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Autore: Oggetto: Francesco Moser, un asso in bicicletta.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 19/06/2008 alle 22:56
Francesco, un leggendario del ciclismo, compie oggi 57 anni. Auguroni!

….Il profilo che segue è tratto dal mio libro “Protagonisti del ciclismo a Forlì”. Lo dedico al suo tifoso, anzi “il Moserone per eccellenza”, alias Fabio Panchetti, che ringrazio per la stima che mi dimostra in ogni occasione, ma che non riesco quasi mai a sentire in diretta, mentre racconta, su Sportitalia, le gesta dello sport del suo idolo. Una mancanza mia, che mi spinge a delle scuse….


FRANCESCO MOSER
Nato a Palù di Giovo (Trento) il 19 giugno 1951. Passista. Professionista dal 1973 al 1988, con 272 vittorie.


Foto tratta da www.roadcyclinguk.com

Il primo dato che balza agli occhi parlando di Francesco Moser, ci viene dalla corposità del suo palmares: è infatti il corridore italiano più vittorioso della storia del ciclismo. Un altro aspetto, ci giunge dalla sua longevità ai vertici, lunga almeno il 90% di una carriera che presenta sedici anni di permanenza fra i professionisti. Un terzo quadrante, ci mostra un personaggio divenuto così popolare, da far passare quasi per il contrario la sua mancanza maggiore: la tenuta in salita e la conseguente vulnerabilità nelle grandi corse a tappe. Una vasta schiera di tifosi, dunque, che continuava a vederlo come un predestinato per quelle gare, quando al massimo poteva vincerle, come in effetti s’è verificato, per la congiunzione di determinati straordinari fattori.
Dal punto di vista tecnico, un passista formidabile, che diventava veloce per l’eccelsa potenza che possedeva, ed una musicalità nel ritmo che sgorgava a fiotti dai suoi centri nervosi. Certo, pericoloso in volata, per le sue poderose progressioni, in grado di annichilire chiunque. In salita era solo discreto, ma recuperava una gran parte di questa sua lacuna, con una bravura in discesa che, relativamente alla sua epoca, non conosceva rivali similari. Sul piano mentale aggiungeva una qualità alle consorelle fisiche: una generosa ed infinita combattività. Grazie a tutto questo, s’è eletto icona del nostro ciclismo negli ultimi otto lustri e chi batteva Francesco Moser se l’era comunque guadagnata. Nel suo palmares, ci sono quasi tutte le più grandi classiche del calendario nazionale e internazionale (alcune vinte più volte) e, parzialmente o totalmente le maglie più prestigiose del grande romanzo ciclistico, anche se, ripeto, considerare Francesco un corridore da corse a tappe, significa avere qualche appannamento alla vista.
Nato in una famiglia di ciclisti (tre dei suoi undici fratelli, Aldo, Enzo e Diego, sono stati professionisti), lasciò la scuola a tredici anni, per lavorare nei campi. Incredibilmente, si dedicò al ciclismo quando altri già smettono, a 18 anni! Da dilettante fu bravo, ma non eccelso, sprecone e spesso protagonista di azioni fuori tempo, ma l’aver iniziato tardi, lo aiutò a capire se stesso, quando realmente il ciclismo conta. Ciononostante, fu un “puro” di peso, che per correre a certi livelli, non esitò a trasferirsi in Toscana, nella Bottegone, di fatto la sua vera ed unica società culla. Azzurro e olimpico a Monaco ’72, decise di fare il salto fra i prof, nella stagione successiva. Il suo debutto non fu quello che fa girare le orbite: solo due successi nel ’73, ma uno dei due era la tappa di Firenze al Giro d’Italia (chiuso al 15° posto). L’anno successivo però, era già una stella del ciclismo azzurro, grazie ad una serie notevole di successi in classiche nazionali, ed una chicca internazionale come la Parigi.-Tours. Nel 1975, la dimensione mondiale di “Checco”, come veniva solitamente chiamato, pur continuando a mietere successi di spessore in Italia, arricchiti dalla conquista della maglia tricolore a Pescara, assunse altri caratteri, grazie alla partecipazione al Tour (la sua unica Grande Boucle, una pecca del suo curriculum). Vinse il prologo di Charleroi, nonché la tappa di Angoulem, indossando quella maglia gialla che seppe tenere per sette giorni.



Gli attacchi di Moser nella prima fase del Tour, finirono per far perdere la Grande Boucle a Eddy Merckx. Il belga infatti, preso dall’ingordigia, provò ad essere quello degli anni precedenti e finì per sprecare energie basilari, inseguendo e duellando col non pronosticabile trentino, pagandone poi le conseguenze, al cospetto di Thevenet, in montagna. Francesco, chiuse quel Tour al settimo posto e diventò popolare in una terra che ama come nessuna la propria corsa per eccellenza. Ma la sete di successo di Checco, non si affievolì con la “campagna francese”. In Italia fece sua la classica delle “foglie morte”: il Giro di Lombardia. Nel 1976, fra l’ormai costante di una miriade di corse vinte, Moser s’inchinò al solo Maertens ai mondiali di Ostuni, ma l’iride sfumato su strada, lo conquistò su pista, nell’inseguimento, superando gli specialisti, ed in particolare il favorito Schuiten.



Anche nel 1977, il suo ruolino fu di valore e fra le numerose vittorie, aggiunse un paio di classiche alla sua collezione: la Freccia Vallone e il Campionato di Zurigo. Il secondo posto ad un Giro d’Italia, già troppo piatto per essere appunto un Giro – in quel periodo alla Gazzetta facevano di tutto per favorirlo sui percorsi – iniziò a confondere il pubblico sulle sue valenze nelle grandi corse a tappe, ed illuse pure lui. Ma le sue gare non erano quelle, ed infatti, dopo le due classiche di primavera, conquistò in estate il titolo mondiale, superando nello sprint a due, il tedesco Dietrich Thurau.



Con la maglia iridata addosso, iniziò nel 1978 il suo personale innamoramento con la Parigi Rioubaix, vinta alla grande e con fare da autentico fuoriclasse. Ai mondiali di Adenau però, sul difficile Nurburgring, Francesco visse una cocente delusione, perdendo la volata a due, col non irresistibile occhialuto olandese Gerrie Knetemann.
Per tre anni di seguito dunque, il trentino si era presentato sul traguardo con la concreta possibilità di giocarsi l’iride, ma solo in un’occasione riuscì a vincere. Di certo, avrebbe lasciato almeno l’80% delle sue 39 vittorie di quell’anno, pur di vincere una seconda maglia iridata. In autunno si consolò alla grande, rivincendo il Giro di Lombardia.
Col 1979 esplose la rivalità con Giuseppe Saronni, l’enfant prodige lombardo che, nel solito Giro d’Italia piatto come il “Tavoliere della Puglia”, lo relegò al secondo posto. Ma il ’79 di Francesco, fu ugualmente stellare. Fra le solite innumerevoli vittorie, rivinse la Parigi Roubaix e vi aggiunse come damigella un’altra grande classica, la Gand Wevelgem.
La nuova decade si aprì per Francesco nei modi più eccellenti: vinse infatti la sua terza Parigi Roubaix consecutiva, conquistando un record riuscito solo al francese Octave Lapize negli anni trenta.



Intanto, nelle corse a tappe, cominciò ad imperversare un francese che le vinceva con costanza e silenzio: Bernard Hinault. La sua presenza, rese impossibile per Francesco una concreta speranza di vestire la maglia rosa fino alla fine. Intanto, la rivalità con Saronni, ed un palmares che si stava facendo straordinariamente corposo, posero Moser nelle condizioni di reggere, come realistico, il nomignolo che il gruppo gli diede: lo “Sceriffo”. I maligni, cominciarono a sostenere che in Italia il trentino governava le corse, magari in accordo col “nemico” lombardo, portando scompiglio al normale corso dei valori in campo. Vere o non vere queste considerazioni, quel dualismo così pompato dai media, alcune vittime le fece: gli altri più forti del ciclismo nazionale, che commisero l’errore di stare in Italia a fare i paggetti di corte, senza cercare all’estero, soprattutto al Tour, quella notorietà che magari meritavano. Due nomi su tutti: Gian Battista Baronchelli e Roberto Visentini.
Con l’arrivo del 1981, coincidente coi trenta anni, Moser iniziò una “lenta flessione vincente”, eufemismo per dire che iniziò a vincere ….un poco di meno.
Ciononostante, le solite classiche nazionali continuarono a finire nel suo palmares. Idem l’anno successivo. Nel 1983, il calo apparve però più evidente, ma in soccorso al trentino, arrivò un uomo con la barba, docente dell’Università di Ferrara, scienziato e sportivo, col medesimo nome: il professor Francesco Conconi. Per Moser fu un rilanciò che poté dipanarsi, da subito, su un vecchio obiettivo rimasto in canna: il record dell’Ora.
Nel gennaio del 1984, Checco partì per il Messico con l'idea di tentare in altura il primato del mondo che apparteneva, ormai da dodici anni, ad Eddy Merckx. Per mesi si era preparato con Conconi e con un’equipe che s’allargava anche allo studio della morfologia del mezzo bicicletta. Sul velodromo messicano, si presentò in forma inaspettata e con uno strumento rivoluzionario per contenuti biomeccanici e con ruote lenticolari. Guardare il trentino girare sull’anello, diede per la prima volta l’impressione che un uomo in bicicletta, potesse accostarsi alla proiezione fantasiosa di un alieno. La risposta: Francesco stabilì il nuovo limite mondiale, portandolo a 50,080 km!
Quattro giorni dopo, ripeté l'impresa, superandosi di oltre un chilometro: 51,151km!



La settimana messicana aveva stravolto le concezioni del ciclismo, apportando una vera e propria rivoluzione scientifica e tecnica a questa disciplina. Concentrate su quel record, si muovevano innovazioni nell'alimentazione del ciclista, nelle sue pratiche di allenamento, nell'abbigliamento (con una speciale tuta e il casco aerodinamico), nelle tecniche di costruzione delle biciclette, perlomeno di quelle più proiettate alla velocità, ideate in galleria del vento e dotate, appunto, di ruote lenticolari.
Tornato in Italia, Francesco si schierò, dando spettacolo, alla Sei Giorni di Milano e senza un allenamento specifico con tanto di gare su strada, partì nella “Sanremo”. Risultato: una incredibile e formidabile vittoria. Anche l’altra grande classica italiana, era dunque finita nel suo palmares. Al Giro d’Italia, non si presentò Hinault, ma colui che aveva vinto l’ultimo Tour, il parigino col portamento e gli occhialini di uno stereotipo di intellettuale: Laurent Fignon.
Il solito ridicolo percorso sfavorì il francesino, ma non era certo per lui che era stato disegnato quel Giro. Moser diede vita ad una lotta accanita col transalpino, il quale approfittò dell’unico cucuzzolo della manifestazione, per sfilare la maglia rosa all’italiano, proprio a due giorni dalla fine. Restava l’ultima tappa a cronometro, da Soave a Verona, e qui, la nuova strumentazione tecnica, giocò un ruolo decisivo in favore di Francesco. A 33 anni vinse così, finalmente, il Giro d’Italia.



Il grande successo raggiunto, non frenò il trentino, che continuò a vincere in lungo ed in largo come negli anni migliori. Anche nel 1985 si vide un Moser incredibile ed inaspettato, al punto di impegnare Bernard Hinault fino all’ultima tappa della corsa rosa e di rivincere corse di grande spessore. Idem nel 1986. Solo nel 1987 si rivide quella flessione che Checco aveva gia provato oltre un lustro prima. Il tempo scorreva anche per lui e nel 1988, come nelle sue intenzioni, chiuse con l’agonismo, ma non con la bicicletta ed i suoi indotti, sia come produttore, sia come amatore. Divenne commentatore televisivo e cominciò ad assumere incarichi persino in politica.
Dieci anni dopo il suo primo tentativo sull’Ora, alla veneranda età di 43 anni, Moser ritornò in Messico per sfidare nuovamente il record, nel frattempo conquistato dal britannico Chris Boardman. Realizzò sui 60 minuti, 51,840 km, circa settecento metri in più del suo primato! Il tentativo rimase isolato e quel ritorno fu solo occasionale. Francesco riprese la sua vita extra sport, aggiungendo al tutto, compiti nuovi all’interno dell’UCI e dell’Associazione corridori.
Insomma, Francesco Moser, “un uomo chiamato bicicletta”.


Il suo ruolino professionistico.

ANNO SQUADRA
1973 Filotex
1974 Filotex
1975 Filotex
1976 Sanson
1977 Sanson
1978 Sanson
1979 Sanson Luxor TV
1980 Sanson
1981 Famcucine Campagnolo
1982 Famcucine Campagnolo
1983 Gis Campagnolo
1984 Gis Tuc Lu Moser
1985 Gis Trentino Vacanze
1986 Supermercati Brianzoli Moser
1987 Supermercati Brianzoli Chateau D'Ax
1988 Salotti Chateau D'Ax

Vittorie:
1973
Circuito di Col San Martino
Tappa Firenze (Giro d'Italia)

1974
Circuito di Prato
Circuito di Follonica
Giro della Provincia di Reggio Calabria
Giro di Toscana
Circuito di Zambana
Gran Premio di Castrocaro Terme a
cronometro
Circuito di Marina di Massa
Terza frazione della cronostaffetta
Giro dell'Umbria
Coppa Bernocchi
Circuito di Bergamo
Giro del Piemonte
Circuito di Quarrata
Tours Parigi
Giro dell'Emilia
Trofeo Baracchi (cronocoppie con Schuiten)

1975
Gran Premio di Monaco
Circuito di Calenzano
Coppa Placci
Tappa La Grande Combe (Midi Libre)
Tappa Saint Afrique (Midi Libre)
Midi Libre (classifica finale)
Gran Premio di Camajore
Trofeo Matteotti Pescara - Campionato Italiano
Cronoprologo Tour de France a Charleroi
Tappa Angoulème (Tour de France)
Criterium Le Creusat
Criterium Plessaia
Giro dell'Umbria
Circuito di Altopascio
Circuito di Lorenzana
Criterium di Copenaghen
Giro di Lombardia
Circuito di Rovigo
Trofeo Baracchi (cronocoppie con Baronchelli)

1976
Circuito di Cecina
Trofeo Pantalica
Tappa Noci (Giro di Puglia)
Giro di Puglia (classifica finale)
Giro di Toscana
Circuito di Zambana
Giro dell'Appennino
Tappa Messina (Giro d'Italia)
Cronotappa Ostuni (Giro d'Italia)
Tappa Varazze (Giro d'Italia)
Circuito di Possano Veneto
G.P. di Mendrisio
Circuito di Gavardo
Circuito di San Damiano
Trofeo Matteotti Pescara
Circuito di Pistola
Circuito di Carpinoti
Tre Valli Varesine
Circuito di Luzzara
Circuito di Cesano Maderno

1977
Circuito di Arma di Taggia
Freccia Vallone
Circuito di San Martino
Giro di Toscana
Circuito di Zurigo
Campionato di Zurigo
Circuito di Zambana
Circuito di Baiso
Circuito di Mendrisio
Circuito di Carano Cavalese
Giro dell'Umbria
Circuito di Castiglion del Lago
Coppa Agostoni
San Cristobal - Venezuela -Campionato del Mondo su strada
Circuito di Cremona
Gran Premio di Roccastrada
G.P. Chateauroux
Criterium di Chateaulin
Criterium di Baden Baden in linea
Criterium Baden (classifica finale)
Giro del Lazio
Circuito di Possano Veneto
Circuito di Foligno
G.P. Guadalupa
Circuito del Lago di Mottala

1978
Tappa Nuoro (Giro di Sardegna)
Coppa Sabatini Peccioli
Circuito di Faenza
Circuito di Villa Lagarina
Parigi-Roubaix
Gran Premio di Larciano
Tappa Siena (Giro d'Italia)
Tappa Padova (Giro d'Italia)
Cronotappa Venezia (Giro d'Italia)
Cronotappa Cavalese (Giro d'Italia)
Circuito di Ambares
Cronoprologo Midi Libre
Tappa Narbonne (Midi Libre)
Cronoprologo (Tour de l'Aude)
Tappa Bram (Tour de l'Aude)
Tappa Carcassonne (Tour de l'Aude)
Tour de l'Aude (classifica finale)
Circuito di Arezzo
Prologo G.P. Copenaghen
Tappa Gran Premio di Copenaghen
Gran Premio di Copenaghen (classifica finale)
Circuito di Arco di Trento
Criterium di Alost
Criterium di Londerssel
Trofeo Matteotti Pescara
Circuito di Langhirano
Circuito di Carpinoti
Circuito di Cavalese
Tre Valli Varesine
Criterium di Valkembourg
Cronoprologo Giro di Catalogna
Tappa Espugas (Giro di Catalogna)
Tappa Playa de Aro (Giro di Catalogna)
Cronotappa di Vendrell (Giro di Catalogna)
Giro di Catalogna (classifica finale)
Giro del Lazio
Giro di Lombardia
Circuito di Luzzara
G.P. Guadalupa

1979
Tappa Santa Severa (Tirreno Adriatico)
Circuito di Gatteo a Mare
Gand-Wevelgem
Parigi-Roubaix
G.P. di Salò
Circuito di Rovereto
1° Prova due giorni di Gabicce
2° Prova due giorni di Gabicce
Circuito di San Vendemmiano
Cronotappa Firenze (Giro d'Italia)
Cronotappa Napoli (Giro d'Italia)
Tappa Trento (Giro d'Italia)
Circuito di Codogno
Cronoprologo Tour de l'Aude
Tour de l'Aude (classifica finale)
Acicatena - Campionato italiano in prova unica
Tappa Lumezzane "Ruota d'Oro"
Tappa a cronometro Urgnano "Ruota d'Oro"
Ruota d'Oro (classifica finale)
Criterium di Castres
Criterium di Lampaul
Circuito di Landivisian
Circuito di Grotte di Castro
Giro del Friuli
Giro del Veneto
Giro dell'Emilia
Trofeo Baracchi (cronocoppie con Saronni)

1980
Circuito di Arma di Taggia
Nizza-Alassio
Cronostaffetta di Montecatini Terme
Cronotappa Carenova (Tirreno-Adriatico)
Tirreno-Adriatico (classifica finale)
Circuito di Milazzo
Parigi-Roubaix
Circuito di San Carlo
Circuito di Tolosa
Gran Premio di Salò
Tappa Torbole (Giro del Trentino)
Tappa Trento (Giro del Trentino)
Giro del Trentino (classifica finale)
Cronoprologo Giro d'Italia
Circuito di Lecco
Criterium di Londersseel
Circuito di Callac
Circuito di Plancoet
Circuito di Caserta

1981
Gran Premio di Salò
Cronoprologo (Tirreno Adriatico)
Tirreno-Adriatico (classifica finale)
Circuito di Biancavilla
Circuito di Vergente
Circuito di Zambana
Tappa Salsomaggiore (Giro d'Italia)
Compiano - Campionato italiano in prova unica
Circuito di Nanno
Fresassi 1a frazione
Fresassi 2a frazione
Cronoscalata di Frasassi (classifica finale)
Coppa Agostoni
Criterium di Brasschaat
Giro dell'Umbria
Circuito di Cluses

1982
Circuito di Arma di Taggia
Circuito di Faenza
Giro di Campania
Cronoprologo Tour Midi Pyrénées
Tour Midi Pyrénées (classifica finale)
Giro di Toscana
Circuito di Zambana
Tappa Diamante (Giro d'Italia)
Tappa Cuneo (Giro d'Italia)
Tappa Millau (Midi Libre)
Circuito di Arezzo
Circuito di Figline Valdarno
Circuito di Steenweeck
Criterium Huensingen
Criterium Villefranche
Circuito di Molteno
Circuito di Chiari
Criterium di Chateaulin

1983
Milano-Torino
Circuito di Col San Martino
Giro di Campania
Trofeo Pantalica
Cronoprologo Giro del Trentino
Giro del Trentino (classifica finale)
Circuito di Arezzo
Circuito di Milazzo
Circuito di Huensingen
Circuito di Palio
Giro del Friuli
Tappa Drammen (Giro di Norvegia)
Giro di Norvegia (classifica finale)
Milano-Vignola
Frasassi 1" prova
Cronoscalata di Frasassi (classifica finale)
Giro dell'Umbria
Circuito di Viterbo
Circuito di Ollivet

1984
Milano-Sanremo
Circuito di San Vendemmiano
Giro dell'Etna
Circuito di Noto
Cronoprologo Giro di Spagna
Tappa Santander (Giro di Spagna)
Circuito di Nanno
Cronoprologo a Lucca (Giro d'Italia)
Tappa Foggia (Giro d'Italia)
Cronotappa Milano (Giro d'Italia)
Cronotappa Verona (Giro d'Italia)
Giro d'Italia (classifica finale)
Circuito di Firenze
Circuito di Bologna
Circuito di Messina
Circuito di Catania
Circuito di Lavis - Trento
Circuito di San Lazzaro di Savena
Cronoscalata della Futa Memorial Castone Nencini
Circuito di Lariano Laziale
Giro del Lazio
Circuito di Gattico - Novara
Trofeo Baracchi (con Hinault)
Circuito di Scordia

1985
Circuito di Trapani
Giro dell'Etna
Circuito di Nanno
Cronoprologo a Verona (Giro d'Italia)
Tappa Saint Vincent (Giro d'Italia)
Cronotappa Lucca (Giro d'Italia)
Giro dell'Appannino
Tappa Bergamo (Ruota d'Oro)
Trofeo Baracchi (con Oersted)

1986
Tappa Marsala (Settimana Internazionale Siciliana)
Cronoprologo Ladispoli (Tirreno-Adriatico)
Giro dell'Etna Circuito di Paterno
Cronotappa Cremona (Giro d'Italia)
Circuito di Bologna

1987 Tappa Antibes (Giro del Mediterraneo)
Circuito di Paterno
Gran Premio di Innsbruck
Cronotappa Folgaria (Giro del Trentino)
Circuito di Nanno
Circuito di Messina
Circuito di Vittorio Veneto
Circuito di Berna - Svizzera
Circuito di Scordia
Criterium delle Isole Mauritius

1988
Circuito di Hamilton (Canada)
Circuito di Isola di Silea

Record dell'ora assoluto, nel gennaio 1984, a Città del Messico, con 50,808 km e poi con 51,151.
Record dell'ora a livello del mare, a Milano, nel settembre 1986, con 48,543 km e, sempre a Milano, nell'ottobre ‘86, con 49,802.
Record dell'ora al Coperto, a Stoccarda, il 19 maggio 1988, con Km 49,644.



Piazzamenti al Giro d'Italia:
1973 15°
1974 7°
1976 4°
1977 2°
1978 3°
1979 2°
1981 21°
1982 8°
1984 1°
1985 2°
1986 3°

Piazzamenti in Tappe al Giro:
1973 2° ad Auronzo di Cadore
1974 2° a Sorrento, Forte dei Marmi 3° a Bassano del Grappa
1976 2° a Milano 3° a Caltanisetta, Porretta Terme, Arosio ed Arcore
1977 2° a Monte Precida, Forlì, Pisa e Binago 3° a Foggia, Gabicce, Salsomaggiore
1978 2° a St. Vincent, Cascina, Pistola, Cattolica 3° a La Spezia, Benevento, Sarezzo
1979 2° a Castelgandolfo, Vieste, Bosco Chiesanuova 3° a St. Vincent, Pieve di Cadore e Milano
1980 2° a Lecce
1981 2° a Trieste, Recanati, Rodi Garganico 3° ad Arzignano
1982 2° a Torino 3° ad Assisi, Palermo, Messina e Vigevano
1984 2° al Block Haus 3° ad Agropoli e Treviso
1985 2° a Maddaloni 3° a Perugia
1986 2° a Nicotera

Piazzamenti al Tour de France:
1975 7°
(2° a Roubaix, Versailles 3° a Bordeaux )

Presenze ai Mondiali:
1974 a Montreal
1975 ad Yvoir
1976 2° ad Ostuni
1977 1° a S. Cristobal
1978 2° ad Adenau
1979 a Valkenbourg
1980 a Sallanches
1981 a Praga
1982 a Goodwood
1983 ad Altenrhein
1984 a Barcellona
1985 a Giavera del Montello
1986 a Colorado Springs
1987 a Villach

Piazzamenti nelle grandi classiche:
1975 2° Milano Sanremo
1978 2° G.P. delle Nazioni
1979 2° G.P. delle Nazioni
1982 3° Giro di Lombardia
1974 2° Parigi Roubaix
1976 2° Parigi Roubaix
1981 3° Parigi Roubaix
1983 3° Parigi Roubaix
1976 2° Giro delle Fiandre
1980 2° Giro delle Fiandre
1978 3° Liegi Bastogne Liegi
1978 3° Gand Wewelgem
1978 2° Amstelgold Race
1978 2° Campionato di Zurigo
1979 2° Campionato di Zurigo
1975 3° Campionato di Zurigo
1980 2° nel G.P. Francoforte

Piazzamenti nelle corse a tappe:
1980 2° Giro del Belgio
1975 2° Giro del Delfinato
1979 3° Giro di Germania
1978 2° Giro di Puglia
1982 2° Midi Libre
1982 3° Giro dei Paesi Baschi
1979 2° Giro del Trentino
1981 2° Giro del Trentino
1982 2° Giro del Trentino
1981 2° Ruota d'Oro
1977 2° Tirreno Adriatico
1986 2° Tirreno Adriatico
1978 3° Tirreno Adriatico
1983 3° Tirreno Adriatico

Piazzamenti in classiche nazionali:
1980 2° Milano Torino
1983 3° Giro del Piemonte
1981 2° Giro dell'Emilia
1981 2° Giro di Romagna
1979 3° Giro di Campania
1975 2° Giro della Provincia di Reggio Calabria
1986 2° Giro della Provincia di Reggio Calabria
1973 3° Giro della Provincia di Reggio Calabria
1983 3° Giro della Provincia di Reggio Calabria
1986 2° Giro dell'Appennino
1974 2° Trofeo Matteotti
1980 2° Trofeo Pantalica
1986 3° Trofeo Pantalica
1980 3° Coppa Sabatini Peccioli
1982 3° Coppa Sabatini Peccioli
1984 2° G.P. Camajore
1974 2° Coppa Placci Imola
1986 2° Coppa Placci Imola
1979 Coppa Agostoni Lissone
1982 Coppa Agostoni Lissone
1976 3° Coppa Agostoni Lissone
1976 2° Coppa Bernocchi
1979 3° Coppa Bernocchi
1981 3° Coppa Bernocchi
1980 2° Milano - Vignola
1981 2° Milano - Vignola
1982 2° Milano - Vignola
1985 2° Giro del Friuli
1976 3° Giro del Friuli
1979 2° G.P. di Larciano
1976 3° Giro delle Marche
1978 3° Trofeo Laigueglia
1979 3° Trofeo Laigueglia
1980 3° Trofeo Laigueglia


Morris

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2863
Registrato: Oct 2005

  postato il 19/06/2008 alle 23:01
Grazie Morris, formidabili quegli anni!

E grazie anche per il ritratto di Merckx (anche se a differenza di claudiodance ero troppo giovane per il merckxismo).

P.S. ho un vago ricordo di un record dell'ora anche a Mosca: è così?

 
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Livello Rik Van Looy




Posts: 802
Registrato: May 2005

  postato il 19/06/2008 alle 23:15
Ritratto che sintetizza un'era segnata dal dualismo Moser-Saronni e dal conseguente oscuramento degli altri campioni italiani,dalle straordinarie vittorie alla Roubaix,dai record su pista fondati anche sulle evoluzioni dei materiali e sull'innovazione del mezzo.
Morris volevo chiederti due cose:
1)Cosa ne pensi della rivalità di(alcuni) tifosi di Moser e Saronni sulle strade:è li che il ciclismo ha toccato il punto più basso in quanto a tifo,accostandosi molto vicino al calcio?
2)Ho sempre saputo che i percorsi del Giro in quel periodo erano scandalosamente piatti.Dal tuo ritratto addirittura si parlà di una sola vera asperità nell'edizione che vide Moser trionfante.Queste circostanze secondo te scoraggiavano in alcuni casi i campioni stranieri a parteciparvi?

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 19/06/2008 alle 23:32
Originariamente inviato da ProfRoubaix
P.S. ho un vago ricordo di un record dell'ora anche a Mosca: è così?


Effettivamente è così.
Nella fretta del copia incolla dal file word, sono saltati alcuni dati.
Nell’ottobre del 1987 (esattamente il 10) sulla pista coperta di Mosca, Moser, fece il record, compiendo km. 48,637. A Stoccarda (sempre su una pista coperta), dopo aver colto il primato il 19 maggio 1988 con km. 49,644, due giorni dopo, il 21, si migliorò fino a 50,359 km.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 19/06/2008 alle 23:47
Originariamente inviato da cunego
1)Cosa ne pensi della rivalità di(alcuni) tifosi di Moser e Saronni sulle strade:è li che il ciclismo ha toccato il punto più basso in quanto a tifo,accostandosi molto vicino al calcio?


Su due piedi, potrei dirti che il ciclismo, ha davvero vissuto in quel periodo il tifo più calcistico. L’ho spiegato nel thread su Visentini e, mi sembra, anche in quello su Baronchelli. Ma prima dell’era Moser-Saronni, c’era stata quella di Gimondi …. che non era molto distante per negatività…..

2)Ho sempre saputo che i percorsi del Giro in quel periodo erano scandalosamente piatti.Dal tuo ritratto addirittura si parlà di una sola vera asperità nell'edizione che vide Moser trionfante.Queste circostanze secondo te scoraggiavano in alcuni casi i campioni stranieri a parteciparvi?


Nonostante i percorsi ridicoli, i migliori stranieri parteciparono, perlomeno con le cadenze di chi non può fare ogni anno doppia partecipazione Giro Tour. E’ pur vero che, Hinault a parte, il panorama dei GT di quel periodo, nella storia del ciclismo, è superiore solo all’attuale. Il curriculum del Tasso ne trasse giovamento….

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 20/06/2008 alle 00:01
Originariamente inviato da cunego

2)Ho sempre saputo che i percorsi del Giro in quel periodo erano scandalosamente piatti.Dal tuo ritratto addirittura si parlà di una sola vera asperità nell'edizione che vide Moser trionfante.Queste circostanze secondo te scoraggiavano in alcuni casi i campioni stranieri a parteciparvi?


Sul Giro del 1984 e sul problema della salita "eliminata" per neve quando invece c'era il sole trovi una lunga disquisizione in questo thread:
http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?fid=4&tid=5181&page=2

Comincia a pg 2 per riprendere verso la fine del thread.

La mia opinione è che quel giro fu fatto vincere a Moser (mi pare di aver trovato una decina di indizi...). Antonello la pensa diversamente.

Cmq, Moser rimane uno dei corridori che si avvicina di più al mio corridore ideale. Leggendo qualcosa su di lui chiedendo in giro ho sempre avuto l'impressione che vincesse le corse pur non essendo il più forte. E questa cosa mi è sempre piaciuta tantissimo.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 20/06/2008 alle 00:11
Ecco qua un sunto degli elementi pro-Moser nel Giro84:

Originariamente inviato da Claudio82

Originariamente inviato da antonello64

Sul complotto lasciamo perdere: se uno pensa che un funzionario statale possa chiudere una strada e creare disagi ad un intero comprensorio, pur di favorire Moser (favore tra l'altro ridicolo, visto che lo Stelvio era lontanissimo dal traguardo), allora si può davvero credere a tutto e al contrario di tutto.


Non per tornare sempre su 'sta cosa, ma dopo aver letto "I giorni rosa", devo dire che gli elementi pro-complotto sono tantissimi.

1)Moser aveva appena battuto il record dell'ora di Merckx e c'era un gran calore intorno a lui. Ci furono una marea di cose a favore di Moser 2)dallo sciopero dei corridori di Pisticci che fece saltare un arrivo in salita (Moser si ritrovò a metà giro pure Presidente plenipotenziario dell'associazione corridori dopo le dimissioni di Gimondi, Adorni e Crespi e quindi anche con grossi poteri nel trattare con Torriani), 3) la polemica di Visentini che dà del "pirla" a Torriani per le moto davanti a Moser mentre lui e Fignon attaccavano sul Tonale (dichiarazioni all'arrivo "Fa schifo una tappa così! Potevate scegliere l'autostrada per renderla ancora più facile. E' una vergogna! E poi dite a quei motociclisti del c.... che si tolgano dai c....". ) Poi 4) l'episodio della tappa Merano-Selva di Val Gardena con Fignon che attacca ai meno tre, improvvisamente gli salta la catena e la giuria che decide di bloccare la macchina della sua squadra che stava andando a soccorrerlo. La sera stessa il ds di Fignon, Guimar si presentò a Torriani e gli disse che ritirava la squadra per i troppi favoritismi a favore di Moser. A quel punto Torriani doveva almeno far vedere che ci provava a fare lo Stelvio, sennò Fignon se ne tornava veramente a casa. E poi ancora 5) i 10 secondi di penalizzazione dati a Fignon per aver accettato un rifornimento idrico in corsa, e ancora, 6) le spinte a Moser in crisi sul Campolongo e poi 7) lo Stelvio saltato (col ds di Fignon che già dalla mattina andava dicendo che l'avrebbero tolto per aiutare Moser a tenere la maglia rosa e con un Moser, che il giorno prima era andato in crisi di freddo, che commenta "bhè meglio così" ) e 8)l'elicottero a Verona e 9) la bici spaziale e 10) Ferrari e Conconi che il giorno prima dell'ultima crono calcolano con precisione assoluta che il giorno dopo Moser avrebbe vinto il Giro con un minuto su Fignon...
Considerando che Moser vinse quel Giro per un minuto e tre secondi direi che tutte queste cose messe insieme possono aver inciso sul risultato finale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 00:29
Originariamente inviato da Claudio82

Ecco qua un sunto degli elementi pro-Moser nel Giro84:

Originariamente inviato da Claudio82

Originariamente inviato da antonello64

Sul complotto lasciamo perdere: se uno pensa che un funzionario statale possa chiudere una strada e creare disagi ad un intero comprensorio, pur di favorire Moser (favore tra l'altro ridicolo, visto che lo Stelvio era lontanissimo dal traguardo), allora si può davvero credere a tutto e al contrario di tutto.


Non per tornare sempre su 'sta cosa, ma dopo aver letto "I giorni rosa", devo dire che gli elementi pro-complotto sono tantissimi.

1)Moser aveva appena battuto il record dell'ora di Merckx e c'era un gran calore intorno a lui. Ci furono una marea di cose a favore di Moser 2)dallo sciopero dei corridori di Pisticci che fece saltare un arrivo in salita (Moser si ritrovò a metà giro pure Presidente plenipotenziario dell'associazione corridori dopo le dimissioni di Gimondi, Adorni e Crespi e quindi anche con grossi poteri nel trattare con Torriani), 3) la polemica di Visentini che dà del "pirla" a Torriani per le moto davanti a Moser mentre lui e Fignon attaccavano sul Tonale (dichiarazioni all'arrivo "Fa schifo una tappa così! Potevate scegliere l'autostrada per renderla ancora più facile. E' una vergogna! E poi dite a quei motociclisti del c.... che si tolgano dai c....". ) Poi 4) l'episodio della tappa Merano-Selva di Val Gardena con Fignon che attacca ai meno tre, improvvisamente gli salta la catena e la giuria che decide di bloccare la macchina della sua squadra che stava andando a soccorrerlo. La sera stessa il ds di Fignon, Guimar si presentò a Torriani e gli disse che ritirava la squadra per i troppi favoritismi a favore di Moser. A quel punto Torriani doveva almeno far vedere che ci provava a fare lo Stelvio, sennò Fignon se ne tornava veramente a casa. E poi ancora 5) i 10 secondi di penalizzazione dati a Fignon per aver accettato un rifornimento idrico in corsa, e ancora, 6) le spinte a Moser in crisi sul Campolongo e poi 7) lo Stelvio saltato (col ds di Fignon che già dalla mattina andava dicendo che l'avrebbero tolto per aiutare Moser a tenere la maglia rosa e con un Moser, che il giorno prima era andato in crisi di freddo, che commenta "bhè meglio così" ) e 8)l'elicottero a Verona e 9) la bici spaziale e 10) Ferrari e Conconi che il giorno prima dell'ultima crono calcolano con precisione assoluta che il giorno dopo Moser avrebbe vinto il Giro con un minuto su Fignon...
Considerando che Moser vinse quel Giro per un minuto e tre secondi direi che tutte queste cose messe insieme possono aver inciso sul risultato finale.




per la precisione:
Pisticci era una tappa al limite per finisseur,non era certo un arrivo in salita,prova ne sia che freuler se l'aggiudico' tradendo i patti del gruppo che voleva lo sciopero.
Non era certo Pisticci a far paura a Moser,visto che nell'arrivo in salita(notoriamente piu' duro di pisticci) del blok hous stacco' fignon ed arrivo' secondo dietro ad un giovane argentin.
Lo stelvio non fatto non e' stato determinante secondo me perche' fino a merano c'era molta discesa.e Moser fermo in discesa non era,a dire il vero.
Sulle moto del tonale se questa storia fosse vera o meno ci sono pareri testimominanze molto discordanti.
La catena di Fignon a Selva.mi ricordo che era avanti pochissimi secondi al gruppetto moser,quindi non poteva aver l'ammiraglia dietro.
Spinte sul Campolongo?ho visto quella tappa e sinceramente non me le ricordo.rammento un Baronchelli che aiuto' MOser in salita,questo si.
Giro facile,certo.ma all'inizio del giro Moser era forte pure in salita.
Tant'e' che sull'arrivo in quota piu' duro stacco' Fignon.
Elicotteri e manovre atte a favorire Moser son ipotesi da blade runner.
biciclette spaziali e preparazione specifica...beh moser e' stato un pioniere.poteva anche fallire.ha avuto coraggio.quel coraggio che gli altri non han avuto per copiarlo da subito.
Detto questo e' innegabile che l'Italia tifasse per Moser.
che tra parentesi,lasciando stare i percorsi,un Giro poteva pure meritarselo.
Qualche aiuto l'avra' avuto di sicuro. Tra quelli da te elencati ben pochi possono venir considerati reali.
Non so tu,ma io quel giro l'ho seguito giorno per giorno.




 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 00:47
sono stato tifoso di Moser quasi al livello di Moserone/Panchetti.
Provo ad aggiungere qualcosa a quello che ha scritto Morris.
Anzitutto Francesco è stato anche un grande della pista: è stato il miglior specialista dell'inseguimento del suo periodo, anche se solo in un caso riusci ad indossare l'iride, perchè partecipò soltanto due-tre volte al mondiale della specialità.
Nel 1979 perse in finale da Oosterbosch perchè non vi giunse al top della condizione, ma qualche mese dopo a Milano lo rincontrò e lo fece letteralmente nero.
E nelle Sei Giorni era un assoluto protagonista, tanto che ancor oggi è uno degli italiani più vittoriosi nella specialità.
Come ha detto Morris, quando si metteva il numero sulla schiena il suo impegno era sempre al massimo: per lui non esistevano corse di allenamento, ma correva per vincere dalla prima all'ultima gara della stagione.
Questo lo ha portato aa aggiudicarsi praticamente tutte le gare del calendario italiano: a memoria credo che gli manchino solo il Trofeo Laigueglia, il Giro di Sardegna, la Sassari-Cagliari ed il Giro di Romagna.
E' stato l'unico italiano a vincere il Superprestige Pernod, che allora aveva un valore ben superiore all'attuale (e anche passato) Pro Tour.
I grossi rimpianti: naturalmente il Mondiale del 1978 contro Knetemann, il Giro delle Fiandre 1980 (quando era nettamente il più forte e Raas e Pollentier si coalizzarono per farlo perdere) e il Giro del 1977, perso perchè il suo rendimento a cronometro non fu all'altezza della sua fama.
E poi il Gran Premio delle Nazioni, classica a cronometro che avrebbe assolutamente dovuto figurare nel suo palmares; purtroppo quando vi arrivò in forma trovò sulla sua strada un Hinault assolutamente imbattibile (1978-1979): nel 1980 fu lui a non essere al top e le prese da Vandenbroucke e Gisiger.
Nel periodo 1984-1985, quando era decisamente il miglior cronoman al mondo, neanche vi partecipò perchè preferì preparare il Trofeo Baracchi, che infatti riuscì ad aggiudicarsi.

Non sono d'accordo che la Gazzetta gli facesse i Giri su misura: chiaramente erano molto meno duri di quelli odierni, ma ad esempio nel decennio 1976-1985 i chilometri contro il tempo erano circa 85 ad edizione (80 km se si esclude il Giro del 1979, quello si fatto su misura per Francesco) mentre il Tour in quegli stessi anni ne proponeva circa 140.
Insomma, se veramente si fossero voluti fare dei Giri su misura, ci voleva poco a portare le cronometro a 110-120 km all'anno.
Anche il Giro del 1984 non era poi così ricco di cronometro (85 km), mentre ad esempio i due Tour vinti da Fignon (1983 e 1984) ne presentavano 145 km ciascuno.
Fignon non perse quel Giro perchè il percorso era ad hoc per Moser, ma perchè non si presentò al via in grande forma, e sul Block Haus, dove avrebbe dovuto guadagnare secondi preziosi sul trentino, fu staccato invece di quasi un minuto: il Fignon del Tour mai e poi mai avrebbe perso quel Giro.
Altro punto a sfavore degli aiuti da parte di Torriani: gli abbuoni.
Se fossero stati reinseriti 5 anni prima, Moser sicuramente si sarebbe portato a caso il Giro del 1976 e uno tra quelli del 1977 e 1978; invece furono ripristinati nel 1981, guarda caso l'anno dopo che Saronni si era portato a casa ben 7 vittorie di tappa.
Insomma era chiaro chi fosse il maggior beneficiario degli abbuoni.
Tirando le somme, diciamo che non lo svantaggiarono troppo con percorsi durissimi, ma neanche lo favorirono più di tanto (tranne che nel 1979).

La sua rivalità con Saronni fu veramente feroce: per chi non l'ha vissuta è difficile immaginare quali livelli raggiunse.
Bugno-Chiappucci al confronto era una barzelletta; non parliamo poi di quelle dei nostri giorni, addirittura inesistenti.
Qualche giorno fa leggevo in altro thread della polemica sul Mondiale di Lisbona: bene, moltiplicate il tutto per quattro o per cinque ed avrete idea di quello che successe a Praga nel 1981.

E come sempre accade in questi casi, grazie a loro due il ciclismo era costantemente sulla cresta dell'onda nelle cronache sportive.
I moseriani ed i saronniani litigavano come potevano litigare laziali e romanisti, o i tifosi di Inter e Milan.
Naturalmente catalizzavano l'interesse in tutte le corse: prima ci si informava sui piazzamenti di Moser e Saronni e poi, eventualmente, su chi aveva vinto la corsa.
Pur con tutti i suoi eccessi e le sue storture, secondo me quella rivalità fu una manna per il ciclismo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 01:08
sul Giro 1984 concordo totalmente con Barrylyndon.
Sul Tonale Luciano Loro, gregario di Visentini, smentì decisamente la tesi del suo capitano, cioè Moser aiutato dalle moto.
Lo Stelvio: dalla cima all'arrivo c'erano 90 km, di cui circa 25-30 di discesa (in cui Moser avrebbe potuto recuperare almeno 2 minuti) e gli altri di pianura assoluta; solo una bambola paurosa sullo Stelvio avrebbe potuto creare qualche problema al trentino.
A Selva di Valgardena Fignon aveva 10 secondi scarsi sugli inseguitori, tanto che scese di bici, rimise su la catena da solo e riuscì ad accodarsi al gruppetto dei big.
La storia degli elicotteri poi è difficile anche prenderla sul serio (a meno di non essere francesi).
E' vero che le ruote lenticolari aiutarono non poco Moser, ma nella storia dello sport è capitato millanta volte che qualcuno traesse vantaggio da determinate intuizioni avute prima di altri.
Dick Fosbury si portò a casa un'Olimpiade perchè inventò lo stile dorsale, Bill Koch una Coppa del Mondo di fondo perchè introdusse il passo di pattinaggio, lo stesso Lemond vinse il Tour del 1989 grazie al manubrio da triathlon, e non parliamo poi delle discipline invernali dove spesso sono le scioline a fare la differenza.
Queste situazioni potranno piacere o meno, ma sono ineluttabili: ci sono sempre state e sempre ci saranno.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 01:13
Originariamente inviato da Morris
E’ pur vero che, Hinault a parte, il panorama dei GT di quel periodo, nella storia del ciclismo, è superiore solo all’attuale. Il curriculum del Tasso ne trasse giovamento….


su questo non sono d'accordo.
Secondo me sia Indurain che Armstrong hanno incontrato avversari ben più scarsi di quelli incontrati da Hinault.

 

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  postato il 20/06/2008 alle 07:52
I Giri d'Italia ai tempi di Moser erano nettamente più agevoli e gli abbuoni avevano un peso maggiore nell'economia della classifica, questo era dovuto non solo al fatto che Moser era un passista ma anche a Saronni che in salia non era proprio un fenomeno.
Moser è stato forse più forte di Saronni soprattutto perchè la sua carriera è stata più lunga e le vittorie si sono spalmate nell'arco di quasi 15 anni.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 09:00
Antonello mi ha preceduto.Quel minuto e spiccioli perso in quel Giro,
Fignon se l'e' perso al Blok house.
lui era piu' forte in salita,nettamente,e su 3 tappe adatte a lui,una l'ha ciccata.
Moser per contro era piu' forte a crono.su tre crono,cronoprologo compreso,ha inferto agli avversari tutte 3 volte colpi letali.
La differenza e' proprio questa.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 09:29
Bellissimi questi servizi sui grandi del passato, prima Merckx, ora Moser, che consentono anche ai + giovani di "vivere" in parte indimenticate emozioni.

Complimenti!

 

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  postato il 20/06/2008 alle 11:33
Originariamente inviato da barrylyndon


Non so tu,ma io quel giro l'ho seguito giorno per giorno.


Io avevo 2 anni esatti esatti il giorno che Moser vinse quel Giro... Però, pure Fignon quel giro lo seguì giorno per giorno e la pensa in maniera radicalmente diversa da te...

Vabhè, tanto a me interessa di più il giro che fu corso 20 anni dopo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 12:08
piu' che fignon questa e' farina del sacco di giacomo Santini.
solo lui poteva dire che marconia dei pisticci era un arrivo in salita.
lo sgarbozza degli anni 80 e 90

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 20/06/2008 alle 12:15
Originariamente inviato da barrylyndon

piu' che fignon questa e' farina del sacco di giacomo Santini.
solo lui poteva dire che marconia dei pisticci era un arrivo in salita.
lo sgarbozza degli anni 80 e 90


Per quanto ho potuto constatare di persona e per quanto mi dicono degli amici che ho in trentino ritengo che Santini sia tra i 5 politici migliori che io abbia incontrato in vita mia. E' persona di grandissima cultura, altro che Sgarbozza...

Cmq, il suo libro direi che è di parte pro-Moser. Venivano dalla stessa terra, erano amici da tempo...

Ricontrollo che ha scritto con precisione Santini su quell'arrivo. Forse riportava solamente i commenti di Fignon che diceva che era in salita.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 12:19
ti assicuro che quell'arrivo poteva essere paragonato forse a tivoli,ma neanche.e tieni presente che 2 giorni prima fignon in salita prese una discreta scoppola da moser.su una salita vera.forse la piu' dura di quel giro

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 20/06/2008 alle 12:23
Originariamente inviato da barrylyndon

ti assicuro che quell'arrivo poteva essere paragonato forse a tivoli,ma neanche.e tieni presente che 2 giorni prima fignon in salita prese una discreta scoppola da moser.su una salita vera.forse la piu' dura di quel giro


Bhè, la salita di tivoli me la sono fatta a piedi un mese fa per guardarmi l'arrivo di tappa. Ti assicuro che non era pianura, tant'è che ha vinto uno scalatore.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/06/2008 alle 12:26
Originariamente inviato da Claudio82

Originariamente inviato da barrylyndon

ti assicuro che quell'arrivo poteva essere paragonato forse a tivoli,ma neanche.e tieni presente che 2 giorni prima fignon in salita prese una discreta scoppola da moser.su una salita vera.forse la piu' dura di quel giro


Bhè, la salita di tivoli me la sono fatta a piedi un mese fa per guardarmi l'arrivo di tappa. Ti assicuro che non era pianura, tant'è che ha vinto uno scalatore.


in volata......

 

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  postato il 20/06/2008 alle 13:29
Ringrazio Morris per questo stupendo profilo, addirittura la foto di Moser che mette la maglia gialla a Charleroi.....

Che altro aggiungere ? che se faccio questo lavoro è soprattutto grazie a lui, Francesco. Era il mio 'supereroe', le corse di ciclismo erano i miei cartoni animati, di Moser ero davvero un fanatico e grazie a lui mi sono follemente innamorato di questo sport. Ancora ricordo il giorno della sua seconda Roubaix (lui nel Velodromo è anche lo stemma del mio 'Crystal Piazza' alla Cobblestone), vidi l'arrivo dentro un bar dopo aver terminato la mia gara (ovviamente ultimo al traguardo, ma almeno non mi staccarono) a Badia a Settimo..... Lunga vita a Francescone, mai visto uno così 'bello' in bicicletta, ma sono di parte, forse....

Ciao ciclowebaioli e ancora complimenti alla penna mostruosamente nobile di Morris....

(Falso) Moserone....

 
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  postato il 20/06/2008 alle 17:46
Un grandissimo: Morris.
Vabbè dai, anche Francesco Moser

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/06/2008 alle 00:11
Originariamente inviato da Morris
Nel 1975, la dimensione mondiale di “Checco”, come veniva solitamente chiamato, pur continuando a mietere successi di spessore in Italia, arricchiti dalla conquista della maglia tricolore a Pescara, assunse altri caratteri, grazie alla partecipazione al Tour (la sua unica Grande Boucle, una pecca del suo curriculum). Vinse il prologo di Charleroi, nonché la tappa di Angoulem, indossando quella maglia gialla che seppe tenere per sette giorni...

Già... mi sono sempre chiesto il perché di questa riluttanza di Moser a partecipare al Tour, visto il successo della sua unica partecipazione.
C'è da dire che in generale dalla fine degli anni '70 fino a tutti gli anni '80 la presenza italiana fu veramente marginale, per motivi che ora faccio un po' fatica a delineare. Ricordo un 5° posto (che poteva essere podio...) di Riccomi, un 6° (mi pare) di Battaglin... poi più niente fino a Bugno e Chiappucci. Sbaglio o in alcuni anni addirittura non ci fu nessun partecipante italiano?
Se non ricordo male, anche la RAI smise per un po' di trasmettere le dirette.
Come mai questo lungo calo di interesse?

 

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  postato il 22/06/2008 alle 01:22
Moser al Tour avrebbe fatto fatica ad entrare nei 5, nonostante i km a cronometro fossero il doppio rispetto al Giro.
Il campo partenti del Tour era molto più qualificato di quello del Giro, ed il percorso era molto più duro.
Per le sue ambizioni di successo in un grande giro, la corsa rosa era decisamente la strada più semplice.
Probabilmente se avesse vinto un Giro tra il 1976 ed il 1979, qualche volta sarebbe tornato al Tour.
Per quanto mi riguarda ho il rimpianto del 1980: quell'anno, con il ritiro di Hinault, un posto sul podio ci sarebbe anche potuto scappare.

P.S. mi pare che fosse il 1981 l'anno in cui nessun italiano partecipò al Tour.
P.P.S. un corridore italiano in grado di ben figurare al Tour (cioè puntare al podio) era Roberto Visentini, al quale però interessava solo ed esclusivamente il Giro.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/06/2008 alle 08:27
Originariamente inviato da antonello64

Moser al Tour avrebbe fatto fatica ad entrare nei 5, nonostante i km a cronometro fossero il doppio rispetto al Giro.
Il campo partenti del Tour era molto più qualificato di quello del Giro, ed il percorso era molto più duro.
Per le sue ambizioni di successo in un grande giro, la corsa rosa era decisamente la strada più semplice.
Probabilmente se avesse vinto un Giro tra il 1976 ed il 1979, qualche volta sarebbe tornato al Tour.
Per quanto mi riguarda ho il rimpianto del 1980: quell'anno, con il ritiro di Hinault, un posto sul podio ci sarebbe anche potuto scappare.

P.S. mi pare che fosse il 1981 l'anno in cui nessun italiano partecipò al Tour.
P.P.S. un corridore italiano in grado di ben figurare al Tour (cioè puntare al podio) era Roberto Visentini, al quale però interessava solo ed esclusivamente il Giro.

Beh, però Moser avrebbe potuto partecipare "alla Maertens": un occhio distratto alla classifica, e caccia ai successi parziali (16 in tre partecipazioni per il belga, sempre corredate dalla maglia verde).
A maggior ragione dopo che il successo al Giro non arrivava... anche se è vero che la partecipazione ai due GT va programmata.
Comunque, come dicevo, pure l'apparente disinteresse di Moser per il Tour va inscritto in quel fenomeno più generale di partecipazione italiana ridotta, che oggi sembra quasi inspiegabile. Due le supposizioni che mi vengono da fare: squadre italiane con un organico non in grado di affrontare entrambe le corse, anche a livello numerico; e poi forse un ancora persistente senso di "pari dignità" tra Giro e Tour...

PS: mi pare che anche nel 1978 e 1980 non ci furono italiani al via... vado a controllare su "Memoire..."

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/06/2008 alle 12:56
Giacomo "Toboga" Santini è certamente un uomo colto e (credo) un buon politico (dell'attività dei Parlamentari Europei non si sa mai praticamente nulla), però con il ciclismo non c'azzeccava proprio.
Era uno Sgarbozza che non aveva mai corso.

 

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nino58

 
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