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Autore: Oggetto: Limite 200 KM per le gare in linea minori

Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/03/2008 alle 15:03
Per alcuni anni le gare di coppa del mondo, mondiali e campionati nazionali, erano le uniche corse ad evere il privilegio di avere un chilometraggio superiore ai 200 KM. Come tutti ben sappiamo oltre tale limite le qualità di fondo di un ciclista cominciano a fare la differenza creando quasi una dicotomia fra i corridori di fondo e quelli invece che con il duecentesimo chilometro vedevano spegnarsi improvvisamente le energie.
Alla vigilia della Milano - Sanremo di ben 298 chilometri molti ciclisti allungano dopo le tappe della Tirreno - Adriatico con altri chilometri in bici per allenarsi alla distanza.
Non sarebbe opportuno eliminare il limite dei 200 KM ?

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/03/2008 alle 18:52
Concordo
Anche perchè i campioni si vedono oltre i 200 km

170-180 km li fanno li under 23

Ma qualcuno uscirà con la solita lagna sul doping..come se piu' km (o difficoltà ) significa doparsi di piu'

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/03/2008 alle 23:58
E' abbastanza evidente che al di sotto dei 200 Km. i campioni spesso non riescono a fare la differenza. Se vediamo gli albi d'oro delle corse sotto i 200 km. ci rendiamo conto molte volte a vincere sono corridori modesti. Questo non accade nelle grandi classiche. Saronni, Moser, Argentin vincevano tutte le corse.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 00:04
Mah, penso che al di là di doping-non doping, lo stop dei 200 km sia stato messo anche per altri motivi all'epoca, che però non conosco. Posso ipotizzarli: difficoltà organizzative, bloccare una corsa per tutto il tragitto, trasporto dei mezzi sul tragitto complessivamente più lungo e dunque più costoso per tutti, cercare di affaticare meno i corridori con l'allungamento del calendario e permettere anche ai più mediocri di arrivare, allungando l'ordine d'arrivo e dunque migliorando la visibilità degli sponsor minori, ecc...

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 00:10
I motivi per limitare il chilometraggio credo che esulano dalla questione doping, nel senso che fino a 50 - 60 anni fa si correva fino a 400 chilometri. Credo che l'aspetto televisivo ed organizzativo sia più decisivo. Ma di fatto la visibilità delle squadre minori si è persa con l'avvento del Pro Tour. Le corse minori secondo me sono scomparse. Ricordo l'ultima Tre Valli. Se Bettini, Di Luca, Rebellin, Pozzato vincessero più corse "italiane" acquisterebbero più importanza.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 00:18
Originariamente inviato da Salvatore77

I motivi per limitare il chilometraggio credo che esulano dalla questione doping, nel senso che fino a 50 - 60 anni fa si correva fino a 400 chilometri. Credo che l'aspetto televisivo ed organizzativo sia più decisivo. Ma di fatto la visibilità delle squadre minori si è persa con l'avvento del Pro Tour. Le corse minori secondo me sono scomparse. Ricordo l'ultima Tre Valli. Se Bettini, Di Luca, Rebellin, Pozzato vincessero più corse "italiane" acquisterebbero più importanza.


L'ultima tre valli non fa testo, se pensi che è stata decsa da una fuga bidone. La penultima, invece, l'ha vinta un certo Garzelli. E infine, dato che il pro tour praticamente è già morto, troverei altre motivazioni al calo delle corse italiane.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 09:28
La coppa del Mondo è riuscita a dare importanza a corse come S. Sebastian, Zurigo, Amburgo togliendole alle corse come Placci, Trevalli, Milano - Torino, Lazio. Queste corse spesso vengono usate dai capitani delle squadre italiane per far guadagnare una convocazione in nazionale ai propri gregari. La Trevalli non vede tra i vincitori per esempio nè Bettini, nè Tafi e nè Bartoli.
Ma a parte questo concordo nel dire che le corse italiane stanno "fallendo" anche per altri motivi oltre che al chilometraggio breve. Non dobbiamo negare, però, che la distinzione fra corse al di sotto dei 200 km e le classiche che arrivano anche a 298 km. come la Sanremo, fa diventare i due tipi di competizione praticamente due sport diversi.
A mio avviso in questo momento c'è una sola corsa con il chilometraggio lungo a cui partecipano quasi tutti i campioni per vincerla ed è la Liegi. La Sanremo è troppo per velocisti, il Lombardia e il Mondiale troppo tardi, Fiandre e Roubaix troppo per specialisti. Tutto il resto è poca cosa.

 

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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 21/03/2008 alle 21:13
cosa leggo

esula dal discorso doping o no doping

non sono per nulla d'accordo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 21:38
Secondo me il discorso doping non c'entra granchè. Perchè fare tutte le corse di 250 km indurrebbe al doping? Anche adesso ci sono e sono le più importanti. Non credo che un corridore si dopa perchè il Giro del Veneto è diventato di 250 km. Credo che uno si dopa per la Liegi e il Fiandre. La lunga distanza è una questione di abitudine. C'è magari chi è più portato, come Bugno, Rebellin, Bettini, Bartoli, chi invece le pativa (Guidi, Filippo Casagrande, Donati, Boogerd).
Basta allenarsi.

 

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  postato il 21/03/2008 alle 22:55
Boogerd non è che mal digeriva le lunghe distanze, è che era fermo in volata.
La questione è fondamentalmente diversa, perché arrivare a giocarsi la vittoria in volata e non vincere non significa non essere adatti alle corse dall'elevato chilometraggio.

 

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« La superstizione porta sfortuna »
(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


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E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
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Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
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Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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  postato il 21/03/2008 alle 23:26
il kilometraggio con il doping non centra niente, ricordo a tutti che si dopa sia il centometrista sia il maratoneta, quindi...
A mio avviso allungare tutte le gare fino almeno ai 250Km ristringerebbe il numero di pretendenti alla vittoria, quindi per un certo senso si potrebbero vedere dei bei confronti tra 4-5 corridori che iniziano ad affrontarsi ad aprile e finiscono a ottobre, aumentando il dualismo e quindi l'interesse del pubblico. Cerco di spiegarmi, se i vari Bettini, Pozzato, Ballan, Rebelin ecc... si trovano ad affrontarsi in gare dove sanno che le loro doti di fondo le porteranno sicuramente a primeggiare e non rischiano di vedersi superare da semi-sconosciuti, dovrebbero essere incentivati a partecipare 1° perchè avere più possibilità di vincere fa piacere a tutti, 2° proprio perchè la voglia di rivincita sul altro li dovrebbe portare a partecipare a gare che magari non pensavano di correre. Se poi si aggiunge che queste gare hanno un grande passato e un grande richiamo per il pubblico la ricetta è fatta.

 

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Non si ottiene niente con l'intelligenza, poco con lo spirito, tutto con il carattere. (N.Caharfort)
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/03/2008 alle 23:31
Originariamente inviato da Mastino

[...] A mio avviso allungare tutte le gare fino almeno ai 250Km [...]

TUTTE le gare???
ALMENO 250 km?!
E perché non zavorrare le biciclette, già che ci siamo!

Mastino, magari sarebbe bene aumentare il chilometraggio di alcune corse, non proprio tutte!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2008 alle 23:44
Come da regolamento, si prega voler discutere il tema doping nei thread appositi. Eddài

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 22/03/2008 alle 17:43
Avevo scritto un post qualche giorno fa ma non è arrivato..maledetta la mia linea internet!!
Vabbè, condensando:

Secondo me è un bene che si siano accorciate le distanza delle corse che non sono grandi classiche (non voglio definirle minori).
Il calendario si è allungato, una volta a gennaio al massimo si facevano i ciclocross e ora c'è una corsa Protour (il Tour Down Under) e un'altra con una start list di tutto rispetto (il Giro del Qatar).
Al Lombardia si arriva già con le energie al lumicino, e magari altri impegni dettati dagli sponsor aspettano i corridori...
Insomma rispetto a una volta ci sono più corse, con ritmi di gara più elevati, con trasferimenti più lunghi (la globalizzazione..).

Già con questi chilometraggi, le corse .HC e .1 sono la sagra del ritiro: ad un Laigueglia o una Tre Valli Varesine arrivano in 50 manco fosse al Roubaix!!

Corse più lunghe richiedono più lunghe chiusure al traffico, come già giustamente sottolineato: puoi spiegare a un ligure che gli chiudi l'Aurelia per la Sanremo, più difficile farlo se è il Laigueglia!

Le corse più corte sono più spettacolari; ok, oggi la Sanremo è stata stupenda ma mica possiamo pretendere che tutte le corse abbiano un simile parterre des rois!
Non è vero che da 180 km a oltre i 250 si cambia sport, semplicemente si privilegiano certe attitudini: un Rebellin arriverebbe nei 10 alla Liegi anche a 50 anni, perchè ha un certo fondo, e se scorriamo gli ordini d'arrivo delle classiche "over 250" i nomi sono sempre quelli.
Il fondo è una qualità, come andare forte in salita, dove peraltro ci sono mille specializzazioni: chi va forte sulle cotes e chi sui colli da 2000m, chi sulle salite pedalabili e chi sullo Zoncolan.
Non credo che nessuno chiederebbe di mettere il Fauniera o il Mortirolo in tutte le corse; idem dicasi per i chilometraggi "da leggenda"!

Insomma il ciclismo è bello perchè è vario, in questo si differenzia da tutti gli altri sport di resistenza come la maratona-mezza e 10mila, il fondo ecc.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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