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Autore: Oggetto: Siqueiros, l'Alcesti e Baronchelli: ricordi alla rinfusa vecchi di trent'anni.

Livello Fausto Coppi




Posts: 2142
Registrato: Jun 2005

  postato il 23/11/2007 alle 20:48
Fu un anno intenso, il 77.
L’anno della maturità e della patente , della cartolina precetto e di amori sfiorati.

Era cominciato con una gita scolastica a Firenze , per “vedere Siqueiros”.
Un mia compagna di classe lo chiese alla professoressa , prima di partire . “Scusi”, domandò con un certo imbarazzo “cos’è Siqueiros?”.
Gelido silenzio in aula.
“Chi è Siqueiros!” , rispose secca la Mazzarello.
Vabbè , non sapevamo (né lei , né io, forse nessuno di noi) che fosse stato un grande pittore e neppure che avesse avuto un ruolo di primo piano nella rivoluzione messicana e anche in occasione dell’assassinio di Trotsky.
Avevamo diciott’anni, qualche lacuna era consentita, e pazienza se nel viaggio di ritorno si discuteva dell’incredibile morte di Re Cecconi piuttosto che degli affreschi di Masaccio.

Poi si cercava di rimediare facendo finta di leggere Kirkegaard per impressionare lei, che invece (ma me lo dissero dopo, vero Anto?) aspettava solo di essere baciata.
Le piacevano le poesie di Neruda, ma un corteggiamento (troppo, troppo!) discreto che si prolungava oltre misura fece sì che, alla fine, dirottasse le sue attenzioni verso un altro.
Ricordate Il Sorpasso? Ero bloccato come lo studente interpretato da Trintignant, e Gassman aveva un bel da fare a incoraggiarlo….
Non mi muovevo ed aspettavo Godot , giusto per citare Claudio Lolli.


A quell’epoca, poi, andavo allo stadio .
A Marassi, il 13 marzo, era una giornata splendida. La Sampdoria, come al solito , era invischiata nella lotta per non retrocedere e il derby rappresentava una prova decisiva.
Quando Zecchini segnò sotto la Sud mi abbandonai all’entusiasmo, ma all’inizio della ripresa il Genoa , dopo aver fallito un rigore , pareggiò con Damiani e si cominciò a soffrire.
Poi Roberto Pruzzo, “O Rey” di Crocefieschi, saltò in alto, troppo in alto, gonfiando la rete sotto di noi e capimmo che la serie B era a un passo.

Così pensai bene di iniziare a pedalare, forse per dimenticare le delusioni patite , ma la prima volta che feci la Ruta arrivai in cima col fiatone .
Era una Sedazzari verde , con i freni Balilla e il cambio Pellissier. Di fascia bassa, si direbbe oggi, ma per iniziare poteva andare bene. La Olmo color oro era meglio accessoriata, ma i problemi di budget ( di papà, non miei, perché il mio budget proprio non esisteva) avevano il loro peso.
Luigìn Ferrando sapeva che non era il massimo, ma non se la sentiva di deludermi. “E’ una bella bicicletta”, mi ripeteva , e magari pensava alle sue, a quelle degli anni 30.
Mio zio mi regalò due maglie da ciclista, azzurre con i bordi bianchi, di quelle pesanti, che si usavano una volta, ed io presi i pantaloncini e le scarpe. Non mi mancava nulla per le mie uscite domenicali da solo o in compagnia di papà che, ben oltre i cinquant’anni, aveva coronato il suo sogno:una bicicletta da corsa vera , assai diversa da quella appesa da troppi anni nel magazzino di campagna e con la quale , nel 46, era andato in vetta al Turchino per applaudire Coppi, in fuga alla Sanremo

Ma capitava ben di peggio, quell’anno.
Lama era stato contestato alla Sapienza , Panorama e L’Espresso dedicavano copertine ai fricchettoni e agli indiani metropolitani, che sembravano far rivivere la stagione sessantottina.
Era il periodo degli autonomi, delle Br e delle P38 : gambizzazioni e omicidi erano all’ordine del giorno, in bollettini di guerra che contemplavano avvocati e giornalisti, poliziotti e magistrati , carabinieri e ragazzi
Morivano Lorusso e Giorgiana Masi: Cossiga, ministro dell’interno, veniva scritto con la K, e con quella doppia esse che evocava lugubri accostamenti.
Eravamo già stanchi di troppi funerali, ma ce ne sarebbero stati -purtroppo- tanti altri.

In quella primavera tormentata, nel ciclismo sbocciavano nuovi talenti..
Beppe Saronni, all’esordio nei prof, vinceva a Pantalica e Gaio Fratini, in un servizio a “TG l’una”, gli preannunciava un grande avvenire.
Un giovane bretone si aggiudicava la Gand Wevelgen e la Liegi, mentre a Sanremo, in barba ai pronostici della vigilia (aspettavamo Moser e Maertens, al limite De Vlaeminck) sfrecciava un arancione con gli occhiali.
Raas: chi era costui? Non sarebbero stati, lui e Hinault, atleti di passaggio e ce ne saremmo accorti negli anni a venire.

La sera della Sanremo ci divertimmo un mondo al cinema . Peter Sellers era veramente un grande e l’ultimo film della Pantera Rosa scoppiettante.
Al cineclub (Filmstory, si chiamava) avevo visto “Uno sparo nel buio”, e poi Truffaut, Bergman e gli altri mostri sacri.
L’inflazione era quasi al 20% , ma per pagare il biglietto bastavano i miniassegni : con quelli da cinquanta lire potevi farci poco, ma se te ne ritrovavi in tasca qualcuno da trecento era festa grande.

Saronni cadde al Giro di Romagna e non potè esserci all’Appennino.
Quella domenica di maggio andai a Busalla , ed i Giovi mi parvero un ostacolo durissimo per un principiante, ancorché animato da tanto entusiasmo. Avessi avuto la tripla, quel giorno! Dovetti invece arrangiarmi con un 42x22 e in qualche modo scalai i due versanti.
Fu la prima volta di Baronchelli - la prima di sette- e non fu una vittoria incolore.
Il Tista stabilì il record della Bocchetta: un record che- ma allora non lo sapevamo- avrebbe resistito per diciassette anni.
Non mi dispiacque di aver scelto le due ruote : la strada era ormai tracciata. ciclismo pedalato, sarebbe stato da allora in avanti!
Disertai Marassi, per una domenica, anche se Lippi (sì, proprio l’allora biondo libero blucerchiato) e Saltutti riaccendevano flebili speranze di salvezza. Non bastò quella vittoria sul Perugia: dopo la sconfitta di Bologna ci attendeva la Juventus .
Vittoria bianconera e retrocessione blucerchiata, fu il verdetto finale.
E scudetto alla Vecchia Signora, con un punto di vantaggio sul Toro. Pensare che l’anno prima avevo preso pure una Lacoste granata , in onore della vittoria del Torino.

Non andai, invece, a Santa Margherita , alla tappa del Giro.
Qualcosa dovevo pur studiare , ma la vittoria di Bortolotto la vidi lo stesso, in televisione, così come il successo di Perletto, , al Col Drusciè.
Perché l’Alcesti bisognava saperlo leggere rispettando la metrica ( o dò matàd metèi, enois etlèn egò…..iniziava più o meno così), e anche Lisia , ma come era possibile rinunciare al Giro d’Italia?
Era l’anno della caduta di Maertens e Van Linden al Mugello , della conferma dell’esile Vandi e della new entry Mario Beccia .Sembrava che la vittoria finale fosse un affare privato tra Moser e il Tista.
Pollentier invece stupì tutti, battendo un incredulo Francesco anche a cronometro.

La finale di coppa Uefa della Juve la vedemmo a casa di Guido (l’unico che avesse la Tv a colori, le trasmissioni erano iniziate da poco), e l’esame di maturità non pareva preoccuparci.
Organizzai la cena di fine anno “da Genio”: costava 5.500 lire e le nostre compagne di classe , quella sera, sembravano bellissime
La vigilia dello scritto di italiano andammo al mare a Bogliasco per esorcizzare l’evento e il giorno dopo non è che avessi le idee molto chiare quando vennero dettate le tracce dei temi.
Avevo studiato poco, lo riconosco, e quel poco sempre con la radio accesa : era l’epoca delle radio libere , e la mia preferita era Radio Genova ‘76 , che trasmetteva soprattutto musica di autori o gruppi “impegnati”, censurati dalla Rai (tipo l’Assemblea Musicale Teatrale: dicevano che ribellarsi era giusto, ma era meglio che non si sapesse in giro)

Del Tour di quell’anno, invece, non ricordo granchè. E non solo perché l’orale di greco e filosofia incombeva a metà luglio.
Ricordo Thurau in giallo per tanti giorni e Merckx ,con la maglia Fiat- France.
Vinse Thevenet, bissando il successo di due anni prima e Kuiper, fu primo all’Alpe D’Huez che da allora , e per un bel po’ di anni, fu la montagna degli olandesi.
Con l’orale di filosofia anch’io feci l’impresa , paragonabile ad una fuga da lontano in un tappone alpino.
Quella vittoria parziale (di tappa, si potrebbe dire) salvò la mia maturità, riscattando le prove opache degli scritti
Lontano, lontanissimo dal podio, ma non fuori tempo massimo, come purtoppo accadde a qualcuno.

Ci lasciò- quasi centenario- mio nonno in quell’estate e anche Elvis andò a suonare in cielo .
A Ferragosto furono concesse le ferie ( illimitate) a Herbert Kappler.
La “fuga” dal Celio fece ridere l’Europa e non sarebbe stata neanche l’ultima volta . Ma dovevamo farci perdonare dai tedeschi: quella pistola su un piatto di spaghetti ( la famosa copertina che “Der Spiegel “ ci aveva dedicato) bruciava ancora.

Il mondiale di ciclismo si correva in Venezuela e lo vedemmo di sera, come tre anni prima in Canada.
Al pomeriggio di domenica è un'altra cosa, ma vinse Moser, sotto la pioggia. Per Martini fu il suo primo titolo (con Bitossi terzo) .
Qualcuno si chiese perché mai Thurau, con le mani sui freni , avesse smesso di pedalare prima del traguardo , ma venne subito zittito.
L’iride tornò in Italia ,dunque, e Francesco si prese quello che l’anno prima, a Ostuni, gli era sfuggito per pochissimo.
Merckx chiuse la sua parabola, arrivando ultimo : il mondiale di Heerlen, di dieci anni prima, sembrava appartenere ad un'altra epoca.

Anno violento,e non solo in Italia. In quei giorni si discuteva dell’efficienza tedesca :tre “suicidi” in carcere , nello stesso giorno, non sono cosa da poco. Noi avevamo avuto Bresci,tanti anni prima, ma al confronto eravamo dilettanti.

Vendevo i libri usati davanti al liceo ( feci cinquantamila lire, un bel gruzzolo, ma qualche libro era meglio se l’avessi tenuto) e Lucina , un giorno, mi prese per mano
.”Sai, lo scorso inverno ho preso una cotta pazzesca per te”, mi disse. Aveva dei begli occhi, ma io pensavo ancora all’altra.

Pioveva forte, in quell’inizio di ottobre .
A Genova fu quasi alluvione, e anche il Lombardia fu disputato sotto la pioggia.
Baronchelli se ne andò in compagnia di De Witte e sul San Fermo spiccò il volo. Sul traguardo riuscì ad alzare a malapena un braccio:un gesto di vittoria e, insieme, di arrivederci alla prossima stagione.
Ebbe un gran cuore, il Tista , quel giorno, sotto la pioggia battente. E aveva un gran cuore anche Renato Curi , ma una domenica piovosa di fine ottobre si fermò per sempre al Pian di Massiano.

Tra un giro e l’altro cercavo di vendere litografie , dopo un corso lampo di storia dell’arte. Giravo la città con un’enorme cartella rossa e una sera mi preoccupai. Le litografie mi sembravano rovinate: e se mi avessero chiesto i danni?
Ne vendetti una, credo fosse di Casorati, e una domenica di novembre la passai a Pieve Ligure, a presidiare una mostra visitata da due persone in tutto , mentre sull’Aurelia sfrecciavano i cicloamatori : per me, la stagione ciclistica si era chiusa anzitempo

Per raggranellare qualche spicciolo , nel periodo natalizio lavorai in una fabbrica di borse. Ero una specie di factotum e mi specializzai a confezionare pacchi regalo. Impegnato anche la domenica , dovetti rinunciare alle due ruote: se ne sarebbe riparlato l’anno successivo.

Mori Chaplin , a Natale, e si portò via quell’anno che, a distanza di tre decenni, è stato celebrato e ricordato in quegli aspetti che lo hanno consegnato alla Storia.
Annus horribilis, è stato definito
Non è che, all’epoca, non ci accorgessimo che fosse un anno importante, che si vivesse in un momento difficile.
Ma eravamo alla soglia dei vent’anni e certi avvenimenti sembrava che non potessero scalfirci.

E ancora oggi basta scambiare qualche parola con un’amica di allora perché riaffiorino tanti ricordi.
“Sai”, mi dice Antonella ,”ieri ho visto Massimo, e ogni tanto mi capita di vedere Alessandro. L’altro giorno, poi, ero sull’autobus e ho sentito una voce familiare. Mi sono voltata : era la Cri”. Si , l’ha chiamata proprio così: non se l’è sentita di dire il nome per intero, perché “Anto” sa, di me e di lei.

La Cri: le piaceranno ancora le poesie di Neruda ?

Alzo il volume e ascolto Guccini, quello delle osterie di fuori porta.

Non passo notti disperate
su quel che ho fatto o quel che ho avuto

le cose andate sono andate
ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto.

E non mi riferisco alla mostra di Siqueiros:: quel giorno, a Firenze, non la vidi neppure.



Ecco chi era Siqueiros!


Lo stacco di Pruzzo nel Derby del marzo 77




Baronchelli vola sulla Bocchetta al Giro dell'Appennino


Uno dei tanti miniassegni dell'epoca


Francesco Moser : un'iride sotto la pioggia


Un'immagine di Renato Curi

 
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Moderatore




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  postato il 24/11/2007 alle 01:40
Gran bel racconto autobiografico

Eh l'Alcesti,anch'io c'ho avuto a che fare all'esame...

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 24/11/2007 alle 08:16
complimenti e poi, sentir parlare di genova e appennino ,beh, è sempre un (sommo) piacere
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2007 alle 14:02

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2007 alle 14:33
i miniassegni, che tempi. grande cancel....
giocavo a basket in C, allora la terza serie e segnai 18 punti di media nella poule finale, un grande tiratore ero, dalla media, come si diceva allora.

avevo dei capelli bellissimi, non ero timido come te allora con le ragazze
ero innamorato di mariol, bellissima, ma non riuscivo ad evitare di fare lo scemo con tutte.
in provincia , i fighi, facevano così, salvo poi magonarsi con gli intimi perchè lei rendeva 3 focaccie per ogni panino.....
del ciclismo non mi fregava un bel niente però seguivo, perchè a mio padre piaceva e mi dispiaceva un sacco per la fine della parabola del cannibale

che anni, coscritto cancel, annus orribilis, ma c' era gran vita e passione..

mesty

 
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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 24/11/2007 alle 14:35

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 24/11/2007 alle 14:52
Bel racconto!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2007 alle 14:54
bello, bello.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/11/2007 alle 20:46
Ho sempre saputo che il 77 è stato un anno orribile, ma vedere i Sex Pistols che cantavano "God save the queen" sul Tamigi davanti a Westminster poteva bastare a portare il bilancio a pareggio....

Bravo Mario, spero di ricordare anch'io, un giorno, i fatti di trent'anni prima con la stessa allegra malinconia.

 

[Modificato il 24/11/2007 alle 20:50 by Carrefour de l arbre]


 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Giugno 2009




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  postato il 24/11/2007 alle 20:47
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

Ho sempre saputo che il 77 è stato un anno orribile, ma vedere i Sex Pistols che cantavano "God save the queen" sul Tamigi davanti a Westminster poteva bastare a portare il bilancio a pareggio....

Bravo Mario, spero di ricordare anch'io, un giorno, i fatti di vent'anni prima con la stessa allegra malinconia.


 

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io sono un saavvvoonnnéééésse

Un uomo solo al comando... la sua divisa è bianco-celeste... il suo nome è Fausto Coppi
CAMPIONE DEL MONDO FANTACICLISMO CICLOWEB 2008 vincitore del Giro del Piemonte, MEDAGLIA DI BRONZO alla crono mondiale

FANTACICLISMO CICLOWEB 2009
DOPPIETTA AMSTEL GOLD RACE - FRECCIA VALLONE
VINCITORE CLASSICA DI AMBURGO,VINCITORE MEMORIAL CIMURRI, innumerevoli piazzamenti

FANTACICLISMO CICLOWEB 2010
BRONZO CRONO MONDIALE, ARGENTO MONDIALE IN LINEA
VICITORE GIRO DI LOMBARDIA

ORGANIZZATORE CKC '09

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 24/11/2007 alle 23:34
che ricordi! quella volta c'ero anch'io ad applaudire Baronchelli in piazza Arimondi,ed era una gran bella giornata!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 09:54
Fratello cancel,
devo confessarti che ho già pronto anch'io un racconto che comprende fatti avvenutimi (che brutta espressione) nel maggio-giugno 1977 (e c'è anche un nome da te citato nel tuo splendido affresco ).
Non dico di più perchè quel racconto farà parte di una raccolta di quattordici che non sarà pronta prima di fine 2008-inizio 2009 (al cielo piacendo).
Complimenti coscritto.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 10:12
Originariamente inviato da nino58

Fratello cancel,
devo confessarti che ho già pronto anch'io un racconto che comprende fatti avvenutimi (che brutta espressione) nel maggio-giugno 1977 (e c'è anche un nome da te citato nel tuo splendido affresco ).
Non dico di più perchè quel racconto farà parte di una raccolta di quattordici che non sarà pronta prima di fine 2008-inizio 2009 (al cielo piacendo).
Complimenti coscritto.


Caro Nino, sono proprio curioso di leggere il "tuo" 77.
Grazie per i complimenti

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 25/11/2007 alle 12:18
Cancel, accidenti a te, hai aperto il vaso di Pandora dei ricordi...
In che liceo eri? Al Colombo?

Ciao

PS Il record della Bocchetta battuto da Baronchelli era detunuto da... Fausto Coppi! Ed era stato istituito un premio speciale per chi lo battesse.

 

____________________
E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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Amministratore




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  postato il 25/11/2007 alle 12:25

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 13:43
Originariamente inviato da Felice

In che liceo eri? Al Colombo?



Sezione D
L'hai capito dalla Mazzarello?

Ciao, Felice!

PS il record di Coppi era stato battuto da Motta, nel 70. Poi lo migliorò Battaglin, nel 74.
Baronchelli, con 22'46", superò il record di Fabbri, che nel 75 aveva fatto 24'01"

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 25/11/2007 alle 16:23
Originariamente inviato da cancel58

Originariamente inviato da Felice

In che liceo eri? Al Colombo?



Sezione D
L'hai capito dalla Mazzarello?

Ciao, Felice!

PS il record di Coppi era stato battuto da Motta, nel 70. Poi lo migliorò Battaglin, nel 74.
Baronchelli, con 22'46", superò il record di Fabbri, che nel 75 aveva fatto 24'01"


Mazzarello mi diceva infatti qualche cosa. Ma in fondo é un nome piuttosto comune... Io ero al Fermi, ma al Colombo avevo un carissimo amico. Della Mazzarello me ne deve aver parlato lui...

Sul record di Coppi ero convintissimo che fosse stato battuto da Baronchelli. Evidentemente ricordo male...

Ciao!

 

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Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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  postato il 25/11/2007 alle 19:35
Caro Mario, è sempre un piacere leggere o ascoltare i tuoi racconti.
Gli anni '70 saranno anche stati un decennio tormentato ma, per chi ha vissuto in quel periodo i propri 20 anni resteranno un ricordo indimenticabile.

Mi ha incuriosito la descrizione delle volata "remissiva" di Thurau a San Cristobal, c'era per caso un riferimento alla fama di mercenario (Battaglin docet) del tedesco?

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 19:59
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Caro Mario, è sempre un piacere leggere o ascoltare i tuoi racconti.
Gli anni '70 saranno anche stati un decennio tormentato ma, per chi ha vissuto in quel periodo i propri 20 anni resteranno un ricordo indimenticabile.

Mi ha incuriosito la descrizione delle volata "remissiva" di Thurau a San Cristobal, c'era per caso un riferimento alla fama di mercenario (Battaglin docet) del tedesco?


Caro Francesco,
sulla volata di Thurau ebbi l'impressione, all'epoca, che il tedesco avesse "tirato i freni" negli ultimi metri.
In realtà era stata una volta tattica, e anche Moser confessò che avevano fatto un po' di teatro. Secondo l'azzurro , Thurau era alla frutta e si piantò negli ultimi metri.Certamente andò così, anche perchè Moser era il più forte e neppure una foratura a qualche chilometro dalla fine lo fermò.
Il fatto è che dalla Francia ci fu chi (cred0 Hinault) accusò gli azzurri di avere ricevuto aiuti e si parlò anche di Thurau....
Ho preso spunto da queste ultime voci per colorire un po' il ricordo.
Ciao, franz!


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 20:04
Originariamente inviato da mestatore

i miniassegni, che tempi.

Noi, reduci degli anni 70, ce li ricordiamo, !
Complimenti per i tuoi successi dell'epoca, sportivi e non......
Ciao, mesty!

 
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  postato il 25/11/2007 alle 20:10
Originariamente inviato da cancel58
Il fatto è che dalla Francia ci fu chi (cred0 Hinault) accusò gli azzurri di avere ricevuto aiuti e si parlò anche di Thurau....


I soliti rosiconi

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/11/2007 alle 20:18
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre



spero di ricordare anch'io, un giorno, i fatti di trent'anni prima con la stessa allegra malinconia.


Perchè no? Non è poi così difficile, credimi.
Ciao!

 
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  postato il 25/11/2007 alle 20:29
Io dei miei 18 anni ricordo con molta nostalgia la lunga chioma bionda che ornava il mio planetario, con meno nostalgia ricordo anche il primo governo....no, meglio non parlarne

Però in quell'anno c'è stata l'indimenticabile Merano-Aprica, e da allora nulla è più stato come prima.

 

[Modificato il 25/11/2007 alle 20:32 by W00DST0CK76]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 25/11/2007 alle 21:00
Un anno, il ’77, che ancora oggi cerco di rimuovere. Un Annus horribilis, che mi ha costretto a delle svolte i cui segni li vivo tuttora.
Ciononostante, e lo si evince anche dal bel racconto di Cancel, il tessuto che univa la vita di trenta anni fa, pur fra le crepe di sangue, era meno ipocrita, anche sul valore ed i significati stessi di quel sangue.
S’era giovani, ma si viveva ancora una fede: i tempi della normalizzazione dell’ignavia come modus e della decadenza interiore come fatto, erano ancora lontani. Gli anticonformisti di allora, magari intinti di bandiere rosse, per dimostrare quanto l’anticonformismo sia una chiave funzionale ed insostituibile per il conformismo, sono oggi i più beceri e pericolosi fautori dello status quo e di quell’ufficialità che dicevano di combattere quando da burattini….. pensavano di tagliare i fili del burattinaio.
Al netto delle tragedie e delle vicissitudine personali che han fatto orribile il ’77, il resto mi spinge a sottolinearlo come importante…..per capire, 30 anni dopo, quanto siamo peggiori.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Tour




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  postato il 25/11/2007 alle 22:22
Come sempre, bravissimo Cancel!
A quel deby di Genova del 1977 c'ero anch'io con la mia splendida e nuova bandiera blucerchiata. Per una volta avevo tradito la Sud; ero nei distinti perchè ero in compagnia di una signora che aveva un ristorante in via Brigata Liguria dove andavo a pranzare tutti i giorni con alcuni colleghi di lavoro. Era una genoana sfegatata. Andammo allo stadio insieme decidendo che lo sconfitto doveva regalare al vincitore la propria bandiera. La mia era nuovissima e l'aveva confezionata una ditta in porto che fa vessilli per le navi grazie alla raccomandazione del padre di un mio ex compagno di scuola. Al gol di Zecchini non trattenni un urlo di gioia (abbracciai anche la signora, amica mia) ma poi Damiani ed infine Pruzzo mi fecero rassegnare a perdere quella mia bellissima e nuovissima bandiera per la gioia dell'amica che la mise in bella mostra nei suoi trofei "di guerra" nel ristorante proprio vicino al tavolo dove pranzavo abitualmente. I patti sono patti e vanni rispettati, nostro malgrado!
Quando Baronchelli vinse il suo primo "Appennino" ero sulla Bocchetta e quella bella foto proposta da Cancel l'ha scattata un grande fotoreporter: Luigi Bianchi di Sestri Ponente. Scattava delle foto meravigliose. Ne ho raccolte un centinaio fra cui quella famosa di Coppi a due chilometri dalla vetta al Giro dell'Appennino del 1955. Fausto era solo al comando, aveva staccato Nino Defilippis che lo aveva mandato a ... quel paese dopo l'ultima fatale accelerazione del Campionissimo (me l'ha detto il CIT di persona). Che bei ricordi, caro Cancel!
Ti dò una notizia: l'U.S. Pontedecimo - sezione ciclismo vuol preparare un libro sui cent'anni della Società granata includendo oltre al Giro dell'Appennino anche la Settimana Tricolore di quest'anno. Partiranno da quel ferragosto del 1907 per arrivare sino al 5 agosto di quest'anno quando Bertolini ha tagliato vittorioso e solitario il traguardo del 68° Appennino.
Grazie ancora per tutto ciò che hai ricordato del 1977. Trent'anni fa avevamo tutti meno tecnologia ma eravamo sicuramente più sereni e ... più giovani!

 
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  postato il 26/11/2007 alle 01:43
Grazie Mario!
anche se avevo 10 anni ricordo bene Pruzzo e l'uscita di
scena del cannibale.
In compenso non ricordo minimamente i miniassegni, strano per un genovese

ancora grazie!

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

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codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 26/11/2007 alle 19:30
ma quanti genovesi ci sono in questo forum?!?
 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 26/11/2007 alle 20:53
Originariamente inviato da Felice

PS Il record della Bocchetta battuto da Baronchelli era detunuto da... Fausto Coppi! Ed era stato istituito un premio speciale per chi lo battesse.

se non ricordo male, il premio era di un milione di lire, ed era offerto dalla società petolifera che ha poi ponsorizzato la Sampdoria (e che però, per molti anni, ha impestato la Valpolcevera con la sua raffineria di San Biagio)

 

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