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Autore: Oggetto: Guido Carlesi, "Il Coppino"....

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 20/09/2007 alle 01:39
GUIDO CARLESI
Nato a San Sisto al Pino (PI) il 7 novembre 1936. Passista veloce. Professionista dal 1957 al 1966 con 35 vittorie.



Il suo stile sulla bici e la sua incredibile somiglianza fisica con Fausto Coppi, valsero immediatamente a Carlesi, l’impegnativo soprannome di Coppino. Anche se dall’immenso Fausto lo divideva tantissima classe, una sua bella carriera, il “semisosia” pisano del Campionissimo, la seppe comunque fare. Avesse avuto capacità di scalatore più tangibili, avrebbe sicuramente vinto qualcosa di importante anche nelle corse a tappe, perché non gli mancavano né il fondo, né l’audacia, né la regolarità. Si segnalò giovanissimo, vincendo da indipendente il Giro delle Alpi Apuane ’56, in maglia Nivea Fuchs, la formazione di Fiorenzo Magni. Nel ’57, nella “Bottecchia”, vinse la tappa di Porrentruy del Giro di Normandia. Passò quindi alla Chlorodont e, nel ’58, vinse la tappa di Castro alla Vuelta di Spagna e la frazione di Cattolica al Giro d’Italia. Nel ’59 passò alla prima formazione della Molteni, ma vinse solamente il Circuito di Collecchio.
All’alba del nuovo decennio si trasferì alla squadra che gli darà le maggiori soddisfazioni: la Philco. Vinse in quell’anno il Giro di Reggio Calabria, il Circuito di Modena e una tappa della “Quattro giorni di Dunkerque”. Il 1961 fu il suo anno d’oro. Trionfò in due tappe della Mentone-Roma, una al Gran Premio Ciclomotoristico, chiuse quinto il Giro d’Italia e poi “nell’amica” terra francese, conquistò un prestigioso secondo posto al Tour, dietro Anquetil e davanti a Gaul, arricchendo la sua prestazione coi successi di tappa ad Antibes e Tolosa. Sempre sul suolo transalpino, vinse i Criterium di Bort Les Orgnes e St. Raphael, ed a fine stagione, andò in Belgio a vincere il Criterium di Baasrode.



Guido, fece un grande bottino anche nel ’62: fece sua la frazione di Civitavecchia al Giro di Sardegna, indi la Sassari-Cagliari, la tappa di St. Etienne alla Parigi Nizza, il Giro di Toscana, le tappe di Nevegal e di Milano al Giro d’Italia, i Criterium di Jeumont e Charleroi e la prova di Seregno, valevole per il Trofeo Cougnet.
Nel ’63 tornò in Molteni e s’aggiudicò le tappe di Pescara e Lumezzane al Giro d’Italia, nonché, a Mirandola, la terza prova del Trofeo Cougnet.
Ancora un cambio di maglia nel ’64, con l’accasamento alla Gazzola, ma fu un anno incolore, coi soli lampi nei Circuiti di Imola e quello di casa, a San Sisto al Pino.
Nel 1965, passò alla formazione con la quale chiuderà la carriera: la Filotex. Fu un’ottima annata, passata in gran parte ad aiutare il rampante Franco Bitossi. Carlesi vinse comunque le tappe di l’Aquila e Agrigento al Giro d’Italia, nonché quelle di Siebnem e Berna al Giro di Svizzera. Un sensibile calo della forma nel 1966, lo spinse a chiudere la carriera a fine stagione. Nel suo palmares fa capolino, inoltre, una serie lunghissima di secondi e terzi posti. Come dire…. che il Coppino”, la sua bella traccia nel pedale l’ha lasciata.



Note.
Anche per Guido Carlesi, come per tanti di quella epoca, si può parlare di corridore “troppo grasso”…. Ovviamente, stando alle visioni odierne sancite dai padroni del ciclismo, con tanto di camice bianco e….portafogli pieno…. Alto 1,79 per 75 kg di peso, il “Coppino”, possedeva buone fibre bianche, una discreta tenuta in salite non di grave pendenza, ed un fiuto particolare verso le fughe “buone”. Fisicamente compatto, senza una flessibilità della schiena di nota, amante dei rapportoni, ma con una naturale capacità di trovare presto il passo giusto per non spendere troppo. Pagava le lunghe cronometro, ma si difendeva bene nelle corte e nelle medie. Poco incline ad alzarsi sui pedali, possedeva quella gran bella progressione che diveniva il fattore determinante nei suoi successi allo sprint. In gruppo, era temuto perché arrivare con lui in una fuga, significava avere molte probabilità di perdere, ma, nel contempo, pure abbastanza amato, per quella sua simpatia tipicamente toscana. Scaltro ed acuto nell’osservazione, divenne, da anziano, un gregario-spalla coi fiocchi. Infatti, non è sbagliato considerarlo importante e, per taluni aspetti peculiare, nella crescita di Franco Bitossi. “Coppino” Carlesi è ancora molto popolare, nella sua terra e non solo.

Morris

 

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Posts: 3308
Registrato: Aug 2005

  postato il 20/09/2007 alle 02:24
Una volta mi era capitato di vedere una pagina storica della Gazzetta risalente proprio alla vittoria di Carlesi nella tappa di Pescara nel Giro del 1963,con la tappa che dal Molise si spostava in Abruzzo attraverso le ascese a Rionero Sannitico e Roccaraso.Quella volta come mi capitò di leggere Carlesi diede un dispiacere a Vito Taccone,che proprio in quel Giro vinse poi 5 tappe col filotto dei 4 successi consecutivi,battendolo in volata proprio davanti alla sua gente.

Comunque anche Carlesi da quel che mi pare di capire era un altro di quei corridori che si difendeva bene dappertutto e difatti ho notato che in carriera oltre al piazzamento al podio al Tour de France si è quasi sempre piazzato tra i primi 10 al Giro d'Italia.

 
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Registrato: Jun 2006

  postato il 20/09/2007 alle 11:10
Bisogna dire grazie a Morris che in un giorno solo ci piazza ben 3 racconti di ciclismo del passato! Grazie Grazie!

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
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