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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/11/2008 alle 09:51
Io ritengo Capezzone un artista, un grande artista.
Penso sia nella top ten mondiale (e sicuramente sul gradino più alto del podio in Italia) nell'arte di irritare il prossimo, qualunque prossimo, parlandogli sopra.
A prescindere dalle idee, ovviamente.
Anche perchè non gliene ho sentita mai esprimere una.
E dunque nemmeno si può accusarlo di essere un voltagabbana.
Insopportabile a chiunque sì, voltagabbana no.

 

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nino58

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 19/11/2008 alle 10:02
Originariamente inviato da nino58

A prescindere dalle idee, ovviamente.
Anche perchè non gliene ho sentita mai esprimere una.


Sono d'accordo, ma sarei anche curioso di conoscere a quale politico tu hai sentito esprimere un'(I)dea. Io al massimo sento qualche battuta qua e là, in mezzo ad una serie di banalità. Una che mi ha sempre colpito è che l'elettore ha sempre ragione .

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/11/2008 alle 10:24
"Una che mi ha sempre colpito è che l'elettore ha sempre ragione ." (lemond)
Questa non è un'idea, è un' "arruffianata" (che bel neologismo, eh).


 

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  postato il 19/11/2008 alle 11:55
Originariamente inviato da nino58

"Una che mi ha sempre colpito è che l'elettore ha sempre ragione ." (lemond)
Questa non è un'idea, è un' "arruffianata" (che bel neologismo, eh).





Infatti io l'avevo messo fra le banalità e "arrufianata" non so se è un neologismo (esiste il verbo arrufianarsi), di sicuro è un sinonimo di demagogia .

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 20/11/2008 alle 09:01
"le nostre bbataglie"
 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 20/11/2008 alle 09:26
* lettera pubblicata sul "Messaggero Veneto"
mercoledì 19 novembre 2008

Pane e acqua non si negano a nessuno?


di Valter Beltramini
Pane e acqua non si negano a nessuno? E' vero, ciononostante sorprende non
poco che queste parole così "cristiane" provengano proprio dalla comunità
cattolica, rappresentante cioè di quel cristianesimo vincente che sfruttò
prima i martiri e poi la corrente "povera" che si rifaceva a seguire l'insegnamento
di Gesù, per stringere patti con il potere da Costantino in poi.

La giustificazione teologica la fa Eusebio di Cesarea: Dio Padre nomina come
luogotenente il Figlio, cioè il Logos, per governare le cose visibili della
creazione. A sua volta, il Logos sceglie quale luogotenente l'imperatore
romano che, a immagine (eikon) del Logos, deve agire in simbiosi con il
regno celeste. In simbiosi nel senso di "a sua immagine e somiglianza". La
teologia politica è servita: si sacralizza il potere e si fa assumere al
cristianesimo una rilevanza secolare senza precedenti. Da quel momento in
poi e fino ai nostri giorni, la Chiese Cattolica sfrutta ai fini di potere
le leggende derivate dalla passione di Gesù.

Ora, il comportamento simoniaco della Chiesa, le sue manovre
speculative/affaristiche, l'intento di continuare a soggiogare genti e
nazioni con la paura passatista e irrazionale dell'inferno è la stessa che
continua a togliere a milioni di persone la gioia aperta di fare l'amore
ponendoli sempre di fronte al peccato e a qualcosa di immondo. E' una Chiesa
che non può giustificare né gli antichi Tribunali di Inquisizione, né i più
recenti anatemi contro l'eutanasia.

Ah! come siamo moralmente lontani da quella scena del film Schinder's List
quando l'industriale tedesco guardando verso la sua automobile si chiese: se
l'avesse venduta quanti ebrei in più avrebbe salvato? Siamo moralmente
lontani perché una Chiesa improntata veramente sull'amore cristiano non può
celarsi ai nostri giorni dietro un disegno autocratico così evidente.
Cribbio! Ricordatevi che eravate contrari anche ai trapianti di cuore!

Se la Chiesa davvero ci tenesse alla vita umana non starebbe a perdersi
dietro sofismi incomprensibili per difendere la presunta vita di Eluana, ma
si assillerebbe per i milioni di bambini che muoiono per fame e sete nel
mondo, si preoccuperebbe quanto meno di rendere trasparente il bilancio del
miliardo di euro che incamerano dal nostro 8 per mille. Perché non fanno
come la Chiesa Valdese? Perché non si dice quanti di questi soldi vanno poi
veramente ad aiutare i paesi dell'Africa? Dove vanno a finire i proventi
provenienti dagli immensi patrimoni immobiliari che la Chiesa possiede?


 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/11/2008 alle 19:06
Originariamente inviato da lemond

Originariamente inviato da miky70


Un esempio del fatto che salire sul carro del vincitore e barattare la mercanzia è un affare legale e permesso.


Potresti farmi capire che intendi quando scrivi "legale e permesso". Se ho ben compreso, per te uno non dovrebbe avere il diritto di cambiare idea?

Uno che cambia idea e lo ammette è ammirevole, uno che sputa sul piatto in cui ha mangiato e tratta per miserabili i suoi ex colleghi è diseducativo, uno che passa dalla parte avversaria quando è la vincente per convenienza barattando le proprie idee politiche e se ne vanta pure ottenendo il bene placido degli addetti ai lavori in barba al senso di giustizia e di correttezza, è schifoso.
Lui lo fa, gli è permesso e nessuno lo contraddice.

Il suo comportamento in questo modo è come dire apripista, fa tendenza.
Secondo me in un paese che avesse una dignità, i media dovrebbero rifiutarsi di porre domande ad un esemplare come lui. Perchè non sarebbe degno di rappresentare nulla in un paese degno.
Io mi sento offesa ogni volta che la sua parte politica si fa rappresentare da quello schifoso, e mi sento offesa quando la parte avversaria accetta di confrontarsi con lui.

Invece il comportamento di entrambe le fazioni rende il suo atteggiamento corretto, legale, ammesso.
Spero di essermi spiegata, meglio non riesco proprio a fare, scusami.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
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Livello Greg Lemond
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  postato il 21/11/2008 alle 08:01
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Originariamente inviato da miky70


Un esempio del fatto che salire sul carro del vincitore e barattare la mercanzia è un affare legale e permesso.


Potresti farmi capire che intendi quando scrivi "legale e permesso". Se ho ben compreso, per te uno non dovrebbe avere il diritto di cambiare idea?

Uno che cambia idea e lo ammette è ammirevole, uno che sputa sul piatto in cui ha mangiato e tratta per miserabili i suoi ex colleghi è diseducativo, uno che passa dalla parte avversaria quando è la vincente per convenienza


Premetto, per evitare equivoci, che pure a me Daniele Capezzone non piace per la scelta che ha fatto, però devo risponderti perché "Amicus Plato, sed magis amica veritas".
Per essere precisi il nostro ha cominciato prima della vittoria di Berlusconi a cambiare parte: infatti non votò la fiducia al governo Prodi nella finanziaria, poi si dimise da presidente della commissione (non rammento quale) e non rinnovò la tessera di radicali italiani (sempre prima delle elezioni) e solo dopo diventò direttore del Velino ed alla fine portavoce di Forza Italia [un partito che in teoria non c'è perché confluito nel P.d.L. ]
Quindi il suo caso non mi sembra diverso da quello di tante scissioni fra i partiti, movimenti etc.

P.S.

Se lui è "schifoso" che giudizio daresti di una come la Binetti?

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/11/2008 alle 10:24
non si dimise dai radicali ma fu sbattuto fuori
 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 21/11/2008 alle 12:12
Ti sbagli Pacho (a proposito si deve pronunciare paco o pacio?) e lo posso dimostrare facilmente: in tutta la "galassia radicale" della quale radicali italiani è una parte, non ci sono i c.d. "probi viri" e chiunque può iscriversi quando e come vuole, senza nessun tipo di verifica. Una volta ha preso la tessera un pluricondannato all'ergastolo e Pannella ne fu orgoglioso. Tutti quelli che sono usciti dal P.R. lo hanno sempre fatto "loro sponte" e CapezzOne non fa eccezione.
L'uniche cose "contro" di lui furono i nemerosissimi discorsi di Giacinto-Marco e, non essendo più segretario, gli fu tolta la rubrica che teneva dopo la rassegna stampa della domenica e poi anche quest'ultima su decisione del direttore Massimo Bordin, che non lo riteneva più all'altezza, così come era stato fatto in passato con Marco Taradash (che poi è ritornato) ed una giornalista, di cui non rammento nome e cognome e che ora scrtive sul Giornale.

 

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  postato il 21/11/2008 alle 12:14
da L'Opinione del 20 novembre 2008, pag. 1


di Alessandro Litta Modignani
Mannheimer ha finalmente presentato il suo sondaggio giovedì scorso a Porta
a Porta, quando la mezzanotte era passata da un pezzo. Vespa ha tentato di
liquidare sbrigativamente la questione, pilotando con la consueta abilità la
discussione altrove. Questi stessi dati sono stati pubblicati ieri dal
Corriere della Sera: due mezze colonne di taglio basso, a pagina 23, sotto
un titolo ambiguo ("Testamento biologico? Uno su due non sa cos'è"). La
notizia invece era un'altra, e meritava un titolo in prima pagina: la
maggioranza degli italiani è favorevole all'eutanasia. Secondo il sondaggio
di Mannheimer, infatti, è "opportuno" introdurre l'eutanasia nel nostro
ordinamento per il 65% dei cittadini. Questa percentuale scende al 59% per
il testamento biologico, ma solo perché molti non sanno cos'è, spiega il
guru dei sondaggisti italiani. La "sospensione dei trattamenti", infine,
dovrebbe essere decisa dal paziente per il 47% degli intervistati, da un
familiare per il 22%, da un giudice per il 6% e dal medico per il 5%. Il
totale fa 80%, contro un 20% che risponde: da nessuno.

Per l'ennesima volta, anche in questa circostanza l'Italia dimostra di
essere molto, ma molto più laica del suo sistema politico. Del resto, lo si
sapeva bene. E' appunto per questo che, nel corso degli ultimi mesi, i
sondaggi d'opinione sul caso Englaro sono stati accuratamente evitati o
occultati dai grandi mezzi di comunicazione. Monsignor Fisichella mente
sapendo di mentire, quando afferma: "Sono convinto che gli italiani in
stragrande maggioranza non possano condividere questa conclusione". Dati
alla mano, è vero il contrario e Sua Eccellenza lo sa benissimo. E' davvero
impressionante l'arroganza con la quale cattolici integralisti e gerarchie
vaticane pretendono di farsi interpreti dell'opinione pubblica e di impedire
che la legge dello Stato italiano venga applicata. Mentre i fondamentalisti
dei partiti di opposizione sono in pieno fermento, con l'Udc e all'interno
del Pd, la componente laica e liberale del PdL sembra non trovare la forza
per uscire allo scoperto, se non a titolo individuale. Se si eccettuano le
prese di posizione coraggiose ma isolate di Benedetto Della Vedova e Chiara
Moroni, ben pochi sembrano essere i parlamentari di maggioranza disposti a
dare battaglia per una questione di principio e di coscienza di tale
portata. Eppure, proprio il sondaggio di cui abbiamo parlato dovrebbe
spronarli a farsi interpreti di convinzioni e valori largamente diffusi
nella società.

Lo stesso Berlusconi, ai tempi della vicenda di Terry Schiavo, si era
apertamente espresso a favore dell'eutanasia, dunque certi eccessi di
timidezza non sembrano trovare giustificazione, neppure in un malinteso
senso dell'opportunismo. I laici del Pdl dovrebbero prendere esempio da
Renzo Tondo, l'anticonformista presidente pidiellino del Friuli che si
dichiara orgoglioso del suo conterraneo Beppino Englaro e si schiera senza
esitare al suo fianco, per aiutarlo a superare il veto ostruzionistico
opposto dalla Lombardia di Roberto Formigoni. Perché queste prese di
posizione acquistino peso e significato, tuttavia, è necessario che non si
limitino a quei pochi esponenti che vantano un passato liberale, radicale o
socialista. E' il Pdl, nel suo insieme, che dovrebbe trovare la forza di
aprire una discussione "senza rete" al proprio interno, per mettere la vita
privata dei cittadini al riparo dalla cultura del divieto, della coercizione
e dell'obbligo. Altrimenti, che Popolo della Libertà sarebbe?


 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 12:41
"Altrimenti, che Popolo della Libertà sarebbe?"

Infatti, nei 100 giorni di luna di miele, sono state introdotte una quantità di leggi che portano in galera (prostitute, cittadini che cercano di evitare i veleni in casa, "arresti domiciliari" per i dipendenti pubblici ammalati, ecc. ecc.) quanto non mai in alcun'altra legislatura precedente .
"Popolo della Galera" sarebbe, forse, più appropriato.

 

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nino58

 
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  postato il 21/11/2008 alle 13:05
Originariamente inviato da nino58

"Altrimenti, che Popolo della Libertà sarebbe?"

"Popolo della Galera" sarebbe, forse, più appropriato.


Allez oh oh

 

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  postato il 22/11/2008 alle 14:18
«I miei valori? Dio, Patria e famiglia» (M.Carfagna)

Non perdete il testo integrale QUI
http://www.corriere.it/politica/08_novembre_22/carfagna_0d2f5772-b86c-11dd-93ee-00144f02aabc.shtml

scoop! interviste! intrattenimento!
e tutto gratis sulle vostre poltrone.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/11/2008 alle 15:45
Originariamente inviato da lemond

P.S.

Se lui è "schifoso" che giudizio daresti di una come la Binetti?


Qui si fa dura.... perchè io non ho presente nè la Binetti nè cosa ha fatto

Però se è passata da una parte all'altra è schifosa pure lei!

Le idee politiche secondo me sono come gli istinti, la religione e il desiderio sessuale.
Cambi perchè c'è un motivo forte, intimo che ti spinge verso una situazione diversa da quella con cui hai convissuto fino a quel momento.
I politici che cambiano schieramento, li vedi dalle facce che lo fanno per convenienza, hanno l'espressione furba di chi l'ha fatta sotto il naso, quello sguardo porcello di chi si sta ingozzando della propria vanità.
Se li costringessimo a dimettersi e a tornare a casa senza pensione e rimborsando lo stipendio avuto fino a quel momento avendo tradito la coalizione in cui erano, volete vedere che non abbandonano più, anzi indossano i colori del partito anche per andare a dormire

Consentitemi un OT:
Mio figlio in seconda media è molto molto bravo. Modestamente...... Non è solo bravo, ha un fortissimo senso del dovere e ci tiene a fare bene.
Nella stessa classe un ragazzino furbo va avanti dallo scorso anno con copiature e scenette strappalacrime, raccogliendo la sufficienza e anche di meglio a volte. Tutta la classe lo sa, ma solo in due o tre (tra cui mio figlio) ne fanno un caso.
L'anno scorso ne ha parlato in classe con i prof ed io sono stata chiamata perchè mio figlio ha aggredito verbalmente il compagno!!! Ho chiesto "al compagno che copia che è successo, è stato mandato in Russia?" risposta "gli insegnanti hanno i loro metodi per capire se un ragazzo è preparato" Risultato: Ha continuato a prendere i prof per i fondelli.
Quest'anno ha preso qualche brutto voto e ha ricominciato con le scenette, ha consegnato un compito di matematica in bianco ed è scoppiato a piangere perchè lo shock della verifica gli aveva annebbiato la mente..... Il prof, durissimo con tutti, a LUI lo fa rifare.
Cosa dico a mio figlio quando torna a casa? Come posso giustificare il suo compagno di classe, quando da lui pretendo sempre che faccia del suo meglio e sia leale? Come posso giustificare un prof che ha questo comportamento e che ai suoi occhi fino all'altro ieri era il migliore?

Al consiglio di classe abbiamo affrontato il problema dicendo che ai ragazzi in classe andrebbe spiegato chiaramente che alcuni di loro hanno delle difficoltà e che necessitano di un'occasione in più, di una mano e che non vanno abbandonati perchè da soli oggettivamente non riescono, che devono portare pazienza, che comunque l'impegno sarà sempre premiato e verrà punita la scorrettezza e l'imbroglio. In questo modo non si sentirebbero trascurati o sminuiti. mentre l'atteggiamento avuto fin'ora confonde molto gli altri ragazzi.
Risultato: Il prof stamattina si è presentato in classe chiedendo chi si fosse lamentato del suo comportamento.
Mio figlio, coraggioso, sincero e rispettoso delle regole, ha alzato la mano e ha detto: "ho contestato io il suo comportamento, perchè alle stesse condizioni e con un altro mio compagno, lei non ha avuto lo stesso atteggiamento". Il prof ha risposto "rimando la contestazione al mittente" e se ne è andato.
Mio figlio ci sta di m....a e mi chiede perchè a lui è chiesto di fare il massimo e non ha scusanti, quando l'altro può fare ciò che gli pare e si salva.
Questi insegnanti dovrebbero formare gli adulti del futuro, su che basi? Al centro dell'attenzione non ci sono l'impegno e la capacità, c'è il premio per essere furbo.

Allora vi dico: E' questo comportamento, accettato dagli istruttori, dai funzionari che passa, che ha seguito, che viene sottolineato, quindi forse compreso dalla massa.
La meritocrazia non esiste, tranne che nelle parole, forse perchè meno sei capace, più hai bisogno degli altri, più impari ad arrangiarti e più piaci???
Fino a che il mondo sarà dei furbi, l'Italia sarà in mano ai Capezzone!

 

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  postato il 23/11/2008 alle 08:11
Cara Miky ti capisco, ma ti consiglio di leggere "Le candide (il candido)" di Voltaire e poi ne riparliamo.

P.S.

Educare i ragazzi ad un'etica forte (l'opposto cioè del pensiero debole) non so quanto possa giovar loro. La morale è importante, ma non si vive bene, purtroppo, a voler metterla sempre al primo posto.

 

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  postato il 23/11/2008 alle 08:23
Originariamente inviato da miky70

Le idee politiche secondo me sono come gli istinti, la religione e il desiderio sessuale.
Cambi perchè c'è un motivo forte, intimo che ti spinge verso una situazione diversa da quella con cui hai convissuto fino a quel momento.
I politici che cambiano schieramento, li vedi dalle facce che lo fanno per convenienza, hanno l'espressione furba di chi l'ha fatta sotto il naso, quello sguardo porcello di chi si sta ingozzando della propria vanità.


Secondo me tu se un po' troppo idealista e non vedi come "fare politica" sia solo un mestiere come un altro, nel quale addirittura l'etica non è nemmeno troppo importante. A. Smith sosteneva che non è dalla bontà del macellaio che puoi aspettarti di avere una buona bistecca, ma dal suo interesse. Infatti "mutatis mutandis" la politica altro non è che un contrasto di interessi (ti rammento che la rivoluzione americana ebbe origine dal rifiuto di pagare certe tasse alla Corona).
Per terminare con una battuta: preferisco un politico intelligente (un po' ladruncolo, per sé) ad uno stupido onesto ed "in medio stat virtus"

 

[Modificato il 23/11/2008 alle 12:16 by Monsieur 40%]

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  postato il 23/11/2008 alle 12:10
Intanto non sono io che l'ho educato così..... Non so da dove è uscito io sono un'idealista, è vero, ma attraverso il mio lavoro ho visto che il mondo va da un'altra parte e devi sempre adattarti alle situazioni.
Lui non lo capisce ancora, poi con gli anni gli succederà.

Purtroppo il mio lavoro mi ha costretto dal 2002 ad avere contatti con la politica per 3 anni, ora posso tenerli a distanza.
E' stata una folgorazione, evitateli gente se potete, i politici rovinano il mondo. Non pagano l'IVA, quasi sempre non pagano i debiti, pensano solo ai soldi che possono intascare, non conoscono il mondo del lavoro, vogliono solo sfruttarlo, sono bugiardi e non hanno rispetto per gli altri.
Non credono che i peggiori siano tutti nella mia provincia, ma qui quelli di sinistra sono marci.
Io li brucerei e la mia indignazione non so nasconderla. A volte mi sono rifiutata anche di stringere la mano a qualcuno e li ho pure insultati chiamandoli parassiti.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 23/11/2008 alle 13:48
Originariamente inviato da miky70

Intanto non sono io che l'ho educato così..... Non so da dove è uscito io sono un'idealista, è vero, ma attraverso il mio lavoro ho visto che il mondo va da un'altra parte e devi sempre adattarti alle situazioni.
Lui non lo capisce ancora, poi con gli anni gli succederà.



Tu lo credi in scienza e coscienza, ma stai tranquilla che hai contribuito a renderlo così

Originariamente inviato da miky70

Purtroppo il mio lavoro mi ha costretto dal 2002 ad avere contatti con la politica per 3 anni, ora posso tenerli a distanza.
E' stata una folgorazione, evitateli gente se potete, i politici rovinano il mondo. Non pagano l'IVA, quasi sempre non pagano i debiti, pensano solo ai soldi che possono intascare, non conoscono il mondo del lavoro, vogliono solo sfruttarlo, sono bugiardi e non hanno rispetto per gli altri.
Non credono che i peggiori siano tutti nella mia provincia, ma qui quelli di sinistra sono marci.
Io li brucerei e la mia indignazione non so nasconderla. A volte mi sono rifiutata anche di stringere la mano a qualcuno e li ho pure insultati chiamandoli parassiti.


Via, non essere così estrema: è l'uomo che purtroppo (o per fortuna) è fatto in un certo modo e i politici non sono diversi da tutte le altre categorie, soltanto si trovano ad avere più potere e quindi ...

Ma pensa anche che nell'umanità c'è anche
un altro io, seppur incostante
e che non ha mai avuto la potestà su niente!
(Neppure quando si proclamava: "L'immaginazione al potere!")
E' un io che si rincorre senza scampo
è l’immagine del tempo.
È un io un po’ strano che ci insegna la follia
di ribaltare sempre il piano
è un io comune, ma atresì ancestrale
che è l’essenza del pensiero
la forza naturale che mi spinge verso il vero.








 

____________________
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2008 alle 16:11
Originariamente inviato da miky70

Intanto non sono io che l'ho educato così..... Non so da dove è uscito io sono un'idealista, è vero, ma attraverso il mio lavoro ho visto che il mondo va da un'altra parte e devi sempre adattarti alle situazioni.
Lui non lo capisce ancora, poi con gli anni gli succederà.

Purtroppo il mio lavoro mi ha costretto dal 2002 ad avere contatti con la politica per 3 anni, ora posso tenerli a distanza.
E' stata una folgorazione, evitateli gente se potete, i politici rovinano il mondo. Non pagano l'IVA, quasi sempre non pagano i debiti, pensano solo ai soldi che possono intascare, non conoscono il mondo del lavoro, vogliono solo sfruttarlo, sono bugiardi e non hanno rispetto per gli altri.
Non credono che i peggiori siano tutti nella mia provincia, ma qui quelli di sinistra sono marci.
Io li brucerei e la mia indignazione non so nasconderla. A volte mi sono rifiutata anche di stringere la mano a qualcuno e li ho pure insultati chiamandoli parassiti.


Miky, tuo figlio è veramente coraggioso!
Ne ho visti molto raramente di ragazzi che hanno il coraggio di contestare un insegnante, sapendo i rischi che si corrono (abbassamento sistematico della valutazione). Spero per lui che sia molto carismatico, altrimenti diverrà presto antipatico ai suoi compagni. In questo caso, al 90%, capirà come va il mondo, la pianterà di combattere i mulini a vento e comincierà a imbrogliare anche lui, ma sarà sempre svantaggiato rispetto ai bari di professione come il suo compagno di classe, perchè continuerà a ritenere la cosa scorretta. In poche parole (sembra assurdo ma è così!) non imbroglierà per un suo tornaconto ma per seguire una tendenza.


E poi certa gente si stupisce che i cicisti si dopino...quando questa è l'educazione che i ragazzi ricevono!

i politici: mi è stato proposto da amici e parenti di entrare nel pd giovanile, vanamente. Alla mia semplice obiezione "la politica non m'interessa perchè va a puttane la mia etica" mi hanno additato come manchevole di senso civile (anarchico, in pratica, quando io sento semplicemente la mancanza di un partito socialista coerente, che faccia prima gli interessi del cittadino e poi i suoi), dicendo che loro si sarebbero dissociati dalla 'politica degli adulti'. Tant è vero che questo mio parente ha partecipato alle elezioni 'appoggiato' da un noto ingegnere locale e politico, nonchè ex sindaco, personaggio per niente raccomandabile, che ha comprato dei voti. Per le elezioni del consiglio regionale giovanile del PD!!!
Quando si dice, tale padre, tale figlio: il figlio piccolo di questo ingegnere ha mandato l'intera classe a votare per il mio parente, in cambio della versione di latino al prossimo compito in classe!
Quando reincontrerò questo mio parente, piuttosto ingenuo a dire il vero (ma non a giustificarlo, anzi) al quale ho preferito il mio amico, che non mi ha offerto nemmeno un cornetto (un tirchiazzo, a dire la verità...un po' come me), vorrei proprio chiederli la differenza tra la politica dei giovani e quella degli adulti...

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2008 alle 16:38
Domando:
Bisogna essere orgogliosi di un figlio che, di fronte ad una prof. che il giorno prima dice che non interrogherà e il giorno dopo interroga (non lui, un altro), le si rivolge dicendole " Lei si sta comportando come un'adolescente " ?
Io ne sono stato orgoglioso.

 

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nino58

 
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  postato il 24/11/2008 alle 22:56
Ah, io lo sarei.
Anche se poi magari lo interrogheranno 42 volte di seuito: chissenefrega

 
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  postato il 25/11/2008 alle 10:53
Cronache dal belpaese:

"Chiamalo Benito, ti diamo 1500 euro"
La Fiamma tricolore in Basilicata: "Nessuna nostalgia, limitiamo lo spopolamento". Premio anche a chi darà alla figlia il nome di Rachele

"Colloqui" per chi vota Chiodi
Promette "incontri di avviamento" a chi presenta il curriculum nei gazebo. Dopo le critiche, video rimosso: "Messo per errore"


ed ecco gli articoli di repubblica:

Il partito neofascista Msi offre la cifra agli abitanti
di cinque piccoli paesi della Basilicata a rischio spopolamento
"Un figlio di nome Benito o Rachele
e avrete subito 1500 euro"
di MARCO PASQUA

1500 euro per ogni bambino o bambina che porterà il nome di Benito o Rachele, in onore di Mussolini. L'operazione nostalgia è firmata dal Movimento sociale-Fiamma Tricolore della Basilicata. Un modo, dicono dal partito di estrema destra, per "affrontare il problema dello spopolamento della Regione".

Le condizioni per la concessione di questo contributo una tantum, da parte dello stesso partito, sono state fissate dal segretario regionale del partito, Vincenzo Mancusi, e sono rigide: Benito per i maschietti, Rachele per le femminucce; il parto deve essere avvenuto nel 2009, nei cinque paesi dell'area sud della regione (Calvera, Carbone, Cersosimo, Fardella e S. Paolo Albanese); i soldi devono tassativamente essere usati per il nascituro (per comprare culla, vestiti o alimenti). La stessa cifra, garantiscono, sarà destinata anche ai bambini nati da genitori extracomunitari. I paesi sono stati scelti perché, a causa dello spopolamento e del bassissimo tasso di natalità, sono a rischio cancellazione.

Per Mancusi questo è anche un modo per "onorare le radici profonde del partito" di cui è segretario regionale: "Noi rappresentiamo la destra vera, e non dimentichiamo la storia". Definisce i nomi "simpatici", e ci tiene a prendere le distanze da quanti hanno rinnegato il loro passato, Gianni Alemanno incluso: "Prima ha detto che il fascismo non era da tutto condannare, poi ha fatto marcia indietro. Ovviamente non sono d'accordo, perché sono tra quanti, a Fiuggi, dopo la vergognosa svolta di Gianfranco Fini, se ne andarono da quella carognata".

Mancusi non ha problemi a sottolineare che "il fascismo non è tutto da condannare" e che, anzi, ha fatto "anche" del bene all'Italia: "Penso al nostro patrimonio urbanistico, tutto merito di quel periodo storico".

Il contributo, ammettono gli stessi dirigenti del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, "non risolve certamente il problema dello spopolamento della regione", ma è "un piccolo segnale di un piccolo partito. La regione Basilicata potrebbe fare molto di più". Un'altra idea che viene lanciata è quella di far destinare "dalle Royalties del petrolio, almeno 1500 euro l'anno, fino al raggiungimento della maggiore età, per ogni bambino nato in qualsiasi comune della Basilicata per i prossimi 20 anni".

La notizia è stata subito rilanciata da un quotidiano britannico, che fa notare come il nome Benito, oggi, sia praticamente scomparso, "per via del suo collegamento con la figura di Mussolini".

n video sul sito di Chiodi, l'uomo che Berlusconi vuole come prossimo governatore
Promessa di colloqui di avviamento per chi si presenterà al gazebo del centrodestra
Spot elettorale offre lavoro
Abruzzo, bufera sul candidato Pdl
Accuse di voto di scambio. Storace (la Destra): "Roba da codice penale"
Il video intitolato "Tutti i giovani del presidenti" è stato poi rimosso
di GIUSEPPE CAPORALE

L'AQUILA - Il Popolo della Libertà, prima ancora di vincere le elezioni, offre opportunità di lavoro in Abruzzo. Con uno spot elettorale che finisce sul sito del candidato e su YouTube. Per poi pentirsi dopo un paio d'ore e ritirare in gran fretta il tutto. "E' stato solo un errore materiale", dicono dallo staff del candidato del Pdl Gianni Chiodi. Un "errore" nel quale si diceva che tutti i giovani che si sarebbero presentati con un curriculum presso i comitati, o i gazebo, sarebbero stati chiamati, entro due mesi, per colloquio, "selezione" e "avviamento all'imprenditorialità". Ma il colloquio per entrare in questo "generatore di sviluppo economico" avverrà solo a fine gennaio. Dunque dopo le elezioni regionali. Dopo che Gianni Chiodi, candidato presidente alla Regione, voluto da Silvio Berlusconi, sarà stato - eventualmente - eletto.

Proprio Chiodi ha pubblicizzato, in prima persona, questo tipo di messaggio elettorale, registrando lo spot "incriminato". Messaggio che è stato inviato (e frettolosamente bloccato) al circuito delle tv locali. Ma che nel frattempo era stato messo su YouTube e sul sito dell candidato presidente. Dove è rimasto per alcune ore.

"Abbiamo sbagliato dvd - dicono dall'ufficio stampa -, quello spot era già stato giudicato non opportuno e a rischio di strumentalizzazioni".

Ma l'iniziativa ha prodotto anche una lettera aperta ai giovani, dai contenuti analoghi: "Correte alle Bancarelle per Chiodi Presidente, rispondete ai 'questionari di auto-selezione', prenotate gli incontri di orientamento e formazione che partiranno dal gennaio 2009... Stringiamoci la mano e scambiamoci energia".

Ma la campagna pubblicitaria in questione è durata pochissimo, perché è stata travolta dalle polemiche e con un'accusa precisa: tentativo di voto di scambio, dice Francesco Storace, il primo a saltare sulal sedia: "Lo spot del Pdl è una vergogna, un fatto gravissimo in una regione già travolta dagli scandali. Adesso presenteremo subito una denuncia alla Procura della Repubblica dell'Aquila, perché qui siamo di fronte ad un reato penale. Un bieco tentativo di strumentalizzare i giovani, di far leva sulle loro insicurezze. Il lavoro è un diritto non un favore in cambio del voto. Una roba così, non l'avrebbe fatta nemmeno Achille Lauro...".

Rabbia e indignazione invece da parte di Rifondazione Comunista. "In Abruzzo sembra che non si possa proprio prescindere dal clientelismo, ora addirittura finisce in uno spot - commenta il segretario regionale Marco Gelmini - abbiamo chiesto a Chiodi di rimuovere quel video e lo ha fatto. Resta l'amarezza di come ancora si intenda la politica in questa regione".

(24 novembre 2008)


Se questi sono italiani, iop NON sono italiano.

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 25/11/2008 alle 13:34
Originariamente inviato da desmoblu

Cronache dal belpaese:

"Chiamalo Benito, ti diamo 1500 euro"

Se questi sono italiani, iop NON sono italiano.


parlato: Io G. G. sono nato e vivo a Milano.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

 

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la domenica i cristiani
...
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 25/11/2008 alle 16:01
Ultraprematuri e tortura oscurantista


Il dovere del medico e i cinici della sopravvivenza a oltranza
Ultraprematuri e tortura oscurantista

Il dovere del medico e i cinici della sopravvivenza a oltranza

Bisogna intendersi sulle parole: la terapia intensiva sui nati
ultraprematuri non è `rianimare' ma `animare'. Si tratta di bambini
fragilissimi non adatti alla vita extrauterina. E che una becera
cultura della vita (ma quale?) a tutti i costi vuole condannare a
inumane torture. Una donna, una neonatologa, fa il punto su un
allucinante dibattito tutto italiano.

di Maria Serenella Pignotti, da MicroMega 2/2008

Di tutti i tipi di odio, nessuno è più profondo
di quello dell'ignoranza nei confronti del sapere.
Galileo

Uno dei temi caldissimi del dibattito di questi giorni è
rappresentato dalle scelte di trattamento dei bambini piccolissimi,
quelli nati in un'età nella quale non è ben chiaro se, quanto e come
possano sopravvivere senza l'ausilio del corpo materno che ne vicaria
funzioni fondamentali e che li difende da ogni evento lesivo. Solo
pochi anni fa erano chiamati aborti, sono i cosiddetti «neonati
fetali», bambini fragilissimi la cui necessità di cure intensive e
prolungate e la cui gravissima prognosi sono tali da imporre in tutto
il mondo riflessioni molto serie sulla eticità di tali trattamenti.
L'Italia non era al passo coi tempi, non vi era impegno nel nostro
paese in questo campo: un solo articolo italiano su riviste
internazionali, e come conseguenza una enorme differenza di
approccio, un inaccettabile rischio di «cure futili o
sperimentali»... fino all'impegno sulla cosiddetta Carta di Firenze.
Documento prodotto dopo anni di lavoro, discussione, incontri, studio
che è arrivato al ministro e al Comitato nazionale di bioetica (Cnb).
È stata poi contrapposta ad altri documenti, freschi di stampa (e di
studio) che in realtà non la criticano in maniera costruttiva e
scientifica, ma gettano inutili ombre in un terreno che chiede,
invece, un vero atto di responsabilità da parte degli adulti.
Nella confusione si trova bene l'ignorante, quello che non si
aggiorna, quello che non si impegna in prima persona. Rifiutare a
prescindere l'unico dato scientifico la cui predittività per la
prognosi è «dimostrata» – l'età gestazionale – ha significato
rifiutare la scienza, rifiutare ogni tentativo di «medicina basata
sull'evidenza» anche per questi bambini, perché, se anche loro
sono «persone», come tali documenti hanno inteso ricordarci, essi
chiedono alla scienza medica scelte basate sull'evidenza, non sulla
stregoneria, i riti, le fantasie dell'ignoranza, o peggio, la
sperimentazione.
I genitori che, poi, diventeranno anche troppo protagonisti, non ci
sono stati d'aiuto, pur se totalmente esclusi dalle scelte sui loro
figli, in Italia unico paese al mondo. Questo anche perché il dramma
di una nascita in età gestazionali così precoci è estremamente raro
(per fortuna), tocca a pochi, e, quando tocca non si ha la forza di
affrontarlo. Questo non vuol dire che, per chi lavora sul campo e ha
a cuore la sorte di quegli unici tre bambini nati vivi nel 2004 in
Toscana a 22 settimane e poi morti dopo le cure intensive, non sia un
dramma quotidiano e impellente. Ma, per molti, meglio è lasciare
tutto com'è, accontentarsi di questa disomogeneità di intervento,
dell'esperienza del singolo, improvvisare, cercare di «fare tutto»,
dire ai genitori «ad ognuno dev'esser data una chance». Celando
dietro atteggiamenti generosi e responsabili l'irresponsabilità di
chi non sa, di chi non ha studiato, di chi non è aggiornato, né vuole
impegnarsi in scelte molto più difficili, di chi continua a
confondere la diagnosi di «nato vivo» con quella di «nato vivo e
vitale», di chi continua a confondere bambini nati da terminazione di
gravidanza con bambini sani ma prematuri, di chi continua a negare il
valore dei dati (sopravvivenza nulla a 22 settimane), di chi continua
a non trasformare quei dati in scelte concrete. L'assunzione di
responsabilità di fronte ad un paziente, anche se incurabile, non è
mai, in un paese civile come deve essere il nostro, «abbandono»
ma «cambiare tipo di cure», accogliere, accompagnare, stare vicino,
con «compassione».

Di chi stiamo parlando. Il feto/neonato di età gestazionale compresa
tra le 22 e le 25 settimane è una creatura della specie homo sapiens
che vive una fase particolarissima dello sviluppo. È assolutamente
perfetto per la vita intrauterina, nella quale le funzioni polmonare
e renale sono vicariate dalla placenta. Gli organi stanno ancora
completando il loro sviluppo anatomico: il polmone non ha ancora gli
alveoli, cioè le unità funzionali deputate allo scambio di gas, ma è
un insieme di piccoli tubuli. Il cervello, ultimo organo a
svilupparsi nella specie umana, è ancora in fasi precocissime dello
sviluppo. Cominciano, infatti, in queste settimane i fenomeni
fondamentali della migrazione cellulare (meraviglioso fenomeno per
cui le cellule nervose primordiali che si sviluppano medialmente
nell'encefalo prematuro, migrano, secondo i dettami del codice
genetico, verso la corteccia), della differenziazione cellulare,
della mielinizzazione. Ma attenzione, il sistema nervoso centrale non
è`, come invece riportato nel recente documento del Cnb,
organo «critico» per la sopravvivenza, non condiziona il passaggio
tra vita intra ed extrauterina. Servirà invece molto dopo, a
garantire quelle peculiari caratteristiche dell'uomo (le capacità
cognitive) e degli altri animali (le capacità motorie, la
sensorialità…). Questo feto/neonato è piccolissimo (400-600 grammi).
Le vene sono minuscole e traspaiono dalla cute immatura. Si vede
battere il cuore dalla finissima parete toracica. Le palpebre sono
spesso fuse. Vi sono limiti di manualità nel trattare questi bambini:
incannulare queste vene è difficilissimo e, anche se riesce, tali
vene si rompono subito. La trachea, nella quale viene inserito un
tubo per portare l'ossigeno ai polmoni (manovra che non è, come
invece riporta il documento del Cnb, «la mera somministrazione di
ossigeno […] attraverso una cannula messa in trachea passando dal
naso»), è piccolissima e l'inserimento di tale cannula è una manovra
estremamente difficile gravata da insuccessi e complicanze lesive. La
piccolezza di tale organo è tale che si può non avere un tubo di
dimensioni adeguate. Il tubo di diametro 2,5 può non passare affatto,
e quello di diametro 2 è troppo piccolo, per cui per questioni di
fisica (l'espulsione di aria dipende anche dal quadrato del raggio
del tubo) l'aria già entrata non esce, rimane dentro il polmone
creando il fenomeno dell'intrappolamento di aria, presupposto per
gravi problemi. Per questi e molti altri aspetti, tale neonatino,
anche se perfetto per la vita intrauterina, può essere assolutamente
inadatto alla vita extrauterina.

Il feto non è un bambino. Si capisce ora perché tale creatura non è
paragonabile a creature della stessa specie ma in età diverse della
vita: il neonato a termine, il bambino, l'adulto, come invece
riportato nei documenti in questione. Il nostro feto/neonato non è un
bambino o un adulto che già viveva e che subisce, per esempio, un
incidente stradale. In questo caso l'oggetto della rianimazione aveva
già «capacità di vita autonoma», visto che stava vivendo. Il nostro
intervento «ri-animatorio» si inserisce su funzioni vitali che già
funzionavano al meglio. Le dobbiamo «solo» aiutare a ripristinarsi,
se possibile. Il nostro feto/neonato, invece, aveva tutt'altro tipo
di funzioni in azione, quelle assolutamente peculiari della
vita «intrauterina». Per questo motivo non può esser «rianimato» ma
eventualmente «animato». Per questi motivi la valutazione
della «capacità di vita autonoma» di questo feto/neonato è
assolutamente peculiare a questa fase della vita umana. È
una «animazione» non una rianimazione. Non ha alcuna caratteristica
in comune col bambino e con l'adulto, e non può essere a queste
paragonata. Non capire questo significa non aver capito il punto uno,
cioè «di chi stiamo parlando». È evidente che, proprio ed in primis
per noi neonatologi e per noi mamme, il feto/neonato è una persona,
ma il vero rispetto per la sua dignità impone la conoscenza di «che
persona è» e non le valutazioni sulla sua «capacità giuridica» che
lasciamo volentieri ai giuristi.

Un parametro condiviso. L'età gestazionale è l'età del feto/neonato,
espressa in settimane dalla data dell'ultima mestruazione e
controllata con l'ecografia che ha un'ottima attendibilità. È
considerato internazionalmente il «miglior» parametro che correla con
la maturità fetale. Dato che le gravidanze in Italia vengono seguite,
e seguite bene, nella quasi totalità dei casi, in un'ottica di una
moderna assistenza sanitaria, come dimostra il rapporto della
Commissione salute della donna del ministro Turco, del quale ho
l'onore di far parte, e dato che le donne italiane non sono zotiche
contadine del Seicento che non conoscono il proprio corpo, che non
programmano e curano le proprie gravidanze e che non aspirano ad
avere figli sani, nei tempi giusti e seguiti bene, e neanche bugiarde
assassine, per tutte queste ragioni, la datazione delle nostre
gravidanze è ottimale, paragonabile nei tempi e nei modi a quella di
tutte le donne europee, in accordo con i migliori protocolli di
assistenza. E quindi, l'età gestazionale è un parametro, serio,
attendibile, scientificamente provato che testimonia una maturità
fetale acquisita o da acquisire, pur con tutta la variabilità
biologica che esiste tra un individuo e un altro. L'età gestazionale
è il parametro valutato come statisticamente significativo per la
prognosi in tutto il mondo. I medici sono abituati a confrontarsi con
variabilità biologica e probabilità di errore, in tutte le età della
vita: è evidente che sul parametro «età», gestazionale o postnatale,
si inseriscono fattori di tipo individuale che influiscono nella vita
personale di ognuno, e la Carta di Firenze illustra bene questo
aspetto nella sua prefazione, esattamente come fanno i documenti
delle Società scientifiche internazionali. In altre parole, la
probabilità di morte a 90 anni è maggiore che non a 50, è evidente,
ma se il nostro cinquantenne ha una cardiopatia, è obeso, fumatore e
non so cos'altro, può avere una probabilità maggiore di morire che
non il nonnino di 90 anni bello, asciutto, sano e mangiatore, che
ancora lavora il suo campo. Nella vita adulta l'età si esprime in
anni, nel primo anno di vita in mesi, nell'età prenatale si esprime
in settimane. I documenti del Cnb e del Consiglio superiore di sanità
(Css) si esprimono in netto contrasto con l'ambiente scientifico
internazionale. Negano a priori l'unico dato che correla con la
maturità degli organi e quindi presupposto di cure serie e basate
sull'evidenza. Questo significa negare l'unica possibilità di
limitazione dell'accanimento terapeutico ed esortare a «provare»,
orribile verbo in medicina, provare a rianimare tutti. Ma tutti chi?
Questo non spiegano… come vedremo tra breve.

La sopravvivenza. Le statistiche parlano chiaro, per chi le vuole
comprendere. Certo, leggere i numeri non è facile. Il nostro
feto/neonato, come abbiamo visto, è una creatura particolare, le cui
caratteristiche si riflettono anche sulla lettura dei numeri.
Innanzitutto è un rarissimo cittadino del pianeta (fortunatamente),
perché la gravidanza è fatta per durare 40 settimane e non per
fermarsi così presto.
Tale rarità di pazienti fa sì che le statistiche non
siano «significative», cioè i numeri possono essere casuali e non
validi scientificamente. Allora uniamo i nati di molti ospedali? Ma
avranno schemi di trattamento diversi… Allora in un solo ospedale
allarghiamo l'osservazione a periodi lunghi? Ma sono bambini curati
diversamente, dato gli enormi sviluppi della tecnologia. E ancora,
cosa mettiamo al denominatore del nostro tasso: il numero delle
gravidanze? O i nati vivi? O gli ammessi alle cure intensive? Tutti
numeri completamente diversi. Questi e molti altri «pregiudizi» di
base inficiano gli studi su questi bambini. Occorre scegliere bene i
lavori cui riferirsi paragonando studi paragonabili. E infatti il
documento del Cnb arriva a negare valore ai dati della sopravvivenza,
mettendo in un calderone una mole incredibile di studi assolutamente
diversi. Gli studi più seri cui riferirsi, nel panorama europeo, sono
l'Epicure (inglese), l'Epipage (francese), l'Epibel (belga), quello
norvegese. I dati italiani (Studio Action dott.ssa Cuttini) sono
ancora non pubblicati, anche se non ci si aspettano variazioni
sostanziali.
La sopravvivenza a 22 settimane è un aneddoto, a 23 è irrisoria, a 24
è rara ma diventa ragionevole, a 25 quantomeno le speranze sono serie
però, anche a questa età, sopravvivere e, soprattutto, sopravvivere
sani è ancora una scommessa. Su questi numeri si basano le scelte
terapeutiche in tutti i paesi del mondo. Questi sono i numeri veri,
non inventati, sognati o immaginati da portare alla società e,
sopratutto, ai genitori.

Come si sopravvive. I pochi sopravvissuti hanno un'alta probabilità
d'essere malati (morbilità). Purtroppo esiste uno «scarto temporale»
necessario a tale valutazione. Essenziale perché il bambino di cui
stiamo parlando ha la brutta abitudine di «crescere e svilupparsi»,
altro aspetto peculiare di questa età della vita. La minima età per
avere una diagnosi significativa della paralisi cerebrale è di 2,5
anni di età corretta (cioè come se fosse nato a termine), il minimo
per il danno cognitivo è l'età scolare, i 6 anni di vita. Gli studi
europei seri, prospettici, di popolazione, che abbiamo preso in
considerazione per la sopravvivenza hanno pubblicato dati veramente
avvilenti: quasi la metà dei bambini sopravvissuti presenta
disabilità motorie o sensoriali, una percentuale intorno al 50 per
cento presenta deficit cognitivi. Lo studio Epipage, appena
pubblicato, conferma, purtroppo, i dati dell'Epicure. Vorrei comunque
far notare che, nella produzione della Carta di Firenze, non abbiamo
mai preso in considerazione la disabilità a distanza. Ma solo la
sopravvivenza. Questo non perché non si consideri importante questo
aspetto, ma perché lo scopo della carta, come chiaramente riporta la
sua introduzione, è «proteggere madre e neonato da cure inutili,
dannose, dolorose» cioè dall'accanimento terapeutico, non prevenire
la disabilità. Per questo motivo il documento del Cnb, che doveva
fornire una valutazione etica della Carta di Firenze, ha dimostrato
di essere fuori tema: la disabilità, in questa fase della
discussione, non c'entrava proprio niente.

Rianimazione sempre. a) Chi ha detto che, nell'ipotesi di una chance
di sopravvivenza, la miglior scelta di trattamento sia
la «rianimazione», cioè l'intubazione? Lo studio Etfol dei danesi ha
dimostrato che, con l'assistenza respiratoria minima in sala parto,
si ottengono valori di sopravvivenza e di morbilità a distanza
analoghi. La letteratura è piena di dubbi sull'appropriatezza della
aggressività in sala parto per questo tipo di bambini. Chi ha detto
che intubare sia meglio che attendere? Dove è scritta la necessità,
riportata nel documento del Cnb, di «correre»? Da quali studi è
giustificata la necessità di un intervento in emergenza in sala
parto? Non è che ci si sta confondendo col neonato a termine? Bambino
ben diverso dall'estremo pretermine, abituato e disposto a ben altre
pressioni di ossigeno? In realtà anche la semplice rianimazione in
sala parto non ha base scientifica nel piccolissimo. Chi dice che
intubare permette una miglior valutazione della capacità di vita
autonoma? E se bastasse la sola somministrazine di ossigeno, forse
con maschera e palloncino? E se fosse invece proprio la nostra
aggressività terapeutica, il voler ad ogni costo portare a pressioni
parziali di ossigeno così alte (>90 per cento) a condurre al
terribile danno cerebrale una creatura predisposta a vivere, invece,
a tensioni di ossigeno ben più basse? E se fosse addirittura che i
gravi pretermine possano giovarsi proprio di un bassissimo livello di
ossigeno? Nulla in letteratura ci aiuta a fugare questi dubbi atroci.
Chi può escludere che non si sia nuovamente di fronte a danni
iatrogeni, cioè causati dalle stesse cure mediche, gravissimi, come
il danno da ossigeno che causò ottomila ciechi nel mondo, o come il
danno da cloramfenicolo, o il danno da cortisone prenatale. Sfido i
sottoscrittori dei documenti del Cnb e del Css a sostenere
scientificamente che in queste fasce di prematurità l'aggressione e
la velocità di intervento in sala parto sono proporzionali alla
sopravvivenza e alla sopravvivenza intatta. Io intravedo, invece,
profili di responsabilità professionale in tema di omicidio colposo e
lesioni personali.
b) Chi sono «tutti» se l'età gestazionale, unico criterio
scientificamente significativo di maturità, non è ritenuto valido?
Anche feti di 17 settimane mostrano battito cardiaco o altri segni di
vita alla nascita, ma non sono assolutamente da considerare «vitali».
Non riusciremmo neanche ad aprirgli la bocca per intubarli tanto sono
piccoli… Non è che con quel «tutti» tali signori intendono questi
feti? Non è che, quindi, vi è confusione tra diagnosi di «presenza di
segni vitali» e diagnosi di «capacità di vita autonoma» o
di «vitalità»? La definizione di nato vivo è diversa dalla
definizione di «nato vivo e vitale». La prima fu coniata
dall'Organizzazione mondiale della sanità e si riferisce ad ogni nato
della specie umana che, provenendo da qualunque gravidanza, voluta o
no, una volta staccato dal grembo materno presenti uno qualunque dei
segni vitali (battito cardiaco, tentativi di respiro, movimenti,
pianto), indipendentemente dal fatto se cinque minuti dopo egli sarà
morto o no. Questa definizione è nata a scopo eminentemente
epidemiologico e statistico. Non ha alcun significato clinico e non
voleva averlo. La definizione di nato vivo e vitale o di nato
con «capacità di vita autonoma», cui ci richiama anche la legge
194/78 sulla interruzione di gravidanza, presuppone la presenza di
segni di vita che preludano ad una capacità di vita futura. Tale
diagnosi è molto più complessa e richiede una più complessa
valutazione: età gestazionale, eventuali anomalie congenite, il
sesso, la razza, la corioamnionite, il ritardo di crescita, la
disponibilità di medici e di strumenti… Proprio per la complessità di
questa diagnosi, trent'anni fa, la legge 194/78 non scese nei termini
cronologici (che oggi vengono portati alla ribalta in modo curioso
per la legge sull'aborto ma non per la rianimazione neonatale) e
parlò di «capacità di vita autonoma» senza dettare limiti di tempo.
Il problema è che fino a pochi anni fa avevamo il coraggio di
limitare l'intervento in sala parto, così tentando di evitare
l'accanimento terapeutico. Negli anni recenti si è diventati molto
più invasivi, forse per difendere noi stessi. Questo non va bene.
Sono necessari protocolli di assistenza chiari, facili da usare, cui
riferirsi. Questo voleva fare la Carta di Firenze, sulla scorta dei
documenti di molti paesi stranieri. La diagnosi di nato vivo non
basta, è un criterio primordiale, perché, come detto, porterebbe a
rianimare feti di 17 settimane. Occorre riflettere sulla diagnosi di
capacità di vita che è molto diversa da quella di nato vivo.

Chi decide per il neonato? La vogliamo finire di raccontare le bugie
ai genitori? Nei 2/3 dei casi, per questi bambini, il tempo di
informare, parlare, far capire, accogliere, digerire c'è. Eccome! Nei
2/3 dei casi queste sfortunate gravidanze che andranno a terminare
tra le 22 e le 25 settimane arrivano all'osservazione dell'ostetrico
settimane o giorni prima del parto. Basta volere, e il tempo c'è.
La Costituzione e il codice civile richiamano ai doveri dei genitori
riguardo alla salute dei figli. Il richiamare ad un dovere,
presuppone la presenza di diritti e quindi di facoltà. Quindi i
genitori hanno la facoltà di prendersi responsabilità sulla vita dei
figli. E come è possibile che questa facoltà riguardi le vitamine e
gli antibiotici e non le cure importanti, gravose, come le cure
intensive neonatali? Non si tratta, si badi bene, del padre testimone
di Geova che nega la trasfusione al figlio, trasfusione che è un
salvavita, la cui efficacia è testata e garantita. Le nostre terapie
non sono «salvavita», come il documento del Cnb presume. Siamo di
fronte a terapie non validate scientificamente, quasi sempre
(soprattutto a 22-23 settimane) non fruttuose, e, spesso, con
potenziali lesivi enormi. Non solo, ma l'articolo 32 della
Costituzione richiama il diritto all'autonomia del paziente, che è
anche uno dei basilari princìpi di bioetica. L'enorme mole di regole
che disciplina il consenso all'atto medico regola tale dettame
bioetico, fondamento di ogni Stato moderno, democratico che rispetta
la libertà e la dignità di ogni individuo. Come mai il neonato non ne
ha diritto? Dove sta il richiamo allo stato giuridico del neonato che
i documenti del Css, del Cnb e dei ginecologi romani si sono permessi
di farci? Chi tutela il diritto del neonato all'autonomia? Dov'è la
sua libertà? Semplicemente nel riporre tutto nelle mani del primo
medico che incontra nel suo cammino verso la vita, medico che, per
quanto bravo e rispettoso della legge, è sempre e solo il primo
medico, che la mattina dopo se ne andrà a casa e, soprattutto, in
pieno conflitto di interessi visto che è anche intitolato ad erogare
l'assistenza?
Mi dispiace, ma proprio l'esser persona del neonato richiede la
tutela della sua autonomia che, in ogni Stato civile, è garantita dai
genitori. Laddove il medico ritenga che i genitori non agiscano
nell'interesse del proprio figlio (ma succede?), ha il dovere di far
riferimento al giudice che valuterà se prendere quella gravissima
decisione che è sospendere la potestà genitoriale e nominare un
tutore per il bambino, che non sarà necessariamente quel medico. Solo
in condizioni di assoluta emergenza, di fronte ad un pericolo
attuale, il medico potrà agire autonomamente anche contro l'autorità
genitoriale. In tutte le altre situazioni è necessario il via libera
del tribunale.
In realtà, tutti questi documenti hanno avuto un merito, indiscusso:
hanno finalmente portato alla luce atteggiamenti da sempre mascherati
che fanno parte dell'antico «paternalismo medico» che, se ha avuto un
significato nei millenni passati, adesso non ha più alcuna ragion
d'essere. Il medico moderno si pone come un professionista che si
orienta su un sospetto clinico, propone un iter diagnostico, arriva a
una diagnosi e propone uno spettro di terapie, illustrandone benefici
e svantaggi, aiutando il suo paziente ad arrivare a una decisione
autonoma in piena libertà intellettuale. La gente non vuole «esser
curata» ma vuole qualcuno che l'«aiuti a capire come curarsi». Questo
è un atteggiamento moderno e realistico. Ma non tutti evidentemente
la pensano così. Sui giornali di questi giorni c'è chi confessa
che «finalmente ci si è svincolati dal parere vincolante dei
genitori», ci sono pietosi richiami al paternalismo medico. Ancor più
grave è la presunzione e l'arroganza che emerge. Inutile dire che
tali atteggiamenti, oggi ufficializzati dai documenti del Cnb, Css e
dei ginecologi romani, ci pongono completamente al di fuori di tutti
i paesi civili. E se un bel giorno, un padre e una madre con le
spalle forti portassero la questione di fronte alla Corte di
giustizia europea?

Cosa fanno negli altri paesi? Molti paesi si sono espressi con
raccomandazioni di comportamento per medici e genitori per
l'assistenza al parto in età estremamente pretermine, col fine di
evitare accanimenti inutili e di offrire anche al piccolissimo un
approccio basato sulle evidenze. Sono tutti pazzi? Solo noi abbiamo
capito la vita, l'uomo, il mondo? Tutti i paesi che cito vogliono
uccidere i propri bambini? È bene che chi ci legge tragga le proprie
valutazioni. I documenti del Cnb, del Css e dei ginecologi romani si
pongono come unici nel panorama internazionale. Siamo ridicoli. Solo
noi non individuiamo età gestazionali in cui l'intervento terapeutico
sia auspicabile o no, in cui le cure palliative abbiano una
indicazione principale o no, e, vergogna tra le vergogne, solo noi
riteniamo che i genitori debbano esser saltati a piè pari. La Carta
di Firenze era l'occasione per redimersi sul piano internazionale,
per mostrare che, seppure con molto ritardo, anche noi volevamo una
medicina umana, a misura di bambino, rispettosa del dolore del
piccolissimo e dei suoi genitori, difensiva verso il lavoro di medici
e infermieri, protettiva da una medicina di aggressione, di
tecnologia, dettata dall'industria, dall'impiego di risorse e
quattrini. L'accanimento terapeutico è, in realtà, ben pagato, ma non
punibile, purtroppo, in tribunale.
La Carta di Firenze è stata saltata a piè pari, riportandoci
all'oscurantismo che imperava in Italia e che continuerà a imperare
imperterrito. Ognuno farà quello che crede, in piena notte, da solo,
incurante perfino dei genitori. Mi auguro in buona fede. Ma è
sufficiente la buona fede del medico ai bambini italiani, o non
sarebbe meglio il conforto della buona fede di un medico aggiornato
che basa le sue scelte sui dati della medicina dell'evidenza? Al
lettore le conclusioni nel paragone con tutti gli altri paesi del
mondo. tutti individuano una zona dove sono indicate le sole cure
palliative (non abbandono, ma scelta terapeutica): le 22 settimane;
una zona in cui sono indicate le cure intensive: le 25 settimane; ed
una zona cosiddetta «grigia», non una zona in cui «non si sa che
fare», come dicono vari colleghi, ma una zona nella quale
l'appropriatezza delle scelte mediche è talmente discutibile ed
incerta che diventano preponderanti i desideri dei genitori,
debitamente informati. La posizione italiana è incredibilmente anche
contro le ben più comuni raccomandazioni dell'Ilcor, l'organizzazione
internazionale che riunisce tutti gli esperti di rianimazione
neonatale del mondo e che, in tutto il mondo, insegna i modi, i
tempi, gli scopi della rianimazione neonatale. Ilcor che raccomanda
le «sole cure palliative sotto le 23 settimane» e la precedenza al
volere di genitori correttamente informati per i neonati tra le 23 e
le 24 settimane. Come faranno tutti i neonatologi italiani a mettersi
contro le raccomandazioni della più importante organizzazione di
studi sulla rianimazione neonatale del mondo?

L'interruzione di gravidanza e il parto pretermine. La Carta di
Firenze, come tutti i documenti analoghi del mondo, non considera
l'interruzione di gravidanza. Semplicemente perché tale paragone, di
cui si è appropriato il dibattito italiano, non ha base scientifica.
Innanzitutto, il bambino frutto di interruzione di gravidanza è
portatore di gravissime anomalie. Se così non è, vuol dire che c'è
stato un errore. E le leggi ed i regolamenti non si fanno per gli
errori, quindi questo problema non ci interessa. Nel caso della grave
anomalia, invece, la capacità di vita non è la stessa. Il prematuro,
inoltre, viene da una gravidanza curata, voluta, ed ha, quindi,
ulteriori maggiori probabilità di vita. Già questi due aspetti fanno
dei due bambini due esseri completamente diversi. Paragonarli da un
punto di vista clinico è assolutamente ridicolo. Anche in questo
siamo un caso unico sul piano internazionale. Non credo sia stato
casuale portare il dibattito su questo argomento e confondere così
chi ci ascoltava. Il discorso esula dall'articolo che sto scrivendo
per cui non lo tratterò. Basti quanto detto a far riflettere, oltre
al buffo aspetto che i sostenitori del termine cronologico per
l'interruzione di gravidanza sono gli stessi che non vogliono
accettare termini cronologici per la rianimazione dei neonati.
Stiamo parlando di uno dei capitoli della medicina più complessi e
difficili, per il quale molte opinioni possono essere considerate
valide e proponibili. Il dibattito è importante e le posizioni sempre
accettabili. Con un'eccezione: quella di chi, per pregiudizi,
ignoranza, poca intelligenza e poca preparazione, vuol riportare al
nulla le attuali conoscenze, vuol riportarci al medioevo della
medicina. Quelle di chi dice che poco si sa e quindi va bene tutto.
Ponendo nelle mani del medico ogni decisione, fatto salvo citare poi
quel medico in giudizio. Quelle di chi giustifica la propria
ignoranza con una finta scienza per cui «a tutti deve esser data una
chance», annullando gli unici dati certi, come la predittività
dell'età gestazionale per la prognosi. Una chance va data a tutti,
certo, ma a tutti quelli che la meritano in termini biologici e che
la possano sopportare. A tutti gli altri va invece porta la mano e
fornito il conforto nell'ora della morte, con l'assunzione di
responsabilità che la nostra professione richiede di fronte alla
società, ai bambini, alle madri. Conforto che non vuol
dire «abbandono terapeutico» ma cambio di programma di cure: le cure
confortevoli.
«Rianimare tutti ma senza cadere nell'accanimento» non vuol dire
nulla. Non c'è alcuna novità in tale affermazione. Ci bastava il
nostro codice di deontologia medica. Se non si definisce cos'è
accanimento, e a questa età lo possiamo definire, quest'affermazione
non ha senso. Occorre riflettere, e subito, sui messaggi mediatici.
Dove è finito il bambino di 21,6 settimane «superprematuro ma sta
bene»? Come mai chi ha pubblicato questa notizia non ha anche
pubblicato quella della sua morte? Quante donne dovranno ancora
illudersi su una speranza di vita? «Il dolore di una madre squarcia
l'universo» dicono i cinesi. Scopo della Carta di Firenze era
limitare, per quanto possibile, questo dolore. Non dobbiamo
spaventarci in questa ora di recessione, di fronte alla prepotenza e
all'aggressività dell'ignoranza, di fronte alle offese di chi parla
così male delle donne, di chi non ci conosce, di chi non ha capito
quanto ci teniamo al nostro corpo, quanto lo conosciamo, quanto
teniamo ai nostri figli. Dobbiamo incassare il colpo, ben sicure
sulla nostra strada, fatta di conoscenza, di validità scientifica,
del conforto dei comportamenti suggeriti da mezzo mondo, del coraggio
che dà il supporto scientifico acquisito attraverso anni di studio e
non attraverso sfarfallii di campagne elettorali, e anche della
consapevolezza che in un paese come il nostro si va avanti,
purtroppo, a colpi di sentenze visto che le leggi sono spesso
contraddittorie (vedi la legge 40).
Aspettiamo la voce dei genitori, di chi ha il diritto e il dovere di
dire la sua, senza delegare, riappropriandosi del proprio bambino,
della propria famiglia, della propria vita, difendendo la propria
aspettativa di felicità, la propria compagna, il proprio impegno
nella continuità della vita nel mondo. Anche perché l'alternativa, di
fronte alla chiusura e all'ignoranza della medicina, è uscire dagli
ospedali. Come già sta accadendo. Di fronte ad alacri e arroganti
medici «col tubo in mano», convinti di sapere qual'è il bene di
nostro figlio pur in un campo in cui «nessuno» nel mondo lo sa,
padroni incontrastati, l'unica alternativa è scappare, tornare a
partorire (o a perdere il bambino) in casa, o in ospedali lontani,
laddove la sperimentazione della tecnologia non è ancora entrata.
Perché la lotta contro le donne è una lotta persa, possono farci del
male ma non possono vincere. I bambini continueranno a nascere dentro
di noi, ad esser protetti dal nostro grembo e dalla nostra mente, nel
frattempo andrà avanti la nostra consapevolezza.

(24 novembre 2008)

 

____________________
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
...
e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/11/2008 alle 18:26
Cgil: "Sciopero generale il 12 dicembre".

Sciopero generale della Cgil il 12 dicembre, contro la politica economica del governo. La decisione è stata votata all'unanimità dal direttivo del sindacato di corso Italia.

-------------------------
Nonostante la tremenda crisi che sta investendo il paese , loro cosa chiedono ? di scioperare.. (senza poi dar soluzioni..) soliti idioti

Alcune aziende in difficoltà

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Gelo-dietro-i-cancelli/2049196

e l'elenco è lunghissimo (io giro per industrie nel Nord Piemonte e la crisi è paurosa)

Vogliono far qualcosa ? chiedano al governo (in teoria ci potrebbe pensar da solo) la riduzione dell'Irpef (come ha fatto la Polonia) altro che pseudo detassazioni delle Tredicesime o pseudoriduzioni Irap..
L'Irpef lo pagan tutti (tranne gli evasori , quelli non han mai utili..) operai o piccoli artigiani ecc., sarebbe molto semplice (forse troppo.. per sindacati e politici )
La crisi ci sarebbe ancora ma miglioramenti ne avremmo di sicuro

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/11/2008 alle 22:19
Chi non la pensa come te è idiota ?

 

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nino58

 
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  postato il 27/11/2008 alle 11:00
Mi accodo alla domanda di Nino.

P.S. Visto che ridurre l'irpef è così facile perchè il Governo non lo approva?

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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  postato il 27/11/2008 alle 12:12
In più mi sono STUFATO di questa confindustria. Basta!
Hanno sempre avuto la fetta più grande della torta...ogni extragettito, ogni 'tesoretto', ogni ricavo occasionale reinvestito all'80% per gli industriali...le briciole per conti pubblici, e le briciole delle briciole redistribuiti per i 'ceti deboli', ma solo in qualità di consumatori. In pratica: tacchini capponi maiali ingozzati quel minimo che absta per essere poi Sgozzati dai vari Marcegaglia & co.
Anche in questi giorni il discorso era: bene le iniziative del governo ma vogliamo DI PIU'. E nella lista dimnuire le tasse e/o alzare gli stipendi ai redditi medi e medio-bassi e bassi erano AGLI ULTIMI POSTI, e sempre nell'ottica del 'consumatore'.
In quanto al governo, misure come la 'prepagata da 40 euro' per i ceti deboli è una troiata pazzesca. O l'"ottimismo", non parliamo di crisi perchè sennò arriva la crisi.
Mi ricorda una vignetta delle sturmtruppen: c'è un'epidemia di colera, i soldati muoiono e nelle tende dell'infermeria sono accatastati uno sull'altro. Arriva un dispaccio dal quartier generale: "PER ORDINI SUPERIORI NON ESISTE ALCUNA EPIDEMIA!". E il medico, sollevato & sorridente:"Meno Male! Cominciavo a preoccuparmi...".
IN più ripeto: Berlusconi ha il solito fondoschiena (mi trattengo), ogni volta che va al governo e la sua politica di cartapesta verrebbe smascherata (dalla finanza creativa alle promesse interventistiche-mai rispettate- alle 'gestioni' delle crisi, vedi alitalia) capita qualcosa. 11 settembre prima, guerre e crisi internazionali poi, infine il crack del capitalismo ultraliberista con deregolamentazioni assolute. Senza queste cose il fallimento sarebbe CHIARO. E invece visto che anche gli altri vanno male (ma sempre meglio di noi) allora la colpa non è nostra, è della guerra (tra l'altro voluta e sponsorizzata da Berlusconi e i suoi soci) o del crack finanziario (favorito dalle stesse regole e consuetudini che la destra ultraliberista-Berlusconi:'il mio modello è la Thatcher'- ha incentivato e applaudito), forse è colpa dell'assenza di centrali nucleari, dei lacci e lacciuoli. Puah!
Ah, a proposito di Thatcher e della sua politica: in Francia (paese di Sarkozy, non Castro) hanno deciso di ri-nazionalizzare le società di gestione dell'acqua, privatizzate negli annis corsi. Da noi s'è deciso di privatizzare tutto nel giro di due anni.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 27/11/2008 alle 13:07
videointervista a Vladimiro Giacché, economista (e dipendente presso una importante istituto bancario), sulla crisi economica

http://www.youtube.com/watch?v=Z8ckLAXai8g

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 17:21
Originariamente inviato da nino58

Chi non la pensa come te è idiota ?


No ovviamente (chiedo scusa se l'hai pensato)
Sui sindacati ovviamente la penso al contrario (per fortuna non gli ho dato nemmeno un euro)

Rispondo anche a Laura : perche' niente riduzione Irpef ?

1 Sarebbe troppo facile
2 Nessuna Mangeria
3 Chi evade non avrebbe vantaggi
4 Sull'Irpef non puoi mentire

Questa è la mia opinione ,magari sbagliata

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 17:29
Non ho capito bene le risposte alle quattro domande di Laura.

 

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nino58

 
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  postato il 27/11/2008 alle 17:42
Riduzione dell'IRPEF signifa meno risorse per lo Stato e quindi meno possibilità di eseguire opere pubbliche e così via.
Il problema dell'Italia è che non c'è il lavoro. Non c'è!
Se ci pensate ai contratti precari sono quasi contratti di solidarietà.
Assumono tre persone per un lavoretto che potrebbe fare una persona sola. Ne assumono tre a tre mesi quando ne basterebbe una.
Creare il lavoro non è facile, ma l'Italia da questo punto di vista è vecchia, molto vecchia.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 27/11/2008 alle 18:59
Io godo quando sento questi soloni che predicano più mercato (riduzione dell'Irpef, appunto) quando anche i peggiori liberisti danno valanghe di soldi pubblici (i nostri) per salvare bancarottieri ed imprese.

Forse non sarebbe ora di cambiare il predicozzo?

Il mercato ha portato a questo disastro (tranquilli, in Italia deve ancora arrivare lo tsunami, ma gli amici dei bancarottieri con l'appoggio di cgilcileuil e ugl stanno gia pensando di farcela pagare a noi, la crisi) e la soluzione proposta è quella di chiedere maggior mercato. Olè!

La crisi del '29 non ha proprio insegnato niente, dato che in primo momento furono adottate misure in favore dei "mercati" (eufemismo per, tenetevi forte..deboli di cuore: capitalisti!) gettando gli stati uniti nella depressione totale.

Poi ci hanno propinato che l'intervento dello stato tramite politiche keynesiane fece uscire il mondo dalla crisi...quando analizzando i dati anche un bambino vedbrebbe che la crisi fu gettata alle spalle grazie alla "provvidenziale" II guerra mondiale che azzerò la concorrenza sia statunitense che mondiale, garantendo tassi di profitto adeguati.

Siamo a questo punto? forse no: la potenza militare usa è troppo superiore.

quindi il modo con cui i bancarottieri (ed i loro bracci armati governativi) stanno cercando di far pagare la crisi è scaricarla sulle spalle dei lavoratori di tutto il mondo, Usa compresa!

LORO, i padroni (si si, sono ideologico. Imprenditori è neutro, ok)se ne sono accorti che si tratta di una lotta di classe. Ed infatti tagliano e mercificano qualunque conquista (leggi welfare state) frutti di anni di lotte. E abbassano i salari e licenziano a migliaia.

NOI, frammentati, individualizzati , indebitati, alienati e spaventati da 30 anni di liberismo, siamo qui ad aiutare loro, (quelli che la crisi l'hanno provocata) ad uscire dalla crisi, dando ascolto ai criminali dell'unione europea, della fed e del fmi che fino a ieri dicevano che bisogna tagliare pensioni, salari e servizi sociali per "esigenze di bilancio" e per "contenere l'inflazione", mentre oggi drenano centinaia di migliaia di miliardi di dollari e euro dei contribuenti (99% lavoratori) per salvare il culo ai finanzieri che non sono altro che l'altra faccia (necessaria) ad un sistema economico arrivato alla frutta che si inventa qualsiasi cosa (i derivati?) per porre pezze a destra e a manca.


E allora lavoratori di tutto il mondo, unitevi: lottiamo per abbassare l'irpef!
ribelliamoci contro gli scioperi che bloccano la produzione (produzione per CHI?? dato che poi non abbiamo nemmeno i soldi di comprarle quelle merci)!!!
aboliamo i sindacati anche se ridicoli come la cgil!





 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 20:04
Dopo un po' di tempo riprendo il discorso, e' che in quest'ultimo mese ho avuto parecchio da fare

Originariamente inviato da Federico Martin

Nel 2007 il valore nominale degli strumenti derivati messi in piedi nel suo complesso ammontava a circa 600 trilioni di dollari e mentre il PIL mondiale è stimato in circa 65 trilioni di dollari (una perdita di circa il 10% sul mercato dei derivati causa una distruzione di moneta pari al valore di un anno di tutto il PIL del mondo) ... potremmo definire il periodo 2001-2007 l'era del mondo di carta.

Ma questo lo vedremo nel dettaglio meglio nel prossimo intervento, analizzando le responsabilità ben precise delle agenzie di rating e sui loro conflitti di interesse, nel capire cosa sono i prodotti strutturati CDO e CDS che sono alla base della gestione e distribuzione del rischio e di come attraverso questi strumenti si è potuto espandere il debito ad un livello difficilmente immaginabile e in modalita' assai poco trasparenti, insomma tutto quanto è servito a mettere in piedi il castello di carta che è alla base di tutto il sistema finanziario attuale e a portare il sistema monetario per così come è concepito attualmente ad uno stadio assai critico.


Quatra parte ... il nuovo paradigma, almeno così lo hanno chiamato.

La nuova sfida per l'economia "di carta" americana era come convincere il consumatore medio (la middle-class) a chiedere soldi in prestito a tassi nulli, come convincere le banche a prestarli anche a chi non forniva le necessarie ed indispensabili garanzie ... ed ecco che qui entrano in gioco due fattori determinanti,il primo i derivati che servivano a prendere quei debiti privi di garanzia, spezzarli, rimescolarli, e rimetterli insieme a tanti piccoli pezzettini, mettergli il bollino di qualità e rivenderli al mondo intero, in poche parole spostare il fattore rischio al compratore finale di quel debito. Meraviglia delle meraviglie, la più sofisticata rivendita del debito mai messa in piedi nella storia, un attività vecchia come il mondo, ma per creare questo sistema mancava il secondo fattore determinante e cioé come convincere il compratore finale del debito ed ecco che qui entrano in gioco le agenzie di rating il cui compito era quello di mettere il bollino di massima qualità a cose che al loro interno contenevano un fattore di rischio assai elevato.
Il compito storico delle agenzie di rating è quello di certificare il livello di rischio che possiede un qualsiasi emettitore di debito, sia questo uno stato o una azienda privata, non di certo quello di certificare la "sicurezza" di strumenti di ingegneria finanziaria solo per il semplice fatto che non sono in grado di farlo e già questo sarebbe un problema se poi aggiungiamo che le agenzie di rating operano in palese conflitto di interesse in quanto il loro lavoro viene pagato dagli stessi soggetti a cui assegnano il rating con tutte le distorsioni che quest'ultimo aspetto crea, cosa impedirebbe ad una agenzia di rating di aggiustare la valutazione su un azienda che si è dimostrata negli anni un ottimo cliente, in pratica nessuna, e in Italia ne abbiamo vissuto un esempio concreto con il caso Parmalat, ma negli ultimi anni ci si era spinti ancora più in la ed erano le stesse banche in realtà a decidere quale rating assegnare a se stesse con una pratica che prende il nome di "rating shopping" e questo ha permesso di eliminare il confine che esisteva tra certificatore e produttore di strumenti finanziari.
Ed è così che i debiti senza garanzie (principalmente quelle dei mutui ma non solo) venivano rivenduti a tranche sul mercato finanziario mondiale assegnandoli un rating differente da quello che avrebbe avuto originariamente, rating che dipendeva dal grado di profitto che si voleva ottenere. Ed ecco che nascono i CDO, cioé obbligazioni strutturate emesse da una banca e che all'interno contengono diversi pacchetti di debito di provenienza diversa, il giochino è io banca presto a te soldi anche se non mi dai garanzie mi pagherari un interesse alto, io banca il tuo prestito lo divido in tante parti ognuna delle quali la unisco ad altre parti provenienti da altri come te, questi pacchetti uniti li vendo sul mercato come mie obbligazioni facendo io banca da garante e al compratore finale riconoscerò interessi più bassi.
Con tassi di interesse bassissimi (come è stato dal 2001 al 2003) questo ha permesso la sofisticazione di questi strumenti finanziari tanto che sono bastati qualche anno a creare cose di cui non si capiva più cosa contenevano e come il rischio era distribuito,si compravano questi strumenti solo in funzione del rating che veniva loro assegnato senza preoccuparsi di cosa erano.
Ma non è finita qui, perché per fornire una assicurazione a queste obbligazioni di cui non si conosceva più in realtà il fattore di richio si sono creati altri strumenti, i CDS, per fare un esempio il compratore finale dei CDO non si fida molto del rating a cui viene assegnato decide di assicursi contro il rischio di fallimento dell'emittente di quel CDO, compra oltre al CDO tanti CDS che gli costeranno una parte del rendimento che ottiene dall'aver comprato il CDO e serviranno ad assicurarsi per un certo tempo il suo investimento iniziale.
Ormai le banche si sentivano in una botte di ferro grazie ai derivati (CDO e CDS in particolare) e eliminarono ogni freno al prestito dei soldi ... le garanzie non servivano più, questo incentivò nuove forme di mutuo studiate appositamente per speculare come ad esempio quelle forme di mutuo dai costi bassi nei primi anni per poi iniziare a raddopiare come rata trascorso il periodo iniziale, studiata appositamente per chi vuole comprare e rivendere nel giro di breve prima che le rate iniziassero a salire.

Ed ecco che dal 2001 in avanti in USA e come si è riusciti a creare un boom economico del tutto artificiale, il nuovo paradigma, concessione di mutui a chiunque, distribuzione del rischio nel mondo, profitti del sistema finanziario in vertiginoso aumento grazie al differenziale sui tassi di interesse, nuovi mutui significa richiesta di nuove case, nuovi investimenti, nuove costruzioni, più posti di lavoro, aumenti del valore delle case, aumento che serviva per ottenere nuovi prestiti da utilizzare nella spesa per consumi, più consumi più crescita economica ... ma all'origine di tutto c'era la politica monetaria iper-espansiva che ha tenuto i tassi di interesse all'1%.

Ma in questo sistema c'e' un piccolo problema, il fattore di rischio puoi dividerlo, crearci tutto il fumo intorno, puoi distribuirlo ma ciò che non si può fare e quello di ELIMINARLO e capita che arriva il momento che qualcuno non riesce a pagare più i debiti contratti. Ovviamente i primi a non riuscire a pagare saranno i soggetti della catena più deboli.

Ma questo lo vedremo meglio nel prossimo intervento e di come improvvisamente tutti i derivati che avevano alla base dei mutui sono diventati strumenti da evitare come la peste e di come nel giro di pochissimo tempo abbiano perso valore e questo ha portato prima ad una crisi finanziaria senza precedenti sia in numeri assoluti sia per il numero di soggetti interessati.

Citazionea a corollario di questo intervento:

"... Se il popolo americano riconoscesse alle banche private il controllo della circolazione monetaria, le banche e gli enti che sorgerebbero attorno a esse finirebbero per spogliare il popolo di tutte le sue ricchezze... Spero che riusciremo a schiacciare sul nascere l'aristocrazia degli istituti monetari, la cui sfacciataggine comincia a sfidare il Governo e le leggi della nostra Patria ..."
Thomas Jefferson - terzo presidente degli Stati Uniti d'America

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/11/2008 alle 17:30
Originariamente inviato da pacho


E allora lavoratori di tutto il mondo, unitevi: lottiamo per abbassare l'irpef!
ribelliamoci contro gli scioperi che bloccano la produzione (produzione per CHI?? dato che poi non abbiamo nemmeno i soldi di comprarle quelle merci)!!!
aboliamo i sindacati anche se ridicoli come la cgil!


Magari l'Irpef la paghiamo tutti.. (o tu non la paghi ?)

Anzi tutti no , le finanzarie con sede in Liechtenstein , gli industriali che abitano a Montecarlo quelli non la pagano , chi non ha utili (eppure gira con l'Auto da Lusso) non la paga
Quelli è meglio non toccarli mai





 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/11/2008 alle 17:42
Originariamente inviato da Laura Idril

Riduzione dell'IRPEF signifa meno risorse per lo Stato e quindi meno possibilità di eseguire opere pubbliche e così via.
Il problema dell'Italia è che non c'è il lavoro. Non c'è!
Se ci pensate ai contratti precari sono quasi contratti di solidarietà.
Assumono tre persone per un lavoretto che potrebbe fare una persona sola. Ne assumono tre a tre mesi quando ne basterebbe una.
Creare il lavoro non è facile, ma l'Italia da questo punto di vista è vecchia, molto vecchia.

Be ma oltre a un certo livello di tasse non puoi mica andare e difatti la gente chiude
Dal 2000 a oggi hanno chiuso 170000 attività commerciali (certo non erano cari al sindacato , avendo al max 1-2 dipendenti ma eran quelli che facevano vivere i paesi)
Non è vero che il lavoro non c'e' , non c'e' posto per tutti dove non si fa fatica o non ci si sporca le mani
Non è obbligatorio che chi è andato all'Università o alle Superiori non possa far il muratore , l'idraulico o altri mestieri
Li il lavoro lo trovi subito

 
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  postato il 29/11/2008 alle 07:54
Hai ragione accidenti la colpa è sempre di chi non vuol far fatica... Peccato che, guarda caso, stiano lasciando a casa un sacco di operai da un sacco di aziende (e con un sacco intendo centinaia solo nella mia città, Brescia). Figurati se la colpa non era sempre degli operai. Tanto sono loro che non arrivano a fine mese, ma la colpa è sempre loro.

 

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  postato il 29/11/2008 alle 13:41
Originariamente inviato da Laura Idril

Hai ragione accidenti la colpa è sempre di chi non vuol far fatica... Peccato che, guarda caso, stiano lasciando a casa un sacco di operai da un sacco di aziende (e con un sacco intendo centinaia solo nella mia città, Brescia). Figurati se la colpa non era sempre degli operai. Tanto sono loro che non arrivano a fine mese, ma la colpa è sempre loro.


A me il tuo sembra un discorso poco moderato [non svolgi quindi la tua funzione], nel senso che la politica economica è troppo complicata per poter scrivere con certezza di chi è la colpa. Ad es. il debito pubblico (consolidato da tempo) italiano che frena le possibili politiche di "deficit spending" può essere attribuita almeno in parte, al sistema consociativo?

Di seguito propongo tesi ed antitesi, a chiunque voglia il compito della sintesi

Gli operai sono solo più oppressi e più sfruttati di noi
hanno altri problemi e non sono invischiati in oggetti
che noi custodiamo con cura.
Gli operai hanno addosso soltanto una rabbia che cresce
una rabbia che si estende
da sbattere addosso ai padroni
che la polizia difende.

vs.

Gli operai sono gente come noi
e non è vero che hanno l’esclusiva
dello sfruttamento.
Gli operai sono anche peggio di noi
perché non ne hanno coscienza
non se ne rendono conto.

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/11/2008 alle 16:02
Originariamente inviato da Laura Idril

Hai ragione accidenti la colpa è sempre di chi non vuol far fatica... Peccato che, guarda caso, stiano lasciando a casa un sacco di operai da un sacco di aziende (e con un sacco intendo centinaia solo nella mia città, Brescia). Figurati se la colpa non era sempre degli operai. Tanto sono loro che non arrivano a fine mese, ma la colpa è sempre loro.

Veramente io non ho mai parlato di operai..
Io parlavo degli Universitari che non trovano lavoro
L'Irpef l'operaio la paga al contrario del sindacalista (che non ha mai lavorato in vita sua)

 
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Livello Greg Lemond
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  postato il 02/12/2008 alle 10:09
La S.S. vaticana per l’assassinio dei gay.
I gerarchi cattolici, con la loro feroce e criminogena omofobia, diventano nei fatti complici degli stati criminali islamici che uccidono i cittadini omosessuali. E’ quanto emerge da un comunicato dell’Arci Gay a proposito della gravissima presa di posizione della S.S. (Santa maddechè ? Sede) all’ Onu contro la proposta di depenalizzazione dell’omosessualità. Ancora una volta la S.S (Santa maddechè ? Sede), che non ha neppure uno status di membro effettivo dell’ ONU ma solo quello di “osservatore”, vota addirittura contro il diritto alla vita delle persone omosessuali che nei paesi integralisti islamici vengono condannati a morte. Particolarmente ridicola, anzi una vera cazzata, la giustificazione addotta da monsignor Migliore, il diplomatico che rappresenta la S.S. all’ONU : “Per esempio - ha detto l’arcivescovo all’agenzia cattolica I-Media - gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”. Questo è il livello degli omofobi vaticani. Qui la fonte della notizia LEGGI vaticano-omosessualita.html


fonte:

LEGGI http://www.nessundio.net/blog/2008/12/01/la-ss-vaticana-per-lassassinio-dei-gay/



 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2008 alle 10:55
Non per contraddirti forzainter, ma chiunque abbia un reddito con ritenuta alla fonte paga l'IRPEF, quindi anche i sindacalisti ( e io ne ho conosciuti che giravano in bicicletta dalle cinque del mattino per sostenere le battaglie di contadini ed operai ).

 

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  postato il 02/12/2008 alle 11:04
Lemond,sai qual'è l'ossessione peggiore del Vaticano ?
Non è neppure l'omofobia.
E' il non riuscire a pensare che uno Stato possa avere nel suo ordinamento leggi diverse dalla posizione della Chiesa in fatto di morale.
Come se l'anima delle persone fosse la fotocopia delle leggi del paese in cui vive.
Quest'ossessione è perfino più marcata di quella verso omosex, divorziati, fumatori di hascisch, ecc. ecc.
Ed è una cosa tremenda.
Capisco che ciò che fu portato a casa dopo il 313 d.c. (a seguito di tre secoli di persecuzione) sia considerato fondamentale, ma qui, da parte della Chiesa Ufficiale, non c'è neppure più senso del pudore.

 

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  postato il 02/12/2008 alle 13:10
Originariamente inviato da nino58

Lemond,sai qual'è l'ossessione peggiore del Vaticano ?
Non è neppure l'omofobia.
E' il non riuscire a pensare che uno Stato possa avere nel suo ordinamento leggi diverse dalla posizione della Chiesa in fatto di morale.
Come se l'anima delle persone fosse la fotocopia delle leggi del paese in cui vive.
Quest'ossessione è perfino più marcata di quella verso omosex, divorziati, fumatori di hascisch, ecc. ecc.
Ed è una cosa tremenda.
Capisco che ciò che fu portato a casa dopo il 313 d.c. (a seguito di tre secoli di persecuzione) sia considerato fondamentale, ma qui, da parte della Chiesa Ufficiale, non c'è neppure più senso del pudore.


Concordo su tutto, tranne che sui tre secoli di persecuzione. Ti rimando al calendario laico di Marcus Prometheus che comincerò a spedire dal primo gennaio su "Piccola storia delle religioni". Ciao e

 

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(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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  postato il 02/12/2008 alle 13:19
> Comunicato stampa*
> *Unaltracittà/Unaltromondo - Cabina Teatrale Saverio Tommasi
>
> Vaticano di nuovo contro gay e lesbiche
> «Guarire si deve: chiesa e omosessualità», su Youtube superati i 10.000
> download*
>
> Mentre il Vaticano si oppone alla proposta di depenalizzazione
> universale dell'omosessualità, presentata all'Onu dalla Francia,
> l'inchiesta esclusiva di Saverio Tommasi e Ornella De Zordo intitolata
> «Guarire si deve: chiesa e omosessualità» disponibile su Youtube
> all'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=amwSqWWsE4c raggiunge e
> supera in pochi giorni i 10.000 download.
>
> L'inchiesta è la prima puntata del progetto video intitolato
> «l'Altrainchiesta - 10 brutte storie italiane» che l'artista fiorentino
> e la consigliera comunale di Unaltracittà/Unaltromondo promuovono su
> internet. Nella prima puntata è documentata l'esperienza diretta in un
> campo residenziale maschile accompagnati da un prete esorcista che aiuta
> a "guarire" dall'omosessualità.
>
> Info
> http://unaltracitta.blogspot.com
> http://www.saveriotommasi.it
> http://www.unaltracittaunaltromondo.it

 

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