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Autore: Oggetto: Radioline

Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 01:11
stasera hanno fatto vedere su Sky un servizio sul Fondriest ed il suo viaggio in bici da Cles a Roma, per raccogliere fondi a favore di due organizzazioni umanitarie.
Fondriest ha incontrato parecchi ex-campioni del pedale tra cui il suo conterraneo Francesco Moser, il quale ha detto una cosa che mi è parsa piuttosto interessante.
Secondo lui se oggi si arriva quasi sempre in gruppo, se nessuno attacca più se non negli ultimi km, se la corsa diventa sempre più noiosa, la colpa è delle radioline che hanno ridotto i corridori ad automi radiocomandati.
In pratica i direttori sportivi, dirigendo il tutto dall'ammiraglia, impedirebbero ai propri atleti di prendere qualsiasi rischio.
Il risultato è che tutti aspettano gli ultimi km per fare qualche azione, è scomparsa la fantasia, sono scomparsi i colpi di scena inattesi, le imboscate o cose del genere.

Che ne pensate?
Secondo me non ha torto.

 

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  postato il 23/09/2008 alle 02:14
Mi pare se ne fosse già parlato tempo fa, ma questo argomento mi lascia sempre molto combattuto.

Abolire le radioline vorrebbe dire:
a) i direttori sportivi sarebbero poco più che "conducenti di ammiraglie" in gruppo;
b) aumentare a dismisura i rischi per i corridori, visto che i direttori sportivi sarebbero costretti ad andare anche in testa al gruppo per parlare con i propri ragazzi (o pretendiamo che uno si stacchi quando si va a 60 km/h, vada a parlare col ds e poi torni in testa?).

In effetti questo meccanismo di comunicazione (tutti [corridori e ammiraglie] in comunicazione con tutti, all'interno del team) è un po' troppo invasivo: si rischiano così non solo gli arrivi stile parata (vedi Larciano 2007 o tappe nei GT vari, e ho detto solo le prime due che mi son venute in mente), ma anche un eccessivo immobilismo per:
a) paura di prendersi delle responsabilità, soprattutto per i giovani ("Eh, il ds non m'ha detto di andare...");
b) eccessiva capacità di tenere tutto sotto controllo (il ds ti avvisa di chi c'è in fuga, di quanto hanno, etc. ogni volta che si vuole, non solo quando c'è il servizio info in corsa).

Quindi io direi che all'inizio di ogni tappa/corsa, il ds dovrebbe comunicare alla giuria/ai commissari i numeri di dorsale dei 2 corridori della squadra che avranno le radioline.
2 radioline ogni 8/9 corridori mi pare un compromesso accettabile.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 09:32
Non è colpa della radioline se si arriva sempre in volata. Ormai il ciclismo, come tutti gli sport cresce dal punto di vista delle prestazioni. Infatti adesso il livellamento verso l'alto ha portato molti corridori ad andare forte e fare la differenza è molto più difficile perchè nelle fasi finali della corsa trovi molti altri corridori in grado di primeggiare (e di farti stare in scia) nonchè numerosi gregari a tirare per i propri capitani. Io non abolirei le radioline che introducono nel ciclismo l'aspetto della tattica e del gioco di squadra che rendono più interessante questo sport.
Secondo me occorre abolire le limitazioni al chilometraggio per le corse minori.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 09:39
All'inizio se non sbaglio la radiolina l'aveva solo il capitano, non so quanto davvero possano influire sul risultato, occorrerebbe chiederlo a chi le usa in corsa e che tipo di uso se ne fa.
Quando non c'erano le radioline le notizie arrivavano dai giornalisti che seguivano la corsa, i suiveurs, oppure si aspettava la lavagnetta dei distacchi.

A me sembra che il modo migliore di correre sia quello spontaneo, come ha scritto monsieur, se i giovani corressero a briglia sciolta senza fermarsi a dire "mi ha bloccato il ds" sarebbe interessante capire che tipo di corse si possono avere.

Daccordo col tenerle massimo 2 per squadra.

Salvatore, l'assenza di radioline non credo porti alla totale assenza di tattica. Le azioni bene o male vengono pianificate a inizio tappa nelle riunioni di squadra credo.
Poi il cambio di tattica in corsa sta pure all'estro del ciclista che sa leggere la corsa meglio degli altri e fare il numero a sorpresa.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 09:49
L'assenza di radioline non annulla la tattica in corsa, ma con le radioline le informazioni viaggiano più velocemente e quindi si può decidere in tempo reale, soprattutto nelle fasi fluide della corsa, come comportarsi. Non dimentichiamo che le ammiraglie seguono i corridori in fuga dopo che hanno acquisito un minuto di vantaggio, e quando hanno tale vantaggio, spesso le strade non permettono di far risalire le ammiraglie fino alla testa della corsa. Inoltre in caso di forature di un capitano è molto meglio saperlo il prima possibile. Sono tanti i vantaggi delle radioline, forse non sono fondamentali, ma credo che se si decide di farle usare è meglio lasciare questa facoltà a tutti.
Io sono favorevole alle radioline.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 12:08
Originariamente inviato da Salvatore77

Non è colpa della radioline se si arriva sempre in volata.


non credo Moser si riferisse alle volate ma piuttosto alle tappe di montagna, quando nessuno attacca se non arriva l'ordine dall'ammiraglia, e spesso si assiste a vere e proprie processioni, con qualche scatto solo negli ultimi km.

C'è da dire che la cosiddetta intelligenza tattica, la lettura della corsa, che fa parte del bagaglio di un corridore come la potenza, la resistenza, il recupero, lo scatto ecc., viene parzialmente livellata dalle radioline.
Parecchi corridori in passato hanno vinto non perchè fossero i più forti, ma perchè erano i più svegli: oggi vincere solo perchè si è più svegli è sempre più difficile.

L'idea di un paio di corridori per squadra con le radioline la reputo ottimale.

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 23/09/2008 alle 12:16
Originariamente inviato da antonello64

L'idea di un paio di corridori per squadra con le radioline la reputo ottimale.


Non sarebbe male nemmeno limitarne l'uso per tappe particolarmente importanti dei GT.Ad esempio, a 50 Km dall'arrivo niente più radionline; questo però è più difficilmente attuabile: come si fa, si strappano gli auricolari ai corridori?
In ogni caso può essere una ipotesi.
Invece per gli arrivi con volatona reputo utilissime le radioline che possono contribuirea conoscere curve pericolose, fondo sconnesso, o pericoli vari in anticipo, limitando il rischio di cadute.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 12:36
Io invece sono convinto che con l'esasperazione della tattica (non sempre dovuta alle radioline) sono molti anni che accade che la strategia in corsa permette di far vincere anche ai non più forti.
Credo che nel ciclismo degli ultimi 20 anni l'innovazione (si fa per dire) più sostanziale che influisce di più sul risultato delle corse è la squadra, per cui la radiolina come strumento per le informazioni.
Ormai senza la squadra non vai da nessuna parte, soprattutto nei grandi giri. La Vuelta è un caso lampante dove il gregario del primo ha fatto secondo e forse poteva fare anche il primo.
Le squadre sono vere e proprie corazzate, cioè l'unione di 3/4 potenziali capitani per il risultato di un singolo.
La radiolina serve per le tattiche in gara, la mattina puoi anche fare un'analisi molto dettagliata delle potenziali tattiche attuabili, ma basta che cambi una sola variante, tipo la caduta di un capitano, un ventaglio, mal tempo, forature in fasi calde, che tutto salta.
Sul fatto di concedere la radiolina solo a qualche corridore, mi sembra una regola abbastanza assurda e inattuabile perchè bisognerebbe scegliere a priori chi deve avere le radioline, poi magari c'è un inconveniente tecnico a quelli con la radiolina oppure uno dei due che ha la radiolina va in fuga l'altro si ritira allora la squadra rimane senza. Secondo me l'alternative alle radioline è non darla a nessuno.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 12:45
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Mi pare se ne fosse già parlato tempo fa, ma questo argomento mi lascia sempre molto combattuto.

Abolire le radioline vorrebbe dire:
a) i direttori sportivi sarebbero poco più che "conducenti di ammiraglie" in gruppo;
b) aumentare a dismisura i rischi per i corridori, visto che i direttori sportivi sarebbero costretti ad andare anche in testa al gruppo per parlare con i propri ragazzi (o pretendiamo che uno si stacchi quando si va a 60 km/h, vada a parlare col ds e poi torni in testa?).


senza radioline prima le cose non è che andassero così male. Non ricordo corridori investiti da DS impazziti (ricordo uno investito da una macchina della giuria a dire il vero, forse in una corsa belga) nè direttori sportivi resi ininfluenti, visto che la tattica si è sempre fatta al mattino.
Non sono contrario alle radioline, ma alle comunicazioni tra ds e corridore, questo sì. I corridori dovrebbero esser tutti in frequenza con radiocorsa, per essere avvisati di condizioni climatiche, distacchi e quant'altro serva loro a gestirsi e a non correre rischi.
2 per squadra è un sistema nè carne nè pesce che non verrebbe accettato da nessuno.

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 23/09/2008 alle 12:51
E' giusto che in uno sport abbia anche una importante parte la casualità. Se si ritirano entrambi i corridori porta-radioline per caduta (è logico che nella scelta dei due si sceglieranno quelli che avranno la condizione atletica migliore per arrivare in fondo alla corsa) direi che la squadra rimane senza collegamento radiofonico, come un tempo accadeva sempre.
Riguardo alla sempre maggiore riduzione del range chilometrico degli attacchi importanti, sempre più a ridosso della cima dell'ultima salita, a dunque della diminuzione del tempo in cui ci lo spettatore si diverte di più, penso che sia in realtà maggiormente dovuto alla presenza delle grosse squadre, come dice Salvatore.
Perchè non ridurre di molto il numero di partecipanti per squadra, soprattutto nelle corse a tappe, invece, e pazienza se poi vengono le fughe-bidone: sarà la volta buona in cui ricominciano ad entrarvi anche i corridori di classifica?

 
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  postato il 23/09/2008 alle 12:57
Originariamente inviato da Subsonico

senza radioline prima le cose non è che andassero così male. Non ricordo corridori investiti da DS impazziti (ricordo uno investito da una macchina della giuria a dire il vero, forse in una corsa belga) nè direttori sportivi resi ininfluenti, visto che la tattica si è sempre fatta al mattino.


Non ricordo esattamente quando sono state introdotte le radioline, ma dubito che prima il gruppo fosse composto da 200 ciclisti di 20/25 squadre diverse e dunque da una "teoria delle ammiraglie" (cit.) di 40/50 (ma qualche squadra in qualche corsa ne schiera addirittura 3) unità.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 13:22
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da Subsonico

senza radioline prima le cose non è che andassero così male. Non ricordo corridori investiti da DS impazziti (ricordo uno investito da una macchina della giuria a dire il vero, forse in una corsa belga) nè direttori sportivi resi ininfluenti, visto che la tattica si è sempre fatta al mattino.


Non ricordo esattamente quando sono state introdotte le radioline, ma dubito che prima il gruppo fosse composto da 200 ciclisti di 20/25 squadre diverse e dunque da una "teoria delle ammiraglie" (cit.) di 40/50 (ma qualche squadra in qualche corsa ne schiera addirittura 3) unità.

E' certamente roba uscita fuori dal 2000 in poi.
Le gare ciclistiche han cominciato a farsi affollate dalla prima metà degli anni '80, al tour '86 ce n'erano addirittura 210 (prima di introdurre il limite di 200 partecipanti a corsa).
Sta di fatto che le ammiraglie, radioline o no, si son sempre mosse un sacco davanti e dietro il gruppo, e gli autisti di ammiraglie farebbero la loro porca figura anche in f1, anche in categorie molto basse.
Insomma, le radioline non influiscono più di tanto su questo. Hanno una grossa utilità invece nella sicurezza dei corridori, ma di questo ne abbiamo già parlato.

 

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  postato il 23/09/2008 alle 13:34
Originariamente inviato da Monsieur 40%

......

Abolire le radioline vorrebbe dire:
a) i direttori sportivi sarebbero poco più che "conducenti di ammiraglie" in gruppo;
b) aumentare a dismisura i rischi per i corridori, visto che i direttori sportivi sarebbero costretti ad andare anche in testa al gruppo per parlare con i propri ragazzi (o pretendiamo che uno si stacchi quando si va a 60 km/h, vada a parlare col ds e poi torni in testa?)...


a) probabilmente si ignora tutto il lavoro che fa un D.S. a monte dello start della gara

b) il regolamento tecnico U.C.I. stabilisce regole ferree sulle modalità di inserimento delle ammiraglie nel gruppo. L'ammiraglia può affiancare il corridore solo dietro la macchina del commisario (o giudice) di gara posizionata dietro al gruppo. Solo se il gruppo è composto da 10 unità(o meno) es. fughe, l'ammiraglia può affiancare il gruppo per assistere un proprio corridore.

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Non ricordo esattamente quando sono state introdotte le radioline, ma dubito che prima il gruppo fosse composto da 200 ciclisti di 20/25 squadre diverse e dunque da una "teoria delle ammiraglie" (cit.) di 40/50 (ma qualche squadra in qualche corsa ne schiera addirittura 3) unità.


Solo nelle corse a tappe è consentito l'utilizzo di una seconda ammiraglia al seguito della gara! La terza la usano i massaggiatori per spostarsi nei rifornimenti.

Detto ciò è innegabile che l'uso delle radioline tolga un po' di fantasia alla corsa ma è importantissimo il loro utilizzo per l'incolumità dei corridori.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 14:28
Originariamente inviato da Salvatore77

Io invece sono convinto che con l'esasperazione della tattica (non sempre dovuta alle radioline) sono molti anni che accade che la strategia in corsa permette di far vincere anche ai non più forti.


se un corridore riesce a vincere grazie alla miglior lettura della corsa e non soltanto grazie ai muscoli, per me è un fatto positivo.
La strategia, la tattica, la parte cerebrale dello gara è giusto che continui ad avere una collocazione importante in tutti gli sport.
Non trovo certo positiva una sua limitazione, e purtroppo le radioline un certo qual limite in tal senso lo hanno portato.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/09/2008 alle 14:35
Per vedere veramente come evolve una gara senza radioline si potrebbe fare una prova in corse minori o tra i giovani. Un po' come il doppio arbitro nel calcio che lo si era provato in Coppa Italia.
Poi se funziona, e sono di questo parere, si continua a portare avanti la proposta.

Usare due radioline mi sembra un'idea proponibile, ma alla fine credo che cambierebbe poco. Se uno riceve notizie o ordini poi li può dare agli altri. Una cosa buona a mio avviso sarebbe che il migliore in classifica di ogni squadra non la può utilizzare, in modo che nelle tappe di montagna (il migliore dovrebbe essere il primo in classifica per ogni squadra) cisia più lotta.

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 23/09/2008 alle 15:50
Originariamente inviato da antonello64
...Francesco Moser, il quale ha detto una cosa che mi è parsa piuttosto interessante.

mi sarei meravigliato del contrario...

In ogni caso, come ho detto qualche tempo fa, non credo che la radiolina possa influire in maniera sostanziale sulla condotta di gara di un atleta; eventualmente sarebbe un modo positivo di condizionare l'atleta: piuttosto che vedere un atleta privo di radiolina che da libero sfogo al proprio istinto col rischio (abbastanza probabile) che possa andare incontro ad una cotta vera e propria, preferisco di gran lunga vedere calma piatta e bagarre finale.
Mi si potrà ribattere che in tal modo si va incontro ad un piattume esasperato, ma non sono mai riuscito ad esaltarmi per la crisi di un atleta...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/09/2008 alle 22:10
a mio modo di vedere le radioline andrebbero abolite nelle categorie giovanili, quando si "studia" per diventare pro e di conseguenza bisogna giocoforza prendersi rischi e responsabilità di attaccare al momento giusto.

Tra i pro ci sono gerarchie più definite,e di conseguenza non è che influiscano alcunchè sulle tattiche di gara.

Il livellamento agonistico è purtroppo una mera conseguenza di preparazioni, spesso esasperate (e mi fermo qui), rapportini da allievo e visione della corsa declinata unicamente in difesa sempre.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/09/2008 alle 02:15
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

a mio modo di vedere le radioline andrebbero abolite nelle categorie giovanili, quando si "studia" per diventare pro e di conseguenza bisogna giocoforza prendersi rischi e responsabilità di attaccare al momento giusto.


Da quest'anno (o dall'anno scorso? No, non mi pare) tra i dilettanti c'è il divieto di usare le radioline nelle corse internazionali under 23...a parte il fatto che non capisco il senso di vietarle solo nelle corse internazionali under 23 (o le vieti sempre, o mai), in molti si sono lamentati di questa cosa, sostenendo soprattutto che avere la radiolina sia un vantaggio per parlare con il proprio ds senza dover andare all'ammiraglia ogni volta.
Poi secondo me aumenta la sicurezza dei corridori (possono ricevere info urgenti - esempio, camion in mezzo alla strada, per dirne una), cosa che senza radioline sarebbe un po' più difficile fare.

Certo, il ciclismo è stato ciclismo anche senza radioline, quindi è vero che sarebbe più vivo e più spontaneo, ma penso che non sia giusto fermare l'avanzare della tecnologia.

 

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  postato il 25/09/2008 alle 23:55
Originariamente inviato da Vuelta Espana
Certo, il ciclismo è stato ciclismo anche senza radioline, quindi è vero che sarebbe più vivo e più spontaneo, ma penso che non sia giusto fermare l'avanzare della tecnologia.


Io mi reputo un tecnofilo ma penso che la tecnologia debba essere usata
come ausilio alla creativita' umana senza mai annullarla.
Oggi assistiamo sempre piu` ad atleti-automi telecomandati da
qualcuno che sta in ammiraglia davanti ad un monitor.
Forse si dovrebbero porre dei limiti: ovvero semplificare e rendere
piu` sicuro lo scambio di informazioni fra corridori ed ammiraglie
evitando che si possano utilizzare visioni di gara diverse
da quelle ottenibili direttamente dalla squadra.

P.S.: tempo fa ho assistito ad un anedotto di quando non c`erano
radioline raccontato dal grande Massignan:
al Giro d`Italia si trovava in fuga nelle dolomiti
quando un motociclista tutto imbardato gli si affianco` per
avvertirlo che il DS aveva ordinato di fermarsi ad aspettare
il capitano. Ebbene a fine tappa scopri` che il DS non aveva mai
impartito quell`ordine e non riusci` mai a scoprire chi fosse stato
quel motociclista...

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 30/09/2008 alle 11:21
Sulla questione radioline riporto un estratto della gazzetta
sulla disfatta spagnola ai Mondiali:

"Negli ultimi 5 giri alle orecchie mi arrivava solo musica d'opera, ho dovuto staccarlo", ha raccontato Rodriguez. "Sì, non funzionavano e non potevamo comunicare, ma non cerchiamo scuse", ha replicato Freire. Meno autocritica da parte di Valverde: "Freire dice che stava bene, ma anche io ero in forma. E poi non sapevo dov'erano i miei compagni, gli auricolari non funzionavano e non sapevo cosa fare, non volevo attaccare con precipitazione".

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/09/2008 alle 11:28
La storia della musica classica l'avevo sentita anche io e devo dire che mi sono fatto belle e grasse risate.
Pensa se beccavano le frequenze di Radio Maria.

 

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Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
http://www.youtube.com/watch?v=lnX4uaDYyIU&feature=related

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 30/09/2008 alle 11:32
Originariamente inviato da pedalando

Sulla questione radioline riporto un estratto della gazzetta
sulla disfatta spagnola ai Mondiali:

"Negli ultimi 5 giri alle orecchie mi arrivava solo musica d'opera, ho dovuto staccarlo", ha raccontato Rodriguez. "Sì, non funzionavano e non potevamo comunicare, ma non cerchiamo scuse", ha replicato Freire. Meno autocritica da parte di Valverde: "Freire dice che stava bene, ma anche io ero in forma. E poi non sapevo dov'erano i miei compagni, gli auricolari non funzionavano e non sapevo cosa fare, non volevo attaccare con precipitazione".


Anche quelle degli italiani non funzionavano, la tattica l'ha fatta Bettini in corsa. Si capisce anche il perchè della scelta suicida della Spagna di non inserire Valverde nel tentativo di fuga al penultimo giro.
Su Repubblica ho letto che all'ultimo giro Valverde ha chiesto a Bettini quanti ne avesse in fuga, alla risposta di Bettini ha battuto un pugno sul manubrio e si è chiesto cosa ci facesse lì.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Feb 2006

  postato il 30/09/2008 alle 20:19
Originariamente inviato da pedalando - tratto da un'intervista all'embatido a microfoni spenti

"[...]. E poi non sapevo dov'erano i miei compagni, gli auricolari non funzionavano e non sapevo cosa fare,si stava facendo buio e avevo anche perso il mio cagnolino. Avevo freddo, chiamavo la mamma ma non mi rispondeva! Ho avuto tanta paura....poi è arrivato papà e mi ha portato a fare merenda.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/09/2008 alle 21:50
a me, varese è sembrata una bellissima corsa.
attacchi. contrattacchi
non c'erano le radioline, non funzionavano.

le radioline non servono aniente per la sicurezza, bastano moto e staffette.
servono a corridori con poca personalità, incapaci di pensare e rischiare

mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/02/2009 alle 14:55
Il tour de France vuole abolire le radioline

PARIGI - Su iniziativa del direttore di France Televisions, Daniel Bilalian, si e' aperto in Francia il dibattito sull'abolizione delle comunicazioni radio tra corridori e ammiraglie durante il prossimo Tour de France, e anche l'organizzazione della corsa francese sarebbe intenzionata a vietare l'uso dei dispositivi per comunicare a distanza. Il numero odierno dell'Equipe apre il dibattito sulla proposta, che trova l'appoggio di Eddy Merckx, ma anche numerosi detrattori, che pongono l'accento sulla questione della sicurezza, garantita dalla possibilita' di comunicare rapidamente eventuali situazioni di pericolo agli atleti. Gli organizzatori del Tour si starebbero consultando, in proposito, con la Federciclo francese per discutere gli aspetti regolamentari della questione. (Agr)

 

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Livello Gianni Bugno




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  postato il 27/02/2009 alle 20:44
io non ho dubbi : via le radioline dal ciclismo

si potrebbe provare facilmente per togliere a chi li ha i dubbi sulle questioni di sicurezza :

prossima Paris-Nice

senza radioline e vediamo se i rischi per il gruppo aumentano.

 

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oltre la cima

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 28/02/2009 alle 08:53
Anche io le abolirei. Qualcuno ha detto che così facendo i direttori sportivi diventerebbero solo degli autisti? Dissento. Diciamo che avendo le radio, peri direttori diventa molto più facile dare un senso alla loro presenza. Se invece si preoccupassero di allenare i loro atleti, di studiarsi i percorsi e di motivare al meglio i loro uomini, ecco che la loro presenza assumerebbe tutto un altro peso.
Al massimo concederei una radiolina per squadra. Ma se un capitano è un capitano vero (vedi Bettini a Varese o Pantani in anni passati) deve sapere da solo come cavarsela. E deve saper improvvisare e rispondere all'attacco di un rivale, senza che glielo dicano dall'ammiraglia.
Sennò si cade nell'equivoco di lavorare soltanto sui watt e poco sul cervello. Bettini aveva molti watt meno di tanti, Pantani era la metà di Armstrong e Ullrich, ma di fronte alla capacità di improvvisare, i campioni di soli watt, se gli togli le radioline, vanno a fondo...

 
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  postato il 28/02/2009 alle 09:25
concordo con grilloparlante.
Senza la radiolina si rischiera' di avere un DS dimezzato ma con la
radiolina si rischia (e vediamo che piu' che rischio e' una certezza)
di avere una squadra con le redini corte.

Se poi non si vuol proprio rinunciare alla tecnologia allora perche'
non aggiornarsi a cosa essa permette oggi?
Ad esempio:
installare un GPS sul casco di tutti i ciclisti per conoscere
la loro posizione (e visualizzarla cosi' le TV andrebbero in brodo di
giuggiole....) ed installare sull'ammiraglia un sistema esperto
(la un tempo lodata intelligenza artificiale) che sfruttando
simulazioni in tempo reale invia le istruzioni agli atleti.

P.S.: Anche in questo caso il DS farebbe solo da autista...

 

[Modificato il 28/02/2009 alle 09:28 by pedalando]

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 28/02/2009 alle 13:30
Correre senza radioline è come scrivere un testo con la macchina da scrivere. Si deve stare attenti il doppio, pensare a quello che si scrive, perché l'errore non si ripara: sesi sbaglia si butta il foglio e si ricomincia. Il computer invece - e così le radioline - permette di recuperare agli errori in tempo reale.
Se il mio rivale attacca e io non ho il distacco in tempo reale, cosa faccio? E' già un paio di chilometri che non lo vedo, cosa faccio: esco dal gruppo, tiriamo, cosa mi invento?
La radiolina azzera l'effetto sorpresa: sarò monotono, ma nel 2000 Armstrong seppe che davanti c'era Pantani verso Morzine solo grazie alla tv e alla radioline. Radio corsa non aveva riconosciuto Pantani e tardava a dare il numero, poi arrivò l'elicottero della tv, Bruyneel riconobbe Pantani dalle immagini grazie alla tele dell'ammiraglia e diede l'ordine di tirare.
E se Pantani invece che a 2 minuti saliva a 15 minuti? Siamo certi che la crisi che colse Armstrong sul Col de Joux Plane non sarebbe arrivata prima?
Okay, con i se non si va lontano,ma nemmeno con le radioline. Quindi voto contro, a maggior ragione nelle categorie giovanili, ovvio...

 
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  postato il 01/03/2009 alle 14:53
Ma allora non solo le radioline, togliamo anche le ammiraglie.
Non sono sarcastico, sono serissimo: se tanto i ds fanno il loro lavoro allenando i corridori, studiando i percorsi, andandoli a vedere prima, etc., allora a che serve l'ammiraglia? Per avere il meccanico? Per dare acqua e zuccheri ai corridori?

A queste cose potrebbero pensarci il servizio meccanico ed un servizio logistico, forniti dalla corsa (a tutte le squadre).

In questo modo avremmo non solo corse più "aperte", e sicuramente più fantasiose, ma avremmo anche meno inquinamento, meno emissioni di co2 dai tubi di scappamento, e il ciclismo potrebbe essere - meglio di quanto già non lo sia! - il miglior spot (e sport) per un ritorno alla salvaguardia dell'ambiente.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/03/2009 alle 16:47
Originariamente inviato da Monsieur 40%

In questo modo avremmo non solo corse più "aperte", e sicuramente più fantasiose, ma avremmo anche meno inquinamento, meno emissioni di co2 dai tubi di scappamento, e il ciclismo potrebbe essere - meglio di quanto già non lo sia! - il miglior spot (e sport) per un ritorno alla salvaguardia dell'ambiente.


Si potrebbe pensare a macchine e moto elttriche già da adesso. Si ridurrebbero le inalazioni da parte dei ciclisti che spesso respirano gas di scarico di auto e moto e per un atleta sotto sforzo non è una gran cosa intossicarsi a pieni polmoni.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/03/2009 alle 23:38
Originariamente inviato da Salvatore77

Originariamente inviato da Monsieur 40%

In questo modo avremmo non solo corse più "aperte", e sicuramente più fantasiose, ma avremmo anche meno inquinamento, meno emissioni di co2 dai tubi di scappamento, e il ciclismo potrebbe essere - meglio di quanto già non lo sia! - il miglior spot (e sport) per un ritorno alla salvaguardia dell'ambiente.


Si potrebbe pensare a macchine e moto elttriche già da adesso. Si ridurrebbero le inalazioni da parte dei ciclisti che spesso respirano gas di scarico di auto e moto e per un atleta sotto sforzo non è una gran cosa intossicarsi a pieni polmoni.


approvo, dopotutto non devono sostenere velocità eccessive (medie di max 50 km/h...) si potrebbe far un'eccezione giusto per le moto che seguono la corsa per la tv (per esser sempre sul pezzo) e, ovviamente, per i mezzi di soccorso.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/03/2009 alle 16:17
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Ma allora non solo le radioline, togliamo anche le ammiraglie.
Non sono sarcastico, sono serissimo: se tanto i ds fanno il loro lavoro allenando i corridori, studiando i percorsi, andandoli a vedere prima, etc., allora a che serve l'ammiraglia? Per avere il meccanico? Per dare acqua e zuccheri ai corridori?

A queste cose potrebbero pensarci il servizio meccanico ed un servizio logistico, forniti dalla corsa (a tutte le squadre).

In questo modo avremmo non solo corse più "aperte", e sicuramente più fantasiose, ma avremmo anche meno inquinamento, meno emissioni di co2 dai tubi di scappamento, e il ciclismo potrebbe essere - meglio di quanto già non lo sia! - il miglior spot (e sport) per un ritorno alla salvaguardia dell'ambiente.



Ma guarda Mario, secondo me potrebbe essere un'idea... e non solo per quanto riguarda il risvolto ambientale (che mi vede molto sensibile). Davvero potremmo sperimentarla una cosa così, quanto meno nelle gare in circuito come il mondiale...
Sulle radioline, io sarei per abolirle o al limite lasciarne una per team. Se il ciclismo negli ultimi anni ha presentato un tasso tecnico penosissimo non è solo per il livellamento che possiamo attribuire a medicina-alimentazione-materiali-tecniche di allenamento. E' perchè con la radio non si osa più, si calcola tutto, si uccide la fantasia.

 

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  postato il 29/06/2009 alle 18:13
I direttori sportivi contrari all'idea di proibire il collegamento radio con i corridori in corsa: ne va della loro professionalità
e della sicurezza degli atleti.
"Un provvedimento fuori tempo e fuori luogo"


29 giugno – ADISPRO International, l'associazione che raccoglie la categoria professionale dei direttori sportivi del cicismo, è impegnata dall'anno scorso nell'affermare e tutelare la professionalità dei tecnici. Una prerogativa troppo spesso mortificata da chi, per scarsa conoscenza, continua a trattare i direttori sportivi alla stregua di semplici "autisti delle ammiraglie".
Consapevoli del loro ruolo centrale, i tecnici del ciclismo tengono invece ad accrescere il proprio peso nel mondo del ciclismo. Rientrano in quest'ottica sia la volontà di sottolineare la netta separazione tra il ruolo tecnico-tattico del direttore sportivo (dipendente della società sportiva) e quello del team manager, sia l'intenzione di concordare con l'Union Cycliste Internationale l'istituzione di un corso che porti al rilascio di una licenza internazionale.
La prospettiva di un approccio sempre più professionale all'attività del direttore sportivo viene però contraddetta da iniziative come l'"esperimento" che avrà luogo nel corso del prossimo Tour de France: il divieto di utilizzare, durante due tappe, il collegamento radio fra tecnico ed atleti.
ADISPRO International ritiene che, se effettivamente attuato, questo provvedimento possa pregiudicare anzitutto la sicurezza dei corridori e, in secondo luogo, la possibilità per i direttori sportivi di svolgere in modo dignitoso ed efficace il proprio lavoro. Le strade non sono più quelle di un tempo, spesso presentano insidie di varia natura e le corse risultano sempre più affollate di automobili e motociclette. Proibendo l'utilizzo dei collegamenti radio, i corridori perderebbero il solo strumento attraverso cui comunicare tempestivamente eventuali pericoli. I direttori sportivi, dal canto loro, sarebbero costretti a frequenti (e fors'anche spericolate) manovre per raggiungere gli atleti in gruppo allo scopo di comunicare con loro.
Di fatto, proprio nelle fasi decisive della corsa, quando si esalta il rapporto tecnico-tattico tra corridore e direttore sportivo, a quest'ultimo verrebbero pressoché inibito l'esercizio del proprio ruolo professionale. Una circostanza che non trova analogie in altre discipline sportive.
Alla luce di queste valutazioni, ADISPRO International non esita a definire la proibizione dell'utilizzo dei collegamenti radio in corsa un provvedimento fuori tempo e fuori luogo.

(ufficio stampa)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2009 alle 13:02
Cioè fatemi capire...

Per tutelare (risollevare, direi io) la dignità professionale dei DS occorrono le radioline? E io che pensavo che per tutelare/risollevare il loro ruolo servirebbe di mandarne a casa metà e mandarne a ripetizione l'altra metà richiedendo loro di rifare l'esame per il patentino.

E poi... ma non sapevo. Cioè, i corridori ascoltano per ore il DS che gli dice "occhio allo spartitraffico!", "curva pericolosa a destra"? Ma questa sarebbe la professionalità di un DS? A me pare di più un navigatore. O forse è il contrario? Cioè sono i corridori che, stando davanti alle ammiraglie comunicano a turno "c'è un tombino", "dare la precedenza" e via andare?

Che pena! Che pena! Ci sono n motivi per difendere le radioline (io le abolirei) e questi che ti tirano fuori? La professionalità da non svilire e la sicurezza. Ecco, già da questo vi rendete conto di che gente sono.

PS. Martini è stato un DS con poca dignità. Guimard pure. Per non parlare di tutti gli altri che non avevano le radioline.

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 01/07/2009 alle 13:36
Mi ha colpito una frase del comunicato:
"...Di fatto, proprio nelle fasi decisive della corsa, quando si esalta il rapporto tecnico-tattico tra corridore e direttore sportivo, a quest'ultimo verrebbero pressoché inibito l'esercizio del proprio ruolo professionale."
Il proprio ruolo professionale sarebbe....quello di fermare Basso (cosa assurda) per aiutare Pellizotti.....oppure....fermare Pauwels (ancora più assurda)lanciato verso una vittoria di tappa?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2009 alle 13:55
Originariamente inviato da Alanford

Mi ha colpito una frase del comunicato:
"...Di fatto, proprio nelle fasi decisive della corsa, quando si esalta il rapporto tecnico-tattico tra corridore e direttore sportivo, a quest'ultimo verrebbero pressoché inibito l'esercizio del proprio ruolo professionale."
Il proprio ruolo professionale sarebbe....quello di fermare Basso (cosa assurda) per aiutare Pellizotti.....oppure....fermare Pauwels (ancora più assurda)lanciato verso una vittoria di tappa?


bè, pauwels non sono riusciti a fermarlo con la radio, è dovuta arrivare direttamente l'ammiraglia...

questo per dire che un ds è bravo o incapace indipendentemente dalle radioline...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/07/2009 alle 23:26
quella della sicurezza è la baggianata più grande del mondo.
le radiuline uccidono la fantasia e l' azzardo

non sono certo l' unico male del ciclismo, ma toglierle aiuterebbe a vedere corse un poco piu' vive

ciao

mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2009 alle 14:18
Sentito? A quanto pare le 2 tappe incriminate si correranno con le radioline per una petizione popolare. Ahh, le grandi lotte per la libertà.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2009 alle 14:28
cmq non se ne può davvero più di tutto questo tira e molla sulle radioline come se fossero l'unico male del ciclismo.

si discuta pure delle radioline, ma ci stanno almeno un'altra decina di problemi più gravi da risolvere.
mi rendo conto che per dirigenti, organizzatori e giornalisti è più facile parlare di questo che non affrontare i vari problemi politici e della sicurezza, però basta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/09/2009 alle 13:19
Un po' di buone notizie (in mezzo alle solite stronzate)

Uci: deciso il divieto progressivo delle radioline


Il Comitato Direttivo dell’Uci ha preso ieri alcune decisioni molto importanti. Dopo l’assegnazione di diversi campionati mondiali, tra i quali Olanda 2012 per la strada, e l’approvazione dei calendari agonistici (fra questi anche quello del ProTour, nonostante alcune gare non abbiano ancora ricevuto formamlmeente il rinnovo della licenza), il Comitato Direttivo ha approvato la nomina dei rappresentanti delle squadre in seno al ProTour: gli eletti sono Roberto Amadio della Liquigas e Jonathan Vaughters della Garmin-Slipstream, quest’ultimo presidente della AIGCP.

Altre cose importanti:
RADIOLINE: Dopo una riflessione approfondita riguardo l’utilizzo delle radioline, il Comitato Direttivo ha deciso di seguire la raccomandazione della Commissione Strada dell’Uci, la quale ha proposto il divieto progressivo di utilizzo per tutte le categorie agonistiche. I suoi membri ritengono che l’utilizzo delle radioline snaturi il ciclismo stesso e inoltre la Commissione ha raccolto il parere della gran parte dei protagonisti del ciclismo stesso. Il divieto di utilizzo è già in vigore per Juniores e Under 23 mentre sarà messo a punto un calendario apposito per l’introduzione della norma tra i professionisti.

ANTIDOPING – Il regolamento Antidoping è stato modificato per includere una nuova sezione dedicata all’educazione antidoping dell’Uci Questa dovrà essere obbligatoriamente seguita daai corridori inclusi dall’Uci nelle famose liste “ciblé”. Le Federazioni nazionali saranno vivamente incoraggiate a chiedere ai corridori e alle loro squadre di seguire questo programma.

CLASSIFICHE – Il Comitato Direttivo ha deciso di abbandonare la classifica Equipes Continentales Professionnelles UCI partecipanti al programma del passaporto biologico, perché questa non ha riscontrato l’interesse auspicato.

(www.tuttobiciweb.it)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/11/2009 alle 17:06
Tuttobici di novembre pubblica a pagina 64 una inchiesta sul parere espresso da alcuni tecnici dell'ammiraglia in tema radioline.

Come già espresso io sono per l'abolizione delle radioline o - se serve un compromesso - per una loro forte riduzione. Ecco perchè alcune dichiarazioni rasentano, secondo me, il ridicolo, oltrechè la scarsa cifra tecnica di chi dirige i ciclisti.

Alberto Volpi, presidente dei DS italiani
"se si vuole abolire il supporto della tecnologia bisogna eliminare anche l'uso dei contachilometri, cardiofrequenzimetri e di tutto il resto".

Che c'azzecca il cardio che gestisco da solo con la radiolina gestita dall'ammiraglia? Tant'è poi che molti non usano nè cardio ne ciclocomputer, in corsa. Insomma, una dichiarazione che non sta nè in cielo nè in terra. Se questi sono i difensori delle radioline, immaginiamo gli altri.
Ecco ad esempio Franco Ballerini, CT della nazionale :
"A quei commentatori che vogliono togliere le radioline dico di lavorare senza computer e di usare memoria e fantasia quando elencano i piazzamenti dei corridori, anche di quelli sconosciuti, nelle corse più disparate. Se si deve fare un passo indietro, allora facciamolo tutti".

Dichiarazione da vertenza sindacale. Colui che è per l'abolizione è un telecronista? Noi rinunciamo alle radioline ma allora lui rinunci al pc? E'un medico? Rinunciamo alle radioline se lui rinuncia alla Tac e torna alle radiografie. Ok, ma cosa c'entra? Le radioline possono essere tolte o messe a seconda di cosa si fa negli altri mestieri, soprattutto quelli che ruotano attorno alle corse?


Giancarlo Ferretti
"In ogni disciplina il tecnico ha la possibilità di rimanere a contatto con gli atleti e non capisco perchè nel ciclismo si voglia agire diversamente"

Ma prima delle radioline i vecchi tecnici come Ferretti non erano a contatto con i loro corridori? Sì: erano in ammiraglia e avevano un regista che faceva avanti e indietro oppure ogni tanto faceva una capatina in avanti lui con la macchina. Semplice. Poi questo continuo riferimento agli altri sport: a parte che ogni sport è singolare e diverso rispetto agli altri, non mi pare che gli sport più popolari, tipo calcio o basket o pallavolo, sotto il profilo tecnico e delle regole siano molto diversi da 50 anni fa, anzi. Nel calcio la moviola in campo, tanto per rimanere in ambito tecnologico, continua a venire proposta senza alcuna intenzione da parte della Fifa, di introdurla. In formula1 ogni qualche anno si da un discreto giro di vite sull'uso della tecnologia per rendere più interessante la gara...

Gianluigi Stanga
"Il ciclismo è attanagliato di problemi seri che andrebbero urgentemente risolti e invece si parla di modificare qualcosa che già funziona."

Stanga dovrebbe ringraziare il cielo se nel ciclismo non ci si occupa di problemi seri. E non fatemi dire di più solo perchè siamo su uno spazio pubblico.

Ancora Stanga: "Spero che prima o poi qualcuno mi spieghi perchè si vuole per forza rovinare il nostro sport".

Cioè abolire le radioline significa rovinare il ciclismo. Avere DS che hanno rovinato e rovinano autentici campioni invece non si ripercuote sul ciclismo. Avere DS i cui corridori, anni dopo, hanno scritto libri in cui si dice che il DS... o che hanno parlato a giudici di sistemi... no, quello non rovina il ciclismo.

***

Tratto comune a tutti gli intervistati: le radioline servono per la sicurezza, visto il proliferare di rotonde, spartitraffico e via andare.
Intanto vorrei sapere: come fanno le ammiraglie a vedere gli ostacoli se passano sulla strada dopo i corridori? Ma tralasciamo... anche se fornendo una risposta a ciò smaschereremmo la principale scusa dei ds...

Più che altro, da questi DS così preoccupati della sicurezza vorrei sapere perchè permettono ai loro corridori di allenarsi tranquillamente in mezzo al traffico senza casco.
O, in modo meno qualunquista, vorrei sapere da questi stessi DS ci dovrebbero spiegare come si fa ad essere per la sicurezza dei corridori e poi permettere loro di scendere il pavè del Kemmelberg in una giornata piovosa con telaio monoscocca in carbonio e ruote in carbonio alto profilo.

Ecco, a parte questo, se il problema fosse davvero la sicurezza, io ho già tre soluzioni pronte per tutelare l'incolumità dei corridori senza che l'invadenza dei DS arrivi a determinare le tattiche di corsa, con detrimento per l'autonomia di pensiero del corridore, cosa che per forza fa crescere lo spettacolo (di livello assai basso negli ultimi anni) delle gare.

Ecco allora le possibili soluzioni:
1) dotare un solo corridore per squadra della radiolina. Quando arriva l'input "occhio alla fioriera a bordo strada", basterebbe che i 20-22 dotati di trasmittente si passassero voce, come già fanno oggi professionisti, dilettanti, amatori, categorie giovanili, e come fanno da quando hanno inventato la bici, anche se dalla tv non ce ne accorgiamo.

2) dotare tutti i corridori di una trasmittente da cui ricevono le info sulla strada da una "safety car" che stia davanti a loro di 4-500 metri: o davanti ai fuggitivi, se il loro vantaggio è inferiore ai 60 secondi, o davanti al gruppo se il vantaggio è superiore. In questo secondo caso per i fuggitivi (e per i dispersi dietro) non ci sono problemi perchè sono in numero esiguo e si possono gestire da soli.
All'organizzazione questa novità comporterebbe un costo davvero irrisorio: un'auto in più (a parte che il safety man può stare su un'auto già in servizio) e una trasmittente.

3) dotare tutti i corridori di un navigatore satellitare tipo tom-tom dotato di solo audio anzichè di audio e video. Prima della corsa caricano il percorso e ovunque sono la voce metallica, maschile o femminile, italiana o svedese o cinese, gli dice "alla rotonda prendere la seconda uscita" oppure "tra 200 metri svoltare a destra".
Unico neo di questa proposta rispetto alla safety car è che il navigatore non ti segnala il cane randagio in mezzo alla strada o l'auto in panne dietro al tornante...

 

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Livello Octave Lapize




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  postato il 22/11/2009 alle 17:24
Originariamente inviato da Frank VDB


Ecco ad esempio Franco Ballerini, CT della nazionale :
"A quei commentatori che vogliono togliere le radioline dico di lavorare senza computer e di usare memoria e fantasia quando elencano i piazzamenti dei corridori, anche di quelli sconosciuti, nelle corse più disparate. Se si deve fare un passo indietro, allora facciamolo tutti".

Dichiarazione da vertenza sindacale. Colui che è per l'abolizione è un telecronista? Noi rinunciamo alle radioline ma allora lui rinunci al pc? E'un medico? Rinunciamo alle radioline se lui rinuncia alla Tac e torna alle radiografie. Ok, ma cosa c'entra? Le radioline possono essere tolte o messe a seconda di cosa si fa negli altri mestieri, soprattutto quelli che ruotano attorno alle corse?



Mi sembra un riferimento nemmeno troppo velato a Cassani e al suo articolo su Bs di novembre.


 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 22/11/2009 alle 17:33
Anch'io sono per l'abolizione delle radioline. Totale. Da subito. Ma se proprio occorrerà andare per gradi me ne farò una ragione...

L'inchiesta citata ha un difetto originario, da quanto leggo: fa parlare solo i Diesse, ovvero gli unici che vedrebbero ridimensionato il loro ruolo. Le loro argomentazioni, per di più, sono talmente inconsistenti e pretestuose da rafforzare l'idea che senza radio si può davvero vivere.

Forse all'inizio sarà un problema per i corridori cresciuti a pane e radioline, ma tutti sapranno adeguarsi rapidamente all'incredibile onere di ragionare con la propria testa, di sapere in ogni momento quale è il proprio dovere.
I corridori del passato, oggi tanto derisi, quelli del "Ciao mamma, sono contento di essere arrivato 1" ci riuscivano benissimo. Quindi...

Qualcuno non ci riesce? Significa che non sa fare il suo lavoro, stia a casa, non mi mancherà.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/11/2009 alle 17:47
Originariamente inviato da pitoro

L'inchiesta citata ha un difetto originario, da quanto leggo: fa parlare solo i Diesse, ovvero gli unici che vedrebbero ridimensionato il loro ruolo.


Per completare il quadro, l'unico DS intervistato e che si è pronunciato contro le radioline è stato Davide Boifava. L'unico, però. Il mese scorso invece hanno ospitato due interventi (Cassani e un medico) in due articoli, uno pro e uno contro le radioline.
Ti segnalo che Boifava adduce alla sua tesi molte delle nostre tesi sulla fantasia e l'istinto... non a caso Boifava sbaglio o era al volante dell'ammiraglia della Carrera quando per poco (=per Bugno!) Chiappucci non ribalta il Tour '92 con una fuga da matti verso Sestriere?

 

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