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Autore: Oggetto: Perchè cadono sempre (o quasi) gli stessi?

Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 18:49
Non so se ne avete già parlato (in questo caso, moderatori, chiudete pure), ma ieri il Bulba ha sollevato il problema in cronaca, citando Soler e Frank Schleck (e io purtroppo aggiungerei Bettini a questa lista, visto ciò che è successo in queste ultime due stagioni).

Che ne pensate?

 

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  postato il 06/07/2008 alle 19:20
Boh, ci possono essere mille motivi...sfortuna, disattenzione, posizione in bici, carattere, concentrazione più o meno elevata, cali di tensione, fatica...oddio, anche la faccenda "vista debole", però ieri m'è sembrata un po' ridicola l'equazione "cade spesso, avrà problemi di vista..come anche quell'altro".
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 19:24
Penso che non sia un caso, anzi... Cadono (quasi) sempre gli stessi perchè sono distratti, perchè corrono nelle retrovie (quello che succede spesso a Bettini), perchè non ci vedono bene (quello che probabilmente succede a F. Schleck) o perchè hanno iniziato ad andare in bici tardi ed hanno scarso feeling con il mezzo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 19:29
Originariamente inviato da desmoblu
però ieri m'è sembrata un po' ridicola l'equazione "cade spesso, avrà problemi di vista..come anche quell'altro".

peccato che sia stato confermato oggi da papà schleck in persona

 

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se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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  postato il 06/07/2008 alle 19:29
Oddio quella storia che Frank ci veda poco mi sembra proprio una sciocchezza. Cioè può anche essere vero, ma non mi pare che al giorno d'oggi non ci siano metodi per sopperire a questo problema.
La verità è che non sa guidare bene la bici. Altro che occhiali eheheh

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
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Livello Gino Bartali




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  postato il 06/07/2008 alle 19:39
Originariamente inviato da Laura Idril

Oddio quella storia che Frank ci veda poco mi sembra proprio una sciocchezza. Cioè può anche essere vero, ma non mi pare che al giorno d'oggi non ci siano metodi per sopperire a questo problema.
La verità è che non sa guidare bene la bici. Altro che occhiali eheheh

Concordo. Forse mi prenderete in giro per sta cosa, ma quando uscivo in bici con un gruppo fisso di persone ho notato che questa cosa vale anche per le forature (alcuni bucano di più) non chiedetemi perchè, ma fra noi era così

 
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  postato il 06/07/2008 alle 19:41
Originariamente inviato da MDL

Originariamente inviato da desmoblu
però ieri m'è sembrata un po' ridicola l'equazione "cade spesso, avrà problemi di vista..come anche quell'altro".

peccato che sia stato confermato oggi da papà schleck in persona


Veramente?! Chissà che figo sarà con gli occhialini Frank

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 19:57
la de stefano, appena cominciata la diretta su raisport più, ha detto di aver sentito il padre degli schleck che gli ha confermato il fatto che a frank, molto probabilmente, servono gli occhiali

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 20:08
Secondo me cado sempre gli stessi perchè sono meno abili a guidare la bici nel caso di cadute in curva o discesa. Poi c'è gente che cade nel gruppo perchè non sanno limare.
La questione che si cade perchè non vedono bene credo sia dubbia. Ci sono tanti ciclisti che non vedono ma hanno occhiali con lenti graduate.
Io credo che un ciclista se non vede, non avrà solo problemi perchè non vede bene le curve, ma dovrebbe anche avere problemi in gruppo, per una questione di profondità della visuale.
In sostanza, credo che F. Shleck, Basso, Zulle non abbiano quell'abilità che hanno Savoldelli, Nibali, Konishev.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
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  postato il 06/07/2008 alle 20:23
MDL.. quello che intendevo dire è che è ridicola la lista che s'è fatta....hanno cominciato a dire che quelli che cadono hanno per forza la vista debole. Sarà vero in lacuni casi, ma in molti altri i corridori cadono per altre cause. Tutto qui
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 20:31
quello sicuramente

ma volevo puntualizzare che l'ipotesi di bulbarelli almeno per quanto riguarda schleck era giusto (tant'è che si è stupito pure lui in diretta )

 

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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 06/07/2008 alle 21:42
perchè sono nelle retrovie per la posizione in bici per la vista forse
per lo sbaglio delle curve insomma ci posono essere tanti motivi........

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 21:57
Qui trovi alcune opinioni interessanti: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=3929
 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 06/07/2008 alle 22:19
contano anche tanti altri fattori: pressione delle gomme, tipo di cerchi utilizzati, rigidità del telaio, baricentro più o meno basso. E anche il peso: ci è più leggero "salta" di più su buche e cunette. Infatti Piepoli e Soler cadono spesso; Moser, Armstrong, e Indurain quasi mai (ma non solo per questo)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 22:34
piepoli cade spesso?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/07/2008 alle 22:57
non c'è nessun cospirazionista?
Per me in certe cadute di gruppo ci sono pressioni più o meno palpabili verso taluni protagonisti: dopotutto nelle categorie giovanili fanno delle robe da far accapponare la pelle.... e io non mi sono ancora riavuto dalla prima volta che vidi il deliberato "abbattimento" di Battaglin al Valkenburg.
Esagero o magari un fondo di verità c'è?

P.S. Poi, sia chiaro, Franck Schleck è un pò pirla....

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/07/2008 alle 02:38
Originariamente inviato da desmoblu

MDL.. quello che intendevo dire è che è ridicola la lista che s'è fatta....hanno cominciato a dire che quelli che cadono hanno per forza la vista debole. Sarà vero in lacuni casi, ma in molti altri i corridori cadono per altre cause. Tutto qui


infatti. del resto tanto per dire zulle portava gli occhiali e poi cadeva lo stesso.
sicuramente c'è chi sa portare la bicicletta meglio e chi peggio, e se fosse solo un problema di vista non ci vorrebbe certo molto a correggerlo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/07/2008 alle 07:16
in Colombia e in generale in Sudamerica le strade sono dritte e per questo i corridori di quei paesi tante volte non sanno andare in discesa e cadono spesso

 

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Livello Charly Gaul




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  postato il 07/07/2008 alle 13:19
Frank Schleck non ha bisogno degli occhiali perchè se non vi siete mai accorti lui indossa gli occhiali da sole con incorporate le lenti da vista dietro alla lente da sole.
Se andate sul sito Oakley.com vedrete appunto Frank Schleck testimonial di questo sistema.

Secondo me è una questione della posizione troppo rigida che ha mentre va in bici,lo si vede anche quando scatta in salita:non è sciolto,ma rigido e il suo stile è stupendo però deve essere più sciolto in bicicletta.
Resta comunque un grande corridore.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 07/07/2008 alle 13:44
Forse il Bulba si è accalorato un po' troppo nella sua dissertazione su chi cade di più, ma almeno per Zulle e Schleck penso che la colpa sia di problemi di vista.
I rimedi come gli occhiali con le lenti da vista incorporate non possono ad ogni modo risolvere definitivamente il problema per chi, ricordiamocelo, a volte si ritrova ai 60 all'ora in pianura o ai 100 in discesa, circondato da altri.

Credo che per molti le cadute siano dovute a un'insufficiente abilità alla guida del mezzo (remember: a quelle velocità), che in parte è una cosa innata e che non si può migliorare troppo.
Cunego ha iniziato a correre a 16 anni eppure pennella benissimo le curve; Basso molto prima eppure è rimasto un "gatto di marmo".

Altri poi sono troppo spericolati, soprattutto alcuni velocisti che provano a rimediare alle loro mancanze fisiche con traiettorie che sfidano i limiti della meccanica classica.
Mi ricorderò sempre quella volata a San Donà di Piave nel 2003, con Galvez (buonanima) che cercò di passare Cipollini all'interno, sul bagnato e in una curva stretta.

Saper limare è importantissimo, infatti uno come Freire cade poco nonostante sia sempre nella pancia o coda del gruppo.
Bettini forse cade troppo perchè ci mette troppa foga, troppo agonismo, troppo coraggio. Non credo che non sia capace a limare.

Riguardo ai colombiani come Soler: non è che magari si abituano a corse troppo dure, dove il gruppo si sfalda subito, e per questo non sono molto bravi a correre circondati da altri corridori? Mentre i nostri corridori "scoprono" le salite più tardi, ma si abituano fin da bambini a gareggiare in gruppo, in pianura, ad alta velocità...

Motivazione tecnica: si corre con bici sempre più rigide, con ruote sempre più gonfie e troppo spesso ad alto profilo anche nelle tappe di montagna, forse anche per questo una buca o una borraccia diventano un ostacolo insormontabile...me ne sono reso conto con la mia nuova bici in carbonio: il vecchio mezzo in acciaio, quando "scattavo" in salita se ne accorgeva dopo mezz'ora, in compenso in discesa "perdonava" molto di più le numerosissime buche che ci sono sulle mie strade.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/07/2008 alle 14:05
Originariamente inviato da MDL

piepoli cade spesso?


Tempo fa Piepoli cadeva spesso e in discesa si staccava. Poi è migliorato. Naturalmente si impara ad andare in discesa solo in corsa, in quanto in allemento le strade sono aperte al traffico e non si può rischiare.

 

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Livello Tour




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  postato il 07/07/2008 alle 14:12
Io ho notato che i prof cadono più degli amatori,e la cosa stupisce..dovrebbero essere più bravi nel guidare il mezzo.certamente rischiano di più ma vi assicuro che anche nelle corse amatoriali c'è agonismo,esasperato e manovre a dir poco criminali..eppure i prof cadono di più..
 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 07/07/2008 alle 14:30
Mi infilo nel discorso portando tre esempi.
Alex Zulle, cieco come una talpa (suo soprannome, peraltro) smise di cadere tanto spesso quando lasciò la Once. Manolo Saiz infatti gli imponeva di correre con il manubrio più stretto del necessario per migliorare l'aerodinamica e spesso bastava un minimo movimento per produrre sterzate troppo repentine e lo svizzerotto cadeva. Passato alla Festina, allargò il manubrio e iniziò a cadere meglio, lui che comunque in bici non era un'aquila.
Ivan Basso, che in discesa non è un drago, sembrò addirittura inabile alla guida nella discesa dal Colle San Carlo, sotto la pioggia, nella famosa tappa a La Thuile vinta poi da Piepoli al Giro del 2006. Peccato che con quel fondo così viscido, i meccanici avessero gonfiato ugualmente le gomme a 10 atmosfere. Credo che Schleck abbia lo stesso problema: se il corridore è leggero, il telaio è rigido e le gomme si gonfiano a 10, la bici diventa inguidabile.
Ultimo esempio: Chiappucci, che cadde per tre volte ai mondiali di Colombia perché nonostante la pioggia s'era intestardito a usare i copertoncini arancioni (forse Vittoria, non ricordo) che la casa consigliava soltanto in condizioni di asciutto. Richiamato sul rischio, il Chiappa preferì non cambiare le ruote.
Tutto ciò per dire che i corridori (alcuni) a volte non sono in grado di guidare perfettamente, ma di certo spesso sono "vittime" delle loro manie e delle regolazioni imposte da manager e tecnici che mettono bocca in tutti gli arogmenti.
A ciò, per discolpar Bettini, si aggiunga che fino a qualche anno fa, quando passava il campione del mondo, le acque si aprivano come il Mar Rosso all'arrivo degli ebrei. Quando passava Bugno o quando passava Indurain, i giovani si facevano da parte e quasi si scusavano di esserci (leggi intervista a Savoldelli sulla Gazzetta di qualche giorno fa). Adesso invece pare quasi che a fare lo sgarbo al campione del mondo ci si guadagni in virilità. Ci fossero ancora campioni come Moser o Saronni, certi ragazzini un po' troppo esuberanti e indisciplinati, dopo il primo sgarro verrebbero... pettinati come si deve. Ma i campioni non hanno palle per riprenderli, i loro tecnici ne hanno paura, in gruppo c'è l'anarchia e anche i campioni cadono.
Vedi un po' se al Tour qualcuno s'è mai azzardato a fare manovre sconsiderate accanto ad Armstrong...

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 07/07/2008 alle 16:17
Originariamente inviato da Drein

Io ho notato che i prof cadono più degli amatori,e la cosa stupisce..dovrebbero essere più bravi nel guidare il mezzo.certamente rischiano di più ma vi assicuro che anche nelle corse amatoriali c'è agonismo,esasperato e manovre a dir poco criminali..eppure i prof cadono di più..

ci possono essere amatori più bravi di qualche prof, ma in genere il professionista in bici ci sa andare eccome... altro che amatori!
e poi i prfoessionisti hanno da fare manovre che quando ci provano gli amatori fanno ridere, basta vedere il finale della maratona delle dolomiti dove uno che voleva tirare la volata alla lencioni l'ha buttata giù treni, ventagli, rifornimenti, rientri dietro macchina beh, sono solo alcune delle manovre difficili e pericolose che i professionisti fanno sembrare semplicissime, mentre quando le fanno gli amatori beh, lasciamo perdere...
non dimentichiamo che nel ciclismo professionistico c'è un ritmo impressionante, che quasi ti stordisce se non sei abituato... si sta più vicini in gruppo , non si grida occhio per ogni cavolata e non c'è quella tensione continua data dalla scarsa abilità dei virtuosi della domenica

 

[Modificato il 07/07/2008 alle 16:21 by pony]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/07/2008 alle 18:03
Intanto oggi ennesima caduta per Angel Gomez, già caduto al Fiandre. Sapete come sta?

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/07/2008 alle 11:04
Originariamente inviato da grilloparlante

Mi infilo nel discorso portando tre esempi.
Alex Zulle, cieco come una talpa (suo soprannome, peraltro) smise di cadere tanto spesso quando lasciò la Once. Manolo Saiz infatti gli imponeva di correre con il manubrio più stretto del necessario per migliorare l'aerodinamica e spesso bastava un minimo movimento per produrre sterzate troppo repentine e lo svizzerotto cadeva. Passato alla Festina, allargò il manubrio e iniziò a cadere meglio, lui che comunque in bici non era un'aquila.
Ivan Basso, che in discesa non è un drago, sembrò addirittura inabile alla guida nella discesa dal Colle San Carlo, sotto la pioggia, nella famosa tappa a La Thuile vinta poi da Piepoli al Giro del 2006. Peccato che con quel fondo così viscido, i meccanici avessero gonfiato ugualmente le gomme a 10 atmosfere. Credo che Schleck abbia lo stesso problema: se il corridore è leggero, il telaio è rigido e le gomme si gonfiano a 10, la bici diventa inguidabile.
Ultimo esempio: Chiappucci, che cadde per tre volte ai mondiali di Colombia perché nonostante la pioggia s'era intestardito a usare i copertoncini arancioni (forse Vittoria, non ricordo) che la casa consigliava soltanto in condizioni di asciutto. Richiamato sul rischio, il Chiappa preferì non cambiare le ruote.
Tutto ciò per dire che i corridori (alcuni) a volte non sono in grado di guidare perfettamente, ma di certo spesso sono "vittime" delle loro manie e delle regolazioni imposte da manager e tecnici che mettono bocca in tutti gli arogmenti.
A ciò, per discolpar Bettini, si aggiunga che fino a qualche anno fa, quando passava il campione del mondo, le acque si aprivano come il Mar Rosso all'arrivo degli ebrei. Quando passava Bugno o quando passava Indurain, i giovani si facevano da parte e quasi si scusavano di esserci (leggi intervista a Savoldelli sulla Gazzetta di qualche giorno fa). Adesso invece pare quasi che a fare lo sgarbo al campione del mondo ci si guadagni in virilità. Ci fossero ancora campioni come Moser o Saronni, certi ragazzini un po' troppo esuberanti e indisciplinati, dopo il primo sgarro verrebbero... pettinati come si deve. Ma i campioni non hanno palle per riprenderli, i loro tecnici ne hanno paura, in gruppo c'è l'anarchia e anche i campioni cadono.
Vedi un po' se al Tour qualcuno s'è mai azzardato a fare manovre sconsiderate accanto ad Armstrong...


Che i campioni oggi non intimidiscano più le nuove generazioni, ammesso e non concesso che ciò sia vero, lo considero un bene.
Il cazziatone a chi ti taglia la strada ci sta, ma è anche vero che non sempre i vecchi hanno molto da insegnare.
Che mi ricordi, Abdujaparov ha continuato a fare manovre criminali anche "in tarda età".
In gruppo è importante la sicurezza di tutti, anche perchè chi cade può coinvolgere altri.

Armstrong in gruppo al Tour era solitamente in nona posizione, ovvero c'erano i suoi 8 compagni a tirare davanti. Una tattica che poteva permettersi perchè aveva una squadra straordinaria, dove almeno 2-3 elementi avrebbero potuto essere suoi rivali in classifica generale.
Ci credo che cadesse così poco! E poi, str... lo sarà stato, ma la bici la sapeva guidare. E dedicava le giuste attenzioni al mezzo.
Non credo abbia mai gonfiato le ruote a 10 atm col bagnato, o messo la lenticolare se c'era vento...

E veniamo ai motivi meccanici delle cadute.
Le nuove bici in carbonio sono rigidissime, questo lo sappiamo perchè ce le abbiamo anche noi tapascioni. Solo che noi non facciamo le discese agli 80-90 all'ora.
Si gonfiano le ruote a 10 atm, perchè ai 50 all'ora in pianura la differenza si sente. E si mettono le alto profilo in carbonio anche per le tappe di montagna dove le discese sembrano dei pavè della Roubaix - tanto per fare un nome, Di Luca.
Per fortuna sono scomparsi i tubolari e i copertoncini da 18 o da 20 mm, ormai il 23 è uno standard.
Ma, appunto, con queste bici super rigide prendere una buca, un sasso, una borraccia è rischiosissimo.
Per questo si cade sempre più spesso.

 

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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 09/07/2008 alle 13:22
Alcuni corridori non sono capaci di stare in gruppo, altri peccano in concentrazione, altri ancora sono nati sotto una stella negativa.
Secondo me il metodo migliore per non rimane intrappolati nelle cadute di gruppo è correre o davanti o di lato al gruppo.

Qui sotto l'esempio da imitare per i giovani d'oggi

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 09/07/2008 alle 13:34
Caro Cassius, non sono per nulla d'accordo sulla parte disciplinare del discorso. Il rispetto per gli anziani è d'obbligo ed è un'assenza che oggi si riscontra anche nel vivere civile. Purtroppo.
In gruppo ognuno ha il suo posto e i giovani, le "pippe" e chi davanti non c'entra nulla devono stare dietro.
Se un giovane ha gambe, può e deve fare la differenza andando forte, non sgomitando per passare dove non c'è posto. Riccò è giovane e in salita si fa valere, per intenderci, ma non l'ho mai visto dare spallate a Bettini per spostarlo. eppure lui è uno di quelli esuberanti.
La verità degli ultimi anni - e qui mi ripeto - è che in gruppo (soprattutto nelle corse minori) c'è una tale quantità di gente che non merita di starci, da provocare disastri. Ragazzi che non sanno stare in gruppo, che non sanno dare un cambio, che scollinano dai cavalcavia già col fiatone e sono appannati nei momenti concitati in cui servirebbe la lucidità.
Ma i loro team manager - anche loro non all'altezza di un ruolo che solo nel ciclismo è così svilito - gli dicono che quando arrivano le moto della diretta, devono farsi vedere davanti. e siccome questa è gente che prende lo stipendio a ogni morte di Papa, pur di farsi vedere e prendere dieci euro di mancia, è disposta a passare nelle banchine, a sgomitare e a riempire la strada in una micidiale partita di tetris, in cui anche i campioni finiscono col cadere. Questo lo dico per esperienza diretta.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/07/2008 alle 14:22
Le pippe devono stare dietro, i giovani di alto livello no.
E i "vecchietti bolliti" dovrebbero star dietro.

Insomma, anche se c'è ancora nello sport e nelle caserme, il nonnismo non è certo un fenomeno da rimpiangere.
E se i nuovi "veci" come Bettini sono autorevoli ma non autoritari - ammesso e non concesso che ciò sia sempre vero - lo considererei come un segno del progresso.
Di Paolino mi ricordo il Giro 2007 e la fuga di Riccò nella tappa di Fiorano: gli disse di tornarsene in gruppo, il Cobra inizialmente la prese come un atto di nonnismo, ma poi capì che un uomo di classifica non deve andare in fuga da lontano in una tappa pianeggiante, perchè se no vanifica gli sforzi di chi può esprimersi solo in fuga.
Da allora non mi risulta che Riccò sia risentito nei suoi confronti.

Detto questo, è vero che nel ciclismo passa molta gente che non sa tenere la bici. E' sempre successo, ma adesso è amplificato all'ennesima potenza perchè passano pro' anche 50 italiani all'anno.
Magari sono anche ragazzi dotati fisicamente, ma tanti fanno le curve "quadrate" e toccano troppo il freno.
Per fare un nome, appena passato dalla MTB anche Cadel Evans aveva questa pessima fama di "trapanatore".
I ragazzi che passano pro' per il rotto della cuffia e prendono uno stipendio ogni morte di papa, come dici tu, ringraziando non fanno il Tour de France.
Tante squadre puntano a mettere il naso davanti, ma almeno tentando la fuga.

Nella Grand Boucle, allora, i problemi sono diversi.
Di incapacità tecnica (relativa, ripeto...) e anche di soluzioni tecniche azzardate, che compromettono la sicurezza ma che fanno andare più forte.
Sarebbe l'ora di cominciare a regolamentarle.
Ad esempio imporre l'uso di borracce meno rigide, magari quelle grandi usate dai cicloturisti; magari proibendo in tappe con asfalto rovinato le ruote ad alto profilo; imponendo un controllo della pressione delle ruote.
Lascio campo libero a chi se ne intende più di me.
In fondo 10 anni fa ci fu un breve periodo in cui si usavano le appendici anche nelle corse in linea: ci volle poco per capire che erano pericolosissime, e furono proibite.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
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  postato il 09/07/2008 alle 14:33
Originariamente inviato da Dreams

Qui sotto l'esempio da imitare per i giovani d'oggi


Su Abdou non discuto, ma quei piedini delle transenne così sporgenti l'ho sempre odiati...

 

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« La superstizione porta sfortuna »
(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


Fantaciclismo Cicloweb 2010

Piazzamenti sul podio:


Omloop Het Nieuwsblad Élite: 3°
E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Asso di Fiori

 
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