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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2009

Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2009 alle 17:11
Scusate l'ignoranza, ma il decreto legge non deve essere comunque controfirmato dal Presidente della Repubblica?

 

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"Per aspera ad astra" Seneca o Eros Poli ... non ricordo

Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
queste stelline pose:

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2009 alle 17:17
E' il presidente della Repubblica che "emana " i decreti legge e Napolitano - almeno questo- non lo farà
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2009 alle 17:22
Spero proprio che Napolitano almeno questo non lo firmi.

 

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Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2009 alle 18:57
Originariamente inviato da Admin

Quello che sta succedendo in queste ore spiega perfettamente perché è un argomento profondamente politico il caso Englaro, e perché lo sono anche tutte le notizie provenienti dal Vaticano.

Ci sono (ultimamente sempre più) giorni in cui mi vergogno di essere italiano. Questo è uno di quelli.


giusto
evidentemente quando ho postato non mi ero ancora accorto che la laicità dello stato era morta...ora dobbiamo solo capire se si tratta di morte clinica o di morte cerebrale...

 

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Originariamente inviato da anonimo

Originariamente inviato da MDL

se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2009 alle 20:37
Originariamente inviato da desmoblu
(fin qui ci siamo...ma se ci si mette anche l''opposizione'... e vediamo chi la coglie )

Forse è un eccesso di presunzione... ma mi fischiano le orecchie!

Abbiate pietà di me... io alla democrazia parlamentare ci credo ancora... almeno in parte... però forse no... boh...

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 07/02/2009 alle 08:23
Originariamente inviato da Bitossi

Originariamente inviato da desmoblu


Abbiate pietà di me... io alla democrazia parlamentare ci credo ancora... almeno in parte... però forse no... boh...


Anch'io ci credo, però il parlamento, come dice l'etimologia, dovrebbe essere un luogo ove si parla fra gente libera (ma la libertà non è star sopra un albero, non è il volo di un moscone, essa è la possibiltà di scegliere), mentre mi sembra che in questa temperie ci sia solo la possibilità di votare quello che sostiene il capo dell'azienda o del partito.

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/02/2009 alle 08:40
Tra Vaticano, baciapile e grandifratelli, una notizia a quanto pare secondaria:

Scioperi, cambia la legge: riforma in dirittura d'arrivo

Il ministro del Lavoro Sacconi presenterà un testo di disegno di legge delega da girare poi al Parlamento. Spunta la soglia del 50% di rappresentatività necessario per la proclamazione di un'astensione dal lavoro. La Cgil non è convinta del testo, sì di Cisl e Uil. Fredda l'Ugl. E Confindustria plaude al governo.[..].

Positivo, il commento della Cisl. "La soglia del 50% è una soglia congrua perché obbliga a fare coalizioni", commenta il leader del sindacato di via Po, Raffaele Bonanni che invece 'boccia' l'adesione preventiva individuale allo sciopero giudicata come una norma "che crea maggior conflitto".

E positivo è anche il commento della Uil. "Bisogna cercare regole nuove per ridurre le patologie nel conflitto perché nei servizi pubblici essenziali a rimetterci è solo il cittadino", dice il leader della Uil Luigi Angeletti[..].

Ad appoggiare in toto la linea del governo è invece Confindustria che profila anche l'eventualità, se ci sarà la possibilità, che l'avviso comune possa toccare anche qualche aspetto della regolazione dello sciopero nel settore privato. "perché no. Servirebbe a dare più certezza ad aziende e lavoratori", dice il direttore dell'area realazioni industriali Giorgio Usai.

fonte:adnkronos

 

[Modificato il 07/02/2009 alle 08:47 by pacho]


 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 07/02/2009 alle 08:46
http://www.radioradicale.it:80/englaro-varato-il-decreto-legge-scontro-napolitano-berlusconi-i-pareri-di-medici-costituzionalisti-e-sondagisti

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/02/2009 alle 10:15
indipendentemente da come la si possa pensare sul caso Englaro, ormai siamo alla follia pura.

 

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  postato il 07/02/2009 alle 12:20
magari si potesse parlare di Follia, il governo Berlusconi con un colpo incredibile ha bloccato i fondi per il G8 che si dovrà tenere nell'isola della Maddalena a Luglio ad 1 settimana dalle elezioni regionali...... questo non appena sono usciti gli ultimi sondaggi che danno una sostanziale parità tra i due candidati del centro dx e centro sin l'elezione pare si giochera per pochi voti , lui nell'incertezza della vittoria blocca i fondi per poter attaccare a ruota libera il suo nemico Soru dando la colpa alla regione, questo è sadismo al 100% forse non si è reso conto che la figuraccia la farà lui a Luglio se i lavori non saranno ultimati.....

 

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Se si è ritirato Bewolcic si possono ritirare tutti...


Gianni



 
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  postato il 07/02/2009 alle 12:52
Eppure a me tutto quel che sta accadendo non mi convince.

A Berlusconi fondamentalmente di Eluana e casi simili non frega una mazza, figurarsi se la sua coscienza bla bla bla. In Forza Italia ha sempre lasciato libertà di voto su questi temi, ricordo nettamente le sue parole in questo senso, tempo fa.

E allora dove nasce la sua urgenza? Questa è la vera domanda. Dove nasce la sua urgenza di emanare questo decreto, o un ddl, su un tema di cui non gli frega niente (visto che non tocca i suoi interessi), un'urgenza tanto forte da spingerlo a uno scontro aperto con Napolitano (che pure finora era stato abbastanza suo zerbino)? Addirittura da spingerlo (cosa mai vista prima) ad andare palesemente contro sondaggi e (schiacciante) volontà popolare?

Le mie ipotesi sono 3.
La prima, più debole, mi spingerebbe a pensare che Berlusconi voglia delegittimare definitivamente il ruolo del Presidente della Repubblica, perché il suo vecchio sogno di presidenzialismo forte (ovviamente con lui medesimo a guidare il paese) non è tramontato.

La seconda mi pare la più aderente alla realtà: anche la Chiesa, esattamente come Previti o Dell'Utri, tiene Berlusconi per le palle, e lo obbliga a questa battaglia di poteri, altrimenti lo sputtana in qualche modo che noi non sappiamo. E lui è massimamente sensibile a queste cose, diciamo che è la sua massima sensibilità, anche più grande di quella che ha per i sondaggi.

La terza ipotesi non è debole ma per prenderla per buona bisogna essere un po' complottardi.
Dunque, il Cavaliere sa che il suo governo uscirà con le ossa rotte dalla crisi economica (tanto per dire, proprio oggi arriva la notizia del FMI che vede prospettive "tetre" per l'Italia, e parla di una ripresa che per noi forse inizierà nel 2011. Ma è solo l'ennesimo di decine di campanelli d'allarme). Piuttosto che lasciare il paese in mano ai comunisti, anzi, peggio ancora, a grillini e dipietristi (che gli fanno molta paura col loro giustizialismo), architetta il piano B, o meglio il piano F.
Fini, presidente della camera, già da tempo in fase di (apparente) distacco ideologico da Berlusconi (non più ministro ma terza carica dello Stato...), appoggia apertamente Napolitano, dimostrando la sua affidabilità istituzionale e il fatto di essere pronto a guidare un governo di responsabilità nazionale quando Silvio cadrà nei prossimi mesi.
Siccome la caduta di Berlusconi si porterà appresso la caduta di Forza Italia, occorre sin da ora trovare un'alternativa seria a destra: Fini, quindi, possibilmente con Casini (che si è detto favorevole al decreto ma contrario allo scontro con Napolitano: equilibrismo democristiano d'antan!), magari - chissà - con l'astensione del PD, necessaria in una congiuntura particolarmente sfavorevole come quella che ci attende.

Berlusconi, intoccato da una magistratura nel frattempo stroncata (né, con la crisi, ci sarà tempo per il nuovo governo di porre mano a una riforma vera e sana), si ritirerà a vita privata a godersi lussi e ville.
Gli estremismi di Lega e dipietristi saranno lasciati fuori dalle stanze del potere, anche se potranno avere ancora una certa presa popolare.
La nuova DC di Fini, Casini e (forse) Veltroni (che ci farà l'esempio di Obama che chiama nell'esecutivo uomini del Partito Repubblicano), al governo. E chissà, magari c'è proprio il Vaticano a muovere i fili dietro a un tale progetto.

Oddio, forse bisogna essere MOLTO complottardi per credere a ciò
Il problema è che Berlusconi (e più in generale l'Italia in sé) ci ha abituati in questi anni a superare di gran lunga tutte le più fosche fantasie perverse che i complottardi in questione avevano maturato. Quindi dico: magari non succederà davvero, ma se succederà non ci stupiamo. E ricordiamoci che Fini (che non so perché, a molti ispira fiducia) altro non fa che una parte in commedia; non diamo a uno dei maggiori fiancheggiatori di Berlusconi in questi 15 anni, uno dei maggiori yesman della politica italiana, meriti che non ha assolutamente.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/02/2009 alle 13:12
Non vedo il complotto. Il disegno è estremamente chiaro. Ossia usare il caso Englaro per "riformare" l'assetto istituzionale dello stato al fine di rafforzare l'esecutivo ed eliminare gli altri contrappesi istituzioli (leggi magistratura, camere, ecc). il punto 1 mi sembra il piu verosimile.

posto da nique la police:

L'esito istituzionale del caso Eluana Englaro, ovvero quello di uno scontro sull'attribuzione dei poteri tra organo dello stato, è sia sorprendente che del tutto naturale.
I fatti in sé sono di straordinaria chiarezza: su una materia ritenuta etica, e quindi di indirizzo complessivo del sistema delle norme, la presidenza del consiglio ritiene di operare con decretazione d'urgenza oppure con una legge ordinaria approvata in tempi rapidi. La presidenza della repubblica, garante della prassi costituzionale di ogni processo legislativo, non ritiene che ci siano le condizioni di urgenza per un decreto e, a quanto si legge, probabilmente neanche per una legge ordinaria in tempi rapidi (visto che una legge complessiva sul settore è all'esame in parlamento). Se però il contesto politico-istituzion ale fosse meno agitato questa contrapposizione, tra presidenza del consiglio e presidenza della repubblica, potrebbe avere caratteri congiunturali o comunque limitati nel tempo.
Il punto è che da tempo sia il centrodestra che il centrosinistra, compresa la presidenza della repubblica, alimentano un dibattito sulle riforme istituzionali e costituzionali. Che, nelle varie articolazioni, ha due punti in comune: il rafforzamento del processo decisionale di almeno un organo dello stato e la riduzione del potere autonomo della magistratura. Insomma, qualcuno deve essere sovrano in Italia, al di sopra della legge, e deve rispondere alla complessità sociale con competenze autoritarie rafforzate. Nel corso degli anni infatti si è parlato, alternativamente, di rafforzamento del potere del premier o del presidente della repubblica. Comunque di una carica singola a detrimento delle cariche rappresentative e dell'articolazione dei poteri all'interno dello stato.
Con il pragmatismo opportunista che lo contraddistingue Silvio Berlusconi ha, di fatto, impugnato il caso Eluana per attribuirsi maggiori poteri rispetto al presidente della repubblica. Fatto curioso per un premier che aspira alla carica di presidente della repubblica come fase di coronamento della propria carriera politica. Ma il Berlusconi di domani è pronto benissimo a smentire quello di oggi anche se, al momento, occupa la carica di presidente del consiglio ed è ora che chiede maggiori poteri magari sinistrando un equilibrio tra organi dello stato dato per fatiscente da tutte le forze attualmente in campo. Insomma il caso Eluana, dal punto di vista istituzionale, prefigura oggi contraddizioni all'interno dei poteri dello stato che ne preparano altre più devastanti domani.
Del resto, tra pressioni vaticane in materia di etica "della vita" e necessità di rispondere alla crisi con un potere rafforzato che lo blindi dalle contraddizioni sociali ed economiche, il governo Berlusconi non ha avuto dubbi. Le decisioni si prendono non solo in materia ma anche accumulando maggior potere reale dell'esecutivo. Con questo modo di governare la DC, con 50 anni ininterrotti di presenza in maggioranza, dopo pochi anni si sarebbe trasformata in un regime monarchico dispotico di tipo orientale. Ma Berlusconi governa così: nel momento in cui decide cambia forma e natura delle istituzioni in cui opera.
Fanno sorridere adesso le affermazioni allarmate degli apprendisti stregoni del PD, che con Berlusconi hanno contrattato una legge elettorale alle Europee che toglie ogni spazio attuale alla sinistra. Si tratta un ceto politico, quello del centrosinistra, che da 15 anni della convivenza e della connivenza con Berlusconi ha fatto ragione d'essere. E sarà questa ragione d'essere che porterà il centrosinistra così come lo conosciamo all'estinzione.
Nel frattempo Eluana Englaro e le istituzioni della repubblica condividono lo stesso lettino e le medesime apparecchiature. Che il destino della tronfia repubblichetta di Mameli e del tetro sistema dei partiti passi anche dalla vicenda in una persona nutrita artificialmente è davvero uno scherzo curioso della storia. Curioso ma, visto lo spessore storico e morale della repubblica italiana, del tutto appropriato.

 

[Modificato il 07/02/2009 alle 13:14 by pacho]


 
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  postato il 07/02/2009 alle 14:13
Guarda Pacho, il punto uno continua a convincermi poco, anche se ho visto che è condiviso da molti (anche Ezio Mauro, per dire un nome).

Travaglio sul suo blog dà una quarta interpretazione, me l'hanno segnalata poco fa e devo dire che è anche questa molto convincente. La riporto.

*****
Questo blog non si occupa di Eluana Englaro perché ha troppo rispetto per i misteri del dolore, della vita e della morte. Ma non possiamo non occuparci, ancora una volta, di un governo indecente e di un premier fuori controllo che ieri, dopo la bocciatura del suo demenziale decreto incostituzionale e vergognoso, ha sostenuto che Eluana sta benissimo, tanto che potrebbe persino avere figli. In attesa che ci racconti una barzelletta sui malati terminali in coma vegetativo, sulla scia di quelle sull'Olocausto e sulle ragazze stuprate, sarebbe il caso che qualcuno provvedesse a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In un paese perlomeno decente, in casi come questo arrivano due infermieri e portano via il soggetto in ambulanza, per sottoporlo ad accurati accertamenti. Quanto poi a quel che è accaduto in queste ultime ore tra il Quirinale e Palazzo Chigi, prepariamoci a leggere le "indiscrezioni" dei "retroscenisti" che, a seconda degli schieramenti, faranno apparire il capo dello Stato o il capo del governo come eroi della resistenza. Io preferisco guardare al risultato finale. Berlusconi ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare al Vaticano di aver fatto tutto il possibile per compiacere le gerarchie ecclesiastiche (si spera non tutte) e i loro seguaci più ottusi. Napolitano ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare che, almeno una volta nella vita, ha avuto il coraggio di rimandare indietro una legge vergogna, altrettanto incostituzionale quanto il lodo Alfano o la schedatura ai bambini rom o l'aggravante razziale per gli immigrati clandestini o il decreto sui rifiuti in Campania. In più, se c'era qualche speranza che il Quirinale bocciasse la legge-porcata sulle intercettazioni o la controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei ministri o il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini, ora quelle possibilità si riducono al lumicino: un intero esercito di pompieri si scatenerà per spegnere i fuochi di questo "scontro fra Napolitano e Berlusconi" e per riportare la pace tra i due palazzi. Così Berlusconi uscirà, ancora una volta, vincitore: a lui, di Eluana, non frega nulla. A lui interessa distruggere la Giustizia. E da stasera ha qualche chance in più di farcela.
*****

Mi pare che comunque un po' tutti siano d'accordo sul fatto che Berlusconi, lungi dall'interessarsi al caso Englaro, abbia in realtà altre mire.

 

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  postato il 07/02/2009 alle 14:21
E sai perché continua a non convincermi quell'ipotesi?
Perché verrebbe perseguita in spregio ai sondaggi e alla volontà della maggioranza della popolazione.

Se voleva defenestrare il Presidente della Repubblica, avrebbe potuto trovare mille pretesti per avere dalla sua il "popolo" in una battaglia che avrebbe fatto sembrare giusta. Che ne so, una norma evidentemente razzista e quindi incostituzionale (già ce ne sono in realtà) che il Colle avrebbe per forza dovuto rinviare alle camere: sarebbe stato facile fare una campagna su Napolitano che non vuole la sicurezza degli italiani. Invece il premier va contro l'onda emotiva generale, boh, non mi sembra proprio una cosa da Berlusconi.

Per questo dico che il gioco qui è più sottile. Restiamo in attesa di sviluppi.

 

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  postato il 07/02/2009 alle 14:22
Originariamente inviato da Admin
La terza ipotesi non è debole ma per prenderla per buona bisogna essere un po' complottardi.

Mica tanto irreale come ipotesi... proprio ieri parlavo con un amico che sta a Roma e frequenta alcune "stanze": secondo lui è già in atto la corsa alla successione di Berlusconi nel PDL (ma questa non è una novità), corsa per la quale Fini è in pole position, ammantandosi persino di un fantomatico antifascismo di maniera. La continuità risiederebbe in una certa fronda antifascista della destra borghese durante gli ultimi anni del fascismo (in particolare quelli bellici).
Gli ho fatto notare che questa potrebbe essere una bella verniciata di finta rispettabilità, allo scopo di rientrare al 100% nel dettato costituzionale, e che comunque, volenti o nolenti, dopo un lungo e controverso giro (le cosiddette I.a e II.a repubblica) il rischio di ritrovarsi al potere qualcuno che ha il mascellone nel DNA (e nel suo seguito) sarebbe veramente alto...

Inoltre, e anche questa comunque non è una grande novità, secondo il mio amico tra poco si riproporrà la candidatura di D'Alema come capo dell'opposizione.

Boh, staremo a vedere. Certo è che tenere alto il livello di guardia nella società civile nei prossimi anni sarà quasi un dovere.

Io intanto ho cominciato a scavare un bunker sotto casa...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/02/2009 alle 16:26
secondo me andate oltre.
O meglio, le vostre ipotesi sono sicuramente verosimili ma non colpiscono il punto.
Per la primissima volta in Italia si va molto, molto vicino a quanto di più simile all'eutanasia, anche se da un punto di vista medico non lo è e da un punto di vista morale appare (perlomeno dal mio punto di vista) come un atto di carità verso una bella e vivace ragazza e un genitore che deve aver sopportato anche troppo (anche se sulla figura del padre i miei dubbi come uomo sono giganteschi: perchè volere a tutti i costi l'avallo della magistratura per un'azione come tante in Italia? A quanti malati terminali vengono somministrati soluzioni, qualora non ci siano margini di salvezza e il dolore fisico diventa insostenibile?).
In Italia, provincia del Vaticano, con questo papa estremamente gaffeur, ciò non è possibile: le eminenze grigie sotto al Cupolone devono aver visto in serio pericolo la loro leadership sulle menti invasate e loro seguaci.

In effetti la storia di eluana diventerebbe un precedente senza paragoni, in italia. E in un momento in cui il vaticano sente le tensioni con le altre religioni e venir meno la fiducia di quella (ampia) schiera di credenti che si pongono domande, a differenza degli integralisti che considerano infallibile il magistero della Chiesa, sanno che non se lo possono permettere.

P.S. e infatti il vaticano ha scatenato contro il governo l'ordine dei medici, ipotizzando per loro l'obiezione di coscienza, e di fatto facendo letteralmente naufragare un provvedimento di legge che, per quanto improbabile e odioso, proviene da un governo regolarmente eletto.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/02/2009 alle 20:29
beh piu chiaro di così...:

Berlusconi: riformare Costituzione

La prassi nel no preventivo del Colle e' ridicola
(ANSA) - CAGLIARI, 7 FEB - Per Berlusconi e' necessaria una riforma della Costituzione, perche' fatta guardando alla 'Costituzione russa come un modello'. 'Con i non poteri che ha il presidente del Consiglio - ha aggiunto il premier - l'ipotesi di una prassi che fa intervenire il presidente della Repubblica addirittura prima che si prendano le decisioni e' veramente una cosa che fa ridere'.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/02/2009 alle 20:53
Originariamente inviato da Admin
La prima, più debole, mi spingerebbe a pensare che Berlusconi voglia delegittimare definitivamente il ruolo del Presidente della Repubblica, perché il suo vecchio sogno di presidenzialismo forte (ovviamente con lui medesimo a guidare il paese) non è tramontato.


Perchè pensi che sia quella + debole? Perchè difficilmente realizzabile?
A me sembra convincere sempre + questa ipotesi...
Gli italiani sono tvdipendenti e sono facili da imbambolare... Basta dire che in America il sistema è forte, in Italia abbiamo bisogno di questo sistema e cose simili e vedi che la strada inizia a percorrersi...
In fondo la storia che in tutta Europa esiste una soglia di sbarramento anche + forte di quella in Italia ha convinto gli italiani che sono per 3/4 favorevoli... perchè non credere che possa convincere che un sistema all'americana sia la scelta giusta?

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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  postato il 08/02/2009 alle 09:11
Quello che sta succedendo è assolutamente schifoso. Oltre che sovversivo (le caz*ate sulla costituzione, gli ultimatum a napolitano, le forzature etc etc). Parlano di 'partito delle libertà', poi l'unica appoggiata è quella condizionata. Parlano di 'valori' e 'vita' in modo ipocrita, per partito preso: hanno la tessera di quel colore e allora le idee DEVONO essere QUELLE. Quello che mi disgusta è vedere Schifani, Cicchitto...la Carfagana, cristo, la Carlucci che parlano del caso come se ne avessero la facoltà. E quello che mi preoccupa è che su un'eventuale (e probabile) legge sul testamento biologico, scritta in tutta fretta, saranno proprio QUESTE persone a lavorare.
Raccapriccianti alcuni risvolti...a parte la chiesa ("governo coraggioso, ci ha ascoltati".. grazie anche da parte mia, stron*i, io sono ateo ed è già tanto se la mattina non devo fare genuflessioni & orazioni) e il pres.del.cons ("non farò omissione di soccorso"...cos'è..è stato lui a investirla 17 anni fa?), abbiamo sempre il sig.B che alle 15:32 di venerdì 6 febbraio dice 'Eluana potrebbe fare figli'. Ma che schifo. (a proposito: la necrofilia è una patologia).
Il padre di quella donna chiede silenzio, e chiede che prima di parlare i vari pres.del.qualcosa VEDANO sua figlia. Già, perchè l'unica cosa che ha detto il medico di Udine- oltre al fatto che procederà perchè lo reputa giusto, anche se è 'straziato'- è che la Englaro nella realtà è una persona completamente diversa da quella ragazza che si vede nelle varie foto. Io allora mi chiedo che COSA veda, mentre sotto i manifestanti continuano con le foto di una ragazza sorridente che non esiste più. E le foto della madonna, che mi chiedo cosa c'entri. E i cartelli "berlusconi salvala" e "lasciateci vivere", loro che hanno due braccia e due mani e non sono attaccati alle macchine da 17 anni: anche loro mi fanno assolutamente schifo.
Come al solito ipocrisia, ingerenze, e quella vecchia non-distinzione tra 'reato' e 'peccato', che in uno stato laico dovrebbe essere chiara. Tutto questo mentre 7 italiani su 10 sono faverovoli [edit dopo rilettura] all'interruzione dell' alimentazione (quindi, nonostante il solito 'ce lo chiedono gli italiani' una decisione così talebana e cattolica sarebbe contraria anche a una morale laica 'relativa', e cioè quella de 'la maggioranza ha sempre ragione'). Se addirittura Scalfaro (!!) si chiede come mai una morale cristaiana debba essere l'unica a guidare un intero paese (volutamente minuscolo) in questi momenti... beh, qualcosa vorrà dire.

 

[Modificato il 08/02/2009 alle 16:53 by desmoblu]


 
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  postato il 08/02/2009 alle 09:17
Ps: sui risvolti 'politici' della vicenda posterò più avanti. Dico solo che Berlusconi vuole il potere e non si fida di molte persone (forse solo di Letta e aficionados come Cicchitto e compagnia cantante), per cui potrebbe lasciare un Fini alla presidenza del consiglio SOLO se lui potesse diventare presidente della repubblica (brr), e con ampi poteri. La cosa che reputo più probabile è un asse Berlusconi-Letta.
Sul fatto Veltroni-D'Alema..vedo in arrivo una nuova scissione, magari la cosiddetta 'red' che si lega ai socialisti, e magari si allea con la sinistra per racimolare voti (anche se è D'Alema, non dimentichiamolo).
No, Berlusconi secondo me vuole il timone ben saldo in mano, anche se il resto del mondo gli fosse contro. E credo che voglia davvero uno strappo con il Quirinale per una 'riforma' dal sapore vagamente /ma nemmeno troppo) piduista..
ed è già iniziata la grancassa mediatica, quindi sedetevi comodi e godetevi lo spettacolo.

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 08/02/2009 alle 11:13
Per chi non avesse letto su altra serie di messaggi, lo invio anche qui

Quanto sta accadendo in Italia mi fa vergognare di essere nato in questo “bel paese”, perché chi lo governa (dai due lati del tevere) non mi sembra nemmeno …

Ho deciso quindi di servirmi di tre pezzi di Giorgio come canovaccio per esternare, se ci riesco, le mie emozioni.



Essi sono: Il cancro, Ritratto di un vecchio zio e La libertà



Nell'aria come una scadenza incombe incredibilmente la malvagità più spinta.
Sembra ci sia la solita aria di ipocrisia e deferenza al potere, ma invece mi pare che accada qualcosa, che non saprei ben definire, forse la parola giusta è mancanza di Stato. (A parte Napolitano)
Ma quello che succede è qualcosa che ci stanno mettendo dentro senza che nessuno (o quasi) se ne accorga e ci mangia pian piano ... come un cancro.
Hanno inventato un nemico molto più geniale, che non si vede, un nemico segreto e consapevole che ti viene incontro, che sussurra paroline dolci, come movimento per la vita o gli embrioni siamo noi.
E ti lasciano libero di pensare, ma solo quello che Loro hanno deciso, altrimenti sei un assassino o, peggio, un laicista/comunista (dipende chi dei due si esprime) e per costoro quello che conta è il cuore che batte, ma che un corpo disfatto rappresenti un tormento insostenibile per coloro che l’ànno amato in vita, questo non lo capiranno mai e quindi nessuno può illudersi di fare diversamente. Ciò non è negoziabile.

E secondo loro si vive, pur non potendo Vivere, non avendo la capacità di scegliere che è l’unica cosa (secondo me) che distingue l’uomo dal suo simulacro in sfacelo.

Ma non si può ancora morire, senza che quel ghigno imbalsamato dia il proprio permesso, d’altra parte, altrimenti, quale sarebbe la funzione del presidente del consiglio?
Resta un’inutile rabbia, per qualcuno terrore, senza scopo alcuno e non puoi neppure aggrapparti all’ultima azione: tu devi fallire la morte e così avrai la Loro Benedizione.
È difficile vivere con questi mostri accanto. Forse è più facile vivere con i nemici visibili, riconoscibili, che ti sparano addosso dalle strade, dalle cattedrali, dalle finestre delle caserme, dai palazzi reali, dai balconi col tricolore.
Nemici che in qualche modo puoi combattere, sai cosa fanno, li vedi e ... Vecchi cialtroni, prevedibili e schematici anche nella cattiveria, come le bestie bionde, come le bestie nere che ti possono uccidere, ma non toglierti le tue idee, come quegli ingenui e patetici esemplari che esistono ancora oggi, ma non contano, sono un diversivo, un fatto di folklore, una mazurka.
Ma questi qui pretendono che ti inchini alle loro idee e lo fanno magari servendosi di un decreto, ma per il tuo bene
E per la libertà del popolo

Confronto a quello che viviamo oggi mi viene quasi da rimpiangere gli inizi del secolo scorso e mi fa quasi tenerezza il ritratto di un vecchio zio fascista un po' stupido e felice, coerente con l'immagine del duce. A ventun anni aveva già una figlia la guerra tutta sua e l'idea della ... famiglia (che in quelli che sono al governo è rimasta la stessa. Ma l'uomo è quasi sempre meglio rispetto alla propria ideologia e infatti ricordo quella volta che piangeva e quanto stava male per sua moglie. Sorrideva accarezzando i suoi nipoti con una commozione così vera, che l’unica conclusione cui possiamo giungere è che ha sempre avuto il cuore troppo tenero e la testa troppo dura.

Negli uomini politici di oggi c'è come un grosso salto di statura, infatti non hanno per niente il cuore tenero, quanto alla testa, non saprei, perché sono così obnubilati dal potere ed hanno talmente paura di perderlo che è difficile sapere se sono capaci o solo "capaci di tutto" !!! E il loro pensiero unico è negare sempre e comunque ogni libertà che non sia la loro!



Ed io invece vorrei che chiunque potesse essere essere libero, libero come un uomo.
Ma libertà non è star sopra un albero non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, la libertà è la possibilità di SCEGLIERE.



 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/02/2009 alle 13:17
Originariamente inviato da desmoblu

Quello che sta succedendo è assolutamente schifoso. Oltre che sovversivo (le caz*ate sulla costituzione, gli ultimatum a napolitano, le forzature etc etc). Parlano di 'partito delle libertà', poi l'unica appoggiata è quella condizionata. Parlano di 'valori' e 'vita' in modo ipocrita, per partito preso: hanno la tessera di quel colore e allora le idee DEVONO essere QUELLE. Quello che mi disgusta è vedere Schifani, Cicchitto...la Carfagana, cristo, la Carlucci che parlano del caso come se ne avessero la facoltà. E quello che mi preoccupa è che su un'eventuale (e probabile) legge sul testamento biologico, scritta in tutta fretta, saranno proprio QUESTE persone a lavorare.
Raccapriccianti alcuni risvolti...a parte la chiesa ("governo coraggioso, ci ha ascoltati".. grazie anche da parte mia, stron*i, io sono ateo ed è già tanto se la mattina non devo fare genuflessioni & orazioni) e il pres.del.cons ("non farò omissione di soccorso"...cos'è..è stato lui a investirla 17 anni fa?), abbiamo sempre il sig.B che alle 15:32 di venerdì 6 febbraio dice 'Eluana potrebbe fare figli'. Ma che schifo. (a proposito: la necrofilia è una patologia).
Il padre di quella donna chiede silenzio, e chiede che prima di parlare i vari pres.del.qualcosa VEDANO sua figlia. Già, perchè l'unica cosa che ha detto il medico di Udine- oltre al fatto che procederà perchè lo reputa giusto, anche se è 'straziato'- è che la Englaro nella realtà è una persona completamente diversa da quella ragazza che si vede nelle varie foto. Io allora mi chiedo che COSA veda, mentre sotto i manifestanti continuano con le foto di una ragazza sorridente che non esiste più. E le foto della madonna, che mi chiedo cosa c'entri. E i cartelli "berlusconi salvala" e "lasciateci vivere", loro che hanno due braccia e due mani e non sono attaccati alle macchine da 17 anni: anche loro mi fanno assolutamente schifo.
Come al solito ipocrisia, ingerenze, e quella vecchia non-distinzione tra 'reato' e 'peccato', che in uno stato laico dovrebbe essere chiara. Tutto questo mentre 7 italiani su 10 sono faverovoli all'alimentazione (quindi, nonostante il solito 'ce lo chiedono gli italiani' una decisione così talebana e cattolica sarebbe contraria anche a una morale laica 'relativa', e cioè quella de 'la maggioranza ha sempre ragione'). Se addirittura Scalfaro (!!) si chiede come mai una morale cristaiana debba essere l'unica a guidare un intero paese (volutamente minuscolo) in questi momenti... beh, qualcosa vorrà dire.

Son raramente d'accordo con te , ma sottoscrivo tutto quello che hai scritto.Le dichiarazioni di Berlusconi poi sono vergognose (parlando di cose e persone di cui non sa nulla)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/02/2009 alle 17:39
Di una cosa sono d'accordo, se volessi guardare alla vicenda asetticamente: e cioè che a decidere sulle sorti di una persona allo stato di Eluana non dev'essere una sentenza, ma una legge. Ovviamente, tralasciando la penosa cronologia degli ultimi giorni....

Mi piacerebbe anche che si valutasse questo cortocircuito del Vaticano in materia di scienza e vita: come tutti sappiamo, tranne forse qualche scemo bigotto, Eluana è tenuta in vita grazie alla tecnologia e alla scienza, aspetti che sono sempre stati scartati come fuffa dai teologi quando si parlava di procreazione assistita.

Allora, pastore tedesco, deciditi: sei per la scienza applicata alla medicina o no?

 

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Livello Greg Lemond
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  postato il 08/02/2009 alle 18:32
Beppino, Gaber, De André

Signori della "vita", necrofili astuti e si direbbe proprio compiaciuti (in omaggio al crucco) di vedere la sofferenza di tanti
spero non vi dispiaccia, se in cielo, in mezzo ai santi, io, se fossi dio, potrei veder soltanto coloro che in coscienza, all'odio (verso un padre e una figlia) e all'ignoranza (rispetto a ciò che è la Vita), preferiscono la morte.

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 02:04
Io non ho più parole per commentare quanto sta succedendo: vogliono far discutere al parlamento una legge che vada contro ad una sentenza di un tribunale, alla costituzione e alla decenza in tre giorni solamente.
Io penso di non avere proprio i mezzi e gli strumenti per comprendere una cosa del genere, oltre a non avere probabilmente le conoscenze in materia: se fanno una legge (o un disegno di legge... sinceramente non conosco la differenza) comunque poi non la deve firmare il presidente della Repubblica prima che entri in vigore? non ci sono dei tempi tecnici prima che venga discussa, votata, promulgata e recepita?

No. L'unica cosa da fare a questo punto sarebbe la lotta fisica contro questa gente, senza violenza, però lotta fisica. Che so? circondare palazzo Madama e Montecitorio con un cordone umano per evitare che questi idioti entrino nelle aule... assordarli con un frastuono di pentole e coperchi in stile argentino... uova marce... verdure avariate... "elementi di materiale organico atti a galleggiare" freschi e liquidi corporali. qualcosa bisogna fare

 

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"Per aspera ad astra" Seneca o Eros Poli ... non ricordo

Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
queste stelline pose:

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 09/02/2009 alle 09:12
Originariamente inviato da Zanarkelly

se fanno una legge (o un disegno di legge... sinceramente non conosco la differenza)


Il disegno di legge non è altro che la proposta governativa e rappresenta l'inizio dell'iter che termina 15 gg. dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

 

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Livello Greg Lemond
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  postato il 09/02/2009 alle 09:13
LA GUERRA DI ELUANA NEL PAESE DEL CONFESSIONALISMO

Per chi non lo avesse capito, siamo in guerra: una guerra che molti non
conoscevano e nella quale magari non sapevano neppure di trovarsi da chissà
quanti anni.

E’ la guerra di Eluana: una guerra che ci coinvolge tutti! Non si tratta di
una guerra “tra la vita e la morte”, come qualcuno vorrebbe far credere, ma
di una guerra per la libertà: quella libertà per cui qualcuno può scegliere
di dare la propria vita.

Eluana quella scelta l’ha fatta tanti anni fa e non immaginava nemmeno quali
sarebbero state le conseguenze e forse neanche che sarebbe diventata un
simbolo.

Quello che possiamo osservare davanti ai nostri occhi non è uno “scontro tra
laici e cattolici” come qualche esteta superficiale tra i giornalisti
continua a proporre sulle testate dei quotidiani.

Sul piano politico ed istituzionale è anche difficile dire se si tratti di
una guerra perché in realtà assume i connotati di un vero golpe latente:
lento, costante ed inesorabile che è iniziato l’11 febbraio del 1929 quando
qualche sprovveduto personaggio pensò di risolvere la Questione Romana
restituendo un trono alla teocrazia sconfitta nel 20 settembre 1870.

Quel golpe passa per la Costituente dove un altrettanto sprovveduto
personaggio ha fatto in modo da trascinare i patti lateranensi nella
Costituzione della Repubblica e poi attraverso un secondo concordato del
1984 che ha lasciato al nostro paese la sua “damnosa ereditas”.

Quel golpe segue una strategia che Ernesto Rossi ha illustrato in maniera
impeccabile nel suo famoso libro IL SILLABO E DOPO: la cosiddetta strategia
della “Tesi e dell’Ipotesi”.

La Tesi sarebbe uno stato teocratico dove i peccati contro la religione sono
trattati come reati ai sensi del codice civile e penale, l’Ipotesi è
qualsiasi via di mezzo che, passo dopo passo, dovrebbe portare a quel regime
teocratico e nella quale è possibile accettare compromessi facendo anche
credere all’opinione pubblica che lo stato in fondo è laico.

Chiunque avesse un minimo di memoria avrà notato quante e quali sono state
le conquiste politiche ed economiche che la chiesa cattolica ha accumulato
in Italia durante la seconda metà del secolo appena concluso.Quelle
conquiste sono state poi utilizzate come armi da rivolgere contro lo Stato e
per condizionare sempre di più il potere politico ed istituzionale nel
nostro Paese fino a strangolarlo per attuare questa strategia.

I suoi autori non sono necessariamente cattolici, perché molti cattolici di
ieri come Giuseppe Mazzini o di oggi come Marco Travaglio non avrebbero mai
potuto favorire o approvare un’evoluzione degli eventi come quella a cui
stiamo assistendo.I suoi autori sono confessionalisti: gente che riesce a
sentirsi pienamente devota ad una religione (che spesso neppure professa)
solo se riesce ad imporla agli altri, oppure che per pura convenienza ha
investito politicamente sulla nuova “marea clericale montante”, scavalcando
o ignorando i Diritti Umani e vendendo la propria coscienza civica ai
dettami di una teocrazia straniera nata da quel concordato del 1929.

Tale schieramento non ha vantato la presenza solo di cattolici, ma anche di
tanti illustri non credenti come Giuliano Ferarra, Marcello Pera, Ernesto
Galli Della Loggia e (la fu) Oriana Fallaci. Non è quindi necessariamente
cattolico chi si oppone alla laicità e/o al laicismo.

La principale responsabilità del confessionalismo è stata quella di aver
creato un “comunitarismo” di matrice religiosa che si sovrappone alla
coscienza civile di molti cittadini, chiamandoli spesso a dover scegliere
tra un “con noi o contro di noi”, tra un “con il diritto canonico o con il
diritto civile”, tra un “con il magistero cattolico o con i diritti umani”.

Sebbene possa essere normale che questo aut aut colpisca una parte della
popolazione (accade in tutti i paesi), non è assolutamente normale che
colpisca gran parte della classe politica, la quale dovrebbe invece aver
chiara la differenza che c’è tra una scelta di fede personale e le scelte
politiche che riguardano tutti i cittadini.La nostra classe politica invece
non solo non è cosciente di tutto questo (dato che qualcuno parla ancora di
“espressione pubblica delle religioni o di “ruolo identitario della
religione”) ma, pensando di utilizzare la religione come strumento politico,
non si è affatto resa conto di essere vittima dell’entrismo da parte del
fronte confessionalista il quale usa la politica come strumento della
religione.

Il risultato è la deriva clericale di tutti partiti ed una crescente
tensione sociale che nessuno si è mai preoccupato di contenere e che presto
romperà gli argini, sempre che non li abbia già rotti in modo definitivo.

Nelle ultime settimane nel paese del confessionalismo abbiamo assistito a
tre eventi emblematici: la vicenda degli ateo-bus, la vicenda dei manifesti
del film Religiolus ed il ben più triste “caso Englaro”.I primi due altro
non sono che semplici scaramucce; protagonista della vicenda infatti non è
il vertice del confessionalismo (ossia le alte sfere della chiesa e le sue
coorti pretoriane) ma i suoi ascari: cittadini, organizzazioni e
associazioni confessionali che nella battaglia per la conquista del potere
da parte della “teocrazia montante” svolgono il ruolo di street-gang e/o di
“guerriglia di fiancheggiamento”, tuttavia entrambi gli episodi possono dare
un’idea dell’atmosfera che si respira nella società italiana.

Il terzo evento invece acquisisce un’importanza assai diversa, perché aldilà
del dramma umano e del sadismo manifestato dalla corrente confessionalista
nel voler mantenere in vita a tutti i costi la povera Eluana, per la prima
volta ha registrato nel nostro paese una grave crisi istituzionale che
riguarda di fatto i rapporti Chiesa-Stato: un Consiglio dei Ministri
totalmente servo e succube di un paese straniero come il Vaticano, vara un
decreto di urgenza per poi minacciare di empeachment il Presidente della
Repubblica che nell’esercizio del proprio ruolo si è rifiutato di firmarlo
in quanto incostituzionale.

Il Premier arriva addirittura ad ipotizzare una modifica della
Costituzione.In tutto ciò la chiesa gioca il ruolo di spettatore attivo che
fa il tifo per il premier e che bacchetta il Presidente Napolitano.

Allo stato attuale dei fatti è naturale chiedersi come finirà questo
ennesimo esempio di scontro tra laicità e confessionalismo dato che
l’attuale governo su questa partita si sta giocando la sua credibilità,
anziché restarne estraneo ed accettare la sentenza della
Cassazione.Assisteremo ad una “pacca sulla spalla” all’italiana, magari
accompagnata da una legge truffa sul testamento biologico alla stregua della
legge 40 sulla procreazione e dall’ennesima bella farsetta del monarca
vaticano che vuole rassicurare tutto il paese sul fatto che l’autonomia e la
laicità dello stato italiano non sono in discussione (mentre dietro le
quinte sono proprio quelli gli elementi che lui vorrebbe mettere in
discussione più di ogni altra cosa), oppure assisteremo ad una guerra
civile?

Gli elementi per una guerra civile ci sono tutti: crisi economica, cittadini
scontenti (vorrei ricordare al dotto pubblico che venerdì e sabato a piazza
Colonna c’erano anche cittadini del PDL a manifestare contro il Decreto) ed
anche le prime avvisaglie di guerriglia; nelle ultime 24 ore infatti dei
“giovani piuttosto vivaci” (su cui non voglio fare ulteriori commenti) hanno
fatto esplodere una bomba carta davanti alla chiesa di “Gesù operaio” a
Torino, giusto per permettere alle nostre forze dell’ordine di mobilitarsi
nuovamente per le indagini sulla nuova corrente di “terrorismo laicista” che
qualcuno aveva già tirato fuori nel 2007 quando un carabiniere spediva
proiettili al Cardinale Bagnasco a firma della sua ex-fidanzata con cui
aveva litigato.

Conoscendo il nostro paese, l’ipotesi più gettonabile (ma non troppo) è
invece che almeno davanti alle telecamere (con i dovuti tempi) potrebbe
rigenerarsi la cordialità e la stabilità istituzionale: il magma si
condenserà alla sommità del vulcano e l’eruzione sembrerà fermarsi, ma
intanto sotto la caldera la pressione dello scontro ideologico tra laici e
confessionalisti potrebbe aumentare in attesa del momento di esplodere come
il Krakatoa, perché se si è arrivati ad una tale crisi istituzionale
significa che il fronte confessionalista aveva le armi ed i mezzi per
poterla innescare e potete star certi che nei tempi a venire ci riproverà
(soprattutto dopo che ha battuto anche questo record).

Ma a questo punto sorge spontanea un’altra domanda: quanto ancora è disposto
lo Stato italiano a farsi mettere i piedi in testa da un paese straniero di
40 ettari e dai suoi mercenari che occupano ormai ogni posto nei partiti,
nelle strutture pubbliche e nelle istituzioni ?

In ogni caso qualunque cosa accadrà, la classe dirigente italiana, i partiti
ed i rappresentanti istituzionali dovranno prendersene la piena
responsabilità politica, perchè non hanno mai saputo recepire le dovute
lezioni dalla storia, non hanno mai ascoltato la voce di quelli che i
clericali definiscono “i cattivi laicisti” i quali invitano a stabilire dei
confini chiari e disambigui tra fede religiosa personale e materia pubblica
(ma soprattutto a rispettare quei confini), non si sono mai preoccupati di
ricostituire nella scuola pubblica l’insegnamento obbligatorio
dell’educazione civica e dei diritti umani, non si sono mai resi conto che a
giocare con il confessionalismo come se fosse un alleato ci si scotta peggio
che col fuoco fino a venirne assimilati come in un esercito di “zombi
catechizzati” che nessuna memoria e nessuna coscienza hanno dei diritti
civili e dei principi costituzionali.

Eluana è già entrata nell’immaginario collettivo come simbolo della libertà
di scelta, ma ora tutti noi cittadini laici, nel nome di una coscienza da
tramandare alle generazioni future, abbiamo il dovere di raccogliere la sua
eredità e prendere seriamente in considerazione l’idea di iniziare ad
insegnare ai nostri figli a riconoscere il pericolo rappresentato dal
confessionalismo (di qualsiasi matrice religiosa esso sia) e da tutti i
mezzi che questa pericolosa corrente di pensiero neo-medievale è in grado di
mettere in atto per minacciare la sovranità e la laicità dello stato, la
democrazia e le libertà civili. Abbiamo il dovere di far questo, perché la
guerra sarà lunga e pochi tra noi vivranno abbastanza da poterne vedere la
fine.

Francesco Saverio Paoletti, coordinatore del circolo Uaar di Roma

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 09/02/2009 alle 14:15
Il veleno nichilista
che anima il regime
di GUSTAVO ZAGREBELSKY

Viviamo un momento politico-costituzionale certamente particolare.
Questo non è in discussione, sia presso i fautori, sia presso i
detrattori del regime attuale. Non sarà fuori luogo precisare che, in
questo contesto, la parola regime vale semplicemente a dire - secondo
il significato neutro per cui si parla di regime liberale,
democratico, autoritario, parlamentare, presidenziale, eccetera -
"modo di reggimento politico" e non ha alcun significato valutativo,
come ha invece quando ci si chiede, con intenti denigratori espliciti
o impliciti, se in Italia c'è "il regime". Ma che tipo di regime?
Questa è la domanda davvero interessante.

Alla certezza - viviamo in "un" regime che ha suoi caratteri
particolari - non si accompagna però una definizione che dia risposta
a quella domanda. Sfugge il carattere fondamentale, il "principio" o
(secondo l'immagine di Montesquieu) il ressort, molla o energia
spirituale che lo fa vivere secondo la sua essenza. Un concetto
semplice, una definizione illuminante, una parola penetrante,
sarebbero invece importanti per afferrarne l'intima natura e per
prendere posizione.

Le definizioni, per la verità, non mancano, spesso fantasiose e
suggestive. Anzi sovrabbondano, a dimostrazione che, forse, nessuna
arriva al nocciolo, ma tutte gli girano intorno: autocrazia; signoria
moderna; egoarchia; governo padronale o aziendale; dominio mediatico;
grande seduzione; regime dell'unto del Signore; populismo o unzione
del popolo; videocrazia; plutocrazia, governo demoscopico. Si
potrebbe andare avanti. Si noterà che queste espressioni, a parte
genericità ed esagerazioni, colgono (se li colgono) aspetti parziali
e, soprattutto, sono legate a caratteri e proprietà personali di chi
il regime attuale ha incarnato e tuttora incarna.

Ed è una visione riduttiva, come se si trattasse soltanto di un
affare di persone; come se, cambiando le persone, potesse cambiare
d'un tratto e del tutto la trama della politica. Invece, prassi,
mentalità e costumi nuovi si sono introdotti partendo da lontano;
sistemi di potere e metodi di governo sono stati istituiti. Un regime
non nasce di colpo, va consolidandosi e forse andrà lontano. È
un'illusione pensare che ciò che è stato ed è possa poi passare senza
lasciare l'orma del suo piede. La questione che ci interroga è quella
di cogliere con un concetto essenziale, comprensivo ed esplicativo di
ciò che di oggettivo è venuto a stabilizzarsi e a sedimentare nella
vita pubblica e che opera e opererà in noi, attorno a noi e, forse,
contro di noi. Se, parlando di regime oggi, è inevitabile che il
pensiero corra a ciò che si denomina genericamente "berlusconismo",
dobbiamo tenere presente che qui non si tratta di vizi o virtù
personali ma di una concezione generale del potere che si irraggia
più in là.

Colpisce che tutti i tentativi per arrivare a cogliere un'essenza -
giusti o sbagliati che siano - si fermino comunque ai mezzi: denaro,
televisione, blandizie e minacce, corruzione, seduzione, confusione
del pubblico nel privato e viceversa, impunità, sondaggi, eccetera.
Ma tutto ciò in vista di quale fine? Proprio il fine dovrebbe essere
ciò che qualifica l'essenza di un regime politico, ciò che gli dà
senso e ne rende comprensibile la natura. Se non c'è un fine, è puro
potere, potere per il potere, tautologia. Ma qui il fine, distinto
dai mezzi, è introvabile.

A meno di credere a parole d'ordine tanto generiche da non
significare nulla o da poter significare qualunque cosa - libertà,
identità nazionale, difesa dell'Occidente, innovazione, sviluppo, o
altre cose di questo genere - il fine non si vede affatto, forse
perché non c'è. O, più precisamente, il fine c'è ma coincide con i
mezzi: è proteggere e potenziare i mezzi. Una constatazione davvero
sbalorditiva: un'aberrazione contro-natura, una volta che la politica
sia intesa come rapporto tra mezzi e fini, rapporto necessario
affinché il governo delle società sia dotato di senso e il potere e
la sua pretesa d'essere riconosciuto come legittimo possano
giustificarsi su qualcosa di diverso dallo stesso puro potere.

A parte forse l'autore della massima "il potere logora chi non ce
l'ha", nessuno, nemmeno il Principe machiavelliano, ha mai attribuito
al potere un valore in sé e per sé stesso. "Il fine giustifica i
mezzi" è uno dei motti del machiavellismo politico; ma che succede
se "i mezzi giustificano i mezzi"? È la crisi della ragion politica,
o della politica tout court. È il trionfo della "ragione strumentale"
nella politica.

Siamo di fronte a qualcosa di incomprensibile, inafferrabile,
incontrollabile, qualcosa all'occorrenza capace di tutto, come in
effetti vediamo accadere sotto i nostri occhi: un giorno dialogo, un
altro scomuniche; un giorno benevolenza, un altro minacce; un giorno
legalità, un altro illegalità; ciò che è detto un giorno è
contraddetto il giorno dopo. La coerenza non riguarda i fini ma i
mezzi, cioè i mezzi come fini: si tratta di operare, non importa come
e con quale coerenza, allo scopo di incrementare risorse, influenza,
consenso.

Il politico adatto a questa corruzione della vita pubblica è l'uomo
senza passato e senza radici, che sa spiegare le vele al vento del
momento; oppure l'uomo che crede di avere un passato da dimenticare,
anzi da rinnegare, per presentarsi anch'egli come uomo nuovo. È colui
che proclama la fine delle distinzioni che obbligherebbero a stare o
di qua o di là.

Così, si può fingere di essere contemporaneamente di destra e di
sinistra o di stare in un "centro" senza contorni; si può avere
un'idea, ma anche un'altra contraria; ci si può presentare come
imprenditori e operai; si può essere atei o agnostici ma dire che,
comunque, "si è alla ricerca"; si può dare esempio pubblico della più
ampia libertà nei rapporti sessuali e farsi paladini della famiglia
fondata sul santo matrimonio; si può essere amico del nemico del
proprio amico, eccetera, eccetera. Insomma: il "politico" di
successo, in questo regime, è il profittatore, è l'uomo "di
circostanza" in ogni senso dell'espressione, è colui che "crede" in
tutto e nel suo contrario.

Questo tipo di politico conosce un solo criterio di legittimità del
suo potere, lo stare a galla ed espandere la sua influenza. Il suo
fallimento non sta nella mancata realizzazione di un qualche progetto
politico. Se egli vive di potere che cresce, anche una piccola
battuta d'arresto può essere l'inizio della sua fine. Non sarà più
creduto. Per questo ogni indecisione, obbiettivo mancato o fallimento
deve essere nascosto o mascherato e propagandato come un successo.

La corruzione e la mistificazione della dura realtà dei fatti e della
loro verità è nell'essenza di questo regime. Il rapporto col mondo
esterno corre il rischio di essere "disturbato". L'uomo di potere, di
questo tipo di potere, non vede di fronte a sé alcuna natura esterna,
poiché diventa ai suoi occhi egli stesso natura (naturalmente, lo si
sarà compreso, si sta parlando di "tipo ideale", cioè di un modello
che, nella sua perfezione, esiste solo in teoria).

Abbiamo iniziato queste considerazioni col proposito di cercare una
definizione che, in una parola, condensi tutto questo. L'abbiamo
trovata? Forse sì. Non ci voleva tanto: nichilismo, inteso come
trasformazione dei fatti e delle idee in nulla, scetticismo circa
tutto ciò che supera l'ambito (sia esso pure un ambito smisurato) del
proprio interesse. Chi conosce la storia di questo concetto sa di
quale veleno, potenzialmente totalitario, esso abbia mostrato
d'essere intriso. Ciò che, invece, si fa fatica a comprendere è come
chi tuona tutti i giorni contro il famigerato "relativismo" non abbia
nessun ritegno, addirittura, a tendergli la mano.

(9 febbraio 2009

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 14:39
Originariamente inviato da lemond

Originariamente inviato da Zanarkelly

se fanno una legge (o un disegno di legge... sinceramente non conosco la differenza)


Il disegno di legge non è altro che la proposta governativa e rappresenta l'inizio dell'iter che termina 15 gg. dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Definizione giusta ma non completa...

In effetti il termine si presta a qualche confusione:

DISEGNO DI LEGGE: Testo normativo redatto in articoli proposto all'approvazione del Senato, presentato da senatori, dal Governo, da almeno cinquantamila elettori, da un Consiglio Regionale o dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL). Alla Camera invece viene così indicato un progetto di legge di iniziativa governativa, per distinguerlo dalla proposta di legge che è di altra iniziativa. I disegni di legge (spesso abbreviati in "ddl"), presentati in Senato o trasmessi dalla Camera dei deputati, sono stampati e distribuiti nel più breve tempo possibile, e di essi è fatta menzione nell'ordine del giorno generale del Senato. Previo esame da parte della Commissione competente, essi giungono in Aula accompagnati da una relazione e quivi costituiscono oggetto anzitutto di una discussione generale, quindi di un esame articolo per articolo, con i relativi emendamenti, e da ultimo di una votazione finale.

Fonte: http://dizionario.babylon.com/Disegno_di_legge

In pratica, si parla di Disegno di Legge per un testo in discussione al Senato, indipendentemente dall'origine, mentre invece alla Camera indica un testo di provenienza governativa (come nel caso in questione).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 18:17
Ma, in pratica, se questo disegno di legge dovesse passare, come mi sembra di aver capito, entrerà in vigore subito, senza approvazione o firma da parte del Presidente della Repubblica? Possono davvero fare una porcata del genere? E se era incostituzionale il decreto legge, non lo sarà pure questo?
Scusate se le chiedo a voi queste cose, ma purtroppo da quello che c'è scritto sui giornali non capisco cosa succederà in pratica.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 18:58
Il Presidente deve comunque firmare e promulgare anche una legge ordinaria. La differenza risiede nell'art. 74 della Costituzione: il Presidente può rimandare la legge alle camere, ma se queste la riapprovano la legge deve essere obbligatoriamente promulgata.
Inoltre, se ne viene dichiarata dalle camere a maggioranza assoluta l'urgenza, il termine di promulgazione delle leggi può essere minore del mese normalmente a disposizione del Presidente (art. 73).
Figuriamoci pertanto l'imbarazzo istituzionale e il pateracchio che ne deriverebbe...

 

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  postato il 09/02/2009 alle 19:03
Ma poi la legge non può comunque essere messa al giudizio di costituzionalità presso la Corte Costituzionale, e nel caso essere annullata? O è un passo che andrebbe fatto prima della promulgazione?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 19:28
Mah, il giudizio di costituzionalità di una legge può essere invocato nel caso di conflitto Stato/Regioni (da parte di entrambi), o in via incidentale durante un giudizio.
In ogni caso la legge deve essere entrata in vigore.
Non credo si possa invocare un terzo caso, e cioè il conflitto fra poteri dello stato, se tutto è stato fatto seguendo almeno la lettera dellla Costituzione.
Di più non so, non sono laureato in giurisprudenza...

Rimane solo da osservare come il tutto comunque stia mettendo in discussione un pilastro delle democrazie, e cioè il principio della divisione dei poteri.
Ecco cosa succede a lasciare la politica alla malafede e ai dilettanti...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/02/2009 alle 19:39
dilettanti??? No, no. questi sono professionisti!.... della malafede, ma professionisti!

Ma quindi il Presidente della Repubblica può rigettarla solo una volta e poi è obbligato a firmarla? Non riesco comunque a capire come pensano di riuscire a farcela in tempo?

P.S.: non credo sia il caso di stare a sindacare sul fatto che, di tanti interventi urgenti che doveva fare, sto "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" di governo abbia deciso di impicciarsi proprio in una faccenda così delicata

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 09/02/2009 alle 21:48
Un pensiero commosso e silenzioso a E.E. ( giustamente Michele Serra non ne scriveva più il nome per esteso, affranto dai tanti oltraggi di questi mesi , da tanta ferocia e da un uso così meschino e oltraggioso di una vita sfortunata, più di quanto non lo siano tutte le vite).
Nei prossimi giorni, quando il nodo si scioglierà, forse mi andrà di farmi le domande che in questi giorni mi sono fatta solo dentro di me, adesso solo silenzio, commozione e turbamento per E.E., suo padre e sua madre. Gli altri ( che non hanno mai visto certe sofferenze e sentito certe richieste da persone vicine) non esistono.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/02/2009 alle 23:41
Eluana é morta. Un pensiero a tutti coloro che l'hanno amata davvero. Alla sua famiglia, ai suoi amici.

Non ho parole per esprime il disgusto, l'orrore, ... No, nessun termine é abbastanza. Non ci sono proprio parole per parlare di chi ha osato dire, parlando di una donna in coma da 17 anni, che potrebbe ancora procreare un figlio. Non ci sono parole.

E questo é tutto.

 

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E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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  postato il 10/02/2009 alle 02:20
Hai ragione, Felice, non mi ci ero soffermato a dovere su quella frase che è di una sconcezza inaudita, che è in tutto la negazione dell'identità e dell'autodeterminazione di una donna, ridotta a oggetto da "inseminare", e non riconosciuta come una persona che sceglie per sé e per la sua vita.

Hai ragione, quella frase ci dice tutto del retroterra culturale di chi l'ha pronunciata, e purtroppo ci dice tanto anche di questo paese.

 

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Livello Greg Lemond
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  postato il 10/02/2009 alle 10:27
La famiglia di Eluana subisce, e patisce, un vergognoso, mortificante, linciaggio


• da Articolo 21 del 9 febbraio 2009


di Valter Vecellio

In queste ore in tanti lanciano infamanti accuse, anatemi e scomuniche (un cardinale è giunto a parlare di “mano assassina”; altri hanno scritto e parlato di “omicidio”, “delitto”, non sono mancate le insinuazioni nei confronti del padre), uno spettacolo insieme avvilente e terrificante. Da giorni, settimane, mesi, la famiglia di Eluana Englaro subisce, e patisce, un vergognoso, mortificante, linciaggio. Davvero tante persone che si dicono di chiesa e di fede dovrebbero recuperare un minimo di misericordia e di “pietas”, di misericordia.

Per fortuna c’è anche un mondo cristiano e credente diverso da quello che solitamente viene rappresentato dalle televisioni e dai giornali; è il mondo di quei sacerdoti friulani e toscani che si rifiutano di definire “omicidio” la sospensione delle cure a Eluana; è il mondo di quel parroco di Bagheria che invoca: basta con quell’accanimento doloroso e inutile; è il mondo dell’arcivescovo Giuseppe Casale: “Invece di fare campagne bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre…Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile…Eluana non c’è più da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un’esistenza definitivamente svanita”.

E’ il mondo di un sacerdote spesso chiacchierato, discusso, sicuramente contraddittorio, come don Luigi Verzé, l’autore di “Pelle su pelle”, dove chiede al “nuovo papa”, inutilmente, risposte sagge che non ci sono state a domande lasciate cadere; quel don Verzé che, straziato, ha rivelato di aver aiutato un amico, ormai condannato solo a sofferenze atroci senza scopo, a morire; è il mondo del cardinale emerito Carlo Maria Martini, con le sue laceranti domande e inquieti interrogativi nel bellissimo “Conversazioni notturne a Gerusalemme” con Georg Sporschill; il mondo di quelle “piccole” suore, che si accostano nella piazza dove si celebrano i funerali di Piergiorgio Welby, a cui sono stati rifiutati i funerali religiosi. Un mondo, insomma, che non è solo quello dei Barragan, dei Fisichella, dei Bagnasco e dei Martino, dei Poletto, degli Sgreccia e curia dicendo.

E’ il mondo, certamente diverso da quello in cui mostra di vivere la parlamentare PD-Opus Dei Paola Binetti, che a “Rea-Azione” dichiara: “Il punto chiave è stato il comportamento dei genitori. Il papà di Eluana soprattutto, che sta gestendo la cosa in maniera molto maschilista. A me piacerebbe tanto sentire cosa ne pensa la mamma”. Forse se la madre di Eluana non compare, se tace, forse una ragione ci sarà. Possibile che Paola Binetti non si sia chiesta la ragione di questa “assenza”? Ad ogni modo la risposta la si può trovare nell’articolo di Cristiano Gatti, sul “Giornale” del 6 febbraio. E speriamo che nessuno più ora disturbi la povera signora Englaro.

Un grazie, ancora una volta, a Federico Orlando, espressione di quel cattolicesimo liberale che affonda le sue radici in quell’Italia migliore a cui dobbiamo tanto. In una breve nota scrive: “Il presidente della Repubblica Italiana non è il Cardinal legato delle Romagne. Se lo mettano bene in testa nei palazzi vaticani che ordinano e nei palazzi romani che obbediscono. Napolitano ha esortato il Parlamento a legiferare sul testamento biologico, per colmare il vuoto legislativo, fin qui riempito dalla giurisprudenza della magistratura, e per ripulire l’atmosfera politica italiana dai morbi del clericalismo che, inevitabilmente, finirebbero col far divampare nel paese un’ondata anticlericale e una guerra di religione. Forse è proprio questo diversivo che vanno cercando sia i capi di una chiesa allo sbando tra negazionismo e sondini, sia i capi di una maggioranza politica incapace di trarre gli italiani fuori dalle ambasce economiche e sociali che travolgono giovani, anziani e famiglie. Purtroppo, a tali disegni eversivi sta dando una mano molto forte una parte irresponsabile dell’informazione radiotelevisiva e scritta che, invece di accogliere gli inviti al silenzio, alla meditazione e semmai alla preghiera, gettano benzina sul fuoco come incendiari della polis che dovrebbero difendere”.

Grazie, infine, a questo paese, che non se lo merita questo governo, questo presidente del Consiglio, questa maggioranza; un paese che, nonostante i mille condizionamenti e le mille manipolazioni, quando è messo in condizione di esprimersi, sa scegliere la cosa giusta. Ai tanti sondaggi che dicono come la posizione vaticanesca sia in netta minoranza, si aggiunge la rilevazione di SKTG24: “l’86 per cento è favorevole al testamento biologico che lasci al cittadino, al malato la libertà di decidere della sua vita e del suo destino, mentre il 14 per cento contrario; come il sondaggio pubblicato da “Panorama” la settimana scorsa, e tutti gli altri.

Un mondo mortificato, silenziato, cancellato; ma è un mondo che c’è, e che verrà fuori, prima o poi. Molto prima, che poi.

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 10/02/2009 alle 15:29
In ogni tragedia, c'è la farsa (purtroppo), come si legge dall'articolo, la madre di Eluana è molto malata, ma la Binetti accusa Beppino Englaro di essere maschilista, perché parla solo lui a nome di sua figli :-((((((. Se ci fosse giustizia nel mondo, gente di questo spessore invece che al senato ...

"È miserabile sfruttare una morte per trarne un vantaggio politico"

La morte e la politica
di EZIO MAURO

Il nuovo Calvario su cui è salita Eluana Englaro e dove è morta ieri
sera, è questa fine tutta politica, usata, strumentalizzata, quasi
annullata nella riduzione a puro simbolo e pretesto feroce di una
battaglia di potere che è appena incominciata e nell'usurpazione del
suo nome segnerà la nostra epoca.

Il vero sgomento è nel dover parlare di queste cose, davanti alla
morte di Eluana. Bisognerebbe soltanto tacere, riflettere su
quell'avventura umana, sulla tragedia di una ragazza diventata donna
adulta nella perenne incoscienza del suo letto d'ospedale, su quelle
vecchie fotografie piene di vita e di bellezza rovesciate nella
costrizione immobile di un'esistenza minima, inconsapevole. Voleva
vivere, quel corpo che respirava? O se avesse potuto esprimersi,
avrebbe ripetuto la vecchia idea di volersene andare, come aveva
detto da ragazza Eluana a suo padre, molti anni fa, quando poteva
parlare e pensare?

È la domanda che si fa ognuno di noi, quando è accanto ad un malato
che non può più guarire, in un ospedale o in una clinica. È
un'angoscia fatta di carezze e interrogativi, dopo che le speranze si
sono tutte dissolte. Di giuramenti eroici - fino alla fine, pur di
poterti ancora vedere, toccare, pur di immaginare che senti almeno il
tepore del sole, che stringi una mano, e non importa se nei riflessi
automatici dell'incoscienza. Ma è un'angoscia fatta anche di domande
sul futuro, che si scacciano ma tornano: fino a quando? E come,
attraverso quale percorso di sofferenza, di degenerazione, di
smarrimento di sé? E alla fine, perché? C'è una vita da conservare, o
in queste condizioni è un simulacro di vita, un'ostinazione, una
costrizione? È per lei o è per noi che la teniamo viva?

Quegli atti inconsapevoli che in certe giornate rasserenano, e sono
tutto - il respiro, naturalmente, un tremito di ciglia - altre volte
sembrano una condanna meccanica, soprattutto inutile. Perché la vita
è un bene in sé, ma deve pur servire a qualcosa, avere un senso.

Questo è stato per 17 anni il dramma di un padre. Accanto al letto
della sua Eluana, lui è vivo, vede, ama, soffre, s'interroga, si
dispera e ragiona. Diciassette anni sono lunghissimi, la speranza fa
in tempo ad andarsene senza illusioni, c'è il realismo dei medici,
l'evidenza quotidiana. Una figlia che ogni giorno si allontana
dall'immagine della vita mentre resiste, ogni giorno è presente nel
suo bisogno di assistenza ma non sente più l'amore, lo sconforto, la
presenza. Nulla. È lontana e tuttavia respira, mentre il padre la
guarda. Lui ricorda quel che la figlia voleva, quel che avrebbe
voluto. Non so che cosa pensi, come arrivi alla decisione, se gli
faccia paura l'idea di un futuro in cui lui potrebbe non esserci più,
con la madre gravemente malata. Se ha ceduto, facendo la sua scelta,
o se invece ha dovuto farsi forza. So che in quel padre, in questi 17
anni, si somma il massimo del dolore e dell'amore per Eluana. Questo
non significa automaticamente che tutto ciò che lui decide sia
giusto. Ma significa che lui ha un diritto, il diritto di raccogliere
la volontà di un tempo di Eluana e di confrontarla con la sua
volontà, com'è venuta maturando accanto a quel letto d'ospedale, in
un percorso che lui solo conosce, e che nasce dal rapporto più intimo
e più autentico di un uomo con sua figlia, nei momenti supremi.

Il padre potrebbe risolvere il problema nell'ombra, come fanno molti
e come vogliono i Pilati italiani, pur di non vedere e di non
sentire. Potrebbe cioè chiudere l'esistenza di Eluana nel moderno,
silenzioso, neutro "rapporto" tra medico e familiare del paziente
terminale. Bastano poche parole, poi un giorno uno sguardo d'intesa,
un cenno del capo, e tutto finisce senza clamore. Ma quello del
padre, in questo caso, non è "un problema". È la sua stessa
esistenza, congiunta con quella di sua figlia, che non sanno come
procedere e come sciogliersi. È una cosa infinitamente più grande di
lui, che tutto lo pervade e lo domina, altro che "problema", altro
che "rapporto" tra un medico e una famiglia, altro che scelte
silenziose e sbrigative, purché nulla sia detto davvero, niente
chiamato col suo nome. Ciò che molti dicono tragedia, in questi casi,
quel padre la vive davvero, al punto da urlarla. Vuole che gli altri
sappiano. Vuole che gli dicano se quel che fa è giusto o sbagliato.
Lui ha deciso di chiedere allo Stato di lasciar andare Eluana. Chiede
che lo Stato risponda, dunque si faccia carico, non se ne lavi le
mani. Solo così, portata in pubblico, la tragedia di quella figlia
servirà a qualcosa, a qualcuno, e quei 17 anni acquisteranno un senso
per tutti, quasi un insegnamento. Non so se sia giusto o sbagliato. A
me sembra un gesto d'amore, supremo, che nasce dal profondo di una
desolazione e di un abbandono, perché l'una e l'altro non siano del
tutto inutili, visto che già sono purtroppo inevitabili.

C'è qualcosa di più. Quel gesto verso lo Stato - violento: dimmi cosa
devo fare, dimmi come posso fare, dimmi qualcosa, io sono solo ma
resto cittadino e ho il diritto d'interpellarti - è un gesto che
nasce dall'interno di una famiglia. Strano che nessuno lo abbia
detto. Quel padre fa la spola tra una moglie malata gravissima e una
figlia incosciente da un numero d'anni che non si possono nemmeno
contare. Nessuno ha nemmeno il diritto, da fuori, di immaginare il
suo tormento, il filo dei pensieri, la disperazione che deve tenere a
bada mentre guida, mentre telefona, quando prova a dormire. Tra
moglie e figlia, giorno dopo giorno, lui tiene insieme la sua
famiglia. Ciò che resta, certo. Ma anche: ciò che è. Esiste forse una
famiglia italiana, in questo 2009, più "famiglia" di questa? Lui
parla con le sue due donne, ogni tanto con parole inutili, più spesso
nella mente. Provano a ragionare insieme, è finzione, certo, ma è la
cosa più vicina alla realtà, è l'unica possibile perché la famiglia
esista non solo a livello fisico, delle due presenze malate in
clinica con l'uomo lì accanto, ma anche a livello spirituale, come
comunione possibile: anni insieme, gioie, speranze, amore, abbracci,
progetti, un modo di pensare, di sentire, un modo di essere comune.
La decisione che il padre prende, la prende in nome della sua
famiglia. Non per sé, per tutti. Fa spavento pensare a questo, e poi
pensare al futuro, ma è l'unica verità possibile. L'unica cosa
autentica.

Quella famiglia, a un certo punto, dice che l'esistenza di Eluana,
così com'è ridotta, deve finire. Nessuno può sapere se nella
sensibilità acutissima della sua solitudine tra le due donne il padre
ha deciso così perché lo ritiene un ultimo gesto d'attenzione, una
cura estrema e finale per quella figlia; oppure perché non ce la fa
più. Se lui non ce la fa più, è la famiglia che si ferma, che non può
andare oltre. Loro sono insieme: ancor più negli ultimi diciassette
anni. L'unico modo per non prendere su di sé tutto il peso di questa
decisione, per il padre è quello di decidere in pubblico. Come se
questo Paese fosse in grado - ben al riparo dalla tragedia,
naturalmente - non solo di compatire, come sa fare benissimo,
soprattutto in televisione. Ma per una volta, di condividere.

Il padre si aspettava la discussione, la polemica, gli attacchi e
anche gli insulti. Aveva scritto una lettera a "Repubblica", l'altro
giorno, che poi ha voluto rinviare ancora. Chiedeva di attaccarlo
liberamente, purché si accettasse di discutere davvero la grande
questione del cosiddetto caso Englaro. Domandava soltanto di
risparmiare la morbosità degli sguardi e delle curiosità sugli ultimi
istanti di Eluana. Negli ospedali, diceva, nelle corsie, a un certo
punto si tira una tenda per riparare il momento finale di chi sta
morendo.

Quel che il padre non poteva prevedere, era l'altra morbosità, più
feroce: quella della politica, della destra italiana. Prima
l'inverosimile conferenza stampa di Berlusconi, che usava più di metà
del tempo per attaccare il Capo dello Stato in nome della potestà
suprema e incondizionata del governo, e quando parlava di Eluana -
dopo aver detto di non volersi assumere la responsabilità della sua
morte - arrivava a pronunciare frasi offensive: il "figlio" che la
ragazza potrebbe avere, il "gravame" a cui il padre vorrebbe
rinunciare. Poi l'attacco alla Costituzione, come se una tragedia
fosse fondatrice del diritto. Infine, ieri, alla notizia della morte
di Eluana, il peggio, qualcosa a cui non volevamo credere. Berlusconi
che punta dritto sul presidente Napolitano come responsabile diretto
della tragedia ("l'azione del governo per salvare una vita è stata
resa impossibile"), un gesto di violenza politica senza precedenti in
democrazia, nel linguaggio tipico dei regimi contro i dissenzienti,
quando si mescola politica e criminalità. Subito seguito
dall'amplificazione di personaggi minori e terribili, come
Quagliarello che parla di "assassinio", Gasparri che minaccia dicendo
quanto pesino "le firme messe e non messe". Borghezio che chiama in
causa i "dottor morte" colpevoli di "omicidio di Stato", anche
da "altissime cariche istituzionali".

È miserabile sfruttare una morte per trarne un vantaggio politico. È
vergognoso trascinare il Capo dello Stato sul terreno della vita e
della morte per aver esercitato i suoi doveri di custode della
Costituzione. È umiliante assistere a questo degrado della politica.
È preoccupante scoprire qual è la vera anima della destra italiana,
feroce e crudele nella cupidigia di potere assoluto, incurante di
ogni senso dello Stato, aliena rispetto alle istituzioni e allo
spirito repubblicano, con l'eccezione ogni giorno più forte e più
netta del presidente della Camera Fini.

Con la strumentalizzazione di una tragedia nazionale e familiare, e
con gli echi cupi di chi tenta di trasformare la morte in politica, è
iniziata ieri sera la fase più pericolosa della nostra storia recente
per le sorti della Repubblica.

(10 febbraio 2009

Quella ragazza che amavamo
di ADRIANO SOFRI

ORMAI la diversità dei pensieri si era tramutata in una dannazione
reciproca, una messa al bando, una insofferenza esasperata. E neanche
ora, neanche in hora mortis nostrae, si rimarginerà, temo. Ma, forse
solo per un piccolo risarcimento, forse perché è la cosa più
importante, possiamo riconoscerci tutti - quasi tutti - in un
acquisto dapprincipio imprevedibile, e che non era nei propositi.
Abbiamo tutti - quasi tutti: non fa bene ignorare il cinismo e la
cattiveria vera - voluto molto bene alla ragazza Eluana.

Le abbiamo voluto sempre più bene, man mano che passavano gli anni e
la ferita si esacerbava mille volte di nuovo e noi intanto
diventavamo grandi o vecchi, nascevamo e ci ammalavamo e, qualcuno,
morivamo: e quel viso di ragazza continuava a guardarci illeso dal
tempo e dalla sventura. Prima della fotografia, i ritrattisti delle
famiglie del nord d'Europa, di quelle che potevano permetterselo,
dipingevano una volta all'anno il gruppo di famiglia, sicché sulle
pareti domestiche scorrevano le generazioni, i bambini diventavano
adulti, gli adulti vecchi, matrimoni rinnovavano la scena, nuovi nati
facevano la loro comparsa.

In quelle gallerie di quadri ricordo, c'erano alcune figure di
bambini o di giovani che non cambiavano più aspetto, il tempo non le
lavorava più, perché erano morti giovani o bambini, e una rossa
crocetta dipinta sopra la testa avvertiva della loro perdita, ma non
si aveva cuore di espellerli dal gruppo. Il signor Englaro,
rifiutandosi, contro la propria presumibile convenienza, di esporre
le fattezze di Eluana se non fino al punto in cui l'ebbe perduta, ha
suscitato in tutti noi lo stesso risultato pieno d'affetto e di
rimpianto.

Abbiamo voluto bene a quella ragazza meravigliosa, al modo in cui i
suoi occhi continuavano a guardarci così da lontano, così da vicino,
e l'abbiamo rimpianta come una nostra compagna di viaggio insieme
perduta e illesa. Abbiamo voluto bene, ogni giorno di più, anche alla
Eluana che non vedevamo, che non abbiamo mai visto, nella quale la
ragazza dagli occhi profondi si continuava e si consumava, e abbiamo
avuto pietà di lei e di noi. Quel padre che, chiuso in un suo cerchio
senza uscita, combinava e ricombinava senza ostentazione e senza
falso pudore le belle fotografie della sua creatura, come per
ricominciare ogni volta a far scorrere la vita della sua carissima
figlia prima che la promessa si spezzasse, ce l'ha fatta amare, senza
proporselo.

Senza proporsi altro se non di avere la legge dalla propria parte, e
le persone, perché una buona legge dev'essere dalla parte delle
persone e del loro dolore. L'ha conservata così, nella memoria di una
comunità che l'aveva adottata, benché si lacerasse sul suo destino.

Se c'è una sottile speranza che l'Italia non esca più amara e
incattivita da una vicenda oltraggiosamente accanita, è in questo
amore condiviso. Il signor Englaro non ha mirato a nessuna
convenienza. Non ha fatto conti. Ha fatto quello che sentiva come il
suo dovere. Se fosse stato un uomo politico - cioè un politico, oltre
che l'uomo che è - si sarebbe sottratto alla piccola trappola della
gara col tempo, che metteva in scena nel rullo di tamburi del
precipitoso finale il copione degli uni che bruciavano le ore per
salvare una vita, degli altri che bruciavano i minuti per
sacrificarla. ("Il sacrificio non sia vano": frase pronunciata ieri
sera in Senato, non so con quanta consapevolezza, bestemmia più
enorme di tutte, che accusa di un sacrificio umano, e pretende di
riscattarlo, per giunta con una legge folle).

Si sarebbe esposto alle intemperie sulla cima di un campanile
friulano per protestare: dopotutto il capo del governo si era spinto,
non so con quanta consapevolezza, a dire che quella sua figlia
perduta avrebbe potuto partorire. Avrebbe fatto uno sciopero della
fame e della sete, per replicare a chi lo accusava di voler
assassinare per fame e sete la sua creatura. Li avreste visti volare,
allora, i sondaggi, angeli custodi della superstizione e della
demagogia contemporanea.
Verrebbe voglia di dire che bisogna tutti sforzarsi di richiudere
questa ferita, ma non sarà così. Le ferite non si chiudono. Non si
chiuse quella di Moro. La disputa sul corpo di Eluana è per l'Italia
del nuovo millennio una tragedia senza catarsi, senza redenzione,
come fu quella sul corpo di Moro per la fine del secolo scorso. Ho
guardato il minuto di raccoglimento al Senato: sembrava piuttosto,
per quei grami presenti, la concentrazione nell'angolo prima
dell'ultimo round.

Certi uomini politici - cioè certi politici, prima degli uomini che
dimenticano di essere - fanno molti conti. Vedrete: anche ora che il
corpo di Eluana non è più perquisibile dai Nas, mostreranno di voler
procedere per la loro strada. Legislatori tutti d'un pezzo, pronti a
decretare la mia, la vostra, l'impossibilità di ciascuno di rifiutare
per sé la nutrizione artificiale, una volta che ci trovassimo privati
senza ritorno della nostra coscienza. Pazzia. Silvio Berlusconi ha
voluto dire che lui, nella condizione di Beppino Englaro, non
potrebbe mai "staccare la spina". Sia risparmiata la prova a lui e a
noi. Tuttavia la prova è stata imposta a tanti, e qualunque sia la
loro scelta, compresa quella di non rassegnarsi mai al commiato,
dev'essere rispettata, amata e sostenuta. Ma provi Berlusconi a
immaginare un'altra eventualità: che tocchi a lui di uscire da una
rianimazione in una condizione vegetativa irreversibile. Vorrebbe o
no poter decidere, finché il senno e la fortuna siano dalla sua, come
debba chiudersi la sua esistenza, o preferisce lasciarne il peso ai
suoi figli, per giunta votando ad horas l'obbligo a nutrirlo
artificialmente senza fine? Questo era già il punto, ora lo è ancora
più nitidamente. Mettete via i cartelli opposti che intimano: "Giù le
mani da Eluana".

Salutiamola, Eluana, con l'amore che si sapeva riservare alle ragazze
perite, tenerelle, pria che l'erbe inaridisse il verno. Quanto a noi,
scriviamo ciascuno sul proprio cartello: "Giù le mani da me, per
favore".

(10 febbraio 2009)

 

____________________
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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  postato il 10/02/2009 alle 16:01
come ho già detto ad amici e conoscenti è stato montato un caso mediatico su una povera ragazza che ha avuto la sfortuna di stare per 17 anni in coma vegetativo ,le tv i giornali i politici hanno sfruttato il dolore dei familiari per occupare titoloni e riempire i tg quando probabilmente era meglio lasciare in pace chi col dolore ci vive tutti i giorni, sono solidale con i familiari ma provo rabbia quando sento le tv e i giornali parlare di queste cose come se tutti fossero i massimi esperti del caso

 

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Se si è ritirato Bewolcic si possono ritirare tutti...


Gianni



 
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  postato il 12/02/2009 alle 21:44
Riporto per intero l'intervento di Travaglio. E' lungo e in parte è già stato citato, ma...




"Buongiorno a tutti.
Nemmeno oggi intendo parlare di questa ragazza che da 17 anni soffre in una condizione che nessuno può sapere se sia ancora di vita, se sia di vita apparente, morte apparente, vita vegetativa.
Sono tutte cose più grandi di noi, più grandi anche dei più grandi scienziati e non intendo minimamente mettere il dito in queste cose che dovrebbero essere lasciate alla coscienza anche se sono diventate un reality show.
Non voglio neanche nominarla, questa ragazza, perché credo sia già stata violentata troppo e continuerà ad esserlo fino all'ultimo istante.
Quando si sente dal presidente del Consiglio disquisire sulle sue mestruazioni e sulla sua possibilità di avere figli, credo si debba soltanto provare una incommensurabile vergogna, visto che il nostro presidente del Consiglio non conosce la vergogna, nemmeno l'espressione “vergogna”. Credo non sia mai arrossito anche perché, se lo facesse, il suo rossore sarebbe coperto da quintali di cerone.
Vorrei però parlare di quello che sta succedendo intorno al caso di questa ragazza, che invece di essere lasciata alle cure dei suoi familiari e dei medici - gli unici che possono decidere, solo i familiari conoscono a fondo una ragazza avendoci vissuto per molti anni insieme, possono sapere, intuire, prevedere le sue volontà, solo i medici possono conoscere esattamente le sue condizioni di salute – invece che essere lasciata a queste poche persone, che nell'intimità e con la prudenza, in punta di piedi, dovrebbero poter decidere, abbiamo trasformato tutto questo in una grande gazzarra, in una grande sceneggiata che sta facendo dell'Italia lo zimbello del mondo, ancora una volta.
Non è la prima volta, ma il fatto che diventiamo uno zimbello anche su questioni così drammatiche e delicate credo segni un punto di non ritorno.
Lo scudo umano

Dietro questa gazzarra, naturalmente, non c'è il tentativo di salvare una vita. Basta guardare l'espressione con cui il nostro capo del governo e i suoi sodali parlano di questo caso.
Si vede chiaramente dai loro occhi che non gliene importa assolutamente niente della vita di questa persona.
Usano questa persona, o quello che ne rimane, come scudo umano per i loro sporchi traffici, per i loro sporchi affari, per i loro sporchi tornaconti, tanto per cambiare.
Tutto, in questi quindici anni, è stato usato dal Cavaliere per il suo sporco tornaconto, qualunque cosa capitasse lo rivolgeva immediatamente ai suoi vantaggi e ai suoi affaracci privati.
Eluana è un pretesto – sì, l'ho detto, non lo dirò più – per fare affari, per sistemare pratiche, per moltiplicare l'impunità, per dare la spallata definitiva alla giustizia.
Infatti, non è affatto in discussione il salvataggio o meno di una vita che, iniziate le procedure, seguirà il suo corso.
Qui è in gioco un principio: che le sentenze definitive della magistratura si applicano senza che la politica possa metterci il becco.
E' un principio che è già stato più volte lesionato, in questi anni, ma se passasse l'idea che una sentenza definitiva della magistratura può essere modificata da un decreto, che il Capo dello Stato non firma, e poi da un disegno di legge approvato a tappe forzate da un Parlamento sequestrato dal governo, che gli fa fare quello che vuole anziché sottoporsi al controllo del Parlamento medesimo, io credo che finisce all'istante lo Stato di diritto, finisce all'istante la democrazia liberale basata sulla divisione dei poteri, finisce all'istante il nostro obbligo di obbedire alle leggi e alle sentenze.
In un Paese dove un governo o una maggioranza possono annullare una sentenza per legge o per decreto, ciascuno è libero di fare ciò che vuole visto che mai un privato cittadino potrà ottenere dal governo o dal Parlamento che venga annullata la sua, di sentenza, quando non gli piace.
Ed è proprio questo principio che Berlusconi ha voluto scardinare l'altro giorno approfittando del dramma di questa ragazza.
Lo spiega molto bene Carlo Federico Grosso questa mattina su La Stampa: non c'è nessuna corsa contro il tempo, battaglia fra chi vuole la vita e chi vuole la morte, nessuno scontro fra eutanasia e vita.
Qui c'è un vuoto di legge, colpa del Parlamento che non ha mai fatto la legge sul testamento biologico, del Vaticano che si è sempre opposto, dei servi di questo stato estero che si sono appecoronati, dei tremebondi laici che non hanno mai voluto arrivare allo “scontro”, cioè non hanno mai voluto che lo Stato liberale facesse quel che doveva fare nell'interesse di tutti i cittadini.
Non si può modificare una sentenza per legge

Quindi ci ritroviamo senza una legge che codifichi le ultime volontà di persone che stanno magari benissimo ma che decidono di far sapere come vogliono essere trattate in certe situazioni drammatiche.
In questo vuoto legislativo, ogni cittadino ha diritto di avere giustizia, di chiamare un giudice, di porgli un quesito e di avere una risposta del giudice, il quale decide non solo in base alla sua coscienza ma in base all'ordinamento, alla Costituzione, all'impalcatura giuridica del nostro Paese democratico.
I giudici hanno sentenziato, per fortuna si sono pronunciati in tanti, in primo grado, in appello, in cassazione.
Voi sapete che quando si arriva al terzo grado di giudizio sono coinvolti dai 15 ai 18 magistrati, di sedi, idee, età, funzioni diverse.
Alla fine c'è una sentenza definitiva della Cassazione. “La Cassazione – dice Carlo Federico Grosso – ha definitivamente riconosciuto alla ragazza o a chi per lei il diritto di staccare il sondino nasogastrico attraverso il quale si realizza il suo mantenimento artificiale in vita. Ebbene, di fronte a un diritto ormai definitivamente riconosciuto dall'autorità giudiziaria, davvero si può ritenere che una legge successiva sia di per sé in grado di cancellare il giudicato? Si badi che, curiosamente, lo stesso governo ha avuto i suoi dubbi: infatti, nella relazione che accompagnava il decreto – quello che poi è stato bocciato da Napolitano e che adesso viene riveduto e non corretto, ripresentato tale e quale come disegno di legge – il governo ha scritto che è vero che c'è stata una sentenza, in questo caso della Cassazione, ma questa data la particolare natura del provvedimento assunto, di mera volontaria giurisdizione, non avrebbe dato vita ad alcun accertamento di un diritto”.
“Così facendo – dice Grosso – lo stesso governo ha ammesso che se ci fosse stato il riconoscimento di un diritto, questo sarebbe ormai intangibile anche di fronte alla legge che eventualmente verrà fatta fra poche ore. Ma a differenza di quanto sostiene il governo, la Cassazione ha, in realtà, riconosciuto un vero e proprio diritto individuale a non essere più medicalmente assistiti contro la propria volontà, comunque manifestata, e dunque è lecito dubitare che il legislatore possa davvero interferire, ormai, con una legge su una situazione giuridica costituita. A maggior ragione, non potrebbero, d'altronde, essere considerati legittimi ulteriori interventi a livello amministrativo diretti ad ostacolare o impedire l'esercizio di quel diritto.”
Tutte queste ispezioni, questa vergogna di ispettori mandati da questo ministro, Sacconi, il marito della presidente della Farmindustria, che si aggirano intimidendo già soltanto con la loro presenza, anche involontariamente, chi deve delicatissimamente decidere, in queste ore, quello che si deve fare.
“Lo impone, ancora una volta, la salvaguardia del principio costituzionale della divisione dei poteri”.
Tutto questo cosa vuol dire? Che la legge che viene portata al Parlamento potrebbe valere per il futuro, ma è assurdo che una legge fatta dopo possa cancellare un diritto acquisito prima. Invece, è proprio quello che stanno cercando di fare: stabilire che in attesa dell'approvazione di una legge organica che disciplini questa materia, intanto l'alimentazione e l'idratazione non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi.
Praticamente, trasformano in delinquenti i familiari e i medici che stanno applicando la sentenza della Cassazione.
La legge dice: “state attenti, perché se rispettate la sentenza della Cassazione siete dei delinquenti perché io vi dico, dopo, che se fate quello che è stato stabilito dalla Cassazione prima violate la legge che io sto facendo dopo”.
Vi rendete conto dell'abominio che stanno facendo? Indipendentemente che ciò avvenga per decreto o per disegno di legge. E' incredibile.
Infatti, chiede Grosso: “E se la persona interessata, quando era ancora consapevole, avesse manifestato la sua contrarietà a trattamenti medici diretti a tenerla artificialmente in vita? Costituisce principio di diritto pacifico, riconosciuto da numerose sentenze della Cassazione, che nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari contro la sua volontà.”
Lo stabilisce, ancora una volta, la Cassazione: ci sono confessioni religiose che rifiutano le trasfusioni, i trapianti. Può dispiacere o piacere, ma sono tutte cose non naturali che una volta non c'erano.
Esattamente come i sondini, l'idratazione artificiale, l'alimentazione artificiale: sono conquiste recenti della tecnica, che servono a tenere in vita chi si spera che ritroverà le sue funzioni, ma che non possono essere imposte a chi non le vuole, proprio perché sono tutte tecniche artificiali frutto della tecnologia recente.
Per dirla chiaramente: qualche decennio fa questa ragazza della quale stiamo parlando sarebbe già morta da tempo, perché non ci sarebbero stati gli strumenti per tenerla artificialmente in vita per tutto questo tempo.
Dopodiché sta alla famiglia e alle sue ultime volontà decidere se sottoporsi a queste tecniche invasive oppure no. Ci sono famiglie eroiche che accudiscono persone in quelle condizioni anche per decenni, è successo per l'ex ministro Andreatta che si era ridotto a una specie di corpicino minuscolo, così veniva descritto negli ultimi tempi, e che la famiglia ha deciso di tenere attaccato alle macchine fino a quando non fosse tutto finito.
Altri, evidentemente, possono lasciar detto che certe tecniche artificiali non le vogliono.
“Ma allora – dice Grosso – lo stesso contenuto del disegno di legge è fortemente sospetto di illegittimità perché imporrebbe un trattamento di mantenimento artificiale in vita anche a chi avesse dichiarato – magari per iscritto, davanti al notaio: non c'è ancora il testamento biologico ma ciascuno lo può fare per conto suo – di rifiutare queste tecniche”.
Questo è quello che sta succedendo. Voi vedete che non c'entra niente con quello che viene spacciato per il tentativo di salvare una vita, con tutte queste brave persone, magari anche in buona fede, che vanno con gli striscioni fuori dalla clinica.
Berlusconi è ontologicamente incostituzionale

Qui stiamo parlando di un governo che, ancora una volta, sta approfittando di un caso drammatico – non so cosa esista di più drammatico di questo caso – per farsi gli affaracci suoi, cioè per stabilire che il governo comanda sopra la giustizia, che non esiste più un confine, un tracciato, un limite dove il governo si deve fermare perché entra la legge, la giustizia.
Il governo, se non gli piacciono le sentenze, le può cancellare. Di più: Berlusconi ha detto che “se questo verrà ritenuto incostituzionale, cambiamo la Costituzione”.
E questo ci fa pensare a una cosa: che ormai la questione non è più che Berlusconi fa cose incostituzionali, è Berlusconi lui che è incostituzionale, ontologicamente.
Il suo DNA è totalmente incostituzionale. Bisognerebbe prenderne atto perché oltretutto lui non si è mai nascosto ai nostri occhi, lui ci ha sempre fatto sapere come la pensa, ci ha sempre detto come vuole agire.
La famosa frase “La Costituzione italiana è di stampo sovietico” non l'ha pronunciata l'altro giorno per la prima volta, ma il 12 aprile 2003 al Lingotto di Torino, e come al solito giornali e telegiornali fecero finta di non capire, di non vedere, la trattarono come una battuta: “che simpatico, la Costituzione è sovietica...”.
No, non è simpatico: lui pensa veramente che la Costituzione, costituita sulla divisione dei poteri e quindi la massima espressione della cultura liberale che si sia mai vista in Italia, sia sovietica, comunista, perché la divisione dei poteri impone dei paletti, dei limiti al potere del Premier ed essendo lui totalmente incostituzionale e antidemocratico, autoritario, totalitario, plebiscitario e sudamericano come tutti i caudillos della sua fatta, lui non sopporta l'esistenza di limiti.
Ecco perché ogni volta che trova un limite grida al comunismo - senza rendersi conto di essere lui il vero comunista perché gli unici regimi dove il potere del governo era smisurato e andava a occupare tutto, dalla giustizia, alla economia, ai media, era proprio quello sovietico – continua, ogni giorno a dare spallate a ogni potere di controllo terzo che esista.
Quindi “La Costituzione è sovietica” è una sua vecchia fissazione che denota chiaramente una pulsione autoritaria e totalitaria. La cosa curiosa è che fino alla settimana scorsa a dire queste cose c'era solo Di Pietro, e tutti gli dicevano “vergogna, non si dice così, come fai ad accostare Berlusconi al fascismo o al nazismo?”, dopodiché ieri Scalfari ha ricordato che questa situazione rammenta pericolosamente la svolta autoritaria di Mussolini del 3 gennaio 1925, dopo il delitto Matteotti, quando appunto si passò da una formalità democratica a una ufficialità autoritaria.
Ed è proprio questo il punto: il fatto che il Premier vuole scriversi le sentenze lui e vuole cambiare le sentenze che non gli piacciono.
Il precedente di Berlusconi che nessuno ricorda

Domanda: è una novità degli ultimi giorni, questa? No, c'è un precedente e nessuno lo ricorda.
Nel 2002 la Corte Costituzionale, più della Cassazione se così possiamo dire, ribadì per la seconda volta, dopo averlo già detto nel 1994, che i privati non possono avere più di due reti televisive generaliste sull'analogico terrestre, cioè sul telecomando normale che uno sintonizza accendendo la televisione, e che quindi Rete4 era eccedente rispetto alle reti Mediaset, e che quindi Mediaset la doveva vendere o mandare sul satellite.
Già nel 1994 si era detto questo, ma nel 1994 la Corte sperava che i governi avrebbero eseguito quella sentenza senza batter ciglio.
Invece, i governi di destra e di sinistra succedutisi da allora se ne infischiarono e la Corte nel 2002 tornò a fissare quella imposizione, mettendo anche un termine ultimo entro il quale si sarebbe dovuto rispettare tutto ciò. Mise come ultimatum il 31 dicembre 2003: se entro quella data Rete4 non fosse passata sul satellite liberando le frequenze sull'analogico terrestre, quelle che dovrebbero andare a Europa7 di Francesco Di Stefano, sarebbe stata spenta. Il segnale analogico di Rete4 sarebbe stato spento e Berlusconi avrebbe perso all'istante tutti i soldi della pubblicità incassata da parte degli inserzionisti che, ovviamente, la pubblicità su Rete4 la fanno perché sanno che la vedono tutti.
Se sapessero che la vedono solo quelli che hanno il satellite evidentemente o non la farebbero o la pagherebbero molto meno, perché quelli che vedono il satellite sono pochi rispetto a quelli che vedono l'analogico.
A quel punto, il governo Berlusconi II varò la legge Gasparri, che con un papocchio che non sto qui a ricordare – si basava sulla bufala del digitale terrestre di cui Grillo ci ha raccontato di tutto e di più con largo anticipo – sosteneva che, essendoci ormai il digitale alle porte che avrebbe moltiplicato i canali, che i media ormai erano talmente tanti da rendere quasi marginale la televisione analogica, quelle piccole tre reti di Berlusconi non facevano più problema perché erano una goccia nel mare.
La legge era totalmente incostituzionale, Ciampi non la firmò. Era il 15 dicembre del 2003, mancavano 15 giorni alla scadenza ultima.
A questo punto, il governo Berlusconi con la firma di Berlusconi proprietario di Rete4, varò un decreto legge che prorogava il termine per Rete4 sine die, in attesa che venisse varata la legge Gasparri bis che un po' impapocchiata e modificata rispetto a quella prima, comunque sarebbe passata perché Ciampi difficilmente avrebbe osato bocciarla la seconda volta, anche se avrebbe potuto farlo in quanto era stata cambiata e quindi non era più la stessa.
Così, a Natale 2003, Berlusconi firmò un decreto che salvava la televisione di Berlusconi, neutralizzando una sentenza della Corte Costituzionale.
Si può immaginare qualcosa di più incostituzionale? Un decreto che neutralizza una sentenza della Corte Costituzionale, firmato dallo stesso beneficiario del decreto.
Apoteosi. Ciampi la firmò, il decreto entrò in vigore e così il 31 dicembre Rete4 continuò felicemente a trasmettere e così nei mesi successivi, fino ad Aprile 2004 quando la legge Gasparri 2, di nuovo firmata da Ciampi, cancellò definitivamente gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, consentendo l'ennesima fase transitoria illimitata a Rete4, in attesa del messia, cioè del digitale terrestre, che era previsto nel 2006 e non l'abbiamo ancora in vigore oggi. Per fortuna perché, come si è visto in Sardegna, non funziona, era una truffa.
Questo c'è, come precedente. Già è successo che una sentenza definitiva della Corte Costituzionale sia stata neutralizzata, così come è stata neutralizzata quella della Corte Europea di Lussemburgo che aveva stabilito, un'altra volta, il buon diritto di Europa7 ad avere frequenze e il buon diritto dello Stato italiano a liberare il mercato delle frequenze dalla presenza, sull'analogico, di Rete4.
Non è da oggi che Berlusconi annulla le sentenze sgradite. A furia di farlo, e a furia di non trovare ostacoli – adesso ha trovato il Quirinale – vedremo se il Quirinale firmerà o meno il disegno di legge.
Niente applausi al Capo dello Stato

Abbiamo letto quello che dice Carlo Federico Grosso, che il disegno di legge è esattamente incostituzionale come il decreto.
Il decreto non era incostituzionale in quanto era un decreto, ma perché nel decreto si stabiliva che si annullava una sentenza della Cassazione. Se anche il disegno di legge annulla la sentenza della Cassazione è evidente che è incostituzionale anche il disegno di legge e che quindi quando verrà portato alla firma del Capo dello Stato, se c'è una logica giuridica, dovrà essere bocciato anche il disegno di legge.
Vedremo. Perché dico vedremo? Perché in questi giorni vedo appelli a favore del Capo dello Stato, applausi, manifestazioni di solidarietà al Capo dello Stato. Per carità, meno male: per una volta che non firma un qualcosa, ci mancherebbe altro che mettessimo il lutto.
Ma a me questa situazione ricorda un po' quando andavo a scuola, tornavo a casa con un bel voto e chiedevo un regalo ai miei genitori. E loro mi rispondevano: “ma quale regalo? Hai fatto appena il tuo dovere”.
Adesso che noi ci dobbiamo mettere ad applaudire, a ringraziare, a sbavare dietro il Capo dello Stato perché per una volta ha fatto il suo dovere di bocciare una legge incostituzionale, mi sembra eccessivo.
Sì, siamo contenti ma è niente altro che il suo dovere, quindi piano con gli entusiasmi.
Anche perché io ho un sospetto, e ve lo dico in chiusura.
Ve lo dico dopo avervi segnalato che è uscita la terza puntata dei nostri appuntamenti, il terzo DVD. Lo riconoscete perché ha un color rosa pompelmo. Si chiama Mafiocrazia e raccoglie i nove Passaparola dell'ultima parte dell'anno scorso e della prima di quest'anno. Si va dalla “P2 viva e lotta insieme a noi”, fino al caso di Salerno e di Catanzaro.
Trovate tutto raccolto insieme agli altri due. Le istruzioni le trovate sul blog di Beppe o su voglioscendere.
Chiusa la parentesi spot, ma se non ci autofinanziamo e se non ci diamo una mano non possiamo andare avanti con questi appuntamenti.
Armi di distrazione di massa

Il mio sospetto è questo: esaminiamo la situazione che c'era giovedì, alla vigilia del decreto.
Nei sondaggi la maggioranza degli italiani era dalla parte del padre di questa ragazza.
Berlusconi i sondaggi li conosce, li guarda, per cui di fronte alle pressioni vaticane e alle pressioni di alcuni membri del suo governo, non tutti – aveva il governo diviso su questo – era molto prudente e infatti non aveva voluto agire.
Poi sono arrivate delle telefonate da oltretevere, sapete che ormai il Vaticano si impiccia perfino delle nomine Rai: abbiamo dovuto leggere che Gianni Letta ha rassicurato il Vaticano sulle nomine Rai, siamo a questo punto.
Le pressioni aumentavano e allora il Cavaliere ha fatto una mossa, dal suo punto di vista, geniale all'insegna della botte piena e della moglie ubriaca.
Cos'ha fatto? Un decreto talmente incostituzionale da essere sicuro che stavolta il capo dello Stato non lo avrebbe firmato.
Il Capo dello Stato glielo ha pure fatto sapere prima, cosa che di solito non si userebbe, bisognerebbe aspettare il decreto e poi fulminarlo, in un Paese ordinato.
Da noi c'è sempre questo pappa e ciccia, questo inciucio, questo “non mandarmelo che non te lo firmo, così non ti faccio fare brutta figura”. C'è sempre questo tentativo ipocrita, tartufesco. Siamo il Paese di Tartufo. Di salvare la faccia, le apparenze, di lavare i panni al chiuso.
Lui lo manda lo stesso, tanto sa che il decreto non andrà in vigore, tanto sa che di fatto quel decreto non produrrà risultati. Quindi lui riuscirà ad accontentare sia quella parte di italiani che stanno col papà della ragazza, sia quella parte di italiani che stanno dalla parte del Vaticano.
100% di consensi: ai filovaticani dirà “ci ho provato, ma me l'hanno impedito”, a quegli altri dirà “tanto non è successo niente, perché le cose sono andate avanti così com'erano”.
In più, quando lui suscita un grande caso clamoroso, che occupa per giorni e giorni i telegiornali e i giornali, dovremmo essere ormai abituati ad andare a vedere cosa c'è dietro.
Cosa sta preparando in segreto mentre ci fa vedere il pupazzetto in pubblico? Questa è la sua tecnica: armi di distrazione di massa per nascondere qualcosa.
Cosa nasconde questa volta? Non lo nasconde nemmeno poi troppo: la legge sulle intercettazioni e della nuova riforma della giustizia, di Alfano, di cui probabilmente parleremo la prossima settimana, se non succedono cose più importanti ancora, perché è inaudita, qualcosa di allucinante.
Pensate soltanto che il pubblico ministero si chiamerà “avvocato dell'accusa”. Cioè, invece di avere un organo di garanzia che fa le indagini a nostra tutela per scoprire se siamo innocenti o colpevoli, avremo uno che avrà il compito di accusarci anche se non c'entriamo niente.
Sarà uno pagato a cottimo sulle condanne. Pensate all'abominio di quello che stanno facendo.
Chiudo la parentesi per dire che stanno preparando porcate che naturalmente starebbero sulle prime pagine dei giornali, se non fossero già occupate dalle cronache sanitarie, di questi poveri miei colleghi spero costretti a fare la telecronaca diretta di un caso come quello.
Ecco quindi che lui riesce a mettere insieme tutto: il principio autoritario ufficiale “comando io anche sulla magistratura, sulla Costituzione; se la magistratura o la Costituzione non mi fanno fare quello che voglio io, non ho sbagliato io ma sono sbagliate loro e quindi le riformiamo a mia immagine e somiglianza”. Questo è il messaggio.
Secondo: “io annullo le sentenze per legge”, quindi un domani quando ci sarà una sentenza su Mills o su di lui quando si riuscirà a processarlo per qualcosa e per qualche suo amico, lui fa un decreto e annulla la sentenza.
Quando dovesse essere condannato a pagare un risarcimento per aver fregato la Mondadori al suo legittimo proprietario, tramite una sentenza comprata da Previti, potrebbe benissimo fare un decreto per dire “Berlusconi non deve niente al legittimo proprietario della Mondadori”. Perché no?
Terzo, condizionare pesantemente il Capo dello Stato: fin'ora non aveva mai rimandato indietro nessuna legge, se gli mandavano subito quella sulle intercettazioni e sulla giustizia è molto probabile che queste non le avrebbe firmate.
Adesso però tutto è cambiato, perché ha già detto di no al decreto contra Eluanam, quindi il suo bonus se l'è già speso e per un po' di tempo dovrà stare buono, anche perché tutti i giornali stanno invitano Napolitano non ad andare avanti e a fermare questo eversore annidato a Palazzo Chigi, ma a mettersi d'accordo: “fate la pace”, “metteteci una pietra sopra”, “basta con lo scontro”, “abbassare i toni”.
Quindi, è ovvio che l'unico modo per fare la pace con Berlusconi è quello dargliela vinta: una settimana fa Berlusconi difendeva Napolitano dai non attacchi di Piazza Farnese, questa settimana ha detto che Napolitano è l'espressione della cultura della morte, che vuole l'eutanasia.
Mi domando: se hanno denunciato Di Pietro per quello che non ha detto in Piazza Farnese, cosa dovrebbero fare le camere Penali di fronte al fatto che si accusa praticamente il Capo dello Stato di essere un omicida.
Ma il Capo dello Stato sa che se vuole fare la pace con questo signore deve fargli passare le leggi che gli interessano, nelle quali, lo spiegheremo la prossima volta, c'è anche un codicillo che lo salva dalle conseguenze di una eventuale condanna dell'avvocato Mills.
Passate parola."

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/02/2009 alle 23:07
non so se ve ne siete accorti, ma Vaticano, giornali di regime e baciapile vari tra ieri e oggi si muovono e parlano con orecchie basse e coda tra le gambe.
Per una volta, il paese ha dato una dimostrazione (silenziosa) di approvazione e solidarietà con ciò che è successo.

Chi non ha paura della morte? Si potrà anche essere cattolici e, di conseguenza, più sereni nei confronti di questa: ma della morte ne hanno paura tutti, è umano e comrpensibile.
Quando poi pensi che potresti soffrire come un cane, diventare una bambola di pezza alla mercè di medici e infermieri, diventare un inutile peso verso quei parenti e amici che ti hanno conosciuto sano e vitale, beh....

Non ho sentito una parola, neanche tra cattolici o sedicenti tali, che non abbiano detto di staccare tutto qualora si dovessero trovare in una situazione del genere. Per parte mia spero che passi presto una proposta di testamento biologico dove lasciare le mie volontà.

Al padre di questa ragazza stringo idealmente la mano: non solo ha vinto una battaglia che vvantaggerà tutti coloro che credono nella libertà delle scelte individuali, ma anche perchè ha sopportato barbari attacchi da parte di personaggi senza scrupoli e meschini, tipo Quagliarello, Barragan e il direttore dell'Avvenire.

Questi, come avrebbe detto la mia insegnante di italiano, si meriterebbero tanti calci nel sedere a due a due finchè non diventano dispari.

 

____________________
Gaudium magnum. E'tornato! (cit. Frank VDB)

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 13/02/2009 alle 04:02
volevo aprire la sezione "calci nel sedere a due a due finchè non diventano dispari". Altre ai baciapile proposti da Carrefour, ci metterei dentro Frattini (dicono sia il nostro ministro degli esteri, o signur), che pure oggi ne ha detta un' altra:

"l'Africa è un continente che rappresenta un'opportunita' ($$$, ndr) e certo non un problema'

Se va avanti cosi, il Pd(l) ha trovato il degno sostituto del berlusca.

 

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I'm ipocrisy free

Io sto con Silvio che è
un gran furbacchione e con
la bellissima Oriana che ha
il coraggio di dire ciò che
tutti pensano ma nessuno dice
(si vocifera che la casalinga
di Voghera impallidisca
al suo cospetto).

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Anti-Zerbinegnan club - Iscritto n°2

Anti Armstrong n°3
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Solo chi non ha paura di morire di mille ferite riuscirà a disarcionare l'imperatore

 
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Moderatore




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  postato il 13/02/2009 alle 11:30
Io aggiungerei Formigoni, che ieri sera ad annozero è stato più falso e ipocrita di un gesuita.. arrivando persino a dire che Eluana era malata ma sorrideva alla gente, era certo una persona sofferente ma..

Terribile.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2008

  postato il 13/02/2009 alle 12:29
In questi giorni Formigoni ha avuto un'esposizione mediatica incredibile, partecipando a tutti i programmi televisivi e radiofonici possibili ed immaginabili, e quindi ho avuto modo di ascoltare come ragiona e come si esprime.
Ebbene sono arrivato a questa conclusione: il buon Roberto, colui che da più parti viene definito come il successore designato di Berlusconi, tra l'altro presidente della mia regione, è una testa di particolare anatomico che se rotto simboleggia seccatura! Come si può notare non ci sono le virgolette: l'ho scritto per esteso sperando che il traduttore di parolacce funzioni anche all'inverso.
Mi scuseranno i moderatori, ma non ho trovato altra espressione.

 

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"Per aspera ad astra" Seneca o Eros Poli ... non ricordo

Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
queste stelline pose:

 
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