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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2009

Livello Greg Lemond
Utente del mese Gennaio 2009
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  postato il 29/07/2009 alle 17:42
Il veleno nordista che divide l'Italia
Francesco Merlo da Repubblica

È curioso che nessuno dei meridionali che stanno al governo, da La Russa alla Prestigiacomo, reagisca agli insulti leghisti. In tanto straparlare di Partito del sud, fra tanti caldi strafalcioni «a favore dello sviluppo autogeno del Meridione», non c´è infatti ministro o parlamentare della maggioranza che osi rispondere alla tracotanza di questi loro colleghi padani. I quali, dal canto loro, non perdono occasione per mostrare il dito medio ai professori del Sud. Eppure erano meridionali gli insegnanti che hanno formato la Prestigiacomo in un liceo di Siracusa e Fitto in un liceo di Bari, e La Russa a Paternò. Ed erano meridionali anche i (cattivi) professori che hanno formato i leghisti di Milano, di Torino, di Vicenza…. Si sa che, in base all´anagrafe, tutta la scuola italiana è meridionale. Ebbene, si può continuare a sopportare questo repertorio infinito contro il Sud, contro la scuola, contro la decenza? Il leghismo, lo abbiamo detto mille volte, è la tracimazione rancorosa di tutti i più vieti luoghi comuni del suburbio. Perciò davvero importa poco che la proposta della Lega di imporre ai professori italiani un esame di dialetto non abbia alcuna possibilità di essere accolta. Non è insomma significativo che si tratti di un altro – l´ennesimo – starnuto alla Totò: un tentativo di starnuto, una smorfia implosa, un altro botto razzista che «tanto, non ci sarà», «è solo folclore», «è linguaggio pittoresco» …La volgarità gratuita dei leghisti sta sapientemente avvelenando l´Italia. Sappiamo infatti per esperienza che a nulla serve rispondere che le intelligenze non sono come gli agrumi e il granturco, e non hanno radici territoriali. Ed è inutile immaginare cosa diventerebbe l´Italia se un professore milanese non potesse insegnare a Venezia e soprattutto se davvero i professori meridionali dovessero lasciare le cattedre del Nord perché non conoscono il meneghino, il vicentino, il torinese. Ai leghisti non interessa la discussione sulle loro corbellerie. Ci provano e basta. E ci riprovano ogni volta che possono, con l´idea fissa che il professore terrone va cacciato dal Nord, una volta perché è – disse la Gelmini – «dequalificato», un´altra perché «non conosce la matematica» e ora perché «non parla il dialetto della regione dove insegna». Come si sa, la difesa del dialetto veneto e lombardo è all´origine della Lega. Bossi rivelò che «l´idea di mandare a casa i terroni fu il fondamento del nostro movimento». Poi lo chiamarono «smantellamento dei privilegi verso i meridionali nei concorsi pubblici». Ora sono arrivati al test di dialetto per gli insegnanti. La Lega, che col tempo è diventata sempre meno strampalata e sempre più concretamente razzista (contro gli immigrati), ha comunque conservato l´antimeridionalismo come idea di fondo. Perciò è miserabile, ridicolo e penoso che non si ribellino i ministri sudisti. Perché mai – facciamo un esempio – non difende il Sud l´aggraziata ministra Prestigiacomo, imprenditrice meridionale che mai ha trafficato con gli appalti? Ecco, vorremmo dire a questi «ostaggi incaprettati» nel centrodestra brianzolo che rischiano di fornire alimento alla Lega quando immaginano una riedizione del partito della spesa, della Cassa del Mezzogiorno, un partito del Sud. Ed è invece uno squallore, del quale prima o poi dovranno rispondere ai loro elettori, questo silenzio assenso, divertito e neppure imbarazzato, ogni volta che gli uomini di Bossi cercano di mettere l´anello al naso ai meridionali. Forza dunque La Russa, forza Fitto…: non vi invitiamo a ricordare ai vostri colleghi padani l´inguaribile cretinismo pellagroso che il medico milanese Andrea Verga (c´è il suo busto in bronzo in via Festa del Perdono) denunziò nei mangiatori di mais. Non vi invitiamo insomma al facile conflitto nord sud. Ma solo a un barlume di dignità. In nome di quegli insegnanti che forse inutilmente vi spiegarono che il Sud non è il turgore della commedia di Micciché e di Lombardo. Ecco il dramma italiano: mentre il governo della Lega avvelena l´Italia, i governanti del Sud rischiano, con ignominia, di legittimare la Lega.

 

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e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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  postato il 01/08/2009 alle 10:02
Interessante (scusate il copia-incolla ma lo è davvero):

Quella di cui voglio parlarvi oggi è la faccenda Mondadori, perché sta per arrivare a sentenza - non si sa ancora se prima o dopo le ferie - una vicenda che potrebbe chiudere la famosa guerra di Segrate, la guerra che, tra il 1989 e il 1990, contrappose De Benedetti a Berlusconi per il possesso della Mondadori: qualcuno ricorderà come era iniziata, ve la sintetizzo.
Il furto della Mondadori

Nell’89 Berlusconi prende una piccola quota della Mondadori, il mandato che si è dato e che gli ha dato anche Craxi dopo l’occupazione di tutte le televisioni private è quello di mettere le mani anche sul più grande gruppo editoriale italiano che, in quel momento, pubblicava Repubblica, Espresso, Epoca, Panorama, una quindicina di giornali locali, quelli del gruppo Finegil e poi tutto il ramo libri, perché era un gruppo dove la libertà di stampa era una cosa seria e quindi era un gruppo giornalistico e editoriale che faceva le pulci al Caf di Craxi, Andreotti e Forlani e che, conseguentemente, Craxi voleva ricondurre all’obbedienza, come aveva fatto con le televisioni private. Berlusconi speranze di occupare la Mondadori al 100% e neanche di ottenere la maggioranza non ne aveva, perché gli eredi Mondadori, gli eredi di Arnoldo, la famiglia Mondadori Formenton si era già impegnata per iscritto a cedere a De Benedetti la maggioranza azionaria di quelle quote entro il 1990 e quindi Berlusconi avrebbe potuto soltanto avere una quota minoritaria. Ma lui non si perse d’animo e, con le sue solite arti persuasive, per usare un eufemismo, convinse gli eredi Mondadori a promettere per iscritto a lui ciò che avevano appena promesso a De Benedetti. Contenzioso, si decise tra le due parti in lite di affidarlo a un arbitrato, ossia a una soluzione extragiudiziale, i tre arbitri, scelti uno da una parte, uno dall’altra parte e l’altro scelto dal Tribunale, il Presidente del collegio arbitrale, emisero il famoso Lodo Mondadori che dava ragione a De Benedetti e quindi quest’ultimo tornò in possesso della casa editrice. A quel punto Berlusconi rovesciò il tavolo e impugnò il tutto davanti Corte d’Appello di Roma, la Corte d’Appello di Roma, Sezione Civile, fu chiamata a confermare o a bocciare il Lodo e a occuparsene fu chiamato un giudice amico di Cesare Previti, il giudice Vittorio Metta il quale, in una sentenza fulminea, riuscì a ribaltare il Lodo, a cancellarlo e quindi a sfilare la Mondadori dalle mani di De Benedetti e a consegnarla a Berlusconi.
Subito dopo questa sentenza Metta ricevette 420 milioni di lire in contanti provenienti da fondi neri del gruppo Fininvest in Svizzera, a portarli in Italia era stata una complessa operazione finanziaria che aveva coinvolto tutti e tre gli Avvocati della Fininvest: Previti, Pacifico e Acampora.
Il fatto che questa sentenza fosse piuttosto puzzolente derivò anche dal fatto che fu depositata, nei primi giorni del 1990, 24 ore dopo la Camera di Consiglio, ossia il giudice entrò in Camera di Consiglio e ne uscì 24 ore dopo con una sentenza scritta a mano di 180 pagine: è segno che o era meglio di Balzac e era riuscito a scrivere a mano in una sola notte 180 pagine, anzi scusate 169 pagine, oppure quella sentenza l’aveva scritta prima o magari non l’aveva neanche scritta lui e, in effetti, pare che fosse stata scritta o suggerita dagli Avvocati della Fininvest, che poi lo corruppero in cambio di quella sentenza comprata. Risultato: Berlusconi si trova in mano il gruppo Mondadori, spaventa la parte della Democrazia Cristiana che vede con sospetto l’ascesa di Craxi e quindi Andreotti, alla fine, impone al ladro di restituire una parte del maltolto: è un po’ come imporre a uno che ha rubato una macchina di restituire il tubo di scappamento, il cambio e il volante. Berlusconi e soci restituirono Repubblica, L’Espresso e i giornali Finegil, mentre del gruppo Mondadori si tenne tutto il resto dei giornali, compresi Panorama e Epoca, che all’epoca andavano molto forti e poi tutto il ramo libri. Dal 1990 Berlusconi è proprietario di una casa editrice che è stata rubata a De Benedetti con una sentenza comprata: questo è il quadro.
Un miliardo di euro di danni (a spese nostre?)

Molti chiedono: ma perché De Benedetti non l’ha richiesta indietro? E’ possibile che la Cassazione abbia condannato il giudice Metta per corruzione giudiziaria, gli Avvocati Previti, Pacifico e Acampora per averlo corrotto per conto di Berlusconi con soldi di Berlusconi per procacciare la Mondadori a Berlusconi e De Benedetti non chieda la Mondadori indietro? In realtà non è così semplice: non si può chiedere indietro la macchina rubata, anche perché nel frattempo la macchina ha cambiato fisionomia. Sicuramente si possono chiedere i danni e infatti De Benedetti, dopo che la Corte di Cassazione ha stabilito non solo che gli Avvocati di Berlusconi e il giudice Metta erano colpevoli di corruzione, ma la Corte di Cassazione ha anche stabilito - cito testualmente - “il diritto di De Benedetti a avere indietro, in separata causa civile, il danno emergente e il lucro cessante”. E’ evidente, il danno che ti hanno portato via la roba e, nello stesso tempo, il fatto che tu per anni non hai potuto introitare gli utili di un gruppo che sarebbe stato tuo, se quella sentenza non te l’avesse sottratto. “Sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari”. E’ ovvio che il gruppo Fininvest, avendo un colosso in più nel suo seno, ha potuto prosperare anche dopo la quotazione in borsa di Mediaset nel 1996 e invece De Benedetti, con la sua Finanziaria - la Cir -, si è visto portare via due gioiellini da niente: prima la Mondadori, anzi prima la Sme e poi la Mondadori, sempre per l’intervento di Berlusconi, più o meno pilotato da Craxi.
Questa causa civile è una causa della quale nessuno parla: ne ha parlato Rinaldo Gianola su L’Unità l’altro giorno e era, credo, il primo articolo dopo anni, per dire che la causa c’è e anzi, sta per andare in decisione; l’istruttoria è finita e il giudice monocratico Raimondo Mesiano, della Decima Sezione Civile del Tribunale di Milano, è in fase di decisione, sta decidendo. Sta decidendo su che cosa? Sul fatto che la Cir di De Benedetti, tramite gli Avvocati Elisabetta Rubini e Vincenzo Roppo, ha quantificato il danno che De Benedetti chiede indietro. Sono 468.000 e rotti Euro, che poi vanno naturalmente adeguati agli interessi e alla rivalutazione monetaria e che quindi ammontano a 1 miliardo di Euro, sono circa duemila miliardi di vecchie lire e questo De Benedetti chiede a Berlusconi, che non solo gli ha fregato la Mondadori, ma poi se la è tenuta e ci ha guadagnato per venti anni e continua a guadagnarci tutt’ora. La causa la Cir l’ha intentata solo alla Fininvest e non anche alle persone che, materialmente, hanno compravenduto la sentenza: perché? Perché sia Previti, sia Pacifico e sia Acampora e sia Metta risultano praticamente quasi nulla tenenti e quindi è inutile andare a cercare dei soldi, perché evidentemente o non li hanno o li hanno fatti sparire. Il problema è che poi c’è il comportamento di Metta, che era un giudice quando si è venduto la sentenza e quindi potrebbe doverne rispondere lo Stato del danno che Metta ha inferto al gruppo De Benedetti e lo Stato in questo momento è rappresentato da Berlusconi, conseguentemente è possibile che il governo Berlusconi sia chiamato, tramite il Ministero della Giustizia, a rifondere i danni che Metta ha provocato per essere stato pagato dal gruppo Berlusconi e questo è uno dei tanti aspetti paradossali della vicenda. Ma naturalmente, se per caso dovesse esserci una condanna del gruppo Fininvest a rifondere i danni a De Benedetti per la faccenda Mondadori beh, il gruppo Berlusconi ne avrebbe, a suo volta, un bel contraccolpo: già sono in difficoltà per la causa di divorzio di Veronica, che ogni settimana segna le novità che emergano sugli scandali di puttanopoli etc. etc. e, dall’altra, avrebbe pure questa mazzata, sempre nel caso che il gruppo venisse condannato, naturalmente.
L'utilizzatore finale

La cosa interessante è che, a questo punto, rimane in sospeso una domanda: dice, ma Berlusconi, che era il mandante, il finanziatore e il destinatario, diciamo l’utilizzatore finale di quella sentenza comprata, è possibile che l’abbia fatta franca? Sì, è possibile, perché ha incontrato dei giudici spiritosi della Corte d’Appello di Milano che, nel 2001, tra il 2001 e il 2002, adesso non ricordo esattamente la data, hanno stabilito che lui ha diritto alla prescrizione, perché ha le attenuanti generiche, perché gli hanno dato le attenuanti generiche? Perché è uno che per la sua posizione sociale di per sé le merita e poi perché, scrivevano i giudici, a Roma si sapeva che molti giudici erano corrotti e quindi così fanno tutti, invece che un’aggravante diventa addirittura un’attenuante. E’ uscito ufficialmente dal processo, ma poi , quando si sono dovuti giudicare i suoi complici, il giudice Metta e gli Avvocati Previti, Pacifico e Acampora, i giudici hanno dovuto pronunciarsi anche sul ruolo che ha avuto Berlusconi in questa vicenda e abbiamo una sentenza definitiva della Corte d’Appello di Milano, che è stata confermata ormai due anni fa, anzi tre anni fa dalla Corte di Cassazione, nella quale c’è scritto “Silvio Berlusconi, nei cui confronti è stata emessa sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, che ben poteva chiarire la causale del bonifico addebitato da conto non ufficiale del suo gruppo - i soldi che sono poi finiti al giudice Metta - dopo aver concordato la data del suo esame - cioè del suo interrogatorio - comunicava tramite i suoi legali la volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere”. Quando gli fanno quelle domande lui non risponde mai, anche quando gli hanno chiesto da dove arrivassero i famosi soldi negli anni 70 e 80.
“Il percorso del denaro dai vari conti Svizzeri”, scrivono i giudici, “costituisce un imponente quadro indiziario preciso, univoco e concordante, tale da assurgere a piena prova e consente di affermare che il giudice Metta ha venduto agli stessi intermediari, nello stesso periodo, anche la causa Mondadori", dopo essersi venduto pure la causa Imi-Sir, pochi mesi prima. Aggiungono poi, i giudici, che “ Berlusconi è, in questa vicenda, un privato corruttore” e quindi risponde non di corruzione giudiziaria, ma di corruzione semplice, sulla quale ha avuto la prescrizione per le attenuanti generiche, esattamente come Previti, Pacifico e Acampora, che però non hanno avuto le attenuanti generiche e quindi sono stati condannati. Scrivono i giudici “ l’attività degli estranei nella consegna del compenso illecito si sostituisce a una condotta che, altrimenti, sarebbe giocoforza posta in essere in via diretta dal privato interessato”, cioè da Berlusconi, quindi usava degli intermediari. E’ un po’ come nella storia della D'Addario, no? C’è il pappone che paga e c’è l’utilizzatore finale che tromba, ma non deve neanche sporcarsi le mani con i soldi.
“La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, il corruttore è il nostro Presidente del Consiglio, tanto perché sia chiaro e poi “niente generiche agli intermediari e al giudice, perché- scrivono i magistrati - l’enorme gravità del reato e la gravità del danno arrecato non solo alla giustizia, ma all’intera comunità, minando i principi posti alla base della convivenza civile, secondo i quali la giurisdizione è valore e presidio a tutela di tutti i cittadini, ma un conseguente ulteriore profilo di gravità per l’enorme nocumento cagionato alla controparte - cioè a De Benedetti - nella causa civile e per le ricadute sul sistema editoriale italiano, trattandosi di una controversia, la cosiddetta guerra di Segrate, finalizzata al controllo dei mezzi di informazione” e poi ancora “niente attenuanti per la spiccata intensità del dolo”, ossia della volontà di fare un reato grave“ e ancora per i motivi a delinquere determinati solo dal fine di lucro e, più esattamente, dal fine di raggiungere una ricchezza mai ritenuta sufficiente” e ancora “per i comportamenti processuali tenuti da Previti e dagli altri” che, invece di comportarsi bene, “hanno continuato - scrivono i giudici - a rendere continue e spudorate menzogne” e poi per il precedente penale specifico da parte di tutti i protagonisti condannati, Metta e i tre Avvocati, che si erano appena compravenduti l’altra sentenza, quella dell'Imi-Sir per conto della famiglia Rovelli.
Quindi capite che qui stiamo parlando di un qualcosa che è già stato accertato giudiziariamente e che va soltanto quantificato dal giudice civile. Vedremo se si troverà un giudice coraggioso che avrà il coraggio, finalmente, di stabilire non soltanto che la Mondadori è stata rubata, non soltanto che a compravendere quella sentenza furono quel giudice e quei tre Avvocati di Berlusconi, ma che oggi il gruppo Berlusconi deve finalmente, con quasi venti anni di ritardo, risarcire chi è stato derubato.
(M. Travaglio, 20 luglio 2009)

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 02/08/2009 alle 05:34
Giustizia: ultima vittima innocente sull'altare del proibizionismo


. da www.linkontro.info
di Patrizio Gonnella
Un'altra vittima innocente della stupidità proibizionista. Si chiamava
Stefano Frapporti, cinquantenne, muratore con una mano persa dopo un brutto
incidente sul lavoro. Pare che sia stato fermato dai carabinieri mentre
andava in bicicletta. Lo avrebbero perquisito, gli avrebbero trovato dell'hashish.
Hashish, non pistole, non mitra, non eroina. Secondo i carabinieri ne aveva
in tasca circa un etto. Un etto di spinelli a loro è sembrato troppo. È così
arrestato e condotto nel carcere di Rovereto. Dopo poche ore si ammazza. Era
stato ubicato nel reparto osservazione.

Pare che Frapporti fosse un consumatore di hashish. Un innocente consumatore
di hashish. Si è ammazzato dopo una notte passata in carcere. Ce la potremmo
prendere con i carabinieri che hanno applicato una legge ingiusta. Ce la
potremmo prendere con l'amministrazione penitenziaria che non ha prestato l'attenzione
adeguata che necessitano i nuovi giunti in carcere. Ce la potremmo prendere
con il destino.

Invece ce la prendiamo con questo cocciuto e brutto Paese che criminalizza
tutti, che criminalizza gli stili di vita e gli status individuali. Ce la
prendiamo con chi mette sullo stesso piano consumatori di droghe leggere e
spacciatori di droghe pesanti. Ce la prendiamo con chi non ha il coraggio
del pragmatismo antiproibizionista. Ce la prendiamo con Gianfranco Fini e
Carlo Giovanardi autori di una legge che - visto quanto successo a
Rovereto - non esimiamo a definire assassina.

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 02/08/2009 alle 14:16
Auto da fè, ovvero, manifesto di un ... socialista

Non mi piace l'ideologia, non sopporto chi, per partito preso, saprà già (ora) chi (sempre) avrà ragione (dopo) e non sopporto il giovanilismo, ma soprattutto la demagogia, per cui la maggioranza, meglio se formata da "adolescenti", ha la verità in tasca.
Sono contro le mode e soprattutto i moralisti, in specie la chiesa che in Italia fa della politica contro le conquiste civili il suo unico punto di vista e vuole che le proprie "idee" siano promulgate come leggi. La sacralità dell'embrione e della famiglia sono i cardini e la legge sull'aborto secondo loro è il peggiore dei mali; se poi arriva la pillola al posto dell'intervento chirurgico ...
Non mi piace chi è troppo solidale e fa il professionista del sociale, perché la solideriata è secondo me, un obbligo morale/politico, ma non va "sbandierata" troppo, altrimenti diventa un'altra cosa.
Mi piace la gente appassionata, ma se ragiona con la propria testa, altrimenti si ritorna alla prima riga. Solo così si può dare un senso alla propria vita, o almeno provare.
Odio la televisione ed ignoro la stampa scritta, salvo qualche rassegna selezionata da amici che considero degni di fiducia, ma son convinto che la cultura deve essere guadagnata e quella buona per le masse è un'diozia e lo dimostra il fatto che non c'è quasi più nessuno che sappia scrivere in italiano corretto, anche se di gente che scrive in grande quantità ce n'è tanta, quello che invece fa difetto mi sembra sia la qualità.
Non mi piace neppure questo mercato globale, perché molti lo scambiano per il controllo da parte delle multinazionali, ma ancora meno mi sembra sia gradevole il defunto (speriamo) "socialismo reale". Quale sarà il futuro dell'economia non so, ma penso che ci saranno sempre (purtroppo) i più poveri e più ricchi, di una cosa però mi sembra ci sia quasi certezza: in un prosssimo futuro (in Italia già da ora) l'economia sarà in mano agli imbecilli, perché quel che mi par di vedere in ogni campo è una specie di massa (trionfante) senza quasi mai l'individuo

 

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  postato il 04/08/2009 alle 00:08
Lottizzata anche radiorai! Evviva!

Garimberti si astiene dalla votazione blindata e dice 'Mi asterrò sempre finché non si troveranno nomi veramente condivisi'. Qualcuno gli spieghi che le nomine CI SONO GIÀ STATE.
Astenuto. Con stile.
Bah.

 
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Livello Greg Lemond
Utente del mese Gennaio 2009
Utente del mese Giugno 2010




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  postato il 08/08/2009 alle 07:49
> Un duro attacco al Tg3 è stato sferrato oggi dal premier Silvio
> Berlusconi, che l'ha accusato di mettere in cattiva luce il governo
> con azioni definite insopportabili. Continua a leggere questa notizia
> Foto/Video correlati Silvio Berlusconi in una foto d'archivio.
> REUTERS/

E' un delirio fascista puro ormai...cerca di "normalizzare" tutto quanto
possibile, riconducendolo all'opinione unica.
Alla fine, se conquista pure raitre ha tutto in mano, se la lascia alla
"sinistra" passa da democratico anche se in realtà controlla il 95%
dell'audience.
Funziona così...

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 12/08/2009 alle 15:23
alla faccia dei servi del potere e di quelli che "non si può fare niente: è il sistema".

http://milano.repubblica.it/multimedia/home/7195004

 

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I'm ipocrisy free

Io sto con Silvio che è
un gran furbacchione e con
la bellissima Oriana che ha
il coraggio di dire ciò che
tutti pensano ma nessuno dice
(si vocifera che la casalinga
di Voghera impallidisca
al suo cospetto).

---------------------------
Anti-Zerbinegnan club - Iscritto n°2

Anti Armstrong n°3
--------------------
Solo chi non ha paura di morire di mille ferite riuscirà a disarcionare l'imperatore

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/08/2009 alle 12:18
Ma come fa la lega a stare nella coalizione di governo con gli ex alleanza nazionale????
..forse ho capito....c'è da mangiare per tutti, cane e gatto van d'accordo...
Ma il Signor ministro La Russa, non commenta le esternazioni del delirante Bossi su inno nazionale, dialetto etc etc (secessione)???

 

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FANTACICLISMO CICLOWEB: il più forte.
Fantarivale storico (stimato e rispettato): Salvatore77
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 20/08/2009 alle 17:00
da Gazzetta.it

Mondiali atletica: vittoria Semenya, denuncia Codacons

ROMA - Il Codacons ha presentato alla procura della Repubblica di Roma una denuncia per frode sportiva riguardo alla gara degli 800 metri, vinta ieri a Berlino da Caster Semenya. L'associazione chiede anche il sequestro delle cartelle cliniche di eventuali ricoveri della sudafricana, segnalando ''i dubbi sollevati da organi di stampa e da alcune delle concorrenti'' sul sesso della vincitrice. (RCD)

La mamma degli imbecilli, ovunque, è sempre in cinta, ma in Italia, forse per l'intreccio particolare dei venti, o per mancanza d'altro, partorisce di più!
E poi ci si stupisce se governa un clawn, questa roba cosa è?

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Registrato: Oct 2004

  postato il 20/08/2009 alle 20:15
Certo che il Codacons e il Moige non perdono occasione per ribadire non solo la loro inutilità, ma la loro dannosità.
E costoro dovrebbero difendere consumatori e minori?...

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
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Livello Greg Lemond
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Utente del mese Giugno 2010




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  postato il 21/08/2009 alle 07:24
Originariamente inviato da Morris

da Gazzetta.it

Mondiali atletica: vittoria Semenya, denuncia Codacons

ROMA - Il Codacons ha presentato alla procura della Repubblica di Roma una denuncia per frode sportiva riguardo alla gara degli 800 metri, vinta ieri a Berlino da Caster Semenya. L'associazione chiede anche il sequestro delle cartelle cliniche di eventuali ricoveri della sudafricana, segnalando ''i dubbi sollevati da organi di stampa e da alcune delle concorrenti'' sul sesso della vincitrice. (RCD)

La mamma degli imbecilli, ovunque, è sempre in cinta, ma in Italia, forse per l'intreccio particolare dei venti, o per mancanza d'altro, partorisce di più!
E poi ci si stupisce se governa un clawn, questa roba cosa è?


E che c'entrano i consumatori e l'ambiente. Forse vogliono fare come il buonista nella canzone di Gaber.

"La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi per ciò che ho intorno
ho una passione travolgente
per gli animali e per l'ambiente
penso alle vipere sempre più rare
e anche al rispetto per le zanzare
in questi tempi così immorali
io penso agli habitat naturali
penso alla cosa più importante
che è abbracciare le piante.

...
che danno molta visibilità
penso che è bello sentirsi buoni
usando i soldi degli italiani."

 

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  postato il 27/08/2009 alle 08:10
Anche da Mediaset no allo spot del film che racconta l'ascesa delle tv di Berlusconi
La tv di Stato esigeva un contraddittorio per rispettare il pluralismo

La Rai rifiuta il trailer di Videocracy
"E' un film che critica il governo"

di MARIA PIA FUSCO


ROMA - Nelle televisioni italiane è vietato parlare di tv, vietato dire che c'è una connessione tra il capo del governo e quello che si vede sul piccolo schermo. La Rai ha rifiutato il trailer di Videocracy il film di Erik Gandini che ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del nostro sistema televisivo.

"Come sempre abbiamo mandato i trailer all'AnicaAgis che gestisce gli spazi che la Rai dedica alla promozione del cinema. La risposta è stata che la Rai non avrebbe mai trasmesso i nostri spot perché secondo loro, parrà surreale, si tratta di un messaggio politico, non di un film", dice Domenico Procacci della Fandango che distribuisce il film. Netto rifiuto anche da parte di Mediaset, in questo caso con una comunicazione verbale da Publitalia. "Ci hanno detto che secondo loro film e trailer sono un attacco al sistema tv commerciale, quindi non ritenevano opportuno mandarlo in onda proprio sulle reti Mediaset".

A lasciare perplessi i distributori di Fandango e il regista sono infatti proprio le motivazioni della Rai. Con una lettera in stile legal-burocratese, la tv di Stato spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa un critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto.

"Una delle motivazioni che mi ha colpito di più è quella in cui si dice che lo spot veicola un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo" perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi", prosegue Procacci "ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò "l'Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità"".

A preoccupare la Rai sembra essere questo dato mostrato nel film: "L'80% degli italiani utilizza la tv come principale fonte di informazione". Dice la lettera di censura dello spot: "Attraverso il collegamento tra la titolarità del capo del governo rispetto alla principale società radiotelevisiva privata", non solo viene riproposta la questione del conflitto di interessi, ma, guarda caso, si potrebbe pensare che "attraverso la tv il governo potrebbe orientare subliminalmente le convinzioni dei cittadini influenzandole a proprio favore ed assicurandosene il consenso". "Mi pare chiaro che in Rai Videocracy è visto come un attacco a Berlusconi. In realtà è il racconto di come il nostro paese sia cambiato in questi ultimi trent'anni e del ruolo delle tv commerciali nel cambiamento. Quello che Nanni Moretti definisce "la creazione di un sistema di disvalori"".

Le riprese del film, se pure Villa Certosa si vede, è stato completato prima dei casi "Noemi o D'Addario" e non c'è un collegamento con l'attualità. Ma per assurdo, sottolinea Procacci, il collegamento lo trova la Rai. Nella lettera di rifiuto si scrive che dato il proprietario delle reti e alcuni dei programmi "caratterizzati da immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico delle medesime si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all'ordine del giorno riguardo alle attitudini morali dello stesso e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell'attività di imprenditore televisivo".

"Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re - dice Procacci - Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come "Viva Zapatero" o a "Il caimano", che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l'Italia è cambiata".

(27 agosto 2009,repubblica.it )

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toh....

 
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  postato il 27/08/2009 alle 18:03
Marino intervistato su Radio2 da Sabelli Fioretti e Lauro. Gli chiedono: 'la destra sta lottizzando tutta la rai, ogni angolino, ogni spazietto...voi che nomi farete?'.
Marino: "Nessuno. Il pd si sganci dalla logica della lottizzazione".
Lodevole. Ma se vale anche dall'altra parte. Al momento praticamente tutta la rai è controllata dal pdl. Il che ci riporta al post più in alto in questa pagina..

 
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  postato il 28/08/2009 alle 10:24
Lo stile e la classe di Feltri si fanno sentire.
Ne 'il giornale' di ieri, il buon Vittorio ha aperto con un 'Draghi: la crisi è finita', mentre la foto era dedicata a Mentana: "Mentana vuole Telekabul. Il campione di indipendenza getta la maschera'.
Nel numero di oggi, invece, il titolone in prima pagina è contro il direttore de l'Avvenire, accusato di maltrattamenti. Et voila:
Boffo, il supercensore condannato per molestie
Il direttore dell’Avvenire, in prima fila nella campagna di stampa contro Berlusconi, intimidiva la moglie dell’uomo con cui aveva una relazione omosessuale. Per questo ha patteggiato: con una multa ha evitato sei mesi di carcere

L'altro articolo è un'intervista a Bossi, che teme che la mafia possa colpire Berlusconi. Si, quello che aveva lo stalliere mafioso e il padre impiegato nella 'banca della mafia' a Milano, quello che lo stesso Bossi definiva 'il mafioso di arcore' (coerenza..) e che comparirebbe in nuove inchieste sui rapporti stato-mafia.


Parte l'azione di disturbo, decisa a inizio agosto...vediamo quali saranno le reazioni..
Intanto Feltri sta sparando a zero su qualsiasi oppositore, Berlusconi ha querelato 'la repubblica' per le 10 domande cui non ha mai risposto e per aver riportato la traduzione di articoli esteri (dove ancora si scandalizzano, e ancora scrivono di queste cose) e ha deciso di impiegare tutti i fronti (anche-ovvio- quello mediatico) nella sua lotta contro qualsiasi 'dissidente'.

 

[Modificato il 28/08/2009 alle 10:53 by desmoblu]


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 28/08/2009 alle 11:23
Già, è iniziata la campagna d'autunno guidata da Sua Maesta' con al fianco le truppe cammellate che ormai hanno imparato la lezione : spararle sempre piu' grosse. L'opposizione si indigna, qualcuno alza la voce, ma poi tutto cade nel dimenticatoio non appena partono altre bordate. Come risultato, tra le altre cose, c'è questa lenta ma implacabile e inesorabile erosione della liberta' di stampa e di espressione nel nostro Paese.

 

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  postato il 28/08/2009 alle 14:34
L'Italia è ormai un paese berlusconiano, nel senso di berlusconista. Guarda la Rai: non c'è più bisogno che lui dica cosa vuole e cosa non vuole...tutti si sono già allineati, e si premurano di bloccare qualsiasi fatto sconveniente prima ancora che lui lo sappia, e senza la necessità che ne venga a conoscenza. S'è visto con Minzolini, che classificava come 'gossip' il caso Noemi e il caso D'Addario mentre tutto il resto nel mondo ne parlava, e s'è preso la briga di bruciare minuti interi di tg per spiegare di persona che al tg1 non si parla di gossip. Poi se hai dato un'occhiata ai servizi che c'erano quest'estate, come ho avuto la disavventura di fare io, avrai visto che sono a livello studioaperto, altro che gossip. S'è visto con questo famoso trailer. E il bello è che nel trailer stesso si diceva che l'Italia è al 79mo posto per la libertà di stampa ed espressione. Oggi escono le querele a Repubblica, al giornalista che gli ha fatto 10 domande, e al gruppo L'Espresso che ha pubblicato la traduzione degli articoli esteri.. perchè non dobbiamo nemmeno sapere quello che avviene oltre le Alpi, pensa te. È una mossa fascista, autarchica, una mossa che ricorda a un tempo la clandestinità di 'radio londra' e la circolazione delle notizie oltre il muro di Berlino. Curioso, no? E terribile.
Ora si dirà: non è tutta colpa di Berlusconi. No. Però lui ha incarnato il peggio delle italiche devianze, incuneandosi negli spazietti (piccoli piccoli) lasciati liberi da dinosauri ben più grandi di lui. S'è arricchito, ha unto quello che c'era da ungere, ha usato anche metodi criminali, e poi ha portato il tutto a un altro livello. L'ha sublimato, come dire. Ecco che se Craxi veniva cacciato a suon di monetine per tangenti e corruzione, Berlusconi arriva prima a dire che 'era l'unico modo', e poi addirittura a vantarsene. E così in tutto. E gli italiani non s'indignano nemmeno, lo votano. Perchè dicono: 'anche noi faremmo lo stesso, se potessimo', dietro il suggerimento dei media.. come Libero e Il Giornale, che a ogni scandalo titolano 'Siamo tutti Silvio', e lo santificano addirittura quando va a put*ane e ci va da premier e da politico (lo stesso politico che si opponeva ai dico o pacs che dir si voglia nel nome dei 'valori della famiglia').
I media, già. Non è un caso se Berlusconi e i suoi sgherri cercano di impedire di fatto la visione di un documentario che evidenzia il ruolo delle televisioni, dei giornali, delle radio, addirittura dei rotocalchi nell'ascesa e nel mantenimento del potere. Oltre vent'anni di tette, culi, plastica e luci abbaglianti, che hanno trasmesso l'immagine di un magnate viveur, spiritoso, divertente, tollerante, magari un po' cafone, bugiardo e ladro ma vabbè. Berlusconi ha incarnato appunto i lati peggiori degli italiani, e anche quello che gli italiani avrebbero voluto essere senza averne la possibilità. Ha promosso l'esaltazione della figura quasi da stereotipo, la macchietta di un Sordi che inciucia e fotte il prossimo suo (vedi, ad esempio, la prima scena con Gassman ne 'La grande guerra'), e allora quando ruba in realtà usa "l'arte di arrangiarsi", quando mente "è espressione del genio italico", quando se la cava nei processi, quando, quando...
Tutte cose che già esistevano, magari latenti, negli italiani (e sono poi quelle che hanno portato per decenni i nostri vicini- francesi, tedeschi, inglesi- a quasi snobbarci, direi anche giustamente). Ma sono state via via coltivate, dai drive-in, dai colpo grosso, dagli striscia la notizia, dagli studioaperto, dal baglino e via dicendo.. proponendo una visione sempre più anestetizzata al pubblico e preparando un terreno fertile a qualsiasi azione del padrone. Il quale si faceva le leggi per essere intoccabile dalla legge stessa, e contemporaneamente si creava il suo pubblico che lo votasse con l'ausilio dell'applausometro. Non è un caso se nella campagna elettorale insisteva sulla 'tristezza' della sinistra, su avversari 'grigi e tristi' etc etc. E il suo pubblico ripeteva- e ripete le stesse cose. Molti si stupiscono del fatto che Berlusconi spopoli tra operai e casalinghe, e cioè le categorie che più ha contribuito a sfruttare e declassare. Beh, è logico. È logico che un ventenne con la terza elementare, che guadagna una miseria ma che magari sputtana soldi per il videofonino o la discoteca, senta più vicino e...rassicurante un presidente che fa gaffes, che trasmette donne seminude e nude insieme alle scorregge di pippo franco, che fa la battutina, che si presenta come divertente etc etc. Uno con la terza media difficilmente riderà per Moretti: è molto più brobabile che vada a vedere Boldi e De Sica (senza voler offendere, eh...tranne questi ultimi due). De Sica che nei film anni '80 faceva pubblicità a Mediaset e Berlusconi, e milioni di italiani ad applaudire. Il ruolo delle tv è fondamentale, da un lato si filtra e addomestica l'informazione, dall'altro si propone un mondo appunto di plastica, luminoso, con glutei e poppe in abbondanza.. e allora chi rincasa e magari s'è fatto il turno e gli straordinari, non ha soldi, ha le rate e vive male, accenderà il tv e cercherà un po' di svago passivo lì. E chi è che glielo offre? Anche da questo nasce il ragionamento 'ha fatto bene con le sue imprese, magari farà bene anche per me'. Esemplare è il fidanzato di Noemi, cornuto e mazziato e CONTENTO di Berlusconi. "Lui è uno di noi", diceva. "È il presidente operaio, uno come noi". Bestiale, no? Un ragazzo che guadagna una miseria anche grazie a Berlusconi, che ha perso la ragazza per via di Berlusconi, che s'è visto intimidire e minacciare dai legali di Berlusconi (I legalI, plurale, ce n'è una sfilza, con nutrita rappresentanza in Parlamento..mentre lui non ne aveva nemmeno uno straccio) si sente sullo stesso piano dell'uomo più ricco e potente di tutto il Belpaese (ora si dirà: non è più l'uomo più ricco, al primo posto c'è... balle).
Ah, poi c'è un ringraziamento particolare con chi è- o si dice- di sinistra e lavora sulle resti di Berlusconi. Bravi. Intanto la coerenza latita, ma poi così si contribuisce a dare un'idea di liberalità in realtà inesistente. Uno dice: 'guarda, si lascia anche prendere in giro'. No, magari permette il teatrino del 'cavaliere mascarato' o dell'antenna, tutte cose che lo rendono più umano, più avvicinabile, agli occhi dell'opinione pubblica (o meglio del pubblico). In realtà Berlusconi non è il cavaliere mascarato, è l'uomo più potente d'Italia con un patrimonio di 10 miliardi di euro (stima per difetto). Ma perchè Ricci non fa servizi su COME S'È ARRICCHITO, o sui contatti con la mafia, o sui suoi guai giudiziari, invece di prenderlo in giro per la bandana o la giacchetta da operaio? Questa non è satira, bisogna che si sappia. Non è satira quella di Striscia, come non è informazione scomoda quella delle Iene. Fanno i servizi sul pedofilo in Thailandia o sui parlamentari cocainomani o sulle prostitute, ma si guardano bene dal toccare qualsiasi interesse del loro padrone (non per niente a Berlusconi frega ben poco delle Iene, anzi fanno il suo gioco...e invece una spina nel fianco e la Gabanelli su rai tre). La Gialappa's mi può anche divertire, ma è inutile che facciano battutine su Berlusconi con l'unico risultato di suggerire chissà quale tolleranza. Bisio si dice di sinistra, comunista addirittura, e poi sta a condurre Zelig con James Tont e una che fa finta di essere russa. È solo DISTRAZIONE. I comici di sinistra dovrebbero ANDARSENE da mediaset.
Così l'italiano è sempre più lontano da qualsiasi impegno, sempre più distratto...e sempre più stanco, gli basta non pensarci poi possono tutti fare quello che vogliono. O magari si indigna con i 'politici', che si drogano, che son tutti ladri, che rubano etc... e Berlusconi continua a spacciarti per un politico 'non professionista', anche se ha governato per un decennio ed è sulla scena da 15 anni, ma prima intesseva con Craxi e compagnia. Ecco che tutto fa il suo gioco.
Poi ci sono i suoi giornali, ci soono i Belpietro, i Feltri, i Del Debbio, i Giordano, i Liguori, i Rossella, ci sono i Minzolini, i Mimun, i Del Noce, i Vespa, ci sono anche le agiografie che manda in milioni di copie per posta o in allegato al quotidiano. E il pubblico ripete la montagna di balle che quotidianamente qualcuno gli fa franare addosso. Le p*ttanate sui comunisti, sulla sinistra, sulle toghe rosse (legegre l'articolo di Travaglio su micromega di luglio, a proposito: è illuminante), sulla magistratura, sulla stampa.. c'è chi ormai considera Repubblica 'troppo estremista', tutto dire. Ma era Berlusconi che faceva affari con i comunisti- e quelli veri, non quelli al lambrusco- e i suoi manifesti campeggivano in cirillico a Mosca. Publitalia '80, già.

Si parlava di dinosauri, quelli della 'prima repubblica'. C'è chi dice che la seconda non sia meglio della prima, tutt'altro. Credo sia vero, e credo anche che se hai avuto a che fare con i peggiori e tu ti sei arricchito, hai prosperato e loro sono finiti in rovina...tu sei PEGGIO di loro. Berlusconi è peggio di Craxi, morto latitante. È peggio di Gelli, di cui era sodale. È peggio dei mafiosi con cui ha avuto a che fare. Preoccupante, no? E come si diceva, gli stessi che tiravvano le monetine a CRaxi urlando 'Vuoi pure queste', oggi votano soddisfatti Berlusconi, che era amico di Craxi e gli è sopravvissuto. Votano Berlusconi, ho detto, e non fi o pdl che dir si voglia, perchè è così. Votano il personaggio, non un partito o un programma. E difatti non c'è nulla di più vago (spot a parte) del programma forzaitaliota. Si parla soltanto di 'libertà', 'liberalismo' e 'liberismo', usati come sinonimi (per me ad esempio il liberismo è antitetico alla libertà, ma tant'è) e scambiati dalla stessa platea di quegli enormi one-man show che sono i congressi forzaitalioti. Platea composta in gran parte, appunto, da casalinghe e operai. È terribile, a pensarci.
E sono terribili tante cose. Il ritorno al nucleare, tecnologia che tutti stanno abbandonando e sovratassando, in contrasto con un referendum che sarà vecchio ma qualcosa vorrà dire. Il precariato. La distruzione della scuola e dell'istruzione (non a caso). La privatizzazione di scuola e sanità (retrocessa agli ultimi posti, mentre dovrebbe essere ai primi. Non a caso c'è un ministero del Turismo- ministro Brambilla- ma non c'è un ministero della Sanità, accorpata a Lavoro e Welfare. Il ministro è Sacconi, un professore di economia che poi mette becco su eutanasia, fine vita. aborto, accanimento terapeutico, in opposizione anche a magistratura, Cassazione e commissioni mediche). LA cementificazione, l'abusivismo, la distruzione dell'ambiente. Lo sfruttamento di milioni di persone che non avranno un futuro o una pensione, ma se per questo non riescono a campare nemmeno nel presente. Precari a 40 anni, con la gioia di Confindustria e di chi ha a disposizione tanta manodopera disperata, e gode della guerra tra pezzenti per un posto a 400 euro al mese. Il degrado morale, ideologico ed economico insieme (ad esempio: la crisi è finita, si dice. Ma io vorrei che mi dessero dei dati, vorrei sapere se Francia e Germania sono messi come noi- no, è la risposta- e in caso negativo DI CHI È la responsabilità). La mancanza di una vera politica economica o sociale, ma solo tanti spot e una maniera becera di scimmiottare le già becere politiche della Tatcher o di reagan, per poi cercare di spacciarsi per socialisti (v. Tremonti) quando le cose vanno male. Il ritorno del razzismo e del fascismo, a lungo latente in questo Paese. La bugia come metodo di governo. La amncanza di diritti fondamentali.
Il tutto condito da grandi sorrisi e applausi, a seguire due veline col capezzolo in vista mentre si docciano.
Questa è l'Italia di Berlusconi (e del berlusconismo).

 
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  postato il 28/08/2009 alle 20:44
Tremonti: "Economisti come maghi, nessuno ha capito nulla".
"Sapevo che la globalizzazione sarebbe arrivata a un momento di crisi, così è avvenuto".
Hahahahahahahahaha.

 

[Modificato il 28/08/2009 alle 21:29 by desmoblu]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/08/2009 alle 21:17
Originariamente inviato da desmoblu

Tremonti: "Economisti come maghi, nessuno ha capito nulla".
"Sapevo che la globalizzazione sarebbe arrivata a un momento di crisi, così è avvenuto".
Hahahahahahahahaha.


Povca Tvoia, Povca Puttana!!

Te pensa, stiamo così in crisi che i 99 posse hanno sentito il bisogno di tornare in concerto per far sentire la loro voce...

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 30/08/2009 alle 09:17
Tremonti a Rimini ha detto cose molte significative, che tra l'altro non costituiscono una novità per lui.
Ha criticato severamente gli economisti liberisti, notando giustamente che gli stessi i quali cantavano le lodi della "new economy" e dei "derivati finanziari", non hanno fatto alcuna mea culpa ma continuano a pontificare, il più delle volte per chiedere misure a favore delle banche.
Tremonti ha velatamente criticato la scelta compiuta da molti paesi di "rispondere alla crisi" salvando i deretani di quegli stessi banchieri che l'avevano provocata, lasciando invece molta gente indifesa andare con le gambe all'aria.
Dulcis in fundo, ha parlato di garantire la partecipazione degli operai agli utili dell'impresa.
Deve far riflettere che oggi il Ministro dell'Economia del governo di Destra critichi le banche e la speculazione e difenda gli scioperanti ed i produttori, invochi misure di socializzazione delle imprese, mentre il suo predecessore di "Sinistra" - un nobile snob e dal doppio cognome - delle concentrazioni bancarie era la longa manus.
Mi ricordo, diversi mesi fa, che durante una puntata di "Anno Zero" un'attivista dei radicali - alleati del PD - presentò come ricetta per la crisi il taglio delle spese sociali, mentre Tremonti rispose che si sarebbe trattato della cosa peggiore da fare. La "sinistra" propone misure di destra ed il "destro" difende lo Stato sociale?
Più di recente abbiamo visto la Sinistra difendere il Concordato fascista dall'attacco della Lega, o criticare la condanna formale fatta da Berlusconi del colonialismo di Giolitti e Mussolini in Libia.
Per quanto riguarda le recenti rivelazioni de "il Giornale", lo scandalo non sta nell'attacco di Feltri al suo collega dell'Avvenire, ma nel fatto che in tutti questi anni nessun altro quotidiano avesse mai ritenuto necessario dare la notizia che il direttore dell'organo della CEI fosse un omosessuale "sfascia-famiglie" (aveva una relazione con un uomo sposato, a quanto pare) e molestatore - tutto mentre la Chiesa conduceva battaglie a favore della famiglia tradizionale e contro le coppie di fatto.
Ieri "il Giornale" ha anche ritirato fuori il caso SME. E' ovvio che si tratta di attacchi strumentali, ma si rifanno a fatti veri e gravissimi, come la gestione corrotta e mafiosa che fu fatta del processo di privatizzazione in Italia.
Insomma, non perché si è dell'altra parte, tutto quel che viene da destra dev'essere per forza cattivo

 
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  postato il 30/08/2009 alle 09:45
Tremonti era quello delle cartolarizzazioni, della 'finanza creativa', quello che voleva privatizzare beni demaniali come spiagge e coste, creare dei casino per aumentare gli introiti. Era quello del 'libero mercato', dal 2001 le decisioni erano le sue, compresa la cosiddetta "Legge Biagi" (che già aveva tantissimi aspetti criticabili, poi è stata ulteriormente peggiorata mantenendo il nome, per usare addirittura i morti come ostaggio: se criticavi la cosiddetta 'legge biagi'- in realtà legge maroni, legge sacconi, legge 30- eri un brigatista), ed è il fautore delle defiscalizzazioni per le imprese (compresa la no-tax area, vedi utili reinvestiti), oltre che di una serie di condoni fiscali. Gli unici aiuti ai lavoratori furono i famigerati aumenti in busta paga, una pagliacciata elettorale. La genialata dei derivati, che ha travolto anche gli enti pubblici, è stata favorita dal suo gioco dlle tre carte, e dalle finanziarie che toglievano fondi agli enti locali ma spingevano a 'investire' come se si trattasse di privati. Con le conseguenze che abbiamo visto.

Che ora si spacci per ultrasocialista, antiliberista, anti-global, paladino contro le banche e negli interessi dei lavoratori (esilaranti le dichiarazioni sulla faccenda carroponte-sindacati-vittoria), addirittura dei precari che lui stesso ha contribuito a creare, è ridicolo.
È una semplice mossa per riacquistare popolarità, sperando che la gente non si ricordi che- a parte la parentesi Siniscalco e quella ulivista- lui è il ministro dell'economia da quasi dieci anni (tra un annetto ci arriviamo..)


ps:Elisamorbidona, bell'intervento nel thread sul doping

 
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  postato il 30/08/2009 alle 11:24
Originariamente inviato da Lupo

Insomma, non perché si è dell'altra parte, tutto quel che viene da destra dev'essere per forza cattivo


Tremonti è un genio.
Solo che il suo talento non l'ha sempre usato nel modo giusto...

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 30/08/2009 alle 11:56
Originariamente inviato da desmoblu

Tremonti era quello delle cartolarizzazioni, della 'finanza creativa', quello che voleva privatizzare beni demaniali come spiagge e coste, creare dei casino per aumentare gli introiti. Era quello del 'libero mercato', dal 2001 le decisioni erano le sue, compresa la cosiddetta "Legge Biagi" (che già aveva tantissimi aspetti criticabili, poi è stata ulteriormente peggiorata mantenendo il nome, per usare addirittura i morti come ostaggio: se criticavi la cosiddetta 'legge biagi'- in realtà legge maroni, legge sacconi, legge 30- eri un brigatista), ed è il fautore delle defiscalizzazioni per le imprese (compresa la no-tax area, vedi utili reinvestiti), oltre che di una serie di condoni fiscali. Gli unici aiuti ai lavoratori furono i famigerati aumenti in busta paga, una pagliacciata elettorale. La genialata dei derivati, che ha travolto anche gli enti pubblici, è stata favorita dal suo gioco dlle tre carte, e dalle finanziarie che toglievano fondi agli enti locali ma spingevano a 'investire' come se si trattasse di privati. Con le conseguenze che abbiamo visto.

Che ora si spacci per ultrasocialista, antiliberista, anti-global, paladino contro le banche e negli interessi dei lavoratori (esilaranti le dichiarazioni sulla faccenda carroponte-sindacati-vittoria), addirittura dei precari che lui stesso ha contribuito a creare, è ridicolo.
È una semplice mossa per riacquistare popolarità, sperando che la gente non si ricordi che- a parte la parentesi Siniscalco e quella ulivista- lui è il ministro dell'economia da quasi dieci anni (tra un annetto ci arriviamo..)



Concordo, e aggiungo che la Destra sociale non è nuova a queste proposte (presenti tra l'altro nel Manifesto di Verona , la carta dei 18 punti che costituivano una sorta di programma della Repubblica Sociale di Salo'). Inoltre gia' nel 1924 Mussolini aveva tentato (osteggiato dall'ala del Partito Fascista piu' legata ai capitalisti) di aprire ai sindacalisti di sinistra e ai socialisti) che ovviamente rifiutarono.

 

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  postato il 30/08/2009 alle 13:29
Originariamente inviato da pacho

Non sono d'accordo. Secondo la mia esperienza, il collega che si ferma 3-4-5 ore in più sul posto di lavoro non lo fa (solamente) perchè è un becero individualista. Molto spesso vi sono cause materieli dietro questa scelta. Se una persona ha il mutuo da pagare, le cambiali della macchina e magari la moglie (o il marito) prende uno stipendio da fame e magari il figlio ha bisogno dell'apparecchio...beh, quella che tu vedi come libera scelta di fermarsi 3-4-5 ore in più, io la vedo come "obbligo".

Il meccanismo dell'università: nei giorni dello scontro duro quest'autunno ho messo i libri da parte ed ho fatto cose ben piu importanti. Ma quanti studenti, seppur in un clima di recessione generale ( = no nuove assunzioni) sono stati in casa a studiare. Certamente, non perchè fossero fessacchiotti ed ignoranti, ma solamente perchè è il portato ideologico dell'università e dell'organizzazione dei cicli di studio che a) ti costringe a "prendere il credito" (per indebitarti meglio domani??) ed un mercato del lavoro particolarmente vorace ti assilla - ideologicamente - che non andare fuori corso offre maggiori chances in più. Inoltre, l'università è un costo non indifferente.
Ecco, è il modello organizzativo e l'organizzazione particolare della società che inducono ad una lotta senza quartiere dove il tutti contro tutti è diventata la regola.

Quando il crumiro è uno..beh, ci può anche stare. MA quando il crumiraggio diviene la regola, non possiamo imputarlo alla natura umana, bensì alla alienazione derivante dal modello della società secondo cui un oggetto ha valore non per quello che serve, ma solo se tale valore si può realizzare nella sfera della circolazione.

Idem con patate nel doping.(...)

Ottimo ottimo intervento.
Prendo spunto per suggerire (a chiunque ne abbia voglia e in qualunque momento) una riflessione su scuola-precariato-mondo del lavoro.

 
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  postato il 31/08/2009 alle 20:13
Intanto: mentre la buona Luperini di Repubblica mi spiega che Luxuria si farà operare e 'presto sarà donna' (mi congratulo), ecco che il Mons. Mugavero parla di 'intimidazioni mafiose' nell'affaire Boffo.. ma aggiunge una cosa importante: 'per il bene della Chiesa potrebbe decidere di dimettersi'.
Ora, non voglio dire che Avvenire e Fam. Cristiana siano dei campioni dell'antiberlusconismo (termine che, per me, è semplicemente positivo), però è significativo vedere come Feltri e Berlusconi abbiano ottenuto queelo che volevano. Un (occasionale) oppositore di meno e un messaggio a tutti gli altri. Colpirne uno per educarne cento, no?
E poi è curioso vedere questo scambio di poteri: Berlusconi che deve genuflettersi al vaticano ma allo stesso tempo riesce a far fare ai vescovi quello che vuole usando una delle pedine più piccole, in fondo (Feltri).

Altro fatto curioso/divertente: l'infido Fini (non mi fido di uno che stava in camicia nera, ha firmato la Bossi-Fini e ora parla a questo modo...anche degli immigrati che lui stesso ha contribuito a respingere).. l'infido Fini, dicevo, che dal suo ruolo istituzionale dice 'discuteremo e modificheremo la legge in Senato, non possiamo cedere a dogmi e influenze esterne', e Schifani che fa? Risponde: 'I senatori non si faranno influenzare da nessuno, cariche istituzionali comprese'.
In pratica Fini ha detto che i senatori dovevano discuere su una legge (e cioè quello per cui sono stati eletti...ops, nominati) senza interferenze, e l'altro: 'non puoi influenzarci ad opporci alle influenze!'.
Oh, che bel triplo carpiato!

 
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  postato il 01/09/2009 alle 14:27
La situazione è complessa.
(Intanto, en passant: non ho nessuna stima di Tremonti - che non considero affatto un genio, bensì un mediocre commercialista - né di Fini. Gli va bene che siamo un popolo senza memoria, è inutile che stiano lì a menarla fingendo di essere quello che non sono).

Mi interessa molto di più la questione Stato-Chiesa, però. Perché in questi giorni è venuto fuori un concetto clamoroso - perdono, ma non ricordo precisamente chi l'abbia espresso.
E cioè emerge a un certo punto dell'estate 2009 quello che tanti di noi pensano e dicono da anni e anni: ovvero che "è arrivato il momento di ripesare il voto cattolico, che non ha più l'incidenza di un tempo". Maddai!!!
Va a finire che scopriamo che l'Italia è un paese ENORMEMENTE più laico, nei suoi cittadini, dell'immagine che se ne dà? Va a finire che anni e anni di politiche volte a vezzeggiare il clero non trovavano riscontro nel tessuto sociale del paese? Va a finire che sì, mi sa.

E lo scopriamo come? Perché qualche pericoloso teorico comunista gioca a fare l'iconoclasta?
No, lo scopriamo perché ce lo dicono gli esponenti della destra al governo!
Non occorre sprecare troppe righe per commentare il "voltafaccia" di chi fino all'altro giorno era tutto casa e chiesa e ora si risveglia mangiapreti, lo sappiamo che il Banana venderebbe la madre ("giuro sui miei figli!") e i bananini uguale, chi si scandalizza più?

Però vorrei riflettere una volta di più sull'insipienza di quelli del centro-centro-centro-centro-sinistra, quelli che hanno preso sul carrozzone le Binetti e che continuano a strisciare al cospetto dei porporati. Abbiamo buttato via anni di possibili politiche progressiste e riformiste (l'altro giorno per caso mi è capitato sotto gli occhi un quotidiano, editoriale "Per un nuovo riformismo", cioè, chiacchiere, vuote chiacchiere, vacue chiacchiere...), abbiamo gettato a mare la possibilità di governare DA SINISTRA per inseguire nemmeno il voto cattolico (scopriamo ora che agli italiani frega poco dei dettami clericali, ma ci siamo tutti masturbati ignorando gli anatemi del parroco, abbiamo tutti detto bugie, abbiamo tradito, abbiamo rubato, abbiamo fatto sesso prima del matrimonio, siamo impermeabili ai dogmi papali, ce ne strafottiamo, gli unici a non saperlo erano Rutelli e Fassino), ma per inseguire il placet di Ruini. Abbiamo temuto come la peste i niet d'Oltretevere, e ora scopriamo che quei niet non valevano niente, se è vero che un governo di destra osa sfidarli in maniera tanto sfacciata senza temere di perdere il consenso dei suoi elettori.

Ma allora un'Italia diversa era davvero possibile, sospetto. Se avessero avuto più palle, i "nostri" leader, se avessero preso esempio da quel democristiano di Prodi che alla fine della fiera si era rivelato il più progressista della compagnia, se non ci fossimo legati a quel pezzente di Mastella, se avessimo mandato a farsi un giro le Binetti, se non avessimo perso tempo a fare la corte a Casini e Follini. Se avessimo fatto politiche di sinistra, invece di spalmarci mielosamente su posizioni che non soddisfacevano i NOSTRI elettori, e che non facevano né caldo né freddo agli altri, a quelli che dovendo scegliere tra veri conservatori e conservatori per piaggeria, avrebbero comunque scelto i primi.

Ma ora la cosa massimamente divertente è che per far fronte comune contro il nemico Berlusconi, il PD e giornali come Repubblica si fanno megafono delle istanze dei vescovi, e sbagliano ancora una volta in pieno. Perché la politica italiana è forse pronta a liberarsi dal giogo di Santa Romana Chiesa, ora che le folle non sono più ammaliate da un incantatore di pubblici come Woytila, e risultano molto fredde nei confronti di quello che viene visto come un anaffettivo burocrate vaticano (per di più tedesco) come Ratzinger.
Ora che viene FINALMENTE messo in discussione il ruolo della CEI, ora che vengono alla luce i puttanai privati di certi pubblici moralizzatori, il centro-centro-centro-centro-sinistra si schiera senza dubbio dalla parte dell'abito talare, senza capire che il popolo non aspettava altro che qualcuno che dicesse del clero, come Fantozzi con la Corazzata Potëmkin, che il re è nudo. 27' di applausi, e tiremm innanz.
Come sempre, il centro-centro-centro-centro-centro-centro-sinistra sceglie la via perdente, confermando ogni inadeguatezza a fronteggiare l'orrida armata berlusconiana.

Sono curiosissimo di capire come andrà a finire. Provo schifo per il fatto che queste miserie umane di questi grigi Boffi non siano state smascherate dall'Unità, ma da un Feltri qualsiasi, per puri interessi di bottega.

Il PD è morto prima di nascere. Se non verrà abbattuto - per com'è stato pensato, ovvero un coacervo dei più mediocri avanzi della politica perbenista, raccomandata, vaticanofila - e sostituito da una VERA forza progressista (visto Lafontaine in Germania?), che faccia politiche PROGRESSISTE, senza scappellarsi quando passa un prete, questo paese non vedrà mai l'alba di una nuova epoca.

 

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  postato il 01/09/2009 alle 15:57
a proposito di Prodi:


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il riformismo in Europa ha fallito

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 14 agosto 2009

Il dibattito sulla crisi del riformismo in Europa ha tenuto banco per qualche settimana dopo le elezioni europee. Poi è sparito nel nulla senza aver prodotto alcun apparente risultato.

Lontano dalle polemiche elettorali e favoriti dalla quiete estiva conviene ritornare sull’argomento.
Che i partiti riformisti siano in profonda crisi non è contestabile: il centro-sinistra è stato sconfitto nella maggioranza dei paesi europei proprio durante una crisi economica che ha rivalutato molte delle proposte che erano tipiche di questi partiti.

Per spiegare questo paradosso conviene fare qualche passo indietro e ritornare al momento in cui, dopo un lungo periodo in cui la politica mondiale era stata dominata dal binomio Reagan- Thatcher, la situazione si rovesciò con la vittoria di Blair che sembrava in grado di cambiare i destini europei con il new labour, la terza via che avrebbe dovuto rinnovare il riformismo europeo e lo schema politico mondiale collegandosi con le novità che Clinton proponeva negli Stati Uniti.
Con un pizzico di esagerazione, ma anche per esaltare il ruolo italiano in questo processo, si era arrivati perfino a parlare di “ulivo mondiale“.

La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l’ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio.

Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti. Il messaggio lanciato all’elettore era il più delle volte dedicato a dimostrare che il modo di governare sarebbe stato migliore.

Nel frattempo il cambiamento della società continuava secondo le linee precedenti: una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.

Vent’anni fa una mia semplice osservazione che la differenza di remunerazione da uno a quaranta tra il direttore e gli operai di una stessa azienda era eccessiva, aveva causato scandali e discussioni a non finire. Oggi nessuno si stupisce del fatto che questa differenza sia in molti casi da uno a quattrocento. Durante il momento più acuto della presente crisi abbiamo assistito a una breve fase di sdegno nei confronti della remunerazione di alcuni dirigenti, ma poi tutto è stato dimenticato.

Come se vivessimo in una società immutabile, come se la realtà esistente e le convinzioni dell’opinione pubblica fossero così forti da non essere riformabili.
Il riformismo ha cioè perso la fiducia in se stesso e preferisce inseguire le piattaforme e i programmi degli altri, pensando che, per rovesciare le fortune elettorali, sia sufficiente criticare gli errori e i comportamenti dei governanti.

A cambiare gli equilibri politici tutto ciò non basta, anche perché la rapidità con cui gli “estremisti” del mercato si sono impadroniti del linguaggio dei riformisti è davvero degna di un premio Nobel. Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito.

Approfondendo i modi e gli strumenti attraverso i quali i cittadini abbiano uguali prospettive di fronte alla vita. Rinnovando il funzionamento del sistema scolastico, della ricerca scientifica e del sistema sanitario. Ripensando al grande processo di superamento del nuovo nazionalismo politico ed economico con una forte adesione agli obiettivi di coesione europea e di solidarietà internazionale.

Non avendo paura di denunciare i tanti aspetti riguardo ai quali il capitalismo deve profondamente riformarsi. Non accontentandosi di mostrare un giorno la faccia feroce e il giorno dopo un viso sorridente verso gli immigrati, ma preparando una organica politica di legalità ed accoglienza.

Mi rendo conto che tutto ciò significa avere il coraggio di scontentare molti e aver la forza di scomporre e ricomporre il proprio elettorato.

Mi rendo conto che nessun politico affronta a cuor leggero questa azione di scomposizione e ricomposizione, ma mi rendo anche conto che la crisi economica sta cambiando percezioni e mentalità.

Essa rende più accettabili le proposte innovative e coraggiose che il centro-sinistra deve elaborare per essere ritenuto in grado di governare la nostra società. Un compito difficile, tutto in salita e, in una prima fase, addirittura contro corrente. Tuttavia chi non è capace di nuotare contro corrente non sarà mai in grado di risalire un fiume.

 

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  postato il 01/09/2009 alle 22:01
Grande Marco, ottimo intervento, la pura verità.

 

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  postato il 03/09/2009 alle 07:27
Non sapevo dove postare questo filmato e questa notizia.
Il campione olimpico del madison Walter Perez è stato arrestato per aver fatto allenamento (con altri 60 ciclisti) su un'autostrada.
Non metto in discussione il fatto che sia stato arrestato o fermato, perchè l'autostrada è vietata a pedoni e biciclette, quindi il fermo ci sta, ma voglio mostrarvi il MODO il cui la polizia l'ha arrestato...
http://www.youtube.com/watch?v=2W2RpjzRxWc&feature=player_embedded

Tengo a precisare che tra tutti i ciclisti presenti solo Perez è stato arrestato...
Di seguito qui il link a cyclingnews dove si trova la notizia
http://www.cyclingnews.com/news/olympic-champion-perez-arrested-while-training

 

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  postato il 03/09/2009 alle 23:04
Grazie alla Riforma Gelmini in questo momento migliaia di professori italiani, che l'anno scorso hanno regolarmente insegnato (ho stimato trentamila basandomi sui dati del Lazio), dovranno adesso essere sostenuti dall'INPS. Sono LICENZIATI, non è un esagerazione, è un termine tecnico. Dal 1° ottobre verrà loro cancellato l'account postale del sito del ministero dell'istruzione, per evitare sprechi (peccato che lo sarebbe di più riattivarlo quando e se torneranno a lavorare!)
Si, era necessario tagliare più della metà (più della metà!! il 50%!! non lo fanno nemmeno le aziende in crisi) dei dipendenti statali, riempire le classi di 35 alunni (tra l'altro le aule delle nostre scuole per il 90% non sono state costruite per una tale capienza, indi sicurezza zero, caldo torrido e poco spazio, oltre a un casino infernale per i poveri cristi di professori che dovranno gestirsi tanti alunni ma chissenefrega, abbiamo ancora le scuole in amianto!), diminuire le ore di lezione.

Si, era necessario per cacciare i fannulloni.

VAFFANCULO.

 

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  postato il 03/09/2009 alle 23:48
caro sub hai ragione....ma prima era un'esagerazione, troppa gente che mangiava nelle scuole....io dovrei essere il primo a preoccuparmi perchè il mio percorso universitario mi offre come probabile strada l'insegnamento....
in Molise pensa ci stavano corsi con 5-6 persone e forse 10 professori, e sono stati chiusi....

 

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  postato il 03/09/2009 alle 23:56
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caro sub hai ragione....ma prima era un'esagerazione, troppa gente che mangiava nelle scuole....io dovrei essere il primo a preoccuparmi perchè il mio percorso universitario mi offre come probabile strada l'insegnamento....
in Molise pensa ci stavano corsi con 5-6 persone e forse 10 professori, e sono stati chiusi....


non so se stai parlando di università, ddl, io sto parlando di istituti superiori.
Comunque, io non sono contrario a priori ai cambiamenti, anche se portano a licenziamenti, indipendentemente dal colore di chi li fa.
Ma mi sembra stupido e anche un po' masochistico lasciare alla porta un numero così alto di persone in una volta sola. Quando riapriranno le scuole ci accorgeremo (e si accorgeranno quei burocrati che non hanno passato un giorno ad insegnare, come la Gelmini, appunto) del disastro verso il quale sta per andare la scuola italiana.

Inoltre, molti di questi in coda alle graduatorie cercheranno altri lavori, proprio adesso in cui c'è crisi e un alto tasso di disoccupazione...bah, non ci capisco niente. Se l'unica finalità di questa riforma, almeno dal lato degli insegnati, è la propaganda, beh provo solo profondo disgusto.

 

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  postato il 04/09/2009 alle 00:16
L'unica finalità di questa riforma è di tagliare costi e spese. Punto!

Purtroppo lo Stato italiano ha bisogno urgente e disperato di abbattere i costi e sta tagliando a caso nel mucchio per (dicono loro) eliminare gli sprechi.

Peccato che nessuno abbia spiegato a questa gente (Tremonti "the genius" sicuramente lo deve sapere, ma se lo tiene per sè...) che per eliminare gli sprechi bisogna ottimizzare il sistema, in modo che a parità di servizio (nessuno ormai spera più nei miglioramenti, ovvio!) il costo sia più contenuto.
Se l'organizzazione dei vari apparati statali rimane la stessa, con tutti i difetti e le magagne che aveva prima, il licenziamento di frotte di impiegati non può far altro che peggiorare i servizi per la gente comune.

Però va dato atto che l'obiettivo di abbattere i costi sarà raggiunto. Ovviamente parlo dei costi economici; i costi sociali aumenteranno. Molto.

Se i mods permettono, mi associo a Subsonico nel suo bel
VAFFANCULO

 

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Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
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  postato il 04/09/2009 alle 00:28
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caro sub hai ragione....ma prima era un'esagerazione, troppa gente che mangiava nelle scuole....io dovrei essere il primo a preoccuparmi perchè il mio percorso universitario mi offre come probabile strada l'insegnamento....
in Molise pensa ci stavano corsi con 5-6 persone e forse 10 professori, e sono stati chiusi....


non so se stai parlando di università, ddl, io sto parlando di istituti superiori.
Comunque, io non sono contrario a priori ai cambiamenti, anche se portano a licenziamenti, indipendentemente dal colore di chi li fa.
Ma mi sembra stupido e anche un po' masochistico lasciare alla porta un numero così alto di persone in una volta sola. Quando riapriranno le scuole ci accorgeremo (e si accorgeranno quei burocrati che non hanno passato un giorno ad insegnare, come la Gelmini, appunto) del disastro verso il quale sta per andare la scuola italiana.

Inoltre, molti di questi in coda alle graduatorie cercheranno altri lavori, proprio adesso in cui c'è crisi e un alto tasso di disoccupazione...bah, non ci capisco niente. Se l'unica finalità di questa riforma, almeno dal lato degli insegnati, è la propaganda, beh provo solo profondo disgusto.


ehh sii mi riferivo all'università....
caro amico mio sub troppa mangiava sulla scuola, troppa gente vuole un lavoro in ufficio, nei posti pubblici, come dei professionisti....nessuno vuole fare più i lavori manuali, come muratore, idraulico, elettricista, falegname, carpentiere, fabbro....

- vai da un fabbro, vedi quanti giorni impiegano per fare una porte????
- chiama un idraulico, vedi quanti giorni devi aspettare????

tutti pieni di lavoro e ben pagati....altro che professoriiiiii

 

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  postato il 04/09/2009 alle 00:58
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caro sub hai ragione....ma prima era un'esagerazione, troppa gente che mangiava nelle scuole....io dovrei essere il primo a preoccuparmi perchè il mio percorso universitario mi offre come probabile strada l'insegnamento....
in Molise pensa ci stavano corsi con 5-6 persone e forse 10 professori, e sono stati chiusi....


non so se stai parlando di università, ddl, io sto parlando di istituti superiori.
Comunque, io non sono contrario a priori ai cambiamenti, anche se portano a licenziamenti, indipendentemente dal colore di chi li fa.
Ma mi sembra stupido e anche un po' masochistico lasciare alla porta un numero così alto di persone in una volta sola. Quando riapriranno le scuole ci accorgeremo (e si accorgeranno quei burocrati che non hanno passato un giorno ad insegnare, come la Gelmini, appunto) del disastro verso il quale sta per andare la scuola italiana.

Inoltre, molti di questi in coda alle graduatorie cercheranno altri lavori, proprio adesso in cui c'è crisi e un alto tasso di disoccupazione...bah, non ci capisco niente. Se l'unica finalità di questa riforma, almeno dal lato degli insegnati, è la propaganda, beh provo solo profondo disgusto.


ehh sii mi riferivo all'università....
caro amico mio sub troppa mangiava sulla scuola, troppa gente vuole un lavoro in ufficio, nei posti pubblici, come dei professionisti....nessuno vuole fare più i lavori manuali, come muratore, idraulico, elettricista, falegname, carpentiere, fabbro....

- vai da un fabbro, vedi quanti giorni impiegano per fare una porte????
- chiama un idraulico, vedi quanti giorni devi aspettare????

tutti pieni di lavoro e ben pagati....altro che professoriiiiii


Intanto, l'università non è toccata da questo tipo di tagli. I baroni hanno un peso politico maggiore dei poveri precari.
Dici che nessun vuol far più lavori manuali? bene, si fa un lavoro di promozione di questi tipi di lavori nelle scuole, non si lascia in mezzo a una strada quarantenni con genitori e figli a carico, che hanno GIA' subito una dura selezione nella SSIS.

E' inutile che cerchi di convincerti che stanno agendo per il bene del paese perchè non è così.

 

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  postato il 04/09/2009 alle 01:08
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caro sub hai ragione....ma prima era un'esagerazione, troppa gente che mangiava nelle scuole....io dovrei essere il primo a preoccuparmi perchè il mio percorso universitario mi offre come probabile strada l'insegnamento....
in Molise pensa ci stavano corsi con 5-6 persone e forse 10 professori, e sono stati chiusi....


non so se stai parlando di università, ddl, io sto parlando di istituti superiori.
Comunque, io non sono contrario a priori ai cambiamenti, anche se portano a licenziamenti, indipendentemente dal colore di chi li fa.
Ma mi sembra stupido e anche un po' masochistico lasciare alla porta un numero così alto di persone in una volta sola. Quando riapriranno le scuole ci accorgeremo (e si accorgeranno quei burocrati che non hanno passato un giorno ad insegnare, come la Gelmini, appunto) del disastro verso il quale sta per andare la scuola italiana.

Inoltre, molti di questi in coda alle graduatorie cercheranno altri lavori, proprio adesso in cui c'è crisi e un alto tasso di disoccupazione...bah, non ci capisco niente. Se l'unica finalità di questa riforma, almeno dal lato degli insegnati, è la propaganda, beh provo solo profondo disgusto.


ehh sii mi riferivo all'università....
caro amico mio sub troppa mangiava sulla scuola, troppa gente vuole un lavoro in ufficio, nei posti pubblici, come dei professionisti....nessuno vuole fare più i lavori manuali, come muratore, idraulico, elettricista, falegname, carpentiere, fabbro....

- vai da un fabbro, vedi quanti giorni impiegano per fare una porte????
- chiama un idraulico, vedi quanti giorni devi aspettare????

tutti pieni di lavoro e ben pagati....altro che professoriiiiii


Intanto, l'università non è toccata da questo tipo di tagli. I baroni hanno un peso politico maggiore dei poveri precari.
Dici che nessun vuol far più lavori manuali? bene, si fa un lavoro di promozione di questi tipi di lavori nelle scuole, non si lascia in mezzo a una strada quarantenni con genitori e figli a carico, che hanno GIA' subito una dura selezione nella SSIS.

E' inutile che cerchi di convincerti che stanno agendo per il bene del paese perchè non è così.


nelle scuole si impara ben poco per i lavori manuali....diceva l'idraulico doveva durante il liceo andavo a lavorare: "i giovani imparano il mestiere quando hanno 14-15 anni, poi diventano grandi pensano di capire tutto loro, non ascoltano più la parola del capo, si presentano sul cantiere con orecchini e telefonini e non hanno più la voglia e il rispetto di ascoltare una persona più grande....ormai pensano di capire tutto loro...."

 

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  postato il 04/09/2009 alle 01:29
Sì, però scusa... sento sempre dire che nessuno vuol fare l'idraulico, l'elettricista... tu perché non hai scelto di continuare a fare l'idraulico? Chi ti ha obbligato ad andare all'università?

Una volta un tipo era appena andato a comprare dell'hashish a San Lorenzo, a Roma. Due minuti dopo, a transazione effettuata, era già lì a lamentarsi del fatto che ci fossero troppi spacciatori in giro!!!... (giuro, storia vera). Voglio dire, ma la coerenza?

 

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  postato il 04/09/2009 alle 01:41
Originariamente inviato da Admin

Sì, però scusa... sento sempre dire che nessuno vuol fare l'idraulico, l'elettricista... tu perché non hai scelto di continuare a fare l'idraulico? Chi ti ha obbligato ad andare all'università?

Una volta un tipo era appena andato a comprare dell'hashish a San Lorenzo, a Roma. Due minuti dopo, a transazione effettuata, era già lì a lamentarsi del fatto che ci fossero troppi spacciatori in giro!!!... (giuro, storia vera). Voglio dire, ma la coerenza?


caro admin a scuola ci posso andare solo ora dai 15 ai 25 anni, dopo eventualmente potrei anche farlo qualche mestiere ed andare "sotto padrone", ma mi sembra quasi impossibile andare a lavorare e poi eventualmente tornare a scuola....
i miei genitori lavorano e mi dicono sempre che è dura lavorare e quindi ognuno cerca un posto più agevole e meno faticoso....

forse me ne pentirò, non lo sò....

 

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  postato il 04/09/2009 alle 01:47
Ma no Nicola, hai tutto il diritto di andare a scuola, ci mancherebbe.

Però non diciamo poi che non ci sono idraulici; o non diciamo - salto su un altro argomento - che bisogna chiudere le frontiere e rispedire indietro persone che hanno solo la colpa di cercare "un posto più agevole e meno faticoso" del loro - posto, il loro, che per inciso corrisponde spesso alla morte - e per farlo non è che hanno la nostra comoda scelta tra un'università e l'altra, per farlo devono svendere la loro intera vita per avere i soldi della traversata, abbandonare gli affetti e armarsi solo di speranza, e molto spesso quello a cui vanno incontro è solo, ugualmente, la morte.

Insisto tornando a bomba: sappiamo di essere privilegiati, e sappiamo che il nostro essere privilegiati priverà la nostra società di idraulici: almeno non lamentiamocene

 

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  postato il 04/09/2009 alle 23:33
Secondo me l'obbiettivo non è quello di ridurre i costi dello stato ma quello di facilitare la scuola privata in modo tale che le famiglie, anche quelle meno abbienti, valutino la possibilità di mandare i propri figli in un istututo privato. La scuola infatti è un mezzo fondamentale per formare le persone, anche le ideologie.. Una scuola pubblica dovrebbe dare una formazione imparziale, dovrebbe. Una privata non è detto.
 
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  postato il 05/09/2009 alle 12:39
Ma no.. è solo il modo per creare un'elite di studenti iscritti a scuole private (che con le rette e le sovvenzioni/agevolazioni statali potranno proporre laboratori, stage, formazione qualificata anche se ovviamente parziale) e una stragarande manodopera dequalificata, ad esempio con alunni di liceo scientifico che non hanno mai visto un laboratorio di chimica o di fisica.
In più c'è la volontà di trattare qualsiasi cosa come un'impresa, e allora sanità e istruzione sono voci a bilancio, né più ne meno. In realtà sarebbero (o dovrebbero essere) molto più importanti, ma nell'azienda Tremonti-Sacconi-Brunetta-Gelmini non c'è spazio per queste considerazioni.
Quindi è meglio rifinanziare missioni di guerra all'estero piuttosto che puntare su un'istruzione decente.
Per non parlare della sanità. A parte che non esiste più tale ministero (c'è quello del lavoro, welfare e sanità, presieduto dall''economista', o meglio prof. di economia, ex socialista Sacconi), poi vediamo ad esempio il terribile caso dell'influenza. Gelmini e Sacconi respingonoo a priori l'idea di un'apertura posticipata (o di eventuale chiusura) delle scuole. Una cosa del genere è contraria anche alle più elementari norme di buon senso, ma il buon senso non rientra nelle prerogative e nei calcoli (monte ore, monte stipendi, tot dipendenti, tot licenziamenti) di questi burocrati, ragionieri che mai hanno insegnato né operato o condotto una visita medica, eppure..
Il caso eclatante di ieri è stato il contentino alla Montalcini, 465 mila euro (o qualcosa del genere) elargiti con grandi sorrisi dopo che il premio Nobel aveva lanciato l'allarme (non abbiamo più fondi, non possiamo pagare nemmeno l'affitto, io e i miei 50 ricercatori rischiamo di non lavorare più). E allora, per paura di uno scandalo e di scontentare un Nobel peraltro popolare, ecco il regalino. Ma QUANTI ricercatori sono in queste condizioni?
Però sono meno famosi, quindi tagliamo via tutto...

 
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Livello Tour




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  postato il 06/09/2009 alle 19:40
Originariamente inviato da Lupo
Deve far riflettere che oggi il Ministro dell'Economia del governo di Destra critichi le banche e la speculazione e difenda gli scioperanti ed i produttori, invochi misure di socializzazione delle imprese, mentre il suo predecessore di "Sinistra" - un nobile snob e dal doppio cognome - delle concentrazioni bancarie era la longa manus.


Attenzione però perché la concentrazione bancaria (fino al limite teorico di un unico istituto bancario) favorisce proprio quel processo di espansione del credito oggi chiesto a gran voce da Tremonti. Processo di espansione sulla cui utilità potremmo sollevare parecchi dubbi.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 06/09/2009 alle 23:04
Su Raitre è tornato il giornalista Riccardo Iacona col suo programma "Presa Diretta". L'argomento di questa sera erano i respingimenti in mare delle imbarcazioni di immigrati e il trattamento di questi ultimi nelle carceri libiche, resi possibili dalle leggi razziste volute e approvate dall'attuale maggioranza.
Iacona e' molto bravo ad affrontare questi argomenti e a documentare inequivocabilmente quello di cui parlano lui e le persone che intervista.

 

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Fantaciclismo 2009 : 1°Tour de Romandie - 1° Paris-Tours
Tour de France 2009 : Vittoria 11°tappa Vatan Saint-Fargeau
Vuelta a Espana 2009 :Vittoria 6°tappa Xativa-Xativa e 11°tappa Murcia-Caravaca de la Cruz

Fantaciclismo 2010 : 1° Het Volk - 1° Milano-Sanremo - 1° Tour de Romandie
Tour de France 2010 : Vittoria 9°tappa Morzine Avoriaz- Saint Jean de Maurienne

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/09/2009 alle 23:36
oggi sono andato al cinema con altri 4 amici a vedere videocrazy..... in tutta la sala eravamo in 14.......
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/09/2009 alle 09:23
Originariamente inviato da UribeZubia

Su Raitre è tornato il giornalista Riccardo Iacona col suo programma "Presa Diretta". L'argomento di questa sera erano i respingimenti in mare delle imbarcazioni di immigrati e il trattamento di questi ultimi nelle carceri libiche, resi possibili dalle leggi razziste volute e approvate dall'attuale maggioranza.
Iacona e' molto bravo ad affrontare questi argomenti e a documentare inequivocabilmente quello di cui parlano lui e le persone che intervista.

E' vero: riesce a far "cantare" anche i più reazionari (che di solito svicolano)portando a galla le loro peggiori paranoie.

 

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nino58

 
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  postato il 14/09/2009 alle 11:55
Da Miss Italia a Ballarò i palinsesti delle beffe
In Rai dirigenti scelti in virtù delle appartenenze politiche. I programmi abbandonati al loro destino

di ALDO GRASSO

Pasticcio a Miss Italia: una puntata di oltre 4 ore che ha cancellato due tg e ha dato il titolo di Miss Moda Italia alla ragazza sbagliata. ( Mirella Sessa, in alto da sinistra prima incoronata e poi costretta a rendere la fascia a Federica Sperlinga, qui sopra ). Dopo un programma pieno di crepe, un altro che slitta: «Ballarò» che fa posto a Vespa sull’Abruzzo. In Rai i palinsesti sono ancora ostaggio della politica.

Italia alla deriva? No, per ora, e per fortu­na, alla deriva c’è solo Miss Italia che, giun­ta alla settantesima edizione, ha mostrato più di una crepa. Da non sottovalutare, pe­rò. Adesso, a cominciare da Milly Carlucci, tutti si affrettano a dire che è stato solo un incidente, un banale errore tecnico, un’in­spiegabile disattenzione. E invece, dietro la prima serata del vetusto concorso, c’era un virus poco rassicurante per lo stato di salute della Rai. Come dimostra anche il ca­so «Ballarò», scoppiato ieri pomeriggio.

A Viale Mazzini non sanno, o fanno fin­ta di non sapere, che in tutto il mondo la grande rinascita dell’offerta televisiva è partita dalla riconquistata centralità del contenuto, del prodotto, della qualità. Co­sa significa? Che l’industria dei media di­venta sempre più un’industria dei contenu­ti, che non si identificano con un supporto o con un mezzo, ma che «viaggiano», in orizzontale, fra le molte piattaforme distri­butive che la tecnologia rende disponibili. Se il vicedirettore generale Antonio Mara­no sostiene che la decisione di spostare «Porta a porta» in prima serata e di far slit­tare «Ballarò» è stata presa per «valorizza­re un momento importante per il Paese», significa che per lui i contenuti hanno scar­so valore. Meglio i contenitori.

I programmi maratona, quelli che inizia­no alle nove e finiscono ben oltre la mezza­notte hanno fatto il loro tempo: il tirar tar­di serve solo per risparmiare e per aumen­tare di qualche punto lo share. Se questi programmi hanno poi un risvolto politico, c’è anche il rischio della propaganda. È un’ottica miope, una politica da disperati, frutto di una concezione molto provincia­le dell’offerta televisiva.

Tecnicamente, poi, Miss Italia non è mai diventato un format. Nonostante i cambiamenti pretesi da Milly Carlucci (3 serate invece di 5, 60 concorrenti invece di 100), il concorso di Salsomaggiore ha ben poco di televisivo. Miss Italia è una sgan­gherata industria dell’illusione che si tra­scina per mesi e che genera paranoie, ma­dri infoiate, sproporzioni, attese fasulle. Ma un programma che nessuno sposta.

La cosa più preoccupante è però un’al­tra: mentre in tutte le aziende televisive i dirigenti vengono assunti per le loro capa­cità professionali (visto che il prodotto è la cosa che maggiormente conta), in Rai le scelte dei dirigenti vengono fatte in virtù delle loro appartenenze politiche. Non c’è perciò da stupirsi che i programmi venga­no abbandonati al loro destino. Che, qual­che volta, è particolarmente cinico e baro. Ma anche molto istruttivo. Come insegna­no Miss Italia e lo slittamento immotivato di «Ballarò»; in Rai è ancora e sempre la politica a fare i palinsesti.

«Porta a porta» è un programma dal for­te sapore istituzionale, la terza Camera del Parlamento italiano, come è stato più vol­te ribadito. Per tanti versi assomiglia a Miss Italia, ma è fatto meglio. Bruno Vespa (Mister Italia) ha il sacrosanto diritto di or­ganizzare una diretta sulla consegna delle prime villette a terremotati dell’Abruzzo, presumibilmente con la partecipazione del nostro premier. Ma anche Giovanni Floris ha diritto alla sua trasmissione sull’Abruz­zo, perché in democrazia, nel Servizio pub­blico, sentire due campane è meglio che sentirne una. Ma i vertici della Rai non si occupano più di programmi. Non distin­guono neanche più una valletta da una vil­letta.


14 settembre 2009 - corriere.it


Questo per quanto riguarda la tv. Riassunto: in Rai hanno cambiato i dirigenti. Santoro non va in onda perché non gli firmano i contratti. A Report hanno tolto l'assistenza legale, così ogni giornalista sarà responsabile in privato di fronte alla legge (finora hanno vinto tutte le cause e le querele che erano state loro intentate, ma è un modo per esercitare pressione e togliere libertà). Sempre con la storia dei contratti 'Che tempo che fa' e 'Parla con me' sono discorsi in sospeso. A pochi giorni dalla prima puntata rimandano Ballarò di Floris, con la scusa di porta a Porta (dove il buon Vespa potrà fare opera di zerbinaggio, come sempre), e addirittura Garimberti si indigna (con Masi). Hanno cambiato tutti i direttori di tg e di rete, a parte Ruffini (rai3) che comunque è minacciato (e il pd cascherà di sicuro nel tranello, proporrà nomi nuovi invece di difenderlo). Masi, ad esempio, era impegnato nella segreteria della presidenza del consiglio (Berlusconi) e ora è direttore generale. Minzolini è quello che ha taciuto (unico in Europa) gli scandali di Berlusconi, e alle critiche ha risposto con un commento in video di 5 minuti spiegando che la rai non aveva tempo da perdere (difatti ci ha perso 5 minuti) per parlare di gossip. Poi se si ha avuto il piacere di guardare il tg1 quest'estate si sono visti servizi di gossip a tutto spiano, e l'altra sera- dopo 10 minuti dedicati a Bongiorno- ho assistito a un servizio sulla chirurgia estetica. Bene, magari parlano delle procedure, de... NO. Hanno dato dei consigli a chi vuole farsi il lifting, sottofondo 'Toxic' di Britney Spears. Praticamente era un servizio di studioaperto, senza scherzi. E a proposito, anche sul televideo rai si evdono finalmente le pubblicità a tutta pagina di loghi & suonerie. Lo sapevate che hanno cambiato anche i direttori del televideo?

Questo in tv, d'altronde Berlusconi e sodali avevano pianificato un'offensiva d'autunno contro gli oppositori.
Nel frattempo, Bossi è salito alle sorgenti del Po e ha fatto la buffonata dell'acqua, con tanto di battesimo per i bimbi (che grazie alla cocaina disciolta nell'acqua staranno ancora saltellando al grido di gott mit uns), inno etc. Ha detto che il federalismo non basta, era solo il primo passo, ora vogliono una 'padania libera' e la avranno 'con le buone e con le meno buone'. Poi attacchi agli immigrati. Nel frattempo i manifestanti 'no dal molin', che volevano contestare pacificamente i leghisti, sono stati caricati dalla polizia (che quindi difendeva chi stava commettendo una mezza dozzina di reati, in camicia verde); e intanto altri leghisti, in camicia verde, picchiavano il cameriere albanese di un locale dietro piazza San Marco (in realtà sono stati aggrediti in due, con prognosi di 30 e 7 giorni). Erano in 7-8 e hanno anche danneggiato il locale, che tra parentesi di albanesi non era. Eccoci allo squadrismo, di nuovo, e per di più protetto dalle forze dell'ordine.
Questa deriva xenofoba (da parte della lega) e autoritaria/antidemocratica (i berluscones) è francamente preoccupante.
Sui primi vorrei ripetere un'ulteriore volta che la padania NON ESISTE. La lega lombarda era un insieme di comuni quali Cremona, Lodi, Milano (anzi, i milanesi: la città era stata distrutta), Bergamo, Brescia, Padova, Vicenza e benne fondata a Pontida nel 1167. Un piemontese ha poco a che vedere con questa gente, ne aveva pochissimo mille anni fa figuriamoci oggi. La Padania non esiste: dall'Emilia in su siamo sempre stati divisi da lingue, tradizioni, sovrani, forme di governo, mentalità. Addirittura nel Piemonte ci sono rivalità enormi tra le varie città...figurarsi cosa abbiamo in comune con un veneto o un lombardo. Se proprio devo fare l'autarchico, e considerare il 'terrone' e l''extra' come stranieri, allora nulla mi vieta di considerare anche un friulano o un bergamasco come tali.
Quindi: la padania non esiste, è un'invenzione elettorale di Bossi risalente a 25 anni fa e che ancora gli permette di mangiare coi soldi di 'roma ladrona' e permette a suo figlio (nemmeno diplomato) di percepire 12 mila euro al parlamento europeo (come assistente portaborse).

In quanto ai berluscones.. si commentano da soli. Berlusconi in qualsiasi altro Paese si sarebbe dimesso da ANNI (per corruzione, concussione, falsa testimonianza, reati finanziari, rapporti con la mafia, tangenti etc), e sicuramente al primo accenno degli ultimi scandali (che forse hanno rilevanza penale, ma SICURAMENTE hanno un forte disvalore morale- e proprio da chi si diceva portavoce dei valori cattolici). Lo abbiamo visto col senatore repubblicano in California, che s'è vantato delle sue prestazioni sessuali extraconiugali quando pensava che il microfono fosse chiuso, e- scoperto- s'è dimesso. Qui abbiamo giri di prostitute, escort, festini, bugie, false testimonianze e false ricostruzioni, cene con prostitute in luogo di impegni istituzionali (basta vedere orari e date, oltre alle dichiarazioni degli interessati).
Berlusconi invece usa addirittura le conferenze stampa istituzionali per difendersie fare battute, tanto che lo stesso Zapatero ha detto 'ho taciuto per motivi istituzionali', mentre i quotidiani spagnoli lo mettevano in croce per non aver preso pubbblicamente le distanze dal sig. B.
I risultati?
-Le Monde: "Agonia di una democrazia"
-Sunday Telegraph: "Sesso, scandali e divisioni nel partito"
-Sunday Times: "Piccoli Hitler. Incoraggianti da Silvio Berlusconi, gruppi di vigilantes di estrema destra stanno pattugliando le strade dell'Italia, risvegliando paure di un ritorno al fascismo" (all'interno: "questo brutto rigurgito di razzismo si è potuto diffondere quietamente e insidiosamente. E' una decisione che suscita allarme")
-El Pais: "L'Italia attraversa il deserto
-Le Monde: "Berlusconi e i media, agonia di una democrazia"
-Le Monde (editoriale): "Basta!"
-Wall Street Journal: "Berlusconi e il silenzio dei tori/ il Primo Ministro italiano dovrebbe permettere alla stampa di fare il proprio emstiere"
-Le Monde: "Agonia di una democrazia"
-La Rioja: "Senza Rimedio"
-El Pais: "Meglio non frequentarlo"
-Independent: "Berlusconi ammette che un magnaccia gli ha portato in casa delle prostitute"
-Le Monde: "Berlusconi e la stampa, la strategia della tensione"
-Daily Mail: "Berlusconi e la sua crescente galleria di ragazze-party"
-Sunday Telegraph: "Berlusconi addurrà prove contro l'accusa d'impotenza sessuale"
-The Economist: "Superman colpisce ancora"
-Tribune de Geneve: "L'Italia è minata dalla Videocrazia"
-El Pais: "Berlusconi usa i suoi media per tappare la bocca agli oppositori"

Questo all'estero, è una carrellata (incompleta: mancano L.A Times, NY Times, Boston Daily, Figaro, e un'altra cinquantina di quotidiani/settimanali) indiganata e stupita. Stupore e indignazione che da noi mancano: perchè?
Forse perchè ormai è considerato appena anormale che la Marcuzzi mimi pompini in prima serata, o perchè abbiamo veline seminude da vent'anni. E allora se uno va a put*ane è appena un viveur, simpaticone, fa bene, vorremmo farlo tutti etc etc.
E non tiriamo fuori la solita belinata dei 'puritani', di solito americani: la vicenda è sconvolgente anche per gli spagnoli dei matrimoni gay, i francesi dei pacs (da noi vietati da Berlusconi proprio in nome dei 'valori della famiglia', altrimenti detti del puttaniere) e altre decine di Paesi. E allora il problema è nostro, siamo noi.
Nonostante quello che scrive Feltri, che aveva messo in croce un intero governo perchè un portavoce (Sircana) s'era fermato con la macchina di fronte a una prostituta (transessuale, ma non c'entra). Cosa avrebbe scritto se Prodi avesse organizzato 18 festini con una trentina di prostitute...ops, escort?

Chiudo qui, con la sensazione di essere tornato indietro di 80 anni.
Ecco solo qualche link:
http://www.corriere.it/politica/09_settembre_13/lega_venezia_voto_anticipato_calderoli_bossi_8edc9712-a047-11de-8194-00144f02aabc.shtml
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/udc-soli/botte-leghisti/botte-leghisti.html
http://tv.repubblica.it/copertina/botte-dai-leghisti-perch%C3%A9-albanesi/36839?video

Ah, ecco anche un piccolo extra su Feltri:

’è un esercizio di ricerca interessante che è quello di andare a spulciare cosa hanno scritto e detto in passato alcuni personaggi. Questo per confrontare le loro precedenti posizioni con quelle attuali e, molto spesso, le sorprese non mancano. La cosa – lo ammettiamo – assume la caratteristica di sottile e gustosa perfidia laddove il personaggio oggetto della ricerca è noto, come nel caso di Vittorio Feltri, per le sue posizioni settarie e volutamente disinformative. Vediamo dunque che cosa l’attuale e strapagato direttore del Giornale scriveva tempo addietro.

L’Europeo, 11 agosto 1990 (dopo l’approvazione della legge Mammì)

“Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l’altro la perla denominata ‘decreto Berlusconi’, cioè la scappatoia che consente all’intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna“.

Sempre sull‘Europeo (dopo la conquista berlusconiana della Mondadori e l’approvazione della legge Mammì).

“Il dottor Silvio di Milano 2, l’amico antennuto del Garofano, pretende tre emittenti, pubblicità pressoché illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici. Poca roba. Perché non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il bollettino dei naviganti e la Gazzetta ufficiale, così almeno le leggi se le fa sul bancone della tipografia?“

L’Indipendente, 30 luglio 1992 (riferito a Tangentopoli)

“Sui 70 e passa finiti in galera e su altrettanti che sono sul punto di finirci, soltanto tre si sono ammazzati, gli altri si godono il bottino“.

L’Indipendente, 21 luglio 1993 (sempre riferito a Tangentopoli)

“Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri [... ] gli avvoltoi del garantismo [... ]a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro“.

Corriere della Sera e La Stampa, 10 e 18 dicembre 1993 (in merito ai rumors sul suo passaggio a Il Giornale)

“A Montanelli invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l’Indipendente continua a guadagnar copie, non c’è motivo perché io lo debba lasciare… Io a il Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m’ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M’incazzo all’idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l’Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cazzate? A carico di Montanelli, poi…“.

La prossima è riferita alla tragica morte in Iraq di Enzo Baldoni. La vogliamo riportare per mostrare chi è realmente il “giornalista“ Vittorio Feltri. Le sue parole si commentano da sole.

Libero, 27 agosto 2004

“Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all’impulso delle proprie passioni insane per l’Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune“.

fonti: Wikiquote, Micromega.


 
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