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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

Livello Fausto Coppi




Posts: 5156
Registrato: Apr 2005

  postato il 28/05/2008 alle 16:10
Grazie Federico,
purtroppo non conosco l'inglese.

 

____________________
nino58

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 28/05/2008 alle 16:49
Originariamente inviato da zon

Originariamente inviato da prof

Fotovoltaico e solare. La potenza del sole su ogni metro quadrato di Italia è 0 dal tramonto all'alba ed è 1000 W/metro.quadrato alle 12 di un giorno d'estate col cielo limpido: fatta una media tra notte e giorno e sulle 4 stagioni, si ha che la potenza del sole è poco meno di 200 W/mq. Non è finita; considerando i vari rendimenti, questa potenza mi dà 80 W/mq con i pannelli solari e circa 20 W/mq con il fotovoltaico (mi fanno scappare da ridere i lampioni con lo specchietto, un vero e proprio specchietto per le allodole. Un lampione stradale avrà lampade da almeno 500/1000 W, fate voi...). Da questi semplici dati si capisce che solare e fotovoltaico non possono fornirci la potenza che ci occorre: sarebbero richieste estensioni proibitive. Lo stesso vale con l'altra balla del secolo, le biomasse o i biocarburanti.



Ciao prof.

A te faranno pure ridere, ma questa è la prima cosa che ho trovato in internet. C'è anche la foto e non ci sono cavi elettrici... quindi fai te. Non è necessario usare dei fari da stadio per illuminare una strada.



LAMPIONE STRADALE FOTOVOLTAICO DEA/SOX

I lampioni fotovoltaici DEA-SOX consentono di illuminare strade o zone distanti dalla rete elettrica. I raggi solari, tramite i MODULI fotovoltaici, producono l’energia elettrica necessaria al funzionamento del lampione.
L’energia elettrica, prodotta dai moduli, è accumulata nelle BATTERIE che a loro volta, alimentano la LAMPADA durante le ore notturne.
Tutto il sistema è gestito da una CENTRALINA elettronica a microprocessore. La centralina massimizza costantemente le efficienze di tutti i componenti ed è dotata di programmi diagnostici per gestire eventuali anomalie del lampione.
Le lampade utilizzate nei lampioni DEA-SOX sono ad alta efficienza, garantendo così una buona autonomia notturna ed un illuminamento paragonabile ai lampioni standard.

Il testo è copia-incollato dal sito della società che fornisce il servizio.
www.deasrl.it/_LampioniStradaliFV.htm


Ciao Carissimo,

E' una mezza truffa (dico mezza per non infierire...). I conti li puoi fare anche tu: se il fotovoltaico mi restituisce 20 W/mq e anche meno, considerando il rendimento delle batterie, puoi capire quanto potrà funzionare una lampada anche solo da 400 W. Sono autentici specchietti per le allodole, buoni al piu' per fottere qualche amministratore gonzo e particolarmente solerte.

 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 28/05/2008 alle 17:08
Originariamente inviato da Federico Martin


Su quanto sia economico il nucleare lo spiega con parole semplici Rubbia in questo intervento

http://it.youtube.com/watch?v=51Mz4KO7Yv4



Le parole ed i concetti che esprimono non sono semplici, sono semplicistici. Ed anche un po' falsi. Soprattutto i dati (pochi) che fornisce.



Ripeto per me attualmente non è il nucleare attuale la soluzione dei problemi energetici, non lo è nel mondo figuriamoci se lo può diventare in Italia e poi ci sarebbe l'enorme problema delle scorie che non è affatto un problema secondario, così come non è un problema secondario i tempi per costruire e rendere operative le centrali e considerando i tempi biblici di costruzione dell'opere in Italia è assai facile che i tempi previsti raddopino tranquillamente.



Qualsiasi opera richiede tempi di realizzazzione, e allora ? Ti sembra un buon motivo per non eseguire piu' opere ? Per fare un ospedale ci vogliono dai 4 ai 5 anni (e, secondo la tua declinazione, anche di piu' in Italia). Dovremmo smettere di farli ? Fammi capire...



Cioè si corre seriamente il rischio di essere operativi quando magari le tecnologie sono arrivate a fornire energia in modo più efficente e più pulita, ad esempio sul solare adesso si stanno sperimentando sistemi che hanno una efficenza del 75% contro il 35% circa dei sistemi attuali, oppure nel geotermico l'Islanda ha messo a punto tecnologie per sfruttare energia dai vulcani.



Non capisco. Puo' darsi che tra cento anni questi problemi non si pongano piu'. Secondo il tuo ragionamento noi non dovremmo fare piu' nulla di qui a cento anni. Il problema delle scorie (come tutti i problemi) si risolve affrontandolo e non rimandandolo. Per quanto attiene al solare, i dati sono quelli che ti ho fornito io e sono gli stessi che puoi trovare sui siti che ti ho detto. Attenzione però ad elaborarli nel giusto modo, la differenza sta tutta li'.



Insomma una politica mirata alla riduzione dei consumi e alla maggiore efficenza delle apparecchiature potrebbe tranquillamente far diminuire i consumi nell'ordine del 10% così come investimenti sul fronte della rete di distribuzione porterebbero ad ulteriori risparmi, se poi abbiniamo questo ad investimenti sul fronte delle energie rinnovabili (e penso soprattutto al solare di nuova generazione come quello dei nanotubi in carbonio o quello di Rubbia e al geotermico che può sfruttare l'energia dei vulcani come ci insegna l'Islanda), penso sia possibile ottenere gli stessi risultati che si otterebbero col nucleare ma in maniera molto migliore.

Tutto questo in attesa che la tecnologia ci permetta di costruire le centrali nucleari di 4 generazione o quelle a fusione fredda.

Col nucleare attuale si rischia di spendere molto, ottenere pochi benefici e su tempi molto lunghi, ottenere si e no il 15% del fabbisogno energetico e allo stesso tempo un numero molto elevato di scorie, e arrivarci quando magari sono disponibili altre tecnologie migliori.



Scusami, Federico, questa è fuffa condita con un po' di ideologia. Non è la maniera seria di affrontare i problemi. E' come dire alle popolazioni che soffrono di mancanza di cibo di mettersi a dieta.

 

[Modificato il 28/05/2008 alle 17:15 by prof]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/05/2008 alle 19:48
Originariamente inviato da Serpa

Originariamente inviato da pacho

FONTE LA REPUBBLICA:

Tensione e scontri questa mattina in via Cesare De Lollis davanti all'università La Sapienza di Roma. A darne notizia sono gli appartenenti ai Collettivi di sinistra che riferiscono di veri e propri tafferugli: "Stavamo attaccando i nostri manifesti dopo che per tutta la notte Forza Nuova ha attacco i suoi davanti all'università, e all'improvviso sono arrivate tre macchine di fascisti che sono scesi con spranghe e coltelli. È scoppiata una rissa che è durata almeno 10 minuti. Un nostro compagno è stato accoltellato e altri si sono ritrovati con la testa spaccata".

INDYMEDIA ROMA:
autore:
1p
Apprendiamo che circa mezzora fa, alcuni ragazzi del collettivo di lettere sono stati aggrediti dai fasci.
Mentre stavano attacchinando dei volantini all'angolo di via De Lollis, si è avvicinata una macchina dalla quale sono scese 5 persone, di età approssimativamente vicina alla trentina, armate di lame, spranghe, cinghie e bastoni.
I feriti sono 3, uno di questi ha una spalla fuoriuscita.
Il collettivo di lettere ha convocato urgentemente una conferenza stampa che si terrà tra circa mezzora. E' stata richiesta la presenza del Rettore.
Sembra che l'episodio sia una sorta di rappresaglia in seguito ai tentativi di bloccare un'iniziativa, prevista per giovedì, di Lotta Universitaria, organizzazione universitaria di estrema destra e legata a Forza Nuova.


Escalation fascista senza precedenti.
Storace ha chiesto di fare una seduta del consiglio comunale all'università che come tema abbia la libertà di tutti di esprimersi liberamente.
Ora Alemanno interverrà a dire che spero che i colpevoli vengano puniti e che la colpa è della sinistra che fomenta odio ecc... ecc...

Io mi chiedo: ma perchè devono sempre fa la parte delle vittime quando i carnefici sono loro? Perchè?
La legittimazione che stanno ricevendo è inaccettabile, è una vergogna.
Lo sdoganamento di questi atteggiamenti è assurdo, che tanto come al solito non pagherà nessuno.


Ecco fatto...

SAPIENZA: ALEMANNO, PROBLEMA FORTE ESTREMISMO SINISTRA
"Dentro l'universita' il problema principale e' dato da un fortissimo estremismo di sinistra che crea problemi a tutti coloro che vogliono parlare all'universita'". Questo il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a quanto accaduto a La Sapienza. Ai giornalisti che gli chiedevano degli insulti e dei fischi rivosti contro il suo nome nel corso di un'assemblea odierna, Alemanno ha risposto: "senza fare paragoni irriguardosi, questi signori sono gli stessi che hanno impedito al Pontefice di parlare a La Sapienza, cosi' come anche a Gianfranco Fini. Non dico che mi inorgogliscono i fischi, ma sono la testimonianza che esiste una radice di intolleranza entro l'estremismo di sinistra molto presente all'universita', che non puo' essere ignorato". "Quando ho sottolineato che bisogna condannare tutte le forme di estremismo, di intolleranza di destra e di sinistra - ha aggiunto - non ho fatto alcuna equiparazione, pero' ho voluto sottolineare che non si puo' guardare solo all'estremismo di destra come cerca spesso di fare il Partito democratico".

fonte: http://www.repubblica.it

 

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Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
http://www.youtube.com/watch?v=lnX4uaDYyIU&feature=related

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/05/2008 alle 20:32
Originariamente inviato da prof

Le parole ed i concetti che esprimono non sono semplici, sono semplicistici. Ed anche un po' falsi. Soprattutto i dati (pochi) che fornisce.




Visto che Rubbia è troppo semplicistico ti consiglio di leggere il libro "Tutta l'Energia possibile" di Leonardo Maugeri direttore delle strategie dell'ENI che illustra nel dettaglio l'antieconomicità del nucleare che riassumo brevemente ... costi iniziali elevatissimi costi che cominciano a riassorbirsi dopo lunghi anni di funzionamento e cita dati del MIT (Massachussets Institute of Technology), secondo punto gli enormi tempi di realizzazione delle centrali, la media nel 2005 per i reattori in costruzione è stata di 110 mesi (10 anni) e assai facile che in Italia questi possono raddopiare visto come vanno le cose (ad esempio in Finlandia dove è in costruzione un reattore di III generazione sono già in ritardo di 2 anni sui tempi preventivati e con costi superiori a quanto previsto di 1 miliardo di €).
Terzo svantaggio economico, il trattamento delle scorie che non è certo a costo economico e ambientale pari a zero e quarto lo smantellamento dell'impianto alla fine del suo ciclo di vita, cioé chiudere e smantellare un impianto nucleare ha dei costi molto alti (la vita media di una centrale nucleare a fissione sono 25-30 anni quelle future probabilmente arriveranno a 60 anni).



Insomma una politica mirata alla riduzione dei consumi e alla maggiore efficenza delle apparecchiature potrebbe tranquillamente far diminuire i consumi nell'ordine del 10% così come investimenti sul fronte della rete di distribuzione porterebbero ad ulteriori risparmi, se poi abbiniamo questo ad investimenti sul fronte delle energie rinnovabili (e penso soprattutto al solare di nuova generazione come quello dei nanotubi in carbonio o quello di Rubbia e al geotermico che può sfruttare l'energia dei vulcani come ci insegna l'Islanda), penso sia possibile ottenere gli stessi risultati che si otterebbero col nucleare ma in maniera molto migliore.

Tutto questo in attesa che la tecnologia ci permetta di costruire le centrali nucleari di 4 generazione o quelle a fusione fredda.

Col nucleare attuale si rischia di spendere molto, ottenere pochi benefici e su tempi molto lunghi, ottenere si e no il 15% del fabbisogno energetico e allo stesso tempo un numero molto elevato di scorie, e arrivarci quando magari sono disponibili altre tecnologie migliori.



Originariamente inviato da prof

Scusami, Federico, questa è fuffa condita con un po' di ideologia. Non è la maniera seria di affrontare i problemi. E' come dire alle popolazioni che soffrono di mancanza di cibo di mettersi a dieta.


Ma quale fuffa condita con ideologia, come saprai esiste un piano energetico dell'Unione Europea che ha come obiettivi la riduzione dei consumi attraverso miglioramenti di efficenza e per il 2020 ha l'obiettivo di raggiungere quota 20% sul fronte delle energie rinnovabili, più che ideologia mi sembrano obiettivi concreti basta avere la volontà politica di investire su questi aspetti.

Faccio una semplice considerazione, visto che sappiamo bene quante risorse ha l'Italia per fare investimenti (cioé praticamente nulle) se al momento ingenti risorse vengono messe sul progetto del nucleare (e qui ho forti dubbi che si riescano a trovare i soldi per farlo) con l'obiettivo che forse dal 2020 avremmo si e no la copertura di neanche il 15% del fabbisogno di energia elettrica, e assai probabile che sugli altri fronti (risparmio, efficenza delle macchine, energie alternative) non si farà praticamente più niente.

Per principio non sono contrario al nucleare, ma andava fatto in Italia a tempo dovuto come del resto c'era già, purtroppo gli italiani non l'hanno voluto e ora ne paghiamo le conseguenze, però ora riproporlo con un ritardo pesantissimo, quando tutto il mondo si sta muovendo e cercando altre strade al problema energetico, ritornare al Nucleara in Italia adesso mi sembra del tutto controproducente e neanche lontanamente risolutore del problema.


 

[Modificato il 28/05/2008 alle 20:51 by Federico Martin]


 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 28/05/2008 alle 21:48
Originariamente inviato da Federico Martin


Visto che Rubbia è troppo semplicistico ti consiglio di leggere il libro "Tutta l'Energia possibile" di Leonardo Maugeri direttore delle strategie dell'ENI che illustra nel dettaglio l'antieconomicità del nucleare che riassumo brevemente ... costi iniziali elevatissimi costi che cominciano a riassorbirsi dopo lunghi anni di funzionamento e cita dati del MIT (Massachussets Institute of Technology), secondo punto gli enormi tempi di realizzazione delle centrali, la media nel 2005 per i reattori in costruzione è stata di 110 mesi (10 anni) e assai facile che in Italia questi possono raddopiare visto come vanno le cose (ad esempio in Finlandia dove è in costruzione un reattore di III generazione sono già in ritardo di 2 anni sui tempi preventivati e con costi superiori a quanto previsto di 1 miliardo di €).
Terzo svantaggio economico, il trattamento delle scorie che non è certo a costo economico e ambientale pari a zero e quarto lo smantellamento dell'impianto alla fine del suo ciclo di vita, cioé chiudere e smantellare un impianto nucleare ha dei costi molto alti (la vita media di una centrale nucleare a fissione sono 25-30 anni quelle future probabilmente arriveranno a 60 anni).



Appunto, un libro di parte, tutto ideologico e per nulla scientifico, per di piu' uscito dalla penna di chi vende gas e petrolio. Mah, fonte peggiore e meno attendibile non la potevi citare. Per inciso, 60 anni è la vita media prevista per una centrale nucleare; ti sei confuso.



....ad ulteriori risparmi, se poi abbiniamo questo ad investimenti sul fronte delle energie rinnovabili (e penso soprattutto al solare di nuova generazione come quello dei nanotubi in carbonio o quello di Rubbia e al geotermico che può sfruttare l'energia dei vulcani come ci insegna l'Islanda), penso sia possibile ottenere gli stessi risultati che si otterebbero col nucleare ma in maniera molto migliore.



Tutta roba che non dà potenza. Potenza è la parolina magica. Ci vuole la potenza. Col sole e con tutto il resto non ci cuoci nemmeno un uovo. E' questo il concetto che sembra non riusciate a quagliare e che fa delle vs. argomentazioni dei vuoti esercizi di ideologia.



Tutto questo in attesa che la tecnologia ci permetta di costruire le centrali nucleari di 4 generazione o quelle a fusione fredda.

Col nucleare attuale si rischia di spendere molto, ottenere pochi benefici e su tempi molto lunghi, ottenere si e no il 15% del fabbisogno energetico e allo stesso tempo un numero molto elevato di scorie, e arrivarci quando magari sono disponibili altre tecnologie migliori.



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Scusami, Federico, questa è fuffa condita con un po' di ideologia. Non è la maniera seria di affrontare i problemi. E' come dire alle popolazioni che soffrono di mancanza di cibo di mettersi a dieta.




Ma quale fuffa condita con ideologia, come saprai esiste un piano energetico dell'Unione Europea che ha come obiettivi la riduzione dei consumi attraverso miglioramenti di efficenza e per il 2020 ha l'obiettivo di raggiungere quota 20% sul fronte delle energie rinnovabili, più che ideologia mi sembrano obiettivi concreti basta avere la volontà politica di investire su questi aspetti.



Te l'ho già detto; anche migliorando l'efficienza delle "fonti rinnovabili" di un 20" ottieni poco, nulla. Intanto ti rimando alla questione della potenza: le "fonti rinnovabili" non danno potenza. Secondo, tolto l'idroelettrico, le cosiddette "rinnovabili", coprono si' e no l'1% del fabbisogno "energetico" (che NON è la "potenza" di cui abbiamo bisogno) mondiale: con costi di ricerca elevatissimi, noi andiamo ad incidere sul 20% di questo 1%. Assolutamente ingiustificato.



Faccio una semplice considerazione, visto che sappiamo bene quante risorse ha l'Italia per fare investimenti (cioé praticamente nulle) se al momento ingenti risorse vengono messe sul progetto del nucleare (e qui ho forti dubbi che si riescano a trovare i soldi per farlo) con l'obiettivo che forse dal 2020 avremmo si e no la copertura di neanche il 15% del fabbisogno di energia elettrica, e assai probabile che sugli altri fronti (risparmio, efficenza delle macchine, energie alternative) non si farà praticamente più niente.



Anche qui mi cadi nell'ideologia. Risparmio ed efficienza delle macchine sono quotidianamente perseguite dai costruttori di impianti, che basano le loro fortune proprio su sempre nuovi livelli di efficienza e su sempre piu' ridotti consumi e costi operativi, da offrire alla clientela. Chi lavora nel mondo industriale queste cose le conosce molto bene. Un po' meno le conosce chi siede negli uffici dei partiti, sindacati e giornali. Per quanto poi attiene alle energie alternative, ancora ti invito a ripassare bene la differenza che esiste tra "energia" e "potenza". Potenza è la parolina magica, ecco perchè il resto è fuffa.



Per principio non sono contrario al nucleare, ma andava fatto in Italia a tempo dovuto come del resto c'era già, purtroppo gli italiani non l'hanno voluto e ora ne paghiamo le conseguenze, però ora riproporlo con un ritardo pesantissimo, quando tutto il mondo si sta muovendo e cercando altre strade al problema energetico, ritornare al Nucleara in Italia adesso mi sembra del tutto controproducente e neanche lontanamente risolutore del problema.




Uno può essre contrario al nucleare finchè vuole, ma fino a che non ci tira fuori i GigaWatt (di potenza) è difficile che ci faccia vivere decentemente e ad uno standard accettabile.

 

[Modificato il 28/05/2008 alle 21:58 by prof]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 28/05/2008 alle 22:23
Ciao fammi capire un attimo: Martin ha dato come riferimento "bibliografico" un libro di un tipo dell'Eni?! A confronto, il vecchio detto "allora cicciolina è vergine" impallidisce! Grande martino, sempre più l'idolo delle folle.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/05/2008 alle 22:57
Originariamente inviato da pacho

Ciao fammi capire un attimo: Martin ha dato come riferimento "bibliografico" un libro di un tipo dell'Eni?! A confronto, il vecchio detto "allora cicciolina è vergine" impallidisce! Grande martino, sempre più l'idolo delle folle.


Per tua informazioni i dati citati nel libro sono fonte: MIT (Massachussets Insitute Technology) che mi sembrano al di sopra delle parti e come ho anche specificato nell'intervento

Originariamente inviato da Federico Martin

Visto che Rubbia è troppo semplicistico ti consiglio di leggere il libro "Tutta l'Energia possibile" di Leonardo Maugeri direttore delle strategie dell'ENI che illustra nel dettaglio l'antieconomicità del nucleare che riassumo brevemente ... costi iniziali elevatissimi costi che cominciano a riassorbirsi dopo lunghi anni di funzionamento e cita dati del MIT (Massachussets Institute of Technology), secondo punto gli enormi tempi di realizzazione delle centrali, la media nel 2005 per i reattori in costruzione è stata di 110 mesi (10 anni) e assai facile che in Italia questi possono raddopiare visto come vanno le cose (ad esempio in Finlandia dove è in costruzione un reattore di III generazione sono già in ritardo di 2 anni sui tempi preventivati e con costi superiori a quanto previsto di 1 miliardo di €).
Terzo svantaggio economico, il trattamento delle scorie che non è certo a costo economico e ambientale pari a zero e quarto lo smantellamento dell'impianto alla fine del suo ciclo di vita, cioé chiudere e smantellare un impianto nucleare ha dei costi molto alti (la vita media di una centrale nucleare a fissione sono 25-30 anni quelle future probabilmente arriveranno a 60 anni).


Se non sei capace di leggere mettiti gli occhiali
E se non ci credi documentati andando direttamente alla fonte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/05/2008 alle 23:56
Originariamente inviato da prof

Originariamente inviato da Federico Martin


Visto che Rubbia è troppo semplicistico ti consiglio di leggere il libro "Tutta l'Energia possibile" di Leonardo Maugeri direttore delle strategie dell'ENI che illustra nel dettaglio l'antieconomicità del nucleare che riassumo brevemente ... costi iniziali elevatissimi costi che cominciano a riassorbirsi dopo lunghi anni di funzionamento e cita dati del MIT (Massachussets Institute of Technology), secondo punto gli enormi tempi di realizzazione delle centrali, la media nel 2005 per i reattori in costruzione è stata di 110 mesi (10 anni) e assai facile che in Italia questi possono raddopiare visto come vanno le cose (ad esempio in Finlandia dove è in costruzione un reattore di III generazione sono già in ritardo di 2 anni sui tempi preventivati e con costi superiori a quanto previsto di 1 miliardo di €).
Terzo svantaggio economico, il trattamento delle scorie che non è certo a costo economico e ambientale pari a zero e quarto lo smantellamento dell'impianto alla fine del suo ciclo di vita, cioé chiudere e smantellare un impianto nucleare ha dei costi molto alti (la vita media di una centrale nucleare a fissione sono 25-30 anni quelle future probabilmente arriveranno a 60 anni).



Appunto, un libro di parte, tutto ideologico e per nulla scientifico, per di piu' uscito dalla penna di chi vende gas e petrolio. Mah, fonte peggiore e meno attendibile non la potevi citare. Per inciso, 60 anni è la vita media prevista per una centrale nucleare; ti sei confuso.



Come già detto i dati citati nel libro sono fonte MIT quindi penso al di sopra delle parti.

Per gli anni di vita di una centrale di III generazione non mi sono affatto confuso in quanto i dati di esercizio di progetto medi sono appunto 30 anni, questi poi attraverso speciali opere di manutenzione possono prolungare la vita di altri 15-20 anni.
Per i reattori di IV generazione c'e' da aspettare ancora un po' prima di averle a disposizione.

Originariamente inviato da prof

Te l'ho già detto; anche migliorando l'efficienza delle "fonti rinnovabili" di un 20" ottieni poco, nulla. Intanto ti rimando alla questione della potenza: le "fonti rinnovabili" non danno potenza. Secondo, tolto l'idroelettrico, le cosiddette "rinnovabili", coprono si' e no l'1% del fabbisogno "energetico" (che NON è la "potenza" di cui abbiamo bisogno) mondiale: con costi di ricerca elevatissimi, noi andiamo ad incidere sul 20% di questo 1%. Assolutamente ingiustificato.


Forse non hai capito il concetto, che poi è anche quello degli obiettivi fissati dall'Unione Europea ... e cioé più efficenza PER RIDURRE I CONSUMI e parallelamente l'obiettivo di avere il 20% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (dall'attuale 6%), e per ottenere questo ci sono tante strade percoribbili e diversificate, basta avere la volontà di farlo, ad esempio in Svezia seppure hanno il nucleare e ci hanno rinunciato (a costruire nuove centrali) nel 1980 riescono a ottenere il 26% della loro energia da fonti rinnovabili, e incredibile ma vero nonostante una continua crescita industriale sono riusciti contemporaneamente a diminuire i consumi di petrolio, boh probabilmente siccome è il paese del nobel saranno tutti dei geni.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 29/05/2008 alle 01:51
Ahò..bipartisan e "al di sopra delle parti", me stai a sembrà Casini-Follini! Ma de' che "al di sopra delle parti"? Ma che vordì? Anche Blanchard insegna al Mit e dice che serve moderaizone salariale e non conflitto sociale per alzare i salari e per inciso è 20 anni che c'è quel che lui si augura ma i salari americani sono fermi ai livelli pre-'73 e quelli europei sono al palo da 15. E allora, perche lo dice lui è giusto perche "è al di sopra delle parti"?

Ecco, pensi male.

chiuso Ot.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2008 alle 11:04
Originariamente inviato da pacho

Ahò..bipartisan e "al di sopra delle parti", me stai a sembrà Casini-Follini! Ma de' che "al di sopra delle parti"? Ma che vordì? Anche Blanchard insegna al Mit e dice che serve moderaizone salariale e non conflitto sociale per alzare i salari e per inciso è 20 anni che c'è quel che lui si augura ma i salari americani sono fermi ai livelli pre-'73 e quelli europei sono al palo da 15. E allora, perche lo dice lui è giusto perche "è al di sopra delle parti"?

Ecco, pensi male.

chiuso Ot.


Strano che non hai citato medioman ... dal tuo repertorio ci manca.

Comunque come sempre prima di parlare documentati, capisco che richiede un certo sforzo, eccoti qui il link dell'analisi del MIT a cui si fa riferimento

http://web.mit.edu/nuclearpower/

PS il MIT essento un istituto di ricerca non è affatto contro il nucleare anzi visto che nel campo della ricerca sul nucleare sono abbastanza documentati

http://lfee.mit.edu/metadot/index.pl
http://web.mit.edu/nse/
http://web.mit.edu/canes/

Poi giudica da solo come meglio credi su quanto sia obiettiva e scientifica o meno l'analisi che viene fatta.






 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 29/05/2008 alle 11:13
non so se con te c'è da parlare in mandarino o coreano o è necessario fare schemini logici.

Hai detto in precedenza che siccome è un libro del Mit (poteva trattarsi anceh di ricette culinarie che l'argomento non ha importanza)... quindi è al di sopra delle parti.

Ti ho risposto che questa è una cazzata, facendoti un esempio esplicativo.
e mi rispondi col solito sermone del "documentati"...ma che caz.zo c'entra? sono entrsato del merito del nucleare? il mio era un Ot sull'equazione mit=aldisopradelleparti

E' tanto difficile capirlo o hai bisogno del tutor?

Ah, dimenticavo: "comunque come sempre prima di parlare"..ecco, rileggiti con calma quello che gli altri scrivono, cosi eviti di rispondere mele con pere

 

[Modificato il 29/05/2008 alle 11:18 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2008 alle 11:29
Originariamente inviato da pacho

non so se con te c'è da parlare in mandarino o coreano o è necessario fare schemini logici.

Hai detto in precedenza che siccome è un libro del Mit (poteva trattarsi anceh di ricette culinarie che l'argomento non ha importanza)... quindi è al di sopra delle parti.

Ti ho risposto che questa è una cazzata, facendoti un esempio esplicativo.
e mi rispondi col solito sermone del "documentati"...ma che caz.zo c'entra? sono entrsato del merito del nucleare? il mio era un Ot sull'equazione mit=aldisopradelleparti

E' tanto difficile capirlo o hai bisogno del tutor?

Ah, dimenticavo: "comunque come sempre prima di parlare"..ecco, rileggiti con calma quello che gli altri scrivono, cosi eviti di rispondere mele con pere


secondo il tuo ragionamento allora non esiste nessuna analisi e/o commento al mondo al di sopra delle parti, perchè viene sempre fatta da una parte ... quello che intendevo con il termine al di sopra delle parti (così per spiegarti un po' meglio) era per dire analisi scientifica, cioé analisi fatta con metodo scientifico, se questa poi risulta obiettiva o meno penso sta nel giudizio di chi la legge.

Il resto è aria fritta, e chiudo qui il discorso perché rispondere a questo tipo di interventi mi sembra oltre che una perdita di tempo una cosa del tutto inutile.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 29/05/2008 alle 13:41
Originariamente inviato da Federico Martin


Forse non hai capito il concetto, che poi è anche quello degli obiettivi fissati dall'Unione Europea ... e cioé più efficenza PER RIDURRE I CONSUMI e parallelamente l'obiettivo di avere il 20% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (dall'attuale 6%), e per ottenere questo ci sono tante strade percoribbili e diversificate, basta avere la volontà di farlo, ad esempio in Svezia seppure hanno il nucleare e ci hanno rinunciato (a costruire nuove centrali) nel 1980 riescono a ottenere il 26% della loro energia da fonti rinnovabili, e incredibile ma vero nonostante una continua crescita industriale sono riusciti contemporaneamente a diminuire i consumi di petrolio, boh probabilmente siccome è il paese del nobel saranno tutti dei geni.


Secondo me sei tu che continui a non capire (o a fare finta di non capire). Primo, mi devi dire quali sono queste fonti "rinnovabili" e, se possibile, rispondere a tono, possibilmemte, ai miei rilievi appunto sulle "rinnovabili". Secondo, continui a parlare di energia: il problema non è l'energia, il vero problema è la potenza. Ammesso e non concesso che tu sappia qual'è la differenza, mi devi dire come si produce POTENZA. Sic et simpliciter.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 29/05/2008 alle 14:29
Caro Prof,

Ti ringrazio per le precisazioni. Non si può negare che, allo stato attuale, l'energia fotovoltaica possa essere soltanto una componente assolutamente marginale nell'affrontare il problema energetico. Tuttavia, non si può escludere che attraverso la ricerca si riesca in tempi relativamente brevi in primo luogo a ridurre considerevolmente i costi di produzione di elettricità da questa fonte, e parallelamente ad abbassare la potenza necessaria ad ottenere standard accettabili per alcune utenze (tipo l'illuminazione). Sempre nel web ho letto di lampade a Led che con 200W producono ottimi risultati. In questo modo, la capacità dell'energia fotovoltaica di provvedere a determinate esigenze energetiche garantendo uno standard accettabile aumenterebbe.

Ciò non significa che io mi illuda di poter alimentare tutto il pianeta con la sola energia solare. Credo solo che la miglior soluzione possibile sia quella di lavorare in più direzioni per diversificare il più possibile la “dieta energetica” del Paese, anche attraverso incentivazioni alle installazioni private e all'apertura del mercato (direzione che tra l'altro viene chiaramente indicata nel cosiddetto “conto energia” già recepito dalla legge italiana).

Un saluto!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2008 alle 14:52
Originariamente inviato da prof

Originariamente inviato da Federico Martin


Forse non hai capito il concetto, che poi è anche quello degli obiettivi fissati dall'Unione Europea ... e cioé più efficenza PER RIDURRE I CONSUMI e parallelamente l'obiettivo di avere il 20% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (dall'attuale 6%), e per ottenere questo ci sono tante strade percoribbili e diversificate, basta avere la volontà di farlo, ad esempio in Svezia seppure hanno il nucleare e ci hanno rinunciato (a costruire nuove centrali) nel 1980 riescono a ottenere il 26% della loro energia da fonti rinnovabili, e incredibile ma vero nonostante una continua crescita industriale sono riusciti contemporaneamente a diminuire i consumi di petrolio, boh probabilmente siccome è il paese del nobel saranno tutti dei geni.


Secondo me sei tu che continui a non capire (o a fare finta di non capire). Primo, mi devi dire quali sono queste fonti "rinnovabili" e, se possibile, rispondere a tono, possibilmemte, ai miei rilievi appunto sulle "rinnovabili". Secondo, continui a parlare di energia: il problema non è l'energia, il vero problema è la potenza. Ammesso e non concesso che tu sappia qual'è la differenza, mi devi dire come si produce POTENZA. Sic et simpliciter.


Lo so benissimo che l'Italia non è autosufficente dal punto di vista energetico in termini di Potenza installata, quindi siamo costretti a comprarne una percentuale cospicua dall'estero.

Per me il nucleare se può risolvere il problema dell'autosufficenza andrebbe a coprire al massimo la quota che attualmente compriamo dall'estero quando entrerà a regime dall'altro non modificherà di una virgola gli attuali sistemi di produzione di energia elettrica, andrebbe più o meno a colmare un gap che abbiamo.

Personalmente non so quanto possa risolvere tutti i problemi energetici che abbiamo e ho il timore che investendo i pochi soldi che non ci sono nel nucleare si perda di vista tutto il resto.

Per quanto riguarda aumentare la potenza installata sulle rinnovabili, si potrebbe investire nel geotermico (per adesso il geotermico è limitato solo a Lazio e Toscana ma il territorio consentirebbe di sfruttare questo anche in altre zone), nell'idroelettrico (questa fonte è stata la base dello sviluppo elettrico nel nostro paese e si potrebbe pensare di investirci un po' di più anche anche alla luce delle nuove tecnologie) e perché no nell'eolico visto che anche altri paesi lo stanno facendo e il 2007 è stato l'anno del sorpasso cioé è stata installata più potenza eolica rispetto a quella nucleare nel mondo e questo grafico lo dimostra



Fonte: repubblica.it

Poi posso essere d'accordo che il fotovoltaico ha ancora rendimenti ridicoli e può essere al momento utilizzato solo in maniera locale e con costi elevati e non di certo per una produzione di energia su larga scala.

La seconda strada è consumare meno attraverso apparecchi e comportamenti che non sono così poi difficili applicare, piccolo esempio a tal proposito si potrebbe cambiare tutta l'illuminazione pubblica con luci a led in tutti i comuni d'italia, certo piccole cose ma se unisci tante piccole cose alla fine si possono ottenere grandi risultati.

La terza strada è investire sulla rete di distribuzione in maniera da ridurre drasticamente le perdite e l'efficenza di distribuzione e anche su questo fronte si può fare molto, e a tal proposito si può vedere il piano elaborato da Terna

http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=8TnbsT3oatE%3d&tabid=711&mid=8960

Chiudo dicendo che non sono contrario per principio al nucleare, solo che per mia opinione (che di certo può anche essere sbagliata) al momento attuale un ritorno al nucleare specie nell'attuale situazione dell'Italia non lo vedo come cosa necessaria e imprescindibile, anzi mi sembra più qualcosa da sbandierare come il risolutore di tutti i problemi energetici quando in realtà, almeno io la penso così, non è che risolve un granché.

L'attuale piano nucleare dell'ENEL prevede 4 centrali di terza generazione migliorata operative dal 2020 in avanti con potenza installata di 6GW in totale + o - la quota che attualmente importiamo dall'estero.
Stime certe sui costi non ce ne sono o almeno l'ENEL non li fissa e poi rimane sempre il problema del sito unico del trattamento delle scorie.

Personalmente penso che si corre il rischio come già detto nei precedenti interventi di investire tanti soldi, di avere benefici ridotti e tra parecchi anni e probabilmente per allora saranno disponibili altre tecnologie.

Per mia opinione non ne vale la pena.



 

[Modificato il 29/05/2008 alle 15:59 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2008 alle 15:14
Un Opinione da perfetto ignorante: conviene spendere fior di milioni per centrali operative nel 2020 o spendere la stessa cifra per ricerche e potenziamento di fonti alternative che producano la stessa energia entro il 2020?

"Con l'aiuto del sole vincerò" (Daitarn 3)

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/05/2008 alle 09:03
Originariamente inviato da Serpa

Originariamente inviato da Lore_88

Roma, raid neonazista al Pigneto
Picchiato un extracomunitario


Un gruppo con il volto coperto da foulard con la svastica
ha distrutto le vetrine di due alimentari e un call center
Alemanno: "Atto di gravità inaudita, puniremo i colpevoli"

ROMA - Una vera e propria spedizione punitiva. Nel mirino gli extracomunitari del quartiere Pigneto a Roma. Oggi pomeriggio un gruppo di venti ragazzi, guidati da un uomo, con i volti coperti da foulard con il segno della svastica, ha fatto irruzione in un alcuni negozi: in via Ascoli Piceno i teppisti hanno danneggiato due vetrine e un frigo bar di un negozio di alimentari ed le vetrine di un call center. In via Macerata sono stati assaltati un altro locale di alimentari e la vetrata di un portone di un'abitazione. Un extracomunitario del Bangladesh è stato picchiato dalla banda.

I picchiatori sono arrivati improvvisamente correndo con in mano delle assi di legno e si sono scagliati contro l'extracomunitario. Paura nel quartiere, dove sono molti gli extracomunitari che gestiscono attività commerciali. Tutti sono scappati e molti hanno chiuso le saracinesche dei negozi.

La cronista dell'Agi, testimone dell'episodio, ha tentato invano di chiamare il 113, per molti minuti, ma nessuno ha risposto. Dopo pochi minuti, la banda è scappata e molti abitanti del quartiere si sono riversati nelle strade e si sono affacciati dalle finestre per capire cosa fosse accaduto.

Il Pigneto è un quartiere popolare della Capitale dove si trovano il centro sociale Snia Viscosa, uno dei più grandi e attivi della capitale, il Bar Necci, famoso per essere stato il bar di Pier Paolo Pasolini, e una storica sede dell'Associazione Partigiani Italiani.

Il quartiere, a metà anni '90, ha conosciuto una rinascita che lo ha portato ad essere luogo di ritrovo di artisti e musicisti. E' stato proprio in virtù del suo passato di quartiere degradato che molti immigrati, prevalentemente dal Bangladesh, hanno scelto di aprire al Pigneto attività commerciali di vario tipo, bazar e bar in particolare, sfruttando il basso costo dei locali.

"Il raid e l'aggressione al Pigneto nei confronti di cittadini extracomunitari, ai quali va la mia solidarietà, è un atto di una gravità inaudita che mi lascia sdegnato e che non passerà sotto silenzio. Mi sono già attivato con le forze dell'ordine affinché i colpevoli di questo gesto siano presi e puniti in maniera esemplare" è la prima reazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno.
(fonte: www.repubblica.it)


Io abito al Pigneto, pù vicino alla Snia Viscosa che al luogo dell'aggressione.
Nel mio quartiere la SA è all'8.30% e il PD al 37%.
Da sempre è zona rossa, piena zeppa di stranieri di ogni tipo. Cingalesi, peruviani, africani e, da poco tempo anche molti cinesi.
Perfettamente integrati col quartiere.
Pullulano in zona call center e frutterie gestite da indiani, negozi di abbigliamento e oggettistica varia gestiti da cinesi, bar dei cingalesi ecc.

La matrice è politica al contrario di quanto affermato da Alemanno: "Condanna assoluta. Colpa dell'illegalità promossa dalla sinistra" (repubblica.it)
Illegalità??? Quale? Quelli che hanno quei negozi sono tutti in regola, che illegalità?
Che fa? Li giustifica?

Resto dell'idea comunque che sia un episodio che va ad aggiungersi a quelli già visti e rimasti impuniti.
Lo dissi subito che la deriva violenta di questo tipo ci sarebbe stata con l'avvento del nuovo governo e della nuova amministrazione.
E' matematico.
Come diceva Tomas Milian in Delitto a Porta Romana (me pare) "Quando cachi sotto la neve e poi la ricopri, quando la neve se sciogle, la m... riesce fori".


Solo per dovere di informazione ...

Fonte: Repubblica.it

Si è costituito l'uomo che ha rivelato a Repubblica di aver cominciato l'assalto
Si fa avanti un altro giovane della spedizione punitiva. Polemica sulla sicurezza
Parla la banda del Pigneto
"Con noi anche un nero"
di CARLO BONINI

Dario Chianelli
ROMA - C'è un ragazzo con la pelle nera nel sabato del Pigneto. Ma non è nato in Bangladesh, né nel Maghreb. Perché in questa storia non è uno degli aggrediti, ma uno degli aggressori. In via Ascoli Piceno, impugnava una mazza come i "pischelli" bianchi cui si era unito. Un nero contro altri neri. Chi era insieme a lui nel raid ne parla da un telefono che ne protegge l'anonimato ("Purtroppo bisogna fà così perché ci sono ancora troppe guardie in giro e io devo ancora decidere se mi presento o no").


La confessione di Dario Chianelli, "Ernesto", ha scosso un gruppo che, da sei giorni ormai, vive acquattato nel quartiere e sembra averlo convinto "che non c'è proprio più nulla da nascondere e tanto vale allora dire anche questa del "nero", così forse si placano tutti".
Il "nero" ha un nome e un cognome. E' un ragazzo di colore che ha meno di trent'anni. E' cresciuto tra il Pigneto e il Prenestino. Lavora. E sabato, a quanto pare, non c'è stato bisogno di convincerlo ad unirsi al resto dei mazzieri.

"Se lo sentissi - dice il suo amico al telefono - non diresti mai che è un africano. E' uno de noi. Parla romano e magna romano come noi. Per questo è venuto con noi". Il ragazzo fa una pausa. "Come bisogna spiegarlo ancora che la razza non c'entra? Ho visto che oggi (ieri ndr.) la politica sta continuando a parlà, a parlà. Stanno sempre a parlà. Non basta quello che ha detto Dario? Allora, forza, mettici pure questa. C'era uno de colore a menà. Si dice così, no? De colore. E sai perché? Lui al Pigneto è sempre stato rispettato. Nessuno l'ha mai fatto sentire di serie B. Questa è casa sua come è casa mia. E siccome stanno facendo lo schifo in casa nostra, a lui è salito il veleno come è salito a noi. Sai che gliene frega a lui del colore della pelle? Niente. A lui gliene frega ancora meno che a noi visto che è nero. Lui si è rotto il "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" come noi. Punto e basta".

Il ragazzo non ha nessuna voglia di spiegare come lui, il "nero" e gli altri ci siano finiti in via Macerata e via Ascoli Piceno. Se, come e quando le cose siano sfuggite di mano. "Dario ha detto bene. Ha raccontato bene quello che è successo. Quindi non c'è altro da aggiungere". Ha voglia invece di raccontare chi sono loro, "i pischelli". "Ma quali fascisti? Che te pensi? Siamo tutta gente che lavora. Che lavora con le mani. Il sabato sera con la donna o con la famiglia e, molti, la domenica allo stadio. Roma, Lazio. Ma niente ultras".
Per loro non è stato un portafoglio. Ma quello che dicono sia successo alle loro donne. "A mia nonna gli hanno portato via la borsa e l'hanno pure insultata. A mia sorella l'hanno inseguita sotto casa di notte, che se c'ero io quella sera finiva male".

E così agli altri, sembra di capire. Tutti e quindici i protagonisti del raid avrebbero avuto uno sgarro da esibire nel pantheon del risentimento di quartiere. E dunque da vendicare. Con una scelta che sembrerebbe avere avuto il segno crudele e primitivo della decimazione. Colpirne uno per educarne cento. Punire l'indiano di via Macerata per dare man forte a Dario che chiedeva conto dello scippo alla sua ex moglie, vendicando così tutte le donne del Pigneto. Punire il bottegaio bengalese di via Ascoli Piceno che vende vino e birra fino all'alba, mettendo al proprio posto e sul chi vive tutta la filiera di balordi che normalmente vi si abbevera.

Eppure, forse, non è proprio così. Con i bengalesi sembra covi anche dell'altro. Il ragazzo al telefono dice: "Ma lo sai quanto sono impaccati di soldi? Li vedi che tirano fuori dalle tasche rotoli da 50 e 100 euro. Come fanno a tirarli su? Anche io lavoro, ma quello che guadagno io in un mese loro se lo portano a casa in una settimana. Com'è?". E' una domanda che anche Dario ha affacciato nel suo racconto. Una domanda che trova una risposta in ciò che i "pischelli" del raid e l'intero quartiere sembra diano da molto tempo per assodato. Dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, senza perdersi dietro a inutili fronzoli. E cioè che la comunità dei bengalesi sia diventata il complice ombrello alla cui ombra si ripara lo spaccio capillare dei maghrebini. I bengalesi non danno nell'occhio. I bengalesi sono gente pacifica che non attira "le guardie".

Nelle loro botteghe, i maghrebini hanno capito che possono parcheggiare la droga che spacciano o la refurtiva che riciclano senza rischiare nulla. E con il minimo sforzo. Dice ancora il ragazzo: "Io non lo so se questi bengalesi qua lo fanno perché hanno soltanto paura dei marocchini o se invece lo fanno, soprattutto perché dai marocchini prendono la stecca sulla roba che quelli gli inguattano. Sia come sia, la roba esce dalle botteghe loro. E quindi meritavano una ripassata. Voglio vedere se adesso se rimettono a fà come prima".

Il ragazzo dice che deve chiuderla qui. Ha fretta di parlare con gli altri. Perché ora, dopo la confessione di Dario, il gruppo deve decidere che fare. I "pischelli" hanno capito che la polizia sa chi sono. E hanno capito anche che il ritorno di Dario al Pigneto da uomo libero è una mano tesa a chiuderla davvero questa storia. Ha un'ultima battuta: "Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per il Pigneto. Ma adesso, qui al Pigneto, tutte queste guardie che girano cominciano a essere un bel casino".
(30 maggio 2008)

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/06/2008 alle 14:21
Draghi, l’ultimo ultrà del liberismo

di Emiliano Brancaccio

“I protagonisti della ripresa devono essere coloro che hanno in mano il futuro: i giovani, oggi mortificati da un’istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un’organizzazione produttiva che troppo spesso non premia il merito. Il consenso sulle cose da fare è vasto, ma si infrange nell’urto con gli interessi costituiti che negli ultimi anni hanno scritto il nostro impoverimento”. Con queste parole il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha terminato ieri le sue Considerazioni finali. Per il governatore l’ostacolo principale allo sviluppo del paese verte dunque essenzialmente sul conflitto tra le generazioni, tra giovani lavoratori precari e vecchi lavoratori garantiti. E’ questa una interpretazione non nuova, che tuttavia non può lasciarci indifferenti. Bisogna riconoscere infatti che quella tra le generazioni è una frattura reale, che del resto è solo una delle molteplici crepe che sono andate formandosi nella composita struttura della classe lavoratrice: si pensi ai conflitti più o meno latenti tra lavoratori del settore pubblico e lavoratori del settore privato, tra para-subordinati e dipendenti, tra settentrionali e meridionali, tra immigrati e nativi, tra donne e uomini. In buona parte, la crisi del movimento dei lavoratori e delle organizzazioni politiche e sindacali che facevano capo ad esso può esser fatta risalire proprio alla tendenza funesta a subire – e talvolta persino ad assecondare - anziché contrastare le voragini contrattuali e normative che hanno progressivamente diviso e isolato i singoli individui sociali, e che hanno drammaticamente compromesso l’antica ambizione dell’unità di classe. Per avere un’idea degli effetti politici di questa disgregazione basterebbe guardare a un grafico che nelle sue considerazioni Draghi si guarda bene dal citare, ma che invece è riportato in bella mostra nella stessa Relazione annuale dell’Ufficio studi di Bankitalia: si tratta dell’andamento della quota di reddito nazionale complessivamente destinata al lavoro, crollata di quasi dieci punti percentuali nell’arco di un trentennio. Dietro quella caduta c’è evidentemente una crisi che investe trasversalmente tutte le categorie di lavoratori, e che pone in luce la questione della totale evanescenza del conflitto di classe. Dati alla mano, la divaricazione tra i profitti e i redditi da lavoro sovrasta sia lo scontro generazionale che tutte le altre “guerre tra lavoratori” sulle quali il governatore e molti altri da tempo preferiscono battere. Ma Draghi su questa evidenza sceglie di glissare.

Naturalmente, sarebbe ingenuo attendersi dai vertici di Bankitalia una lettura “di classe” del quadro economico nazionale. Tuttavia, dovrebbe almeno esser lecito augurarsi una certa prudenza nella esposizione dei fatti. A tale riguardo si rileva ancora una volta uno scarto tra le considerazioni politiche del governatore e la Relazione tecnica elaborata dall’Ufficio studi di Palazzo Koch. Draghi si lancia infatti in una serie di dichiarazioni sotto molti aspetti ardimentose. Egli afferma che la riduzione del tasso di disoccupazione in Italia rientrerebbe tra “gli effetti positivi delle innovazioni legislative e negoziali introdotte dalla seconda metà degli anni Novanta e di una dinamica salariale moderata”, ed aggiunge che “non possiamo accontentarci di questi risultati finché il tasso di occupazione non raggiungerà i livelli europei e finché la flessibilità non riguarderà l’intero mercato del lavoro, piuttosto che essere concentrata su singoli segmenti”. Il verbo del governatore, insomma, è che occorre diffondere la flessibilità in ogni dove, tra i vecchi come tra i giovani, tra i pubblici come tra i privati. Ma da dove il governatore trae simili conclusioni? Da quale analisi scientifica egli deriva il convincimento che la precarizzazione del lavoro e la compressione delle retribuzioni siano in grado di assicurare un abbattimento dei tassi di disoccupazione e un incremento dei tassi di occupazione? La Relazione al riguardo è muta, e le ricerche passate dell’Ufficio studi hanno sempre lasciato trasparire un notevole scetticismo nei confronti dei presunti benefici della flessibilità. Pertanto, finché non si avrà qualche elemento in più per valutare la pesante presa di posizione del governatore, non potremo che attenerci alle attuali evidenze della letteratura scientifica: e cioè che non sussiste alcun legame significativo tra maggiore precarietà e minore disoccupazione, e che invece i miglioramenti registrati in Italia negli ultimi anni possono essere fatti risalire alla mera regolarizzazione degli immigrati e allo scoraggiamento di molte donne, specie al Sud, che a causa della crisi di quell’area - come riconosce la stessa Relazione - rinunciano del tutto a cercare un lavoro e quindi non vengono più nemmeno conteggiate tra i disoccupati.

Riguardo invece agli effetti della precarietà sui salari, Draghi ammette un’evidenza largamente documentata in ambito scientifico. Egli infatti riconosce che “i consumi continuano a risentire dell’instabilità dei rapporti di impiego, diffusa specialmente tra i giovani e nelle fasce marginali del mercato del lavoro”. Insomma, i precari guadagnano paghe da fame, e quindi non spendono. Questa dichiarazione non deve tuttavia far pensare a una retromarcia politica del governatore. Draghi infatti aggiunge subito che per sostenere i consumi dei precari basterebbe ampliare la rete di ammortizzatori sociali di pari passo con la diffusione dei contratti flessibili. In sostanza, si tratta dell’ormai onnipresente paradigma della flexicurity: un po’ di reddito in cambio di contratti temporanei e di licenziamenti sempre più facili. Una soluzione à la page che trova a questo punto alleati i nipotini di Toni Negri persino con il banchiere centrale, in una intesa effettivamente alquanto sospetta.

Il governatore non appare molto convincente nemmeno riguardo all’implicito via libera nei confronti della recente detassazione degli straordinari e dei premi aziendali, che viene interpretata come uno strumento in grado di accrescere la produttività del lavoro. Laddove invece, ancora una volta, nella Relazione dell’Ufficio studi si legge che l’effetto sulla produttività di questi provvedimenti resta dubbio, dal momento che “i premi aziendali mostrano spesso una scarsa differenziazione all’interno dell’impresa e sembrano poco correlati ai risultati”. In effetti, è proprio intorno al dramma della bassa produttività del lavoro in Italia che Draghi sembra malcelare una vera e propria impasse. Egli cita ampiamente il problema, ma non sembra in effetti disporre di soluzioni credibili. L’insistenza sulla necessità di investire in istruzione e formazione suscita in verità molti dubbi, se si considera che dalla stessa Relazione emerge chiaro che la bassa produttività si deve principalmente alla grave frammentazione del capitalismo italiano, costituito essenzialmente da piccole e piccolissime imprese, incapaci di investire, di potenziarsi, di proiettarsi all’estero. Su questo nodo cruciale Draghi sembra assumere un atteggiamento passivo, oseremmo dire più da vecchio esponente di Goldman Sachs che da capo di Via Nazionale: egli infatti anche quest’anno si limita a valutare positivamente il dato della elevata mortalità delle imprese italiane, interpretandolo come un primo accenno di centralizzazione e di riorganizzazione spontanea dei capitali. Il governatore tuttavia dovrebbe sapere che se il paese verrà lasciato in balia dei processi spontanei di centralizzazione, se mancherà una ferrea guida pubblica di quei processi, i rischi potrebbero essere elevatissimi, specie nel caso di una prolungata crisi internazionale. E’ lo stesso Draghi del resto a sottolineare la potenza creativa e distruttrice dell’attuale finanza mondiale. Egli arriva a denunciare la creazione di un vero e proprio “sistema bancario ombra”, che sfugge alle regolamentazioni, ai controlli, agli stessi registri contabili. Quel sistema ha mostrato il suo volto oscuro con la recente crisi dei mutui subprime, ma a detta dello stesso governatore potrebbe in futuro scatenare un effetto a catena di proporzioni ben più grandi. L’Italia ultraliberista invocata da Draghi potrebbe reggere l’impatto? Gli stessi dati di Bankitalia offrono molti motivi per dubitare.



Emiliano Brancaccio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2008 alle 23:13
Cosa ci fa uno così ospite di un Paese Civile?


fonte: corriere.it

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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  postato il 04/06/2008 alle 18:46
Quale paese civile?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/06/2008 alle 18:52
Originariamente inviato da desmoblu

Quale paese civile?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 04/06/2008 alle 19:48
visto che si parlava di nucleare ecco l'ultima notizia non tanto bella

Perdita in centrale nucleare slovena
L'Ue lancia l'allerta per tutta Europa

BRUXELLES - La Commisione europea ha lanciato l'allerta in tutta Europa per un incidente verificatosi in una centrale nucleare in Slovenia. La fuga di liquido dall'impianto di raffreddamento è avvenuta nella centrale nucleare di Krsko, a 130 chilometri in linea d'aria da Trieste. "E' stata attivata una procedura di spegnimento sicuro dell'impianto", ha reso noto l'Unione Europea.

Fonti della Nek, la società che gestisce la centrale di Krsko, hanno assicurato che non c'è stata alcuna fuga radioattiva nell'ambiente. La stessa cosa si legge nel comunicato diffuso a Bruxelles.

"Non c'è stata nessuna perdita nell'ambiente - ha detto un portavoce della Nek - la fuoriuscita si è verificata all'interno della struttura del reattore. E' stato avviato il processo di spegnimento che avviene per fasi e sarà ultimato entro questa sera. Allora sarà possibile ispezionare il sito per verificare la situazione".

"Non c'è rischio per la popolazione e per l'ambiente", ha affermato Maja Kocijancic, portavoce della presidenza di turno slovena dell'Ue, sottolineando che la perdita non è stata di materiale radioattivo ma di acqua.


repubblica.it

 

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Se si è ritirato Bewolcic si possono ritirare tutti...


Gianni



 
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  postato il 04/06/2008 alle 21:04
Originariamente inviato da EugeRambler

Cosa ci fa uno così ospite di un Paese Civile?


fonte: corriere.it

Condivido il fatto che non sia l'ospite che inviterei in casa mia, però bisogna discutere con quest'uomo prima che la situazione sia irrimediabilmente compromessa.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/06/2008 alle 00:22
Prima di dar credito a coloro che da 30 anni stanno impoverendo i lavoratori a vantaggio dei grandi oligopoli e monopoli internazionali (con la speranza che piu grande sarà la tovaglia, piu briciole cadranno ai lavoratori sfigati) e stanno affamando metà della popolazione mondiale, mi sono andato a leggere il discorso originale di Amadinejad, pronunciato durante l'incontro romano della Fao. Le sole reazioni isteriche dei capi di stato ragionevoli e pacati mi avevano fatto sorgere il dubbio che il presidente iraniano avesse detto qualcosa di intelligente.

Comunuque. Ho tradotto il testo (la versione originale in inglese è qui http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/foodclimate/statements/irn_ahmadinejad_e.PDF ) in italiano.

DISCORSO DI AMADINEJAD AL VERTICE FAO DI ROMA.

Il 25% delle persone povere al mondo spendono il 75% del loro reddito in cibo mentre il bilanciamento tra produzione e consumo di prodotti alimentari sta diventando preoccupante.
Circa la metà dei prodotti agricoli sono prodotti attualmente da 10 paesi; il consumo nei paesi ricchi è più del doppio rispetto alla media mondiale mentre nei paesi poveri è molto al di sotto della metà ed è proprio questo fattore che ha scatenato la crisi.
L'estensione dei principi del "mercato" al principale bisogno umano per l'esistenza, il cibo, è preoccupante. In poco tempo, il prezzo di alcuni prodotti agricoli è più che raddoppiato mentre il potere d'acquisto dei poveri è diminuito. Senza dubbio, la continuazione di questa situazione è il risultato della diffusione della povertà, dei morti che essa provoca, dei veloci sviluppi politico-sociali in molte regioni .
A tutto ciò, sembra non esserci via d'uscita.
Una precisa analisi della situazione è la più logica via per proporre appropriate soluzioni.
Alcuni cercano la causa della povertà nella crescita economica di molti paesi, nell’aumento dei prezzi delle materie prime, nell’aumento del costo dell’energia, nei sistemi agricoli inappropriati, nella desertificazione, nell’utilizzo di prodotti agricoli per produrre combustibili, nella svalutazione del dollaro e nella inflazione globale o in altri cambiamenti come la crescita del consumo. Supponiamo che queste analisi siano corrette: quale sarebbe la causa che le scatena?
Una tale preoccupante situazione è il risultato naturale dello sviluppo economico mondiale e del funzionamento proprio del "mercato" oppure è il risultato di elementi esteriori causati dalle imposizioni di certe politiche? La mia opinione è che entrambi questi elementi siano la causa dei problemi alimentari.
Un sistema sviluppato e basato sul mercato, senza un potente, decisivo e abile controllore che regoli le relazioni mondiali nella corretta maniera è privo di credibilità e sostenibilità.
Oggi, noi siamo privi di questo controllore e, fatto ancora più importante, siamo disorganizzati e disturbati da interferenze dannose provenienti da alcuni poteri politici ed economici.[..]
La svalutazione del dollaro e l'incremento del prezzo dell'energia sono la facce della stessa medaglia e sono menzionati come le ragioni dietro ai recenti squilibri.
Ma qual’e la causa di questo fenomeno? Una parte della svalutazione del dollaro dipende da altri elementi e che una parte è intenzionale. Oggi i politici di qualche potenza mondiale svalutano i dollari perchè non hanno altra scelta ma anche perché costretti dalle conseguenza delle loro performance passate e per imporre le loro volontà sul mercato mondiale.
I lunghi anni di inflazione e i problemi economici di alcune potenze sono stati imposti ad altre nazioni con l’iniezione di dollari senza il supporto dell’economia globale. Ma attualmente la capacità di assorbimento dell’economia è diminuita e altri paesi sono entrati nell'arena mondiale e questo ha fatto sì che i problemi siano tornati dove erano stati creati inizialmente ( ndr. ovviamente si riferisce agli Stati Uniti).
Le continue spese per guerre ed occupazioni, compensati da forti e immorali consumi, rimpinguano le tasche del capitalismo mondiale svuotando quelle delle altre nazioni. Ciò è stato possibile attraverso una vasta iniezioni di dollari senza garanzie e oggi tutto questo si è riflesso nella svalutazione del dollaro; un fenomeno che ha gettato tutte le relazioni economiche mondiali sull'orlo della distruzione.
Nel campo dell’energia, gli interventi irresponsabili sono sotto gli occhi di tutti. Mentre la crescita dei consumi è inferiore alla crescita della produzione e il mercato abbonda di petrolio, i prezzi sono sempre in aumento e questa situazione è artificiale e imposta dall’alto. E’ chiaro che alcune potenze sono al lavoro per controllare i prezzi delle materie prime in maniera artificiale per i loro obiettivi politici e economici. Ma perché certe potenze e i capitalisti internazionali agiscono così? Cercano per caso di giustificare i costi delle guerre e delle occupazioni?
Il loro scopo è finanziare le spese di guerre e occupazioni? Oppure cercano di giustificare gli investimenti sulle nuove fonti di energia in fondo al mare, al Polo Nord o in altre regioni?
Da una parte sostengono artificialmente il prezzo del petrolio, dell’energia e delle tasse sul suo consumo; dall’altro, propongono l’estrazione di combustibile da prodotti agricoli. In seguito, considerano questo un pretesto per l'incremento del prezzo dei prodotti alimentari e si allineano contro l’uso dell’energia nucleare che è a più pulita e a buon mercato.
Da una parte impongono alle altre nazioni di abbassare le tariffe delle importazioni agricole in nome del libero scambio e dall’altra danno sovvenzioni ai loro agricoltori eliminando di fatto un gran numero di piccoli agricoltori negli altri paesi.
Perché certi potentati usano e intendono il cibo come un oggetto per fare profitti, usando finanziamenti illegali per mantenere milioni di persone schiacciate nella povertà?
Perché alcune potenze - per acquisire il dominio del Mondo - passano tutte le frontiere dell’umanità e dei valori morali? Perché certa gente si comporta così?
La domanda che ci si pone è: qual’ è la soluzione?
Con i meccanismi esistenti, queste potenze possono controllare la loro avidità senza fine e il loro appetito inarrestabile?
Come possono i meccanismo dell'Onu migliorare la situazione quando alcune di queste potenze decidono all’interno del Consiglio di Sicurezza che è la più alta carica decisionale?
Come possono i meccanismi esistenti cercare di risolvere i problemi quando ogni Paese segue i suoi politici sulla base dei propri interessi e quando differenti volontà e differenti motivazioni, a volte diaboliche, sono impiegate per imporre politiche ingiuste a livello mondiale? [..]
Quindi, è assolutamente chiaro che lo status quo è il risultato di modi pensare e gestire la situazione in maniera sbagliata [..].
Così malgrado l’inganno della maggior parte delle nazioni sull’efficienza regnante nei meccanismi mondiali, a causa dell’urgenza e dell’importanza dei prodotti alimentari nella preservazione della vita dell’uomo, tengo a formulare le seguenti proposte:

1. Costituzione di un indipendente e potente corpo, eletto da tutti i paesi, per la regolazione del mercato alimentare e per organizzare tutti i rapporti, dalla produzone al consumo.

2. Attribuzione di una parte delle spese militari dei paesi al miglioramento della produzione dei prodotti alimentari e come sovvenzione alimentare ai poveri. Si può stabilire la sicurezza senza lo sviluppo di armi mortali e con la tenerezza, ma non si può vivere senza cibo;

3. I paesi ricchi devono assumere una più grande responsabilità davanti l’evoluzione mondiale e a quanti partecipano alla regolazione dei rapporti alimentari;

4. La revisione del sistema delle tariffe e delle sovvenzioni dei prodotti alimentari in favore di una distribuzione e produzione equa;

5. L’adesione delle grandi potenze alle convenzioni per preservare l’ambiente e combattere l’inquinamento dell’atmosfera, per prevenire la distruzione dei terreni agricoli e l’estensione della desertificazione;

6. Le potenze dominanti devono essere obbligate ad orientarsi verso la pace e l’amicizia al posto delle guerre e delle occupazioni e devolvere le spese militari per migliorare la situazione dell’agricoltura nel mondo e aiutare le genti povere dei loro e degli altri paesi. [..]

La Repubblica Islamica dell’Iran è disponibile, come nel passato a offrire la sua esperienza e ad avere nel processo una partecipazione attiva e costruttiva.

 

[Modificato il 05/06/2008 alle 00:33 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 10:50
Originariamente inviato da Federico Martin

Solo per dovere di informazione ...

Fonte: Repubblica.it

Si è costituito l'uomo che ha rivelato a Repubblica di aver cominciato l'assalto
Si fa avanti un altro giovane della spedizione punitiva. Polemica sulla sicurezza
Parla la banda del Pigneto
"Con noi anche un nero"
di CARLO BONINI

Dario Chianelli
ROMA - C'è un ragazzo con la pelle nera nel sabato del Pigneto. Ma non è nato in Bangladesh, né nel Maghreb. Perché in questa storia non è uno degli aggrediti, ma uno degli aggressori. In via Ascoli Piceno, impugnava una mazza come i "pischelli" bianchi cui si era unito. Un nero contro altri neri. Chi era insieme a lui nel raid ne parla da un telefono che ne protegge l'anonimato ("Purtroppo bisogna fà così perché ci sono ancora troppe guardie in giro e io devo ancora decidere se mi presento o no").


La confessione di Dario Chianelli, "Ernesto", ha scosso un gruppo che, da sei giorni ormai, vive acquattato nel quartiere e sembra averlo convinto "che non c'è proprio più nulla da nascondere e tanto vale allora dire anche questa del "nero", così forse si placano tutti".
Il "nero" ha un nome e un cognome. E' un ragazzo di colore che ha meno di trent'anni. E' cresciuto tra il Pigneto e il Prenestino. Lavora. E sabato, a quanto pare, non c'è stato bisogno di convincerlo ad unirsi al resto dei mazzieri.

"Se lo sentissi - dice il suo amico al telefono - non diresti mai che è un africano. E' uno de noi. Parla romano e magna romano come noi. Per questo è venuto con noi". Il ragazzo fa una pausa. "Come bisogna spiegarlo ancora che la razza non c'entra? Ho visto che oggi (ieri ndr.) la politica sta continuando a parlà, a parlà. Stanno sempre a parlà. Non basta quello che ha detto Dario? Allora, forza, mettici pure questa. C'era uno de colore a menà. Si dice così, no? De colore. E sai perché? Lui al Pigneto è sempre stato rispettato. Nessuno l'ha mai fatto sentire di serie B. Questa è casa sua come è casa mia. E siccome stanno facendo lo schifo in casa nostra, a lui è salito il veleno come è salito a noi. Sai che gliene frega a lui del colore della pelle? Niente. A lui gliene frega ancora meno che a noi visto che è nero. Lui si è rotto il "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" come noi. Punto e basta".

Il ragazzo non ha nessuna voglia di spiegare come lui, il "nero" e gli altri ci siano finiti in via Macerata e via Ascoli Piceno. Se, come e quando le cose siano sfuggite di mano. "Dario ha detto bene. Ha raccontato bene quello che è successo. Quindi non c'è altro da aggiungere". Ha voglia invece di raccontare chi sono loro, "i pischelli". "Ma quali fascisti? Che te pensi? Siamo tutta gente che lavora. Che lavora con le mani. Il sabato sera con la donna o con la famiglia e, molti, la domenica allo stadio. Roma, Lazio. Ma niente ultras".
Per loro non è stato un portafoglio. Ma quello che dicono sia successo alle loro donne. "A mia nonna gli hanno portato via la borsa e l'hanno pure insultata. A mia sorella l'hanno inseguita sotto casa di notte, che se c'ero io quella sera finiva male".

E così agli altri, sembra di capire. Tutti e quindici i protagonisti del raid avrebbero avuto uno sgarro da esibire nel pantheon del risentimento di quartiere. E dunque da vendicare. Con una scelta che sembrerebbe avere avuto il segno crudele e primitivo della decimazione. Colpirne uno per educarne cento. Punire l'indiano di via Macerata per dare man forte a Dario che chiedeva conto dello scippo alla sua ex moglie, vendicando così tutte le donne del Pigneto. Punire il bottegaio bengalese di via Ascoli Piceno che vende vino e birra fino all'alba, mettendo al proprio posto e sul chi vive tutta la filiera di balordi che normalmente vi si abbevera.

Eppure, forse, non è proprio così. Con i bengalesi sembra covi anche dell'altro. Il ragazzo al telefono dice: "Ma lo sai quanto sono impaccati di soldi? Li vedi che tirano fuori dalle tasche rotoli da 50 e 100 euro. Come fanno a tirarli su? Anche io lavoro, ma quello che guadagno io in un mese loro se lo portano a casa in una settimana. Com'è?". E' una domanda che anche Dario ha affacciato nel suo racconto. Una domanda che trova una risposta in ciò che i "pischelli" del raid e l'intero quartiere sembra diano da molto tempo per assodato. Dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, senza perdersi dietro a inutili fronzoli. E cioè che la comunità dei bengalesi sia diventata il complice ombrello alla cui ombra si ripara lo spaccio capillare dei maghrebini. I bengalesi non danno nell'occhio. I bengalesi sono gente pacifica che non attira "le guardie".

Nelle loro botteghe, i maghrebini hanno capito che possono parcheggiare la droga che spacciano o la refurtiva che riciclano senza rischiare nulla. E con il minimo sforzo. Dice ancora il ragazzo: "Io non lo so se questi bengalesi qua lo fanno perché hanno soltanto paura dei marocchini o se invece lo fanno, soprattutto perché dai marocchini prendono la stecca sulla roba che quelli gli inguattano. Sia come sia, la roba esce dalle botteghe loro. E quindi meritavano una ripassata. Voglio vedere se adesso se rimettono a fà come prima".

Il ragazzo dice che deve chiuderla qui. Ha fretta di parlare con gli altri. Perché ora, dopo la confessione di Dario, il gruppo deve decidere che fare. I "pischelli" hanno capito che la polizia sa chi sono. E hanno capito anche che il ritorno di Dario al Pigneto da uomo libero è una mano tesa a chiuderla davvero questa storia. Ha un'ultima battuta: "Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per il Pigneto. Ma adesso, qui al Pigneto, tutte queste guardie che girano cominciano a essere un bel casino".
(30 maggio 2008)


Federico, prendo spunto da quanto hai riportato per mettere in luce alcuni punti.
Ho visto, per poco tempo perchè poi ho avuto la nausea e ho spento, la puntata di matrix in cui c'era sto tizio che ha creato sto casino.
Voglio qui precisare:

1) Il Pigneto NON E' SOLO l'isola pedonale in cui abita lui.
C'è anche la parte oltre la ferrovia, dove tra l'altro abito, dove si trova il bar di Pasolini dove è stato intervistato che poi era Necci dal 1926, ma poi chiuso, ora ristrutturato è diventato un luogo di ritrovo radical-chic che fa fico andarci perchè era il bar di pasolini.
Vabbè, nota di costume.

2) Del Pigneto sto signore non è simbolo nè sindaco nè emblema del solito "romano de Roma" ecc...

3) Al Pigneto (sempre dove sto io che è sempre Pigneto) convivo con peruviani, africani, cinesi che stanno espandendosi comprando negozi anche lì, cingalesi che vendono frutta ecc... e non è mai successo niente di quello che capita all'isola pedonale.

4) Uno che va in giro a farsi giustizia da solo, è una vergogna assoluta.
Che abbia il tatuaggio del Che o non ce l'abbia. Resta un comportamento fascista deplorevole.

5) Quanto c'hanno magnato tutti su sta storia?

 
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  postato il 05/06/2008 alle 11:30
Originariamente inviato da Serpa

Federico, prendo spunto da quanto hai riportato per mettere in luce alcuni punti.
Ho visto, per poco tempo perchè poi ho avuto la nausea e ho spento, la puntata di matrix in cui c'era sto tizio che ha creato sto casino.
Voglio qui precisare:

1) Il Pigneto NON E' SOLO l'isola pedonale in cui abita lui.
C'è anche la parte oltre la ferrovia, dove tra l'altro abito, dove si trova il bar di Pasolini dove è stato intervistato che poi era Necci dal 1926, ma poi chiuso, ora ristrutturato è diventato un luogo di ritrovo radical-chic che fa fico andarci perchè era il bar di pasolini.
Vabbè, nota di costume.

2) Del Pigneto sto signore non è simbolo nè sindaco nè emblema del solito "romano de Roma" ecc...

3) Al Pigneto (sempre dove sto io che è sempre Pigneto) convivo con peruviani, africani, cinesi che stanno espandendosi comprando negozi anche lì, cingalesi che vendono frutta ecc... e non è mai successo niente di quello che capita all'isola pedonale.

4) Uno che va in giro a farsi giustizia da solo, è una vergogna assoluta.
Che abbia il tatuaggio del Che o non ce l'abbia. Resta un comportamento fascista deplorevole.

5) Quanto c'hanno magnato tutti su sta storia?


Se ho inserito quell'articolo era solo per completare l'informazione poi ognuno è libero di pensarla come meglio crede.

Su come si vive e su che gente abita al Pigneto non so praticamente nulla, quindi non mi permetto di giudicare e di esprimere alcuna opinione in merito.

Sul fatto che chi va in giro a farsi giustizia da solo che sia una vergogna penso sia totalemte condivisibile però sarebbe bene non strumentalizzare ogni volta questi episodi ma condannarli senza se e senza ma indipendentemente da chi li compie.

Però è altrettanto scandaloso come funziona la giustizia in Italia, praticamente non esiste e quel poco che c'e' funziona malissimo, emblematiche in tal senso sono le parole recenti del capo della Polizia che dice:

"l'assoluta inutilità della risposta dello Stato e la vanificazione degli sforzi della magistratura e delle Forze di polizia"

Secondo me le due cose non sono poi così scollegate, se non hai una giustizia che funziona allora sarà sempre più facile trovare gente che si fa giustizia fai da te (se di giustizia in questo caso si può parlare).


 
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  postato il 05/06/2008 alle 11:56
Originariamente inviato da pacho

Prima di dar credito a coloro che da 30 anni stanno impoverendo i lavoratori a vantaggio dei grandi oligopoli e monopoli internazionali (con la speranza che piu grande sarà la tovaglia, piu briciole cadranno ai lavoratori sfigati) e stanno affamando metà della popolazione mondiale, mi sono andato a leggere il discorso originale di Amadinejad, pronunciato durante l'incontro romano della Fao. Le sole reazioni isteriche dei capi di stato ragionevoli e pacati mi avevano fatto sorgere il dubbio che il presidente iraniano avesse detto qualcosa di intelligente.

Comunuque. Ho tradotto il testo (la versione originale in inglese è qui http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/foodclimate/statements/irn_ahmadinejad_e.PDF ) in italiano.

DISCORSO DI AMADINEJAD AL VERTICE FAO DI ROMA.

Il 25% delle persone povere al mondo spendono il 75% del loro reddito in cibo mentre il bilanciamento tra produzione e consumo di prodotti alimentari sta diventando preoccupante.
Circa la metà dei prodotti agricoli sono prodotti attualmente da 10 paesi; il consumo nei paesi ricchi è più del doppio rispetto alla media mondiale mentre nei paesi poveri è molto al di sotto della metà ed è proprio questo fattore che ha scatenato la crisi.
L'estensione dei principi del "mercato" al principale bisogno umano per l'esistenza, il cibo, è preoccupante. In poco tempo, il prezzo di alcuni prodotti agricoli è più che raddoppiato mentre il potere d'acquisto dei poveri è diminuito. Senza dubbio, la continuazione di questa situazione è il risultato della diffusione della povertà, dei morti che essa provoca, dei veloci sviluppi politico-sociali in molte regioni .
A tutto ciò, sembra non esserci via d'uscita.
Una precisa analisi della situazione è la più logica via per proporre appropriate soluzioni.
Alcuni cercano la causa della povertà nella crescita economica di molti paesi, nell’aumento dei prezzi delle materie prime, nell’aumento del costo dell’energia, nei sistemi agricoli inappropriati, nella desertificazione, nell’utilizzo di prodotti agricoli per produrre combustibili, nella svalutazione del dollaro e nella inflazione globale o in altri cambiamenti come la crescita del consumo. Supponiamo che queste analisi siano corrette: quale sarebbe la causa che le scatena?
Una tale preoccupante situazione è il risultato naturale dello sviluppo economico mondiale e del funzionamento proprio del "mercato" oppure è il risultato di elementi esteriori causati dalle imposizioni di certe politiche? La mia opinione è che entrambi questi elementi siano la causa dei problemi alimentari.
Un sistema sviluppato e basato sul mercato, senza un potente, decisivo e abile controllore che regoli le relazioni mondiali nella corretta maniera è privo di credibilità e sostenibilità.
Oggi, noi siamo privi di questo controllore e, fatto ancora più importante, siamo disorganizzati e disturbati da interferenze dannose provenienti da alcuni poteri politici ed economici.[..]
La svalutazione del dollaro e l'incremento del prezzo dell'energia sono la facce della stessa medaglia e sono menzionati come le ragioni dietro ai recenti squilibri.
Ma qual’e la causa di questo fenomeno? Una parte della svalutazione del dollaro dipende da altri elementi e che una parte è intenzionale. Oggi i politici di qualche potenza mondiale svalutano i dollari perchè non hanno altra scelta ma anche perché costretti dalle conseguenza delle loro performance passate e per imporre le loro volontà sul mercato mondiale.
I lunghi anni di inflazione e i problemi economici di alcune potenze sono stati imposti ad altre nazioni con l’iniezione di dollari senza il supporto dell’economia globale. Ma attualmente la capacità di assorbimento dell’economia è diminuita e altri paesi sono entrati nell'arena mondiale e questo ha fatto sì che i problemi siano tornati dove erano stati creati inizialmente ( ndr. ovviamente si riferisce agli Stati Uniti).
Le continue spese per guerre ed occupazioni, compensati da forti e immorali consumi, rimpinguano le tasche del capitalismo mondiale svuotando quelle delle altre nazioni. Ciò è stato possibile attraverso una vasta iniezioni di dollari senza garanzie e oggi tutto questo si è riflesso nella svalutazione del dollaro; un fenomeno che ha gettato tutte le relazioni economiche mondiali sull'orlo della distruzione.
Nel campo dell’energia, gli interventi irresponsabili sono sotto gli occhi di tutti. Mentre la crescita dei consumi è inferiore alla crescita della produzione e il mercato abbonda di petrolio, i prezzi sono sempre in aumento e questa situazione è artificiale e imposta dall’alto. E’ chiaro che alcune potenze sono al lavoro per controllare i prezzi delle materie prime in maniera artificiale per i loro obiettivi politici e economici. Ma perché certe potenze e i capitalisti internazionali agiscono così? Cercano per caso di giustificare i costi delle guerre e delle occupazioni?
Il loro scopo è finanziare le spese di guerre e occupazioni? Oppure cercano di giustificare gli investimenti sulle nuove fonti di energia in fondo al mare, al Polo Nord o in altre regioni?
Da una parte sostengono artificialmente il prezzo del petrolio, dell’energia e delle tasse sul suo consumo; dall’altro, propongono l’estrazione di combustibile da prodotti agricoli. In seguito, considerano questo un pretesto per l'incremento del prezzo dei prodotti alimentari e si allineano contro l’uso dell’energia nucleare che è a più pulita e a buon mercato.
Da una parte impongono alle altre nazioni di abbassare le tariffe delle importazioni agricole in nome del libero scambio e dall’altra danno sovvenzioni ai loro agricoltori eliminando di fatto un gran numero di piccoli agricoltori negli altri paesi.
Perché certi potentati usano e intendono il cibo come un oggetto per fare profitti, usando finanziamenti illegali per mantenere milioni di persone schiacciate nella povertà?
Perché alcune potenze - per acquisire il dominio del Mondo - passano tutte le frontiere dell’umanità e dei valori morali? Perché certa gente si comporta così?
La domanda che ci si pone è: qual’ è la soluzione?
Con i meccanismi esistenti, queste potenze possono controllare la loro avidità senza fine e il loro appetito inarrestabile?
Come possono i meccanismo dell'Onu migliorare la situazione quando alcune di queste potenze decidono all’interno del Consiglio di Sicurezza che è la più alta carica decisionale?
Come possono i meccanismi esistenti cercare di risolvere i problemi quando ogni Paese segue i suoi politici sulla base dei propri interessi e quando differenti volontà e differenti motivazioni, a volte diaboliche, sono impiegate per imporre politiche ingiuste a livello mondiale? [..]
Quindi, è assolutamente chiaro che lo status quo è il risultato di modi pensare e gestire la situazione in maniera sbagliata [..].
Così malgrado l’inganno della maggior parte delle nazioni sull’efficienza regnante nei meccanismi mondiali, a causa dell’urgenza e dell’importanza dei prodotti alimentari nella preservazione della vita dell’uomo, tengo a formulare le seguenti proposte:

1. Costituzione di un indipendente e potente corpo, eletto da tutti i paesi, per la regolazione del mercato alimentare e per organizzare tutti i rapporti, dalla produzone al consumo.

2. Attribuzione di una parte delle spese militari dei paesi al miglioramento della produzione dei prodotti alimentari e come sovvenzione alimentare ai poveri. Si può stabilire la sicurezza senza lo sviluppo di armi mortali e con la tenerezza, ma non si può vivere senza cibo;

3. I paesi ricchi devono assumere una più grande responsabilità davanti l’evoluzione mondiale e a quanti partecipano alla regolazione dei rapporti alimentari;

4. La revisione del sistema delle tariffe e delle sovvenzioni dei prodotti alimentari in favore di una distribuzione e produzione equa;

5. L’adesione delle grandi potenze alle convenzioni per preservare l’ambiente e combattere l’inquinamento dell’atmosfera, per prevenire la distruzione dei terreni agricoli e l’estensione della desertificazione;

6. Le potenze dominanti devono essere obbligate ad orientarsi verso la pace e l’amicizia al posto delle guerre e delle occupazioni e devolvere le spese militari per migliorare la situazione dell’agricoltura nel mondo e aiutare le genti povere dei loro e degli altri paesi. [..]

La Repubblica Islamica dell’Iran è disponibile, come nel passato a offrire la sua esperienza e ad avere nel processo una partecipazione attiva e costruttiva.



A siamo a posto, speriamo solo che il mondo non diventi una Repubblica Islamica dell'Iran globale perché sicuramente avremo un mondo migliore, più equo, più solidale più rispettoso dei diritti dei cittadini e soprattutto più tollerante.

Mi sembra quasi una barzelletta, a proposito in Iran esistono ancora le impiccagioni pubbliche in piazza, così come esistono le lapidazioni, gran bell'esempio di civiltà.

Sarebbe ben che il "benemerito" presidente iraniano oltre che fare critiche al sistema economico attuale, facesse in primis un po' di sana autocritica e si occupasse di migliorare le condizioni del proprio paese che non mi sembra brillare come modello economico-sociale ne tantomeno da prendere come esempio da seguire.

 

[Modificato il 05/06/2008 alle 12:33 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 13:01
Ahmadinejad è alla stregua di un Grillino: predica bene e razzola malissimo. Le cose che ha detto son più che corrette, e ciò mi stupisce, poi un paio di '...morale' mi ricordano chi è il presidente iraniano, colui che paragona l'ayatollah Kohmeini...a Gesù.


E scusatemi se ai vari tromboni Chavez e Ahmadinejad, per non parlare di Putin, preferisco Lula da Silva che ha portato il Brasile verso una crescita economica senza precedenti, anche così:

http://www.carrozzeria.it/web/dettaglioNews.do?newsId=9212&titolo=In_Brasile_Fiat_punta_sul_motore_ad_alcool

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 14:13
Originariamente inviato da pacho

Così malgrado l’inganno della maggior parte delle nazioni sull’efficienza regnante nei meccanismi mondiali, a causa dell’urgenza e dell’importanza dei prodotti alimentari nella preservazione della vita dell’uomo, tengo a formulare le seguenti proposte:

1. Costituzione di un indipendente e potente corpo, eletto da tutti i paesi, per la regolazione del mercato alimentare e per organizzare tutti i rapporti, dalla produzone al consumo.

2. Attribuzione di una parte delle spese militari dei paesi al miglioramento della produzione dei prodotti alimentari e come sovvenzione alimentare ai poveri. Si può stabilire la sicurezza senza lo sviluppo di armi mortali e con la tenerezza, ma non si può vivere senza cibo;

3. I paesi ricchi devono assumere una più grande responsabilità davanti l’evoluzione mondiale e a quanti partecipano alla regolazione dei rapporti alimentari;

4. La revisione del sistema delle tariffe e delle sovvenzioni dei prodotti alimentari in favore di una distribuzione e produzione equa;

5. L’adesione delle grandi potenze alle convenzioni per preservare l’ambiente e combattere l’inquinamento dell’atmosfera, per prevenire la distruzione dei terreni agricoli e l’estensione della desertificazione;

6. Le potenze dominanti devono essere obbligate ad orientarsi verso la pace e l’amicizia al posto delle guerre e delle occupazioni e devolvere le spese militari per migliorare la situazione dell’agricoltura nel mondo e aiutare le genti povere dei loro e degli altri paesi. [..]

La Repubblica Islamica dell’Iran è disponibile, come nel passato a offrire la sua esperienza e ad avere nel processo una partecipazione attiva e costruttiva.



Non so se distrattamente o volutamente ti sei dimenticato gli ultimi due punti dell'intervento che traduco dal pdf che hai linkato

7 - Lo sfruttamento e la spesa dell’energia devono essere controllate e vietate e un piano comprensivo per la produzione e la distribuzione delle differenti fonti deve essere elaborato e eseguito;

8 - Dobbiamo sforzarci tutti assieme per la propagazione e la dominazione dei valori morali e umani e per governi integri e monoteisti (traduco così il termine "pure and monotheistic managers" che c'e' nel testo inglese).

Chissa cosa voleva dire in questi due ultimi punti, specie nell'ultimo ????

 

[Modificato il 05/06/2008 alle 14:44 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/06/2008 alle 16:18
ma non ti rendi conto di quanto sei spudorato?
prima inizia a ribattere punto per punto le questioni "materiali" e strutturali additate da Amadinejad relative alle cause della (supposta) mancanza di cibo, quali: svalorizzazione del dollaro; ruolo del libero scambio (nei paesi altrui) e sovvenzionamento delle agricolutre nazionali; economia di guerra e connessione con inondazione di dollari, svalorizazione di quest'ultimo e mancanza di cibo; ruolo del mercato come allocatore ottimo della prima risorsa vitale quale il cibo; ruolo delle agenzie internazionali "super-partes" tue amiche, ecc ecc. In pratica, rispondi alle questioni poste da Amadinejad, invece che gettare fumo, stando perfettamete in linea con i tuoi amici madioman e filopadronali del corriere che hanno parlato una settima delle dichiarazioni diaboliche dell'iraniano....peccato però che per leggere cio che quest'ultimo avesse detto, mi sono dovuto andaer a tradurre il discorso originale. Ora, ti ringrazio per la tua opera di sviamento del dibattito (è il tuo sport preferito?), ma se ho postato quest'intervento era per dibattere nella sostanza (e non nella forma ,come piace tatno a te: evidentemente la mancanza di argomenti e l'ignoranza economica consiglia d i gettarla in caciara o pensare alle rose) e non di cosa pensi Amadinejad di religione ed etica.

Se non hai nulla da dire sull'argomento, com'è nella realtà dato che sei in linea con coloro che questa crisi l'hanno generata in nome del profitto - unico dio assoluto e legittimo - non sei obbligato ad intervenire.

Ps: sicuramente è piu civile ammazzare e torturare all'interno di moderni Cpt, nelle soleggiate baie di Guantanamo, nelle patrie galere dove stanno rinchiusi da anni delegati sindacali senza essere stati sottoposti ad alcun processo. Anche se qui si cerca di gettare lo sporco sotto il letto, cio non vuol dire che non esista. Evidentemente però cio serve a farci cascaere i farlocchi o i pappagalli con senso critico sotto le scarpe.

 

[Modificato il 05/06/2008 alle 16:30 by pacho]


 
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  postato il 05/06/2008 alle 16:52
Originariamente inviato da pacho

Se non hai nulla da dire sull'argomento, com'è nella realtà dato che sei in linea con coloro che questa crisi l'hanno generata in nome del profitto - unico dio assoluto e legittimo - non sei obbligato ad intervenire.



Probabilmente nella realtà e sul tema ho da dire qualcosina, ma non mi va di entrare in kilometriche discussioni però visto che mi continui ad attribuire cose o ad accostare a certi argomenti e che sei così bravo a tradurre dall'inglese, traduci questo, li c'e' un riassunto di quello che si avvicina maggiormente a quello che penso ... e forse ti renderai conto che non esiste l'esclusiva di una certa "parte" politica su alcuni temi e argomenti

http://www.house.gov/paul/congrec/congrec2003/cr090503.htm

PS. l'intervento non è di certo di uno del partito democratico americano

E non ci vuole certo Ahmenijad a fare la predicozza morale, lui che in fatto di morale non ha proprio da invidiare niente a nessuno, così come non ci vuole Ahmenijad che ha recitato un bel copione studiato per benino che a me sa più di propaganda più che di cose CONCRETE e costruttive visto poi di fatto come si comporta nella realtà di tutti i giorni nel suo paese.




 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/06/2008 alle 17:20
io non ti attribuisco un bel niente: smaschero solamente la tua pochezza intellettuale, evidenziando le tue melliflue strategie di gettare pacatamente (ci mancherebbe) merda su chiunque cerchi di contestare il mercato. Comunque con la tua risposta confermi cio che ho detto: non hai proprio nulla da dire sul merito delle questioni. Ti limiti a gettare in caciara in mandiera volgare, puerile ed ideologica i dibattiti.
E non so se ti sia accorto di quanto tu possa apparire come una macchietta da villaggio: la predicozza morale sui fatti etici l'hai fatto tu e non Amadinejad.

e dato che i tuoi intevervnti, lo ribadisco, non dicono NULLA, se vuoi metterla sul personale, ti rammento che c'è la ptv.

 

[Modificato il 05/06/2008 alle 17:25 by pacho]


 
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  postato il 05/06/2008 alle 19:13
Marocchina 14enne violentata da un italiano
Milano, la vittima è rimasta incinta. La violenza è stata commessa nell'abitazione dell'uomo, un trentenne. Le indagini hanno portato alla luce altri due stupri (repubblica.it)

Oh..che strano...finora in tv non ho sentito nessun servizio.

(il ruolo dell'informazione è sempre più importante. Chi controlla le tv in Italia controlla tutto. Dov'è ora l'emergenza?)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 19:39
Originariamente inviato da desmoblu

Marocchina 14enne violentata da un italiano
Milano, la vittima è rimasta incinta. La violenza è stata commessa nell'abitazione dell'uomo, un trentenne. Le indagini hanno portato alla luce altri due stupri (repubblica.it)

Oh..che strano...finora in tv non ho sentito nessun servizio.

(il ruolo dell'informazione è sempre più importante. Chi controlla le tv in Italia controlla tutto. Dov'è ora l'emergenza?)

Io ho sentito un servizio del caso in questione sul Tg5 delle 13, ed era anche una delle prime notizie, peraltro.

 

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  postato il 05/06/2008 alle 19:41
Hai sentito per caso parlare di "emergenza stupri"?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 19:45
Originariamente inviato da desmoblu

Hai sentito per caso parlare di "emergenza stupri"?

Onestamente non ricordo.

 

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  postato il 05/06/2008 alle 20:24
Originariamente inviato da pacho

io non ti attribuisco un bel niente: smaschero solamente la tua pochezza intellettuale, evidenziando le tue melliflue strategie di gettare pacatamente (ci mancherebbe) merda su chiunque cerchi di contestare il mercato. Comunque con la tua risposta confermi cio che ho detto: non hai proprio nulla da dire sul merito delle questioni. Ti limiti a gettare in caciara in mandiera volgare, puerile ed ideologica i dibattiti.
E non so se ti sia accorto di quanto tu possa apparire come una macchietta da villaggio: la predicozza morale sui fatti etici l'hai fatto tu e non Amadinejad.

e dato che i tuoi intevervnti, lo ribadisco, non dicono NULLA, se vuoi metterla sul personale, ti rammento che c'è la ptv.


Ecco la soluzione di Ahmenijad a tutti i problemi economici ...

Iran, Ahmadinejad: la cultura del martirio è una soluzione ai problemi

HAMEDAN - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ha dichiarato oggi che la ''cultura del martirio'' è un mezzo per risolvere i problemi economici e mondiali, aggiungendo che ''il conto alla rovescia per la distruzione delle grandi potenze è cominciato''. Parlando a un incontro con le famiglie di martiri della guerra con l'Iraq (1980-88) a Hamedan, nell'ovest dell'Iran, Ahmadinejad ha dichiarato: ''Se vogliamo costruire il nostro Paese, preservare il nostro prestigio e risolvere i problemi economici, abbiamo bisogno della cultura del martirio. Oggi, ha aggiunto il presidente della Repubblica islamica, i popoli liberi del mondo hanno scelto la via dei nostri martiri, che è quella del prestigio e dell'orgoglio'', aggiungendo che ''il martirio è una scorciatoia per ottenere la somma felicità''.

Sabato - 03 Maggio 2008
Fonte: http://italian.irib.ir/

Auguri ...

 
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  postato il 05/06/2008 alle 21:22
Originariamente inviato da marco83

Originariamente inviato da desmoblu

Hai sentito per caso parlare di "emergenza stupri"?

Onestamente non ricordo.


Ecco. Nell'ultimo caso "extracomunitario" i tg hanno fatto una carrellata di precedenti, addirittura risalenti all'anno scorso o a due anni fa (e anche prima). Questo quando c'era da spingere per il decreto sulla sicurezza (Del Debbio s'era prodigato in sondaggi davvero incredibili). Poi che 9 stupri su 10 avvengano ad opera di italianissimi parenti delle vittime poco importa, o men che meno che italianissimi virgulti abbiano dato fuoco a una ragazzina perchè incinta.. o che appunto un trentenne- italianissimo anche lui- violenti una quattordicenne magrebina..

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/06/2008 alle 21:39
Uè medioman, non so ti sei accorto che attualmente ci sono 2 guerre in corso, con qualche milione di morti, che gli Usa spalleggiati dai loro soci stanno facendo per risolvere i LORO problemi econoomici.





 
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  postato il 06/06/2008 alle 00:41
Oggi, ha aggiunto il presidente della Repubblica islamica, i popoli liberi del mondo hanno scelto la via dei nostri martiri, che è quella del prestigio e dell'orgoglio'', aggiungendo che ''il martirio è una scorciatoia per ottenere la somma felicità''.


Curioso come la parola libertà voglia dire tutto e il contrario di tutto.. e non mi riferisco certo all'Iran. Quello che noi (inteso come 'occidentali', sempre che voglia dir qualcosa) definiamo 'dittatore totalitario illiberale' parla di libertà e martirio etc etc.. e la gente applaude. Forse non sanno quello che diciamo noi, o non se ne curano. Forse non conoscono il significato della parola 'libertà', ma in fondo NOI lo conosciamo? Anche da noi c'è chi parla di libertà, e se al mondo esiste qualcuno che può farlo parlando di cultura del martirio, tanto più può esistere qualcuno che ne parla dall'alto di p2, leggi razziste, leggi che impediscono la ricerca scientifica, leggi vergogna. Anche qui la gente applaude, poi chissenefrega se nel calderone ci finiscono sia libertà che liberalismo che liberismo (personalmente, visti gli sviluppi, liberismo e libertà per me sono quasi ossimori, ma è solo un esempio).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 09:57
Originariamente inviato da pacho

Uè medioman, non so ti sei accorto che attualmente ci sono 2 guerre in corso, con qualche milione di morti, che gli Usa spalleggiati dai loro soci stanno facendo per risolvere i LORO problemi econoomici.



Davvero !!!!!!!!!!! Sai non me ne ero accorto.

Anche su questo argomento siccome non ho voglia ne tempo di scrivere il mio pensiero è abbastanza allineato a quanto viene detto in questo intervento alla camera dei rappresentanti USA

http://www.youtube.com/watch?v=PLV7zDhKzDY

Nota è la stessa persona del precedente link che ho inserito che manco ti sei sforzato di guardare visto che mi hai nuovamente accusato di mancanza di contenuti.

Poi già un nazionalista conservatore nonché fanatico religioso come Ahmenijad dice delle cose intelligenti su un discorso precotto e preconfezionato mentre poi in realtà fa tutt'altro, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai in Iran il secondo esportatore di petrolio al mondo la popolazione praticamente non ha beneficiato dei grandissimi introiti aggiuntivi derivati dall'aumento del prezzo del petrolio, non si spiegherebbe come mai proprio sul fronte economico (hanno un inflazione dichiarata al 20% quella reale chi lo sa) il presidente iraniano ha perso innumerevoli consensi ed è stato ampiamente criticato dai suoi stessi parlamentari, non si spiegherebbe come mai gli investimenti in armamenti sono altissimi, alla faccia di quelli che muoiono di fame.

Mentre se delle cose intelligenti vengono dette al congresso USA che tra le altre cose era anche candidato alla presidenza USA nessuno ne parla e nemmeno sono degne di essere prese in considerazione perché è uno che crede nel libero mercato, nella pace e nella cooperazione.

Poi scusami se sono secondo la tua opinione un mediocre, se non dico nulla che vuoi farci mica tutti possono avere il tuo tipo di cultura di livello superiore.

 

[Modificato il 06/06/2008 alle 10:26 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/06/2008 alle 10:48
Sì, hai ragione. Ti avevo sopravvalutato.
Questo ultimo post, come la sequela di quelli seguenti all'intervento tradotto, è un insulto all'intelligenza.
1) non sei entrato nel merito (ovvio dato che non hai argomenti..tanto fumo e niente arrosto)

2) dai per assodate le favole dicendo che tu credi nel liberismo, nella pace e nella cooperazione. E tutto allo stesso tempo: accipicchia!

Potremo formare il club degli abitanti sulle nuvole, sai?..dato che io credo negli unicorni e che moana pozzi sia ancora viva.

Liberismo, pace e cooperazione sono termini antitetici e contradditori. D'altra parte , basta un minimo di conoscenza storica ed osservare i cicli economici per capire che la tua credenza sia l'ennesima cialtronata.

Un modo di produzione basato sulla creazione di valori di scambio in vista di un profitto, generabile mediante l'estrazione di forza lavoro non remunerata non puo che creare tensioni tra produttori e detentori dei mezzi di produzione. In un epoca di espansione, (1946-1973) la relativa pace sociale è stata possibile grazie ad un processo di distribuzione reso possibile da alti tassi di accumulazione.
Una volta inceppato questo meccanismo, i governi e le corporations hanno cercato di espandersi nei paesi periferici (sai, le guerre e/o i prestiti Imf, ecc) per attuare accumulazioni primarie o, detto piu volgarmente, per accaparrarsi le risorse ed imporre zone di mercato alle popolazioni locali.
Se si osservano i cicli economici, si osserva che dopo l'epoca aurea, si arrivò per necessità alla I guerra mondiale (a meno che tu non creda all'omicidio del duca Francesco Giuseppe..ma sono sicuro di si, perche l'uomo è in sè malvagio).
Dopo abbiamo avuto la crisi del '29 che scatenò la II guaerra mondiale.
Dopo il '73 abbiamo avuto anni di decrescita condita da delocalizzazioni, esteralizzazioni ecc per rompere la composizione di classe e riequilibrare i rapporti di forza in favore del capitale. Sono seguiti anni di crescita speculativa. Scoppiata la bolla, ci troviamo con un paio di guerre sul groppone.
Come note a margine, mettiamo pure che il libero mercato è una tua pura invenzione dal momento che la REALE tendenza del capitalismo è la centralizzazione. Se prima cio avveniva con la creazioni di monopoli, oggi si è passati alla centralizzazione dei capitali. Altro che concorrenza.

guarda, non ho tempo da perdere con un provocatore (per di piu piuttosto scarso), percio foresti un po' meno figure di merda se mettessi da parte le posizioni ideologiche e preconcette ed affronteresti i dibattiti nel MERITO e come una persona adulta e non da c...... che dopo un po' si rende pure odioso. come tutti i provocatori d'altra parte (èh..sarà un vizietto)

Pace, cooperazione e libero mercato: ma ti rendi conto? èh si, proprio da macchietta paesana.

 

[Modificato il 06/06/2008 alle 10:58 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 12:19
Pacho,
se Ahmadinejad è il nuovo eroe dell'estrema sinistra, allora quest'ultima è messa addirittura peggio di quanto credessi.
Il tuo disocrso mi ricorda molto la politica americana anni 60 e 70 (ecc.): dittatori buoni quelli amici degli USA, dittatori cattivi quelli nemici.
Nel tuo caso è sufficiente invertire l'ordine degli addendi.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/06/2008 alle 15:53
Caro Ottavio, non ho eroi. E sinceramente le inclinazioni confessionali mi stanno sulle palle da qualunque parte derivino.

Ho semplicemenete tradotto un discorso molto lucido che andava a ricercare le cause strutturali della fame del mondo. toccava i punti focali in maniera in precisa, a mio avviso: cibo come fonte di profitto; incapacità della regolazione del marcato; il ruolo della svalutazione del dollaro e guerre mediorientali; connessioni tra biocarburanti e cibo. Punto. Niente di piu, niente di meno. Se per te, la traduzione di un discorso, significa acclamare Amadinejad a mio eroe..beh, siamo fuori strada.
Ciò non toglie che, ripeto, a mio avviso, la sua analisi sulla fame del mondo e sul ruolo contradditorio delle istituzioni internazionali non faccia una piega.
Ho solo tradotto un INTERVENTO. che condivido nella sua parte non confessionale. la cosa che mi fa incazzare è che invece di discutere del MERITO, si pretenda di sviare il dibattito... perche evidentemente cio che ha affermato il cattivone iraniano (dittatore? puo darsi, ma a me sembra che sia stato eletto, al contrario del presidente americano nel 2001) sono difficilmente contestabili. Infatti, in tutti questi intervento, non ho letto una sola parola che centrasse la questione.

 

[Modificato il 06/06/2008 alle 15:56 by pacho]


 
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