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Autore: Oggetto: Colonna Sonora & Gusti Musicali

Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/06/2009 alle 08:12
Ciao Micheal

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/06/2009 alle 09:17
Addio Michael Jackson, re assoluto del pop anni ottanta.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/06/2009 alle 12:30
Originariamente inviato da Admin

Originariamente inviato da Subsonico

Uno di questi è il cantante dei La Fame di Camilla, gruppo pop-rock pugliese emergente.


Maledetto Sangiorgi, ha traviato una generazione di giovani cantanti!


Beh dai, son dell'opinione che se uno è capace, il falsetto può permetterselo.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Amministratore




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  postato il 30/06/2009 alle 20:23
Disco della settimana

Non è per niente facile presentare un album come quello che vi propongo oggi, soprattutto se la canzone più bella e importante del disco è introvabile su YouTube e su altri canali video. Ci provo lo stesso.


(www.sezionemusica.it)

Happy Sad di Tim Buckley.
Ovvero uno dei capolavori di un musicista che era partito folk-singer, e si era risvegliato di colpo - in mezzo al guado della sua carriera - in un'altra dimensione. Onirica, trasognata, tramortita anche. Stordente.
La progressione del suo percorso, nei primi tre dischi, è stupefacente (sì, anche nel senso capodacquesco del termine, se vogliamo). Le canzoni più che altro (ma non solo, eh) folk del primo Tim Buckley avevano già lasciato spazio, in Goodbye and Hello, a fantasmagorie e allucinazioni (come da titoli dei brani, ndr).

In Happy Sad, uscito nel 1968, tutto si dilata. Le percezioni, indubbiamente; e le canzoni. Un disco liquido e teso, contenente appena 6 pezzi, in larga parte lunghi o lunghissimi. Buckley si prende tutto lo spazio che gli serve per esprimere l'esplosione sonora che ha vissuto dentro, e che in maniera praticamente miracolosa riesce a tirar fuori e a rendere vivida anche per chi ascolta.




Strange Feelin' apre il disco ed è la prima dichiarazione di dipendenza: in questo caso, dal jazz di Miles Davis, che imperla con la sua ispirazione i rintocchi di piano che punteggiano la canzone (qui in una versione live).
Il debito col jazz, oltre ad anticipare quello che faranno diversi gruppi progressive (King Crimson in testa), rimarca il fatto che il lavoro di Buckley è realmente senza confini, e spazia dal raffinato sound davisiano alle più arcaiche sonorità tribali che punteggiano in maniera orgiastica i battiti della fantastica Gipsy Woman.

È di lei che parlavo sopra, la canzone più bella del disco, forse dell'intera carriera di Tim, ma purtroppo non ne trovo nessuna versione su YT. Se qualcuno di voi può colmare la lacuna, sarà il benvenuto: altrimenti vi toccherà cercare altri canali per godervi quegli oltre 12' di sarabanda tiratissima, in cui la voce di Buckley si esprime per la prima volta in quella che sarà, da questo punto in poi, una sperimentazione destinata a diventare sempre più estrema: il famoso uso della voce come un vero e proprio strumento musicale, fatto che rende questo e i successivi tre dischi del californiano realmente imperdibili per chiunque volesse esplorare i limiti delle sonorità vocali umane.

In assenza di Gipsy Woman, vi potrete consolare con Love from Room 109 at the Islander (On Pacific Coast Highway), qui sotto:


Lunga quasi 11', questa canzone è un viaggio, con le dovute pause e accelerazioni, ed è un'esperienza lisergica in piena regola: chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dall'incedere delle note sghembe e palliative di questo brano è non solo un piacere, ma addirittura una necessità, per cogliere appieno il senso della questione.

Nella disarmante scarsità di contributi relativi a quest'autore presenti in rete, ho trovato anche Dream Letter (come per le altre, c'è solo la musica). Anche qui si viaggia bene


Gli ultimi versi dicono "But when I get to thinkin' 'bout the old days, when love was here to stay, I wonder if we'd ever tried, oh, what I'd give to hold him...".

Tim Buckley, vittima di una tossicodipendenza da eroina, morì a soli 28 anni nel 1975 (malgrado si fosse praticamente disintossicato, fu stroncato da un'overdose), quando la sua stella si era appannata già da qualche anno (dopo il clamoroso insuccesso del bellissimo Starsailor, del '70).
Suo figlio Jeff, a sua volta musicista apprezzatissimo, seguì le orme paterne anche nel tragico epilogo (se ne andò a 31 anni, annegando in un fiume nel 1997).

Noi ci ritroviamo qui martedì prossimo (Tour permettendo ), per oggi non mi resta che augurarvi
Buoni ascolti!

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 01/07/2009 alle 21:13
Dopo quasi 10 anni ho ritrovato una grande band elettronica italiana, della provincia di Roma: i Medusa's Spite.

Li ricordo grazie a una favolosa canzone uscita nel periodo 1997-1998 dal titolo Someone By My Side. Qualcuno di voi li conosce?

Se vi va di ascoltarli c'è il loro myspace:

http://www.myspace.com/medusasspite

 

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Andrea Giorgini

a.giorgini@ilciclismo.it
http://www.ilciclismo.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/07/2009 alle 15:55
Beh, il capo è incasinato col Tour, perciò vi presento io il Disco della Settimana


2001, l'alba del nuovo millennio. Un gruppo di tre ragazzi del Devon di ventitrè anni gira per l'Europa effettuando esibizioni infuocate, che terminano puntualmente con Matt, virtuoso pianista, chitarrista e cantante dal falsetto facile, che sacrifica la chitarra all'Hendrixiana memoria.
Il loro primo album, Showbiz, è stato una piacevole sorpresa nel mercato britannico, afflitto dalla decadenza del brit-pop, ed è stato molto apprezzato anche in francia. John Leckie e David Bothrill, produttori di Radiohead, tool, deus, credono in loro e li portano negli studi sul Tamigi dei Pink Floyd per registrare quello che sarà l'album manifesto del rock'n'roll aggiornato al ventunesimo secolo.

MUSE - ORIGIN OF SIMMETRY



Un delicato ingresso di tastiera con un semplice arpeggio (elemento caratteristico in questo più che negli altri album dei muse) indica una traccia lieve e delicata. Niente di più sbagliato: la distorsione parte più potente e devastante possibile. E "New Born", il neonato, uno sguardo verso il nuovo che avanza: tutto l'album è rivolto al futuro, nei suoni e nei testi. Un futuro ambiguo (come la misteriosa copertina), dove il caos genera simmetria, come nella loro musica rumorosa e orecchiabile al tempo stesso.

Qui la memorabile versione di Glastonbury: Bellamy rende ancora meglio, giocando con quella Ferrari della musica che ha nelle mani.

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Bliss è un canzone d'amore spaziale e positiva, tutto l'opposto di Space Dementia: il piano è lo strumento preferito di Bellamy, in questo pezzo il modo ossessivo di suonarlo evoca la nevrosi della "sindrome da spazio aperto", una specie di depressione (reale o inventata non so dirvelo) che coglie gli astronauti vedendo la terra dallo spazio. Il finale, esplosivo ed apocalittico, è difficile da descrivere a parole. E' una delle poche canzoni dei Muse che dal vivo non rende come nella versione di studio, il che la dice lunga sull'ottimo lavoro fatto per questo album rispetto ai precedenti e ai successivi.



Le tracce successive si fanno più rock e spigolose, come Hyper Music e Plug In Baby manifestando l'influenza sui Muse del crossover californiano dei Rage Against the Machine, più evidente della tanto chiacchierata familiarità ai Radiohead (e mò desmo mi bacchetta) alla fine piuttosto tangenziale e limitata alla voce . I Muse nel rock britannico restano fino al 2003 degli eretici, fino a quando, con gli ultimi lavori più barocchi e sinfonici, si avvicinano ai Queen (il prossimo album, intitolato The Resistance che uscirà in autunno, va sempre più verso questa direzione).
Ma più che Thom Yorke, nella voce di Bellamy c'è la netta influenza di Jeff Buckley, come si osserva nel finale della canzone-fiume "Citizen Erased". Un pezzo che unisce stoner, hard-rock (uno degli assoli più belli degli ultimi anni) e le ultime tendenze.
(Il video è preso dal live allo Zenith di Paris, registrato in "Hulabaloo", doppio contenente appunto questo live e le b-side dei Muse, entrambi momenti molto gradevoli. se vi dovesse piacere questo album, Ve lo consiglio)



MicroCuts inaugura, con la giapponesizzante Screenager, una parentesi piuttosto sperimentale. La prima canzone, in particolare, è uno degli esperimenti più estremi del gruppo, con Bellamy che trascina le sue corde vocali perennemente in falsetto su vette mai più esplorate e un finale hardcore inaspettato.



L'album si chiude tra il blues di Darkshines, una donna che si rivela di perfida inattesa e insaziabile ( una 'luce scura', appunto darkshines), la bella e fedele cover di Feeling Good (altro che la roba del ciccione canadese), omaggio alla mamma di Bellamy che va pazza per Nina Simone, è il pugno allo stomaco che è Megalomania



Bellamy è ateo, ed ha voluto scrivere questa canzone in onore di quei finti cattolici che poi commettono le peggiori nefandezze nel privato. E' la canzone più bella a livello di testo nell'album, ma anche il sound non scherza: registrata con l'ausilio di un organo di una qualche chiesa del Devon, l'effettistica usata e il ritmo zoppicante contribuiscono a creare un atmosfera da Paradiso scuro e inquinato, come il cielo arancione della copertina.


Un album che evoca per me ricordi adolescenziali ma che non ho mai smesso di amare, a differenza di altri. Ha segnato la mia vita. Ricordo i commenti di alcuni compagni truzzi del liceo. "Chi sono questi sfigati che stai ascoltando?"...Oggi pienamente sdoganati (ma anche molto diversi, bisogna dirlo), li ascoltano e adorano tutti. Si, un po' di nostalgia per i tempi della nicchia ce l'ho

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/07/2009 alle 15:56
Mi hai fatto venire voglia di sentirli...

 

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Fabio

I walk these streets, a loaded six string on my back...

"L'unico sport che pratico è seguire, camminando, i funerali dei miei amici che avevano praticato sport" Bertrand Russell

http://platissimamente.blogspot.com/

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 12/07/2009 alle 22:43
ieri insieme a mia madre, ascoltai per radio una canzone che sentivo da piccolo e mi ero dimenticato, L'arca Di Noè di Sergio Endrigo e andando a cercare un pò su internet ho scoperto che oltre a essere una bella canzone il testo che può sembrar banale invece è molto profondo e anche lo stesso Endrigo era un grande cantautore e molti commenti sostengono che meritava di avere successo come i De Andrè i Gaber e compagnia bella ma invece fu sottovalutato e molto, voi che ne dite?

 

[Modificato il 12/07/2009 alle 22:49 by GiboSimoni]

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

"Signori non c'è ne sono più" Gilberto Simoni ad Aprica 2006

Il mio nome è Roberto che fa rima (guarda un pò che caso) con Gilberto

30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 13/07/2009 alle 22:17
canzone della settimana:

http://www.youtube.com/watch?v=ZHcsuJLG4eM

 

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I'm ipocrisy free

Io sto con Silvio che è
un gran furbacchione e con
la bellissima Oriana che ha
il coraggio di dire ciò che
tutti pensano ma nessuno dice
(si vocifera che la casalinga
di Voghera impallidisca
al suo cospetto).

---------------------------
Anti-Zerbinegnan club - Iscritto n°2

Anti Armstrong n°3
--------------------
Solo chi non ha paura di morire di mille ferite riuscirà a disarcionare l'imperatore

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2009 alle 22:17
17 luglio 1959: Billie Holiday se ne andava...

Oggi è il 50° anniversario, e spero di fare cosa gradita postando questo piccolo gioello:



Se poi qualcuno riesce ad identificare i fantastici solisti che si alternano (tutti piuttosto famosi, tranne uno...), senza andare su Youtube, riceverà un plauso...

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/07/2009 alle 19:49
Moby a Bari il 24 luglio!!!!!! devo cercare di andare a tutti i costi Subsonico aggregati!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2009 alle 20:57
Originariamente inviato da GiboSimoni

Moby a Bari il 24 luglio!!!!!! devo cercare di andare a tutti i costi Subsonico aggregati!


Tranquillo, io ci vengo senz'altro. Quando ti ribecco su msn ti lascio il mio cellulare

(ah, carina la canzone di Endrigo..prima o poi investigherò anche su di lui)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2009 alle 21:26
ciao giovani volevo chiedervi....ma Moby quello di DISCO LIES????

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/07/2009 alle 21:29
Originariamente inviato da danilodiluca87

ciao giovani volevo chiedervi....ma Moby quello di DISCO LIES????


si, ma ha fatto di moltooooooooo meglio!

 

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Utente del mese Aprile 2010




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  postato il 19/07/2009 alle 00:10
Calcetto del lunedì permettendo, mi sa che Moby lo intercetto a Piazza del Popolo (mi pare) do(podo)mani...

Intanto stasera Mogwai, scoperti per caso a Siviglia e riapprezzati stasera all'Auditorium...
Non ricordo se ho già postato qualcosa di loro, per evitare doppioni mi limito a consigliarli caldamente senza entrare nello specifico.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/07/2009 alle 00:29
eheheheh io conosco solo quella....

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 24/07/2009 alle 12:34
Ok, pare che nessuno voglia avventurarsi nel disco della settimana. Ci provo io, con l'unico disco che mi porterei su un'isola deserta. Nel senso che quando mi si fa la domanda "dieci dischi da portare ecc..." rispondo sempre che sono troppo pochi. Allora ho stabilito che se dovessi davvero, ne porterei soltanto uno. Scrissi questa recensione non so quando, è carica di passione e forse eccessiva. Tuttavia penso ancora adesso tutto quello che ho scritto su quel disco.

Sonic Youth - Evol



copertina da amazon.com

Nello scrivere recensioni di qualsivoglia opera generata da menti umane più o meno geniali, si possono scegliere due vie. La prima: oggettiva. Tratteggiare il contesto storico, ricostruire la carriera dell’artista, inserire l’opera in questo quadro e far emergere pregi, difetti e meriti storici.
La seconda: emotiva. Descrivere il susseguirsi delle immagini che il fluire della musica suscita, seguendo l’ipotesi per la quale è ragionevole che anche altri provino le stesse sensazioni, venendo da un background in prima approssimazione abbastanza simile.
In questa sede si è scelta una combinazione di questi due approcci, poichè probabilmente “Evol” rappresenta il disco preferito del sottoscritto. Quello che porterei su un’isola deserta (anche se forse in uno scenario tropicale sarebbe difficile ascoltare gli arzigogoli metropolitani di quest’Opera…), tentando di spegnere una improbabile luce elettrica e rimanere in una altrettanto improbabile camera illuminato solo dai riflessi di un crepuscolo cittadino inesistente che entra dalle tapparelle abbassate.Perchè Evol sembra essere proprio questo: un frullato di sensazioni, rumori, atmosfere e situazioni emergenti da scenari notturni cittadini. Potrebbe scaturire diretto dal colloquio con qualche clochard abbandonato sugli immancabili, soffocanti mattoncini georgiani di Dublino Nord. Potrebbe essere semplicemente la descrizione dello scenario che ci si presenta camminando lungo gli sterminati viali di Berlino Est, affacciati sui viadotti che sporgono su residui ferroviari di chissà quale epoca e chissà quale propaganda. Potrebbero raggiungerci echi delle chitarre stralunate di Ranaldo mentre tentiamo di destreggiarci tra i pilastri dello scalo di San Lorenzo, tra le ferraglie dei tram e le scritte sui muri.

Ma innanzitutto Evol è una discesa negli inferi del proprio animo. Per questo va ascoltato nella propria camera. E se non la si ha bisogna crearsene una, e abbandonarsi all’ascolto.

Si parte con le chitarre stonate di “Tom violence”. Affresco scuro con aperture quasi improvvise su scenari terrificanti. La voce calma e disillusa di Moore declama una nenia accorata che descrive sogni di violenze. La sezione ritmica è tribale, ma lenta. Quasi una cerimonia sacrale dove la voce prima guida e poi si lascia guidare dal rumore. Elemento sempre, magistralmente, presente nella musica del quartetto, in questo pezzo e in tutto il disco il rumore produce l’effetto di mantenere una tensione di fondo sempre alta, sempre angosciante.

Una delle migliori performance della carriera di Kim Gordon alla voce è la sensuale “shadow of a doubt”. Il tintinnio delle chitarre sembra provenire da un carillon trovato in una discarica. Qui si spengono tutte le luci, e il sussurro della diva ci arriva all’orecchio un po’ stridulo, e affaticato. Salvo poi tramutarsi in grido soffocato e rauco nel ritornello, gridato come dal ciglio di una scarpata.

Star Power con il suo riff minaccioso foriero di oscuri presagi è una sequenza di passaggi dominati prima dalle parole declamate a mo’ di editto da Kim Gordon, per poi precipitare in un bagno mefitico di corde tirate e grattate. E alla fine Kim si ributta sulle liriche a sormontare la marcia funebre intrapresa dalla musica, che termina con una serie staccata di accordi terribili.

È nel brano “in the kingdom #19″ che viene fuori l’anima più metropolitana del combo. Moore deve avere bene in mente la lezione dei poeti beat mentre snocciola un rosario di situazioni, stando bene attento ad accentuare le più apocalittiche (smoke, and flames). Ranaldo invece, cresciuto a pane e Velvet Underground si limita ad assemblare pezzi di accordi, rumori, che si fondono a sequenze più “concrete” e sovente si bloccano per far entrare brani più razionali (nei limiti del possibile). Il balbettio scomposto e ironico di Moore chiude scemando questo filmato “real tv” di una scorribanda per viali deserti circondati da grattacieli.

Green Light parte con una sequenza di note che ricorda un allarme. Chiama a raccolta i fedeli. La musica è un continuo sovrapporsi di suoni marziali ma vellutati. Una oscurità descritta nei minimi particolari. E Moore svogliato ma “profetico” declama e poi lascia spazio agli strumenti che sembrano all’inizio rincorrersi, ma che poi si accavallano e si mescolano alla rinfusa, per risepararsi alla fine in uno scampanio dell’era industriale.

Death to our friends, a metà dell’opera, è uno spartiacque cruciale. Introduce alla sequenza finale del disco. Parte come la più classica delle canzoni rock (batti 4 e via), e sembra avere anche uno straccio di riff. Si impenna epica, e la logica desidererebbe un canto smaliziato a completare il capolavoro. Ma invece prosegue, nel salire sempre più su con la tensione. Sequenze musicali che sembrano da un momento all’altro voler sfociare in qualcosa, ma che non portano a nulla. E ci accorgiamo che invece di salire stiamo precipitando in un gorgo, sempre più giù. Nella presa di coscienza anche la batteria si fa più presente, e la sequenza sempre più ossessiva. Potrebbe non finire mai, ma si chiude con un armonico che può significare di tutto.

Fin qui la prima parte. Una summa dei primi anni della carriera dei Sonic Youth. Sperimentazione controllata, immagini oscure e suoni sconnessi. Abbiamo passato in rassegna praticamente tutti i motivi che troviamo nella musica prodotta prima di Evol dal quartetto. Che si candida a diretto erede dei Velvet Underground, riprendendo gli scenari di 15 anni prima e descrivendone la degenerazione.

Il filotto che chiude il disco è leggendario. Vede come prima protagonista Kim Gordon, che canta affannata su un miscuglio di suoni che sembrano uscire da una lavatrice (chi ha orecchi per intendere, intenda). Dopo una lunga introduzione fatta di cinguettii meccanici e rimbombi da porticato, un pianoforte maltrattato emette una melodia da film dell’orrore, sulla quale la Miss declama una specie di filastrocca da bambina introversa.

Sembra prenderci per mano e condurci alla visione che abbiamo in “Marilyn Moore”, uno dei picchi emotivi di tutta la carriera del gruppo. La scena è di un uomo steso sul pavimento che urla e si contorce. I suoi dolori ce li descrive la chitarra: strozzata, grattata, malmenata dalla follia di Ranaldo, che produce suoni ora stralunati ora distorti, in una perfetta rappresentazione del flusso di coscienza di un uomo in preda a deliri e convulsioni, alternando momenti di leggeri miglioramenti al riacutizzarsi del dolore. La conclusione è tutta per le parole rassegnate di Moore.

Il disco si chiude, si fa per dire, con l’inno “Madonna, Sean Penn and me”, che è un po’ un indice analitico di tutto ciò che è stato detto fin’ora. Parte epico, con la schitarrata e la batteria. Addirittura un canto maestoso, melodia. Dove vogliamo arrivare? Da nessuna parte, come sempre: basta che andiamo ad analizzare ciò che dice Thurston “We’re gonna kill California Girls”, quasi a voler distruggere gli ultimi ritagli di flower power. E si prosegue, in uno spettacolare crescendo, con Lee Ranaldo che mostra segni di insofferenza a dover fare il chitarrista “normale”, e ogni tanto si lascia scappare qualche rumore di troppo. L’impennata (secondo, tra l’altro, i più classici dettami della psichedelia) avviene di lì a poco. Nel bel mezzo della frase chiave del brano (Expressway to your skull) c’è un silenzio, nel quale sembra disporsi un plotone di esecuzione. Che attacca, eccome se attacca. E lo fa alla maniera che ci è stata illustrata fino ad ora. Sezione ritmica in basso, ossessiva, e Ranaldo che, finalmente libero, sembra voler fare tutto ciò che non si deve con il suo strumento. Un inferno sonoro, un tornado di rumori e dolori, per poi riacquietarsi. E tramutarsi in un blob che avanza dirandandosi, ma infettando comunque l’atmosfera. Un gas che stordisce. E noi pronti lì a inalarlo perchè preferiamo non guardare ciò che ci sta crollando intorno. Stordimento, oscurità, ed un crepuscolo che sembra non finire mai. Ascoltiamo i Sonic Youth perchè abbiamo paura del silenzio. Nella nostra camera, il tramonto di tutte le nostre certezze entra sornione tra le aperture delle tapparelle e ci lascia addosso un definitivo senso di vuoto e incoscienza.

 

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"...and what exactly is a dream
and what eactly is a joke"
"...tired of lying in the sunshine..."

saluti a tutti
Vittorio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/07/2009 alle 12:40
Lo ascolterò Dedalus. Ti ringrazio, sei uno dei maggiori esperti di musica su questo forum e spero tu appaia più spesso su questi lidi.
Nell'attesa, dò una rispolverata a Daydream Nation.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 24/07/2009 alle 18:17
fra un ora e mezza Moby e i Planet Funk

 

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

"Signori non c'è ne sono più" Gilberto Simoni ad Aprica 2006

Il mio nome è Roberto che fa rima (guarda un pò che caso) con Gilberto

30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 25/07/2009 alle 08:36
Ragazzi, che concerto spettacolare, fantastici sia i planet funk ma sopratutto Moby, ha cantato tutto il repertorio ed è stato anche molto gentile nei confronti del pubblico presente che era tantissimo, io ero avanti non ci si poteva muovere...semplicemente grande Moby

 

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

"Signori non c'è ne sono più" Gilberto Simoni ad Aprica 2006

Il mio nome è Roberto che fa rima (guarda un pò che caso) con Gilberto

30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/07/2009 alle 14:30
Originariamente inviato da dedalus

Sonic Youth - Evol



personalmente preferisco bad moon rising, ma anche questo, che disco.

 
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  postato il 03/08/2009 alle 19:49
Per Furlan, fine intenditore di musica, immancabile chiusura rock: "Durante la volata, mi risuonava in testa la canzone Master of Puppets dei Metallica: mi ha dato la carica necessaria per lottare in uno sprint combattutissimo".

(ufficio stampa Lampre)

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/08/2009 alle 21:26
Mito Furlan!

 

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  postato il 03/08/2009 alle 23:22
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Per Furlan, fine intenditore di musica, immancabile chiusura rock: "Durante la volata, mi risuonava in testa la canzone Master of Puppets dei Metallica: mi ha dato la carica necessaria per lottare in uno sprint combattutissimo".

(ufficio stampa Lampre)


Chissà che canzone aveva in mente Danilo Napolitano...

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/08/2009 alle 21:28
Tempo fa mi auguravo che "In Rainbows" fosse l'ultimo album dei Radiohead:

RADIOHEAD, ADDIO ALBUM
I Radiohead non realizzeranno più album interi, ma solo brani singoli o Ep destinati al download. Lo ha annunciato il leader Thom Yorke al magazine The Believer. "Nessuno di noi, almeno per il momento, ha intenzione di ributtarsi nello stress creativo che richiede la registrazione di un intero album in studio. Ci ucciderebbe" ha detto Yorke. Qualche giorno fa, la band di Oxford ha rilasciato il suo ultimo singolo, "Harry Patch", dedicato a un veterano inglese della Prima Guerra Mondiale. Il brano è disponibile per il download a 1 dollaro, e i ricavati andranno alla Royal British Legion, organizzazione che sostiene i reduci di guerra.

(www.ondarock.it)

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e adesso i subsonica facciano altrettanto...

PS: io domani tornerei a recensire, se admin è d'accordo...

 

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  postato il 28/08/2009 alle 15:43
Disco del Mese

EINSTURZENDE NEUBAUTEN - 1/2 MENSCH



Halber Mensch, che significa "Mezz'uomo". Un album in cui rumore e musica diventano la stessa cosa, in cui il caos acquista un senso.
Musica industrial, che nasce nel cuore di Berlino in epoca post-punk. Ottimismo e buoni sentimenti sono banditi dalla musica degli Einsturzende Neubauten, partendo, dal nome (Nuovi edifici che crollano, probabilmente metafora della gioventù punk), e l'idea di base dalla quale parte l'album è il sovvertimento del mito della mela: Un uomo che si separa in 2 metà, una, la parte razionale, che si avvia verso l'autodistruzione, e perde di vista l'altra metà, l'involucro, il quale disperato impazzisce.
E' il riassunto della title track, uno spiazzante coro a cappella rappresentato in questo filmato, introduzione del documentario "Halber Mensch" che rappresenta teatralmente le canzoni dell'album.



L'industrial si fa sentire prepotente nella danza tribale "Yu Gung" (Futter Mein Ego), che narra la movida berlinese, non troppo lontana da quella attuale: "Stanotte! Mai dormire! Tutto è una bugia! Piaceri in polvere!". Nel filmato qui sotto si può osservare dal vivo l'opera dei due percussionisti del gruppo, noto per le infuocate esibizioni live. Un loro concerto tenutosi a Bari nel 1990 fu interrotto dalle forze dell'ordine a metà poichè il gruppo aveva letteralmente fatto a pezzi il palco.



Trinkled è un breve racconto, [B]Z.N.S. sarebbe il sistema nervoso centrale, nel pezzo decisamente in fiamme. Le 2 tracce hanno in comune gli orpelli ridotti all'osso: rimane una ritmica ossessiva scandita nel primo caso da oggetti metallici, nel secondo dal semplice schiocco delle dita. Eppure l'originalità nell'uso degli strumenti non fa che aumentare la concentrazione dell'ascoltatore.
Non c'è ritmo invece in Meine Seele Brennt, "la mia anima brucia": qui il gioco sta nell'alternanza tra silenzi e percussioni, bisbiglii e urli di Blixia Bargeld, voce del gruppo e specialista nell'accaponamento della pelle. Come potrete ben osservare in Sehnsucht, uno dei pochi pezzi ad avere una vaga idea di musica alla base, con l'incedere rock di una chitarra e tutto il resto che improvvisa.



Der Tod ist Ein Dandy è il punto di non ritorno: arriva la Morte ed è un Dandy a cavallo. Il suo arrivo e annunciato da trapani elettrici, seghe circolari, cavi metallici tirati. Un po' il rumore della città che si sveglia prima di te e comincia a lavorare. "La morte arriva su un destriero per mettere la parola fine a tutte le feste". Un po' come l'alba.
Letztes Biest è una ballata-industrial che arriva dopo il passaggio della mietitrice, ma l'apparente melodia è solo un passaggio che precede la tempesta, Das Schaben, un limbo di 9 minuti di assoluto rumore. Il finale, ciò che viene dopo la morte per il mezz'uomo, è solo confusione. Il resto del mondo diventa una caricatura, una presa in giro, come la cover di "Sand", della povera Nancy Sinatra.



Halber Mensch è uno degli album più geniali e allo stesso tempo più difficili da comprendere pienamente degli anni '80, un album che oggi sarebbe impossibile rifare, poichè bisognerebbe ricreare l'atmosfera di un'epoca andata. Un concept, se vogliamo, immagine di un modo di fare musica, tipicamente tedesco, che non riesce ad essere solo musica.

 

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  postato il 10/09/2009 alle 15:05
Ragazzi, stò ascoltando il nuovo degli Europe... dopo il cambio stilistico after/reunion, glia nni ottanta sono lontani... Il nuovo mi stà piacendo un casino

 

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Fabio

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/09/2009 alle 18:49
Ho purtroppo scoperto che gli Alice in Chains ci riprovano con un nuovo cantante.
Da estimatore della voce "disperata" di Layne Stanley, non posso che augurarmi che il loro progetto vada a carte quarantotto: non per loro, per carità, ma si dovrebbero chiamare in altro modo.
Gli Alice in Chains erano Layne Stanley e viceversa, morto lui sono morti anche gli AIC

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/09/2009 alle 13:43
http://canali.kataweb.it/musica/2009/09/11/la-dichiarazione-di-dipendenza-dei-due-re-di-ghiaccio/?ref=rephpsp1

è nato è nato!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/09/2009 alle 09:30
Se capitassero dalle vostre parti, andate a sentire Uochi Toki (che fa sempre bene), ma soprattutto l'Eterea Postbong band: sono in tournèe col gruppo di sopra e si alternano sul palco suonando un genere difficilmente definibile, se non col termine di divertentismo. Son bravissimi

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/09/2009 alle 18:14
Disco del Mese



(matteo.canever.it)

AFTERHOURS - QUELLO CHE NON C'E'

Ogni disco ha una sua immagine, un suo colore, un'istantanea al quale lo si associa mentre lo si ascolta. Per Quello che Non C'è questa istantanea combacia perfettamente con la sua copertina: un freddo blu profondo, un cielo nuvoloso senza pioggia, con l'unico scopo di coprire il sole.
Quello Che Non C'è annuncia la seconda vita degli Afterhours: addio Xabier Iriondo, membro storico del gruppo con Agnelli, il batterista Prette e il violinista Ciffo (che ha recentemente lasciato), dentro Giorgio Ciccarelli, via l'ironia che aveva caratterizzato i testi di Germi, Hai Paura del Buio e Non è Per Sempre, ingresso del piano e prevalenza del violino di Ciffo su molti degli altri strumenti, tanto da sembrare all'ascolto una terza chitarra. Composizione affidata, in 7 pezzi su 9, a tutti i membri del gruppo.

Il risultato è l'album più ricco a livello melodico per il gruppo milanese. A partire dalla ballata Quello che non c'è. Nel video ufficiale (che non posso copiarvi per volontà della EMI) si nota come Agnelli avesse, in quel periodo, rivoluzionato completamente anche la sua immagine.



Il secondo pezzo procede sullo schema del primo, ma è molto più concreto e significativo: Bye Bye bombay è una raccolta di pensieri sul viaggio di Agnelli ed Emidio Clementi (Massimo Volume), in India. Citazioni dell'India e di Clementi riempiono questo disco, una caratteristica della nuova scrittura di Agnelli è di essere fortemente autobiografica (anche nell'ultimo album son tantissime le canzoni sulla bimba appena avuta).
Sulle Labbra è un originale pezzo politico, tirato su tempi lentissimi e voce molto grave (infatti dal vivo questi due elementi son stati smussati).E' l'unico pezzo che mantiene una carica d'ironia: s'immagina lo sdoganamento attuale di tette, culi e sesso come una rivoluzione ridicola(penso che il contraltare della 'primavera' sia la primavera di Praga) Bellissimi i versi La tua primavera è un incubo/ in cui lo stato cede alla pornografia e e come può il mio amore essere limpido/se è la mia nazione che m'inquina
Varanasi Baby è il pezzo più cupo dell'album, dove Varanasi non è altro che Benares, città sacra indiana. Con Non sono Immaginario ci si riconcilia col rock'n'roll, ma la seconda chitarra è un sorprendente violino.



La gente sta male è forse il pezzo più bello a livello di costruzione. Lo stacco a 1.01 è veramente qualcosa di geniale e lascia basiti, alla fine dell'ascolto.



Anche Bungee Jumping è un pezzo che parla più a livello sonoro che testuale. I 2 minuti e mezzo abbondanti di cavalcata psichedelica raccontano ciò che si prova nel Cadere all'ingiù, vedere da lì le cose al contrario su te meglio delle parole. Altro bel verso La tigre sarà la stabilità:/ Non darle mai le spalle se vuoi/ che tutto sia OK tra voi .
Ritorno a casa è un altro omaggio a Emidio Clementi, visto che è un reading, come solevano fare appunto i Massimo Volume. La base è quel soft che rende l'idea di quando si sogna di ritornare piccoli, nella casa dei genitori (e chissà se mi capiterà mai). Una strana calma, una calma, enorme. Non so cos è, ma non ho mai pianto quanto al risveglio.. E' una canzone che avevo sempre in testa quando mi trovavo nella beatitudine delle montagne albanesi.

Il gruppo conclude l'album con una coda finale degna di ciò che è avvenuto prima. L'ennesima ballad, beffarda e raggelante. Vi lascio a Il mio ruolo senza altri commenti, sperando di aver regalato a qualcuno di voi emozioni mai provate.




(ps per l'inizio dell'autunno questo album casca a fagiuolo
:Od

 

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  postato il 21/09/2009 alle 19:34
Hahahahahah grandissimi Muse, dopo questa cosa guadagnano 1000 punti nella mia personale classifica

http://tv.repubblica.it/copertina/la-ventura-beffata-dai-muse/37078?video

(Sulla tristezza infinita della televisione italiana stendiamo un velo pietoso)

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
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Amarti m'affatica, mi dà malinconia
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/09/2009 alle 19:51
Ahahahah... Han fatto bene cmq... E poi al ventura poteva magari informarsi un minimo sugli ospiti...

 

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  postato il 21/09/2009 alle 21:13
I Muse non sono nuovi a questo tipo di cazzate; son stati banditi da una tv spagnola perchè durante un esibizione Bellamy non ha preso in tempo il megafono ed ha cominciato a bestemmiare. Un'altra volta non volevano suonare in playback ed han fatto la stessa cosa di ieri, se vogliamo un po' più pacchiana; in Francia han buttato la chitarra in un lago e il bassista ha fatto volare la batteria gettandosi di peso...

Tutte robe molto datate cmq, fa piacere che tornino a fare i cazzoni.

Riguardo all'ultimo album, è una barbarata kitsch così radicale che può anche piacere. Il singolo fatto dalla Ventura è la cosa che più fa cagare con quel riff alla "Call me", poi c'è un pezzo "United states of Eurasia" che è una cannibalizzazione dei Queen estremamente pacchiana (però è carino). Per il resto è più che altro una cannibalizzazione di loro stessi in versione più danzereccia, salvo la composizione sinfonica finale di 12min che non è da primo ascolto ma non è affatto male (rispecchia sempre lo stile Muse). Bellamy ha quasi del tutto abbandonato quel falsetto alla Jeff Buckley. Dimenticavo: è un concept semi-complottistico della serie "Vi stiamo controllando coi satelliti e i vaccini anti-influenzali", non so come spiegarvelo. Se vi va di capirci di più, leggetevi qualche intervista a Bellamy.

Che altro dire? Un gruppo dal potenziale enorme che dopo 2 album malriusciti sta imboccando una certa strada totalmente diversa dagli esordi, che credo resteranno sempre il loro meglio. Insomma, come ho scritto sul forum di Ondarock, i Muse sono un po' come Cunego



x Plata: la cosa da ridere è che i Muse non è la prima volta che sono ospiti della Ventura, anzi questa dovrebbe essere la terza o la quarta

 

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  postato il 21/09/2009 alle 22:58
Sto ascoltando proprio adesso il disco dei Muse, e mi è venuto in mente il forum: sapevo -specie dopo ieri- di trovare qualcosa .
Concordo il giudizio di Sub, tutto abbastanza ritrito, però alla fine dimostrano sempre di saperci fare ; bisogna ribadire che è qualcosa che di completamente altro dagli inizi, qua addirittura si fanno ampie passeggiate progressive.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 22/09/2009 alle 00:29
Originariamente inviato da Admin

Hahahahahah grandissimi Muse, dopo questa cosa guadagnano 1000 punti nella mia personale classifica

http://tv.repubblica.it/copertina/la-ventura-beffata-dai-muse/37078?video



Bellamy alla batteria è uno spasso, si stava divertendo come un bimbo! Uhuhuhuh!!!

 

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  postato il 30/09/2009 alle 21:30
come far inorridire e far tremare di paura Admin:

 

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  postato il 30/09/2009 alle 21:52
M'hai fregato sul tempo!!!!!!!!!!!
L'ho sentita stamattina alla radio, inorridendo e non poco.
Ho sempre odiato/disprezzato/ignorato Vasco, ma con questa ha toccato il fondo

 
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  postato il 30/09/2009 alle 21:58
Un testo alla baglioni anni 70... più che scontato... Anche se vabbè, lo so che dovrei stare zitto

 

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  postato il 30/09/2009 alle 22:15
Originariamente inviato da desmoblu

M'hai fregato sul tempo!!!!!!!!!!!
L'ho sentita stamattina alla radio, inorridendo e non poco.
Ho sempre odiato/disprezzato/ignorato Vasco, ma con questa ha toccato il fondo


tra l'altro ho scoperto che gli spari sopra è nata da sorte simile..ecco perchè c'era una canzone recente di Vasco Rossi che mi piaceva

 

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  postato il 30/09/2009 alle 22:40
Il cono del gelato m'è andato di traverso, le alici panate mi sono tornate su e m'è venuto un senso di nausea che - sono certo! - mi rovinerà il sonno, stanotte.
Quanti anni sono che Vasco Rossi raschia il fondo del barile?
Ogni volta (mi) dico: "Ecco, questo è davvero il fondo!", e invece riesce sempre a sorprendermi.

 

[Modificato il 30/09/2009 alle 22:51 by Abajia]

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  postato il 30/09/2009 alle 22:47
Ma è Creep...

Ah ah ah! Fra l'altro, l'ha spostata un tono e mezzo sotto, facendole perdere brillantezza... si vede che non ce la faceva! Poverino...

 

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  postato il 30/09/2009 alle 23:25
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  postato il 01/10/2009 alle 10:17
ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
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  postato il 01/10/2009 alle 10:41
Beh dai, non tutti i mali vengono per nuocere.
Finalmente si può insultare Vasco senza necessariamente essere tacciati di snobismo alternativo, e la zappa suoi piedi se l'è tirata da solo. Ma chi gli ha consigliato di rifare proprio Creep?

 

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