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Autore: Oggetto: ...Dalla Fondazione Marco Pantani Onlus.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 11/01/2008 alle 13:22



"A volte chiudiamo gli occhi perché la realtà non ci piace…Se però smettiamo di comunicare, non riusciamo più ad assaporare la vita e a scrivere la nostra storia". (Marco Pantani)

La Fondazione Marco Pantani ONLUS è stata costituita nel 2004 a seguito della tragica scomparsa di Marco. Dopo la sua morte, i genitori sono venuti a conoscenza che il proprio figlio, ogni anno, donava delle ingenti somme di denaro ad Enti preposti all’accoglienza ed alla cura delle persone con problemi mentali, motori od economici, ma soprattutto ai bambini….

…..E’ nostro immanente dovere continuare per lui, per le sue volontà di uomo generoso e artista, per l’oceano di emozioni che ci ha regalate e che il tempo non potrà mai cancellare…..

FONDAZIONE MARCO PANTANI ONLUS

ESTRATTO DELLA RELAZIONE SULL'ATTIVITA' SVOLTA DALLA FMP NEL 2007

Un anno di Solidarietà, Sostegni ed Attività nel nome e nelle volontà di Marco.


Quando il 21 dicembre 2006, la Fondazione si è trasferita a Cesenatico, interamente gestita dalla famiglia Pantani, il filo conduttore del nostro operare, s’è mosso in direzione delle volontà e degli intendimenti di vita e d’apogeo che erano di Marco. Siamo consapevoli di quanto un personaggio di tale levatura internazionale, avente punte artistiche di oggettivo spessore e per la gran parte ancora da studiare e scoprire, ci imponga variabili di intervento poli-formi, nonché superiori alla classica tipologia delle organizzazioni come la nostra. In questo senso, va già considerato come certo, un ulteriore impegno della Fondazione Marco Pantani Onlus, nelle direzioni non contemplate nel già ampio ventaglio di interventi che, di seguito, riporteremo molto succintamente.
Al fine di rendere più chiara l’esposizione, il resoconto di questo nostro anno di attività, si muoverà dividendo i riporti per argomento.


Gestione diretta e continuativa:

- Spazio Pantani (Museo multimediale dedicato a Marco Pantani, aperto tutto l’anno, ed avente lo scopo di svolgere accanto alla tipica funzione di museo, anche tutta l’attività di merchandising, atta a finanziare le opere benefiche)

- Cura del Sito www.fondazionemarcopantani.it (Area web della Fondazione Marco Pantani Onlus comprensiva di forum)

- Cura del Sito www.spaziopantani.it (Area web dello Spazio Pantani)

- Cura del Sito www.pantani.it (Area web interamente dedicata alla carriera del “Pirata”)


Solidarietà:

- Donazione di un Pulmino attrezzato per il trasporto di disabili all’ANFFAS del Trentino. La donazione, avvenuta a Trento il 29 dicembre 2006, presso la sede dell’Associazione, rappresenta il primo intervento benefico della Fondazione Marco Pantani, da quando la stessa è stata trasferita, con gestione diretta dalla famiglia del campione, da Milano a Cesenatico, presso lo Spazio Pantani.

- Donazione di una Ambulanza alla Città di Cesenatico. La consegna, avvenuta il 18 maggio 2007, era una precisa volontà di Marco.

- Sostegno alla Fondazione “La Nuova Famiglia Onlus” di Cesenatico. Si tratta di un Ente che, dal 1997, si occupa della realizzazione di strutture per persone diversamente abili, in modo di garantire loro una residenza futura, quando i genitori anziani non saranno più in grado di accudirli. Marco Pantani era il principale finanziatore della loro attività.

- Donazione per la creazione di un Parco Giochi a Vinkovci-Croazia. Era una precisa volontà del campione. L’area attrezzata è sorta, su un terreno all’uopo sminato, ed è stata intitolata a Marco Pantani. All’inaugurazione, avvenuta il 18 settembre 2007, hanno partecipato cinquemila persone, di cui un migliaio di bambini.

- Sostegno alla Fondazione Casa Famiglia “Chiara e Francesco” di Torvaianica di Pomezia (Roma). Si tratta di associazione meritoria che opera nell’area dove la “Mercatone Uno” era solita svolgere i ritiri in preparazione della stagione agonistica.


Attività culturali e sociali:

Promozione e partecipazione attiva al Progetto “Le strade del Pirata” consistente in:

- Concorso giornalistico 'Le Strade del Pirata' (Premiazioni attraverso un’apposita manifestazione il prossimo 13 gennaio)

- Concorso fotografico 'Le Strade del Pirata' (Premiazioni attraverso un’apposita manifestazione il prossimo 13 gennaio)
- Concorso scolastico/universitario di pittura 'Le Strade del Pirata'(sono in corso i lavori per stabilire le graduatorie, mentre le premiazioni, attraverso una specifica manifestazione, sono previste per l’autunno 2008).

- Organizzazione de la 'Notte Gialla' (concerto con artisti di fama nazionale ed internazionale che si è tenuto il 28 giugno scorso a Cesenatico).

- Sostegno al Liceo della Comunicazione / Scientifico Sport e Spettacolo “Marco Pantani” di Busto Arsizio (VA).

- Serata a teatro “In punta di piedi” con presentazione della canzone scritta da Marcello Pieri per Marco.


Attività in favore dello sport giovanile:

- Sostegno ed Assistenza alla Pantani Corse di Forlì. Trattasi di sodalizio che si muove a mo’ di scuola di ciclismo, riservato a bambine e bambini dai 6 ai 12 anni, partecipanti al calendario ciclistico della categoria “Giovanissimi”.

- Organizzazione del “1° Marco Pantani Camp di ciclismo”. Una settimana di attività poli-formi e propedeutiche alla disciplina, costruite sul divertimento e scopi ludici, capaci di raccogliere dal 29 luglio al 4 agosto 2007, in Cesenatico, con frequenti escursioni sul territorio e sugli impianti romagnoli, giovanissimi (dai 6 ai 12 anni) provenienti da quattro regioni italiane. Era un’idea ed una volontà di Marco che ha riscosso un grosso successo.

- Autorizzazione all’apertura di ulteriori tre “Pantani Corse”, da aprirsi su entità cittadine italiane.


Attività in favore dello sport della bicicletta:

- Costituzione del Gruppo Ciclistico Amatoriale “Amici di Marco Pantani”.



Organizzazioni nel nome di Marco Pantani:

- Collaborazione con l’organizzazione (Gs Alpi) della “3a Gran Fondo Internazionale Marco Pantani” Aprica (Sondrio) del 24 giugno 2007. Un evento di grande portata, ed in fortissima ascesa, che si svolge sulle strade della prima grande impresa del Pirata.

- Collaborazione con l'organizzazione della 1a “Gran Fondo San Marino – Marco Pantani” il 26 agosto 2007. Una manifestazione non competitiva, svolta interamente sul percorso classico degli itinerari dell’allenamento del Pirata.

- Collaborazione con il G.s Fausto Coppi per la 37a Nove Colli – Marco Pantani a Cesenatico. Un evento che ha coinvolto, il 20 maggio 2007, undicimila persone.

- Sostegno all’Organizzazione (Gs Santagataviva) nel 4° Memorial Marco Pantani svoltosi a Sant’Agata d’Esaro (CS) il 19 agosto 2007 e valevelo come Campionato Regionale per amatori.

- Organizzazione del 1° Motoritrovo “Il Rombo di Pantani” svoltosi a Cesenatico il 30 settembre 2007. Una manifestazione che ha raccolto consensi inaspettati e tanti ospiti di nome, non tutti legati al mondo del motociclismo.


Partecipazioni:

- Partecipazione alla Fiera di Erba (Immagimondo)

- Partecipazione alla Fiera del Ciclo e Motociclo di Milano (EICMA)

- Partecipazione a 8 serate in onore di Marco (Zoncolan, Biella, Riese Pio X, Borgo Vercelli, Patti…)

- Partecipazione a svariate trasmissioni televisive nazionali: “Piazza Grande” (due occasioni), “Domenica In” (due occasioni), “Ricomincio da qui” (due puntate interamente dedicate a Marco), “Uno mattina”, “Il processo del lunedì”…)


Progetti avviati nel 2007 che avranno sviluppo nel 2008.

Attività in favore dello sport dei diversamente abili:
- Progetto Pechino 2008. Attraverso la “Pantani Corse” di Forlì, sodalizio fino ad oggi impegnato con importanti risultanze nel proselitismo al ciclismo, la Fondazione Marco Pantani, s’è data così un altro obiettivo di solidarietà e d’impegno. La 38enne varesina Milena Rossi, ipovedente, guidata da Patrizia Spadaccini, 47 anni, ex tricolore su strada, nonché ex primatista italiana sull’ora, con già due ori olimpici come “Guida” ed un titolo mondiale master, cercherà di qualificarsi nelle prove di tandem su strada e su pista, per le Paraolimpiadi previste nella capitale cinese dal 6 al 17 settembre 2008. L’auspicio della Fondazione, sul quale stiamo già alacremente lavorando, è quello di non fermarsi alla scadenza paraolimpica, ma di proseguire nell’impegno verso gli atleti diversamente abili, attraverso la nascita di una vera e propria scuola di tandem, portando così alla pratica ciclistica, altri sfortunati giovani e meno giovani. Il finanziamento di una così onerosa iniziativa, si muove sulla base di un altro settore dei nostri interventi, narrato al punto successivo.


Iniziative di carattere storico e divulgativo:
- Al sostegno intellettuale, di testimonianza e di operosità quotidiana, che la Fondazione riserva, da sempre, nella direzione delle pubblicazioni su Marco, come ad esempio la prossima uscita, nel febbraio 2008, del libro “Era mio figlio” scritto da mamma Tonina Belletti e dal giornalista Enzo Vicennati, edito da Mondadori, nonché l’attenzione che prestiamo, con la nuova gestione, verso la ricerca della verità sulle vicende che hanno coinvolto Marco fino all’estremo, s’è aggiunta, quest’anno, la spinta di una particolare ricorrenza: il decennale (1998-2008) della sua doppietta Giro-Tour. E’ nato così un Calendario sulle istantanee di questa grande impresa, riuscita, fra gli italiani, solo a Coppi e, appunto, a Marco. Il calendario, bellissimo, che l’Editore Gribaudo ha confezionato con tanta ammirevole disponibilità a tempo di record, attraverso 13 fotografie che il grande Roberto Bettini scattò nei giorni giallorosa del Pirata, non fungerà solo come una effige storica, ma darà gambe ad un intervento socio-sportivo, che era nelle volontà del Pirata: aiutare gli atleti diversamente abili ad avvicinare un sogno agonistico. Di qui, sorgerà il Progetto Pechino 2008, di cui abbiamo parlato nel punto precedente.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/01/2008 alle 13:26
Cesenatico, un "Memory Day" in onore di Marco Pantani.

Cesenatico (FC) - Sarà esclusivamente dedicato al ricordo di Marco Pantani il grande evento che si svolgerà domenica 13 gennaio al Palazzo del Turismo di Cesenatico. Sarà una sorta di “memory day” con una passerella ricca di ospiti e di ricordi, un evento per dimostrare quanto sia ancora viva l’immagine di un personaggio che con le sue imprese sportive ha dato lustro al ciclismo italiano e alla “sua” Cesenatico. La manifestazione sarà presentata da Davide Cassani.

La Fondazione Marco Pantani e il Comune di Cesenatico premieranno i vincitori del concorso fotografico e giornalistico nell’ambito dell’iniziativa “Le Strade del Pirata”, un percorso sportivo-educativo-culturale in grado di valorizzare la figura di Marco, le sue passioni e i suoi successi.

Il premio “Le Strade del Pirata”, voluto e realizzato dall’Amministrazione Comunale e da Gesturist Spa, società pubblico-privata da sempre realtà di riferimento per Cesenatico nella promozione turistica della città, è caratterizzato da una serie d’appuntamenti di grande interesse sportivo e culturale. Significativa la data di domenica: il 13 gennaio, infatti, è il giorno del compleanno di Marco Pantani che quest’anno avrebbe compiuto 38 anni.

La giornata, vivrà il momento clou alle 17 con le premiazioni del concorso giornalistico e di quello fotografico che hanno ottenuto, rispettivamente, 40 e 50 adesioni. Da sottolineare la partecipazione di giornalisti di testate nazionali, a dimostrazione di come l’iniziativa sia piaciuta a tutta la nostra stampa sportiva. I lavori presentati dovevano mettere in evidenza competenza, stile, originalità, oltre a far emergere gli alti valori dello sport.

Tenendo conto di questi elementi, domenica la giuria premierà l’articolo “Amici del rugby” di Marco Pastonesi pubblicato su Sport Week della Gazzetta dello Sport il 22 settembre scorso. Secondo classificato l’articolo “Mistero Coppi nell’oro di Baldini” di Beppe Conti, pubblicato su Bici Sport nel febbraio 2007, terzo l’articolo “I guanti di Alvise” di Marco Tarozzi pubblicato su Runner’s World in marzo. Nell’ambito del concorso fotografico il primo premio è stato assegnato al cesenate Andrea Bertozzi grazie alla foto “Lo sport non si ferma davanti a un muro”, immagine che ha comunicato il valore dello sport come superamento del limite non solo fisico o personale ma anche come barriera culturale. Seconda classificata la fotografia del forlivese Angie Rondoni dal titolo “Una spalla amica”. Al terzo posto Enrico Vazzoler di Pordenone con la foto “Salto nel bosco”. Un premio speciale alla carriera verrà assegnato ad Angelo Costa de Il Resto del Carlino, prestigiosa “penna” di ciclismo e autore di servizi che non solo hanno evidenziato la sua competenza tecnica, ma anche la sua profonda umanità nel raccontare le mille vicende umane vissute da tanti campioni. Fuori concorso, un altro riconoscimento andrà al giornalista del TG1 Massimo Mignanelli per la grande mole di servizi televisivi prodotti e dedicati al campione di Cesenatico legando, con passione, la sua figura alla sua amatissima Romagna.

Il pomeriggio nel nome del Pirata, proseguirà con la Presentazione Ufficiale del Progetto “Pechino 2008”, riservato ad atleti diversamente abili, nonché al vernissage di quella Scuola di Tandem che, del progetto, può considerarsi la naturale e significativa prosecuzione, orientata alla completa conoscenza ed all’uso non agonistico del mezzo. All’uopo, saranno presenti, le due atlete su cui s’è indirizzata la nascita dell’iniziativa, ovvero la varesina Milena Rossi e la sua “guida” Patrizia Spadaccini che cercheranno di guadagnarsi la selezione azzurra per le Paraolimpiadi. Proprio sulla spinta di “Pechino 2008” e dall’esigenza di assistere al meglio l’attività agonistica di avvicinamento, in particolare della “guida”, è nata la bicicletta “Marco Pantani”, uno strumento da gara dalla livrea originale, il cui sipario si alzerà, per la stampa e gli scatti dei fotografi, in questa occasione.

Ma i contenuti dell’appuntamento, non finiscono qui. Dopo il successo del 1° Marco Pantani Camp, riservato ai giovanissimi, che si è tenuto la scorsa estate, la volontà di proseguire con qualcosa di più corposo, valido per ogni età, ha preso gambe e, grazie al Comune di Cesenatico e all’Associazione degli Albergatori della cittadina, il “pianeta” che si lega attorno alla memoria e agli intendimenti del Pirata, proprio domenica, presenterà ufficialmente, il Progetto “Marco Pantani Cycling School”, che diverrà operativo dalla prossima primavera.

Nel corso della giornata sarà premiato anche Elia Ceccarelli, giovane promessa del ciclismo romagnolo che nel 2007 si è particolarmente distinto. Il giovane portacolori della Sidermec nella categoria juniores, oltre ad essere campione regionale su pista, nell’agosto scorso si è aggiudicato il Trofeo “Il Miglio, Città di Castel di Lama”, mettendosi alle spalle anche il nipote di Francesco Moser

A conclusione del meeting, il Sindaco di Cesenatico, Nivardo Panzavolta, consegnerà alla Fondazione Marco Pantani Onlus la “Pantanimachia” un’opera realizzata dal premio Nobel Dario Fo, disegnata in onore di Pantani per la sua storica duplice vittoria al Giro d’Italia e al Tour de France. L’opera verrà esposta al pubblico nello Spazio Pantani.

 

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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 11/01/2008 alle 14:26
Che bello vedere così tante iniziative
Soprattutto sono felice che le attività dello scorso anno siano andate a buon fine e questo è la testimonianza che la fondazione lavora nel bene, per realizzare i tanti progetti che Marco aveva in testa.
Grande Morris

 

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 11/01/2008 alle 17:28
Commenterò questa grande notizia, attraverso uno specifico comunicato, ma una cosa è certa: la grande volontà della famiglia Pantani, è più forte delle tante e spesso interessate "Cassandre", pronte a dire, "lasciatelo riposare in pace", oppure, "è controproducente andare in TV e rivitalizzare un galeotto come Vallanzasca"!
Lo sforzo di Tonina e di chi ha sempre creduto che il narrato su Marco non fosse chiaro, sta vivendo in questo momento, un successo estremamente significativo.
La Magistratura ha deciso di indagare nuovamente e c'è ragione di credere, perlomeno dai primi riferimenti che abbiamo, che non si fermerà a Rimini, ma si allargherà a Campiglio....

da La Repubblica di oggi....


SI RIAPRE IL CASO PANTANI
I PM convocano la madre

Minacce prima della morte: indaga Forlì

di Marco Mensurati

ROMA — Si riapre il caso Pantani. A quasi quattro anni dalla morte e a una manciata di ore dalla sentenza del processo agli spacciatori che gli fornirono l'ultima dose, la procura di Forlì ha deciso di approfondire le circostanze che il, 14 febbraio 2004 portarono alla scomparsa del Pirata, quella catena sciagurata di fatti, personaggi ed errori personali che nell'arco di tre anni ri¬dussero un campione osannato a uomo smarrito e solo. Una indagine sulla morte di Pantani, ovviamente, è già stata condotta. La procura di Rimini ha incriminato cinque persone. L'accusa è quella di spaccio di cocaina e omicidio come conseguenza di altro reato. In tre hanno già patteggiato: le pene vanno dall'anno e dieci mesi ai quattro anni e dieci mesi. Due, invece, aspettano, lunedì prossimo, la sentenza di primo grado. I familiari di Pantani e con loro anche molti addetti ai lavori hanno sempre contestato i risultati di questa indagine. E non perché i cinque incriminati siano estranei ai fatti (che siano stati loro a fornire l'ultima dose a Pantani è fuori discussione, resta solo da capire quale reale ruolo abbiano avuto gli ultimi due indagati), ma perché l'inchiesta, dicono, è stata troppo frettolosa, non ha fornito risposte esaurienti riguardo a molti dettagli apparentemente illogici della ricostruzione dei fatti, e ha tralasciato l'approfondimento di elementi fondamentali, basti dire che non è stato fatto alcun rilievo di impronte digitali sul luogo del ritrovamento del corpo.
Queste e altre presunte anomalie dell'indagine sono state spesso denunciate dalla mamma di Pantani, la signora Tonina Ballanti. Ed è proprio da qui che la procura di Forlì ha intenzione di partire nella sua nuova inchiesta. Perché negli ultimi tempi la signora Pantani ha ripetuto con maggior precisione a giornali e televisioni la propria versione, arricchita dai dettagli contenuti nel libro-inchiesta del gior¬nalista francese Philippe Brunel («Vie et mortde Marco Pantani», di prossima pubblicazione anche in Italia), tra i quali la decisione apparentemente incomprensibile assunta dal medico autoptico di portare a casa con sé un pezzo del cuore di Pantani dopo l'autopsia. E così il procuratore capo di Forlì Marcello Branca, dopo l'ennesima trasmissione televisiva («Ricomincio da qui», Raidue) in cui la signora Tonina ha esposto tutti i suoi dubbi, ha deciso di vederci chiaro. Ha aperto un fascicolo e ha dato mandato ai carabinieri di convocare la donna in procu¬ra e di ascoltarla come persona informata sui fatti. «Siamo con¬tenti che qualcuno voglia scavare su questa storia — dice l'avvocato della famiglia Pantani, Danilo Mastrocinque — daremo tutto il no¬stro aiuto alla Procura di Forlì alla quale siamo grati».
Davanti alle telecamere, la mamma del Pirata aveva ripercorso l'intera parabola discendente del figlio. A partire da quel 5 maggio 1999, giorno in cui a Madonna di Campiglio venne fer¬mato pervia dei valori dell'ematotocrito troppo alti. Per finire con le ultime ore passate all'hotel Le Rose di Rimini. Ore misteriose, piene di inquietudini, fantasmi e cocaina. Ad interessare la procura, i dettagli di questi racconti. In modo particolare, quelli riguardanti alcune minacce che il campione aveva ricevuto negli ultimi tempi.
A tale proposito, un capitolo a parte della conversazione tra gli inquirenti e la mamma di Pantani sarà occupato dalla lettera con cui Renato Vallanzasca - il boss della Comasina - ha confermato alla famiglia Pantani una singolare circostanza: “Quartro o cinque giorni prima che fermassero Marco a Madonna di Campiglio, mi avvicinò un amico che mi disse: “Hai qualche milione da banca?..... Se sì. puntalo sul vincitore del Giro! Non so chi vincerà….ma sicuramente non sarà Pantani!”. Al momento del colloquio, Pantani aveva praticamente vinto il Giro. «Per fermarlo gli devono sparare, pensai... Ma sapevo chi era quel tizio e quali erano le sue frequentazioni a livello di scommesse clandestine».



 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 11/01/2008 alle 17:35

Speriamo che tenga: tanti poteri non apprezzeranno questa inchiesta. Se esce davvero qualcosa su campiglio sono risarcimenti miliardari, però è il più bel regalo di compleanno per Marco.
E una grande soddisfazione.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 13/01/2008 alle 13:16
Marco Pantani, 38 anni, oggi.


Una genesi di luce presente
su un percorso di raggi ed aloni
anche quando le ombre
si volgon agl’angoli.

Il triste presagio
che s’impossessa del calore
per distinguere il colore
col cuore ed il ricordo d’un adagio.

L’istinto venuto dal sole
che irradia ogni volto del volgere
nel creare fulgide cornici
su estemporanei affreschi.

Il volo verso un punto lontano
su una cima divenuta meta
per guardare la terra e il mare
nell’insieme d’un sentito messaggio.

Due occhi profondi
che avvolgono la nuda pietra
per trasformarla in cristallo
rendendo tetragoni quei fari.

L’evidente ribrezzo verso l’ipocrisia
l’onestà che vuole il senso dei tutti
sul tornaconto e il masochismo dei singoli
come unico segno di vero avvenire.

Le frasi non immediate
per generare riflessione
come un monito d’un tempo
troppo diviso sul fumo d’inconsapevole.

Un uomo di nome Marco
sì, una luce che solo il sapere
sa distinguerne gradazioni
nel suo viale infinito.

Un eterno compleanno
che dalla semplicità d’una data
s’elegge nell’intimo come abbecedario
di grandiosità e consapevolezze.

Morris

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 13/01/2008 alle 14:04
Buon compleanno, Marco.
Quest'anno il regalo più bello te l'ha fatto la Procura di Forlì ( paradossi della storia se pensiamo a dicembre 2000, Tribunale di Forlì).
E io spero che, anche a distanza di nove anni, la verità, quella che hai gridato sempre, quando non hai avuto più voce l'hai gridata con il corpo, perdendoti nei meandri della malinconia e dell'orgoglio ferito per sempre, quella verità venga fuori.
In qualsiasi modo, contrastata da tutti i poteri e da tutti gli interessi che hanno fatto di te il capro espiatorio ideale di un sistema che, uccidendo te, voleva solo rigenerarsi e riprodursi in nuovi immondi business.
Auguri Marco, ieri tua madre Tonina diceva a Repubblica: è come se avessi vinto alla lotteria.
Finalmente si indagherà DAL 1999 AL 2004 ( così scrive Repubblica, cioè da Campiglio a Rimini, come chiediamo da anni). Spero ci sia il coraggio civile di andare avanti con questa inchiesta anche se a parecchi farebbe comodo farla naufragare subito ( troppi interessi in gioco).
Solo questo possiamo fare per te , Marco: restituirti quella dignità che in troppi hanno calpestato.
Attraverso questa apertura di inchiesta, attraverso libri come quello di Tonina e Vicennati che ti restituiranno la tua immagine di persona complessa,non ' a una dimensione' come ti hanno voluto in tanti dal 1999 in poi.
Auguri Marco, è triste pensare che sono bastati nemmeno due anni di cambio di passo da parte di chi gestisce la tua immagine per far riaprire l'inchiesta. Se si fosse partiti da subito? Da quel 1999? Magari oggi festeggeresti il tuo compeanno in un luogo qualsiasi della terra, felice o inquieto come tutti. Ma vivo.
Auguri Marco.
HASTA SIEMPRE.
E ,come dice De Gregori: Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.
Sempre contro l'ipocrisia, il giustizialismo,l'accanimento contro il frammento del sistema.
E proprio in questo thread non a caso negletto, voglio ringraziare Adriano Sofri per le sue parole e la sua presenza ieri sera nella trasmissione di Fazio. Che c'entra? chi l'ha visto sa che c'entra. In quello spostare lo sguardo ( dal farsi prossimo a chi ha urgenza che accorra un prossimo) che ha dignitosamente affermato c'è molta della storia di Marco Pantani.
Auguri Marco.

 

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  postato il 13/01/2008 alle 16:26
Una riflessione nel giorno dell'anniversario della nascita del grande Pantani.

La nuova inchiesta rappresenta una speranza per tutti quelli che vogliono arrivare a una verità che ci è sempre stata negata (o quantomeno smussata, limata, "pettinata"); ma è indubbiamente una vittoria piena per la Fondazione e la famiglia.

Chi in questi ultimi mesi aveva dubitato della strategia portata avanti attraverso Domeniche In e Alde d'Eusanio, dovrebbe avere la delicatezza di ammettere che si sbagliava.
La strategia era quella di mobilitare una nuova idea popolare di Pantani. Un percorso che, passato dalla fiction e dalle ospitate di Tonina, ha effettivamente comportato un cambio di impostazione presso il pubblico. E il pubblico lo coinvolgi emotivamente, parlando alla pancia e non alla testa: e una madre che chiede verità per il figlio morto parla molto alla pancia, ed è utile alla causa molto più che mille raffinati ragionamenti.

Ovviamente ha un grande peso anche il libro di Brunel, che ha il merito di aver riannodato le fila di un discorso che, in nuce, tutti conoscevamo, ma che finora mancava di una sua organicità; organicità che ora c'è, arricchita di particolari meno noti o proprio sconosciuti (l'anatomo-patologo che se ne va in giro col cuore di Pantani...).

Un fattore da solo, dei due che ho elencato, non sarebbe bastato a giungere a questo risultato.

La foga con cui la Fondazione e le persone più sensibili alla vicenda Pantani hanno in questi mesi difeso l'immagine del Pirata, anche a costo di sembrare pesanti e beccarsi accuse di integralismo, va spiegata proprio alla luce dell'apertura della nuova inchiesta.
Aver patito per anni la palese ingiustizia di una magistratura che non ha indagato dove, come e quanto avrebbe dovuto, risultava insopportabile per quelli che di Pantani avevano fatto una bandiera in vita e soprattutto in morte (magari avendolo anche conosciuto di persona e da vicino).

Ora per la prima volta la storia inizia a scorrere in un'altra direzione. Sapevamo tutti che nella vicenda c'erano molti punti oscuri, ed era assurdo che nessuno nelle istituzioni si muovesse per provare (almeno provare) a fare un po' di luce.

Personalmente sono sempre più convinto che la storia di Pantani 1999-2004 sia uno dei pasticciacci brutti della storia patria. Una nazione in cui, da Mattei a Pasolini a Moro, dall'eversione nera e rossa alla P2, dalle stragi di stato al G8 di Genova, i misteri e i segreti si sono sempre sprecati e moltiplicati.
Qualcuno dice: pare assurdo pensare che qualcuno volesse chiudere per sempre la bocca a Pantani, che cosa mai avrebbe potuto scoperchiare uno con talmente poca credibilità?
Mai sottovalutare niente, signori: Pantani aveva speso fortune in investigatori privati, allo scopo di scoprire quello che era successo a Campiglio. E se avesse scoperto più di quello che egli stesso immaginava? Intrallazzi impensabili?

Se c'è una cosa che ho imparato nel mio percorso umano è che non c'è niente, per quanto incredibile possa sembrare, che sia impossibile.

Aspettiamo gli esiti di questa inchiesta. Magari non giungerà a nulla (il rischio c'è sempre), ma era comunque dovuta; e se anche contribuirà in maniera minima a farci sapere qualcosa di più, sarà pur sempre un traguardo benedetto.

Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
Non ve ne frega niente?
Amanti e amici del ciclismo, davvero non vi frega niente di questa cosa?

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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  postato il 13/01/2008 alle 17:47
Originariamente inviato da Admin
Personalmente sono sempre più convinto che la storia di Pantani 1999-2004 sia uno dei pasticciacci brutti della storia patria. Una nazione in cui, da Mattei a Pasolini a Moro, dall'eversione nera e rossa alla P2, dalle stragi di stato al G8 di Genova, i misteri e i segreti si sono sempre sprecati e moltiplicati.
[...]
Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
Non ve ne frega niente?
Amanti e amici del ciclismo, davvero non vi frega niente di questa cosa?


Visti i precedenti è difficile essere ottimisti. Credo che più che di indifferenza si debba parlare di disincantata prudenza, condizione endemica di chi vive in una banana republic.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 13/01/2008 alle 18:09
Concordo con la risposta di Franz...

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 13/01/2008 alle 18:58
Io penso che la cosa meno difficile da portare alla luce con prove precise e testimonianze lucide è l'artificiosità dell'ematocrito di Campiglio. Ci sono già numerose circostanze messe in luce nel corso di inchieste giornalistiche varie, basterebbe raccogliere tutto, penso che già solo fare riconoscere quegli avvenimenti da parte di un giudice sarebbe una vera e propria bomba mediatica. Da lì poi si può incominciare a indagare su quello che è venuto dopo, pensando a come cambierebbe l'opinione generale su Pantani quando non fosse più così sicuro che in quel Giro venne escluso giustamente, come invece la gente crede ancora.
L'apertura della nuova inchiesta è un ottimo segnale, ma bisogna fare le cose con strategia attentissima, per carità, puntando, in sede giudiziaria, su ciò su cui si hanno le maggiori probabilità di ottenere un riconoscimento. Chi ha rovinato la vita di Marco probabilmente ha grandi mezzi economici, e forse anche grande capacità di pressione mediatica.
Grande plauso al coraggio di Tonina e a tutti quelli che lavorano a questa "impresa" degna delle migliori scalate di Marco!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2008 alle 18:58
Originariamente inviato da Admin

Chi in questi ultimi mesi aveva dubitato della strategia portata avanti attraverso Domeniche In e Alde d'Eusanio, dovrebbe avere la delicatezza di ammettere che si sbagliava.
La strategia era quella di mobilitare una nuova idea popolare di Pantani. Un percorso che, passato dalla fiction e dalle ospitate di Tonina, ha effettivamente comportato un cambio di impostazione presso il pubblico. E il pubblico lo coinvolgi emotivamente, parlando alla pancia e non alla testa: e una madre che chiede verità per il figlio morto parla molto alla pancia, ed è utile alla causa molto più che mille raffinati ragionamenti.


sono uno di quelli che dubita, e parecchio, della reale utilità di questa strategia comunicativa: perplessità che sono mie tutt'oggi (unita al fatto, questo sì pericoloso per la causa, che anche su questo forum alcuni sostenitori sono incapaci di dialogare, ma sanno solamente urlare senza nemmeno la volontà di leggere ciò che si scrive).
Ho ritenuto e ritengo che parlare ad una platea di pensionati (perchè tale è il target di telespettatori di programmi come quello della D'eusanio), che non hanno la benchè minima percezione di ciò che è accaduto a Pantani, non possa giovare alla causa.

Chi mi dice che, dopo tutti quei magistrati che lo indagavano per affermare il proprio nome alle cronache, anche questa riapertura del fascicolo non sia opera di qualcuno che voglia semplicemente utilizzare il nome di Pantani per farsi bello sui rotocalchi?
Woodcock insegna che bastano pochi nomi ben noti per diventare telegenico: chissenefrega se l'inchiesta in sè non porta a nulla?

Io non mi fido, ad oggi: spero, stavolta sì, di sbagliarmi.

Originariamente inviato da Admin
Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
Non ve ne frega niente?
Amanti e amici del ciclismo, davvero non vi frega niente di questa cosa?


vedi sopra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2008 alle 20:05
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Originariamente inviato da Admin
Personalmente sono sempre più convinto che la storia di Pantani 1999-2004 sia uno dei pasticciacci brutti della storia patria. Una nazione in cui, da Mattei a Pasolini a Moro, dall'eversione nera e rossa alla P2, dalle stragi di stato al G8 di Genova, i misteri e i segreti si sono sempre sprecati e moltiplicati.
[...]
Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
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Visti i precedenti è difficile essere ottimisti. Credo che più che di indifferenza si debba parlare di disincantata prudenza, condizione endemica di chi vive in una banana republic.


quoto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2008 alle 22:46
Ciao Admin,
preeeesente!

Sono pienamente d'accordo con quanto scritto da Woodstock e Carrefour.

Come ti ho scritto tempo fa: finchè queste carte sono coperte, non possiamo entusiasmarci per la mano. Tranquillo che, appena potremo, lo faremo.

 

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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 14/01/2008 alle 00:08
Le contraddizioni e le cose che non tornano sono talmente tante che non voglio credere che nemmeno stavolta non si possa ottenere qualcosa da un'ulteriore inchiesta. Fa tanta rabbia il fatto che ora è sicuramente più complicato trovare prove certe, siccome già prima dell'archiviazione di certo il caso era molto molto complesso e tante analisi non si possono più fare. Ho molta poca fiducia nella giustizia italiana, ma tutto quello che si può fare DEVE essere fatto.
Buon compleanno Marco

 

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 14/01/2008 alle 00:14
sono daccordo che e'meglio aspettare di
vedere come si conclude la vicenda.

Per il momento sono contento che questa riapertura
del caso stia smorzando i luoghi comuni. Almeno questa
e' l'idea che mi sono fatto parlando con 2 o 3 persone...

 

____________________

"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2008 alle 11:11
Io penso che sarebbe cosa buona e giusta riaprire le indagini su Campiglio e dintorni: l'impressione che Pantani (che, lo ripeto, per me non era un santo immacolato) sia stato fottuto quella mattina è alta, altissima, quasi certa.
E sarebbe ora di svelare i particolari di quella vicenda torbida, che comunque secondo me è tutta interna al mondo del ciclismo o al limite dello sport italiano (leggi: Vallanzasca e la storia delle scommesse secondo me non c'entrano molto, così come i regolamenti di conti interni all'Ulivo, di cui anni fa Maria Rita parlò).

Per quanto riguarda le indagini sulla morte, sono scettico. Troppa gente si accalca sulla tomba di Pantani: programmisti di tv spazzatura, giornalisti pronti con i soliti libri da vendere, giudici di provincia (a proposito: non si può definirli persecutori quando processano Pantani e poi coraggiosi magistrati quando riaprono un'inchiesta a 4 anni dai fatti).
Ritengo che in pochi avessero davvero interesse a commissionare la morte di una persona la cui credibilità era oramai ai minimi termini grazie ad un'accorta campagna stampa in corso da tanto tempo.

Che l'Italia sia il paese dei misteri lo penso anch'io, ma paragonare il caso Moro o il caso Mattei al caso Pantani mi sembra un pò eccessivo.

Comunque chi vivrà vedrà: spero di sbagliarmi.

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/01/2008 alle 12:05
Ciao raga,
Marco-barba, alcune cose veloci:

1. Perché chiedere ragione al sentimento delle persone? Perché tutti dovrebbero reagire allo stesso modo nell’apprendere una notizia come quella della riapertura di un caso giudiziario? Esistono versanti d’impegno e consapevolezza più “giusti ed etici” di altri? Non è possibile pensare che la sovraesposizione del caso mediatico abbia finito col saturare il serbatoio d’interesse disponibile? Admin, tu stesso mi dicesti la stessa cosa in merito a non ricordo più quale argomento relativo al doping.

2. Siamo sicuri che l’accostamento del caso Pantani a quelli di Mattei, Moro, alle eversioni terroristiche e al macello “cileno” della Diaz al G8 non sia un tantino azzardato? Oltre alla evidente disparità di scala nell’impatto sociale fra gli eventi abbinati, non esiste il pericolo di creare aspettative eccessive? E se poi la verità finale è molto meno “complottistica” e semplicemente tragica? (suicidio voluto, morte accidentale di un uomo disperato, omicidio di un qualche spacciatore senza scrupoli e senza livelli “eccellenti” di mandanti, altro…). Cosa dovranno fare i “veri” appassionati di ciclismo dai sentimenti giusti e umanitari? Ribellarsi, scendere in piazza e chiedere un altro processo?

3. Se la verità accertata dalla nuova inchiesta non avesse alcun legame con Campiglio? Cosa dovrebbe pensare il bravo appassionato di ciclismo? Che non è una vera verità? Che mancano ancora dei tasselli al mosaico? In questo caso non servirebbe un nuovo processo, perché appare chiaro che la verità è già depositata nel cuore (o nella pancia) di tutti i bravi appassionati.

4. Il caso è riaperto? Bene, sono sinceramente contento, tanti auguri all’accertamento della verità, qualsiasi essa sia.

5. Corollario personale, non indispensabile e non richiesto: avrei preferito che Pantani fosse un uomo meno fragile e incasinato. Azzardo l’ipotesi: sarebbe probabilmente vivo, ricco, modestamente felice e se avesse avuto conoscenza di qualche verità nascosta da rivelare, prima o poi, l’avrebbe fatto. (e inoltre: andrebbe in bici per diletto, lo si potrebbe incontrare in qualche giro da amatori e tentare anche di metterlo in difficoltà con i ventagli in pianura, visto che in salita era dura staccarlo un po’ per tutti!).

In merito alle strategie comunicative (dalle D’eusanio alla veemenza intransigente di alcuni), pur non condividendole, non accenno ad alcun giudizio. Si tratta di scelte opinabili, ma che possono pagare, quindi le rispetto.

Rilfetti, barbetta, rifletti!
Ciao belli,
claudio


 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/01/2008 alle 21:37
Originariamente inviato da Admin
Personalmente sono sempre più convinto che la storia di Pantani 1999-2004 sia uno dei pasticciacci brutti della storia patria. Una nazione in cui, da Mattei a Pasolini a Moro, dall'eversione nera e rossa alla P2, dalle stragi di stato al G8 di Genova, i misteri e i segreti si sono sempre sprecati e moltiplicati.

Originariamente inviato da claudiodance
2. Siamo sicuri che l’accostamento del caso Pantani a quelli di Mattei, Moro, alle eversioni terroristiche e al macello “cileno” della Diaz al G8 non sia un tantino azzardato?

Begli amici, mi ritrovo!
Venduti a Monsieur 40%, ecco cosa siete.
Non sapete cosa inventarvi per suggerirmi, dopo quella su Kashechkin e i diritti umani, una firma su "Pantani e i misteri d'Italia".
Non ci casco, furbastri.
Come avete già visto, la firma quella è e quella rimane: ditelo al vostro panciuto mandante, VICEcampione Cobblestone 2007

 

____________________

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 22/01/2008 alle 02:22
Nuove strade per la Fondazione Marco Pantani e la Nove Colli

Dopo tre anni di esaltante connubio, si dividono le strade della Nove Colli e della Fondazione Marco Pantani. Una decisione consensuale, motivata da ragioni tecniche e logistiche che, nè oggi nè in futuro, potranno mai scalfire l’armonia di un rapporto storicamente simbiotico, scritto prima nel cuore che nelle carte.
La Fondazione Marco Pantani ha infatti deciso, con pieno diritto, di dare vita ad un circuito di Gran Fondo, definito “International Race-Marco Pantani” che coinvolgerà un poker di nazioni e sarà oggetto di un prossimo comunicato, che avrà come precipuo obiettivo, la solidarietà attraverso la quale valorizzare la memoria di Marco.
Una scelta legittima e nobilissima che, però, impone agli affiliati un’adesione totale alla causa, con nuove regole, nuove dinamiche e nuove finalità.
La Fausto Coppi è convinta che questa nuova avventura porterà alla Fondazione formidabili benefici, ma l’identità della Nove Colli e la storia delle sue 38 edizioni deve poter continuare nel solco della tradizione, nel rispetto dei suoi undicimila partecipanti e delle centinaia di volontari che, in questi anni, ne hanno decretato il successo.
La Fondazione Pantani, verificata la difficoltà di unire i propri intendimenti a quelli che spingono il Gruppo Ciclistico Fausto Coppi di Cesenatico nel proporre l’importante e famosa ciclo-fondo “Nove Colli”, riconosce il prestigio di questa rassegna, ma mantiene fermi gli orizzonti dei suoi nuovi progetti.
A partire dalla prossima edizione, dunque, il nome Marco Pantani non sarà più abbinato alla Nove Colli. Si tratta, per la verità, di una separazione “di facciata”, perché – pur nella diversità delle prospettive – la storia non può essere cancellata e, nei cuori di tutti, Marco Pantani e la Nove Colli continueranno a pedalare uno di fianco all’altro.


Fondazione Marco Pantani
Il Presidente
Tonina Belletti


ASD G.C. Fausto Coppi
Il Presidente
Arrigo Vanzolini

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 24/01/2008 alle 23:27
Le Biciclette “MARCO PANTANI”
Strumenti avanzati sui viali del mito




Premesse
Tanti campioni internazionali del pedale, finita la carriera agonistica, ed a volte anche durante, sono diventati costruttori di biciclette da competizione, poi firmate a loro nome. Per eseguire gli intenti, spesso si sono appoggiati ad aziende consolidate, altre volte si sono destinati al ruolo completo di produttori. In Italia, l’entrata in campo di questi “ex”, ha contribuito non poco ad elevare ulteriormente la qualità di un settore che ci vede, da sempre, ai vertici mondiali, per professionalità, innovazioni e produttività. Potremmo dire che uno dei momenti di maggior prestigio ed evidenza del “made in Italy”, venga proprio dalla produzione delle biciclette. Un dato, non sempre compreso fino in fondo dal nostro mondo politico, sovente prodigo di interventi in favore di altri settori produttivi, ma mai su quello del ciclo.

L’idea di produrre biciclette col nome Marco Pantani, è nata dalla congiunzione di diverse spinte di percorso, sulle quali, con orgoglio, possiam dire di esser stati pertinenti ed intuitivi. Innanzitutto, grazie a Marco stesso, la cui vita, se non fosse stata falciata da un tragico destino, prima o poi, si sarebbe proposta nel settore, proprio per l’amore che lo legava alla bicicletta. Indi, per quella sua attenzione ai particolari e alle caratteristiche del mezzo, che il gergo moderno, potrebbe facilmente definire maniacale. Successivamente, con la sua scomparsa e la contestuale necessità di concretizzare, attraverso la nascita della Fondazione a lui intitolata, l’ampio ventaglio delle sue volontà sociali e benefiche, si è evidenziata come peculiare, la possibilità di inserire fra le fonti per il reperimento delle risorse da destinare alle finalità di statuto, proprio la cornice più importante dei suoi dipinti: la bicicletta, appunto.

Siamo così giunti a proporvi delle “creature” aventi funzioni di finanziamento delle nostre attività benefiche a nome di Marco, senza aggiungere alla loro commercializzazione, come potrete vedere chiaramente in seguito, nessun tipo di surplus. Anzi, pur rivolgendoci, per ora, ad un mercato che si spinge e raggiunge l’elite della tecnologia di settore, i prezzi che proponiamo, possono considerarsi il massimo della competitività possibile.

La nostra Fondazione, nella ricerca di un partner costruttore di pregio e professionalità, s’è mossa col preciso intendimento di valorizzare al massimo la terra di Marco, nonché il ruolo leader che l’Italia recita sulla produzione di biciclette da competizione, facendo scendere in campo la bravura, l’occhio certosino e perfezionista, dell’intelletto dell’artigianato italiano e la sua autoctona e tangibile produttività. Ha stretto così, un convinto rapporto, con “Cicli Angelini”, azienda ravannate, ed autentica garanzia al fine di raccogliere al meglio, anche per conoscenza diretta, le caratteristiche della bici ideale del Pirata. Aspetto non di poco conto, la cura particolare che ha sempre contraddistinto Angelini, verso la livrea delle sue creature: un fattore da considerarsi decisivo per chi deve portare sulle strade uno strumento firmato Marco Pantani. Soprattutto, in considerazione della volontà, divenuta concreta, di imprimere sul design delle biciclette, un paio di celebri frasi del Pirata: due pensieri da considerarsi l’incitamento costante di Marco, verso chi spingerà i pedali. Saranno proprio le citazioni del campione, il distinguo delle due gamme produttive, che andiamo a presentarvi.


Le Biciclette “MARCO PANTANI”

Modello: “E adesso pedala”





Scheda tecnica:


Telaio: IN FIBRA DI CARBONIO FASCIATO IN TRAMA 3K DISPONIBILE IN CINQUE TAGLIE SLOPING.
Forcella: IN CARBONIO CON STELO IN ALLUMINIO
Sterzo: INTEGRATO


Attacco manubrio: CINELLI “VAI” in ALLUMINIO
Manubrio: CINELLI “VAI” in ALLUMINIO
Nastro: CINELLI
Sella: SELLE ITALIA “FLITE”
Pedali: LOOK “KEO” CLASSIC
Ruote: MAVIC AKSIUM
Coperture: VITTORIA “RUBINO PRO”
Gruppo: Assemblaggio a scelta:
-) SHIMANO 105 (10 v)
-) CAMPAGNOLO CENTAUR (10 v)
-) SRAM RIVAL CARBON (10 v)
CON POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE GUARNITUIRE COMPATTE O 53/39

Verrà rilasciato uno specifico CERTIFICATO DI GARANZIA


Prezzi “E adesso pedala”
- versione SHIMANO 105 (10 v): 2.550,00 euro
- versione CAMPAGNOLO CENTAUR (10 v): 2.700,00 euro
- versione SRAM RIVAL CARBON (10 v): 2.880,00 euro


NOTA IMPORTANTE!
E’ possibile acquistare telaio, forcella e serie sterzo, con livrea uguale alla bicicletta, al prezzo di 1.450,00 euro.




Modello: “Se puoi vincere devi farlo”





Scheda tecnica:


Telaio: TELAIO IN FIBRA DI CARBONIO ALTO MODULO IN TRAMA 3k oppure 1k FASCIATO.

Nota: La Bicicletta sarà preparata come un vestito su misura. Con l’acquisto di questo modello, sarà messo a disposizione dell’interlocutore un Centro Biomeccanico per il rilevamento delle misure più precise ed adatte alla postura dell’acquirente.

Forcella: IN CARBONIO MONOSCOCCA
Sterzo: INTEGRATO


Attacco manubrio: CINELLI “NEO” CARBON
Manubrio: CINELLI “ NEO MORPHE” in CARBONIO
Nastro: CINELLI
Sella: SELLE ITALIA “FLITE”
Pedali: LOOK “KEO” CARBON
Ruote: MAVIC R-SYS
Coperture: VITTORIA “DIAMANTE PRO LITE”
Gruppo: Assemblaggio a scelta:
-) SHIMANO DUR ACE (Alluminio)
-) CAMPAGNOLO REKORD CARBON
-) SRAM FORCE
-) SRAM RED (guarnitura in carbonio)
CON POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE GUARNITUIRE COMPATTE O 53/39

Verrà rilasciato uno specifico CERTIFICATO DI GARANZIA


Prezzi “Se puoi vincere devi farlo”

- versione SHIMANO DUR ACE (Alluminio): 5.550,00 euro
- versione CAMPAGNOLO REKORD CARBON: 5.950,00 euro
- versione SRAM FORCE: 5.770,00 euro
- versione SRAM RED: 6.150,00 euro

NOTA IMPORTANTE!
E' possibile acquistare telaio, forcella e serie sterzo, con livrea uguale alla bicicletta, al prezzo di 2500 euro, visita biomeccanica compresa.



Conclusioni:
Due livree da sogno, su cui sono impressi, come una riflessione-incitamento, i pensieri di Marco, ed aventi la tecnologia e la perfezione che il campione cercava, per vivere quel modus unico di far scorrere sulle strade, un simbolo che rappresenta l’indimenticabile e perenne poeta degli strumenti a motore umano.
Grazie a “Cicli Angelini”, esempio dell’intelletto e della professionalità dell’artigianato italiano, le biciclette “Marco Pantani”, giungono a chi ama pedalare, con gli aloni sincronici al passo di chi le ha ispirate e firmate: leggere, reattive alle sollecitazioni, adatte allo scatto e a quella pedalata rotonda, che ha spinto le fantasie sulle pagine del grande romanzo del ciclismo. Moderne e fulgide, per rendersi concrete alle volontà e fascinose agli sguardi. Sì, davvero “Strumenti sui viali del mito”.

Per informazioni e prenotazioni:
info@cicliangelini.com
tel/fax 0544/550112
mobile 339/8038087

 

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  postato il 25/01/2008 alle 07:38
Ma sono meravigliose come estetica!!! Soprattutto quella con la firma!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/01/2008 alle 08:07
cacchio se mi dovessi accattare una bici un pensiero serio sulla seconda ce lo farei...

anche solo per acquistare telaio forcella e serie sterzo...davvero...

sembra molto molto stilosa, niente da dire..e poi con la storia della visita biomeccanica inclusa..OTTIMO..ottimo davvero!!

e poi vuoi mettere l'unicità della tua bicicletta!...porti in giro e ti fai portare in giro da un mezzo che ad ogni pedalata ti fa pensare a chi non c'è più e che tanto ti ha fatto sognare!

bellissima idea

...non si sa mai...in un futuro, per ora lontano...ma non si sa mai..un pensierino ce lo si potrebbe fare

Bella, bellissima idea davvero

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 26/01/2008 alle 14:38
Oggi pomeriggio, alle 16, su Canale 5, nel corso della trasmissione "Verissimo - tutti i colori della cronaca", Silvia Toffanin, interevisterà Tonina.

 

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  postato il 26/01/2008 alle 16:08
Ho seguito gli ultimi minuti dell'intervista a Tonina, mi è rimasta impressa la sua risposta alla domanda della conduttrice che le chiedeva se, dopo ciò che era successo a Marco, odiasse il ciclismo, la sua risposta è stata "non odio il ciclismo ma le persone che gli stanno attorno, perchè lo sport non è morte, è vita".

 

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 02/02/2008 alle 15:46
Originariamente inviato da Admin

Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
Non ve ne frega niente?
Amanti e amici del ciclismo, davvero non vi frega niente di questa cosa?


E si Caro Admin, sono in totale accordo con te.
Del pezzo che ho quotato, posso dirti che è da un po' che ci si era accorti che in quella che una voilta era l'università del ciclismo, frega a poca gente sapere di certe verità.
Lo si può vedere gurdando quali sono i reali interessi dei frequentatori del forum leggendo i post che ultimamente vanno per la maggiore.

L'indifferenza con la quale viene accolta questa notizia, (mentre non si era pero tempo a definire controproducente ed inopportuni gli interventi di Tonina)lasciatrasparire due cose:
che alla maggior parte dei frequentatori del forum interessa che cada il silenzio sulla storia di Marco oppure che il livello culturale sportivamente parlando ( badate che non mi riferico alla storia dello sport, ma unicamente ad una "cultura sportiva" che in pochi possono vantare di avere qui dentro) è di molto scaduto ultimamente.
E si caro Admin, è il caso di prenderne atto.
Al popolo di cicloweb non glie ne frega niente di Marco ( quando succede qualcosa di buono, se c'è da sparlarci sopra invece piatto ricco mi ci ficco), o meglio non glie ne frega che la sua immagine venga riabilitata, altra storia invece è la redazione di cicloweb, ( non tutta, credo che Admin e Monsieur a parte gli altrri condividono conla massa lo scarso interesse), che ultimamente ha preso una direzione chiara e condivisibile.
Le mie sono le soliti provocazioni?.. Può essere, ma i fatti sono questi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/02/2008 alle 17:13
Originariamente inviato da 53.11

Originariamente inviato da Admin

Per questo fa specie notare la totale indifferenza con cui è stata accolta la notizia venuta da Forlì.
Che succede, non siete contenti di questo fatto?
Non ve ne frega niente?
Amanti e amici del ciclismo, davvero non vi frega niente di questa cosa?


E si Caro Admin, sono in totale accordo con te.
Del pezzo che ho quotato, posso dirti che è da un po' che ci si era accorti che in quella che una voilta era l'università del ciclismo, frega a poca gente sapere di certe verità.
Lo si può vedere gurdando quali sono i reali interessi dei frequentatori del forum leggendo i post che ultimamente vanno per la maggiore.

L'indifferenza con la quale viene accolta questa notizia, (mentre non si era pero tempo a definire controproducente ed inopportuni gli interventi di Tonina)lasciatrasparire due cose:
che alla maggior parte dei frequentatori del forum interessa che cada il silenzio sulla storia di Marco oppure che il livello culturale sportivamente parlando ( badate che non mi riferico alla storia dello sport, ma unicamente ad una "cultura sportiva" che in pochi possono vantare di avere qui dentro) è di molto scaduto ultimamente.
E si caro Admin, è il caso di prenderne atto.
Al popolo di cicloweb non glie ne frega niente di Marco ( quando succede qualcosa di buono, se c'è da sparlarci sopra invece piatto ricco mi ci ficco), o meglio non glie ne frega che la sua immagine venga riabilitata, altra storia invece è la redazione di cicloweb, ( non tutta, credo che Admin e Monsieur a parte gli altrri condividono conla massa lo scarso interesse), che ultimamente ha preso una direzione chiara e condivisibile.
Le mie sono le soliti provocazioni?.. Può essere, ma i fatti sono questi!


La posizione di 53.11 mi sembra estremamente manichea. Per questo non mi ci ritrovo e la contesto. Basterebbe avere la pazienza di leggere e meditare i vari post sulla questione per rendersi conto che le posizioni sono più sfumate di come le dipingi tu.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/02/2008 alle 19:30
mi sa, Frank, che chiedi la luna a chi non ha MAI neppure provato a fare quello che gli chiedi.
Così io e te ci becchiamo dei "sottoacculturati sportivi".
Vabbè....

 
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  postato il 02/02/2008 alle 20:15
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mi sa, Frank, che chiedi la luna a chi non ha MAI neppure provato a fare quello che gli chiedi.
Così io e te ci becchiamo dei "sottoacculturati sportivi".
Vabbè....


No, non sei un sottoacculturato sportivo sta tranquillo, semplicemente non sei sportivo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2008 alle 00:36
Non mi ritrovo affatto nell'immagine di ciclowebbaro menefreghista dipinta poco sopra: non ho postato alcun commento, difficilmente intervengo in una discussione che riguardi Pantani, solo in caso di eresia conclamata posso rompere il mio riserbo a riguardo. Il ricordo delle sue imprese, del suo sorriso timido, li conservo nel cuore, spesso rivedo filmati d'epoca ed ogni volta mi emoziono di nuovo. Ho iniziato ad amare il ciclismo nell'80, quando chiesi a mio padre "che cosa vuol dire Coppi ha 20 anni?", riferendomi ad un titolo della gazzetta o di un fascicolo allegato. Il ciclismo non l'ho poi praticato, è stato un amore con una gestazione lunghissima, riesploso poi grazie al sottile scalatore di Romagna. Era, seppure di pochi giorni appena, più giovane di me, e ho sempre pensato 'il mio fratellino me l'hanno ammazzato'. Ora non c'è più, ma il ricordo della gioia che provavo nel vederlo aggredire la salita mi ha infuso coraggio e forze in un momento triste della mia vita. Il ciclismo è adesso per me soprattutto pedalare, in salita, con il caldo e con il freddo, sentire l'aria che riempie i polmoni, il cuore che si adegua e sostiene lo sforzo, e poi trovare acqua fresca e ristoro ad una fontana di paese. Non mi vergono di ridere, non mi vergogno di piangere, però a volte preferisco tenere per me le mie sensazioni, le mie emozioni, i miei sentimenti. E non mi sento menefreghista.

 

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  postato il 03/02/2008 alle 12:06
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mi sa, Frank, che chiedi la luna a chi non ha MAI neppure provato a fare quello che gli chiedi.
Così io e te ci becchiamo dei "sottoacculturati sportivi".
Vabbè....


No, non sei un sottoacculturato sportivo sta tranquillo, semplicemente non sei sportivo.


niente da dire, ricordi in tutto e per tutto il deputato Caruso.
Ma alla fondazione sta bene che attorno alla figura di Marco girino personaggi come questo qua sopra?

 
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  postato il 03/02/2008 alle 15:02
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mi sa, Frank, che chiedi la luna a chi non ha MAI neppure provato a fare quello che gli chiedi.
Così io e te ci becchiamo dei "sottoacculturati sportivi".
Vabbè....


No, non sei un sottoacculturato sportivo sta tranquillo, semplicemente non sei sportivo.


niente da dire, ricordi in tutto e per tutto il deputato Caruso.
Ma alla fondazione sta bene che attorno alla figura di Marco girino personaggi come questo qua sopra?


Ma che dici??!!!
Che c'entra la Fondazione?!!!!
Perchè ti offendi?
I fatti sono fatti, inutile che utilizzi la tua prosopopea contro di me.
I tuoi commenti riguardanti la partecipazione di TOnina a certe trasmissioni ( condivido pienamente con te il giudizio su quelle trasmissioni, ma vengono viste dalla maggior parte dgli italiani, che possone essere, mogli e figli di giudici, di carabinieri, di deputati e quant'altro) sono stati non solo scettici ma assolutamente "distruttivi".
I fatti dicono che grazie a quelle " comparsate" l'inchiesta s'è riaperta e tu a riguardo sei rimasto in silenzio punto.
Ora l'inchiesta puòddarsi che non porterà a nulla, ma non lo possiamo dire adesso, e quindi la partecipazione a quelle trasmissioni ha dato i frutti sperati, sempre se si è ineteressati a fare chiarezza su tutte queste vicende.
Vedi, tutto dipende da chi si "nasconde" dietro un nik .
Io sono un tifoso di Pescara, che non vive di ciclismo, non ci guadagna un soldo bucato ma anzi ce li spende, il mio nome se si vuole lo si conosce e sulla sportività, tanto per farti capire: sono Juventino dalla nascita ma sono stato compiaciuto della vicenda tangentopoli, mi caccio tanto di cappello d'avanti ad un Milan che in vent'anni ha vinto in Europa quello che ha vinto, e non ho mai accampato scuse per le "sconfitte" di Marco, ma poi in realtà Marco di chi è mai stato sconfitto se non solo dalla cattiveria?
Insomma, io dico che tu non sei sportivo, tu te la prendi e rispondi stizzito pensando che io sia qualcuno che conta qualcosa all'interno della Fondazione, tranquillo, io non conto niente, ma tu in realtà chi sei?
Puoi dirlo? Sei solamente un tifoso disinteressato?
Capisci cosa intendo per sportività?
Non è sportivo affatto quello che tu stai facendo dentro questo forum carissimo, almeno a riguardo della vicenda Pantani , di tutto il resto, non può fregarmene meno.

 

[Modificato il 03/02/2008 alle 15:05 by 53.11]


 
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  postato il 05/02/2008 alle 17:51
Segnalo il bell'articolo di Mura su Repubblica di oggi (R2, sezione Sport). Parla del "nuovo" libro con parole e concetti che magari in molti abbiamo già sentto, ma è scritto bene ed è IMPORTANTE che appaia su una testata di quell'importanza.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2008 alle 16:04
Segnalo qui, nel thread più recente su Pantani, l'intervista di Tonina Pantani questa mattina a La Stampa.
http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/ciclismo/200802articoli/13280girata.asp

MARCO SCRISSE: "MI STANNO DROGANDO"
Il biglietto: «E' tutto programmato per farmi fuori»
EMANUELE RIGHI

Signora Tonina, perché ha scritto un libro?
«Per dire chi è Marco Pantani e non come l’hanno voluto raccontare. Non racconto la sua morte. Perché molte risposte devono essere ancora date».

L’indagine è chiusa. E’ morto per troppa cocaina.
«Questo non risulta. La morte è arrivata per due edemi, uno polmonare e uno cerebrale. Nella stanza, di cocaina non c’era traccia. Solo tanto disordine, ad eccezione delle scarpe perfettamente sistemate o di posate lanciate ma stranamente allineate, e alcuni biglietti molto chiari scritti da Marco».

Il pm di Rimini ha sempre parlato di scritti deliranti.
«Questo mi ha dato fastidio. Hanno detto che erano frasi da fuori di testa. E allora voglio dire cosa aveva scritto Marco su uno di questi pezzi di carta qualche ora prima di morire: “C’è una persona a me molto vicina che mi sta facendo droghe. E’ tutto programmato per farmi fuori. Io sarò sempre pulito e manipolo anche la più cara persona”. Non è uno scritto da chi è fuori di testa, per me è molto chiaro».

Sapeva che Marco si drogava?
«Credo di essere stata la prima a saperlo».

Come ha fatto?
«Perché ho letto una delle tante lettere. Marco dopo Campiglio (la tappa del Giro d’Italia ‘99, quando venne escluso dalla corsa per livelli troppo alti di ematocrito, ndr) scriveva tanto. Entrai nel suo studio e trovai una lettera indirizzata ad Ambrogio Fogar. Scriveva che non aveva mai pensato a drogarsi fino al giorno in cui lo fecero fuori dal ciclismo. Ancora oggi pare così strano. Marco era contro la droga».

Dicono che si era allontanato dalla famiglia e da lei.
«Negli ultimi tre mesi si era presentato al chiosco un suo amico, parlandomi di un conoscente che l’avrebbe aiutato visto che dopo 4 anni io non ero riuscita a fare nulla. Mio figlio conosceva tanta gente, ma non vedevo chi lo potesse aiutare. Tra l’altro qualsiasi iniziativa prendessi sbatteva contro Manuela Ronchi, la sua manager, la quale mi ripeteva che ci avrebbe pensato lei. Non è mai stato fatto niente».

A parte la cocaina, suo figlio si dopava?
«Non so cosa dirle. So che non l’hanno mai, mai trovato positivo. Lui mi diceva sempre: “In Italia molti evadono il fisco. Ma sino a quando non vengono presi non puoi definirli evasori”. Di controlli gliene facevano parecchi».

Cosa risponde a chi le dice che lei è la mamma e quindi...
«Per un mal di testa non prendeva nulla, diceva che come era venuto se ne sarebbe andato. Non aveva medici personali, era un testone e non lo avrebbero mai convinto a prendere farmaci se non voleva. E poi basta pensare alla sua fine! Lui è morto a Campiglio».

Rischiava solo 15 giorni di sospensione.
«Non ha accettato il verdetto di Campiglio. Lui era pulito. Uno si rovina la vita se sa di essere colpevole?».

Perché dice solo “Campiglio”?
«In un’altra lettera scrisse: “A Madonna di Campiglio quel giorno la Madonna non c’era. Mi hanno voluto fregare. Sono un testardo e cerco la verità a tal punto che mi hanno fatto passare dalla parte del torto”».

Sono tanti gli scritti di Marco?
«Sì, e in questi c’è la verità su chi l’ha ucciso e perché. Vorrei che un giorno Vittorio Sgarbi potesse metterli insieme e dare una logica a queste pagine».

Perché Vittorio Sgarbi?
«Marco diceva sempre che solo uno come Sgarbi avrebbe potuto ricostruirli».

Signora Tonina, che cosa c’è scritto nel suo libro?
«Chi è Marco Pantani. Per le cause della sua morte spero che la procura di Forlì possa aiutarmi a capire cosa è successo a Campiglio e non il 14 febbraio di 4 anni fa. Marco è stato ucciso a Campiglio».

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2008 alle 16:14
Commento personale, sempre con tanta pietà per una mamma che ha perso il suo unico figlio, sempre con tanta passione per le emozioni che Pantani ci ha dato (anche se ora mi sento dire che non sono uno sportivo, io):
adesso la riabilitazione di Pantani passa per Vittorio Sgarbi? e perchè non per qualche altro polemista da tv commerciale? Mamma Tonina ti rendi conto che così facendo "dai da mangiare" a gente che di tuo figlio non sa nulla? Che così permetti a molti di arricchirsi sulla tua tragedia famigliare?

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 06/02/2008 alle 19:33
E' vero, Desmoblu.Come pezzo stampato su Repubblica considero questo un articolo definitivo.
Perché trovo scritto su Repubblica quello che da sempre sostengo.
La morte per overdose stava bene a tutti, era la morte che placava la coscienza di tutti: vinceva drogandosi ed è morto drogandosi.
E, invece, le cose stavano diversamente. Finalmente , anche su Repubblica, si accolgono come possibili i dubbi su Campiglio, finalmente si dice che quello che ha sofferto dal 1999 al 2004 è assolutamente sproporzionato ad ogni tipo di possibile suo comportamento.
Finalmente si dice che è necessario dare una spiegazione di questa morte meno rattoppata, meno comoda per tutti.
Finalmente c’è un’assunzione di responsabilità ( sia pure velata).
Ha ragione Mura: stava bene a tutti il Parce sepulto ( perdonare al morto, chiedere di lasciarlo riposare in pace quando lo si era massacrato in vita). Perdonare al sepolto per perdonare frettolosamente se stessi.
Ho seguito tutta l’avventura di Pantani ( dal 1995, quando cominciai a tifarlo) fino a oggi su Repubblica .. Ho letto quello che su quel giornale è stato scritto di Marco prima e dopo Campiglio.
Ho letto e sofferto. Ho letto i silenzi e le omissioni di Mura.
Questo articolo, anche se non lo dice, mi conferma che è cambiata un’epoca in quel giornale. L’adesione acritica alle azioni della magistratura che doveva andare dalla prima pagina alle previsioni del tempo, l’assimilazione di chiunque fosse garantista al lasciar fare interessato di Berlusconi. Di questo, anche, è stato vittima Marco. Anche di questo è stato strumento.
Una verità meno rattoppata chiede Mura.
Adesso il compito spetta alla magistratura che ha riaperto l’inchiesta, alla famiglia Pantani che deve saper giocare bene questa carta che la opporrà ai poteri forti dello sport italiano, ai giornalisti di buona volontà ai quali si è rivolta Tonina perché una verità ( che, a causa del trascorrere eccessivo del tempo, potrebbe non essere più acquisibili giudiziariamente) venga affermata.
Che una giustizia per Marco ci sia, sia pure postuma, che la pelliccia di ermellino non sia più macchiata, che la sua dignità gli venga restituita, che le responsabilità siano rese evidenti a tutti.
Questo articolo di Mura è importante per quello che dice ma, soprattutto, perché è su Repubblica.
Bene, finalmente l’aria è cambiata, purtroppo troppo tardi, ma questa di Mura, anche se velatissima, è una resipiscenza e come tale la accolgo.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2008 alle 23:18
No per favore, sopporto la D'Eusanio ma Sgarbi proprio no...

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 07/02/2008 alle 18:26
E' una delle cose che non vanno..anch'io rispettola sig.Tonina e la ammiro per quello che fa, ma bisogna che la comunicazione sia efficace. Non si può andare a domenica in, da sgarbi, da chiunque. A questo punto prendiamo un megafono e urliamo: il problema è che se col megafono urli in faccia a chi sta a due metri avari un vicino sordo, prevenuto, nauseato e assolutamente irritato.
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 08/02/2008 alle 23:05
Su "Donna Moderna" della settimana scorsa......



La nostra risposta........

Su un tema come il doping, è facile doversi assorbire articoli populistici, pieni di luoghi comuni, ed inesattezze. La morale è sempre quella: isolare il tassello doping dal resto della società, per farne un quadrante specifico, come un tarlo che si può debellare singolarmente, senza far entrare in gioco i presupposti stessi, sui quali si muovono le vite umane ed i processi sociali. In altre parole, un’isola funzionale al sistema, che non tocca i noccioli dei “perché” e, tanto meno, mette una mano sulla storicità di questo fenomeno, nato fin dai Giochi dell’antica Grecia, oltre sette secoli prima di Cristo e diffusosi costantemente all’interno dello sport e non, in proporzione al progresso scientifico e tecnologico. Il doping dunque, come consumo di sostanze atte ad alterare ed aiutare nel raggiungimento di obiettivi, dai più importanti ai più banali, è una realtà trasversale a tutto e tutti: si muove con nomi-etichetta diversi e confondenti la morale corrente, ed è presente anche quando si pensa inesistente. Una riflessione che dovrebbe coinvolgere, su un ampio ventaglio, il mondo intellettuale dei paesi cosiddetti avanzati e che, invece, vede costoro supini o genuflessi alla normalizzazione, di chi ha intereresse a produrre ignoranza o confusione.
A queste logiche, con tinte davvero aberranti, non sfugge l’articolo di pagina “21” dell’ultimo numero di “Donna Moderna”, a firma del caporedattore Lucia Cordero.
L’incarico che ricopre costei, aumenta la gravità, le inesattezze e, per quanto riguarda Marco Pantani, si pone ai limiti della querela.
Scorrendo il testo, un primo errore significativo, visto il ruolo di chi l’ha portato in pubblicazione, lo si incontra su Marion Jones, che non è stata condannata al carcere, negli States, per frode e uso di sostanze dopanti, come è stato scritto, ma per aver mentito al Procuratore, nell’ambito di un processo precedente: il “doping” negli Usa, non è trattato da una legge ordinaria, come avviene in Italia, ma rimane interamente collocato nell’ambito sportivo.
Vergognoso, gratuito e senza conoscere minimamente i contesti ed i fatti, l’accostamento di Pantani alla Jones. Sarebbe interessante sapere e conoscere in base a quale inoppugnabile fatto o dimostrazione, la signora Cordero, giunga, di fatto, a definire Marco un dopato, o uno dedito al doping, al punto di diventare un esempio in tal senso. La storia e le vicende del Pirata, sono dense di interrogativi, gravità, nonché di sfondi assai poco illuminanti ed indipendenti dal campione, che vanno ben oltre il narrato, ma ciò non serve all’effetto che l’articolista vuol dare alle sue infelici righe. Sta di fatto, che a smentire la Cordero, è la sua stessa casa editrice, la Mondadori, che ha ritenuto opportuno pubblicare su questo straordinario campione (che non saranno certo i “graffi” di un caporedattore, a incrinare sull’immaginario collettivo…), un libro, “Era mio figlio”, scritto dalla mamma di Marco, Tonina Belletti e dal giornalista Enzo Vicennati, fra qualche giorno nelle librerie. Una lettura che sarebbe da indicare come peculiare alla Cordero, anche per farle capire quanto il doping sia diffuso ed orizzontale a tutte le discipline, ma venga combattuto in maniera enormemente difforme e dove solo il ciclismo e l’atletica leggera, segnano tentativi.
Già, quel doping che la caporedattrice sottace nella lunga trattazione della disciplina che fu sua, la ginnastica artistica. Quella modificazione che, fra sospetti più che motivati, se non si è partigiani di questo sport, ha portato ai vertici, un radicale cambiamento del fisico delle protagoniste. Al virtuosismo di ginnaste donne come Vera Caslavska e Lyudmila Turishcheva, sono purtroppo seguite, le graciline bambine dagli occhi grandi e schizzati, spesso dal menarca allontanato, affinché non portasse quegli “scombussolamenti” interni che, se da una parte fanno crescere quella meravigliosa creatura che è la donna, dall’altra, tendono a far diminuire la flessibilità e quelle molle miste, di grazia e creatività nello sforzo, che fanno della ginnasta una farfalla.
Sospetti, che divengono qualcosa di più, di fronte ad una continua massificazione di status. Sospetti, che non è certo l’antidoping a cancellare, visto che non può rintracciare l’intervento esterno svolto a monte. Come dire: il doping c’è, ma spesso non si vede, perché non lo si vuol vedere, o non si hanno le forze per farlo.
Sì, proprio come quelle donne, visto che il referente di queste righe è la rivista “Donna Moderna”, che per apparire magre e belle, sovente senza sapere, consumano fentermina ed altre sostanze similari e di gruppo, ereditando anoressia.
Un problema dunque, come detto, che va oltre lo sport e, per combatterlo, sarebbe opportuno togliere l’antidoping, dalla gestione di controllori e controllati del Coni e delle organizzazioni sportive, e far scendere in campo gli Stati, con leggi unitarie e volontà culturali che sappiano creare antropologia. Nell’attesa di ciò che forse non avverrà mai, fare sport rimane certamente un messaggio utile per far crescere e corazzare meglio i giovanissimi, ma è necessario infarcire queste spinte, con un nuovo spessore di consapevolezze e argomentazioni, che non si fondino su ipocrisie, o bugie che, come si sa, hanno le gambe corte.
Guarda caso, proprio su questi aspetti, Marco Pantani, l’esempio negativo per la Cordero, s’è sempre battuto in vita, prima di venire travolto da voleri superiori. E sono queste volontà, che animano fortemente la Fondazione a lui intitolata.

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  postato il 09/02/2008 alle 17:45
Sarò pure un bastian contrario, ma l'articolo di Mura non mi riconcilia con Repubblica: da anni, da quando ci scrive qualche collega di Mura con molto meno talento ma con molto più cinismo, non l'ho più comprato e non ci penso nemmeno, anzi è per me motivo di vanto non spendere più soldi per quel quotidiano.
Mura sarà anche un grande, ma i grandi di solito sono anche liberi, hanno spazio e libertà di movimento: i silenzi e le omissioni restano e non basta un articolo (o prefazione di un libro) a farli dimenticare. Non a me, almeno.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/03/2008 alle 13:58
Querela a "Le iene show"...

La Fondazione Marco Pantani Onlus, pur consapevole di quanto in passato la stessa, diversamente gestita, non abbia a sufficienza difeso l’onorabilità e la verità sui fatti coinvolgenti il proprio campione; di fronte alla consapevolezza che è emersa e che emerge dagli approfondimenti sulle sue vicende e all’esigenza di porre fine agli insulti gratuiti spesso frutto di ignoranza, non è più disponibile a tollerare vere e proprie falsità, verso l’atleta e l’uomo Pantani. Con ciò, d’ora in avanti, ogni esternazione sui media in video e su carta, in convegno, o di semplice divulgazione pubblica, contenenti l’abbinamento “doping uguale Marco Pantani”, o “doping che porta alla cocaina e alla depressione, come nel caso di Marco Pantani”, sarà oggetto di querela verso gli esternanti.
Si coglie occasione per ribadire, visto che l’ovvietà non è tale per taluni, quanto Marco Pantani, pur controllato centinaia di volte in carriera, non sia mai stato trovato positivo. Si ribadisce inoltre, che la sua sospensione a Madonna di Campiglio, non è stata dovuta al doping, bensì ad una, pur contestabile, tutela della salute e che ogni equazione, fra doping-cocaina e depressione, rappresenta un esercizio gratuito, privo di ogni inconfutabile ed inoppugnabile certezza scientifica.
Fatte queste premesse, la Fondazione Marco Pantani Onlus, nella persona del suo Presidente, Tonina Belletti, dopo aver osservato e registrato il programma “Le Iene show”, in onda su Italia 1, venerdì 29 febbraio alle 21.10, querelerà il capo-autore Davide Parenti e il conduttore del servizio sul doping nel ciclismo, Marco Berry, per quanto detto relativamente al proprio congiunto Marco Pantani.
La Fondazione infine, dichiara fin da ora, che ogni eventuale introito frutto di querela, sarà devoluto interamente in beneficenza, verso destinatari già oggetto di propri interventi.

Fondazione Marco Pantani Onlus

 

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  postato il 01/03/2008 alle 15:33
mi sembra giusto.
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/03/2008 alle 15:38
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mi sembra giusto.

 

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io sono un saavvvoonnnéééésse

Un uomo solo al comando... la sua divisa è bianco-celeste... il suo nome è Fausto Coppi
CAMPIONE DEL MONDO FANTACICLISMO CICLOWEB 2008 vincitore del Giro del Piemonte, MEDAGLIA DI BRONZO alla crono mondiale

FANTACICLISMO CICLOWEB 2009
DOPPIETTA AMSTEL GOLD RACE - FRECCIA VALLONE
VINCITORE CLASSICA DI AMBURGO,VINCITORE MEMORIAL CIMURRI, innumerevoli piazzamenti

FANTACICLISMO CICLOWEB 2010
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VICITORE GIRO DI LOMBARDIA

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Livello Gino Bartali




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  postato il 01/03/2008 alle 18:27
Ecco il filmato dell'intervista ad un colorito e pimpante Fois... http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2008/02/25&id=4752&categoria=puntata&from=iene

 

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Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

Non è importante quello che si scrive ma quello che leggono gli altri

Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 10/04/2008 alle 16:02
Dal 27 luglio al 2 agosto 2008, il 2° Marco Pantani Camp di ciclismo.

Cesenatico (FC) – La promessa troverà concretezza. Dopo il successo dello scorso anno, la Fondazione Marco Pantani onlus, ed Eurocamp, proporranno dal 27 luglio al 2 agosto prossimi, con base in Cesenatico, il 2° Camp di Ciclismo “Marco Pantani”. Il rapporto “bambini-bicicletta”, che tanto era nelle attenzioni e nelle sensibilità dell’indimenticabile campione, si consoliderà così anche quest’anno, attraverso quel modus di giocosità e divertimento che rappresenta una chiave peculiare per avvicinare i giovanissimi di ambo i sessi al ciclismo.

L’iniziativa, non sarà una fotocopia della precedente. Saranno diverse, infatti, le novità. Innanzi tutto l’allargamento delle età di riferimento dei partecipanti, che contemplerà una fascia dagli 8 ai 14 anni, quindi con una proiezione sulla categoria “esordienti”. Particolare cura nei programmi e nelle attività, giungerà dalla creazione di gruppi omogenei per età e sesso, evitando in questo modo, la dispersione dei tempi per taluni, ed il calo di attenzione e di entusiasmo dei più grandicelli.

Gli istruttori e l’intero staff, estremamente qualificato, comprese le figure professionali che svolgeranno gli approfondimenti nonché particolari stage all’interno del Camp, si muoveranno, dunque, contemplando la necessità di risposte ai ragazzi differenziate in base all’età e garantiranno una presenza adeguata in ogni ora della settimana dell’iniziativa.

Anche nel 2008, per i ragazzi e le ragazze che sono in vacanza con la famiglia nella zona, sarà possibile partecipare all’iniziativa, a mo’ di “day Camp”: con una frequenza dalle 8,30 del mattino, fino alle 19,30 del pomeriggio.

“L’esperienza dello scorso anno - ci ha detto il Direttore Tecnico Pino Roncucci, indimenticabile allenatore di Marco Pantani, nella sua militanza fra i dilettanti – ci è servita per smussare ed incentivare taluni contenuti. Il ciclismo, d’altronde, non è uno sport immediatamente adattabile alle classiche morfologie dei Camp. Solo il fatto della presenza di un mezzo e della diversità di questi a seconda dei singoli, comporta attenzioni e necessità suppletive. Sembra banale detto così, ma tanto è. Anche quest’anno, daremo ampie ed ancor più qualificate risposte in termini di approfondimento e qualità. Lo staff della “Pantani corse”, che fungerà da base del Camp, ne è consapevole, così come gli interlocutori medici e gli addetti all’atleticismo di base e degli specifici stage. Potrei dire che in questo 2008, senza togliere nulla agli aspetti ludici, di gioco e divertimento, il Camp Marco Pantani sarà ancor più scuola di ciclismo”.

Per maggiori informazioni e dettagli sul Camp:
Fondazione Marco Pantani Onlus
Tel 0547 – 672886
www.fondazionemarcopantani.it
info@fondazionemarcopantani.it

Eurocamp
Tel 0547 – 763666
www.eurocamp.it
camp@eurocamp.it

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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