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Autore: Oggetto: Fatti di politica 2008

Livello Fausto Coppi




Posts: 2734
Registrato: Aug 2006

  postato il 29/04/2008 alle 21:13
ma neppure bossi ci crede a quello che dice e secondo me bossi a differenza di gentilini e calderoli non è un razzista, ma fa queste affermazioni stupide e fa il razzista perchè sa che fanno colpo soprattutto qui nel nord italia........
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/04/2008 alle 21:16
Originariamente inviato da Admin

Originariamente inviato da Leone delle Fiandre

"Con questi dirigenti non vinceremo mai!"

Nanni Moretti, 2002


Regolare.
E con questo rispondo anche a Euge: la disfatta elettorale è proprio figlia di questa inadeguata classe dirigente di sinistra, capace di rimettere tre volte in gioco Berlusconi quando il Cavaliere era politicamente vicino alla fine. Imperdonabili.

A Federico Martin: lo so che Rutelli è in Senato, ma politicamente è finito. Certo, in Italia tutto è possibile, e in pochi hanno la dignità che ebbe Achille Occhetto (persona e politico che andrebbe storicamente rivalutato, altro che Craxi), che si dimise all'indomani della sconfitta del 1994. Ma sinceramente non vedo che collocazione possa ormai avere Rutelli nello scacchiere del centrosinistra: tu ce la vedi?


La realtà è che non solo Rutelli è politicamente finito, ma anche i vari Fassino, D'Alema, Latorre, Bersani, Melandri, Chiti ecc. lo sono, ma si sono fatti tutti rieleggere (o meglio, sono stati rinominati dalla loro segreteria di partito, da loro stessi formata), alcuni anche in deroga allo statuto del PD che prevede un massimo di 3 (tre!) legislature in Parlamento, pur sapendo che ormai come leader di una forza che aspira a essere forza di governo sono non più credibili, non più spendibili, inaffidabili, impresentabili. E in più sono tutti lì asserragliati ai vertici del loro partito e sembra abbiano intenzione di rimanerci ancora per un po' e fare vincere Berlusconi una volta ancora. Intanto, le giornate del PD sono occupate dalla batracomiomachia sulla riconferma di Finocchiaro e Soro come capigruppo di Senato e Camera: un dibattito estenuante che sicuramente avrà appassionato i già abbacchiati elettori del centrosx, in particolare quelli che a Roma non ce l'hanno più fatta a turarsi il naso ancora una volta.
A questo punto c'è da sperare che si faccia il famoso congresso anticipato e che la base bocci clamorosamente l'attuale dirigenza. Ma a tal proposito, non c'è da essere ottimisti, visto che le cariatidi non sembrano essere minimamente toccate dall'idea di farsi da parte, ma soprattutto non si vede all'orizzonte una nuova classe dirigente giovane con idee nuove che possa essere credibile, anche perchè in questi anni non si è voluto formarla. C'è quasi da sperare che prendano un'altra bella scoppola alle Europee del 2009.
Insomma, lunga vita al re.

 

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Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
http://www.youtube.com/watch?v=lnX4uaDYyIU&feature=related

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/04/2008 alle 21:31

(corriere.it)

La musichetta mettetecela voi!

 

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Giorgio, malato di ciclismo

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/04/2008 alle 00:16
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da nino58

Io mi permetto di considerare più "colpevoli" gli elettori.
I loro valori morali coincidono con quelli che hanno votato, con il loro linguaggio e con le loro azioni.
Cavour disse: "Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani".
Oggi bisogna invertire la frase : "Solo dopo aver fatto gli italiani si potrà ri-fare l'Italia".




Io mi permetto di non essere d'accordo nel considerare più "colpevoli" gli elettori, gli elettori non hanno grandi possibilità di scelta al di là di scegliere il meno "peggio", gli elettori non decidono chi e come deve essere il candidato ma devono subire imposizioni il pià delle volte frutto di logiche di spartizione.

A proposito di valori morali, mi permetto di citare queste parole che mi sento di condividere compresi punti e virgole ...

" ... I partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia ...

... I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi ...

... I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti ...

... I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni ..."

Enrico Berlinguer - sulla questione morale

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Anche se le mie opinioni non si riconoscono nel comunismo storico, almeno in campo economico, come penso si sia capito, ma trovano molte più affinità nel liberismo, quello che trae origine dalla scuola economica austriaca, non ho nessuna difficoltà ad esprime stima a persone che dal mio punto di vista la meritano come nel caso di Berlinguer.

 

[Modificato il 30/04/2008 alle 00:37 by Federico Martin]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/04/2008 alle 00:34
La colpa non può essere degli elettori. Gli elettori sono chiamati a scegliere uno o l'altro, oppure a decidere di non scegliere. Ma se io non scelgo, sceglierà l'altro per me. Quindi, se decido di scegliere a qualcuno il mio voto lo devo dare. E, se come qualcuno sottolinea, i partiti sono tutti marci, che via d'uscita può avere l'elettore? Nessuna, ovvio. Se sceglie, cerca di scegliere il meno peggio, se non sceglie delega tale scelta agli altri.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/04/2008 alle 01:00
Originariamente inviato da EugeRambler

E, se come qualcuno sottolinea, i partiti sono tutti marci, che via d'uscita può avere l'elettore? Nessuna, ovvio. Se sceglie, cerca di scegliere il meno peggio, se non sceglie delega tale scelta agli altri.


Il voto è un diritto ... un dovere è facoltativo, nel diritto di voto c'e' anche quello di non votare e se il non voto in una situazione politica come quella italiana raggiunge livelli percentuali molto elevata tanto da essere maggioranza nel paese credo che diventerebbe un messaggio molto forte rivolto ai partiti per cambiare veramente e non dietro il solito fumo verbale.

Purtroppo sono realista e in Italia difficlmente capiterà questo fatto, c'e' troppa gente che vive di "politica", ci sono troppi interessi, i partiti sono ben radicati e possono schierare centinaia di migliaia di persone.

So che la scelta di non votare serve a poco e diventa una specie di scaricabarile, ma è anche una scelta che trova giustificazione nel non sentirsi rappresentati ne dall'attuale sistema partitico ne tantomeno dai candidati proposti, nel mio piccolo sò di non aver legittimato qualcuno ad operare determinate scelte o azioni, so che è una magra consolazione ma non è che esistono molte alternative democratiche possibili.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/04/2008 alle 01:26
Non sono d'accordo sull'efficacia dell'astensionismo.
Se anche il 50% si fosse astenuto, non sarebbe cambiato nulla.
Avrebbe comunque deciso quell'altro 50%.

Non votando non è che non legittimi chi verrà eletto ad operare in un certo modo. Legittimi solamente gli altri elettori a decidere pure per te, facendo in tal modo pesare di più la loro preferenza (in misura infinitesimale, certamente, ma è pur sempre vero).

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 30/04/2008 alle 19:36
il manifesto, 29 aprile

Memorie di una classe da sempre irriducibile

Operai e lavoratori in carne e ossa, in tutta la loro realtà. È stato il cinema italiano, e in parte la televisione, a «sbirciare» dentro le industrie.
Francesca Comencini, con il suo «In fabbrica» ha fatto un film proprio su quello «sguardo», non sulla storia, restituendo così una dignità perduta

Sergio Bologna
Dobbiamo essere grati a Francesca Comencini. Ha riportato gli operai nello spazio pubblico. Quelli che lottavano intendo, quelli degli anni Settanta, quando l'Italia era ancora un paese civile, malgrado le stragi di stato e la guerriglia urbana. Un paese con salari decenti, che permettevano di vivere, potevi ammalarti e far figli, senza che questo fosse considerato un autolicenziamento. Era un paese di passioni civili e di conflitti sociali. Oggi lo guardano con commiserazione o con orrore (il terrorismo!) . Lo guardano «loro», quelli che hanno ridotto il nostro paese in un territorio dove il culo di una «velina» vale assai più del cervello del miglior ricercatore.
Sono ben distribuiti tra Destra e Sinistra questi «loro», forse più di là che di qua ma quelli di qua più nefasti, più miserabili. Sono in parte quei «loro» che ci hanno restituito Berlusconi dopo un anno e mezzo di ottuso malgoverno e in parte quelli che hanno esercitato il loro sporco mestiere e da tempo si sono ritirati o sono morti. Lasciamoli stare, a godersi la pensione, ma non lasciamo perdere l'occasione che Francesca Comencini ci offre per tornare con la memoria agli anni Sessanta e Settanta, per provare a ragionare di nuovo di quel tema così a lungo dimenticato, trascurato: le condizioni di lavoro e il conflitto sociale.
E allora dobbiamo fare subito una precisazione: la regista romana ci ha consentito di capire meglio come il cinema italiano - e in parte la televisione - hanno «guardato» la fabbrica, il suo è un lavoro sullo «sguardo». Non è un lavoro sulla storia e se pretende di fare storia (in qualche fuggevole, discreto e inevitabile cenno) deve rassegnarsi a fare i conti con chi quella storia l'ha vissuta e magari ci ha speso una vita nel tentare di raccontarla, interpretarla. È una storia pesante, come tutte le grandi trasformazioni sociali e culturali, come tutti i forti cambiamenti delle mentalità e dei comportamenti.
Francesca Comencini ci offre un'antologia dello sguardo, ma lo sguardo non è neutrale ed in particolare con argomenti come questi lo sguardo è fortemente condizionato dalle culture politiche. Pensiamo a tutta la prima parte del film, a quello stile neorealistico che si sofferma sui volti delle donne e dei contadini meridionali. Per quanto stilisticamente eccellente, quel modo di guardare era la trasposizione cinematografica della stucchevole retorica meridionalista, di quel populismo che era stato usato per seppellire la memoria di classe. Guardando quelle immagini uno non pensa che l'Italia era già un paese industriale dall'inizio del secolo, né pensa che le fabbriche italiane fossero state teatro di movimenti sociali profondi, prima, durante e dopo la guerra mondiale, né è portato a ricordare gli scioperi del '43 che hanno fatto cadere il fascismo, né la stagione di lotte che si chiude con la sconfitta del '48. Ma non è nemmeno portato a ricordare che le campagne italiane erano in parte capitalisticamente avanzate, erano «fabbriche verdi» dove lavoravano salariati agricoli e braccianti che avevano condotto memorabili scioperi. Che cosa voglio dire con questo? Che l'Italia sin dai tempi di Gramsci «era un paese con una cultura del conflitto industriale matura, avanzata», e che il movimento operaio italiano era stato creato da quella cultura di classe. Il populismo miserabilista voleva farci credere il contrario e fu proprio contro quel populismo che gli «operaisti» si sono battuti per fare emergere di nuovo il senso del conflitto industriale. Quando Asor Rosa scriveva ancora dei bei libri, per esempio, come Scrittori e popolo. Contro quel populismo patetico ed estetizzante - che oggi si ripete nella rappresentazione dell'immigrato - si sono battuti Panzieri e i Quaderni Rossi.

E arriviamo alla grande svolta del '60, all'inizio del nuovo ciclo. Appena gli operai si muovono, il populismo meridionalista scricchiola, appaiono i calabresi, i siciliani, i campani, i veneti che hanno anni di esperienza di fabbrica in Germania, in Belgio, in Svizzera, gente con una cultura evoluta del conflitto industriale, non poveri diavoli. Comincia la nuova storia e comincia nel '59/'60 a Milano, dove è concentrato il 70% della forza lavoro del settore elettromeccanico. È la madre di tutte le lotte, è un movimento di sciopero che dura un anno, dove vengono applicate tutte le forme di lotta più sofisticate, dove entrano in scena prepotenti le donne, alla Siemens, alla Face Standard, dove si fanno marce silenziose e si diffondono per la prima volta i fischietti, dove si occupa piazza del Duomo a Natale in una manifestazione memorabile di solidarietà cui si associa anche la Chiesa. Uno sciopero, come racconta un ex tornitore della Cge nel video Oltre il ponte - che vedrete il 22 maggio a Torino - «dove il sindacato ha imparato ad organizzarsi per resistere un minuto più del padrone».

Esiste uno spettacolare filmato su questa lotta, un filmato della Sezione stampa e propaganda del Pci milanese (dallo stile un po' «sovietico») che racconta il periodo dal luglio 60 al contratto dei metalmeccanici del '64, s'intitola La via sicura. Peccato che Francesca Comencini abbia sorvolato su questo capitolo fondamentale del ciclo che si concluderà nel 1980 alla Fiat. Ma va bene lo stesso, si comincia con gli scioperi Lancia di Torino - ricordate Scioperi a Torino di Goffredo Fofi e Carla Gobetti, con testo di Franco Fortini? Si comincia secondo quella cronologia in parte confezionata dagli «operaisti» stessi ed accettata in sostanza supinamente dal Pci e dal sindacato. È una cosa che solleva forti interrogativi. Come mai tutti, senza eccezioni, hanno accettato la versione secondo la quale il ciclo di lotte che porta all'autunno caldo sarebbe cominciato a Torino con lo sciopero Lancia? Come mai anche il Pci ha oscurato, rimosso, la grande lotta degli elettromeccanici milanesi di due anni prima? Forse un giorno daremo una risposta a queste domande, forse capiremo come mai a Botteghe Oscure hanno sempre guardato con una certa diffidenza alla radicalità, alla sapienza, della classe operaia milanese, scambiandole per residuo stalinista. Negli elettromeccanici del '60 l'egemonia era esercitata dall'operaio specializzato, dall'operaio di mestiere, con forte orgoglio professionale e senso di classe radicato, c'erano sì i reparti di montaggio, dove spesso prevalevano le donne, ma in generale la composizione di classe era ben lontana da quella che si afferma più tardi con l'operaio massa.

Ma torniamo al film della Comencini. Bellissime le immagini dei picchetti Fiat ripresi dall'interno, dalla direzione, e splendide le riprese dell'ondata migratoria che accorre a Torino per l'apertura dello stabilimento Fiat di Rivalta, la gente che dorme alla stazione di Porta Nuova. Qui lo sguardo cambia, l'ideologia populista non riesce più a offuscarlo, l'occhio della macchina da presa si fa crudo, «veritiero», si fa cronaca. Siamo ormai alle soglie del '68, c'è il «maggio francese», e Milano torna di nuovo a dare il segnale, a imporre un salto di qualità. Pirelli, settembre-ottobre 1968, la lotta contro il cottimo, i Comitati di base. Giugno-luglio 1969 scioperi selvaggi alla Fiat, l'assemblea operai-studenti. Possibile che su questi due episodi centrali di quella stagione non ci sia del materiale filmato? Solo perché la spinta era sfuggita di mano al sindacato? L'autunno caldo non nasce da un colpo di bacchetta magica né da un «pronti via!» delle centrali sindacali, a quell'autunno si arriva con un crescendo impressionante, che va dal maggio del 68 al settembre del 69.

Anni 70, nuova evoluzione dello sguardo, sembra quasi che man mano che la classe si appropria dei suoi ritmi di lotta, man mano che il conflitto si fa più maturo, la macchina da presa perde il suo dominio, sembra travolta, incapace di fissare le inquadrature, costretta a rincorrere l'immagine. Man mano che la classe acquista la parola, i predicatori, i commentatori tacciono. Anche gli «operaisti» non hanno più niente da dire. Ed è qui, nella parte dedicata agli anni 70, che avrei da fare l'unico rilievo critico alla regista, perché vorrei che fosse chiaro un passaggio importante. Forse mi sbaglio, ma ho avuto la sensazione che il film tenda a suggerire l'idea che il radicalizzarsi delle lotte operaie negli anni 70 abbia portato ad eccessi rivendicativi pagati in seguito assai cari con la sconfitta dell'ottobre 1980 alla Fiat. Non c'è dubbio che a un certo punto il conflitto è diventato ingovernabile ma non bisogna dimenticare che la riscossa padronale è partita già nel 1974/75 con le prime grandi ristrutturazioni e l'uso selettivo della cassa integrazione (per es. all'Innocenti - ancora una volta è Milano a segnare la svolta). Se c'è stata un'accelerazione nella seconda metà degli anni 70 (in realtà è stata più nei servizi o nel terziario che in fabbrica) va messa in relazione con una risposta ormai «difensiva» alle ristrutturazioni, una risposta che si sommava all'ormai inerziale spinta «offensiva», per dirla in maniera schematica. Solo così si può capire perché alla Fiat nel 1980 c'è stata la sconfitta: il capitale aveva ripreso l'iniziativa a livello internazionale almeno dal 1973 con la prima crisi del petrolio, gli operai di fabbrica cominciavano a subire una pressione sempre più pesante.

Alla fine la Comencini introduce il suo sguardo, non monta filmati, va lei stessa a filmare e nasce un agghiacciante capolavoro, le interviste ad operaie e operai di fabbrica di oggi. Immigrati saccenti, zio Tom, ragazze spente, capetti rassegnati, anime morte. È una potente premonizione dei risultati elettorali del 15 aprile.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/05/2008 alle 03:21
Egregio Presidente,
sono incinta. Egregio Presidente, ho quasi trent'anni, ho un lavoro, sono sposata e sono incinta. Egregio Presidente, tra un paio di settimane abortirò!! Nonostante la mia non fosse una gravidanza programmata, l'aver scoperto di essere positiva al test mi ha dato un'emozione bruciante, una felicità incontenibile. L'idea di aver concepito un figlio con l'uomo che amo è qualcosa di così forte ed intimo che è impossibile da spiegare.

Ad ogni modo la mia gioia non ha visto la luce del giorno dopo. Ben presto la ragione, come spesso accade, ha preso il posto del cuore e mi ha schiaffeggiata forte, come si fa per scacciare in un colpo una forte sbronza.

La verità, mio caro Presidente, è che nonostante sia io che mio marito abbiamo un lavoro, un lavoro che ci impegna 6 giorni alla settimana e che abbiamo trovato dopo infiniti "lavoretti" che definire umilianti e sottopagati è dir poco; ebbene dopo tutto ciò, ad oggi le nostre entrate ammontano a circa 1.300 euro al mese.

Per trovare questo lavoro qualche anno fa ho rinunciato a portare a termine la mia carriera universitaria. Nonostante il profitto fosse elevato e la mia media superasse il 29, dissi addio ai miei studi e al mio praticantato da giornalista. Quest'ultima rinuncia fu per me la più dolorosa perché la verità è che, seppur i miei compiti di neofita fossero praticamente identici a quelli di un professionista, non ho mai riscosso neppure un centesimo dal quotidiano locale per il quale scrivevo. Il lavoro era splendido, ma non si può vivere solo di passione.

Purtroppo la vita mi mise di fronte ad una scelta. Mi ero innamorata e desideravo vivere insieme al mio compagno, quindi, o perseguivo la mia ambizione, che mi imponeva però di gravare ancora sulle spalle della mia famiglia, oppure spiccavo il volo e mi rimboccavo le maniche accettando qualsiasi tipo di occupazione che mi garantisse un reddito, dandomi la possibilità di coronare il mio sogno d'amore. Scelsi la seconda strada. Scelsi l'amore! Scelsi l'amore e glielo assicuro, Signor Presidente, non c'è stato un giorno, da allora, in cui io me ne sia pentita!!!

Ora però è diverso...!

Presidente, ora devo scegliere se essere egoista e portare a termine la mia gravidanza, sapendo di non poter garantire al mio piccolo neppure la mera sopravvivenza; oppure andare su quel lettino d' ospedale e lasciare che qualcuno risucchi il mio cuore spezzato dal mio utero sanguinante, dicendo addio a questo figlio che se ne andrà via per sempre!! Non importa se ce ne saranno altri dopo di lui... Il mio bimbo non tornerà più!! Non tornerà mai più!!!! Ma questa è la vita!! Giusto, Signor Presidente???

Si, questa è la vita!!! Qui non c'è nessuno che ti tende una mano, nessuno che ti aiuti quando hai veramente bisogno!! E per favore, mi risparmi banalità del tipo: "Dove si mangia in due, si mangia anche in tre!!".

Mi risparmi la retorica, perché è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Sa benissimo anche Lei che se ad oggi, ad esempio, decidessi di adottare un figlio, nessun Ente mi accorderebbe mai il suo consenso. Nessun assistente sociale affiderebbe a me e a mio marito un bambino e questo perché i nostri introiti verrebbero considerati insufficienti al sostentamento di un'altra persona. Nessuno si sentirebbe di condannare quell'assistente sociale per una scelta di questo tipo, giusto?? Egli sarebbe considerato un professionista attento ai bisogni del minore. E allora mi chiedo e chiedo a chiunque sia pronto a dire che non si dovrebbe mai abortire, perché "se c'è l'amore c'è tutto", io chiedo a queste persone: "Ma hanno forse più necessità i bimbi adottivi rispetto a quelli biologici???"

Credo di no, Signor Presidente!! Credo proprio di no!!!!! Comunque è inutile arrovellarsi su dubbi e domande che non troveranno una risposta e che, già lo so, continueranno a tormentarmi e ad attanagliarmi l'anima per sempre!!!

Ma c'è una domanda, mio caro Presidente, a cui vorrei che Lei rispondesse: PERCHE', per il solo fatto di aver avuto la sfortuna di nascere in questo paese, un Paese che detesta i giovani, che ne ha già ucciso sogni e speranze e che ha già dato in pasto ai ratti le ceneri del loro futuro; ebbene perché per il solo fatto di esser nata qui, ho dovuto rinunciare prima alla mia ambizione a crearmi una carriera soddisfacente, e cosa infinitamente più drammatica, sono costretta adesso a rinunciare al mio DIRITTO ad essere MADRE?????????


Al peggio non c'è mai limite.
Quante persone, quante famiglie o coppie vivono oggi con 1.300 euro al mese, o anche meno eppure hanno figli?
Queste prese di posizione strumentali ed esibizioniste sono davvero inconcepibili.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/05/2008 alle 10:59
Una splendida notizia per questo Primo Maggio:
i lavoratori portuali della California (USA) stanno scioperando e non caricano le navi che portano armi in Iraq.
Uno sciopero politico, senza vergogna ad usare il termine "politico", anzi esaltandolo nella sua più bella accezione.
Primo Maggio: Festa Internazionale dei Lavoratori (che non vogliono essere l'uno strumento della morte o dell'oppressione degli altri)
Fonte: il Manifesto di oggi.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/05/2008 alle 12:19
Originariamente inviato da nino58

Una splendida notizia per questo Primo Maggio:
i lavoratori portuali della California (USA) stanno scioperando e non caricano le navi che portano armi in Iraq.
Uno sciopero politico, senza vergogna ad usare il termine "politico", anzi esaltandolo nella sua più bella accezione.
Primo Maggio: Festa Internazionale dei Lavoratori (che non vogliono essere l'uno strumento della morte o dell'oppressione degli altri)
Fonte: il Manifesto di oggi.


GRANDI!!!

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/05/2008 alle 13:45
Originariamente inviato da EugeRambler


Al peggio non c'è mai limite.
Quante persone, quante famiglie o coppie vivono oggi con 1.300 euro al mese, o anche meno eppure hanno figli?
Queste prese di posizione strumentali ed esibizioniste sono davvero inconcepibili.


Hai ragione, al peggio non c'è mai limite

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/05/2008 alle 18:52
Originariamente inviato da pacho

Originariamente inviato da EugeRambler


Al peggio non c'è mai limite.
Quante persone, quante famiglie o coppie vivono oggi con 1.300 euro al mese, o anche meno eppure hanno figli?
Queste prese di posizione strumentali ed esibizioniste sono davvero inconcepibili.


Hai ragione, al peggio non c'è mai limite


Ne sei prova vivente.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Ottobre 2009




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  postato il 04/05/2008 alle 10:15
Espelliamo gli italiani? (cit. da Liberazione)


Caccia agli aggressori di Verona
Appello della madre della vittima
Il ragazzo di 29 anni è in condizioni disperate. All'esame i filmati per identificare
i cinque veronesi autori del pestaggio. Gli inquirenti in cerca di possibili testimoni

VERONA - "Chi ha visto qualcosa quella sera non abbia paura di dirlo perché un ragazzo non può essere in fin di vita per una sigaretta". Maria Tommasoli, la madre del giovane 29enne ricoverato in condizioni disperate si affida al quotidiano l'Arena per lanciare il suo appello e trovare i conque balordi che la notte del primo maggio nel centro di Verona hanno picchiato selvaggiamente Nicola semplicemente perché si è rifiutato di offrire una sigaretta.

Mentre il giovane lotta contro la morte nel reparto di terapia intensiva della neurochirurgia dell'ospedale veronese di Borgo Trento, i carabinieri danno la caccia ai suoi aggressori ascoltando testimoni e visionando i filmati delle telecamere installate nel centro della città nella speranza di identificarli. Gli investigatori si augurano che la brutalità e il clamore della vicenda possano spingere altri possibili testimoni a collaborare alle indagini per risalire agli aggressori, cinque ragazzi veronesi.

I due amici che l'altra sera erano insieme a Tommasoli, anche loro aggrediti e picchiati dal gruppo, sono stati sentiti dai carabinieri, ma sono sconvolti per la sorte di Nicola e non sono in grado di fornire indicazioni utili alle indagini.

Intanto per il giovane ridotto in fin di vita, i medici nutrono poche speranze."C'è una gravissima sofferenza del cervello, o migliora, o peggiora e purtroppo la seconda ipotesi è quella più verosimile" ha riferito il comandante dei carabinieri Giuseppe Serlenga. "I medici sono pessimisti" ha aggiunto, rinnovando l'appello a eventuali testimoni che possano fornire un contributo alle indagini condotte da carabinieri e polizia.

Per aiutare la memoria di possibili testimoni, il comandante ha precisato: "La provenienza dei cinque aggressori è certa perché parlavano il dialetto locale. Su questo particolare non abbiamo dubbi. L'età dei ricercati è al massimo di 25 anni: due indossavano jeans, due un giubbotto bomber, uno aveva un cappellino in testa".

Gli investigatori continuano a esaminare le riprese delle telecamere collocate nella zona di Porta Leoni, nel centro storico di Verona, dove è avvenuta l'aggressione. "Per ora l'esame delle telecamere non ha dato esiti positivi" ha spiegato il maggiore Serlenga, "le figure che si intravedono nei filmati sono troppo piccole e non si possono individuare i volti dei presunti aggressori".
(fonte: www.repubblica.it)

 

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  postato il 04/05/2008 alle 12:00
Impossibile siano stati italiani: per me sono stati marocchini-clandestini-spacciatori-musulmani.

Vai Lega, adesso colpisci: Verona non è tua?

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 04/05/2008 alle 14:26
No.

Da Ansa

GIOVANE IN COMA A VERONA, AGGRESSORI ULTRAS DI DESTRA

ROMA - E' un ultras neofascista il ventenne che ha confessato l'aggressione. Era gia' stato responsabile di aggressioni a sfondo razzista.

 

[Modificato il 04/05/2008 alle 14:40 by pacho]


 
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  postato il 04/05/2008 alle 15:34
Aggiornamenti da Ansa

E' un ultras neofascista il ventenne che ha confessato l'aggressione. Era già stato responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi.
Il giovane, che sarebbe di una famiglia benestante della città, si è costituito questa mattina presso la Digos di Verona dopo che i poliziotti avevano di fatto stretto il cerchio attorno a lui. Accompagnato da un avvocato di fiducia, il ragazzo ha così confessato davanti ai magistrati. In passato, a quanto si è appreso, era stato sottoposto a Daspo. La polizia è arrivata al giovane, secondo quanto si apprende da fonti investigative, indagando su 'ambienti politicizzati' della città scaligera sui quali la stessa Digos aveva chiuso un'indagine pochi mesi fa. Indagine che aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 17 giovani resisi responsabili di aggressioni analoghe, di stampo razzista, a quella in cui è rimasto vittima Nicola Tommasoli.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/05/2008 alle 20:56
impossibile, saranno stati i soliti marocchini.
E' sicuramente un complotto demoplutogiudaico.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 11:42
Teste rasate e antisemiti
allarme nel Nord Est


I servizi segreti: "Il Veneto zona a più alta densità di naziskin del Paese"
La passione per il pugilato, i richiami ai legionari romani e le croci uncinate
Giovani dalla doppia militanza: dai "boot party" le aggressioni del sabato
e alla tifoserie della domenica dove il campo di battaglia diventa la curva

di Alberto Custodero
ROMA - È il Nord Est, secondo i servizi segreti italiani (l'Aisi), "la zona a più alta densità di militanti naziskin del Paese". Secondo il rapporto dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna, proprio nel bacino fra Verona (la città dove è stato aggredito Nicola Tommasoni), Vicenza, Padova e Treviso, il "fronte skinheads-Vfs, costituito a Vicenza negli anni Ottanta e ispirato al modello britannico, conta su alcune centinaia di giovani attivisti". Il loro è il look del "guerriero metropolitano". Fanno pugilato, thai box e sollevamento pesi, e si riconoscono nei valori fondanti dello skin style individuati nell'appartenenza di classe e nel sentimento nazionalista". La dimensione ideologica, come il richiamarsi ai legionari romani, c'entra poco, ma è utile "per saldare gli atteggiamenti improntati alla forza fisica ad un ruolo socio politico".

"Quando perquisiamo le loro case - racconta un alto funzionario della Digos - nelle stanze, sulla testata del letto, troviamo bandiere con la svastica o la croce celtica. Ma il loro livello culturale, molto basso, ci porta a parlare di bullismo con la testa rasata". Il credo naziskin è infatti - secondo gli esperti dell'intelligence - una sorta di sottocultura violenta, teppistica, xenofoba, razzista e antisemita, che si manifesta in scala crescente, dalla strada al quartiere, fino alla curva dello stadio. E trova proseliti soprattutto fra le "fasce di giovani culturalmente meno preparate che eleggono a loro passatempo preferito del sabato sera il boot party", come vengono sarcasticamente chiamate le aggressioni fini a se stesse. Il violento pestaggio di Verona non ne è che l'ultimo, tragico, esempio. Le teste rasate sono giovani dalla doppia militanza: nell'antagonismo il sabato per "fare casino in piazza", e fra le tifoserie la domenica dove il campo di battaglia diventa la curva. I richiami politici - osservano i servizi segreti - sono poco più che simbolici.

Nel mucchio degli ottantamila ultrà d'Italia, il grumo eversivo, secondo il ministero dell'Interno, è di circa ventimila tifosi, e proprio negli ultimi anni la gran parte sono diventati di destra (63 gruppi, circa 15 mila sostenitori), mentre la componente di sinistra, molto forte negli anni Settanta, è oggi ormai una minoranza, 35 associazioni per circa 5 mila persone. Sono state proprio le curve degli stadi - osserva l'intelligence - i luoghi nei quali la "tifoseria oltranzista ha assorbito l'esperienza di lotta della "cellula politica" con l'acquisizione di schemi organizzativi, slogan ossessivi, strategie di militarizzazione". È così che negli stadi sono comparsi, ad esempio, striscioni antisemiti o xenofobi (ora vietati dopo le norme sulla sicurezza negli stadi del ministro Amato). Al di là dei divieti di esporre bandiere o slogan dal contenuto ideologico, gli ultrà-naziskin si sono organizzati in "strutture stabili e complesse", con tanto di gadget, tesseramento. E sono capaci, pur appartenendo a squadre diverse divise da rivalità secolari (come Roma e Lazio), di allearsi per assaltare le caserma della polizia e la sede del Coni, come avvenuto nella Capitale nel novembre scorso qualche ora dopo la morte del tifoso laziale, Gabriele Sandri.

Ma l'allarme naziskin non riguarda solo le aggressioni boot party, le violenze negli stadi e le guerre fra tifoserie durante le trasferte. L'allarme del Viminale riguarda anche il risveglio dell'antisemitismo in Italia, con profanazione di tombe ebraiche e la comparsa sui muri di tutta Italia di scritte inneggianti il Duce, Hitler e i forni crematori. Su questo fronte dell'intolleranza razziale, si assiste ad un fenomeno del tutto nuovo: gli slogan antisemiti sono di moda non solo fra i naziskin e gli ultrà, ma anche fra i movimenti antagonisti dell'estrema sinistra e in alcuni ambienti di studenti leghisti "antagonisti padani".
(fonte: www.repubblica.it)



Viterbo: 14enne seviziava un coetaneo
Ragazzo arrestato per atti di bullismo. Altri due non imputatibili per la minore età
In una circostanza gli ha bruciato i capelli, in un'altra gli ha spento le sigarette sulle braccia


VITERBO - Un ragazzo di 14 anni è stato arrestato lunedì mattina a Viterbo dalla polizia per aver sottoposto un suo coetaneo a una serie di atti di bullismo definiti di «estrema violenza» dagli investigatori. In una circostanza, ad esempio, ha bruciato i capelli a un coetaneo, in un'altra gli ha spento le sigarette sulle braccia. Il minore arrestato ha agito insieme ad altri due adolescenti non imputabili in quanto non hanno ancora compiuto 14 anni. Nei confronti dell'adolescente, il giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

I FILMATI - Il ragazzo arrestato e i due suoi compagni di scuola hanno anche filmato alcune delle sevizie inferte al loro coetaneo. Il filmato è stato ora sequestrato dagli uomini della squadra mobile di Viterbo, diretta da Fabio Zampaglione ed ha costituito uno dei principali elementi di prova, che hanno portato all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'adolescente, considerato il capobanda. E sarebbe proprio quest'ultimo l'esecutore degli atti di violenza, definiti «agghiaccianti» dagli investigatori, ripresi nel filmato. Tutti i minori coinvolti nella vicenda sono italiani e frequentano la stessa scuola media.
(fonte: www.corriere.it)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 12:08
Questi sono tutti risultati di almeno trent'anni di "cultura della competizione", del merito, compendiati da migliaia di ore di telefilms zeppi di esempi violenti.
Accompagnati dalla derisione sistematica della cultura del rispetto di ogni essere umano, bollata negativamente come "buonista".
Con la complicità disgustosa e colpevole di quelli che hanno candidato nelle loro liste i santoni del "merito".
Dobbiamo risalire la china della civiltà, senza paura e senza maestri.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 15:03
Posto un comunicato degli antifascisti veronesi

ANTIFA VERONA

Nella notte tra il 30 aprile e 1 maggio a Verona, in pieno centro, un gruppo di fascisti di Forza Nuova ha pestato brutalmente un ragazzo di 29 anni di nome Nicola riducendolo in fin di vita e in coma irreversibile. L´unica "colpa" del ragazzo è stata quella di rifiutare una sigaretta e non accettare l´atto arrogante e intimidatorio dei 5 neofascisti, un pretesto già usato in altre aggressioni per dare il via al pestaggio. Queste squadracce di nazi fascisti è oltre 3 anni che scorrazzano impunemente per il centro di Verona aggredendo, picchiando, derubando e accoltellando chiunque sia "diverso" : l´immigrato, il comunista, l´anarchico, quello con i capelli lunghi o con l´orecchino.... l´importante è fare "pulizia" nella "loro" città. La loro ferocia è rivolta a chiunque non entri nei loro canoni estetici o non sia immediatamente pronto ad abbassare lo sguardo e cambiare velocemente marciapiede al loro passaggio. Ricordiamo che da anni sono avvenuti pestaggi a danno di compagni/e, accoltellamenti a militanti antifascisti e una miriade di aggressioni e furti a ragazzi e ragazze solo perché avevano un Kebab in mano o perché semplicemente non gli piacevano ed erano nel "loro" territorio. La polizia, e in primis i carabinieri di Verona con la complicità della stampa e della televisione asservita e obbediente, per tre giorni hanno tentato in tutti i modi di coprire la matrice politica di estrema destra e hanno materialmente dato la possibilità ai fascisti assassini di poter scappare all´estero e nascondersi.
Questa continua copertura a Forza Nuova, a Fiamma Tricolore, Veneto Front, altri infami nazi fascisti e beceri razzisti, a Verona, è possibile grazie ad una serie di coperture date dal fatto che una buona parte di questi lerci individui appartengono a quella che viene definita verona bene, l´elite della verona che sfrutta e produce. Con l´avvento del sindaco Tosi i paladini della verona pura hanno trovato piena legittimità vedendo lo stesso aprire i loro cortei segnati da slogan neonazisti e a selve di braccia tese. Gli slogan lanciati dallo stesso sindaco Tosi e la sua cricca fascista che lo appoggia e lo sostiene anche in consiglio comunale con Andrea Miglioranzi e vari fascisti ripuliti di Alleanza Nazionale, non sono altro che l´appoggio a queste infami squadracce, che hanno il compito di ripulire dove polizia e i vari sgherri al soldo dello stato e del comune non possono arrivare. Questo delirio sicuritario delle ronde e delle squadracce è figlio della mentalità Leghista e dell´estrema destra che ha sempre sostenuto attivamente il sindaco Tosi. Queste aggressioni e l´assassinio di Nicola rispondono alla mentalità leghista e fascista che ormai da anni ha sviluppato la maggior parte dei "bravi" e "onesti" cittadini veronesi, che con sbirri, prefetti, e istituzioni locali, hanno dato carta bianca a questi gruppi di nazisti balordi, in nome della sicurezza e della "pulizia cittadina" e dell´eliminazione di ciò che non è uniforme.
Le istituzioni e le sinistre revisioniste riformiste hanno creato questi mostri che si sentono investiti del potere di stabilire le regole nelle città, dove la parola sicurezza significa persecuzione del diverso, mentre nello stesso territorio quella che manca è la sicurezza sul posto di lavoro, che porta a continue tragiche morti, per il profitto della classe padronale dalla quale provengono gli stessi assassini fascisti di Nicola.
Morire ancora per mano fascista ad oltre sessant´anni dalla liberazione non deve essere tollerato! Ci appelliamo a tutte le realtà antifasciste ad autorganizzarsi per stroncare queste formazioni fasciste che tutt´oggi aggrediscono ed uccidono.
Seguiranno informazioni.
ANTIFASCISTI/E VERONESI.


domani
Lunedi 5 maggio

in via Leoni
alle ore 20.00
sit-in di protesta
contro
le aggressioni fasciste .
Partecipate numerosi

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 16:35
Viviamo in un mondo dove, ahimè, anche l’imbecillità è globalizzata, senza confini nè misure.
I responsabili di questo misfatto che non esito a definire agghiacciante sono stati presi. Bene, ora servirebbe una punizione veramente esemplare per costoro, ma il timore è che qualche magistrato senza troppi scrupoli di coscienza si metta la mano sul cuore di fronte alle inaccettabili arringhe giustificatorie dell’avvocato difensore di queste bestie (che, per inciso, si chiama Roberto Bussinello, ed è l’avvocato di un po’ tutti gli ultras targati Hellas, nonché egli stesso esponente di Forza Nuova. Non servono commenti, a riguardo), o interpreti le leggi ad minchiam come troppo spesso succede.
Spiace sentire per l’ennesima volta gli organi di informazione mettere in mezzo un’intera città, quando si tratta di un fatto relativamente isolato e che di sicuro non coinvolge attivamente la gran parte dei veronesi.
Spiace sentire il sindaco Tosi - di cui riconosco che in alcuni ambiti (infrastrutture, decoro cittadino, rapporti con università e scuole pubbliche) non abbia affatto sfigurato, anzi – mettere in mostra tutta la sua diplomazia da sindaco minimizzando l’accaduto e sostenendo la mancanza di una matrice politica (!!!!!) per ciò che è successo. Ma gli va fatta attenzione del fatto che non si può concentrare il problema-sicurezza solo sugli immigrati ma anche su molti italiani, veronesi e non. L’estremismo, anche quello nazionalista abbastanza tipico della Lega, reca gravi danni come tutti gli estremismi.
Già, l'estremismo, uno dei mali della nostra società, a detta di molti.
Io alla manifestazione promossa da questi sedicenti antifascisti veronesi ci sarei anche potuto andare, per onorare Nicola, pregare per lui affinchè non gli si tolga l’ultima cosa rimastagli in queste ore, la vita.
Se non fosse che mi troverei fianco a fianco coi probabilissimi compagni di banco di quei due ragazzi del centro sociale La Gramigna di Padova (ma residenti a Mezzane di Sotto, nel Veronese) che proprio la sera dopo l’agguato neofascista in centro storico hanno a loro volta aggredito due carabinieri in pattuglia nella zona di Veronetta (al grido di “noi siamo anarchicoinsurrezionalisti, non ce ne fotte un caz.zo del sindaco e di voi carabinieri”, secondo parole loro), uno dei quartieri più degradati della città, nonché quartiere universitario. Fianco a fianco con chi a sua volta mette le molotov nelle sedi di Forza Nuova o della Lega, e occupa abusivamente locali pubblici per le loro “attività sociali”.

No, mi sa che faccio meglio a starmene a casa, a pregare in silenzio.
In silenzio, e soprattutto moderatamente.
Coraggio Nicola!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 18:41
Originariamente inviato da marco83

Viviamo in un mondo dove, ahimè, anche l’imbecillità è globalizzata, senza confini nè misure.
I responsabili di questo misfatto che non esito a definire agghiacciante sono stati presi. Bene, ora servirebbe una punizione veramente esemplare per costoro, ma il timore è che qualche magistrato senza troppi scrupoli di coscienza si metta la mano sul cuore di fronte alle inaccettabili arringhe giustificatorie dell’avvocato difensore di queste bestie (che, per inciso, si chiama Roberto Bussinello, ed è l’avvocato di un po’ tutti gli ultras targati Hellas, nonché egli stesso esponente di Forza Nuova. Non servono commenti, a riguardo), o interpreti le leggi ad minchiam come troppo spesso succede.
Spiace sentire per l’ennesima volta gli organi di informazione mettere in mezzo un’intera città, quando si tratta di un fatto relativamente isolato e che di sicuro non coinvolge attivamente la gran parte dei veronesi.
Spiace sentire il sindaco Tosi - di cui riconosco che in alcuni ambiti (infrastrutture, decoro cittadino, rapporti con università e scuole pubbliche) non abbia affatto sfigurato, anzi – mettere in mostra tutta la sua diplomazia da sindaco minimizzando l’accaduto e sostenendo la mancanza di una matrice politica (!!!!!) per ciò che è successo. Ma gli va fatta attenzione del fatto che non si può concentrare il problema-sicurezza solo sugli immigrati ma anche su molti italiani, veronesi e non. L’estremismo, anche quello nazionalista abbastanza tipico della Lega, reca gravi danni come tutti gli estremismi.
Già, l'estremismo, uno dei mali della nostra società, a detta di molti.
Io alla manifestazione promossa da questi sedicenti antifascisti veronesi ci sarei anche potuto andare, per onorare Nicola, pregare per lui affinchè non gli si tolga l’ultima cosa rimastagli in queste ore, la vita.
Se non fosse che mi troverei fianco a fianco coi probabilissimi compagni di banco di quei due ragazzi del centro sociale La Gramigna di Padova (ma residenti a Mezzane di Sotto, nel Veronese) che proprio la sera dopo l’agguato neofascista in centro storico hanno a loro volta aggredito due carabinieri in pattuglia nella zona di Veronetta (al grido di “noi siamo anarchicoinsurrezionalisti, non ce ne fotte un caz.zo del sindaco e di voi carabinieri”, secondo parole loro), uno dei quartieri più degradati della città, nonché quartiere universitario. Fianco a fianco con chi a sua volta mette le molotov nelle sedi di Forza Nuova o della Lega, e occupa abusivamente locali pubblici per le loro “attività sociali”.

No, mi sa che faccio meglio a starmene a casa, a pregare in silenzio.
In silenzio, e soprattutto moderatamente.
Coraggio Nicola!


Questo è un intervento che mi sento di condividere in tutto.

Purtroppo, le preghiere non sono servite perché Nicola non c'e' l'ha fatta, e non c'e' bisogno di commentare oltre, morire in questo modo e una delle cose più squallide che possono esistere.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 18:59
Originariamente inviato da pacho

mi sembra che i ragazzi di sinistra, al contrario delle continue equiparazioni giornalistiche e, passamelo, "borghesi", non abbiano ammazzato, aggredito, accoltellato nessuno.

No dai, hanno solo preso a cazzotti due carabinieri, perdipiù col rischio di rovinar loro la vista per via dello spray al peperoncino.
Cosa dici, diamo una medaglia al valor civile a questi eroi della Patria?

Per inciso, il mio intento era solo quello di fare un'informazione più completa e a 360°, visto che - in maniera più o meno tendenziosa - non è stata fatta da nessun (tele)giornale che ho potuto vedere, eccetto L'Arena.
Quella che tu chiami equiparazione è un esercizio che lascio volentieri portare avanti a qualcun altro, io non mi ci metto di sicuro. Non uso il bilancino, dico solo che di estremismi in Italia (e non solo) ce ne sono di vario genere, tutto qua.
E che dire, come ho sentito poco fa al Tg3, che Verona è una città fascista è a dir poco rivoltante.

Poi se uno vuole pregare in silenzio o meno, sta alla sensibilità soggettiva... io lo faccio comunque, a maggior ragione ora che il povero Nicola non ce l'ha fatta.

 

[Modificato il 05/05/2008 alle 19:03 by marco83]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 19:13
Caro marco, innanzitutto mi scuso perche ancor prima di leggere la tua rispsta avevo cancellato il mio intervento che, riletto, mi sembrava troppo aggressivo. Desideravo argomentarlo meglio cercando casomai punti di convergenza e non di rottura. Solo dopo ho visto che mi avevi risposta.

Il contenuto sostanziale però del precedente post però non cambia. Mi sembra una stupidaggine riportare, dopo questa vile tragedia, che cosa hanno fatto i compagni del Gramigna. Hanno aggredito due carabinieri? Sicuramente fatto grave, ma non vedo la relazione con l'omicidio del ragazzo.
sai quanti pestaggi le forza dell'ordine commettono in quel di Padova tra gli immigrati e non? Che contributo porta al dibattito questo? credo nesusno quindi.

Credo che sia piu importante riflettere sulle cause socaili che portano un ragazzo metalmenccanico di 19 anni ad entrare a far parte di gruppi neonazisti. E credo che sia importante pensare al modo di arginare il problema. E credo che continuare a fare paragoni tra destra e sinistra, impliciti od espliciti, aggravi solamente la situazione.

Personalmente, ripeto, preferisco stare dalla parte di chi lotta per casa, lavoro e salario, invece di chi accoltella il diverso - il negro, il frocio o il comunista e commette 264 aggressini naziste in 3 anni.

Poi non vedo cosa ci sia di tendenzioso, dal momento che un ragazzo è stato ammazzato per mano di 3 fascisti e la polizia, il sindaco e le istituzioni locali hanno fatto di tutto per far passare la cosa come un aggressione da parte di ultras e balordi.

Per quanto concerne Verona fascista, non metto in dubbio che tu sia (anzi, penso il contrario) la parte piu bella e limpida di una città; ma bisognerebbe anche domandarsi perche sia la zona con la piu alta concetnrazione di gruppi xenofobi e dove i partiti che fanno propri slogan razzisti spopolino.

 

[Modificato il 05/05/2008 alle 19:17 by pacho]


 
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  postato il 05/05/2008 alle 19:28
Intanto Nicola non ce l'ha fatta...

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 19:41
Riporto dal Corriere della Sera. Allucinante.


«Tolleranza zero per i giovani di Verona, ma più gravi i fatti della Fiera del Libro»

Fini sul pestaggio neonazi: «Un fenomeno diffuso anche all'estero. Presi da soli, questi ragazzi sono dei vili»

Fini a "Porta a Porta"
ROMA - «Tolleranza zero» contro i neonazi che hanno pestato selvaggiamente Nicola Tommasoli, il giovane di Verona dichiarato clinicamente morto dopo quattro giorni di agonia. «Quel gruppo neonazista va preso, messo in galera e rieducato, non ci può essere nessun tipo di solidarietà». Però, rispetto a questo episodio, sono «molto più gravi» le contestazioni della sinistra radicale contro la Fiera del libro di Torino. Lo ha dichiarato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante le registrazioni di "Porta a Porta". «L'aggressione dei naziskin veronesi e la violenza dei centri sociali torinesi - ha spiegato Fini - sono due fenomeni che non possono essere paragonati» A giudizio del presidente della Camera, in sostanza, se dietro l'aggressione di Verona non c'è alcun «riferimento ideologico», a Torino le frange della sinistra radicale «cercano in qualche modo di giustificare con la politica antisionista», un autentico antisemitismo, veri e propri «pregiudizi di tipo politico-religioso». Su questo, sottolinea Fini, «c'è un consenso non dico di massa, ma una posizione politicamente considerata legittima da una parte della sinistra radicale».

VILI - Tornando ai fatti di Verona, secondo il leader di An - che nel frattempo ha annunciato le sue dimissioni dalla presidenza del partito - «la società si deve interrogare sul perché questi giovani danno vita a questi comportamenti». «Si tratta di episodi gratuiti, fenomeno diffuso non solo in Italia ma anche in altri Paesi - spiega Fini -. Sono giovani che presi uno per uno, nove volte su dieci sono dei vili». Tolleranza zero, dunque? «Certo. Non è che uno è delinquente se è immigrato e non lo è se nasce sotto i portici di casa nostra».

REAZIONI - Le affermazioni di Fini provocano l'immediata reazione della sinistra radicale. Iacopo Venier, della segreteria nazionale del PdCI, afferma che «nel momento in cui tutti dovrebbero piangere la morte di un ragazzo, unirsi al dolore della famiglia e chiedere la massima punizione per gli assassini, assistiamo invece ad una serie di basse speculazioni politiche. Tra queste la più grave è certo quella del presidente della Camera che assolve i picchiatori fascisti e si prepara a scatenare nuove repressioni violente come quelle che egli comandò a Genova». Per Salvatore Cannavò, esponente di Sinistra critica, le parole di Fini sono «allucinanti e incredibili». «Mettere sullo stesso piano l'incendio di una bandiera con un barbaro omicidio - spiega - non solo costituisce una assoluta mancanza di rispetto per il dolore di due genitori a cui la barbarie ha strappato il figlio, ma il sintomo della cultura di fondo del neo presidente della Camera».

«POSIZIONI ESTREMISTE» - Passano pochi minuti e arriva la contro-replica di Fini: «Vorrei capire: quando ho assolto i naziskin? Quando ho detto che ci accingiamo a repressioni come quelle di Genova (che sia un lapsus??intevento mio)? Sono polemiche non so quanto autorevoli, che dimostrano che quando non si hanno argomenti per polemizzare si inventano». «Io non capisco queste polemiche, bisognerebbe preoccuparsi di dichiarazioni come queste, i naziskin di Verona sono da condannare e i due fenomeni non sono paragonabili tra di loro - ribadisce il presidente della Camera - Di che cosa meravigliarsi? Non si lamentino quelli della sinistra se sono fuori dal Parlamento, sono portatori di posizioni non dico estremiste ma minoritarie, tanto da non raggiungere il quorum per essere presenti in Parlamento». «I naziskin di Verona sono dei pazzi criminali assassini - scandisce Fini - la violenza che c'è in alcune frange della società nei confronti dello Stato di Israele è una violenza di tipo politico ideologico, non perché i naziskin non avessero una distorta ideologia nazista nella testa, ma i due fenomeni non sono paragonabili tra di loro».

SCHIFANI - Sull'episodio di Verona interviene anche il presidente del Senato, Renato Schifani: «Tolleranza zero, ma anche certezza della pena: davanti a questi gesti di violenza lo Stato sarà rigorosissimo». «Sono giovani che non stanno bene, che non hanno equilibrio - aggiunge Schifani, sempre durante la registrazione della puntata di "Porta a porta" -. Giovani che chiedono di essere rieducati. È come se ci fosse un pezzo della gioventù italiana che non riesce a trovare un suo percorso e la severità della pena va coniugata con la funzione rieducativa».

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 20:26
Originariamente inviato da marco83

Originariamente inviato da pacho

mi sembra che i ragazzi di sinistra, al contrario delle continue equiparazioni giornalistiche e, passamelo, "borghesi", non abbiano ammazzato, aggredito, accoltellato nessuno.

No dai, hanno solo preso a cazzotti due carabinieri, perdipiù col rischio di rovinar loro la vista per via dello spray al peperoncino.
Cosa dici, diamo una medaglia al valor civile a questi eroi della Patria?

Per inciso, il mio intento era solo quello di fare un'informazione più completa e a 360°, visto che - in maniera più o meno tendenziosa - non è stata fatta da nessun (tele)giornale che ho potuto vedere, eccetto L'Arena.
Quella che tu chiami equiparazione è un esercizio che lascio volentieri portare avanti a qualcun altro, io non mi ci metto di sicuro. Non uso il bilancino, dico solo che di estremismi in Italia (e non solo) ce ne sono di vario genere, tutto qua.
E che dire, come ho sentito poco fa al Tg3, che Verona è una città fascista è a dir poco rivoltante.

Poi se uno vuole pregare in silenzio o meno, sta alla sensibilità soggettiva... io lo faccio comunque, a maggior ragione ora che il povero Nicola non ce l'ha fatta.


Tanto per rimanere sul "diritto di cronaca" ed informazione non tendenziosa, riguardo al fatto che rammenti.


Il pomeriggio del 2 Maggio, a Verona, tre ragazzi anarchici vengono fermati da una pattuglia di carabinieri di quartiere, perché stavano bevendo una birra per la strada, ben consci di stare infrangendo le nuove ordinanze comunali che vietano il consumo di cibi e bevande alcoliche in determinate piazze e strade.
In seguito a qualche scambio verbale, i carabinieri decidono di intervenire in forza per far rispettare l’ordinanza. Altre pattuglie giungono sul posto, i compagni vengono malmenati, alcuni manganellati, tutti ammanettati e portati in Caserma. Valeria finisce all’ospedale con la testa sanguinante, quattro carabinieri pure perché raggiunti da spray urticante.
In Caserma non mancano di certo i soliti atteggiamenti provocatori, della serie “zecche comuniste”, “in America Latina, dovreste andare a finire!”, e così via.
Per Paco e Valeria viene convalidato l’arresto per resistenza, lesioni e porto abusivo d’armi (Paco verrà portato prima in ospedale, poi in carcere), mentre Emilia viene rilasciata con tre denunce: porto abusivo d’armi, rifiuto di fornire le generalità personali, ingiurie.
Il giorno seguente in Tribunale viene convalidata la custodia cautelare per entrambi: Paco rimane in carcere, mentre a Valeria vengono concessi i domiciliari.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 21:09
sarà un caso, ma appena questi vanno al governo di schifezze ne capitano sempre.
Nel 2001 ci fu Genova, con Fini nella centrale operativa della questura.
Nel 2008 questo caso, e Fini anzichè starsene zitto se ne esce con un'affermazione che ha il sapore dell'avallo.

Non è che c'è un messaggio sotterraneo che viene captato solo in certi ambienti?

Da notare, come sempre, che i "duri e puri" della X Mas attuale attaccano, nella migliore tradizione da vigliacchi che li contraddistingue, in gruppo contro il singolo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 21:19
Originariamente inviato da pacho

Originariamente inviato da marco83

Originariamente inviato da pacho

mi sembra che i ragazzi di sinistra, al contrario delle continue equiparazioni giornalistiche e, passamelo, "borghesi", non abbiano ammazzato, aggredito, accoltellato nessuno.

No dai, hanno solo preso a cazzotti due carabinieri, perdipiù col rischio di rovinar loro la vista per via dello spray al peperoncino.
Cosa dici, diamo una medaglia al valor civile a questi eroi della Patria?

Per inciso, il mio intento era solo quello di fare un'informazione più completa e a 360°, visto che - in maniera più o meno tendenziosa - non è stata fatta da nessun (tele)giornale che ho potuto vedere, eccetto L'Arena.
Quella che tu chiami equiparazione è un esercizio che lascio volentieri portare avanti a qualcun altro, io non mi ci metto di sicuro. Non uso il bilancino, dico solo che di estremismi in Italia (e non solo) ce ne sono di vario genere, tutto qua.
E che dire, come ho sentito poco fa al Tg3, che Verona è una città fascista è a dir poco rivoltante.

Poi se uno vuole pregare in silenzio o meno, sta alla sensibilità soggettiva... io lo faccio comunque, a maggior ragione ora che il povero Nicola non ce l'ha fatta.


Tanto per rimanere sul "diritto di cronaca" ed informazione non tendenziosa, riguardo al fatto che rammenti.


Il pomeriggio del 2 Maggio, a Verona, tre ragazzi anarchici vengono fermati da una pattuglia di carabinieri di quartiere, perché stavano bevendo una birra per la strada, ben consci di stare infrangendo le nuove ordinanze comunali che vietano il consumo di cibi e bevande alcoliche in determinate piazze e strade.
In seguito a qualche scambio verbale, i carabinieri decidono di intervenire in forza per far rispettare l’ordinanza. Altre pattuglie giungono sul posto, i compagni vengono malmenati, alcuni manganellati, tutti ammanettati e portati in Caserma. Valeria finisce all’ospedale con la testa sanguinante, quattro carabinieri pure perché raggiunti da spray urticante.
In Caserma non mancano di certo i soliti atteggiamenti provocatori, della serie “zecche comuniste”, “in America Latina, dovreste andare a finire!”, e così via.
Per Paco e Valeria viene convalidato l’arresto per resistenza, lesioni e porto abusivo d’armi (Paco verrà portato prima in ospedale, poi in carcere), mentre Emilia viene rilasciata con tre denunce: porto abusivo d’armi, rifiuto di fornire le generalità personali, ingiurie.
Il giorno seguente in Tribunale viene convalidata la custodia cautelare per entrambi: Paco rimane in carcere, mentre a Valeria vengono concessi i domiciliari.


quali armi?

 

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  postato il 05/05/2008 alle 22:11
Presumo lo spray urticante.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 22:32
Originariamente inviato da Lore_88

Presumo lo spray urticante.

No, è che non ci volevo credere....

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/05/2008 alle 22:37
E le bottiglie di birra che si stavano bevendo.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 22:47
Originariamente inviato da pacho

E le bottiglie di birra che si stavano bevendo.


quello non può essere porto d'armi abusivo, semmai uso di oggetto contundente o come diavolo si dice...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 22:52
Su Fini, leggere alla voce: "zelo del convertito".
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 23:01
Lo spray urticante è un'arma a tutti gli effetti.
Credeteci pure.

Pacho, la tua difesa ad oltranza delle violenze e delle nefandezze dei centri sociali è davvero squallida.

Se condanni, condanna tutto, altrimenti evita la propaganda inutile.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/05/2008 alle 23:09
mi ero dimenticato di questo tread, avrei tanto da dire e non so neanche da dove comiciare...alcuni utenti ne sanno qualcosa dopo le chiaccherate al microfono su msn...
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/05/2008 alle 00:05
Originariamente inviato da EugeRambler

Lo spray urticante è un'arma a tutti gli effetti.
Credeteci pure.

Pacho, la tua difesa ad oltranza delle violenze e delle nefandezze dei centri sociali è davvero squallida.

Se condanni, condanna tutto, altrimenti evita la propaganda inutile.


qui se c'è qualcosa di squallido, è che tu sia un moderatore.

E dato che non voglio avere a che fare con dei fascisti, quale fieramente ti professi - Vittone - non rivolgerti a me.

 

[Modificato il 06/05/2008 alle 02:05 by pacho]


 
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  postato il 06/05/2008 alle 01:47
Ragazzi, non è l'ora di piantarla?

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/05/2008 alle 09:53
Originariamente inviato da pacho

Il pomeriggio del 2 Maggio, a Verona, tre ragazzi anarchici vengono fermati da una pattuglia di carabinieri di quartiere, perché stavano bevendo una birra per la strada, ben consci di stare infrangendo le nuove ordinanze comunali che vietano il consumo di cibi e bevande alcoliche in determinate piazze e strade.
In seguito a qualche scambio verbale, i carabinieri decidono di intervenire in forza per far rispettare l’ordinanza. Altre pattuglie giungono sul posto, i compagni vengono malmenati, alcuni manganellati, tutti ammanettati e portati in Caserma. Valeria finisce all’ospedale con la testa sanguinante, quattro carabinieri pure perché raggiunti da spray urticante.
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Perfetto, Pacho.
Ma se vuoi fare informazione, devi ricordarti di citare la fonte.
E siccome stamattina sono buono, ti aiuto io: la fonte di questo "articolo" è la pagina del sito http://www.informa-azione.info/verona_arrestati_due_compagni_e_una_denunciata .
Ora, visto il tenore del sito... non te la prendi se faccio molta fatica a credere a questa versione dei fatti, vero?
Poi magari è andata veramente così, ma un minimo di dubbio (eufemismo) me lo devi concedere.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/05/2008 alle 10:51
La fonte è la mia casella mail.

Per il resto, reputo molto piu credibile chi da informazioni dal basso, un maniera democratica e diretta (e sempre limpida poihce in questo tipo di ambiti le cose vengono a galla subito), piuttosto che chi spesso vende l'anima e la penna (e qualcos'altro) per compiacere l'editore o il politico di turno.
D'altra parte, le migliori inchieste sono state fatte proprio da persone con "poca credibilità" (come apputno qil sito cui ti riferisci) e con un "tenore discutibile".
La "Strage di stato" del '70, le controinchieste su Genova ecc, che hanno poi portato alla luce realtà diverse da quelle ufficiali, patinate e seriose, ti dicono qualcosa?

Ps: che ha sto sito che non va?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/05/2008 alle 11:50
Originariamente inviato da EugeRambler

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Pacho, la tua difesa ad oltranza delle violenze e delle nefandezze dei centri sociali è davvero squallida.

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Quelli che a Torino hanno aggredito i vigili che stavano facendo le multe alle macchine in soste erano tutti dei centri sociali?
Sei mai stato in un centro sociale?
Sai che tipo di attività si svolgono all'interno?

Trovo riduttivo parlare di centri sociali demonizzando e andando avanti coi luoghi comuni.

Interessante il video su repubblica.it

http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=19980&showtab=Copertina

Mi permetto di dire con cognizione di causa che questo linguaggio e questa ignoranza, nei centri sociali non l'ho mai trovata.
Sarò stato fortunato io...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/05/2008 alle 12:08
Ci sono stato, più d'una volta, in centri sociali diversi anche.
E ho avuto a che fare con quegli individui in più d'una occasione.

Sinceramente...preferisco il mio oratorio.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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  postato il 06/05/2008 alle 13:00
Questa polemica è davvero stucchevole...
Sempre a stare a fare le pulci se fanno più casino di qua o di là...
Solo perchè tutti hanno la coda tra le gambe di non accettare che tutti fanno casino e per nascondersi danno la colpa agli altri.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/05/2008 alle 13:24
Sbagli Laura.
Io ho criticato pacho proprio perchè condannava "a senso unico".

 

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