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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2008 alle 17:29
Originariamente inviato da nino58

Lemond,sai qual'è l'ossessione peggiore del Vaticano ?
Non è neppure l'omofobia.
E' il non riuscire a pensare che uno Stato possa avere nel suo ordinamento leggi diverse dalla posizione della Chiesa in fatto di morale.
Come se l'anima delle persone fosse la fotocopia delle leggi del paese in cui vive.
Quest'ossessione è perfino più marcata di quella verso omosex, divorziati, fumatori di hascisch, ecc. ecc.
Ed è una cosa tremenda.
Capisco che ciò che fu portato a casa dopo il 313 d.c. (a seguito di tre secoli di persecuzione) sia considerato fondamentale, ma qui, da parte della Chiesa Ufficiale, non c'è neppure più senso del pudore.





Il Vaticano ha ormai smesso di parlare a nome dei cattolici.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2008 alle 17:43
Originariamente inviato da nino58

Non per contraddirti forzainter, ma chiunque abbia un reddito con ritenuta alla fonte paga l'IRPEF, quindi anche i sindacalisti ( e io ne ho conosciuti che giravano in bicicletta dalle cinque del mattino per sostenere le battaglie di contadini ed operai ).

Avrai sicuramente ragione tu , ma come i tuoi io non ne ho mai conosciuti.
I miei erano l'emblema del far niente e magari per questo la mia visione sulla casta dei sindacati puo' non esser obiettiva


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2008 alle 17:54
Io per fortuna ne ho conosciuti.

 

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nino58

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 03/12/2008 alle 08:36
Originariamente inviato da Subsonico

Originariamente inviato da nino58

Lemond,sai qual'è l'ossessione peggiore del Vaticano ?
Non è neppure l'omofobia.
E' il non riuscire a pensare che uno Stato possa avere nel suo ordinamento leggi diverse dalla posizione della Chiesa in fatto di morale.
Come se l'anima delle persone fosse la fotocopia delle leggi del paese in cui vive.
Quest'ossessione è perfino più marcata di quella verso omosex, divorziati, fumatori di hascisch, ecc. ecc.
Ed è una cosa tremenda.
Capisco che ciò che fu portato a casa dopo il 313 d.c. (a seguito di tre secoli di persecuzione) sia considerato fondamentale, ma qui, da parte della Chiesa Ufficiale, non c'è neppure più senso del pudore.





Il Vaticano ha ormai smesso di parlare a nome dei cattolici.


Sub, sei convinto anche tu che i cristiani abbiano subito tre secoli di persecuzioni?

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 03/12/2008 alle 08:37
"Cerco un prelato discreto....

Funziona dal 2006. Quasi mai attacchi alla Chiesa, solo
una confraternita per la ricerca di conforto, dialogo e anche di
possibilità d'incontro
Venerabilis, la chat dei sacerdoti gay
"Grazie per averci dato una voce"
Assoluto anonimato, molte domande da parte di giovani seminaristi
"Credevo di essere solo, ma ora capisco che posso essere uomo tra gli
uomini"

di MARCO PASQUA

Si definisce "confraternita dei preti romano-cattolici omosessuali"
e vuole essere un punto di riferimento nel web per i sacerdoti
omosessuali. Il suo sito internet, intitolato "Venerabilis", ha una
chat multilingue (in italiano, inglese, francese e spagnolo), anche
se è nei commenti alle diverse notizie pubblicate, che ci si
scambiano e-mail e impressioni. Molti suoi frequentatori si
dichiarano preti. C'è chi vuole conoscere altri confratelli o
seminaristi, chi ha bisogno di confrontarsi sul complesso tema
dell'omosessualità e della fede. Spesso sono anche semplici
cattolici, in cerca di un parere.

Il colore dello sfondo del sito si richiama a quello ufficiale del
Vaticano. Non è però uno spazio contro la Chiesa cattolica e, anzi,
si tiene a precisare che queste pagine web "non condividono la
cultura gay, diffusa dai tanti gruppi omosessuali e dai mass media,
per una società laica" ostile alla chiesa. I sacerdoti gay vengono
definiti col termine di "omosensibili", e a tutti viene rivolto
l'invito di fare molta attenzione nel fornire il proprio indirizzo
l'e-mail. Il timore è che qualcuno possa volerli smascherare, incluso
il gestore del sito, rigorosamente anonimo (il suo nickname
è "venerabilis"). I moderatori si definiscono tutti "sacerdoti".

Tanti i messaggi di supporto, da quando il sito, che è registrato in
Turchia, ha ufficialmente aperto i battenti, nel 2006. Rob scrive
inglese e se la prende col Vaticano: "La cosa peggiore che possa
fare, è costringere i gay a rinunciare ai voti. Chi prenderà il loro
posto?". "Se solo il Vaticano capisse di aver bisogno anche dei preti
che si ritrovano nella nostra confraternita, aprirebbe le porte della
chiesa a molte più persone", aggiunge ancora Rob. Alcuni dichiarano
di essere sacerdoti, e ringraziano il sito per la possibilità che
offre loro: "Sono un prete di 48 anni e frequento da alcuni mesi il
sito e la chat di Venerabilis. Vorrei dirti grazie di cuore per aver
dato la possibilità di incontrarci in questa fraternità. Mi firmo
anonimo perché ritengo che la privacy sia una conquista di civiltà
quando vuole salvaguardare l'intimo e l'inviolabile delle persone. Il
grazie è per aver dato voce a chi desidera incontrare con semplicità
e serietà altri fratelli e pur essendo conscio che questo può
prestarsi ad ambiguità penso che anche con questo sito si possa
credere amare e sperare ma soprattutto imparare a condividere
sentimenti e ideali che ci qualificano ogni giorno".

Anche "Giovanni" ha parole di elogio per Venerabilis: "Grazie a
questo sito ho scoperto un nuovo mondo. Credevo d'essere solo, ma ora
capisco che posso essere uomo fra uomini. Unico neo: temo di restare
confinato in una dimensione virtuale. Vorrei fare quattro chiacchiere
de visu con qualcuno per capire di più di me e non chiudermi in me
stesso".

Dalla Germania arriva il messaggio di un altro sedicente prete: "Sono
un prete tedesco e vorrei conoscere altri sacerdoti e anche coppie
gay per conoscenza e scambio di idee". Ildefonso, "futuro teologo
moralista", incoraggia tutti ad andare avanti: "Sento il dovere, come
futuro teologo moralista, di esortarvi a non mollare. Anche io 10
anni fa volevo diventare prete. La vigilia dell'ammissione agli
ordini fui invitato a seguire degli incontri con psicologi e
psichiatri, alla fine mollai. Terapie riparative hanno offuscato
ancor di più la mia identità sessuale, che, seppur omosessuale, era
equilibrata. Un caro saluto a tutti, specialmente a quei sacerdoti
gay che io conosco, miei carissimi amici e per me fratelli, che ogni
giorno lottano per vivere nella serenità cristiana".

E poi c'è anche chi cerca incontri: "Finalmente un sito dove spero
poter incontrare dei preti maturi per poter scambiare oltre a belle
parole anche momenti di intimità sani, spirituali e amorevoli. Ho 40
anni e adoro preti anziani dolci e saggi", scrive un utente che si
firma Pino e fornisce la sua e-mail. "Cerco un prelato discreto,
affidabile, per confessarmi, conoscerci/conoscermi", è il testo
pubblicato da un altro utente anonimo.

La confraternita ha uno spazio su Twitter (http://twitter.
com/vnews), sul quale riporta gli aggiornamenti salienti del sito, e
una web-radio (V Live Radio), che offre a tutti gli internauti la
possibilità di intervenire, registrando un messaggio audio. C'è anche
la chat "chiedi al sacerdote", dov'è possibile "consultare con
assoluta tranquillità e riservatezza, oltre a sacerdoti, religiosi e
alcuni laici ma anche personale qualificato (psicologi o medici)".

L'ultimo messaggio pubblicato, nell'homepage del sito, è un "Sos" da
parte di un utente che vuole essere "aiutato a realizzare la
vocazione al sacerdozio". Il moderatore gli suggerisce, come prima
cosa, di "riconoscere qual è la sua vera identità affettiva e
sessuale, di accertarla e stabilizzarla".

(2 dicembre 2008)
repubblica


 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 03/12/2008 alle 08:54
La Santa Sede non aderisce alla
Convenzione delle Nazioni Unite:
manca il divieto esplicito di aborto
Il Vaticano non intende firmare la Convenzione Onu sui diritti delle persone
con disabilità, entrata in vigore l'8 maggio scorso. La Santa Sede aveva già
annunciato il proprio rifiuto, ma è stato confermato oggi, alla vigilia
della giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle
Nazioni Unite sul tema "Dignità e giustizia per tutti noi".

La Convenzione Onu sui diritti dei disabili è il primo trattato sui diritti
umani del Terzo Millennio ed è stato approvato dall'Assemblea generale
dell'Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ai lavori per la
stesura del testo, durati cinque anni ma, alla conclusione, si è rifiutata
di firmarlo perchè il documento non ha inserito un divieto esplicito nei
confronti dell'aborto.

fonte

http://www.direfarepensare.it
http://www.liberelaiche.it

 

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  postato il 03/12/2008 alle 09:16
Vabbè ma a sto punto Lemond apriti un 3D tutto dedicato all'antivaticano così facciamo prima...

P.S. E' vero, i cristiani non hanno subito 3 secoli di persecuzioni perchè erano loro a mangiare i leoni e non il contrario eheheheh

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 03/12/2008 alle 09:29
Originariamente inviato da Laura Idril

Vabbè ma a sto punto Lemond apriti un 3D tutto dedicato all'antivaticano così facciamo prima...

P.S. E' vero, i cristiani non hanno subito 3 secoli di persecuzioni perchè erano loro a mangiare i leoni e non il contrario eheheheh


Ho già aperto, da tempo, una serie di messaggi "Piccola storia delle religioni" quindi un altro, seppur limitato alla seconda peggiore religione del mondo, mi parrebbe esagerato .
La favola dei leoni che per tre o più secoli mangiavano i poveretti mi fa venire a mente cappuccetto rosso e il lupo.
Se vuoi maggiori particolari, puoi seguire la P.s.d.r. e vedrai che citerò, prima o poi, numerose fonti al riguardo.

P.S.

Smetterò di inviare messaggi sul tema Vaticano, quando leggerò su un giornale un titolo a caratteri cubitali (perché la notizia sarebbe clamorosa). Edizione straordinaria: il papa OGGI non ha detto niente!

 

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  postato il 03/12/2008 alle 09:31
Volevo mettere un messaggio ironico per ricordarti che ci sono ancora persone che sono molto sensibili sul tema della religione che tu tratti molto superficialmente. E con superficialmente non intendo dire che non approfondito, ma come se non contasse niente. Ora non conta niente per te, ma conta molto per altri. Un pò di sensibilità, ecco.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2008 alle 09:59
Lemond, aspettiamo con ansia ciò che posterai sull'altro 3d da gennaio, però di certo anche gli imperatori pagani non trattarono i cristiani con i guanti di velluto.

 

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nino58

 
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  postato il 03/12/2008 alle 10:02
Del resto Nino ben lo sappiamo, quale grande imperatore ha mai trattato bene un povero?

 

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  postato il 03/12/2008 alle 10:03
Originariamente inviato da Laura Idril

Volevo mettere un messaggio ironico per ricordarti che ci sono ancora persone che sono molto sensibili sul tema della religione che tu tratti molto superficialmente. E con superficialmente non intendo dire che non approfondito, ma come se non contasse niente. Ora non conta niente per te, ma conta molto per altri. Un pò di sensibilità, ecco.


Ti sbagli di grosso, per me le religioni contano moltissimo, sono gli altri (non tutti, ma molti) che superficialmente credono tutto ciò che "sentono dire" perché hanno voglia di farsi illusioni o per altri motivi che non conosco.
Come potrebbe, d'altra parte, lasciarmi indifferente la causa (prima?) di guerre, persecuzioni, falsa etica, "spaccio" di notizie false e tendenziose, crudeltà verso i più deboli etc.

P.S.

Se vuoi ti spedisco subito le "prove" delle mie affermazioni, altrimenti ti rimando a quanto invierò in futuro su p.s.d.r. o altrove.

 

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  postato il 03/12/2008 alle 10:08
Originariamente inviato da nino58

Lemond, aspettiamo con ansia ciò che posterai sull'altro 3d da gennaio, però di certo anche gli imperatori pagani non trattarono i cristiani con i guanti di velluto.


Alcuni sì, ma non per motivi religiosi, bensì per turbativa dell'ordine pubblico. Dipoi i cristiani si "rifecero con gli interessi" e questa volta le cause furono politico/religiose. Ciao a presto

 

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  postato il 03/12/2008 alle 10:10
Ecco dove sta la tua superficialità credere che le persone credono per farsi illusioni. Illusioni su cosa esattamente? Credere non ha niente a che vedere con la scienza o con le prove. Il credere viene dal cuore da qualcosa che senti dentro. Puoi anche portare a un Indù tutte le prove scientifiche che la bambina nata con 4 braccia e 4 gambe è solo una gemella siamese non sviluppata, ma questo non cambierà che la gente continua a portarle i fiori perchè per loro è Visnù.
Non c'entra la scienza o le prove o illusioni è sentimento. Come quando ti innamori, puoi avere davanti tutte le motivazioni razionali per cui è sbaliato essere innamorati, però se sei innamorato... che ci vuoi fare?

 

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  postato il 03/12/2008 alle 10:18
Originariamente inviato da Laura Idril

Del resto Nino ben lo sappiamo, quale grande imperatore ha mai trattato bene un povero?


Caio Giulio Cesare (non era imperatore, ma la carica di dittaore a vita era equivalente, o quasi) fu ucciso perché si mise contro tutti (o quasi) gli aristocratici, allo stesso modo di Tiberio Sempronio Gracco due secoli prima. Lui, come suo zio Caio Mario che autorizzò ad entrare nell'esercito anche i "capite censi", aveva proposto ed attuato tutta una serie di riforme che avvantaggiavano la quinta classe a danno delle prime due ed è stato il politico più amato dal popolo nella storia di Roma (più di Andreotti ). Tali riforme furono comunque proseguite dal figlio adottivo Caio Ottavio (poi Ottaviano Cesare Augusto) che portò Roma al suo massimo splendore.

 

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  postato il 03/12/2008 alle 10:25
Originariamente inviato da Laura Idril

Ecco dove sta la tua superficialità credere che le persone credono per farsi illusioni. Illusioni su cosa esattamente? Credere non ha niente a che vedere con la scienza o con le prove. Il credere viene dal cuore da qualcosa che senti dentro. Puoi anche portare a un Indù tutte le prove scientifiche che la bambina nata con 4 braccia e 4 gambe è solo una gemella siamese non sviluppata, ma questo non cambierà che la gente continua a portarle i fiori perchè per loro è Visnù.
Non c'entra la scienza o le prove o illusioni è sentimento. Come quando ti innamori, puoi avere davanti tutte le motivazioni razionali per cui è sbaliato essere innamorati, però se sei innamorato... che ci vuoi fare?


Quello che tu chiami sentimento, io l'appello illusione, così come c'è chi scrive qual'è e pò e altri qual è e po' , ma la sostanza non cambia.
L'illusione/sentimento si può identificare, secondo me, con la *speranza* in un mondo migliore in vita, per alcune religioni, "post mortem" in altre.


 

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  postato il 03/12/2008 alle 13:25
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Lemond, aspettiamo con ansia ciò che posterai sull'altro 3d da gennaio, però di certo anche gli imperatori pagani non trattarono i cristiani con i guanti di velluto.


Alcuni sì, ma non per motivi religiosi, bensì per turbativa dell'ordine pubblico. Dipoi i cristiani si "rifecero con gli interessi" e questa volta le cause furono politico/religiose. Ciao a presto


Non lo se ci son stati tre secoli di persecuzioni: tu c'eri? Hai vissuto tre secoli? Allora lo vedi che sei Induista

Tornando seri, chiunque qui è abbastanza intelligente per capire che la storia non è esattamente come ci viene raccontata. D'altronde tra Nerone che racconta al popolo che i cristiani incendiarono Roma, Bush che ci dice che l'attentato delle Torri Gemelle è colpa di Al Qaeda e Berlusconi che dà la colpa della crisi ai comunisti, non c'è nessuna, nessunissima differenza.

Resta il fatto che all'epoca gli alternativi erano i cristiani, e molti di loro han fatto una fine orribile per questo. Come nel medioevo tanti uomini son stati più fedeli al cristianesimo di chi era al vaticano e per questo giudicati 'eretici', quando magari non erano tanto diversi da San Francesco. Il vaticano non adempiva al suo compito come non lo adempie adesso, anche se per fortuna il potere temporale non è più lo stesso, ma resta il fatto che cristiani di oggi non sono quelli delle persecuzioni e non sono gli stessi del medioevo, perciò usare frasi come 'i cristiani si rifecero come gli interessi' lascia il tempo che trova.

 

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  postato il 03/12/2008 alle 14:28
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Originariamente inviato da nino58





... perciò usare frasi come 'i cristiani si rifecero come gli interessi' lascia il tempo che trova.


Codesta locuzione sarebbe vera se io mi fossi riferito a dieci secoli dopo, mentre già dopo la morte di Costantino ... Posso riportare quanto letto nel libro di Augias-Cacitti "A conclusione di questo capitolo si può ripetere quanto sanno già quasi tutti. Fino ad un certo punto i cristiani invocavano libertà di coscienza, dopo passeranno a pretendere le repressioni nei confronti degli eretici e dei seguaci di altre religioni. Dopo due generazioni dall’editto di Costantino i seguaci dell’attuale monarca (BXVI) da perseguitati, sono diventati persecutori".
Se hai pazienza, poi come promesso, sarò più esaustivo.

 

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  postato il 04/12/2008 alle 09:12
Il cattivo paradosso


da La Stampa.it del 2 dicembre 2008


di Gian Enrico Rusconi
E' grottesca la motivazione con cui il Vaticano si oppone alla proposta di
depenalizzazione dell'omosessualità che sarà presentata all'Onu dalla
Francia a nome dei 25 Paesi della Unione europea. Il Vaticano infatti è
preoccupato che «nuove categorie protette dalla discriminazione creeranno
nuove e implacabili discriminazioni». Siamo al cattivo paradosso che per
proteggere le persone omosessuali, queste dovrebbero essere mantenute sotto
la minaccia di reato perseguibile per legge. Il Vaticano non si impegna
affinché gli Stati che praticano contro gli omosessuali sanzioni, torture e
persino pene capitali (in dieci Paesi islamici), modifichino il loro
atteggiamento, muovendosi appunto nella linea recentemente enunciata dalla
Chiesa stessa che invita ad evitare «ogni marchio di ingiusta
discriminazione». No. La preoccupazione vaticana è che «gli Stati che non
riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio"
vengano messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Il problema che sta
a cuore alla Chiesa non è l'abbattimento effettivo della discriminazione
tramite la legge, ma l'imbarazzo («la gogna») in cui si troverebbero gli
Stati che praticano leggi punitive contro l'omosessualità. O gli Stati che,
pur tollerando benevolmente le persone omosessuali, non riconoscono loro la
pienezza dei diritti. È evidente che qui il Vaticano pensa a possibili
effetti a catena a favore delle unioni omosessuali, legalmente riconosciute,
là dove non esiste ancora alcuna legislazione in proposito (come Italia).
Non credo che abbia a cuore le difficoltà in cui si troverebbero gli Stati
islamici, che ovviamente si opporranno frontalmente alla proposta europea.

L'alleanza tra Stati islamici e Vaticano su questo punto è garantita. Con
buona pace degli alti discorsi della «razionalità della fede»
cristiano-cattolica rispetto alla dottrina religiosa islamica. Quando si
tratta di sesso e di famiglia le differenze teologiche tacciono. Rinunciamo
in questa sede ad esporre ancora una volta le posizioni di principio di una
visione laica in tema di responsabilità etica dell'individuo, di concezione
non mitica, ma critica e riflessiva di «natura umana», di concezione delle
unioni familiari, di separazione tra «reato» e «peccato» ecc. Sono anni che
ci confrontiamo su questi temi. Invano. Non si dialoga più. Si
contrappongono posizioni sempre più intransigenti. Ciò che conta è la loro
potenzialità mediatica, che nel nostro Paese è saldamente in mano alla linea
vaticana. Rimanendo a livello di strategia comunicativa, viene spontanea un'ultima
riflessione. Contrapponendosi all'iniziativa dell'Unione Europea, il
Vaticano ribadisce ancora una volta la sua contrarietà all'orientamento
laico dell'Europa, ovviamente diffamato come laicista (relativista,
immoralista e via via elencando tutte le nefandezze della ragione
illuministica). Non è chiaro dove porterà questa strategia. Nel caso della
depenalizzazione dell'omosessualità la linea vaticana smentisce esperienze
drammatiche e ben meditate interne allo stesso mondo cattolico.
Verosimilmente non interpreta neppure i convincimenti di milioni e milioni
di sinceri credenti. Perché si adotti oggi questa strategia non è chiaro.
Evidentemente il sesso e una certa idea di famiglia contano di più delle
riflessioni della fede. Ma qui il laico tace.

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 04/12/2008 alle 09:31
Pressing di Cl su Berlusconi


da l'Opinione del 2 dicembre 2008, pag. 1


di Alessandro Litta Modignani
La notizia, in sé, potrebbe sembrare trascurabile. Magdi Cristiano Allam
lascia il giornalismo ed entra in politica, fondando un nuovo partito di
ispirazione schiettamente religiosa. La lettura del manifesto dei
"Protagonisti per l'Europa cristiana" è estremamente istruttiva, persino
illuminante in alcuni passaggi. Il testo rappresenta un autentico
concentrato del pensiero cattolico-integralista e illiberale, cioè di quella
cultura che punta a sostituire lo Stato moderno, laico e di diritto, con uno
Stato etico di tipo confessionale. Nel testo si sprecano le maiuscole,
neanche fosse scritto in tedesco: Fede, Verità, Valori, Civiltà, poi ancora
Testimoni, Costruttori, Protagonisti e via delirando. La denominazione
stessa scelta per il movimento testimonia dell'estremismo del progetto.
Perciò è giusto chiedersi: questa minaccia diretta alla libertà degli
individui è reale, oppure è soltanto il velleitarismo di un esaltato?
Esistono possibilità concrete che Allam riesca a costruire il suo partito,
trovando spazio, alleanze e consensi? La risposta spontanea - no, sarà il
solito buco nell'acqua ed è persino inutile parlarne e fargli pubblicità -
non è poi così scontata. Nel paese in cui ha sede il Vaticano, qualsiasi
progetto politico-religioso, che prescinda dalle intenzioni delle gerarchie
ecclesiastiche, è destinato a non fare molta strada. Dunque molto dipenderà
dall'atteggiamento della Cei. Nel marzo scorso il Vaticano scelse di
spettacolarizzare al massimo la conversione di Allam al cristianesimo,
facendolo battezzare a Roma dal Papa in persona, nel giorno di Pasqua. E'
difficile pensare che queste due operazioni politiche - lo show di allora e
il partito di oggi - non fossero già collegate e preparate da tempo. L'appoggio
annunciato da parte di monsignor Fisichella al nuovo partito lascia
intendere che esso parte con la "benedizione" di un potentissimo sponsor.

E' noto, del resto, che le gerarchie sono sempre più irritate dall'atteggiamento
neutrale di Silvio Berlusconi sui temi cosiddetti "eticamente sensibili", da
ultimo sul caso Englaro. Avere definito il PdL "anarchico" sul piano
valoriale per i religiosi è una colpa imperdonabile, e infatti su questo
Allam attacca apertamente il premier. Se la prende anche con Casini, reo di
non volere l'abrogazione della legge 194 sull'aborto. Il fondamentalismo
religioso è per sua natura fazioso, non ammette mediazioni di sorta: se la
fede non è negoziabile, neppure il programma di un partito fideista può
esserlo. Attraverso Allam, la corrente di Comunione e liberazione,
pesantemente sconfitta al momento della formazione del governo, si accinge
forse a esercitare il pressing su Silvio Berlusconi, per conquistare nuovo
potere. Quale migliore occasione delle prossime elezioni europee, con tanto
di proporzionale e preferenze, ma che comunque non possono compromettere l'equilibrio
politico generale? Non a caso Maurizio Lupi, padrino di battesimo di Allam e
aspirante ministro, è fra gli artefici dell'operazione. Pur in mancanza di
riscontri ufficiali, è possibile immaginare che anche Roberto Formigoni,
dopo aver acquisito benemerenze con il rifiuto opposto dalle strutture
sanitarie lombarde a Beppino Englaro, potrebbe essere della partita - specie
nel segreto dell'urna. Nessuno può dire con certezza se il disegno
illiberale di Magdi Cristiano Allam abbia effettivamente speranze di
successo, oppure se il personaggio andrà a infoltire la schiera dei
"crociati falliti", sulle orme di Marcello Pera e Giuliano Ferrara. Staremo
a vedere. Intanto il personaggio annuncia i suoi primi obiettivi
programmatici: no all'aborto, al divorzio, all'eutanasia e ai matrimoni gay.
Un progetto troppo pericoloso perché lo si possa semplicemente snobbare,
come pure meriterebbe.






 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 05/12/2008 alle 10:43
Notizie Radicali
giovedì 04 dicembre 2008


Il Vaticano e i diritti dell'uomo


di Mauro Del Bue

...
Abbiamo una legge sull'aborto voluta dai socialisti e dai radicali sempre
sottomessa a tentazioni revisionistiche o addirittura abolizioniste, non
abbiamo una legge sulle coppie di fatto e la discussione sul testamento
biologico rischia di trasformarsi in una discussione per negare il diritto
alla autodeterminazione e per evitare nuovi casi Englaro. Sarebbe utile che
il governo italiano, nel difendere la posizione assunta sull'omosessualità
in sede europea, rispondesse alle critiche del Vaticano. Senza reticenze e
balbettamenti. E che i tanti laici che fanno parte della maggioranza si
facessero sentire, una volta tanto.





 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 05/12/2008 alle 12:58
e questa qui, non la pubblichi?

MOSCHEE: VATICANO, LEGITTIME SE RESTANO LUOGO DI CULTO

Bisogna ''riconoscere la legittimita' di quei luoghi di culto che sono sede di una presenza spirituale autentica, perche' tutte le volte che e' cosi', diventano luoghi benefici per la conoscenza'': lo ha detto mons.

Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle polemiche per la costruzione di moschee.

''Un luogo di culto - ha precisato il 'ministro' vaticano - in quanto tale, dovrebbe essere sempre sorgente di comunione, di dialogo'', ed e' proprio di tutte le grandi religioni il ''far emergere i propri valori e farsi riconoscere nell'ambiente circostante''. Per mons. Ravasi, tuttavia, un problema emerge quando una moschea diventa qualcosa d'altro, ''supera e travalica'' la sua natura e ''surrettiziamente perde la sua funzione e diventa qualcosa d'altro''. In quei casi, la ''societa' civile'' e lo ''Stato'' esigono ''una verifica'' e hanno ''il diritto di intervenire''.

In conclusione, per il presidente del Pontificio consiglio della cultura, ''il luogo di culto deve avere una propria identita' spirituale, culturale e anche sociale'' ma la sua ''identita' fondamentale'' deve essere quella ''religiosa''.

''Io capisco che per alcune culture tante volte e' difficile distinguere coem distinguiamo noi'' ma, aggiunge, ''la nostra e' una societa' occidentale che distingue tra ambito religioso e ambito politico, 'A Cesare quel che e' di Cesare'''.

Sul tema e' intervenuto anche mons.

Mariano Crociata, segretario generale della Cei, in un'intervista al mensile 30 Giorni. Bisogna garantire, dice, che ''i musulmani presenti nel nostro Paese possano coltivare la loro religione in maniera appropriata'' Su questo tema, afferma il vescovo, ''si va per eccessi: dal rifiuto immotivato a una visibilita', a una invadenza che stonano''.

Poiche' l'islam non fa riferimento ad un singolo Stato od autorita', ''far crescere un islam che abbia un riferimento italiano diventa una esigenza per tutti''.

MARONI: PRESENTERO' EMENDAMENTO A DDL SICUREZZA.

''Bisogna attivarsi, bisogna accendere un riflettore su questi luoghi, questi siti che non sono mai denominati moschee, ma sono centri culturali dove si fa di tutto, si fa somministrazione di cibo, si fa scuola, e si fa anche - in alcuni casi, e' dimostrato - reclutamento e finanziamento per attivita' terroristiche, bisogna riflettere su questo. Io ho proposto di estendere a queste attivita' la norma della legge Mancino che consente al ministro dell'Interno di intervenire e sciogliere associazioni, enti che fanno propaganda razzista, non si capisce perche' non si possa fare per chi fa propaganda per i terroristi''. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Il ministro ha poi sottolineato l'importanza di un emendamento al ddl sulla sicurezza e sulla moratoria delle moschee ha detto che decidera' il Parlamento. Per quanto poi riguarda la dislocazione delle forze dell'ordine sul territorio, gli ultimi dati dal 4 agosto al 30 novembre dimostrano che sono state disposte olter 4mila pattuglie, sono stati controllati 37mila veicoli e sono state identificate 113 persone mentre ammontano a 1563 i veicoli sequestrati e sono 355 gli arrestati. La prevenzione ha detto il ministro ''significa controllo del territorio''. Abbiamo avuto in questi ultimi mesi una significativa riduzione dei reati e questo ''e' anche il frutto scellerato di decidere di approvare l'indulto''. Quel picco di crescita relativo ai reati che si e' registrato quindi subito dopo sta diminuendo.

In pratica si tratta di ''una spinta forte a ridurre i costi e aumentare i livelli di controllo del territorio'' e a questo proposito ha anche ricordato che in merito alla riorganizzazione delle sale operative, nel nostro paese ci sono i numeri 112, 113, 115, 118 e 117 che riguarda la Guardia di Finanza. Bisogna migliorare il funzionamento delle sale operative senza arrivare alla richiesta che viene dall'Ue di un numero unico, il 112. ''Basterebbe estendere il modello scelto da Trieste dove il 112, 113 e 115 sono collegati tra di loro: questa e' la strada maestra - ha concluso - ma e' anche la strada che noi vogliamo seguire''.


(www.asca.it)

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 05/12/2008 alle 13:47
Originariamente inviato da Subsonico

e questa qui, non la pubblichi?

MOSCHEE: VATICANO, LEGITTIME SE RESTANO LUOGO DI CULTO


''Io capisco che per alcune culture tante volte e' difficile distinguere coem distinguiamo noi'' ma, aggiunge, ''la nostra e' una societa' occidentale che distingue tra ambito religioso e ambito politico, 'A Cesare quel che e' di Cesare'''.

(www.asca.it)


Non so se ti riferisci a me, ma visto il tema credo di sì (in ogni modo è sempre presunzione "iuris tantum" ed allora ti rispondo che condivido quello che cito. Ciao

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 06/12/2008 alle 13:42
Scritto da Donchisciotte altrove, e qui ripostato
E adesso vado OT, ma ho una rabbia che lo devo scrivere ovunque.
Stamattina c’è stata la messa per gli operai morti della Thyssen Krupp , è l’anniversario.
Leggo che non c’era neanche un rappresentante del governo ( va da sé, neanche della Confindustria o dell’Unione industriale di Torino).
E’ UNA VERGOGNA, un’offesa a chiunque abbia una coscienza morale, un governo che sta a battersi il petto e a genuflettersi tutti i giorni insieme alle mille famiglie che ogni membro ha, che fa un casino per vite di persone che devono penare fino all’ultimo gemito e che ignora morti che sono frutto di una rapace corsa al profitto , perché dalla parte del profitto loro stanno. E non passeranno dalla cruna dell’ago.
A chi va, legga questo articolo splendido, di mesi fa , di Ezio Mauro, tanto bello da diventare testo teatrale, appunto, quando il cuoco sa cucinare ( e Mauro non è manco un grandissimo cuoco, per me):
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/incendio-acciaieria-1/thyssen-mauro/thyssen-mauro.html


Altro orrore: i tagli al sistema delle scuole private, protesta dei vescovi e del Papa, un’ora dopo spariscono i tagli.
Nella scuola pubblica, in tre anni, 150.000 precari perderanno il posto di lavoro.
Mi vergogno di essere italiana.

Lo so, è OT , ma va detto.

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 06/12/2008 alle 13:54
Il sire Berlu guarda tanto i sondaggi, ma questo no.

I dati dell’ultimo Eurobarometro, il periodico sondaggio condotto per conto della Commissione Europea nei paesi che fanno parte dell’Unione Europea, sono decisamente eloquenti: la religione, per i cittadini del vecchio continente, è un fenomeno ormai marginale. Un risultato particolarmente bruciante soprattutto per quelle confessioni, come la Chiesa cattolica, che hanno rivendicato per i ‘valori cristiani’ l’inserimento nel testo costituzionale.
Alla domanda su quali ritengono siano i tre valori che personalmente ritengono più importanti, gli europei hanno risposto, nell’ordine: la pace, i diritti umani, il rispetto per la vita umana, la democrazia, la supremazia della legge, la libertà individuale, l’eguaglianza, la tolleranza, la solidarietà, l’autorelizzazione, il rispetto per le altre culture e infine, al dodicesimo e ultimo posto, la religione, inserita nei tre valori più importanti da soltanto il 7 per cento del campione. Sui valori che meglio dovrebbero rappresentare l’Unione Europea il risultato è stato addirittura peggiore: solo il 3 per cento ha citato la religione. E, a sorpresa, gli italiani si sono mostrati più secolarizzati della media europea: solo il 2 per cento ha inserito la religione tra i valori che meglio rappresenterebbero l’UE, solo il 5 per cento ha inserito la religione tra i valori più importanti personalmente coltivati.



 

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  postato il 06/12/2008 alle 14:12
in Italia tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri
alleluuuuiaaaaaaa
Scuola, i vescovi contro i tagli
Il governo: "Fondi ripristinati"

HO LA NAUSEA
O SONO INCINTA O SONO ITALIANA

(altan)



 

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  postato il 07/12/2008 alle 01:49
Originariamente inviato da Donchisciotte

Mi vergogno di essere italiana.


Già.

 

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Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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  postato il 07/12/2008 alle 12:41
Gay, la Chiesa giustifica


. da L'opinione online del 5 dicembre 2008


di Carmelo Palma (*)
Se è vero che i gay sono un'immarcescibile icona del politicamente corretto,
è altrettanto vero che sulla questione gay, anche nel cuore dell'Occidente
libero, continua a esercitarsi una scorrettezza politica palesemente
discriminatoria e grettamente conformistica, che, per rendersi presentabile,
neppure dissimula, ma "infiocchetta" il pregiudizio con gli svolazzi della
cortesia e del sussiego. A dimostrarlo è il birignao "diplomatichese" con
cui il Vaticano ha tentato di giustificare l'opposizione ad una
dichiarazione che in sede Onu, su iniziativa dell'UE, richiede la
depenalizzazione dell'omosessualità e una sorta di moratoria universale
della discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e l'identità di
genere. A confermarlo è stato il coro di quanti, per difendere il Vaticano,
hanno denunciato un trappolone mediatico teso contro la Santa Sede, come se
la posizione "ufficiale" della Chiesa Cattolica (e dell'attuale Pontefice)
non fosse sul tema assolutamente chiara. Chiaramente contraria alla
persecuzione giudiziaria dell'omosessualità. E chiaramente favorevole a
forme di "giustificata" discriminazione civile degli omosessuali. Si legga a
questo proposito un documento di esemplare chiarezza come "Alcune
considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non
discriminazione delle persone omosessuali" pubblicato a firma di Joseph
Ratzinger sull'Osservatore Romano del 24 luglio 1992, in cui sono tratte le
conseguenze più direttamente politiche delle considerazioni di natura
dottrinaria contenute nella Lettera De pastorali personarum homosexualium
cura, della Congregazione per la Dottrina della Fede (10 ottobre 1986).

Scriveva l'allora Prefetto dell'ex Sant'Uffizio e oggi Papa Benedetto XVI:
"10. La "tendenza sessuale" non costituisce una qualità paragonabile alla
razza, all'origine etnica, ecc. rispetto alla non-discriminazione.
Diversamente da queste, la tendenza omosessuale è un disordine oggettivo e
richiama una preoccupazione morale. 11. Vi sono ambiti nei quali non è
ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio
nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell'assunzione di
insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare. 12. Le persone
omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le
altre persone, incluso il diritto di non essere trattate in una maniera che
offende la loro dignità. Fra gli altri diritti, tutte le persone hanno il
diritto al lavoro, all'abitazione, ecc. Nondimeno questi diritti non sono
assoluti. Essi possono essere legittimamente limitati a motivo di un
comportamento esterno obiettivamente disordinato. Ciò è talvolta non solo
lecito ma obbligatorio, e inoltre si imporrà non solo nel caso di
comportamento colpevole ma anche nel caso di azioni di persone fisicamente o
mentalmente malate. Così è accettato che lo stato possa restringere l'esercizio
di diritti, per esempio, nel caso di persone contagiose o mentalmente
malate, allo scopo di proteggere il bene comune."

E' certo vero che la materia delle normative anti-discriminatorie, che il
cardinale Ratzinger discuteva in questo documento, è quella in cui il
politically correct si è sempre espresso nelle forme giuridicamente più
inconsistenti e ideologicamente più polverose, ipotizzando una serie di
"discriminazioni positive" che ledono in generale il principio dell'uguaglianza
giuridica e costituiscono un fattore di grave disordine normativo. Ma è
altrettanto vero che essere contro le discriminazioni positive non comporta
automaticamente essere per le discriminazioni negative. La Chiesa, nella sua
dottrina ufficiale, continua a considerare l'omosessualità alla stregua di
una patologia psichica e di una perversione morale di carattere
sostanzialmente anti-sociale. E' questa diagnosi - diciamo così - datata,
non una naturale e liberale diffidenza nei confronti del costruttivismo
giuridico, a dettare le ragioni e il sentimento dell'opposizione vaticana
alle normative anti-discriminatorie. Non è un problema da poco, né del tutto
impolitico, come non è puramente dottrinaria e priva di conseguenze sociali
la misoginia o la vera e propria "ginofobia" del fanatismo islamico, anche
quando non sfocia in comportamenti persecutori e violenti.

(*) Credo che sia del P.d.L.



 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/12/2008 alle 13:53
tra un impegno e l'altro sto leggendo un interessante libro, che vi consiglio vivamente, che prova a leggere i rapporti geopolitici internazionali (tra cui l ascesa della cina) e la crisi di egemonia statunitense sul lungo periodo.

Il libro si intitola Adam Smith a Pechino-Genealogie del ventunesimo secolo, di Giovanni Arrighi, economista e sociologo alla Johns Hopkins University.Solo i primi 4 capitoli della I sezione hanno un appiglio un po' teorico.

Ad ogni modo, posto l'indice:

Prefazione

I. Adam Smith e la nuova era asiatica
1. Marx a Detroit, Smith a Pechino
2. La sociologia storica di Adam Smith
3. Marx, Schumpeter e l’accumulazione “senza fine” di capitale e di potere

II. Sulle tracce della turbolenza globale
4. L’economia della turbolenza globale
5. La dinamica sociale della turbolenza globale
6. Una crisi di egemonia

III. Egemonia in disfacimento
7. Dominio senza egemonia
8. La logica territoriale nella storia del capitalismo
9. Lo stato mondiale che non vide mai la luce

IV. Il retroterra storico della nuova era asiatica
10. La sfida della “pacifica ascesa”
11. Stato, mercato e capitalismo in Oriente e in Occidente
12. Origini e dinamica dell’ascesa cinese
-----------

ps:lemond,perche non posti la quotidiana rassegna stampa sulla religione sul 3d "storia delle religioni"?
cioè, il concetto che lo stato italiano è genuflesso al vaticano è chiaro da piu o meno 60 anni.

 

[Modificato il 07/12/2008 alle 14:11 by pacho]


 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 07/12/2008 alle 14:24
Originariamente inviato da pacho


ps:lemond,perche non posti la quotidiana rassegna stampa sulla religione sul 3d "storia delle religioni"?
cioè, il concetto che lo stato italiano è genuflesso al vaticano è chiaro da piu o meno 60 anni.


Perché, secondo me, riguarda la cronaca e non la storia e poi non credo che siano sessant'anni che il vaticano è così iattante, ma soprattutto non sopporto l'idea che non si possa fare "hic et nunc" qualcosa. Sulla storia delle religioni non credo di avervi fatto mancare granché .
In ogni modo mi impegno a non inviare più messaggi sul tema, quando uscirà un giornale in edizione straordinaria con il titolo: "Oggi il papa non ha detto nulla" "

P.S.

Non ho letto la tua risposta a come si deve pronunciare "pacho"

P.S.1

"In illo tempore" mi sono laureato in economia e commercio e, forse proprio per questo , l'economia non mi appassiona per niente.

 

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  postato il 07/12/2008 alle 14:56
La vittima dello shopping selvaggio
di Giulia d'Agnolo Vallan - 02/12/2008

Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]



Trent'anni fa, nel suo magnifico, e magnificamente profetico, La notte dei morti viventi George Romero ci mise di fronte allo spettacolo di un esercito di zombie che prendeva d'assalto un centro commerciale. Il primo istinto una volta nell'adilà, secondo uno dei massimi umoristi d'America? Comprare, anche quando non ci serve più. Il sanguinario quadretto romeriano (che sarebbe piaciuto da matti a Mark Twain) era riferito al boom dei consumi dei Seventies, da cui sarebbe sfociata l'era di Ronald Reagan. Ma l'immagine torna di straordinaria attualità questo week end, alla vista delle masse impegnate nel rito annuale del Black Friday. Cariche di consumatori, attratti dai prezzi stracciati, all'arrembaggio dei negozi, il venerdì che segue il Ringraziamento sono di norma. Tradizionalmente, non è una folla docile: liti per l'ultima bambola sullo scaffale, contusioni varie e svenimenti per mancanza d'aria sono normali. Come le file che iniziano a formarsi già la sera prima di fronte agli ingressi delle outlet suburbane: JC Penney, Circuit City, Wal Mart, Best Buy...

Ma quest'anno, dopo aver appena visto gli americani mettersi pazientemente in coda per votare, e nel mezzo della maggiore crisi economica dalla Grande Depressione, Black Friday ha un sapore più surreale del solito. Non sono ancora usciti i dati sulle vendite (si aspetta la fine del week end e il Cyber Monday - una nuova trovata di marketing che coincide - pare- con il via agli acquisti natalizi via Internet) ma è consenso comune che rifletteranno un calo. Che molte catene di negozi sono sull'orlo della chiusura. Intervistati dalle tv locali nei corridoi di shopping mall e magazzini, i compratori impegnati nel rito riscontravano meno gente del solito. Molti dicevano di aver lasciato a casa la carta di credito e di essere lì per acquistare «lo stretto necessario». In realtà, dalle prime informazioni sembra che gli oggetti più gettonati siano stati televisori al plasma, I-pod ed elettronica in generale. Il New York Post citava anche maglioncini di cashmere e dei popolarissimi stivali australiani Ugg.

In altre parole, l'orda di 2000 persone che ha calpestato a morte un impiegato di Wal Mart, a Long Island, non stava irrompendo nel negozio per assicurarsi un filone di pane o una coperta. O un cacciavite. E Nikki Nicely, 19 anni, che, dopo una colluttazione (e con un occhio nero), è riuscita a strappare il Samsung (scontato a 798 dollari da 1000) al grosso signore che cercava di farlo suo, è meno vittima della crisi economica che della sindrome zombie di Romero. Jditmytail Damour, il 34enne haitiano ucciso dalla folla (che non si è fermata nemmeno mentre i soccorritori cercavano di riportarlo in vita), lui sì che è una vittima della crisi: dopo aver perso l'impiego qualche settimana fa, aveva rimediato un part time alla Wal Mart (tra i giganti del retail, forse il più inumano nel trattamento dei dipendenti) per il periodo delle feste. «Ma come! sono in coda da ieri mattina!» protestavano seccati i compratori mentre la polizia cercava di evacuare il negozio per portare via il suo cadavere.

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 08/12/2008 alle 07:45
di Michele Serra

Dopo Rutelli, Bertinotti e Fassino anche altri politici e
intellettuali, soprattutto se di sinistra, hanno voluto fornire
ragguagli sul loro percorso religioso.

La Chiesa ratzingeriana ha fatto sapere, infatti, che anche i curricula
più scalcinati o difettosi saranno presi in considerazione: «In questi
tempi di secolarizzazione», fa sapere un'autorevole fonte di
Oltretevere, «non è che possiamo stare tanto a fare gli schizzinosi.
Anche un anziano libertino terrorizzato dalla prima visita alla
prostata, per noi è grasso che cola. Non parliamo, poi, di un comunista
divorziato, bigamo, puttaniere e bisessuale che confessi di apprezzare
il Beato Angelico: quello, lo facciamo perlomeno vescovo».

Ma vediamo quali sono i casi che fanno più discutere.

Norberto Bobbio. Fu uno dei padri nobili del pensiero razionalista e
laico. Ma un vicino di casa sostiene che nelle ultime settimane di
vita, a causa dell'età molto avanzata, se ne era dimenticato. E questo,
secondo un editoriale dell'"Avvenire", è il segno inoppugnabile di una
clamorosa conversione.

Portuali di Livorno. L'intera categoria, per decenni simbolo della
classe operaia di orientamento marxista, è seguita con molto interesse
dagli uomini di Chiesa più sensibili al sociale. Pare infatti che le
loro bestemmie, così articolate che nei documenti sindacali arrivano a
superare la mezza cartella dattiloscritta, siano considerate da alcuni
studiosi cattolici «segno di una non comune attenzione alla divinità,
considerata un interlocutore insostituibile».

Gabibbo. Esisterebbe un fitto carteggio tra il popolarissimo conduttore
tv e il cardinal Ruini. In esso, il Gabibbo lascerebbe intendere di
avere intrapreso da anni un faticoso avvicinamento alla Chiesa,
nonostante il suo accesso alle funzioni religiose sia spesso osteggiato
da parroci poco sensibili, spaventati dalla gigantesca bocca del
pupazzo quando si presenta per ricevere l'eucaristia. Sgradevole anche
la frequenza con la quale il Gabibbo rovescia inavvertitamente le
candele accese, gridando «belìn» quando l'ingombrante costume prende
fuoco. Il caso è allo studio del Sinodo. A favore del popolare
conduttore il suo status di pupazzo, che garantisce la verginità
sessuale. Contro, la bolla di Sisto IV nella quale si negava che i
pupazzi avessero l'anima, pur riconoscendo loro il diritto di versare
l'obolo annuale alla parrocchia.

Marta Marzotto. La musa di Guttuso (convertitosi sul letto di morte),
per non essere da meno, sta preparando un colpo di scena all'altezza.
Nel 2056 la contessa accoglierà il vescovo di Cortina, monsignor
Skilift, nella sua villa, sdraiata su un triclinio di broccato, e
riceverà i sacramenti a patto che monsignore accetti, subito dopo, di
fare il quarto a canasta.

Riccardo Schicchi. Il re del porno all'italiana, nonostante una tesi di
laurea su "La Maddalena e le posizioni sessuali nella Galilea del primo
secolo", non ha il benché minimo interesse per la religione. Ma ha
scoperto che, con la nuova Finanziaria, le fondazioni cattoliche sono
esenti da Ici anche qualora gestiscano alberghi e ristoranti. Ha dunque
trasformato la sua factory a luci rosse in ordine monastico, con il
nome di "Convitto delle Consorelle dell'Amore Inesausto". Il suo
esempio è contagioso: per non pagare l'Ici stanno mutando ragione
sociale, definendosi fondazioni cattoliche, anche tabarin, case chiuse,
bische clandestine e sale di bingo.

Margherita Hack. È forse l'unica persona, in Italia, che osi
professarsi atea. Ultimamente gira anche con una t-shirt con la
scritta "Sono atea", e per sicurezza scrive ogni settimana al cardinal
Ruini per confermargli di essere sempre più atea, di detestare i preti
e di avere una gran voglia di mettergli le mani addosso. Ma è proprio
questa cristallina insistenza ad aver suggerito ai vescovi italiani un
documento nel quale si sostiene che «la grande forza d'animo e la
coerenza intellettuale della signora Hack fanno del suo ateismo una
forma originale e ammirevole di fede. Dunque, anche lei è dei nostri».

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Greg Lemond
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  postato il 11/12/2008 alle 08:47
Il declino dei laici dal dopoguerra in poi


. da La Repubblica del 10 dicembre 2008, pag. 44


di Nello Ajello
Dove sono, nella politica e nella società italiana, i liberali, quelli veri,
cioè in pari tempo antifascisti e anticomunisti? Che ne è di loro? Chi ha
congiurato per ridurli al silenzio? Ecco le domande che circolano nel volume
di Massimo Teodori, Storia dei laici (Marsilio, pagg. 364, euro 19,50). Il
lettore vi troverà il racconto di un'assenza, la diagnosi d'un disinganno.
La parabola attraversata da quella corrente di pensiero che animò tante
figure di alto rilievo, è nota per sommi capi a chiunque abbia in mente i
capitoli salienti della recente vicenda italiana. Ora Deodori li percorre,
quei capitoli, in pagine cose ricche di eventi, date e personaggi da offrire
sul tema un promemoria ragionato.

Le avventure che ha incontrato la cultura laica nel nostro Paese
coinvolgono, a volerle storicamente inseguire, tutto un mondo che risale
indietro nei secoli
offrendo insegnamenti sempre attuali. In un gioco di progeniture e di
rimandi ideali verranno così alla luce i più disparati saperi e valori,
volta per volta difesi o contestati: dalla religione al diritto, dalla vita
associata alla tutela dell'individuo. E' appena apparso, per fare un
esempio, in
edizione Laterza e a cura di Michele Ciliberto, un volume intitolato
Biblioteca laica, con un
sottotitolo esplicativo, Il pensiero libero dell'Italia moderna. Vi si
raccolgono, in una stimolante antologia tematica, testi che vanno dal
Rinascimento agli albori dell'Unità: da Leon Battista Alberti (per citare
solo alcuni degli autori), attraverso Machiavelli e Guicciardini, fino a
Manzoni, Cavour e Cattaneo. Una lettura prelibata e, a tratti, di
sorprendente freschezza. In un teso dissenso dai nuovi e vecchi integralismi
confessionali appare schierato un altro saggio anch'esso recentissimo,
Contro l'aldilà, di Franco Crespi (Il Mulino.)

Diversa, per tono e intenzione, è ovviamente la ricerca di Teodori, avendo
egli scelto come suo sfondo iniziale i decenni politici che vanno dal primo
Novecento alla caduta del fascismo. Già con l'introduzione, nel 1919, del
sistema proporzionale, che impone sulla scena i movimenti cattolico e
socialista, appare incrinata la supremazia di quella classe dirigente
elitaria che, fatta l'Italia, sembrava indefinitamente destinata a
governarla. Poi il regime littorio, con la sua demagogia intollerante,
sposterà la società italiana in una dimensione di massa impraticabile dagli
esponenti dell'universo liberale. Molte personalità istituzionali sono
costrette al ritiro. Altre, da Matteotti ad Amendola, da Gobetti a Carlo
Rosselli, pagheranno con la vita la fedeltà agli ideali.

L'antifascismo non totalitario ha così perso i propri leader più ispirati,
e già si prepara ad essere incluso in quella categoria dell'«Italia di
minoranza» che gli procurerà i mesti elogi di Giovanni Spadolini.

Mascherato, sotto il regime fascista, dalla supremazia culturale del
crocianesimo fra le menti libere e poi dall'interesse rivolto dal filosofo
al formarsi dei nuclei antifascisti nati, spesso in suo nome, sulla propria
sinistra, il declino liberale diventerà esplicito fin dai primi confronti
elettorali del dopoguerra, aggravandosi ancora negli anni della Guerra
Fredda. Nato appunto da una costola di Croce, il partito d'Azione se ne
differenzia ora su un punto decisivo: la continuità del nuovo assetto
politico con l'Italia prefascista. Questo disconoscimento di paternità, da
una parte, e dall'altra le critiche mosse dal pensatore abruzzese alla
fumosità ideologica di quel nobile partito di intellettuali che s'è forgiato
nella lotta armata, creano una delle tante dicotomie destinate a sfoltire le
file liberaldemocratiche.

Fra i notabili «vecchio stile» e i borghesi rivoluzionari del nuovo partito
si leva una barriera. E' solo la scarsa rispondenza popolare il dato che
accomuna le due parti. AI suicidio del partito d'Azione fa riscontro il
tenue richiamo esercitato da quello liberale in un mondo dominato da un
drastico manicheismo: i comunisti all'assalto e i democristiani al
contrattacco, con il supporto di una borghesia più interessata alla
conservazione che ai destini della Fede. Quando, alle elezioni del 1946, i
liberali si presentano sotto l'insegna di un'Unione democratica nazionale, è
facile appiopparle la sigla «ONB», in ricordo dell'Opera nazionale balilla,
utilizzando le iniziali di Orlando, Nitti e Bonomi con un derisorio richiamo
alla loro grave età.

AI polo opposto dello schieramento c'è quel «partito nuovo», al quale
Togliatti imprime una strategia di movimento. Il frontismo, che il Pci
capeggia nel 1948 - «annus horribilis», lo definisce l'autore - indossa «una
rassicurante maschera semiborghese» e cerca di «confondersi tra la
folla», come denunzia già da tempo, sul Risorgimento liberale quel Mario
Pannunzio che nessuno potrà accusare di maccartismo. Con l'avanzare della
prima Repubblica, le tecniche del Pci nel fare incetta di intellettuali
diventano più raffinate, sulle ali di uno slogan capzioso ed efficace: «i
veri liberali siamo noi».

Sono proprio i laici, o ciò che ne resta, le vittime principali di una
simile tattica. «Siamo certamente in una penosa situazione», chioserà Croce.
«Da una parte i preti, "ingorda e crudele canaglia", come li chiama Ariosto,
e dall'altra i comunisti che, oltre ad essere comunisti e russi, sono sempre
pronti a negoziare e accordarsi con i loro avversari ai danni della libertà
d'Italia». Ma anche le masse cattoliche subiscono, da sinistra, una vivace
offensiva concorrenziale, alla quale tuttavia essi trovano nel proprio
integralismo la forza per reagire; mentre le avance del Pci nella sfera
religiosa si racchiudono in una quartina a firma di Mino Maccari:
«L'articolo sette - Togliatti ce lo dette, - disse al marito la moglie,-e
guai a chi ce lo toglie».

I liberali passano intanto da una scissione all'altra, e il campo
anticomunista è sempre più lacerato: l'anticomunismo fascistoide, o
confessionale - strumentalizzato e insieme arginato da De Gasperi al vertice
della De vittoriosa - finisce per avere la meglio su quello, assai meno
orecchiabile, praticato dalla sinistra liberaldemocratica, lamalfiana e
terzaforzista, della quale nel libro si sottolinea la nobiltà nella
sconfitta.

La parte celebrativa del volume si nutre di medaglioni biografici più o meno
corposi, intestati a Mario Pannunzio e Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e
Vittorio De Caprariis, Adriano Olivetti, Nicola Matteucci, Altiero Spinelli;
fino ai radicali divaria specie e perciò a Marco Pannella i cui rilevanti
meriti storici in materia laica sembrano talvolta appannarsi di fronte a
quella religione di sé che al laicismo poco somiglia. Con il dovuto rispetto
ci si sofferma su una casistica politico-culturale che va dal Mondo
all'Espresso, da Nord e Sud al Mulino e a Comunità, dall'Associazione per la
Libertà della Cultura di Ignazio SiIone a Tempo presente di Nicola
Chiaromonte. Istituzioni, queste ultime, a proposito delle quali l'autore
s'impegna a contestare quei supposti legami con l'Intelligence americana
che, anche se provati, non scandalizzerebbero ormai nessuno o quasi. Ciò che
conta è, comunque, l'assunto centrale di quest'opera, eloquente elegia su un
mondo scomparso o frantumato.


 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 11/12/2008 alle 19:14
"Ce lo chiedono gli italiani, andremo avanti anche senza opposizione".
QUANDO e COME gli italiani hanno chiesto una legge contro le intercettazioni o una 'riforma' della giustizia?
Inoltre il caro B. dice che per questa 'riforma' è pronto a modificare la Costituzione, facendo poi decidere ai cittadini tramite referendum. Domanda: se 4 tg su 6 bombardano per due giorni o due settimane o due mesi sulla 'cattiva giustizia',quale sarà il risultato?
Altra perla: nonostante le modifiche UE, Berlusconi si dice 'pronto a mettere il veto' sulla cosiddetta '20-20-20'. Che già era ed è una legge insufficiente (basta notare che la Gemrania ha già praticamente centrato gli obiettivi, con ANNI di anticipo).

Che schifo!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/12/2008 alle 20:27
Basta non votarlo.
Il problema è farlo capire ai nostri amatissimi concittadini.

 

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nino58

 
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  postato il 11/12/2008 alle 21:05
Beh, se riesci a comprare 3 tv, io mi do da fare per acquistare una ventina tra periodici e quotidiani. Poi ci mancano le radio,le veline e un pupazzo rosso. E una tv pubblica genuflessa al 70%. E un po' di sano piduismo.

Magari così ce la facciamo..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/12/2008 alle 22:54
Originariamente inviato da nino58

Basta non votarlo.


Non basta.
Con il sistema elettorale che c'è in Italia occorre dare anche un voto "utile" al partito giusto....

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/12/2008 alle 14:49
A trovarlo.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/12/2008 alle 13:32
Un paio di teste di cactus escono allo scoperto, approfittando dell'aria buona:

Zaia bandisce l'ananas dalla Tavola
Il ministro dell'Agricoltura Zaia prosegue la sua "battaglia alimentare": mangiare italiano, sempre e comunque. Così nel mirino del leghista finisce l'ananas da bandire dalla tavola, perché è il "simbolo di ciò che non è italiano". Una sorta di sciopero contro il frutto tropicale. "Suggerisco di cominciare lo sciopero dell'ananas e preferire, per il pranzo di Natale, qualcuno degli oltre 2.500 prodotti tipici di questa stagione", ha detto.

Al momento appare una battuta, riporta il Corriere della Sera, ma Zaia precisa: "Dobbiamo fare una battaglia per difendere i nostri prodotti. Sia ben chiaro che diciamo no ai gusti standardizzati che ci vogliono imporre. I consumatori italiani devono sapere che il made in Italy è sicuro".

Alcuni grandi chef storcono il naso, ma l'uscita di Zaia non sembra così campata in aria a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che ammette: "Se praticata con intelligenza, senza essere integralisti, mi sembra un'idea interessante. È giusto in questi frangenti sostenere i nostri prodotti, dando valore all'economia agricola locale".

(www.tgcom.it)

mi ricorda tanto quello lì che promuoveva l'autarchia in Italia...o è solo una brutta copia?

***************

Il grande affare Arci: regali ai circoli da un miliardo l'anno


Nessuno controlla i circoli culturali, si lamentano i baristi e i ristoratori. Eppure qualche sorpresa c’è stata. A Mignanego, 3.300 anime in provincia di Genova, i carabinieri che hanno suonato al campanello dell’Arci «Più o meno» non hanno interrotto il solito cineforum sul realismo sovietico, o un dibattito sulla pace nel mondo. Ma un’allegra maratona di sesso di gruppo. «Qual è il problema? – ha risposto scocciato il titolare, Francesco I., quando gli hanno ritirato l’autorizzazione – Il sesso è cultura, e l’orgia rappresenta un momento di aggregazione». E ancora: «In due sere ho portato all’Arci 130 soci, roba che neanche in un mese di Feste dell’Unità». L’Arci Bitte di Milano – 900 metri quadrati con ristorante, giardino e libreria – in sei mesi di soci ne aveva fatti addirittura 12 mila. Un record, in una città tradizionalmente non proprio «rossa». Poi a maggio sono arrivati i vigili urbani e hanno messo i sigilli. Il motivo? «Non agivano da semplice circolo, erano un locale pubblico a tutti gli effetti». Il presidente dell’Arci milanese, Emanuele Patti, l’ha presa malissimo: «Quel circolo si è inserito in un certo circuito di locali milanesi, cui evidentemente dà fastidio».

Su questo l’Arci ha perfettamente ragione. Il Bitte dava molto fastidio ai proprietari dei locali pubblici. E danno altrettanto fastidio i 34 mila «circoli culturali e ricreativi» italiani che vendono cibo e bevande (anche alcoliche, naturalmente) ai loro soci. Perché fanno un giro d’affari – denuncia la Fipe, Federazione italiana dei pubblici esercizi – di 5,5 miliardi di euro l’anno. Praticamente esentasse. E danno lavoro a 80 mila dipendenti mascherati da «volontari», pagati solo attraverso un rimborso spese, pochi euro all’ora senza contributi. Quanto ci rimette lo Stato? Oltre un miliardo di euro all’anno. Per intenderci, con quei soldi in cassa il governo potrebbe triplicare la «social card».

Solo l’Arci, «l’associazione culturale e ricreativa italiana» – che per statuto «si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo», «promuove cultura, socialità e solidarietà» e che ha aderito allo sciopero generale della Cgil di venerdì –, ha 5.577 circoli sparsi per l’Italia, e conta la bellezza di un milione, 150 mila e 393 soci. Venerdì sera al circolo Magnolia di Milano c’erano centinaia di giovani, fino alle 4 del mattino. Per discutere di antifascismo? No, la meglio gioventù ha ballato fino all’alba al ritmo del dj set «Fucked from above», tra una Guinness media (4 euro) e un mojito (7). Già, proprio quello che si fa all’«Hollywood», la discoteca delle veline e dei calciatori, anche se lì la coda all’entrata è più lunga e i clienti per vestirsi seguono un codice diverso.

I punti ristoro dei circoli Arci non pagano l’Iva, non pagano imposte dirette e nemmeno quelle locali. In pratica devono versare solo la tassa dei rifiuti ma in versione «ridotta», pari a un quinto di quella pagata da bar e ristoranti. Risultato: il «punto ristoro» di un circolo risparmia rispetto a un bar il 24% del giro d’affari in sconti fiscali e un altro 12% in risparmi sul costo del lavoro.

(www.ilgiornale.it)

****

mi sento di condividere la risposta del circolo arci Magnolia:

IL MAGNOLIA RISPONDE AL GIORNALE

C'è un’Italia che vuole restare indietro. Non ha un solo colore, non ha una sola bandiera, ma un semplice obiettivo: condannare il paese alla palude nella quale si è messo con le proprie mani – a quell'eterno sterile e ammuffito scontro tra destra e sinistra, come fossimo ancora tutti quanti nei corridoi di un'università nel 1976. E' un harakiri che non stupisce: dietro le scrivanie di oggi ci sono gli anni di piombo di ieri, e piuttosto che scoprire che le nuove generazioni non hanno più nessuna voglia di spaccarsi le teste in nome di un cineforum o del giornale sotto braccio, molti preferiscono riaccendere la fiammella con l'arma vecchia della menzogna.
Che la usi la politica, è una prassi a cui tutti siamo ormai abituati. Che la usino i giornali è una novità a cui ci stiamo amaramente abituando ma alla quale non vogliamo rassegnarci. Questa mattina il Giornale titola in prima pagina "è ora che i Circoli Arci paghino le tasse". E continua: discoteche, ristoranti, palestre, saune e perfino locali hard spacciati per centri culturali. Seguono due pagine di inchiesta, con un ampio spazio sul circolo di cui sono presidente – l'Arci Magnolia di Segrate. Come si diceva - che i giornali sembrino oggi poter fare a meno delle basi stesse del giornalismo, non è più un fatto che dia scandalo. Quindi non ha probabilmente più senso stupirsi della mancanza di un contradditorio o indignarsi per le falsità disseminate da Paolo Beltramin. A nulla servirebbe infatti replicare punto per punto alle bugie portate come prove schiaccianti alla tesi per la quale i Circoli Arci non avrebbero più – o non avrebbero mai avuto – senso d'essere. Paolo Beltramin non si preoccupa neanche di risultare inattaccabile, sicuro come sarà di una folla esultante al grido di "era ora che qualcuno lo dicesse". Quasi sembra compiacersi della sua condotta giornalistica: titola "gin a 7 euro e zero scontrini" parlando di una sua folle serata al Magnolia venerdì 12 ottobre. Il fatto che il Magnolia fosse chiuso il dodici ottobre e che prezzi e informazioni siano assolutamente falsi non è certo cosa che gli interessi.
Quello che gli preme da dentro è un risentimento antico, è una parola che gli rode il fegato: cultura. Questo è il suo modo di rifarsi oggi: far credere a una società ormai adulta che la cultura sia un fatto di sinistra, che voglia dire solo dibattiti noiosi, cineforum in lingua originale e discussioni su registi polacchi di cui non si sa scrivere il nome. Evidentemente, Paolo Beltramin non ha mai capito cosa diavolo fosse questa cultura di cui la gente si riempiva la bocca. Per sfortuna sua e fortuna dell'Italia, le nuove generazioni lo hanno capito. Cultura vuol dire condivisione di valori e discussione degli stessi, vuol dire spazi e possibilità di espressione, vuol dire musica, libri, mostre, danze, vuol dire – alla lettera – tutto ciò che non è natura, istinto, impulso. Il Circolo Magnolia è un centro di cultura da quattro anni, e lo ha dimostrato a migliaia e migliaia di milanesi – così tanti da esser certi che tra essi vi siano in abbondanza lettori de Il Giornale – che da sempre offre spazio e spalla alla diffusione degli eventi stessi del circolo. A Paolo Beltramin certo fa comodo continuare a figurarsi la cultura come una cosa di sinistra, ma all'Italia farebbe più comodo che la cultura fosse una cosa di tutti.
Ovvero, quello che si propone da sempre il Magnolia: una programmazione culturale ampia e variegata che possa fungere da faro per i giovani e meno giovani lombardi, un'alternativa all'intrattenimento bieco e vuoto di gran parte dell'industria della notte, prezzi bassi se non bassissimi (perdonaci Paolo, ma quando hai chiesto ai tuoi amici di prenderti un gin tonic, devono essersi intascati un paio di euro), un impegno costante nel dar spazio alle band locali, un impegno costante nel cercare soluzioni ragionevoli per l'ambiente (i pannelli fotovoltaici per alimentare l'intero circolo), per chi ci lavora (tutti gli utili del circolo vengono riutilizzati per assumere il personale) e per tener lontano chi lo frequenta da strade pericolose (al Magnolia il servizio d'ordine rende impossibile lo spaccio che in altri locali è una triste abitudine). Tutto ciò pagando le tasse e i contributi per ogni persona coinvolta nella gestione stessa del locale. Col particolare, volontariamente omesso da Paolo, che ogni utile di un Circolo Arci dev'essere reinvestito in attività culturali e ricreative, rendendo di fatto impossibile l'arricchimento che l'inchiesta si propone di denunciare.
E' triste dove rispondere alle accuse quando sono tanto sconnesse e zoppicanti da non meritare attenzione, come non meriterebbe attenzione all'alba del 2009 chi ancora crede che la musica elettronica sia sinonimo di corruzione e malvagità, chi ha paura del nuovo perché ha sempre vissuto avendo paura. E' triste ma necessario. E non per far cambiare idea a chi dovesse imbattersi nella gloriosa inchiesta di Beltramin, ma per banale tributo alla verità – una dea che ha sempre meno fedeli tra i giornalisti. D'altronde, i nemici della cultura – a destra come a sinistra – hanno la testa troppo dura e quadrata per poter capire che la terra è rotonda.
Al contrario, quelli che avranno in mano il mondo dopodomani, e che oggi frequentano in massa il Circolo Magnolia, avranno condiviso a tal punto i valori di tolleranza, ospitalità, uguaglianza, democraticità e felicità che da sempre professiamo, da rendere inutili repliche come questa.
Nelle due pagine ci sono una decina di articoli dedicati all'ARCI, ma ce n’è uno tutto per noi e questo mi galvanizza perchè se una testata nazionale come "Il Giornale" ci dedica tanto spazio vuol dire che qualcosa di buono abbiamo pur fatto.
Le inesattezze partono proprio dal titolo e proseguono nell’analisi della parte fiscale. E mi domando se prima di fare certe affermazioni un giornalista de "IL Giornale" per eccellenza si sarà preparato in materia fiscale per scrivere tali fesserie.
Sicuramente sarà informato sul fatto che al Magnolia ci sono 11 persone assunte a tempo indeterminato, che pagano contributi (quali altri locali di stampo commerciale a Milano hanno 11 assunti?).
Sicuramente saprà che l'associazione non ha un debito o finanziamenti a carico.
Sicuramente saprà che ha investito tutti gli utili in attività di promozione sociale, che sponsorizza una squadra di calcio di Clownterapia (AVS), che ha versato da poco un contributo di 5000 euro per la costruzione di una casa famiglia a Segrate (amministrata dal centro-destra), che collabora con i Servizi alla Persona del comune stesso, ospitando gli anziani nel periodo estivo.
Sicuramente saprà che ogni anno il Circolo Magnolia si sottopone alla verifica della Commissione Provinciale di Vigilanza che certifica l’idoneità delle strutture per la licenza di pubblico spettacolo.
Sicuramente saprà che in questi anni ci sono stati controlli ed ispezioni di Polizia Locale, NAS dei Carabinieri e Siae che non hanno riscontrato alcuna anomalia e irregolarità, a differenza dell’inchiesta del nostro Paolo Beltramin.
Sicuramente saprà che lo spazio, per cui paghiamo regolare canone, affidatoci 4 anni fa dall’attuale Amministrazione Provinciale, era in completo stato di degrado perché praticamente inutilizzato durante l’Amministrazione Colli.
Sicuramente saprà che sta lavorando per investire tutti gli utili su pannelli fotovoltaici e progetti di ecologia.
Ma sicuramente lo saprà, visto che proprio il suo giornale ci cita nella pagina degli spettacoli praticamente ogni settimana, che gli spettacoli teatrali, cabaret, dj set, concerti, liscio per anziani ecc. a differenza di tutti i locali di Milano hanno un costo contenuto se non gratuito; saprà che proponiamo circa 250 spettacoli di diverso genere all'anno, che abbiamo 4 corsi di formazione nel campo della musica, spettacolo ecc...
Ma questo lo sa di sicuro Paolo Beltramin! E allora come si permette di paragonarci all'Hollywood (con tutto il rispetto parlando), come può scrivere un articolo del genere, con inesattezze e falsità, come si permette di screditare un posto come il Circolo MAGNOLIA?

Il presidente Ass. Arci Magnolia
Andrea Pontiroli

(www.circolomagnolia.it)

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 18/12/2008 alle 09:01
Integralisti sconfitti


. da L'Opinione del 17 dicembre 2008, pag. 1


di Alessandro Litta Modignani
Annunciando come ormai inevitabile, fra pochi giorni, l'introduzione anche
in Italia della pillola abortiva Ru 486, e proclamandosi rassegnata al
triste evento, il sottosegretario Eugenia Roccella sperava forse di
sollevare un polverone in extremis, chiamandosi fuori al contempo dalle sue
responsabilità istituzionali. Non riuscirà né nell'uno né nell'altro scopo.
Un farmaco diffuso da oltre vent'anni in Francia, Gran Bretagna e Svezia e
da almeno dieci anni nel resto dell'Europa, sta per entrare in commercio
anche nel nostro paese, superando l'ostruzionismo degli integralisti. Tutti
i comitati scientifici - assolutamente tutti, nessuno escluso - che in
Italia si sono occupati di questo farmaco, non hanno potuto che confermarne
la validità. I casi negativi, in tutto il mondo, sono a tal punto rari da
essere giudicati trascurabili dall'intera comunità scientifica
internazionale. Per intenderci, la stessa gravidanza è statisticamente 10
volte più pericolosa della Ru 486: significa forse che le donne dovrebbero
smettere di fare figli e abortire? Valga per tutti l'esempio del Portogallo.
Questo paese ha legalizzato l'interruzione della gravidanza solo l'anno
scorso e qui l'aborto farmacologico è praticato persino in misura superiore
a quello tradizionale. Non avendo alle spalle una pluridecennale
consuetudine di aborto chirurgico, il paese ultimo arrivato si è subito
adeguato ai canoni più avanzati della ricerca scientifica, senza alcuno
scandalo.

Dov'è il problema dunque? Il problema è tutto ideologico e politico,
naturalmente. In questi anni la Ru 486 è stata sperimentalmente utilizzata
in Italia da circa 40 centri sanitari, dopo la coraggiosa iniziativa del
ginecologo torinese Silvio Viale. I vari ministri che si sono succeduti
(prima Storace, poi Bindi, ora Sacconi), al di là del solito teatrino
propagandistico, si sono guardati bene dall'intervenire. Né del resto si
vede come avrebbero potuto. Fra l'altro, il mifepristone (la sostanza che
blocca il nutrimento dell'embrione) ha dimostrato proprietà che vanno ben al
di là della sua funzione abortiva: dei circa 50 studi in corso attualmente
nel mondo, solo 10 riguardano l'interruzione della gravidanza, mentre gli
altri 40 sono concentrati sui possibili effetti contro malattie come la
depressione, alcune forme di tumore e altre ancora. Di fronte a tutto
questo, il veto oscurantista e anti-scientifico era francamente ridicolo e
infatti nei prossimi giorni verrà travolto dalla realtà, come è giusto che
sia. Se ne deve essere accorta per prima la stessa Roccella, alzando
bandiera bianca: "Non possiamo fare più niente per bloccare il farmaco", ha
candidamente confessato. Persino il cardinale Barragan non ha potuto fare
altro che ribadire che "la Chiesa condanna tutti gli aborti", definendo la
pillola Ru 486 "non tanto innocente".

Viale, che ha collezionato una serie di denunce destinate naturalmente a
finire nel cestino, spiega che né il prezzo - che verrà verosimilmente
fissato a 20 euro - né le norme previste dalla legge 194, possono essere
prese a pretesto per impedire l'uso del farmaco. Gli ospedali non sono
galere e nessuno può costringere una paziente al ricovero obbligatorio,
contro la sua volontà.
Ad abbaiare alla luna è rimasto perciò soltanto il povero Luca Volonté, che
in un malinconico comunicato esprime "profonda delusione per l'incomprensibile
inerzia dell'attuale governo" e reclama anche la mancanza di iniziative,
contro le linee guida espresse dal precedente ministro di centro-sinistra,
in materia di fecondazione assistita. "Coerenza vuole - si infervora il
deputato Udc - che il ministro Sacconi venga attaccato come lo è stata Livia
Turco". Corri, Forrest, corri.

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 18/12/2008 alle 09:05
Se una sentenza non vale nulla


• da La Repubblica del 17 dicembre 2008, pag. 1


di Adriano Sofri

Il cerchio dei bracconieri si stringe addosso al corpo di Eluana Englaro. Ora è il ministro Sacconi a rovesciare un’estenuante e definitiva trafila di sentenze con una circolare imperiosa a tutte le regioni -un ukaz, per l’esattezza - perché nessuna struttura sanitaria, né pubblica né privata, sospenda mai l’alimentazione artificiale a una persona "diversamente abile", cioè a Eluana, perché è di lei che così si tratta. Peccato, Sacconi è un ministro del Pdl che non rinnega il proprio passato di socialista: lo ridicolizza. Del resto è l’ultimo arrivato nella muta arrabbiata che bracca quella famiglia italiana, che la butta a spintoni da un tribunale all’altro, che la caccia ululando da una regione all’altra, che le nega il silenzio rispettoso e doloroso al quale aveva da sempre umanamente diritto, e se l’è conquistato legalmente attraverso un calvario giudiziario accompagnato da una pubblica gogna.



«La legge non la fa Sacconi», ha protestato il legale della famiglia. Già: ma Sacconi la disfa. O almeno ci prova. Non costa niente. Ci provano, negli stessi giorni, nello stesso ministero della pubblica virtù, con la Ru 486. Espedienti e spregiudicatezza sembrano diventatile armi di un vittimismo oltranzista che pretende per sé l’amore assoluto per la vita, avventandosi contro le particolari e fortuite vite altrui. Chi ha provato compassione, rispetto e solidarietà per i signori Englaro non ha desiderato al posto loro nessuna decisione: che la vita di Eluana finisse prima o dopo, e in questo o quel luogo. Ha solo desiderato, come cosa giusta e umanamente degna, che la loro disgrazia ridiventasse solo loro, che la decisione, e se e quando e dove, riguardasse loro, così come legge e sentenze hanno definitivamente garantito. Gli oltranzisti dell’amore per la Vita maiuscola (e del cinismo sulle minuscole vite personali) avrebbero dalla loro una forza decisiva, che è l’obiezione di coscienza. Dei cristiani non dovrebbero mai dimenticarsene, della chiesa primitiva o dei loro confratelli martirizzati in tante parti del mondo d’oggi.



La coscienza permette di obiettare alle leggi e alle sentenze, a costo della persecuzione: di rovinarsi una carriera, di perdere il lavoro, di finire in galera, di pagare con la vita... Quando l’obiezione non costa niente a sé e tutto ad altri, quando anzi giova alla carriera e rende più facile una vita facile, non c’entra più con la coscienza. E’ un trucco. E’ la Morale, nascosta in una mezza manica.

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 18/12/2008 alle 14:42
Zaia bandisce l'ananas perchè non è un prodotto del territorio.
Con le banane cosa fa ?

 

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nino58

 
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  postato il 18/12/2008 alle 15:24
Originariamente inviato da lemond

La coscienza permette di obiettare alle leggi e alle sentenze, a costo della persecuzione: di rovinarsi una carriera, di perdere il lavoro, di finire in galera, di pagare con la vita... Quando l’obiezione non costa niente a sé e tutto ad altri, quando anzi giova alla carriera e rende più facile una vita facile, non c’entra più con la coscienza. E’ un trucco. E’ la Morale, nascosta in una mezza manica.


Parole illuminate e sante. Nel senso proprio religioso del termine.

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 19/12/2008 alle 07:11
Eluana e i guardiani ubbidienti


MICHELE AINIS

I leghisti l'avranno presa male, anche se al momento non c'è traccia
di reazioni ufficiali. E così i federalisti, di cui trabocca la
nostra scena pubblica. Perché l'editto di Sacconi, l'atto con cui il
ministro pretende di chiudere a Eluana le porte d'ogni clinica
pubblica o privata, è innanzitutto questo: un diktat per le Regioni,
nonché per le Province di Trento e di Bolzano. È insomma la mascella
volitiva dello Stato, che detta legge agli enti decentrati. Ma come,
non siamo già immersi mani e piedi in uno Stato federale?

Non c'è alle viste il federalismo fiscale, che renderà totale
l'immersione? Evidentemente no. In Italia funziona così, c'è spazio
solo per un federalismo dei giorni dispari, nei giorni pari ciascuno
torna al suo vecchio mestiere.

Ma la questione si misura essenzialmente in punta di diritto. Come
d'altronde fin qui è sempre accaduto, in questa guerra di carte
bollate e di sentenze combattuta su un corpo senza coscienza, senza
volontà. Tuttavia l'ultimo episodio registra un miracolo giuridico:
la resurrezione del defunto. Il provvedimento di Sacconi riesuma
difatti la funzione d'indirizzo e coordinamento, con cui lo Stato ha
regolato per trent'anni l'attività delle Regioni. Lo faceva in nome
dell'interesse nazionale, una formula magica ospitata nel vecchio
testo della Costituzione. Ma a condizione che l'atto d'indirizzo
venisse espressamente previsto in una legge, che fosse adottato
dall'intero Consiglio dei ministri, che la Conferenza Stato-Regioni
avesse manifestato il proprio assenso. Come stabiliva l'art. 8 della
legge Bassanini (n. 59 del 1997), che entrò in vigore quando la
funzione d'indirizzo e coordinamento era ormai agonizzante, incolpata
non a torto d'aver affossato l'esperienza regionale.

Nessuna di queste tre condizioni ricorre nel provvedimento solitario
di Sacconi, che dunque suona illegittimo perfino rispetto al vecchio
ordine giuridico. Ma nel 2001 la riforma del Titolo V ha soppresso
ogni riferimento all'interesse nazionale e ha soppresso perciò le
basi su cui poggiava il potere d'ingerenza del governo. Non solo:
l'art. 8 della legge La Loggia (n. 131 del 2003) ha poi ulteriormente
precisato, a scanso d'equivoci, che gli atti d'indirizzo e
coordinamento sono vietati nel campo della sanità. Sicché l'atto
firmato da Sacconi è due volte incostituzionale: sia per il passato
remoto che per il futuro prossimo. Anzi tre volte: perché oltre a
offendere le competenze regionali calpesta la sovranità del
Parlamento (soltanto una legge statale di principio può intervenire
in materia sanitaria), e perché viola le attribuzioni del corpo
giudiziario (sul caso Eluana c'è ormai una sentenza definitiva della
Cassazione).

Insomma questo provvedimento non vale nulla, è come una legge
promulgata dal direttore delle Poste. E allora a cosa serve?
Semplice: serve a intimidire gli ospedali, a ricattarli minacciando
di togliergli i quattrini, se non addirittura la licenza. E perché
Sacconi, che è persona seria, ci ha messo in calce la sua firma? Ri-
semplice: perché ha agito sotto dettatura. Non è il primo caso, non
sarà purtroppo l'ultimo. È appena successo con i fondi per le scuole
private, dopo la protesta a squarciagola della Cei: 120 milioni
spariti e subito riapparsi con un emendamento in Finanziaria. Succede
con la pillola del giorno dopo, la cui vendita al pubblico viene
rinviata di anno in anno, con gran soddisfazione del Vaticano.

Diciamolo: c'è un Antistato dentro il nostro Stato. Le sue
sentinelle, i suoi stessi generali, sono ormai i generali dello Stato
italiano. Da qui l'impotenza della cittadella burocratica, da qui la
complicità della politica: l'una e l'altra ormai espugnate
dall'interno, e senza neanche la fatica di fabbricare un cavallo di
Troia. Da qui la strage della nostra civiltà giuridica, pur sempre
figlia del secolo dei Lumi, quando l'Antistato ha in odio le carte
settecentesche dei diritti, l'etica del dubbio, la separazione dei
poteri. Prima di consegnarci prigionieri, c'è però un Dio laico cui
possiamo chiedere soccorso. È un giudice, e magari qualche volta può
sbagliare. Ma giudica con la stessa toga ministri e cittadini. E
nessuno ministro, così come nessun cittadino, ha il potere di
rovesciarne le sentenze.

michele.ainis@uniroma3.it

 

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  postato il 19/12/2008 alle 07:40
La volontà di una donna


. da La Repubblica del 18 dicembre 2008, pag. 1


di Umberto Veronesi
Il caos regna sul caso Englaro, trasforma il dibattito in una guerra di
parole. Eluana è viva o non è viva; i trattamenti sono cure o accanimento;
l'esito della sua storia è una questione medica, giuridica o politica.
Eppure ha parlato semplicemente e chiaramente Eluana: "Io non voglio
esistere così", diceva indicando il suo amico in coma vegetativo,
riferendosi inequivocabilmente a quel corpo che stava davanti a lei, a come
lo vedeva e lo percepiva, provandone terrore. Non ci sono giochi di parole:
proprio quello ad ogni costo non voleva Eluana , e da lì dobbiamo ripartire,
per non perderci nella "tragedia degli equivoci".

La confusione è sempre una cattiva consigliera perché alla fine delle
polemiche abbandona la gente alla sfiducia sconsolata nella capacità della
società, attraverso le sue istituzioni, di aiutare i suoi cittadini proprio
nelle situazioni più complesse e drammatiche, quando la collettività e i
suoi servizi dovrebbero invece essere di sostegno e di incoraggiamento.

Occorre allora riconcentrarsi sul tema: la volontà di Eluana. Se qualcuno ha
dei dubbi deve fermarsi lì: se effettivamente quella del rifiuto della vita
vegetativa fosse davvero la scelta lucida della ragazza. Resta da vedere
perché mai dovremmo mettere in dubbio il lavoro paziente e meticoloso dei
nostri giudici che hanno ricostruito questa volontà, emettendo una sentenza
che sapevano perfettamente sarebbe stata altamente impopolare. E perché mai
un padre adorante verso la propria "bambina", come dice Beppe Englaro,
avrebbe dovuto battersi per anni per realizzare tale volontà, affrontando la
gogna mediatica e la distruzione della sua vita personale?

A prescindere dalle considerazioni puramente umane, però, i dubbi sono
legittimi perché non esiste purtroppo un documento firmato che riporti il
pensiero di Eluana. Ma se invece siamo d'accordo che la volontà di Eluana è
quella ricostruita dalla magistratura, allora la confusione su chi decide
che cosa è subito dissipata. Decide Eluana e la sua decisione va rispettata.
Se io scelgo che preferisco morire piuttosto che farmi amputare un arto,
come è successo pochi anni fa nel caso della signora siciliana, nessuno può
tagliarmi una gamba, esercitando una violenza che per me è tortura.

Su questo punto non si può transigere perché significherebbe accettare che
nel nostro paese la società è autorizzata a perpetrare violenza nei
confronti dei suoi cittadini. E questo non è vero né per la magistratura, né
per la scienza , né per il Vaticano, né per la politica. Come ricorda Carlo
Casonato, grande esperto di diritto costituzionale comparato e responsabile
del Progetto Biodiritto "il diritto di disporre della propria vita esiste.
E' sancito dall'articolo 13 sulla libertà personale e dall'articolo 32 della
Costituzione, secondo il quale nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario e anche dall'articolo 35 del Codice di Deontologia
Medica che conferma che non è consentito alcun trattamento medico contro la
volontà della persona.".

Sappia quindi la gente che c'è un punto fermo : nessuno può violare questo
diritto e c'è chi si impegna a farlo rispettare sempre e comunque nella sua
sostanza. La confusione si crea piuttosto sulla forma e si alimenta delle
definizioni e delle prese di posizione politiche e ideologiche. Sono mesi
che dalle pagine dei giornali e dagli schermi di televisioni e computer ci
ossessiona la figura di una donna nella dirompente bellezza dei suoi
vent'anni: Eluana con il cappello nero, Eluana in tuta rossa fiammante sulla
neve, Eluana che esce dalla doccia e ride. Eluana oggi non è quella delle
foto. E' una donna di quasi quarant'anni anni, senza sorriso, senza
espressione negli occhi, senza vita di relazione, senza coscienza, senza
controllo di un corpo, che è ormai un involucro in disfacimento. La sua vita
meravigliosa si è spenta per sempre 16 anni fa.

 

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