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Autore: Oggetto: Piu' grande impresa sportiva di sempre?

Livello Eddy Merckx




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  postato il 10/02/2008 alle 19:39
Qual e' l'impresa sportiva che vi sarebbe piaciuta vivere in prima persona?

Io dovessi scegliere avrei voluto essere al posto di Baldini ad Atene..entrare al Partenone a vincere la maratona olimpica..
Che emozione!!..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/02/2008 alle 20:02
quanto a suggestione,vuoi per lo scenario storico,vuoi per la vittoria in se stessa sono d'accordo con te con Baldini.
come magata geniale mi ha impressionato quella di Jordan nella finale NBA
contro utah,sotto di 1 a pochi secondi dalla fine, palla in mano a a Utah,MJ strappa la palla a Malone mi pare... e la consegna al play di dei Bulls.il quale dopo qualche palleggio ha la brillante idea di ridare l'arancia a Jordan. palleggio incrociato nei pressi della lunetta,Russel,il suo difensore perde l'equilibrio davanti ai quei movimenti armoniosi ma tremendamente efficaci,Jordan tira,JOrdan segna....punto,gioco,set e partita,per dirla in gergo tennistico.l'ultimo canestro di una carriera inimitabile(washington per me e'stato un inutile overtime)ha dato ai bulls il titolo nba.non male...un personaggio un tantino vincente..

 

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non li senti?...questo e' il mio mondo..devo andare.

M.Rourke.THE WRESTLER.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/02/2008 alle 20:02

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 10/02/2008 alle 20:14
Originariamente inviato da barrylyndon

quanto a suggestione,vuoi per lo scenario storico,vuoi per la vittoria in se stessa sono d'accordo con te con Baldini.
come magata geniale mi ha impressionato quella di Jordan nella finale NBA
contro utah,sotto di 1 a pochi secondi dalla fine, palla in mano a a Utah,MJ strappa la palla a Malone mi pare... e la consegna al play di dei Bulls.il quale dopo qualche palleggio ha la brillante idea di ridare l'arancia a Jordan. palleggio incrociato nei pressi della lunetta,Russel,il suo difensore perde l'equilibrio davanti ai quei movimenti armoniosi ma tremendamente efficaci,Jordan tira,JOrdan segna....punto,gioco,set e partita,per dirla in gergo tennistico.l'ultimo canestro di una carriera inimitabile(washington per me e'stato un inutile overtime)ha dato ai bulls il titolo nba.non male...un personaggio un tantino vincente..


Anche questa e' una bella pagina di sport,ma io ho sempre preferito gli sport individuali a quelli di squadra. Ho sempre preferito quegli sport dove il talento del singolo e la capacita' di dare il 120% posso emergere.
Quelle sono le pagine di sport che mi esaltano maggiormente.

Altra pagina che aggiungo a tal proposito e' la medaglia d'oro alle olimpiadi di Salt Lake {se non ricordo male} di Stefania Belmondo. Quando nella gara ad inseguimento dopo la rottura di un bastoncino, fece una rimonta storica {a mio parere anche piu' spettacolare di quella di Pantani ad Oropa} fino ad arrivare alla vittoria...Commovente!

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 10/02/2008 alle 20:17
Secondo me tante ma l'immagine che più mi emoziona, pur non avendola vissuta direttamente, è quella dela vittoria della Comaneci a Montreal 76; perfino il tabellone non era predisposto per un "10" e il risultato fu un "1.0"


(nbcsport)

 

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http://www.stefanobertolotti.com

Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

Non è importante quello che si scrive ma quello che leggono gli altri

Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
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  postato il 10/02/2008 alle 23:19
con tutto il rispetto per i vostri pareri qui mi piacerebbe
leggere l'opinione di Morris.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/02/2008 alle 13:37
Originariamente inviato da Bridge

Qual e' l'impresa sportiva che vi sarebbe piaciuta vivere in prima persona?

Io dovessi scegliere avrei voluto essere al posto di Baldini ad Atene..entrare al Partenone a vincere la maratona olimpica..
Che emozione!!..



Guarda, una bella soddisfazione, ma con quello che è successo quel giorno al povero de Lima non penso pienissima...stare invece al posto di Jesse Owens o di Tommy Smith non ha prezzo...

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/02/2008 alle 13:52
a me ha emozionato molto molto Yuri chechi all'ultima olimpiadi...un cAmpione ormai denigrato da tutti ormai sul viale delt ramonto ma che riesce a conquistare una medaglia di bronzo che vale quanto un oro, bellissimo!!!!!

 

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

"Signori non c'è ne sono più" Gilberto Simoni ad Aprica 2006

Il mio nome è Roberto che fa rima (guarda un pò che caso) con Gilberto

30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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  postato il 11/02/2008 alle 16:46
La vittoria della pallanuoto italiana alle olimpiadi di Barcellona 92!

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/02/2008 alle 17:07
la celeberrima fuga di coppi nella tappa cuneo-pinerolo

e lo scudetto della SAMP!!!

 

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io sono un saavvvoonnnéééésse

Un uomo solo al comando... la sua divisa è bianco-celeste... il suo nome è Fausto Coppi
CAMPIONE DEL MONDO FANTACICLISMO CICLOWEB 2008 vincitore del Giro del Piemonte, MEDAGLIA DI BRONZO alla crono mondiale

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BRONZO CRONO MONDIALE, ARGENTO MONDIALE IN LINEA
VICITORE GIRO DI LOMBARDIA

ORGANIZZATORE CKC '09

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/02/2008 alle 19:46
mi sarebbe piaciuto essere al posto di Joe Louis nel match con Max Schmeling del 1938, oppure al posto di Muhammad Alì nel Rumble in the Jungle di Kinshasa 1974.
Ma anche al posto di Abebe Bikila nella maratona di Roma 1960, o al posto di Pantani all'Aprica 1994 o all'Alpe d'Huez 1997.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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Livello Gino Bartali




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  postato il 11/02/2008 alle 20:13
Originariamente inviato da pedalando

con tutto il rispetto per i vostri pareri qui mi piacerebbe
leggere l'opinione di Morris.


...ok, sorry....

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/02/2008 alle 20:17
Originariamente inviato da pedalando

con tutto il rispetto per i vostri pareri qui mi piacerebbe
leggere l'opinione di Morris.


fortuna che si dice che lo sport è di dominio pubblico, intelligenti, scolarizzati, ignoranti e contadini (con tutto il rispetto per tutti ovviamente)...
io che sono una ignorante e contadina dico che l impresa sportiva che più mi ha emozionata è stata la medaglia d oro nella maratona atene 2004 di Baldini...

e non sono nessuno...ma lo sport lo vedono tutti coloro che son provvisti di occhi e sensi vari...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/02/2008 alle 20:26
non mi ha emozionato perchè non l'ho visto mai nemmeno in registrata, però da un punto di vista tecnico le 5 medaglie d'oro di heiden alle olimpiadi di lake placid credo abbiano un loro perchè.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/02/2008 alle 20:27
Un'impresa che mi resterà sempre nella mente è la tappa del Tour de France che Armstron vinse e dedicò a Casartelli alzando le mani al cielo...
Emozionante al massimo!!!! Ancora oggi ricordare quell'episodio mi fa venire i brividi.

 

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  postato il 11/02/2008 alle 20:44
Eh, bella domanda...
dipende dagli sport, io non saprei scegliere un'impresa in particolare.
Iniziammo con i primi tre, a breve altri episodi (atletica compresa).

Diciamo i gol di Rossi dopo il "digiuno", al Mundial (con Bearzot criticato a destra e manca).
O Senna che vince il gran premio viaggiando con una sola marcia funzionante.
Bayliss che nell'acquitrino di Donington parte davanti, scivola nel fango, riparte e rimonta dall'ultima posizione alle prime, cade nuovamente e recupera di nuovo dall'ultima posizione fino alla 5a finale. Oppure il sorpasso all'esterno a 4 piloti, a Monza. O il modo con cui ha allargato le braccia quando ha perso il mondiale all'ultimo: sorridendo, come per dire "beh, è andata così".

A breve aggiornamenti.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 12/02/2008 alle 20:24
Gran bella domanda, Bridge.

Credo che non basti un'intera enciclopedia per parlare di tutte quelle imprese che hanno inevitabilmente segnato il mondo dello sport, o che, quantomeno, sono rimaste e rimarranno per sempre impresse nella memoria di tifosi e appassionati.
Mmmmmm... i quattro ori di Owens a Berlino '36, davanti ad Hitler...
Pantani che scatta sul Galibier e arriva da solo a Les Deux Alpes, il tutto in mezzo ad una "suggestiva" bufera, che ha senz'altro contribuito a far entrare questa tappa nel mito...
Anche l'impresa di Baldini ad Atene mi ha emozionato.
Pure la premiazione, nel bel mezzo della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, con le luci dei riflettori e gli occhi dell'intero stadio fissi sul podio. Bellissimo.
"Miss Perfezione" Nadia Comaneci che a Montreal ottenne il primo dei suoi sette 10.
Bikila che vince la Maratona a Roma, nel '60.
L'incontro fra Alì e Foreman a Kinshasa, "The Rumble in the Jungle", memorabile per tutto: allenamenti, avvicinamento all'evento, atmosfera (con il celeberrimo "Alì boma ye"), svolgimento del match, con Alì "passivo" per otto riprese.
Per storpiare il titolo della celebre poesia del Leopardi, parlerei di quiete prima della tempesta...
Ah, e mi viene in mente anche il terzo ed ultimo incontro con Frazier: il celeberrimo "Thrilla in Manila".
E pure il famoso pugno fantasma a Liston.
E poi, beh, ogni qual volta che "Air" Jordan calpestava il parquet dei campi di basket era spettacolo puro.
Citerei i suoi due "three-peat", che consistono nel riuscire a vincere le corone come MVP della stagione regolare, MVP dell'All Star Game e MVP delle finali. Il tutto nella stessa stagione.
...

Ci sono così tanti episodi che vorrei citare che mi conviene fermarmi qui!

 

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(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


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Piazzamenti sul podio:


Omloop Het Nieuwsblad Élite: 3°
E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
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  postato il 12/02/2008 alle 20:53
Originariamente inviato da desmoblu

Bayliss che nell'acquitrino di Donington parte davanti, scivola nel fango, riparte e rimonta dall'ultima posizione alle prime, cade nuovamente e recupera di nuovo dall'ultima posizione fino alla 5a finale. Oppure il sorpasso all'esterno a 4 piloti, a Monza. O il modo con cui ha allargato le braccia quando ha perso il mondiale all'ultimo: sorridendo, come per dire "beh, è andata così".

Ah, ricordo bene questi episodi.
La Superbike non mi ha mai entusiasmato, a dir il vero, ma a mio padre piace parecchio e così va a finire che mi guardi le corse insieme a lui!
Più in generale, parlerei di quell'incredibile 2002, con Bayliss avanti per gran parte della stagione, prima della "crisi" finale e di quel gesto che tu stesso hai ricordato, ad Imola.
Restando in tema di emozioni motociclistiche, il GP più bello che abbia mai visto è Phillip Island '01, con oltre dieci piloti arrivati al traguardo in fila indiana dopo una marea di sorpassi e controsorpassi da far rabbrividire.
Fila guidata da Rossi, che la spuntò su Biaggi per pochissimo.
Gran Premio indimenticabile.
Così come impresso nella memoria è il GP del Mugello del 2002, vissuto in persona.
Quel giorno ero indeciso se andare o meno perché avevo un piede malconcio e riuscivo a malapena a camminare (zoppicando ).
Ma non potevo perdermi un evento del genere, così mi armai di sandali e andai.
A giudicare dalle pietruzze conficcate nei piedi avrebbe dovuto essere un'agonia, e invece l'atmosfera del circuito (e quella immediatamente fuori) mi fece cambiare idea: tutto fantastico, meraviglioso.
Chi ha vissuto le atmosfere "rustiche" tipiche degli ambienti motoristici sa di cosa sto parlando.
E poi quella giornata fu tutta "azzurra", con Poggiali, Melandri e Rossi davanti a tutti (perdonatemi se annetto San Marino al territorio italiano, ma non ce la faccio proprio a ritenerlo uno "stato a parte", come spesso si dice, impropriamente. ).
Questo è, ad oggi, l'unico GP del motomondiale a cui ho preso parte, quindi non posso non ricordarlo con estrema gioia.

Ehm, sono andato un po' OT! Chiudo subito qui! (con rima annessa )

 

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  postato il 13/02/2008 alle 16:47
Tralasciando le mitiche imprese del pirata direi la maratona di Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra
 
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Moderatore




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  postato il 13/02/2008 alle 17:27
Non ero neanche nato, ma un'impresa sportiva e piena di mille significati per me stato il così detto Miracle On Ice quando alle Olimpiadi invernali di Lake Placid (il 22 febbraio 1980) e in piena Guerra Fredda gli Stati Uniti (una formazione di dilettanti e universitari) batterono la strafavorita Unione Sovietica per 4-3 col gol decisivo di Mike Eruzione a metà dell'ultimo periodo e si spianarono così la strada per l'oro olimpico (che sarebbe arrivato due giorni più tardi grazie alla vittoria sulla Finlandia).

 
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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 13/02/2008 alle 19:11
Originariamente inviato da Seb

Non ero neanche nato, ma un'impresa sportiva e piena di mille significati per me stato il così detto Miracle On Ice quando alle Olimpiadi invernali di Lake Placid (il 22 febbraio 1980) e in piena Guerra Fredda gli Stati Uniti (una formazione di dilettanti e universitari) batterono la strafavorita Unione Sovietica per 4-3 col gol decisivo di Mike Eruzione a metà dell'ultimo periodo e si spianarono così la strada per l'oro olimpico (che sarebbe arrivato due giorni più tardi grazie alla vittoria sulla Finlandia).



Grande impresa anche quella!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/02/2008 alle 20:34
Originariamente inviato da Seb
gol decisivo di Mike Eruzione


che era il cognato di Giorgio Chinaglia.

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 02/03/2008 alle 17:19
Nessuno di voi ha menzionato quella che io considero l'impresa.

Martedì 22 febbraio 1994, a Lillehammer prende il via la staffetta olimpica 4x10 km maschile di sci di fondo. Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner mi han regalato (avevo 10 anni, finsi un mal di pancia per non andare a scuola) l'emozione più bella della mia adolescenza.
Perchè vinta in volata da Silvio sui padroni di casa del mostro Daehlie, rimasti con l'urlo in gola. Ma sportivissimi!

Poi mi limito ad elencare altre 2 o 3 date: il 5 febbraio 2000 la vittoria all'esordio nel Sei Nazioni; il 28 maggio 2005 e la battaglia a distanza tra il mio eroe Savoldelli e i 3 davanti che provarono a denudarlo della rosa; e per finire il 30 agosto 1991 (solo 7 anni), la finale di lungo dei mondiali di Tokyo di atletica leggera, quella dei fili d'erba lanciati da Powell prima del salto che valse oro e record mondiale ad oggi imbattuto, 8.95!


 
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  postato il 03/03/2008 alle 17:37
Emil Zatopek, Olimpiadi di Helsinki 1952, medaglia d'oro nei 5.000, 10.000 e maratona.


(da internet)

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/03/2008 alle 17:51
I sette ori di Mark Spitz alle Olimpiadi di Monaco '72, con sette record del mondo, uno per ogni vittoria.
Negli anni s'è a lungo discusso sulla "validità" di questa impresa (ci si è spesso interrogati sui motivi che spinsero Mark a ritirarsi appeno dopo i setto ori. I soldi, la fama, ma non solo, secondo molti. Gli sono state gettate addosso molte ombre...), ma rimane il fatto che, ad oggi, è ancora ineguagliata.


(markspitzusa.com)



PS: Aveva 22 anni, ma pareva un cinquantenne!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/03/2008 alle 19:12
Originariamente inviato da Abajia
PS: Aveva 22 anni, ma pareva un cinquantenne!


e a 50 anni ne dimostrava 20 di meno

 

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  postato il 03/03/2008 alle 19:20
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Abajia
PS: Aveva 22 anni, ma pareva un cinquantenne!


e a 50 anni ne dimostrava 20 di meno

...
...
...
...allora forse i sette ori l'ha vinti a 50 anni!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/03/2008 alle 16:26
una grande impresa fu quella della staffetta azzurra maschile dello sci di fondo a torino 2006......... stupendo.......
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/03/2008 alle 14:21
ricordo con molto piacere l'impresa di roby baggio quando nel 2002 tornò da un grave infortunio e al rientrò segnò una doppietta alla fiorentina..... peccato che trapattoni non lo convocò per il mondiale.......
 
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Livello Tour




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  postato il 10/03/2008 alle 23:00
Gli 8,90 di Bob Beamon alla finale di salto in lungo dei Giochi Olimpici di Mexico '68.
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 10/03/2008 alle 23:14
Il record dell'ora stabilito da Coppi al Vigorelli, in piena Guerra Mondiale, con una preparazione - se così può essere definita - che definire approssimativa è un eufemismo.

Immenso.

 

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E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
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Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/03/2008 alle 17:09
Tommie -Jet-Smith e John Carlos sul podio di Messico 68. Che emozione
 
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  postato il 12/03/2008 alle 19:21
Originariamente inviato da pacho

Tommie -Jet-Smith e John Carlos sul podio di Messico 68. Che emozione

Bravo!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/03/2008 alle 17:57
Tutti gli ottomila raggiunti senza ossigeno e senza sherpa (o con sherpa solo come guide).
Nell'agonismo tutti i record di Città del Messico.
Nello sport italiano la staffetta del fondo di Lillehammer.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/04/2008 alle 12:30
Ritengo che la più grande impresa sportiva, anche se non ci possono classifiche e tempi cronometrati, sia la risalita dal Campo 7 al Campo 9 effettuata durante la conquista italiana del K2 nel 1954 da Walter Bonatti e dall'hunza Mahdi per portare le bombole d'ossigeno necessarie all'assalto finale della vetta ed il conseguente bivacco all'aperto nella tormenta a quota 8.100 metri.

Per chi non lo sapesse il Club Alpino Italiano, finanziatore dell'impresa, dopo oltre cinquant'anni ha finalmente riconosciuto a Bonatti i meriti che tutto il mondo alpinistico gli ha sempre riconosciuto.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 02/04/2008 alle 17:57
Originariamente inviato da nino58

Tutti gli ottomila raggiunti senza ossigeno e senza sherpa (o con sherpa solo come guide).
Nell'agonismo tutti i record di Città del Messico.
Nello sport italiano la staffetta del fondo di Lillehammer.

Condivido l'individuazione delle 2 tipologie di imprese sportive, 8000 e fondo Lillehammer.
Una precisazione però sulla prima: l'elogio va per quei risultati in cui l'alpinista, nelle condizioni sopra precisate, realizza l'ascensione, e il ritorno, mettendo in atto il massimo impegno per non perdere, dimenticare, trascurare o abbandonare per strada i compagni.
Purtroppo questo si verifica anche con una certa frequenza in chi, puntando esclusivamente al risultato, perde di vista la cura dei compagni.
E' un aspetto dell'alpinismo extraeuropeo di cui troppo poco si parla ed é laborioso ricostruire i fatti ogni volta ci scappa il morto.
Non sempre é oro quello che luccica.

 
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  postato il 02/04/2008 alle 18:03
Ne metto tre sullo stesso piano:

- Concordo con Abajia su Mark Spitz;
- La vittoria di Sven Hannawald nella Tournee dei 4 Trampolini di salto con gli sci, unico ad avere vinto tutte le prove in più di 50 anni di competizione;
- I record che sta abbattendo anno dopo anno Seb Loeb nel mondiale di rally

E aggiungerò a questi anche la Vezzali e Zoeggeler se vinceranno rispettivamente nelle loro specialità alle prossime Olimpiadi!!!

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 02/04/2008 alle 18:21
Originariamente inviato da Slegar

Ritengo che la più grande impresa sportiva, anche se non ci possono classifiche e tempi cronometrati, sia la risalita dal Campo 7 al Campo 9 effettuata durante la conquista italiana del K2 nel 1954 da Walter Bonatti e dall'hunza Mahdi per portare le bombole d'ossigeno necessarie all'assalto finale della vetta ed il conseguente bivacco all'aperto nella tormenta a quota 8.100 metri.

Per chi non lo sapesse il Club Alpino Italiano, finanziatore dell'impresa, dopo oltre cinquant'anni ha finalmente riconosciuto a Bonatti i meriti che tutto il mondo alpinistico gli ha sempre riconosciuto.

E' stata una grande impresa il lavoro di Bonatti sul K2 '54, condivido l'inserimento in questo thread, anche per i patimenti vissuti dal grande alpinista per quasi un'intera vita!
L'istituzione CAI centrale, i vertici, non le sottosezioni, ha riconosciuto solo a distanza di più di 50anni i fatti che Bonatti, uomo saggio e colto e altruista, aveva ben precisato, e una serie di storici dell'alpinismo avevano ormai da tempo dimostrato!
Riporto che da alcuni decenni Silvia Metzeltin e Gino Buscaini sostenevano il comportamento squisitamente corretto di Bonatti, ma per la più prestigiosa istituzione alpinistica italiana é venuto "comodo" non ammetterlo e temporeggiare.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/04/2008 alle 18:32
il bronzo conquistato da yuri checchi ad atene 2004 è stata una grande impresa.........
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/04/2008 alle 20:53
Originariamente inviato da simone89

il bronzo conquistato da yuri checchi ad atene 2004 è stata una grande impresa.........

Eh già, soprattutto considerando l'oro regalato a Tampakos.
Un greco, guarda caso...

 

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  postato il 12/04/2008 alle 23:46
Citerei la Roubaix '88, vinta da De Mol dopo 222 km di fuga.

 

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  postato il 08/05/2008 alle 19:57
certo proprio poco ciclismo in questo thread

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/05/2008 alle 08:46
Più grande impresa non saprei, forse la più sorprendente fu il salto nel futuro di Beamon. Molti anni dopo il suo salto fu superato nel corso di una battaglia tremenda tra Lewis e Powell, ma erano atleti che ottenevano regolarmente misure altissime...

 

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..vince, trionfa! Alza le braccia al cielo!!
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2006 http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=3901
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  postato il 08/06/2008 alle 01:25
(un articolo che piacerà a Morris...e non solo)



Tommie Smith e Lee Evans a Roma ricordano il gesto che stupì il mondo
Una scelta che segnò la loro vita. Oggi guardano a Pechino e sperano in Obama
A 40 anni dal pugno di Mexico '68
"Mai pentiti di quella protesta"

I due atleti ospiti di una rassegna per i 50 anni di lavoro di Gianni Minà

di PASQUALE NOTARGIACOMO- repubblica



Mexico '68: Tommie Smith con John Norman Carlos, medaglie d'oro e di bronzo nei 200 metri, senza scarpe sul podio alzano il pugno in segno di protesta contro il razzismo


ROMA - Ingrigiti e un po' appesantiti. Sicuramente non più veloci come quarant'anni fa. Ma con la stessa consapevolezza, che avevano nell'ottobre del 1968, quando a Città del Messico, stupirono il mondo. Tommie Smith e Lee Evans, gli uomini jet dell'Olimpiade messicana, a Roma per festeggiare i 50 anni di lavoro dell'amico Gianni Minà.

Dalla pista alla medaglia fu un soffio: record del mondo su 200 e 400 e oro per entrambi. Quello che successe durante la premiazione è storia: Smith e il compagno John Carlos, primo e terzo sul mezzo giro di pista, scalzi tranne le calze nere sul podio, con il pugno guantato chiuso e il capo chino mentre suonavano le note di "The Star - Spangled Banner". Evans, che stracciò il primato sul giro di pista, si avviò a ritirare la medaglia d'oro, con l'aria scanzonata del suo basco nero. In realtà era serissimo, sicuro che stessero per sparargli. Ma si diceva, ridi, Lee, ridi, perché è più difficile sparare a un uomo che ride.

Anche lui alzò il pugno sul palco. Black Power: l'orgoglio di uomini che erano stufi di essere trattati come cani da corsa. Negli anni in cui James Brown cantava: "Sono nero e me ne vanto". Nessuno avrebbe più dimenticato. Gli tolsero le medaglie e li cacciarono dai Giochi. L'America lacerata promise vendetta. "Se ne pentiranno per il resto della loro vita", disse Payton Jordan, capo della rappresentativa statunitense. Avvertimenti più spicci e minacce di morte li accolsero al loro rientro in patria.

Mai pentiti. Ma nessun pentimento. Lo confermano quarant'anni dopo loro stessi, intervenendo alla presentazione della ressegna "Una vita da cronista - Gianni Minà 50 anni fuori dal coro". Hanno pagato, questo sì. Tommie Smith, oggi ha 64 anni. Chiuse con l'atletica a 24, (mentre il suo primato resistette ancora 11 anni prima di venire battuto da Pietro Mennea). Per 10 anni non ha potuto trovare lavoro nonostante due lauree: in educazione fisica e sociologia. La vendetta del suo Paese. Non è andata meglio a Lee Evans, anche lui proveniente dalla "San José State University". Ci sono voluti 21 anni prima che Butch Reynolds battesse il suo primato. Lui aveva già lasciato gli Stati Uniti da un pezzo. Destinazione Africa sulle tracce dei suoi antenati. Ha trascorso sei anni in Nigeria, due in Camerun e Madagascar, insegnando atletica a talenti che non hanno mai avuto buoni antenati. Senza mai rinnegare la sua scelta.

Nel segno di Obama. "Volevamo rappresentare l'altra faccia del nostro Paese - racconta Smith -. Dare voce a un sentimento che sentivamo il bisogno di esprimere: la consapevolezza di essere oppressi, fin dalla nascita. Correre non era l'unica cosa che sapessimo fare". Una decisione libera, che poco aveva a che fare con la militanza. "Non mi reputo un militante - spiega Smith -. "Abbiamo deciso di affrontare un problema di cui nessuno si curava, senza preoccuparci del giudizio degli altri. Abbiamo compiuto un sacrificio sperando di spianare la strada ai ragazzi dopo di noi, perchè avessero un'opportunità". Come quella che è capitata oggi a Barack Obama, che potrebbe essere il primo presidente nero degli Stati Uniti. "Obama è uno dei giovani - dice Evans -. Ha un atteggiamento diverso: sa di poter vincere. È il candidato migliore, capita che sia anche nero. Noi siamo neri, e lui come noi può farcela".

Gli atleti di oggi. Un'altra investitura per il senatore dell'Illinois, che incarna appieno lo spirito dei due ex uomini jet: "Ha un grande cuore che è quello che ci guida". Lui più di molti colleghi di Smith ed Evans. Così diversi da chi ha calcato le piste di Mexico '68. Come "il figlio del vento", Carl Lewis, o il "soldatino di piombo" Michael Johnson. Anche loro velocissimi, ma forse con meno consapevolezza della realtà. "Ai nostri tempi - spiega Smith - c'era il primato dell'orgoglio. L'attenzione per tutto quello che ci circondava. Oggi l'amore per i dollari ha scalzato quel primato. E ha creato quelli che io considero i corridori per denaro".

Verso Pechino. Saranno questi atleti tra qualche mese a scendere in pista ai Giochi di Pechino. Ancora Olimpiadi contestate, quarant'anni dopo. Ma cosa farebbero oggi gli eroi di Città del Messico? "Le Olimpiadi di Pechino - dice Smith - ci portano a riflettere sul contesto mondiale. E ci fanno capire che l'atletica è ancora politica. So cosa cosa significhino i diritti umani negli Stati Uniti, non conosco la situazione in Cina. A Pechino l'atmosfera politica sarà molto più forte rispetto a Città del Messico. Quello che farà ciascun atleta verrà esaminato al microscopio. Comunque dobbiamo pensare a Pechino come a un evento allegro. Del resto parleremo tra tre mesi. Diciamo che non vorrei trovarmi al loro posto. Da quarant'anni vivo molto più prudentemente".

(..)
(fonte: http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/gianni-mina-cronista/gianni-mina-cronista/
gianni-mina-cronista.html )

 
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  postato il 01/08/2008 alle 01:37
Poco fa, su Rai Sport Sat, c'erano le immagini di Roma '60.
Quell'edizione delle Olimpiadi è ricordata principalmente per la vittoria nella maratona di Bikila (ho visto stasera, per la prima volta, le immagini di quella corsa: i sovietici erano ritenuti quasi imbattibili, seguivano la tabella di marcia di Zatopek il cui crono era ritenuto ineguagliabile, almeno in quel momento... e invece i due russi meglio piazzati arrivarono quarto e quinto [ad un certo punto il più giovane dei due chiese il permesso di poter andare del suo passo, non volendo più rispettare il programma di Zatopek, cosa che gli venne concessa, ma ormai i medagliati erano troppo lontani], e batterono anche il tempo di Zatopek, solo che questo non bastò per arrivare a medaglia; Il 28enne Bikila era uno sconosciuto, e alla vigilia della maratona presentava un tempo d'iscrizione straordinario, che quasi nessuno ritenette veritiero... si sbagliavano...), ma a noi italiani, soprattutto, non può non stare a cuore l'impresa di Livio Berruti, studente di chimica, 21enne, che seppe regalare all'Italia la prima medaglia d'oro in una gara di velocità.
Nei 200 piani volava, volava davvero, in curva non aveva eguali, era come se non subisse la forza centrifuga.
A Roma '60 riuscì a mettersi dietro i più quotati statunitensi.
Non solo: già nei quarti di finale, Berruti aveva fatto segnare un crono molto buono, ma aveva controllato negli ultimi metri, dando l'impressione di valere un tempo migliore.
Già in semifinale, con gli americani alle calcagna, non rallentò nel finale, e chiuse in 20"05, record olimpico e primato mondiale eguagliato.
Lo stesso tempo lo fece registrare in finale.

Grande Livio.


PS: A Roma '60, l'Italia chiuse terza nel medagliere dietro URSS e USA, e fondamentale fu il contributo delle discipline ciclistiche, che seppero regalare ai colori azzurri ben 5 titoli olimpici, una medaglia d'argento e una di bronzo.

 

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