Taylor. Due tecniche sul mezzo a confronto, due sviluppi diversi su morfologie fisiche simili, con fibre, nonostante risultanze in apparenza differenti, nella sostanza molto vicine. Due risposte recenti, lontane nelle tiplogie, ma ambedue dense di valori: la sfortunatissima cronometro di Roma al Giro per Bradley, sulla quale il secondo posto non può e non deve ingannare, ed successo di Phinney nella Parigi Roubaix Espoirs.
Un confronto che, nell’auspicio di una misura reale su un velodromo, lascia per ora spazio ad un’analisi, da considerarsi come una presentazione, sulla quale, oggi, porto qui, una parte del primo 50%. Tanto al protagonista, quanto alla storia del padre, perché si sappia che un genitore con stimmate c’era e che non era quella frattaglia che l’abitudine moralista tipicamente italiana, tende a liquidare come tale….

Bradley Wiggins
Nato a Gand (Belgio) il 28 aprile 1980.



Bradley è figlio di Gary (classe ’52), un corridore australiano genio e sregolatezza dalle evidenti fibre “bianco-rosse” (quelle che sono determinanti per un inseguitore e seigiornista) che venne non più giovanissimo in Europa, dopo esser stato due volte campione nazionale, per cercare fortuna, principalmente sui velodromi. Era forte, per fare un confronto con un altro caso tanto presente nelle telecronache, niente a che vedere con la modestia del padre di Tom Boonen. Sempre protagonista nelle Sei Giorni, nella decina di prove vinte da Wiggins senior, fra strada e pista, spicca un Titolo Europeo nel Madison (Americana), in coppia con Tony Doyle, ma non si cimentò mai nell’inseguimento con un minimo di attenzioni.

Amava vivere, gli piaceva la birra, sì ogni tanto si ubriacava, ed era un donnaiolo di spicco, fra i donnaioli mediamente più numerosi del ciclismo, ovvero i seigiornisti. Un “bad boy”, per le visioni tipicamente papaline (puntualmente smentite nel privato) degli italiani, ma generoso e con un senso dell’amicizia notevole, nonostante un carattere introverso, perlomeno nell’intorno percepibile. Gary amava l’Australia, voleva vivere nel suo paese. Del Belgio e di Gand, dove dimorava quando nacque Bradley, amava soprattutto le convenienze per svolgere il suo lavoro, nonché quella birra che gli piaceva tanto, ma non avrebbe mai scelto quei luoghi per passarci il dopo carriera. Idem l’Inghilterra, il primo paese raggiunto nel “vecchio continente”, sul quale incontrò, sposandola due anni dopo (1979), Linda. Fu questo il motivo totalizzante della rottura con la moglie avvenuto quando Bradley aveva due anni, nel 1982. La storia di Gary continuò così in Belgio, mentre il resto della famiglia si spostò a Londra, e non è vero, almeno da quanto ho letto e saputo da chi conviveva con Wiggins senior le medesime esperienze (chi mi conosce, non tarderà a capire a chi mi riferisco…), che lo “strano padre”, non abbia mai subito e sofferto quella situazione. Il resto della sua vita e, per taluni aspetti, della carriera, lo dimostra e lui ne ebbe certezza quando, nel 1985, tornò in Australia per partecipare al “Griffin 1000 West”, dove vinse tre prove: era la sua terra, l’unica che poteva alleviargli quella sofferenza. Quando, il 31 gennaio del 1987, durante la Sei Giorni di Copenaghen, un grave incidente mise il punto sulla sua carriera, il ritorno alle origini si concretizzò. Per oltre in quarto di secolo visse facendo di tutto, dal meccanico di biciclette, al lavapiatti, al parcheggiatore, al manovale, al fattorino.

Uno “zingaro anglosassone”, come la sua indole amplificata dal dolore voleva, bevendo birra, con conseguenti sbronze in numeri ben minori a quanto scritto o detto da troppi, rifugiandosi nell’amore che poteva trovare e con la medesima generosità verso quegli amici lasciati in Europa che, ogni tanto, lo raggiungevano. Certo, qualche volta alzava le mani, ma chi vive ai margini, sa che è una possibilità che si tinge sovente di inevitabilità. Poi, quello che gli intimi conoscevano, uscì nell’occasione più tragica e senza ritorno: all’alba del 25 gennaio 2008, Gary fu trovato incosciente in un lato di una strada di Aberdeen, nel Nuovo Galles del Sud, lo stato di Sydney. Ricoverato dapprima in un piccolo ospedale, fu poi trasportato in aereo presso il “John Hunter Hospital di Newcastle, dove, un paio d’ore dopo, morì, per gli effetti del trauma cranico subito. La sorella di Gary, la più vicina a lui, o meglio, la meno distante nel quarto di secolo passato dopo aver messo il punto sul ciclismo, rovistando nella dimora del fratello, per rintracciare la sua famiglia in Europa e per il disbrigo della burocrazia che accompagna simili momenti, trovò un vero e proprio emporio di comunicati stampa, articoli di giornali, resoconti, filmati ecc., raccolti e tenuti assieme con una precisione ed un ordine maniacali: erano tutti sul figlio Bradley. Tutta la carriera di quel ragazzino che era diventato negli anni più volte iridato nonché Campione Olimpico, era lì, fisicamente come un’oasi di ordine, ma nella realtà, non era altri che la proiezione di un padre che non aveva forse saputo testimoniarsi, ma che amava il figlio e ne sentiva fortemente la mancanza. Quel Gary, come mi è stato detto, che in Australia si confondeva fra gli umili ed i comuni come un credo, senza mai far trapelare di essere stato un campione e di avere un figlio ormai leggendario, non aveva raccolto le sue pagine sul mezzo, ma il tratto luminoso di quel suo Bradley, allontanatosi poco più che in fasce, per un insieme di forze impossibili da giudicare, se non si hanno 360 gradi di conoscenza. Ed io, che in questa storia ho già superato, non senza far spuntare le lacrime, i margini di quella che in ogni latitudine è spesso una presa per i fondelli chiamata privacy, non li voglio allungare ulteriormente la lettura con altri particolari, veri o presunti tali, che, in un modo o nell’altro ho conosciuto. Già, perché giunto qui, mi sto chiedendo cosa m’ha spinto a farlo, visto che il tutto non aggiunge nulla alla caratura delle nobili fibre che Gary ha trasmesso a Bradley: è superfluo alla disamina dei titoli e delle enormi grandezze, sicuramente sottostimate dall’osservatorio ciclistico su questo figlio d’arte, ed in cambio come un evidente masochista, mi sono cosparso di sofferenza a scrivere questa storia così triste. Ma al cuor non si comanda, ed ancora una volta, sono caduto (spero in piedi), su quell’intimo richiamo che mi coglie quando le quotidiane autoctone ferite, lasciano il passo, ed il tempo e le sigarette raccattate, me lo permettono.
Bradley Wiggins, dunque, è giunto a solcare gli albi d’oro, ed i valori di una prova come l’inseguimento, tanto cara a grandi campioni, Coppi su tutti, evidenziando un abbinamento di perfezione stilistica e di efficacia, come raramente s’è vista nella specialità e nelle stesse cronometro.

Un corridore monumentale, uno dei migliori in senso assoluto, ma le attenzioni, almeno nelle deformazioni dei media sportivi nostrani, come detto, non sono certo state per lui. Nemmeno quando, sotto gli occhi di tutti, alla fine di un Giro dispendioso e fuori dalle orbite del suo apogeo ciclistico, stava impreziosendo l’ultimo atto, con una crono d’esemplare sunto dei suoi valori. Poche note a commento, negli strilloni di un gesto che merita solisti ben diversi e più vicini alle bellezze di chi, sul mezzo, sa scolpire o intonare opere non comuni. Una sconfitta di un secondo che non partecipa al copione delle dimostrazioni, perché quel posto è riservato all’osservazione: verbo sconosciuto a chi, semmai, simili argomenti li sa inquadrare quando il protagonista si dipana su un duro piano verde, fra boccette e stecche. Eppure, Bradley, è un atleta che, sulla scienza del ciclismo comunemente chiamata pista, si porta presso un volume di vittorie da brividi, da leggenda, da sire meritevole di inchini. Un testimone di se stesso che sa raccontarsi, a quanto mi dicono, con una genialità ed una forma da scrittore, poco comune a quella lingua così tronca. Un ciclista a “quattro ante”, che è giusto richiamare nelle sue punte, analiticamente:

1998
Campione del Mondo Juniores nell’Inseguimento

2000
2° nei Campionati del Mondo nell’Inseguimento a Squadre
3° alle Olimpiadi nell’Inseguimento a Squadre

2001
Campione Europeo nell’Inseguimento
2° nei Campionati del Mondo nell’Inseguimento a Squadre

2002
3° nei Campionati del Mondo nell’Inseguimento a Squadre
2° ai Giochi del Commonwealth nell’Inseguimento
2° ai Giochi del Commonwealth nell’Inseguimento a Squadre

2003
Campione del Mondo nell’Inseguimento
Campione Europeo nella Corsa dietro Derny
2° nei Campionati del Mondo nell’Inseguimento a Squadre

2004
Campione Olimpico nell’Inseguimento
2° alle Olimpiadi nell’Inseguimento a Squadre
3° alle Olimpiadi nel Madison (Americana)

2007
Campione del Mondo nell’Inseguimento
Campione del Mondo nell’Inseguimento a Squadre

2008
Campione del Mondo nell’Inseguimento
Campione del Mondo nell’Inseguimento a Squadre
Campione del Mondo nel Madison (Americana)
Campione Olimpico nell’Inseguimento
Campione Olimpico nell’Inseguimento a Squadre




Le caratteristiche tecniche di Wiggins.
Bradley rappresenta una prova, semmai ve ne fosse bisogno, di come la perfezione stilistica, rappresenti la base più funzionale per ottenere le migliori risultanze nelle prove contro il tempo. Una perfezione che sa mantenersi tale, anche quando l’incidenza dello sforzo e del conseguente acido lattico, porta i muscoli in sofferenza e, nella loro esasperazione per mancanza di ossigeno, tendano a sbilanciare l’atleta dalla linea che la postura ha stabilito sul mezzo, aumentando, di conseguenza, l’impatto con l’aria e, di fatto, il debito energetico del ciclista. Qui, si apre una riflessione che riprenderò nella prossima puntata…..

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 27/06/2009 alle 18:32
Grazie Morris per questo approfondimento, inaspettato quanto gradito da un pistaiolo come me. Anche io attendo il confronto, anche se temo non riusciremo mai a vedere un vero confronto ad armi pari fra i due per il divario di età, quando uno sarà al top della maturazione l'altro sarà calato. Comunque un thread molto interessante e curato in modo fantastico come al solito.
Grazie

 

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  postato il 27/06/2009 alle 18:48
Morris ti dico solo grazie... ma grazie!
Oggi è anche il compleanno del talento Taylor Phinney quindi quale giorno meglio di oggi per cominciare?

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
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Jamais Carmen ne cédera,
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  postato il 27/06/2009 alle 19:15
Commentando la crono di Roma di Bradley ero rimasta impressionata dalla rigidità del busto. Il busto era completamente fermo, mentre le gambe si muovevano con un'agilità incredibile: le gambe erano indipendenti dal resto del corpo e questa è tecnica perfetta.

 

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  postato il 15/07/2009 alle 10:00
up... da leggere

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2009 alle 18:34
a quando le prossime puntate?
dai maestro, parla di questo, regalaci ancora un po' di conoscenza, un po' del tuo tempo prezioso e del tuo talento infinito, che di fortebraccio ne abbiamo piene le .....
ciao

mesty

 
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Livello Tour




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  postato il 16/07/2009 alle 19:42
Rimango convinto che Cancellara con un quarto d'ora d'allenamento specifico, li fa piangere entrambi!
 
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  postato il 16/07/2009 alle 19:47
Ma perchè invece di scrivere ste cose non leggete un pò? Evitiamo di mettere le banalità almeno nei 3D di questo tipo, grazie.
In base a quale considerazione tecnica dici questo? Conosci come funziona l'inseguimento individuale? Sai che la posizione in bici da inseguimento è diversa che in bici da crono? Sai che nell'inseguimento sei praticamente sempre in curva?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2009 alle 20:42
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da Laura Idril

Ma perchè invece di scrivere ste cose non leggete un pò? Evitiamo di mettere le banalità almeno nei 3D di questo tipo, grazie.
In base a quale considerazione tecnica dici questo? Conosci come funziona l'inseguimento individuale? Sai che la posizione in bici da inseguimento è diversa che in bici da crono? Sai che nell'inseguimento sei praticamente sempre in curva?

In realtà Mcintyre non dice proprio una stupidaggione , Fabian Cancellara viene dalla pista
1997 ancora 15enne partecipa ai campionati svizzeri su pista , specialità km da fermo
Vince alla grande nella sua categoria (Cadetti)
Ma il suo tempo 1'08'' (fantastico) , li avrebbe fatto non solo vincere il titolo juniores ma anche quello u23 e quello open (pro)
Lo stesso anno il titolo mondiale juniores del km fu vinto dall'australiano Hopkins in 1'07'572...
Fabian rendeva piu' di due anni (e a quel livello contano enormemente) e varie ore di allenamento

 
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  postato il 16/07/2009 alle 20:47
Si solo che adesso è tutto diverso, dire che Cancellara in 15 minuti di allenamento questi se li mangia mi fa venir proprio da ridere...
E poi se condieri che il nostro Loris Paoli ha appena fatto segnare 1e03 nel km da fermo juniores...
Io non metto in dubbio le capacità di Cancellara, che considero davvero un grande campione, dico solo che questi due gli sono superiori.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2009 alle 20:49
tra l'altro fino a quanto non è entrato nella mapei espoirs si allenava quando smontava da lavorare..

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Tour




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  postato il 16/07/2009 alle 23:01
Originariamente inviato da Laura Idril

Si solo che adesso è tutto diverso, dire che Cancellara in 15 minuti di allenamento questi se li mangia mi fa venir proprio da ridere...
E poi se condieri che il nostro Loris Paoli ha appena fatto segnare 1e03 nel km da fermo juniores...
Io non metto in dubbio le capacità di Cancellara, che considero davvero un grande campione, dico solo che questi due gli sono superiori.

Ovviamente i 15 minuti sono una provocazione. Ma credo ciecamente che con un allenamento adeguato, li spappolerebbe.
Si tratta sempre di andare in bici ... e visto che nelle cronometro su strada, fra Cancellara e Wiggins non c'e' storia, non vedo perche' non debba vincere anche su pista.

 
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  postato il 17/07/2009 alle 07:45
Vabbè meglio se non vado avanti con questi dicorsi mi sa...
A parte che Phinney e Cancellara non si sono ancora affrontati su strada, ti posso anticipare che il sopracitato ragazzino americano (è del 90!!!) ha già vinto la Roubaix espoirs, è stato il più giovane campione del mondo della storia del ciclismo (aveva solo 18 anni) con il terzo tempo di sempre nella storia dell'inseguimento.
Ti dirò che dovrà stare attento Cancellara a questo qui appena passa professionista...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/07/2009 alle 19:36
Originariamente inviato da Laura Idril

Si solo che adesso è tutto diverso, dire che Cancellara in 15 minuti di allenamento questi se li mangia mi fa venir proprio da ridere...
E poi se condieri che il nostro Loris Paoli ha appena fatto segnare 1e03 nel km da fermo juniores...
Io non metto in dubbio le capacità di Cancellara, che considero davvero un grande campione, dico solo che questi due gli sono superiori.

Il tempo di Cancellara era di 12 anni fa e lui era al primo anno da allievo.. con una bici totalmente diversa da quelle di adesso (lui correva con la maglia del suo club al campionato nazionale) e senza grossi allenamenti
La boutade dei 15 minuti e' sicuramente esagerata ma con allenamenti di 3-4 mesi specifici puo' essere competitivo anche nella pista
Per Battere Phinney e Wiggins al top come hai detto tu forse non basterebbe

Ps Ti salutano i simpatici tifosi di Andy Schleck

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 20/07/2009 alle 19:41
Grazie Morris, come sempre.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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  postato il 28/10/2009 alle 18:19
In attesa del profilo di Taylor da parte di Morris vi metto il link di questo video su youtube di quando Taylor riceve il premio per miglior ciclista dell'anno sotto i 18 anni nel 2008: personalità da vendere!

http://www.youtube.com/watch?v=qFdzvMtx5zo

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/10/2009 alle 18:33
Originariamente inviato da Laura Idril
In attesa del profilo di Taylor da parte di Morris vi metto il link di questo video su youtube di quando Taylor riceve il premio per miglior ciclista dell'anno sotto i 18 anni nel 2008: personalità da vendere!

http://www.youtube.com/watch?v=qFdzvMtx5zo


Integro l'osservazione di Laura: a mio parere anche la prima riga di bio sul suo sito ( http://taylor.bikecamp.com/about/ ) contribuisce al ritratto.

 
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  postato il 28/10/2009 alle 19:34
Io non capisco i voti americani mi spieghi con quanto si è diplomato?

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 28/10/2009 alle 20:05
Originariamente inviato da Laura Idril

Io non capisco i voti americani mi spieghi con quanto si è diplomato?


http://www.mathnotes.com/aw_gpa.html

 
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  postato il 28/10/2009 alle 21:33
Grazie Viscera... beh mica male!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/10/2009 alle 17:15
Utilizzo questo 3d in modo improprio, ma vorrei fare una richesta a Morris: un suo profilo su Jean-Pierre Monséré.
Ho cercato nell'archivio dei "Graffiti" e sul forum e non ho trovato niente.

Il corridore belga ha vinto giovanissimo il Campionato del Mondo (1970) e un Giro di Lombardia (1969) ed è morto a causa di un incidente stradale nel 1971. Ho letto che molti lo vedevano come l'avversario di Merckx.
Ne "L'ombra del cannibale" di Ballestracci (Instar Libri) ho letto che poco prima di morire aveva vinto la classifica degli scalatori al Giro dell'Andalucia facendo balenare la possibilità di una sua evoluzione nella falsariga di Mercx: da passista veloce a corridore completo.

Mi piacerebbe molto conoscere l'opinione di Morris su questo giovane talento e sulla possibile alternativa all'immenso Eddy.

 
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  postato il 12/11/2009 alle 18:27
Oltre a studiare psicologia a Boulder (168esimo su 7000 e oltre studenti) si diletta anche di fotografia...



fonte: cyclingnews

 

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  postato il 02/01/2010 alle 18:26
proseguiamo con la presentazione di Taylor Phinney con le risposte che ha dato ai suoi followers di Twitter (preso da Cyclingnews)

Track World Champ takes questions from his Twitter followers

Instead of writing a fully fledged blog, I decided to take questions from my followers on Twitter. Here’s what they asked me and my answers!

@cyclegirlpdc: Where do you see yourself in 15 years, what do you hope to have won and achieved, would you like to have a family by then?

Taylor Phinney: In 15 years, I will be 34-years-old. I will be on the tail end of my cycling career, having had a very successful one at that. I will have a gorgeous, smart, and athletic wife with a couple young kiddies running around (dream big?). All of my children will be healthy and know that they are loved. I will have houses in various parts of the world, and my main focus will be raising my children right, and preparing them for the world.

@ckasper1: What sort of pre-race rituals do you go through?

TP: I have a playlist on my iPod called "Killtime". This is an eight-song playlist that I listen to before every race that gets me into the mental state of, well… "It’s killing time!" Competition is war, and I go into it as fierce as I would if I were actually going to battle, except I dance a little bit. I don’t think that is a true warrior trait, but like I say… Why not? My mind is focused on slaying the other riders, and my body is getting loose. What better way to stay loose is there than to shake what your momma gave you?

@kyleb411: Do you prefer light beer or regular beer?

TP: I am under the age of 21 so I have never consumed this beverage you call "beer".

@puddlewatcher: How has playing Call of Duty: Modern Warfare 2 on your Xbox 360 helped your cycling?

TP: Well Mr. Watcher, that is a very good question. I would like to start by saying that I have spent over 12 hours of my life playing this game, and I can say that my reaction time has improved greatly, especially when I am in close contact with the enemy. When a 12-year-old who is much better than me, runs into the room I am camping out in, all I must do is click the right stick to eliminate him and improve my score. At the beginning of my playing career, I was very slow, but now I am quite fast. How does this relate to cycling? Well, when I was riding my bike with Taylor Swift the other day, an enemy quickly approached us from the right and I was able to swiftly take him out with my invisible knife. Wait. I think that was a dream… Oops.

@KUjaydreamin: How does the recent IOC decision to not include the pursuit change your career plans between now and 2012?

TP: Obviously, the removal of the individual pursuit was a huge blow not only to my mind frame, but also to my career path. While it would be easy to dwell on what could have come out of the Olympics in 2012 had the pursuit stayed in, I must look forward to what I can do in order to still win that gold medal I yearn for. I am still aiming for London 2012, whether it is for the omnium on the track, or the individual time trial, only time can tell. I still plan on turning professional in either 2011 or 2012, and winning as many races as I can.

@chicrunner: What do you look for in a girl?

TP: What do I "look" for? Women are not objects chicrunner, a man must look past a woman’s appearance! Duh…A girl has to make me laugh! Bottom line.

@bikecamp (my mother): How wonderful is your mother?

TP: On a scale of 1-10… About a 12.7 or so.

@chanceb737: What is you average training week like?

TP: My average training week during the season consists of about 18 hours of riding. Efforts vary from day-to-day. I like to simulate a two "on", one "off" schedule day-by-day.

@loopybunny: How was training camp?

TP: Training camp was a LOT of fun. I don’t think there is a team out there that laughs as much as we do while sitting down for meals. Even after a hard ride, we somehow end up in stitches laughing so hard while trying to eat our recovery meal. The guys are all great, the staff are great, I couldn’t ask for more! The training at the camp itself wasn’t anything too strenuous. Having a camp in the middle of December, not a lot of people need to train very hard. The purpose of the camp was more focused towards media and team bonding. Our next camp is in Solvang in a couple weeks, and we’ll be doing a lot more training there.

@shannanegans13: Does my butt look big in my background picture?

TP: I mean… I can’t really see it very well. But hey, it looks fine to me! You gotta shake what your momma gave you!

@creedmonster: How about some insight on diet info?

TP: Speaking of big butts! I kid, I kid… When it comes to diet, I eat healthy, but I also don’t restrain myself if I’m out for dinner and I REALLY want a hamburger. I am convinced that I am too young to diet, and honestly, I don’t know if I could handle extreme dieting very well mentally. I eat what I want, but have been brought up to know what I should and shouldn’t be putting in my body. I can tell you that I love salads with a fiery passion. And I’m being completely serious. Eat what makes you feel good.

@herothedog: How do you train in the cold weather? I have trouble getting out if it is below 40 degrees Fahrenheit.

TP: You just have to wake up, put your warm clothes on and commit! Find a buddy, climb a bit to get warm, then just man up on the way down. I can only do cold weather training for a couple weeks before I crack. Winter is definitely a difficult season for a cyclist, but just go out everyday thinking about everyone else who is staying home. You’re gonna kill them in March.

That is all for this edition of my Cyclingnews blog. Thanks to my tweeters for the questions!

Until next time

 

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  postato il 03/01/2010 alle 09:53
Lo so che è da pazzi essere così affascinati da questo atleta e personaggio incredibile, ma vi avviso che dall'ultimo dell'anno Taylor fa un suo show su Ustream ogni sera tardi (per noi è mattino presto tipo le 5...) che si chiama "Late Night"

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 04/01/2010 alle 17:08
E' un genio...un personaggio che potrebbe nei prossimi anni fare tanto bene al mondo del ciclismo
 
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  postato il 19/01/2010 alle 08:51
Ieri sera in allenamento Taylor ha fatto segnare poco più di 11 secondi nei 200m lanciati... Meno male non è un velocista...

 

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  postato il 17/03/2010 alle 01:23
Fotogallery di Taylor Phinney a Montichiari grazie alla preziosissima ed inesauribile Laura Idril:


http://www.cicloweb.it/
http://www.cicloweb.it/Gallery/fotogallery.html

 

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  postato il 17/03/2010 alle 08:56
Cosa dire di Taylor... beh prima di tutto la sua MANIACALITA' per la preparazione della bicicletta: gli sarà servità quasi un'ora per sistemare manubrio, protesi e ruota anteriore.
Professionale: seguiva passo passo quello che faceva il suo allenatore, controllava i dati, simulava la posizione per la migliore aerodinamica.
Fisico: impressionante, altissimo ma da sembrare leggero.
E poi la sua posizione... un tutt'uno con il mezzo, sguardo sempre avanti, pedalata rotonda, la schiena poi.
Aveva ragione Morris, non dovevo perdermi i suoi allenamenti.

 

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  postato il 17/03/2010 alle 11:06
Se devo aggiungere un'altra cosa devo dire che m'ha colpito l'assoluta ammirazione per lui da parte di tutti i presenti della nostra nazionale: non ce n'era uno che avesse il coraggio di andare a parlargli.
E vi assicuro che era proprio ammirazione perchè bastava ascoltare i commenti che facevano gli atleti su come si muoveva, come pedalava.
Credo che spesso si impara di più vedendo un campione che mille spiegazioni.

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 17/03/2010 alle 19:48
Ma per quale motivo è in Italia?
 
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  postato il 17/03/2010 alle 19:55
Si prepara per i mondiali della prossima settimana a Copenhagen

 

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  postato il 18/03/2010 alle 08:44
Sabato pomeriggio tornerò a fare un giretto al velodromo

 

[Modificato il 18/03/2010 alle 09:53 by Laura Idril]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2010 alle 09:54
Tornaci, lo troverai ancora più emozionante ed istruttivo. Credimi è il miglior gradino per approfondire e formarsi. Tanto più quando il protagonista principale è un corridore straordinario. Sembrano banalità, ma non è così e, spesso, lo dimentichiamo.
 
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  postato il 18/03/2010 alle 09:56
Ma devo dire che ho trovato molto istruttivo anche seguire gli allenamenti della nostra nazionale: è davvero tutto interessante.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2010 alle 10:05
Certamente.
Salutami Andrea Collinelli, e digli che Maurizio Ricci detto Morris, continua a considerlo un talento anche come allenatore. E che lo andrà a trovare alla prima riunione utile a Forlì....

 
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  postato il 18/03/2010 alle 10:06
Sarà fatto! Glielo dirò sicuramente

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2010 alle 12:09
Originariamente inviato da Laura Idril

.....
E poi la sua posizione... un tutt'uno con il mezzo, sguardo sempre avanti, pedalata rotonda, la schiena poi.
.....


Ho visto le immagini in fotogallery e l'unico aggettivo con qui qualifico Phinney è: STRAORDINARIO

I muscoli del bacino, degli addominali, dei lombari, dei dorsali e del collo sono sempre nella stessa posizione; sembra una statua rinascimentale appoggiata in equilibrio perfetto su di una bicicletta.

Pongo una domanda a Morris e a chiunque altro voglia rispondermi: osservando le foto di Phinney e quella di Peter Sagan postata sul thread a lui dedicato, quanto è importante curare l'allenamento dei muscoli addominali e lombari per poter sfruttare completamente la potenza sviluppata dai muscoli degli arti inferiori?

@ Laura: non è che i fratelli lussemburghesi diventino gelosi?

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2010 alle 18:56
Originariamente inviato da Slegar

Pongo una domanda a Morris e a chiunque altro voglia rispondermi: osservando le foto di Phinney e quella di Peter Sagan postata sul thread a lui dedicato, quanto è importante curare l'allenamento dei muscoli addominali e lombari per poter sfruttare completamente la potenza sviluppata dai muscoli degli arti inferiori?


È importantissimo, anche se il ciclismo l’ha scoperto molto tardi, ed ancora oggi qualcuno disprezza o non valuta a sufficienza questo aspetto.
L’uomo non è nato per stare su una bicicletta e spingere i pedali. La postura sul mezzo va ricercata, ed in questo senso gli studi biomeccanici di oggi, consentono sviluppi e cure impensabili solo 15-20 anni fa. Il corpo però, non ha bisogno solo di una posizione ideale per tradurre il potenziale muscolare in motore ottimale, nonché una aerodinamica efficace. Gli servono tutti i muscoli, certamente ad intensità diverse e taluni da usare come correttivi alle tendenze o realtà degli altri.
I muscoli addominali (principalmente) ma anche quelli lombari, sono peculiari per mantenere a livello più alto possibile, la flessibilità ed il bilanciamento della schiena. Nello scatto e nella progressione seguente, i lombari aiutano al pieno dominio del mezzo e sono gli assistenti primari di quei dorsali che fungono da cinghia, nonché da ulteriore aiuto ai propulsori degli arti inferiori. Non solo, ma gli stessi muscoli delle braccia, andrebbero curati, perché una esagerata differenza fra il potenziale muscolare degli arti inferiori e quelli superiori, può provocare ondeggiamenti della testa ed una posizione non ottimale a livello aerodinamico, con accumulo di fatica e una trasmissione inferiore.
Faccio tre esempi.
Eddy Merckx, il più forte corridore della storia (il che è tutto dire) dondolava a dismisura con la testa perché era sbilanciato: troppo forte sotto, forte, ma non pari alle gambe, sopra. Non oso pensare che razza di medie avrebbe prodotto se fosse stato ligio agli allenamenti extra bicicletta di oggi e alle conoscenze biomeccaniche che nell’odierno possediamo.
Djamolidine Abdoujaparov (tratto dal mio libro sulla Gand Wevelgem), lo si ricorda per la sua grinta e quella irruenza con la quale lottava negli sprint fino all'ultimo metro, che gli diede l’immagine di corridore brusco e scorretto. In realtà le sue scorrettezze erano più che altro dovute ad intrinseci difetti di Abdu sulla bici, proprio per la sproporzione fra le masse muscolari delle gambe e delle braccia e a dei lombari troppo deboli. Ciò lo portava naturalmente ad ondeggiare lateralmente oltre il dovuto, nel momento in cui si alzava sui pedali, ed in più il capo nel momento dello sforzo, s’abbassava parallelo all’asfalto e gli occhi non guardavano spesso in avanti. In altre parole, occupava da solo una larghezza di circa un metro e mezzo e l’orientamento era suscettibile di deviazioni marcate senza la volontà precisa di tagliare la strada agli avversari. Prova ne fu quella incredibile e grottesca caduta che lo vide protagonista nell'ultima tappa del Tour de France 1991, quando, da solo e senza nessun disturbo, pedalò in maniera screziata verso le transenne, urtando la borraccia pub-blicitaria della Coca Cola, per poi finire sull’asfalto come una scheggia impazzita.
Gianni Bugno, possedeva dei dorsali pazzeschi, ben bilanciati da addominali e lombari di nota. La sua pedalata era alla fine così perfetta che sembrava passeggiasse. Quando vinse la Sanremo, con una delle più grandi imprese mai viste nella Classicissima, pareva fermo, mentre gli altri, dietro, si contorcevano nello sforzo. Gianni, mostruoso talento, tenne i cacciatori sempre distanti fra i 12 ed i 30 secondi 0 e li sfinì. Il filmato di quella vittoria, dovrebbe essere usato a Scienze Motorie quando si insegna ciclismo e l’apparato muscolare che interviene nella disciplina.

Chiudo con un riferimento all’oggetto del thread. Taylor Phinney è fortissimo sia nel chilometro che nell’inseguimento….fino a vincere la Roubaix espoirs. È dunque partito dalla pista, che del ciclismo è la scienza anche in fatto di sviluppo degli allenamenti e della messa a punto di tutte le potenzialità dell’atleta, al fine di conoscersi. E puoi giurarci che per assumere quella posizione e quella trasmissione, i suoi addominali e lombari, non hanno niente in meno, rispetto a quelli di un collega di valore in altre discipline sportive.

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/03/2010 alle 19:25

Disamina pefetta

ma nessuno ti ha mai contattato per lavorare in federazione , specie per Under o ancor meglio Juniores ? (ti conosco solo come Morris , quindi magari ci lavori o ci hai lavorato)
A leggerti pista , ciclocross e mtb farebbero giustamente parte del bagaglio ciclistico di un Dilettante (cosa che purtroppo non avviene in Italia ma è la regola in altri paesi)

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2010 alle 21:06
Quando si abbasseranno i percentili dei singoli che sono proporzionali ad un movimento che si sta stringendo sempre più, gli italiani, non concependo il ciclismo nel suo complesso di variabili sul mezzo e non insegnando ai ragazzi di diventare atleti prima che dei pedalatori, faranno un flop di dimensioni enormi. E se non inventeranno una via esclusiva di doping, come lo fu per qualche anno con l’ingresso dei santoni, il pedale azzurro si renderà tangibile ai livelli dell’attuale austriaco, o poco più. Manca poi una visione di insieme, fra organizzazione gare e sviluppo dell’attività nei settori più disparati, che accorcerà ulteriormente il potenziale. Ma per i nostri dirigenti basta avere qualche città che si candida per i Mondiali…..

Sulla possibilità di un incarico....
Mi fu chiesto nel ’96, ma allora nel ciclismo ero il riferimento di in settore come dirigente - mentre nella vita di ogni giorno, uno dei pochissimi operatori “ognisport” che avrebbe potuto portare al pedale una orizzontalità sportiva rivoluzionaria. Chi me lo chiedeva, aveva bisogno che gli scrivessi il programma (puntualmente evaso) per diventare “qualcuno”. Ad elezione avvenuta, fece capire a tutti che ero scomodo e pericoloso, perché, nel frattempo, da italiano chiamato da Federazione straniera e tesserato all’estero, con atleti stranieri, mettevo puntualmente sotto il ciclismo italiano….. Ciononostante, scrivevo per il movimento ciclistico nostrano programmi, approfondivo studi ed elaboravo riforme che mi venivano facili, in quanto avevo avuto la fortuna di vivere un’infinità di discipline sportive direttamente. Quei testi, finivano nei gabinetti della Federazione, ed in quella fase ebbi la riprova di quanto l’ambiente ciclistico fosse pochezza. Era naturale che, con gli anni, il ciclismo divenisse lo zimbello degli sport e distruggesse il suo campione, in tutto e per tutto più rappresentativo. Queste cose le capivi benissimo all’estero.....
Ciao! (se battiamo il Palermo bene, vinceremo lo scudetto, nonostante le richieste del Padrone....)

 
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  postato il 19/03/2010 alle 06:44
Così per capire le virtù di famiglia, la sorella di Taylor, Kelsey (16 anni......) è diventata ieri campionessa nazionale USA del biathlon...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/03/2010 alle 11:54
A proposito dell'equilibrio muscolare dei ciclisti vorrei citare una frase attribuita a Biagio Cavanna (non so dove la lessi): "Un corridore non deve essere grosso di braccia e di gambe: deve avere potenti i muscoli dorsali"

 

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Decalogo http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=7799

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 19/03/2010 alle 17:41
Grazie mille Morris, era la risposta che speravo di sentire e che confuta la mia modestissima esperienza personale.

Una battuta (ma mica tanto): pilates per tutti.

 
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  postato il 03/04/2010 alle 18:50
Oggi Taylor ha vinto la seconda semitappa del trittico di Monts e Chateaux con un attacco all'ultimo km.

 

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  postato il 18/05/2010 alle 14:45
Petizione per far smettere Phinney di correre negli U23 per manifesta superiorità ahahahaha

 

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