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Autore: Oggetto: Pantani

Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/05/2010 alle 18:23
comunque ho Letto ma non Capito nulla.
due righe di premessa le potete mettere, per chi, come me, ha la fortuna di non vedere la rai?

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 13/05/2010 alle 18:34
Preziosi: "io c'ero e non ha detto nulla del genere"... Che anche lui non abbia "capito"?

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 13/05/2010 alle 19:11
Proprio oggi non ho visto la tappa perché ero fuori, mi hanno telefonato diverse persone e mi hanno detto.
Intanto ringrazio veramente di cuore Admin per aver parlato del comunicato e di quanto ha dichiarato Letta, dato che poco fa mi ha chiamata anche Tonina, anche lei voleva ringraziarti perché nel silenzio generale hai rotto quel muro di gomma.
Preziosi dice che non ha detto niente del genere.
Ecco
http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/Page-51fc1 ... 3f42a.html
Io credo che non starò zitta, da spettarice con capoccia vagamente pensante.

 

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IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/05/2010 alle 19:55
Scusa Donchi, il tuo link non funziona (l'indirizzo era troppo lungo).

Questo dovrebbe andare meglio: http://tinyurl.com/388ebx4

Preziosi: ma va là!!!

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 13/05/2010 alle 20:21
Avevo detto che non stavo zitta, insieme a Marcobecks abbiamo preparato questa e maail da mandare alla De Stefano e a Bulbarelli.
Anche Tonina si è detta contenta sull'iniziativa.
Una cosa da semplici tifosi indignati, se qualcuno volesse aggiungersi, lo dica, noi la mandiamo entro oggi, comunque.
Io ho una vecchia mail di De Stefano e Bulbarelli, se qualcuno ne avesse una più recente ...

Siamo tifosi di Marco Pantani e spettatori del Processo, l'oggetto non e'
>
> commentare le parole dei vostri ospiti, da Capossela a Gattuso, da
>
> Zambrotta a Baccini, sull'affetto verso Marco, ma il limite
> imprescindibile
> della verità che non può essere negata.
>
> Oggi il Sig. Preziosi ha smentito seccamente in diretta Marco Grassi di
>
> Cicloweb che, nel silenzio di tutti i media, aveva parlato del comunicato
>
> della famiglia Pantani:
>
> http://www.pantani.it/news-dettaglio.asp?IDNews=80
> in risposta alle affermazioni di Gianni Letta.
>
> Qui c'e la prova video:
>
> http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programm ... tItem-5d0b
> 5820-f32b-4cf6-b6f5-94ab257964b1-tg2.html?p=3
>>
> Ci sembra ci sia il motivo e sostanza per ristabilire su questa vicenda una
> verità che
> non può essere continuamente conculcata ogni volta che qualcuno
> parla di
> Marco Pantani.
>
> E se le parole di Gianni Letta hanno avuto ampia diffusione, anche la
>
> replica della famiglia Pantani, in un paese normale, dovrebbe averla.
>
> Oggi al processo e' stato cosi' solo in parte.
>
> Saremmo grati se venisse ristabilito tale diritto che per voi giornalisti
>
> si chiama Dovere di Cronaca.
>
> Saluti
>
> Marco Alessandro D'ambrosio
>
> Maria Rita Ferrara
>
> Gabriele e Mara Guerini
>
> Catia Salvatori
>

 

[Modificato il 13/05/2010 alle 20:53 by Donchisciotte]

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  postato il 13/05/2010 alle 20:51
A proposito delle dichiarazioni di Letta secondo il quale Coppi e Bartali facevano sport in modo assolutamente puro posso assicurare che nella mia videoteca ho due VHS della LOGOS sulla vita di Coppi in uno dei quali appaiono i due campioni ospiti di Mario Riva ,credo al musichiere del
1958.Sull'aria di una vecchia canzone "come pioveva" Coppi canta pressapoco "Giri d'Italia io ne ho vinti tanti senza mai prendere droghe o eccitanti" replica Bartali "Giri d'Italia si tu ne vincevi ma le prendevi se le prendevi" Allora il doping non era una tragedia ma motivo di ironia e non era logicamente reato e neppure così devastante e determinante come ora.Credo pertanto che l'On.Letta dovrebbe rivedere le proprie teorie sulla differenza morale tra le due epoche citate.

 
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Livello Giro




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  postato il 13/05/2010 alle 21:33
Voglio solamente ringraziare il sig. Marco Grassi per il suo intervento al processo in difesa del povero Marco, mentre preferisco non dir nulla sulle reazioni avvenute dopo.

Spesso mi rendo proprio conto che Pantani ha fatto conoscere il ciclismo a gente che neppure ne sapeva l'esistenza. Ha fatto appassionare tanta gente compreso me, ma purtroppo nessuno da importanza a ciò.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 14/05/2010 alle 08:18
Questa l' e mail che Marcobecks ha inviato a Auro Bulbarelli e Alessandra De Stefano. E, per abbondare, l'ho mandata anche a Gianni Mura:

Siamo tifosi di Marco Pantani e spettatori del Processo, l'oggetto non e'
commentare le parole dei vostri ospiti, da Capossela a Gattuso, da
Zambrotta a Baccini, sull'affetto verso Marco, ma il limite
imprescindibile della verità che non può essere negata.
Oggi il Sig. Preziosi ha smentito seccamente in diretta Marco Grassi di
Cicloweb che, nel silenzio di tutti i media, aveva parlato del comunicato
della famiglia Pantani:
http://www.pantani.it/news-dettaglio.asp?IDNews=80
in risposta alle affermazioni di Gianni Letta.
Qui c'e la prova video:
http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5d0b5820-f32b-4cf6-b6f5-94ab257964b1-tg2.html?p=3
e qui l''intera conferenza audio
http://www.radio.rai.it/radio1/video/video.cfm?Q_EV_ID=314961
Ci sembra ci sia il motivo e sostanza per ristabilire su questa vicenda una
verità che
non può essere continuamente conculcata ogni volta che qualcuno
parla di Marco Pantani.
E se le parole di Gianni Letta hanno avuto ampia diffusione, anche la
replica della famiglia Pantani, in un paese normale, dovrebbe averla.
Oggi al processo e' stato cosi' solo in parte.
Saremmo grati se venisse ristabilito tale diritto che per voi giornalisti
si chiama Dovere di Cronaca.

Saluti.

In FEDE

Marco Alessandro D'ambrosio
Maria Rita Ferrara
Gabriele e Mara Guerini
Catia Salvatori
Omero Panetta
Giulia Scala
Luca Bellin
Maria Giulia Malavasi
Marco Bonserio
Alessandro Costantino
Lorenzo Pennese

 

[Modificato il 14/05/2010 alle 08:40 by Donchisciotte]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/05/2010 alle 08:26
Spero che ne parlino oggi di questa mail in qualche modo, lo spero vivamente!

Ho addosso tanta tristezza per sta storia, davvero tanta

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 15/05/2010 alle 14:29
Visto che il processo non ci si era filati, abbiamo mandato l'e mail sottoindicata a Tuttobiciweb e al Sig. Preziosi.
Adesso Tuttobiciweb ha pubblicato la nostra e mail.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=29309&tp=n
Adesso, almeno per i tanti appassionati di ciclismo che leggono Tuttobiciwe, è ufficiale che Preziosi negando quanto stava dicendo Grassi a proposito delle dichiarazioni di Letta ( che fossero state fatte, almeno) ha detto una cosa non vera.
A furia di vedersi rompere l'anima, la pianteranno?



 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 20/05/2010 alle 19:19
Domani si arriva a Cesenatico, si scala il Barbotto e si torna lì dopo undici anni, l'ultima volta era il 1999 e mancava poco a Campiglio.
Giornata triste domani.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 21/05/2010 alle 19:09
C’est un geant.
Riemersa dalle lacrime delle immagini finali, c’è da dire solo questo.Un gigante.
E’ morto sei anni fa, ha vinto l’ultima corsa dieci anni fa, l’hanno seppellito di merda ininterrottamente dal 1999 ad oggi e la risposta l’abbiamo vista anche oggi, con l’arrivo del Giro a Cesenatico.
Tanta gente a ricordarlo, TUTTI a dire che se amano il ciclismo lo amano per Pantani.
Pure i turisti francesi lo hanno ricordato ,oggi.
Ha vinto Belletti ( stesso cognome di Tonina), che scrive Belletti Manuel come Pantani scriveva Pantani Marco, stordito dalla gioia ha ripetuto come un haiku il suo amore per Pantani, ha seguito le sue imprese e ha deciso di fare il ciclista e ha vinto, lui romagnolo, a Cesenatico davanti al monumento a Pantani.
Garzelli, la sua emozione e il suo ricordo vero, Vicennati era là, nella bolgia consueta del Processo dai mille ospiti, ma era là e sapeva di Pantani, Paolo era là,Sacchi ha detto una frase lancinante: il suo affetto per Pantani e il dolore profondo perché è morto e stava molto, molto, molto male. Comunque sia morto, tanti dubbi ci tormentano, stava male, troppo male.
Ma i suoi persecutori, quelli che sapeva di avere e quelli che, forse, non sospettava potessero fargli del male, sono niente, non lasceranno traccia, il sorriso di Marco nelle immagini di oggi, la commozione di tutti, le emozioni che ci ha dato, anche oggi, dopo tanti anni,la sua capacità di furibondare il ciclismo, hanno vinto per sempre.
In faccia ai maligni e ai superbi il suo nome scintillerà.
Marco, diceva Vicennati in un suo libro, è il cavaliere che ha fatto l’impresa per sempre. Mai definizione fu più felice.
Oggi è uscito un dvd ( due dvd) su Pantani con la Gazzetta, voluto da un sondaggio e andato a ruba, mi dicono.
Cosa volete che conti chi ancora si riempie la bocca a vanvera con il suo nome abbinandolo al doping, maligni e superbi, pieni di mediocre astio per la grandezza.
Per una volta la gente è più intelligente dei media e ha già scelto. Pirati, per sempre.
Peccato non possa vederlo lui, quanto amore gli abbiamo dato anche oggi.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. In faccia ai maligni e ai superbi. Hasta siempre Capitano!


 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 21/05/2010 alle 21:12
Originariamente inviato da Donchisciotte

Domani si arriva a Cesenatico, si scala il Barbotto e si torna lì dopo undici anni, l'ultima volta era il 1999 e mancava poco a Campiglio.
Giornata triste domani.


Che bei giorni quelli, se non ricordo male finì con una incredibile volata tra Pantani e Jalabert, in rosa con qualche centesimo proprio su Marco dopo la crono! Ma forse era il giorno prima e approfittando di uno strappetto Marco aveva provato a vincere per arrivare in rosa tra la sua gente (don Chisciotte dcorreggimi se ho sbagliato qualcosa).
Immensamente GRANDE

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2010 alle 21:14
la volata tra Pantani e Jalabert era a Brescia, non credo che a Cesenatico sia successo qualcosa di particolare

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 21/05/2010 alle 21:26
Grazie Meriadoc, sono andato a rivedere le tappe di quell'anno. Tappe a Brescia nn ce n'erano, forse intendi quella di Lumezzane (16 tappa) che era effettivamente dopo Cesenatico (11 tappa) e vinse Jalabert. Jaja aveva vinto anche la 4 tappa (di sicuro non è quella che dico) e la crono, dopo la quale era finito in rosa davanti a Pantani per meno di un secondo. In ogni caso ricordavo male, era semplicemente una volata atipica dato lo strappetto finale, e Marco era già in rosa

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 21/05/2010 alle 21:32
Confermo Meriadoc, a Cesenatico Pantani era a 4 secondi da Jalabert, mentre la tappa era la
Biella-Lumezzane, ordine d'arrivo:

Classifica

Laurent Jalabert (Fra-Once) in 5h51'36" (media 41,468 km - abbuono 12")
Marco Pantani (Ita) st - abbuono 8"
Gilberto Simoni (Ita) st - abbuono 4"
Roberto Heras (Spa) a 3"
Marco Velo (Ita) st
Davide Rebellin (Ita) st
Oscar Camenzind (Svi) st
Paolo Savoldelli (Ita) st
Giuseppe Di Grande (Ita) st
Nicola Miceli (Ita) a 6"
Enrico Zaina (Ita) a 9"
Serguei Gontchar (Ucr) st
Niklas Axelsson (Sve) st
Andrei Zintchenko (Rus) a 11"
Roberto Sgambelluri (Ita) st
Ivan Gotti (Ita) a 14"
Daniel Clavero (Spa) a 23"
Olivier Asmaker (Fra) a 10'48"

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2010 alle 21:34
la crono credo che l'avesse vinta Gonchar

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 21/05/2010 alle 21:34
E questa era l'intervista post-tappa a Pantani, viene il groppo in gola... :-(
"Mi sono emozionato molto nel correre sulle strade di casa, quelle che faccio tutti i giorni. Passare davanti alla mia vecchia abitazione e sentire il calore della gente che ti acclama e' stato bellissimo". Ecco come Marco Pantani ha commentato l'arrivo a Cesenatico.
Dopo la tappa si e' concesso due ore di riposo a casa, dopo essere passato dal chiosco di mamma Tonina per mangiarsi una piadina alla cioccolata, la sua preferita. a casa ha giocato con i suoi cani, Azzurra ed Ercole e ha trovato ad aspettarlo la fidanzata Cristina.
E la corsa? "Non mi sono meravigliato a vedere Jalabert sprintare all'Intergiro. Dimostra quanto tiene alla maglia rosa. Ho preferito evitare rischi e cosi', nel finale, ho messo la squadra davanti".

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 26/05/2010 alle 12:16
La locandina è più carina, colorata e con la foto di Marco, ma a me, copiano e incollando viene solo la parte scritta.
Comunque è solo per ricordare, a chi fosse a Brescia, che durante la Notte rosa ci sarà anche questo spettacolo.



GIOVEDIʼ 27 MAGGIO 2010 - ore 22.15
PIAZZA DEL MERCATO - BRESCIA
in occasione della
NOTTE ROSA
ASSOCIAZIONE CULTURALE OVERLORD e FONDAZIONE MARCO PANTANI ONLUS
presentano lo spettacolo teatrale
MARCO PANTANI
il campione fuori norma
di Alessandro Albertin
liberamente tratto da
IL CAPRO ESPIATORIO - IL RITUALE VITTIMARIO: IL CASO MARCO PANTANI, di Maria Rita Ferrara
con Alessandro Albertin e Michela Ottolini
REGIA
Michela Ottolini
__________________________________________________________________________________________
5 giugno 1994, Passo del Mortirolo: scalandolo come fosse una semplice collina, Marco Pantani entra
prepotentemente nel cuore dei tifosi italiani. Comincia da lì una carriera straordinaria, il cui apice viene
raggiunto nel 1998, con la conquista del Giro d’Italia e del Tour de France.
5 giugno 1999, Madonna di Campiglio: a due tappe dalla fine di un Giro d'Italia che sta dominando, viene
fermato perché il suo sangue presenta dei valori fuori norma.
Esattamente cinque anni dopo la favola finisce e comincia un accanimento mediatico e giudiziario nei suoi
confronti che non ha precedenti. Pantani diventa per molti “il dopato d’Italia”.
Si può dire che il tutto sia servito a qualcuno? Che abbia fatto comodo a certi meccanismi di potere?
Si può dire che Marco Pantani sia stato un capro espiatorio per lo sport italiano?
Partendo da queste domande abbiamo cercato di capire se quanto successo dopo Madonna di Campiglio fosse
normale. Oppure no.

Info spettacolo
www.associazioneoverlord.it

 

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  postato il 27/05/2010 alle 17:09
Originariamente inviato da meriadoc

la crono credo che l'avesse vinta Gonchar


No, Gonchar ha vinto l'ultima

 

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  postato il 29/05/2010 alle 09:15
Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri...
Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani.
C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro.
C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca.
C'è la grande difesa di Arroyo che , almeno io, non mi aspettavo.
C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna.
C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura.
Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi.
C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita.
E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere.
Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo.
Mi è venuto in mente De André, ieri, guardando la tappa, il suo amore perduto.
« l'amore che strappa i capelli
è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza »

 

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  postato il 29/05/2010 alle 09:20
A Brescia mi son fermata a vedere un pezzo dello spettacolo teatrale però gli attori non mi sono sembrati bravissimi, erano poco coinvolgenti.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2010 alle 09:35
Originariamente inviato da Donchisciotte

Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri...
Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani.
C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro.
C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca.
C'è la grande difesa di Arroyo che , almeno io, non mi aspettavo.
C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna.
C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura.
Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi.
C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita.
E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere.
Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo.
Mi è venuto in mente De André, ieri, guardando la tappa, il suo amore perduto.
« l'amore che strappa i capelli
è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza »


uno dei l post piu' belli e significativi che hai mai scritto.

visto da un altra angolazione è lo stesso tifo che manca a tanti vecchi suiveurs, il tifo per il ciclismo prima di scandali e bici a motore.

ciao

mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2010 alle 10:36
Ieri mi sono trovato a fare la seguente riflessione: sembra incredibile, ma il Mortirolo Pantani l'ha scalato una sola volta, e in un Giro che non vinse!
Eppure, la salità è concordemente ed indelebilmente associata al suo nome, grazie alla prestazione che fornì in quella tappa indimenticabile...

Confesso che all'epoca seguivo il ciclismo distrattamente (fra l'altro il fatto che i diritti fossero passati a Mediaset non l'avevo mai veramente digerito), e quel giorno, accesa per abitudine la televisione, mi ero sorpreso a pensare "Ma il tipo è il pelatino di ieri... è ancora qui?", mettendoci poi poco ad entusiasmarmi, anche per ciò che fu capace di fare nel finale di tappa.

Non c'è niente da fare, vale la regola che promuove i grandi artisti: bastano pochi tratti di penna, di pennello, un indimenticabile assolo musicale, per caratterizzarne a volte l'intera opera, e per far loro compiere il misterioso salto dalla storia al mito...

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 29/05/2010 alle 11:36
Grazie Mestatore.
No, Bitossi, Marco non è vero che ha scalato una sola volta il Mortirolo, cioè, è vero, ma c'è soprattutto quella volta che NON l' ha scalato: 5 giugno 1999.
Sul Mortirolo è nato ciclisticamente il 4 giugno 1994, non scalando il Mortirolo è morto ( non solo ciclisticamente) il 5 giugno 1999.
Mentre è vero ch Pantani, vincendo poco e facendo due sole stagioni intere, ha segnato per sempre il ciclismo. Un gigante.

 

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IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2010 alle 11:46
quoto tutto di questi ultimi post.
Io comunque ho visto (si può dire "vissuto") Pantani, tutto, dall'inizio alla fine.
tanto mi basta.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2010 alle 21:57
penso che ci siano gli estremi per querelare claudio gregori della gazzetta per le dichiarazioni rese durante la tappa di oggi.
credo sia doveroso da parte della famiglia

 

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Livello Laurent Fignon




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  postato il 29/05/2010 alle 22:44
Originariamente inviato da Donchisciotte

Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri...
Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani.
C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro.
C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca.
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C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna.
C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura.
Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi.
C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita.
E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere.
Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo.
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... niente da aggiungere

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 02/06/2010 alle 20:15
Riporto un post di Vicennati sul forum di Pantani, nel thread sulle dichiarazioni di Landis:

Una risposta al volo alle ultime righe. Volendo le analisi si potrebbero fare, eccome. Il doping si prescrive dopo nove anni e se i campioni dei Tour di Armstrong sono stati ben conservati, una sbirciatina dentro la si potrebbe anche dare, a volerlo fare, beninteso.
Non posso entrare qui in un discorso che richiede altri spazi e altre garanzie, ma ricordo un giorno a casa di Marco, quando Tonina prese da un ripiano una t-shirt rosa, la aprì e mi fece vedere che era piena di scritte fatte con un pennarello.
Marco ci aveva scritto sopra tutta una serie di cose e fra queste, si leggeva una frase: è l'americano la rovina del ciclismo, parlate ragazzi.
Deve essere terribile, essendo già nell'angolo da mesi, assistere alla beatificazione di un rivale, sapendo che magari proprio lui...
Enzo Vicennati e.v.
Site Admin

Valeva la pena accendere il computer prima di uscire per cena se si trova un post come questo.
Dunque Marco pensava questo , tanto più significativo in quanto scritto non per gli altri ma per se stesso, su una maglietta.
Mi vengono in mente un po’ di cose, pensieri sparsi e forse senza senso ( perciò non mi accusate di complottismo, di vedere lucciole per lanterne, di voler vedere per forza un disegno), lo dico da sola, forse sono solo assurdità quelle che mi vengono in mente. Così, tanto per parlare.
I tempi.
1999.
A distanza di un mese e mezzo ( più o meno) un controllo pieno di dubbi condanna Pantani, un altro controllo, senza dubbi, la positività di Lance al Tour 1999, produce un “salvato”, un provvidenziale certificato medico post positività che, contro le regole, assolve Armstrong e è l’inizio di un colossale affare politico-ciclistico.
La “ costruzione” del nuovo personaggio del ciclismo mondiale, quello che portava sponsor multinazionali, soldi, amici politici potenti, l’esaltazione della medicina che salva e, forse, costruisce un campione, da quando era iniziata?
E se Pantani, vincitore del Giro 1999, fosse andato a guastare la festa in Francia?
Se quello che dice Landis è vero, Armstrong è un campione “costruito” dall’Uci? Più uguale degli altri.Molto più uguale. La sua Fondazione è una macchina da soldi anche dopo il ritiro di Armstrong e lo spinge a tornare.
Non lo so, ripeto, sono parole in libertà, forse, ma non è che a Campiglio non era solo il Coni a tirare un sospirone di sollievo?
Quel Pantani quasi in lacrime che nell’intervista a Minà subito dopo Campiglio dice: Io sono un artigiano…
Quel Pantani che si rianimava quando diceva: Voglio battere l’Amerikano, l’uomo può vincere sulla macchina, quel Pantani che era durissimo, al limite della cattiveria, contro la favola a lieto fine di Robocop ( così lo chiamava), così americana, così piena di esibizione del potere, non è che, pur non sentendosi credibile, ne sapeva più di quanto non si sospetti?
Quel Pantani che non ha mai perdonato Campiglio, mai accettato il verdetto, che ripeteva di voler tornare credibile e poi parlare, non è che aveva da dire molto più di quello si pensa?
Si legge ( qua su Cicloweb sono stati riportati) sui giornali americani che il tappo potrebbe saltare per Armstrong ( e gli americani, si è detto, se sentono odore di scalpo, si esaltano parecchio), se salta il tappo…non è che escono fuori sorprendenti scheletri nell’armadio?
Cara Tonina, non mollare mai sulla ricerca di verità, magari succede qualcosa che nessuno si aspetta…
Va beh… pensieri da una frase di Marco su una maglietta…
Pensieri, ripeto, non costruzione di disegni e complotti.




 

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  postato il 03/06/2010 alle 15:53
Maria Rita, l'altro giorno - finito il Giro e avuta qualche ora libera - ho letto il tuo Capro Espiatorio. Riletto, in qualche modo, visto che alcune parti le avevo già scorse anni fa, quando ne circolava una versione sul web.

Che dire, a parte i complimenti perché è scritto benissimo e si legge d'un fiato, che dire? Che è già tutto lì dentro, ce n'è di che per indignarsi e allargare gli orizzonti, tutti quelli che blaterano a vanvera su Pantani dovrebbero leggerselo e magari pure impararlo a memoria.
C'è già abbastanza lì dentro (anche senza dipingere gli scenari che suggerisci col tuo ultimo intervento), perché Tonina tragga coraggio e volontà per procedere sul percorso della ricerca della verità: non c'è niente di più importante per noi che piangiamo il Pirata, e non c'era niente di più importante per Marco stesso. La verità deve venire a galla, in maniera chiara, dimostrata e ufficiale: a qualunque costo.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

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Livello Marco Pantani
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  postato il 04/06/2010 alle 10:28
Grazie Admin di averlo letto e anche di quello che dici.
Anch’io penso che la verità sia davvero importante e anche ristabilire le proporzioni sia importante.
Per me rimane intollerabile che alcuni giornalisti, come Gregari della Gazzetta, come ho letto qui, parlino delle vittorie di Marco come di vittorie col trucco.
Lo facessero con ogni atleta, squadra di calcio,allenatori,commentatori televisivi ex atleti ecc. ci scrivessero sopra che questo aveva una farmacia nello spogliatoio, quell’altro è risultato positivo anni fa, quell’altro ancora stava nel file Conconi, l’altro presentava strani valori, l’altro ancora ha frequentato preparatori chiacchierati. A tutti, riscrivessero tutta la storia dello sport come il Grande trucco e inganno.
Ho letto recentemente l’ultimo libro di Pier Bargonzi; ecco, si legga la storia del record dell’ora di Coppi, cosa fece per migliorare la prestazione.
Ecco, questo fatto mi sta facendo davvero incavolare, certa gente appena pronuncia il nome Pantani continua ad attaccarci l’etichetta del dopato, l’attaccassero a tutti.
Adesso tutti a parlare di ciclismo finalmente pulito ( ma sul Teide non c’era solo Vinokourov), poi leggo su repubblica, che pure partecipa al grande gaudio, che al Giro si vedevano le facce di certi trafficanti e “spacciatori di lenti”. Erano sempre là tutti per uno solo, l’unico indicato da tutti come falso perfino nella fatica?
Va beh, volevo solo dire grazie ma certe cose mi fanno incavolare e mi prendono la mano.
Grazie, Admin ( ma non ti piacciono gli scenari che mi vengono in mente?).
In bocca al lupo per la Kobram.

 

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Livello Luison Bobet




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  postato il 05/06/2010 alle 17:53
Caro Capitano, sono passati undici anni da quel nefasto giorno: era un sabato come lo è oggi ed era una splendida giornata di sole, proprio come oggi. Ma quel giorno ha segnato la tua vita in modo indelebile, come era logico supporre e come, probabilmente, sapevano anche quelli che orchestravano il tutto. Ma c'è chi non ha mai tracannato tutte le fandonie dette su di te da certa 'informazione', c'è chi non dimentica: la verità verrà a galla. Anche se ormai in tanti hanno capito che la verità era ben diversa da quella spacciata per tale in quegli anni.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 06/06/2010 alle 01:56
Ogni anno è più difficile ricordare , poi ho letto il tuo post,Luca, e ho pensato che la memoria è un dovere.
"Credo che c’è qualcosa di strano, sono ripartito dopo dei grossi incidenti ma moralmente credo che questa volta ...abbiamo toccato il fondo”.
5 giugno 1999/ 5.6.2010: undicesimo anniversario della morte di Marco Pantani.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 07/06/2010 alle 15:39
A volte penso che abbiamo tutti abboccato al luogo comune di "Campiglio = morte di Marco Pantani".
Mi spiego. Non c'è dubbio che qualcosa di molto losco sia accaduto e non c'è dubbio che il colpo sia stato tremendo, ma col passare degli anni e delle letture mi vado convincendo che la morte di Marco Pantani sia iniziata dopo, nel modo in cui fu gestito il dopo-Campiglio.
Vado a braccio, se qualcosa dimentico faccio ammenda. Via dal Tour. Assenza di una strategia di cura pur avendo saputo per tempo dell'insorgenza del problema-coca. Assenza di una strategia convincente di difesa processuale. Via Martinelli. Costruzione di una squadra scarsa e a sue spese nel 2002. Fallito accordo con Santoni per la questione dei diritti di immagine. Fandonie raccontate in tutte le salse sull'ultimo periodo. Il venderlo come atleta a sponsor che non sarebbero mai arrivati.
Campiglio ha segnato l'inizio di qualcosa di altrettanto torbido. Per cui va ricordata come giorno nefasto, ma non come la madre di tutti i problemi. C'è stato qualcuno che negli anni successivi si è servito dei disagi innescati da Campiglio. Ed è questo, più ancora di Campiglio, che dovremmo ricordare.

"Provo tante cose, ma sarebbero parole in piu'. Dopo una lezione di questo tipo, anche a malincuore devo dire che, se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport, c'e' da pensare... Avevo gia' la maglia rosa, avevo 46 di ematocrito e oggi mi sveglio con questa sorpresa... Credo che c'e' qualcosa sicuramente di strano.
"Sono ripartito dopo grossi incidenti, ma moralmente stavolta abbiamo toccato il fondo. In questo momento vorrei solamente un po' di rispetto e vorrei fare un saluto ai tifosi. Mi dispiace solo per il ciclismo, che ancora una volta esce in un modo...".

Non ha mai detto che si sarebbe ritirato, ha solo detto che sarebbe stato DIFFICILE ripartire, ma non impossibile. Ma allora perché chi avrebbe avuto il dovere di costruire attorno a lui un'impalcatura di sostegno, ha lavorato per legargli una grossa pietra al collo, lasciandolo passeggiare sul parapetto del ponte?

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 07/06/2010 alle 22:20
Caro grillo, sono d'accordo con te fino ad un certo punto. La vicenda di Marco è nata a Campiglio, per questo l'equazione 'Campiglio=morte di Pantani' non è poi tanto sbagliata, anzi.
Verissimo, da questa vicenda emerge l'inadeguatezza di tante persone che gli stavano a fianco, specialmente di una, ma perdere un Giro in quel modo, venendo cacciato a casa al penultimo giorno, all'alba di quella tappa che avrebbe probabilmente rappresentato la consacrazione del mito Pantani, beh.... ci si può morire anche solo per questo.
In tutta la vicenda sono poi emerse piccolezze (come tali, in quei momenti, venivano percepite da molti...) che, una attaccata all'altra, sono diventate tante picconate sferrate per demolire le fondamenta dell'edificio 'Marco Pantani' che, per essere chiari, non mi risulta fosse costruito sulla sabbia ma avesse fondamenta solide.
Alla tua cronostoria aggiungerei tante cose: l'aver scoraggiato Marco a partecipare al Tour 1999 (voce emersa in seguito, su autorevole stampa di settore). Ancor prima la strategia difensiva con la famosa conferenza stampa di Monte del re, che qualcuno definì 'l'inciampo'. L'isolamento di Pantani dal suo mondo. La convocazione - 'premio' alle Olimpiadi di Sidney, che premio fu ma per i suoi nemici. Sul problema-coca, ricorderei la scelta di farlo curare dal Sert e mi fermo qui per carità di patria.
Ma anche il mondo dorato del ciclismo ha fatto la sua parte: la testardaggine nel negare l'invito al Tour da parte di quel sant'uomo di Leblanc, l'ostilità mostrata da troppa gente nei suoi confronti, ma soprattutto la porcata di Campiglio che ci fa tornare all'inizio della vicenda: senza Campiglio, non sarebbe accaduto tutto ciò.
'Dopo una lezione di questo tipo, anche a malincuore devo dire che, se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport, c'e' da pensare... Avevo gia' la maglia rosa, avevo 46 di ematocrito e oggi mi sveglio con questa sorpresa... Credo che c'e' qualcosa sicuramente di strano.' Secondo te, a chi pensava quando diceva 'se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport'? Secondo me, non a Notre Dame.
Secondo me aveva capito che da quel giorno, per lui, nulla sarebbe più stato come prima. Ripartire sarebbe stato difficile, anche perchè bisognava capire se volevano lasciarlo ripartire. Chi può dimenticare il sarcasmo di certi suoi colleghi, quel mattino a Campiglio? Come dimenticare certi articolacci di giornale, quella gente poi che brindava con quelle luride magliette addosso, chi può dimenticare?
Di certo le responsabilità di una parte del suo entourage non si possono cancellare, non si devono cancellare e nulla le potrà cancellare, ma ti chiedo: secondo te, quel che è successo a Campiglio sarebbe accaduto comunque?
L'equazione non sarà 'Campiglio=morte di Pantani', ma per lo meno 'inizio della sua morte', quello sì. Quello che è venuto dopo, su questo hai ragione, è stato frutto di scelte errate, ma il nocciolo di tutto è Campiglio.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 07/06/2010 alle 23:45
Sono d'accordo con Luca. Nel senso che penso che se non ci fosse stato Campiglio, Marco non si sarebbe trovato completamente in balia di certe persone.
Fino al 5 giugno 1999 aveva saputo gestire la sua vita, fra agonismo e movida romagnola, forse frastornato dopo la vittoria al Tour, la popolarità enorme. Là è scattato qualcosa. Se si legge il libro di Vicennati sulla scelta della Ronchi si capisce che marco era mutato, forse spaventato di non essere in grado di gestire una popolarità così grande. Quando dice all'amico di sempre: Sai, Manu dice che devo allontanarmi dai soliti amici...
Forse da quello spaesamento è entrata la Ronchi.
Ma non ci fosse stata Campiglio io penso che non si sarebbe fatto totalmente gestire, non avrebbe avuto bisogno di essere curato, non sarebbe diventato tossicodipendente.
Forse si sarebbe pure stufato di andare a fare Buffalo Bill nelle più improbabili trasmissioni televisive ( Compagni di scuola, Furore).
Campiglio è stato, come dice Luca, l'inizio della fine. ine che non sarebbe inizita senza quell'agguato.
Troppo orgoglioso per sopportare l'onta, sette procure a caccia di lui ( guariniello una settimana dopo Campiglio), la gogna mediatica, è saltato.
E allora tutto è potuto accadere.
E' stato curato malissimo, gestito malissimo, si è accentuato l'isolamento, si è accresciuto a dismisura il potere di certe persone.
Non posso pensare alla squadra del 2002 gestita dalla Ronchi e da lui (basta leggere il libro della Ronchi, dove lei si assolve di tutto, ma racconta di Marco che assume uno degli autisti ed è uno spacciatore).
Non ci fosse stata Campiglio la storia di Pantani sarebbe stata diversa, dopo un po' avrebbe distinto il grano dal loglio e, comunque, fino al 5 giugno 1999, il loglio non aveva potuto impedire che arrivasse a un livello di forma altissimo al Giro 1999.
Dopo Campiglio è stato un disastro, forse anche più grave di quello che immaginiamo adesso.
Se un giorno, speriamo, verrà fuori la verità io credo che ogni giorno, dal 5 giugno 1999 al 14 febbraio 2004, ovviamente di più negli ultimissimi tempi,ci farà drizzare i capelli in testa.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 08/06/2010 alle 11:19
E se invece - giocando con i se - immaginassimo che tutto quello che è accaduto dopo e il modo in cui è stato raccontato sia servito per altri fini e offrire al mondo l'immagine di un Pantani irrecuperabile fosse funzionale a mantenere il timone su una rotta ben precisa? E se una parte di quel che ci è stato raccontato fosse stata ad esempio inventata ad arte? E se impedirgli di guardare oltre Campiglio, assecondando le sue indubbie angosce, sia servito a svuotarlo della capacità di valutare per primo le situazioni? Pensate che colpo, il giorno in cui per un caso fortuito avesse aperto gli occhi, sollevando finalmente il velo. Avrebbe certamente chiesto risposte, ragione delle scelte. Chissà se gliele avrebbero date. O chissà che a quel punto non fosse più semplice tappargli la bocca...
 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 08/06/2010 alle 23:18
Giocando con i se mi sembrano scenari inquietanti, molto inquietanti e di una tristezza infinita.
Un giorno potremo, finalmente, non giocare con i se e sapere, finalmente, che è successo?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/06/2010 alle 16:33
Da "La Provincia di Sondrio" del 17 giugno.


 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 20/06/2010 alle 19:36
Ti ringrazio Prof Roubaix della segnalazione. Non so dove trovare questo libro, ho cercato un po’ su Google e forse ho trovato l’autrice, le ho mandato un’e mail per sapere dove comprarlo, vediamo se risponde.
Ho visto che c’è una prefazione ( o, comunque, uno scritto) di Zomegnan intitolata a Pantani, il Mortirolo e il ragazzino (lui che andava in vacanza là. Il che è stupefacente sapendo che cosa Zomegnan ha sempre detto su Campiglio .
Boh, l’autrice è laureato in filosofia, l’argomento ( creazione e distruzione mediatica del mito Pantani ) mi sembra interessante, sono sempre felice che escano libri su Marco, se possibile leggerò anche questo.
Da Tonina Pantani ho anche saputo che è uscito un libro di Bulbarelli su Pantani. Dietro un nome fittizio ( mi pare che sia Raul Belletti) si nasconde Pantani e si racconta la verità di Bulbarelli anche su Campiglio.
Il libro si intitola Fuori tempo massimo e ho visto che si trova sulle librerie di internet. Lo leggerò e vediamo.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 11/07/2010 alle 18:32
Sono due anni che mi chiedo: che è tornato a fare Lance? Non ne aveva motivo ( almeno non ne vedevo neanche uno che mi convincesse fino in fondo).
Oggi ho capito.
E’ tornato perché, lui non lo sapeva e non lo sa, Marco lo aspettava a Morzine, perché i conti si regolano a Morzine, perché Morzine è Samarcanda ("Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
io non ti guardavo con malignità,
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
eri lontanissimo CINQUE ANNI FA ,
ho temuto che per ascoltar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua.”)

A Morzine, dieci anni fa, un sognatore attorniato da gente che non sapeva sognare, voleva far saltare il banco. Far perdere il Tour all’Amerikano. L’avventatezza, l’incapacità di sognare di chi lo circondava, il destino cinico e baro glielo impedirono.
E Armstrong sembrava aver terminato la carriera, nel 2005,al culmine del successo, leggenda ciclistica per sempre.
Oggi si torna a Morzine e abbiamo visto, perché l’Amerikano è tornato, il calvario di Lance, staccato di infiniti minuti ( come Marco 10 anni fa), inseguito da inchieste e voci sempre più minacciose ( come Marco 10 anni fa), sempre più in odore di pagare per tutti lo schifo dell’Uci dal 1999 in poi ( quando lo graziarono di una positività e altri orrori), sempre più palese che gli americani stanno fiutando il suo scalpo, forse si ritira dal Tour ( del resto, che gli frega di arrivare alla fine a questo punto?).
Alcuni davano per certo che stavolta Lance avrebbe compiuto l’impresa cosmica di vincere questo Tour, qualche segnale positivo in Svizzera, un bel prologo, Contador che stenta appena un po’, ma gli dei accecano chi vogliono perdere.
Marco e il destino lo aspettavano a Morzine, luogo dello spirito. Il folle volo di Morzine 2000, la hybris di un piccolo romagnolo che sapeva sognare, hanno trovato oggi, per me, il loro senso.
A Morzine- Samarcanda “ una gabbia andò in cerca di un uccellino” ( Kafka).


Lo so, i razionali del ciclismo non apprezzeranno, ma il sogno della ragione di spiegare tutto, genera mostri ( come il sonno della ragione, ovviamente). la verità è contenuta in tanti sogni, non in uno solo.



 

[Modificato il 11/07/2010 alle 18:34 by Donchisciotte]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/07/2010 alle 18:28
lo staff di cyclingnews ha stilato una personale classifica dei 10 memorabili momenti del tour nella sua storia.
ovviamente queste classifiche rispecchiano quasi sempre episodi piu' recenti, quindi vanno prese per quel che sono.
Pantani compare in due di questi episodi: la vittoria all'alpe nel '95 e la tappa del galibier

 

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Anti-Zerbinegnan Club- Founder
Anti Armstrong number 1

Aumento delle cubature. Dei cimiteri

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 14/07/2010 alle 11:42
Da pantaniana devo dire che la giornata di ieri mi è piaciuta.
Per quanto abbia acceso il televisore con una mezz’ora di ritardo dall’inizio della telecronaca ( ma c'è un colpevole...), ho acceso e c’erano le immagini di Marco a Courchevel e l’intervista in cui dedicava la vittoria alla madre.
Ma poi mi hanno detto che poco prima si era parlato di Marco anche con qualche presagio di cose positive ai fini della verità. E questo è, ovviamente, un fatto molto positivo.
Poi io e Tex, dopo i fasti di domenica, siamo tornati al lavoro sporco, di manovali,il gufaggio a livello professionistico…
La sera ho iniziato il libro di Bulbarelli su Marco ( ma ribadisco che ‘sto vizio di cambiare i nomi mi dà fastidio, Raul Belletti, la Market One ecc.).
Devo dire che ho strabuzzato gli occhi, rileggendo più volte un pezzo sorprendente. Sia pure in un romanzo, dubbi enormi su Campiglio e sulla strategia di fondo di una demonizzazione ( anche del ciclismo) sono finalmente scritti anche da una persona che occupa un posto di vertice del potere televisivo.
Direi che è decisamente importante.
Ma il libro ancora non l'ho finito, anzi appena iniziato.
Intanto, RIDATEGLI LA MAGLIA!

 

[Modificato il 14/07/2010 alle 11:51 by Donchisciotte]

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Livello Marco Pantani
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  postato il 16/07/2010 alle 08:56
Ho finito il libro di Bulbarelli, apprezzo l'urgenza e il sentimento che lo hanno spinto a scriverlo. A me ha colpito soprattutto una parte.
Nel libro si immagina che nel Giro 2009 Raul Belletti ( Pantani) venga salvato a Campiglio e che lo scandalo scoppi dopo, quando un giornale scopre l'accaduto.
Allora quello che il lettore già sa perché la decisione di salvarlo viene dal Presidente Uci e dal direttore del Giro, viene reso pubblico.
Si fa una conferenza stampa con il direttore del Giro, il Presidente dell'Uci e un misterioso personaggio, diciamo un uomo di palazzo dell'Uci che svela che Pantani ( va beh... Belletti) è stato salvato perché i controlli sono del tutto inattendibili.
Sono inattendibili perché le macchinette nel 32% dei casi ( cioè uno su tre, circa) danno risultati sballati e perché le provette, comprate a pochissimo prezzo e un po' taroccate da usare fino a esaurimento, non garantiscono la conservazione adeguata e la giusta misura di anticoagulante.
Per cui, dice l'uomo di palazzo, trattandosi di un grande campione abbiamo seguito la prassi che già da tempo seguiamo, se è sopra 50 facciamo subito un altro prelievo ( contro regolamento)presso una struttura pubblica. Se il risultato è meno di 50 vale quello della struttura pubblica.
Perché sappiamo che i nostri controlli non sono attendibili. E l'uomo di palazzo consegna anche una relazione scientifica sull'argomento inattendibilità ddelle macchinette e delle provette.

Bulbarelli, prudentemente, lo mette come un'invenzione romanzesca , mischiando la realtà con il romanzo ( la carriera post Campiglio di Pantani), descrive considerazioni sul doping di Pantani alcune delle quali le ha anche dette quando era in vita ( a me ha colpoto una su Conconi e Moser), ci mette in mezzo fatti inventati, fatti veri cioè il ruolo della mapei ( perché Pantani, anche nel libro,sia pure salvato, è convinto che il primo controllo sia frutto di un agguato e là vengono indicati tutti i milioni di dubbi su quel controllo).
( segue)

 

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  postato il 16/07/2010 alle 08:57
( segue da post precedente).
Quella parte, quella dell'uomo di palazzo, io penso che non sia romanzo, si è parlato, anche in un'intervista di Tonina a Bergonzi, di qualche uccellino che cinguettava.
Bulbarelli all'inizio del libro parla di un'urgenza che lo ha spinto a scrivere, dice" lo volevano proprio morto il nostro vecchio, caro, amatissimo ciclismo... l'insano proponimento , orchestrato da un manipolo di falsi paladini che credevano di detenere il Verbo...".
Alla fine del libro c'è un colossale affare che toglie il Giro alla Gazzetta, mette alle corde e estromette quasi giudiziariamente il capo della multinazionale che voleva Pantani e non avendolo avuto ne diventa nemico giurato ( chi sarà?), pantani vince quel nuovo Giro fatto da squadre nazionali ma in realtà ridotto a puro business dai nuovi padroni del ciclismo che lo riducono a un circo multimiliardario in cui non basta l'impresa di Pantani ma bisogna pagare sottobanco alcuni corridori perché lo aiutino a farla anche più spettacolare.
Diciamo che complessivamente, per come è scritto, per il fatto che non può interessare, secondo me, un pubblico che non sia strettamente ciclistico, è un libro che rischia di pasare inosservato o che ci si soffermi troppo sui difetti.
Secondo me conta l'urgenza,conta, come dice lo stesso Bulbarelli nel risvolto di copertina,la denuncia e il rimpianto.
Conta che un giornalista che occupa un posto importante nel ciclismo, abbia sentito l'esigenza " intima, struggente" di dire che niente è come sembra, sia pure con prudenza, con mille difetti di scrittura e quasi in incognito ( il libro non è stato pubblicizzato nemmeno dai suoi colleghi in Rai). E conta quel particolare, l'uomo di palazzo, l'uccellino che cinguetta.
E per questo Bulbarelli per me acquista da oggi uno spessore molto, molto, molto maggiore di quello che aveva avuto.
E rivela anche uno spirito insospettato, dopo anni che Capodacqua prendeva per c... lui e Cassani ( Bibì e Bibò), con ironia, durante la conferenza stampa in cui parla l'uomo di palazzo, si alza " Capoterra" infuriato perchè è stato salvato Pantani. E " Capoterra" è " un cronista giudiziario prestato al ciclismo".
Il libro è dedicato a Marco Pantani,Jimenez e VDB, perché ci sono rimasti stritolati in questa " operazione mirata di demolizione".

 

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