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Autore: Oggetto: Rodolfo Massi

Livello Rik Van Looy




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  postato il 04/02/2009 alle 18:10
Non so se c'è già un 3d gemello, nel caso i moderatori sposteranno.
COn questo post vorrei chiedere a Morris di raccontare l'atleta Rodolfo Massi fino al 1998, anno in cui è stato accusato di doping ma poi completamente prosciolto.
Sarebbe interessante conoscere la carriera di questo corridore, per approfondire quanto scritto anche da Beppe Conti sul suo libro, cioè che quello del 1998 fu uno dei tour più puliti della storia, visto che giravano più gendarmi che corridori negli alberghi.
Le prestazioni di Massi in quel tour probabilmiente furono le migliori della sua carriera e potrebbero essere scaturite proprio dall'estrema pulizia che c'era in quel tour. Presumibilente quel tour, espresse le reali forze in campo, presumibilmente in un tour dove non girava nemmeno un'aspirina ( Beppe Conti) i valori espressi in campo si avvicinarnon verosimilmente alla realtà, e questo permise a Massi di dare l'assalto alla maglia a pois e a Marco di rifilare i giusti 9 minuti in salita ad un corridore che pesava 10 kg abbondanti più di lui.....
Insomma sarebbe interessante sentire cosa ne pensi Morris. Grazie.

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 04/02/2009 alle 19:40

Credo di aver colto l'ironia.
Apprendo da Wiki che il soprannome di Massi era "il farmacista".

 
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Livello Alfredo Binda




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  postato il 04/02/2009 alle 19:47
Originariamente inviato da albe89


Credo di aver colto l'ironia.
Apprendo da Wiki che il soprannome di Massi era "il farmacista"


Opss, scusate, io non avevo colto l'ìronia

 

[Modificato il 04/02/2009 alle 21:58 by W00DST0CK76]


 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 04/02/2009 alle 22:04
Ragazzi mi raccomando, non facciamo deragliare questo 3D, se si vuole parlare della carriere di Massi, tutto ok, se invece vogliamo aprire un nuovo dibattito sul doping spostiamo tutto nella sede più opportuna, ovvero l'apposito 3D.
Mi rendo conto che in questo caso il confine sia estremamente sottile però sono sicuro che non lo oltrepasserete.

ps: attenzione a chiudere bene i quote altrimenti si spagina tutto.

 

[Modificato il 04/02/2009 alle 22:20 by W00DST0CK76]

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2009 alle 22:38
se nn ricordo male massi qualche stagione fa tentò di allestire un team prof.
francamente nn ricordo come sia andata a finire

 
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Livello Tour




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  postato il 04/02/2009 alle 22:46
Originariamente inviato da sceriffo

se nn ricordo male massi qualche stagione fa tentò di allestire un team prof.
francamente nn ricordo come sia andata a finire


Bene !! Si chiama Hadimec-Nazionale electrica. E una squadra continentale afiliata en svizerra

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 04/02/2009 alle 22:50
MAssi gestisce anche una squadra under23 che porta il suo nome.
Ho visitato il suo sito internet www.rodolfomassi.it ma non è fermo all'anno scorso.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2009 alle 22:51
Rodolfo Massi era veramente chiamato "il farmacista".
Ma è stato anche un ragazzo sfortunato nella sua carriera. Quando ha avuto una buona stagione ha fatto un ottimo lavoro.
Adesso ha un team di dilettanti "Massi Team", è molto impegnato nell'attività della provincia di Pesaro e non ha troppe pretese con i suoi ragazzi, ci tiene a seguirli nell'allenamento senza chiedere sacrifici enormi, spesso questi ragazzi studiano o lavorano part-time.
Dedica molto impegno all'attività giovanile come consulente, e collabora nella gestione di alcune corse.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 04/02/2009 alle 22:58
Ricordo due rovinose cadute di Massi, entrambe nella zona di Caserta, la prima mi sembra sia stata nel 1989 quando andò a schiantarsi contro l'acquedotto romano, incidente che lo tenne fermo per un lungo periodo.


Da allora quelle strade sono piene di segnali stradali "caduta Massi" (lo so, è una vecchia battuta, ma ogni tanto mi piace rispolverarla).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2009 alle 23:32
Più che una vecchia battuta è una battuta feroce.

 

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nino58

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 09/02/2009 alle 17:03
Gradirei davvero che Morris raccontasse qualcosa su Massi, se ne ha voglia.
Riguardo all'ironia da 4 soldi gratuitamente spesa in questo post, bisognerebbe dire, che soprannomi a parte, Rodolfo Massi venne ampiamente scagionato da quanto imputatogli in Francia nel 1998, ovviamente però, la sua Carriera praticamente finì li.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/02/2009 alle 07:50
Praticamente finì lì perchè per un uomo un'esperienza del genere è devastante.
E' stato bravo a mantenersi solido e a vivere a contatto con la realtà che lo circondava a casa sua, nella sua terra tra la sua gente.

 

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Michela
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 10/02/2009 alle 18:11
Originariamente inviato da miky70

Praticamente finì lì perchè per un uomo un'esperienza del genere è devastante.
E' stato bravo a mantenersi solido e a vivere a contatto con la realtà che lo circondava a casa sua, nella sua terra tra la sua gente.


Allora Miki sei daccordo con me riguardo all'ironia scialba ed inutile espressa sopra.
A me piacerebbe sentir raccontare della carriera di Massi, perchè molto probabilmente i risultati ottenuti in quel tour non furono un caso, e non per i motivi dei quali venne accusato infamamente, ma proprio per il contrario.
Proprio perchè non fu possibile utilizare determinate sostanze in quel tour, vista l'ingombrante e massiccia presenza della gendarmeria, che vennero fuori certi risultati, i valori in campo espressi in quel tour erano i più vicini di sempre alla realtà.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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Registrato: Oct 2003

  postato il 14/02/2009 alle 00:06
Caro Lorenzo, ti ringrazio per esserti rivolto a me su un tema così interessante (checché ne dica qualcuno che dovrebbe studiare, anziché esternare…), ma per la gioia della stragrande maggioranza dei frequentatori e per la soddisfazione amara del sottoscritto, in questo luogo continuerò a non scrivere (a proposito, ossequi a chi mi ha fatto sapere quanto facciano schifo e/o dormire le mie “storie”…). Le due o tre capatine per gli auguri (che sarebbero state di più se non avessi inavvertitamente cancellato un file dove tenevo gli estremi di particolari ricorrenze), ed il quesito storico sulla maglia di una vecchia società francese, che era doveroso raccogliere per dare una mano a chi sta lavorando su un museo, non devono far testo: non sono più un forumista. Per darti un’idea se potessi scegliere, nella più piena libertà d’azione il “che fare” su queste pagine, cancellerei tutti gli oltre 2500 interventi e non certo per chissà quali timori circa i loro contenuti! E se poi penso a cosa si continua a scrivere sul doping, sulla sua entità ed incidenza, nonché a quelle astruse conclusioni sull’emodoping, trucidando il concetto-pianeta dell’allenamento, raggiunte tempo fa, da una consistente fetta della supposta nobiltà forumistica, mi cascano le braccia……(Questa aggiunta, scusami Lorenzo, era solo per dare il “contentino/pretesto” alla premiata ditta P &.S. ed agli eufemistici “nascosti” ..che mi giudicano arrogante …gratificandomi).
Non voglio però andare completamente OT e manco mettere i moderatori nelle condizioni di tagliare e poi tu sei un Pantaniano sincero a cui mi sento legato, quindi poche battute su Rodolfo Massi le devo scrivere. Non quelle che il tuo intervento meriterebbe, ma comunque qualcosa.
Il marchigiano di Corinaldo è stato un ottimo juniores (lo ricordo nella stagione ’84, quando difendeva la gloriosa maglia della Pieralisi di Jesi), poi un gran bel dilettante, uno che animava le corse, ed aveva dei numeri da giocarsi ogni volta, perché non era nemmeno fermo in volata. E poi, fra i dilettanti, solo i macellai scambiati per tecnici, fanno la conta dei successi, anticipandoli in tutto e per tutto a quello che deve essere il ruolo supremo della categoria: far crescere i corridori, correggerne gli errori, plasmarne le caratteristiche, affinare l’allenamento a metabolismi e motore dei singoli distintamente e, nell’arco della corsa, verificare dove l’atleta sa tirare fuori gli attributi. In altre parole, fino ai professionisti, tutte le categorie sono una scuola, una fase propedeutica. Nel caso di Rodolfo, tutto si volgeva al meglio ed in evidente vetrina, con assaggi di pregio, ed ascesa crescente: protagonismo, non molte vittorie come è sovente salutare fra i “puri”, ma significative. D’altronde non si vince un “Trofeo Adolfo Leoni”, al primo anno nella categoria, se non si è qualcuno. Continuò a crescere e, nel 1986, divenne un punto fermo della Nazionale. Pur in appoggio a Fondriest, fu uno dei pochi italiani di quel periodo, a vincere all’estero importanti prove, come, in Belgio, una tappa del Giro del West-Henegouwen (il “Tour du Hainaut”, per i francesi), corsa nella quale seppe giungere terzo in un’altra frazione e sesto nella classifica finale (il Giro fu vinto da Fondriest). Ai Mondiali di Colorado Springs, fu il migliore degli italiani e non di poco, correndo sempre come spalla del trentino di Cles. Alla fine chiuse 14°, mentre Maurizio finì settimo. Restano però le luci di quella giornata, dove davvero mi impressionò, e si badi che allora correvano fra i dilettanti, i “professionisti dell’est” come Ludwig, Ampler (che poi vinse), Ugrumov….. (tronco perché devo scappare…riprendo dopo!).

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 14/02/2009 alle 00:55
Grande professionista Massi, nel 1998 poteva vincere sicuramente la maglia a pois, poi accadde quell'"incidente" con la gendarmeria francese.
Welcome back Morris, anche se la giornata di oggi è triste per gli eventi di cinque anni fa...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 12:14
Certi ragionamenti 'assolutisti' non li farei: Massi non ha fatto solo un gran tour quell'anno, ma ha corso una grande stagione, la migliore della sua carriera in quanto a risultati vincendo il Mediterraneo che allora vantava un certo prestigio, arrivando 3° alla Liegi, e conquistando tanti altri piazzamenti nelle corse di primavera.

Dovrei dedurne che anche alla Liegi c'erano i gendarmi in albergo...?no, devo dedurne che Massi era in un anno di grazia.

Ci sarebbero invece 2 che quell'anno hanno fatto il 'Boom' al Tour e poi son letteralmente spariti...anche loro come Massi, o non meritano menzione perchè stranieri?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 14/02/2009 alle 14:36
Originariamente inviato da Morris

Caro Lorenzo, ti ringrazio per esserti rivolto a me su un tema così interessante (checché ne dica qualcuno che dovrebbe studiare, anziché esternare…), ma per la gioia della stragrande maggioranza dei frequentatori e per la soddisfazione amara del sottoscritto, in questo luogo continuerò a non scrivere (a proposito, ossequi a chi mi ha fatto sapere quanto facciano schifo e/o dormire le mie “storie”…). Le due o tre capatine per gli auguri (che sarebbero state di più se non avessi inavvertitamente cancellato un file dove tenevo gli estremi di particolari ricorrenze), ed il quesito storico sulla maglia di una vecchia società francese, che era doveroso raccogliere per dare una mano a chi sta lavorando su un museo, non devono far testo: non sono più un forumista. Per darti un’idea se potessi scegliere, nella più piena libertà d’azione il “che fare” su queste pagine, cancellerei tutti gli oltre 2500 interventi e non certo per chissà quali timori circa i loro contenuti! E se poi penso a cosa si continua a scrivere sul doping, sulla sua entità ed incidenza, nonché a quelle astruse conclusioni sull’emodoping, trucidando il concetto-pianeta dell’allenamento, raggiunte tempo fa, da una consistente fetta della supposta nobiltà forumistica, mi cascano le braccia……(Questa aggiunta, scusami Lorenzo, era solo per dare il “contentino/pretesto” alla premiata ditta P &.S. ed agli eufemistici “nascosti” ..che mi giudicano arrogante …gratificandomi).
Non voglio però andare completamente OT e manco mettere i moderatori nelle condizioni di tagliare e poi tu sei un Pantaniano sincero a cui mi sento legato, quindi poche battute su Rodolfo Massi le devo scrivere. Non quelle che il tuo intervento meriterebbe, ma comunque qualcosa.
Il marchigiano di Corinaldo è stato un ottimo juniores (lo ricordo nella stagione ’84, quando difendeva la gloriosa maglia della Pieralisi di Jesi), poi un gran bel dilettante, uno che animava le corse, ed aveva dei numeri da giocarsi ogni volta, perché non era nemmeno fermo in volata. E poi, fra i dilettanti, solo i macellai scambiati per tecnici, fanno la conta dei successi, anticipandoli in tutto e per tutto a quello che deve essere il ruolo supremo della categoria: far crescere i corridori, correggerne gli errori, plasmarne le caratteristiche, affinare l’allenamento a metabolismi e motore dei singoli distintamente e, nell’arco della corsa, verificare dove l’atleta sa tirare fuori gli attributi. In altre parole, fino ai professionisti, tutte le categorie sono una scuola, una fase propedeutica. Nel caso di Rodolfo, tutto si volgeva al meglio ed in evidente vetrina, con assaggi di pregio, ed ascesa crescente: protagonismo, non molte vittorie come è sovente salutare fra i “puri”, ma significative. D’altronde non si vince un “Trofeo Adolfo Leoni”, al primo anno nella categoria, se non si è qualcuno. Continuò a crescere e, nel 1986, divenne un punto fermo della Nazionale. Pur in appoggio a Fondriest, fu uno dei pochi italiani di quel periodo, a vincere all’estero importanti prove, come, in Belgio, una tappa del Giro del West-Henegouwen (il “Tour du Hainaut”, per i francesi), corsa nella quale seppe giungere terzo in un’altra frazione e sesto nella classifica finale (il Giro fu vinto da Fondriest). Ai Mondiali di Colorado Springs, fu il migliore degli italiani e non di poco, correndo sempre come spalla del trentino di Cles. Alla fine chiuse 14°, mentre Maurizio finì settimo. Restano però le luci di quella giornata, dove davvero mi impressionò, e si badi che allora correvano fra i dilettanti, i “professionisti dell’est” come Ludwig, Ampler (che poi vinse), Ugrumov….. (tronco perché devo scappare…riprendo dopo!).
ù

Grazie davvero di Cuore Morris.. aspetto il seguito con ansia e rispetto.. Grazie ancora.

 
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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 14/02/2009 alle 15:17
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Ci sarebbero invece 2 che quell'anno hanno fatto il 'Boom' al Tour e poi son letteralmente spariti...anche loro come Massi, o non meritano menzione perchè stranieri?


Rinero e Roland Meier?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 15:40
Originariamente inviato da Dreams

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Ci sarebbero invece 2 che quell'anno hanno fatto il 'Boom' al Tour e poi son letteralmente spariti...anche loro come Massi, o non meritano menzione perchè stranieri?


Rinero e Roland Meier?

più che Meier, Bobby Julich (mai ripetutosi a quei livelli)

 

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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 14/02/2009 alle 16:18
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Ci sarebbero invece 2 che quell'anno hanno fatto il 'Boom' al Tour e poi son letteralmente spariti...anche loro come Massi, o non meritano menzione perchè stranieri?


Rinero e Roland Meier?

più che Meier, Bobby Julich (mai ripetutosi a quei livelli)


Con tutto il rispetto per Pantani e Ullrich, ma la classifica finale del Tour de France 1998, non sembra affatto una classifica finale.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 16:18
Un grande saluto a Morris, è bello rivedere gli amici di cicloweb in un giorno speciale come questo.

 

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Michela
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 16:43
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Praticamente finì lì perchè per un uomo un'esperienza del genere è devastante.
E' stato bravo a mantenersi solido e a vivere a contatto con la realtà che lo circondava a casa sua, nella sua terra tra la sua gente.


Allora Miki sei daccordo con me riguardo all'ironia scialba ed inutile espressa sopra.
A me piacerebbe sentir raccontare della carriera di Massi, perchè molto probabilmente i risultati ottenuti in quel tour non furono un caso, e non per i motivi dei quali venne accusato infamamente, ma proprio per il contrario.
Proprio perchè non fu possibile utilizare determinate sostanze in quel tour, vista l'ingombrante e massiccia presenza della gendarmeria, che vennero fuori certi risultati, i valori in campo espressi in quel tour erano i più vicini di sempre alla realtà.

Dalle mie parti si diceva che quell'anno si era preparato bene e non era stato sfortunato. Probabilmente veniva chiamato "il farmacista" perchè era solito curarsi a causa di infortuni e malattie, poi alla Festina chi si è trovato nei guai con l'indagine ha dato la colpa a quello più indifeso, lo conoscevano poco o niente, uno straniero....
Ricordo di averlo visto premiare gli juniores a Corinaldo, dopo l'incidente grave al Giro, mi aveva fatto molta tenerezza. Con i primi guadagni aveva comprato una casa come fanno quasi tutti i ciclisti. Non meritava proprio tanta durezza, come non la meritava Riccò, dalla polizia e dalla magistratura francese. I dirigenti e i medici della Festina hanno pagato quanto lui in Francia quell'estate?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 17:05
ma Massi non era nella Casino, dove militava anche Elli?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 17:07
Dove corresse non lo ricordo, ma il nome fu fatto durante l'indagine alla Festina, giusto?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/02/2009 alle 17:40
se non ricordo male fu bouvard, suo compagno alla casino, ad accusarlo. poi anni dopo fu assolto, ma intanto quel tour lo avrebbe finito con la maglia a pois e un piazzamento nei 10. nell'inverno fra 98 e 99 ebbe un altro terribile incidente in allenamento, mi pare in messico, e in pratica perse un'altra stagione, tanto per dire che da corridore di sfica ne ha avuta assai.
 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 15/02/2009 alle 00:17
........Restano però le luci di quella giornata, dove davvero mi impressionò, e si badi che allora correvano fra i dilettanti, i “professionisti dell’est” come Ludwig, Ampler (che poi vinse), Ugrumov, Raab, Pulnikov, Klimov, nonché gente di più di trenta anni che hanno poi trovato modo di lasciare, pur da “nonni”, tra i prof una bella traccia, come l’austriaco Wechselberger (classe ’53), e lo svizzero Trinkler (classe 1950!!!). Poi c’erano John Talen, un olandese, tra i più forti dilettanti che abbia mai visto e due che, nell’elite del ciclismo, si dimostreranno compiutamente: il francese Luc Leblanc e il perticone belga Edwig Van Hooydonck. Un panorama di gran rispetto, dunque, niente di paragonabile, tanto per cambiare, agli odierni mondialini riservati agli Under 23. In questo quadro, Rodolfo si mostrò fra i più brillanti, come a dire che la stoffa per divenire qualcuno c’era e che attenderlo con un certo interesse fra i professionisti, era quantomeno legittimo. Circa un mese dopo, nell’ultima gara di peso fra i “puri” confermò tutto, con uno splendido Giro del Lazio, chiuso al secondo posto.

Nell'elite del pedale, Massi, non ha potuto maturare come doveva, o meglio è stato stravolto e deviato nella sua crescita, perché a ventidue anni e mezzo, s’è trovato quasi espulso dal ciclismo e dallo sport, a causa di una caduta che grida quanto a volte gli organizzatori meritino dispregiativi e pene, anche pesanti. Il Giro d’Italia ‘88, con quel passaggio sotto l’arco di Santa Maria Capua Vetere, soprattutto in quel punto della 5a tappa, non poteva che finire in una mezza carneficina. Ed infatti, chi non ricorda quel groviglio di biciclette, quel sangue e quei brandelli di pelle?
Rodolfo, in quel triste pomeriggio, ci lasciò un femore, un arto complicato da recuperare, sempre. Tanto più se si rompe scomposto nell’area in cui si ruppe a lui. Ci vogliono anni per riprendersi, ammesso sia possibile per i grandi livelli. E non dimentichiamo che l’ortopedia di vent’anni fa, non era quella di oggi, idem la stessa rieducazione.
Massi ritornò prima del previsto, almeno per quelli che in ambienti sportivi e medici dell’epoca si consideravano i tempi ottimistici. Aveva messo sul campo la prima parte della sua determinazione e di quel coraggio che saranno poi i costanti fili conduttori del suo tratto nello sport e nella vita. Non poteva però anticipare anche il ritorno alla valenza fisica d’eccellenza. In questo quadro vanno viste le sue risultanze nel 1989 e nel 1990. Annate dove prima di tutto imparò ad adeguare le proprie caratteristiche, ad un fisico in via di ripresa. Già nell’89, seppe finire bene le classiche (nella Liegi giunse 55°, ma arrivò con gente come Marc Sergeant e Ludo Peeters!), finì il Giro d’Italia e provò pure qualche acuto al GP di Camaiore (3°), alla Coppa Placci (12°), nel Giro dell’Umbria (7°), nel Giro di Venezia (4°). Non male per uno che era dato per perduto da molti.
Nel ’90, in maglia Ariostea, iniziò con un ottavo posto al Laigueglia, andò benino alla Tirreno Adriatico (23°), discretamente nelle classiche delle Ardenne; fu poi protagonista nel Gp di Prato (8°), corse positivamente l’Henninger Turm di Francoforte (18°) ed il Giro di Romandia, si migliorò tantissimo al Giro d’Italia, chiudendolo al 35° posto e continuò un ottimo mese di giugno con un crescendo significativo: finendo 9° il sempre veritiero Giro dell’Appennino, 11° il Gp di Larciano, mentre nel Gp di Camaiore, valevole come prova unica per la maglia tricolore, conquistò un bel quinto posto. “Ferron” Ferretti, sbagliò a schierarlo al Tour, perché il non ancora venticinquenne Rodolfo, aldilà del tribolato passato, correva a tutta dal Laigueglia. Ciononostante, onorò la sua partecipazione, finendo, seppur ultimo, la Grande Boucle. Per giungere a Parigi, superò giornate di autentica sofferenza, per una serie di acciacchi e quella stanchezza che il caldo, ovviamente, aveva ingigantito. Quella “maglia nera”, che qualche osservatore superficiale (per intenderci, come sanno esserlo i tipi che riconducono tutto alle conte), giudicò successivamente come un segno di enorme mediocrità, fu invece la dimostrazione delle buone qualità di Massi. Il perché lo dimostrò dopo, chiudendo bene (35° nel Teleglobe Montreal, 13° nel Giro dell’Emilia, 24° nella Coppa Sabatini, 14° nella Milano Torino, 35° nel Giro di Lombardia) un anno dove aveva corso senza soluzione di continuità, esattamente come in quei tempi non distanti, che si stavano velocemente dimenticando.
Il ragazzo, a venticinque anni, aveva mostrato fondo sufficiente, era riuscito a superare un gravissimo incidente, ed era pronto a vincere, o perlomeno ad affrontare al meglio delle proprie possibilità, il ciclismo dei grandi. Non un atleta di prima fascia, ma un riferimento comunque evidente, in grado di togliersi buone soddisfazioni e di poter fare da spalla di chiunque. Serviva solo ancora un po’ di pazienza. Purtroppo per Rodolfo, la sua squadra non aveva a capo uno tanto disponibile ad aspettare, e così quel 1991 che doveva porre le basi per una certa sicurezza, magari allungando il biennale con la stessa Ariostea, si mostrò, invece, l’inizio di un preoccupante ritorno all’indietro…..
(continua, ma sono costretto ancora una volta a lasciare per vergognosi motivi. Spero di riprendere al più presto).

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Rik Van Looy




Posts: 802
Registrato: May 2005

  postato il 15/02/2009 alle 11:50
Originariamente inviato da Subsonico

Certi ragionamenti 'assolutisti' non li farei: Massi non ha fatto solo un gran tour quell'anno, ma ha corso una grande stagione, la migliore della sua carriera in quanto a risultati vincendo il Mediterraneo che allora vantava un certo prestigio, arrivando 3° alla Liegi, e conquistando tanti altri piazzamenti nelle corse di primavera.

Dovrei dedurne che anche alla Liegi c'erano i gendarmi in albergo...?no, devo dedurne che Massi era in un anno di grazia.

Ci sarebbero invece 2 che quell'anno hanno fatto il 'Boom' al Tour e poi son letteralmente spariti...anche loro come Massi, o non meritano menzione perchè stranieri?


Non volevo gettare ombre sulle vittorie di Massi, ero solo dispiaciuto che nell'anno di grazia non abbia potuto concludere quel tour!

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 4674
Registrato: Jun 2006

  postato il 20/03/2009 alle 22:41
Ho un'amica che si chiama Michela come me, che ha incontrato Rodolfo proprio alla presentazione della tappa del Monte Petrano e gli ha parlato di questo forum e di questa pagina in particolare.
Ho appena ricevuto un suo sms in cui mi scrive che ha inviato una mail a Rodolfo Massi con l'indirizzo di questo 3d e lo ha invitato a leggerlo e magari a commentare direttamente.

Ciao.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 6025
Registrato: Oct 2005

  postato il 20/03/2009 alle 22:45
Ottima idea, grande Miky!!!


Mi sa che quando leggerà la mia battutaccia mi fischieranno le orecchie

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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