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Autore: Oggetto: Tutto Pantani

Elite




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  postato il 22/05/2008 alle 23:37
Da oggi in edicola c'è questa serie di DVD intitolata "Tutto Pantani" chissà come sarà, voi prendete questi inserti della gazzetta quando ci sono? Così come le grandi salite del ciclismo.

 

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"Io sto vincendo questo tour, ma se ci fosse Pantani lo vincerebbe lui." (Lance Armstrong)

"Forte così non ho visto andare nessuno io" (Alfredo Martini)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/05/2008 alle 23:43
Non comprerò la raccolta per un semplice motivo.
Credo che non ci sia nulla di nuovo da vedere su Pantani. Quei dvd non possono contenere null'altro se non le corse del Pirata e quelle le ho già, e si trovano anche dappertutto.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Under 23




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  postato il 22/05/2008 alle 23:48
Io lo comprerò, Pantani è sacro, avranno fatto un bel lavoro questa volta.
 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 23/05/2008 alle 00:00
Ho già oltre 40 dvd sul Panta e spendere altri 80-90 euro per qualcosa che ho già "completo" non mi entusiasma. La curiosità però c'è e aspetto i commenti di chi ha preso il primo dvd.

 

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




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  postato il 23/05/2008 alle 09:41
Dall'altro 3D

Originariamente inviato da Messia

Ciao a tutti,

avete comprato il DVD di Pantani?

Mi arriva oggi, volevo sapere un giudizio. Cose viste e riviste?

Spero che questa collezione racchiuda un pò di più che le immagini delle vittorie, per quelle c'è youtube...

Mi piacerebbe se fosse coinvolto Davide Cassani che qualcosina la sa...


Originariamente inviato da roberto79

Io l'ho preso oggi, ma ancora non l'ho visto....
ti farò sapere.

credo ci siala cronaca delle vittorie presa dalla RAI, quindi DE ZAN - CASSANI

poi non saprei dirti altro..

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 23/05/2008 alle 09:52
Originariamente inviato da AlèRiccò

Da oggi in edicola c'è questa serie di DVD intitolata "Tutto Pantani" chissà come sarà, voi prendete questi inserti della gazzetta quando ci sono? Così come le grandi salite del ciclismo.


Il primo l'ho preso, spero di poterlo vedere quanto prima e da lì capirò se vale la pena prenderne altri anche se non tutti (come l'ultimo dove c'è il film televisivo, film che a parte l'interpretazione dell'attore non mi è piaciuto).
Anch'io ho le VHS delle sue corse, tuttavia siccome quelle del 1994 sono di qualità pessima (Mediaset, a quell'epoca, non si prendeva bene a casa mia) allora questi DVD potrebbero sopperire.
Vi farò sapere

 

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"Per quanto l'uomo sogni di valere, il difficile è
rimanere con i piedi per terra"

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 23/05/2008 alle 10:10
Ho preso il dvd.
La collana è curata da Bergonzi e Vicennati.
Sono sette dvd più il film ( che non comprerò).
Il primo va da quando era ragazzino al 1995.
Ci sono filmati inediti,tutte le vittorie, trenta interviste a Marco,interviste a vari testimoni.
Non avendo tempo di scrivere, copio il post che ho messo ieri nel forum di Pantani, dove , però, la discussione è accesa per il fatto che sono editi dalla Gazzetta dello sport.
Ho visto la prima ora del dvd. Fino a tutto il 1994.
Molto bella la parte del Pantani giovanissimo, alcuni filmati inediti ( almeno io conoscevo solo alcuni di questi filmati), c'è tutta la vicenda con il venezuelano Bolivar della tappa in cui vinse il Giro dei dilettanti del 1992 .Avevo sentito parlare di questa storia su cicloweb qualche tempo fa ma, non seguendo i dilettanti, non la conoscevo bene.Molto interessante.
Ma quello che mi ha colpito di più è la maturità di Marco da ragazzo. La determinazione , la serietà, la proprietà di linguaggio quando risponde alle interviste.
Ho pensato a Rendell che lo descrive come uno psicopatico sin da ragazzino.
Le immagini parlano da sole, le parole di Marco, tutto dà ragione a Roncucci quando dice che con Marco lavorava bene, tutto stava solo a non imporgli niente.
Basta guardare gli occhi di Marco diciassettenne o diciannovenne per vedere quante falsità sono state scritte su di lui. Ripeto, ho pensato parecchio a Rendell e al suo libro.
Ma caz.... guardatelo e poi voglio vedere chi parla di psicopatologia e altre fregnacce.
Il padre Paolo rivela che quella che Cassani chiamava la posizione in discesa ' a tomba aperta', con il sedere sulla ruota posteriore e lo sterno contro la sella, Pantani la provava sin da ragazzo, la studiava e maturava una capacità che prevede una tecnica molto raffinata.
Determinato, disciplinato nel migliorarsi ( altro che vagabondo, dice Paolo Pantani), se ' faceva baracca' si vede benissimo come fosse capace di separarla dalla sua professione e dal lavoro che richiedeva. Il che è segno di una strategia razionale nell'esistenza, ho sempre detto che Pantani era estremamente razionale e estremamente irrazionale, fino a che non gli è stato sottratto il ciclismo l'equilibrio era evidente.
Credo che questo dvd, facendoci vedere l'origine di Marco, come era prima che tutto accadesse, lo restituisca alla sua dignità.
Non rivelando verità ( del resto sto appena al 1994, quello che viene dopo non l'ho visto) ma perché chi vede certi filmati, certe foto non puà più credere al mostro psicopatico, dopato e drogato fin da ragazzo, squilibrato. Le immagini parlano più delle parole.
Fanno capire che qualcosa di tremendo è successo perché da quelle immagini si passi al Pantani degli ultimi anni.
Mettono di fronte a delle responsabilità morali, quel ragazzino che sapeva quello che voleva e lo inseguiva con passione e determinazione, ha subito qualcosa di devastante per diventare il Pantani degli ultimi anni.
Ho visto solo un'ora ma mi chiedevo stamattina, leggendo della presentazione dei dvd, cosa potesse aver spinto Paolo Pantani ad accettare di stare a fianco di Zomegnan.
Ovviamente non lo so, solo Paolo conosce le sue motivazioni profonde e quanto gli sia costato, ma forse, fra quelle motivazioni, c'è di poter mostrare, con la massima diffusione possibile, quel Marco che lui ha conosciuto ( e quelli che lo conoscevano allora) ma che il grande pubblico non conosce.
Quel Marco che di cui ha seguito ogni passo in bicicletta, quel Marco che gli hanno demolito, quel Marco pieno di talento da sempre e di volontà, quel Marco che mette di fronte a tutti quelli che gli hanno strappato il ciclismo dalle mani ( tutti, da chi lo ha massacrato al suo éntourage) l'orrenda responsabilità che si portano nella coscienza.
Penso che Paolo volesse che si conoscesse qul Marco perché in quel Marco che si vede nei filmati,sta l'origine della sua dignità di uomo e di campione, quella dignità che lui vuole ridargli. Sta la prova del suo talento innato, della sua capacità di mettere insieme il razionale e l'irrazionale.
Certo, poi, non resta che piangere. mi sa che bisogna vederli a tappe questo dvd ( gli altri vederemo poi),l'emozione straripa dentro

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

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IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/05/2008 alle 10:29
non l'ho visto tutto, ma finora è stato superiore alle aspettative.
Io sono sempre molto scettico nei confronti di questi dvd celebrativi, perchè normalmente ci mettono dentro un mucchio di gente che parla e racconta e poche immagini sportive, che poi sono la cosa che a me interessa veramente (altrimenti non li comprerei).
Devo dire che le immagini, le telecronache originali invece hanno una parte importante: ad esempio si trovano anche parecchi filmati del Tour 1994, che sono difficili da reperire su internet.
Certo, nei capitoli extra due minuti scarsi dedicati ad ogni vittoria sono un pò pochini.

 

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Livello Classica San Sebastian




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  postato il 23/05/2008 alle 10:41
Mi spiegate cos'e' la faccenda con il dilettante Bolivar? Almeno a grandi linee

 

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Ricco' li strappazza tutti

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 23/05/2008 alle 10:48
Originariamente inviato da azgianni

Era la 10 tappa, 111km da Cavalese a Plan di Pezze'. Sulla prima salita, il Passo Sella, attacco di Pantani seguito da due colombiani. Come affermato in precedenza trattasi di Hugo Bolivar e Omar Trompa. Sul Sella, Trompa perde terreno ed in cima arriva staccato di 22 secondi da Panta e Bolivar. Sul Gardena e sul Campolungo, Panta e Bolivar procedono da soli, il vantaggio dei due si dilata, Belli e' crollato ed il Giro Baby e' nelle mani di Pantani. Sul Plan di Pezze', nonostante abbia promesso la tappa al generoso Bolivar, sospinto dai consigli di Roncucci, Panta stacca il colombiano ed arriva solitario conquistando anche la maglia di leader.
Questo e' quello che so.
un saluto
Gianni


Víctor Hugo BOLÍVAR CALDERÓN, colombiano, nato il 25 settembre 1970. Professionista giusto un paio d'anni con la Kelme e con la Petróleo de Colombia.

Omar Alirio TROMPA RODRIGUEZ (20.04.1970) è invece diventato, dopo una lunga carriera a livello sudamericano, il team manager della squadra continental messicana Tecos.

Ciao.

 

[Modificato il 23/05/2008 alle 10:52 by faxnico]


 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 23/05/2008 alle 10:50
Io ho cominciato la raccolta perchè almeno questa collana vorrei averla originale ...

 

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AVETE VOLUTO LA BICICLETTA? E ADESSO PEDALATE !!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/05/2008 alle 11:03
Io la voglio perchè è una collana storica.
dedicata a colui che mi ha fatto veramente emozionare guardando le imprese sportive.
Pantani non piaceva perchè vinceva, piaceva per come vinceva... per le sue azioni spettacolari... per il modo che aveva di interpretare la corsa e per come metteva in atto i suoi attacchi.

Mi auguro che ci siano le telecronache originali di Adriano De zAN E Davide Cassani, due grandi interpreti nel raccontare il ciclismo moderno.

 
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Amministratore




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  postato il 23/05/2008 alle 11:09
Donchisciotte, condivido la spiegazione che dai sulla scelta di Paolo Pantani. Certo, c'è da dire che in Gazzetta continuano a lucrare sul Pirata, è proprio gente col pelo sullo stomaco. (Da me comunque soldi non ne avranno).


Originariamente inviato da Donchisciotte

Ho pensato a Rendell che lo descrive come uno psicopatico sin da ragazzino.


Avendolo conosciuto e avendoci avuto a che fare recentemente, posso dire che probabilmente Rendell è un imbecille sin da ragazzino.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
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Amarti m'affatica, mi dà malinconia
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(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/05/2008 alle 11:21
ma chie 'sto Rendell" un giornalista? mai sentito
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/05/2008 alle 20:57
Ma plan di pezzè è la salita sopra Alleghe? Ci sono stato questa estate (in macchina:Od e mi è sembrata piuttosto impegnativa...

 

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Fabio

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Elite




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  postato il 23/05/2008 alle 22:17
Se ci sono le cronache originali me lo dite che li compro? Grazie a chi sarà così gentile

 

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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 28/05/2008 alle 13:50
Scusate ma qualcuno di voi sa se a Napoli la collana TUTTOPANTANI è in vendita??

Fino ad ora non sono stato capace di trovarla......

Come posso fare?

Gli edicolanti che ho consultato mi hanno detto che non è stato proprio distribuito possibile????

 
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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 29/05/2008 alle 19:31
Non c'è nessuno di Napoli?

il dvd è introvabile......................

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2008 alle 20:45
Originariamente inviato da plata

Ma plan di pezzè è la salita sopra Alleghe? Ci sono stato questa estate (in macchina:Od e mi è sembrata piuttosto impegnativa...


esattamente i piani di pezzè sono sopra alleghe

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 16/06/2008 alle 00:22
Ho festeggiato ( con un giorno di ritardo) il decennale della vittoria al Giro 1998 (7 giugno 1998) vedendo il dvd dedicato, appunto, a quel Giro.
Ho capito che il dvd, rispetto alle registrazioni delle tappe, consente la visione d’insieme, di capire lo spirito di un evento, a partire da un punto di vista.
Al di là dell’emozione ( che, come dice il poeta, non ha voce) mi ha colpito l”umanità” di quel Giro. E’ vero che , pur di interpretare tutto alla luce del doping, ormai qualsiasi cosa può voler dire se stessa e l’altro da sé, violando il principio di non contraddizione.
Così si sente che se uno un giorno va bene e l’altro no, è dopato, oppure che è la prova che non si dopano più ( a seconda di come conviene), poi si sente che, finalmente, adesso si vedono le facce stanche, poi che se i distacchi sono piccoli vuol dire che non si dopano, oppure che si dopano e si livellano. Insomma tutto e il suo contrario pur di incastrare la realtà in ciò che conviene.
Invece in quel Giro ho visto Zulle che faceva faville fino a Trieste ( la crono) e poi si perdeva, Tonkov staccare Pantani a Pampeago e poi perdere a Selva di val Gardena, lo stesso Pantani all’inizio era un po’ appannato, a Pampeago pure, a cronometro si fa riprendere da Zulle, poi vince il suo Giro a Selva di Val Gardena e a Montecampione.
Le facce di Tonkov e Pantani a Monte Campione sono fra le più stanche che io abbia mai visto.
I distacchi non sono abissali,anzi.
Al di là del doping che c’era e c’è, la vera intensità di quel Giro era la qualità di chi lo interpretava, l’intensità, la drammaticità che sapeva dare ad ogni gesto. Certo, Pantani in modo assoluto ma Monte Campione non ci sarebbe stata come tappa evento, metafora perfetta della vita, intensità delle facce, delle stanchezze, del fuori soglia protratto per chilometri,le vocine delle montagne, l’ultimo soffio di energia strappato a se stessi quasi per sfida, non ci sarebbe stato senza Tonkov.
Il doping c’era e c’è, ma se si spiega tutto con il doping non si coglie la verità delle cose. La realtà non è mai fatta di un solo sogno.


 

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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 16/06/2008 alle 00:23
Oggi, invece, ho visto il quarto dvd, quello sul Tour 1998.
La visione d’insieme del dvd consente di cogliere molte cose che erano sfuggite, a cui non si pensa più.
Che il dvd dedicato al Tour 1998 sia bellissimo è una tautologia, Tour 1998= bellissimo, è un giudizio analitico, il predicato ( bellissimo)è già contenuto nel soggetto ( Tour 1998).
Però a me ha fatto pensare la vicenda della Festina e di tutto quello che accadde, dal punto di vista del doping, in quel Tour.
I corridori sono, per la prima volta, trattati da criminali, protestano, si fermano, fanno annullare una tappa ma non arrivano fino in fondo, non fermano il Tour, se ne vanno alcune squadre ma non conta,lo spettacolo e il business vanno avanti.
Lo stesso Pantani appare incerto, rivedere quei momenti mi ha lasciato perplessa.
Ho pensato che doveva essere coraggioso fino in fondo, fermare il Tour, poi mi sono detta che tanto non sarebbe cambiato nulla.
Invece poi, parlando con chi di ciclismo ne capisce molto più di me,ho capito che il coraggio non c’entrava, quello era stato un errore di valutazione da parte di Marco e se non ci fosse stato quell’errore si può pensare che i fatti successivi sarebbero stati diversi.
L’errore fu pensare che quella criminalizzazione, quei modi pesantissimi di indagine e di intimidazione fossero un fatto isolato, che non si sarebbe ripetuto, un fatto eccezionale, forse fu anche colto di sorpresa, Marco, dalla virulenza degli eventi.
Se quel Tour fosse stato fermato, se lo spettacolo e il business fossero stati così pesantemente intaccati, se i ciclisti avessero mostrato subito che erano loro a poter determinare lo show, nel bene e nel male, forse certi soprusi avvenuti dopo da parte del Coni non ci sarebbero stati.
L’unica legge della giungla , non è una legge: è l’espressione dei rapporti di forza.
Non andando fino in fondo in quel Tour, non prendendo una decisione collettiva fortissima, passò il messaggio: si può fare.
Anche nel 1999, Marco sbagliò. Quando il Coni voleva imporre i controlli di “io non rischio la salute”, Marco fu chiamato dal gruppo a rappresentare la protesta dei ciclisti.
E divenne la sola controparte del Coni.
L’individuo da solo non vince queste battaglie, i rapporti di forza impari con il potere( sportivo )impongono che si sommino le debolezze di ognuno in un’azione collettiva che diventa forte ( su questo, qualche giorno fa,c’era uno splendido articolo di Golino su Repubblica, sui sindacati e la loro storia).
Se Marco avesse spinto per fermare il Tour 1998 e quel Giro 1999,invece che, nel 1999, farsi carico da solo della protesta, forse avrebbe fermato il Moloch che si stava creando delle guerre di potere sulla pelle dei ciclisti. E non poteva essere lui il capro espiatorio, l’azione era del gruppo.
L’ha capito troppo tardi Pantani. Nel 2001, quando si è battuto per fermare il Giro ( lasciato al vento da Cipollini e il gruppo), era troppo tardi e lui non aveva più l’autorità per imporsi: si stava ritirando da quel Giro dopo risultati pessimi e ,forse, certe voci su di lui già giravano.
E’ stato un errore di valutazione che Marco ha pagato a carissimo prezzo.
Non so, devo ancora mettere capire bene, ma è una prospettiva nuova sulla vicenda Pantani che, guardando il dvd, mi è venuta in mente.

 

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Livello Marco Pantani
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Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 30/06/2008 alle 16:40
Ho visto il sesto dvd, dedicato al 2000, l'illusione della rinascita
In questo film che l’insieme dei dvd costituisce, mi pare che il filo conduttore sia trovare l’uomo Pantani attraverso il racconto della sua vita agonistica.
Anche in questo sesto dvd questo sguardo viene mantenuto più che mai, con la consueta profondità e coscienza della complessità.
Del resto Vicennati lo aveva scritto nel suo libro: non si capisce quello che è successo ( a Campiglio) se non si capisce l’uomo Pantani.
In questo dvd l’irreparabile è già accaduto.
Gli occhi di Marco non sono più gli stessi, l’affetto dei tifosi ( che si vede in modo davvero toccante) è l’eco lontana di un passato che si è lacerato per sempre, non basta, l’offesa è troppo grande.
Molto si capisce di Marco nella vicenda complicata della sua decisione improvvisa di correre il Giro 2000( dopo una primavera di ritiri e depressioni,di ripetizione ossessiva, come scrisse allora Giancarlo Dotto, della scena archetipica di Campiglio: lui, atteso, che non arriva all’appuntamento con la storia) .
La squadra è già fatta e punta su Garzelli e Zaina, Marco decide di correre e si aspetta di essere atteso dalla squadra e riconosciuto come capitano unico. Ma sull’Abetone c’è il momento della scelta, Marco si stacca, non ce la fa, troppo a lungo lontano dalle corse, Martinelli sceglie: Garzelli fa la sua corsa con i primi, Zaina con gli altri a scortare Pantani.
La ferita di Zaina è profonda, quella di Marco altrettanto perché vede nello sguardo degli altri il disagio, il senso dell’ingiustizia.
Marco percorre la sua via crucis di distacchi, sempre osannato dalle folle, ma a Briancon la forma è migliorata di parecchio, può vincere la tappa.
Ma sceglie di fare il gregario a Garzelli, sacrifica la sua vittoria di tappa e consegna al compagno il Giro, perché sente che quella ferita di Zaina va, in qualche modo, riconosciuta e esige il sacrificio del capitano perché sia posto un riparo sia pure indiretto.
Questo momento del dvd, intervallato dall’intervista a Zaina, è semplicemente splendido, l’intelligenza, la capacità di comprendere le cose e gli uomini di Marco è sorprendente.
Il Mont Ventoux e Courchevel sono momenti in cui si piange e basta, di una intensità emotiva, agonistica, umana, esistenziale, direi metafisica, assolutamente devastanti.
Non vedremo mai più un ciclismo così, è finito per sempre.
Il folle volo di Morzine ( come Ulisse, anche Marco afferma che non siamo nati per vivere come bruti) è la sintesi della grandezza di Marco.
Le sue parole sono degne di quelle di Ulisse,di fronte all’accusa di follia, pronuncia la sua frase più bella:non sono folle, è che L’IMPRESA E’ L’IMPRESA.
Non è roba per spiriti mediocri, non possono capirne la genialità Martinelli o Zaina: l’impresa è la visione.
Le miserrime questioni di crisi di fame,forma fisica approssimativa e dissenteria che la fanno fallire, non minano la grandiosità della visione. Fatti non fummo per viver come bruti, l‘Amerikano, la macchina, possono essere battuti dall’estro, dal genio e dal talento.
Poi ci sono le immonde vicende giudiziarie, la storia di Sydney e le Olimpiadi.
Una frase giustissima di Borra : quando dice che hanno cercato di inchiodarlo alla colpa del doping in tutti i modi, hanno cercato con accanimento ma non hanno mai trovato le certezze che volevano, fino alla prova che doveva far quadrare il cerchio, l’analisi del midollo in autopsia chiesta da Guariniello ( secondo il libro di Bergonzi). E, ancora una volta,non hanno trovato.
Una cosa che non ricordavo o che mi era sfuggita, è la presenza ossessiva della Ronchi, in ogni inquadratura in cui Marco è intervistato, lei c’è, presenza incongrua, che c’entra il manager onnipresente? Forse anche quello è un segno che Marco aveva un baratro dentro.
Martinelli dice nel dvd, giustamente, che lui era un DS non aveva la competenza per risolvere un problema grave come quello di Marco.
Ecco, nessuno aveva la competenza, non bastava la comprensione umana, serviva la competenza scientifica, ma Marco non è stato davvero curato e la rabbia è tanta perché qua si vede che nel 2000 la situazione era recuperabile, ma serviva un passo indietro da parte di chi lo circondava, serviva dire: sono incompetente per questo,non illudere nessuno,neppure Marco, che quelle pacche sulle spalle fossero una cura.
Bellissima l’intervista a Zaina, duro, per certi versi, anche con Marco ma con qualche ragione e poi sopraffatto dal pianto. Definisce il ritiro alle Canarie in cui ebbe uno scontro forte con Pantani a causa della cocaina: una scuola di vita. E pensa che a distruggere Marco fu più il dopo Campiglio che Campiglio. Molto ha capito Zaina dell’uomo Pantani.
Infine il rapporto con Armstrong, lascia un rimpianto enorme per quei duelli agonistici che non abbiamo visto.
A questo proposito, nell’impossibilità di sintetizzare le mille sfumature psicologiche e umane che sono evidenti nel dvd, riporto una piccola parte dell’intervista che , due anni fa, il vero gruppo Nessuno tocchi Pantani fece a Enzo Vicennati, la parte su Armstrong, deuteragonista di questo film-dvd, suo malgrado polo di una tensione umana e psicologica di cui non fu, forse,nemmeno troppo consapevole. Perché, ancora una volta, la corda della tensione metafisica la tendeva Pantani.

Ecco la risposta di Vicennati in quella intervista:
Con Madonna di Campiglio inizia la deriva esistenziale di Marco, spesso tentava, comunque, di ricominciare, di riprendere a dedicarsi al ciclismo, fino al Giro 2003. Ogni volta manifestava quasi una speranza di vita nuova e ogni volta, interrogato su progetti e ambizioni, rispondeva: battere l’Americano.
Al di là della rivalità , cosa pensa abbia rappresentato Armstrong per Marco? Perché ogni volta che cercava una motivazione a vivere ricorreva il nome di Armstrong, come se l'agonismo, il confronto con lui fosse una possibile ragione di vita?

Vicennati: L'agonismo è sempre stato la sua ragione di vita. L'americano lo ha sempre visto come un campione contro cui gli sarebbe piaciuto combattere ad armi pari, perché era esattamente come lui. Indurain era un grandissimo avversario, però era troppo educato... Questo invece era cattivo, antipatico a tanti, arrogante, fortissimo. Una versione texana di Pantani, con la stessa fiducia cieca in se stesso, la stessa autostima mostruosa. Si sarebbero divertiti e alla fine, guardate che vi dico, sarebbero anche diventati amici. Purtroppo però Marco dal 2000 è stato sempre trattato come un mendicante e anche Armstrong non è mai riuscito a conoscerlo davvero. Immaginate come sarebbe stato tutto diverso se si fossero scontrati nel 1999 e poi ogni anno a seguire. Sarebbe stata una grande rivalità.
Il Tour era il posto in cui Marco era diventato grande davvero. Uno come lui non poteva accontentarsi di ridiventare corridore al Giro d'Italia, battendo Simoni e Casagrande. Se doveva dare un segnale di ritorno, doveva farlo in grande, sul palcoscenico più importante.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/07/2008 alle 08:18
Ho visto il sesto DVD.... molto bello mi ha colpito moltissimo Zaina che alla fine dell'intervista si commuove parlando di Marco e piange.....


 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 02/07/2008 alle 15:21
Approfitto di questo topic per chiedere una cosa: qualcuno di voi sa dove posso trovare dei resoconti delle tappe meno conosciute tra quelle che avete citato, tipo Guzet Neige 1995?

 

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"Quando scatta lui, io mi giro dall'altra parte, altrimenti mi demoralizzo", Ivan Gotti, a proposito di Marco Pantani

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/07/2008 alle 09:24
ho visto anche il penultimo dvd.... molto bello!



interessanti le testimonianze di Borra e di chi gli è stato accanto...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/07/2008 alle 12:34
Ho preso tutta la raccolta, ultimo DVD comprende il film girato dalla Rai mi pare. 8 DVD davvero interessanti e piene di immagini del pirata in gara, testimonianze dirette dei suoi compagni e di chi stava intorno. Un racconto della sua vita, non mi pare si esageri nel trattare il periodo peggiore della sua vita, ma soprattutto si parla di quel periodo dal suo punto di vista non dal punto di vista dei giornalisti.

Un bell'8 in pagella per questa collezione.

 

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