Board logo

Il Forum di Cicloweb

Non hai fatto il login | Login Pagina principale > Dite la vostra sul ciclismo! > Guido De Rosso, gladiatore "Razza Piave"
Nuovo Thread  Nuova risposta  Nuovo sondaggio
< Ultimo thread   Prossimo thread >  |  Versione stampabile
Autore: Oggetto: Guido De Rosso, gladiatore "Razza Piave"

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 20/09/2007 alle 00:36
Guido De Rosso, gladiatore "Razza Piave"
Nato il 28 settembre 1940 a Farra di Soligo (TV). Passista scalatore. Professionista dal 1962 al 1969 con 14 vittorie.



Un corridore “razza Piave”, solido di struttura e con una grande capacità di soffrire, costretto com’era a tenere alta l’andatura, a causa della sua non eccelsa consistenza nei cambi di ritmo. Un atleta che oggi giudicheremmo come bravissimo nel saper lavorare in lattacido. Si pensò a lui come di un predestinato, quando, da dilettante, nel 1961, vinse il neonato Tour de l’Avenire. Le sue spiccate attitudini alle gare di durata, vennero immediatamente ribadite al primo anno da professionista, nel 1962, quando con la maglia della Molteni si impose nel Giro della Svizzera Romanda, stupendo gli addetti ai lavori per il suo atteggiamento di corridore navigato. Non vinse tappe, ma fece della regolarità un pegno vincente, superando un qualificato lotto di avversari. Chiuse il Giro d’Italia al 16° posto.

L’anno seguente vinse la tappa di Yverdon al Tour de Suisse, la prova di Trento del Trofeo Cougnet, il Giro del Ticino e finì il Giro d’Italia al quarto posto. Insomma una continua crescita che parve dischiudersi nell’esplosione nel ’64, quando fu tra i protagonisti del Giro d’Italia, concluso al terzo posto, alle spalle di Anquetil e Zilioli, staccato di soli 1’31” dal francese. Un piazzamento che maturò negativamente nella tormentata tappa di Caserta, dove accusò una battuta a vuoto che andò a compromettere la speranza di un testa a testa con l’immenso Anquetil. Nel 1964, l’ormai sempre più in palla De Rosso si laureò campione italiano al termine delle tre prove previste, trionfò nel Trofeo Matteotti, nella Milano Vignola e vinse alla grande la Coppa Placci. Quando sembrava arrivato ai vertici e pronto per vincere il Giro d’Italia, subì nel ’65 quella flessione che non ebbe più nessuna inversione. Nell’anno, vinse solamente il Trofeo INA. Al Tour però, si comportò bene, chiudendo al settimo posto, ma quella fu la Grande Boucle di Gimondi, che la vinse, e di Motta, che finì terzo. Anche il 1966, pur registrando i successi nel Giro di Campania, nel Circuito di Col San Martino e nel Giro d’Abruzzo, confermò la tendenza di un progressivo allontanamento del trevigiano dai vertici. L’ultima affermazione, De Rosso la colse nel ’67, sul traguardo del Giro del Piemonte. Nel ’69 a vent’otto anni e mezzo, dopo due stagioni incolori nella Faema di Merckx, abbandonò l’attività agonistica.


Note.
Alto 1,74 per 70 kg, oggi un corridore come Guido, verrebbe rispedito al mittente, perché troppo grasso…I santoni infatti, griderebbero allo scandalo e, viste le sue poche fibre bianche, direbbero che lo sport della bici non è per uno come lui.
In realtà il trevigiano era massiccio di suo, con un “impianto osseo” devastante, da peso massimo. Non si alzava mai sui pedali: era un ruminante della sella, con muscoli dorsali da favola. La poca scaltrezza lo limitava, idem la poca flessibilità della schiena, ma i suoi muscoli erano d’acciaio. Finché la forza lo ha assistito, il peso dei difetti è stato controllato, poi, quando gli sforzi hanno cominciato a farsi sentire anche sulla mente, il suo calo s’è manifestato evidente. Avrebbe potuto continuare nel ruolo di gregario, ma nel ciclismo di allora, anche il ruolo più umile, richiedeva disponibilità e concentrazioni oggi impensabili. Soprattutto, a quei tempi, il lavoratore comune della bici, era chiamato a compiti che oggi non esistono più, come quello di procurare l’acqua per i capitani senza poter usufruire dell’ammiraglia, o del “cambio ruote”. Ciò imponeva un numero di scatti tale, per rientrare o, semplicemente, per rimanere nel tempo massimo (la rete era sempre farraginosa), da rendere quel ruolo denso di variabili, davvero stressanti. E poi, trovare squadra non era per niente facile. Un ciclismo, insomma, dove chi aveva consumato la speranza di diventare un super, come Guido, poteva subire l’arresto molto prima dei colleghi nati per fare i gregari. Credo stiano qui, le principali motivazioni che portarono De Rosso ad appendere la bici al chiodo così presto.

Morris

 

[Modificato il 20/09/2007 alle 11:35 by bauschan]

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




Posts: 8326
Registrato: Jun 2006

  postato il 20/09/2007 alle 11:15
Morris è incredibile quanti grandi e buoni corridori del passato oggi non verrebbero nemmeno considerati!

 

____________________
Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 20/09/2007 alle 11:47
Oggi cara Laura, gli atleti di valore giungono al ciclismo con un contagocce quasi chiuso...
E fra i sopraggiunti, i santoni propongono la dieta di una top model, lasciando alla chimica l'intero potere di dare forza, fondo e....persino mente. Robaccia.

Vista la china che ho intrapreso nel thread sulla Firenze Pistoia, vorrei ricordare ai miei ex, mooolto ex compagni DS, che il signor Vittadello (ho lasciato volutamente lo spezzone pubblicitario nella foto), era un compagno, uno che i soldi li mise al servizio di una passione allora patrimonio..... oserei dire totale di un partito vero, non un insieme di squallidume come l'organizzazione dei nipotini odierni. Erano i tempi dove l'Unità, oltre al grande Gino Sala, si permetteva di riproporre le figurine dei ciclisti e si faceva del pedale un esempio di valori per le giovani generazioni.
Oggi, dai DS del nulla, può venire un inno agli amatori che si iniettano carburanti per le gare dei trapassati, vissuti come fonte energetica per il futuro, o l'invito a ricercare sposorizzazioni per il calcio degli spalmadebiti, della corruzione e, perfino della chimica come nessuno. Oggi si attendono lumi da una Melandri che fa "huè - huè - huè", per la non avvenuta assegnazione all'Italia degli Europei del pallone. In sostanza, niente di meno dei forzaitalioti dell'immagine.... Una miseria, dunque, da mettere assieme alle altre....di un immane fallimento.

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote
Nuovo Thread  Nuova risposta   Nuovo sondaggio
 
Powered by Lux sulla base di XMB
Lux Forum vers. 1.6
0.9728429