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Autore: Oggetto: Addio Barone Liedholm

Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 19:07
all'età di 85 anni è morto Nils Liedholm, uno dei pochissimi nella storia del calcio ad essere stato un gigante sia da calciatore che da allenatore.
Non ho avuto la fortuna di vederlo giocare, ma la dice lunga il fatto che San Siro lo applaudì quando sbagliò un passaggio dopo 4 mesi che non ne sbagliava uno.
Da allenatore posso affermare senza tema di smentita che è stato il migliore tecnico degli ultimi 30-40 anni: al suo confronto non ci sono Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi o Ancelotti che tengano.
Hanno vinto infinitamente più di lui, ma i suoi due scudetti con Roma e Milan ne valgono almeno 10 di quelli vinti dagli altri; solo l'impresa di Osvaldo Bagnoli a Verona può essere paragonata ai campionati vinti da Liedholm
Più tardi, con maggior calma, ne parlerò in maniera più ampia.

Per adesso solo l'estremo saluto ad un grandissimo della storia del calcio.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 19:18
Un pezzo di storia del calcio che ci saluta.


Riposa in pace, e ogni tanto butta un occhio da lassù..

 

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Giuseppe Matranga

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  postato il 05/11/2007 alle 19:48
Addio Barone, la tua classe e la tua ironia sono doti che ormai non esistono più nel calcio "cafone" di oggi.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 19:49
Ciao Barone...

 

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Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
http://www.youtube.com/watch?v=lnX4uaDYyIU&feature=related

 
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  postato il 05/11/2007 alle 20:11
BUON VIAGGIO BARONE

Il Cielo riserva un posto d'onore a Nils Liedholm. Maestro di ironia, campione di un calcio vero e irripetibile, allenatore innovativo e vincente. Il Milan si inchina, come tutto il mondo del calcio, davanti alla figura del Grande Svedese

MILANO - Il Milan è a Roma, una città che lui conosce bene. E' gennaio, è il 1985. Strano, la neve nella Capitale. La città non è del tutto preparata, l'organizzazione dello stadio idem. E' per questo che poco prima di scendere in campo, con le distinte ufficiali delle formazioni già pronte, Lazio e Milan vengono invitate a soprassedere: campo impraticabile, si gioca domani. E' lunedì e tutta la squadra rossonera è convinta che l'allenatore finisca per fotocopiare la formazione del giorno prima. Ed è quello che sostanzialmente accade. Sostanzialmente però, perchè c'è una novità: Virdis al posto di Incoccciati. Il buon Peppiniello si azzarda a chiedere spiegazioni, "Mister ma perchè ieri ero in formazione e oggi no?!". "Ecco appunto - la risposta - tu già iocato ieri, oggi ioca Pietro che è più riposato...".

Una risposta così strepitosa alle fondamenta, ha una sola spiegazione. Uno così, uno come il Barone, l'avevano già inventato, senza possibilità di replica, senza tentativi di imitazione che potessero essere minimamente credibili. E ce l'hanno tenuto vicino per tanti anni. Nonostante la malattia e nonostante la mitica tenuta di Cuccaro fosse diventata una fortezza inespugnabile, Liddas si è battuto prima di cedere. Eccome se ha resistito, tanto e a lungo. Ma alla notizia della sua scomparsa, tutti, ma proprio tutti, gli appassionati di calcio italiano applaudono. Applaudono di cuore, senza smettere, senza stancarsi. Come quel pomeriggio a San Siro, quando dopo una catena infinita di passaggi azzeccati, ne sbagliò uno.

Nils Liedholm è passato a miglior vita, ma la sua traccia nell'esistenza di tutti noi resta. Indelebile. Inconfondibile. Incancellabile. Non ha solo vinto cinque dei diciassette scudetti del Milan, quattro da giocatore e uno (quello della Stella) da allenatore, ma ha fatto epoca. E' stato il perno del Gre-No-Li, un terzetto che l'intera storia del calcio italiano ancora oggi invidia ai colori rossoneri. Il Barone era il perno, l'asse d'equilibrio dell'enclave svedese nel cuore del Milan. E' stato il primo della meravigliosa stirpe di capitani che il Milan ha saputo prima forgiare e poi regalare ai propri tifosi e a tutto il mondo del pallone: Nils Liedholm, Cesare Maldini, Gianni Rivera, Franco Baresi e Paolo Maldini. Cinque monumenti, lui il primo. Ha vinto, il signor Liedholm, lo scudetto a cui il Paròn teneva di più. Nereo Rocco ci aveva salutati nel febbraio del 1979, da collaboratore tecnico del Grande Svedese, a metà di quella che aveva tutta l'aria di essere la stagione della volta buona per il decimo sigillo, con il Milan primo in classifica. Quella Stella che aveva vanamente inseguito per dieci anni rimaneva però un'incompiuta nella vita terrena. Nils Liedholm mantiene ugualmente la promessa e da quaggiù, nel maggio 1979, alza lo sguardo verso il cielo dedicando lo scudetto all'amico scomparso, "Caro Paròn, te l'avevo detto che ci avremmo pensato noi...".

Nils Liedholm, l'allenatore del Milan che ha lanciato Franco Baresi e Paolo Maldini, che ha sostenuto impagabili e frizzanti dialoghi tecnici con Silvio Berlusconi: è e resterà per sempre il primo tecnico del presidente più vincente della storia del Milan. Il club rossonero lo ha sempre rispettato, tutelato, benvoluto, anche quando le strade si sono separate. Ma tra il Milan e Liedholm c'è sempre stato qualcosa di unico, di speciale. Non si spiega perchè, altrimenti, proprio il Grande Svedese si ritrovava sulla panchina del Verona avversario dei rossoneri, proprio nel giorno in cui, era il 17 maggio 1992, Carlo, il suo amato Carlo Ancelotti, dava l'addio al calcio segnando l'unica doppietta della sua carriera. E sempre Liddas, pochi mesi dopo, veniva invitato a San Siro ad allenare una selezione mondiale che affrontava il Milan in una amichevole natalizia a sfondo benefico. Presente allo stadio imbandierato di rossonero per la Festa estiva del sedicesimo scudetto, presente nell'elenco dei Rossoneri del Secolo alla Festa del Centenario del 16 dicembre 1999, presente a San Siro al pranzo di gala voluto dal Milan per il 50esimo anniversario del quarto scudetto della stagione 1950-51. Sempre presente questo simbolo del calcio e della sua poesia. Oggi che siamo certi che non sarà più fra noi con le sue spoglie mortali, l'orgoglio prevale sulle lacrime, la forza dell'esempio ha la meglio sull'amarezza. C'è stato, l'abbiamo avuto, è stato dei nostri: un pensiero solo al comando, sul podio delle emozioni.

Aveva compiuto 85 anni da poche settimane, il Barone rossonero. L'8 ottobre 2007 il Milan, con Adriano Galliani, gli aveva indirizzato un sentito e affettuoso biglietto d'auguri. Il groppo in gola c'è, i ricordi sono tanti, gli occhi comunque e inevitabilmente umidi. E' troppo grande il pezzo di Milan rappresentato da Nils Liedholm, per non suscitare il brivido dello scoramento in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di avvicinarlo, di godere delle sue battute e delle sue imprese. La grandezza del Barone è tale che qualsiasi saluto è piccolo piccolo. E allora, pur con questa consapevolezza, sommesso ma sentito, un grazie. Buon viaggio Barone e grazie ancora.

www.acmilan.com


 

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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 05/11/2007 alle 20:28
Addio!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 21:24

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 21:43
vincere lo scudetto del 79 con maldera III e albertino bigon cnnonieri, che miracolo

classe sul campo e nella vita
personaggio di altri tempi

mestatore


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 22:10
Un personaggio straordinario, ironico e modesto...

Di lui mi piace ricordare con indulgenza la strenua resistenza ad un italiano almeno accettabile, cosa che me lo rendeva enormemente simpatico...

Che riposi in pace.

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Laurent Fignon




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  postato il 05/11/2007 alle 22:23
era un personaggio che mi ispirava simpatia, con quell'aria da signore un po' beffardo.

credo, tra l'altro, che fosse un calciatore molto corretto, se non sbaglio si vantava di aver ricevuto complessivamente una sola ammonizione nel corso della sua carriera!

riposa in pace, Barone Liedholm

 

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Nel mondo ci sono 10 tipi di persone: chi conosce il codice binario, e chi non lo conosce.

 
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Livello Laurent Fignon




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  postato il 05/11/2007 alle 22:30
correggo: dopo breve ricerca su Internet, ho scoperto che Liedholm nu fu MAI ammonito nel corso della sua carriera!

un grande!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 22:39
Il poster del Milan campione d'Italia con la stella è rimasto attaccato alle pareti di casa dei miei fino a quando non hanno cambiato casa nel 2000!!!!
Solo la benedizione di Papa Giovanni Paolo II è rimasta attaccata più a lungo!

Mi dispiace non riuscire a spiegare a mio figlio quanto sei stato importante quando ero bambina. Tu hai fatto parte di quel calcio che mi manca e che vorrei tornasse.

Buon viaggio Barone

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
Utente del mese Luglio, Novembre e Dicembre 2009




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  postato il 05/11/2007 alle 22:42
Nel rinnovare le mie condoglianze alla famiglia e agli amici del grande Barone, vorrei ricordarlo citando due piccoli aneddoti...

Nils Liedholm in un'intervista: <>.
<>, fece l'intervistatore;
<>


Liedholm, quando decise di venire a giocare in Italia, pare che avesse detto al padre: <>.
... e invece ha trascorso in Italia quasi 60 anni di vita...


Addio, Nils...

 

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« La superstizione porta sfortuna »
(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


Fantaciclismo Cicloweb 2010

Piazzamenti sul podio:


Omloop Het Nieuwsblad Élite: 3°
E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Asso di Fiori

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 05/11/2007 alle 23:33
Premessa: non sono tifoso della Roma e neppure del Milan, la mia squadra è il Bologna; ma un personaggio, o meglio, una persona squisita, gentile come il Barone non appartiene solo alle squadre cui ha dato se stesso, ma a tutto un mondo, il mondo del calcio degli anni d'oro, di uno sport a quei tempi onesto, sincero, vero. Ricordo ancora con piacere le sue interviste, le sue poche parole ma precise, azzeccate, reali. Con lui se ne va un altro pezzetto del mio calcio, quello degli anni 70-80, quello narrato e sognato alla radio, con la voce piena e nitida di Roberto Bortoluzzi che "dallo studio centrale" scandiva inesorabile i risultati dei primi tempi (sì, perchè una volta alla radio si sentivano solo i secondi tempi in diretta): anche Roberto Bortoluzzi oggi ci ha lasciato.
Ciao Nils, ciao Roberto, grazie per le emozioni che, ognuno a proprio modo, mi avete fatto vivere.
Walter

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2007 alle 23:55
un breve ritratto del Liedholm calciatore e allenatore.

Da calciatore fu un fuoriclasse in senso assoluto: uno dei più forti completi e centrocampisti di sempre.
Praticamente non gli mancava nulla: tecnica (famoso l'aneddoto del passaggio sbagliato dopo 4 mesi), corsa e visione di gioco, e inoltre per essere un centrocampista faceva anche parecchi gol (un'ottantina in serie A).
Nella Roma dello scudetto forse si rivide colui che più gli somigliò come calciatore, e naturalmente mi riferisco a Paulo Roberto Falcao.

Da allenatore vinse due scudetti storici e pesantissimi.
Il Milan del 1979 aspettava da una decina d'anni lo scudetto della stella e non sembrava certo quella la stagione buona, visto che la Juventus poteva schierare ben 9 nazionali reduci dal quarto posto al Mondiale d'Argentina (allora non c'erano stranieri in serie A).
I rossoneri, sulla carta, erano dietro non solo alle due torinesi, ma anche all'Inter di Altobelli e Muraro.
Eppure con una squadra abbastanza incompleta (il miglior attaccante era Stefano Chiodi, che in tutto il campionato segnò solo un gol su azione), con dei giocatori buoni ma non certo campioni (Buriani, De Vecchi, Bigon, Bet, Antonelli, Novellino), con Rivera che si fece male e giocò solo pochissime partite, con Maldera e Bigon a fare i gol, la squadra partì in testa e ivi rimase per tutto il campionato, benchè la diretta antagonista, il Perugia di Castagner, non perdesse neanche una partita in tutto il campionato.
Il suo capolavoro fu la rinuncia a uno dei migliori liberi italiani, Ramon Turone, per lanciare in prima squadra il diciottenne Franco Baresi, che subito scalò le classifiche di rendimento e chiuse la stagione tra i tre migliori giocatori del campionato.
Poi lasciò la squadra scudettata per tornare a Roma, dove aveva già raggiunto il miglior risultato del dopoguerra, con il terzo posto del 1975.
A Roma, primo in Italia, introdusse la difesa a zona, anche se fu una scelta un pò forzata: ritrovandosi in squadra due ottimi liberi come Santarini e Turone, per non escludere nessuno dei due fece giocare la squadra a zona.
I primi tempi furono piuttosto grami, e fioccavano i gol subiti: poi la squadra trovò i giusti meccanismi e già in quella stagione si portò a casa la Coppa Italia.
L'anno successivo addirittura sfiorò lo scudetto, lottando per tutta la stagione con la Juventus di Trapattoni e Boniperti, e venendo beffata da una lunga sfilza di decisioni arbitrali sfavorevoli che culminarono con il famoso gol regolare annullato a Turone nello scontro diretto a Torino.
Lo scudetto arrivò due anni dopo, quando fu superata una Juventus stellare che schierava sei campioni del mondo di Spagna 82, più Boniek, Bettega e Platini.
Un torneo dominato dalla prima all'ultima giornata nonostante le sconfitte in entrambi gli scontri diretti.
Anche qui, tanto per gradire, una mossa tattica a sorpresa: la difesa a tre, anche se ufficialmente era a quattro con Di Bartolomei libero (il povero Agostino in realtà tutto era tranne che un difensore).
Questo fu possibile grazie alla stagione straordinaria di Pietro Vierchowood, che in difesa fece letteralmente il lavoro suo e quello di Di Bartolomei, tanto che a fine stagione ai primi due posti delle classifiche di rendimento dell'intero campionato c'erano lui e Paulo Roberto Falcao.
L'anno dopo perse ai rigori la Coppa Campioni contro un Liverpool strepitoso: una delle formazioni più forti mai schierate da questo team, che pure ha vinto 5 Coppe Campioni e due Coppe UEFA.
Poi tornò al Milan e gettò le basi per quello che sarebbe diventato il grande Milan di Sacchi e Capello.
Quanto valgono questi due scudetti? giusto per fare un esempio lo scudetto del Milan sarebbe paragonabile ad uno scudetto della Fiorentina di quest'anno; e quello della Roma ad un successo in campionato della odierna Roma di Spalletti.

Tra le sue frasi più famose, quella che "in dieci si gioca meglio".
A chi gli diceva che il suo gioco, basato sul possesso palla, era un pò lento, rispondeva: "a calcio si gioca con un pallone solo, e se ce l'abbiamo noi non ce l'hanno gli avversari".
Sugli schemi: "gli schemi vanno bene in allenamento, dove l'avversario non c'è e riescono sempre"
A chi gli chiedeva se 10 minuti fossero sufficienti per capire se un giocatore era forte oppure no: "ne occorrono molti di meno".
E aveva ragione: è stato un talent scout unico e se dovessimo far l'elenco di tutti i giocatori lanciati da Liedholm, domattina staremmo ancora qui.
Giusto per ricordare quelli più famosi: Claudio Sala nel Monza, Bettega nel Varese, Antognoni nella Fiorentina, Rocca, Bruno Conti e Ancelotti nella Roma, Baresi e Maldini nel Milan.

Veramente un grande, mastro Nils: anzi un grandissimo.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/11/2007 alle 00:03
Originariamente inviato da lumacher

(sì, perchè una volta alla radio si sentivano solo i secondi tempi in diretta)


in realtà si sentivano anche i primi tempi, nel programma "Domenica Sport", che però non si occupava solo di calcio ma anche di parecchie altre discipline.
Giusto per rimanere in ambito ciclistico ricordo la diretta della Milano-Sanremo 1980, eccezionalmente corsa di domenica, e quelle delle classiche del Nord (allo stadio appresi dalla radio la beffa subita da Moser al Giro delle Fiandre 1980), oltre naturalmente alle tappe del Giro.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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  postato il 06/11/2007 alle 01:01
Fu un grande,sia da giocatore che da allenatore.Da giocatore era dotato di gran classe e tecnica,tanto che ci fu appunto l'episodio già citato in un precedente messaggio del pubblico a San Siro che lo applaudì all'errore.Anche per le sue eccellenti geometrie a fine carriera arretrò il suo raggio d'azione trasformandosi da centrocampista offensivo in libero(o se vogliamo centromediano metodista).Molto preciso sui calci piazzati,difatti era un abile rigorista.
Con Gunnar Gren e Gunnar Nordhal ha costituito uno dei primi grandi trii della storia del calcio,con cui vinse tanto col Milan(memorabile il 7-1 che i rossoneri inflissero alla Juventus a Torino nel 1950)e fu protagonista in nazionale(con la Svezia vinse le Olimpiadi del 1948 e fu vicecampione del mondo nel 1958. Un decennio in cui oltre al trio la nazionale scandinava poteva contare su altri luminosi talenti che giocarono anche in Italia come Arne Selmosson detto "Raggio di Luna" e Lennart "Nacka" Skoglund).
Persona molto corretta,come è stato anche detto seppe togliersi le sue belle soddisfazioni anche da allenatore.
Addio Barone

 

[Modificato il 06/11/2007 alle 02:39 by Abruzzese]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/11/2007 alle 01:07
causa età non ho nessun ricordo dello scudetto della roma dell'83, ma in seguito ho capito quanto è stato importante liedhom per il suo modo di intendere il calcio.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/11/2007 alle 01:41
Addio mio Barone... con te è sbocciato il tifo per il Milan. Un anno.. il 1985..quando a soli 7 anni vidi in tv una partita dei tuoi rossoneri... Il profeta della Zona..che portò al Milan lo scudetto della stella.. vinto da una squadra di gregari..e poi quello storico della Roma di Falcao..lanciò Maldini nel grande calcio infischiandosene della giovane età..e guidò il Milan negli anni bui della dissennata gestione Farina... Con Berlusconi rimase fino a tre quarti della stagione 86-87, quando diede le dimissioni..all'orizzonte c'era un altro Milan che avrebbe conquistato il mondo... Lui tornò alla Roma ma stava concludendo la sua parabola fantastica... Da giocatore non sbagliava mai.. tanto è che quando un giorno sbagliò..San Siro lo applause..comunque. Si racconta che il Milan un giorno doveva giocare non ricordo dove...il barone fece la formazione e col numero 4 giocava Battistini. Quel giorno piovve e la partita fu rinviata al giorno successivo. Il campo era ancora pesante ed al posto di Battistini nella formazione del Milan Liedholm mise un altro... mi pare Di Bartolomei. Battistini all'annuncio degli undici si rivolse al barone: "Mister - gli disse - ma perchè non gioco??". Liedholm lo chiosò con la sua ironia: "Tu non joca perchè tu stanco..tu jocato ieri"!! Mi mancherà anche se non l ho mai conosciuto... Addio mio Barone.. Gren e Nordhal ti aspettano lassù.

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/11/2007 alle 11:05
Un saluto a quello che è stato un avversario, mai un nemico, come lo fu Agostino.

Se ne è andato nel giorno della dipartita di Roberto Bortoluzzi.
Simboli di un calcio che non c'è più.

Ciao Barone.

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 06/11/2007 alle 12:16
Io faccio il tifo per la squadra della mia città (Il Monza, serie c1 girone A) e simpatizzo per l'inter, il Barone è stato un nostro allenatore e vi posto di seguito un articolo fatto su di lui in un sito dedicato alla piccola squadra brianzola:


ADDIO, BARONE
05/11/2007 - Maestro di ironia, campione di un calcio vero e irripetibile, allenatore innovativo e vincente. Con Nils Liedholm se ne va un grande maestro, di grande cultura, di grande conoscenza di calcio, di grandi comportamenti. La strada che lo ha condotto ad essere uno dei più grandi allenatori, dopo essere stato un grande calciatore, è passata anche da Monza: subentrato a Bruno Dazzi il 28 ottobre 1968 si ritrova a gestire una squadra che dopo quattro partite di campionato (si era in serie B) non ha ancora vinto. Debutta sulla panchina biancorossa il 3 novembre raccogliendo un pareggio esterno (2-2 con la Reggiana). La prima vittoria arriva solo l’8 dicembre (2-0 al Cesena) dopo cha la domenica precedente il Monza aveva conosciuto una delle sconfitte più umilianti della sua storia (5-0 a Como). Conclude il girone d’andata nelle ultime posizioni della classifica con 15 punti, ma si riscatta con un ottimo girone di ritorno (20 punti) che gli permette di raggiungere la salvezza già a qualche giornata dal termine del campionato. Gli uomini che ha a disposizione non sono proprio quelli che la sua idea di calcio vorrebbe, con alcune “primedonne” che dimostra a più riprese di non gradire. La formazione-tipo è: Castellini, Perego, Magaraggia (D’Angiulli), Dehò, Lievore, Beltrami (Fontana), Vivarelli, Prato (Burlando), Ferrario (Strada), Caremi, Ballabio (Achilli). Liedholm si adatta, applica metodi di preparazione sino ad ora sconosciuti e conduce la squadra ad una tranquilla salvezza in un campionato che vede salire in serie A Lazio, Brescia e Bari e retrocedere in serie C Spal, Lecco e Padova. La stagione successiva non rinnova il contratto e gli subentra Luigi Radice nella stagione in cui il Monza sfiora la serie A. Qualche anno dopo ritorna ad allenare il Milan, col quale conquista lo scudetto della stella e col quale totalizza otto stagioni da allenatore, poi sbarca a Roma dove vince il campionato del 1979 (in tutto allena i giallorossi per ben 12 anni). Il soprannome “barone” prende origine dalla sua lealtà e correttezza: gli annali raccontano che da giocatore (359 partite nel Milan e 23 nella nazionale svedese) non ha mai subito un’ammonizione. Riproponiamo in proposito una delle sue tante battute: “Ripeto sempre ai miei giocatori che quando fanno fallo sbagliano due volte. La palla resta a loro e mandi un messaggio di debolezza. Io mi allenavo molto, contro un giocatore o due, per portar via palla senza fare fallo…".

Fonte: www.monza-news.com

Ciao Barone



 

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Daniele

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  postato il 08/11/2007 alle 17:03
Addio ad un simbolo del calcio.

Non è un caso che la Panini abbia scelto lo "stiloso" Niels Liedholm per la prima copertina di quello che sarebbe diventato il più storico tra gli album di figurine.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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