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Autore: Oggetto: poesie su pantani recuperate in rete

Livello Fausto Coppi




Posts: 5092
Registrato: Apr 2004

  postato il 16/02/2005 alle 09:42
Ciao Pirata

Lontano dalla vita comune,
lontano dalla quotidianità,
lungo le tracce del campione,
oltre i limiti dell'Umanità
stava il Pirata, nascosto in una regione
che comprende ciò che sia "Fenòmeno".

Nella tua vita, misero lo spettacolo;
ma nello sport è insediata la chimica,
e tutto ciò che con essa modifica
sino a restringere ogni cosa magnifica
entro un cratere di caduta d'oblìo.

Rinasci, Pirata, ancora rinasci,
in qualche zona d'esistenza, rinasci!
E senti ancora, magari più lucido,
da ciò che attiene alla materia più libero!

In ogni aspetto che conduce allo spirito
senti ancora, Pirata, ancora senti!
Se è possibile, frena la corsa e ancora senti!

E lascia a NOI
questo dolore simbiotico....


Piero Donato



Il Pirata

Ogni vetta...
ogni pedalata...
erano spazio
da conquistare
per la leggenda,
e digiunasti
al giro di boa...
del destino
e del delirio
della sorte,
e morte
affamata di vita
abbraccia
la tua anima
e ti porta con sè
dove un posto
nel buon Paradiso
è custodito in salita
tra Coppi e Bartali.

Gerardo Sorrentino



L'ultima scalata

Perchè mai continuare ?
Un ombra pesante
si attesta ormai
sui tortuosi sentieri
dell'effimero.

Ben altri i pendii
che recano gioia
nell' ora che l'erta
s'innalza ancor più.

Un'indomita forza
preme già sui pedali,
lungo rotte infinite
a dispetto del tempo.

Gian Paolo Grattarola





PER MARCO PANTANI

Ora è facile piangere
costa ben poco
il ricordo
ma per molti
sono lacrime di coccodrillo
perchè nessuno
gli ha dato una spinta
nell'irta salita
la più dura della sua vita
perchè
nessuno gli ha teso una mano
se l'avesse fatto
forse sarebbe ancora qui
tra noi
con le sue orecchie a sventola
il cranio pelato
a sorriderci
e noi non staremmo parlando
della sua ultima corsa
col tempo
nello spazio
in un punto lontano
lassù nel cielo .

Luciano Somma


Per il pirata
il mal di vivere
è qualcosa di misterioso
ti assale, ti fa suo e poi non ti molla più...
è come una malattia perpetua
una larva che ti rosica
aghi di pino
in un maglione di lana....più li togli
più ne trovi, nascosti, impertinenti, fastidiosi...
male oscuro
male nero
disperazione e depressione...forse anche noia
una mano che ti accarezza le palpebre
e ti rende lo sguardo velato,
triste...perchè anche quando vincevi avevi un alone di tristezza
negl'occhi...
lo scatto
la salita
lo sforzo...
ma il fardello resta, ti accompagna e ti bacia la fronte...
rabbia figlia di ingiustizia e frustrazione...
ma io ti ricordo
nel mio poster nello studio...
che incoraggi alla lotta,
al mai arrendersi, anche se......
è finita,
e ci mancherai, tantissimo.
ciao
pirata

Alessandro Borsetto



Al ciclista

Picchiava il vento sul viso
batteva forte il cuore
Faticavano le gambe su per la salita
e nei timpani il fischio delle ruote
per raggiungere l’amata ricompensa
di colore rosa

… Addio Pirata

Ora nel silenzio che tu solo ascolti
non più suoni e sibili
ma solo una dolce eterna melodia.

Patrizia Salsedo



Gocce di solitudine. Lettera “solo” per Marco… “solo”…

Pirata di montagna era il nome col quale tutti ti chiamavano, portavi sempre una bandana a fiori e tagliavi il traguardo a braccia aperte, un gesto per abbracciare tutti, col sole che brillava nei tuoi occhi.

Quanti sorrisi in quei momenti, tanti “evviva”, “Marco sei grande”, “Marco sei forte”… Echi di risate, fiori, champagne, allegria.

Non eri solo… non eri stanco... ma poi, quale parentesi si aprì tra te e il mondo?

Frasi spezzate, ricordi traditi, amici che dimenticano e ti sei trovato solo con un vuoto che diventava sempre più grande per il tuo giovane cuore.

Non ti sei arreso per gli incidenti di percorso e le ferite del corpo le hai curate con la tenacia di un guerriero perché non eri solo… non eri stanco…

Avevi in te il seme della vittoria e il sole continuava a brillare nei tuoi occhi.

Quante volte hai ricominciato? Quante volte?

Tanti se lo stanno chiedendo come me in questi giorni…

Ci hai dimostrato che si lotta finché si è creduti, finché il seme della speranza riesce a germogliare come un fiore che cresce inaspettatamente in un terreno arido. Hai provato e riprovato finché le gocce della tua solitudine sono diventate un torrente di angoscia e poi un fiume di disperazione.

Hai remato controcorrente… Marco dei grandi traguardi hai avuto coraggio fino in fondo… fino a quando ti sei convinto che i tuoi sforzi erano vani e cominciavi a sentirti solo e stanco…

Quando una giovane vita come la tua si spezza, il cuore piange. Piange per tutti i sorrisi che potevi ancora donare, per le mille cose che la tua gioventù poteva offrirti, ma ti sei sentito solo e quelle gocce di solitudine ti hanno portato via.

Ti ricorderanno tutti con amore, tutti quelli che hanno saputo leggerti nel cuore.

Conoscevo soltanto il “Marco campione”, ma ora so che la tua giovinezza era sommersa da tante amarezze che ti hanno incenerito il cuore.

La parentesi si è chiusa.

Il mondo piange…

come me…

Daniela



A Marco Pantani

Perché hai lasciato
le tue ali
sull’asfalto?

Le montagne
ancora ti aspettavano
e noi,
noi qui
a chiederci
in silenzio,
un silenzio che urla,
pieno di dolore,
di colpa,
di ammissione d’incapacità,
a chiederci
perché non hai creduto ancora
nella vita;

ma ti ameremo sempre
fragile forte gigante
per quello che ci hai dato
anche come uomo,
e in questo amore
c’è il perdono
per la tua scelta di morte.

Ernestina Belloglio


Gli occhi di Pantani

Dicono, affermano, sentenziano
che eri sensibile, fragile e generoso.
Accusano, giudicano e diagnosticano
che eri introverso, depresso e assente.
Ma le tue valli erano gloriose
quando scendevi giù in picchiata.
Ma le tue scalate epiche imprese, stoiche; leone.
Forse ora cavalchi e pedali ancora quel sogno
nei circuiti del paradiso.
Forse non sei più primo, ma uno dei tanti
e sei felice.
Caro pirata senza navi e senza una compagna.
Cara la tua vita errante,
tra stradine in salita nel verde,
di curve affianco a profonde gole
e profumi di alte montagne.
Gli altri, sì gli altri, tutti dietro
ma il tuo traguardo è stata la morte.
E ora si chiedono, tutti si chiedono:
>.
Marco morto solo,
in una stanza da solo,
in una vita da solo,
in una corsa, vittoria, sconfitta, caduta e risalita da solo,
in un conforto di tanti amici e parenti da solo.
Forse nessuno ha la risposta,
ma per quanto ora non ci sei più
e i ricordi si moltiplicano e differenziano.
Io penso che
avevi occhi fissi, meravigliosi, buoni, tristi
e soli.

 

____________________
Mauro Facoltosi
www.ilciclismo.it

 
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