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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

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  postato il 16/07/2008 alle 13:41
Si, il pezzo è molto interessante..anche se ora vorrei documentarmi meglio. Colpa tua, pacho!

Intanto, se posso permettermi uno sguardo all'orticello, dal 2010 le carte d'identità avranno tutte le impronte digitali. Per conseguire la patente, test sull'uso di stupefacenti.
Bene, uno stato sempre più di polizia. E' quasi il 2010, ma tra un po' arriviamo al 1984..

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 16/07/2008 alle 13:47
Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.
Comunque se non ci si organizza contro questa schifosaggine della presa delle impronte..beh, credo proprio che quasi quasi ci meritiamo tutto ciò.

ps: per Uffa..c'è un bel libro di Giovanni Arrighi, i cicli sistemici di accumulazione (amule dice qualcosa? ) che secondo me potrebbe interessare. E' un libricino che si legge in una sera.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2008 alle 14:08
Col cavolo che dò le mie impronte a questi qua. Tanto per dirne una, mi fregano il portafoglio, possono avere accesso alle mie impronte sulla carta d'identità e farsene quello che vogliono. ma il mio timore più grande è che il governo se ne faccia qualcosa...

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2008 alle 14:22
Originariamente inviato da pacho

Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.
Comunque se non ci si organizza contro questa schifosaggine della presa delle impronte..beh, credo proprio che quasi quasi ci meritiamo tutto ciò.

ps: per Uffa..c'è un bel libro di Giovanni Arrighi, i cicli sistemici di accumulazione (amule dice qualcosa? ) che secondo me potrebbe interessare. E' un libricino che si legge in una sera.


Per quanto riguarda le impronte digitali è già da un paio di anni nei comuni dove è possibile richiedere la carta d'identità elettronica che le prendono, ad esempio nella mia città già lo fanno a chi richiede la CIE.

Per quanto riguarda invece i cicli economici, basta leggersi la teoria austriaca del ciclo economico che in sostanza spiega gli effetti di un’espansione creditizia non finanziata da un aumento del risparmio volontario. L’aumento del credito non sostenuto del risparmio produce un ampliamento della struttura produttiva inizialmente simile a quello che si verifica in presenza di un incremento del risparmio. La differenza essenziale è nella creazione dal nulla di denaro (mezzi fiduciari), in forma di depositi a vista, da parte del sistema bancario, che gode del privilegio di operare con un coefficiente a riserva frazionaria e qui nascono la gran parte dei problemi.

Chi decide quanto denaro creare e come crearlo ... il libero mercato oppure qualche entità che cerca di pianificare ?????

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 16/07/2008 alle 14:37
Originariamente inviato da Federico Martin

Originariamente inviato da pacho

Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.
Comunque se non ci si organizza contro questa schifosaggine della presa delle impronte..beh, credo proprio che quasi quasi ci meritiamo tutto ciò.

ps: per Uffa..c'è un bel libro di Giovanni Arrighi, i cicli sistemici di accumulazione (amule dice qualcosa? ) che secondo me potrebbe interessare. E' un libricino che si legge in una sera.


Per quanto riguarda le impronte digitali è già da un paio di anni nei comuni dove è possibile richiedere la carta d'identità elettronica che le prendono, ad esempio nella mia città già lo fanno a chi richiede la CIE.

Per quanto riguarda invece i cicli economici, basta leggersi la teoria austriaca del ciclo economico che in sostanza spiega gli effetti di un’espansione creditizia non finanziata da un aumento del risparmio volontario. L’aumento del credito non sostenuto del risparmio produce un ampliamento della struttura produttiva inizialmente simile a quello che si verifica in presenza di un incremento del risparmio. La differenza essenziale è nella creazione dal nulla di denaro (mezzi fiduciari), in forma di depositi a vista, da parte del sistema bancario, che gode del privilegio di operare con un coefficiente a riserva frazionaria e qui nascono la gran parte dei problemi.

Chi decide quanto denaro creare e come crearlo ... il libero mercato oppure qualche entità che cerca di pianificare ?????



Non bastano due frasette prese (a caso)da una paginetta di un corso slla teoria asustrica per svelarci il mistero.
A proposito, potresti spiegare in dettaglio il significato di quello che hai incollato (ma non è nemmeno questo il punto, dato che sono state riportate delle ovvietà usando un linguaggio altisonante) facendoci un ragionamento, anche empirico sopra che poi dimostri anche:


a) che la moneta sia neutrale (o un velo per dirla come qualche amichetto neoclassico..con boa pace delle centinaia di libri che hanno confutato questa idiozia)

b) l'intreccio tra capitale finanziario e quello produttivo che genera i monopoli

c) restando ancorato alla realta e non a noiosi moedelli teorici (grande forza mostificatrice delle teorie neoclassiche)

Poi ne riparliamo.

 

[Modificato il 16/07/2008 alle 14:43 by pacho]


 
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  postato il 16/07/2008 alle 14:45
Originariamente inviato da pacho

Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.


Sei pazzo, fa troppo freddo in Islanda!!!
Io opterei per i mari del sud

 

____________________

Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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  postato il 16/07/2008 alle 14:45
Secondo me il libero mercato senza conseguenze negative e di crisi non esiste. Non puoi pretendere che il mercato si autoregolamenti (come scrive Phelps) per magia, come se fosse un'entità pensante. Anche solo a un'analisi superficiale, al primo livello, se alla base di tutto c'è il profitto è logico che ci sarà speculazione. E' logico che se le merci prodotte in Cina, anche considerato il trasporto, sono più ecnomiche di quelle prodotte in Bulgaria, che a loro volta.. allora si acquisterà in Cina e non in Italia, con buona pace delle aziende del nord-est in cassa integrazione. Stessa cosa per la forza lavoro, per gli stabilimenti etc etc. Questo a livello elementare, snza contare speculazioni, lato finanziario etc etc (la crisi attuale non si spiega con l'esempio troglodita che ho fatto sopra).
Il libero mercato per me è una favoletta, o se vuoi un modello. La realtà è molto distante. Come anche un modello distante dalla realtà è un'economia di stampo puramente marxista o leninista: sono modelli che nella realtà non esistono.


Per le impronte digitali...che in parte ci siano già o meno, per me è un concetto molto sbagliato e pericoloso. Schedatura istituzionalizzata.. e per quali fini? Certo non quelli che addurranno come scusante. Il primo che mi viene in mente è il "riconoscimento dei cadaveri in caso di incidenti", e sono pronto a scommettere con chiunque (diciamo un giorno di silenzio sul forum) che qualcuno ne parlerà.
E' uno dei passi per uno stato di polizia, basato sul CONTROLLO. Meno male che parlano di libertà e liberalismo, anche se poi a ben vedere anche l'opposizione ha fatto il suo appoggiando questa bella misura.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/07/2008 alle 15:08
Originariamente inviato da pacho

Originariamente inviato da Federico Martin

Originariamente inviato da pacho

Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.
Comunque se non ci si organizza contro questa schifosaggine della presa delle impronte..beh, credo proprio che quasi quasi ci meritiamo tutto ciò.

ps: per Uffa..c'è un bel libro di Giovanni Arrighi, i cicli sistemici di accumulazione (amule dice qualcosa? ) che secondo me potrebbe interessare. E' un libricino che si legge in una sera.


Per quanto riguarda le impronte digitali è già da un paio di anni nei comuni dove è possibile richiedere la carta d'identità elettronica che le prendono, ad esempio nella mia città già lo fanno a chi richiede la CIE.

Per quanto riguarda invece i cicli economici, basta leggersi la teoria austriaca del ciclo economico che in sostanza spiega gli effetti di un’espansione creditizia non finanziata da un aumento del risparmio volontario. L’aumento del credito non sostenuto del risparmio produce un ampliamento della struttura produttiva inizialmente simile a quello che si verifica in presenza di un incremento del risparmio. La differenza essenziale è nella creazione dal nulla di denaro (mezzi fiduciari), in forma di depositi a vista, da parte del sistema bancario, che gode del privilegio di operare con un coefficiente a riserva frazionaria e qui nascono la gran parte dei problemi.

Chi decide quanto denaro creare e come crearlo ... il libero mercato oppure qualche entità che cerca di pianificare ?????



Non bastano due frasette prese (a caso)da una paginetta di un corso slla teoria asustrica per svelarci il mistero.
A proposito, potresti spiegare in dettaglio il significato di quello che hai incollato (ma non è nemmeno questo il punto, dato che sono state riportate delle ovvietà usando un linguaggio altisonante) facendoci un ragionamento, anche empirico sopra che poi dimostri anche:


a) che la moneta sia neutrale (o un velo per dirla come qualche amichetto neoclassico..con boa pace delle centinaia di libri che hanno confutato questa idiozia)

b) l'intreccio tra capitale finanziario e quello produttivo che genera i monopoli

c) restando ancorato alla realta e non a noiosi moedelli teorici (grande forza mostificatrice delle teorie neoclassiche)

Poi ne riparliamo.


Caro Pacho, le due frasette come dici tu che ti ho inserito sono il riassunto della teoria del ciclo economico austriaco, se vuoi entriamo pure nei particolari.

Tu continui a confondere teorie neoclassiche con teorie economica austriache CHE NON SONO LA STESSA COSA.

Ma andiamo con ordine ... punto a) dove avrei affermato la NEUTRALITA' della MONETA e soprattutto chi lo afferma ???

L'effetto di mettere nuova moneta nel sistema economico dipende molto da COME, DOVE e QUANDO la moneta viene creata. Non tutti i prezzi vengono influenzati allo stesso modo, ed è qui che si devono cercare effetti reali della moneta sulla produzione. Se la moneta fosse neutrale, indicizzare i contratti di credito a lungo termine alle variazioni del livello dei prezzi sarebbe sufficiente per eliminare quasi tutti gli effetti (salvo errori di stima e i costi della stima dell'inflazione stessa). In pratica però la moneta è NON NEUTRALE perchè influenza i prezzi in un ordine imprevedibile, e i tentativi di stabilizzare il valore della moneta (o, più recentemente, il tasso di inflazione), oltre ad essere PROBABILMENTE SUPERFLUI, sono anche dannosi.

D'altronde basta leggersi "La Teoria della Moneta e del Credito" di Von Mises è vedrai che il punto a) non è neanche da commentare.

Per gli altri punti di risponderò appena avrò tempo.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 16/07/2008 alle 15:14
Il problema qui in Islanda non è il freddo..Admin.
Il problema è da ricercare nella STRUTTURA e nella conformazione natuale del territorio(e qui è il Casaldi coglierebbe al volo).. e quindi il freddo lo potrei soffrire davvero se la mia futura moglie mi sbatte fuori di casa!!
Quindi ho poco da fare il galletto vallespluga e volare basso.

Per Desmo, ti incollo un articoletto di un mio quasi-idolo (ai tempi economista e tutt'ora credo) che ha preso un trip sulla storia della comunicazione come manipolazione delle coscienze. Si chiama Vladimiro Giacchè e se cerchi in rete trovi cosette interessante (ha pure pubblicato un libro, "la fabbrica del falso")

ti posto l'articoletto.

La fabbrica del falso

di Vladimiro Giacché*

1. Retorica antica e menzogne moderne


Tra tutti i metodi utilizzati per distorcere e "addomesticare" la verità, ce n´è uno oggi particolarmente in voga. Possiamo definirlo
il "metodo della sineddoche indebita". La "sineddoche" è una figura retorica ben nota già ai maestri di eloquenza dell´antichità. Nella
sua variante più usata, essa consiste nell´adoperare la parte di una cosa per designare la cosa nella sua interezza (pars pro toto). Così,
nell´espressione "accolse sotto il suo tetto", il termine "tetto" indica la casa nel suo insieme. Si tratta di un modo di esprimersi
che può essere letterariamente efficace, e che comunque nel caso specifico non è improprio: infatti il tetto è una parte essenziale
della casa.

Spostiamoci adesso dal mondo delle belle lettere e passiamo a quello della cattiva informazione. È qui che ci imbattiamo nella sineddoche
indebita. Che consiste nel trascegliere, all´interno di un fenomeno complesso, un elemento irrilevante (e comunque non caratterizzante)
ed utilizzarlo quale elemento qualificante per descrivere e definire quel fenomeno. Sembra una cosa un po´ astrusa, invece è
concretissima. È il metodo che la stampa italiana, nella sua quasi totalità, ha adoperato a proposito di almeno tre diverse recenti
manifestazioni di protesta.

2. La realtà inventata: 3 episodi significativi

Primo episodio. Manifestazione del 20 marzo 2004: 1 milione di persone in piazza a Roma contro la guerra in una grande
manifestazione pacifica. Al termine della manifestazione, un piccolo gruppo di manifestanti (10 persone? 20 persone?) inveisce contro il
segretario dei DS Fassino, colpevole ai loro occhi (e a dire il vero anche ai nostri) di aver aderito due giorni prima ad una pagliaccesca
manifestazione "unitaria contro il terrorismo" assieme agli Schifani e ai Cicchitto - manifestazione non a caso andata completamente
deserta. La Quercia, dopo qualche esitazione iniziale, decide di cavalcare la vicenda. Il risultato è visibile sui quotidiani di
domenica 21, e soprattutto (a causa appunto dell´esitazione) su quelli di lunedì 22 marzo. Emblematica la Repubblica del 22 marzo:
tutti, ma proprio tutti, gli articoli dedicati alla manifestazione si limitano a chiosare-commentare-condannare la contestazione a Fassino.

Secondo episodio. Venerdì 4 giugno 2004, in una Roma spettralmente blindata, si svolge la visita di Bush jr. Altra manifestazione contro
la guerra, questa volta esplicitamente sabotata da gran parte del centro sinistra (eccetto Rifondazione, PdCI e Verdi). In questo caso
il casus belli è rappresentato dallo slogan "dieci, cento, mille Nassiriya" che - a quanto afferma Mario Reggio sulla Repubblica -
viene "scandito un paio di volte nei pressi della Piramide Cestia", proprio all´inizio del corteo, da un gruppetto di imbecilli (o
peggio), stranamente non più rintracciabili durante il corteo. Ovviamente tutti i quotidiani - inclusa la Repubblica - dedicano
all´episodio la maggior parte dello spazio dedicato alla manifestazione, con relativi titoli scandalizzati.

Terzo episodio. Sabato 18 febbraio 2006. Manifestazione per la creazione di uno Stato palestinese. La manifestazione, organizzata
dal Forum Palestina, viene sostenuta da molte associazioni e dai sindacati di base, ma boicottata da quasi tutto il centrosinistra:
soltanto il PdCI aderisce come partito; vi sono poi alcuni parlamentari dei Verdi, e una rappresentanza delle minoranze di
Rifondazione. La segreteria di quest´ultimo partito boicotta attivamente la manifestazione, facendo ritirare l´adesione anche a
gruppi e singoli che in un primo momento avevano aderito: così - ad esempio - Alì Rashid e Luisa Morgantini "scoprono" all´improvviso di
non aver sulle prime letto bene il manifesto di convocazione della manifestazione, e di trovarsi in disaccordo con esso. Disaccordo ben
strano, se si pensa che la manifestazione propone nientemeno che... il rispetto delle risoluzioni dell´ONU sullo Stato di Palestina con
capitale a Gerusalemme Est e sulla necessità che gli israeliani si ritirino dai Territori occupati nel 1967. Comunque sia, la
manifestazione si svolge normalmente, e si conclude con diversi interventi interessanti. In essi viene tra l´altro rivendicata
l´importanza della resistenza nei confronti degli aggressori e degli occupanti, in Palestina come in Irak. Uno degli organizzatori ricorda
dal palco come il termine di "resistenza" non dovrebbe destare scandalo in un Paese come il nostro, che sino a prova contraria è una
Repubblica sia "fondata sulla Resistenza". Niente di tutto questo finisce sui TG e sui giornali del giorno dopo (uniche eccezioni: TG3
e "Liberazione"). Ci finiscono invece 4 o 5 idioti che, sul finire della manifestazione, danno fuoco a una bandiera Usa e a una banidera
israeliana e inneggiano a Nassiriya (evidentemente, repetita iuvant...). Tra i titoli più garbati quello di Repubblica: "Al rogo le
bandiere di Israele e USA"; sottotitolo: "Un gruppuscolo, che inneggia a Nassiriya, irrompe al corteo pro Palestina". Ecco fatto:
episodi assolutamente marginali, talmente marginali che la gran parte dei manifestanti ne ha appreso l´esistenza soltanto dai mezzi di (dis)
informazione, diventano la notizia. Che oltretutto viene riportata incompletamente: ossia evitando accuratamente di aggiungere che gli
autori delle bravate di cui sopra (un tempo si definivano "provocazioni") sono stati allontanati in malo modo dalla
manifestazione. Da questa non-notizia che diventa titolo sono ovviamente sorte le solite polemiche mediatico-politiche (ormai è
impossibile separare i due termini: la società dello spettacolo ha letteralmente inghiottito la "politica politicante"). Con fiumi di
inchiostro indignato versato da politologi, opinionisti e politici. Tutta gente che quindi - come Max Stirner - ha "fondato la sua causa
sul nulla" (ma, a differenza di Stirner, senza esserne consapevole).
3. Qualche motivo di riflessione

Gli esempi citati sopra ci offrono diversi motivi di riflessione.

Proviamo a metterli in fila.

1) Sempre più spesso accade che la realtà non sia nient´altro che la rifrazione della sua immagine sui media. Detto in altri termini: la
costruzione della realtà operata dalla "informazione" ormai sostituisce la realtà stessa. In concreto, per i lettori dei giornali
del 19 febbraio, ad eccezione di coloro che vi avevano partecipato, la manifestazione del 18 febbraio è stata una manifestazione in cui
roghi rituali di bandiere si alternavano a slogan pro-Nassiriya. Punto e basta. La realtà è la sua rappresentazione. E nei casi di cui
ci siamo occupati, questo meccanismo ha determinato un completo capovolgimento della realtà e della verità dei fatti.

2) Chi prenda in esame le tre manifestazioni citate può facilmente accorgersi di un fatto incontrovertibile: la portata del sostegno
"partitico-istituzionale" alle manifestazioni sulle guerre del Medio Oriente nel corso del tempo si è drasticamente ridotta. Prima hanno
cominciato a sfilarsi Ds e Margherita, poi i Verdi e la maggioranza di Rifondazione. Ovviamente, questo ridursi della "solidarietà"
istituzionale non è estraneo all´ampiezza dei "cori" giornalistici (non è un caso che uno dei peggiori articoli sulla manifestazione del
18 febbraio si sia potuto leggere sul manifesto, a firma di Sara Menafra). Ma perché il sostegno "politico-istituzionale" si riduce?
La risposta prevalente nei commenti politici e giornalistici è: la colpa è di chi manifesta. Le parole d´ordine devono essere
"ragionevoli", non bisogna parlare di "resistenza" ma di "terrorismo" (Fassino e Rutelli), alla guerra bisogna rispondere con
la non-violenza (Bertinotti e Pecoraro Scanio), bisogna "valutare il rapporto delle forze" (Rossanda), ecc. ecc. ecc. Ma le cose stanno
veramente così?

3) No. Il discorso va in qualche modo rovesciato. Il problema non è che le manifestazioni siano "irragionevoli". Il problema è che il
concetto di "ragionevolezza" fatto proprio dall´establishment si è progressivamente ampliato - a spese della ragione (e del buon senso).
Oggi è "estremismo" dire che le risoluzioni ONU sulla Palestina vanno rispettate; è "estremismo" dire che Bush e Blair sono criminali di
guerra (lo sono in senso letterale: secondo il Tribunale di Norimberga il massimo crimine è rappresentato dalla "guerra di
aggressione"); è "estremismo" dire che in Irak non è stata esportata alcuna "democrazia", ma disgregazione statuale e guerra civile
permanente; è "estremismo" dire che le armi di distruzione di massa gli Usa in Irak non soltanto non ce le hanno trovate, ma le hanno
portate e le hanno usate (Falluja docet). Perché accade questo?
4) Rispondere a questa domanda non è semplice. Una cosa però è certa: non è la prima volta che il concetto di "ragione" vede drasticamente
limitati i suoi diritti e il suo stesso significato. Pensiamo soltanto, per restare a quanto accaduto nel Novecento, alle ondate
ricorrenti di nazionalismo, sciovinismo e razzismo, che hanno preceduto e accompagnato i massacri coloniali prima, la grande
carneficina della prima guerra mondiale poi, e infine fascismo e nazismo. È il capitale che, per avere più libertà di movimento, ha
bisogno di mettere la ragione agli arresti domiciliari. Tornando ai nostri anni, è evidente il piano inclinato su cui sta scivolando da
almeno un quindicennio la tanto mitizzata "civiltà occidentale" (concetto ideologico per eccellenza, che ha tra l´altro
il vantaggio di cancellare la realtà dei conflitti
interimperialistici). Guarda caso, è proprio con la sconfitta del Nemico per antonomasia, il "comunismo sovietico", che hanno ripreso a
correre scatenati i "cani della guerra": prima Irak 1, poi Bosnia, poi Kosovo, poi Irak 2; e presto sarà il turno dell´Iran. Questo sul
piano internazionale. Contemporaneamente si sono colpiti e si colpiscono in ogni Paese i diritti dei lavoratori e il salario nelle
sue diverse forme (diretto, indiretto, differito). All´estero come all´interno, trionfa insomma la "ragione del più forte". È a questa
"ragione" che si piega la "ragionevolezza" degli imperialisti rosé di casa nostra, dei gandhiani dell´ultimora, dei fautori di una
Realpolitik che significa - sempre più spesso e sempre più chiaramente - piegarsi semplicemente e senza batter ciglio al diritto
delle armi, alla logica della violenza, della sopraffazione e della morte. In una parola: alla logica della guerra.

4. Restituire le parole alle cose

È essenziale avere la consapevolezza della posta in gioco. È essenziale capire che a questa deriva, costi quello che costi, non
bisogna piegarsi. La "ragione dimezzata", la "ragionevolezza" dei "però" e dei "tuttosommato" è da sempre la migliore alleata del
dominio e della sua barbarie. E allora bisogna resistere. Si può farlo in diversi modi.

In primo luogo, chiamando le cose con il loro nome. Qui il motto potrebbe essere: la tautologia è rivoluzionaria. Qualche esempio. Un
muro è un muro, soprattutto se è alto 8 metri e lungo 730 km: non è un "recinto di protezione". Non è un "recinto" perché è un muro; e
non è "di protezione" perché - anziché essere costruito sui confini (già illegali) del 1967 - confisca il 43% dei residui territori
palestinesi. Un criminale di guerra è un criminale di guerra: non è uno statista e tantomeno un "uomo di pace". Chi resiste a
un´occupazione militare straniera è un resistente - e non un terrorista. Una bugia è una bugia - e non un "errore". Le torture
sono torture - e non "abusi". E così via.
In secondo luogo, denunciando e combattendo i cliché dominanti. Che non sono semplici parole, ma schemi di pensiero. E che, in quanto
tali, sono più insidiosi e pervasivi delle singole menzogne e dello stravolgimento di singoli fatti. Questi cliché hanno contribuito alla
scarsa incisività del cosiddetto "movimento no-war" dopo lo scoppio della guerra, anche nei confronti di eventi di estrema gravità quali
le torture di Abu Ghraib e l´uso del fosforo bianco a Falluja. I cliché pesso esistono in due versioni: quella hard (quella urlata dai
Pera e dai Ferrara, tanto per capirsi) e quella soft (quella dei pen [s]osi "leader" del "centro-sinistra": Rutelli e Fassino, tanto per
non far nomi). Le due versioni vanno combattute con la medesima energia. Anche qui, qualche esempio:

Cliché n. 1: L´Occidente è portatore di una civiltà superiore

- Versione hard: È quella contenuta nei testi della Fallaci e nei
discorsi di Calderoli.

- Versione soft: L´Occidente è superiore in quanto non è integralista
ed è "tollerante". Ovviamente, rispetto a tale dato di fondo è del
tutto irrilevante il fatto che negli ultimi anni eserciti e armi
dell´Occidente abbiano ammazzato decine di migliaia di civili in
Afghanistan e in Irak.

Cliché n. 2: L´Occidente è portatore di un sistema politico superiore
("democrazia").

Si tratta di una variante del cliché precedente. È di importanza
fondamentale nel dispositivo del discorso ideologico contemporaneo.
L´Occidente è portatore della "democrazia" e nemico delle "dittature"
e dei "totalitarismi".

Questo cliché ha consentito a Blair addirittura di fare un uso
apologetico della scoperta delle torture praticate in Irak dai
soldati inglesi: "La differenza tra democrazia e tirannia non è che
in una democrazia non accadono cose brutte, ma che quando accadono se
ne chiede conto ai responsabili". In sintesi: se le porcherie che
facciamo non vengono scoperte, il nostro è un sistema politico
superiore perché non c´è nulla che dimostri il contrario; se vengono
scoperte, il fatto stesso che vengano scoperte dimostra che il nostro
è un sistema politico superiore. Lo schema può essere variato
all´infinito: così, si può argomentare che la scoperta delle menzogne
di guerra dimostra la buona fede degli Usa e la trasparenza del
sistema ecc.

Da questo luogo comune discende poi il

Cliché n. 3: è legittimo (ed anzi opportuno e necessario) esportare
la democrazia.

Se si accetta questo presupposto si è indotti ad accettarne molti
altri. Qualche esempio, applicato alla guerra irachena:

Cliché n. 4. La resistenza irachena è terrorismo (o comunque un
fenomeno tribale pre-moderno).

Cliché n. 5. In Irak il problema è il "terrorismo" e non l´invasione
angloamericana (e italiana).

Per avere un´idea di come quest´ultimo cliché possa orientare
l´informazione, si può prendere un articolo uscito su la Repubblica
del 27 gennaio 2005, alla vigilia delle elezioni in Irak. È di
Bernardo Valli, ed è abbastanza equilibrato. Nel testo l´articolista
si chiede tra l´altro: è possibile esprimersi in un paese "in stato
d´assedio, occupato da truppe di una superpotenza straniera... e di
trenta potenze minori, da ausiliari armati come in un Far West
mediorientale? In un paese minacciato da una guerriglia disperata e
spietata?". Questo ragionamento nell´occhiello diventa: "resta la
questione: è possibile esprimersi liberamente in un paese
assediato?". L´informazione viene selezionata sulla base del cliché
secondo cui il problema è il "terrorismo", ed il gioco è fatto: gli
invasori sono spariti, e i resistenti sono diventati "assedianti".

Va notato che sul presupposto della "legittimità di esportare la
democrazia" è stata costruita - una volta venute meno quelle
originarie - una giustificazione posticcia dell´invasione dell´Irak:
che sarebbe avvenuta, appunto, allo scopo di "esportare la
democrazia". È assai singolare che buona parte del centrosinistra
italiano si sia bevuta questa ennesima menzogna, perdipiù a scoppio
ritardato: il tema dell´"export della democrazia" infatti non era
neppure tra le (false) motivazioni a suo tempo addotte per aggredire
l´Irak. In ogni caso, chiunque conosca la storia del colonialismo non
avrà difficoltà a rinvenire i precedenti di questa "giustificazione".

Ma in terzo luogo, oltre a combattere i cliché dominanti, bisognerà
offrire un´interpretazione alternativa degli eventi. Rifiutando i
cliché sia nella versione hard che in quella soft e contrapponendo ad
essi un´altra interpretazione generale di ciò che è avvenuto. Così,
l´invasione dell´Irak non è né una tappa della guerra contro il
terrorismo, né un errore. Cos´è, allora? Harold Pinter l´ha definita
così: "un atto di banditismo, di puro terrorismo di stato, che
dimostra un disprezzo assoluto per il concetto stesso di legge
internazionale. L´invasione è stata un´azione militare arbitraria che
si è nutrita di bugie su bugie e di una volgare manipolazione dei
media e quindi dell´opinione pubblica; un atto che aveva l´obiettivo
di consolidare il controllo militare ed economico degli Usa sul Medio
Oriente, camuffandolo - una volta manifestatesi infondate tutte le
altre giustificazioni - da liberazione. Un formidabile dispiegamento
di forza militare che ha la responsabilità della morte e della
mutilazione di migliaia e migliaia di persone innocenti. Abbiamo
portato tortura, cluster bombs, uranio impoverito, innumerevoli atti
di assassinio indiscriminato, miseria, degradazione e morte al popolo
iracheno e l´abbiamo chiamato `portare libertà e democrazia al Medio
Oriente´".

Sono parole tratte dal discorso pronunciato dal drammaturgo
britannico per il conferimento del Nobel, il 7 dicembre dello scorso
anno. Sfortunatamente, nessun giornale italiano ha ritenuto opportuno
riproporle ai suoi lettori.

* l'articolo pubblicato è uscito sul nr.113 della rivista La Contraddizione

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 16/07/2008 alle 16:00
Originariamente inviato da Federico Martin

Originariamente inviato da pacho

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Originariamente inviato da pacho

Sti cazz.i, io per il 2010 chiederò asilo politico qui in islanda.
Comunque se non ci si organizza contro questa schifosaggine della presa delle impronte..beh, credo proprio che quasi quasi ci meritiamo tutto ciò.

ps: per Uffa..c'è un bel libro di Giovanni Arrighi, i cicli sistemici di accumulazione (amule dice qualcosa? ) che secondo me potrebbe interessare. E' un libricino che si legge in una sera.


Per quanto riguarda le impronte digitali è già da un paio di anni nei comuni dove è possibile richiedere la carta d'identità elettronica che le prendono, ad esempio nella mia città già lo fanno a chi richiede la CIE.

Per quanto riguarda invece i cicli economici, basta leggersi la teoria austriaca del ciclo economico che in sostanza spiega gli effetti di un’espansione creditizia non finanziata da un aumento del risparmio volontario. L’aumento del credito non sostenuto del risparmio produce un ampliamento della struttura produttiva inizialmente simile a quello che si verifica in presenza di un incremento del risparmio. La differenza essenziale è nella creazione dal nulla di denaro (mezzi fiduciari), in forma di depositi a vista, da parte del sistema bancario, che gode del privilegio di operare con un coefficiente a riserva frazionaria e qui nascono la gran parte dei problemi.

Chi decide quanto denaro creare e come crearlo ... il libero mercato oppure qualche entità che cerca di pianificare ?????



Non bastano due frasette prese (a caso)da una paginetta di un corso slla teoria asustrica per svelarci il mistero.
A proposito, potresti spiegare in dettaglio il significato di quello che hai incollato (ma non è nemmeno questo il punto, dato che sono state riportate delle ovvietà usando un linguaggio altisonante) facendoci un ragionamento, anche empirico sopra che poi dimostri anche:


a) che la moneta sia neutrale (o un velo per dirla come qualche amichetto neoclassico..con boa pace delle centinaia di libri che hanno confutato questa idiozia)

b) l'intreccio tra capitale finanziario e quello produttivo che genera i monopoli

c) restando ancorato alla realta e non a noiosi moedelli teorici (grande forza mostificatrice delle teorie neoclassiche)

Poi ne riparliamo.


Caro Pacho, le due frasette come dici tu che ti ho inserito sono il riassunto della teoria del ciclo economico austriaco, se vuoi entriamo pure nei particolari.

Tu continui a confondere teorie neoclassiche con teorie economica austriache CHE NON SONO LA STESSA COSA.

Ma andiamo con ordine ... punto a) dove avrei affermato la NEUTRALITA' della MONETA e soprattutto chi lo afferma ???

L'effetto di mettere nuova moneta nel sistema economico dipende molto da COME, DOVE e QUANDO la moneta viene creata. Non tutti i prezzi vengono influenzati allo stesso modo, ed è qui che si devono cercare effetti reali della moneta sulla produzione. Se la moneta fosse neutrale, indicizzare i contratti di credito a lungo termine alle variazioni del livello dei prezzi sarebbe sufficiente per eliminare quasi tutti gli effetti (salvo errori di stima e i costi della stima dell'inflazione stessa). In pratica però la moneta è NON NEUTRALE perchè influenza i prezzi in un ordine imprevedibile, e i tentativi di stabilizzare il valore della moneta (o, più recentemente, il tasso di inflazione), oltre ad essere PROBABILMENTE SUPERFLUI, sono anche dannosi.

D'altronde basta leggersi "La Teoria della Moneta e del Credito" di Von Mises è vedrai che il punto a) non è neanche da commentare.

Per gli altri punti di risponderò appena avrò tempo.


Evidentemente l'individualismo metodologico ha colpito ancora.
Basta uscire fuori ed allargare lo sguardo per comprendere che, se il capitalismo è basato sullo scambio di merci in vista del profitto ed, essendo la moneta il mezzo di pagamento e credito, è improponibile ed utopico creare un sistema laissez-faire come allocatore ottimale delle risorse ( quindi la moneta NON è neutrale per quel che dicono gli austriaci, quello è ovvio, ma per una caratteristica intrinsecamente legata ai rapporti di forza tra le classi)
Propagandare così l'astensionismo dello stato e delle banche centrali è una pura sega mentale che non ha avuto/non ha/e non avrà mai riscontro empirico sotto questo sistema.
Il libello di VonMises l'ho letto mio malgrado e purtroppo (non sono riuscito ancora a stimare una regressioen lineare) sono stato colpito da conati di riso.
Tanto per farmarmi al piu patetico, è divertentissimo quando dice che un eccesso di moneta genererebbe sovrainvestimti. Si si Von mises e tutti i suoi discepoli, è proprio così!!!

Metto le mani avanti: non mi interessano le dispute teologiche sulle dottrine ideologiche. Se vuoi quelle ce le facciamo in chat.
I problemi reali adesso sono ben altri e causati (anche) dagli economisti accademici servi del potere. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Se con i tuoi strumenti non puoi comprendere la naturale evouzione dei processi di concentrazione del capitale che genera i monopoli (altro che libera concorrenza!!) ti consiglio un libricino, l'Imperialismo di Lenin...ancora estremametente attuale. Se l'autore non di piace, almeno leggiti Hilferding

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 16/07/2008 alle 20:17
Originariamente inviato da pacho

Il problema qui in Islanda non è il freddo..Admin.
Il problema è da ricercare nella STRUTTURA e nella conformazione natuale del territorio(e qui è il Casaldi coglierebbe al volo).. e quindi il freddo lo potrei soffrire davvero se la mia futura moglie mi sbatte fuori di casa!!
Quindi ho poco da fare il galletto vallespluga e volare basso.

Per Desmo, ti incollo un articoletto di un mio quasi-idolo (ai tempi economista e tutt'ora credo) che ha preso un trip sulla storia della comunicazione come manipolazione delle coscienze. Si chiama Vladimiro Giacchè e se cerchi in rete trovi cosette interessante (ha pure pubblicato un libro, "la fabbrica del falso")

ti posto l'articoletto.

La fabbrica del falso

di Vladimiro Giacché*

1. Retorica antica e menzogne moderne


Tra tutti i metodi utilizzati per distorcere e "addomesticare" la verità, ce n´è uno oggi particolarmente in voga. Possiamo definirlo
il "metodo della sineddoche indebita". La "sineddoche" è una figura retorica ben nota già ai maestri di eloquenza dell´antichità. Nella
sua variante più usata, essa consiste nell´adoperare la parte di una cosa per designare la cosa nella sua interezza (pars pro toto). Così,
nell´espressione "accolse sotto il suo tetto", il termine "tetto" indica la casa nel suo insieme. Si tratta di un modo di esprimersi
che può essere letterariamente efficace, e che comunque nel caso specifico non è improprio: infatti il tetto è una parte essenziale
della casa.

Spostiamoci adesso dal mondo delle belle lettere e passiamo a quello della cattiva informazione. È qui che ci imbattiamo nella sineddoche
indebita. Che consiste nel trascegliere, all´interno di un fenomeno complesso, un elemento irrilevante (e comunque non caratterizzante)
ed utilizzarlo quale elemento qualificante per descrivere e definire quel fenomeno. Sembra una cosa un po´ astrusa, invece è
concretissima. È il metodo che la stampa italiana, nella sua quasi totalità, ha adoperato a proposito di almeno tre diverse recenti
manifestazioni di protesta.

2. La realtà inventata: 3 episodi significativi

Primo episodio. Manifestazione del 20 marzo 2004: 1 milione di persone in piazza a Roma contro la guerra in una grande
manifestazione pacifica. Al termine della manifestazione, un piccolo gruppo di manifestanti (10 persone? 20 persone?) inveisce contro il
segretario dei DS Fassino, colpevole ai loro occhi (e a dire il vero anche ai nostri) di aver aderito due giorni prima ad una pagliaccesca
manifestazione "unitaria contro il terrorismo" assieme agli Schifani e ai Cicchitto - manifestazione non a caso andata completamente
deserta. La Quercia, dopo qualche esitazione iniziale, decide di cavalcare la vicenda. Il risultato è visibile sui quotidiani di
domenica 21, e soprattutto (a causa appunto dell´esitazione) su quelli di lunedì 22 marzo. Emblematica la Repubblica del 22 marzo:
tutti, ma proprio tutti, gli articoli dedicati alla manifestazione si limitano a chiosare-commentare-condannare la contestazione a Fassino.

Secondo episodio. Venerdì 4 giugno 2004, in una Roma spettralmente blindata, si svolge la visita di Bush jr. Altra manifestazione contro
la guerra, questa volta esplicitamente sabotata da gran parte del centro sinistra (eccetto Rifondazione, PdCI e Verdi). In questo caso
il casus belli è rappresentato dallo slogan "dieci, cento, mille Nassiriya" che - a quanto afferma Mario Reggio sulla Repubblica -
viene "scandito un paio di volte nei pressi della Piramide Cestia", proprio all´inizio del corteo, da un gruppetto di imbecilli (o
peggio), stranamente non più rintracciabili durante il corteo. Ovviamente tutti i quotidiani - inclusa la Repubblica - dedicano
all´episodio la maggior parte dello spazio dedicato alla manifestazione, con relativi titoli scandalizzati.

Terzo episodio. Sabato 18 febbraio 2006. Manifestazione per la creazione di uno Stato palestinese. La manifestazione, organizzata
dal Forum Palestina, viene sostenuta da molte associazioni e dai sindacati di base, ma boicottata da quasi tutto il centrosinistra:
soltanto il PdCI aderisce come partito; vi sono poi alcuni parlamentari dei Verdi, e una rappresentanza delle minoranze di
Rifondazione. La segreteria di quest´ultimo partito boicotta attivamente la manifestazione, facendo ritirare l´adesione anche a
gruppi e singoli che in un primo momento avevano aderito: così - ad esempio - Alì Rashid e Luisa Morgantini "scoprono" all´improvviso di
non aver sulle prime letto bene il manifesto di convocazione della manifestazione, e di trovarsi in disaccordo con esso. Disaccordo ben
strano, se si pensa che la manifestazione propone nientemeno che... il rispetto delle risoluzioni dell´ONU sullo Stato di Palestina con
capitale a Gerusalemme Est e sulla necessità che gli israeliani si ritirino dai Territori occupati nel 1967. Comunque sia, la
manifestazione si svolge normalmente, e si conclude con diversi interventi interessanti. In essi viene tra l´altro rivendicata
l´importanza della resistenza nei confronti degli aggressori e degli occupanti, in Palestina come in Irak. Uno degli organizzatori ricorda
dal palco come il termine di "resistenza" non dovrebbe destare scandalo in un Paese come il nostro, che sino a prova contraria è una
Repubblica sia "fondata sulla Resistenza". Niente di tutto questo finisce sui TG e sui giornali del giorno dopo (uniche eccezioni: TG3
e "Liberazione"). Ci finiscono invece 4 o 5 idioti che, sul finire della manifestazione, danno fuoco a una bandiera Usa e a una banidera
israeliana e inneggiano a Nassiriya (evidentemente, repetita iuvant...). Tra i titoli più garbati quello di Repubblica: "Al rogo le
bandiere di Israele e USA"; sottotitolo: "Un gruppuscolo, che inneggia a Nassiriya, irrompe al corteo pro Palestina". Ecco fatto:
episodi assolutamente marginali, talmente marginali che la gran parte dei manifestanti ne ha appreso l´esistenza soltanto dai mezzi di (dis)
informazione, diventano la notizia. Che oltretutto viene riportata incompletamente: ossia evitando accuratamente di aggiungere che gli
autori delle bravate di cui sopra (un tempo si definivano "provocazioni") sono stati allontanati in malo modo dalla
manifestazione. Da questa non-notizia che diventa titolo sono ovviamente sorte le solite polemiche mediatico-politiche (ormai è
impossibile separare i due termini: la società dello spettacolo ha letteralmente inghiottito la "politica politicante"). Con fiumi di
inchiostro indignato versato da politologi, opinionisti e politici. Tutta gente che quindi - come Max Stirner - ha "fondato la sua causa
sul nulla" (ma, a differenza di Stirner, senza esserne consapevole).
3. Qualche motivo di riflessione

Gli esempi citati sopra ci offrono diversi motivi di riflessione.

Proviamo a metterli in fila.

1) Sempre più spesso accade che la realtà non sia nient´altro che la rifrazione della sua immagine sui media. Detto in altri termini: la
costruzione della realtà operata dalla "informazione" ormai sostituisce la realtà stessa. In concreto, per i lettori dei giornali
del 19 febbraio, ad eccezione di coloro che vi avevano partecipato, la manifestazione del 18 febbraio è stata una manifestazione in cui
roghi rituali di bandiere si alternavano a slogan pro-Nassiriya. Punto e basta. La realtà è la sua rappresentazione. E nei casi di cui
ci siamo occupati, questo meccanismo ha determinato un completo capovolgimento della realtà e della verità dei fatti.

2) Chi prenda in esame le tre manifestazioni citate può facilmente accorgersi di un fatto incontrovertibile: la portata del sostegno
"partitico-istituzionale" alle manifestazioni sulle guerre del Medio Oriente nel corso del tempo si è drasticamente ridotta. Prima hanno
cominciato a sfilarsi Ds e Margherita, poi i Verdi e la maggioranza di Rifondazione. Ovviamente, questo ridursi della "solidarietà"
istituzionale non è estraneo all´ampiezza dei "cori" giornalistici (non è un caso che uno dei peggiori articoli sulla manifestazione del
18 febbraio si sia potuto leggere sul manifesto, a firma di Sara Menafra). Ma perché il sostegno "politico-istituzionale" si riduce?
La risposta prevalente nei commenti politici e giornalistici è: la colpa è di chi manifesta. Le parole d´ordine devono essere
"ragionevoli", non bisogna parlare di "resistenza" ma di "terrorismo" (Fassino e Rutelli), alla guerra bisogna rispondere con
la non-violenza (Bertinotti e Pecoraro Scanio), bisogna "valutare il rapporto delle forze" (Rossanda), ecc. ecc. ecc. Ma le cose stanno
veramente così?

3) No. Il discorso va in qualche modo rovesciato. Il problema non è che le manifestazioni siano "irragionevoli". Il problema è che il
concetto di "ragionevolezza" fatto proprio dall´establishment si è progressivamente ampliato - a spese della ragione (e del buon senso).
Oggi è "estremismo" dire che le risoluzioni ONU sulla Palestina vanno rispettate; è "estremismo" dire che Bush e Blair sono criminali di
guerra (lo sono in senso letterale: secondo il Tribunale di Norimberga il massimo crimine è rappresentato dalla "guerra di
aggressione"); è "estremismo" dire che in Irak non è stata esportata alcuna "democrazia", ma disgregazione statuale e guerra civile
permanente; è "estremismo" dire che le armi di distruzione di massa gli Usa in Irak non soltanto non ce le hanno trovate, ma le hanno
portate e le hanno usate (Falluja docet). Perché accade questo?
4) Rispondere a questa domanda non è semplice. Una cosa però è certa: non è la prima volta che il concetto di "ragione" vede drasticamente
limitati i suoi diritti e il suo stesso significato. Pensiamo soltanto, per restare a quanto accaduto nel Novecento, alle ondate
ricorrenti di nazionalismo, sciovinismo e razzismo, che hanno preceduto e accompagnato i massacri coloniali prima, la grande
carneficina della prima guerra mondiale poi, e infine fascismo e nazismo. È il capitale che, per avere più libertà di movimento, ha
bisogno di mettere la ragione agli arresti domiciliari. Tornando ai nostri anni, è evidente il piano inclinato su cui sta scivolando da
almeno un quindicennio la tanto mitizzata "civiltà occidentale" (concetto ideologico per eccellenza, che ha tra l´altro
il vantaggio di cancellare la realtà dei conflitti
interimperialistici). Guarda caso, è proprio con la sconfitta del Nemico per antonomasia, il "comunismo sovietico", che hanno ripreso a
correre scatenati i "cani della guerra": prima Irak 1, poi Bosnia, poi Kosovo, poi Irak 2; e presto sarà il turno dell´Iran. Questo sul
piano internazionale. Contemporaneamente si sono colpiti e si colpiscono in ogni Paese i diritti dei lavoratori e il salario nelle
sue diverse forme (diretto, indiretto, differito). All´estero come all´interno, trionfa insomma la "ragione del più forte". È a questa
"ragione" che si piega la "ragionevolezza" degli imperialisti rosé di casa nostra, dei gandhiani dell´ultimora, dei fautori di una
Realpolitik che significa - sempre più spesso e sempre più chiaramente - piegarsi semplicemente e senza batter ciglio al diritto
delle armi, alla logica della violenza, della sopraffazione e della morte. In una parola: alla logica della guerra.

4. Restituire le parole alle cose

È essenziale avere la consapevolezza della posta in gioco. È essenziale capire che a questa deriva, costi quello che costi, non
bisogna piegarsi. La "ragione dimezzata", la "ragionevolezza" dei "però" e dei "tuttosommato" è da sempre la migliore alleata del
dominio e della sua barbarie. E allora bisogna resistere. Si può farlo in diversi modi.

In primo luogo, chiamando le cose con il loro nome. Qui il motto potrebbe essere: la tautologia è rivoluzionaria. Qualche esempio. Un
muro è un muro, soprattutto se è alto 8 metri e lungo 730 km: non è un "recinto di protezione". Non è un "recinto" perché è un muro; e
non è "di protezione" perché - anziché essere costruito sui confini (già illegali) del 1967 - confisca il 43% dei residui territori
palestinesi. Un criminale di guerra è un criminale di guerra: non è uno statista e tantomeno un "uomo di pace". Chi resiste a
un´occupazione militare straniera è un resistente - e non un terrorista. Una bugia è una bugia - e non un "errore". Le torture
sono torture - e non "abusi". E così via.
In secondo luogo, denunciando e combattendo i cliché dominanti. Che non sono semplici parole, ma schemi di pensiero. E che, in quanto
tali, sono più insidiosi e pervasivi delle singole menzogne e dello stravolgimento di singoli fatti. Questi cliché hanno contribuito alla
scarsa incisività del cosiddetto "movimento no-war" dopo lo scoppio della guerra, anche nei confronti di eventi di estrema gravità quali
le torture di Abu Ghraib e l´uso del fosforo bianco a Falluja. I cliché pesso esistono in due versioni: quella hard (quella urlata dai
Pera e dai Ferrara, tanto per capirsi) e quella soft (quella dei pen [s]osi "leader" del "centro-sinistra": Rutelli e Fassino, tanto per
non far nomi). Le due versioni vanno combattute con la medesima energia. Anche qui, qualche esempio:

Cliché n. 1: L´Occidente è portatore di una civiltà superiore

- Versione hard: È quella contenuta nei testi della Fallaci e nei
discorsi di Calderoli.

- Versione soft: L´Occidente è superiore in quanto non è integralista
ed è "tollerante". Ovviamente, rispetto a tale dato di fondo è del
tutto irrilevante il fatto che negli ultimi anni eserciti e armi
dell´Occidente abbiano ammazzato decine di migliaia di civili in
Afghanistan e in Irak.

Cliché n. 2: L´Occidente è portatore di un sistema politico superiore
("democrazia").

Si tratta di una variante del cliché precedente. È di importanza
fondamentale nel dispositivo del discorso ideologico contemporaneo.
L´Occidente è portatore della "democrazia" e nemico delle "dittature"
e dei "totalitarismi".

Questo cliché ha consentito a Blair addirittura di fare un uso
apologetico della scoperta delle torture praticate in Irak dai
soldati inglesi: "La differenza tra democrazia e tirannia non è che
in una democrazia non accadono cose brutte, ma che quando accadono se
ne chiede conto ai responsabili". In sintesi: se le porcherie che
facciamo non vengono scoperte, il nostro è un sistema politico
superiore perché non c´è nulla che dimostri il contrario; se vengono
scoperte, il fatto stesso che vengano scoperte dimostra che il nostro
è un sistema politico superiore. Lo schema può essere variato
all´infinito: così, si può argomentare che la scoperta delle menzogne
di guerra dimostra la buona fede degli Usa e la trasparenza del
sistema ecc.

Da questo luogo comune discende poi il

Cliché n. 3: è legittimo (ed anzi opportuno e necessario) esportare
la democrazia.

Se si accetta questo presupposto si è indotti ad accettarne molti
altri. Qualche esempio, applicato alla guerra irachena:

Cliché n. 4. La resistenza irachena è terrorismo (o comunque un
fenomeno tribale pre-moderno).

Cliché n. 5. In Irak il problema è il "terrorismo" e non l´invasione
angloamericana (e italiana).

Per avere un´idea di come quest´ultimo cliché possa orientare
l´informazione, si può prendere un articolo uscito su la Repubblica
del 27 gennaio 2005, alla vigilia delle elezioni in Irak. È di
Bernardo Valli, ed è abbastanza equilibrato. Nel testo l´articolista
si chiede tra l´altro: è possibile esprimersi in un paese "in stato
d´assedio, occupato da truppe di una superpotenza straniera... e di
trenta potenze minori, da ausiliari armati come in un Far West
mediorientale? In un paese minacciato da una guerriglia disperata e
spietata?". Questo ragionamento nell´occhiello diventa: "resta la
questione: è possibile esprimersi liberamente in un paese
assediato?". L´informazione viene selezionata sulla base del cliché
secondo cui il problema è il "terrorismo", ed il gioco è fatto: gli
invasori sono spariti, e i resistenti sono diventati "assedianti".

Va notato che sul presupposto della "legittimità di esportare la
democrazia" è stata costruita - una volta venute meno quelle
originarie - una giustificazione posticcia dell´invasione dell´Irak:
che sarebbe avvenuta, appunto, allo scopo di "esportare la
democrazia". È assai singolare che buona parte del centrosinistra
italiano si sia bevuta questa ennesima menzogna, perdipiù a scoppio
ritardato: il tema dell´"export della democrazia" infatti non era
neppure tra le (false) motivazioni a suo tempo addotte per aggredire
l´Irak. In ogni caso, chiunque conosca la storia del colonialismo non
avrà difficoltà a rinvenire i precedenti di questa "giustificazione".

Ma in terzo luogo, oltre a combattere i cliché dominanti, bisognerà
offrire un´interpretazione alternativa degli eventi. Rifiutando i
cliché sia nella versione hard che in quella soft e contrapponendo ad
essi un´altra interpretazione generale di ciò che è avvenuto. Così,
l´invasione dell´Irak non è né una tappa della guerra contro il
terrorismo, né un errore. Cos´è, allora? Harold Pinter l´ha definita
così: "un atto di banditismo, di puro terrorismo di stato, che
dimostra un disprezzo assoluto per il concetto stesso di legge
internazionale. L´invasione è stata un´azione militare arbitraria che
si è nutrita di bugie su bugie e di una volgare manipolazione dei
media e quindi dell´opinione pubblica; un atto che aveva l´obiettivo
di consolidare il controllo militare ed economico degli Usa sul Medio
Oriente, camuffandolo - una volta manifestatesi infondate tutte le
altre giustificazioni - da liberazione. Un formidabile dispiegamento
di forza militare che ha la responsabilità della morte e della
mutilazione di migliaia e migliaia di persone innocenti. Abbiamo
portato tortura, cluster bombs, uranio impoverito, innumerevoli atti
di assassinio indiscriminato, miseria, degradazione e morte al popolo
iracheno e l´abbiamo chiamato `portare libertà e democrazia al Medio
Oriente´".

Sono parole tratte dal discorso pronunciato dal drammaturgo
britannico per il conferimento del Nobel, il 7 dicembre dello scorso
anno. Sfortunatamente, nessun giornale italiano ha ritenuto opportuno
riproporle ai suoi lettori.

* l'articolo pubblicato è uscito sul nr.113 della rivista La Contraddizione


qui si trova mooolta roba interessante:
http://www.contraddizione.it/

 

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...Nessuna cortesia all'uscita...

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"La bicicletta era come l'aria che respiravo" (Giovanni Pesce)

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 16/07/2008 alle 20:27
grazie yashin, hai distrutto anni di duro e paziente lavoro nel mio tentativo di apparire regionevole e bipartisan, citando il sito che, gira voce, una volta connessi sia in grado di rintracciare l´ip e mangiare ciberneticamente i bambini locati presso l´abitazione

Ah, beccatevi questa. Beh, questi sono proprio pattonali come dicevano a parma:

La Nato ha ingaggiato il tipo che faceva la pubblictá della Coca Cola per rilanciare l´immagine della "coalizione". Ve lo immaginate, un babbo natale che porta il pacco regalo ad un bambino afghano...caz.zo non voglio sapere che cosa ci possa trovare dentro. Sicuramente avrá l ´imbarazo della scelta tra una cluster bomb e una bella bottiglietta di fosforo bianco

 

[Modificato il 16/07/2008 alle 20:33 by pacho]


 
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  postato il 16/07/2008 alle 20:32
Ho 9 anni. Ma portati malissimo.
 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 16/07/2008 alle 20:36
Ahahahaah beh ma prima ha la lista preferenziale.. quindi te ti becca dopo
 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 16/07/2008 alle 23:06
"DISINFORMAZIONE, AVANSPETTACOLO, DEL TURCO E DINTORNI...
di: Daniela Gaudenzi

Cori di solidarietà per l’arrestato, incredulità, sconcerto e accuse alla magistratura, interviste ai compagni di scuola di Ottaviano Del Turco che non si capacitano e denunciano che si “è passato il segno”, dichiarazioni politiche ai “massimi livelli” che sembrano gag da avanspettacolo.

Personaggi che hanno conoscenza del codice di procedura penale da imputati, inquisiti o prescritti e che non hanno mai preso visione degli atti processuali si lanciano in accuse sanguinose contro la magistratura politicizzata e i teoremi accusatori frutto di accanimento politico.

Berlusconi da Parigi denuncia “i teoremi” e “la stranezza” sospetta di una “decapitazione completa, quasi una retata nei confronti di un intero governo di una regione...” e annuncia una riforma radicale della giustizia, ben al di là della separazione delle carriere.

Nei TG nazionali, TG 5 in testa, impazzano gli show dei garantisti blasonati per nascita o per meriti acquisiti sul campo. Vittorio Sgarbi da sempre estimatore di Del Turco quale insuperabile presidente di una commissione antimafia trasformata in una sessione permanente di corte d’assise contro Giancarlo Caselli e la procura di Palermo ha dichiarato senza ombra di dubbio “Ottaviano Del Turco è assolutamente innocente….è quello che succede a chi vuole dialogare sulla giustizia”.

E con analoga perspicacia Bobo Craxi l’aveva anticipato: “ Non sono sorpreso. E’ un gesto politico clamoroso, è razzismo giudiziario verso la politica debole, non c’è nulla che giustifichi la privazione della libertà: è un colpo della guerra che stanno combattendo politica e magistratura...”

Un concetto, filo conduttore nella deriva che ha segnato il paese da Mani Pulite ad oggi, ripreso dal presidente “emerito” Francesco Cossiga a cui incredibilmente i maggiori giornali nazionali continuano a dedicare pagine di interviste in cui, tra molte altre amenità, torna a tessere le lodi di D’Alema, politico con gli attributi in quanto “autentico antigiustizialista” per questo divenuto oggetto di indagini giudiziarie. Ottaviano Del Turco già fedelissimo di Bettino Craxi da cui prese in extremis le distanze per mero opportunismo politico, presidente dell’antimafia più “garantista” delle storia Repubblicana e forse più avversa ai magistrati impegnati sul fronte dell’antimafia di quella presieduta dalla mitica Tiziana Parenti, è nel carcere di massima sicurezza di sicurezza di Sulmona in completo isolamento perché “ha cercato contatti al massimo livello”.

Il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi ha spiegato in conferenza stampa “ci sono le prove e stavano distruggendo la sanità in Abruzzo. Gli arresti sono stati spiccati perché erano pronti provvedimenti che avrebbero buttato non in ginocchio, ma sottoterra la sanità abruzzese. Abbiamo riscontri documentali da intercettazioni. Subito dopo ogni richiesta c’era una nuova riunione di giunta per decidere un provvedimento. Abbiamo i ticket dei telepass autostradali di quando i soldi venivano portati a Collelongo [residenza di Del Turco]”.

I reati ipotizzati sono associazione a delinquere, truffa corruzione e concussione per gestione privata nella sanità abruzzese, una delle regioni con il maggiore debito attraverso il meccanismo delle cartolarizzazioni dei crediti a favore delle case di cura private; le cifre sono impressionanti: una movimentazione di oltre 15 milione di euro di cui 6 nelle disponibilità del presidente della regione; 35 gli indagati, 6 gli arrestati tra cui assessori regionali e funzionari ai massimi livelli.

Ma dei fatti, tutti ovviamente da accertare in corso di giudizio, non gliene frega niente alla casta che ogni giorno di più si comporta da cosca senza ulteriori aggettivi e al coro mediatico al seguito. Fino a che punto i fatti siano totalmente scomparsi dal panorama dell’informazione lo si è potuto constatare nell’indegna gazzarra di scomuniche, interdizioni, criminalizzazioni che si è scatenata all’indomani di piazza Navona con cui si è cercato di ridurre una manifestazione civile e serena, nonostante la gravità degli eventi, ad un indecoroso e becero spettacolo circense.

Adesso non si tratta più di nascondere la polvere sotto il tappeto come si è fatto per decenni con l’imperturbabile ipocrisia democristiana; adesso si pretende di nascondere sotto la copertura della disinformazione, della confusione, del ribaltamento delle prospettive, della spettacolarizzazione della cronaca nera e della banalità del male, l’implosione di una classe politica corrotta trasversalmente, autoreferenziale, arrogante, ottusa ed insensibile a qualsiasi campanello di allarme. Per quanto tempo e con quali guasti irreversibili per il paese non è dato sapere.

Dall’estero qualche segnale dell’incantesimo perverso in cui stiamo vivendo quasi puntualmente ci arriva: una ineccepibile e puntuale nota biografica sul nostro presidente del Consiglio diffusa “erroneamente” dalla Casa Bianca per cui si pretendono incredibilmente le scuse che l’amico Bush non lesina; una sacrosanta denuncia da parte della Catalogna dell’uso strumentale “da arma di distrazione di massa” che viene fatto di un caso di cronaca nera per stornare l’attenzione da Lodo Alfano e dintorni, seguita ovviamente dalla perentoria richiesta di scuse da parte della Farnesina.

Sarà difficile chiedere ed ottenere le scuse dalla realtà che si può contraffare non a tempo indeterminata e solo ad uso interno e dalla storia che fa il suo corso, incurante della sorte di un paese paralizzato in una farsa senza fine. "
FONTE: liberacittadinanza.it

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 17/07/2008 alle 10:51
Originariamente inviato da pacho

grazie yashin, hai distrutto anni di duro e paziente lavoro nel mio tentativo di apparire regionevole e bipartisan, citando il sito che, gira voce, una volta connessi sia in grado di rintracciare l´ip e mangiare ciberneticamente i bambini locati presso l´abitazione



beh se agisci in incognito, diciamo la verità, ti riesce malissimo

per questo il soviet supremo mi ha inviato per farti saltare la copertura, preparati una bella autocritica che la commissione di garanzia ti attende

 

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  postato il 17/07/2008 alle 19:13
Condono fiscale 2003 bocciato dalla corte di giustizia europea:
"si favorisce l'evasione e la disuguaglianza di fronte alla legge".
In soseso il giudizio sul condono "tombale" del 2004.
Ah, per la cronaca: l'eventuale multa non la pagherà chi ha usufruito del condono, ma lo stato italiano: quindi i contribuenti...

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/07/2008 alle 19:29
Come del resto la probabile prossima condanna sulla legge 368/01 (quella che regolamenta il ricorso al tempo determinato per indenderci): sta qui è ancora più pesa però! non solo grazie a sti contratti uno è precario a vita e riceve stipendi da quattro soldi. In più deve anche pagarci la multa sopra!

E come pure la multa sull'Iva, pagata dai contribuenti e non da chi l'iva al 99% la evade.

poi aggiungiamoci pure quella su rete4 e siamo fritti

 
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  postato il 17/07/2008 alle 21:23
Ah, dimenticavo...
Il premier parlava di "teoremi giudiziari" per il caso Del Turco. Generosità? Convinzione bipartisan?
Dagli interrogatori sta venedo fuori che era coinvolta anche la precedente giunta regionale di centrodx. Esponenti di spicco di An e forzaitalia. Oh, che caso.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2008 alle 21:50
Originariamente inviato da pacho

Evidentemente l'individualismo metodologico ha colpito ancora.
Basta uscire fuori ed allargare lo sguardo per comprendere che, se il capitalismo è basato sullo scambio di merci in vista del profitto ed, essendo la moneta il mezzo di pagamento e credito, è improponibile ed utopico creare un sistema laissez-faire come allocatore ottimale delle risorse ( quindi la moneta NON è neutrale per quel che dicono gli austriaci, quello è ovvio, ma per una caratteristica intrinsecamente legata ai rapporti di forza tra le classi)
Propagandare così l'astensionismo dello stato e delle banche centrali è una pura sega mentale che non ha avuto/non ha/e non avrà mai riscontro empirico sotto questo sistema.
Il libello di VonMises l'ho letto mio malgrado e purtroppo (non sono riuscito ancora a stimare una regressioen lineare) sono stato colpito da conati di riso.


Spiega un po' cosa c'entra LUDWIG Von Mises con le regressioni lineari che così ridiamo in due ...

Originariamente inviato da pacho
Metto le mani avanti: non mi interessano le dispute teologiche sulle dottrine ideologiche. Se vuoi quelle ce le facciamo in chat.
I problemi reali adesso sono ben altri e causati (anche) dagli economisti accademici servi del potere. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Se con i tuoi strumenti non puoi comprendere la naturale evouzione dei processi di concentrazione del capitale che genera i monopoli (altro che libera concorrenza!!) ti consiglio un libricino, l'Imperialismo di Lenin...ancora estremametente attuale. Se l'autore non di piace, almeno leggiti Hilferding


Va bene lasciamo perdere le dispute teologiche e occupiamoci pure dei problemi reali.

Nessuno ha la pretesa di asserire che il sistema economico basato sul libero mercato sia il migliore dei mondi possibili, così come del resto il migliore dei mondi possibili NON ESISTE, i sistemi economici sono entità dinamiche e difficilmente prevedibili in ogni loro aspetto.

Se il libero mercato è la cuasa di tutti i mali, allora bisogna porre vincoli, pianificare, regolare e quant'altro e questo può essere un bene per rendere il sistema economico più equo e più giusto.

Il tutto però dipende alla fine da come viene gestito il sistema, da come viene strutturato, da come viene pianificato.

Ora superiamo la fase della critica che criticando solamente non si va da nessuna parte e cerchiamo di capire chi e in che modo dovrebbe pianificare il sistema economico affinché questo diventi un sistema efficente, equo e giusto, senza però che questo tipo di sistema si trasformi in qualche forma di dispotismo.

Se vuoi iniziare a illustrare questo ipotetico sistema sarò ben felice di ascoltare.

 

[Modificato il 17/07/2008 alle 21:53 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/07/2008 alle 22:45
ciao Fede!
sulle regressioni lineari ovviamente intendo la relazione funzionale che ci sarebbe tra eccesso di moneta e sovrainvestimenti, problema centrale del nostro LUDWIG VON. Però ho un bel programmino che, tramite l'ols, stima la relazione funzionale tra variabili. Ti giuro che appena ho tempo (così, tanto per farmi una sega) faccio una bella ricerca sul capitale non valorizzato e l'eccesso di investimenti così finalmente ci faremo delle risatone della madonna.

Sono perfettamnte d'accordo con te sul fatto che, sotto l'attuale regime, "bisogna porre vincoli, pianificare, regolare e quant'altro e questo può essere un bene per rendere il sistema economico più equo e più giusto". Sfortunatamente per noi però, le forze che regolano il (supposto) libero mercato non vogliono porre nuove istituzioni al fine di rendere il mercato più equo, ma bensì per rendere il processo di accumulazione più efficiente (sempre sotto i vincoli della immanente contraddizione tra modo di produzione e svuluppo delle forze sociali di produzione, ossia tra capitale e lavoro). A tal riguardo, la scuola regolaizionista di Aglietta e Boyer ha speso interi anni, a mio giudizio positivamente, per dimostrare come il capitalismo si evolva in tal senso.

Sempre connettendo teoria ed empiria, come piace a noi, è evidente come, ad esempio, il capitalismo italiano abbia attuato il decentramento produttivo proprio per spezzare la composizione di classe che stava mettendo in crisi il processo di valorizzazione e accumulazione.

Il sistema, governato dagli stati rappresentanti dei "detentori dei mezzi di produzione" (o della borghesia...mamma mia come godo usare questo linguaggio arcaico!), tramite il potere legislativo ha creato le condizioni affichè questo processo si verificasse.

Per riassumere il tutto: il capitalismo è basato su un esponeziale, ossia la crescita (accumulazione). Dato che tale sistema non è un gioco a somma zero, deve essere spinto dall'espropriazione di plus-valore assoluto (estensione della giornata lavorativa..ed è evidente, dato che l'orario di lavoro si è espanso dalla crisi del '73) e relativo (ossia la produttività che non è nient'altro che la quota di giornata lavorativa necessaria alla riproduzione della forza lavoro).

Come risulta evidente, e come sottolini giustamente, il capitalismo potrebbe (ma di fatto non lo è) - tramite il conflitto di classe - elargire delle concessioni che lo renderebbe PIU equo (relativamete) ma non EQUO in sè e per sè. Ciò, però, scontando una minore accumulazione.

Questo, in fin dei conti, è lo scopo primario della social-democrazia. Se non fosse che il capitale non si trova a fronteggiare solamente la classe lavoratrice, bensì anche gli altri capitali. Ciò, sempre verificabile storicamtne, porta alla concetrazione dei capitali, ergo al monopolio (in questa determinata fase storica non visibile attraverso la concetrazione produttiva ma tramite la centralizzazione finanziaria). A sua volta, il monopolio porta alla scontro tra grandi capitali..quindi alla conquista di nuovi mercati e all'apporpriazione di materie prime, ergo alla guerra.

Questa, in grosso modo, è l'evuluzione cui abbiamo assistito - ed assistiamo tutt'ora - in 200 anni di storia.

Ora, se ho ben capito, tu mi chiedi quale sia la forma migliore per pianificare l'accumulaizone capitalistica. Ed io ti rispondo: non mi interessa pianificarla. L'importante è distruggerla!
D'altra parte, le contraddizioni tutte interne ai vari capitalismi nazionali ci stanno dando una grossa mano in tutto ciò. Infatti, l'attuale crisi finanziaria non è null'altro che una sua manifestazione.

Ecco, io credo che non abbia alcun senso parlare di "come tu proponi una nuova forma di pianificazione". Data la potenza del nemico credo che in questo momento è necessario far di tutto affinchè esso soccomba. Poi saranno le forze sociali di produzione, e quindi anche tu, caro Federico, a decidere come pianificare il tutto.

Se osassi proporre una pianificazione cadrei nello stalinismo più becero.

 

[Modificato il 17/07/2008 alle 22:49 by pacho]


 
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  postato il 18/07/2008 alle 00:28
Originariamente inviato da pacho

ciao Fede!
sulle regressioni lineari ovviamente intendo la relazione funzionale che ci sarebbe tra eccesso di moneta e sovrainvestimenti, problema centrale del nostro LUDWIG VON. Però ho un bel programmino che, tramite l'ols, stima la relazione funzionale tra variabili. Ti giuro che appena ho tempo (così, tanto per farmi una sega) faccio una bella ricerca sul capitale non valorizzato e l'eccesso di investimenti così finalmente ci faremo delle risatone della madonna.


Io lascerei perdere di entrare in disquisizioni di tipo matematico e in varie tecniche per cercare funzioni soprattutto in un forum.
Però personalmente partirei prima di ogni altra analisi della moneta dall'analisi dell'attuale sistema e cioé se il sistema delle banche centrali a riserva frazionaria sono nate dall'evoluzione per così dire "naturale" del libero mercato oppure invece sono state imposte in maniera coercitiva, e se queste nel loro modo di operare generano oppure no gravi disequilibri nei processi intertemporali del mercato, influenzando oppure no in utlima istanza il ciclo economico.

Originariamente inviato da pacho
Sono perfettamnte d'accordo con te sul fatto che, sotto l'attuale regime, "bisogna porre vincoli, pianificare, regolare e quant'altro e questo può essere un bene per rendere il sistema economico più equo e più giusto". Sfortunatamente per noi però, le forze che regolano il (supposto) libero mercato non vogliono porre nuove istituzioni al fine di rendere il mercato più equo, ma bensì per rendere il processo di accumulazione più efficiente (sempre sotto i vincoli della immanente contraddizione tra modo di produzione e svuluppo delle forze sociali di produzione, ossia tra capitale e lavoro). A tal riguardo, la scuola regolaizionista di Aglietta e Boyer ha speso interi anni, a mio giudizio positivamente, per dimostrare come il capitalismo si evolva in tal senso.

Sempre connettendo teoria ed empiria, come piace a noi, è evidente come, ad esempio, il capitalismo italiano abbia attuato il decentramento produttivo proprio per spezzare la composizione di classe che stava mettendo in crisi il processo di valorizzazione e accumulazione.

Il sistema, governato dagli stati rappresentanti dei "detentori dei mezzi di produzione" (o della borghesia...mamma mia come godo usare questo linguaggio arcaico!), tramite il potere legislativo ha creato le condizioni affichè questo processo si verificasse.

Per riassumere il tutto: il capitalismo è basato su un esponeziale, ossia la crescita (accumulazione). Dato che tale sistema non è un gioco a somma zero, deve essere spinto dall'espropriazione di plus-valore assoluto (estensione della giornata lavorativa..ed è evidente, dato che l'orario di lavoro si è espanso dalla crisi del '73) e relativo (ossia la produttività che non è nient'altro che la quota di giornata lavorativa necessaria alla riproduzione della forza lavoro).

Come risulta evidente, e come sottolini giustamente, il capitalismo potrebbe (ma di fatto non lo è) - tramite il conflitto di classe - elargire delle concessioni che lo renderebbe PIU equo (relativamete) ma non EQUO in sè e per sè. Ciò, però, scontando una minore accumulazione.

Questo, in fin dei conti, è lo scopo primario della social-democrazia. Se non fosse che il capitale non si trova a fronteggiare solamente la classe lavoratrice, bensì anche gli altri capitali. Ciò, sempre verificabile storicamtne, porta alla concetrazione dei capitali, ergo al monopolio (in questa determinata fase storica non visibile attraverso la concetrazione produttiva ma tramite la centralizzazione finanziaria). A sua volta, il monopolio porta alla scontro tra grandi capitali..quindi alla conquista di nuovi mercati e all'apporpriazione di materie prime, ergo alla guerra.

Questa, in grosso modo, è l'evuluzione cui abbiamo assistito - ed assistiamo tutt'ora - in 200 anni di storia.

Ora, se ho ben capito, tu mi chiedi quale sia la forma migliore per pianificare l'accumulaizone capitalistica. Ed io ti rispondo: non mi interessa pianificarla. L'importante è distruggerla!
D'altra parte, le contraddizioni tutte interne ai vari capitalismi nazionali ci stanno dando una grossa mano in tutto ciò. Infatti, l'attuale crisi finanziaria non è null'altro che una sua manifestazione.

Ecco, io credo che non abbia alcun senso parlare di "come tu proponi una nuova forma di pianificazione". Data la potenza del nemico credo che in questo momento è necessario far di tutto affinchè esso soccomba. Poi saranno le forze sociali di produzione, e quindi anche tu, caro Federico, a decidere come pianificare il tutto.

Se osassi proporre una pianificazione cadrei nello stalinismo più becero.


Quello che chiedevo non era specifico di una pianificazione dell'accumulazione capitalistica, ma un qualsiasi tipo di pianificazione economica partendo dal presupposto che le risorse sono scarse.

Mi dici che una volta distrutto il capitalismo saranno le forze sociali di produzione a pianificare, questo non vuol dire praticamente niente ed è un po' come il concetto della mano invisibile.

Ipotizziamo pure la distruzione totale del capitalismo, poi che succede chi è che dovrà produrre, chi è che dovrà decidere cosa produrre, quando produrre, come produrre, come distribuire, chi è che deciderà come strutturare il nuovo modello sociale in funzione di cosa. In sostanza chiedevo questo.

Il problema per me sta tutto lì, ogni tentativo di creazione di una società di massa di stampo comunista si è trasformata storicamente in dispotismo nonostante tutti i più alti e illuminati presupposti di partenza e questo vorrà pur dire qualcosa al di là di ogni altra congettura.
Per quello che è mia opinione personale una società totalmente comunista e possibile solo a livello di piccole comunità e anche lì ci sarebbero notevoli difficoltà.
Per questo ti chiedevo di spiegarmi e farmi cambiare opinione in merito.

 
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  postato il 19/07/2008 alle 12:32
Intanto in "58 giorni" a Napoli emergenza rientrata. Ne parlano tutti i tg, ma io mi chiedo una cosa: possibile?
Da un lato è vero, hanno aperto nuovi siti, inviato all'estero parte dei rifuti, usato l'esercito. Tutte cose che il governo preedente non poteva permettersi di fare, perchè era debole e appeso a un filo. Figurarsi schierare l'esercito o mettersi contro mezza Campania.
Però pensavo anche a un'altra cosa..in parte confermata da una mico che abita laggiù. Dicono che la Camorra sia implicata nell'"affare" rifiuti.. e la prima cosa che ho pensato, mesi fa, che la situazione era TROPPO ESTREMA (cumuli d'immondizia ovunque, sui monumenti, in centro) per essere semplicemente il frutto di cittadini che buttavano due sacchi d'immondizia. Ho pensato che magari qualcuno li incoraggiava a farlo, e magari aggiungeva qualche DECINA di sacchi. Ho pensato anche che chi cercava di pulire veniva talvolta malmenato (a parte i negozianti del centro).
E ora mi dicono che in questi 2 mesi, col nuovo governo, nessuno ha più sparso e bruciato rifiuti. Magia. E così, per magia, esercito e protezione civile hanno potuto lavorare in pace.
Dicono che la Camorra, lo ripeto, sia coinvolta nel business rifiuti (ne parla anche Saviano). Certamente questo governo sta più "simpatico" alla mafia rispetto al governo Prodi, perchè è il governo dei condoni, delle sanatorie, del "con la mafia bisogna convivere". Insomma, mi ricorda un reportage di terzani 8erano i primi nni '70) sulla Yakuza in Giappone..

 
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  postato il 19/07/2008 alle 14:46
Desmoblu, è la stessa cosa che ho pensato io.

 

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  postato il 20/07/2008 alle 04:10
Ho trovato questo video che è troppo divertente

http://www.youtube.com/watch?v=KMXni9UnPm0

(Lo so che è un dittatorello in realtà, ma quanto è catartico?)

 

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  postato il 20/07/2008 alle 04:17
http://www.youtube.com/watch?v=yp0T6_UBQf8&feature=related

Ragazzi, che politico con le palle... non avevo mai visto il video intero con l'intervento di Zap, sono veramente ammirato.

(Meraviglioso l'"un momentido" con cui zittisce il Re )

 

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  postato il 20/07/2008 alle 12:44
Originariamente inviato da desmoblu

Intanto in "58 giorni" a Napoli emergenza rientrata. Ne parlano tutti i tg, ma io mi chiedo una cosa: possibile?
Da un lato è vero, hanno aperto nuovi siti, inviato all'estero parte dei rifuti, usato l'esercito. Tutte cose che il governo preedente non poteva permettersi di fare, perchè era debole e appeso a un filo. Figurarsi schierare l'esercito o mettersi contro mezza Campania.
Però pensavo anche a un'altra cosa..in parte confermata da una mico che abita laggiù. Dicono che la Camorra sia implicata nell'"affare" rifiuti.. e la prima cosa che ho pensato, mesi fa, che la situazione era TROPPO ESTREMA (cumuli d'immondizia ovunque, sui monumenti, in centro) per essere semplicemente il frutto di cittadini che buttavano due sacchi d'immondizia. Ho pensato che magari qualcuno li incoraggiava a farlo, e magari aggiungeva qualche DECINA di sacchi. Ho pensato anche che chi cercava di pulire veniva talvolta malmenato (a parte i negozianti del centro).
E ora mi dicono che in questi 2 mesi, col nuovo governo, nessuno ha più sparso e bruciato rifiuti. Magia. E così, per magia, esercito e protezione civile hanno potuto lavorare in pace.
Dicono che la Camorra, lo ripeto, sia coinvolta nel business rifiuti (ne parla anche Saviano). Certamente questo governo sta più "simpatico" alla mafia rispetto al governo Prodi, perchè è il governo dei condoni, delle sanatorie, del "con la mafia bisogna convivere". Insomma, mi ricorda un reportage di terzani 8erano i primi nni '70) sulla Yakuza in Giappone..


Mannòòòò, il nostro Premier è solo uno che sa risolvere i problemi.
E' troooppo bravo, cioè, lui sa come si fa.

P.S. Ho appena visto un servizio di Studio Aperto su Napoli ripulita: tutti gli intervistati ripetevano, alla fine della propria risposta "Erano ANNI che non vedevo la città cosiì pulita!".

 

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  postato il 20/07/2008 alle 13:47
Non scrivo mai in questo thread ma non so dove mettere quello che voglio dire.
La figura del berlusconiano cuneghista. Un fenomeno interessante.
In quanto cuneghista è incrementalista ( chissenefrega del sistema, un dopato in meno è sempre un dopato in meno), è giustizialista ( i lividi della de Stefano di cui parla Mura? Trenta gendarmi, un giorno in galera, cinque anni di carcere di rischio,il taglio della mano destra? Beh... il reato è gravissimo, i poliziotti difendono Riccò, la legge è legge, la magistratura fa il suo dovere, i controlli anche non convenzionali sono giusti ecc.), è doping free ( uno che usa sostanze dopanti è un mostro, un alieno in una società che si attiene alla natura).
Come berlusconiano è antiincrementalista ( dire perfezionista per un berlusconiano è una bestemmia): prendono di mira solo un imprenditore perché è un perseguitato politico.
E' antigiustizialista ( Admin a me non riesce a venire il modo giusto di scrivere E', lo so che l'apostrofo è sbagliato):
Sono tutti innocenti, Berlusconi, Del Turco, tutti perseguitati dalla giustizia, cambiamo le leggi, depenalizziamo il falso in bilancio ( reato molto meno grave del doping, è ovvio), diamo l'immunità ai parlamentari anche per i reati non d'opinione come era prima, facciamo il lodo Alfano, tuteliamo questi poveri perseguitati dalla Guardia di finanza e dalla magistratura ( che andassero ad ogni ora del giorno e della notte a controllare gli avversari di Cunego, anche quando stanno seppellendo i figli, non siamo mollaccioni, noi, non parliamo di diritti umani violati. I diritti umani violati sono quelli dell'imprenditore che si vede arrivare la Finanza a turbare il suo lavoro che consiste nel dar da mangiare a dipendenti comunisti).
Come berlusconiano sorride sul doping. Più volte Sivio ha parlato di Viagra (pare migliori le prestazioni......).
Se sono vere le intercettazioni che Silvio si sta affrettando a far distruggere, nascondere, impedire la pubblicazione, pare si parli di una sostanza nuova che aiuta a superare qualsiasi impotenza. Mi sa che come cuneghista sarebbe doping ( essendo necessaria per consentire prestazioni strabilianti con numeri inconsueti di veline e bellone), ma come berlusconiano no, è la fiera vigoria del maschio latino, non mollaccione e triste come i comunisti.
Specifico: a me non frega nulla dei modi in cui alcune ministre sarebbero diventate tali, comunque è il metodo del re Sole e dei suoi cortigiani e cortigiane. Io sono una comunista perfezionista e non mi frega nulla che caccino le ministre che, forse, si sono guadagnate il posto con prestazioni sessuali ( almeno se lo sono guadagnato, ci vuole un certo stomaco, poi cosa le distinguerebbe dai leccacu.... metaforici? la materialità del gesto? Ininfluente per me ),io sono perfezionista e se si cambia la ministra X con la Gardini o con gasparri non è che me ne frega nulla.
E' il sistema del re Sole che andrebbe smantellato, magari, data la mediocrità di questa classe di governo e lo scandalo politico che rappresenta ( non sessuale, politico) si può proporre l'estrazione a sorte dei ministri dai registri elettorali dei comuni.
Scusate la digressione che è andata oltre il fenomeno del berlusconiano cuneghista, un ibrido che, secondo me, dovrebbe essere studiato dai migliori scienziati.
Infine un consiglio a Riccò e ai dopati: cerchino di farsi eleggere primi inistri. E depenalizzino il doping. Comprino un impero mediatico ( con i soli soldi del sudore della loro fonte, ovviamente, come Silvio) e comincino a dire che i dopati sono perseguitati politici ecc. ( basta che si prendano i discorsi di Silvio). magari li voto, hai visto mai?

 

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IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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  postato il 20/07/2008 alle 13:51
Claudio, ti prego di non rispondere alla chiara provocazione di Donchisciotte. Dimostrati superiore, ti prego.

Donchisciotte, così non si fa

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 20/07/2008 alle 15:37
Lavoro, crisi e sinistra moderna.
Forse imparare qualcosa dall'autodistruzione della sinistra inglese, invece di cercare di copiarla in nome di un ottocentsco "modernismo", non sarebbe male..

Regno Unito

IL LABOUR ALLE PRESE CON L’ONDATA DI SCIOPERI DEL PUBBLICO IMPIEGO

Il 16 e 17 luglio i lavoratori del settore pubblico scendono in piazza contro la frenata sui salari del governo laburista.

di Silvia Tagliabue

Sono 650.000 i lavoratori delle amministrazioni locali iscritti ai sindacati Unison e Unite che oggi e domani scendono in piazza per chiedere un aumento di stipendio proporzionale agli aumenti dell’inflazione e del costo della vita. Come spiega John McDermott, del direttivo dell’Unison, “le speranze che hanno accompagnato l’avvento dei laburisti al governo undici anni fa sono svanite. Pensavamo che il thatcherismo fosse finito e che sarebbe iniziata una politica di giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza. Le cose sono andate ben diversamente, le differenze di reddito tra ricchi e poveri sono aumentate e si è infoltita la schiera di chi vive sotto la soglia di povertà, senza parlare dei senzatetto”.

In particolare, i lavoratori delle amministrazioni locali sono, all’interno del pubblico impiego, i più svantaggiati. Per più di un terzo di loro lo stipendio è di 6,20 sterline l’ora (circa 7,80 euro), solo 0,70 sterline più del salario orario minimo previsto dalla legge [..].

E’ opinione diffusa tra i lavoratori che il blocco sull’aumento dei salari faccia parte della strategia del governo per far fronte alla crisi dei mutui e alla recessione galoppante. Gordon Brown ha infatti dichiarato che il governo non può permettersi di aumentare la spesa per il pubblico impiego e che il contenimento salariale servirà a limitare l’inflazione e a rilanciare l’economia. Come fa notare ancora John McDermott,

“tutto dipende dalle priorità che un governo si dà: se si può permettere di spendere 55 miliardi di sterline per tirare fuori dai guai la Northern Rock, 76 miliardi per rimodernare il sistema di missili nucleari Trident, 6 miliardi per la guerra in Iraq e Afghanistan , si può certamente permettere un aumento salariale decente per i lavoratori del pubblico impiego” [..].


La prima richiesta di questa ondata di scioperi è l’aumento salariale, in conformità con il crescente costo della vita. Ma le rivendicazioni riguardano anche i diritti sindacali.

La scorsa domenica Gordon Brown ha annunciato che non verrà varata nessuna riforma per cambiare le leggi anti-sindacato introdotte a suo tempo dai conservatori, affermando che “i governi di successo sono quelli che guardano al futuro senza voltarsi indietro” e che “si continuerà il processo di modernizzazione senza reintrodurre diritti che avevano senso nei decenni passati”. Gordon Brown si riferisce direttamente alla richiesta dell’ Unite di rendere nuovamente legale lo “sciopero solidale”. Anche la più moderata richiesta dei sindacati di poter consultare gli iscritti tramite votazione telefonica o via posta elettronica è stata rifiutata[..].

Il partito laburista farà la sua convention il prossimo 25 luglio e si appresta a decidere la linea politica in vista delle prossime elezioni [..].
Intanto il Labour è in caduta libera in tutte le consultazioni politiche che si sono svolte da tre mesi a questa parte. L’ultima due settimane fa, a Henley, dove il candidato laburista si è piazzato al quinto posto dopo i Conservatori, i Liberali democratici, i Verdi e il BNP (il partito di matrice fascista e razzista). I pronostici per le prossime amministrative a Glasgow est non sembrano essere migliori. Tra i lavoratori impegnati nei picchetti di questi due giorni serpeggia lo stesso pensiero: se il governo non cede neanche stavolta sui salari, perché dovremmo tirarlo noi fuori dai guai?

 

[Modificato il 20/07/2008 alle 15:46 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/07/2008 alle 16:45
Originariamente inviato da Admin

Donchisciotte, così non si fa


dai, però è bellissimo!

P.S. Per Davide/Frank VDB: non cicchettarmi che scrivo sul 3d di Politica mntre c'è il tappone, andrei anche a spazzare la strada pur di non vedere quella noia di tappa!

 

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  postato il 20/07/2008 alle 23:06
Originariamente inviato da Admin

Claudio, ti prego di non rispondere alla chiara provocazione di Donchisciotte. Dimostrati superiore, ti prego.


Sì, sì, tranquillo. Si sa che l'unico perseguitato dalla magistratura e vittima di un complotto è Pantani

ps. ma l'avete avvisata la signorina che dietro il nick Darwin (autore delle famose categorie ciclo-politiche) c'ero io e che non sapendolo mi sta citando?

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 20/07/2008 alle 23:47
Originariamente inviato da desmoblu

Intanto in "58 giorni" a Napoli emergenza rientrata. Ne parlano tutti i tg, ma io mi chiedo una cosa: possibile?
Da un lato è vero, hanno aperto nuovi siti, inviato all'estero parte dei rifuti, usato l'esercito. Tutte cose che il governo preedente non poteva permettersi di fare, perchè era debole e appeso a un filo. Figurarsi schierare l'esercito o mettersi contro mezza Campania.
Però pensavo anche a un'altra cosa..in parte confermata da una mico che abita laggiù. Dicono che la Camorra sia implicata nell'"affare" rifiuti.. e la prima cosa che ho pensato, mesi fa, che la situazione era TROPPO ESTREMA (cumuli d'immondizia ovunque, sui monumenti, in centro) per essere semplicemente il frutto di cittadini che buttavano due sacchi d'immondizia. Ho pensato che magari qualcuno li incoraggiava a farlo, e magari aggiungeva qualche DECINA di sacchi. Ho pensato anche che chi cercava di pulire veniva talvolta malmenato (a parte i negozianti del centro).
E ora mi dicono che in questi 2 mesi, col nuovo governo, nessuno ha più sparso e bruciato rifiuti. Magia. E così, per magia, esercito e protezione civile hanno potuto lavorare in pace.
Dicono che la Camorra, lo ripeto, sia coinvolta nel business rifiuti (ne parla anche Saviano). Certamente questo governo sta più "simpatico" alla mafia rispetto al governo Prodi, perchè è il governo dei condoni, delle sanatorie, del "con la mafia bisogna convivere". Insomma, mi ricorda un reportage di terzani 8erano i primi nni '70) sulla Yakuza in Giappone..


Tant'è che a Napoli e in Campania il centrodestra ha sempre vinto le elezioni...

Ma per piacere...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/07/2008 alle 21:59
In autunno, altro giro altro regalo: il Governo ha annunciato l'intenzione di cambiare a colpi di maggioranza anche la legge elettorale per le elezioni europee del 2009. Previsto sbarramento al 5% e ABOLIZIONE DELLA PREFERENZA. Insomma, altro porcellum in vista. Non ci facciamo mancare proprio niente.

Ma quand'è che ci sveglieremo?

 

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Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/07/2008 alle 11:41
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

Originariamente inviato da desmoblu

Intanto in "58 giorni" a Napoli emergenza rientrata. Ne parlano tutti i tg, ma io mi chiedo una cosa: possibile?
Da un lato è vero, hanno aperto nuovi siti, inviato all'estero parte dei rifuti, usato l'esercito. Tutte cose che il governo preedente non poteva permettersi di fare, perchè era debole e appeso a un filo. Figurarsi schierare l'esercito o mettersi contro mezza Campania.
Però pensavo anche a un'altra cosa..in parte confermata da una mico che abita laggiù. Dicono che la Camorra sia implicata nell'"affare" rifiuti.. e la prima cosa che ho pensato, mesi fa, che la situazione era TROPPO ESTREMA (cumuli d'immondizia ovunque, sui monumenti, in centro) per essere semplicemente il frutto di cittadini che buttavano due sacchi d'immondizia. Ho pensato che magari qualcuno li incoraggiava a farlo, e magari aggiungeva qualche DECINA di sacchi. Ho pensato anche che chi cercava di pulire veniva talvolta malmenato (a parte i negozianti del centro).
E ora mi dicono che in questi 2 mesi, col nuovo governo, nessuno ha più sparso e bruciato rifiuti. Magia. E così, per magia, esercito e protezione civile hanno potuto lavorare in pace.
Dicono che la Camorra, lo ripeto, sia coinvolta nel business rifiuti (ne parla anche Saviano). Certamente questo governo sta più "simpatico" alla mafia rispetto al governo Prodi, perchè è il governo dei condoni, delle sanatorie, del "con la mafia bisogna convivere". Insomma, mi ricorda un reportage di terzani 8erano i primi nni '70) sulla Yakuza in Giappone..


Mannòòòò, il nostro Premier è solo uno che sa risolvere i problemi.
E' troooppo bravo, cioè, lui sa come si fa.

P.S. Ho appena visto un servizio di Studio Aperto su Napoli ripulita: tutti gli intervistati ripetevano, alla fine della propria risposta "Erano ANNI che non vedevo la città cosiì pulita!".



Veramente la situazione resta grave.

Il solo cambiamento avvenuto nelle ultime settimane è stato l'allontanamento dei sacchetti di immondizia dalla maggioranza delle strade cittadine. Maestri delle immagini i Tg dal Nazionale a Studio Aperto... E questo risultato, pur importante (non dico il contrario), è avvenuto essenzialmente grazie alla recente apertura delle discariche in provincia di Avellino (Savignano Irpino) e Benevento (S.Arcangelo Trimonte) il cui allestimento è stato avviato dal precedente Governo. Mentre nessuna reale bonifica del territorio è ancora iniziata, né è stata attuata alcuna misura restrittiva nella produzione dei rifiuti (riduzione degli imballaggi etc.), né sono ripresi i lavori per terminare la costruzione dell’inceneritore di Acerra, né sono stati realizzati gli altri impianti indispensabili alla realizzazione di un ciclo completo per lo smaltimento dei rifiuti (compostaggio etc.).

De che stamo a parlà?
Ancora che si deve abboccare alla propaganda di regime dove tutto è bello e non ci sono problemi?
Della camorra che governa realmente lì e fa il bello e cattivo tempo sullo smaltimento dei rifiuti ne hanno parlato a studio aperto?

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 22/07/2008 alle 17:19
Originariamente inviato da Admin

Ho trovato questo video che è troppo divertente

http://www.youtube.com/watch?v=KMXni9UnPm0

(Lo so che è un dittatorello in realtà, ma quanto è catartico?)


giusto per la precisione.
chavez è stato eletto e la sua opposizione che ben meno democratica.

 

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...Nessuna cortesia all'uscita...

...La faccia sporca e gli occhi vivi....

"La bicicletta era come l'aria che respiravo" (Giovanni Pesce)

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 22/07/2008 alle 18:19
Originariamente inviato da Serpa

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Intanto in "58 giorni" a Napoli emergenza rientrata. Ne parlano tutti i tg, ma io mi chiedo una cosa: possibile?
Da un lato è vero, hanno aperto nuovi siti, inviato all'estero parte dei rifuti, usato l'esercito. Tutte cose che il governo preedente non poteva permettersi di fare, perchè era debole e appeso a un filo. Figurarsi schierare l'esercito o mettersi contro mezza Campania.
Però pensavo anche a un'altra cosa..in parte confermata da una mico che abita laggiù. Dicono che la Camorra sia implicata nell'"affare" rifiuti.. e la prima cosa che ho pensato, mesi fa, che la situazione era TROPPO ESTREMA (cumuli d'immondizia ovunque, sui monumenti, in centro) per essere semplicemente il frutto di cittadini che buttavano due sacchi d'immondizia. Ho pensato che magari qualcuno li incoraggiava a farlo, e magari aggiungeva qualche DECINA di sacchi. Ho pensato anche che chi cercava di pulire veniva talvolta malmenato (a parte i negozianti del centro).
E ora mi dicono che in questi 2 mesi, col nuovo governo, nessuno ha più sparso e bruciato rifiuti. Magia. E così, per magia, esercito e protezione civile hanno potuto lavorare in pace.
Dicono che la Camorra, lo ripeto, sia coinvolta nel business rifiuti (ne parla anche Saviano). Certamente questo governo sta più "simpatico" alla mafia rispetto al governo Prodi, perchè è il governo dei condoni, delle sanatorie, del "con la mafia bisogna convivere". Insomma, mi ricorda un reportage di terzani 8erano i primi nni '70) sulla Yakuza in Giappone..


Mannòòòò, il nostro Premier è solo uno che sa risolvere i problemi.
E' troooppo bravo, cioè, lui sa come si fa.

P.S. Ho appena visto un servizio di Studio Aperto su Napoli ripulita: tutti gli intervistati ripetevano, alla fine della propria risposta "Erano ANNI che non vedevo la città cosiì pulita!".



Veramente la situazione resta grave.

Il solo cambiamento avvenuto nelle ultime settimane è stato l'allontanamento dei sacchetti di immondizia dalla maggioranza delle strade cittadine. Maestri delle immagini i Tg dal Nazionale a Studio Aperto... E questo risultato, pur importante (non dico il contrario), è avvenuto essenzialmente grazie alla recente apertura delle discariche in provincia di Avellino (Savignano Irpino) e Benevento (S.Arcangelo Trimonte) il cui allestimento è stato avviato dal precedente Governo. Mentre nessuna reale bonifica del territorio è ancora iniziata, né è stata attuata alcuna misura restrittiva nella produzione dei rifiuti (riduzione degli imballaggi etc.), né sono ripresi i lavori per terminare la costruzione dell’inceneritore di Acerra, né sono stati realizzati gli altri impianti indispensabili alla realizzazione di un ciclo completo per lo smaltimento dei rifiuti (compostaggio etc.).

De che stamo a parlà?
Ancora che si deve abboccare alla propaganda di regime dove tutto è bello e non ci sono problemi?
Della camorra che governa realmente lì e fa il bello e cattivo tempo sullo smaltimento dei rifiuti ne hanno parlato a studio aperto?


Lo conferma anche la regione (governata dal centrosinistra) che la situazione di emergenza è quasi del tutto risolta.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/07/2008 alle 10:21
"Ddl Camera 1442 - Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato
Art. 1.

1. Salvi i casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione[1], i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei ministri sono sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione. La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione.

2. L'imputato o il suo difensore munito di procura speciale può rinunciare in ogni momento alla sospensione.

3. La sospensione non impedisce al giudice, ove ne ricorrano i presupposti, di provvedere, ai sensi degli articoli 392 e 467 del codice di procedurapenale[2], per l'assunzione delle prove non rinviabili.

4. Si applicano le disposizioni dell'articolo 159 del codice penale[3].

5. La sospensione opera per l'intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura né si applica in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni.

6. Nel caso di sospensione, non si applica la disposizione dell'articolo75, comma 3, del codice di procedura penale[4]. Quando la parte civile trasferisce l'azione in sede civile, i termini per comparire, di cui all'articolo 163-bis del codice di procedura civile[5], sono ridotti alla metà, e il giudice fissa l'ordine di trattazione delle cause dando precedenza al processo relativo all'azione trasferita.

7. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della presente legge.

8. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale."

Volevo solo rendervi edotti di questa schifezza.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/07/2008 alle 12:01
E dopo i tagli alle forze dell'ordine, nel cosiddetto "Pacchetto sicurezza" (o forse è meglio chiamarlo "Pacco Sicurezza") il ministro Alfano inserisce una norma che consente agli imputati di patteggiare anche durante il dibattimento, anche un minuto prima della sentenza. Così lo Stato perde tempo e denaro a fare i processi e alla fine l'imputato incassa lo sconto di un terzo della pena e può cumularlo col bonus di 3 anni dell’indulto, se i reati contestati sono antecedenti al maggio 2006. Come per esempio, se sarà ritenuto colpevole, il fido avvocato Mills. Questo è un indulto-bis, che permetterà di evitare la galera ai condannati fino a 9 anni, sempre all’insegna della sicurezza. E a spese nostre.

E poi dicono che vogliono rendere più efficiente la giustizia e accelerare i tempi dei processi. Rendendoli inutili?
E qualcuno ancora ci crede?

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 25/07/2008 alle 20:07
Un tempo si chiamava imperialismo. Si chiama ancora imperialismo, peró oggi si usa la parola globalizzazione e/o guerra al terrorismo. Ma il concetto é quello.

Questo é ció che ha detto il "democratico" Obama, ieri in Germania. Tirate un po voi le somme:

da Ansa:

"Se l'Europa mandera' piu' truppe in Afghanistan allora gli Usa potranno risparmiare miliardi di dollari e tagliare le tasse alle famiglie". La promessa elettorale, arrivata all'indomani dell'appello di Berlino all'Europa a fare di piu' a Kabul, Barack Obama l'ha lanciata oggi in un'intervista alla Cnn. "Se riusciamo ad avere piu' truppe Nato in Afghanistan - ha detto - allora avremo meno soldati Usa impiegati li' nel lungo periodo, e questo significa spendere miliardi di dollari in meno che potremo reinvestire in tagli alle tasse alle famiglie Usa alle prese con il caro bolletta e il caro benzina".

Questo (ri)conferma una teoria politico-economica che una 50ina di anni fa elaborarono Baran e Sweezy, per i i quali i lavoratori occidentali non si sarebbero piú ribellati per i loro diritti poiché la loro societá é opulenta.
Ovviamente, questa ricchezza é estorta ai paesi periferici mediante guerre ed occupazioni.
Insomma, il caro ObaOba dice: cari cittadini americani, state tranquilli. Prima occupiamo territori stranieri , con l´aiuto degli europei desiderosi di spartirsi il bottino, e prima vi toglieremo le pezze dal culetto!

Chissá cosa dovesse accadere, infatti, se gli occidentali non possedessero armi letali in grado di accupare nuovi territori ed estrapolare nuove ricchezze:...che magari anche noi, lavoratori ricchi e fortunati inizieremmo ad essere colpiti dalla crisi provocata dagli stessi governanti?! E forse il culetto lo muovremo davvero? ma non contro l´immigrato (che scappa perché nei loro paesi c´é la nostra guerra di occupazione) ma anche contro questi loschi figuri alla Veltron-Obama-Bush-Berlusconi?

 

[Modificato il 25/07/2008 alle 20:09 by pacho]


 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 28/07/2008 alle 00:59
Da elettore di Berlusconi non posso che essere contento per la vittoria di Ferrero. Un congresso che fa fare un passo indietro di 20 anni a rifondazione e ne segna con molta probabilità la fine. In piena linea col risultato di aprile.

Hasta la victoria siempre!

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 28/07/2008 alle 01:14
Oltre a capirne poco (oggi sono magnanimo) di ciclismo ne capisci poco anche di politica, indipendentemente dal colore al quale vorresti fornire la tua autorevole opinione.

Se la fu maggioranza bertinottiana ha condotto un partito dal 8% al 3% in due anni..non era questa forse stessa maggioranza che lo stava portando all autodistruzione, in nome del modernismo? Poi sai com'è..è quel passo indietro di 20 che potrebbe permettere di far saltare Berlusconi nuovamente, come già successo nel '94. Ma questa è storia..quindi non il tuo forte, come il ciclismo e la politica.

Ma forse per te è un passaggio logico, prima che politico, troppo difficile.




 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 28/07/2008 alle 01:37
E vvvvai!!!!! Oggi ho vinto anch'io che avevo votato, nella mia sezione, la mozione 1 di Ferrero!!!!!!!!!

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/07/2008 alle 01:54
Originariamente inviato da Donchisciotte

E vvvvai!!!!! Oggi ho vinto anch'io che avevo votato, nella mia sezione, la mozione 1 di Ferrero!!!!!!!!!


ma che avete vinto, ormai siete finiti(da un bel pò....) per fortuna....solo in Italia eravamo rimasti con sti rossi
con rispetto Donchisciotte, ma i comunisti erano di un'altra storiaa

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 28/07/2008 alle 02:17
Sono d accordo con te che i comunisti erano un altra storia rispetto a Rifondazione.

Pero grazie a quella storia occidentale in cui vi era un opposizione comunista (e credo che il tuo sfottò si riferisse a questo), adesso tu benefici di ospedali pubblici, scuole pubbliche e, ancora per poco, di quelle garanzie sul mondo del lavoro che ti garantiscono dal non essere licenziato su due piedi o ad essere alla piu barbara mercè dell imprenditore.

Adesso speriamo che, sulle macerie di quel partito, escano dai salotti griffati per andare sui luoghi di lavoro a capire come la gente fatichi a tirare avanti col mutuo che li strangola o la bolletta acqua luce e gas che li prosciuga.

E forse si potranno anche capacitare come mai l operaio o l impiegato vota lega nord invece di sinistra.

Per il resto, gentaglia come Svendola che in questo congresso pareva di essere in un concorso liturgico/poetico..e bertinotti in versioone signorotto di campagna (come tutti i loro lacchè, portaborse e cammelli ..tutti visceralmente anticomunisti)speriamo che vadano presto a lavorare.

Fidati Danilodiluca87..se sei uno studente o un lavoratore, è proprio questo pensiero unico liberista (che continuamente afferma che il comunismo è una cosa putrida) che da 20 anni a questa parte sta distruggendo i diritti conquistati in un secolo di lotte.

Tanto per farti un esempio: l'orario di lavoro.
Fino alla fine dell'800, i padroni facevano lavorare donne, bambini, anziani a regimi vergnosi. Fino 16 ore al giorno. Mediante le lotte organizzate, i lavoratori gia nei primi decenni del secolo, strapparono le 8 ore di lavoro giornaliere. Tale regime fu tenuto per circa 60 anni, anche se la tecnologia permetterebbe di lavorare tranquillamente poche ore al giorno per soddisfare i nostri bisogni.

Ora, con la capitolazione ( o meglio, la svendita dei partiti operai sull'altare del pensiero unico liberista) dei parti di sinistra, da 20 anni a questa parte l'orario di lavoro giornaliero ha raggiunto praticamtne i livelli dei primi del secolo, proprio con la benedizione dell'unione europea. Il tutto, condito dall'abbassaemtno dei salari reali.

Ecco, se un' opposizione comunista seria fosse in grado (almeno) di contrapporsi a questo sfacelo materiale che si riversa su quello intellettuale, sarei contento.

 
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