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Autore: Oggetto: Luciano Borgognoni, l'incompiuto.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 09/09/2007 alle 02:20
Oggi, è un massaggiatore della Lampre Fondital, ma un tempo, era un corridore che faceva sognare...


LUCIANO BORGOGNONI
Nato il 12 ottobre 1951 a Gallarate (VA). Passista veloce. Professionista dal 1973 al 1981 con 9 vittorie su strada e due su pista.



Quando si passa al professionismo, pur alla giusta età, ma si proviene da stagioni dove lo status di dilettante, era solo una classificazione contrattuale o economica, è meglio ritemprarsi e vivere la nuova dimensione, con molta attenzione. Per chi, come nel caso di Luciano Borgognoni, insisteva una bella realtà sulla scienza del ciclismo che era, è, e resterà la pista, era doveroso richiamarla, pensando più alle gare proposte sui velodromi, piuttosto che all’impatto immediato con la strada. Credo stia qui, il motivo principale del fallimento delle attese che si riponevano su questo varesino di Gallarate, davvero favoloso fra i dilettanti. Già, perché nel 1973, quando assieme al coetaneo Francesco Moser, passò professionista, i tecnici erano convinti che, fra i due, il futuro campione sarebbe stato il lombardo. Luciano era un passista veloce non molto alto e piuttosto tozzo, ma con tutti gli attributi giusti per farne un finisseur adattabile a molte classiche e alle piccole corse a tappe.

Oggi, ad un atleta del genere, sarebbe possibile tutto, e non solo per il miglior modo di sviluppare l’allenamento.... Resta il fatto che Borgognoni dopo aver messo assieme un grandissimo palmares da “puro”, su cui svettava il titolo mondiale dell’inseguimento a squadre, vinto nel ’71 con Algeri, Bazzan e Morbiato, si gettò a capofitto sul calendario professionistico su strada, perdendo via via quello smalto che, a mio giudizio, poteva essere raffinato e rilanciato. Dopo un ’73, tutto votato ad inseguire sulle strade le medesime dimensioni della categoria precedente, senza raccogliere nulla e senza proporsi con convinzione sulla pista, trovò interessanti risposte nel ’74, corso come il precedente in maglia Dreher, vincendo la tappa di Alghero nel Giro di Sardegna e il Giro del Friuli. Nell’unica puntata su pista conquistò il titolo italiano dell’inseguimento. Nel ’75, passò alla Zonca Santini. Dopo aver chiuso il Giro d’Italia al 23esimo posto e con diversi piazzamenti nelle singole tappe, vinse il Circuito di Viareggio ed il GP Cemab Mirandola. Ancora un cambio di maglia nel ’76, quando s’accasò alla Brooklyn, ma fu un anno nero. Un solo acuto, su pista, dove rivinse il tricolore nell’inseguimento individuale. L’anno successivo passò alla Vibor, cogliendo finalmente qualche segno di ciò che poteva essere.

Vinse dapprima la tappa di Capo d’Orlando al Giro di Sicilia, quindi la frazione di Foggia, nonché quella conclusiva di Milano al Giro d’Italia. In estate, trionfò poi nella Milano Vignola. Poteva essere l’anno svolta, invece, dal 1978, il suo declino apparve via via più intenso. Nella stagione colse il successo nella Cronostaffetta con Boifava, Panizza e Visentini e poi più nulla, salvo una parentesi su pista dove riuscì a raggiungere le semifinali al mondiali dell’inseguimento nel 1980. Portò la sua figura sempre più stanca, fino alla fine del 1982, quando appese la bicicletta al classico chiodo.

Un ricordo personale
Ho potuto osservare con attenzione Luciano Borgognoni, quando questi partecipò nel 1974, al G.P. Terme di Castrocaro a cronometro. Pagò oltre misura le caratteristiche di quel circuito, ed in particolare la salita di Massa, finendo per chiudere con un deludente ottavo posto, a 3'27" dal vincitore Francesco Moser. E dire..... che a vederlo pedalare, era uno spettacolo! Anche in quella occasione, mi parve un atleta dal potenziale superiore al raccolto.

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/09/2007 alle 01:58
questo thread può essere ricollegato a quello su Maertens, visto che Borgognoni fu uno dei pochissimi in grado di battere il fiammingo allo sprint, nel Giro del 1977.
Vinse a Milano una volata incertissima, con Adriano De Zan che indovinò in diretta l'ordine d'arrivo che il fotofinish avrebbe consegnato solo parecchi minuti dopo.
Antonio Maspes, che stava commentando la tappa assieme a De Zan, lo definì "fotofinish vivente".

Dopo quel Giro mi sarei aspettato molto di più da lui, visto che era anche un ottimo inseguitore: le promesse però non furono mantenute.

 

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  postato il 10/09/2007 alle 16:05
L'ufficio stampa della Lampre ci fa sapere che Luciano Borgognoni riceverà il ritratto di Morris...

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 10/09/2007 alle 20:46
Appena riesco metto una foto, intanto chiedo al signor Morris:

Le risulta che Bergognoni, una volta smessa l'attività professionistica, abbia fatto lo staffetista in moto seguendo alcune manifestazioni ciclistiche?

 

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Marco Bardella

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Livello Gino Bartali




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  postato il 10/09/2007 alle 20:51
Originariamente inviato da AntiTeam

Appena riesco metto una foto, intanto chiedo al signor Morris:

Le risulta che Bergognoni, una volta smessa l'attività professionistica, abbia fatto lo staffetista in moto seguendo alcune manifestazioni ciclistiche?


A me risulta....

 

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Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

Non è importante quello che si scrive ma quello che leggono gli altri

Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 10/09/2007 alle 21:20
Il mio personale ricordo mi porta ad un Giro d'Italia dilettanti del 1986 (se non ricordo male), dove volava in moto agli alberghi delle squadre a consegnare i comunicati di giuria e gli ordini d'arrivo che io stampavo.
( sulla sua Yamaha ci ero salito un paio di volte con lui e mi aveva fatto vedere i sorci verdi...)

La foto, invece, l'ho fatta io me medesimo in Piazza Duomo nel 1977. Mi si perdoni la qualità e la scrittura, avevo 12 anni...



 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 10/09/2007 alle 21:31
Originariamente inviato da AntiTeam

Il mio personale ricordo mi porta ad un Giro d'Italia dilettanti del 1986 (se non ricordo male), dove volava in moto agli alberghi delle squadre a consegnare i comunicati di giuria e gli ordini d'arrivo che io stampavo.
( sulla sua Yamaha ci ero salito un paio di volte con lui e mi aveva fatto vedere i sorci verdi...)

La foto, invece, l'ho fatta io me medesimo in Piazza Duomo nel 1977. Mi si perdoni la qualità e la scrittura, avevo 12 anni...






ma dove la tieni tutta sta roba? che casa hai?

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 10/09/2007 alle 22:12
la definizione di incompiuto mi sembra quella giusta. la classe non gli mancava, ma è uno dei tanti che nel ciclismo professionistico non sono riusciti ad esprimere tutto il proprio valore.
L'ultimo anno da prof, dopo due anni alla Hoonved di Zandegù, diede una buona mano a Saronni nella neonata DelTongo.
So che ha fatto il motoiclista per l'organizzazione, per diversi anni, anche al Giro professionisti.

 

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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Registrato: Oct 2003

  postato il 11/09/2007 alle 10:05
Originariamente inviato da AntiTeam

Appena riesco metto una foto, intanto chiedo al signor Morris:

Le risulta che Bergognoni, una volta smessa l'attività professionistica, abbia fatto lo staffetista in moto seguendo alcune manifestazioni ciclistiche?


Che fai, mi dai del lei?
Certo, confermo tutto.

 

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